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l’italia sfunziona così.

MI CHIEDO: MA SONO UN
DELINQUENTE INCALLITO O TUTTO SERVE SOLO A
COSTRINGERMI AD ABBASSARE LA TESTA?
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ad-abbassare-la-testa/

Edoardo Bianchini 5 Gennaio 2021

Chiedere è lecito, rispondere è cortesia.


Domande elementari per il Presidente del
Tribunale e per il Procuratore Capo di Pistoia.
Cosa dovrebbe impormi di credere senza
discutere alle decisioni assunte da una
pubblica amministrazione comunale che non
sembra in grado di dare alcuna garanzia di
imparzialità ed efficienza?

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Nel nostro ordinamento (saltato) si può vendere come “proprietà esclusiva” da godere
esclusivamente e senza limitazione alcuna, una parte di area comune con sopra un
manufatto, sempre contestato, che viene dichiarato “pertinenza”?

A LECCETO DI MONTORIO

C’È CHI VENDE ANCHE IL CIBORIO

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Ed ecco la lavanderia sulla parte a comune venduta
come proprietà esclusiva… È normale? Per il geometra
Franco Fabbri e il Comune di Quarrata sì. Condono
sùbito!

QUELLO DI OGGI sarà un pezzo molto particolare, che – ne sono certo – manderà
fuori dai gangheri più di una “cosa a due gambe” – non dico uomo perché direi corto
(citazione da Dante, per i somari della scuola rinnovata), ma bipede senz’ali secondo
l’ottica platonica (ri-citazione per gli asini che reggono questo nostro “mondo della fine”
da scatolette di tonno aperte e poi buttate via).

E manderà fuori dei gangheri coloro che, da perfetti cefalopodi, si arrogano il diritto di
dominare le sorti del mondo e la vita degli individuai, riservandosi l’arbitrio di fare ciò che
vogliono nella falsa opinione di essere dei veri e propri immortali.

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Questo pezzo irritante – come del resto tutti i miei – sarà inviato ufficialmente anche a
due personaggi importanti di questa sciagurata provincia: il Presidente del Tribunale, Dr
Maurizio Barbarisi; e il Procuratore Capo della Repubblica, Dr Tommaso Coletta.

Del resto non credo di oltraggiare la Magistratura inviando alla loro attenzione una realtà
rappresentata nella sua interezza e verità fattuale. O altrimenti, seguendo il dettato
evangelico di Cristo, meglio sarà per me appendermi una macina da mulino al collo e
gettarmi in mare, piuttosto che continuare a vivere in una terra in cui chi dice la verità
finisce agli arresti domiciliari solo perché non piega la testa.

Ecco la rappresentazione del caso (uno dei tanti fuori squadra) della nobile zona di
Lecceto di Quarrata, laddove si chiudono le strade col beneplacito del Comune e dove è
possibile segare i tubi del pubblico acquedotto, lasciando a secco per 8 giorni alcuni
residenti che stanno sull’anima a prescindere, solo perché non vogliono vivere da schiavi
nelle mani di chi può fare ciò che vuole con una cert’aria da me ne impipo (Manzoni e
Verga).

UN CONTRATTO ECCEZIONALE

Nel 1995, e precisamente il 7 marzo, tre persone (Mara Alberti, Gionni Dainelli e Sergio
Luciano Giuseppe Meoni) stipularono un contratto di compravendita (qui integralmente
leggibile) con cui diventavano proprietari di immobili ceduti loro da Bruno Alberi e
Bertinelli Silvana; e regolarizzarono una parte dei loro confini con Eliseo Mancini.

Il contratto, rogato dal notaio Alessio Ciofini di Firenze, a pagina 3 riporta esattamente
quanto segue:

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Questa cosa che vedo, che sia in regola proprio non credo

[Alberi e Bertinelli vendono] ai Signori Alberti Mara, Dainelli Gionni e Meoni Sergio
Luciano Giuseppe, che accettano ed acquistano, a comune, pro indiviso, per la quota di
comproprietà pari ad 1/3 (un terzo) ciascuno e complessivamente per l’intero, la piena ed
esclusiva proprietà dei seguenti beni:

Appartamento posto in Comune di Quarrata, località Montorio, Via di Lecceto n. 18, facente
parte di un fabbricato più ampio composto da due unità immobiliari, costituito da quattro
vani così distribuiti: al piano terreno un grande vano adibito a cucina, oltre soggiorno-
pranzo, sottoscala ed ingresso; al piano primo tre camere, un bagno w.c. e soprascala.

Esternamente all’abitazione e quali sue pertinenze, esistono due piccoli manufatti adibiti a
ripostiglio e forno-caminetto (insistenti sulla particella 422 di cui alla successiva lettera
“B”), oltre ad una piccola lavanderia costruita su una particella comune, nonché resede
annesso ad uso orto e giardino della superficie catastale complessiva di are 2.40 (are due e
centiare quaranta) […].

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Se siete arrivati fin qui (e magari c’è arrivato anche Nocciolina di Lucciano, grande
elettore del sindaco Mazzanti e sostenitore dei Tso), concentratevi su questo fatto: il trio
Alberti-Dainelli-Meoni acquista la piena ed esclusiva proprietà di pertinenze fra
cui anche una piccola lavanderia costruita su una particella comune.

Ora io, individuato come pericolosissimo stalker, che è accusato avere offeso e
perseguitato tutti i potenti di questa Terra, eccezion fatta per Sua Santità il Dalai Lama,
chiedo al Presidente del Tribunale di Pistoia e al Procuratore Capo della Repubblica di
Pistoia, indi, attraverso di loro, pubblicamente, ai vertici della Corte di Cassazione e alla
stessa Corte Costituzionale:

nel nostro ordinamento (saltato) si può vendere come “proprietà esclusiva”


da godere esclusivamente e senza limitazione alcuna, una parte di area
comune con sopra un manufatto, sempre contestato, che viene dichiarato
“pertinenza”?

UN CONDONO CON I FIOCCHI

Ciò potrebbe – nel migliore dei casi – essere visto e inteso come un mero errore o
strafalcione dovuto a frettolosa cialtroneria ugualmente divisibile fra geometra e notaio,
se non fosse che su quella vendita (nulla in radice) si è costruito tutto un equivoco legale e
tribunalizio (grazie, come ho sempre sostenuto, a certi funzionari comprensivi del
Comune di Quarrata) che ha portato

al numero 18 di via di Lecceto, alla sanatoria-condono, anch’essa a mio parere nulla, firmata
dal Geom. Franco Fabbri di cui vi ho parlato nel pezzo arresti facili & (mala)fede. ma
perché dovrei credere ciecamente a mazzanti, ai suoi tecnici non particolarmente
professionali e a chi vuole trattarmi da perfetto imbecille con tanto di coccarda?

e al numero 1, sempre di via di Lecceto, all’incatenamento-cancellate-chiusura delle strade


interpoderali. Il tutto sempre con il beneplacito dell’ufficio tecnico del Comune di Quarrata
che, come ben sa perfino il primo zotico che transita per via, devono (e sottolineo devono)
restare aperte e libere per l’uso pubblico per il quale sono originariamente nate.

Fatto, questo, che beatamente ignorano i proprietari dell’area di Lecceto, gli altisonanti
politici e dirigenti del Comune di Quarrata e, infine, anche i Pm della Procura, stando
almeno alle accuse di cui mi fanno (a mio avviso) aprioristicamente colpevole senza
remissione.

Restiamo su queste parti comuni vendute come pertinenze esclusive (sic!).


Secondo i miei accusatori, io dovrei credere che le concessioni degli uffici tecnici di
Quarrata sono in piena e perfetta regola. Ma come potrei o perché dovrei farlo, di grazia?

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Il geometra Franco Fabbri sapeva perfettamente che era stato chiesto un condono per
costruzioni su parti comuni: ma non è che si sia preoccupato di ascoltare gli altri
comproprietari-condomini per concederlo. È andato a diritto e basta.

Checché ne dicano il Comune di Quarrata, il sindaco


Mazzanti, l’ing. Gelli, le strade vicinali-interpoderali
sono materia pubblicistica, non questioni private di
litigi fra confinanti. Si vuole capire o no?

L’architetta Nadia Bellomo, da parte sua, era a perfetta conoscenza del fatto che
l’incatenamento delle piazzole di servizio come passi carrabili su via di Lecceto, era in
contrasto con le norme e le regole da sempre in vigore: e tuttavia è andata a diritto.

Come possono essere chiamate, queste benevole concessioni, se non “favori a una parte a
danno della collettività” che, da tempo immemorabile, aveva determinato e imposto
diritti di uso pubblico e servitù di fatto, sia pure su terreni di natura privata, ma tanto da
limitarne il pieno ed esclusivo godimento da parte dei proprietari?

L’irresponsabilità oggettiva dell’amministrazione comunale e delle sue ramificazioni


amministrative (dirigenti e funzionari) è giunta, nei fatti, a provocare tutto questo e il
fastidio – non minimo – che mi si addossa con i provvedimenti restrittivi e perfino
estremi di privazione della libertà personale solo per aver fatto il mio mestiere!

DOMANDE AI VERTICI DEL TRIBUNALE

Ecco che allora io chiedo – sia al Presidente del Tribunale, che al Procuratore Capo di
Pistoia – di voler rispondere rispondere alle mie domande, mettendomi per iscritto che
nel nostro ordinamento, così perfetto e così ben tutelato dalla Costituzione, è possibile e
lecito

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vendere parti comuni come parti esclusive e…

rilasciare condoni e concessioni su parti intangibili favorendo di fatto una parte e


danneggiando di fatto il resto della collettività.

E la risposta – dato che non ritengo che sia un oltraggio fare domande alla Magistratura,
ma un semplice, civile rapporto fra cittadino e autorità che giudica “in nome del popolo
italiano” di cui anch’io sono parte – può venire solo dopo un accurato accertamento sui
punti che sto evidenziando da luglio scorso; e non certo partendo – come par di vedere –
a testa bassa con l’incolpare qualcuno solo dietro affermazioni del tipo «ho un perdurante
e grave stato di ansia (tanto da indurmi ad assumere farmaci) e costringermi altresì ad
alterare le mie abitudini di vita» riconosciute aprioristicamente come buone a certi
personaggi che non hanno mai avuto ritegno ad alterare, con vero piacere, le abitudini di
vita di altri e degli altri.

Ringrazio pertanto i dott.ri Barbarisi e Coletta delle loro risposte; e credo che chi ha
orecchie per intendere, intenderà sicuramente.

NOTA FINALE

DEVO sottolineare – anche per certi s-


colleghi, che potrebbero godere fin
troppo – che, nello squallore che
caratterizza certe situazioni come
quella degli arresti domiciliari, ho
trovato ineccepibile il servizio dei
Carabinieri che mi stanno seguendo.
La loro gentilezza e i modi assai Carabinieri
educati e civili con cui si rivolgono a
me, mi fanno oggettivamente apprezzare certi fedeli servitori dello stato che forse lo
stato non merita e a cui, certamente, non presta le attenzioni che dovrebbero essere
loro rivolte. Grazie!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
Non si può pretendere che chi non sa comprendere l’italiano
riesca a capire cosa legge neppure se ha ottenuto
(e c’è da chiedersi chissà come) una laurea…

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