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Elementi per una Strategia Nazionale di
Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Citazione suggerita:
Castellari S., Venturini S., Giordano F., Ballarin Denti A., Bigano A., Bindi M., Bosello F., Carrera
L., Chiriacò M.V., Danovaro R., Desiato F., Filpa A., Fusani S., Gatto M., Gaudioso D., Giovanardi
O., Giupponi C., Gualdi S., Guzzetti F., Lapi M., Luise A., Marino G., Mysiak J., Montanari A.,
Pasella D., Pierantonelli L., Ricchiuti A., Rudari R., Sabbioni C., Sciortino M., Sinisi L., Valentini R.,
Viaroli P., Vurro M., Zavatarelli M. (2014). Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai
Cambiamenti Climatici. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma.
© MATTM, Roma, 2014
Riproduzione autorizzata citando la fonte
Tutti i diritti spettano al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
ISBN 9788887728071
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Coordinamento:
Daniela Pasella (Consiglio Nazionale delle Ricerche ‑ Istituto sull’Inquinamento
Atmosferico),
Luisa Pierantonelli (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).
Coordinamento tecnico‑scientifico:
Centro Euro‑Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).
Contributi tecnico‑scientifici, con il supporto e la revisione degli autori del Rapporto
Tecnico‑Scientifico:
Sergio Castellari (Centro Euro‑Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici / Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Sara Venturini (Centro Euro‑Mediterraneo sui
Cambiamenti Climatici), Francesca Giordano (Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale), Antonio Ballarin Denti (Università Cattolica del Sacro Cuore /
Fondazione Lombardia per l’Ambiente), Andrea Bigano (Centro Euro‑Mediterraneo sui
Cambiamenti Climatici / Fondazione Eni Enrico Mattei), Marco Bindi (Università degli
Studi di Firenze), Francesco Bosello (Centro Euro‑Mediterraneo sui Cambiamenti
Climatici / Università degli Studi di Milano / Fondazione Eni Enrico Mattei), Lorenzo
Carrera (Centro Euro‑Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici / Fondazione Eni Enrico
Mattei), Maria Vincenza Chiriacò (Università degli Studi della Tuscia), Roberto Danovaro
(Università Politecnica delle Marche), Franco Desiato (Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale), Andrea Filpa (Università degli Studi Roma Tre), Stefania Fusani
(Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Marino Gatto (Politecnico
di Milano), Domenico Gaudioso (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale), Otello Giovanardi (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale), Carlo Giupponi (Università Ca’ Foscari di Venezia / Centro Euro‑
Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), Silvio Gualdi (Centro Euro‑Mediterraneo sui
Cambiamenti Climatici / Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Fausto Guzzetti
(Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica),
Mita Lapi (Fondazione Lombardia per l’Ambiente), Anna Luise (Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale), Giovanna Marino (Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale), Jaroslav Mysiak (Centro Euro‑Mediterraneo sui
Cambiamenti Climatici / Fondazione Eni Enrico Mattei), Alberto Montanari (Università di
Bologna), Daniela Pasella (Consiglio Nazionale delle Ricerche ‑ Istituto sull’Inquinamento
Atmosferico), Luisa Pierantonelli (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare), Alberto Ricchiuti (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale),
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Roberto Rudari (Fondazione CIMA), Cristina Sabbioni (Consiglio Nazionale delle
Ricerche ‑ Istituto di Scienze dellʹAtmosfera e del Clima), Maurizio Sciortino (Agenzia
nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Luciana
Sinisi (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Riccardo Valentini
(Centro Euro‑Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici / Università degli Studi della
Tuscia), Pierluigi Viaroli (Università degli Studi di Parma), Michele Vurro (Consiglio
Nazionale delle Ricerche ‑ Istituto di Ricerca sulle Acque), Marco Zavatarelli (Università
di Bologna).
Contributo istituzionale dei partecipanti invitati ai Tavoli Istituzionali:
Associazione Nazionale Comuni Italiani; Conferenza Stato‑Regioni ed Unificata;
Dipartimento della Protezione Civile; Ministero per gli Affari Regionali; Ministero per i
Beni Culturali e Ambientali; Ministero delle Infrastrutture e Trasporti; Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Ministero delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali; Ministero della Salute; Ministero dello Sviluppo Economico;
Unione delle Province d‘Italia.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Sommario
Introduzione ...................................................................................................................................... 1
Il Contestodella Strategia Nazionale di Adattamento ................................................................. 3
Obiettivi e Principi Generali della Strategia Nazionale di Adattamento .................................. 9
Settori d’azione ................................................................................................................................ 15
Settori e Micro‑Settori d’azione identificati in Italia .................................................................. 16
Risorse Idriche ................................................................................................................................. 18
Desertificazione, Degrado del Territorio e Siccita’ ..................................................................... 23
Dissesto Idrogeologico ................................................................................................................... 30
Biodiversità ed Ecosistemi ............................................................................................................. 42
Ecosistemi Terrestri ......................................................................................................................... 42
Ecostistemi Marini .......................................................................................................................... 48
Ecosistemi di Acque Interne e di Transizione ............................................................................. 53
Foreste ............................................................................................................................................... 67
Agricoltura, Pesca e Acquacoltura ............................................................................................... 73
Agricoltura e Produzione Alimentare .......................................................................................... 73
Pesca Marittima ............................................................................................................................... 80
Acquacoltura .................................................................................................................................... 84
Zone Costiere ................................................................................................................................... 88
Turismo ............................................................................................................................................. 93
Salute ................................................................................................................................................. 98
Insediamenti Urbani ..................................................................................................................... 104
Infrastruttura Critica ..................................................................................................................... 110
Patrimonio Culturale .................................................................................................................... 110
Trasporti e Infrastrutture ............................................................................................................. 118
Industrie e Infrastrutture Pericolose .......................................................................................... 123
Energia ............................................................................................................................................ 131
Casi Speciali ................................................................................................................................... 139
Area Alpina e Appenninica ......................................................................................................... 139
Distretto Idrografico del Fiume Po ............................................................................................. 162
Aspetti Intersettoriali .................................................................................................................... 178
I Sistemi di Osservazione/Monitoraggio necessari per l’adattamento .................................. 179
La Ricerca Scientifica necessaria per l’adattamento ................................................................. 184
Le Sinergie vincenti tra Adattamento, Mitigazione e Sviluppo Sostenibile ......................... 194
La Riduzione del Rischio di Disastri e l’Adattamento ............................................................. 198
Le Incertezzee i Processi Decisionali per l’Adattamento ........................................................ 204
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La Dimensione Transnazionale dell’Adattamento ................................................................... 212
La Comunicazione e l’informazione per i Portatori di Interesse ........................................... 215
Conclusioni .................................................................................................................................... 224
Considerazioni Conclusive e Prospettive Future ..................................................................... 225
Glossario ......................................................................................................................................... 226
Bibliografia Fondamentale ........................................................................................................... 231
Normativa Europea Rilevante per le Politiche di Adattamento ............................................ 236
Accordi Internazionali rilevanti per l’Adattamento ................................................................ 239
Indice delle tabelle
Tabella 1: Settori e micro‑settori d’azione per l’adattamento in Italia. ................................... 16
Tabella 2: Opzioni di risposta ad alcune vulnerabilità dovute al mutamento delle
condizioni climatiche già in atto ................................................................................................. 134
Tabella 3: Esempi di sinergie tra mitigazione e adattamento a livello locale ....................... 195
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INTRODUZIONE
L’adozione della Strategia di adattamento europea, avvenuta il 16 aprile 2013, ha dato
l’impulso ai Paesi europei, come l’Italia, ancora privi di una visione nazionale coordinata
sull’adattamento, a dare inizio all’elaborazione di una Strategia nazionale. La Strategia
europea di adattamento incoraggia tutti gli Stati Membri dell’UE ad elaborare strategie di
adattamento nazionali, che siano coerenti con i piani nazionali per la gestione del rischio
di disastri naturali e che includano le questioni transfrontaliere.
Entro la fine del 2014 la Commissione europea avrà messo a punto un quadro di
valutazione (scoreboard) della preparazione dei Paesi in termini di adattamento che,
attraverso indicatori chiave, permetterà di determinare se la qualità e la copertura delle
strategie nazionali siano sufficienti. Se il progresso negli Stati Membri sarà considerato
non adeguato, nel 2017 la Commissione prenderà in esame la proposta di adottare uno
strumento legalmente vincolante per l’adattamento (ad es. una Direttiva
sull’Adattamento). I Paesi della regione europea hanno raggiunto differenti stadi di
pianificazione, sviluppo ed attuazione delle Strategie di adattamento nazionali: ad oggi
solo diciotto Paesi europei hanno adottato formalmente Strategie di adattamento.
In questo contesto europeo della governance nazionale dell’adattamento, il nostro Paese ha
compiuto i primi passi già agli inizi del 2012 con il coinvolgimento da parte del Ministero
dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), della comunità scientifica
nazionale, allo scopo di avviare il processo di definizione dello stato delle conoscenze
scientifiche sui cambiamenti climatici in Italia e delle basi necessarie per delineare un
percorso conoscitivo in vista dell’elaborazione della Strategia.
Una Strategia veramente condivisa tra i diversi livelli della società richiede un approccio
multidisciplinare attraverso il supporto della comunità scientifica, una forte condivisione e
collaborazione tra i decisori politici a livello nazionale, regionale e locale, nonché
l’accoglimento delle istanze dei portatori di interesse.
Nel luglio 2012 il MATTM ha affidato al Centro Euro‑Mediterraneo sui Cambiamenti
Climatici (CMCC) il coordinamento tecnico‑scientifico, al fine di acquisire le informazioni
di base necessarie per l’elaborazione degli elementi tecnico scientifici e giuridici per
l’elaborazione di una Strategia nazionale. Tale coordinamento è stato svolto attraverso
l’istituzione di un Tavolo Tecnico composto da circa cento esperti nazionali, che ha
raccolto, analizzato e sintetizzato le informazioni scientifiche sugli impatti, la vulnerabilità
e l’adattamento disponibili a livello nazionale ed ha elaborato un’analisi della Strategia
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Europea, delle strategie nazionali già adottate e dell’Acquis Communautaire e la sua
attuazione in Italia.
Al fine di ottenere un coinvolgimento delle istituzioni competenti, il MATTM ha istituito
un Tavolo Istituzionale, composto da rappresentanti dei Ministeri e delle altre istituzioni
(ad es. Protezione Civile, Comitato Regioni, ANCI, etc.), che sulla base del lavoro svolto
dal Tavolo Tecnico ha fornito input al processo contribuendo all’elaborazione del presente
documento.
Il processo è stato impostato, fin dagli inizi, come un processo aperto e trasparente: i vari
portatori d’interesse sono stati coinvolti già attraverso una consultazione pubblica alla fine
del 2012, svoltasi in modalità di questionario on‑line e finalizzata ad acquisire il punto di
vista della società civile sull’adattamento in Italia. Inoltre, tre consultazioni ad hoc sono
state intraprese con attori non governativi, Regioni e Città nei giorni 9‑10 dicembre 2013 a
Roma. Infine, una consultazione pubblica on‑line, svoltasi nel periodo 30 ottobre 2013 – 20
gennaio 2014, ha agevolato un confronto sugli elementi di base della Strategia. L’attenta
assimilazione dei commenti ricevuti, effettuata dal Tavolo Tecnico, ha permesso di
pervenire al presente Documento “Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento
ai Cambiamenti Climatici”.
Questo documento fornisce una visione degli impatti dei cambiamenti climatici in
molteplici settori socio‑economici e sistemi naturali, individuando un set di azioni ed
indirizzi di adattamento per far fronte a tali impatti. Attraverso l’attuazione di tali azioni e
indirizzi (o parte di essi) sarà possibile ridurre al minimo i rischi derivanti dai
cambiamenti climatici, mantenere o migliorare la capacità di adattamento dei sistemi
naturali, sociali ed economici, nonché trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si
potranno presentare con le nuove condizioni climatiche.
E’ importante notare che le azioni e le misure di adattamento indicate fanno parte di un
portfolio di azioni che dovranno poi essere più attentamente valutate e selezionate
attraverso opportuni criteri ed a seconda dei casi.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Impatti dei cambiamenti climatici e vulnerabilità in Italia
La comunità scientifica internazionale è temperature medie e massime
consapevole che il nostro pianeta deve (soprattutto in estate), all’aumento della
affrontare gli impatti dei cambiamenti frequenza di eventi meteo‑climatici
climatici, alcuni già in corso ed altri che si estremi (ondate di calore, siccità ed
verificheranno in un futuro anche episodi di precipitazioni piovose intense)
prossimo. La necessità di adattarsi a ed alla riduzione delle precipitazioni
nuove condizioni climatiche molto annuali medie e dei flussi fluviali.
probabilmente sussisterà anche se le In questo contesto, i potenziali impatti
emissioni di gas‑serra e di aerosol e la derivanti dai cambiamenti climatici e le
deforestazione saranno ridotte principali vulnerabilità per l’Italia
significativamente nei prossimi decenni tracciano uno scenario che può essere
tramite lʹattuazione di politiche di descritto come segue:
mitigazione su scala nazionale e globale. • possibile peggioramento delle
Infatti secondo le evidenze scientifiche condizioni già esistenti di forte
presentate sia nellʹultimo Rapporto di pressione sulle risorse idriche, con
Valutazione dellʹIPCC “Climate Change conseguente riduzione della qualità e
2014: Impacts, Adaptation, and della disponibilità di acqua,
Vulnerability” (AR5‑WGII) del 2014, sia soprattutto in estate nelle regioni
nel rapporto dell’Agenzia Europea meridionali e nelle piccole isole;
dell’Ambiente (EEA) “Climate change, • possibili alterazioni del regime idro‑
impacts and vulnerability in Europe 2012 geologico che potrebbero aumentare il
‑ An indicator‑based report” del 2012, nei rischio di frane, colate di fango e
prossimi decenni la regione Europea ed detriti (debris‑flow), crolli di roccia e
in particolare la regione del alluvioni improvvise (flash‑flood). Le
Mediterraneo dovrà far fronte ad impatti zone maggiormente esposte al rischio
dei cambiamenti climatici idro‑geologico comprendono la valle
particolarmente negativi, i quali, del fiume Po (soggetta ad un aumento
combinandosi agli effetti dovuti alle del rischio di alluvione) e le aree
pressioni antropiche sulle risorse naturali, alpine ed appenniniche (soggette al
fanno della regione del Mediterraneo una rischio di alluvioni improvvise);
delle aree più vulnerabili d’Europa • possibile degrado del suolo e rischio
(EEA, 2012). più elevato di erosione e
Nella zona del Mediterraneo gli impatti desertificazione del terreno, con una
negativi attesi nei prossimi decenni sono parte significativa del Sud del Paese
correlati principalmente ad un classificato a rischio di
innalzamento eccezionale delle desertificazione e diverse regioni del
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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al caldo, di malattie cardio‑ di minimo aumento della temperatura,
respiratorie da inquinamento circa 0,93°C rispetto al 2001, la perdita
atmosferico, di infortuni, decessi e indotta dai cambiamenti climatici
malattie causati da inondazioni e potrebbe essere compresa tra lo 0,12% e
incendi, di disturbi allergici e lo 0,16% del PIL nel 2050. Usando ad
cambiamenti nella comparsa e
diffusione di malattie di origine
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Computable General Equilibrium, ovvero modelli di equilibrio
economico generale.
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esempio il PIL dell’Italia nel 2009 come danni diretti per settore, e tentando
rifermento, ciò ammonterebbe a circa 2,5 comunque di riassumere la grande
miliardi di Euro di mancata produzione eterogeneità di risultati, sembrerebbe che
di beni e servizi. La perdita economica le perdite economiche più rilevanti da
potrebbe arrivare fino allo 0,2% del PIL se impatti climatici si materializzino nel
la variazione di temperatura fosse di settore turistico (17 e 52 miliardi di Euro
+1,2°C. Gli impatti aumentano in modo di perdita diretta nel 2050 per scenari
esponenziale nella seconda metà del climatici di +2°C e +4°C rispetto al 2000
secolo, con una riduzione del PIL nel 2100 rispettivamente). Anche questo dato
sei volte più grande che nel 2050. Questi necessita però di corretta interpretazione.
dati, sostanzialmente confermati L’alto ammontare dei costi diretti, e sul
dall’unico altro studio disponibile PIL complessivo, è infatti determinato
(McCallum et al., 2013), devono essere dall’elevata importanza che questo
interpretati con cautela. L’approccio settore ha nella produzione di valore
valutativo utilizzato considera solo aggiunto nel nostro Paese. Dipende
marginalmente gli eventi estremi e non inoltre da elementi altamente aleatori e di
cattura né gli eventi catastrofici né le difficile determinazione come il
dimensioni più sociali degli impatti comportamento futuro del turista tipo.
(quelle ad esempio legate al Danni diretti elevati vengono evidenziati
deterioramento della salute, inoltre nel settore agricolo, (fino a 13 e 30
all’incremento di mortalità, ad eventuali miliardi di Euro nel 2050 per un aumento
spostamenti forzati delle popolazioni di temperatura di 2°C e 4°C rispetto al
dalle zone colpite dal dissesto 2000 rispettivamente) seguiti, ma a
idrogeologico, etc.). Si basa poi sul PIL distanza, da quelli relativi ai fenomeni di
come indicatore economico di impatto. dissesto idrogeologico (circa 550 milioni
Questo, tra le sue molte limitazioni come di Euro annui nel 2050 associati per la
indicatore di benessere, annovera anche precisione a fenomeni alluvionali
quelle di non rilevare le perdite di stock, derivanti dalla sola forzante climatica per
come ad esempio quelle relative ai valori uno scenario di aumento di circa 1°C
fondiari, e quella di non rappresentare rispetto al 2000). Anche quest’ultimo dato
adeguatamente la dimensione ambientale va interpretato con cautela. Da un lato
ed ecologica. Lo stesso studio Carraro et infatti risulta molto difficile attribuire
al. (2008) ad esempio evidenzia come, se correttamente le componenti di costo al
il danno, anziché in termini di PIL, danno diretto o alle spese di adattamento;
venisse misurato in termini di dall’altro individuare la componente di
conseguenze sulle possibilità di consumo costo dovuta alla sola forzante climatica,
delle famiglie, la perdita sarebbe molto è molto complesso. Inoltre, come più
più considerevole, nell’ordine di 20‑30 volte evidenziato nei vari studi presi in
miliardi di Euro. I numeri evidenziati considerazione, aspetti come interruzione
vanno quindi considerati come stime di servizi essenziali, costi di trasferimento
altamente per difetto dei danni delle popolazioni colpite e ovviamente
potenziali. Riguardo le valutazioni di impatti sulla salute hanno componenti
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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non monetarie e sociali di difficile riportati, è quello di evidenziare un
determinazione. Nonostante e rapporto positivo tra benefici e costi
indipendentemente dall’incertezza e dell’adattamento. Ciò, in diversi ambiti
variabilità delle stime, un elemento (protezione costiera, difesa del territorio)
comunque comune a numerosi studi e a diverse scale di intervento.
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finalizzazione di una Strategia sulla base del lavoro svolto dal Tavolo
effettivamente condivisa. Tecnico ha fornito elementi al processo
La struttura integrale della Strategia Nazionale di Adattamento
La Strategia Nazionale di Adattamento è formata da tre elementi fra loro indipendenti, che costituiscono la base
aggiornata delle conoscenze tecniche sugli impatti dei cambiamenti climatici e la relativa vulnerabilità e forniscono
la prospettiva strategica sull’adattamento:
• Documento strategico “Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”
• Rapporto tecnico–scientifico “Stato delle conoscenze scientifiche su impatti, vulnerabilità ed adattamento ai
cambiamenti climatici”
• Rapporto tecnico‑giuridico “Analisi della normativa comunitaria e nazionale rilevante per gli impatti, la vulnerabilità
e l’adattamento ai cambiamenti climatici”
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Le differenze tra Strategia Nazionale di Adattamento (SNA)
e Piano Nazionale di Adattamento (PNA)
Talvolta nella letteratura scientifica e nel linguaggio comunemente utilizzato dai decisori politici i due termini
Strategia Nazionale e Piano Nazionale sono utilizzati indistintamente. Le esperienze maturate nei Paesi che hanno
adottato una SNA e stanno dando attuazione ad un PNA, nonché la recente Strategia Europea di Adattamento ai
Cambiamenti Climatici mostrano che si tratta di “oggetti” diversi. Mentre una SNA è tipicamente una “visione”
strategica dell’adattamento a livello di Paese, un PNA è la modalità con cui la si persegue.
In particolare una SNA deve prevedere i seguenti elementi:
• coinvolgimento di decisori politici a livello istituzionale
• sensibilizzazione e coinvolgimento diretto di portatori di interesse ed esperti
• definizione dei principi e degli obiettivi generali per l’adattamento
• analisi e valutazione del rischio e vulnerabilità ai cambiamenti climatici a livello nazionale per settori
rilevanti
• sviluppo di un approccio per affrontare le lacune cognitive e per gestire le eventuali incertezze
• individuare le opzioni di adattamento per i vari settori ed esplorare le eventuali buone pratiche e misure
esistenti
• fornire un set di azioni ed indirizzi per costruire capacità adattiva in maniera efficiente dal punto di vista
economico nei vari settori a scala nazionale
• revisione periodica dei contenuti della Strategia e periodica consultazione dei portatori di interesse.
Invece un PNA deve prevedere i seguenti elementi:
• individuazione degli attori principali a seconda della governance strutturale del Paese
• pianificazione ed allocazione delle risorse economiche necessarie previsioni di attuazione della SNA o
parte di essa a seconda delle priorità individuate dalle istituzioni
• piano di monitoraggio e valutazione del processo di attuazione mediante indicatori di performance.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Obiettivi generali
Obiettivo principale di una strategia socio‑economici rilevanti, e le
nazionale di adattamento è elaborare una opportunità eventualmente associate;
visione nazionale su come affrontare gli • promuovere la partecipazione ed
impatti dei cambiamenti climatici, aumentare la consapevolezza dei
comprese le variazioni climatiche e gli portatori di interesse nella definizione
eventi meteo‑climatici estremi, di strategie e piani di adattamento
individuare un set di azioni ed indirizzi settoriali attraverso un ampio
per farvi fronte, affinché attraverso processo di comunicazione e dialogo,
l’attuazione di tali azioni/indirizzi (o anche al fine di integrare
parte di essi) sia possibile ridurre al l’adattamento all’interno delle
minimo i rischi derivanti dai politiche di settore in maniera più
cambiamenti climatici, proteggere la efficace;
salute e il benessere e i beni della • supportare la sensibilizzazione e
popolazione e preservare il patrimonio l’informazione sull’adattamento
naturale, mantenere o migliorare la attraverso una capillare attività di
capacità di adattamento dei sistemi comunicazione sui possibili pericoli, i
naturali, sociali ed economici nonché rischi e le opportunità derivanti dai
trarre vantaggio dalle eventuali cambiamenti climatici;
opportunità che si potranno presentare • identificare le migliori opzioni per le
con le nuove condizioni climatiche. azioni di adattamento, evidenziando
anche i co‑benefici, coordinare e
Pertanto l’obiettivo del presente definire le responsabilità per
documento è fornire un quadro di l’attuazione, ed infine elaborare ed
riferimento per l’adattamento alle attuare le misure.
conseguenze dei cambiamenti climatici
e porre le basi per un processo collettivo Nell’elaborare il presente documento il
finalizzato a: set di azioni ed indirizzi è stato
• migliorare le attuali conoscenze sui individuato facendo riferimento ai settori
cambiamenti climatici e sui loro di rilevanza socio‑economica e
impatti; ambientale più vulnerabili ai
• descrivere la vulnerabilità del cambiamenti climatici.
territorio, le opzioni di adattamento
per tutti i sistemi naturali ed i settori
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Principi generali
Il presente documento è stato redatto 1. Adottare un approccio basato sulla
assumendo quale riferimento i principi conoscenza e sulla consapevolezza.
generali di seguito riportati consolidatisi
sulla base delle esperienze che altri Paesi Le conoscenze sui possibili impatti dei
europei – ed in particolare Belgio, cambiamenti climatici e sulla
Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, vulnerabilità del territorio nazionale
Regno Unito, Spagna, Svizzera ‑ hanno necessitano ancora di ampie e
maturato nell’ambito delle rispettive approfondite analisi scientifiche. Una
strategie nazionali (Venturini, 2013; precondizione essenziale per
Venturini et al., 2012) nonché da quanto un’appropriata azione di adattamento è
desumibile dai rapporti ed articoli tecnici migliorare la base conoscitiva al fine di
dell’Agenzia Europea dell’Ambiente tra aumentare la disponibilità di stime più
cui “Adaptation in Europe” (EEA, 2013) e affidabili e ridurre le incertezze
“Guiding principles for adaptation to climate scientifiche circa i futuri cambiamenti
change in Europe” (Prutsch et al., 2010), dal climatici e i loro impatti, anche
Libro Bianco della Commissione Europea economici. I decisori politici, gli
“Lʹadattamento ai cambiamenti climatici: stakeholder, le comunità locali, le
verso un quadro dʹazione europeo” (EC, associazioni e i cittadini dovranno avere
2009) e dal pacchetto di informazioni che facile accesso ad informazioni chiare ed
ha accompagnato la recentemente affidabili relativamente alle conseguenze
adottata Strategia Europea di dei cambiamenti climatici affinché possa
Adattamento (EC, 2013 a,b,c). essere sviluppata un’adeguata
In particolare sono stati considerati il consapevolezza su questo tema, e a
documento “Guidelines on developing strumenti pratici che possano guidarli
adaptation strategies” e “Guidelines for nelle loro scelte.
project managers: making vulnerable
2. Lavorare in partnership e coinvolgere
investments climate resilient” (EC, 2013
gli stakeholder e i cittadini.
d,h). Sebbene non esista una definizione
univoca e comunemente condivisa di L’adattamento alle conseguenze dei
“adattamento di successo” o cambiamenti climatici è una sfida che
“adattamento ottimale”, tali principi ne coinvolge ‑ oltre i governi centrali e le
rappresentano elementi fondamentali che amministrazioni locali (multilevel
garantiscono il raggiungimento degli governance) ‑ un elevato numero di
obiettivi senza allo stesso tempo creare stakeholder sia del settore pubblico che
ripercussioni negative in altri contesti, privato, rilevanti nel processo di
settori o gruppi coinvolti (possibile mal‑ adattamento. Il coinvolgimento attivo dei
adattamento).
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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capacità di far fronte agli effetti negativi reversibilità, sostenibilità, robustezza,
dei cambiamenti climatici. Tali azioni equità, etc.).
possono produrre benefici di breve
termine, ma conducono a conseguenze 10. Integrare l’adattamento nelle
dannose nel medio ‑ lungo periodo (ad politiche esistenti.
es. azioni in conflitto con gli obiettivi di
L’adattamento dovrà essere integrato
mitigazione, azioni che utilizzino le
nelle politiche e nei processi (ad es.: di
risorse in maniera non sostenibile, azioni
decisione politica) esistenti che spesso
che distribuiscano i benefici
non identificano come azione di
dell’adattamento in maniera non equa
“adattamento” quanto espresso in quelle
nella società, azioni che limitino le
politiche, non solo in campo ambientale,
capacità di adattamento di alcuni settori,
ma anche nell’ambito socio‑economico.
etc.).
L’adattamento in tal senso può essere
8. Adottare un approccio integrato nella inteso appunto non solo come una
valutazione dell’adattamento. politica ambientale, ma come una pratica
sociale che favorisca il mainstreaming nelle
I cambiamenti climatici e gli effetti ad essi altre politiche pubbliche, ad esempio
associati hanno impatti sulle attività valutando anche la possibilità di
economiche e sui sistemi ambientali in modificare o integrare la normativa
tempi e scale spaziali differenti. Essi corrente nazionale o regionale, e nelle
potranno amplificare le differenze prassi del settore privato, ad esempio
regionali in termini di qualità e nella predisposizione delle Valutazioni di
disponibilità delle risorse naturali ed Impatto Ambientale (VIA) di impianti e
esacerbare i conflitti negli usi di tali infrastrutture e, più in generale, nella
risorse. Sarà quindi importante adottare valutazione di piani e progetti.
un approccio integrato intersettoriale al
fine di prevenire conflitti negli obiettivi e 11. Effettuare un regolare
negli usi e di promuovere le sinergie con monitoraggio e la valutazione dei
altri obiettivi. progressi verso l’adattamento.
9. Adottare un approccio basato sul L’efficacia delle decisioni ed i progressi
rischio nella valutazione compiuti nell’ambito dell’adattamento
dell’adattamento. dovranno essere oggetto di un
monitoraggio e di una valutazione
I rischi e le opportunità che deriveranno continua attraverso indicatori
dai cambiamenti climatici dovranno opportunamente validati, che si basino
essere analizzati, valutati e confrontati al sui processi (per misurare i progressi
fine di formulare obiettivi chiari ed nellʹattuazione delle misure) e sui risultati
identificare conseguentemente le risposte (per misurare lʹefficacia dellʹintervento). Il
prioritarie anche sulla base di determinati miglioramento della conoscenza
ed opportuni criteri (ad es.: urgenza, disponibile, i nuovi risultati sulle
efficacia, efficienza, flessibilità, mutevoli condizioni climatiche e sui
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rischi associati, le scoperte scientifiche sufficientemente flessibile, in grado cioè
che andranno sviluppandosi nel tempo, di essere modificato nel tempo e
potranno essere inclusi nel processo di aggiornato periodicamente.
adattamento soltanto se esso sarà
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SETTORI D’AZIONE
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SETTORI E MICRO‑SETTORI
D’AZIONE IDENTIFICATI IN ITALIA
Le aree d’azione per la Strategia sono In aggiunta ad essi, sono stati presi in
state selezionate ed esaminate secondo un considerazione due casi speciali
approccio settoriale che ha considerato la nazionali: lʹarea alpina e appenninica e il
loro rilevanza socio‑economica e distretto idrografico del fiume Po, per la
ambientale e la loro vulnerabilità agli rilevanza a livello nazionale che rivestono
impatti dei cambiamenti climatici. in termini di impatti sui sistemi
I settori e micro‑settori identificati sono ambientali, sul territorio, e sull’economia.
illustrati nella tabella seguente (Tab.1).
Settore Micro‑settore
Risorse idriche (quantità e qualità)
Desertificazione, degrado del territorio e siccità
Dissesto idrogeologico
Biodiversità ed ecosistemi Ecosistemi terrestri
Ecosistemi marini
Ecosistemi di acque interne e di transizione
Foreste
Agricoltura, pesca e acquacoltura Agricoltura e produzione alimentare
Pesca marittima
Acquacoltura
Zone costiere
Turismo
Salute (rischi e impatti dei cambiamenti climatici, determinanti
ambientali e meteo‑climatiche)
Insediamenti urbani
Infrastruttura critica Patrimonio culturale
Trasporti e infrastrutture
Industrie ed infrastrutture pericolose
Energia (produzione e consumo)
Casi speciali Area alpina e appenninica (aree montane)
Distretto idrografico del fiume Po
Tabella 1: Settori e micro‑settori d’azione per l’adattamento in Italia.
Le azioni e le misure settoriali di climatici comporteranno, e al contempo
adattamento individuate sono quelle promuovere la resilienza.
considerate più urgenti e potenzialmente Tali azioni e misure di adattamento
più efficaci al fine di rafforzare la capacità indicate fanno parte di un portfolio di
dei sistemi vulnerabili di affrontare i azioni che dovranno poi essere più
rischi addizionali che i cambiamenti attentamente valutate e selezionate
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attraverso opportuni criteri ed a seconda potranno richiedere ulteriore analisi da
dei casi. parte della comunità scientifica e dagli
In generale le azioni di adattamento stakeholder coinvolti nel processo di
individuate in un settore sono elaborazione della Strategia.
interconnesse con quelle degli altri
settori, quindi gli aspetti intersettoriali
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RISORSE IDRICHE
Introduzione
La situazione delle risorse idriche in Italia importante è lo sviluppo di nuove
è caratterizzata dalla disomogeneità delle capacità di analisi e decisione multi
disponibilità naturali e delle pressioni settoriali dal momento che le risorse
antropiche sul territorio nazionale, cui fa idriche coinvolgono qualsiasi attività
riscontro un’altrettanto disomogenea umana, condizionandola e subendone le
qualità nelle infrastrutture e modalità di conseguenze. In questo quadro un
gestione, a fronte di un quadro normativo aspetto fondamentale è la necessità di
generalmente adeguato ed avanzato, ma assicurare gli approvvigionamenti idrici
solo parzialmente applicato. Tale anche in presenza di una situazione
situazione di complessità e d’incertezza degli afflussi meteorici e
disomogeneità si intreccia con importanti delle conseguenti disponibilità idriche.
problemi in termini di gestione e qualità Quest’incertezza rende difficoltosa la
delle informazioni e della loro pianificazione degli investimenti
disponibilità sul territorio nazionale. I necessari per contribuire sia
cambiamenti climatici stanno all’adattamento pianificato sia a quello
producendo una serie di effetti sul ciclo autonomo da parte degli utilizzatori della
idrologico: cambiamenti delle variabili risorsa idrica. Lʹadattamento è un
climatiche quali temperatura, processo che richiede decisioni e azioni
evaporazione e precipitazione hanno concertate con molti decisori e gruppi
evidenti ricadute sui deflussi, d’interesse. Pertanto solo un solido
sull’umidità dei suoli e sulla ricarica degli approccio partecipativo può garantire
acquiferi. Impatti consistenti sul ciclo adeguate potenzialità di successo.
idrologico derivano non solo dalla
variazione dei valori medi ma anche, e Esistono soluzioni metodologiche e
soprattutto, dalla variabilità e dal tecniche per un’adeguata integrazione dei
verificarsi di eventi estremi. Gli effetti di diversi fattori che incidono sulle risorse
tali cambiamenti incidono già oggi e idriche e per un’efficiente gestione dei
incideranno sempre più nel futuro, e processi decisionali. Le condizioni per
saranno responsabili anche di impatti permettere un approccio efficiente
indiretti su tutti i settori produttivi all’adattamento in campo idrico
italiani idroesigenti. richiedono che si attui una pianificazione
e programmazione integrata delle azioni
Lʹadattamento nel settore delle risorse rispetto alle specifiche problematiche dei
idriche richiede nuovi paradigmi di territori, con un’ottica intersettoriale
gestione in grado di integrare quelli ponendo un’enfasi particolare alla
consolidati (mainstreaming). Altrettanto proiezione temporale per evitare rischi di
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mal‑adattamento ed inefficienza della un catalogo delle misure di adattamento
spesa. nel settore idrico. Quelle evidenziate in
grassetto sono state identificate come
L’identificazione delle misure di prioritarie, ma, considerata la
adattamento deve essere fatta di volta in trasversalità del settore, la scelta ultima
volta sulla base delle condizioni locali, delle priorità d’intervento dovrà
ma può giovarsi di un repertorio di necessariamente tener conto delle
misure consolidato. Di seguito si riporta connessioni e sinergie intersettoriali.
Proposte di azioni di adattamento settoriale
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Riciclo e riuso dell’acqua; • Adeguamento tecnologico (strumenti
• Interventi strutturali per di misurazione, telecontrollo,
l’efficientamento e ammodernamento separazione acque nere e grigie, etc.).
delle reti per la riduzione delle
perdite;
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Dissalazione tramite sistemi • Interventi per il riutilizzo irriguo dei
alimentati con impianti fotovoltaici; reflui;
• Incremento delle capacità dei bacini e • Conversione, ove consentito dalle
serbatoi artificiali che permettono di tipologie colturali, dei sistemi di
pianificare la gestione pluriannuale irrigazione ad alto consumo per
della risorsa; migliorare l’efficienza irrigua;
• Introduzione di sistemi più efficienti • Sostegno alla realizzazione di
di raffreddamento industriale; acquedotti industriali di area e reti
• Incremento della connettività delle duali;
infrastrutture idriche; • Azioni in altri settori che permettano
• Riconversione delle reti ad esclusivo di ottimizzare/diminuire l’uso della
uso irriguo; risorsa (ad es. in agricoltura: uso di
• Manutenzione della rete idrica a nuove culture meno idro‑esigenti,
funzione multipla; turismo: stabilire regole per un uso
• Incremento delle potenzialità di più consapevole dell’acqua),
accumulo nelle zone rurali perseguendo gli obiettivi della
privilegiando interventi diffusi, a Direttiva 2000/60/CE (Direttiva
basso impatto ambientale e ad uso Quadro sulle Acque) e di quelle ad
plurimo; essa collegate (“direttive figlie”).
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Riqualificazione dei corsi d’acqua in • Protezione e conservazione delle fasce
considerazione del mantenimento dei boscate e della vegetazione costiera;
deflussi vitali e della qualità ecologica • Protezione e valorizzazione degli
in situazioni di variazioni dei regimi acquiferi, inclusi gli interventi di
termo‑pluviometrici futuri. ricarica artificiale;
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): • Miglioramento della capacità di
• Creazione di zone tampone fra aree ritenzione idrica dei suoli.
coltivate e corsi d’acqua;
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Normativa e pianificazione
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Pianificazione degli schemi complessi • Sviluppare programmi integrati per
(sforzo di coordinamento) per migliorare l’efficienza degli usi irrigui,
stabilizzare l’aspettativa sulle potabili e industriali per ottimizzare i
disponibilità; consumi;
• Sviluppare la capacità di una gestione • Revisione delle normative sul riuso
pluriannuale delle risorse idriche; (DM 185/2003) e degli scarichi sul
• Riconsiderare fabbisogni e concessioni suolo (Tabella 4 All. 5 alla Parte III
idriche storiche in accordo con i piani D.Lgs. 152/2006);
ed i programmi vigenti (PdB, PdA, • Piani di gestione della siccità.
PTA);
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Includere le variabili indice connesse • Stabilire regole minime e certe per i
con i cambiamenti climatici nella finanziamenti delle strutture e delle
valutazione ambientale strategica; infrastrutture;
• Nuovi codici per il risparmio idrico • Favorire forme partecipative per la
nel settore delle costruzioni; gestione delle risorse, includendo
• Definire misure per il recupero anche i “Contratti di Fiume”;
dell’acqua piovana all’interno dei • Revisione/adeguamento delle tariffe
requisiti per il rilascio dei titoli edilizi; considerando anche i costi ambientali
per un migliore utilizzo dell’uso della
risorsa acqua.
Gestione
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Gestione ottimizzata della domanda; ecologica o flusso ecologico, nei piani
• Introduzione sistematica del minimo e nelle pratiche di gestione
deflusso vitale (MDV), ovvero portata considerando anche le variazioni
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Economia e finanza
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Incentivi per prodotti a bassa intensità • Programmazione di strumenti
di uso dell’acqua e tecnologie per economici di gestione del rischio
l’uso di acqua a scadente qualità climatico (assicurazioni, fondi
(acqua grigia); mutualistici, etc.).
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Aiuto finanziario specifico e • Fondi per il settore primario in aree
finalizzato al conseguimento degli soggette a siccità e a incertezza delle
obiettivi di adattamento ai disponibilità idriche;
cambiamenti climatici in particolare • Incentivi ai proprietari di terreni per
per interventi che assicurano le migliorare la capacità di ritenzione;
disponibilità idriche negli anni e ne • Revisione dei sistemi contributivi per
accrescono l’efficienza d’impiego le infrastrutture rispetto alle specifiche
(prestiti, mutui, agevolazioni fiscali, caratteristiche idrogeologiche.
contributi in conto capitale, etc.);
Ricerca e conoscenza
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Sviluppo e potenziamento di sistemi frane, esondazioni, fitopatie e attacchi
di supporto alle decisioni (servizi di patogeni);
consulenza irrigua, sistemi early • Ripristino di un Servizio Idrografico
warning per rischio siccità, alluvioni, Nazionale, che abbia il compito di
raccogliere ed omogeneizzare i dati
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Comunicazione
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Raccogliere e divulgare le • Divulgare informazioni sull’esistenza
informazioni disponibili sui di buone pratiche in campo agricolo e
cambiamenti climatici; industriale.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Campagne di sensibilizzazione nelle
aree affette da variazioni del ciclo
idrologico (eventi estremi di
precipitazione, siccità, variabilità degli
afflussi, etc.) con il coinvolgimento dei
cittadini e delle associazioni;
• Campagne di sensibilizzazione per i
proprietari di immobili sui rischi
idrologici, sulle misure di mitigazione
del rischio e sulla riduzione dei
consumi energetici.
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Introduzione
Gli impatti dei cambiamenti climatici Per quanto riguarda la situazione italiana,
potranno accelerare i processi di le aree maggiormente sensibili alla
desertificazione in aree vulnerabili ai riduzione della produttività economica e
processi di degrado del territorio biologica dovuta a processi di
incrementando la perdita della loro desertificazione e degrado costituiscono
capacità produttiva e dunque il rischio di circa il 30,8% del territorio italiano. I
desertificazione. Siccità e inondazioni cambiamenti climatici incrementeranno
contribuiscono a danneggiare, l’azione dei processi di erosione, di
assottigliare e impoverire, fino alla salinizzazione e di perdita di sostanza
distruzione, il substrato fertile dei suoli e organica nei suoli. La siccità poi
a intensificare il degrado complessivo del incrementerà il rischio di incendi e di
territorio. In un circolo vizioso che si è stress idrico. Il degrado del territorio può
intensificato nel corso degli ultimi incrementare i suoi nefasti effetti,
decenni, il degrado del territorio, con la ambientali sociali ed economici, in
riduzione o l’annullamento della capacità conseguenza dei cambiamenti climatici
dei suoli a trattenere CO2, contribuisce specialmente nelle regioni meridionali ed
poi a sua volta ad aumentare le insulari maggiormente sensibili ai
concentrazioni di gas a effetto serra fenomeni di desertificazione e degrado
nell’atmosfera e a peggiorare il del territorio, come la Sicilia, Sardegna,
cambiamento del clima. I cambiamenti Puglia, Basilicata e Molise.
climatici potranno provocare nel breve
periodo la riduzione delle produzioni La principale strategia di adattamento
agrarie, della produzione di biomassa dei agli impatti dei cambiamenti climatici sul
pascoli e delle foreste, l’aumento degrado del territorio e di riduzione della
dell’abbandono delle terre e del rischio di vulnerabilità alla desertificazione è stato
incendi, mentre nel lungo periodo il Programma di Azione Nazionale di
potranno mettere in luce l’insufficienza Lotta alla Desertificazione – PAN
degli attuali sistemi idrici che accentuano (Delibera CIPE 229/99) lanciato all’inizio
la vulnerabilità di un territorio agli effetti del 2000, basato su un sistema di azioni a
della siccità e quindi alla desertificazione, livello nazionale e regionale, attribuendo
dovuta non solo a limiti strutturali delle a Regioni ed Autorità di Bacino
opere e del sistema idrico nel suo l’elaborazione e l’attuazione di misure
complesso, ma a problematiche gestionali specifiche a carattere agronomico,
della risorsa che talvolta ne minacciano forestale, civile e sociale, accompagnate e
un’equa fruizione. sostenute da specifici piani di
informazione, formazione ed educazione,
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nei settori prioritari della protezione del la discussione di possibili strumenti
suolo, della gestione sostenibile delle legislativi. La nuova Politica Agricola
risorse idriche, della riduzione Comune ‑ PAC, che detta gli impegni ai
dell’impatto sull’ambiente delle attività quali ogni agricoltore deve fare
produttive e sul riequilibrio del territorio. riferimento, contiene misure la cui
Tale Programma è stato solo osservanza consentirebbe, o almeno
parzialmente avviato con azioni pilota e faciliterebbe, la prevenzione del degrado
piani di azione locale. Il difficile percorso del suolo, con riferimento agli impegni
della Strategia Europea Tematica del riconducibili ai criteri di gestione
suolo, rimasta senza una Direttiva che obbligatori (CGO), ovvero disposizioni di
creasse le condizioni utili ad assicurare legge, atti, già in vigore e derivanti
un adeguato e omogeneo livello di dall’applicazione nazionale di
protezione del suolo in Europa, non ha corrispondenti disposizioni comunitarie,
spinto verso la definizione di piani e e alle Buone Condizioni Agronomiche e
programmi nazionali contro il degrado Ambientali (BCAA), indicate con norme,
del suolo e solo di recente è stata avviata stabilite a livello nazionale.
Proposte di azioni di adattamento settoriale
Se dunque il degrado del territorio è definirsi politiche di adattamento ai
attribuibile all’effetto combinato degli cambiamenti climatici. Il degrado del
impatti dei cambiamenti climatici e a una suolo e del territorio, la siccità e la
sua gestione non sostenibile, una strategia desertificazione sono il risultato di diversi
di adattamento tesa a mitigare gli effetti, fattori di pressione ed anche di
gli impatti delle mutate condizioni abbandono del territorio, che già sono in
climatiche deve considerare tra le sue atto per cause che includono, ma non si
priorità l’attenzione alle politiche e alle esauriscono nei cambiamenti climatici. Di
pratiche di gestione sostenibile. A livello conseguenza, misure che combattono il
di agenda internazionale, peraltro, il degrado del suolo e del territorio, la
contributo degli ecosistemi siccità e la desertificazione costituiscono
all’adattamento ai cambiamenti climatici un tentativo di adattamento a diverse
sta progressivamente ottenendo pressioni ambientali di origine sia
maggiore riconoscimento, sebbene ancora naturale, sia antropica, fra cui in primo
tale approccio sia sottoutilizzato. luogo i cambiamenti climatici. Questi
ultimi, di fatto, non fanno che aggiungere
Il primo carattere distintivo di politiche e un ulteriore fattore di incertezza
pratiche di adattamento ai cambiamenti previsionale e valutativa. L’esercizio
climatici nel caso del degrado del valutativo ha così bisogno di un’ottica
territorio e del suolo, della siccità e della dinamica, in funzione dei trend di
desertificazione, è costituito dal fatto che variazione delle variabili climatiche che,
le politiche per contrastare questi quando considerati, impediscono di
fenomeni possono solo parzialmente basare le decisioni su dati esclusivamente
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Miglioramento della conoscenza dei ed economici); la valutazione del
fenomeni: promozione e sostegno contesto, la valutazione preventiva del
adeguato della ricerca scientifica e rischio legato ai fattori di vulnerabilità
tecnologica, diffusione dei risultati, con conseguente valutazione degli
incoraggiamento e stimolo alla effetti diretti ed indiretti; il
costituzione di gruppi di lavoro monitoraggio dei risultati delle azioni
integrati, anche attraverso la di adattamento attraverso lʹuso di
promozione di partenariati pubblico‑ indicatori sensibili;
privato e internazionali; • Predisposizione di piani d’azione a
• Definizione di piani di monitoraggio livello nazionale, regionale, locale
del suolo e del territorio per la basati sulla conoscenza e l’analisi del
definizione di fattori di vulnerabilità territorio, sulla definizione di
del territorio, indicatori di stato a scala eventuali sinergie o sbilanciamenti sia
locale e integrati (ambientali, sociali nei sistemi naturali che nella
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di adattamento per ambiti territoriali caratteri propri delle aree e dei
omogenei, riconducibili problemi;
essenzialmente quindi alla definizione • Integrazione della ricerca scientifica
di modalità sostenibili di gestione del nelle attività produttive per un
territorio, nonché le misure tecniche miglioramento della produttività e
per la gestione delle risorse idriche e della sostenibilità dellʹuso del suolo;
all’agricoltura; • Sviluppo di ulteriori sistemi di
• Individuazione delle tecnologie e dei compensazione per la gestione e la
metodi da adottare con attenzione alle tutela dei degli ecosistemi naturali a
soluzioni più innovative, tenendo supporto della sostenibilità dei servizi
conto delle conoscenze locali e dei ecosistemici.
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Adozione di lavorazioni del terreno controllo sanzione degli scarichi
“più semplificate” rispetto all’aratura abusivi nei corsi idrici;
profonda tradizionale; • Protezione e ripristino delle zone
• Limitazione di sbancamenti e umide per contrastare il fenomeno
livellamenti; della salinizzazione dei suoli e delle
• Promozione dellʹuso di siepi per falde idriche nelle aree costiere;
dividere le diverse aree coltivate e • Avvicendamento delle colture;
nello stesso tempo fungere da barriere • Riduzione del carico animale nelle
di assorbimento delle sostanze aree degradate per consentire il
chimiche utilizzate in agricoltura ripristino della copertura vegetale e la
(pesticidi, antiparassitari, concimi) la riduzione dellʹerosione del suolo;
cui diffusione allʹesterno dellʹarea • Incremento della copertura vegetale
stessa viene così limitata; nelle zone aride o degradate.
• Protezione delle zone ripariali,
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Forestazioni nelle pianure e interventi concimi organici e compost, ovvero
diffusi di ri‑naturalizzazione al fine di l’utilizzazione di biomasse di rifiuto e
ridurre il degrado del territorio; scarto. Eliminazione o riduzione
• Rigenerazione peri‑urbana di aree accentuata dei fertilizzanti chimici
industriali o di infrastrutture di sostituiti con compost certificato da
trasporto per una maggiore resilienza scarto organico e utilizzo massivo del
territoriale (es. le esperienze di New compost per ripristinare l’equilibrio
York, Detroit o il progetto WWF ‑ The chimico‑fisico del terreno
Hub Rotaie Verdi); (contribuendo alla cattura della CO2);
• Ripristino di un adeguato contenuto • Sviluppo e diffusione di nuovi e
di sostanza organica nei suoli, tradizionali sistemi di accumulo
limitando il ricorso a concimi dellʹacqua piovana, di fitodepurazione
inorganici, ed aumentando lʹuso di delle acque reflue e di loro utilizzo.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020): distribuzione idrica (opere di
• Sviluppo della disponibilità di risorse manutenzione, ammodernamento) e
idriche di buona qualità, mediante della gestione nelle zone affette da
infrastrutture adeguate di accumulo, insufficiente o scarsa disponibilità;
trasferimento e distribuzione, in piena • Utilizzo, soprattutto in aree a rischio
coerenza e continuità con gli attuali desertificazione, di coltivazioni non
regimi di gestione dei bacini idrici, idro‑esigenti;
consentendo di impiantare colture di • Promozione dellʹuso di concimi organici e
qualità all’interno di ampi programmi di metodi conservativi di coltivazione.
di sviluppo;
• Sviluppo e diffusione di sistemi di Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
captazione e utilizzo delle acque • Individuazione delle tecnologie e dei
piovane; metodi da adottare con attenzione alle
• Ulteriore diffusione dei metodi di soluzioni più innovative, tenendo
irrigazione a goccia o comunque a conto delle conoscenze locali e dei
risparmio idrico; caratteri propri delle aree e dei
• Miglioramento della rete di problemi
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Introduzione
Inondazioni, frane, colate di detriti, soprattutto se si guarda agli eventi
erosioni e sprofondamenti sono fenomeni estremi di breve durata ed elevata
endemici e diffusi in Italia. Gli eventi intensità. Ne sono testimonianza gli
recenti hanno riportato l’attenzione su eventi in Sicilia nel 2009, in Toscana e
come i cambiamenti climatici e ambientali Liguria nel 2011, in Toscana nel 2012, in
modifichino la frequenza, l’intensità e la Sardegna, Liguria, Toscana, Lazio e
distruttività dei fenomeni di dissesto. Tra Marche nel 2013. Tale variazione
i possibili effetti dei cambiamenti percepita è il risultato di un mutato
climatici un ruolo di primo piano è contesto climatico e antropico, come
rappresentato dall’aumento delle sopra discusso, accoppiata ad un
temperature atmosferiche, con aumentata capacità di osservazione sia
conseguente effetto sullo scioglimento dei processi fisici sia degli impatti al
nivale e glaciale, e l’aumento della suolo che vengono registrati.
frequenza delle sollecitazioni Una strategia di adattamento sostenibile,
pluviometriche estreme, A tali effetti che riduca il dissesto considerandone le
indotti dalle variazioni climatiche, si sono possibili variazioni in risposta ai
sovrapposti gli impatti causati cambiamenti climatici e ambientali,
dall’antropizzazione. L’espansione necessita di un sistema articolato di
urbana che ha interessato il Paese dal azioni sinergiche. I fenomeni di dissesto
dopoguerra ad oggi e l’occupazione delle sono legati alle complesse e non del tutto
aree perifluviali, con conseguente note interazioni fra caratteristiche
artificializzazione della rete idrografica, territoriali (naturali e antropiche) e
ha portato all’antropizzazione di territori condizioni meteorologiche e climatiche.
fragili ed alla riduzione delle Le variazioni climatiche e ambientali in
permeabilità dei suoli, esponendo ad un atto e previste rendono, se possibile,
rischio elevato la popolazione che li ancora più urgente affrontare il dissesto,
occupa. Inoltre, lʹaumento della per mitigarne gli effetti territoriali e
frequenza di incendi boschivi ha ridotto ambientali, e i costi economici e sociali.
ulteriormente la capacità di infiltrazione Per affrontare il dissesto è quindi
del suolo in aree localizzate, aumentando necessario agire in modo sinergico a più
lʹerosione e favorendo fenomeni di scale geografiche, temporali,
dissesto quali frane e inondazioni. Negli organizzative ed operative, ed è
ultimi cinquanta anni, i danni prodotti importante operare alle scale compatibili
dai dissesti sono aumentati con i processi che si affrontano, e quindi
progressivamente, superando due arrivare sino alla scala del bacino
miliardi di Euro l’anno. Anche la idrografico e del versante.
probabilità di detti eventi sta cambiando,
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Per la mitigazione del rischio del rischio coordinata, come già
idrogeologico in generale, e ancora di più sottolineato, a diverse scale geografiche,
in un’ottica di cambiamenti climatici, è temporali e organizzative. Infine, una
opportuno privilegiare le azioni di strategia di adattamento sarà efficace se
previsione e di prevenzione, limitando sarà fondata su solide basi conoscitive
per quanto possibile le azioni che ne permetta la condivisione fra i
emergenziali e di ripristino a quelle utili diversi attori interessati, non ultimi i
per la riduzione progressiva del rischio, e cittadini stessi.
per il ripristinino di condizioni generali Di seguito si riportano le principali azioni
di sicurezza territoriale. E’ necessario che di adattamento ai cambiamenti climatici
le azioni di adattamento siano coordinate che possono ridurre o contenere l’impatto
a tutte le scale geografiche e dei fenomeni di dissesto idrogeologico.
amministrative, e si basino su valutazioni Le azioni riguardano: (i) il monitoraggio e
economiche condivise. Per raggiungere la previsione, (ii) la prevenzione, la
questo obiettivo è indispensabile lo definizione e la riduzione del rischio, e
sviluppo di una cultura moderna della (iii) l’avanzamento delle conoscenze e lo
prevenzione, che favorisca la sviluppo tecnologico. Tali azioni sono
pianificazione e la gestione integrata del sinergiche e non possono prescindere
territorio e delle risorse e una mitigazione l’una dall’altra.
Proposte di azioni di adattamento settoriale
Monitoraggio e previsione
Una strategia di adattamento efficace non Un’adeguata azione di monitoraggio del
può prescindere da adeguate attività di territorio deve basarsi su:
monitoraggio e di previsione, attuate a • una rete capillare e affidabile di
diverse scale temporali (dal brevissimo rilevamento meteo‑idro‑geologico;
(ore) al lungo (stagioni e anni) periodo) • il censimento aggiornato e
e geografiche (dalla scala locale alla organizzato degli eventi e delle
scala nazionale/sinottica). situazioni che hanno evidenziato
Il monitoraggio ha lo scopo di seguire criticità in passato;
l’evoluzione dei cambiamenti (climatici, • una cartografia accurata e aggiornata
meteorologici, ambientali, di uso e dei dissesti e degli eventi;
copertura del suolo, di produzione e • l’organizzazione del catalogo degli
utilizzo delle risorse, etc.) e di identificare episodi storici di dissesto.
in anticipo (“a priori”) le situazioni e le A tal proposito, è necessario raccogliere
condizioni di potenziale criticità, informazioni dettagliate sull’impatto che i
favorendo il dispiegamento delle fenomeni di dissesto idrogeologico hanno
necessarie azioni di contenimento e di avuto ed hanno sulle diverse tipologie di
mitigazione del rischio. elementi vulnerabili, attraverso la
realizzazione di banche dati come ad
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
esempio il catalogo degli eventi previsto reti di monitoraggio meteo‑idro‑
dal D.Lgs. 49/2010, che recepisce la geologico a terra;
“Direttiva Alluvioni” 2007/60/CE, per • Utilizzo ove possibile di tecniche di
ottenere informazioni utili alla monitoraggio satellitare che
comprensione della vulnerabilità permettono di monitorare situazioni
territoriale, e delle sue variazioni di dissesto estese con una buona
geografiche e temporali. Il contesto frequenza temporale.
internazionale si sta muovendo in questa
direzione investendo sul miglioramento e E’ necessario migliorare le capacità
la valorizzazione di cataloghi di questa predittive delle forzanti meteorologiche
natura. e climatiche, dei diversi fenomeni
Poiché i principali fattori dovuti ai (piene, piene lampo, inondazioni, frane
cambiamenti climatici che possono superficiali e profonde, colate di detrito,
condizionare i fenomeni di dissesto sono erosioni, sprofondamenti, etc.) e delle
rappresentati essenzialmente loro interazioni (effetti domino e
dall’aumento delle temperature e sinergici), e degli effetti ed impatti dei
dall’aumento in frequenza dei fenomeni dissesti sul territorio, l’ambiente e i
di precipitazione breve e intensa, diversi settori economici. Le capacità
avanzamenti significativi nella predittive devono essere migliorate
comprensione delle relazioni causa‑ progressivamente per tutti i fenomeni, e a
effetto con il conseguente dispiegamento tutte le scale geografiche e temporali utili
di sistemi più efficaci di allerta si alla definizione, al contenimento e alla
otterranno attraverso le seguenti misure: mitigazione del rischio. Oggi, le
• Potenziamento – ove necessario – previsioni meteorologiche a fini di
delle reti osservative esistenti, in Protezione Civile sono finalizzate
particolare con il dislocamento di all’individuazione di fenomeni
stazioni di misura alla testata dei meteorologici che possono determinare
bacini di piccole dimensioni; impatti rilevanti sul territorio, sulla
• Verifica della capacità delle stazioni popolazione o sulle infrastrutture. Questo
esistenti di registrare correttamente obiettivo specifico comporta esigenze
eventi di precipitazione di breve peculiari e stringenti. A tal fine le attività
durata e forte intensità, e/o di eventi di monitoraggio sono affiancate da
di precipitazione nevosa alle basse attività di sorveglianza e di vigilanza non
quote; strumentale sul territorio attraverso
• Installazione di sensori per la misura presidi territoriali. E’ necessario
dell’umidità del suolo, della pressione potenziare la vigilanza e il presidio.
nei pori, e dei livelli piezometrici, in In Italia, le azioni di monitoraggio e
particolare in corrispondenza di aree previsione dei fenomeni di dissesto
franose o soggette a franosità diffusa; idrogeologico sono eseguite dal “Sistema
• Integrazione della rete osservativa dei di allertamento nazionale, statale e
radar meteorologici esistenti con le regionale per il rischio idrogeologico e
idraulico”, definito dalla Direttiva P.C.M.
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Prevenzione e per la definizione e la riduzione del rischio
Una strategia di adattamento idonea deve promuoverne la corretta percezione del
comprendere azioni di prevenzione e per rischio della popolazione, ciò è
la definizione e la riduzione del rischio. raggiungibile attraverso strategie di
Considerata la variabilità e la fragilità del educazione della popolazione alla
territorio italiano, e la complessità delle gestione del rischio stesso che
interazioni fra ambiente naturale e prevedano sempre più l’utilizzo di
antropico, la riduzione del rischio si strumenti partecipativi. Il
ottiene solo attraverso la combinazione di coinvolgimento diretto dei cittadini è
azioni strutturali e non‑strutturali. infatti un elemento essenziale per
Strategie basate esclusivamente (o garantire una condivisa pianificazione
prevalentemente) su azioni di delle opere di mitigazione e l’efficacia di
contenimento strutturali, o che al misure non strutturali quali i sistemi di
contrario prevedano unicamente (o allerta.
prevalentemente) azioni di mitigazione E’ necessario far crescere e valorizzare le
non strutturali, non sono auspicabili. Le abilità di utilizzo delle risorse
azioni di adattamento devono quindi istituzionali, sociali, psicologiche ed
considerare attentamente il migliore economiche dei gruppi di persone
bilanciamento possibile fra le azioni interessate dagli eventi al fine di ridurre
strutturali e non strutturali, considerando la suscettibilità agli eventi estremi.
la complessità e la fragilità del territorio La cronica mancanza di fondi per la
italiano. prevenzione non deve costituire un
A tal proposito, è importante favorire e ostacolo ad una migliore conoscenza e
promuovere il coordinamento integrato comunicazione dei fattori effettivi di
tra le politiche territoriali, rischio per la popolazione, che percepisce
paesaggistiche, urbanistiche, ambientali, una diffusa insicurezza in molte aree del
agricole, energetiche, industriali e dei paese. In particolare, è spesso emerso
trasporti, nei diversi livelli di governo come la causa di eventi che hanno
del territorio (Stato, Regioni, Comuni, provocato la perdita di vite umane sia
Enti territoriali; si veda anche il spesso lʹinsufficiente dimensionamento
documento “Prevenzione e mitigazione del delle opere di difesa o di intersezione tra
rischio: le priorità per il governo del Paese”, strade e reticolo idrografico.
presentato alla Conferenza Nazionale sul E’ indispensabile rafforzare il controllo
Rischio Idrogeologico, coordinata da del territorio attraverso interventi a
Legambiente, il 6 febbraio 2013 basso costo, sia di carattere normativo
(Legambiente et al., 2013). sia conoscitivo. Sul piano normativo è
Fra le azioni non strutturali gioca un importante contrastare interventi che
ruolo importante la cosiddetta “Flood possono intensificare gli effetti di
preparedness” che si basa su un’efficiente alluvioni e dissesti, come l’ulteriore
comunicazione del rischio al fine di impermeabilizzazione dei suoli, gli
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le frane hanno avuto (ed hanno) sulle base delle caratteristiche peculiari del
diverse tipologie di elementi vulnerabili, bacino idrografico di riferimento. Detti
per definire curve di vulnerabilità da principi progettuali permettono anche un
frana affidabili. tale esigenza risulta risparmio significativo sui costi di
evidente anche nel caso delle alluvioni manutenzione, che deve comunque
dove manca una raccolta sistematica dei essere programmata e attuata in tempi e
danni diretti conseguenti ad un evento con modalità certe.
alluvionale che sia sufficientemente Una strategia di adattamento efficace non
esaustiva per ricavare o validare curve di può prescindere da un piano di
vulnerabilità diretta. E’ altresì necessario manutenzione del territorio che è, oggi
intensificare gli sforzi per la definizione più che mai, necessario e urgente nel
delle condizioni di rischio da frana, a Paese. La manutenzione del territorio, ed
differenti scale spaziali (da quella in particolare delle opere ingegneristiche
nazionale a quella locale), e per diverse di contenimento e difesa esistenti (ad
tipologie di elementi vulnerabili, inclusa esempio, le migliaia di chilometri di
la popolazione. arginature presenti lungo i fiumi),
E’ necessario migliorare le pratiche per contribuisce direttamente e in modo
l’identificazione delle condizioni di sostanziale alla riduzione del rischio. E’
rischio e per l’individuazione delle zone a necessaria una migliore organizzazione
maggior rischio. Ciò anche per favorire tra tutti gli attori che operano su
l’attribuzione di priorità agli interventi territorio, pubblici e privati, ed è
strutturali più urgenti, che necessario un patto tra Governo centrale
necessariamente si devono confrontare e Governi regionali e locali per
con risorse disponibili limitate, tenendo l’esecuzione delle necessarie azioni di
in considerazione le modifiche del rischio manutenzione, di riassetto idrogeologico,
dovute ai cambiamenti climatici. La e per la messa in sicurezza del territorio.
mancanza di conoscenza dei fenomeni da L’analisi degli effetti al suolo prodotti da
contrastare, legata alle scarse risorse precipitazioni intense (ad esempio in
destinate alle indagini, rallenta Sicilia nord‑occidentale, in Liguria e nelle
l’attuazione degli interventi di difesa del Marche) ha evidenziato come, nelle aree
suolo per i quali, a differenza che per le montane e collinari del Paese, la mancata
altre opere, è fondamentale conoscere in manutenzione ordinaria e la non corretta
modo approfondito il fenomeno da regimazione delle acque intercettate dalle
contrastare per progettare la tipologia di vie di comunicazione minori abbiano
intervento più efficace. E’ importante aumentato l’impatto dei dissesti prodotti
ridurre il ricorso alle grandi opere da precipitazioni intese sulle reti di
strutturali di tipo convenzionale, da trasporto e infrastrutturali. La corretta
utilizzare nei casi dove queste siano regimazione delle acque superficiali e la
indispensabili, preferendo ove possibile semplice manutenzione ordinaria,
l’utilizzo di sistemazioni idraulico‑ permettono di ridurre in modo
forestali e di tecniche di ingegneria sostanziale i danni prodotti dai dissesti, e
naturalistica, concepite e progettate sulla i relativi costi di ripristino.
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Avanzamento delle conoscenze e dello sviluppo tecnologico
Lo sviluppo delle conoscenze, e l’utilizzo delle ricerche sui rischi naturali, e sul
accorto e mirato di nuove tecnologie e di rischio idrogeologico in particolare.
metodologie innovative possono È urgente e improrogabile un
contribuire a ridurre il rischio e le perdite, programma nazionale di mitigazione del
e rappresentano al contempo uno rischio idrogeologico che sviluppi
strumento di sviluppo economico. In strategie di adattamento e azioni per
Italia manca un coordinamento nazionale ridurre le perdite di vite umane ed
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economiche, e per aumentare la Per una strategia di adattamento efficace
resilienza dei territori fragili. Il successo servono previsioni meteo‑climatiche
di un tale programma nazionale è legato migliori a diverse scale temporali, dei
a un altrettanto urgente programma di giorni, stagionali e decadali. Per
ricerca sui rischi geo‑idrologici. prevedere meglio gli effetti al suolo delle
Nonostante l’Italia sia il paese europeo forzanti, serve un migliore downscaling
con il maggior numero di vittime climatico, dinamico, statistico o stocastico
prodotte da eventi idrogeologici (oltre con migliori rappresentazioni fisiche di
7.000 fra morti, feriti e dispersi negli alcuni processi. Occorre investire
ultimi 50 anni), il Paese non è dotato di sull’avanzamento delle conoscenze in
un programma nazionale di ricerca sul campo climatologico e meteorologico,
rischio idrogeologico. Non esiste un anche al fine di prevedere con maggiore
coordinamento delle iniziative di ricerca e anticipo, dettaglio e accuratezza il
sviluppo sui rischi, ed in particolare sul verificarsi di fenomeni intensi e
rischio idrogeologico. Il Programma localizzati.
Nazionale di Ricerca 2014‑20 non da Per la gestione degli invasi artificiali e più
spazio alla ricerca sul rischio in generale per la caratterizzazione del
idrogeologico. E’ necessario un cambio di rischio di piena, occorre eseguire nuova
paradigma che ponga la ricerca e lo ricerca finalizzata allo sviluppo dei
sviluppo tecnologico al centro delle seguenti metodi.
azioni di adattamento e mitigazione del
rischio idrogeologico.
Metodi innovativi per la generazione di scenari di precipitazione
Questi metodi devono comprendere: climatica, e un maggiore uso congiunto
un’adeguata rappresentazione stocastica della modellistica climatica,
dei campi di pioggia ad elevato controllo regionalizzata alla scala di bacino, e
orografico, e la sua relazione con la quella idrologico‑idraulica‑
descrizione deterministica dei nubifragi, geomorfologica al fine di effettuare ex‑
un’adeguata rappresentazione degli ante degli scenari “what‑if” per valutare la
effetti legati alla parzializzazione della risposta dei bacini idrografici e dei
copertura spaziale dell’evento meteorico, versanti a diversi scenari di
a loro volta legati alla trasposizione precipitazione e, parallelamente di uso
spaziale del campo e al fattore di dei suoli, includendo anche gli impatti
riduzione areale del tasso di delle opere di “difesa” e mitigazione del
precipitazione, un’adeguata sensitività rischio.
dei campi di pioggia estremi alla forzante
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Metodi appropriati di generazione di scenari idrologici
Criteri di armonizzazione metodologica a Occorre considerare che i suddetti studi
livello nazionale ed europeo che sono di estrema rilevanza anche nella
1. introducano legami coerenti tra valutazione del possibile utilizzo dei
metodi deterministici e stocastici, bacini artificiali a fini di riduzione del
2. affianchino alla “piena di progetto” il rischio idraulico, tramite
concetto di “piena di controllo della l’implementazione di appropriati “piani
sicurezza”, di laminazione”.
3. stabiliscano le modalità di valutazione Per quanto riguarda la franosità, e la
delle pratiche gestionali in condizioni conseguente valutazione del rischio da
di piena. frana, è necessario investire in attività di
ricerca e per lo sviluppo di sistemi semi‑
Sono anche necessarie:
automatici per l’identificazione e la
• nuove analisi teoriche in grado di
mappatura delle frane d’evento, per la
combinare l’impostazione
produzione di carte inventario multi‑
probabilistica e deterministica,
temporali, per la valutazione delle
• la costruzione di basi di dati
condizioni di attività dei dissesti, e per la
idrometeorologici “ad hoc” per
definizione degli impatti e della
incorporare i dati storici di gestione
vulnerabilità degli elementi a rischio alle
degli impianti di accumulazione
diverse tipologie di frana. Tutto ciò è
idrica nelle tradizionali basi di dati
propedeutico ad una corretta definizione
idrologici,
della pericolosità e della vulnerabilità da
• lo sviluppo di modelli idrologici ad
frana. E’ necessario investire nella
alta risoluzione spazio‑temporale in
definizione delle condizioni di rischio da
grado di incorporare i serbatoi nella
frana, a differenti scale spaziali (da quella
descrizione di dettaglio dei sistemi
nazionale a quella locale), e per diverse
fluviali regolati dalle dighe e altre
tipologie di elementi vulnerabili, inclusa
strutture idrauliche di rilievo.
la popolazione.
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Potenziamento dell’attività di • Censimento delle situazioni di criticità
monitoraggio; della rete fluviale, con particolare
• Miglioramento dei sistemi di riguardo a restringimenti e
allertamento; tombinature;
• Miglioramento del coordinamento • Censimento degli edifici pubblici
delle strategie di pianificazione esposti a rischio idrogeologico;
territoriale; • Identificazione speditiva delle priorità
• Formazione della “Flood preparedness” di intervento.
della popolazione;
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Azioni a lungo termine (oltre il 2020): • Messa in atto di sistemi di mitigazione
• Monitoraggio dei bacini di piccole del rischio idrogeologico mediante
dimensioni; assicurazione.Azioni di tipo
• Potenziamento del presidio infrastrutturale e tecnologico o
territoriale in occasione delle piene; “grigie”
• Miglioramento del coordinamento dei
soggetti coinvolti nel controllo del
territorio;
• Miglioramento del controllo e della Azioni a breve termine (entro il 2020):
manutenzione della rete idrografica; • Eliminazione delle situazioni di
• Sistematizzazione dellʹinformazione criticità della rete (restringimenti,
storica; tombinature);
• Miglioramento delle capacità • Delocalizzazione delle aree a rischio;
predittive forzanti meteo climatiche; • Controllo ed adeguamento degli
invasi artificiali.
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): • Recupero delle aree perifluviali ed in
• Riqualificazione degli alvei fluviali particolare della loro funzione
con progettazione oculata della ecologica;
capacità di deflusso; • Manutenzione dei bacini idrografici
con particolare riguardo a quelli di
piccole dimensioni.
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BIODIVERSITÀ ED ECOSISTEMI
ECOSISTEMI TERRESTRI
Introduzione
Gli ecosistemi terrestri italiani sono espanderanno a scapito degli alberi in
caratterizzati da un elevato livello di ambiente mediterraneo. L’aumento di
biodiversità sia in termini di molteplicità specie in alta quota sarà facilitato dal
di specie che abitano un determinato regresso dei ghiacciai, mentre a media
ambiente sia in termini di quota l’invasione di specie alloctone
diversificazione degli habitat. Tale potrà provocare una sostanziale perdita
ricchezza offre una grande varietà di di vegetazione autoctona a causa della
servizi: da quelli di supporto agli altri competizione, con conseguente
ecosistemi (attraverso i cicli di nutrienti, variazione della distribuzione e
per esempio) o all’uomo (tramite la dell’estensione delle comunità alpine. I
bellezza e la valenza storica del cambiamenti climatici provocano sia in
paesaggio, ma anche tramite via diretta che indiretta alterazioni alla
innumerevoli risorse di consumo) ai capacità delle piante e del suolo di
servizi cosiddetti di regolazione assorbire CO2. Tra gli effetti indiretti, la
(mitigazione della temperatura attraverso perdita di foresta a causa degli incendi
la traspirazione e l’ombreggiamento e boschivi riduce la capacità di
miglioramento della qualità dell’aria assorbimento della CO2 e gli stessi
attraverso il sequestro dell’anidride incendi rappresentano un’ulteriore
carbonica da parte delle specie vegetali). sorgente di CO2. Anche gli impatti sulla
I cambiamenti climatici influenzano in fenologia e sulla dinamica di specie
modo rilevante i processi ecosistemici e la animali terrestri sono preoccupanti.
biodiversità in ambiente terrestre. Tra gli L’alterazione delle condizioni climatiche
impatti più consistenti si registrano già sposta l’ubicazione di areali idonei alla
oggi in Italia l’anticipazione delle diverse vita di rettili e anfibi in modo così
fasi fenologiche nelle piante e degli arrivi marcato e rapido da rendere
di uccelli migratori in primavera, con il impraticabile un loro adattamento. Se la
rischio di una rapidissima perdita di biodiversità a fine secolo è
desincronizzazione degli eventi stimata in almeno il 10% di specie animali
riproduttivi tra i diversi livelli trofici. Sia in Europa, tale tasso raddoppia in
specie vegetali che animali migrano verso ambiente mediterraneo. Fauna e flora
quote maggiori in ambiente alpino, diventano anche più vulnerabili alle
mentre gli arbusti si espandono e si patologie per (i) diminuzione delle
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proprie difese, (ii) incremento della nazionale che favorisca e potenzi la loro
sopravvivenza dei vettori biologici di capacità di adattamento al mutamento
trasmissione, (iii) diversificazione e delle condizioni climatiche al fine di
proliferazione degli agenti patogeni. Tra assicurare la fornitura delle diverse
gli ambienti maggiormente a rischio per funzioni, beni e servizi ecosistemici
gli effetti dei cambiamenti climatici vi fondamentali anche per l’uomo. Per
sono senza dubbio le aree di alta quota in ognuna delle sei linee di intervento di
ambito alpino e gli ambienti seguito individuate si delinea un insieme
mediterranei. di specifiche misure di adattamento volte
Nel quadro generale di perdita di a facilitare la gestione integrata del
biodiversità terrestre si rende urgente patrimonio naturale terrestre in risposta
l’adozione di una politica di alle implicazioni dei cambiamenti
monitoraggio, gestione e salvaguardia climatici.
degli ecosistemi terrestri a livello
Proposte di azioni di adattamento settoriale
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Ricerca e conoscenza
• Rafforzare la creazione di una rete di salvaguardia di specie ad elevato
aree permanenti di monitoraggio pregio naturalistico e habitat terrestri
(sulla scorta delle esperienze condotte specialmente vulnerabili ai
nellʹambito della rete LTER‑Italia e cambiamenti climatici o relitti, con
supportando le infrastrutture di siti speciale riguardo alle aree alpine e
già esistenti) lungo un gradiente appenniniche;
altitudinale e latitudinale, per • Promuovere studi sugli effetti causati
ampliare le conoscenze relative da inquinamento atmosferico sulla
allʹimpatto dei cambiamenti climatici vegetazione e sulle funzioni degli
nella composizione faunistica, ecosistemi boschivi (sink di
floristica e paesaggistica delle aree assorbimento del carbonio, difesa
naturali in quota, stabilendo protocolli naturale contro eventi calamitosi,
di monitoraggio che permettano la immagazzinamento naturale di
comparazione dei risultati tra aree acqua), specialmente per quel che
geografiche e naturalistiche differenti; riguarda gli inquinanti atmosferici
il sistema delle aree protette e in secondari e in particolare PM10, O3
particolare la rete Natura 2000 troposferico e deposizioni azotate;
possono giocare un ruolo molto • Promuovere l’identificazione e la
importante in questo senso, nonché la successiva protezione di popolazioni e
Rete degli Osservatori Regionali per la sub‑popolazioni di specie sensibili al
Biodiversità; clima ad alti tassi di scambio genetico
• Usare come criterio di scelta delle per assicurare un’adeguata
priorità operative a livello nazionale, differenziazione genica nel territorio e
la possibile perdita di specie e/o controbilanciare il crescente rischio di
habitat a rischio, prioritari, ad alto formazione di popolazioni relitte.
valore conservazionistico o
emblematici;
• Incoraggiare iniziative di scambio
esperienziale, manuali di buone
pratiche ambientali, studi e dati di
monitoraggio rilevanti e
raccomandazioni a livello
intersettoriale e internazionale, anche
con l’utilizzo di strumenti di
condivisione sul web come il portale
NaturaItalia e il Network Nazionale
7
della Biodiversità;
• Coordinare a livello intersettoriale e
internazionale le misure di
adattamento volte ad assicurare la
7
NaturaItalia: http://www.naturaitalia.it
44
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Promozione della conservazione della biodiversità terrestre e incremento della sua
resilienza in risposta ai cambiamenti climatici attraverso misure in situ ed ex situ
Azioni a breve termine (entro il 2020): Rete Italiana di Banche del
• Assicurare il mantenimento e Germoplasma per la conservazione
potenziare l’ampliamento delle “ex situ” della Flora Spontanea
banche genetiche e di germoplasma, Italiana (RIBES) nonché di semi di
9
Alpi ‑ Pianura Padana.;
10
E‑connect: http://www.econnectproject.eu/
11
ALPARC: http://it.alparc.org
12 13
LIFE‑TIB: http://www.lifetib.it/ GLORIA: http://www.gloria.ac.at/
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ECOSTISTEMI MARINI
Introduzione
Il Mediterraneo per le sue caratteristiche fenomeno indicano che, anche riducendo
di “oceano in miniatura” è uno dei bacini le emissioni di CO2, il processo di
maggiormente sensibili alle acidificazione proseguirà esponendo
problematiche connesse ai cambiamenti quindi il biota a condizioni in alcuni casi
climatici. Il Mediterraneo è una fortemente negative. Ma sono di ancor
importante risorsa per numerosi Stati, è maggiore preoccupazione gli effetti
quindi auspicabile intraprendere strategie sinergici dell’acidificazione, dell’aumento
internazionali basate su un approccio della temperatura, della riduzione del
transfrontaliero per l’adattamento di contenuto di ossigeno delle acque e
questo mare ai cambiamenti climatici. dell’alterazione dei processi di
produzione primaria e secondaria. Gli
In primo luogo, fenomeni connessi al effetti sinergici risulteranno
riscaldamento del Mediterraneo, in particolarmente evidenti nel Mar
termini di impatto sulla biodiversità, Mediterraneo per le sue caratteristiche di
sono già visibili e documentati sistema semi‑chiuso con limitata
dall’elevato numero di specie aliene profondità media (al confronto con altri
tropicali che si sono stabilite nel bacino. sistemi oceanici). Gli impatti di tali
Inoltre, l’instaurarsi di centinaia di specie cambiamenti saranno visibili per lungo
aliene ad affinità tropicale e la riduzione tempo a causa delle caratteristiche degli
delle specie ad affinità fredda provocano ecosistemi marini rispetto a quelli
cambiamenti nella struttura degli terrestri ed avranno inoltre, una ricaduta
ecosistemi marini e quindi sul loro stesso in termini ecologici ed in termini
funzionamento. Nel quadro generale economici / produttivi (pesca,
degli effetti dei cambiamenti climatici acquacoltura, turismo) sullʹ ecosistema
sugli ecosistemi marini appare di terrestre. L’adozione di misure di
particolare importanza il processo di adattamento finalizzate a limitare gli
progressiva diminuzione dei valori di pH impatti sinergici delle varie componenti
del mare (altrimenti noto come dei cambiamenti climatici sugli
“acidificazione marina”). Il fenomeno è ecosistemi più vulnerabili e, in
ormai ben documentato ed un crescente particolare, sulle specie di particolare
numero di studi condotti negli ultimi rilevanza ecosistemica come gli ecosystem
anni ne sta rilevando l’impatto potenziale engineers, è quindi oggi un’esigenza
atteso nei prossimi decenni. Simulazioni quanto mai prioritaria.
sull’andamento futuro di questo
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Proposte di azioni di adattamento settoriale
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Al fine di un adeguato adattamento delle marini si dovrà guardare alle seguenti
strategie anche gestionali degli ecosistemi indicazioni di ricerca e azione.
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Approfondire la comprensione delle risposta al cambiamento delle
conseguenze sulla produzione caratteristiche termoaline (ovvero
primaria e sulle reti trofiche, di temperatura e salinità delle masse
determinate variazioni delle d’acqua), delle condizioni di pH e di
successioni stagionali dei livelli basali circolazione delle masse d’acqua, che
delle reti trofiche (nelle componenti di incidono potenzialmente sulle rese
quantità, diversità e produttività) in dello sfruttamento delle risorse
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Sostenere i programmi di essere condotti in stretto collegamento
monitoraggio e gli osservatori a con gli strumenti e le indicazioni
lungo termine su scala di bacino, previste dalla Direttiva Quadro sulla
affinché le azioni di adattamento Strategia Marina; 14
ECOSISTEMI DI ACQUE INTERNE E DI TRANSIZIONE
Introduzione
Gli ecosistemi di acque interne e di idriche e, se correttamente gestiti,
transizione sono particolarmente esposti contribuiscono anche alla prevenzione
agli effetti dei cambiamenti climatici in dei dissesti e al controllo dei rischi
quanto, essendo componenti idrogeologici.
particolarmente reattivi del ciclo
idrologico, sono soggetti alle sue Tra gli ecosistemi di acque interne e di
perturbazioni. Nel contempo, sono transizione a maggiore vulnerabilità si
sottoposti a marcate pressioni dovute alla annoverano gli ambienti acquatici
crescente domanda idrica che, a sua volta, marginali e gli ecosistemi dipendenti
è correlata ai cambiamenti climatici. dalle acque sotterranee (GDE), i laghi
Infine, le deposizioni umide intense d’alta quota, nonché i corsi d’acqua
possono provocare eventi idrologici appenninici e delle isole maggiori sui
estremi che spesso sono causa del quali già insistono pressioni significative
dissesto idrogeologico e della perdita di di sfruttamento del territorio e della
habitat e di specie che sono alla base del risorsa idrica. Per i grandi laghi profondi
funzionamento degli ecosistemi acquatici. sono critiche le condizioni derivanti dal
Il settore degli ecosistemi di acque interne bilancio termico e dal conseguente
e di transizione è trasversale e riguarda aumento della temperatura delle acque
aspetti molteplici della strategia che causa stratificazione persistente delle
nazionale per l’adattamento ai masse idriche. Nell’arco alpino, nel lungo
cambiamenti climatici. termine, la diminuzione degli apporti
La biodiversità e le componenti naturali nivali e glaciali e l’aumento dei prelievi
degli ecosistemi acquatici sono in genere idrici potranno causare anche oscillazioni
sottovalutate e non vengono considerate, del livello idrico con gravi impatti sulle
se non marginalmente, nella zone litoranee di basso fondale.
pianificazione di bacino e nella gestione Condizioni di particolare vulnerabilità
dei rischi e della sicurezza idraulici. sono previste per i laghi poco profondi
A fronte di queste carenze, dalla dell’Italia centrale, come il Lago
letteratura internazionale15 emerge Trasimeno. Nei laghi artificiali dell’Italia
chiaramente che biodiversità e processi meridionale e delle isole, le minori
ecologici sono alla base di numerosi precipitazioni e l’aumento della
servizi ecosistemici che garantiscono, ad temperatura potranno indurre una
esempio, qualità e quantità delle risorse maggiore domanda di acqua con pesanti
conseguenze sulle variazioni del livello
Millennium Ecosystem Assessment idrico, favorendo l’affermazione di specie
15
(http://www.maweb.org), The Economics of Ecosystem and
Biodiversity (http://www.teebweb.org), Partnership for invasive e fioriture algali. La vulnerabilità
European Environmental Research (http://www.peer.eu)
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
In questo quadro, diventano prioritarie fondati su modelli bioclimatici,
alcune azioni di carattere generale e modelli bioeconomici per l’analisi di
metodologico. scenari gestionali, modelli per le
Azioni a breve termine (entro il 2020): valutazioni di impatto e di incidenza
• far crescere la consapevolezza che la che stimolino e orientino il confronto
conoscenza scientifica è un verso soluzioni scientificamente
presupposto fondamentale di fondate e possibilmente condivise; si
supporto alle decisioni e che per far veda ad esempio l’esperienza dei
fronte ai cambiamenti climatici sono contratti di fiume ; 17
necessari programmi di ricerca • far acquisire il concetto che gli
ecologica di lungo termine (si veda ad ecosistemi delle acque interne sono
esempio LTER‑Italia) ; 16
interconnessi e disposti a cascata, per
• promuovere l’adozione di sistemi cui le azioni che si svolgono a monte
scientifici di supporto alle decisioni hanno effetti che si possono propagare
16 17
LTER‑Italia: www.lter.it Contratti di fiume: www.contrattidifiume.it
55
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
a valle; da qui conseguono due • promuovere il concetto di gestione
indicazioni che riguardano: adattativa (Pahl‑Wostl, 2007), basata
• integrare le pianificazioni dei bacini sull’esito degli interventi e sul
idrografici con quelle della zona progresso delle conoscenze;
costiera; • avviare programmi di early warning
• integrare i piani di settore al fine di e di monitoraggio delle azioni, con
raggiungere: l’uso sostenibile delle l’ausilio anche delle nuove tecnologie;
risorse idriche; la riduzione del • consolidare il monitoraggio di lungo
consumo dei suoli naturali e agricoli; termine per la comprensione dei cicli
il recupero e la valorizzazione naturali e delle alterazioni indotte
ambientale delle aree marginali nel dalle attività antropiche e dai
sistema agricolo; la conservazione ed cambiamenti climatici;
il ripristino dell’integrità ecologica • avviare una partecipazione
delle aree riparie che funzionano consapevole dei portatori d’interesse,
come tampone tra ecosistemi acquatici dei cittadini e dei decisori a scelte
e terrestri; strategiche per la tutela dell’ambiente,
quali condizioni per uno sviluppo
economico duraturo e per una buona
qualità della vita (si veda ad esempio
il progetto AWARE). 18
18
AWARE: www.aware.eu‑net
56
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Azioni di adattamento per gli ecosistemi fluviali
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020): della Rete Natura 2000 che con le
Si tratta prevalentemente di strumenti azioni previste, ad esempio, dalla
normativi già disponibili. Questo tipo di nuova Politica Agricola Comunitaria
azioni necessita di un adeguato (PAC);
coordinamento tra i diversi livelli del • avvio delle azioni di greening
governo del territorio e potrebbe avere nell’ambito della PAC 2014‑2020 con
nel distretto idrografico l’unità l’obiettivo di potenziare e sfruttare i
amministrativa di riferimento. servizi ecosistemici di regolazione (ad
Le azioni prioritarie sono: es. rimozione degli inquinanti).
• regolamentazione delle concessioni e Questa linea di interventi deve essere
degli usi dell’acqua in un’ottica di integrata con le azioni del settore
gestione ecosistemica della risorsa ecosistemi terrestri.
idrica da adottare nell’ambito del Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
piano di bilancio idrico di distretto • Si tratta di strumenti normativi che
idrografico; sono oggi in discussione e che
• revisione e rimodulazione del estendono l’applicazione della
deflusso minimo vitale in relazione direttiva 2000/60/CE alla valutazione
agli scenari climatici attesi; del deflusso ecologico, ovvero al
• tutela delle aree di pregio deflusso che è in grado di garantire il
paesaggistico e di interesse buono stato ecologico dei corsi
conservazionistico, da attuare sia d’acqua.
attraverso gli strumenti di gestione
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): nella costruzione di opere che possono
Questa attività deve essere condotta in ricostituire la continuità fluviale (es.
modo coordinato con altri settori scale di rimonta della fauna ittica, aree
strategici (ad esempio: sicurezza laterali di esondazione). Azioni di tale
idraulica, dissesto idrogeologico, portata richiedono un’attenta valutazione
approvvigionamento idrico, agricoltura costi‑benefici e dei rischi connessi con le
ed energia) e, in particolare, con i settori risposte ecologiche ai cambiamenti
degli ecosistemi terrestri e climatici, ad esempio quelli derivanti
dell’agricoltura. L’azione principale dalla meridionalizzazione del clima, che
consiste nella mitigazione e/o nella potrebbe favorire le specie invasive a
rimozione degli ostacoli che danno di quelle autoctone.
interrompono la connettività laterale e Le azioni dovranno essere valutate e
longitudinale (traverse, dighe, argini) e progettate in stretta collaborazione con
57
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Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
gli altri settori strategici, ribadendo però una più attenta valutazione della
che ecosistemi e biodiversità non possono progettazione di nuove infrastrutture
essere ancora una volta considerati di (ad es. bacinizzazione fluviale)
rango inferiore e ad un livello (UNECE, 2009);
subordinato. Le tecniche di intervento • l’aumento dello spazio destinato
sono proprie dell’ingegneria naturalistica all’espansione delle piene;
e della restoration ecology. • la riattivazione di forme fluviali
Tra le azioni che trovano già oggi relitte e di processi laterali con il
applicazione a livello internazionale si recupero di aree marginali e la
propongono: ricostruzione di microhabitat umidi e
• la rimozione delle opere di difesa e delle fasce di vegetazione.
delle infrastrutture non strategiche e
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): tra gli obiettivi anche la gestione
Questo tipo di adattamento è green ambientale attiva del territorio,
oriented ed ha come obiettivo la sfruttando al meglio gli strumenti che
valorizzazione dei servizi ecosistemici e sono già da ora previsti nella nuova
come riferimento i principi generali della Politica Agricola Comunitaria. In questo
restoration ecology. Anche se azioni di ambito, i sistemi modello su cui operare
questo tipo sono già in atto, i tempi per la sono i canali e le zone marginali ad essi
loro realizzazione su scala vasta vanno collegati.
proiettati oltre il 2020. Negli anni a Si possono già da ora indicare alcune
venire, oltre ad una nuova sensibilità su azioni orientate agli scopi seguenti:
queste tematiche, si dovranno formare • Recupero funzionale del reticolo
anche nuove professionalità, con una idrografico secondario;
chiara visione sistemica e con capacità di • Miglioramento in loco della qualità
gestire, ripristinare e riqualificare gli delle acque, con il potenziamento ed
ecosistemi acquatici e le zone marginali eventualmente la costruzione di
circostanti. In prospettiva, la capacità di ecosistemi‑filtro naturali;
resilienza degli ecosistemi di acque • Adozione di piani di gestione delle
interne dovrà essere sostenuta con azioni aree naturali flessibili e modulati
mirate sulle componenti diffuse del sulla base delle variazioni climatiche
sistema ambientale locale. In particolare, attese;
la protezione dei fiumi e dei laghi dovrà • Recupero funzionale e al ripristino
essere attuata a partire dal fitto sistema naturalistico e ambientale delle aree
dei canali agricoli e di bonifica che di cava (Rossi et al., 2010) che
penetrano nel territorio antropizzato in costellano le aree di pertinenza
modo capillare. In questa prospettiva, fluviale;
occorre favorire lo sviluppo di • Costruzione di reti ecologiche che
un’agricoltura multifunzionale che abbia abbiano come asse portante i corsi
58
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Azioni di adattamento per gli ecosistemi lacustri
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): • La maggior parte dei laghi è soggetta
• Monitoraggio con frequenza a regolazione e/o prelievi idrici con
adeguata delle condizioni fisiche del una serie di impatti a cascata, da
sistema nei laghi profondi per monte verso valle. Particolarmente
verificare l’eventuale presenza di complessa è la situazione nell’arco
stratificazione persistente delle masse alpino, per cui si rende necessaria una
d’acqua che possono portare ad un modalità di gestione coordinata tra i
rimescolamento meno frequente o gestori degli invasi montani, dei
addirittura alla stagnazione completa consorzi di regolazione dei laghi e
delle acque profonde; dei consorzi di bonifica con la regia
• Adottare una pianificazione delle autorità di bacino/distretto
caratterizzata da azioni preventive competenti;
nel bacino imbrifero del lago per • Gestione adattativa della pesca in
ridurre i carichi dei nutrienti, con relazione ai possibili impatti sulle reti
l’obiettivo di controllare lo stato trofiche e sui possibili effetti
trofico delle acque e di limitare il retroattivi a cascata.
rischio di deossigenazione delle acque
di fondo.
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): Laghi profondi. La regolazione dei livelli
Nella maggior parte dei laghi, di tutte le idrici, che è funzionale ad aumentare la
tipologie, sono presenti il prelievo e capacità d’invaso, deve essere autorizzata
l’utilizzo delle acque; questo tema è e programmata sulla base delle
intersettoriale (interessa ad esempio i condizioni fisiche, chimiche e biologiche
settori risorse idriche, spazio alpino, dell’ecosistema lacustre e dello stato
agricoltura, turismo) ed ha effetti trofico delle acque.
ecosistemici rilevanti. Laghi profondi di origine vulcanica.
L’adattamento ai cambiamenti climatici Analogamente a quanto previsto per i
dovrà avere come fondamento la laghi alpini profondi, i prelievi idrici
gestione sostenibile ed adattativa dovranno essere monitorati e controllati
dell’uso delle acque; a tale riguardo si allo scopo di evitare le destrutturazione
dovranno adottare azioni distinte per le della fascia litoranea e l’eutrofizzazione
diverse tipologie di laghi. delle acque.
59
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Laghi piatti a rischio di prosciugamento.
Il prelievo idrico dovrà essere valutato in Laghi artificiali. Sono costruiti con lo
relazione alla sostenibilità ecologica della scopo di gestire la risorsa idrica. La
riduzione dei livelli idrici. L’eventuale gestione dovrà essere finalizzata a
adduzione di acque esogene per garantire la sicurezza igienico‑sanitaria, a
compensare le perdite o come stoccaggio rendere minima la propagazione delle
temporaneo dovrà essere fatta riducendo specie esotiche e a ridurre il rischio di
i rischi di eutrofizzazione, igienico‑ fioriture algali tossiche in accordo con le
sanitari (incluso lo sviluppo di linee guida della gestione integrata dei
cianobatteri tossici) e di diffusione delle bacini lacustri19.
specie esotiche.
International Lake Environment Committee Foundation:
19
http://www.ilec.or.jp/en/activity
60
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
Nella maggior parte dei laghi, le azioni di compatibile con il regime naturale o
tipo strutturale dovranno essere integrate ottimale per la loro tutela;
da azioni di tipo ecologico. • Valutazione e controllo della
• Regolazione dei livelli idrici e frequenza e durata delle variazioni
gestione dello sviluppo di zone dei livelli idrici, che possono favorire
litorali vegetate nei laghi naturali; la le specie aliene invasive a danno di
regolazione dei livelli ha effetti sulle quelle autoctone.
biocenosi, ragion per cui deve essere
Azioni di adattamento per gli ecosistemi acquatici lentici di piccole
dimensioni e marginali
Gli ecosistemi acquatici di piccole possano alterarne completamente la ricca
dimensioni e marginali si trovano sia in e peculiare struttura biotica. È necessaria
prossimità dei corpi idrici principali inoltre una normativa ad hoc, per il
(fiumi e laghi), sia isolati nell’ambiente momento surrogata dalle Direttive
terrestre. Una parte delle misure di Habitat e Uccelli. Possono essere
adattamento rientrano pertanto nei punti individuate due principali tipologie di
precedenti. azioni di tipo soft e verdi, mentre sono da
Più in generale, le misure di mitigazione escludere gli interventi strutturali di tipo
e di adattamento di questi fragili invasivo. Si tratta di azioni sia di tipo
ecosistemi sono spesso di difficile normativo che di interventi green oriented
attuazione a causa delle piccole già presenti nelle pianificazioni di settore,
dimensioni e della distribuzione ad esempio nei piani di sviluppo rurale e
frammentaria sul territorio. In particolare, in Rete Natura 2000.
sono da evitare interventi drastici che
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Politiche regionali di tutela già lʹaspetto storico‑culturale, necessario a
previste dalla Rete Natura 2000; prevenire bonifiche e/o
• Politiche di educazione ambientale e riqualificazioni ispirate solamente da
informazione volte a riconsiderare pregiudizi e scarse conoscenze.
lʹuso di stagni e paludi anche sotto
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Gestione del territorio tesa a ridurre
al minimo fisiologico la perdita di
habitat e specie (no net loss policy).
61
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Interventi di manutenzione e discariche abusive, rimuovendo le
ripristino finalizzati a rallentare i essenze vegetali invasive e le specie
processi di interramento degli alloctone.
specchi d’acqua causati dalle attività
antropiche, impedendone l’uso come
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Ripristino e ricostruzione di • Particolare attenzione va riservata alla
numerosi siti al fine di ristabilire ricreazione di una rete di stagni
sistemi con dimensioni idonee per la temporanei mediterranei, che con i
conservazione di specie minacciate cambiamenti climatici sono tra gli
e/o a rischio di estinzione. In ecosistemi più vulnerabili e soggetti a
particolare sono da privilegiare drammatici tassi di estinzione.
ecosistemi interconnessi (direttamente
o via stepping stone) a formare ad
esempio una rete ecologica di stagni20
e permettere la sopravvivenza delle
metapopolazioni.
Si veda il progetto dell’European Pond Conservation
20
Network: http://campus.hesge.ch/epcn/
62
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020): siano spesso paleoendemiti, unici
• Azioni di tipo normativo che sopravvissuti di una fauna ormai
dovrebbero stabilire criteri per estinta. I GDE sono menzionati nella
individuare qualsiasi tendenza Direttiva 2000/60/CE (Allegato II,
significativa e duratura dell’aumento sezione 2), “Acque sotterranee”, punto
delle concentrazioni di inquinanti e 2.2) e nella Direttiva 2006/118/CE,
per identificare l’eventuale nelle quali tuttavia gli aspetti
inversione di tendenza, tenendo “ecosistema” e “biodiversità” sono
conto dei possibili effetti negativi trattati solo in modo molto marginale.
sugli ecosistemi acquatici associati o È noto, tuttavia, che le specie
sugli ecosistemi terrestri che sotterranee rivestono un ruolo
dipendono dai GDE. Attualmente, gli essenziale come “ecosystem engineers”
aspetti ecologici dei GDE sono solo nel riciclo dei nutrienti e
marginalmente considerati nella nell’ossigenazione dei sedimenti
normativa internazionale. Solo il attraverso la loro attività di
proteo è presente negli allegati II e IV “scavatori”. Un’attuazione rigorosa di
della Direttiva Habitat (92/43/CEE), quanto previsto dalle suddette
mentre tutte le altre specie normative concorrerebbe, seppur in
sotterranee, prevalentemente parte, alla conservazione dei servizi
invertebrati, non sono considerate ecosistemici forniti da queste specie.
meritevoli di protezione, sebbene
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): stato ecologico dei GDE dipendono dalla
• Controllo dello sfruttamento degli connessione idrologica tra il corpo idrico
acquiferi. superficiale e la falda ad esso sottesa;
Acquiferi alluvionali. La persistenza e lo ogni piano di sfruttamento va integrato
63
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Miglioramento e ripristino della ecotonale per eccellenza tra acque
connessione verticale tra fiume e sotterranee e superficiali;
falda, trasversale tra fiume e piana • Conservazione con fasce di rispetto e
golenale e tra fiume e zone umide ripristino di olle e fontanili nella
laterali, e longitudinale, dalla sorgente pianura padano‑veneta. Si tratta di
alla foce, per garantire il GDE localizzati in aree ad elevata
mantenimento della diversità di urbanizzazione e con agricoltura
habitat che si accompagna ad una intensiva, dove i cambiamenti
ricca diversità di specie stigobie, climatici associati ai forti
legate cioè esclusivamente alle acque emungimenti causano un
sotterranee; abbassamento del livello piezometrico
• Conservazione di pool regionali della falda alluvionale che li alimenta,
rappresentativi di habitat sorgivi e di mettendo a rischio le complesse cenosi
estavelle che alimentano i laghi carsici, sorgive e gli habitat relitti che
che sono tra le acque interne più dipendono dai GDE, quali le torbiere
ricche di biodiversità e di endemiti di alcaline e i pochi frammenti di boschi
numerosi gruppi tassonomici; planiziali residui.
costituiscono inoltre il sistema
Azioni di adattamento per gli ambienti di transizione
Gli ambienti di transizione sono situati in agire direttamente sui bacini costieri
una zona nevralgica, esposta agli effetti favorendo l’aumento della produzione
dei cambiamenti climatici che si primaria e dei processi di
propagano sia dalle zone continentali decomposizione delle biomasse prodotte
(foci fluviali e lagune deltizie) che dal che, in condizioni di ridotto
mare (aumento del livello delle acque). In idrodinamismo e ad alte temperature,
aggiunta, gli effetti climatici possono causano ipossia e anossia. Nel contempo,
64
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Le zone di transizione sono già incluse raggiungimento del buono stato
nella Direttiva Quadro sulle Acque ecologico.
(60/2000/CE) che prevede il
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Riduzione e controllo dell’apporto di • Gestione ecosostenibile delle
contaminanti e nutrienti dalle diverse principali attività economiche (pesca,
fonti di generazione (agricoltura, acquacoltura e turismo).
industria, centri urbani etc.);
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): della biodiversità richiede una
Per far fronte al rischio idraulico, gli valutazione dell’incidenza delle
ambienti di transizione sono sottoposti a opere di ingegneria idraulica e
misure di restrizione degli scambi con il l’adozione di opere complementari
mare che potrebbero avere una serie di di ingegneria naturalistica adattative
effetti sull’integrità dell’ecosistema e delle e flessibili, sia a mare sia lungo i corsi
sue componenti biotiche. d’acqua afferenti.
• La conservazione dell’ecosistema e
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020): antropici e l’aumento della resilienza
L’aumento del livello del mare, le degli ecosistemi di transizione richiede
variazioni degli apporti di origine interventi di lungo temine, basati su un
continentale e le azioni intraprese per approccio di tipo adattativo, che possono
fronteggiare il rischio idraulico possono essere articolati in cinque azioni
avere impatti significativi sulla qualità principali:
ecologica e sulla conservazione della • Recupero della qualità ambientale di
biodiversità. La riduzione degli impatti aree danneggiate o minacciate
65
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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FORESTE
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro 2020):
• Protezione del suolo e riduzione del agricoli di manutenzione ai fini della
dissesto idrogeologico attraverso, ad lotta agli incendi boschivi che includa
esempio, l’estensione della normativa anche l’obbligo di manutenzione dei
vigente (art. 3 L. 21/11/2000, n. 393) di boschi per finalità legate alla sicurezza
obbligo dei proprietari degli incolti idrogeologica.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Incentivazione della filiera corta: favorire la capacità di adattamento
utilizzo di legname proveniente da quali la forestazione e la gestione
boschi e aziende locali, e trasformato e forestale attiva e multifunzionale, al
commercializzato nella regione, fine di una maggiore disponibilità di
favorendo l’economia locale ed legname da opera per l’industria del
aumentando la creazione di valore legno e edilizia e di biomasse di scarto
locale, creando posti di lavoro e che potrebbero attivare meccanismi di
riducendo le distanze dei trasporti, innovazione tecnologica ed di
con conseguente riduzione dei costi investimento nel campo di nuovi
del carburante e delle emissioni di materiali (chimica verde) e delle
CO2. bioenergie.
• Sviluppo di filiere economiche del
settore, tramite attività volte a
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Tutela dagli incendi boschivi. La severi o ricorrenti permette di
gestione del combustibile costituisce migliorare la prevenzione e lotta
un elemento chiave nelle strategie di attiva agli incendi.
adattamento agli incendi boschivi: • Protezione del suolo e riduzione del
gestione e riduzione del combustibile dissesto idrogeologico attraverso il
vegetale mediante diradamenti e recupero di terreni degradati e terreni
ripuliture, rimozione della soggetti ad erosione, bonifiche di
vegetazione secca, controllo delle terreni industriali, tramite attività di
infestanti e degli arbusti più riforestazione. Ai fini della riduzione
infiammabili anche tramite l’impiego del dissesto idrogeologico, oltre a
del fuoco prescritto ed utilizzo delle realizzare rimboschimenti su terreni
biomasse di risulta per produzione di degradati, è altrettanto importante
energia e/o chimica verde, creazione prevedere una corretta gestione degli
di discontinuità e difesa attiva dagli stessi rimboschimenti, che eviti il
incendi. Il mantenimento e/o sovraccarico dei versanti attraverso la
l’incremento della biodiversità rimozione del legno morto o
dell’ecosistema può garantire un deperiente e dei grossi tronchi
aumento della resilienza degli instabili e facilmente movibili durante
ecosistemi su larga scala, favorendone gli eventi meteorologici estremi che
l’adattamento agli incendi boschivi. ostruiscono spesso le sezioni degli
La pianificazione territoriale e alvei comportando esondazioni.
l’identificazione di aree forestali • Innovazione e ricerca nella selezione
maggiormente suscettibili a incendi di specie forestali più adatte ai
69
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22
Selvicoltura a turno breve, ad elevata densità, di specie
arboree caratterizzate da rapidità di crescita che vengono
ceduate per la produzione di biomassa da destinare
prevalentemente alla trasformazione energetica.
23
Selvicoltura a turno medio ‑ breve, ad elevata densità, di
specie arboree caratterizzate da rapidità di crescita che
vengono ceduate per la produzione di biomassa da destinare
prevalentemente alla trasformazione energetica.
70
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Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Mantenimento e rafforzamento del disturbi frequenti dovuti al taglio
ruolo di mitigazione dei sink nei cedui e incrementare gli stock
forestali ai fini del raggiungimento di carbonio nella biomassa e nei
degli obiettivi nazionali stabiliti dal suoli con conseguente aumento
Protocollo di Kyoto, attraverso azioni della capacità di ritenzione idrica e
ed interventi selvicolturali volti della fertilità dei suoli forestali e
all’aumento dell’incremento legnoso e riduzione della vulnerabilità dei
dello stock di carbonio nella biomassa boschi soprattutto nei periodi
e nei suoli forestali con conseguente siccitosi;
aumento della capacità di 2. mantenimento e miglioramento
assorbimento di carbonio ai fini della dei popolamenti a ceduo
riduzione della concentrazione di gas razionalizzando l’utilizzo della
ad effetto serra in atmosfera. biomassa a fini energetici senza
• Gestione forestale sostenibile e intaccare le funzionalità di
rafforzamento della rete di aree assorbimento di carbonio;
sottoposte a regime di tutela al fine di 3. incentivare gli interventi di
aumentare la capacità di adattamento diradamento e le cure colturali,
dei boschi ai cambiamenti climatici e l’asportazione della vegetazione
migliorarne la stabilità nei confronti di instabile, deperiente o secca al fine
eventi atmosferici estremi e di ridurre il sovraccarico e
dell’attacco di parassiti, favorendo in l’instabilità dei versanti, e
linea generale la loro funzione di conseguente impiego delle
sequestro di carbonio e di difesa biomasse di risulta per produzione
idrogeologica. La gestione attiva e di energia e/o chimica verde;
multifunzionale della foresta, indicata 4. incentivare la rinaturalizzazione
dal PQSF ed attuata in Italia dei rimboschimenti di conifere, in
attraverso le politiche forestali di particolare di quelle specie
sviluppo rurale regionali, può maggiormente vulnerabili al
rappresentare uno strumento idoneo rischio di incendio, favorendo i
per valorizzare la capacità di processi di successione naturale da
rispondere in tempi medio lunghi alle popolamenti artificiali spesso
problematiche dei cambiamenti monospecifici verso popolamenti
climatici, favorendo azioni di misti di formazioni forestali
adattamento per il settore forestale autoctone al fine di incrementare
quali: la diversità strutturale e specifica
1. conversione dei cedui in fustaie per fini di difesa fitosanitaria e per
(dove previsto dai Piani di aumentare la resilienza del bosco e
gestione e di indirizzo, favorire i naturali processi di
valutandone localmente la adattamento;
convenienza) al fine di migliorare 5. favorire boschi naturali e
l’efficienza ecologica, ridurre i seminaturali preferendo le specie
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Il settore agroforestale nel Protocollo di Kyoto e nelle politiche europee
Il Protocollo di Kyoto, sottoscritto nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005, prevede per il primo periodo di impegno
(2008‑2012) un obbligo per l’Italia di ridurre le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto alle emissioni registrate nel
1990. Per quanto riguarda le attività di uso del suolo (settore LULUCF ‑ land use, land use change and forestry)
l’Italia ha l’obbligo di conteggiare le emissioni e gli assorbimenti derivanti dalle attività di afforestazione,
riforestazione, deforestazione (ARD) e di gestione forestale (FM). Le foreste italiane sono in grado di assorbire
annualmente dall’atmosfera circa 35Mt CO2/anno (IT NIR, 2013), al netto dei prelievi legnosi e delle perdite
dovute a incendi e altri fattori biotici e abiotici, di cui 16,2Mt CO2/anno possono essere utilizzati per compensare le
emissioni ai fini del protocollo di Kyoto (Libro bianco, 2011), corrispondenti al 21,2% dellʹimpegno di riduzione
delle emissioni per l’Italia. Nel secondo periodo di impegno (2013‑2020), oltre all’obbligo di conteggio delle
attività ARD e FM, l’Italia potrà scegliere, entro aprile 2015, se conteggiare anche le emissioni e gli assorbimenti
derivanti dalle attività di gestione dei terreni agricoli (CM) e dei pascoli (GM).
A livello europeo, con il pacchetto Clima‑Energia (Obiettivo 20‑20‑20), l’UE si è impegnata a ridurre le emissioni
di gas ad effetto serra del 20% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Nel pacchetto non è contemplato il
potenziale di assorbimento del settore LULUCF; tuttavia le foreste italiane rivestono comunque un ruolo
importante grazie alla capacità di produzione di biomassa per fini energetici. Il potenziale di assorbimento delle
attività del settore LULUCF è invece attualmente incluso all’interno della DEC. UE 529/2013 che prevede
l’obbligatorietà di reporting delle emissioni ed assorbimenti derivanti dalle attività di ARD, FM, CM e GM del
nostro Paese nel periodo 2013‑2020.
La piena inclusione del settore negli obblighi europei di riduzione delle emissioni è al momento in discussione
nell’ambito della proposta della Commissione Europea sul quadro delle politiche sul clima ed energie per il 2030.
72
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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AGRICOLTURA, PESCA E ACQUACOLTURA
AGRICOLTURA E PRODUZIONE ALIMENTARE
Introduzione
L’agricoltura italiana, come quella di tutti SWOT24), risultino particolarmente
i Paesi dell’area mediterranea, è una delle vulnerabili ai processi di cambiamenti
più esposte e vulnerabili agli effetti dei climatici.
cambiamenti climatici in termini sia di La produzione agricola, per sua natura, è
quantità che di qualità. L’agrosistema portata da sempre ad adattarsi alle
italiano sarà, nel futuro, soggetto sempre mutevoli condizioni meteorologiche;
più a diminuzioni della produttività delle tuttavia la portata e l’incertezza dei
principali colture, allo spostamento di cambiamenti climatici in atto e attesi,
determinati areali di coltivazione verso nonché la velocità del cambiamento
nord ed a quote più elevate, ed alla rispetto all’attuale condizione operativa,
diminuzione delle risorse idriche e della rendono necessario un aumento della
qualità del suolo. Il settore agricolo, e capacità di adattamento. Gli agricoltori e
conseguentemente quello agro‑ le associazioni di categoria devono essere
alimentare, andranno incontro ad un informati sugli elementi di cambiamento
generale calo delle capacità produttive al dello scenario climatico nel quale hanno
quale sarà strettamente legato anche una storicamente costruito la loro esperienza
possibile diminuzione delle professionale di pianificazione nell’uso
caratteristiche qualitative del prodotto, delle risorse. Il monitoraggio
con ricadute negative nelle produzioni dell’instabilità di alcuni fenomeni
tipiche di qualità. Particolare attenzione meteorologici e la consapevolezza che
deve essere data al fatto che un punto di questa va evolvendo verso un nuovo
forza dell’agricoltura italiana, quale la assetto climatico deve orientare la
presenza di diverse DOP pianificazione locale delle loro attività
(Denominazione di Origine Protetta), IGP annuali e dei loro investimenti. Senza una
(Indicazione Geografica Protetta) ed IGT crescita della consapevolezza delle
(Indicazione Geografica Tipica), rischia di caratteristiche verso le quali sta
essere messo in difficoltà dal evolvendo l’instabilità meteorologica che
cambiamento di temperature e prelude ai cambiamenti climatici, si
precipitazioni. Molto importante risulta
quindi indirizzare le misure in modo più 24
Lʹanalisi SWOT è uno strumento di pianificazione strategica
specifico su settori che, da valutazioni a usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza
(Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce
scala regionale e locale (ad es. con analisi (Threats) di un progetto o in unʹimpresa o in ogni altra
situazione in cui unʹorganizzazione o un individuo deve
prendere una decisione per raggiungere un obiettivo.
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Azioni di tipo non strutturale o “soft
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Sistematizzare e diffondere le programmazione (i.e. PAC 2014‑2020)
conoscenze ed i dati esistenti sui e la Strategia di adattamento
cambiamenti climatici in agricoltura; nazionale, sfruttando in particolare le
• Identificare gli areali più vulnerabili possibili sinergie con le politiche di
(atlante delle aree agro climatiche con sviluppo rurale;
diversi scenari di cambiamenti • Assicurare l’integrazione verticale (nei
climatici); diversi livelli di governance) e
• Sviluppare sistemi di supporto alle orizzontale con altre politiche,
decisioni (sistemi early warning per evitando sovrapposizioni tra di esse.
rischi di fitopatie e attacchi patogeni, • Rafforzare la capacità di adattamento
di alluvioni e altri eventi estremi; attraverso la sensibilizzazione e la
sistemi di supporto alle decisioni nel comunicazione di informazioni
medio periodo mensili e stagionali); disponibili sui cambiamenti climatici;
• Assicurare attraverso un’attenta • Creare sistemi di scambio delle
pianificazione e programmazione informazioni sull’esistenza di buone
l’integrazione tra l’attuale periodo di pratiche.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Esaminare la capacità del sistema di nuove tecnologie che facilitino
consulenza aziendale di rafforzare la lʹadattamento;
formazione, le conoscenze e • Sostenere in modo mirato la ricerca
lʹadozione di pratiche agronomiche e per definire soluzioni alternative in
termini di varietà colturali, pratiche
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Potenziare le reti di monitoraggio con programmazione 2014‑2020) per
particolare riguardo alla parte agro‑ monitorare l’impatto dei cambiamenti
meteorologica; climatici, compresi le ripercussioni in
• Formulare indicatori (in linea ed in termini di vulnerabilità e i progressi
sinergia con quelli esistenti o realizzati in materia di adattamento;
identificati dall’attuale
Azioni di adattamento per i sistemi agricoli e le aziende
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Miglioramento della gestione aziendale
La gestione ottimale dei sistemi aziendali essere orientati a sviluppare capacità di
è fondamentale per mantenere l’esistenza gestire in modo non traumatico
e la competitività dell’attività agricola. Gli cambiamenti a diversi livelli, ad esempio
investimenti dovrebbero in particolare con le seguenti azioni.
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Promuovere ed attuare una più rappresentanti delle filiere produttive
oculata analisi costi/benefici; già esistenti e/o da implementare;
• Rafforzare la capacità progettuale • Diversificazione delle attività
(anche a scala di distretto) attraverso produttive attraverso l’inserimento di
la promozione di forme di nuove colture e/o sistemi colturali che
cooperazione tra almeno due soggetti, contribuiscano a stabilizzare i redditi
piattaforme di confronto e dialogo tra aziendali.
beneficiari finali, decisori, ricercatori e
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Aumento della resilienza dei sistemi
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Uso progressivamente ridotto dei • Integrazione di azioni di
pesticidi e dei fertilizzanti, attraverso miglioramento della gestione di
la maggiore diffusione dei metodi di acqua e suolo con azioni di difesa
lotta integrata contro gli organismi della biodiversità e del paesaggio per
nocivi, la gestione delle concimazioni, un aumento complessivo della
il monitoraggio delle condizioni sostenibilità della produzione
fitosanitarie, la rotazione delle colture; agricola.
Miglioramento della gestione aziendale
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Mantenimento dei paesaggi poli‑
colturali a scala di bacino o distretto.
Azioni di adattamento per le produzioni vegetali
L’introduzione di pratiche per A tal proposito sono disponibili diverse
migliorare la gestione efficiente tecniche finalizzate a conservare lʹacqua
dell’acqua e del suolo al fine di evitare nel suolo o a gestire in modo più
ripercussioni sulle produzioni delle efficiente la risorsa idrica, tenendo conto
colture agricole (limitazione del delle condizioni pedoclimatiche locali e
dilavamento delle acque attraverso dei diversi sistemi colturali, come ad
inerbimenti, tappeti erbosi, etc.) è esempio quelle elencate di seguito.
un’azione identificata come prioritaria.
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Irrigazione pianificata sulla base degli dell’acqua nei comprensori irrigui che
effettivi fabbisogni irrigui stimati da fanno capo a infrastrutture di
appositi servizi di assistenza tecnica; approvvigionamento idrico.
• Investimenti sul capitale umano per il
miglioramento della gestione
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Rotazioni colturali (riduzione di input ambientali specifiche dei siti e
azotati, controllo della lisciviazione di riduzione di cultivar che necessitano
nitrati, etc.); di enorme richiesta idrica (mais).
• Sostituzione delle colture o varietà in
relazione alle caratteristiche
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Modifiche di uso del suolo; • Diversificazione colturale nelle
aziende agricole.
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Innovazione con investimenti • Recupero, ristrutturazione e
infrastrutturali a livello aziendale manutenzione delle sistemazioni
(ad es. strutture e impianti di idraulico‑agrarie in particolare negli
protezione da gelo e grandine, sistemi ambienti collinari, attraverso la
irrigui ad alta efficienza); progettazione partecipata a scala di
• Scelta di sistemi d’irrigazione che micro bacino (terrazzamenti,
massimizzino l’efficienza d’uso ciglionamenti, impianti di filari a
dell’acqua pur garantendo la girapoggio, ecc…).
prevenzione di rischi di salinizzazione
dei suoli in zone aride;
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Scelta più consapevole delle tecniche (ovvero l’insieme di geni che vengono
di lavorazione del suolo (livellamento trasmessi alla prole tramite
laser dei campi, lavorazione minima, riproduzione con gameti o cellule
pacciamatura, etc.) e dell’impiego di riproduttive) a larga base genetica e di
tecniche colturali alternative (inter‑ varietà locali (landraces) adattate ad
coltivazione, multi‑coltivazione, etc.) una ampia gamma di ambienti di
in funzione delle specifiche condizioni coltivazione;
ambientali e delle nuove tecnologie • Innovazione nel campo della
disponibili; meccanizzazione, anche attraverso
• Sviluppo del miglioramento genetico l’introduzione di forme di sharing che
e selezione delle colture in relazione facilitino l’impiego di tecnologie
alle caratteristiche ambientali moderne a costi contenuti, adeguate
specifiche dei siti, con particolare alle specifiche caratteristiche dei
riferimento al recupero e sistemi produttivi locali.
valorizzazione di germoplasma
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Azioni di adattamento per il settore zootecnico
Gli animali di interesse zootecnico benessere, lo stato di salute e la
saranno esposti ad effetti sia indiretti (ad produttività degli animali allevati. Se
es. crescita e qualità dei foraggi, per quanto riguarda gli effetti indiretti le
disponibilità idrica, sopravvivenza di misure di adattamento si potranno rifare
agenti patogeni e/o dei loro vettori) che in gran parte a quelle indicate per le
diretti (ad es. un maggior rischio di stress produzioni vegetali, le misure di
da caldo durante il periodo estivo) e ciò adattamento per contrastare gli effetti
rinforza il convincimento che si renderà diretti dovranno essere orientate, ad
necessario attuare processi di esempio alle seguenti azioni suddivise
adattamento che serviranno a per tipologie.
contrastare gli effetti negativi sul
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Adozione di atteggiamenti pro‑attivi piani e programmi di prevenzione,
(ad es. warning systems, definizioni di etc.).
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Adozione di pratiche innovative nei anche attraverso la revisione di piani
sistemi di allevamento per alimentari.
minimizzare l’impatto ambientale
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Diversificazione delle attività foraggi e contestuale allevamento di
produttive tramite la creazione di bestiame);
filiere per favorire un uso più • Mantenimento di pratiche tradizionali
efficiente delle risorse naturali con (ad es. pascoli arborati).
produzione di proteine anche in aree
marginali (ad es. produzione di
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Realizzazione di interventi strutturali temperature elevate nelle stalle,
finalizzati al miglioramento delle orientamento e coibentazione dei
condizioni animali (riduzione delle ricoveri, ventilazione, etc.).
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PESCA MARITTIMA
Introduzione
In Italia la pesca contribuisce per un per effetto delle maggiori temperature,
quinto circa, in valore, alla richiesta maggiore stratificazione delle masse
interna di prodotti ed è quella più d’acqua e riduzione nei flussi dei
rilevante in ambito mediterraneo. Oltre nutrienti, riduzione del livello di
ad avere un discreto ruolo produttivo ed ossigenazione e di pH delle acque,
occupazionale in alcune Regioni (Sicilia, accresciuta competizione con il
Puglia, Veneto e Marche), la pesca macroplancton gelatinoso), per cui sarà di
marittima è importante per le positive fondamentale importanza ridurre il tasso
interazioni con il turismo, per il controllo di sfruttamento delle risorse onde
di ampi tratti di mare antistanti le nostre aumentare la resilienza delle popolazioni
coste, per ragioni storiche e culturali e ittiche nelle nuove condizioni ambientali.
per preservare un ceto professionale con Inoltre, appaiono probabili sensibili
competenze nautiche. mutamenti nella composizione del
A livello mondiale solo da tempi pescato.
relativamente recenti gli impatti dei
cambiamenti climatici sulle risorse In base a norme in vigore o prospettate
pescabili sono divenuti oggetto di studio, (inter alia: Direttiva 2008/56/CE, Regg. n.
quindi le conoscenze in materia sono 1198/2006 e n. 1967/2006, COM 2011/425
tuttora modeste e prevalentemente def.) o ad accordi internazionali assunti
limitate ad aspetti di carattere più dalla UE (sia direttamente, sia
generale. Essendo gli stock ittici di succedendo agli Stati Membri nella
interesse commerciale generalmente gestione delle loro risorse di pesca; cfr.
sovrasfruttati, in molti casi risulta difficile art. 61 nella Convenzione delle Nazioni
distinguere l’effetto dell’eccessiva pesca Unite sul diritto del mare (UNCLOS,
dagli impatti legati a fattori climatici. 1982), l’Accordo delle Nazioni Unite per
In Italia l’analisi dei possibili impatti di la gestione e la conservazione degli stock
futuri cambiamenti climatici può essere ittici transnazionali ed altamente
condotta in termini prevalentemente migratori (UNFSA, 1995), l’ art. 31 nel
descrittivi. Nonostante le limitazioni Piano di implementazione di
imposte da questo tipo di approccio, si Johannesburg del summit mondiale sullo
può ipotizzare che nei prossimi decenni si sviluppo sostenibile del 2002; Froese e
assisterà ad un generale calo della Proelß, 2010), la stessa UE si è impegnata
produttività degli stock ittici, le cui cause a ridurre lo sforzo di pesca e a garantire
sono molteplici e complesse (incremento che a partire dal 2015 le popolazioni
del metabolismo basale degli organismi oggetto di pesca nelle acque marine di
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
sua pertinenza siano sfruttate ad un delle popolazioni a livelli d’abbondanza
livello non eccedente il Massimo tali da fornire catture quantitativamente
Rendimento Sostenibile (Maximum più consistenti e più stabili nel tempo.
Sustainable Yield ‑ MSY), ossia il In proposito è pure da tenere presente
massimo livello di catture che una che la mortalità da pesca a carico delle
determinata popolazione può fornire varie classi di età delle popolazioni
indefinitamente. Allo stato attuale delle animali sfruttate può anche essere
cose questo limite temporale appare, “rimodulata”, in modo da proteggere gli
tuttavia, non più realistico, mentre individui di piccole dimensioni (ad
potrebbe essere raggiunto nel 2020 esempio, ingrandendo le maglie delle
qualora fosse pienamente applicata la reti) o quelli in fase riproduttiva. Questi
Direttiva 2008/56/CE, nota come accorgimenti sulla selettività degli
“Strategia Marina”. attrezzi di cattura possono limitare
Il conseguimento del MSY (o nella l’entità dei “tagli” all’attività di pesca
pratica, stante la natura multi ‑ specifica (quindi pure della flotta) ed essere efficaci
della catture di gran parte della pesca nello stabilizzare le risorse ittiche su
italiana, di determinati target per uno o buoni livelli di abbondanza (OECD, 2008;
più “indicatori biologici” relativi alle Colloca et al., 2013).
popolazioni ittiche, ad esempio idonei
livelli di mortalità o di abbondanza di Analisi condotte da Cheung et al. (2008,
individui di buona taglia, quali risultanti 2010 e 2012) su basi modellistiche
da campagne scientifiche di pesca; Cotter suggeriscono, tuttavia, che
et al., 2009) implicherebbe una netta approssimandosi alla metà del secolo
riduzione e rimodulazione dell’attuale l’accentuarsi dei cambiamenti climatici
mortalità da pesca, andando a modificare potrebbe determinare una riduzione della
l’exploitation pattern, ossia la mortalità da produttività di molte popolazioni oggetto
pesca indotta nelle singole classi di età di di pesca. Cosicché appare plausibile
una popolazione marina. Attualmente la ipotizzare che lungo le coste italiane il
mortalità di pesca è tale che le MSY degli stock ittici potrebbe ridursi,
popolazioni non forniscono catture al in media, del 15‑30% rispetto ai livelli
massimo livello possibile, in quanto attualmente stimati o presunti e ciò
molta parte della cattura è troppo potrebbe controbilanciare l’effetto
giovane e spesso vi sono pochi positivo della più attenta gestione delle
riproduttori. L’obiettivo del risorse e quindi catture e rese di pesca
conseguimento del MSY ‑ peraltro saranno, presumibilmente, inferiori (o
ritenuto da alcuni studiosi non localmente simili) a quelle attuali.
sufficientemente prudente ‑ Ovviamente questo trend generale non
comporterebbe una consistente riduzione esclude che alcune specie ittiche possano
nello sforzo di pesca, con contenimento o trarre vantaggio dalle nuove condizioni
sospensione delle catture in un primo ambientali (ad es. ciò presumibilmente
periodo (in taluni casi della durata di più varrà per “alacce” e “lampughe”, ed in
anni), che sarebbe seguito dalla crescita generale per le specie termofile), e quindi
81
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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le loro popolazioni potrebbero divenire aggregazione delle risorse, e quindi la
più abbondanti nei nostri mari, loro cattura sarà complessivamente più
eventualmente fornendo anche maggiori onerosa.
catture commerciali. Alla luce di tutto ciò vengono di seguito
presentate alcune possibili azioni di
I mutamenti descritti tenderanno ad adattamento per il settore mirate alla
impattare negativamente la redditività gestione efficiente e alla salvaguardia
delle imprese di pesca perché le specie delle risorse ittiche. In generale si tratta di
apprezzate dal mercato sono interventi con ostacoli di natura
relativamente poche e la minore pescosità prevalentemente politica e sociale e
di almeno parte delle nostre acque quindi i tempi di attuazione non sono
ridurrà anche le aree ed i periodi di forte facilmente prevedibili.
Proposte di azioni di adattamento settoriali
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Integrazione da parte degli operatori delle imbarcazioni alla navigazione
dell’attività con il “pescaturismo” o per i pescasportivi, rinunciando
“ittiturismo” (attività che si pertanto ad alcune facilitazioni
differenziano in quanto nel secondo normative esistenti per le unità da
caso i pescatori possono ospitare i pesca (ad es. gasolio a prezzo ridotto
turisti anche in locali a terra per i ed esenzione dalle spese di
pernottamenti); ormeggio).
• Conversione da parte degli operatori
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• A tale riguardo è quindi auspicabile turismo, idonee misure di sostegno
che in futuro si adottino anche per normativo e/o economico.
queste attività, a cavallo tra pesca e
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Nella gestione dell’attività della flotta apposito mercato, onde consentire ai
da pesca adozione di sistemi di pescatori di operare più in base alla
“quote” del pescato annuo attribuite richiesta di mercato piuttosto che
su base individuale, di gruppo o alle secondo un’esasperata competizione
singole imbarcazioni (“catch share” o per le risorse pescabili (che produce
simili, in accordo con quanto previsto inevitabilmente anche un alto impatto
nella COM 421/2011 def.), le quali ambientale) e nel contempo favorire le
potrebbero eventualmente essere imprese più efficienti.
scambiate tra gli operatori su un
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Interdizione, in via permanente o presenza di queste zone chiuse alla
per lunghi periodi, di alcune forme pesca potrà consentire il ristabilirsi di
di pesca in ampi tratti di mare (ad uno stock di riproduttori (o favorire la
es. tramite Aree Marine Protette, No sopravvivenza e l’accrescimento dei
Take Area, Zone di Tutela Biologica, giovanili, a seconda delle aree che
etc.) estendendo nel tempo e nello saranno selezionate) con effetti
spazio un approccio che finora nel positivi sull’insieme delle
Mediterraneo ha interessato solo aree popolazioni, conferendo loro una
di modeste dimensioni (ad es. il maggiore resilienza rispetto ai
Golfo di Castellammare lungo la cambiamenti climatici.
costa settentrionale della Sicilia). La
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Maggiore attenzione alla fase di ittiche dall’estero (ciò sia per
commercializzazione e prevedibili tendenze sui mercati
trasformazione onde ottenere il interni di molti Paesi in via di
massimo ricavo dalle catture sviluppo, sia per impegni assunti in
ottenute. Pertanto potrebbe essere tal senso dalla UE) ed il fatto che
utile privilegiare la vendita di presumibilmente il consumo di pesce
prodotto fresco alla ristorazione e tenderà a caratterizzarsi più come “di
spingere il consumo domestico verso lusso”;
prodotti trasformati ad alto valore • Sul fronte del contenimento dei costi
aggiunto. Inoltre, si dovrà cercare di si può soprattutto prevedere un più
commercializzare a prezzi più intenso uso di alcune tecnologie già
interessanti alcuni “pesci poveri” ma esistenti a diversi livelli di sviluppo
di buona qualità (ad es. “sugarelli”) (pannelli solari, vele ausiliarie in
che, pur disponibili in quantitativi materiali speciali, misuratori del
consistenti, sono attualmente poco flusso di carburante) onde ridurre i
richiesti. In quest’opera di consumi energetici delle
valorizzazione del prodotto imbarcazioni.
potrebbero giocare un ruolo positivo
l’esigenza di ridurre le importazioni
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Più ampia adozione delle misure adeguamento nel corso del tempo.
adattative a breve termine e loro
83
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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ACQUACOLTURA
Introduzione
L’Italia è il terzo paese produttore in climatici è necessario migliorare la
acquacoltura in ambito comunitario, capacità di prevedere gli impatti
dopo la Francia e la Spagna, e secondo in potenziali e residui dei sui diversi
ambito mediterraneo dopo l’Egitto, con segmenti produttivi, assicurando al
circa 1000 insediamenti produttivi contempo che le azioni di adattamento
assicura il 50%, in termini di volume, non interagiscano in modo negativo sugli
della produzione ittica nazionale (2010). ecosistemi dove l’acquacoltura insiste.
Alcuni ecosistemi, in particolare le coste, L’approccio ecosistemico applicato
le lagune e i delta dei fiumi sono ritenuti all’acquacoltura (FAO, 2010; De Young et
più vulnerabili agli effetti dei al., 2012), che integra questa attività
cambiamenti climatici associati nelle dimensioni della sostenibilità, è la
all’aumento delle temperature strategia raccomandata per costruire la
superficiali, all’innalzamento del livello resilienza dell’acquacoltura al
del mare, all’acidificazione delle acque, cambiamenti climatici. La Commissione
all’aumento della frequenza e Generale della Pesca del Mediterraneo
dell’intensità di eventi meteorologici della FAO (FAO‑GFCM) ha individuato i
estremi, e all’alterazione del regime delle cambiamenti climatici come una tra le
piogge e stress idrico. Le aree più questioni più importanti da affrontare per
vulnerabili in Italia sono nel Nord Est e lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura
lungo la costa adriatica. In queste zone (GFCM, 2013). Tra le priorità d’intervento
l’acquacoltura italiana è molto sviluppata raccomandate, l’individuazione delle aree
ed è quindi prevedibile che alcuni settori mediterranee più vulnerabili ai
produttivi possano essere vulnerabili e cambiamenti climatici in base alla quale
soggetti a impatti. La molluschicoltura operare una specifica selezione dei siti,
appare il segmento produttivo sottoposto dei metodi di allevamento e delle specie
a un maggior numero di pressioni appropriate. Le conoscenze al momento
(acidificazione acque, patologie disponibili consentono di avere
emergenti e virulenza dei patogeni, proiezioni dei cambiamenti climatici solo
specie aliene associate, biotossine algali), su ampia scala spaziale, mentre la futura
unitamente all’acquacoltura estensiva. pianificazione territoriale degli spazi
costieri e delle attività che vi insistono
Al fine di accrescere la resilienza dovrà basarsi su informazioni e modelli
dell’acquacoltura ai cambiamenti che operano a scale di maggiore dettaglio.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Pianificazione e sviluppo
In riferimento alle politiche di dell’acquacoltura risultano rilevanti le
pianificazione e sviluppo seguenti azioni.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Integrazione delle azioni di diversificazione delle specie allevate
adattamento ai cambiamenti (EC, 2013e). Questi punti
climatici nelle politiche ambientali. rappresentano elementi importanti
Le normative, le convenzioni per operare una appropriata selezione
internazionali e le raccomandazioni dei siti di allevamento e delle specie
nei settori della tutela delle acque più adatte in relazione ai cambiamenti
(Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE; climatici. La recente risoluzione della
Direttiva Strategia Marina Commissione Generale della Pesca nel
2008/56/CE), della gestione integrata Mediterraneo della FAO (FAO, 2012)
delle fascia costiera sulle “Allocated Zones for Aquaculture”
(Raccomandazione 2002/413/CE) e rappresenta uno strumento di
della pianificazione dello spazio governance a livello mediterraneo,
marittimo (Proposta di Direttiva, dove mettere a punto strategie per
COM 133 (2013)finale), e per la l’allocazione dei siti d’acquacoltura,
protezione della natura e la anche in considerazione dei rischi
conservazione della biodiversità connessi alle variazioni climatiche e
(Direttiva Habitat 92/43/CEE; Natura per ricercare opzioni alternative ai
2000 e Regolamento CE 708/2007), sistemi che insistono nelle aree più
rappresentano il quadro di vulnerabili alle variazioni di clima. A
riferimento per lo sviluppo di livello nazionale misure di
un’efficace politica di adattamento per adattamento potranno essere co‑
l’acquacoltura in risposta ai fenomeni finanziate con il Fondo Europeo per la
connessi ai cambiamenti climatici. Pesca e l’acquacoltura (FEAMP). Il
• Integrazione delle azioni Fondo prevede per il periodo 2014‑
l’adattamento nelle politiche di 2020 l’adozione di approcci innovativi
sviluppo dell’acquacoltura a livello per aumentare la resilienza dell’
europeo, mediterraneo e nazionale. acquacoltura ai cambiamenti climatici,
La Commissione europea nelle linee sostenendo il coinvolgimento del
guida strategiche per favorire lo settore privato per raccogliere
sviluppo dellʹacquacoltura in Europa informazioni e criticità, sviluppare
promuove un approccio di tecnologie adattative, sistemi di
pianificazione territoriale per l’accesso assicurazione e azioni di adattamento
agli spazi e alle risorse idriche, e la specifiche.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni miste di tipo non strutturale o “soft” e di tipo infrastrutturale e
tecnologico o “grigie”
Conoscenza
Al fine di ampliare le conoscenze in relazione ai cambiamenti climatici, si
scientifiche sul settore dell’acquacoltura propongono le seguenti azioni.
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Studio degli effetti dei cambiamenti sperimentali, sviluppo di modelli
climatici sulle specie oggetto previsionali e indicatori specifici;
d’allevamento (biologia, ecologia, • Scelta e selezione di specie/strain
genetica e salute), attraverso test tolleranti alle condizioni indotte dai
cambiamenti climatici.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Sviluppo di metodi (analisi di • Piano di rischio nazionale per
rischio) per l’analisi della l’acquacoltura. Integrazione della
vulnerabilità dei diversi sistemi mappa di rischio degli impianti di
produttivi presenti sul territorio acquacoltura con i modelli di impatto
nazionale su cui basare le priorità climatico, al fine di individuare le aree
delle azioni di adattamento, in base al e le tipologie di allevamento più
grado di vulnerabilità e gli impatti vulnerabili, definire le priorità
attesi in funzione dei diversi sistemi di territoriali e linee di intervento
produzione, delle specie allevate e specifiche per i diversi settori
della rilevanza economica; produttivi dell’acquacoltura.
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Gestione e conservazione degli ambienti naturali
I sistemi di acquacoltura hanno strette acquacoltura ai cambiamenti climatici e
relazioni con gli ecosistemi di acque del mantenimento dei servizi
interne, di transizione e marini, in quanto ecosistemici che l’acquacoltura assicura
ne utilizzano risorse e habitat. Le possibili (Marino & Livi, 2011). L’identificazione
alterazioni degli ambienti naturali legate delle azioni prioritarie deve tenere conto
alle variazioni climatiche possono di alcuni criteri strategici quali, inter alia:
pertanto influenzare le attività produttive l’urgenza rispetto a rischi già effettivi, la
dell’acquacoltura. Le azioni di disponibilità di azioni preparatorie già
adattamento rivolte alla gestione e alla avviate, le azioni di adattamento che
conservazione di questi ambienti coprono rischi multipli, il rapporto costi‑
assumono una grande rilevanza al fine benefici e l’efficacia nel tempo, la
di aumentare la resilienza dei sistemi di flessibilità e l’interesse politico e sociale.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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ZONE COSTIERE
Introduzione
La zona costiera, ed i servizi ecosistemici subsidenza ed all’espansione termica
ad essa associati, si configura come il delle masse oceaniche come conseguenza
punto di incontro e di forte dei cambiamenti climatici già in atto, sia
interconnessione non solo della “terra con all’uso sconsiderato del territorio costiero
il mare”, ma anche di dinamiche naturali operato dall’uomo negli ultimi lustri.
ed antropiche, su cui i cambiamenti L’effetto antropico può così produrre
climatici agiscono in maniera sinergica e sull’erosione costiera effetti similari, se
simultaneamente attraverso influenze non addirittura superiori, ai movimenti
esterne sia “marine” che “terrestri”. Fra del mare. Per comprendere la rilevanza
gli effetti che il riscaldamento globale in del problema sul territorio nazionale è
corso avrà sulla società umana, il previsto utile ricordare che degli oltre 7.500 km di
sollevamento del livello marino ricopre litorale italiano, il 47% è rappresentato da
un ruolo di fondamentale importanza coste alte e/o rocciose e il 53% da spiagge;
potendo modificare l’attuale assetto delle di queste ultime il 42% circa è
coste, dei suoi habitat e, in definitiva, delle attualmente in erosione.
attività e delle infrastrutture che Le misure di adattamento individuate per
contribuiscono al benessere e alla tale settore sono state pertanto
sussistenza sociale. Gli ecosistemi costieri raggruppate in azioni generali per il
del Mediterraneo presentano già oggi mantenimento dei servizi degli
un’elevata vulnerabilità ai cambiamenti ecosistemi, azioni di adattamento ai
climatici, con fenomeni di rapida erosione cambiamenti climatici nella zona costiera
dei litorali. Tale fenomeno è sia connesso ed in azioni di adattamento nelle zone
alla risalita del livello del mare, dovuta urbane costiere.
allo scioglimento delle coltri glaciali, alla
Proposte di azioni di adattamento settoriali
Le variazioni climatiche, alterando i richiedono l’attuazione di politiche
sistemi naturali, determinano una indirizzate alla protezione e alla gestione
differente dislocazione e disponibilità delle risorse naturali soggette a variazioni
delle risorse naturali. Le variazioni indotte dalle dinamiche climatiche
ecologiche indotte da tali cambiamenti (investimenti nel campo della protezione
sui servizi ecosistemici hanno un impatto delle risorse, regolamentazione dell’uso
che richiede un’azione di adattamento sia del territorio, incentivi fiscali etc.).
economico che sociale. Tali azioni Affinché queste strategie siano effettive è
88
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Sviluppare una strategia per connessi ai cambiamenti climatici non
affrontare i rischi (hedging strategy) possono essere eliminati (e di
che possa fornire una sorta di conseguenza neanche le necessità di
assicurazione contro alterazioni adattamento), ma è possibile investire
economicamente dannose nella sui servizi ecosistemici per ridurre le
fornitura dei servizi ecosistemici. I conseguenze negative a prescindere
servizi ecosistemici sono dal loro effettivo instaurarsi.
economicamente importanti, e una Particolarmente importante è evitare
risposta razionale di fronte al rischio che le variazioni nei servizi
di rilevanti variazioni nella fornitura ecosistemici indotte dai cambiamenti
di servizi ecosistemici è l’attuazione di climatici assumano carattere
strategie che permettano d’irreversibilità (perdita completa e/o
“l’assicurazione” contro costose definitiva del servizio). Quando un
riduzioni nella fornitura di tali servizi. danno ambientale (e le sue
Con il termine “assicurazione” si conseguenze economiche) è molto
intende la messa in atto di incerto, ma potenzialmente
investimenti tesi a prevenire la perdita irreversibile, allora il “rallentamento”
di servizi ecosistemici ed i loro nella progressione del danno sino
rilevanti riflessi sui sistemi antropici all’auspicabile risoluzione delle
(socio‑economici). Così come si stipula incertezze, assume valore economico.
una “assicurazione” per mitigare le Nel caso, ad esempio, di fornitura del
conseguenze di un evento negativo servizio alimentare, “l’assicurazione”
(più o meno probabile, ma contro la perdita di risorse ittiche
sicuramente rischioso), si può (economicamente rilevanti) dovrebbe
investire in strategie che riducano o considerare diverse forme di
minimizzino il danno connesso alla diversificazione quali:
perdita del servizio ecosistemico, 1. Protezione delle specie la cui
prima ancora che tale capacità di adattamento ai
perdita/riduzione di servizio sia cambiamenti climatici è incerta;
effettiva. In altre parole, i rischi 2. Protezione della catena alimentare
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Riconoscere il valore economico richiede investimenti di tipo
associato alle misure di protezione precauzionale nel campo della
dell’ambiente. Tale azione è protezione e del risanamento
particolarmente urgente e necessaria ambientale;
se si considera che la nostra • L’azione di adattamento deve
conoscenza e capacità di analizzare e necessariamente contemplare attività
gestire i sistemi naturali è fortemente di protezione laddove il sistema
limitata. Anche senza la naturale costiero assolve
complicazione dovuta ai cambiamenti principalmente servizi di tipo
climatici in corso, questa limitata estetico, culturale o ricreativo.
capacità di conoscere e gestire
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• L’attuazione di misure coerenti con le scientificamente valido e al tempo
azioni di tipo infrastrutturale richiede stesso deve essere tale da permettere
la messa in opera o lo sviluppo una valutazione di tipo economico del
(laddove già esistenti) di efficienti e servizio. Nel suo complesso le
sostenibili attività di monitoraggio conoscenze acquisibili dal
per la valutazione dei servizi di monitoraggio dei servizi devono
supporto ecosistemico della zona costituire la base conoscitiva per
costiera (il ciclo dei nutrienti e la l’attuazione di azioni di adattamento
produzione primaria) e delle loro coerenti con le azioni basate su un
variazioni spaziali e temporali. Il approccio ecosistemico e quelle di tipo
disegno del programma di non strutturale.
monitoraggio ovviamente deve essere
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Aumentare gli investimenti nella effetto dovuti a variazioni nei processi
ricerca ecologica per comprendere che regolano la fornitura dei servizi
meglio i meccanismi biofisici che ecosistemici. Tale aumentata esigenza
soggiacciono alla fornitura dei servizi conoscitiva richiede capacità di
ecosistemici. Lo sviluppo di tale prognosi e di monitoraggio dei sistemi
azione richiede da parte delle scienze naturali assai più ampie di quelle
naturali la dimostrazione empirica di attuali.
cambiamenti nelle relazioni causa‑
90
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Azioni di adattamento nelle zone urbane costiere
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
L’adattamento delle aree urbane costiere vulnerabilità specifica, iniziando dalla
ai cambiamenti climatici deve basarsi su ricognizione degli elementi che la
tutti gli elementi che definiscono la caratterizzano.
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Intraprendere azioni preliminari di dovute a mareggiate e ad
analisi per definire le specifiche innalzamento permanente del
misure di adattamento nelle zone livello del mare, erosione costiera,
costiere in risposta ai cambiamenti variazioni della qualità
climatici, come segue: dell’acqua, intrusione del cuneo
1. Analisi della pericolosità e della salino) al fine di individuare le
vulnerabilità connesse ai aree dove focalizzare le misure di
cambiamenti climatici e agli adattamento attraverso la
eventi estremi; redazione di piani di gestione del
2. Individuazione dei recettori più rischio;
sensibili ai potenziali effetti dei 4. Analisi multi‑rischio che
cambiamenti climatici (ad es. consideri diversi impatti e diversi
spiagge, aree umide, aree urbane, recettori al fine di definire una
delta); serie di azioni (portfolio) per
3. Definizione di mappe di rischio ridurre il rischio e per rispondere
per i principali impatti legati ai agli eventi avversi dovuti ai
cambiamenti climatici nelle aree cambiamenti climatici e agli
costiere (ad es. inondazioni eventi estremi.
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Integrare le attività di valutazione scientifiche sull’esposizione ad
della vulnerabilità e di misure di impatti attesi a livello nazionale, per
adattamento nelle procedure di esempio con previsioni su probabili
pianificazione consolidate livelli di innalzamento del mare e
(urbanistica, risorse idriche, sulla frequenza e intensità di eventi
protezione del sistema costiero, estremi attesi, che possono essere
protezione civile) a livello dei ricavate da studi e proiezioni
Comuni italiani, che dispongono già climatiche a livello nazionale;
di gran parte delle specifiche • Promuovere le politiche urbane
competenze per l’azione; necessarie per ridurre la
• Integrare la conoscenza delle vulnerabilità e aumentare la capacità
sensitività specifiche a livello locale di rispondere agli impatti dei
e la capacità di pianificare misure di cambiamenti climatici, che sono in
adattamento, in parte già presenti nei molti casi in grado di produrre effetti
Comuni italiani, con conoscenze sinergici. Esse comprendono, in
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TURISMO
Introduzione
Il settore turistico è rilevante per esseri umani, che siano in vacanza o no,
l’economia italiana (7,4% del PIL nel con diversa intensità in luoghi diversi,
2011) e l’Italia è una delle destinazioni talora rafforzando gli effetti negativi dei
preferite dal turismo internazionale, cambiamenti climatici sul turismo.
trovandosi al quinto posto per numero di
arrivi internazionali, dopo Francia, Stati Due sono gli approcci principali per
Uniti, Cina e Spagna. In mancanza di immaginare gli impatti futuri diretti dei
contromisure, secondo le stime cambiamenti climatici sul turismo. Il
dell’Hamburg Tourism Model (HTM), primo condensa le caratteristiche
l’Italia perderà quote di mercato climatiche di una data località, che hanno
significative, scivolando, a fine XXI influenza sul benessere psico‑fisico di chi
secolo, dall’attuale quinto posto al le frequenta, in un “indice di comfort
tredicesimo tra le destinazioni climatico” (Tourist Confort Index ‑ TCI),
internazionali più frequentate. I proiettandolo nel futuro in base alle
cambiamenti climatici colpiranno in proiezioni climatiche disponibili. Il
particolare il turismo costiero estivo e secondo approccio guarda alle relazioni
quello invernale alpino e, in misura misurabili statisticamente tra clima, arrivi
minore, il turismo nelle città e partenze dei turisti internazionali e
d’arte/urbano e il turismo rurale. Gli scelte dei turisti domestici, e ne deriva un
impatti saranno sia diretti, sia indiretti: modello (nello specifico, l’HTM) dei
diretti, perché lo svolgimento delle futuri flussi turistici, in grado di
attività turistiche richiede favorevoli descrivere la loro probabile reazione a
condizioni climatiche; indiretti, perché le mutate condizioni climatiche.
mutate condizioni delle destinazioni L’approccio TCI mostra come, partendo
possono indirettamente diminuirne da una situazione tradizionalmente
l’attrattività turistica. ottimale in estate delle coste italiane per il
confort dei turisti balneari, i cambiamenti
Gli impatti sul turismo dipendono climatici possano, verso il 2100, spostare
dall’intensità dei cambiamenti climatici e l’area migliore per tali turisti balneari
da come varieranno le componenti del verso il Nord Europa, lasciando le nostre
clima sia nella destinazione in esame, sia coste a più alta vocazione turistica in
nelle destinazioni alternative, comprese condizioni climatiche quasi inaccettabili.
quelle presenti nel paese di origine di La situazione migliora moderatamente
ogni turista. Inoltre i cambiamenti nei periodi di attuale bassa stagione come
climatici avranno impatti economici ed primavera e autunno. Lo studio PESETA
ambientali, che si ripercuoteranno suggerisce come soluzione parziale lo
indirettamente su ogni attività degli spostamento della stagione turistica verso
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tali periodi. Tuttavia i mesi utili per presenterà in particolare nelle province
questa strategia tendono a diminuire costiere. Quelle con maggiore vocazione
nell’Europa mediterranea e ad aumentare turistica internazionale saranno
in quella settentrionale. particolarmente penalizzate dal calo del
L’approccio HTM confronta le proiezioni turismo internazionale, perché quello
dei flussi turistici in assenza di domestico non riesce a compensarlo (le
cambiamenti climatici con quelle in sua coste siciliane, campane e le province di
presenza. Anche se il clima non Venezia e Roma). Nelle province al
cambiasse, le dinamiche socio‑ momento meno frequentate dal turismo
economiche causeranno un aumento del internazionale la crescita del turismo
turismo internazionale e di quello domestico tamponerà e, in qualche caso
domestico, rispetto alla situazione compenserà, la relativa minore affluenza
odierna, in maniera non uniforme a causa di stranieri. Nei casi peggiori, la perdita
della diversa crescita economica e di quota di mercato riguarderà oltre a un
demografica nel mondo. Gli effetti quinto di turisti totali, e quasi due quinti
negativi dei cambiamenti climatici quindi di turisti internazionali (in meno rispetto
non si tradurranno in genere in un calo in ad una situazione di clima immutato).
termini assoluti rispetto ai numeri attuali, Per il turismo invernale, le analisi
ma in meno turisti rispetto a quelli guardano alla relazione tra aumento di
possibili in assenza di cambiamenti temperatura e copertura nevosa. Secondo
climatici. A livello mondiale gli effetti diversi studi, oltre a una diminuzione
saranno notevoli. I paesi del della neve, nei prossimi decenni ci sarà
Mediterraneo, Italia compresa, anche una risalita sia del limite delle
risulteranno penalizzati, anche se meno nevicate, sia della Linea di Affidabilità
di quelli di aree già al momento molto della Neve (LAN), quell’altitudine cioè
calde, come Africa e Medioriente, mentre che garantisce spessore e durata
paesi il cui clima al momento non è una sufficienti dell’innevamento stagionale.
delle principali attrattive, come Canada e Ciò si ripercuoterà sulla praticabilità delle
Russia, saranno meta in proporzione di piste e degli impianti sciistici. Secondo
molti più turisti. Quanto alle regioni e l’OCSE, attualmente per il 91% degli
province italiane, sempre più turisti attuali comprensori alpini, la presenza di
stranieri sceglieranno destinazioni meno neve naturale (senza innevamento
calde delle nostre, mentre sempre più artificiale) può essere considerata certa.
turisti italiani resteranno in Italia invece Con un aumento medio di +1°C, questo
di fare le vacanze in luoghi ancora più valore si abbasserebbe al 75%. Con +2°C,
caldi. Il saldo sarà negativo, anche perché la certezza riguarderebbe solo il 61% dei
parte dei turisti italiani contribuirà al comprensori, con +4°C, solo il 30%. In
flusso del turismo internazionale verso base a tali parametri, già in caso di una
paesi meno caldi. Il fenomeno non sarà variazione moderata di temperatura
uniforme, ma varierà a seconda della (+1°C e LAN a 1.650 s.l.m.), le zone alpine
diversa popolarità internazionale delle italiane sarebbero fortemente colpite. In
varie località. Questo fenomeno si Friuli Venezia Giulia, tutte le stazioni
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sciistiche si troverebbero al di sotto della delle rimanenti stazioni con neve
LAN; in Lombardia, Trentino e Piemonte, affidabile al di sotto della LAN. Con un
rispettivamente il 33%, 32% e il 26% delle aumento di 4°C e LAN a 2.100 m, le
stazioni sciistiche finirebbero al di sotto stazioni sciistiche al di sopra della LAN
della LAN. Con un incremento di +2°C e in tutto l’arco alpino italiano si
LAN a 1.800 m, l’Alto Adige e il Veneto ridurrebbero a solo il 18% di quelle
avrebbero rispettivamente il 50% e il 33% attualmente operative.
Proposte di azioni di adattamento settoriale
In generale, in una prospettiva di delle misure proposte in termini di
efficienza sociale, bisogna privilegiare le sostenibilità ambientale. Di seguito si
misure a basso costo sociale e a propongono alcune azioni di adattamento
maggiore efficacia. Questo criterio prioritarie per il settore, suddivise per
dovrebbe contemperare sia l’efficienza tipologia.
strettamente economica, che l’impatto
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
Al fine di massimizzare l’efficacia e prioritarie sono quindi le campagne
ridurre il costo sociale, le misure non di comunicazione, sensibilizzazione
tecniche dovrebbero essere favorite. e di educazione ambientale, rivolte
• Misure di comunicazione, sia agli operatori turistici, che ai
sensibilizzazione ed educazione turisti stessi e alla popolazione in
andrebbero attuate comunque, anche generale, che spazi dal
in parallelo alle altre azioni, perché comportamento da tenere nel caso di
permetterebbero agli attori coinvolti eventi meteorologici estremi ad una
(operatori, turisti e popolazione corretta segnalazione degli elementi di
locale) di comprendere e accettare con attrazione del territorio alternativi a
più facilità le altre misure di quelli consueti (ad esempio siti di
adattamento eventualmente da interesse archeologico o storico il cui
attuare, oltre che cambiare il potenziale di interesse resti immutato
comportamento delle persone. In tutti anche in presenza di cambiamenti
gli ambiti (turismo costiero, montano, climatici).
rurale e città dʹarte) fondamentali e
Azioni miste di tipo non strutturale o “soft” e basate su un approccio
ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
Un po’ più impegnative sono le misure l’introduzione di attività alternative a
gestionali o di programmazione, come quelle tradizionali, ma comunque meno
l’ampliamento della stagione turistica o dispendiose di misure che richiedono
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Azioni miste basate su un approccio ecosistemico o “verdi” e di tipo
infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Le misure di adattamento tecniche necessitano anche di maggiori
prescelte dovrebbero tendere a investimenti economici, soprattutto in
preservare o, dove necessario, a ristabilire unʹottica di lungo periodo, rispetto a
le funzionalità naturali del territorio misure non tecniche. Solo come misure
(misure “verdi”), favorendo al tempo di emergenza a breve termine vanno
stesso la diminuzione degli impatti dei considerate misure tecniche ad alto
cambiamenti climatici, ed essere impatto ambientale, come ad esempio
organicamente integrate in strumenti di l’innevamento artificiale. In molti casi va
pianificazione del territorio in una quindi invertito l’ordine consueto degli
prospettiva di adattamento ai interventi di questo tipo nel settore
cambiamenti climatici. Si tratta spesso turistico, privilegiando invece soluzioni
(anche se non sempre) delle misure che “soft” ed innovative.
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Snow farming, in casi considerati di un certo impatto a livello del
emergenza, benché comunque ci sia paesaggio.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• In ambito costiero le misure tecniche, • In ambito montano la
se ritenute necessarie nell’ambito di raccomandazione di privilegiare
piani di adattamento integrati, l’adattamento ecosistemico rispetto a
dovrebbero favorire la conservazione quello strutturale acquista particolare
e ricostruzione delle dune e delle rilevanza. Se implementata con la
zone umide (stagni, lagune etc.), la dovuta cautela, si può al limite
rinaturazione dei fiumi, la considerare la scelta delle zone più
conservazione della Posidonia propizie alla permanenza delle
oceanica, o comunque la corretta condizioni di innevamento (snow‑
pianificazione della pulizia delle farming);
spiagge;
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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• In ambito urbano, hanno un ruolo • In ambito rurale, considerando come
primario misure tecniche, quali, ad il turismo sia strettamente connesso
esempio, la riforestazione delle aree con le pratiche agricole, le misure
urbane e la creazione di spazi verdi tecniche che hanno l’obiettivo di
all’interno delle città; anche misure migliorare l’efficienza nell’uso delle
tipicamente infrastrutturali urbane, risorse idriche per l’agricoltura sono
quali la manutenzione delle reti di interesse anche per questo settore (a
drenanti e dei sistemi di lungo termine). Più in generale, al fine
approvvigionamento idrico, possono di preservare il più possibile
aver rilevanza per la capacità delle l’attrattività del turismo rurale, che si
città di interesse turistico di poter basa significativamente sui caratteri di
continuare a svolgere la loro funzione tipicità locale dei vari distretti agricoli
anche in presenza di condizioni italiani, le misure che permettono di
climatiche meno favorevoli di quelle preservare nel tempo le colture locali
attuali e di aumentata frequenza di sono da preferire là dove l’aspetto
eventi estremi; turistico è una componente
importante dell’attività agricola.
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SALUTE
Introduzione
Il Libro Bianco dell’UE sull’adattamento mitigazione di rischi e impatti e, nel
ai cambiamenti climatici del 2009 e la medio termine, il favorire un percorso
successiva Strategia Europea dell’aprile d’integrazione multisettoriale
2013 esortano un approccio integrato propedeutico all’ inclusione delle
multidisciplinare per la gestione dei valutazioni socio‑sanitarie nelle opzioni e
rischi per la salute della popolazione misure di adattamento dei vari settori,
causati dai cambiamenti climatici. In che comprenda anche i potenziali
Italia tale approccio ha ispirato l’impegno conflitti tra diverse politiche, i co‑benefici
delle istituzioni ambientali in sede ambientali e sanitari delle misure adottate
internazionale25 e nazionale 26 attraverso e l’attenzione a gruppi di popolazione più
attività diversificate che hanno dato vulnerabili.
spessore scientifico alla conoscenza di
determinanti e fattori di rischio la cui E’ ormai largamente condiviso che, pur
governance ricade in ambiti diversi da ancora in assenza di una base informativa
quello sanitario e alla conclusione, adeguata e di una valutazione sistematica
condivisa, che una strategia degli impatti dei cambiamenti climatici
d’adattamento non possa esaurirsi in un su salute, benessere e sicurezza della
esclusivo potenziamento specifico di popolazione, anche in Italia si riscontrano
sistemi di risposta alle emergenze e dei i nuovi scenari di rischio dipendenti da
servizi sanitari. Ulteriore beneficio dello determinanti ambientali e meteo
sviluppo del tema clima e salute climatici. Ai danni diretti dei
nell’adattamento è il contribuire cambiamenti climatici, legati a ondate di
all’aumento della consapevolezza per calore e di gelo (eccessi di mortalità e
stakeholder pubblici e privati di diversi morbilità) ed agli impatti socio‑economici
settori del loro ruolo nell’efficace (danni diretti infrastrutture e
insediamenti, decessi, patologie psichiche
25
Progetti collaborativi tra MATTM e Organizzazione
e fisiche) conseguenti ai sempre più
Mondiale della Sanità, Agenzia Ambientale Europea e frequenti eventi meteorologici avversi,
ONU_ECE con la collaborazione di APAT/ISPRA in materia di
rischi ambientali, clima e salute
vanno a sommarsi altri rischi di rilevanza
26
Nel 2005 APAT (ora ISPRA) dà avvio ad un progetto sanitaria di tipo indiretto mediati dagli
collaborativo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che
ha prodotto il primo Rapporto nazionale ʺCambiamenti
impatti dei fattori meteoclimatici su
climatici ed eventi estremi: rischi per la salute in Italiaʺ dove ecosistemi, biodiversità, acque potabili e
veniva evidenziata la presenza di rischi per salute, benessere
e sicurezza della popolazione ed auspicata una strategia di
di balneazione, suolo e aria outdoor e
adattamento multisettoriale; quest’ultima esigenza è stata indoor. Tali determinanti ambientali e
riaffermata dal Gdl APAT clima e salute nella Conferenza
Nazionale Cambiamenti Climatici del 2007 promossa dal
meteoclimatiche: (i) influenzano
Ministero dell’Ambiente. Ulteriore esempio la Strategia l’incidenza di malattie infettive
Nazionale per la Biodiversità del 2010 dove è inserito il tema
biodiversità, cambiamenti climatici e salute ed avviato lo
riemergenti ed emergenti clima‑sensibili
sviluppo ed il popolamento dei primi indicatori.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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esistenti (qualità dell’aria, rischio In generale la mitigazione di rischi
chimico, biodiversità, balneazione, aree sanitari e socio‑economici si può
urbane, rischio idrogeologico e alluvioni). realizzare attraverso misure di
Andranno altresì potenziate le attività adattamento diversificate riguardanti tre
specifiche già programmate quali quelle aree di azioni principali: 1) strumenti di
avviate dal Ministero della Salute per gli governance, 2) resilienza dei sistemi di
aspetti di informazione e gestione del prevenzione, allarme e risposta; 3)
rischio relativa all’aumentata incidenza di ricerca, sviluppo e uso di tecnologie e
malattie psicofisiche associate alle ondate materiali resilienti a cambiamenti e
di calore quale importante integrazione variabilità del clima.
dell’attuale sistema (di successo) di Tali azioni rientrano tipicamente nelle
allarme, sorveglianza e informazione per tipologie indicate come non strutturali o
la prevenzione degli eccessi di mortalità “soft” in combinazione con quelle
nelle ondate di calore infrastrutturali e tecnologiche o “grigie”.
Azioni miste di tipo non strutturale o “soft” e di tipo infrastrutturale e
tecnologico o “grigie”
Ricerca, sviluppo e applicazione di tecnologie e materiali resilienti a cambiamenti
e variabilità del clima
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Programmazione di corsi di docenza resilienti a cambiamenti e variabilità
ad hoc sui rischi socio‑sanitari clima del clima applicati alle infrastrutture
sensibili nei corsi di alta formazione di di trasporto urbano ed extraurbano,
settori strategici (ad es. ingegneria, edilizia privata, commerciale e
pianificazione, scienze ambientali); ospedaliera, servizi idrici integrati
• Inclusione nel programma nazionale (UNECE‑WHO, 2010);
della ricerca di aree dedicate alla • Incentivi fiscali per l’uso di tecnologie
mitigazione dei rischi da cambiamenti e materiali resilienti;
climatici; • Progetti pilota di ricerca e formazione;
• Linee guida per i decisori locali • Progetti pilota in area urbana sui
sull’uso di tecnologie e materiali materiali resilienti.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Aggiornamento sui rischi socio‑ del clima finalizzati alla riduzione dei
sanitari clima sensibili nei corsi di alta rischi socio‑sanitari;
formazione di settori strategici; • Implementazione di programmi
• Sviluppo di tecnologie e materiali climate‑proof.
resilienti a cambiamenti e variabilità
100
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Potenziamento delle capacità di governance nazionale e locale del rischio socio‑
economico
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Sviluppo di un database degli eventi strategici non sanitari su rischi socio‑
meteorologici avversi e dei loro economici emergenti;
impatti su salute, benessere e • Istituzione di un programma di
sicurezza sulla popolazione ovvero informazione alla popolazione per i
decessi, popolazione colpita, morbilità rischi da determinanti ambientali e
e accessi a cure sanitarie, patologie meteo climatici negli eventi estremi
psico‑fisiche post traumatiche e danni con riferimento a gruppi (bambini,
socio‑economici infrastrutture anziani, malati cronici, lavoratori
residenziali, economiche e logistiche; outdoor) e insediamenti/comunità
• Progetti pilota per l’inclusione delle vulnerabili (ad es. scuole, case per
valutazioni socio‑sanitarie nelle anziani,ospedali, aree svantaggiate
opzioni e misure di adattamento etc);
settoriali, nonché l’analisi di • Istituzione di procedure di
potenziali conflitti e co‑benefici comunicazione del rischio a livello
ambientali e sanitari; locale.
• Programmazione di corsi di
formazione per operatori dei settori
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Realizzazione di un sistema vulnerabilità socio‑demografiche
informativo nazionale sugli impatti georeferenziate; (iii) lo sviluppo e il
degli eventi estremi la cui popolamento di indicatori a supporto
organizzazione e architettura della pianificazione informata di
consenta, oltre alla informazioni sugli attività socio‑ produttive clima
impatti socio economici sopracitati: (i) dipendenti, interventi normativi,
la disponibilità e l’accesso a dati locali amministrativi, economici e
e nazionali, e lo scambio informativo assicurativi a livello locale e
con piattaforme europee istituzionali nazionale;
già esistenti; (ii) l’integrazione delle • Sviluppo di strumenti per l’analisi
mappe di rischio in uso con integrata di rischio.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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• Disciplina dei ruoli svolti dai vari Enti
territoriali preposti alla prevenzione e
al controllo degli insetti vettori di
malattie in aree urbane;
• Programmazione di un sistema di
monitoraggio d’inquinanti chimici e
biologici negli ambienti indoor ; 28
27
La creazione di un sistema di sorveglianza delle patologie
idrotrasmesse, ad oggi assente in Italia nonostante l’ampia
letteratura scientifica abbia dimostrato come la qualità delle
acque di balneazione, superficiali e potabili sia il target
principale degli eventi meteorologici estremi. In tema, lo
strumento internazionale di riferimento è il Protocollo Acqua e
Salute alla Convenzione ONU ECE sull’acqua attualmente
ratificato da 24 Paesi, compresi molti Stati Membri dell’UE.
L’obiettivo del Protocollo è promuovere, per la gestione
integrata del rischio nell’ambito delle politiche di sostenibilità,
la protezione della salute umana e del benessere individuale e
collettivo, attraverso il miglioramento della gestione
dell’acqua, inclusa la protezione degli ecosistemi acquatici e la
prevenzione, il controllo e la riduzione delle malattie da essa
veicolate. Il Protocollo prevede l’applicazione di un approccio
multi‑barriera noto come Water Safety Plans lanciato
dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), con la
collaborazione di esperti internazionali di settore, per la
gestione dei rischi da uso di acqua potabile, attività in acque di
balneazione e dal consumo di molluschi e di prodotti agricoli
irrigati con acque contaminate. La ratifica da parte dell’Italia
del Protocollo Acqua e Salute, l’applicazione dei suoi
strumenti e del Water Safety Plan potrebbe contribuire nel
medio periodo al superamento delle criticità per la gestione
del rischio di malattie idrotrasmesse.
28
Muffe, acari e la concentrazione di sostanze chimiche
(Ozono, VOC) in aria indoor sono sensibili alle variabili
microclimatiche (temperatura, umidità, ventilazione) e sono guida e tecniche di monitoraggio, va colmata la lacuna
state identificate dall’OMS come fattori di rischio per la salute operativa e organizzativa circa la ripartizione di risorse e ruoli
Nonostante molte attività progettuali e lo sviluppo di linee di tali attività a livello locale e nazionale.
102
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• Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Revisione delle modalità operative ‑ •
organizzative degli attuali sistemi di • Potenziamento delle norme di settore;
controllo e monitoraggio ai nuovi • Aumentare la resilienza dei servizi
scenari di rischio clima sensibile e idrici integrati agli eventi
adeguamento di infrastrutture e meteorologici estremi.
tecnologie;
103
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INSEDIAMENTI URBANI
Introduzione
Gli insediamenti urbani ospitano la parte amministrazioni maggiormente
preponderante della popolazione italiana attrezzate.
(90% al Censimento ISTAT 2011)
rappresentando nel contempo i maggiori Gli impatti che i cambiamenti climatici
responsabili e le principali vittime dei possono indurre sugli insediamenti
cambiamenti climatici. Essendo sistemi urbani sono tipologicamente molto
prevalentemente artificiali sono privi di diversificati e possono riguardare – con
autonoma resilienza, e la loro capacità di intensità variabili in funzione delle
adattamento sarà dunque affidata situazioni locali ‑ la salute dei cittadini, il
all’azione umana consapevole; si tratta di funzionamento di infrastrutture e di reti
una sfida inedita per il governo del tecnologiche, gli incrementi improvvisi di
territorio, che comporta complesse domanda energetica, le modifiche delle
attività di analisi, valutazione e condizioni di socialità, stress ambientali
interpretazione dei fenomeni, di nelle aree con naturalità residua e nel
informazione e coinvolgimento dei verde pubblico, carenze negli
cittadini, di selezione di obiettivi ed approvvigionamenti idropotabili,
azioni, di coordinamento tra istituzioni diminuzione della competitività e della
ed amministrazioni diverse. redditività di alcune attività economiche,
Il sistema insediativo italiano è esasperazione di conflitti sociali e politici,
notoriamente molto articolato – nei 46 drastica diminuzione della qualità di vita
comuni maggiori (oltre 100 mila abitanti) delle fasce più svantaggiate di
risiede circa il 30% della popolazione, nei popolazione, incremento dei rischi legati
151 medio/grandi (da 40 a 100 mila alle inondazioni, alla instabilità dei suoli
abitanti) risiede il 15%, nei 1.007 comuni e agli incendi, allagamenti negli
medi (da 10 mila a 40 mila abitanti) il 30% insediamenti costieri. Soprattutto negli
ed infine nei 6.888 comuni minori il insediamenti di grandi dimensioni, alcuni
rimanente 30% ‑ e questo comporta che impatti sono esaltati dal fenomeno
una strategia di adattamento climatico tipicamente urbano dell’isola di calore
urbano dovrà essere articolata tenendo (Urban Heat Island – UHI), che induce
conto non solo della diffusione territoriale temperature mediamente più elevate
degli insediamenti, ma a anche delle nelle parti centrali delle città rispetto a
molto diversificate dotazioni quelle periferiche e extraurbane (fino a 5‑
amministrative, tecniche ed economiche, 10 gradi di differenza).
elemento che suggerisce la necessità di Pur essendo rinvenibili situazioni
decisive azioni di stimolo e ricorrenti, ciascun insediamento urbano
coordinamento da parte delle può essere soggetto ad impatti climatici
anche molto differenziati, derivanti dalla
104
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all’adattamento climatico. E’ comunque crescente di numerose città europee che,
accertato dalla comunità scientifica che i dopo un intensa fase di programmazione,
costi dell’adattamento siano ampiamente hanno recentemente avviato interventi
inferiori a quelli della inazione, e ne è concreti di adattamento climatico delle
convincente testimonianza l’attività loro parti più vulnerabili.
Proposte di azioni di adattamento settoriale
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Incentivare la ricerca sui sostegno ai territori caratterizzati da
cambiamenti climatici in una logica comuni medio piccoli, replicando il
di downscaling, al fine di esplorare la modello delle “strutture di supporto
loro natura e magnitudine nelle di area vasta” introdotto sul fronte
diverse parti del territorio italiano, e della mitigazione dall’iniziativa del
fornire in tal modo anche a livello Patto dei Sindaci; 31
urbanistica impegnate sui temi dei sia misure tese al contenimento del
cambiamenti climatici; consumo di nuovo suolo e standard
• Integrare gli atti di regolazione delle climatici riguardanti l’utilizzo di
trasformazioni urbane e di gestione materiali che limitino l’assorbimento
degli insediamenti esistenti di calore degli edifici e la
stabilendo sia standard energetici per impermeabilizzazione dei suoli, le
il costruito e per gli spazi pubblici forme di ritenzione e riutilizzo delle
(ovvero completando il recepimento acque piovane, che incrementino le
della Direttiva 2010/31/CE sulle dotazioni di verde.
prestazioni energetiche degli edifici)
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Elaborare linee guida per predisponendo di sistemi di allerta
l’adattamento climatico a scala nelle aree maggiormente a rischio. In
locale , fornendo
34 metodologie, quest’ottica può essere orientato
conoscenze e risorse utili sia alla tematicamente il lavoro del sistema
redazione di carte di vulnerabilità e nazionale per l’Informazione, la
rischio climatici (risk assessment e risk Formazione e l’Educazione
ranking) sia alla successiva formazione Ambientale (InFEA) coordinato e già
di Piani di adattamento quali strumenti finanziato permanentemente dal
indispensabili per il burden sharing e Ministero dell’Ambiente e della Tutela
per la programmazione degli del Territorio e del Mare in
interventi e delle risorse. A tal fine collaborazione con le Regioni. Questa
potranno essere assunti come utili azione può essere considerata anche
riferimenti linee guida elaborate a nel medio termine;
livello sia internazionale che • Incentivare la ricerca scientifica in
nazionale. Il sostegno al recepimento materia di adattamento climatico
delle linee guida va favorito della città esistente attraverso la
dall’inserimento di specifici sperimentazione di nuovi materiali
riferimenti negli strumenti di nell’edilizia e lo studio degli effetti
pianificazione di scala regionale (ad climatici dell’albedo, delle superfici
es. variante 2013 al PTRC Regione artificializzate, della vegetazione
35
Veneto); arborea, con il fine di mettere a punto
• Incrementare la consapevolezza dei standard e indicatori di efficienza
cittadini, delle imprese e degli climatica da applicarsi alle
stakeholder in merito ai rischi trasformazioni urbane, al patrimonio
derivanti dai cambiamenti climatici, edilizio esistente, agli spazi pubblici.
favorendo la loro partecipazione
attiva alle azioni di adattamento e
34
Una iniziativa in tal senso è stata avviata dal progetto LIFE
ACT (Adapting to Climate change in Time) cui partecipano
per l’Italia ISPRA e il Comune di Ancona
35
PTRC: Piano Territoriale Regionale di Coordinamento
107
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Favorire ed incentivare la diffusione • Realizzare, anche a fini dimostrativi
dei tetti verdi e l’incremento del e di sensibilizzazione dei cittadini,
verde pubblico e privato anche a fini interventi sperimentali di
di calmierazione dei fenomeni adattamento climatico di spazi
estremi di calore estivo. Applicazioni pubblici in quartieri particolarmente
specifiche e immediatamente avviabili vulnerabili, incrementandone le
a partire dai risultati di diversi dotazioni di verde, la permeabilità dei
progetti europei possono riguardare il suoli, gli spazi di socialità, le
contrasto delle isole di calore urbano prestazioni idrauliche.
in alcune città italiane;
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Incrementare la dotazione del verde biodiversità in ambito urbano;
urbano, adottando la logica delle • Favorire, nell’ambito delle green and
green and blue infrastructure (ovvero la blue infrastructure, la diffusione
continuità e la funzionalità del verde degli orti urbani, intesi, oltre che a
pubblico, degli spazi naturali e di fini educativi, anche come forme
quelli seminaturali), predisponendo mirate di riqualificazione di aree verdi
misure per il contenimento degli sottoutilizzate sia come contributo alla
impatti climatici sul verde pubblico autonomia alimentare degli
esistente, salvaguardando la insediamenti urbani.
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Prevenire l’incremento dei rischi nonché attraverso la realizzazione di
idraulici e geomorfologici, vasche di accumulo multifunzionali.
completando il disegno avviato dal Alcune sperimentazioni possono
D.Lgs 49/2010 di recepimento della essere avviate con i consorzi di
Direttiva alluvioni e selezionando bonifica in particolare nelle aree di
accuratamente le opere infrastrutturali margine città/campagna;
di difesa in funzione dei livelli di • Selezionare e programmare la spesa
rischio che contribuiscono ad per opere pubbliche, soprattutto
attenuare, dei rapporti tra costi e infrastrutturali, privilegiando la
benefici, delle alternative possibili; messa in sicurezza di quelle esistenti
• Intervenire nelle aree idraulicamente di importanza strategica e la loro
critiche degli insediamenti attraverso funzionalità nel corso di eventi
la manutenzione e il rafforzamento estremi (viabilità, metropolitane, reti
delle reti drenanti e degli impianti energetiche, reti di telecomunicazioni,
connessi, attraverso la sostituzione di etc), considerando attentamente, nei
aree asfaltate con materiali permeabili casi di nuove opere, la loro efficienza
108
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e sicurezza in rapporto ai prevedibili ondate di calore) e di diminuire
impatti dei cambiamenti climatici; l’apporto dei veicoli a motore
• Incrementare le dotazione all’incremento delle temperature
infrastrutturali per la mobilità urbane. In questo senso vanno
ciclabile e pedonale, con il duplice incoraggiate sperimentazioni tra le
obiettivo di abbattere i livelli di aziende di gestione delle reti e dei
inquinamento atmosferico (che sistemi per la mobilità urbana.
vengono esaltati nel corso delle
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Favorire la sperimentazione di nuovi l’attivazione di processi partecipativi,
modelli insediativi capaci di far di concorsi, di certificazioni di qualità.
fronte ai cambiamenti climatici, sia L’attenzione della sperimentazione
incentivando le esperienze degli eco‑ deve essere rivolta all’efficienza dei
quartieri e delle case clima sia quelle sistemi urbani nel loro complesso con
della riqualificazione climatica dei particolare attenzione alla scala di
tessuti urbani esistenti maggiormente quartiere.
vulnerabili, anche attraverso
109
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INFRASTRUTTURA CRITICA
PATRIMONIO CULTURALE
Introduzione
La valutazione della vulnerabilità e dei prevenzione. Tra gli impatti dei
rischi cui il patrimonio culturale ed il cambiamenti climatici, l’acqua gioca un
paesaggio sono soggetti, lo studio dei ruolo predominante come fattore di
diversi materiali che costituiscono i beni danno del patrimonio culturale: eventi
diffusi sul territorio e le forme di degrado estremi, come precipitazioni intense,
che li interessano ‑ in relazione alle alluvioni e tempeste, provocano danni
particolarità ambientali‑climatiche, alle strutturali nei tetti e negli elementi
caratteristiche del paesaggio, all’impatto ornamentali degli edifici (guglie,
antropico ‑ costituiscono il tema pinnacoli). Le variazioni di umidità sono
prioritario nella messa a punto di responsabili della crescita di
strategie di protezione e controllo del microrganismi, in particolare su materiali
patrimonio culturale. Inoltre lapidei e legno, e della formazione di sali
unʹapprofondita conoscenza e lettura del che degradano le superfici ed accelerano i
contesto e delle caratteristiche fenomeni di corrosione. L’aumento della
paesaggistiche specifiche del contesto di temperatura sta creando problemi di
riferimento, attraverso le differenti trasformazione del paesaggio, con lo
componenti, è necessaria per individuare spostamento in quota dei limiti
gli elementi di valore ed i livelli di altitudinali delle fasce di vegetazione, e
vulnerabilità e rischio che diventano processi di desertificazione nell’area
necessari presupposti per unʹazione di mediterranea.
Proposte di azioni di adattamento settoriali
Per le istituzioni pubbliche e private adottati. A tal fine la ʺCarta del Rischioʺ,
preposte alla gestione del patrimonio un Sistema Informativo Territoriale (SIT)
culturale il modo più efficace per di banche dati alfanumeriche e
rispondere all’impatto dei cambiamenti cartografiche, in grado di esplorare,
climatici è integrare le necessarie misure sovrapporre ed elaborare informazioni
nei piani di gestione esistenti o in corso di intorno ai potenziali fattori di rischio che
definizione. Questo può essere realizzato investono il patrimonio culturale,
sia aggiungendo sezioni specifiche riferite realizzato dall’Istituto Superiore per la
all’adattamento ai cambiamenti climatici Conservazione e il Restauro, potrà essere
o inserendo appropriate misure in sezioni un importante supporto scientifico per la
già esistenti attraverso una revisione definizione dei rischi legati ai
delle direttive e dei piani di gestione già cambiamenti climatici. Il SIT consta,
110
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infatti, di carte tematiche con la consentirà di focalizzare meglio le
georeferenziazione di circa 150.000 beni ricerche sugli effetti dei cambiamenti
sul territorio italiano; la conoscenza della climatici e sui rischi che questi
loro distribuzione e della loro tipologia determinano. La definizione del rischio
(beni archeologici, architettonici, etc.), legato ai fattori climatici, sia mediante
unitamente alla possibilità di dati storici, che modificati secondo
sovrapposizione di tali beni su mappe parametri legati ai cambiamenti climatici,
tematiche con diverse tipologie di rischio risulta di fondamentale importanza quale
(statico strutturale, antropico, ambientale) nuovo parametro da inserire nel calcolo
attraverso un processo di del rischio al quale è soggetto il bene
sovrapposizione computerizzata, culturale.
Azioni miste di tipo non strutturale o “soft” e di tipo infrastrutturale e
tecnologico o “grigie”
Si riporta di seguito un elenco di azioni impatti, la vulnerabilità e le misure di
generali che è possibile intraprendere per adattamento nel settore del patrimonio
aumentare la consapevolezza sugli culturale in Italia.
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Diffusione delle conoscenze esistenti; • Comprendere il contesto ambientale,
• Monitoraggio continuo; economico e sociale del patrimonio
• Manutenzione ordinaria; culturale.
• Valutazione delle priorità in relazione In termini di priorità si sottolinea
allo stato di conservazione dei l’importanza degli interventi di
manufatti; manutenzione del patrimonio culturale
• Valutazione dello stato di rispetto agli interventi di restauro, resi
conservazione dei manufatti in particolarmente necessari se si considera
relazione alle condizioni ambientali di l’impatto dei cambiamenti climatici come
conservazione rilevate; fattore ulteriore di danno al patrimonio.
• Valutazione del ruolo e delle Nella definizione delle misure di
caratteristiche dei paesaggi agro‑silvo‑ conservazione preventiva e di difesa
pastorali con spiccate qualità di integrata, le scelte tecnologiche si
adattamento e mitigazione al cambio pongono come fondamentali riferimenti
climatico; allʹinterno di un processo conservativo
• Valutazione delle priorità in risposta che dalla fase conoscitiva e diagnostica,
ai cambiamenti climatici; attraverso la programmazione e la
• Raccolta di dati per supportare le progettazione dellʹintervento, arriva alla
decisioni sia a livello nazionale che realizzazione e gestione fino al controllo e
regionale; al monitoraggio (fase di uso).
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
111
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Azioni di adattamento per i materiali
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Materiali lapidei
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
La scelta di strategie di pulitura e di maggiore aderenza alla superficie), la
interventi conservativi che prevedono cui pulitura dovrà essere affrontata
impiego di trattamenti superficiali deve con tecniche e metodi diversi da
tenere conto dell’impatto che i quelli utilizzati fino ad ora. Inoltre in
cambiamenti climatici possono avere sui seguito all’aumento della temperatura
materiali lapidei. e delle emissioni da sorgenti veicolari,
• In particolare per quanto riguarda con particolare riferimento alla
l’annerimento e la formazione di strati componente carboniosa, l’atmosfera
di degrado su monumenti ed edifici nei centri urbani potrebbe diventare
storici localizzati nei centri urbani, va più favorevole alla crescita di
tenuto in considerazione il fatto che organismi biologici, quali muschi e
gli effetti negativi del traffico licheni, sulle superfici architettoniche.
veicolare, principale causa di • Va tenuto infine in considerazione che
inquinamento nella maggior parte essendo emerso come l’acqua, in tutte
delle città e conseguentemente di le sue forme, sia prevista essere il
degrado del patrimonio culturale, principale fattore di danno in futuro
sono previsti aumentare in futuro. Ciò in seguito ai cambiamenti climatici,
potrebbe implicare un cambiamento interventi protettivi superficiali
della composizione chimico‑fisica idrorepellenti e di consolidamento
degli strati di degrado (composizione continueranno a costituire una efficace
prevalentemente organica con strategia di prevenzione.
112
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Legno
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
Le misure di adattamento proposte da delle strutture in legno, in Italia nelle
pianificare per le strutture e gli oggetti in aree montane alpine e appenniniche si
legno sono le seguenti. dovranno prevedere misure di
• Stabilizzare lʹumidità relativa prevenzione in questa direzione.
costituisce un elemento essenziale • Seppure i manufatti lignei in ambito
della conservazione preventiva, museale presentino condizioni
poiché lo stress indotto dalle ambientali meno critiche, tuttavia,
variazioni di questo parametro soprattutto per quanto concerne gli
costituisce un importante fattore che ambienti destinati a deposito, sarà
contribuisce al degrado dei manufatti opportuno intensificare e, laddove
in legno. A causa dell’aumento della non sono presenti, attivare, controlli
variabilità del clima in futuro, le sistematici delle condizioni termo‑
misure preventive diventeranno igrometriche per evitare situazioni di
ancora più importanti. Il degrado del rischio dovute al determinarsi di
legno indotto dalla crescita di funghi condizione di valori termici e di
si verifica in condizioni di alti valori umidità relativa troppo elevati. Difatti
di umidità relativa e aumento della è frequente che i danni da attacchi
temperatura. Sebbene saranno fungini e microrganismi in genere si
soprattutto le regioni dell’Europa verifichino proprio in ambienti di
settentrionale e orientale a richiedere deposito.
particolare attenzione alla protezione
Metalli
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
Per quanto riguarda le misure da quali una riduzione delle emissioni,
proporre per i manufatti e le strutture in che mediante la delocalizzazione dei
metallo sono da tenere in considerazione manufatti. Le emissioni locali, in
i seguenti punti. particolare da trasporti e
• La conservazione preventiva è una riscaldamento domestico, sono
della più importanti misure che deve influenzate dai decisori locali, ma è
essere presa in considerazione, necessario anche un controllo a livello
attraverso la riduzione regionale e globale. La scelta di dove
dell’esposizione del patrimonio localizzare le nuove istituzioni
culturale agli agenti corrosivi, in culturali, quali musei e collezioni,
particolare inquinanti antropici (quali dovrebbe includere anche la
SO2, NO2 e HNO3) e aerosol marino. considerazione dellʹesposizione
Una riduzione dell’esposizione a all’aerosol marino e all’inquinamento.
questi fattori può essere ottenuta sia Protezioni strutturali del patrimonio
attraverso misure di mitigazione, culturale da fonti di emissione, ad
113
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Azioni di adattamento per il patrimonio costruito e gli edifici
Azioni azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
I cambiamenti di tipo gestionale per • Decidere se delocalizzare beni
massimizzare la capacità di adattamento culturali lontano da siti minacciati dai
degli edifici includono: cambiamenti climatici.
• Effettuare piccole riparazioni • Definire pianificazioni a lungo
regolarmente, piuttosto che grandi termine per la gestione dei siti a
interventi infrequenti. rischio.
• Decidere se accettare la perdita di • Modificare le strategie di gestione in
specifici beni culturali e gestirne la favore di ispezioni, più rigorosi e
scomparsa registrandone la perdita frequenti interventi di manutenzione
imminente. e monitoraggio delle strutture.
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Qualora risulti evidente che visibili, quali, ad esempio, aumentare le
miglioramenti nella gestione non dimensioni e il numero delle grondaie,
forniscono da soli una protezione tramogge e tubature per fronteggiare
adeguata contro i cambiamenti climatici, dove fosse previsto un aumento delle
saranno necessari adattamenti strutturali precipitazioni intense.
che rischiano di introdurre cambiamenti
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Riprogettare opportunamente i gli elementi o strutture originali, a
sistemi di drenaggio delle acque (i.e. favore di un approccio volto a
prese di acqua e grondaie). L’acqua in migliorare la durabilità di una
tutte le sue forme è considerata struttura o di un elemento in
lʹagente più dannoso per i materiali da considerazione della vulnerabilità ai
costruzione e le strutture e pertanto la cambiamenti climatici;
sua rimozione deve essere rapida ed • Sostituzione dellʹoriginale con una
efficace. replica in caso di manufatti
• Protezione delle superfici e delle gravemente deteriorati o
strutture storiche contro lʹeccessivo particolarmente esposti all’impatto
irraggiamento solare mediante dei cambiamenti climatici. Tale
diversi sistemi protettivi, filtri e metodo può essere costoso se
rivestimenti. Negli interni e negli applicato su larga scala, ma
ambienti semiconfinati possono essere salvaguarda lʹoriginale che può essere
installate tende e cortine. posto in un ambiente adatto per la sua
• Cambiare l’approccio tradizionale sostenibilità a lungo termine. Il
del restauro mirato a salvaguardare ricovero di sculture in interni non è
114
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Azioni di adattamento per i materiali esposti in ambiente museale
Azioni miste di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie” e azioni non
strutturali o “soft”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Controlli in ambienti museali e/o di operatori e fruitori dei beni
musealizzati per la messa a punto di culturali;
strategie di adattamento. Le azioni di • Perseguire la conoscenza del rischio
adattamento individuate vanno da: locale anche attraverso un approccio
sistemi di controllo attivo della basato sulla misura diretta degli
qualità dell’aria, realizzati con effetti prodotti sulle opere dal
interventi impiantistici di grande processo di degrado. Parallelamente,
portata e che richiedono un elevato la messa a punto di modelli
impegno economico sia per la matematici per lo studio dei
realizzazione che ancor più per la loro meccanismi dinamici di danno dei
manutenzione (Refettorio di Santa diversi materiali costitutivi delle
Maria delle Grazie a Milano, Cappella opere d’arte rappresenta un ulteriore
degli Scrovegni a Padova, etc.), a strumento per l’individuazione di
sistemi passivi che prevedono senza strategie di protezione e prevenzione
dubbio costi inferiori, e che dagli effetti dei cambiamenti climatici
consentano l’integrazione con sistemi e dell’inquinamento ambientale;
attivi, limitatamente a particolari • Indirizzare l’attivazione di ricerche
zone, qualora sussistano ulteriori interdisciplinari a differenti
elementi di criticità per la materiali, in condizioni ambientali
conservazione degli oggetti. In diverse e monitorate, con e senza
entrambi i casi tali strategie devono impiego di prodotti per il
essere attuate sulla base di un’analisi trattamento di superfici. L’aumento
puntuale ed areale delle diverse delle temperature estive ha un
condizioni microclimatiche e impatto negativo anche per le
ambientali del “contenitore” (museo, istituzioni museali che, sia per la
ipogeo, edificio, etc.), incluso il conservazione dei manufatti che per il
controllo della qualità dellʹaria dei benessere dei visitatori e degli
ʺcontenitoriʺ (indoor air) per la operatori, si trovano a dover
caratterizzazione del particolato fronteggiare costi sempre più elevati
biologico (spore, pollini), al fine di per la gestione dei sistemi di
rivelare potenziali rischi per la salute
115
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Il quadro normativo configurato dal locali, oltre che le previsioni operative
D.Lgs. 42/2004 attribuisce ai piani
36 derivanti dalle problematiche delle
paesaggistici – sovraordinati peraltro agli variazioni climatiche.
strumenti urbanistici e agli altri piani di
settore –, tra gli altri compiti, quello di
provvedere all’“analisi delle dinamiche di
trasformazione del territorio ai fini
dell’individuazione dei fattori di rischio e
degli elementi di vulnerabilità del
paesaggio”. La pianificazione
paesaggistica è deputata per sua natura
ad essere luogo di sintesi e
coordinamento delle varie politiche che
intervengono sul territorio. In essi
possono trovare spazio le analisi dei
processi ecologici che regolano gli
ecosistemi e quelle delle loro dinamiche
di trasformazione, ineluttabilmente legate
a particolari momenti storici,
all’economia e alle trasformazioni sociali
che avvengono all’interno delle comunità
36
D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del
paesaggio (GU n.45 del 24‑2‑2004 ‑ Suppl. Ordinario n. 28).
116
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Azioni a breve e lungo termine (oltre il • Individuare attività economiche che
2020): sostengano la conservazione e la
Adottare idonee politiche di qualità del paesaggio.
conservazione dei paesaggi e dei beni
paesaggistici è possibile se si comprende Azioni di tipo infrastrutturale e
la loro valenza storica, estetica ed tecnologico o “grigie”
ecologica e si adottano misure atte a: Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Valorizzare il loro significato culturale • Effettuare interventi di restauro e
all’interno delle politiche di sviluppo; ripristino nei casi in cui l’incidenza
• Coordinare le azioni che possono umana recente li abbia compromessi.
avere incidenza sui paesaggi;
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TRASPORTI E INFRASTRUTTURE
Introduzione
Già oggi gli eventi meteorologici estremi 2. dalle modifiche nel regime delle
causati dai cambiamenti climatici precipitazioni, che caratterizzato da
provocano danni alle infrastrutture: a eventi estremi più frequenti e intensi,
livello europeo i costi di manutenzione influenzerà negativamente la stabilità
delle infrastrutture stradali dipendono dei terreni e di conseguenza delle
dagli eventi meteorologici per il 30‑50% infrastrutture stradali e ferroviarie
(tra 8 e 13 miliardi di Euro l’anno); il 10% localizzate in contesti instabili e
di questi costi (all’incirca 0,9 miliardi comporterà maggiori rischi di
l’anno) è associato agli eventi allagamento delle infrastrutture
meteorologici estremi (Nemry & Demirel, sotterranee;
2012). Poiché la frequenza e l’intensità di 3. dall’aumento del livello del mare, che
eventi meteorologici estremi è destinata comporterà rischi per le infrastrutture
ad aumentare a causa dei cambiamenti stradali e ferroviarie, localizzate sui
climatici è probabile che gli impatti sulle litorali e per le infrastrutture portuali.
infrastrutture di trasporto saranno I cambiamenti climatici potranno inoltre
sempre più significativi, principalmente aumentare il rischio di alluvioni, frane,
per la stabilità dei manufatti stradali, incendi con conseguenze sulle
ferroviari o portuali o la tenuta di asfalti infrastrutture di trasporto stradale e
stradali e binari ferroviari, ma non sono ferroviario.
da escludersi impatti più generali sulle In Italia, allo stato attuale, non esiste
dinamiche del settore, per la ripartizione ancora un riferimento univoco, specifico e
modale in ambito urbano e per il completo che consenta di valutare gli
trasporto marittimo. In particolare ci si effetti dei cambiamenti climatici sui
aspetta che gli impatti più significativi trasporti. La criticità dello stato
saranno determinati: conoscitivo si caratterizza per la carenza
1. dall’aumento delle temperature, che di studi di dettaglio degli scenari di
comporterà da una parte una impatto sul territorio, per la conseguente
maggiore vulnerabilità delle difficoltà di analisi di rischio per il
infrastrutture stradali (asfalto) e sistema infrastrutturale, nonché per
ferroviarie (binari) dovuta alla l’assenza di un sistema che possa
crescente frequenza di giorni caldi, raccogliere in maniera organica e
dall’altra una loro minore sistematizzare le informazioni sulle
vulnerabilità a causa di un calo della problematiche, sulle buone pratiche, sulle
frequenza di giorni con basse opzioni disponibili a livello locale e
temperature con formazione di nazionale e sui relativi costi.
ghiaccio;
Nell’ambito della definizione del
Programma Operativo Nazionale Reti e
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Proposta di azioni di adattamento settoriale
Le risposte ai cambiamenti climatici resistenti al deterioramento dovuto alle
devono essere date, in primo luogo, variazioni di temperature e alle piogge
privilegiando l’ottimizzazione delle reti intense, o la costruzione di ponti più alti
esistenti rispetto alla realizzazione di dove è maggiormente probabile una
nuove e grandi opere ed effettuando una piena.
valutazione ponderata degli standard di
E’ possibile individuare tre diversi
efficienza e della vulnerabilità nei
“approcci” per affrontare l’adattamento
confronti dei cambiamenti climatici delle
ai cambiamenti climatici nel settore dei
infrastrutture rispetto alla loro
trasporti e delle infrastrutture:
funzionalità (MATTM, 2010); questo
consente, tra l’altro, di limitare il 1. Ri‑orientamento modale e
consumo di suolo non antropizzato. La pianificazione territoriale per ridurre
lunga vita media dei sistemi di trasporto la domanda di nuove infrastrutture e,
(in particolare di quelli stradali e di conseguenza, la vulnerabilità del
ferroviari) giustifica interventi di sistema;
adattamento delle infrastrutture esistenti. 2. Adattamento preventivo, consistente
E’ auspicabile che le nuove infrastrutture nella costruzione di infrastrutture
siano costruite secondo criteri climate verdi e resilienti;
proof, al fine di adattarsi ai cambiamenti 3. Costruzione di opere di difesa.
futuri. Per questo è importante che le Si riportano di seguito gli strumenti
norme e i criteri di costruzione delle disponibili per la valutazione e la
infrastrutture di trasporto siano pianificazione degli interventi, e le
modificate per permettere che sia opzioni di adattamento di maggiore
possibile l’adattamento ai cambiamenti interesse per il contesto italiano,
climatici. Semplici esempi sono la suddivise per tipologie di infrastrutture.
previsione di strutture e asfalti più
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Strumenti
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• L’applicazione, obbligatoria per le pensare al ruolo dello Stato nella
infrastrutture di trasporto, della gestione del rischio, in particolare
valutazione ambientale di progetti quello legato alle alluvioni e agli
(Valutazione Impatto Ambientale – allagamenti, attraverso misure di
VIA) e piani (Valutazione Ambientale tutela del territorio, diffusione della
Strategica – VAS), è uno strumento consapevolezza dei rischi (risk‑
fondamentale per valutarne la awareness), possibilità di
resilienza e favorire interventi di un’assicurazione obbligatoria,
adattamento. Le norme tecniche per introduzione di meccanismi di
la redazione degli studi di impatto compensazione;
ambientale, che già fanno riferimento • La costituzione di un comitato
all’importanza della caratterizzazione scientifico che, attraverso l’uso di
delle condizioni climatiche dei siti e scenari climatici con un’elevata
agli effetti di possibili perturbazioni risoluzione spaziale, elabori una
meteoclimatiche, dovrebbero essere mappatura dei rischi per le
integrate per fornire elementi di infrastrutture può rappresentare uno
riferimento ad eventuali opere di strumento utile per ridurre il grado di
adattamento; incertezza;
• Con l’intensificarsi degli impatti dei • L’adattamento del sistema
cambiamenti climatici, e tenendo infrastrutturale e dei trasporti può
conto dell’elevata incertezza relativa trovare attuazione attraverso
alla localizzazione e alla intensità strumenti di pianificazione quali a
degli eventi, il sistema assicurativo livello comunale il piano urbano della
può decidere di non coprire i rischi mobilità (PUM) e il piano urbano del
climatici interamente, o in alternativa traffico (PUT) e ai livelli superiori gli
di non assicurare infrastrutture ulteriori piani di settore (provinciale,
particolarmente a rischio per la loro regionale e nazionale).
localizzazione. È necessario quindi
Azioni miste di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Infrastrutture di trasporto stradale
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Identificazione dei punti della rete • Sostituzione della copertura stradale
stradale a rischio di allagamento e con asfalti drenanti e allo stesso
gestione ottimale del sistema tempo resistenti alle alte
fognario di drenaggio delle acque; temperature;
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• Rialzare il sedime di una strada nel comunicazione, che garantisca dati
caso di innalzamento del livello del attendibili e comparabili per tutte le
mare; infrastrutture stradali italiane, come
• Controllare con maggiore regolarità strumento di base per la
la manutenzione delle strade; programmazione e la gestione degli
• Provvedere alla disponibilità di una interventi di adattamento.
rete di raccolta dati e di
Infrastrutture di trasporto ferroviario
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Interventi di stabilizzazione del alla verifica e adeguamento dei
sedime ferroviario e di modifica franchi liberi dei ponti ferroviari su
delle tecniche di costruzione dei fiumi a mutato regime idraulico. Ciò
binari, con l’utilizzo di strutture che richiederà una rivisitazione degli
non cedano alle variazioni di standard tecnici per la realizzazione,
temperatura; la ispezione e la manutenzione delle
• Assegnare un’adeguata priorità alla opere civili, della sede e della
manutenzione delle strade ferrate, e sovrastruttura.
Infrastrutture portuali
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Rialzare le strade e i magazzini a del porto in modo da non localizzare
rischio di allagamento, aumentare i magazzini in aree vulnerabili,
l’altezza dei muri che circondano i dragare regolarmente il fondo delle
magazzini, riorganizzare lo spazio aree portuali.
Infrastrutture aeroportuali
Azioni a breve termine (entro il 2020): pioggia, grandine o neve per
garantire l’operabilità.
• Assicurare il drenaggio delle piste
aeroportuali a seguito di eventi di
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Infrastrutture di trasporto pubblico
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
Possibili interventi di adattamento del delle stazioni sotterranee della
trasporto pubblico, oltre a quelli già citati metropolitana;
per le infrastrutture stradali e ferroviarie, • Integrazione tra infrastrutture verdi e
riguardano: mobilità lenta.
• Protezione dalle inondazioni la
mitigazione del calore all’interno
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Infrastrutture verdi
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Mantenimento di aree naturali (zone
agricole, umide, laghi) dove
permettere l’esondazione dei fiumi e
l’allagamento dovuto alle piogge
intense;
• Mantenimento di corridoi e cinture
verdi.
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INDUSTRIE E INFRASTRUTTURE PERICOLOSE
Introduzione
La considerazione di questo settore si infrastrutture (ad es. gasdotti, oleodotti,
origina dall’osservazione che eventi condotte trasportanti sostanze
meteorologici estremi riconducibili ai infiammabili o tossiche) ed attività
cambiamenti climatici, con il loro corredo industriali pericolose (ad es. stabilimenti
di fulminazioni, alluvioni e frane, a rischio di incidente rilevante e altre
provocano danni ad infrastrutture ed attività produttive che utilizzano sostanze
attività industriali pericolose con chimiche pericolose) saranno sempre più
crescenti frequenze e conseguenze per i significativi.
lavoratori, per la popolazione che vive
In particolare ci si aspetta che gli impatti
nelle aree circostanti e per l’ambiente. Le
più significativi sulle attività pericolose
elaborazioni effettuate dall’ Agenzia
saranno determinati:
Europea dell’Ambiente (EEA, 2012)
mostrano nel periodo 1980‑2011 una 1. dalle modifiche nel regime delle
chiara tendenza all’aumento della precipitazioni che, caratterizzato da
frequenza di eventi naturali eventi estremi più frequenti e intensi,
meteorologici, climatologici, idrologici, influenzerà negativamente la stabilità
geofisici in grado di originare incidenti dei terreni e di conseguenza delle
industriali (indicati come eventi NaTech, infrastrutture e delle componenti
acronimo che definisce gli eventi nelle delle attività industriali (serbatoi,
quali un disastro Naturale innesca uno o apparecchiature di processo,
più disastri Tec(h)nologici); i dati estratti tubazioni, etc.) localizzate in contesti
dalla banca dati Major Accidents Reporting instabili, o comunque vulnerabili, e
Systems (MARS) del Major Accident comporterà maggiori rischi di
Hazards Bureau (MAHB) presso il Centro allagamenti e frane;
Comune di Ricerca della Commissione 2. dall’aumento del livello del mare, che
Europea, evidenziano dal 1985 ad oggi in comporterà rischi per le infrastrutture
Europa una media di un evento NaTech e le attività industriali localizzate sui
all’anno che è evoluto in incidente litorali, anche a causa di fenomeni più
rilevante. In Italia negli ultimi 20 anni si frequenti o permanenti di
sono verificati almeno 20 eventi NaTech inondazioni e di erosione costiera;
che hanno interessato raffinerie, industrie 3. i cambiamenti climatici potranno
chimiche e petrolchimiche e gasdotti inoltre aumentare il rischio di incendi
(banca dati ISPRA). Poiché la frequenza e a causa dell’aumento delle frequenza
l’intensità di questi fenomeni è destinata di fulminazioni e di incendi boschivi
ad aumentare a causa dei cambiamenti nelle aree circostanti infrastrutture ed
climatici, è probabile che gli impatti sulle attività industriali pericolose.
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Un ulteriore aspetto da prendere in assoggettati al D.lgs.59/2005 ‑ normativa
considerazione riguarda la capacità di AIA‑IPPC).
resilienza (associata ai criteri di progetto) Ulteriori informazioni, sempre parziali
ai forti venti ed alle tempeste (ivi ma rappresentative dello stato dell’arte,
compresi i detriti prodotti da questi potrebbero essere tratte dalle attività di
eventi meteorologici estremi) delle controllo degli oltre 1.100 stabilimenti a
costruzioni e delle strutture presenti negli rischio di incidente rilevante soggetti al
impianti industriali pericolosi. D.lgs.334/99, recepimento della Direttiva
In Italia, allo stato attuale, non esiste europea Seveso II; tale disposizione
ancora un riferimento univoco, specifico e prevede infatti l’obbligo per i gestori di
completo che consenta di valutare gli prendere tutte le misure idonee a
effetti dei cambiamenti climatici sulle prevenire gli incidenti rilevanti e a
infrastrutture e sulle attività industriali limitarne le conseguenze per l’uomo e per
pericolose. La criticità dello stato l’ambiente, ivi compresa l’adozione di un
conoscitivo si caratterizza per la carenza sistema di gestione della sicurezza, di cui
di studi di dettaglio degli scenari di costituisce parte integrante l’effettuazione
impatto sul territorio, per la conseguente di analisi di sicurezza, i cui esiti sono
difficoltà di analisi di rischio per il riportati in uno specifico rapporto.
sistema infrastrutturale ed industriale, Quest’ultimo è soggetto alla valutazione
nonché per l’assenza di un sistema che da parte degli organi di controllo, al fine
possa raccogliere in maniera organica e di individuare eventuali prescrizioni
sistematizzare le informazioni sulle integrative, e costituisce la base per la
problematiche, sulle buone pratiche, sulle predisposizione da parte del gestore di
opzioni disponibili a livello locale e un piano di emergenza interno
nazionale e sui relativi costi. all’impianto e, da parte delle Autorità
preposte (prefetture), di un piano di
Un quadro, sia pure parziale, potrebbe
emergenza esterno e di misure per il
essere ricavato dalla raccolta delle
controllo dell’urbanizzazione nel
informazioni sulle valutazioni preliminari
territorio circostante.
del rischio di alluvioni effettuate dalle
autorità di bacino ai sensi del D.lgs. 23 Le misure adottate dal gestore, il
febbraio 2010, n. 49, Attuazione della rapporto di sicurezza, il piano di
direttiva 2007/60/CE relativa alla emergenza interno e quello di emergenza
valutazione e alla gestione dei rischi di esterno, dovrebbero includere la
alluvioni, che prevede la considerazione considerazione degli eventi
di scenari a lungo termine determinati meteorologici, geologici e idrografici, ivi
dagli effetti dei cambiamenti climatici, compresi quelli estremi, potenziali cause
nonché la indicazione nelle mappe del esterne di eventi incidentali.
rischio di alluvioni delle potenziali Tuttavia, sia in Italia che negli altri Paesi
conseguenze negative per gli impianti che europei, questi aspetti non sono sempre
potrebbero provocare inquinamento adeguatamente affrontati nei rapporti di
incidentale (identificati con gli impianti
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Proposte di azioni di adattamento settoriali
I gestori delle infrastrutture e degli delle proiezioni sui cambiamenti
impianti industriali pericolosi devono climatici, incluso l’aggiornamento del
essere consapevoli che i cambiamenti sistema di gestione della sicurezza.
climatici costituiscono un rischio per la
Per strutture esistenti la considerazione
loro attività; i costi per l’adattamento
della loro vita utile residua e della loro
possono essere significativi, ma i costi
rilevanza orienterà la scelta delle misure
derivanti da una mancata considerazione
di adattamento verso interventi di natura
dei rischi naturali ad essi associati può
strutturale (ad es. la natura strategica e la
essere ben maggiore.
lunga vita media di talune infrastrutture
Le risposte ai cambiamenti climatici di trasporto esistenti di sostanze
devono essere quindi date, in primo pericolose può giustificare consistenti
luogo, dai gestori attraverso la interventi impiantistici, quali opere di
considerazione dei cambiamenti climatici difesa, rialzo delle parti critiche,
nella gestione dei rischi aziendali, rafforzamento degli ancoraggi, ecc.),
integrando questo tema sia nel sistema di piuttosto che verso misure di carattere
gestione della sicurezza, sia nella gestionale non strutturali, spesso meno
strategia complessiva per l’adattamento gravose dal punto di vista degli
ai cambiamenti climatici degli impianti investimenti richiesti (ad es. per
esistenti; quest’ultima deve essere un’attività di mero immagazzinamento di
articolata almeno in: prodotti pericolosi può essere sufficiente
1) valutazione delle proiezioni a livello implementare sistemi di allarme precoce
regionale dei cambiamenti climatici; e procedure di messa in sicurezza delle
2) sviluppo di una strategia di aree critiche per la loro vulnerabilità e per
adattamento; la presenza di sostanze pericolose).
3) implementazione delle misure di Per le nuove infrastrutture e i nuovi
rafforzamento della resilienza; impianti pericolosi è invece auspicabile
4) aggiornamento della valutazione e che la costruzione avvenga secondo
delle misure individuate sulla base criteri climate proof, al fine di adattarsi ai
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Pianificazione territoriale per riconducibili ai cambiamenti climatici
individuare le zone di collocazione con conseguenze sugli impianti
ottimale di nuove infrastrutture ed tecnologici pericolosi (cosiddetti
attività pericolose; eventi NaTech). L’applicazione della
• Messa in atto da parte delle Autorità valutazione ambientale di progetti
competenti di una strategia (Valutazione Impatto Ambientale –
comunicativa finalizzata a portare VIA) e piani (Valutazione Ambientale
all’attenzione dell’industria la Strategica – VAS), obbligatoria per le
necessità di mettere in atto le azioni di grandi infrastrutture di trasporto ed
adattamento riconducibili alla propria impiantistiche che utilizzano sostanze
responsabilità; ciò richiede o processi pericolosi, e di altre
preventivamente l’organizzazione, la normative di settore, quali
sistematizzazione e l’aggiornamento principalmente quella per il controllo
delle informazioni (mappe) sui rischi dei pericoli di incidenti rilevanti
naturali; (D.lgs.334/99 – Direttiva Seveso), è
• Aggiornamento ed integrazione del uno strumento fondamentale per
quadro normativo con l’introduzione valutarne la resilienza e favorire
di obblighi per i gestori di attività ed interventi di adattamento. Le norme
infrastrutture pericolose di tecniche per la redazione degli studi
riesaminare i propri sistemi di di impatto ambientale e dei rapporti
gestione della sicurezza alla luce di sicurezza, che già fanno riferimento
degli aspetti degli eventi naturali all’importanza della caratterizzazione
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Interventi non invasivi sui corsi piena, a rallentare il deflusso o a
d’acqua, anche basati sui principi ridurre l’energia delle acque mediante
dell’ingegneria naturalistica e della restituzione di spazio al fiume tramite
pratica sostenibile di uso del suolo, inondazione controllata di aree,
finalizzati a prevenire e mitigare gli gestione della vegetazione dell’alveo,
effetti degli eventi estremi: eliminazione di elementi a rischio,
riqualificazione fluviale con opere ripristino della vegetazione, opere di
mirate al miglioramento del regime ingegneria naturalistica.
idrico, alla riduzione dei picchi di
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Adattamento preventivo, consistente • Costruzione di opere di difesa
nella costruzione o adeguamento di strutturale (ad es. dighe, barriere).
infrastrutture ed attività meno
pericolose e resilienti;
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni per infrastrutture ed attività nuove ed esistenti
Azioni miste di tipo non strutturale o “soft” e infrastrutturale e tecnologico o
“grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Autorizzare nuove infrastrutture ed perdite di contenimento minori,
attività pericolose solo al di fuori di che possono però disperdere
zone che, a causa dei cambiamenti quantitativi significativi di
climatici, possono essere interessate sostanze pericolose nell’ambiente,
con maggiore frequenza o intensità l’innalzamento del sedime di
da inondazioni (aree prossime a corsi localizzazione di strutture ed
d’acqua, corpi idrici e litorali), da apparecchiature critiche, etc. ).
fenomeni di erosione o eventi • Identificazione delle aree vulnerabili
franosi, da fenomeni meteorologici (a rischio di allagamento,
estremi o da incendi boschivi. A tale fulminazioni o frana) presenti sul
riguardo dovrebbero essere emanate territorio nazionale per infrastrutture
specifiche linee guida che riportino: ed attività pericolose esistenti.
a) criteri per la predisposizione e Le aree che già storicamente sono state
l’interpretazione condivisa da interessate da questi fenomeni sono le più
parte di tutti gli stakeholder di vulnerabili e pertanto in esse dovrebbero
mappe dei rischi naturali, che essere prioritariamente messe in atto a
prendano in considerazione anche breve termine specifiche misure di
gli effetti dei cambiamenti monitoraggio e verifica, secondo linee
climatici, per quanto guida ad‑hoc che dovrebbero anche
ragionevolmente possibile ed fornire indicazioni sulle misure
evidenziando il livello di strutturali e gestionali di adattamento e
confidenza delle stime; di difesa adottabili, quali, a titolo
b) criteri per la localizzazione di esemplificativo:
nuove infrastrutture ed attività • rafforzamento dei punti di ancoraggio
industriali pericolose che tengano di serbatoi, tubazioni, e di altri
conto dei rischi naturali, recipienti contenenti sostanze
modificando, se del caso, le norme pericolose per evitare il loro
e i criteri di costruzione vigenti galleggiamento o dislocazione in caso
(l’adozione di criteri per il di inondazione;
dimensionamento – ad es. per • posizionamento di contenitori mobili
galleggiamento, per resistenza al e fusti ad una quota superiore a quella
vento ed agli urti ‑ di strutture e della massima piena stimata;
apparecchiature critiche non basati • dotazione di recinzioni e cancelli per
solo sulla resistenza al collasso, ma evitare la dispersione di contenitori
anche sulla prevenzione delle mobili e fusti in caso di allagamento;
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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• posizionamento di sale controllo e di delle forniture di elettricità, gas,
strumentazione vitali in zona sicura e vapore, riscaldamento ed idriche;
rafforzamento della loro protezione • integrazione e/o aggiornamento delle
per migliorare la resistenza agli urti pianificazioni di emergenza interna ed
da parte di detriti galleggianti o esterna con gli scenari associati ai
trascinati dal vento; rischi naturali, con particolare
• possibilità di isolamento o riguardo ai sistemi di previsione ed
interruzione in condizioni di sicurezza allarme precoce.
130
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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ENERGIA
Introduzione
Il settore energetico è un settore cambiamenti climatici a partire dalle fasi
economico particolarmente vulnerabile ai iniziali del progetto, attraverso l’utilizzo
cambiamenti climatici, come effetto, da di opportuni criteri di progettazione e
un lato, della elevata sensitività della l’adozione di misure tecnologiche
produzione e del consumo di energia specifiche. Questo vale, in particolare,
rispetto all’andamento delle temperature per le opere soggette a Valutazione di
e ai fenomeni estremi e, dall’altro, della Impatto Ambientale (VIA), per le quali gli
severità dei requisiti ai quali devono studi di impatto ambientale dovrebbero
rispondere i servizi energetici, in termini prendere obbligatoriamente in
quantitativi e qualitativi, in particolare considerazione i mutamenti prevedibili
per quanto riguarda la loro continuità. In nelle condizioni climatiche di riferimento,
Italia, come negli altri Paesi dell’Europa almeno per un periodo corrispondente
meridionale, la domanda di energia per il alla vita media dell’opera, attraverso la
raffrescamento aumenterà più di quanto definizione di un Indice di Rischio
si ridurrà la domanda di energia per il Climatico – Climate Risk Index. In questo
riscaldamento. Si prevede in particolare modo si aumenta la resilienza
un notevole incremento dei consumi dell’intervento e si promuove il “climate
elettrici nella stagione estiva, anche per il proofing” degli investimenti, auspicato
crescente utilizzo di sistemi di dalla Commissione Europea nella
condizionamento, con crescenti rischi di Strategia Europea per l’Adattamento ai
blackout. L’aumento della frequenza e Cambiamenti Climatici. Se si tiene conto
della intensità dei fenomeni in particolare del fatto che negli ultimi
meteorologici estremi influenzerà inoltre tempi la maggior parte di queste opere
la produzione e l’offerta di energia, sia da viene realizzata attraverso finanziamenti
impianti termoelettrici alimentati da fonti privati, e in alcuni casi facendo ricorso a
fossili, sia impianti alimentati da fonti finanziamenti di soggetti terzi, come
rinnovabili. fondi pensione, compagnie di
assicurazione e banche di sviluppo,
Molte infrastrutture energetiche sono risulta evidente che la garanzia della
caratterizzate da una vita media resilienza delle infrastrutture nei
abbastanza lunga (tra i 20 e i 90 anni) e confronti dei cambiamenti climatici
questo fa sì che esse siano corrisponde anche a una importante
particolarmente esposte ai cambiamenti a forma di garanzia degli investimenti
lungo termine. E’ quindi necessario che, privati.
soprattutto nel caso di infrastrutture a
lunga vita media che comportano elevati Di seguito sono presentate le azioni di
investimenti, si tenga conto dei adattamento ritenute possibili per il
131
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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settore, suddivise secondo le diverse resilienza del sistema e per il
tecnologie. Inoltre vengono indicate trasferimento del rischio del settore.
misure finalizzate ad aumentare la
Proposte di azioni di adattamento settoriali
Azioni miste di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie” e di tipo non
strutturale o “soft”
Gestione della domanda di energia per riscaldamento e raffrescamento
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
I criteri di costruzione applicati nella da rallentare l’ingresso del flusso di
nuova edilizia hanno raggiunto buoni calore dall’esterno, cioè con valori di
valori di efficienza nel risparmio attenuazione e sfasamento dell’onda
energetico per ciò che concerne l’uso del termica tali da avere il picco di
riscaldamento mentre i medesimi criteri temperatura della faccia interna della
conducono a deboli svantaggi struttura verso sera o notte. In questo
nell’utilizzo dei sistemi di raffrescamento. modo il picco può essere smaltito
Gli edifici di nuova concezione portano, aprendo le finestre (l’aria notturna è
in genere, a sostanziali risparmi più fresca) o usando al minimo
energetici nell’uso del riscaldamento, sia l’impianto di condizionamento.
esso prodotto da energia elettrica oppure Alcune soluzioni costruttive, come
da altre fonti, e a moderati aumenti della pareti o coperture ventilate o tetti e
richiesta elettrica nell’uso del coperture naturalizzati, sono
raffrescamento. consigliate in quanto possono limitare
il surriscaldamento estivo;
• Realizzare interventi di adattamento, • Prescrivere, tramite i Regolamenti
sistematici e generalizzati, del Edilizi Comunali, che gli edifici di
comparto edilizio nazionale atti alla nuova realizzazione siano “climate
riduzione dei fabbisogni di proofʺ, il che significa che le loro
climatizzazione per la stagione caratteristiche di lunga durata come
invernale e, soprattutto, per quella lʹorientamento, lʹisolamento e le
estiva. Il problema principale durante finestre dovrebbero essere certificate
il periodo estivo è lo smaltimento dei come appropriate per le condizioni
carichi termici interni. Occorre climatiche previste: questi interventi
innanzitutto limitare questi carichi in vanno inquadrati nell’ambito di una
entrata. Per far questo risulta reale applicazione delle disposizioni
indispensabile limitare l’ingresso del di legge in materia di efficienza
calore dalle parti trasparenti, energetica nelle nuove costruzioni
valutando bene efficaci sistemi di edilizie, ad oggi quasi totalmente
schermatura. Le strutture opache disapplicate.
devono poi essere progettate in modo
132
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Gestione della trasmissione e della distribuzione di energia elettrica
Gli impatti dei cambiamenti climatici questi impatti si manifesteranno, i costi
sulla trasmissione e sulla distribuzione elevati di molte misure di adattamento
della rete elettrica non sono stati fino ad (come ad esempio l’interramento dei
oggi considerati nella progettazione e cavi) rispetto ai rischi percepiti e la
nella gestione, per un complesso di cause. priorità che gli operatori assegnano
Le principali sono i tempi relativamente all’integrazione nella rete della
lunghi (dell’ordine di 50 anni) nei quali produzione da fonti rinnovabili.
Azioni a breve termine (entro il 2020):
Oltre alle misure specifiche relative alle derivanti dalle ondate di calore nel
reti elettriche, sono di interesse tutte le periodo estivo e di freddo estremo nel
misure tendenti a favorire la generazione periodo invernale.
distribuita e a limitare i picchi di
domanda.
• Promuovere lo sviluppo di microgrid,
che consentono di distribuire i rischi
derivanti dai cambiamenti climatici
non su unica infrastruttura ma su
molteplici, riuscendo quindi a isolare
maggiormente i singoli danni e
aumentando la capacità di sistemi
autonomi di produzione energetica in
caso di calamità naturale. Al tempo
stesso le microgrid sono una delle
principali azioni dʹintervento nei
progetti di “smart cities”, finalizzati
alla riduzione del livello di
dipendenza energetica delle realtà
locali;
• Promuovere i programmi di
orientamento della domanda
(“demand response programmes”) che 37
programmi finalizzati a ridurre la domanda di energia elettrica
o a spostarla da periodi di punta a periodi non di punta,
attraverso incentivi ai consumatori o con lʹuso di appositi
dispositivi tecnologici per il distacco delle utenze.
133
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
Esistono diverse misure di tipo win‑win, • Utilizzare sistemi di trasmissione
che presentano anche altri tipi di benefici flessibili in corrente alternata per
e possono essere quindi attuate rendere i sistemi più controllabili;
immediatamente e nel lungo periodo. • Installare sistemi di monitoraggio
• Interrare parte della rete al fine di per facilitare l’integrazione di fonti
ridurre gli impatti visivi e ambientali; intermittenti.
Incremento della resilienza del sistema energetico
Il sistema energetico italiano, come aumentare la resilienza del sistema.
evidenziato nella Strategia Energetica Alle aree di vulnerabilità tradizionali si
Nazionale di recente approvazione, sono aggiunte altre vulnerabilità dovute
presenta alcune vulnerabilità ad esempio al carattere intermittente
“tradizionali” derivanti dalle sue della produzione da fonti rinnovabili che,
specificità quali: una forte dipendenza in questi ultimi anni, hanno aumentato la
dalle importazioni di fonti fossili ed loro importanza relativa rispetto alle fonti
elettricità che comporta particolari tradizionali. A queste aree di
problemi rispetto alla sicurezza degli vulnerabilità, si può aggiungere quella
approvvigionamenti; costi superiori di legata alle variazioni climatiche che si
circa il 25% rispetto alla media europea. sono manifestate recentemente e che
Il sistema energetico ha risposto a queste possono essere interpretate come i segni
vulnerabilità con una serie di embrionali di quanto potrebbe accadere
contromisure che hanno contribuito ad in futuro.
Risposte
Promozione
Utilizzo di delle fonti
Sistemi di
contratti che Integrazione e rinnovabili e
Demand Side stoccaggio Liberalizzazione
prevedano sviluppo delle efficienza
Management delle fonti dei mercati
l’interrompibilità reti energetica
energetiche
Vulnerabilità del servizio
Variazione
disponibilità di
acqua di √√√ √ √ √√√
raffreddamento
degli impianti
Variazioni consumi
elettricità per √√
√√ √ √√√
raffrescamento degli
ambienti
Variabilità della
produzione da fonti √ √ √√
rinnovabili
Tabella 2: Opzioni di risposta ad alcune vulnerabilità dovute al mutamento delle condizioni climatiche già in atto
134
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Il sistema energetico sembra essere più energetico e a introdurne delle nuove.
vulnerabile rispetto agli eventi estremi Alcune delle contromisure fin qui
piuttosto che rispetto ad un graduale adottate per ridurre la vulnerabilità
cambiamento del clima, in quanto “tradizionale” del sistema energetico
quest’ultimo consente un adattamento nel rispetto all’approvvigionamento delle
tempo che invece non è consentito dal fonti primarie sembrano avere un effetto
verificarsi di eventi estremi che positivo ai fini dell’aumento della
potrebbero avere, tra l’altro, un aumento resilienza del sistema nei confronti dei
della loro frequenza e intensità. Gli cambiamenti climatici e sono pertanto
impatti di probabili cambiamenti individuate come azioni di adattamento
climatici andrebbero a esacerbare alcune prioritarie.
vulnerabilità tradizionali del sistema
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Diversificare le fonti primarie; • Integrare e sviluppare le reti,
• Promuovere le fonti rinnovabili e • Utilizzare contratti che prevedano
l’efficienza energetica; l’interrompibilità del servizio;
• Demand side management, ovvero • Sostenere l’evoluzione in corso da un
modificare la domanda dei sistema centralizzato a uno
consumatori di energia attraverso vari distribuito, nel quale ogni utente,
metodi quali incentivi finanziari e potenzialmente, sia al tempo stesso
campagne educative; produttore e consumatore, al fine di
• Utilizzare sistemi di stoccaggio ridurre la vulnerabilità della rete
dell’energia, elettrica.
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Ruolo del sistema assicurativo
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Promuovere per i gestori di impianti, essere trasferiti da un operatore di
in particolare quelli come le centrali centrale elettrica a un cosiddetto off‑
termoelettriche che richiedono taker o toiler, un intermediario
investimenti elevati, la gestione dei finanziario che può anche decidere
rischi (compresi quelli legati ai quando intraprendere investimenti.
cambiamenti climatici) attraverso Tuttavia anche questa opzione di
lʹapertura di un conto assicurativo. Si adattamento risulta spesso
tratta di un’opzione di trasferimento problematica dal momento che le
del rischio di particolare interesse per società di assicurazione sono spesso in
società che gestiscono un ampio difficoltà nel valutare i rischi dei
portafoglio di centrali elettriche, che cambiamenti climatici e possono
possono in questo modo far sì che i essere indotte dall’elevata incertezza a
rischi siano condivisi allʹinterno di tale rifiutarsi di assicurare una specifica
portafoglio. I rischi possono inoltre infrastruttura, a meno che il gestore
135
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Azioni di tipo strutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Sostituire i sistemi di raffreddamento al fine di ridurre la
raffreddamento a ciclo aperto con vulnerabilità degli impianti
sistemi a ciclo chiuso, e dotarli di termoelettrici all’aumento delle
raffreddatori ad aria o di pompe temperature e alla riduzione delle
addizionali, oppure di torri di portate dei corpi fluviali.
136
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Al momento questi investimenti sono nel 2011) per la crescita dei contributi
ancora abbastanza rari poiché i costi degli impianti a ciclo combinato e di
relativi sarebbero superiori al mancato quelli alimentati da fonti rinnovabili.
reddito legato ad un eventuale calo della Quindi, in presenza di un eccesso di
produzione; eventuali azioni dovranno capacità produttiva, un’uscita del servizio
essere implementate in piena coerenza da parte di un impianto potrebbe essere
con il regime di mercato nell’ambito del compensata utilizzando un’unità
quale tali impianti vengono operati. Nella momentaneamente fuori servizio o in
situazione italiana, peraltro, il ruolo degli funzionamento a carico ridotto (tenendo
impianti termoelettrici tradizionali a ovviamente conto anche dei flussi zonali
vapore rispetto al soddisfacimento della tra le varie parti del sistema di
domanda di energia elettrica è in trasmissione nazionale).
continuo calo (dal 48,7% nel 2000 al 17,3%
Azioni di adattamento per la produzione da fonti rinnovabili
Energia idroelettrica
Per l’energia idroelettrica i principali per ottimizzare la gestione delle risorse
fattori di impatto sono relativi ai idroelettriche presenta aspetti di notevole
cambiamenti nella copertura glaciale, nei complessità, che possono essere affrontati
regimi delle precipitazioni e alle relative mediante l’uso di strumenti modellistici
modifiche nelle disponibilità idriche. La multidisciplinari.
predisposizione di azioni a lungo termine
Azioni di tipo strutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve (entro il 2020) e lungo termine (oltre il 2020):
• Aumentare la disponibilità di stagionali;
sistemi di monitoraggio meteo che • Rafforzare il controllo/monitoraggio
permettano di conoscere della variabilità dell’apporto d’acqua
tempestivamente l’andamento lungo l’arco dell’anno al fine di
dell’offerta di energia idroelettrica e tutelare le condizioni ecologiche del
che forniscano informazioni utili a corso d’acqua ed evitare i conflitti
tutti i gestori delle risorse idriche, legati agli altri usi della risorsa, in
nella prospettiva di un aumento della particolare quelli agricoli.
frequenza di eventi estremi e di
alterazioni climatiche rispetto ai trend
Azioni miste di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie” e di tipo non
strutturale o “soft”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Supportare gli accordi e le azioni nella gestione delle acque e degli
concertate tra i soggetti interessati invasi (autorità di bacino, agricoltori
137
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Altre energie rinnovabili
Gli impatti attesi per gli impianti eolici, determinanti né nelle azioni a lungo
quelli alimentati a biomassa e quelli termine, né nella gestione ordinaria di
fotovoltaici sono valutati di entità questi impianti.
talmente ridotta, che essi non risultano
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Investire in sistemi di produce elettricità per il carico di
raffreddamento più efficaci in fase di base, un’elevata frequenza di ondate
progettazione degli impianti a di calore può comportare riduzioni
biomassa. Infatti, per tale impanto che significative della produzione;
138
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CASI SPECIALI
AREA ALPINA E APPENNINICA
Introduzione
Il riscaldamento dellʹaria alpina italiana considerevole del run‑off invernale con
negli ultimi trentʹanni è stato conseguenze in termini di rischio
particolarmente elevato con valori pari a idrogeologico e di disponibilità delle
tre volte la media globale dellʹemisfero risorse idriche. Si prevede inoltre un
Nord. Anche il regime delle incremento del rischio glaciale in quanto
precipitazioni ha subito delle modifiche, aree finora sostanzialmente stabili
consistenti in una tendenza alla diventeranno gradualmente più soggette
diminuzione dei giorni piovosi e in un a maggiore rischio di eventi quali crolli,
incremento degli eventi piovosi intensi. I frane e smottamenti. Anche per quanto
principali modelli climatici prevedono riguarda gli incendi boschivi, sulla
per i prossimi decenni catena alpina è atteso un aumento della
un’intensificazione delle tendenze finora frequenza delle condizioni favorevoli
evidenziate che indurranno importanti allo sviluppo di incendi a causa delle
effetti nelle caratteristiche climatiche, variazioni appena citate di temperatura
idrologiche, morfologiche e e precipitazione (generale aumento di
paesaggistiche delle aree montane temperatura e diminuzione di
italiane. Gli impatti dei cambiamenti precipitazioni estive) le quali,
climatici sulle aree montane riguardano unitamente al vento ed alla scarsa
principalmente ritiro dei ghiacciai e umidità del suolo, costituiscono le
riduzione della loro massa, riduzione variabili meteorologiche considerate
della copertura nevosa a bassa quota e responsabili delle situazioni ad elevato
progressivo riscaldamento del rischio di incendio. È molto probabile
permafrost e approfondimento dello che nei prossimi decenni gli impatti dei
strato attivo. La diminuzione delle cambiamenti climatici finora osservati
precipitazioni estive e l’incremento delle nei sistemi montani incrementino la loro
precipitazioni invernali ‑ sempre più magnitudine. Le aree montane, oltre ad
sotto forma di pioggia e non di neve ‑ essere di critica importanza a livello
assieme allʹaccelerazione dei processi di socio‑economico ed ecologico per lʹintera
scioglimento della criosfera, nazione, sono già di per sé vulnerabili a
provocheranno modifiche significative una vasta gamma di pericoli naturali,
nel regime idrologico montano, pressioni antropiche e ambientali, oltre
consistenti in una diminuzione del run‑ ad essere interessati da innumerevoli
off estivo e soprattutto in un aumento conflitti d’interessi tra stakeholder. Per tale
139
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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38
CLISP:http://www.clisp.eu/content/sites/default/files/CLISP_
Strategic_Recommendations_italian.pdf
140
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Proposta di azioni di adattamento relative alle risorse idriche
Nel quadro di una strategia parziale di materia di collaborazione e scambio dati
adattamento della gestione delle acque di monitoraggio delle risorse idriche fra
montane, bisogna considerare la Paesi limitrofi, nella raccolta,
complessità dei bacini idrografici armonizzazione e analisi degli stessi.
montani in termini di dinamica ma anche Inoltre, nell’ambito di AdaptAlp sono
in tipo e numero di utilizzatori e fruitori stati proposti e analizzati nuovi approcci
della risorsa. A ciò bisogna aggiungere metodologici per la valutazione delle
che il contributo dei sistemi idrici conseguenze dei mutamenti climatici
montani e soprattutto quello dellʹarco sulle risorse idriche alpine, e delineate
alpino sono fondamentali per assicurare campi di attuazione strategici per la
la fornitura di risorse idriche allʹintera gestione condivisa delle risorse idriche
nazione: il solo fiume Po è responsabile alpine. Da quanto emerso in queste e altre
di circa il 53% del volume di deflusso iniziative sulle implicazioni dei
totale dell’Italia. Questo fa sì che sia cambiamenti climatici nelle risorse
imprescindibile una gestione condivisa idriche in ambito montano, sono stati
della risorsa anche a livello delle identificati alcuni dei principali campi
politiche di adattamento, al fine di d’azione che denotano maggiori necessità
ridurre al minimo i possibili conflitti d’intervento in termini di adattamento
dʹinteresse tra i molteplici settori del settore in aree montane.
interessati. Da monte a valle ogni azione
considerata in materia di adattamento in
un punto avrà delle conseguenze altrove
e perciò le decisioni devono essere,
come fattore chiave del processo di
adattamento, prese con il coinvolgimento
dei diversi attori competenti nella
gestione della risorsa. Una speciale
attenzione merita il progetto AdaptAlp39
per quanto svolto sulle implicazioni dei
cambiamenti climatici nel regime delle
acque alpine. In particolare, bisogna
rilevare gli importanti sforzi realizzati in
39
Il progetto AdaptAlp (http://www.adaptalp.org/) mira a
migliorare lʹinformazione in riguardo ai cambiamenti climatici,
specialmente a livello regionale, e ad analizzare i differenti
metodi di valutazione, mappatura e gestione del rischio nello
spazio alpino. Le attività di progetto si concentrano
sullʹidentificazione dei migliori metodi e sul trasferimento
delle buone pratiche delle misure di adattamento ai
cambiamenti climatici nelle aree pilota.
141
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Favorire il sistema di comprensione in atto e futuri (specialmente in
globale nella gestione delle acque periodi di magra e in concomitanza
montane, incrementando gli sforzi eventi climatici estremi);
nellʹambito della ricerca e • Verificare le basi legali riguardanti
collaborazione tra regioni montane, l’immissione dell’acqua di
per ridurre le lacune conoscitive raffreddamento delle fabbriche e
rilevanti e le incertezze sugli impatti impianti termoelettrici in aree
dei cambiamenti climatici sul ciclo montane ;
idrologico e sulla qualità delle acque • Estendere gli attuali strumenti di
montane (ad es. raffinamento degli monitoraggio e controllo della
scenari climatici su base regionale a qualità delle risorse idriche per
un elevato livello di downscaling, ampliare la caratterizzazione
integrazione delle considerazioni dettagliata delle acque montane e
riguardanti le interazioni reciproche intensificare gli attuali sistemi di
tra il comparto atmosferico/climatico sorveglianza, oltre ad assicurare il
e fluviale nella valutazione degli monitoraggio e valutazione
impatti dei cambiamenti climatici nel approfondita della vulnerabilità
sistema idrologico montano, locale al rischio naturale con uno
approfondimento sulle correlazioni sguardo complessivo del sistema
tra i cambiamenti climatici e qualità fluviale e non solo in relazione ad
delle acque per balneazione); aree isolate (ad es. approccio svolto
• Estendere e rinforzare i già esistenti nel progetto AdaptAlp, progetto
strumenti di negoziazione, percorsi SLIMAS40 e EULAKES41);
partecipativi, e strumenti di tutela e • Rinforzare e revisionare gli attuali
gestione delle acque disponibili a sistemi di regolazione dei livelli dei
livello nazionale e specificamente in laghi e invasi montani per assicurare
aree montane, con particolare una maggiore protezione e
riguardo alle sfide che emergono dai adeguamento ai mutamenti climatici
cambiamenti climatici (ad es. in corso e futuri (assicurare
potenziare lo scambio interregionale lʹequilibrio delle portate specialmente
di dati di monitoraggio e altri in periodi critici e ulteriore revisione
informazioni rilevanti); dei regolamenti in vigore);
• Assicurare la progressiva conformità
alla normativa in materia del
40
Il progetto SILMAS (Sustainable Instruments for Lakes
Management in the Alpine Space) (www.silmas.eu) ha lo
deflusso minimo vitale e gli scopo di facilitare il dialogo tra differenti istituzioni coinvolte
standard di qualità delle acque nella gestione dei laghi Alpini.
41
Il progetto EULAKES (European Lakes Under
superficiali in conformità alla Environmental Stressors) (www.eulakes.eu) per lo studio di
Direttiva Quadro delle Acque, impatto dei cambiamenti climatici sui laghi alpini e le buone
pratiche di gestione.
considerando i mutamenti climatici
142
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020): analisi dei dati meteo‑climatici per
• Ottimizzare le riserve idriche ridurre le incertezze sulle previsioni a
disponibili (ad es. adeguamento medio ‑ lungo termine (ad es. analisi ,
dellʹofferta, irrigazione efficiente, trend e diagnosi precoce);
agricoltura conservativa per • Rinforzare gli attuali sistemi di
incrementare la capacità monitoraggio della risorsa ad alta
dʹimmagazzinamento di acqua, quota (specialmente dellʹacqua
ottimizzazione dei sistemi di immagazzinata nel manto nevoso sia
distribuzione, potenziare sistemi di tramite reti di osservazione a terra, sia
raccolta dʹacqua a scopi tramite strumenti modellistici
dʹinnevamento); opportunamente calibrati).
• Rinforzare gli attuali modelli di
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020): ruolo nella modulazione e
• Potenziare le misure di regolazione dei processi e funzioni
conservazione e ripristino biogeochimiche (ciclo dei nutrienti e
dell’integrità ecologica delle fasce inquinanti).
laterali dei fiumi in difesa del loro
143
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020): individuando e coinvolgendo gli
• Intensificare la ricerca e gli sforzi interlocutori regionali e nazionali
per ridurre le incertezze sugli della Pianificazione Urbanistica e del
impatti dei cambiamenti climatici Territorio e del Settore Veterinario e
sugli ecosistemi e la biodiversità, Agricolo;
identificando le lacune conoscitive, • Migliorare la caratterizzazione dei
(ad es. raccogliere le informazioni micro‑aggiustamenti climatici, zone
scientifiche sulla soglia di tolleranza di rifugio e gradienti delle variabili
e sulla capacità adattativa delle climatiche a una scala ragionevole;
specie di alta quota) e incentivando il • Ridimensionare se necessario le
processo di condivisione dei dati (ad politiche forestali e di prevenzione
es. progetto GLORIA,42 PhenoAlp,43 e lotta contro gli incendi boschivi
LTER‑Italia44); montani in funzione dei rischi indotti
• Integrare l’adattamento ai dai cambiamenti climatici (ad es.
cambiamenti climatici nei piani e rafforzare la cooperazione transalpina
programmi di pianificazione, e tra regioni e la solidarietà tra gli Stati
gestione e protezione della Membri dell’arco alpino sia in fase di
biodiversità disponibili per le aree prevenzione sia in fase di estinzione,
montane (ad es.. Piani di gestione dei grazie allo sviluppo di sinergie ed alla
siti della Rete Natura 2000, condivisione delle migliori pratiche,
Convenzione sulla Diversità Biologica per mezzo di accordi che favoriscano
CBD, 200845) ; la flessibilità, la mobilità di mezzi e
• Promuovere lo scambio l’operatività nella lotta antincendio
d’informazione e la collaborazione nelle regioni transfrontaliere,
tra organismi competenti nel settore potenziare le attività di addestramento
della biodiversità montana, congiunto a supporto della
cooperazione tra paesi diversi, al fine
di condividere le risorse in modo
42
Il progetto internazionale GLORIA (Global Observation sicuro ed efficace e condividere le
Initiative in Alpin Environments) (http://www.gloria.ac.at/) si
pone lʹobiettivo di documentare le trasformazioni delle linee guida di gestione degli incendi
condizioni della biodiversità e della vegetazione causate dai
cambiamenti climatici negli ecosistemi di alta montagna,
boschivi, creazione di sistemi di allerta
attraverso la raccolta dati di monitoraggio dellʹevoluzione omogenei e condivisi); 46
degli ecosistemi ad alta quota.
• Rafforzare e reindirizzare se
43
Il progetto PhenoAlp (http://www.phenoalp.eu) ha lo
scopo di migliorare la comprensione delle variazioni necessario gli attuali piani di
fenologiche indotte dai cambiamenti climatici nelle Alpi. monitoraggio e controllo delle specie
44
la rete Italiana per la ricerca ecologica a lungo termine
(LTER‑Italia, http://www.lteritalia.it/ ) è una rete di ricercatori vulnerabili, specie esotiche, agenti
e tecnici che operano nel campo della ricerca ecologica a lungo infestanti e qualità delle acque
termine sugli ecosistemi terrestri, di acqua dolce, di
transizione e marini, sulla base di siti permanenti gestiti da considerando i cambiamenti indotti
enti italiani sul territorio nazionale ed extranazionale.
45
Convention on Biological Diversity, CBD
46
(http://www.cbd.int). Alp Ffirs: http://www.alpffirs.eu/
144
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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sviluppo turistico
(http://www.cbd.int/doc/publications/tou‑gdl‑en.pdf) sono
una proposta metodologico promossa dalla CBD con lo
scopo rendere la gestione del settore turistico e la
biodiversità più compatibili tra di loro, e coinvolgere il
settore privato e autorità locali nella promozione di
infrastrutture e strategie di pianificazione del territorio in
armonia con i principi di conservazione della biodiversità
biologica.
49 La rete RIBES, Rete Italiana Banche del Germoplasma per la
conservazione “ex situ” della flora spontanea Italiana
(http://www.reteribes.it/).
145
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Rafforzare le reti di monitoraggio perimetrazione delle aree protette
ecologico a lungo termine già montane, specialmente quelle ad alta
esistenti (ad es. garantire le quota, per riadattarle agli ulteriori
osservazioni a lungo termine uniche spostamenti/risalite delle specie
in grado di cogliere effettivamente le animali e vegetali;
complesse relazioni fra condizioni • Potenziare l’ampliamento delle
meteo‑climatiche e funzionamento banche genetiche e di germoplasma.
degli ecosistemi)
• Eventualmente rivedere la
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Limitare la frammentazione degli
habitat montani.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Assicurare la connettività delle specie delle foreste alpine e di
progressiva delle aree protette entro formulazione d’indirizzi per la
le zone montane e tra le Alpi e gli gestione sostenibile degli invasi e
Appennini (ad es. la rete del zone umide alpine e appenniniche, e
progetto E‑connect50e ALPARC51 di il progetto Life TIB 53 di
connessione tra aree alpine) con miglioramento della connessione
speciale attenzione alla gestione ecologica nella valle del Ticino).
degli ecosistemi forestali
montani per la salvaguarda dei loro
ruoli ambientali e protettivi (ad es. il
progetto MANFRED52 di mappatura
50
Il progetto ECONNECT
(http://www.econnectproject.eu/cms/) mira allʹincremento
della connettività ecologica in tutta la catena alpina e la
Convenzione delle Alpi è direttamente coinvolta nel progetto,
insieme ad istituzioni scientifiche e partner locali. Tutti questi
enti hanno unito le loro forze non solo per dimostrare la
necessità della connettività nel territorio alpino, ma anche per
vagliare le migliori ipotesi per garantire un’azione coordinata
di sviluppo di sistemi innovativi al fine di promuovere la
connettività ecologica.
51 La rete ALPARC (http://it.alparc.org/la‑rete‑
alparc/nostri‑obiettivi) di scambi di best practice è stata
promossa dalla Convenzione delle Alpi con l’obiettivo
principale di favorire e sostenere gli scambi di esperienze, sulle principali specie forestali dell’arco alpino in riferimento a
tecniche e di buone pratiche tra i gestori delle aree protette differenti tipologie di rischio, e di definire possibili strategie
alpine, su tutte le tematiche comuni. gestionali per l’adattamento al cambiamento e il
52 Il progetto MANFRED ‑ Management strategies to adapt mantenimento delle funzioni espletate dal bosco, in
Alpine Space forests to climate change risks – collaborazione con gli Enti locali che operano sul territorio.
(http://www.manfredproject.eu/)è sviluppato all’interno del 53 Il progetto life TIB (http://www.lifetib.it) è volto al
Proposta di azioni di adattamento relative ai rischi naturali
Nelle aree alpine e appenniniche possono reagire in maniera sinergica a
italiane i pericoli naturali hanno determinati eventi meteorologici
storicamente avuto una rilevanza e una (ondate di calore o piogge intense ), la
portata notevole, poiché in molti luoghi standardizzazione della gestione dei
rappresentano una delle minacce più rischi naturali in modo integrato e
reali per la vita dell’uomo, lʹintegrità interdisciplinare (ad es. definizione di
delle infrastrutture e beni materiali. Il una metodologia/protocollo comune di
pericolo esistente viene reso più acuto calcolo di rischio integrato) è diventata
dalla costruzione di infrastrutture una priorità nelle strategie di
(soprattutto turistiche), dall’espansione adattamento della maggior parte dei
degli insediamenti in zone a rischio e paesi alpini. A tale riguardo, quelli che
dalle implicazioni dei mutamenti seguono sono fattori decisivi da
climatici sui principali rischi naturali. integrare per la stesura di mirate misure
Poiché gran parte di questi rischi di adattamento.
(principalmente glaciali e idrogeologici)
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Revisionare e aggiornare in maniera • Integrare l’adattamento nella
continua la cartografia di rischio pianificazione territoriale (ad es.
delle aree montane italiane assicurare l’adeguamento della
considerando le implicazioni future pianificazione territoriale integrale
dei cambiamenti climatici (ad es. in aree montane alle norme di
potenziare i meccanismi di gestione salvaguardia dettate dai diversi Piani
strategica dei rischi naturali nelle di bacino, e in conformità a scenari
aree montane e ricalcolare le aree a futuri appropriati);
rischio se necessario attraverso • Adeguare gli attuali strumenti di
analisi multi ‑ rischio, identificare le allerta, pre‑allerta e gestione delle
aree a maggiore criticità per l’azione emergenze, a fronte dellʹaumento di
combinata di rischi naturali correlati frequenza di eventi idrogeologici
ai cambiamenti climatici e non), pericolosi;
valutando, armonizzando e • Ridurre le incertezze sui rischi
migliorando i differenti metodi di maggiori, sui potenziali impatti e
mappatura, prevenzione e gestione sulle previsioni future derivate
del rischio in aree montane (ad es. dallʹaumento del rischio glaciale;
di particolare interesse è l’approccio • Rafforzare lʹattuale rete di
integrato applicato nell’ambito del monitoraggio e di valutazione dei
progetto AdaptAlp per la gestione dei rischi naturali ed eventi estremi
rischi naturali nello spazio aree nella pianificazione territoriale,
alpine);
147
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni miste di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”e basate su un
approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Garantire lo spazio necessario nelle • Analizzare e aggiornare se
sponde dei corsi d’acqua, e limitare necessario i sistemi di protezione
gli usi del suolo che lo esistenti considerando la mutevole
impermeabilizzino, per situazione dei pericoli, privilegiando
salvaguardare la capacità naturale lʹuso di sistemi di protezione naturali
delle sponde di laminare i deflussi di nelle opere di protezione
piena e a ritenzione idrica del suolo; supplementari ove necessarie.
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Promuovere il recupero di zone corretta manutenzione delle sponde e
agricole montane terrazzate e di opere idrauliche.
versante in disuso e assicurare una
Proposta di azioni di adattamento relative al degrado del suolo e
del territorio
A causa delle incertezze e lacune adattamento indirizzate alle aree
conoscitive riguardanti lʹinfluenza dei montane dovranno essere
cambiamenti climatici sullʹincremento principalmente volte a incrementare gli
dei fenomeni erosivi e di degrado del sforzi dal punto di vista della ricerca,
suolo e del territorio, le misure di in modo da coprire le lacune esistenti:
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Promuovere e coordinare iniziative criosfera (ghiacciai, permafrost e nevi
di ricerca per coprire le lacune perenni) nelle diverse tipologie di
conoscitive sui fattori indotti da i erosione idrica del suolo (ad es.
cambiamenti climatici che possano come proposto nelle conclusione del
indurre incrementi dellʹerosione progetto PERMAnet , integrando le 55
56
PermafrostDatabase: http://www.alpine‑permafrostdata.eu/
150
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Promuovere iniziative di ricerca di comunità vegetali sullʹincremento
sullʹinfluenza della prevista del rischio di degrado dei suoli
modifica nella distribuzione e tipo montani.
Proposta di azioni di adattamento relative alla qualità dellʹaria
Parallelamente ai notevoli sforzi e dellʹozono troposferico e il particolato
iniziative delle regioni montane in fine o PM10. Sebbene i meccanismi
termini di controllo, monitoraggio e dʹinfluenza delle variabili climatiche
riduzione delle emissioni atmosferiche sulla dinamica degli inquinanti e gli
di gas clima‑alteranti (specialmente scenari futuri della loro evoluzione
nellʹambito della Convenzione delle necessitino ancora di ulteriori
Alpi, e in particolare per quanto approfondimenti, il probabile
proposto nel protocollo di salvaguardia incremento di episodi gravi
della qualità dell’aria, “al fine di ridurre dʹinquinamento atmosferico indotti dalle
drasticamente le emissioni inquinanti e i mutevoli condizioni meteo‑climatiche
loro effetti negativi nella regione alpina, rende necessario, seguendo il principio
nonché la trasmissione di sostanze di precauzione, adottare misure
inquinanti provenienti dallʹesterno, ad un preventive di adattamento per la
livello che non sia nocivo per lʹuomo, la riduzione e il controllo degli inquinanti
fauna e la flora”), nel quadro della futura atmosferici in aree montane. Inoltre,
Strategia nazionale di adattamento bisogna considerare che nella
dovranno essere adottate mirate azioni bibliografia esistente, compresi i diversi
per lʹadattamento degli strumenti di progetti e report prodotti da organismi
gestione e tutela della qualità dellʹaria di istituzionali e agenzie ambientali a
fronte alle sfide emergenti. La modifica livello europeo sulle implicazioni dei
di certe variabili climatiche come cambiamenti climatici nelle aree
conseguenza dei cambiamenti climatici montane, si è prestata poca attenzione
globali sta infatti condizionando alle loro possibili implicazioni sulla
l’incremento delle concentrazioni in qualità dellʹaria. A tale riguardo, i
atmosfera di alcuni inquinanti secondari seguenti ambiti dʹintervento dovranno
attraverso la stimolazione della loro essere considerati come prioritari.
formazione, e la diminuzione dei
processi di dilavamento, in particolare
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Intensificare le iniziative di ricerca atmosferico, specialmente per quel
per colmare le lacune conoscitive che riguarda lʹinfluenza sui processi
sulle implicazioni dei cambiamenti di formazione e dilavamento degli
climatici nellʹinquinamento inquinanti secondari (e in particolare
151
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Incoraggiare la progettazione di lʹutilizzo del mezzo privato (ad es.
nuovi sistemi di trasporto pubblico a incentivare l’uso del trasporto
basse emissioni nelle aree montane pubblico e car pooling oltre che
con particolare attenzione ai siti di lʹutilizzo della bicicletta nei centri
grande affluenza turistica e allargare abitati attraverso sistemi di bike
l’attuale rete di trasporti pubblici sharing);
nelle aree montane riducendo • Promuovere il miglioramento
152
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Promuovere una gestione sostenibile limitando i processi di
dei suoli montani in considerazione antropizzazione e salvaguardando gli
al loro ruolo nell’assorbimento di ecosistemi edafici per potenziare i
carbonio e deposizione/rimozione di beni e servizi da loro forniti.
altri inquinanti atmosferici,
Proposta di azioni di adattamento relative al turismo
È opinione condivisa che il settore meta turistica interessante in tutte le
turistico montano, e soprattutto quello stagioni dell’anno, incrementando il loro
invernale, sarà uno dei comparti socio‑ potenziale turistico anche in carenza di
economici più vulnerabili agli effetti dei neve, è da ritenersi un obiettivo
cambiamenti climatici nei prossimi prioritario nel processo di adattamento
decenni. Nella definizione di possibili del settore turistico montano.
misure di adattamento per il settore, è Di seguito si elencano le principali
stata una priorità la definizione misure individuate per l’adattamento del
d’incentivi e processi autorizzativi per settore turistico montano, mentre lo
ridurre la vulnerabilità e aumentare la sviluppo delle stesse è stato riportato
resilienza del settore alle nuove sfide nel capitolo sul Turismo al quale si
climatiche. In particolare, è stata rimanda per completare l’analisi di
considerata come linee dʹintervento questo settore.
prioritarie la riduzione delle incertezze
sugli impatti dei cambiamenti climatici a
una scala adeguata allʹelevata
eterogeneità territoriale, e quindi micro‑
climatica, del territorio montano
nazionale. Come evidenziato nel progetto
della Convenzione delle Alpi
ClimAlpTour , rendere i centri alpini
57
57
Il progetto europeo di cooperazione territoriale
ClimAlpTour‑Climate Change and its Impacts on Tourism in
the Alpine Space – (http://www.climalptour.eu/content/) si
pone come obiettivo quello di conoscere e valutare gli effetti
ambientali, economici e sociali dei cambiamenti climatici sulle assicurare uno sviluppo equilibrato del turismo alpino a livello
attività turistiche al fine di prevedere strategie appropriate ad nazionale, regionale e locale.
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Diversificare lʹofferta turistica flussi turistici e i bilanci di fatturato
invernale, aumentando la fruibilità dei comprensori sciistici delle aree
dei territori montani per forme di montane italiane;
sport invernali a minor impatto • Verificare ed eventualmente
ambientale (quali sci di fondo, sci aggiornare i processi autorizzativi e
escursionismo, escursioni di governo del territorio riguardo ai
naturalistiche con ciaspole, etc); cambiamenti climatici in atto e futuri
• Potenziare la diversificazione (ad es. sanzionare il depauperamento
dell’offerta turistica nelle aree del patrimonio idrico montano e
montane oltre al turismo invernale opera dei privati quando viene
coinvolgendo il settore privato nelle utilizzato per la produzione di neve
iniziative di adattamento (ad es. artificiale, compromettendo così
vincolare i pareri favorevoli nella lʹassetto idrogeologico di intere zone
valutazione di progetti di montane);
infrastrutture solo nelle situazioni in • Ridurre le incertezze concernenti gli
cui venga garantita la fruizione tutto impatti dei cambiamenti climatici
lʹanno o orientare i contributi pubblici nel settore turistico invernale;
alle stazioni sciistiche verso • Incentivare iniziative di analisi
comprensori che garantiscano attività costi‑benefici dei comprensori
e apertura degli impianti anche nella sciistici alpini e appenninici;
stagione estiva); • Rivedere e rinforzare se necessario
• Rafforzare lo scambio esperienziale gli attuali sistemi emergenziali e di
e di “buone pratiche” tra regioni e evacuazione veloce considerando
paesi frontalieri; l’incremento delle circostanze
• Promuovere misure volte ad adattare climatiche avverse e calamità
l’apertura e la durata della stagione naturali;
invernale all’effettiva disponibilità • Favorire, anche orientando la
di neve; programmazione dei contributi
• Irrobustire gli attuali sistemi di europei, iniziative che promuovano
monitoraggio e previsionali; la montagna e le diverse modalità di
• Ridurre le lacune conoscitive sui fruizione, in tutte le stagioni.
Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Aggiornare l’attuale cartografia • Promuovere l’implementazione
dettagliata dei rischi naturali nei siti dʹinnovazioni tecniche di
di frequentazione turistica in adeguamento e rivitalizzazione degli
considerazione alle implicazioni dei impianti sciistici laddove fattibile e
cambiamenti climatici; redditizio (ad es. utilizzo di dry slopes
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Azioni basate su un approccio ecosistemico o “verdi”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Assicurare la riduzione dei rischi tecniche di protezione dell’uomo e dei
naturali montani correlati ai beni, privilegiando l’adeguamento
cambiamenti climatici nel settore delle infrastrutture già esistenti e
turistico (ad es. infrastrutture l’impiego di misure protettive con un
turistiche, compressori sciistici, ed approccio ecosistemico (ad es.
altri hot spot turistici montani) rimboschimento).
attraverso l’adozione di misure
Proposta di azioni di adattamento relative alla salute umana
Il settore socio‑sanitario risentirà in allergiche legate all’aumento di rilascio
diversi modi degli effetti dei dei pollini. Infine, la popolazione potrà
cambiamenti climatici nelle aree risentire dell’aumento della frequenza
montane. I mutamenti del clima possono delle ondate di calore, anche a causa
portare a un aumento dei danni alle della maggiore consistenza numerica
persone a causa di una maggiore delle classi anziane, le più vulnerabili
frequenza e intensità degli eventi allo stress termico. Di seguito vengono
climatici estremi e il conseguente elencate le più importanti misure di
incremento di altri rischi naturali. adattamento del settore socio‑sanitario
Inoltre, i cambiamenti climatici possono montano ai cambiamenti climatici.
portare a un incremento della
prevalenza e intensità di patologie
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Rafforzare la programmazione dei nell’ambito della prevenzione e
servizi sanitari considerando le controllo, ridimensionandoli se
implicazioni della maggior necessario in funzione dei mutamenti
frequenza e intensità delle ondate di climatici (ad es. intensificare gli sforzi
calore estive e i diversi rischi nella rete di controllo delle malattie
alluvionali e glaciali (ad es. rare, e nel piano di prevenzione
revisionare la programmazione dei veterinaria);
servizi sanitari, risorse umane e • Potenziare, secondo il tipo di
bilanci in vista dellʹincremento in rischio, l’applicazione dei sistemi di
frequenza e intensità degli eventi allerta esistenti (early warning
portatori di rischio in aree montane); system) oltre alle ondate di calore,
• Ampliare gli sforzi e le risorse anche agli altri rischi montani
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Ampliare gli attuali sistemi di e vettori) che considerino i
controllo e monitoraggio cambiamenti nelle condizioni
epidemiologico attraverso lo climatiche (temperatura,
sviluppo di modelli di diffusione precipitazioni, umidità, insolazione,
delle patologie rilevanti (resistenza e etc.) e dopo eventi climatici estremi
capacità di adattamento dei patogeni (alluvioni, piogge intense, etc.).
Proposta di azioni di adattamento relative all’agricoltura
La produttività dei sistemi agricoli è quest’ultimo può spingerli a soluzioni
criticamente dipendente da diversi fattori, gestionali e d’investimento che non sono
tra cui le condizioni climatiche, la volte a preservare la stabilità di lungo
distribuzione spaziale e temporale delle periodo degli ecosistemi in cui operano o
precipitazioni, il tasso di evaporazione e che, addirittura, li spingono ad
la disponibilità di risorse idriche per abbandonarli. Se, quindi, è in atto un
lʹirrigazione. In generale, gli effetti dei cambiamento dello scenario climatico nel
cambiamenti climatici sulla produttività quale gli agricoltori hanno costruito la
agricola possono essere riassunti come il loro esperienza professionale di
risultato delle interazioni tra la pianificazione nell’uso delle risorse, è
variazione della concentrazione di CO2, la necessario che essi imparino a conoscerne
variazione della lunghezza della stagione gli elementi fondamentali e che possano
di crescita, la disponibilità di risorse dotarsi di strumenti e capacità tecniche
idriche, e la diffusione o proliferazione di adeguate. Il monitoraggio dell’instabilità
parassiti e malattie. In questo quadro vi di alcuni fenomeni meteorologici e la
è un effetto di aumento dell’incertezza consapevolezza che questa va evolvendo
sugli equilibri climatici che ostacola le verso un nuovo assetto climatico potrà
pianificazioni agricole. La natura aiutarli a modificare, su scala locale, la
dell’agricoltura è, infatti, la gestione pianificazione delle loro azioni e dei loro
delle risorse naturali dato il quadro investimenti annuali.
climatico in cui si opera e l’instabilità Il riscaldamento globale può influenzare
che gli agricoltori possono percepire su la produzione agricola in modo molto
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Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Ridurre le incertezze sui rischi sulle pressioni future in relazione
maggiori, possibili impatti e agli afflussi meteorici e alla
pressioni future sullʹagro‑ disponibilità delle risorse idriche;
ecosistema montano italiano (ad es. • Rafforzare e reindirizzare gli
tramite sviluppo di modelli agro‑ esistenti piani di monitoraggio e
sistemici che integrino le proiezioni sistemi di sorveglianza degli
climatiche regionalizzate dei organismi nocivi in modo proattivo,
cambiamenti climatici, verifica dei secondo le nuove evidenze
trend storici e valutazione futura climatiche e le loro conseguenze (ad
dellʹimpatto dei cambiamenti es. monitorare la potenziale
climatici sulle produzioni agricole e estensione dellʹareale di diffusioni
di foraggio in aree alpine e degli attuali organismi nocivi, la
appenniniche oltre che le loro comparsa e controllo
implicazioni sulla qualità dei prodotti dellʹintroduzione antropica di nuovi
finali e lʹanalisi degli effetti di organismi nocivi potenzialmente
potenziali spostamenti degli areali di pericolosi legati ai cambiamenti
coltivazione delle colture); climatici);
• Ridurre le incertezze sui rischi • Sviluppare modelli di analisi costi‑
principali, sui possibili impatti e benefici delle misure di
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Potenziare l’introduzione di nuove delle acque (ad es. promuovere
tecniche agricole per adattare il tecniche di gestione dellʹirrigazione
settore ai cambiamenti climatici e più efficienti in termini idrici,
minimizzare i danni degli eventi diversificare le colture montane
estremi alle colture, in armonia con attraverso lʹintroduzione di nuovi
gli obiettivi di mitigazione e gestione cultivar selezionati per resistere alle
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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nuove sfide climatiche ‑ più resistenti areali di coltivazione delle colture
alla siccità e tolleranti alle alte sfruttando le previste temperature più
temperature ‑ e varietà a ciclo più miti).
lungo, valutazione di epoche diverse
per la semina e di spostamento degli
Proposta di azioni di adattamento relative all’energia
Il settore dell’approvvigionamento d’interessi tra gli stakeholder. Inoltre, la
energetico montano risentirà degli prevista riduzione nei prossimi decenni
impatti dei cambiamenti climatici sia a delle portate fluviali accompagnata da un
livello di offerta che dal lato della aumento della temperatura dei corsi
domanda energetica. Le variazioni in d’acqua scateneranno, molto
atto e attese nella distribuzione spaziale probabilmente, ulteriori limitazioni nella
e temporale delle precipitazioni, la capacità di produzione di energia
conseguente riduzione delle portate dei termoelettrica (principalmente a
fiumi e l’insufficiente capacità di biomassa nelle aree montane)a causa di
accumulo rispetto alle mutate condizioni una minore efficienza dei sistemi di
climatiche possono ridurre raffreddamento delle centrali, soprattutto
considerevolmente la capacità di durante la stagione estiva. Infine, è da
produzione idroelettrica degli impianti attendersi una riduzione del fabbisogno
idroelettrici montani. In riferimento al di energia termica per il riscaldamento
settore idroelettrico montano, è da invernale, e un aumento della necessità
ritenere un documento chiave le “Linee di elettricità per il condizionamento
guida comuni per l’uso del piccolo durante l’estate. Le misure di
idroelettrico nella regione alpine” adattamento in questo ambito devono
(Convenzione delle Alpi, 2011). essere mirate a ottimizzare la produzione
Elaborate dalla Convenzione delle Alpi, le energetica, ad approfondire la
linee guida integrano esempi di buone conoscenza delle limitazioni dei sistemi
pratiche nella gestione sostenibile dei energetici attuali e a identificare le
piccoli impianti idroelettrici (dal punto di opportunità energetiche emergenti nei
vista soci‑economico e ambientale) anche territori montani, oltre che a intensificare
in considerazione dei cambiamenti gli sforzi nelle campagne di
climatici, oltre a formulare consapevolezza cittadina per promuovere
raccomandazioni per evitare i conflitti il risparmio energetico.
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Ridurre le incertezze concernenti gli previsioni sull’evoluzione dei volumi
impatti dei cambiamenti climatici di deflusso a una scala di bacino,
sui sistemi di produzione energetica potenziare lo sviluppo di studi di
in montagna (ad es. raffinare le sensibilità delle principali fonti di
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Azioni di tipo infrastrutturale e tecnologico o “grigie”
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Introdurre modifiche tecniche e • Avvantaggiarsi della maggiore
gestionali per sfruttare la forza idrica idoneità del territorio montano alla
disponibile in maniera ottimale in produzione di energie alternative, in
diverse condizioni idrologiche e di particolare dellʹenergia solare
gestione delle risorse idriche montane, fototermica e fotovoltaica.
anche in considerazione ai
cambiamenti climatici e al valore
paesaggistico ed ecologico delle aree
alpine;
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DISTRETTO IDROGRAFICO DEL FIUME PO
Introduzione
La maggior parte degli impatti indotti dai cambiamenti climatici. Nel territorio del
cambiamenti climatici è provocata e/o DIP i cambiamenti climatici potrebbero
amplificata dalla variazione della provocare un aumento consistente della
disponibilità idrica media annuale, e temperatura media (da +2 a +4°C al 2100
dalla maggiore frequenza ed intensità in base a luogo e scenario) e indurre una
degli eventi estremi meteo‑climatici. diminuzione dell’afflusso meteorico
Questi fenomeni si sommano alla medio annuale (fino a ‑20%), alterando
trasformazione economica e sociale in anche la distribuzione stagionale e la
corso provocando una tendenza di variabilità delle precipitazioni. Se ai
eccessivo, e comunque un non sostenibile fenomeni di cambiamento delle variabili
sfruttamento delle risorse naturali, quali meteo‑climatiche si aggiungono la
acqua e suolo. L’adattamento dovrebbe riduzione dell’estensione e del volume
quindi intervenire sia nei confronti delle dei ghiacciai alpini, si potrebbero
criticità gestionali in essere ed in divenire, configurare consistenti variazioni dei
che nei confronti di quelle derivanti dai deflussi idrici che saranno compensabili
cambiamenti climatici, in modo da solo parzialmente dalle opere idrauliche
prevenire le crisi idriche e promuovere la di regolazione artificiale esistenti. Lo
sicurezza idraulica studio delle serie storiche nel bacino
E’ essenziale perciò che l’adattamento ai conferma questa tendenza.
cambiamenti climatici intervenga anche a
livello di distretto idrografico, quale Nel DIP la disponibilità della risorsa
dimensione fisico‑istituzionale più idrica è naturalmente influenzata dalla
adeguata per la difesa del suolo e la conformazione orografica del bacino. La
gestione delle acque. Questo capitolo presenza delle Alpi, e quindi di acqua
presenta una valutazione complementare allo stato solido, unita alla capacità di
all’analisi degli impatti identificati su accumulo dei grandi laghi Lombardi e
scala nazionale, proponendo una dei numerosi invasi artificiali alpini,
dimensione pilota per l’analisi ed il genera una sostanziale ricchezza di
coordinamento delle misure di acqua. Tuttavia la storica abbondanza
adattamento a scala di distretto della risorsa ha favorito l’affermazione di
idrografico. un uso calibrato su grandi disponibilità, e
Il Distretto Idrografico del fiume Po di modelli di gestione prevalentemente
(DIP), il più importante in Italia in impostati su analisi parziali. Negli anni,
termini geografici, economici, sociali e con il progressivo e rapido sviluppo
politici, nonostante l’abbondanza delle economico e tecnologico che ha
risorse idriche è estremamente contraddistinto la pianura padana, l’uso
vulnerabile alle variazioni indotte dai idrico ha registrato un consistente
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Proposta di azioni di adattamento
Azioni di tipo non strutturale o “soft”
Governance
Per assicurare l’efficace attuazione delle per assicurare la gestione sostenibile delle
politiche di adattamento ai cambiamenti risorse (EEA, 2012).
climatici è indispensabile l’integrazione Le proposte evidenziate qui sotto
tra i livelli di amministrazione regionale, puntano perciò a creare le condizioni
di distretto idrografico, nazionale ed necessarie per il consolidamento
europeo. Questa integrazione verticale tra gestionale, e individuano la necessità di
i diversi livello di governo deve essere operare su meccanismi di divisione delle
accompagnata da un’adeguata competenze, su strumenti di
integrazione a livello di settori socio‑ redistribuzione efficace dell’acqua, sulla
economici (orizzontale) mediante il valorizzazione delle risorse umane e
coinvolgimento dei principali tecniche, e sulle modalità di reperimento
stakeholders dell’agricoltura, delle risorse economico‑finanziarie
dell’energia, dell’industria e degli ambiti necessarie. Si propone anche un
urbani. La costruzione di una governance rafforzamento dell’informazione
dell’acqua integrata in senso verticale ed pubblica, la partecipazione attiva e la
orizzontale è una condizione essenziale concertazione a livello distrettuale.
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Attuazione della Direttiva stati nel corso degli ultimi decenni
2000/60/CE in relazione alla oggetto di numerosi interventi
suddivisione delle competenze in legislativi che hanno instaurato un
tema idrico. In Italia come in altri Stati complesso sistema di norme
Membri, la frammentazione delle attribuendo le competenze a centri
istituzioni pubbliche rende difficile decisionali sia nazionali che regionali
l’attuazione delle politiche in materia e locali. Ad esempio, le competenze
ambientale. Il raggiungimento degli riguardanti il rilascio delle concessioni
obiettivi comuni per la gestione delle (principale strumento di
risorse idriche richiede cooperazione riconoscimento del diritto di prelievo)
fra i vari enti ed il coordinamento sono passate dallo stato alle regioni
degli strumenti di pianificatori. Al fine (D. Lgs. 112/1998) e ognuna di queste
di affrontare i cambiamenti climatici ha poi stabilito le modalità o gli
in atto, la governance distrettuale eventuali trasferimenti di funzioni o
necessita regole chiare ed un’adeguata deleghe agli Enti locali, mentre
ripartizione delle competenze. La l’Autorità di bacino è chiamata ad
gestione e la salvaguardia delle risorse esprimere un parere di compatibilità
idriche in Italia, disciplinati dal rispetto all’equilibrio del bilancio
Decreto Legislativo 152/2006, sono idrico. Un altro esempio riguarda la
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Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Potenziamento della componente adattamento. Nel caso del DIP le
partecipativa nella gestione della categorie interessate sono numerose e
risorsa idrica, attraverso l’istituzione significative. Esse comprendono le
del comitato permanente degli utenti comunità che vivono sul territorio, le
o “Parlamento dell’acqua”. La gestioni locali le categorie produttive,
diffusione permanente delle i gestori delle infrastrutture, le
informazioni, la raccolta delle organizzazioni della società civile,
osservazioni e del consenso da parte ricercatori e istituti di ricerca, ecc. Il
dei cittadini e dei portatori di comitato degli utenti rappresenta un
interesse, sono condizioni organo consultivo opportunamente
fondamentali per l’individuazione e articolato e regolamentato in cui siano
l’attuazione di appropriate misure di rappresentate tutte le categorie di
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Strumenti di gestione sostenibile della risorsa idrica
Il DIP è normalmente abbondante di pesanti effetti di peggioramento
acqua. La variazione del ciclo idrico qualitativo della risorsa idrica che
indotta dai cambiamenti climatici può derivano dalla diminuzione della sua
provocare nel breve‑medio periodo un quantità.
acuirsi della dinamica concorrenziale nei Tale competizione risulta essere
confronti delle risorse idriche, già particolarmente evidente nei peridi
esistente fra i diversi settori sociali, quali siccitosi, durante i quali gli impatti sui
civile, industriale, energetico ed agricolo. sistemi socio‑economici‑ecologici
La carenza idrica, generata da ridotti possono essere estremamente elevati. La
apporti meteorici e da una non sostenibilità della gestione della risorsa,
appropriata gestione delle risorse attuale e nell’ottica del cambiamento
disponibili, potrebbe ridurre la sicurezza climatico futuro, non può prescindere da
idrica sistemica, normalmente un lato dall’integrazione tra i diversi
considerata scontata ed acquisita. La strumenti di pianificazione e
progressiva riduzione della risorsa sia in programmazione settoriale, dall’altro da
termini qualitativi che quantitativi, anche adeguati strumenti di contabilità idrica
in forma temporanea, comporta una dei settori idroesigenti, da azioni di
conseguente riduzione della sicurezza di monitoraggio e controllo, dal
approvvigionamento per le attività consolidamento delle proiezioni meteo‑
produttive. Non vanno infatti trascurati i climatiche.
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Sviluppo di bilanci idrici di bacino altri distretti Italiani. E’ assolutamente
ai fini della verifica dei fabbisogni e necessario però che gli usi della
della disponibilità attuale e futura. risorsa (concessioni al prelievo)
Lo sviluppo e l’aggiornamento di vengano al più presto riorganizzati e
bilanci ambientali e bilanci delle risorse mappati, in modo essere disponibili
idriche, a scala di distretto e di per la stesura dei bilanci idrici;
sottobacino, e per i diversi settori, è • Sviluppo di monitoraggio e
indispensabile per l’allocazione delle modellistica quali‑quantitativa della
risorse sulla base di fabbisogni idrici risorsa idrica ai fini del controllo e
che tengano conto dei limiti dello sviluppo di previsioni e
determinati dalla sostenibilità proiezioni di disponibilità. La
dell’uso, e contemporaneamente realizzazione di un ambiente di
garantiscano un livello omogeneo archiviazione e di modellistica di dati
dello stato qualitativo degli ecosistemi quali‑quantitativi a livello di distretto
presenti nel bacino idrografico. Il idrografico, che agevoli la gestione, la
Piano di bilancio idrico in fase di validazione e l’utilizzo delle
predisposizione da parte di AdBPo è grandezze osservate a fini sia
un primo passo positivo in questo operativi che di pianificazione, è
senso, che potrebbe essere replicato in strettamente funzionale al
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Azioni per l’efficienza nell’uso della risorsa idrica
La recente Comunicazione della lotta alla carenza idrica, l’efficiente
Commissione Europea in materia di distribuzione della risorsa, il suo utilizzo
carenza idrica e siccità (COM/2012/0672), e l’attribuzione di un prezzo adeguato
identifica quali elementi di rilievo per la all’acqua. Qui di seguito si esplicitano tali
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Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Utilizzo ottimale degli strumenti sistema dovrebbe permettere il
economici nella gestione integrata rilevamento automatico del volume
delle risorse idriche, quali la prelevato, consentendo così non solo il
revisione delle tariffe idriche, la monitoraggio continuo dei prelievi
revisione dei canoni di prelievo e ma anche l’applicazione degli
delle concessioni, l’abolizione delle strumenti economici supplementari
tariffe forfettarie. L’attuale sistema durante i periodi di magra. E’
dei canoni demaniali relativi all’uso di necessario poi che la definizione delle
acqua pubblica non riproduce i tariffe del servizio idrico integrato
principi incentivanti all’uso efficiente (SII), ora di competenza dell’Autorità
dell’acqua. A tale scopo le concessioni per l’Energia ed il Gas, non carichi
al prelievo dovrebbero definire sugli utenti finali il costo delle
l’autorizzazione sia in base al volume consistenti perdite presenti nelle reti
prelevabile assoluto (definito come di distribuzione, di competenza del
volume massimo concesso periodico) gestore stesso. Nella definizione della
che proporzionale (disponibilità reale tariffa è necessario tener conto di
nel punto di prelievo, ad esempio una parametri di qualità del servizio. In
percentuale del deflusso superficiale questo modo il canone potrebbe
effettivo del corpo idrico). Il valore svolgere un ruolo incentivante al
proporzionale terrebbe conto delle miglioramento del sistema
condizioni idrometriche del corpo dell’approvvigionamento idrico
idrico da cui viene prelevata l’acqua. comunale.
Inoltre, dove fisicamente possibile, il
Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
• Sviluppo di linee guida, quali ad la derivazione d’acqua compromette
esempio standard nei sistemi l’integrità dei corpi idrici anche in
tecnologici e di distribuzione normali condizioni di deflusso. Il
dell’acqua in tutti i settori produttivi. sistema di approvvigionamento idrico
La variabilità dei afflussi meteorici ai settori produttivi e civili necessita
nonché gli altri fenomeni amplificati quindi una revisione della
dal cambiamento climatico come lo distribuzione della risorsa basata sul
scioglimento dei ghiacciai e la concetto di efficienza, sia economica
riduzione del manto nevoso che tecnologica. A questo scopo la
determinano modifiche alla Commissione Europea ha già
disponibilità di acqua prelevabile per incoraggiato l’adozione volontaria da
usi antropici. In questo contesto parte degli Stati Membri di
l’attuale assetto delle concessioni per parametrici di efficienza idrica uniti a
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Azioni per il rafforzamento della resilienza del sistema per affrontare le criticità
Le raccomandazioni riguardanti il delle risorse. La riduzione del rischio
consolidamento della resilienza sistemica attraverso misure che favoriscano
agli eventi estremi, propongono di l’aumento della resilienza, prevede
rafforzare la conoscenza degli effetti dei l’ottimizzazione della gestione delle
cambiamenti climatici sul territorio, in emergenze idriche ed il miglioramento
modo da potenziare gli strumenti degli strumenti economici di ripresa e
previsionali e facilitare l’introduzione dei ridistribuzione del rischio.
fattori di incertezza nella pianificazione
Azioni a breve termine (entro il 2020):
• Presa in conto degli scenari di dell’attribuzione di un livello di
adattamento ai cambiamenti confidenza ai contenuti dei Piani
climatici nella gestione delle risorse preesistenti; b) individuazione degli
idriche, a tutti i livelli di hot‑spots climatici quali aree di
pianificazione. La strategia di speciale interesse su cui programmare
adattamento ai cambiamenti climatici un monitoraggio specifico; c)
specifica per il DIP dovrebbe far parte valutazione dei possibili impatti
del Piano di gestione e fornire attraverso l’uso di scenari what if,
indicazioni per la redazione dei Piani particolarmente utili se riferiti a
di tutela dell’acqua (PTA) e dei Piani di situazioni note agli utenti perché
ambito. Ad oggi l’incertezza degli sperimentate in precedenza (ad
scenari di cambiamento climatico esempio: come affrontare un futuro in
scalati a livello locale, che descrivano cui la siccità del 2003 si presenta con
la situazione futura in termini di una frequenza del 30%?); d) check
variabili idrologiche e portate fluviali, climatico dei programmi di misure dei
è ancora piuttosto marcata per Piani, al fine di verificare l’assenza di
l’utilizzo diretto negli strumenti di misure non climate‑proof che
competenza dei vari enti di gestione potrebbero rivelarsi controproducenti
fra cui l’Autorità di Bacino del fiume in scenari incerti; e) promozione dei
Po. Tuttavia è necessario gli scenari tutte le cosiddette misure no regret
esistenti a livello distrettuale vengano come quelle volte all’incremento
comunque considerati attraverso le dell’efficienza degli usi ed alla
seguenti azioni: a) aggiornamento protezione non strutturale dalle
sistematico dei dati e delle serie alluvioni. E’ da evidenziare che
relative alla variabili osservate, e la nell’ambito del primo aggiornamento
ricerca dei break‑points climatici, al fine del Piano di Gestione, che sarà
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Azioni a lungo termine (oltre il 2020):
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ASPETTI INTERSETTORIALI
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Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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I SISTEMI DI OSSERVAZIONE/MONITORAGGIO NECESSARI
PER L’ADATTAMENTO
Il monitoraggio del clima
Uno degli elementi che devono essere finalizzati a limitare le conseguenze di
verificati e garantiti nel tempo per poter eventi meteorologici estremi. In questo
definire e attuare una Strategia Nazionale senso, un monitoraggio efficiente in
di Adattamento ai Cambiamenti Climatici tempo reale contribuisce di per sé a dare
è costituito dalle capacità di monitoraggio risposte più efficaci alle problematiche di
del clima e delle sue variazioni sul adattamento ai cambiamenti climatici,
territorio. Infatti, se le cause determinanti poste dall’intensificazione o dalla
dei cambiamenti climatici sono maggiore frequenza di eventi estremi.
prevalentemente a scala globale, l’entità e Per studiare e valutare i cambiamenti
il modo in cui si manifestano tali climatici, sono essenziali anche altri
cambiamenti e i relativi impatti nei requisiti che riguardano le serie di
diversi settori, sono tipici della scala osservazioni disponibili: la durata, i
locale. Pertanto, ci si adatta ai controlli di qualità, la continuità
cambiamenti climatici anzitutto temporale, la distribuzione e la densità
conoscendo come e dove sta cambiando e spaziale, l’omogeneità e la confrontabilità
cambierà il clima sul territorio. delle serie di dati e la disponibilità e
regolarità del loro aggiornamento. Solo
Se le proiezioni del clima futuro si basano disponendo di questo tipo di
fondamentalmente sull’impiego dei informazioni è possibile stimare le
modelli numerici, quelle sul clima degli variazioni nel tempo e le tendenze in
ultimi decenni e sulle tendenze in corso si corso sia dei valori medi che degli estremi
fondano sul monitoraggio delle variabili delle variabili climatiche (come, ad
climatiche. Le osservazioni sono inoltre esempio, le onde di calore o le
necessarie per validare i modelli climatici precipitazioni intense).
e, attraverso l’uso di modelli empirico‑
statistici, sono utili a migliorare le Alcuni dei requisiti sopra elencati
proiezioni future alla scala locale. risultano oggettivamente deboli o non
Attualmente il monitoraggio delle soddisfatti, pur in una situazione di
variabili meteoclimatiche è organizzato e ricchezza e varietà delle reti osservative
tarato prevalentemente ai fini delle operanti in Italia che vede per le sole
previsioni meteorologiche. Le previsioni variabili meteoclimatiche le seguenti reti
a breve e brevissimo termine (nowcasting), la rete del Servizio Meteorologico
che si avvalgono dei sistemi di dell’Aeronautica; le reti
assimilazione dati e dei modelli numerici idrometeorologiche di Protezione Civile;
ad alta risoluzione più avanzati, sono alla le reti agrometeorologiche (regionali e
base dei sistemi di allerta (early warning) nazionale); le reti di alcuni servizi
179
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meteorologici regionali. Le esigenze obiettivi che persegue da alcuni anni il
conoscitive del clima e delle sue sistema di raccolta, elaborazione e
variazioni impongono requisiti diversi da diffusione di indicatori climatici SCIA , 60
64
JPI CLIMATE: http://www.jpi‑climate.eu/home
65
Climate‑KIC: http://www.climate‑kic.org
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Il monitoraggio degli impatti dei cambiamenti climatici
In Italia la disponibilità di sistemi benefici associati ai cambiamenti climatici
osservativi funzionali al monitoraggio e di definire la vulnerabilità dei sistemi
degli impatti dei cambiamenti climatici, socio‑economici e degli ecosistemi
nonché la consistenza spazio‑temporale naturali. Una buona comprensione dei
delle serie storiche, varia a seconda della fenomeni è, infatti, alla base di ogni
tipologia dei fenomeni e dei settori azione finalizzata a ridurre la
considerati. In alcuni casi i sistemi di vulnerabilità del territorio e a contrastare
monitoraggio esistenti consentono già gli effetti dannosi dei cambiamenti
oggi di disporre di serie storiche climatici, evitando che le misure di
sufficientemente lunghe ed omogenee (ad adattamento vengano attuate troppo tardi
es. monitoraggio degli impatti dei o in maniera errata con conseguenti
cambiamenti climatici su alcuni ghiacciai danni e costi inutili.
alpini), ma, nella maggioranza dei casi, si Elemento essenziale di una efficace
rileva la carenza di sistemi di Strategia di Adattamento è, pertanto, un
monitoraggio adeguati che possano insieme di sistemi di monitoraggio, che
garantire osservazioni consistenti ed sia in grado di fornire in modo regolare,
omogenee nello spazio e nel tempo. In continuo, omogeneo e duraturo nel
questo secondo caso sono chiamati in tempo i dati necessari al fine di:
causa quasi tutti i settori analizzati nel • rilevare le risposte nello spazio e nel
presente documento. tempo dei sistemi ambientali e dei
Con il manifestarsi dei cambiamenti settori socio‑economici ai
climatici e delle relative conseguenze sul cambiamenti climatici:
territorio, che potranno dare origine a • identificare l’esistenza di eventuali
nuove problematiche, nonché esacerbare tendenze in atto ed anticipare
fenomeni già esistenti, la comunità eventuali evoluzioni future;
scientifica sarà chiamata ad affrontare • individuare le situazioni di maggior
sfide che richiederanno nuovi elementi di vulnerabilità e rischio;
supporto alle decisioni, pur in presenza • identificare le lacune conoscitive in
di ampi margini di incertezza. Tale merito agli impatti dei cambiamenti
aumentata esigenza conoscitiva richiede climatici, anche al fine di distinguere
capacità di prognosi e di monitoraggio ciò che è direttamente imputabile ai
assai più ampie di quelle attuali: ciò cambiamenti climatici da quanto,
impone, innanzitutto, la necessità di invece, possa derivare da variazioni
adeguare, migliorare o rinnovare gli ambientali o antropiche di altro tipo.
attuali sistemi di osservazione in
funzione delle necessità emergenti e delle Obiettivo finale del monitoraggio è quello
implicazioni climatiche, al fine di poter di ottimizzare la diagnosi precoce
caratterizzare tempestivamente ed necessaria alla definizione delle misure di
opportunamente i rischi e gli eventuali adattamento più opportune. Il
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Il sistema nazionale della ricerca scientifica in Italia sul clima,
impatti, vulnerabilità e adattamento ai cambiamenti climatici
La ricerca scientifica rappresenta la base Nazionali della Ricerca) seguendo le Linee
fondamentale per l’elaborazione e Guida per la Politica Scientifica e Tecnologica
l’attuazione di efficaci azioni di del Governo . Mediante il FISR 2001 il
67
adattamento agli impatti dei cambiamenti Programma Strategico Sviluppo Sostenibile e
climatici. Il sistema nazionale di ricerca Cambiamenti Climatici è stato cofinanziato
sul clima, cambiamenti climatici, impatti e varie importanti attività sono state
e vulnerabilità coinvolge un numero svolte. Il FISR è stato finanziato da vari
esteso di enti di ricerca (pubblici e ministeri: Ministero dell’Economia e delle
privati) e università. La ricerca scientifica Finanze, MIUR ‑ Ministero
nazionale copre diversi temi, come i dell’Istruzione, dell’Università e della
modelli climatici, le valutazioni di impatti Ricerca, Ministero dell’Ambiente e della
e le tecnologie necessarie per Tutela del Territorio e del Mare,
l’adattamento. Le osservazioni climatiche, Ministero delle Politiche Agricole
prendendo come riferimento le Essential Alimentari e Forestali. Questo Programma
Climate Variables (ECV) definite Strategico Sviluppo Sostenibile e
nell’ambito del programma GCOS (Global Cambiamenti Climatici ha sostenuto la
Climate Observing Systems) del OMM ricerca climatica in vari aspetti e in
(Organizzazione meteorologica mondiale ‑ particolare in:
World Meteorological Organization), in • osservazioni climatiche e modellistica;
Italia derivano in sia da attività di • valutazioni delle vulnerabilità ai
servizio (per gran parte delle variabili cambiamenti climatici;
atmosferiche dalle reti di osservazione • impatti socio‑economici dei
meteoclimatica) che da programmi di cambiamenti climatici su alcuni settori
ricerca. chiave (energia, industria,
Il principale sostegno finanziario alla assicurazioni, trasporti, turismo,
ricerca climatica è fornito dal FISR (Fondo degradazione del suolo, ecosistemi
Integrativo Speciale per la Ricerca) , che è 66 acquatici, biodiversità salute umana,
finalizzato al finanziamento di attività insediamenti urbani, biologia marina,
specifiche di particolare rilevanza foreste e agricoltura);
strategica. Il FISR ha supportato • zone costiere.
l’elaborazione dei vari PNR (Programmi
66
FISR 2001: Decreto Interministeriale, 17 dicembre 2002
67
(Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 gennaio 2003 n.10) Approvate il 19 aprile 2002 dal Comitato Interministeriale per la
http://attiministeriali.miur.it/anno-2002/dicembre/di-17122002.aspx. Programmazione Economica (CIPE)
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I principali organismi istituzionali di finanziamento per la scienza climatica in Italia
• Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ‑ http://www.miur.it/.
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ‑ http://www.minambiente.it
• Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) ‑ http://www.politicheagricole.it/.
• Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ‑ http://www.mef.gov.it/.
• Ministero degli Affari Esteri (MAE) ‑ http://www.esteri.it/
Stato della ricerca scientifica climatica in Italia
Rilevanti progetti nazionali riguardanti geomorfologici indotti – finanziato dal
75
dal MIUR‑PRIN 2010‑2011;
• NextData (Un sistema nazionale per la
raccolta, conservazione, accessibilità e
diffusione dei dati ambientali e climatici
in aree montane e marine) – finanziato 79
dal MIUR‑PNR 2011‑2013 “Progetto di
interesse”;
• Ritmare (Ricerca italiana per il mare) – 80
finanziato è uno dei Progetti Bandiera
del Programma Nazionale della
Ricerca finanziato dal MIUR‑PNR
2011‑2013;
• TreeCity (Progettare la città verde nell’era
del cambiamento globale: funzioni degli
alberi urbani e loro adattabilità nelle
future condizioni climatiche) – finanziato
dal MIUR‑PRIN 2010‑2011.
78
Metodologie innovative per la gestione delle risorse idriche
in scenari di incertezza idro‑climatica:
http://cercauniversita.cineca.it/php5/prin/cerca.php?codice=20
10JHF437&testo=clima
79
NextData: http://www.nextdataproject.it/?q=it
80
Ritmare: http://www.ritmare.it/
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Il progetto Agroscenari e il progetto NextData
Agroscenari:
Il progetto Agroscenari è stato lanciato dal MIPAAF nel 2008 per 5 anni con un budget di 8.225.542 Euro ed è
coordinato dal Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA) e ha come partecipanti vari istituti del
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), l’Università di
Sassari, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università della Tuscia, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e
l’Ambiente dell’Emilia‑Romagna, Servizio Idrometeorologico (ARPA‑SIMC). L’obiettivo è l’individuazione e la
valutazione della sostenibilità, delle modalità di adattamento ai cambiamenti climatici di alcuni principali sistemi
produttivi dell’agricoltura italiana, quali la viticoltura, l’olivicoltura, la cerealicoltura nelle zone collinari dell’Italia
Centro‑Meridionale, l’orticoltura intensiva in zone irrigue dell’Italia Centro‑Meridionale, la cerealicoltura per fini
zootecnici nella Pianura Padana, la frutticoltura intensiva nella Pianura Padana sud‑orientale. Nel 2013 il progetto
è stato esteso fino al 31 dicembre 2014.
NextData:
Il progetto NextData è stato finanziato dal MIUR tramite il PNR 2011‑2013 e le sue attività sono iniziate nel 2012 e
termineranno nel 2015. Il progetto è coordinato dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) del
Consiglio nazionale delle Ricerche (CNR) e include come partecipanti: vari istituti del CNR, il CIMA, il CINECA, il
CMCC, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile (ENEA), l’Abdus Salam
International Center for Theoretical Physics (ICTP), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV),
l’Università di Milano Bicocca, l’Università di Torino, l’Agenzia Regionale per la Protezione dellʹAmbiente della
Valle dʹAosta (ARPA‑VDA), il Comitato Glaciologico Italiano (CGI) ed il Parco Nazionale del Gran Paradiso
(PNGP). Il progetto ha come obiettivo l’implementazione di reti di misura in aree remote montane e marine e lo
sviluppo di efficienti portali di accesso dati (dati meteoclimatici e di composizione dell’atmosfera, dati
paleoclimatici, dati di biodiversità e del ciclo idrologico, rianalisi marine e proiezioni dei modelli climatici). Nuovi
dati sulla variabilità climatica negli ultimi secoli e proiezioni future per le Alpi, la regione dellʹHimalaya‑
Karakorum, lʹarea mediterranea e altre regioni di interesse saranno resi disponibili durante questo progetto. Gli
studi pilota permetteranno di ottenere stime quantitative sulla disponibilità di risorse idriche e sugli effetti degli
aerosol atmosferici sull’ambiente montano, oltre a valutazioni sugli impatti dei cambiamenti climatici su
ecosistemi, salute e società nelle regioni dʹalta quota. Nextdata è strutturato nei seguenti sottoprogetti:
Sottoprogetto 1: Sistema osservativo integrato per il monitoraggio dell’ambiente e del clima, Sottoprogetto 2:
Sistema di archivi digitali, climatici e ambientali di lungo periodo e studi pilota di utilizzo dei dati.
Il sistema di archivi e i risultati scientifici prodotti da NextData potranno costituire un data‑base unico e
insostituibile per la ricerca climatica, per le applicazioni di salvaguardia ambientale e per la valutazione degli
impatti dei cambiamenti climatici, in grado di fornire supporto ai decisori per la definizione di politiche ambientali
e climatiche basate sulla conoscenza e per lo sviluppo di strategie di adattamento.
Ulteriore ricerca di rilevanza strategica • AdaptAlp (Adaptation to Climate Change
nazionale è stata finanziata con sistemi di in the Alpine Space) – finanziato 81
programma Interreg IV 2007–2013. – finanziato dal 7PQ;
Tra i recenti progetti i più rilevanti vi
sono i seguenti:
81
AdaptAlp: http://www.adaptalp.org/
82
ACT: http://www.actlife.eu/
83
BASE: http://www.base‑adapt.eu/
188
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Programma Europa Centrale e FESR.
I Progetti Life+ BlueAp e ACT
BlueAp (Bologna Local Urban Environment Adaptation Plan for a Resilient City):
Il Progetto BlueAp è un progetto LIFE + in corso (1 ottobre 2012 ‑ 30 settembre 2015) coordinato dal Comune di
Bologna ed è finalizzato alla redazione di un Piano di Adattamento locale per la città di Bologna che preveda anche
la sperimentazione di alcune misure concrete da attuare a livello locale, per rendere la città meno vulnerabile e in
grado di agire in caso di alluvioni, siccità e altre conseguenze dei cambiamenti climatici. Il progetto coinvolge come
partner oltre al Comune di Bologna: Kyoto Club, Ambiente Italia e ARPA Emilia Romagna. BlueAp permetterà la
realizzazione di linee‑guida per la definizione di analoghi Piani di Adattamento, che potranno essere adottati da
tutte le città italiane di medie dimensioni. Il progetto prevede inoltre l’elaborazione di uno schema economico, che
costituirà uno strumento utile per valutare le modalità di finanziamento delle azioni identificate e per permetterne
la concreta realizzazione: ad esempio, ricorrendo a Partenariati Pubblici – Privati, a fondi internazionali e a
finanziamenti della Banca Europea per gli Investimenti, per le città che individueranno l’esigenza di creare
infrastrutture ambientali.
ACT (Adapting to Climate change in Time):
Il progetto LIFE ACT è iniziato nel gennaio 2010 ed è terminato nel giugno 2013. E’ stato coordinato dalla
Municipalità di Ancona e ha coinvolto i seguenti partner: Municipalità di Bullas (Spagna), Municipalità di Patras
(Grecia), Forum of Adriatic and Ionian cities e ISPRA. ACT ha perseguito i seguenti obiettivi:
• lo sviluppo di un processo standardizzato per pianificare ed attuare dei piani locali di adattamento per le
municipalità,
• il coinvolgimento degli attori locali (industrie, cittadinanza, protezione civile e altre autorità locali) nello
sviluppo dei piani,
• l’elaborazione e la disseminazione di Linee guida per la pianificazione dell’adattamento a livello locale
(“Planning for Adaptation to Climate Change – Guidelines for Municipalities”) che possano incoraggiare le
municipalità locali in Europa e nel Mediterraneo ad adottare processi similari
Queste linee‑guida specifiche per le municipalità forniscono una guida pratica per pianificare, attuare e monitorare
un Piano di Adattamento Locale (PAL) in varie fasi:
1. inizio del processo
2. revisione della conoscenza disponibile e definizione di una baseline
3. valutazione delle vulnerabilità e i rischi
4. sviluppo di un piano di adattamento
5. pianificazione e attuazione delle azioni
6. monitoraggio, valutazione ed aggiornamento del piano di adattamento
7. coinvolgimento dei portatori di interesse
8. integrazione dell’adattamento in vari settori e attività
9. comunicazione e rafforzamento della consapevolezza.
102
UHI: http://www.eu‑uhi.eu/
190
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105
Climate integrated assessment: uno studio con diversi metodi
di analisi di dati provenienti da settori diversi (scienze fisiche,
biologiche, sociali ed economiche) con lo scopo di studiare
anche le interazioni tra i diversi settori al fine di fornire
informazione scientifica rilevante per i decisori.
192
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Uso dei modelli climatici per sviluppare efficaci azioni di adattamento a livello
locale
Al fine di attuare efficaci piani di adattamento a livello regionale e locale è necessario disporre di adeguate
valutazioni del presente e atteso rischio climatico. E’ necessario disporre di dati climatici ad altissima risoluzione
spaziale (inferiore ai 2 km) mediante il downscaling di modelli climatici globali (GCM ‑Global Climate Models). Le
dimensioni tipiche della cella di risoluzione della componente atmosferica dei GCM sono oggi dell’ordine di 50‑100
km, anche se sono in corso esperimenti numerici con GCM che mirano a migliorare ulteriormente questa
risoluzione orizzontale. E’ necessario procedere al downscaling di questi output di modelli fino a circa 1 km al fine
di poterli utilizzare in valutazioni del rischio a livello locale.
Esistono due principali metodologie per effettuare il downscaling: il downscaling dinamico mediante l’uso di modelli
climatici regionali (RCM – Regional Climate Models), che può già ora permettere di arrivare a risoluzioni orizzontali
intorno a 2‑5 km e il downscaling statistico mediante tecniche .di regionalizzazione statistica, che permette di fornire
la stima di grandezze non riproducibili facilmente dai modelli climatici (ad esempio i valori estremi) con tempi e
costi di calcolo abbastanza contenuti. Entrambi i metodi necessitano di serie storiche omogenee, in particolare per
la costruzione e la validazione del downscaling statistico.
Al fine di disporre di una stima quantitativa delle incertezze inerenti le proiezioni climatiche + necessario condurre
ensemble di proiezioni climatiche con differenti modelli regionali e differenti scenari di emissioni. Questo permette
di definire un intervallo di incertezza per ogni variabile climatica simulata nei RCM per ogni differente scenario.
In conclusione, una efficace pianificazione di azioni di adattamento locale richiede:
1. ensemble di simulazioni con RCM,
2. possibili ulteriori downscaling statistici per aree specifiche,
3. stime quantitative delle incertezze riguardanti le variabili climatiche simulate.
193
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Sinergie dirette tra adattamento e mitigazione
Il più grande potenziale sinergico tra nazionale che aiuti la società a diventare
adattamento e mitigazione sembra carbon free e resiliente.
esistere in alcuni settori in particolare: in
primo luogo, lʹagricoltura, la silvicoltura e
l’uso del suolo, e poi la gestione
dellʹenergia e delle risorse idriche, la
pianificazione delle infrastrutture e
dellʹedilizia, i trasporti, le assicurazioni e
il trattamento dei rifiuti.
Qui di seguito sono riportati alcuni
esempi di interrelazioni positive possibili
a livello locale. Svelare e promuovere tali
sinergie può servire come fattore
importante nella costruzione della
necessaria base di conoscenze, della
capacità istituzionale e del
coordinamento intersettoriale nel
contesto di una strategia climatica
194
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Energia
Mitigazione Adattamento
Ridurre le emissioni espandendo l’uso di energie Ridurre la vulnerabilità a diffuse interruzioni della
rinnovabili rete elettrica favorendo la generazione distribuita da
più fonti rinnovabili (solare, eolico, biogas, metano,
etc.)
Ridurre le emissioni migliorando l’efficienza dei Ridurre il rischio di sovraccarico della rete e il
sistemi energetici e di distribuzione delle risorse fallimento dovuto ad una diminuzione della
idriche domanda
Edilizia “verde”
Mitigazione Adattamento
Ridurre le emissioni contenendo il consumo di Un minore utilizzo di energia creerà meno richiesta
energia attraverso una maggiore efficienza sulla rete durante gli eventi estremi come le ondate
di calore, diminuendo il rischio di blackout
Adottare o incoraggiare norme edilizie “verdi” per i Le norme edilizie potrebbero includere una
progetti commerciali, residenziali, di retrofit maggiore resistenza a vento forte, allagamenti, etc.
(ammodernamento) e comunali
Produzione e consumo alimentare
Mitigazione Adattamento
Ridurre le emissioni, favorendo la produzione Ridurre la dipendenza da un sistema alimentare
alimentare locale attraverso lʹagricoltura locale, gli centralizzato in cui la produzione di merci è
orti urbani etc. al fine di ridurre il numero di km concentrata in alcune località che potrebbero essere
necessari per il trasporto dei cibi vulnerabili alle perturbazioni climatiche, quali danni
causati da tempeste, epidemie di insetti, etc.
Selvicoltura e spazi naturali
Mitigazione Adattamento
Ridurre la vulnerabilità alle inondazioni,
promuovendo bacini funzionali, comprese le foreste
Aumentare il sequestro di carbonio da parte delle “sane” e gli spazi naturali
foreste promuovendo lo sviluppo delle foreste Aumentare l’habitat disponibile a specie a rischio da
(compresa la forestazione urbana) e degli spazi stress climatici proteggendo gli spazi naturali
naturali Contrastare gli impatti delle isole di calore urbano
piantando alberi per fornire ombra e
raffreddamento
Risorse idriche
Mitigazione Adattamento
Ridurre le emissioni diminuendo lʹuso di acqua Conservare lʹacqua in modo che sia disponibile
(meno energia necessaria per il trattamento e il durante le siccità più frequenti e gravi
trasporto di acqua)
Tabella 3: Esempi di sinergie tra mitigazione e adattamento a livello locale
195
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Sinergie tra adattamento, mitigazione e sviluppo sostenibile
In letteratura vi è una crescente capacità disastri naturali e lo stress idrico
di comprendere le possibilità di scegliere dovranno essere conteggiati nella
e attuare opzioni di risposta climatica in pianificazione per la sanità pubblica);
diversi settori per realizzare sinergie ed 2. Le scelte di sviluppo a loro volta
evitare conflitti con altre dimensioni dello influenzeranno la capacità di
sviluppo sostenibile (IPCC, 2007; IPCC, mitigazione ed adattamento ai
2014). cambiamenti climatici (per esempio, le
Lo sviluppo sostenibile, definito come politiche di conservazione delle
“sviluppo che soddisfa i bisogni del presente foreste e a favore delle energie
senza compromettere la capacità delle rinnovabili, se correttamente
generazioni future di soddisfare i propri progettate e attuate, potranno
bisogni” (WCED, 1987), implica una aumentare la resilienza delle
integrazione armoniosa di vari elementi: comunità e quindi ridurre la loro
economia solida e vitale, governance vulnerabilità).
responsabile, empowerment delle persone,
coesione sociale ed integrità ecologica. Lo Altri esempi di sinergie sono i seguenti.
sviluppo sostenibile non significa Politiche legate allʹefficienza energetica e
stagnazione economica o rinunciare alla alle energie rinnovabili sono spesso
crescita economica per il bene economicamente vantaggiose, migliorano
dellʹambiente; esso dovrebbe comportare la sicurezza energetica e diminuiscono le
invece la promozione dello sviluppo emissioni inquinanti locali.
economico come condizione per il Le misure di riduzione della perdita di
mantenimento della qualità ambientale. habitat naturale e della deforestazione
Lo sviluppo economico infatti porta ad possono avere una molteplicità di
una maggiore capacità di affrontare i benefici significativi in termini di
problemi ambientali e sociali. Il biodiversità, conservazione del suolo e
mantenimento della qualità ambientale, a dellʹacqua, e possono essere
sua volta, è essenziale per lo sviluppo implementate in modo socialmente ed
sostenibile. economicamente sostenibile.
Misure di forestazione e piantagioni per
I cambiamenti climatici e le strategie per la bioenergia possono aiutare a
contrastarli ed adattarvisi possono quindi ripristinare terreni degradati, gestire il
essere intesi come parte della più grande deflusso delle acque, stoccare carbonio
sfida dello sviluppo sostenibile, tramite nel suolo e giovare alle economie rurali,
due processi: ma rischiano anche di creare
1. Gli impatti dei cambiamenti climatici competizione nell’uso dei terreni con la
possono seriamente ostacolare lo produzione alimentare e inoltre risultare
sviluppo in settori essenziali (per negative per la biodiversità, se non
esempio, l’aumentato rischio di adeguatamente progettate (IPCC, 2007).
196
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Stili di vita sostenibili
Nel contesto dello sviluppo sostenibile, i governi di esercitare la loro preferenza a
modelli di produzione e consumo favore di un consumo sostenibile.
giocano un ruolo fondamentale. Modelli
non sostenibili di uso delle risorse In questo senso esistono dei segnali
possono molto spesso derivare da positivi nel nostro Paese. In risposta al
comportamenti individuali e stili di vita, questionario preliminare posto al
ed è qui che entra in gioco la dimensione pubblico in vista di una Strategia
dei singoli cittadini. Nazionale di Adattamento (1 ottobre‑ 15
La cosiddetta “Agenda 21”, ovvero il novembre 2012), alla domanda “che cosa
programma d’azione concordato in significa per te lʹadattamento ai cambiamenti
occasione della Conferenza delle Nazioni climatici?” lʹindicazione prevalente dei
Unite su Ambiente e Sviluppo (Rio de rispondenti è stata la necessità di
Janeiro, 1992) è considerato il manuale cambiamento nello stile di vita e nelle
per lo sviluppo sostenibile del pianeta da abitudini degli italiani, soprattutto
attuarsi tramite le amministrazioni locali riducendo il consumo insostenibile delle
e regionali “verso il XXI secolo”. In risorse e adottando un atteggiamento
particolare indica la necessità di ogni rispettoso dell’ambiente.
Autorità locale di elaborare una Agenda Sebbene in alcuni casi l’adattamento
21 Locale per la comunità e per favorire venga concettualmente sovrapposto alla
uno sviluppo equo e durevole.” 106
mitigazione, c’è un chiaro proposito di
Tale programma d’azione promuove perseguire obiettivi di sviluppo
l’uso di tecnologie in grado aumentare sostenibile in maniera sinergica alle
l’efficientamento energetico e l’efficienza misure di risposta ai cambiamenti
nell’uso delle risorse nella produzione di climatici..
beni, e, tra le altre cose, fa appello a
favore della raccolta, del riciclaggio e del
riuso dei rifiuti industriali.
Cambiamenti significativi nella domanda
di energia possono essere influenzati dal
mix di attività e condizioni abitative degli
individui, oltre che dal prezzo
dell’energia e dai redditi percepiti.
La questione controversa rimane come
indirizzare le scelte e le attività
individuali verso un modello più
sostenibile, e la volontà dei singoli e dei
106
Coordinamento delle Agende 21 locali italiane:
http://www.a21italy.it/IT/index.xhtml
197
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ISDR, HFA
La Strategia Internazionale per la Riduzione dei Disastri (International Strategy for Disaster Reduction ‑ ISDR)
(http://www.unisdr.org/ ):
L’ISDR è stata adottata in seguito alla Risoluzione n. 63 del 1999 del Consiglio Economico e Sociale dell’ONU e
chiede ai 168 paesi firmatari di istituire Piattaforme Nazionali Multisettoriali per la riduzione del rischio al fine di
raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile con l’utilizzo di mezzi scientifici e tecnici (in alcuni paesi delle
piattaforme così organizzate già esistevano perché costituite nel quadro del Decennio Internazionale per Riduzione
del Rischio da Disastri Naturali).
Il Quadro d’Azione di Hyogo (Hyogo Framework for Action ‑ HFA) (http://www.unisdr.org/we/coordinate/hfa):
Lo HFA 2005 ‑2015 é un piano decennale per ridurre i danni provocati dai rischi naturali adottato dai 168 Paesi che
hanno partecipato alla Conferenza Mondiale sulla Riduzione dei Disastri (gennaio 2005,Kobe, Hyogo, Giappone).
Questo piano è stato supportato dalla Risoluzione A/RES/60/195 adottata dall’Assemblea Generale ONU e si
inserisce nel contesto della ISDR. Lo HFA ha 5 azioni prioritarie:
• assicurare che la riduzione del rischio sia una priorità nazionale e locale con efficaci basi istituzionali per la sua
attuazione.
• individuare, valutare e monitorare il rischio per rendere più efficace il sistema di allarme preventivo;
• sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per costruire una cultura di sicurezza a tutti i livelli;
• ridurre i fattori di rischio:
• rafforzare la prontezza nel far fronte ai disastri per una risposta efficace a tutti i livelli.
L’attuazione delle priorità del HFA si svolge su 2 livelli:
• le piattaforme nazionali per la riduzione del rischio;
• la piattaforma globale.
La piattaforma globale comprende rappresentanti dei Governi, delle Agenzie ONU, delle organizzazioni regionali
e ha come obiettivo quello di fornire supporto ai Paesi per l’attuazione delle linee‑guida stilate a Hyogo. Il
Comitato di consulenza fornisce le priorità programmatiche e dirige i lavori della piattaforma globale. I lavori della
piattaforma sono suddivisi per aree tematiche, quali i cambiamenti climatici, il rischio urbano, l’early warning. La
prima sessione della piattaforma globale si è tenuta dal 5 al 7 giugno 2007 a Ginevra, Svizzera.
La piattaforma nazionale, forum gestito e organizzato a livello nazionale da diversi attori, serve come punto di
contatto e di coordinamento tra i vari livelli (scientifico, politico, sociale, culturale) di gestione del rischio, nel caso
in cui sia necessario porre in essere delle iniziative che richiedono il concorso di diversi attori. Le piattaforme
nazionali dovrebbero comprendere anche rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite. L’insieme delle
piattaforme nazionali costituisce la piattaforma globale. I compiti della piattaforma nazionale sono i seguenti:
• facilitare la collaborazione e il coordinamento per la sostenibilità delle attività di riduzione del rischio
attraverso un processo consultivo e partecipativo;
• favorire un ambiente nel quale sia sottolineata l’importanza della cultura di prevenzione e di consapevolezza;
• facilitare l’integrazione delle attività di riduzione del rischio nelle politiche nazionali di sviluppo così come nei
programmi di sviluppo internazionali.
Le caratteristiche richieste sono la flessibilità e la dinamicità, utili per realizzare i seguenti principi base:
• la riduzione del rischio deve essere intesa come una responsabilità nazionale e trattata in modo
interdisciplinare nel contesto dei processi di sviluppo sostenibile;
• l’approccio partecipativo deve guidare i lavori della piattaforma, così da facilitare il coinvolgimento di vari
settori, nel quadro delle diverse prospettive e azioni;
• i lavori della piattaforma devono dare il via a cambiamenti positivi per mezzo di sforzi concertati e coordinati
nei processi di decision‑making;
• la piattaforma deve dare slancio e rilievo all’implementazione del HFA.
In Italia la piattaforma nazionale per la riduzione del rischio dei disastri è stata istituita con il Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 febbraio 2008
(http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/DPCM_18_FEBBRAIO_2008.pdf). Al Dipartimento
della Protezione Civile è affidato il compito di coordinare la piattaforma e i soggetti pubblici (alte sfere della
leadership nazionale) e privati che sul territorio nazionale si occupano di riduzione dei rischi dai disastri naturali
(ad es., ONG, istituzioni accademiche).
199
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
200
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Il ruolo del settore assicurativo nella gestione del rischio di disastri
e nell’adattamento ai cambiamenti climatici
Questo approccio integrato di DRR e Europea si è posta l’obiettivo di
adattamento può essere facilitato da migliorare la penetrazione sul mercato
strumenti di trasferimento del rischio delle assicurazioni e di esplorare e
come le assicurazioni, che nell’ambito potenzialità del “insurance pricing” e di
della funzione sociale che svolgono nei altri prodotti finanziari per la
riguardi della società possono giocare un prevenzione/mitigazione del rischio per
ruolo determinante. una resilienza a lungo termine negli
Attualmente gli Stati Membri EU non investimenti e business. Sempre il Libro
presentano una penetrazione forte del verde suggerisce che il settore
mercato da parte del settore assicurativo assicurativo a livello di Stati Membri
(Maccaferri et al., 2012). Infatti la potrebbe sviluppare una guidance per i
Strategia dell’UE di adattamento ai decisori politici su come usare le
cambiamenti climatici (EC, 2013a) ha assicurazioni per sostenere l’adattamento
delineato nella sua Azione 8 la e il DRM. Questa guidance potrebbe
promozione di prodotti assicurativi e altri includere una descrizione su come
prodotti finanziari per decisioni resilienti. quantificare e definire quali rischi
Inoltre il Libro verde sull’assicurazione possono essere prevenuti e come e quali
contro le calamità naturali e possono essere assicurati a costi
antropogeniche (EC, 2013f) presentato vantaggiosi economicamente. Questo
congiuntamente al pacchetto della potrebbe migliorare l’efficienza
Strategia europea di adattamento (EC, economica degli strumenti di decision‑
2013c), esplora un possibile ruolo del making nel campo dell’adattamento e
settore assicurativo negli Stati Membri DRR.
nella gestione dei rischi legati ai
cambiamenti climatici. La Commissione
201
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Il settore assicurativo potrebbe svolgere attraverso interventi di tipo normativo
un’importante ruolo complementare agli (favorendo per esempio l’aggregazione in
sforzi di riduzione dei danni. Si ritiene un’unica polizza assicurativa di varie
necessario intervenire, da un lato ai fini tipologie di rischi non correlati), oppure
di prevenzione dei rischi legati al dissesto fiscale (riducendo l’aliquota fiscale sui
idrogeologico e agli altri eventi estremi premi per le coperture catastrofali, come
climatici e meteorici, dall’altro già avviene per l’assicurazione RCAuto).
predisporre i necessari strumenti In secondo luogo lo Stato può svolgere il
normativi ed organizzativi volti a ruolo di ri‑assicuratore per rendere
minimizzare la vulnerabilità economica e assicurabili i danni dei soggetti privati
sociale, causati dagli eventi estremi (con la
probabilità bassa e danno molto elevato).
In Italia i danni causati dagli eventi La partnership pubblico‑privato tra
estremi sono stati storicamente risarciti ex assicurazioni e Pubblica
post tramite stanziamenti ad hoc. Questa Amministrazione può essere lo
situazione può essere alla base del basso strumento chiave per permettere la
tasso di penetrazione nel nostro Paese realizzazione di uno schema virtuoso di
delle coperture assicurative contro le promozione dell’adattamento e della
catastrofi naturali, in particolare quelle resilienza sul territorio nel nostro Paese,
per le abitazioni. in quanto permette di mettere a valore gli
Ad aggravare la situazione vi è la strumenti e le competenze di entrambi i
mancanza di incentivi ad assicurarsi soggetti per un fine comune di interesse
contro gli eventi estremi, che incrementa pubblico.
il rischio di antiselezione (ossia il
fenomeno per cui si assicurano solo i In conclusione si ritiene importante
soggetti esposti a forte rischio) e di esplorare le seguenti opportunità nel
azzardo morale, e l’elevata vulnerabilità campo dell’adattamento, DRR e settore
del patrimonio insediativo italiano: assicurativo:
elementi che rendono difficile per il • rafforzare a livello nazionale le
settore assicurativo offrire coperture per sinergie tra l’adattamento e il DRR
tali eventi. a livello di comunità scientifiche e
Il contributo delle assicurazioni istituzionali;
nell’ambito del rischio calamità naturali • sviluppo di modelli di previsione del
può essere quello di spostare rischio climatico (previsioni
maggiormente l’attenzione verso la stagionali e proiezioni climatiche)
prevenzione piuttosto che al rimediare che possano mediante tecniche di
agli impatti avvenuti. Le assicurazioni downscaling arrivare ad un’alta
possono inoltre svolgere un ruolo chiave risoluzione spaziale in grado di
nella ricostruzione dopo l’evento. integrare il know‑how del settore
Lo Stato può quindi avere un ruolo assicurativo, della comunità scientifica
chiave nel favorire la penetrazione delle climatica e meteorologica;
assicurazioni contro le calamità naturali,
202
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
110
Ad esempio ANIA (Associazione Nazionale tra
le Imprese Assicuratrici) ha evidenziato come i
dati pubblici relativi agli eventi del passato non
sempre sono distinti in modo significativo (ad
esempio danni alle infrastrutture, alle aziende e
alle abitazioni) e spesso non sono associati
all’intensità del fenomeno (ad esempio per le
alluvioni non viene indicato il tirante idrico,
ovvero l’altezza raggiunta dall’acqua). Sarebbe
invece utile un’armonizzazione dei dati che
preveda un certo livello di dettaglio (ad esempio
distinguendo le caratteristiche del manufatto
danneggiato).
203
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
2014).
A livello sopranazionale il portale
europeo sull’adattamento, Climate‑
ADAPT, oltre a fornire uno schema in 6
fasi che rappresenta un modello del ciclo
della pianificazione per l’adattamento, e 114
verrà adoperata qui di seguito.
111
Climate Ready: http://www.environment‑
agency.gov.uk/research/137557.aspx
112
UKCIP Wizard: http://www.ukcip.org.uk/wizard/tools‑
portfolio/
113
UK Government / Climate Change:
https://www.gov.uk/government/topics/climate‑change
114
Climate‑ADAPT Adaptation Support Tool: http://climate‑
adapt.eea.europa.eu/web/guest/adaptation‑support‑tool/step‑1
115
Climate‑ADAPT Uncertainty guidance: http://climate‑
adapt.eea.europa.eu/uncertainty‑guidance
205
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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207
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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“Gestione adattativa”
La cosiddetta gestione adattativa considerazione una serie di risultati
comporta la selezione di una strategia che possibili. Questo è lʹapproccio delle
può essere continuamente modificata per analisi di scenario. Gli scenari presentano
ottenere una migliore performance via via una serie di diverse condizioni future
che le conoscenze migliorano e le plausibili (o “stati del mondo”). L’analisi
informazioni sul futuro aumentano. viene quindi fatta per confrontare le
In questo caso gli amministratori cercano performance di decisioni politiche
strategie flessibili che possono essere alternative in queste diverse condizioni
ritoccate sulla base dell’esperienza e della future. Oltre a fornire una descrizione
ricerca. Fanno scelte in base alla loro utile dell’incertezza, gli scenari possono
migliore valutazione e quella di persone anche portare chiarezza per quanto
la cui consulenza è ritenuta valida. riguarda il trade‑off ovvero il
Imparare, sperimentare e valutare sono compromesso effettuato allʹinterno del
attività fondamentali in questo approccio processo decisionale. Ciò è
e sono previste attivamente nel processo particolarmente utile quando le parti
decisionale. Le strategie adattative interessate mantengono valori e priorità
funzionano meglio in situazioni in cui le differenti.
scale temporali di decisione sono tali che
è possibile un “adattamento
incrementale” e le decisioni possono
essere aggiornate nel momento in cui
nuove informazioni diventano
disponibili.
Pianificazione sulla base di analisi di
scenario
A fronte di una profonda incertezza, i
decisori possono scegliere di prendere in
208
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Strategie robuste o resilienti
Questo approccio identifica la gamma di una strategia robusta è la “teoria del
possibili situazioni future che si portafoglio”, normalmente applicata
potrebbero verificare, e poi cerca di nell’ottimizzazione degli investimenti
individuare le strategie che funzionano finanziari, che suggerisce che per
relativamente bene in tutta quella affrontare un rischio sia necessaria una
gamma. Una strategia “robusta” può diversificazione del portafoglio.
essere definita come una che ha una Strumenti di supporto per il processo
buona performance in un ampio intervallo decisionale di questo tipo sono in fase di
di futuri alternativi. Un esempio noto di sviluppo.
Misure di adattamento contro l’incertezza
Oltre agli approcci generali, esistono una tali risposte siano resistenti ad una
serie di misure prioritarie che un serie di impatti climatici futuri;
amministratore può adottare nella 5. Strategie di adattamento “soft” o
pianificazione dell’adattamento a fronte morbide, che potrebbero includere la
di incertezza. Lʹopzione più appropriata costruzione di capacità di
dipenderà dalla natura della decisione, la adattamento al fine di garantire che
sensibilità di tale decisione rispetto a unʹorganizzazione sia maggiormente
specifici impatti climatici e il livello di in grado di far fronte a una serie di
rischio che può essere tollerato dalla impatti climatici (ad esempio
società. Le opzioni includono: attraverso una pianificazione
1. Misure “low‑regret” o “no‑regret” che proattiva più efficace);
producono benefici anche in assenza 6. Riduzione degli orizzonti temporali di
di cambiamenti climatici e con le quali decisione (ad esempio, il settore
i costi di adattamento sono forestale può scegliere di piantare
relativamente bassi rispetto ai benefici specie arboree con un tempo di
dell’azione; rotazione più breve);
2. Misure “win‑win(‑win)” che ottengono 7. Ritardare lʹazione (che non deve
il risultato desiderato in termini di essere confuso con l’ignorare il
riduzione dei rischi climatici o futuro). Questo può essere visto come
sfruttamento delle potenziali parte di una strategia di adattamento
opportunità, ma apportano anche altri attiva di lungo termine in cui sia stato
benefici sociali, ambientali o stabilito che non vi è alcun vantaggio
economici; significativo a portare avanti
3. Opzioni reversibili e flessibili che immediatamente una particolare
consentono modifiche future; azione.
4. Aggiunta di ”margini di sicurezza“ ai
nuovi investimenti per garantire che
209
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Come comunicare le incertezze
Quando si forniscono informazioni sulle sempre adottato un approccio a lungo
decisioni di adattamento, è importante termine. La comunicazione di tale scienza
che anche le implicazioni delle incertezze deve essere altrettanto strategica nella
intrinseche vengano comunicate. Gli sua analisi, progettazione, attuazione e
amministratori e i responsabili delle varie valutazione.
politiche prendono decisioni sulla base di In primo luogo la comunicazione delle
informazioni incerte tutti i giorni (ad incertezze deve risultare comprensibile a
esempio, realizzando investimenti, coloro che necessitano delle informazioni
acquistando prodotti, cogliendo nuove climatiche altrimenti la raccolta delle
opportunità, e anche utilizzando le informazioni e il processo decisionale
previsioni meteorologiche), ma potrebbero risentirne. Inoltre, la
potrebbero non rendersene conto. comunicazione deve essere appropriata,
Comunicare le implicazioni altrimenti si rischia di trasferire un
dell’incertezza associata alle informazioni esagerato senso di incertezza (o di
climatiche è un impegno fondamentale. certezza) a coloro che devono prendere
Ci saranno altre fonti di incertezza una decisione.
relative alle decisioni di adattamento (per Alcune lezioni fondamentali per la
esempio, la demografia, lʹattività comunicazione delle incertezze da parte
economica, la legislazione) e gli della comunità scientifica agli
amministratori dovrebbero essere amministratori e ai decisori politici sono
consapevoli del fatto che dovranno proposte qui di seguito:
individuare e prendere in considerazione • Comprendere il pubblico e le
anche queste. Sarà quindi importante informazioni di cui ha bisogno;
rassicurare i responsabili dellʹattuazione • Le persone sanno affrontare
delle decisioni di adattamento che sono lʹincertezza normalmente (crescita
state fatte scelte appropriate. Una economica, i cambiamenti tecnologici)
decisione può ancora essere robusta se si e lʹincertezza intorno ai cambiamenti
basa sulle migliori evidenze disponibili, climatici è ampiamente descritta nella
anche se tali prove possono essere letteratura;
incomplete o incerte. Comprendere le • Evitare un linguaggio complesso
incertezze, supportati da una (troppo scientifico) e oscuro ai più;
comunicazione efficace, dovrebbe • Predisporre scenari rilevanti a livello
consentire risposte più efficaci e più locale ‑ storie, esempi e casi studio
flessibili. rendono la pianificazione
Tuttavia, non esiste unʹunica semplice dellʹadattamento vicina al pubblico;
ricetta per la comunicazione delle • Le persone hanno diversi modi di
incertezze. La scienza del clima ha apprendere nuove informazioni.
210
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Considerazioni conclusive
Con l’espansione delle attività di Strumenti interattivi dinamici in portali
adattamento, una crescente domanda di web sono potenzialmente una parte
scenari climatici più dettagliati e variegati importante della “cassetta degli attrezzi”
porta le incertezze scientifiche alla ribalta. per coloro che sono di fronte alla sfida
La maggior parte dei Paesi europei ha dell’adattamento ai cambiamenti
sviluppato materiale di orientamento per climatici.
i decisori che si occupano di adattamento. Inoltre, è necessario fornire un sostegno
Sono tuttavia necessari ulteriori sforzi per mirato che spieghi la rilevanza delle
migliorare la considerazione delle incertezze principali e come possono
incertezze nelle proiezioni del clima e essere affrontate con strategie di
impatto sul clima da parte di decisori adattamento adeguate (Füssel & Hildén,
politici e del pubblico in generale. 2014).
211
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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LA DIMENSIONE TRANSNAZIONALE DELL’ADATTAMENTO
L’Italia condivide una delle sue porzioni riserve idriche, il patrimonio di
territoriali più esposte agli impatti dei biodiversità e la ricchezza di servizi
cambiamenti climatici – la regione ecosistemici che custodiscono, hanno un
Alpina ‑ con altre quattro nazioni ruolo particolare da svolgere anche nei
europee (Francia, Svizzera, Austria, confronti degli altri territori. La loro
Slovenia). Il territorio alpino è peraltro salvaguardia di conseguenza riveste
oggetto di una Convenzione un’importanza sovranazionale.
Internazionale nata proprio per tutelare,
dal punto di vista ambientale, sociale ed La Convenzione ha lanciato nel 2009 un
economico, questa area geografica Piano di Azione sui Cambiamenti
soggetta a rilevanti pressioni di origine Climatici in applicazione di risoluzioni
naturale e antropica. precedentemente assunte dai Ministri
rappresentanti dei Paesi Membri, che si
La Convenzione delle Alpi è un trattato basa sugli impegni congiunti dei paesi
internazionale sottoscritto da tutti i Paesi dellʹarco alpino nellʹambito della
alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Convenzione Quadro delle Nazioni Unite
Liechtenstein, Monaco, Slovenia e sui Cambiamenti Climatici.
Svizzera) e dall’UE con l’obiettivo di Il suo obiettivo è andare oltre questo
promuovere lo sviluppo sostenibile e quadro generale per proporre misure
tutelare l’ambiente naturale delle Alpi. La concrete, specifiche delle Alpi,
Convenzione rivolge una speciale privilegiando – sia in materia di
attenzione agli impatti dei cambiamenti mitigazione che di adattamento – le
climatici in considerazione della tematiche e le misure che potrebbero
particolare vulnerabilità di questo essere oggetto di cooperazioni regionali
territorio come era stato anche nellʹambito della Convenzione e
evidenziato a partire dal rapporto OCSE integrando le azioni già intraprese a
“Cambiamenti climatici nelle Alpi europee – livello nazionale, regionale e locale.
Adattare il turismo invernale e la gestione dei
rischi naturali”. Gli effetti del Un certo numero di misure proposte nel
riscaldamento globale nel territorio Piano di Azione concretizzano
Alpino sono tre volte superiori rispetto disposizioni già previste nei diversi
alla media planetaria. Questi effetti Protocolli attuativi della Convenzione. Le
intervengono inoltre in una zona misure in esso raccomandate – seppure a
densamente popolata (14 milioni di titolo esemplificativo ‑ si rivolgono ad
abitanti su quasi 200.000 km2) e soggetta una molteplicità di soggetti: pubblici – a
ad elevati flussi turistici. livello locale, regionale o nazionale – e
privati, con lʹintento di influenzarne i
Nei confronti dei cambiamenti climatici, comportamenti per affrontare più
le Alpi, con la loro concentrazione di efficacemente i cambiamenti climatici. Il
212
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Pianificazione territoriale
Viene proposta dal Piano la promozione rischi naturali e le loro conseguenze per
di un approccio integrato che consenta di assicurare uno sviluppo sostenibile degli
adattare la regione alpina alle nuove insediamenti e delle attività economiche.
condizioni climatiche e più
particolarmente di controllare meglio i
Foreste montane e valorizzazione delle filiere collegate
La foresta montana alpina svolge Questa foresta è oggi gravemente
molteplici funzioni: produzione di una minacciata dai cambiamenti climatici,
materia prima rinnovabile ed ecologica, dato che l’adattamento degli ecosistemi
habitat per la fauna e la flora (riserva di alle rapide mutazioni delle condizioni
biodiversità), prevenzione dei rischi ecologiche si rivela particolarmente
naturali, produzione di biomassa difficile nello spazio alpino.
energetica, elemento del paesaggio e base Il Piano si propone misure per favorire
fondamentale per il turismo. l’adattamento dei popolamenti forestali
alle evoluzioni climatiche avendo come
213
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Tutela della biodiversità
I cambiamenti climatici genereranno floristiche alpine; preservare la
modifiche di una certa entità sulla flora e biodiversità delle aree protette e
sulla fauna alpine, fino ad arrivare al mantenere i servizi ecosistemici;
rischio di estinzione di un grande numero garantire la preservazione degli habitat e
di specie. Al fine di ostacolare tale delle specie emblematiche delle Alpi;
fenomeno, occorre evitare che gli habitat favorire il mantenimento di
naturali siano ulteriormente frammentati. un’agricoltura di qualità che contribuisca
È inoltre opportuno riconoscere il ruolo alla qualità dell’ambiente e alla
determinante svolto dall’agricoltura di conservazione della biodiversità;
montagna per la conservazione della preservare le torbiere come pozzi di
biodiversità “ordinaria”. assorbimento di CO2 e serbatoi di
Obiettivi del Piano sono: creare un biodiversità.
continuum ecologico al fine di facilitare la
migrazione delle specie faunistiche e
Turismo
Il Piano si propone di favorire interventi “intelligente” e mirato indirizzabile a tutti
per adeguare il turismo invernale al gli elementi di potenziale richiamo del
previsto innalzamento del limite delle sistema alpino (paesaggio, sport, cultura,
nevi e alla e diversificare lʹofferta turistica storia, eno‑gastronomia etc.).
creando le basi di un futuro più
Acqua e risorse idriche
I cambiamenti prevedibili del bilancio nocivo dal punto di vista ecologico. La
idrico, in parte collegati allo scioglimento Direttiva quadro europea sull’acqua
dei ghiacciai, avranno effetti molto offre, con i suoi obiettivi ambiziosi, una
diversi sulle singole regioni: mentre le cornice adeguata per rispondere alle sfide
Alpi centrali e settentrionali potrebbero dei cambiamenti climatici.
essere a rischio di inondazioni, le regioni Il Piano si popone pertanto di
intralpine e le Alpi meridionali promuovere l’attuazione della Direttiva
potrebbero essere interessate da quadro sull’acqua; prevenire la scarsità
prolungati periodi di siccità. Inoltre deve dʹacqua; controllare lo sviluppo delle
essere meglio regolato lo sviluppo delle centrali idroelettriche nel rispetto
piccole centrali idroelettriche, spesso dellʹecologia dei corsi dʹacqua.
214
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Agricoltura di montagna
L’agricoltura di montagna, direttamente prodotti alimentari caratteristici
interessata dai cambiamenti climatici con dell’ambiente montano e attrattivi per il
impatti in alcuni casi anche favorevoli, turismo. L’obiettivo generale è il
deve essere oggetto di una strategia di rafforzamento del contributo
adattamento mirata ai suoi singoli settori dell’agricoltura di montagna
produttivi (colture, allevamento, all’ambiente, alla conservazione e
produzione latto‑casearia) tenuto conto all’attrattività dei territori alpini.
del suo contributo alla produzione di
Ricerca scientifica applicata e sensibilizzazione delle popolazioni alpine
Nonostante i numerosi studi intrapresi, politiche efficaci e ben mirate. Inoltre la
sussistono ancora ampie lacune a livello sensibilizzazione delle popolazioni è
di conoscenze, ad esempio nei settori dei importante sia come stimolo verso nuovi
rischi naturali, degli impatti economici e comportamenti al fine di ridurre le
sociali, dell’agricoltura o della protezione emissioni di gas serra, sia per permettere
del suolo. Gli effetti dei cambiamenti alle popolazioni ad adattarsi alle
climatici sono ancora oggetto di forti conseguenze del cambiamento già
incertezze e di grande variabilità avviato.
regionale. Deve dunque essere intrapreso Obiettivi del Piano sono: migliorare le
uno sforzo specifico per acquisire, conoscenze per la comprensione degli
ripartire e capitalizzare, a beneficio di impatti dei cambiamenti climatici a
tutti i soggetti interessati, livello locale, in modo particolare
un’informazione convalidata comune alle nellʹambito delle risorse idriche, dei rischi
Alpi. naturali e degli equilibri socio‑economici;
L’osservazione puntuale degli impatti intensificare la cooperazione ai fini di una
presenti e futuri dei cambiamenti conoscenza condivisa dei rischi;
climatici è indispensabile sotto il punto di rafforzare la consapevolezza delle
vista di una più integrata strategia di popolazioni ed in particolare dei più
adattamento, consentendo di introdurre giovani
.
LA COMUNICAZIONE E L’INFORMAZIONE PER I PORTATORI
DI INTERESSE
Necessità di sensibilizzazione sugli impatti dei cambiamenti climatici
215
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
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Il coinvolgimento delle parti interessate
Come già delineato tra gli obiettivi e Si considerano come attori
principi generali della Strategia dell’adattamento le seguenti categorie di
Nazionale di Adattamento, lo scopo portatori di interesse:
principale della partecipazione e del • Enti ed Istituzioni Governative
coinvolgimento dei portatori di interesse (Ministeri ed amministrazioni centrali
nel processo di elaborazione e poi di e periferiche)
implementazione della stessa Strategia è • Regioni, Province, enti locali
quello di tenere in considerazione le • Comuni, Comunità locali, enti
conoscenze ed i saperi al fine di territoriali
condividere con essi determinate scelte di • Enti e istituzioni pubbliche;
adattamento e fare in modo così che tali • Cittadini, consumatori, pubblico in
scelte siano più facilmente accettate, e generale;
quindi realizzate. • Organizzazioni non governative
È importante perciò avviare un ampio (ONG);
processo di comunicazione e dialogo, sui • Settori produttivi (organizzazioni ed
possibili pericoli, rischi, costi ed associazioni di categoria, operatori di
opportunità derivanti dai cambiamenti settore – artigianato, industria e
climatici anche al fine di integrare commercio);
l’adattamento all’interno delle politiche • Media (settore delle comunicazioni).
di settore in maniera più efficace.
Le principali iniziative di sensibilizzazione ed informazione realizzate in
Italia
A livello nazionale il MATTM ha coordinamento tecnico e scientifico di
organizzato la prima Conferenza APAT (oggi ISPRA) coinvolgendo un
Nazionale sui cambiamenti climatici nel ampio numero di stakeholder a livello,
settembre 2007 a Roma, con il nazionale, regionale e locale, le istituzioni
216
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Proposta per una strategia di comunicazione sull’adattamento
Oggetto di una strategia di comunicazione: i potenziali rischi e le principali
misure di adattamento
Le aree tematiche di necessaria • La creazione di strumenti di
sensibilizzazione dovranno essere quelle consultazione open access degli
individuate come maggiormente critiche ecosistemi;
nel contesto nazionale nel presente • Il rafforzamento e l’intensificazione
documento (i settori d’azione). dei sistemi e piani di monitoraggio dei
La strategia di comunicazione dovrà suoli e del territorio.
quindi riguardare in primo luogo la
diffusione delle informazioni sui I vari settori d’azione considerati nella
potenziali rischi connessi ai presente Strategia includono già proposte
cambiamenti climatici nei vari settori al specifiche per la comunicazione e
fine di favorire la presa di coscienza dei l’aumento di consapevolezza sui rischi e
portatori di interesse circa la vulnerabilità le opportunità di adattarsi ai
della società e delle risorse ambientali, e cambiamenti climatici.
quindi anche dell’economia, ai
cambiamenti climatici.
In secondo luogo sarà utile fornire
informazioni sulle principali misure di
adattamento a livello settoriale, già
intraprese o da intraprendere, nel
contesto delle politiche di tutela
dell’ambiente, connesse ai sopracitati
rischi, quali ad esempio:
• Le iniziative di ricerca per colmare le
lacune conoscitive sui fattori indotti
dai cambiamenti climatici;
• L’aggiornamento/revisione della
cartografia di rischio, la redazione di
piani di gestione del rischio;
• I sistemi di allerta precoce (early
warning);
• I sistemi assicurativi;
• I sistemi di scambio delle
informazioni sull’esistenza di buone
pratiche;
220
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Modalità per una strategia di comunicazione: target geografico e strumenti
La strategia di comunicazione per la creazione di un logo identificativo
l’adattamento deve essere rivolta a tutti i delle azioni di adattamento al
portatori di interesse a livello nazionale, cambiamento del clima.
regionale e locale. Infatti, è essenzialmente attraverso i
media che il pubblico può essere
Alcune aree geografiche necessiteranno sensibilizzato ed opportunamente e
di una migliore e specifica rapidamente informato non solo sui
comunicazione ed informazione a fronte comportamenti e sulle modalità di
di una maggiore criticità degli impatti adattamento ai cambiamenti del clima,
previsti e una relativa urgenza di attuare ma anche della possibilità del verificarsi
misure di adattamento. di eventi estremi. Un collegamento con il
Tra queste vi sono ad esempio le isole sistema di Protezione Civile Nazionale
maggiori e minori ed il Sud del Paese potrebbe essere valutato a questo scopo.
verso le quali indirizzare informazioni sui A titolo di esempio si cita la Campagna di
rischi riguardanti le problematiche comunicazione “IO NON RISCHIO”
peculiari di queste zone, ovvero scarsità realizzata dal Dipartimento della
delle risorse idriche, rischio di siccità e Protezione Civile per promuovere una
desertificazione, rischio di incendi cultura della prevenzione e favorire nel
boschivi ed erosione delle zone costiere. cittadino un ruolo attivo nella riduzione
A queste si aggiungono il distretto del rischio; ed il Contact Center, un
idrografico del fiume Po e l’area alpina servizio per chi desidera saperne di più
ed appenninica, che sono considerati casi sulla protezione civile, sui rischi del
speciali nazionali per la rilevanza che nostro Paese e sui comportamenti che
assumono in termini di impatto sul aiutano a prevenirli e mitigarli. 118
i livelli di tempesta, il contenuto di ritengono inoltre molto utili gli incontri
ossigeno e le temperature marine. Il sito, pubblici, come ad esempio quelli già
creato su impulso governativo, potrà così organizzati in occasione della
fornire un facile accesso alle più recenti presentazione del Documento strategico,
conoscenze in materia sia alle autorità, ai tra stakeholder e decisori politici, ovvero
decisori politici ma anche agli consiglieri comunali provinciali e
imprenditori, specialisti e cittadini, regionali, l’amministrazione ed i
fornendo così un valido strumento di professionisti dei diversi settori
supporto alle decisioni ed alle azioni di (agricoltura, edilizia, lavori pubblici,
adattamento. turismo, etc.) per facilitare scambi di
Tra gli strumenti di condivisione sul web competenze e di esperienze
attualmente operativi, il portale “Natura
Italia” fornisce informazioni complete
sulla biodiversità , mentre il Portale del
119
Kyoto Club “Contro i cambiamenti climatici
con nuove energie” promuove iniziative di
sensibilizzazione, informazione e
formazione nei campi dellʹefficienza
energetica, dellʹutilizzo delle rinnovabili e
della mobilità sostenibile, nonché
proposte e politiche di intervento nel
120
Kyoto Club: http://www.kyotoclub.org/
121
Osservatorio Nazionale Città Clima:
119
Natura Italia: http://www.naturaitalia.it www.planningclimatechange.org/onac/
222
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Considerazioni finali
Parallelamente con le priorità e necessità
identificate, devono essere ugualmente
individuate le differenze e le lacune in
termini di persone che necessitano di
essere informate e/o sensibilizzate.
Risulta pertanto essenziale il contributo
dei diversi stakeholder al fine
dell’attuazione della Strategia Nazionale
che, in maniera coordinata, potranno
collaborare al raggiungimento degli
obiettivi di adattamento, ognuno con i
propri specifici strumenti ed azioni,
integrando in tal modo l’azione delle
istituzioni governative centrali e locali.
Nello sviluppare questi metodi di
comunicazione sarà importante verificare
l’efficacia di una specifica comunicazione
sull’adattamento rispetto ad una
comunicazione a più ampio spettro, sia a
livello nazionale che locale, condotta
parallelamente alla comunicazione
relativa alla mitigazione, data la
complementarietà dell’adattamento
rispetto alla mitigazione.
223
Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
CONCLUSIONI
224
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PROSPETTIVE FUTURE
Il documento è costruito sulle good practices individuate nelle strategie nazionali già
adottate in Europa e si conforma alla Linee Guida europee (EC 2013c), che rappresentano
un elemento essenziale della Strategia europea di adattamento. Queste Linee Guida
delineano un policy cycle in sei fasi e la Strategia del nostro Paese ne affronta le prime
quattro in maniera esaustiva.
Tuttavia, di fatto, l’Italia, è ancora priva dei seguenti elementi considerati di importanza
primaria per l’adattamento facenti parte delle prime quattro fasi: la realizzazione di una
piattaforma nazionale sull’adattamento ed una valutazione adeguata e completa dei costi
dei diversi impatti aggregati e dei costi/benefici delle misure di adattamento da attuare nei
diversi settori individuati dalla Strategia.
Le ultime due fasi delle Linee Guida della Commissione ancora da attuare richiedono
invece lo sviluppo e l’attuazione di un Piano di azione e/o di vari piani settoriali, un
regolare monitoraggio ed una valutazione dei progressi ottenuti.
Tali azioni implicano:
• la decisione a livello istituzionale per lʹassegnazione dei ruoli e delle responsabilità
istituzionali per l’attuazione di questi piani assicurando le risorse umane e finanziarie
nel corto e lungo termine;
• la sinergia tra il Piano di azione o i piani settoriali con il Piano energetico nazionale ed
altri Piani nazionali che coinvolgono i settori individuati nella Strategia;
• lo sviluppo e l’applicazione di indicatori di efficacia delle misure di adattamento da
attuare;
• la necessità che le autorità istituzionali competenti sviluppino e finanzino un nuovo
programma nazionale di ricerca, finalizzato a rafforzare l’analisi delle opportunità,
opzioni e limiti dell’adattamento in diversi settori e a garantire il potenziamento delle
azioni di disseminazione delle informazioni, di strumenti e metodi per l’adattamento ai
decisori di ogni livello e ai portatori di interesse;
• la revisione periodica (ad es. ogni tre o quattro anni) della Strategia, al fine di prendere
in considerazione le più recenti scoperte scientifiche e l’evoluzione del contesto
europeo e comunitario sulle politiche di adattamento.
Inoltre, il Piano di azione e/o i piani settoriali, che attuano la Strategia, dovranno essere
condotti attraverso un’efficace cooperazione tra i rilevanti attori istituzionali (ministeri,
regioni e municipalità) ed il settore privato (assicurazioni, piccole medie imprese, etc.),
tenendo conto di due visioni temporali: a corto termine (entro il 2020) ed a lungo termine
(oltre il 2020).
In conclusione, questo Documento rappresenta il documento di base per l’attuazione nel
nostro Paese di azioni e misure di adattamento.
225
Glossario
Adattamento: Nei sistemi umani, lʹadattamento al clima attuale e atteso e ai suoi impatti cerca di limitare i danni o di
sfruttare le opportunità favorevoli. Nei sistemi naturali, lʹintervento umano può agevolare lʹadattamento al clima atteso e
ai suoi impatti.
Si può intendere come:
• Adattamento incrementale ‑ azioni di adattamento in cui lʹobiettivo principale è quello di mantenere lʹessenza e
lʹintegrità di un sistema o di un processo su una certa scala;
• Adattamento trasformazionale ‑ adattamento che cambia gli attributi fondamentali di un sistema in risposta al
clima e dei suoi effetti. [IPCC, 2014]
Inoltre, si possono distinguere :
• Adattamento preventivo ‑ adattamento che avviene prima che si osservino gli impatti dei cambiamenti climatici;
definito anche come adattamento proattivo;
• Adattamento autonomo ‑ adattamento che non costituisce una risposta cosciente agli stimoli climatici, ma è
attivato da cambiamenti ecologici nei sistemi naturali e da cambiamenti del mercato o del benessere nei sistemi
umani; definito anche come adattamento spontaneo;
• Adattamento pianificato ‑ adattamento che è il risultato di una deliberata decisione politica, basato sulla
consapevolezza che le condizioni sono cambiate o stanno per cambiare e che è necessario agire per tornare a,
mantenere o raggiungere uno stato desiderato.
L’adattamento può comprendere strategie nazionali, regionali e locali.[IPCC 2007]
Cambiamenti climatici: Il termine cambiamenti climatici per l’IPCC si riferisce ad ogni cambiamento del clima nel
tempo, dovuto sia alla variabilità naturale sia come risultato dell’attività umana. Questa interpretazione differisce da
quella della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) dove per cambiamenti
climatici s’intende ogni cambiamento del clima che sia direttamente o indirettamente attribuito all’attività umana che
altera la composizione dell’atmosfera globale e che è addizionale alla variabilità naturale del clima osservata su un
periodo di tempo confrontabile. [IPCC, 2007; IPCC, 2014]
Un cambiamento di stato del clima che può essere identificato (ad esempio, utilizzando test statistici) da cambiamenti
della media e/o della variabilità delle sue proprietà e che persiste per un lungo periodo, tipicamente decenni o più. I
cambiamenti climatici possono essere dovuti a processi naturali interni o forzanti esterni, o a cambiamenti persistenti di
origine antropica della composizione dell’atmosfera o dell’uso del suolo. [IPCC, 2012]
Capacità d’adattamento (agli impatti dei cambiamenti climatici): La capacità di un sistema di adattarsi ai cambiamenti
climatici (includendo la variabilità climatica e gli eventi estremi) per ridurre i potenziali danni, per sfruttare le
opportunità, o per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici. [IPCC, 2007]
Condizione di pericolosità (Hazard): Il potenziale verificarsi di un evento o di un trend naturale o provocato dallʹuomo,
o di un impatto fisico, che potrebbe causare perdite umane o altri impatti sulla salute, così come pure il danneggiamento
e la perdita di proprietà, infrastrutture, mezzi di sostentamento, fornitura di servizi e risorse ambientali. Nel rapporto
IPCC WGII AR5 il termine hazard si riferisce di solito a eventi o trend fisici correlati al clima, o ai loro impatti fisici.
[IPCC, 2014]
Confidenza o fiducia: La validità di un risultato basata sul tipo, quantità, qualità e coerenza delle prove (per esempio,
comprensione meccanicistica, teoria, dati, modelli, giudizio di esperti), e sul grado di accordo. La confidenza è espressa
qualitativamente. [IPCC, 2014]
Costi d’adattamento: I costi di progettazione, preparazione, incentivazione e attuazione delle misure di adattamento,
compresi i costi di transizione. [IPCC, 2007]
Disastro: Gravi alterazioni del normale funzionamento di una comunità o di una società per effetto di eventi fisici
rischiosi che interagiscono con condizioni sociali vulnerabili, portando a conseguenze umane, materiali, economiche o
ambientali sfavorevoli e diffuse, che richiedono una risposta dʹemergenza immediata per soddisfare bisogni umani
essenziali e che potrebbero richiedere di supporto esterno per la ripresa. [IPCC, 2014]
226
Evento meteorologico estremo: Un evento meteorologico estremo è un evento che è raro in un determinato luogo o
periodo dellʹanno. Le definizioni della parola raro variano, ma un evento meteorologico estremo sarebbe definito in
questo modo se è raro in misura uguale o maggiore al decimo o novantesimo percentile di una funzione di densità della
probabilità stimata sulla base delle osservazioni. Per definizione, le caratteristiche di quello che è chiamato tempo
meteorologico estremo possono variare da un luogo allʹaltro in senso assoluto. Quando un pattern di tempo
meteorologico estremo persiste per un certo periodo di tempo, come per esempio una stagione, può essere classificato
come evento climatico estremo, specialmente se produce una media o un totale che è esso stesso estremo (per esempio,
siccità o intense precipitazioni nel corso di una stagione). [IPCC, 2014]
Governance climatica: Meccanismi e misure rilevanti finalizzati a indirizzare i sistemi sociali verso la prevenzione, la
mitigazione o lʹadattamento ai rischi posti dai cambiamenti climatici (Jagers e Stripple, 2003). [IPCC, 2014]
Hot spot: Unʹarea geografica caratterizzata da alta vulnerabilità ed esposizione ai cambiamenti climatici. [IPCC, 2014]
Impatti (dei cambiamenti climatici): Gli effetti dei cambiamenti climatici sui sistemi naturali e umani.
In considerazione dell’adattamento, si possono distinguere impatti potenziali e residui:
• impatti potenziali ‑ tutti gli impatti che possono verificarsi per un dato cambiamento atteso del clima, senza
considerare l’adattamento;
• impatti residui ‑ gli impatti dei cambiamenti climatici che avverrebbero dopo l’adattamento.
[IPCC, 2007]
Nel Rapporto WGII AR5 dellʹIPCC, il termine impatti è usato principalmente per riferirsi agli effetti degli eventi
meteorologici e climatici estremi e dei cambiamenti climatici, sui sistemi naturali e umani. Gli impatti generalmente si
riferiscono agli effetti su persone, abitazioni, salute, ecosistemi, beni e risorse economiche, sociali e culturali, servizi
(inclusi quelli ambientali) e infrastrutture dovuti allʹinterazione dei cambiamenti climatici o degli eventi climatici
pericolosi che si presentano entro uno specifico periodo di tempo, e alla vulnerabilità di una società o di un sistema
esposti ai cambiamenti climatici stessi. Ci si riferisce inoltre agli impatti come a conseguenze ed esiti. Gli impatti dei
cambiamenti climatici sui sistemi geofisici, compresi alluvioni, siccità e innalzamento del livello del mare, rappresentano
un sottoinsieme di impatti denominati impatti fisici. [IPCC, 2014]
Incertezza: Espressione del grado al quale un valore (ad esempio, lo stato futuro del sistema climatico) è sconosciuto.
L’incertezza può derivare dalla mancanza di informazioni o dal disaccordo su ciò che è conosciuto o anche conoscibile.
Può avere molti tipi di fonti, da errori quantificabili nei dati a concetti o terminologia definiti in modo ambiguo, o a
proiezioni ipotetiche del comportamento umano. L’incertezza può quindi essere rappresentata da misure quantitative
(ad esempio, un intervallo di valori calcolati da diversi modelli) o da dichiarazioni qualitative (ad esempio, che riflettono
il giudizio di un gruppo di esperti.) [IPCC, 2007]
Mitigazione (dei cambiamenti climatici): Qualsiasi intervento umano che riduca le fonti (sources) di rilascio, orafforzi e
potenzi le fonti di assorbimento (sinks) dei gas serra. [IPCC, 2014]
Previsioni climatiche: Una previsione climatica è il risultato del tentativo di realizzare (a partire da un determinato stato
del sistema climatico) una stima dellʹeffettiva evoluzione del clima nel futuro, per esempio su scale temporali stagionali,
interannuali o decennali. Dal momento che lʹevoluzione futura del sistema climatico può essere altamente sensibile alle
condizioni iniziali, tali previsioni sono di solito di natura probabilistica. [IPCC, 2014]
Proiezioni climatiche: Una proiezione climatica è la risposta simulata del sistema climatico a uno scenario di emissioni
future o di concentrazione di gas serra e aerosol, generalmente ricavata utilizzando i modelli climatici. Le proiezioni
climatiche sono diverse dalle previsioni climatiche per la loro dipendenza dallo scenario di
emissione/concentrazione/forzante radiativo utilizzato, a sua volta basato sulle ipotesi riguardanti, per esempio, i futuri
sviluppi socio‑economici e tecnologici che potrebbero essere realizzati o no. [IPCC, 2014]
Resilienza: La capacità di un sistema socio‑ecologico di far fronte a un evento pericoloso, o ad anomalie, reagendo o
riorganizzandosi in modi che ne preservano le sue funzioni essenziali, lʹidentità e la struttura, mantenendo tuttavia
anche le capacità di adattamento, apprendimento trasformazione. [IPCC, 2014]
Rischio: La combinazione della probabilità di un evento e le sue conseguenze negative. La definizione segue la Guida
ISO/IEC nr.73. La parola “rischio” ha due distinte connotazioni: nell’uso popolare l’enfasi è generalmente posta sul
227
concetto di probabilità (chance) o possibilità, ad esempio nel “rischio di un incidente”; al contrario in un contesto tecnico
l’enfasi è generalmente posta sulle conseguenze, in termini di “perdite potenziali” per una qualche possibile causa, posto
o pericolo. Si può notare come le persone non necessariamente condividono la percezione del significato e le cause di
rischi molteplici. [UN‑ISDR]
Le potenziali conseguenze laddove sia in gioco qualcosa di valore per lʹuomo (inclusi gli stessi esseri umani) e laddove
lʹesito sia incerto. Il rischio è spesso rappresentato come la probabilità del verificarsi di eventi o trend pericolosi,
moltiplicata per le conseguenze che si avrebbero se questi eventi si verificassero. Il rapporto WGII AR5 dellʹIPCC valuta i
rischi correlati al clima. . [IPCC, 2014]
Rischio di disastri / riduzione del rischio di disastri: il rischio di disastri indica la probabilità in un periodo di tempo
specificato di gravi alterazioni nel normale funzionamento di una comunità o di una società a causa di eventi fisici
pericolosi che, interagendo con condizioni sociali vulnerabili, portano a effetti avversi diffusi di tipo umano, materiale,
economico o ambientale che richiedono un’immediata risposta di emergenza per soddisfare i bisogni umani
fondamentali e che possono richiedere un supporto esterno per il recupero.
Il concetto di riduzione del rischio di disastri indica sia un obiettivo politico, sia le misure strategiche e strumentali
impiegate per prevenire il rischio futuro di catastrofi; riduzione dell’esposizione, del pericolo o della vulnerabilità
esistenti e miglioramento della resilienza. [IPCC, 2012]
Sensitività: Il grado con cui un sistema o una specie sono influenzati, sia sfavorevolmente che in modo benefico, dalla
variabilità climatica o dai cambiamenti climatici. Lʹeffetto può essere diretto (per esempio, un cambiamento nella resa dei
raccolti in risposta a un cambiamento della media, del range e della variabilità della temperatura), o indiretto (per
esempio, i danni causati da un aumento della frequenza di inondazioni costiere, dovute allʹinnalzamento del livello del
mare). [IPCC, 2014]
Servizi ecosistemici Processi o funzioni ecologici dotati di un valore monetario o non monetario, per gli individui o in
generale per la società. Sono frequentemente classificati come: (i) servizi di supporto, come per esempio la produttività o
il mantenimento della biodiversità; (ii) servizi di fornitura o approvvigionamento, quali cibo, fibre, pesce; (iii) servizi di
regolazione, come la regolazione del clima e il sequestro o stoccaggio del carbonio, e (iv) servizi culturali, come il
turismo o lʹarricchimento spirituale ed estetico. [IPCC, 2014]
Sistema climatico Il sistema climatico è il sistema altamente complesso costituito da cinque componenti principali:
atmosfera, idrosfera, criosfera, litosfera, biosfera, e le interazioni fra loro. Il sistema climatico evolve nel tempo sotto
lʹinfluenza di proprie dinamiche interne, e per effetto di forzanti esterni, come eruzioni vulcaniche, variabilità solare, e
forzanti antropogenici come la variazione di composizione dellʹatmosfera e il cambiamento di uso del suolo. [IPCC,
2014]
Sistema di allerta precoce (Early warning system): Lʹinsieme delle capacità necessarie per produrre e diffondere
informazioni di allerta tempestive e significative, per consentire agli individui, alle comunità e alle organizzazioni
minacciate da un rischio di prepararsi ad agire prontamente e in maniera adeguata, in modo da ridurre la possibilità di
danni o perdite. [IPCC, 2014]
Sviluppo sostenibile: Sviluppo che va incontro ai bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future
generazioni di soddisfare i propri bisogni [WCED,1987] [IPCC, 2014]
Scenari (climatici e di cambiamento climatico): Uno scenario climatico è una rappresentazione plausibile e spesso
semplificata del clima futuro, basata su un insieme internamente coerente di relazioni climatologiche, che è stata
costruita per l’utilizzo esplicito nello studio delle potenziali conseguenze dei cambiamenti climatici antropogenici,
spesso usati come input per i modelli di impatto. Spesso le proiezioni climatiche sono usate come materia prima per la
costruzione degli scenari climatici, ma solitamente gli scenari climatici richiedono informazioni supplementari, come
quelle sul clima corrente osservato. [IPCC, 2007]
Uno scenario di cambiamento climatico è la differenza tra uno scenario climatico e il clima attuale. [IPCC, 2012]
Scenari di emissione: Una rappresentazione plausibile del futuro sviluppo delle emissioni di sostanze che sono
potenzialmente attive radiativamente (ad esempio, gas serra e aerosol), sulla base di un insieme coerente e internamente
consistente di assunzioni sulle forze motrici (come il cambiamento tecnologico, lo sviluppo demografico e socio‑
economico) e le loro relazioni fondamentali. Gli scenari di concentrazione, derivati dagli scenari di emissione, sono
228
utilizzati come input per i modelli climatici per calcolare le proiezioni climatiche. Nel Rapporto Speciale dell’IPCC sugli
Scenari di Emissione sono stati pubblicati nuovi scenari di emissione, i cosiddetti scenari SRES. Gli scenari SRES (ad
esempio, A1B, A1FI, A2, B1, B2) sono utilizzati come base per alcune proiezioni climatiche. [IPCC, 2010; IPCC, 2012]
Variabilità climatica: La variabilità climatica si riferisce alle variazioni di stato medio e di altre statistiche (come le
deviazioni standard, il verificarsi di eventi estremi, etc.) del clima in tutte le scale spaziali e temporali al di là di quelle
dei singoli eventi meteorologici. La variabilità può essere dovuta a processi naturali interni al sistema climatico
(variabilità interna), o a variazioni dei forzanti esterni naturali o antropogenici (variabilità esterna). [IPCC, 2007]
Vulnerabilità: La propensione o la predisposizione a essere influenzati sfavorevolmente. Il termine vulnerabilità
abbraccia una molteplicità di concetti, tra cui la sensitività o suscettibilità al danno, e la mancanza di capacità a resistere e
adattarsi. [IPCC, 2014]
Gli Scenari di Emissione dello Special Report on Emission Scenarios (SRES) dell’IPCC
A1. La famiglia di scenari A1 descrive un mondo futuro caratterizzato da una crescita economica molto rapida, con la
popolazione globale che raggiungerà un massimo a metà secolo per poi declinare, e con una rapida introduzione di
tecnologie nuove e più efficienti. I temi dominanti sono le convergenze regionali, il capacity building e l’aumento delle
interazioni culturali e sociali, con una sostanziale diminuzione delle differenze regionali di reddito pro‑capite. La
famiglia di scenari A1 si sviluppa in tre gruppi che descrivono direzioni alternative dei cambiamenti tecnologici del
sistema energetico. I tre gruppi si distinguono dalla loro enfasi tecnologica in: fossile intensivo (A1FI), fonti di energia
non fossile (A1T) o un bilancio fra tutte le fonti (A1B) (dove per bilancio si intende una non eccessiva dipendenza da
nessun tipo particolare di fonte energetica, presumendo che si possa applicare a tutte le risorse energetiche e alle
tecnologie finali tassi di miglioramento simili).
A2. La famiglia di scenari A2 descrive un mondo molto eterogeneo. Il tema dominante è l’auto‑sufficienza e la
preservazione delle identità locali. La natalità fra le regioni converge molto lentamente, con un conseguente continuo
aumento della popolazione. Lo sviluppo economico è essenzialmente orientato su base regionale e la crescita economica
pro‑capite e i cambiamenti tecnologici sono molto frammentati e più lenti rispetti alle altre trame.
B1. La famiglia di scenari B1 descrive un mondo convergente con la stessa popolazione globale che, come per la trama
A1, raggiungerà un massimo a metà secolo per poi declinare, ma con un rapido cambio delle strutture economiche verso
un’economia dell’informazione e dei servizi, con una riduzione dell’intensità dei materiali e l’introduzione di tecnologie
pulite e che sfruttano le risorse in modo efficiente. Viene data molta importanza alle soluzioni globali per l’economia,
alla sostenibilità sociale ed ambientale, includendo un miglioramento dell’equità, ma senza ulteriori iniziative climatiche.
B2. La famiglia di scenari B2 descrive un mondo in cui l’enfasi è sulle soluzioni locali per la sostenibilità economica,
sociale ed ambientale. E’ un mondo in cui la popolazione globale cresce continuamente, ad un tasso minore della
famiglia A2, con livelli intermedi di sviluppo economico e cambiamenti tecnologici meno rapidi e più diversificati
rispetto alle trame B1 e A1. Mentre anche lo scenario è orientato verso la protezione ambientale e l’equità sociale, si
focalizza sui livelli locali e regionali. Per ognuno dei sei gruppi di scenari A1B, A1FI, A1T, A2, B1 e B2 è stato scelto uno
scenario illustrativo. Essi dovrebbero essere considerati tutti ugualmente plausibili. Gli scenari SRES non includono
ulteriori iniziative climatiche, il che significa che nessuno scenario include gli effetti dell’attuazione della Convenzione
Quadro delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici (UNFCCC) o degli obiettivi di emissione del Protocollo di
Kyoto.
I Representative Concentration Pathways (RCP)
Per il Quinto Rapporto di Valutazione dellʹIPCC (AR5), la comunità scientifica ha definito un set di 4 nuovi scenari,
denominati Representative Concentration Pathways (RCP). Tali scenari sono identificati dal loro forzante radiativo totale
approssimato nel 2100, rispetto al 1750: 2,6 Wm‑2 per RCP2.6, 4,5 Wm‑2 per RCP4.5, 6,0 Wm‑2 per RCP6.0, e 8,5 Wm‑2
per RCP8.5. Per i risultati nellʹambito del Coupled Model Intercomparison Project Phase 5 (CMIP5), questi valori
dovrebbero essere intesi solo come indicativi, dal momento che il forzante climatico risultante da tutti i driver (ovvero
229
gli aspetti mutevoli del sistema climatico che influenzano una componente del sistema umano o naturale. [IPCC, 2014])
varia per i diversi modelli a causa delle loro caratteristiche specifiche e del trattamento dei forzanti climatici di breve
durata.
Questi quattro scenari RCP comprendono uno scenario di mitigazione che porta a un livello molto basso del forzante
(RCP2.6), due scenari di stabilizzazione (RCP4.5 e RCP6.0), e uno scenario con emissioni di gas serra molto alte
(RCP8.5). In confronto allʹassenza di politiche climatiche del Rapporto Speciale sugli Scenari di Emissione (SRES),
utilizzato nel Terzo e nel Quarto Rapporto di Valutazione, gli scenari RCP possono pertanto rappresentare un ventaglio
di politiche climatiche per il XXI secolo.
Il forzante radiativo non raggiunge il suo apice entro lʹanno 2100 per gli scenari RCP6.0 e RCP8.5; per lo scenario
RCP2.6 raggiunge il suo picco per poi riabbassarsi; per lo scenario RCP4.5 si stabilizza entro il 2100. Ciascuno degli
scenari RCP fornisce set di dati spazialmente definiti per i cambiamenti di uso del suolo e le emissioni settoriali degli
inquinanti dellʹaria, specificando le concentrazioni annuali di gas serra e le emissioni antropogeniche fino al 2100.
Gli scenari RCP si basano sulla combinazione di modelli di valutazione integrata, modelli climatici semplici, modelli di
chimica dellʹatmosfera e del ciclo globale del carbonio. Mentre gli scenari RCP abbracciano un ampio spettro di valori
del forzante totale, non coprono la gamma completa di emissioni della letteratura scientifica, in particolare per quanto
riguarda gli aerosol. La maggior parte delle simulazioni di CMIP5 e del Modello del Sistema Terra sono state realizzate
con concentrazioni prestabilite di CO2, pari a 421 ppm (RCP2.6), 538 ppm (RCP4.5), 670 ppm (RCP6.0) e 936 ppm
(RCP8.5) entro il 2100. Includendo anche le concentrazioni definite di CH4 e N2O, le concentrazioni combinate di
anidride carbonica equivalente (CO2‑eq) sono pari a 475 ppm (RCP2.6), 630 ppm (RCP4.5), 800 ppm (RCP6.0), e 1313
ppm (RCP8.5). Per lo scenario RCP8.5, sono state eseguite simulazioni supplementari con il Modello del Sistema Terra
di CMIP5, con emissioni di CO2 predefinite, conformemente ai modelli di valutazione integrata. Per tutti gli scenari
RCP, sono stati fatti calcoli aggiuntivi con dati di chimica atmosferica e modelli (inclusa la chimica dellʹatmosfera e la
componente climatica di CMIP5) aggiornati, utilizzando le emissioni assegnate RCP dei gas chimicamente reattivi
(CH4, N2O, HFC, NOx, CO, NMVOC). Queste simulazioni consentono unʹanalisi delle incertezze legate ai meccanismi
di feedback del ciclo del carbonio e alla chimica dellʹatmosfera.
230
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NORMATIVA EUROPEA RILEVANTE PER LE POLITICHE DI
ADATTAMENTO
Direttive
Direttiva 79/409/CE del Consiglio, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, del 2 aprile 1979.
Direttiva 82/501/CE del Consiglio sui rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali (Direttiva
Seveso), del 24 giugno 1982.
Direttiva 85/374/CEE del Consiglio del 25 luglio 1985 relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative,
regolamentari ed amministrative degli Stati Membri in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi.
Direttiva 86/278/CE del Consiglio del 12 giugno 1986, concernente la protezione dellʹambiente, in particolare del suolo,
nellʹutilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura.
Direttiva 91/676/CE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dellʹinquinamento provocato
dai nitrati provenienti da fonti agricole.
Direttiva 91/271/CE del Consiglio del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane.
Direttiva 92/43/CE della Commissione del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
Direttiva 92/57/CEE del Consiglio, del 24 giugno 1992, riguardante le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da
attuare nei cantieri temporanei o mobili.
Direttiva 94/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 1994, relativa alle condizioni di rilascio e di
esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi.
Direttiva 96/82/CE del Consiglio sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze
pericolose (Direttiva Seveso II), del 9 dicembre 1996.
Direttiva 98/83/CE del Consiglio del 3 novembre 1998, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano.
Direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti.
Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per lʹazione comunitaria in
materia di acque (Direttiva quadro sulle acque).
Direttiva 2003/105/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 96/82/CE del Consiglio sul
controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (Direttiva Seveso II‑bis o III), del
16 dicembre 2003.
Direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, sulla responsabilità ambientale in
materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale.
Direttiva 2005/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005, relativa ai servizi armonizzati
dʹinformazione fluviale (RIS) sulle vie navigabili interne della Comunità.
Direttiva 2005/89/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 gennaio 2006, concernente misure per la sicurezza
dell’approvvigionamento di elettricità e per gli investimenti nelle infrastrutture.
Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 febbraio 2006, relativa alla gestione della qualità delle
acque di balneazione e che abroga la Direttiva 76/160/CEE
Direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006, sulla protezione delle acque
sotterranee dallʹinquinamento e dal deterioramento.
Direttiva 2007/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007 relativa alla valutazione e alla gestione
dei rischi di alluvioni (Direttiva alluvioni).
Direttiva 2008/1/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008 sulla prevenzione e la riduzione
integrate dellʹinquinamento.
236
Direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 giugno 2008.che istituisce un quadro per l’azione
comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino).
Direttiva 2008/57/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 giugno 2008 relativa all’interoperabilità del sistema
ferroviario comunitario sulla interoperabilità del sistema ferroviario comunitario.
Direttiva 2008/96/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 sulla gestione della sicurezza delle
infrastrutture stradali.
Direttiva 2008/105/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008 relativa a standard di qualità
ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle Direttive del Consiglio
82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE e 86/280/CEE, nonché modifica della Direttiva 2000/60/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio
Direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, sulla promozione dell’uso dell’energia
da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.
Direttiva 2009/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009, che modifica la Direttiva 2003/87/CE al
fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra.
Direttiva 2009/72/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009 , relativa a norme comuni per il mercato
interno dell’energia elettrica e che abroga la direttiva 2003/54/CE.
Direttiva 2009/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009, relativa a norme comuni per il mercato
interno del gas naturale e che abroga la direttiva 2003/55/CE.
Direttiva 2009/90/CE della Commissione del 31 luglio 2009, che stabilisce, conformemente alla Direttiva 2000/60/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, specifiche tecniche per l’analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque.
Direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli
uccelli selvatici (che abroga la Direttiva 79/409/CEE).
Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010 , sulla prestazione energetica
nell’edilizia.
Direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali
(prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento).
Direttiva 2012/18/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 4 luglio 2012 sul controllo del pericolo di incidenti
rilevanti connessi con sostanze pericolose, recante modifica e successiva abrogazione della direttiva 96/82/CE del
Consiglio.
Direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sullʹefficienza energetica, che modifica
le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE.
Direttiva 2013/30/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 giugno 2013 sulla sicurezza delle operazioni in mare
nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva 2004/35/CE.
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2006, che definisce un quadro per la
protezione del suolo e modifica la Direttiva 2004/35/CE.
Regolamenti
Regolamento (CE) 2152/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 novembre 2003 relativo al monitoraggio
delle foreste e delle interazioni ambientali nella Comunità (Forest Focus).
Regolamento (CE) N. 1198/2006 del Consiglio del 27 luglio 2006 relativo al Fondo europeo per la pesca.
Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento
sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo e recante modifica del regolamento (CEE) n. 2847/93 e che
abroga il regolamento (CE) n. 1626/94.
Regolamento (CE) n. 2012/2006 del Consiglio del 19 dicembre 2006, recante modifica e rettifica del Regolamento (CE) n.
1782/2003, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nellʹambito della politica agricola comune e
237
istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori, e modifica del Regolamento (CE) n. 1698/2005 sul sostegno
allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
Regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio del 19 gennaio 2009, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di
sostegno diretto agli agricoltori nellʹambito della Politica Agricola Comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore
degli agricoltori, e che modifica i Regolamenti (CE) n. 1290/2005, (CE) n. 247/2006, (CE) n. 378/2007 e abroga il
Regolamento (CE) n. 1782/2003.
Regolamento (CE) n. 74/2009 del Consiglio del 19 gennaio 2009, che modifica il Regolamento (CE) n. 1698/2005 sul
sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
Regolamento (CE) n. 713/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009, che istituisce un’Agenzia per la
cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia.
Regolamento (CE) n. 67/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, che stabilisce i principi
generali per la concessione di un contributo finanziario della Comunità nel settore delle reti transeuropee.
Regolamento (UE) n. 994/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 ottobre 2010, concernente misure volte a
garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas e che abroga la direttiva 2004/67/CE del Consiglio.
Regolamento (UE) n. 305/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2011, che fissa condizioni
armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE del Consiglio.
Regolamento (UE) n. 347/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2013, sugli orientamenti per le
infrastrutture energetiche transeuropee e che abroga la decisione n. 1364/2006/CE e che modifica i regolamenti (CE) n.
713/2009, (CE) n. 714/2009 e (CE) n. 715/2009.
Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante disposizioni
comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo
agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo
europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari
marittimi e la pesca, e che abroga il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio.
Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul sostegno allo sviluppo
rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il Regolamento (CE) n.
1698/2005 del Consiglio.
Regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul finanziamento, sulla
gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga i Regolamenti del Consiglio (CEE) n. 352/78,
(CE) n. 165/94, (CE) n. 2799/98, (CE) n. 814/2000, (CE) n. 1290/2005 e (CE) n. 485/2008 .
Regolamento (UE) n. 1307/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante norme sui
pagamenti diretti agli agricoltori nellʹambito dei regimi di sostegno previsti dalla Politica Agricola Comune e che abroga
il Regolamento (CE) n. 637/2008 del Consiglio e il Regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio.
Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante organizzazione
comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i Regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e
(CE) n. 1234/2007 del Consiglio.
Regolamento (UE) n. 1310/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 che stabilisce alcune
disposizioni transitorie sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale
(FEASR), modifica il Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto concerne le
risorse e la loro distribuzione in relazione allʹanno 2014 e modifica il Regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio e i
Regolamenti (UE) n. 1307/2013, (UE) n. 1306/2013 e (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto
concerne la loro applicazione nellʹanno 2014.
Regolamento (UE) n. 1293/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013 sull’istituzione di un
programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE) e che abroga il Regolamento (CE) n. 614/2007.
Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo alla politica comune della pesca. COM
2011/425 def., 1‑92.
Relazione della Commissione del 13 febbraio 2012 all’attuazione della strategia tematica per la protezione del suolo e
attività in corso (COM(2012) 46 def.)
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ACCORDI INTERNAZIONALI RILEVANTI PER
L’ADATTAMENTO
Convenzione delle Alpi
HFA (2005), Quadro d’azione di Hyogo, sulla gestione e riduzione dei disastri naturali
Piano di Attuazione di Johannesburg (2002), piano di implementazione del Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile.
UN‑CBD (1992), Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica
UNCCD (1994), Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione
UNCLOS (1982), Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
UNFCCC (1992), Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
UNFSA (1995), Accordo per l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare, relativo alla
gestione e conservazione degli stock ittici transnazionali ed altamente migratori.
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