it
interris.it
PAESE :Italia
TYPE :Web International
L’economia che segue principalmente la logica del profitto ormai concentra la gran
parte della ricchezza nelle mani di pochi e non sembra essere in grado di dare risposte
efficaci ed efficienti alle urgenti questioni che la realtà contemporanea pone davanti agli
occhi di tutti, dalle fortissime disuguaglianze economiche e sociali all’insicurezza
alimentare e alla malnutrizione. Dai conflitti sparsi per il mondo allo sfruttamento
incontenibile delle risorse, umane e materiali, di quella che papa Francesco ha definito,
nella sua enciclica “Laudato Si’”, la nostra “casa comune”. Tutte crisi che si
trascinano da anni e che hanno conosciuto un’esplosione e un’accelerazione con la crisi
generata dalla pandemia di Coronavirus su tanti livelli, sanitaria, sociale, economica,
occupazionale. Il Pontefice ci esorta ad assumere il paradigma dell’ecologia integrale,
un modello che riunisce l’attenzione all’ambiente con quella per l’uomo, e a dare
un’anima all’economia. E questa la si può trovare nell’altruismo,nella solidarietà,
nella cooperazione. Il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, l’economista
bengalese insignito del prestigioso riconoscimento nel 2006 per aver ideato e realizzato
il microcredito moderno, ritiene che l’attuale sistema tenga conto solo dell’agire
egoistico degli individui, trascurando le spinte altruistiche proprie di ciascuna persona:
l’altruismo può rappresenta la chiave di volta per un’economia che punti a un benessere
sociale collettivo diffuso. Yunus ha quindi teorizzato il social business, con cui si
intende un modello di impresa che punti, attraverso la sostenibilità e l’autosufficienza
economica, a raggiungere obiettivi sociali vantaggiosi per le comunità. Dall’idea del
business sociale è nata la rete internazionale degli Yunus Social Business Centre,
organizzazioni che seguono lo sviluppo di imprese sociali tese a risolvere i problemi del
loro territorio, studiano, approfondiscono e divulgano le teorie del “banchiere dei poveri”.
Tra queste, ci sono anche quattro università italiane, quella di Firenze, quella della
Basilicata, la Ca’ Foscari di Venezia, la Carlo Bo di Urbino. Il Centro di ricerca
dell’Ateneo della città che ha dato i natali al “divin pittore”, Raffaello, è nato cinque anni
fa. Ne racconta la genesi a Interris.it la professoressa Elisabetta Righini, referente
scientifico del Centro che fa capo al Dipartimento di Giurisprudenza. “Nel 2018 Yunus
era in visita in Italia e lo incontrammo, presentandogli il nostro progetto ‘Impresa e
cultura. La cultura come motore per lo sviluppo economico e sociale’. Si dimostrò
interessato e ci coinvolse nel suo network”. “Le attività del Centro”, spiega ancora la
docente, “sono quelle di ricerca scientifica, con ricadute positive sulla didattica e la
divulgazione esterna tramite iniziative culturali aperte a tutti”.
L’intervista
Professoressa Righini, quali sono le teorie economiche di Yunus?
“E’ colui che ha inventato il microcredito moderno e il business sociale, oltre che essere
lui stesso, a conti fatti, un imprenditore sociale. Se già nel tardo Medioevo con il Monte
di pietà i francescani erogavano prestiti a condizioni eque, negli anni Settanta in
Bangladesh Yunus ha messo in pratica l’idea di dare dei finanziamenti alle persone più
povere e analfabete dei villaggi rurali confidando nelle loro capacità lavorative, invece
che sulle garanzie, e negli anni Ottanta ha fondato la Grameen Bank, la cosiddetta
‘banca dei poveri’. L’istituto dava credito attraverso il finanziamento comunitario a gruppi
composti da cinque donne, poiché riteneva le donne moltiplicatrici di ricchezza, in cui
ciascuna di loro riceveva un prestito ma erano responsabili in gruppo. Il tasso di
restituzione dei finanziamenti raggiungeva il 98%. Per Yunus il social business può
aiutare il mercato a rinnovarsi in senso sociale perché si basa su una spinta di carattere
altruistico e ha a sua volta un effetto moltiplicatore. Il business sociale può consentire di
risolvere problemi di vario tipo, sociali, ambientali, sanitari, occupazionali, a costi
sostenibili per le persone destinatarie dei servizi, mentre gli eventuali profitti vengono
reinvestiti per migliorarne l’efficienza”.
L’economista bengalese auspica un cambiamento in chiave altruistica
dell’economia e papa Francesco ci esorta a darle un’“anima”. Quali sono i punti di
contatto tra i loro messaggi?
“Uno è il rispetto per l’uomo e per gli ultimi. Per Yunus i poveri non sono diversi dagli altri
e non dobbiamo scartare nessuno, come dice il Papa. Un altro è l’ambiente, perché i
danni del cambiamento climatico fanno sentire i propri effetti innanzitutto sulle
popolazioni più povere. Il pontefice, inoltre, lo ha anche chiamato a partecipare alla sua
iniziativa Economy of Francesco. Yunus ritiene che il motore delle azioni umane è quello