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MINISTERO DELL’AMBIENTE ISTITUTO NAZIONALE

E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO PER LA FAUNA SELVATICA


Servizio Conservazione della Natura “ALESSANDRO GHIGI”

Gianluca Serra, Luca Melega e Nicola Baccetti


(a cura di)

Quaderni di Conservazione della Natura


La collana “Quaderni di Conservazione This publication series, specifically focused
della Natura” nasce dalla collaborazione on conservation problems of Italian wildlife, is
instaurata tra il Ministero dell’Ambiente, the result of a co-operation between the Nature
Servizio Conservazione della Natura e l’Istituto Conservation Service of the Italian Ministry of
Nazionale per la Fauna Selvatica “A. Ghigi”. Environment and the National Wildlife Institute
Scopo della collana è quello di divulgare le “A. Ghigi”. Aim of the series is to promote a
strategie di tutela e gestione del patrimonio wide circulation of the strategies for the wildlife
faunistico nazionale elaborate dal Ministero preservation and management worked up by
con il contributo scientifico e tecnico the Ministry of Environment with the scientific
dell’I.N.F.S. and technical support of the National Wildlife
I temi trattati spaziano da quelli di carat- Institute.
tere generale, che seguono un approccio mul- The issues covered by this series range from
tidisciplinare ed il più possibile olistico, a general aspects, based on a multidisciplinary
quelli dedicati a problemi specifici di gestione and holistic approach, to management and
o alla conservazione di singole specie. conservation problems at specific level.

COMITATO EDITORIALE
ALDO COSENTINO, ALESSANDRO LA POSTA, MARIO SPAGNESI, SILVANO TOSO

In copertina: Gabbiano corso (Larus audouinii). Foto di Nicola Baccetti (Arch. INFS).
MINISTERO DELL’AMBIENTE ISTITUTO NAZIONALE
E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO PER LA FAUNA SELVATICA
SERVIZIO CONSERVAZIONE NATURA “ALESSANDRO GHIGI”

Gianluca Serra, Luca Melega e Nicola Baccetti


(a cura di)

Piano d’azione nazionale


per il Gabbiano corso (Larus audouinii)

QUADERNI DI CONSERVAZIONE DELLA NATURA


NUMERO 6
CON CONTRIBUTI DI

Fabrizio Bulgarini, Susanna D’Antoni, Alberto Fozzi, Armando Gariboldi, Giacomo Marzano,
Antonino Morabito, Sergio Nissardi, Danilo Pisu, Paolo Sposimo e Carla Zucca.

La redazione raccomanda per le citazioni di questo volume la seguente dizione:


Serra G., L. Melega e N. Baccetti (a cura di), 2001 - Piano d’azione nazionale per il Gabbiano corso
(Larus audouinii). Quad. Cons. Natura, 6, Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica.

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memoriz-
zata o trasmessa con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma (elettronica, elettrica, chimica, meccanica,
ottica, fotostatica) o in altro modo senza la preventiva autorizzazione del Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio.

Vietata la vendita: pubblicazione distribuita gratuitamente dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “A. Ghigi”.
COS’È UN PIANO D’AZIONE?

La conservazione degli ecosistemi naturali attraverso una gestione integrata rap-


presenta l’approccio teoricamente più corretto per preservare la biodiversità di un
determinato territorio; è infatti proteggendo gli ambienti naturali che si garantisce
la conservazione delle comunità viventi, prevenendo l’estinzione delle diverse specie.
D’altra parte, in alcuni casi le misure di tutela ambientale non appaiono sufficienti
per garantire la sopravvivenza di specie minacciate, che presentano popolazioni tal-
mente ridotte o isolate tra loro da non essere più in grado di una ripresa naturale
senza l’intervento dell’uomo. In questi casi è necessario seguire un approccio specie-
specifico, intervenendo direttamente sui taxa fortemente minacciati di estinzione,
che richiedono misure urgenti di conservazione. Nonostante la parzialità di questo
tipo di approccio, che si focalizza sulla conservazione di una sola specie, le ricadute
che ne derivano spesso comportano effetti positivi su altre componenti delle bioce-
nosi, o più in generale su interi ecosistemi. In questa logica, l’approccio ecosistemico
alla conservazione e quello specie-specifico non sono da considerarsi alternativi, ma
complementari. A riguardo vale la pena sottolineare anche come progetti mirati alla
conservazione di una singola specie possono talora essere impiegati per avviare cam-
pagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi, facendo leva sul carisma che taluni
animali esercitano sull’opinione pubblica.
L’approccio specie-specifico prevede misure di intervento delineate in documenti
tecnici denominati «Piani d’Azione» (cfr. Council of Europe, 1998).
Un piano d’azione si fonda sulle informazioni disponibili relative a biologia,
distribuzione ed abbondanza della specie oggetto di interesse. Tali conoscenze, pur-
troppo spesso lacunose, costituiscono un necessario punto di partenza per avviare la
definizione di efficaci strategie di intervento, innanzitutto attraverso l’identificazione
delle minacce che mettono a rischio la sopravvivenza della specie. La parte centrale
di ogni piano è costituita dalla definizione degli obiettivi volti ad assicurare la con-
servazione della specie nel lungo periodo e dalle corrispondenti azioni necessarie per
realizzarli. Una adeguata conoscenza dell’ecologia delle popolazioni oggetto d’inte-
resse, delle proprietà degli ecosistemi in cui le stesse vivono e del contesto umano che
li caratterizza, costituisce dunque il presupposto essenziale per la definizione appro-
priata di obiettivi e azioni.
Una corretta strategia di conservazione relativa ad una determinata specie deve
contemplare la pianificazione degli obiettivi nel breve, medio e lungo periodo e deve
essere flessibile e modificabile nel tempo. Infatti periodiche verifiche circa lo stato
di realizzazione ed avanzamento delle azioni, in rapporto al raggiungimento degli
obiettivi, possono mettere in luce la necessità di un loro adeguamento, in funzione
anche di scenari mutati.
Poiché in misura sempre maggiore le attività umane incidono sui processi naturali
e sulla conseguente evoluzione degli ecosistemi, il successo a lungo termine di una
determinata strategia di conservazione dipende fortemente da un corretto approccio
verso le problematiche di carattere economico, sociale e culturale che caratterizzano le
comunità umane presenti all’interno dell’areale della specie che si vuole conservare.
Nello specifico contesto italiano, la sfida che si dovrà affrontare nel dare attua-
zione alle indicazioni tecniche contenute nei piani riguarda le modalità attraverso cui
convogliare le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie per il perseguimento
degli obiettivi indicati, in assenza di un quadro normativo che ne definisca la valenza.
Sarà soprattutto su questo terreno che si valuterà la reale efficacia di questi strumenti
di conservazione nel contesto nazionale.
STRUTTURA DELLE AZIONI
Nome dell’azione

Priorità: rilevanza dell’azione in senso conservazionistico (alta, media, bassa).


Tempi: periodo entro cui è opportuno avviare l’azione; durata prevista dell’azione.
Responsabili: soggetti cui è opportuno affidare il coordinamento e/o la realizzazione
dell’azione.
Programma: descrizione sintetica del contenuto e delle finalità dell’azione.
Costi: costi presunti dell’azione (se definibili), in Euro.

ELENCO DEGLI ACRONIMI UTILIZZATI / LIST OF ACRONYMES


AUSL: Azienda Unità Sanitaria Locale (Local Health Agency)
AP: Area Protetta (Protected Area)
ARPAT: Agenzia Regionale per l’Ambiente Toscana (Tuscan Environmental Agency)
CISO: Centro Italiano Studi Ornitologici (Italian Centre for Ornithological Studies)
CNR: Consiglio Nazionale delle Ricerche (National Research Council)
ENEA: Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (Italian National
Agency for New technologies, Energy and the Environment)
ICRAM: Istituto Centrale Ricerca Applicata al Mare (National Institute for Sea
Research)
INFS: Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (National Wildlife Institute)
LIPU: Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli (Bird Life Italy)
MA: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Ministry of the
Environment)
MEDMARAVIS: Associazione per l’avifauna Marina Mediterranea (Society for
Mediterranean Marine Avifauna)
ONG: Organizzazioni Non Governative (Non-governmental organizations)
PNA: Parco Nazionale dell’Asinara (Asinara National Park)
PNAM: Parco Nazionale dellArcipelago della Maddalena (Maddalena Archipelago
National Park)
PNAT: Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (Tuscany Archipelago National
Park)
PNC: Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diana (Cilento National Park)
PNGO: Parco Nazionale Golfo di Orosei e Gennargentu (Orosei-Gennargentu
National Park)
RSU: Rifiuti Solidi Urbani (Solid urban refuses)
SIC: Sito di Importanza Comunitaria, ai sensi della direttiva n. 92/42/CEE (Site
of Community Importance)
WIWO: Fondazione nazionale sugli uccelli acquatici (Foundation Working Group
International Wader and Waterfowl Research)
UZI: Unione Zoologica Italiana (Italian Zoological Union)
WWF: WWF Italia (WWF Italy)
ZPS: Zona di Protezione Speciale, ai sensi della Direttiva n. 79/409/CEE (Special
Protection Area)
INDICE

1. ORIGINE E VALIDITÀ DEL DOCUMENTO ................................................. Pag. 7


2. INQUADRAMENTO GENERALE ................................................................. " 7
2.1. Aspetti normativi e problematiche conservazionistiche " 7
2.2. Biologia e status ....................................................................... " 11
2.3. Minacce e fattori limitanti ................................................... " 16
2.3.1. Carenze informative circa consistenza, distribuzio-
ne ed ecologia ............................................................. " 16
2.3.2. Disturbo antropico ...................................................... " 17
2.3.3. Depauperamento delle risorse trofiche ...................... " 17
2.3.4. Interazioni competitive e predatorie ......................... " 18
2.3.5. Inquinamento del mare .............................................. " 19
2.4. Azioni già intraprese .............................................................. " 20
3. PIANO D’AZIONE ................................................................................... " 20
3.1. Scopi del piano ....................................................................... " 20
3.2. Obiettivo generale: approfondire la conoscenza
ecologica della specie e del suo habitat ............................. " 21
3.2.1. Obiettivo specifico: monitorare la consistenza della
popolazione nidificante .............................................. " 21
3.2.2. Obiettivo specifico: comprendere modalità dei
movimenti della specie (turnover isole colonizzate,
migrazione, svernamento, dispersione giovanile) ... " 23
3.2.3. Obiettivo specifico: monitorare dieta e disponibili-
tà di risorse trofiche .................................................... " 25
3.2.4. Obiettivo specifico: monitorare la popolazione di
Gabbiano reale ............................................................ " 26
3.2.5. Obiettivo specifico: valutare l’impatto
dell’inquinamento marino ........................................ " 27
3.3. Obiettivo generale: gestire l’areale riproduttivo .............. " 27
3.3.1. Obiettivo specifico: proteggere l’areale riproduttivo " 27
3.3.2. Obiettivo specifico: minimizzare il disturbo indot-
to alla ricerca sul campo ............................................ " 30
3.3.3. Obiettivo specifico: prevenire la competizione col
Gabbiano reale ............................................................ Pag. 31
3.3.4. Obiettivo specifico: prevenire l’inquinamento
marino ........................................................................... " 32
3.4. Obiettivo generale: comunicazione e divulgazione ........ " 33
3.4.1. Obiettivo specifico: diffondere i contenuti e le fina-
lità del piano d’azione presso soggetti che possono
svolgere un ruolo nell’attuazione delle azioni previste " 33
3.5. Obiettivo generale: applicare il Piano d’Azione .............. " 34
3.5.1. Obiettivo specifico: valutare l’applicazione del
Piano d’azione ......................................................................... " 34
RIASSUNTO ................................................................................................ " 35
TABELLA SINOTTICA DELLE MINACCE E DEI FATTORI LIMITANTI ................. " 35
TABELLA SINOTTICA DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI ............................... " 36
EXECUTIVE SUMMARY ................................................................................ " 39
THREATS AND LIMITING FACTORS .............................................................. " 39
OBJECTIVES AND ACTIONS ......................................................................... " 40
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................ " 43
1. ORIGINE E VALIDITÀ DEL DOCUMENTO

Il presente documento è basato su:


- l’«International Action Plan for Audouin’s Gull (Larus audouinii)»
(Lambertini, 1996), e sua successiva revisione effettuata durante l’ap-
posito simposio tenuto a Melilla (Spagna) nel 1997;
- l’esame completo della letteratura scientifica riguardante la specie;
- i risultati di attività di censimento e studio condotte dall’Istituto Nazio-
nale per la Fauna Selvatica (INFS) nel corso del periodo 1997-2000;
- idee e opinioni emerse nel corso del Workshop internazionale sulla con-
servazione del Gabbiano corso organizzato dalla Hellenic Ornithologi-
cal Society presso l’isola di Leros (Grecia) nel 1999, nell’ambito di uno
specifico progetto LIFE-EU;
- la consultazione di una serie di esperti segnalati al Ministero dell’Am-
biente e della Tutela del Territorio da CISO, Legambiente, LIPU, UZI,
WWF, in particolare: Fabrizio Bulgarini, Susanna D’Antoni, Armando
Gariboldi, Antonino Morabito;
- la consultazione e collaborazione di una rete di esperti individuata dal-
l’INFS, nell’ambito della quale si devono ricordare: Giacomo Marzano
(Lecce), Alberto Fozzi e Danilo Pisu (Sassari), Paolo Sposimo (Firenze),
Sergio Nissardi e Carla Zucca (Cagliari).
Il piano d’azione si riferisce a tutto il territorio nazionale.
La durata prevista è di cinque anni, al termine dei quali dovrà essere
prodotta una versione aggiornata del piano, previa verifica dei risultati otte-
nuti e delle nuove conoscenze acquisite. Eventi di particolare importanza
(inclusa l’adozione di misure urgenti da parte del piano d’azione interna-
zionale per la specie) potranno determinare la necessità di rivedere parti più
o meno consistenti del documento prima della sua naturale scadenza.

2. INQUADRAMENTO GENERALE

2.1. Aspetti normativi e problematiche conservazionistiche


Il Gabbiano corso è stato incluso nella lista delle specie «minacciate di
estinzione» verso la fine degli anni Sessanta, quando la stima della con-
sistenza della popolazione globale ammontava a 600-800 coppie. L’in-
cremento della popolazione totale nei successivi vent’anni ha portato a

7
una nuova definizione dello status conservazionistico della specie. D’al-
tra parte considerare la consistenza della popolazione quale unico indice
dello stato di conservazione di una specie non è scientificamente accet-
tabile, in quanto a tale riguardo ha grande rilievo anche l’aspetto distribu-
tivo. Infatti, nel caso di una specie la cui popolazione è rappresentata
da unità discrete (sia a livello di sub-popolazioni che di colonie), le
sue probabilità di sopravvivenza sono correlate positivamente rispetto al
numero e all’estensione distributiva delle distinte unità che la compon-
gono. Quindi, in questo senso, le colonie di Gabbiano corso del Medi-
terraneo centrale e orientale (es. Italia e Grecia), caratterizzate da piccole
dimensioni e alta dispersione rispetto a quelle del Mediterraneo occi-
dentale (Spagna), rivestono grande importanza dal punto di vista della
conservazione della specie. Il dato che desta maggiore preoccupazione
riguarda quindi l’eccessiva concentrazione spaziale della popolazione nidi-
ficante (Oro e Martinez-Vilalta, 1992), a cui si aggiunge il fatto che una
delle due colonie spagnole, quella del delta dell’Ebro, si localizza in un
habitat d’eccezione per questa specie (ambiente sabbioso-salmastro), ed è
dipendente dall’uomo in quanto è caratterizzata da un successo riprodut-
tivo largamente influenzato dalla disponibilità di scarti originati dall’atti-
vità della flotta di pesca a strascico operante in zona (Ruiz et al., 1996).
Ecco perché, nonostante un indubbio incremento delle super-colonie
spagnole, esiste tuttora una grande attenzione conservazionistica nei con-
fronti di questa specie, oggi classificata come «near threatened» in ambito
globale (BirdLife International, 2000) ed inclusa nell’allegato II della
Convenzione di Berna, nell’allegato I della Convenzione di Bonn e nel-
l’allegato II del Protocollo concernente le Aree Specialmente Protette e
la Diversità Biologica nel Mediterraneo, adottato dalla Convenzione di
Barcellona. A livello europeo, il Gabbiano corso è inserito nell’Allegato 1
della Direttiva 79/409/CEE ed è specie prioritaria ai fini del cofinanzia-
mento LIFE. In Italia, infine, è specie particolarmente protetta ai sensi
della legge n. 157/92 “Norme per la protezione della fauna selvatica ome-
oterma e per il prelievo venatorio” ed è inclusa nella lista rossa come
specie in pericolo (LIPU e WWF, 1999).
Il livello di protezione dei siti occupati da colonie riproduttive negli
ultimi vent’anni è riepilogato in tabella 1. Dei 33 siti colonizzati dalla
specie, il 58% (19) è protetto ai sensi della legge n. 394/91 sulle Aree
Protette mentre solo il 18% (6) è ZPS. Gli istituti di gestione previsti
dalla legge n. 157/92 non sono stati considerati in quanto non utili ai
fini della gestione dell’habitat della specie; analogamente, non sono stati
considerati nel calcolo i Parchi marini.

8
Tabella 1 - Stato di protezione dei siti coloniali occupati negli ultimi vent’anni (1981-2000),
ordinati per Provincia e Comune di appartenenza. SIC= Sito di Importanza Comunitaria ai sensi
della Direttiva 92/43/CEE; ZPS= Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/409/
CEE; AP Area Protetta ai sensi della legge n. 394/91.

Ultima nidificazione
N. Prov. Comune Isola/tratto Protezione
costiero N.
anno coppie Fonte

1 SS Olbia Is. Molara 1998 50 Archivio INFS SIC


2 SS Golfo Aranci Is. Figarolo 1999 30 Archivio INFS SIC
3 SS Arzachena Is. Soffi 1991 35 Archivio INFS AP
4 SS Arzachena Is. Mortorio 1990 129 Fozzi et al., 1998 AP
5 SS Arzachena Is. Nibani ovest 2000 168 Archivio INFS AP
6 SS La Maddalena Is. Caprera 1987 77 Fozzi et al., 1998 SIC, AP
7 SS La Maddalena Is. Porco 1992 10 F. Bulgarini, SIC, AP
ined.
8 SS La Maddalena Is. Corcelli 1998 8 Archivio INFS SIC, AP
9 SS La Maddalena Is. La Presa 2000 22 Archivio INFS SIC, AP
10 SS La Maddalena Is. Razzoli 1995 23 J-C. Thibault, SIC, AP
ined.
11 SS Trinità Is. Rossa 2000 2 Archivio INFS SIC, AP
d’Agultu di Castelsardo
12 SS Porto Torres Is. Asinara 1989 47 Fozzi et al., 1998 SIC, AP
13 SS Porto Torres Is. Piana 1999 155 Archivio INFS SIC, AP
di Asinara A. Fozzi, ined.
14 SS Alghero Is. Piana di 1996 23 Gariboldi et al., SIC
Alghero 2000
15 OR Cabras Is. Mal di 2000 61 Archivio INFS SIC
Ventre
16 CA Carloforte Is. San Pietro 1999 2 Archivio INFS SIC
17 CA Carloforte Is. Piana di 1999 34 Archivio INFS SIC
San Pietro
18 CA Carloforte Is. Ratti 2000 32 Archivio INFS SIC
19 CA Teulada Is. Rossa di 1992 100 Floris et al., 1995 SIC
Teulada
20 CA Teulada Is. Tuarredda 1999 141 Archivio INFS
21 CA Pula Is. Coltellazzo 1999 56 Archivio INFS
22 CA Villasimius Is. Cavoli 2000 15 Archivio INFS SIC
23 NU Baunei Cala Magroni 1999 15 Archivio INFS SIC, AP

9
Segue tabella 1

Ultima nidificazione
N. Prov. Comune Isola/tratto Protezione
costiero N.
anno coppie Fonte

24 LI Livorno Is. Gorgona 1988 60 M. Lambertini, SIC,


ined. ZPS, AP
25 LI Capraia Isola Is. Capraia 2000 37 Archivio INFS SIC,
ZPS, AP
26 LI Marciana La Caletta 1999 50 Archivio INFS AP
Marina (Elba)
27 LI Rio Marina Is. Topi 1990 100 A. Canci, ined. AP
28 LI Rio Marina Is. Palmaiola 1993 18 Archivio INFS SIC,
ZPS, AP
29 LI Campo Is. Pianosa 2000 54 Archivio INFS SIC,
nell’Elba ZPS, AP
30 LI Portoferraio Is. Montecristo 1995 4 Archivio INFS SIC,
ZPS, AP
31 GR Isola del Giglio Is. Giglio 2000 81 Archivio INFS SIC, AP
32 LE Gallipoli Is. Sant’Andrea 2000 30 Archivio INFS SIC, ZPS
G. Marzano
33 SA Centola Capo Palinuro 2000 8 M. Panella, ined. SIC, AP

Lo stato di protezione è diverso nei vari ambiti regionali interessati:


- le isole dell’Arcipelago Toscano hanno di recente acquisito, in toto o in
parte, status di protezione, in quanto incluse nel Parco Nazionale del-
l’Arcipelago Toscano. Precedentemente all’istituzione di questo parco,
tra il 1984 ed il 1988, l’amministrazione comunale dell’Isola di Capraia
aveva imposto il divieto di accesso al tratto di costa interessato dalla
nidificazione del Gabbiano corso, con modalità temporanea e spazial-
mente variabile di anno in anno in relazione all’elevata mobilità di
quella colonia. Gli 8 siti toscani cadono tutti entro i confini del PNAT,
ma solo 5 appartengono a ZPS;
- in Sardegna solo il 43% dei siti coloniali sono inclusi in aree protette
(10/23) e nessuno è ZPS. La situazione è molto diversa fra nord e sud:
mentre al nord e al centro 12 siti su 16 (75%) sono inclusi in parchi
nazionali (PNA, PNAM, PNGO) della Maddalena, dell’Asinara e del
Golfo di Orosei e Gennargentu, nessuno dei 7 siti del sud è protetto
ai sensi della legge 394/91 e addirittura 2 (Tuarredda e Coltellazzo)

10
non sono nemmeno in predicato di entrare a far parte della rete Natura
2000, non essendo neppure SIC;
- la colonia campana è inclusa nel Parco Nazionale del Cilento, ma non
è ZPS, mentre quella pugliese è ZPS, ma non è area protetta (ai sensi
della legge quadro sulle aree protette n. 394/91).

2.2. Biologia e status


Il Gabbiano corso è specie endemica del Mediterraneo, caratterizzata
da abitudini riproduttive strettamente coloniali e da comportamento di
migratore parziale; per una trattazione completa e aggiornata sulla biolo-
gia e l’ecologia del Gabbiano corso si veda Oro (1998).
L’areale riproduttivo è limitato al bacino del Mediterraneo ed ha carat-
tere di spiccata concentrazione spaziale a carico del settore occidentale.
La stima più aggiornata (1998) della popolazione nidificante mondiale
è di circa 19.000 coppie, di cui circa il 65% (= 14.400 coppie) nidifica
in due sole colonie in Spagna, presso il delta dell’Ebro e presso le isole
Chaffarinas (Oro et al., 2000).
Al di fuori della Spagna nidificano circa 1.950 coppie, di cui la parte
più consistente in Italia (800-900 coppie pari al 4-5% del totale mon-
diale) e in Grecia (704 coppie pari al 3,6% del totale). La restante parte
della popolazione mondiale (circa 470 coppie pari al 2,4%) nidifica in
Algeria (160-170 coppie), Francia (solo Corsica: 62-70 coppie), Tunisia
(60), Marocco (60), Turchia (15-50), Cipro (15-20) e Libano (15).
In Italia il primo censimento effettivamente completo e contempora-
neo dell’areale noto per la specie è stato effettuato nel 1999 (Arch. INFS),
ed ha permesso di rilevare 15 siti coloniali, per un totale di circa 984
coppie nidificanti, il 77,1% delle quali localizzate in Sardegna, il 17,7%
nell’Arcipelago Toscano, il 5,0% in Puglia, e lo 0,2% in Campania (vedi
Tab. 2 e Fig. 1). Va inoltre sottolineato che le popolazioni sarda e toscana
e quella orbitante lungo le coste della Corsica costituiscono nel loro
insieme una evidente unità biogeografica. Nell’anno 2000 è stato regi-
strato un drastico decremento in Sardegna (Tab. 2), tanto a livello di
areale (6 colonie contro le 10 del 1999) quanto a livello di popolazione
(300 coppie contro le 757 del 1999), mentre in Toscana, Puglia e Cam-
pania la situazione non è sostanzialmente mutata.
Censimenti periodici e completi sul lungo periodo sono stati finora
condotti soltanto in Spagna, anche grazie al fatto che le colonie di questa
regione appaiono più stabili e spazialmente concentrate rispetto a quelle
del Mediterraneo centrale e orientale. I censimenti condotti in Spagna

11
hanno riportato a partire dalla metà degli anni Settanta un incremento
annuo complessivo di circa il 6%. L’incremento nel resto dell’areale medi-
terraneo negli ultimi 10-15 anni è soltanto supposto, in quanto non sono
disponibili per il passato dati di censimenti che abbiano coperto l’intero
areale di distribuzione storico e/o potenzialmente adatto alla nidifica-
zione di questa specie. Solo la popolazione della Corsica è stata monito-
rata con regolarità (Thibault e Bonaccorsi, 1999), ma l’interpretazione
dell’andamento osservato risulta in questo caso impedita dalla mancanza
di un parallelo monitoraggio delle colonie italiane, con le quali può esi-
stere uno stretto rapporto.
I primi risultati delle campagne di inanellamento, realizzate dapprima
in Spagna e quindi in Italia, rivelano che i gabbiani corsi nidificanti in
queste regioni migrano verso le coste atlantiche dell’Africa nord-occiden-
tale durante la stagione non-riproduttiva (per es., Marocco, Mauritania e
Senegal) (Oro e Martinez-Vilalta, 1994; Arch. INFS). Si sospetta che la
componente popolazionale di Gabbiano corso nidificante nel Mediterra-
neo orientale possa svernare anche altrove (per es., Medio Oriente o Mar
Rosso). Non esistono allo stato attuale dati sufficienti per produrre una
stima attendibile circa la consistenza e distribuzione della popolazione
svernante in Africa.
I dati più consistenti e scientificamente attendibili circa l’ecologia del
Gabbiano corso sono quelli relativi alla colonia del delta dell’Ebro, rile-
vati sul lungo termine dal gruppo di ricerca dell’Università di Barcellona.
La deposizione delle uova, che inizia di solito tra la seconda metà di aprile
e gli inizi di maggio, si protrae di regola per circa due settimane, mentre
l’involo dei giovani ha luogo per lo più nel corso delle prime due set-
timane di luglio. Il Gabbiano corso nidifica sul terreno, solitamente in
colonie monospecifiche la cui dimensione può variare da poche unità a
diverse migliaia di coppie. Le colonie più grandi sono spesso composte da
un mosaico di sub-colonie distinte. La dimensione media delle colonie di
Gabbiano corso del Mediterraneo occidentale (ordine centinaia-migliaia
di coppie) è largamente maggiore di quella riscontrata nel Mediterraneo
centrale e orientale. In Italia, ad esempio, la dimensione media delle colo-
nie nell’anno 2000 è risultata di 46,4 coppie (2-168, n= 11).
L’ubicazione spaziale delle colonie, al pari della loro consistenza in ter-
mini di numero di coppie, sono fattori tipicamente fluttuanti di anno
in anno (Arcamone et al., 1986; Lambertini, 1993). Ciò è confermato
anche dai risultati dei censimenti esaustivi effettuati negli anni 1999 e
2000 (Tab. 2). Le colonie in genere non mostrano fedeltà verso un
particolare sito di nidificazione, ma verso una zona geografica di esten-

12
sione variabile (isola o gruppo di isole), tradizionalmente occupata dalla
specie (Lambertini, 1993). La colonizzazione di nuove aree rappresenta
un evento poco frequente ma non impossibile per questa specie, come
testimoniano le scoperte delle colonie presso il delta dell’Ebro nel 1981,
in Puglia nel 1992 (Cataldini e Scarpina, 1994) e a Capo Palinuro nel
1993 (Romito, com. pers.; Milone et al., 1999).
Appare chiaro come il fattore ecologico che influenza maggiormente la
selezione del sito di nidificazione da parte del Gabbiano corso sia - come
ipotizzato per altre specie di uccelli marini coloniali di piccola e media
taglia - l’inaccessibilità dello stesso da parte dei predatori terrestri. Questo
spiegherebbe: (i) la quasi esclusiva localizzazione delle colonie su isole di
piccole dimensioni, tipicamente prive di predatori terrestri (che le hanno
spesso raggiunte in tempi storici grazie all’uomo); (ii) la tendenza, nei rari
casi in cui le colonie di questa specie si trovino lungo la costa continen-
tale o lungo quella di grosse isole in cui siano presenti predatori terrestri,
all’insediamento su falesie e pareti a picco sul mare, in contrasto con le
superfici sub-orizzontali - talvolta addirittura pianeggianti - utilizzate per
la nidificazione sulle piccole isole.
Goutner et al. (2000b) hanno effettuato uno studio nel Mar Egeo sulle
caratteristiche ecologiche dei siti di nidificazione, evidenziando l’impor-
tanza che la copertura vegetale riveste in certe colonie, probabilmente a
causa della protezione che garantisce ai pulli durante l’allevamento (vedi
anche Bradley, 1986). D’altra parte, opinione ampiamente diffusa è quella
secondo cui le caratteristiche ecologiche dei siti di nidificazione di questa
specie possano variare notevolmente anche nell’ambito di una stessa area
geografica. Diversi casi di nidificazione in contesti ecologici d’eccezione
per la specie evidenziano inoltre una certa flessibilità relativamente alla
selettività di habitat (per esempio: colonia insediata nel porto militare di
Ajaccio o la stessa colonia del delta dell’Ebro, come già descritto).
Nel Mediterraneo occidentale e centrale il Gabbiano corso sembra
strettamente legato per la sua alimentazione ai banchi di pesce azzurro
(Clupeiformi) che incrociano al largo (Oro, 1995). Osservazioni e dati
recenti suggeriscono che questa specie possa comunque alimentarsi rego-
larmente anche sotto costa. Questo uccello marino pesca soprattutto
durante la notte, compiendo spostamenti di notevole entità rispetto
all’ubicazione della colonia di appartenenza. I dati disponibili in lettera-
tura riportano infatti distanze percorse, nelle uscite in mare alla ricerca di
cibo, superiori a 110 km a partire dalla colonia del Delta dell’Ebro (Oro,
1998) e fino a 70 km in Sardegna (Baccetti et al., 2000). Tre giorni è la
durata massima registrata finora per una singola uscita in mare. Il gruppo

13
Figura 1 - Distribuzione geografica delle colonie esistenti nel quadriennio 1997-2000.

14
Tabella 2 - Consistenza della popolazione nazionale nel quadriennio 1997-2000; n.r.= dato non
rilevato.

N. coppie
N. Comune (provincia) Isola o tratto di costa
1997 1998 1999 2000
1 Olbia (SS) Is. Molara 63 50 0 0
2 Golfo Aranci (SS) Is. Figarolo 12 18 30 0
3 Arzachena (SS) Is. Nibani ovest 68 145 215 168
4 La Maddalena (SS) Is. Corcelli 16 6 n. r. 0
5 La Maddalena (SS) Is. La Presa 0 0 0 22
6 Trinità d’Agultu (SS) Is. Rossa di Castelsardo 5 4 0 2
7 Porto Torres (SS) Is. Piana di Asinara 143 252 155 0
8 Cabras (OR) Is. Mal di Ventre 42 51 126 61
9 Carloforte (CA) Is. San Pietro 10 22 2 0
10 Carloforte (CA) Is. Piana di San Pietro 0 0 32 0
11 Carloforte (CA) Is. Ratti 0 0 0 32
12 Teulada (CA) Is. Tuarredda n. r. 20 99 0
13 Pula (CA) Is. Coltellazzo n. r. 112 56 0
14 Villasimius (CA) Is. Cavoli n. r. 31 27 15
15 Baunei (NU) Cala Magroni n. r. n. r. 15 0
16 Capraia Isola (LI) Is. Capraia 30 53 50 37
17 Marciana Marina (LI) La Caletta (Elba) n. r. n. r. 50 0
18 Campo nell’Elba (LI) Is. Pianosa n. r. n. r. 0 54
19 Isola del Giglio (GR) Is. Giglio n. r. n. r. 74 81
20 Gallipoli (LE) Is. Sant’Andrea 33 53 49 30
21 Centola (SA) Capo Palinuro 3 n. r. 2 8

Totale 425 817 982 510

di ricerca spagnolo (Ruiz, com. pers.) ha registrato un’area di alimenta-


zione minima di 9.000 km2.
Il successo riproduttivo assai elevato delle colonie del Mediterraneo
occidentale è stato messo in relazione alla minore salinità delle acque e
alla loro abbondanza di pesce azzurro rispetto ai settori centrali e orientali
del bacino. Inoltre, i gabbiani corsi nidificanti presso il delta dell’Ebro
dipendono largamente dagli scarti di pesce resi disponibili dall’abbon-
danza locale di pescherecci (Oro et al., 1996a e 1996b).

15
Solo nel corso del 1999 sono stati raccolti i primi dati sulla com-
posizione della dieta di colonie italiane di Gabbiano corso (Baccetti et
al., in prep.). Si ritiene che nel nostro Paese il commensalismo nei con-
fronti della flotta di pescherecci costituisca un fenomeno meno consi-
stente rispetto alla situazione spagnola.

2.3. Minacce e fattori limitanti (1)


2.3.1. Carenze informative circa consistenza, distribuzione ed ecologia
Carenze informative su consistenza, distribuzione ed ecologia sono
configurabili esse stesse come minaccia, diretta o indiretta, rispetto alle
possibilità di conservazione di una specie, quando queste impediscano
l’identificazione di fattori limitanti e una razionale ed efficace proget-
tazione e applicazione di misure gestionali appropriate. Per esempio,
disporre di informazioni approssimative e poco aggiornate circa i trend
di consistenza e distribuzione del Gabbiano corso nel Mediterraneo
potrebbe comportare, in prima istanza, un’inadeguata definizione delle
priorità di intervento e, in ultima analisi, una valutazione erronea dei
rischi di estinzione della specie nel breve e medio termine. Inoltre, solo
conoscendo puntualmente la dislocazione delle colonie è possibile l’isti-
tuzione temporanea di divieti di accesso e approdo ai tratti di costa inte-
ressati dalla nidificazione.
A livello nazionale è attualmente impossibile effettuare un’analisi circa
l’andamento temporale della consistenza e circa eventuali variazioni di
distribuzione di questa specie, in quanto un censimento completo del-
l’areale storico è stato effettuato per la prima volta soltanto nel 1999.
Ancora molto scarsi sono i dati disponibili circa rotte migratorie e quar-
tieri di svernamento, disponibilità delle risorse trofiche, mobilità inter-
annuale delle colonie, selettività di habitat, fenomeni di emigrazione/
immigrazione tra colonie, tassi di mortalità differenziali per classi di
età, dispersione giovanile. È evidente come a livello di questi aspetti pos-
sano agire fattori limitanti di importanza maggiore rispetto alle minacce
attualmente note, e come un consistente impegno conservazionistico
indirizzato solo a queste ultime costituirebbe un’azione poco efficace ed
un probabile spreco di risorse.

(1) Di seguito alla trattazione di ciascuna delle voci è riportata la rilevanza relativamente ai tre
ambiti regionali in cui nidifica attualmente più del 98% della popolazione italiana di Gabbiano
corso. Per una trattazione completa delle minacce e problematiche conservazionistiche riguardanti
gli uccelli marini vedi Nettleship et al. (1994).

16
Rilevanza: Sardegna: alta
Toscana: media
Puglia: bassa
2.3.2. Disturbo antropico
Questo problema trae origine essenzialmente dalla coincidenza tem-
porale tra l’attività riproduttiva dei gabbiani e la stagione del turismo bal-
neare e diportistico, entrambe ricorrenti nel periodo tardo primaverile-
estivo. Il disturbo antropico danneggia la produttività delle colonie di
Gabbiano corso, come quelle di altri uccelli marini, in quanto può deter-
minare l’abbandono della colonia da parte degli adulti durante le prime
fasi della nidificazione, o un incremento del tasso di mortalità dei pulli
durante le fasi più avanzate.
Il disturbo antropico più pericoloso per i gabbiani è rappresentato
dall’ormeggio di imbarcazioni nelle acque prospicienti le colonie per
periodi prolungati (dell’ordine di alcune ore) e, ancor più gravemente,
dallo sbarco di persone e cani all’interno o in prossimità della colonia. Il
numero di imbarcazioni che possono ormeggiare nei pressi di un sito di
nidificazione dipende: i) dal grado di sviluppo e ricettività turistica del-
l’area, ii) dalla vicinanza a porti turistici e alle rotte nautiche d’altura, iii)
dal grado di attrazione di tale sito ai fini di ormeggio e balneazione (per
es., zone riparate dai venti principali, baie e insenature in cui è agevole
lo sbarco). Non sono da sottovalutare quali potenziali fonti di disturbo
anche altre attività antropiche quali il birdwatching, la fotografia natura-
listica, e le stesse attività di ricerca. In passato anche pescatori e pastori
erano configurabili come fonte di disturbo, oltre ad essere causa diretta di
mortalità e saccheggio.
Rilevanza: Sardegna: alta
Toscana: media
Puglia: alta
2.3.3. Depauperamento delle risorse trofiche
La variazione spazio-temporale di abbondanza del pesce azzurro è con-
siderata come la maggiore fonte di fluttuazione e mobilità delle popola-
zioni di uccelli marini. Si ritiene che la consistenza delle popolazioni itti-
che venga depauperata da uno sforzo di pesca non sostenibile in termini
di quantità (sforzo complessivo di estrazione) e di qualità (selettività delle
tecniche di pesca in riferimento alle differenti specie e alle differenti classi
di età di ciascuna specie). La distribuzione e consistenza delle risorse tro-
fiche influenza il successo riproduttivo dei gabbiani, per esempio deter-

17
minando la durata delle escursioni degli adulti in cerca di cibo, e quindi
il tempo in cui i pulli rimangono soli nella colonia (Oro, 1995; Arcos e
Oro, 1996; Pedrocchi et al., 1996; Oro et al., 1997).
Rilevanza: Sardegna: da stabilire
Toscana: da stabilire
Puglia: da stabilire
2.3.4. Interazioni competitive e predatorie
Dati e osservazioni suggeriscono che le interazioni competitive e/o
predatorie con alcune specie selvatiche dominanti - soprattutto il Gab-
biano reale (Larus cachinnans) - e con specie domestiche, semidomestiche
o rinselvatichite costituiscano, almeno a livello locale, dei significativi fat-
tori limitanti il successo riproduttivo delle colonie di Gabbiano corso.
L’azione limitante del Gabbiano reale sul Gabbiano corso (Bradley,
1986; Monbailliu e Torre, 1986; Alvarez, 1992; Oro e Martinez-Vilalta,
1994; Castilla, 1995; Oro, 1996b; Gonzales-Solis et al., 1997a e 1997b;
Thibault e Bonaccorsi, 1999; Serra et al., 2000) si configura allo stesso
tempo come:
i) competizione di tipo «per interferenza» rispetto ai siti adatti alla nidi-
ficazione, le cui qualità ecologiche risultano ampiamente sovrapponibili
per le due specie: il Gabbiano reale risulta vincente in questa competi-
zione grazie sia alla maggiore taglia e aggressività, sia ad un calendario
di nidificazione anticipato di almeno un mese rispetto a quello del Gab-
biano corso, che gli consente di occupare per primo i siti più idonei;
ii) predazione diretta di uova, pulli e adulti di Gabbiano corso;
iii) clepto-parassitismo consistente nell’intercettazione aerea degli adulti
di Gabbiano corso diretti ai nidi e successiva loro sottrazione forzata del
materiale nutritivo destinato ai pulli.
Il gruppo di ricerca spagnolo (Ruiz, com. pers.) ha di recente dimo-
strato come il Ratto nero (Rattus rattus) non predi significativamente il
Gabbiano corso, mentre un solo individuo di Tasso (Meles meles) o di
Volpe (Vulpes vulpes) sia capace di distruggere e indurre alla diserzione in
poche notti anche una colonia di migliaia di coppie (Oro et al., 1999).
Anche l’accesso alle colonie di Gabbiano corso da parte di carnivori dome-
stici, semidomestici o rinselvatichiti (cani e gatti) o di bestiame allo stato
brado, come osservato all’Asinara da Monbailliu e Torre (1986) e più
di recente nella colonia dell’isola di Molara, può risultare disastroso. Il
gruppo di ricerca greco (Papaconstantinou, com. pers.) ha registrato alcuni
casi di predazione di grave entità a carico di singole colonie di Gabbiano
corso ad opera del Falco pellegrino (Falco peregrinus) e, in un caso, anche

18
della Poiana codabianca (Buteo rufinus). In Spagna ed in Sardegna il tasso
di predazione da parte del Falco pellegrino sul Gabbiano corso sembra
invece essere abbastanza contenuto (Oro, 1996a; Baccetti, dati inediti).
Rilevanza: Sardegna: alta
Toscana: da stabilire
Puglia: bassa
2.3.5. Inquinamento del mare
L’inquinamento chimico delle acque è un problema assai grave in
Mediterraneo a causa del carattere di bacino quasi chiuso che contraddi-
stingue questo mare. Nella letteratura specifica sono disponibili dati che
dimostrano come questo fattore costituisca una fonte di pericolo per gli
uccelli marini in generale. Studi effettuati nell’Arcipelago Toscano e in
Sardegna hanno evidenziato come il Gabbiano corso sia particolarmente
esposto, rispetto ad altre specie di uccelli marini, all’accumulo nei propri
tessuti di metalli pesanti (mercurio, selenio, cadmio e piombo) e di idro-
carburi clorurati (diossina, dibenzofurano, policloruro bifenile), proba-
bilmente a causa della sua dieta strettamente marina (Lambertini, 1982;
Lambertini e Leonzio, 1986; Leonzio et al., 1989). Problemi analoghi
sono stati evidenziati anche in Spagna (Morera et al., 1997; Sanpera et al.,
2000) e in Grecia (Goutner et al., 2000a).
Un tema di grande rilevanza è rappresentato dal rischio di incidenti
in mare a carico di petroliere, con conseguente dispersione di idrocarburi
nelle acque. L’attaccamento di petrolio e di suoi derivati sul piumaggio
degli uccelli marini produce effetti letali o sub-letali sugli adulti, sui
giovani o, quando si attacca sul guscio delle uova, anche sui nascituri.
Una consistente dispersione di idrocarburi in un tratto di mare prospi-
ciente una colonia di Gabbiano corso durante il periodo di nidificazione
potrebbe avere effetti disastrosi sul successo riproduttivo della stessa, oltre
che sulla sopravvivenza degli adulti. Appaiono a rischio tutte quelle colo-
nie situate su coste che si affaccino sulle maggiori rotte nautiche petroliere
e, in particolare, quelle localizzate lungo passaggi marini obbligati, caratte-
rizzati da traffico marittimo intenso (e.g, Bocche di Bonifacio e Canale di
Piombino) o nelle adiacenze di porti industriali e raffinerie (per es., Sulcis,
Golfo di Cagliari e Porto Torres). Il recente (anno 2000) affondamento di
una nave portacarbone nelle acque sulcitane potrebbe avere determinato
conseguenze gravi, che sarà prioritario appurare negli anni a venire.
Rilevanza: Sardegna: da stabilire
Toscana: da stabilire
Puglia: da stabilire

19
2.4. Azioni già intraprese
a) Protezione legale di una porzione significativa dell’areale di nidificazione
della specie in Italia (cfr. tab. 1). Nel 1999 il 47% dei siti coloniali - ospi-
tante il 57% della popolazione - si trovava all’interno di aree protette; nel
2000, invece, a causa dell’abbandono di due importanti colonie non pro-
tette del sud della Sardegna, la frazione di siti coloniali ubicati all’interno
di aree protette è salita al 64% (siti ospitanti il 73% della popolazione).
b) Censimenti parziali nel 1983 e 1984 (Fasola, 1986), 1997 e 1998, e
censimenti completi nel 1999 e 2000 effettuati dall’INFS grazie a fondi
strutturali e finanziamenti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e della Comunità Europea (progetto LIFE 97NAT/IT/4153).
c) Creazione presso l’INFS di una banca dati nazionale sulla specie, digi-
tale e georeferenziata, grazie al contributo in termini di dati e informa-
zioni da parte di tutte quelle persone (birdwatchers, ornitologi di profes-
sione, appassionati, ecc.), che seguono o hanno seguito in passato colonie
di Gabbiano corso in Italia. Si stima che a livello di dati disponibili l’ar-
chivio sia attualmente completo per il 50%, mentre a livello di rilevatori
per l’80%.
d) Studi effettuati nell’Arcipelago Toscano e in Sardegna sull’accumulo
nei tessuti del Gabbiano corso di metalli pesanti e di idrocarburi clorurati
(Lambertini, 1982; Lambertini e Leonzio, 1986; Leonzio et al., 1989).
e) Raccolta ed analisi dei primi dati circa la composizione di dieta della
specie lungo la costa della Sardegna (Baccetti et al., in prep.).
f ) Raccolta ed analisi dei primi dati sulla dislocazione spaziale degli adulti
rispetto alla colonia di origine nel corso delle escursioni alimentari grazie
all’uso di appositi registratori di rotta (Baccetti et al., 2000).
g) Interdizione al transito delle petroliere attraverso le Bocche di Bonifa-
cio (a partire dal 1° luglio 2001) grazie all’accordo siglato tra Governo,
Confindustria, Assoporti, sindacati e ambientalisti.

3. PIANO D’AZIONE

3.1. Scopi del piano


Gli scopi del piano sono quelli di:
- mantenere al livello attuale la consistenza e la distribuzione del Gab-
biano corso in Italia;
- promuovere e favorire la nidificazione del Gabbiano corso lungo i tratti

20
di costa potenzialmente idonei ma inutilizzati in tempi recenti, al fine di
consentire una espansione distributiva della specie in Italia.

3.2. Obiettivo generale: approfondire la conoscenza ecologica della


specie e del suo habitat
3.2.1. Obiettivo specifico: monitorare la consistenza della popolazione nidi-
ficante
È necessario organizzare ed avviare un programma di monitoraggio
nazionale della specie sul lungo termine, integrabile a quello previsto dal-
l’Action Plan internazionale, che si basi su censimenti completi e periodici.
La mobilità inter-annuale delle colonie di questa specie pone problemi
metodologici di censimento. Infatti per definire completo un censimento
del Gabbiano corso su una determinata area geografica occorre prevedere,
nell’ambito di tale rilevamento, l’inclusione sia dei siti di nidificazione
già noti sia di quelli potenziali. Per siti noti si intendono aree geografi-
che di estensione variabile (di solito un’isola o un insieme di isole rav-
vicinate), piuttosto che siti spaziali puntiformi, tradizionalmente occu-
pate dalla specie per la nidificazione (presumibilmente da parte di una
medesima colonia). Per siti potenziali invece si intendono tutti quei tratti
costieri non utilizzati dal Gabbiano corso in tempi recenti, se non occa-
sionalmente, nonostante presentino caratteristiche ecologiche giudicate
idonee sia in base alla esperienza di rilevatori qualificati sia in base a
opportune analisi di habitat.
I siti potenziali sono importanti in riferimento al secondo scopo del
piano d’azione, in quanto costituiscono il presupposto per la fondazione
di nuove colonie. Le casuali ed indipendenti scoperte nel corso degli anni
Novanta di nuovi siti riproduttivi localizzati in Sardegna, Toscana, Puglia e
Campania confermano l’importanza di effettuare rilevamenti periodici che
non si limitino ai siti noti, ma che comprendano anche quelli potenziali.
Una stretta collaborazione con la controparte francese è ritenuta indi-
spensabile in quanto le colonie dell’Arcipelago Toscano, della Sardegna e
della Corsica, come già notato, costituiscono verosimilmente un unicum
demografico di questa specie.
I dati prodotti mediante il programma di monitoraggio dovrebbero
essere registrati e organizzati in modo da essere disponibili successiva-
mente per qualsiasi tipo di analisi scientifica che si basi su modelli stati-
stici. Il modo più efficace e raccomandabile a questo scopo è quello
di inserire tali dati in un archivio geo-referenziato (in formato GIS=
Geographic Information System), che possa divenire nel tempo una

21
banca dati nazionale sulla specie a coordinamento unico. Questo archivio
dovrebbe caratterizzarsi per versatilità e flessibilità, in modo da consentire
un impiego come strumento integrativo standard per lo stoccaggio non
solo dei dati raccolti durante il programma di monitoraggio proposto in
questa sede, ma anche dei dati storici, cioè quelli relativi al passato più o
meno lontano, pubblicati e non, raccolti indipendentemente da rilevatori
distinti. Le applicazioni più dirette di un tale archivio sarebbero: (i) la
determinazione statistica degli andamenti temporali della consistenza e
distribuzione della specie all’interno del territorio nazionale, (ii) la cata-
logazione nazionale completa, su base cartografica, dei siti noti e di quelli
potenziali; (iii) la verifica continua dello stato di protezione legale di tutti
i siti di nidificazione noti; (iv) la divulgazione e presentazione di informa-
zioni sulla specie agli amministratori pubblici, a potenziali sponsors e alla
opinione pubblica.
AZIONI
Pianificare e realizzare censimenti esaustivi della popolazione
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 12 anni.
Responsabili: INFS e altri enti di ricerca qualificati (pubblici o privati),
PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Museo Storia Naturale del
Salento e gruppi ornitologici locali.
Programma: realizzare un programma di monitoraggio sul lungo termine,
basato su censimenti periodici, che si articoli su due piani comple-
mentari. Ogni tre anni si dovrebbe prevedere la realizzazione di un
censimento di tutti i siti noti, ed ogni sei un censimento completo
che includa, oltre ai noti, anche tutti i siti potenziali. Un piano di
monitoraggio come quello sopra descritto si integra adeguatamente
con quanto previsto dall’Action Plan europeo, ossia l’effettuazione di
un censimento totale della popolazione mediterranea ogni tre anni.
Costi: 180.000-240.000 euro (15.000-20.000/anno).
Aggiornare la banca dati georeferenziata
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 12 anni.
Responsabili: INFS.
Programma: immissione ed elaborazione dati di censimento.
Costi: 12.000 euro (1.000/anno).

22
3.2.2. Obiettivo specifico: comprendere modalità dei movimenti della specie
(turnover isole colonizzate, migrazione, svernamento, dispersione giovanile)
Da un punto di vista conservazionistico-gestionale appare prioritario
fare luce circa i possibili fattori ecologici coinvolti nel determinare la carat-
teristica mobilità inter-annuale delle colonie di Gabbiano corso. Allo stato
attuale i fattori ecologici ipotizzabili all’origine di questo particolare feno-
meno sono: i) la variazione spazio-temporale della disponibilità alimentare,
ii) il livello elevato di infezioni parassitarie nei siti di nidificazione (Ruiz et
al., 1995; Lafuente et al., 1998), iii) l’interazione con la principale specie
competitrice/predatrice (il Gabbiano reale), iv) il disturbo antropico. Inol-
tre, a tal fine, appare importante la quantificazione, nelle diverse colonie, di
alcuni parametri demografici critici quali il successo riproduttivo e i tassi di
mortalità differenziale per classi di età.
Di grande rilevanza è anche l’approfondimento delle conoscenze circa le
rotte migratorie e la localizzazione dei quartieri di svernamento. A questo
proposito, dal momento che negli ultimi anni diverse centinaia di uccelli
sono stati inanellati in Spagna, in Italia e in Grecia, è auspicabile l’investi-
mento di buona parte delle risorse future in campagne di riavvistamento sia
nelle aree di riproduzione, sia lungo le rotte di migrazione, sia nei probabili
quartieri di svernamento.
Infine, lo studio della dispersione giovanile e degli scambi di individui
tra colonie distinte è molto importante al fine di sviluppare opportuni
modelli di dinamica di popolazione specifici per questa specie.
Un efficace coordinamento tra i vari progetti di marcaggio è essenziale,
e un ente/organizzazione specifico dovrebbe farsi carico di registrare, orga-
nizzare ed integrare tutte le informazioni così raccolte, analizzando e disse-
minando periodicamente i risultati.
Questi obiettivi di ricerca, apparentemente disomogenei tra loro, sono
comunque accomunati dal tipo di metodologie necessarie per realizzarli e
talvolta dalle azioni.
AZIONI
Effettuare campagne di marcaggio con anelli colorati
leggibili a distanza
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 3 anni.
Responsabili: INFS.
Programma: proseguire le attività già in corso per il marcaggio con anelli
in PVC dei giovani prima dell’involo.
Costi: 15.000 euro (5.000/anno).

23
Effettuare apposite campagne di lettura anelli alle colonie
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 5 anni.
Responsabili: INFS e altri enti di ricerca qualificati (pubblici o privati),
PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Museo Storia Naturale del
Salento e gruppi ornitologici locali.
Programma: effettuare letture degli anelli presso le colonie riproduttive
per ottenere dati quali la fedeltà alla colonia natale, ecc.
Costi: 50.000 euro (10.000/anno).
Effettuare apposite campagne di lettura anelli
ai probabili quartieri di svernamento
Priorità: media.
Tempi: entro 3 anni; durata 5 anni.
Responsabili: INFS e altri enti di ricerca qualificati (pubblici o privati),
MEDMARAVIS, WIWO e Birdlife International.
Programma: effettuare letture degli anelli presso zone di concentrazione
invernale lungo la costa atlantica dell’Africa nord-occidentale e nel
Mediterraneo.
Costi: 125.000 euro (25.000/anno).
Marcare individui con dispositivi di telerilevamento satellitare
Priorità: media.
Tempi: entro 3 anni; durata 2 anni.
Responsabili: INFS.
Programma: marcare un totale di 5-6 individui nidificanti da monitorare
per un periodo di alcuni mesi.
Costi: 130.000 euro (65.000/anno).
Raccogliere campioni per verificare l’eventuale presenza
di parassitosi e il loro effetto
Priorità: media.
Tempi: entro 3 anni; durata 5 anni.
Responsabili: INFS e altri enti di ricerca (pubblici e privati), Università.
Programma: raccogliere dati quantitativi e qualitativi sulla presenza di
ectoparassiti in colonie selezionate in base alla durata del loro utilizzo
e del successo riproduttivo.
Costi: 25.000 euro (5.000/anno).

24
Raccogliere dati circa il turismo escursionistico e diportistico
Priorità: media.
Tempi: entro 3 anni; durata 5 anni.
Responsabili: INFS, MEDMARAVIS, PNA, PNAM, PNAT e ONG
nazionali.
Programma: quantificare la pressione turistica (escursionistica e diporti-
stica) presso i siti noti contestualmente al programma di monitoraggio
della popolazione e agli eventuali altri programmi di ricerca.
Costi: 25.000 euro (5.000/anno).
3.2.3. Obiettivo specifico: monitorare dieta e disponibilità di risorse trofiche
L’abbinamento di un’analisi della dieta di colonie nidificanti in diffe-
renti zone dell’areale riproduttivo italiano con un’analisi dell’abbondanza
e della distribuzione delle risorse trofiche nei mari di Sardegna, Toscana
e Puglia consentirebbe sicuramente di acquisire un’informazione chiave
da un punto di vista conservazionistico. Dati circa il tipo di tecnica, lo
sforzo, i periodi e le rese di pesca in differenti settori delle acque nazionali
e internazionali dovrebbero essere raccolti periodicamente ed analizzati
in maniera integrata. I risultati delle politiche e dei regolamenti di pesca
(per es., allocazione temporale dei periodi di fermo pesca attuati in diffe-
renti ambiti regionali) andrebbero attentamente monitorati e valutati in
riferimento alla selettività alimentare di colonie specifiche e al loro suc-
cesso riproduttivo.
La raccolta di dati circa la distanza e ubicazione delle zone di forag-
giamento utilizzate da individui appartenenti a colonie distinte apporte-
rebbe inoltre preziose informazioni complementari alle precedenti. A tale
fine l’INFS sta impiegando da alcuni anni in Sardegna uno speciale regi-
stratore di rotta (Baccetti et al., 2000).
AZIONI
Analizzare la dieta a livello delle principali colonie
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 3-5 anni.
Responsabili: INFS, PNA, PNAM, PNAT, PNC e PNGO.
Programma: raccogliere e analizzare rigurgiti raccolti in colonie dei diversi
ambiti subregionali.
Costi: 15.000 euro/anno.

25
Quantificare la disponibilità delle risorse trofiche
Priorità: molto alta.
Tempi: entro un anno; durata 3 anni.
Responsabili: ICRAM, ENEA-Centro Ricerca su Ambiente Marino S.
Teresa e INFS.
Programma: stimare gli stock ittici con riferimento alle specie preda del
Gabbiano corso sia nelle abituali aree di foraggiamento sia in quelle
potenziali.
Costi: da definire.
Approfondire le conoscenze sulle strategie trofiche
Priorità: media.
Tempi: entro un anno; durata 3 anni.
Responsabili: INFS e Centro di Elaborazione dell’Informazione CNR Pisa.
Programma: estendere le indagini finora svolte dall’INFS (Baccetti et al.,
2000) grazie ad appositi registratori di rotta ad altre aree subregionali.
Costi: 15.000 euro (5.000/anno).
Analizzare l’influenza dei regolamenti pesca su strategie trofiche
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 3 anni.
Responsabili: INFS e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.
Programma: raccogliere informazioni circa l’influenza dei regolamenti
vigenti e dei metodi di pesca adottati nelle varie aree subregionali sulle
strategie trofiche delle rispettive colonie.
Costi: 7.500 euro (2.500/anno).
3.2.4. Obiettivo specifico: monitorare la popolazione di Gabbiano reale
Il monitoraggio sul lungo termine di questa specie risulta fondamen-
tale sia per l’enorme impatto che ha sulla funzionalità e sulla biodiver-
sità floristica e faunistica degli ecosistemi costieri, in quanto specie domi-
nante, sia perché fattore limitante del Gabbiano corso in qualità di specie
competitrice/predatrice.
AZIONI
Censire la popolazione di Gabbiano reale
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 12 anni.

26
Responsabili: INFS e altri enti di ricerca qualificati (pubblici o privati),
PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Museo Storia Naturale del
Salento e gruppi ornitologici locali.
Programma: contestualmente ai censimenti del Gabbiano corso censire il
Gabbiano reale negli areali noto e potenziale del Gabbiano corso.
Costi: nell’ambito della spesa per il censimento del Gabbiano corso.
Creare una banca dati georeferenziata sul Gabbiano reale
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 12 anni.
Responsabili: INFS.
Programma: creare una banca dati georeferenziata sul modello di quella
prodotta per il Gabbiano corso finalizzata ad elaborazioni dei dati
comparabili con quelle del Gabbiano corso.
Costi: 12.000 euro (1.000/anno).
3.2.5. Obiettivo specifico: valutare l’impatto dell’inquinamento marino
Evidenziare possibili correlazioni tra parametri demografici (per es.
successo riproduttivo e tassi di mortalità) ed eventuali tracce di metalli
pesanti, idrocarburi clorurati e altri inquinanti rilevati nei tessuti, ad
esempio nell’ambito delle ricerche del MEDSPA (piano d’azione dell’UE
per il Mediterraneo).
AZIONI
Indagare la presenza di inquinanti su campioni tissutali di
Gabbiano corso e di alcune sue prede
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 5 anni.
Responsabili: ARPAT, Regione Sardegna e Università.
Programma: raccogliere periodicamente campioni di penne da individui
giovani ed adulti di differenti colonie, e campioni di tessuto delle
specie ittiche incluse nella dieta del Gabbiano corso.
Costi: 20.000-25.000 euro/anno.

3.3. Obiettivo generale: gestire l’areale riproduttivo


3.3.1. Obiettivo specifico: proteggere l’areale riproduttivo
L’identificazione di azioni di conservazione e il reperimento delle

27
risorse finanziarie necessarie per la protezione (e gestione) dell’areale ripro-
duttivo passa anche attraverso l’applicazione di strumenti normativi.
In primo luogo appare opportuno designare tutti i siti di nidificazione
come ZPS e SIC ed in futuro Zone Speciali di Conservazione ai sensi
della Direttiva 92/43/CEE “Direttiva Habitat”. Tale azione, giustificata
spesso anche per le molte colonie situate in corrispondenza di habitat
di per sé di interesse comunitario (scogliere con Limonium spp. ende-
mici), obbligherebbe da un lato ad adottare misure preventive per evitare
il degrado di habitat e l’impatto sulle specie, dall’altro permetterebbe di
accedere ai finanziamenti LIFE-Natura (lo strumento finanziario della
Commissione Europea volto all’implementazione della rete Natura 2000
nonché allo studio e all’applicazione di azioni di conservazione all’interno
della rete stessa).
Un successivo passo verso la protezione legale, ma soprattutto verso
una gestione sostenibile dei siti, consiste nell’istituzione di Aree Protette
ai sensi della legge quadro sulle aree protette n. 394/91. In questo caso
infatti, oltre alle specificità normative, si arriva alla costituzione di un
ente di gestione dell’Area Protetta che si preoccupa, attraverso risorse
umane e finanziarie proprie, della sorveglianza, del monitoraggio delle
colonie nonché dell’applicazione del piano di gestione.
Nel caso del Gabbiano corso, specie che si alimenta quasi esclusiva-
mente in mare (Oro, 1995; Baccetti et al., in prep.), si deve prevedere
anche un’adeguata presenza di aree protette marine (ora insufficienti) per
la tutela e la gestione delle aree preferenziali di foraggiamento.
Infine, vista l’elevata mobilità inter-annuale delle colonie di Gabbiano
corso, tutte le autorità locali comprese nell’areale riproduttivo potenziale
di questa specie (enti di gestione delle aree protette, Comuni, Province)
dovranno dotarsi di opportuni piani di protezione temporanei, da ren-
dere operativi ogni qual volta, agli inizi della stagione riproduttiva, venga
segnalata da personale qualificato la fondazione di una colonia all’interno
del territorio di competenza. L’esperienza dell’amministrazione comunale
dell’Isola di Capraia, anche precedentemente all’istituzione del PNAT,
dovrebbe costituire il riferimento più adatto a questo scopo.
Un piano ideale di intervento temporaneo dovrebbe essere operativo
durante tutto il periodo compreso tra la metà di aprile e la metà di luglio,
e fondarsi essenzialmente su tre punti:
(i) divieto di sbarco di persone e animali lungo il tratto di costa interes-
sato dalla nidificazione del Gabbiano corso (la cui estensione andrebbe
stabilita caso per caso), e divieto di ormeggio nelle acque prospicienti; la
navigazione ravvicinata rispetto al tratto di costa in questione, a seconda

28
dei casi (colonie ubicate su punte e promontori rocciosi sono maggior-
mente esposte rispetto a quelle ubicate in calette e baie), potrebbe pari-
menti essere vietata entro una certa distanza dalla costa (almeno 100 m);
(ii) piano di sorveglianza operato da personale competente, opportuna-
mente dotato di strumenti, mezzi e potere di applicare sanzioni pecu-
niarie; quando ritenuto utile e fattibile, personale volontario opportu-
namente informato potrebbe integrare il lavoro di sorveglianza delle
guardie; la sorveglianza dovrebbe essere mirata, oltre che a prevenire il
disturbo antropico alle colonie, anche a minimizzare il pericolo di ritor-
sioni sulle colonie da parte di gruppi di interesse locali contrari alla pre-
senza di vincoli protezionistici che regolamentino la fruizione del territo-
rio in chiave razionale e sostenibile;
(iii) educazione ed informazione capillare delle comunità locali e dei turi-
sti (riferirsi a esperienze realizzate con esito positivo in Corsica nelle loca-
lità turistiche contigue alle principali colonie).
AZIONI
Completare la rete Natura 2000
Priorità: molto alta.
Tempi: entro un anno, durata un anno.
Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio,
Regione Sardegna e Regione Toscana.
Programma: stimolare le Regioni Sardegna e Toscana a designare sia come
ZPS sia come SIC tutti i siti elencati in tabella 1 come ancora privi di
questi riconoscimenti.
Costi: nell’ambito delle attività istituzionali dei Responsabili stessi.
Istituire nuove Aree Protette nei siti di foraggiamento
Priorità: alta.
Tempi: entro 4 anni (entro un anno dai risultati del primo triennio delle
azioni “analisi dieta nelle diverse aree subregionali“, ”quantificazione
disponibilità trofiche”, “strategie e rotte di foraggiamento”); durata un
anno.
Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio,
Regione Sardegna e Regione Toscana.
Programma: alla luce dei risultati delle azioni sopra menzionate si
dovranno istituire aree protette marine, ai sensi della legge n. 394/91,
nelle aree particolarmente ricche di risorse alimentari e, al contempo,
particolarmente sfruttate dalle colonie.

29
Costi: nell’ambito delle attività istituzionali degli enti stessi.
Interdire temporaneamente l’accesso alle colonie
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 5 anni.
Responsabili: INFS, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO e Comuni inte-
ressati.
Programma: comunicare tempestivamente dell’insediamento delle colo-
nie ai sindaci dei Comuni interessati e contemporaneamente spedire
loro un modello di ordinanza per l’interdizione temporanea (3 setti-
mane) del sito al fine di velocizzare l’applicazione del provvedimento.
Costi: nell’ambito delle attività istituzionali degli enti stessi.
3.3.2. Obiettivo specifico: minimizzare il disturbo indotto dalla ricerca sul
campo
Gli effetti negativi prodotti da ricerche sul campo a carico del suc-
cesso riproduttivo degli uccelli marini coloniali sono noti da tempo. Il
Gabbiano corso è da considerarsi sensibile a questo tipo di minaccia, in
quanto notevolmente incline ad abbandonare la colonia qualora distur-
bato, soprattutto durante le fasi iniziali del ciclo riproduttivo.
AZIONI
Programmare e coordinare la ricerca per obiettivi prioritari
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata un anno.
Responsabili: INFS di concerto con i gruppi di ricerca che operano sul
Gabbiano corso in tutto il Mediterraneo.
Programma: nell’ambito di una tavola rotonda internazionale, identificare
quali sono, in un’ottica conservazionistica, le più gravi lacune infor-
mative e definire gli obiettivi prioritari per colmarle. Ciò al fine di
ottimizzare gli sforzi di ricerca riducendo al massimo il disturbo arre-
cato da questo tipo di attività.
Costi: 15.000-20.000 euro.
Definire protocolli di monitoraggio e ricerca a basso impatto
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata un anno.
Responsabili: INFS di concerto con i gruppi di ricerca che operano sul
Gabbiano corso in tutto il Mediterraneo.

30
Programma: definire, in collaborazione con ricercatori stranieri, le proce-
dure e le precauzioni cui attenersi durante le attività di monitoraggio e
ricerca sul campo, soprattutto quelle che prevedano un ingresso all’in-
terno della colonia. Definire l’accuratezza dei metodi di censimento
delle colonie che non prevedano il diretto conteggio dei nidi. Tali pro-
tocolli dovrebbero essere successivamente diffusi e rispettati da tutti i
gruppi di ricerca impegnati nello studio e nella gestione del Gabbiano
corso in Italia come nel resto del Mediterraneo. In particolare l’inanel-
lamento, intervento sperimentale che richiede la cattura di pulli e/o
adulti, deve essere realizzato con estrema cautela e previamente pro-
grammato adattandolo alle specificità della colonia oggetto di studio.
L’inanellamento dovrebbe essere evitato presso le colonie più vulnera-
bili, ovvero quelle di dimensioni ridotte e/o quelle che si caratterizzino
per una minore produttività, o comunque quando si ritiene che tale
operazione possa influire criticamente sul successo riproduttivo della
colonia.
Costi: tale azione potrebbe comportare in aggiunta ai costi della tavola
rotonda prevista dall’azione precedentemente elencata (e quindi nel-
l’ambito della stessa spesa) il costo di circa 5.000 euro per l’analisi dei
dati disponibili.
3.3.3. Obiettivo specifico: prevenire la competizione col Gabbiano reale
Si dovrebbe mettere in atto un programma di controllo a carico delle
colonie attigue a colonie riproduttive di Gabbiano corso, preferibilmente
usando metodi di disturbo incruenti ma efficaci (Alvarez, 1992; Vidal
et al., 1998). Una strategia generale e indiretta di controllo delle popo-
lazioni di Gabbiano reale, la cui dieta include spesso rifiuti di origine
antropica, dovrebbe prevedere la chiusura (o l’inaccessibilità agli uccelli)
delle discariche a cielo aperto. A questo proposito è interessante il caso
dell’Isola di Montecristo dove il numero di gabbiani reali nidificanti è
crollato in concomitanza con la chiusura di una discarica della costa occi-
dentale corsa dove i nidificanti di Montecristo, almeno negli anni ’80,
andavano ad alimentarsi.
AZIONI
Chiudere o rendere meno accessibili le discariche
di rifiuti solidi urbani
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 5 anni.
Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, PNA,

31
PNAM, PNAT, PNC, PNGO e Enti locali.
Programma: chiudere o rendere meno accessibili agli uccelli le discariche
di rifiuti solidi urbani situate nel raggio di almeno km 80 dalle colonie
di Gabbiano reale giudicate in competizione con colonie di Gabbiano
corso.
Costi: da definire.
Limitare la popolazione di Gabbiano reale
Priorità: media.
Tempi: entro tre anni; durata 5 anni
Responsabili: personale competente ed opportunamente addestrato (Isti-
tuti Zooprofilattici, AUSL, Polizia Provinciale, Corpo Forestale).
Programma: attuare attività di controllo diretto di colonie di Gabbiano
reale giudicate in competizione con colonie di Gabbiano corso come
soluzione immediata nell’attesa che l’azione precedente abbia effetto.
Costi: 25.000-40.000 euro/anno.
3.3.4. Obiettivo specifico: prevenire l’inquinamento marino
Le leggi nazionali ed internazionali regolanti l’immissione di inqui-
nanti chimici nelle acque fluviali e marine devono essere fatte rispettare
in maniera più rigorosa. A tal fine, appropriate e frequenti azioni di con-
trollo e monitoraggio, ad esempio nell’ambito delle attività del MEDSPA
(piano d’azione dell’UE per il Mediterraneo) e con l’assistenza del MED
POL Programme (il braccio operativo del Mediterranean Action Plan
della Convenzione di Barcellona), dovrebbero essere realizzate e rese pub-
bliche da parte degli enti preposti al fine di ridurre e minimizzare l’im-
missione di sostanze inquinanti in mare.
Il trasporto via mare di idrocarburi attraverso habitat marini costieri e
pelagici interessati dalla riproduzione del Gabbiano corso dovrebbe essere
vietato. Situazioni specifiche giudicate ad elevato rischio sono rappresen-
tate dalle Bocche di Bonifacio (per le quali esiste già un accordo firmato
fra governo, Confindustria e Ambientalisti per l’interdizione alle “car-
rette”), dalla Sardegna sud-occidentale e da vari tratti di mare compresi
nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Le compagnie assicuratrici
delle petroliere pagano il ripristino delle attività economiche messe a
rischio o danneggiate da un eventuale incidente, fino ad un massimo di
200 miliardi di lire. Esse quindi, potrebbero essere interessate a stabilire
un sistema di incentivi sostanziali verso le compagnie di trasporto dispo-
nibili ad evitare l’attraversamento di ecosistemi marini sensibili e partico-

32
larmente importanti da un punto di vista naturalistico.
AZIONI
Monitorare le acque marine
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 5-10 anni.
Responsabili: ARPAT e Regione Sardegna.
Programma: prelevare e analizzare periodicamente le acque marine nelle
aree di foraggiamento abituali e in aree di confronto.
Costi: da definire.
Interdire il traffico delle petroliere attraverso le aree critiche
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata un anno.
Responsabili: ONG nazionali, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO,
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Ministero Tra-
sporti e Navigazione e sindacati.
Programma: quantificare il traffico di navi mercantili che trasportano idro-
carburi (o altre materie potenzialmente inquinanti) attraverso aree di
interesse per il Gabbiano corso, per ottenere, successivamente, l’impegno
ad evitare il transito in dette aree da parte delle compagnie di trasporto.
Costi: da definire.

3.4. Obiettivo generale: comunicazione e divulgazione


3.4.1 Obiettivo specifico: diffondere la conoscenza dei contenuti e delle fina-
lità del Piano d’azione
La realizzazione delle azioni previste dal piano richiede l’intervento
coordinato di diversi soggetti pubblici e privati. È necessario pertanto,
dopo aver diffuso in maniera capillare i contenuti del piano, concordare
strategie di intervento e modalità di attuazione delle azioni che valoriz-
zino le singole competenze specifiche e garantiscano un impiego ottimale
delle risorse disponibili.
Contestualmente è opportuno avviare programmi di sensibilizzazione
tra gli aderenti alle ONG e alle associazioni di categoria (pesca, turismo,
navigazione) per sottolineare l’importanza degli interventi previsti dal
piano e incentivare l’uso corretto degli strumenti finanziari a disposizione
per uno sviluppo sostenibile.

33
AZIONI
Diffondere i contenuti e le finalità del Piano d’azione
presso soggetti che possono svolgere un ruolo nell’attuazione
delle azioni previste
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata un anno.
Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio in col-
laborazione con l’INFS.
Programma: trasmettere copia del piano d’azione ai diversi soggetti che
possono svolgere un ruolo nell’attuazione delle azioni previste (Ammi-
nistrazioni pubbliche, Enti Parco, ONG). Organizzare incontri tec-
nici con le parti interessate per illustrare i contenuti e le finalità del
piano e per concordare le strategie da adottare per la realizzazione
dello stesso.
Costi: 10.000-15.000 euro (variabili a seconda del materiale prodotto).
Organizzare eventi e comunicazioni presso scuole
e gruppi di interesse
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 5 anni.
Responsabili: PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO e ONG nazionali.
Programma: promuovere interventi su giornali, reti televisive locali e
nazionali oltre a proiezioni fotografiche e/o video da tenersi presso le
scuole e le piazze delle località turistiche dove è presente il Gabbiano
corso.
Costi: 250.000 euro (50.000/anno).

3.5. Obiettivo generale: applicare il Piano d’Azione


3.5.1. Obiettivo specifico: valutare l’applicazione del Piano d’Azione
AZIONI
Organizzare periodiche riunioni con i soggetti Responsabili
Priorità: alta.
Tempi: entro un anno; durata 5 anni.
Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, INFS,
PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO e ONG nazionali.
Costi: 7.500 euro (1.500/anno).

34
RIASSUNTO
Il Gabbiano corso è un uccello marino con areale riproduttivo limitato al
Mediterraneo. Secondo la stima più aggiornata (1998 in Oro et al., 2000), la
popolazione globale ammonta a circa 19.000 coppie. La distribuzione altamente
localizzata di questa specie (il 65% della popolazione mondiale è concentrata
in due sole colonie) rende la popolazione globale particolarmente vulnerabile a
fattori stocastici di rischio. La popolazione nidificante in Italia, la cui stima è di
800-900 coppie, è seconda solo a quella spagnola che costituisce da sola il 90%
della popolazione mondiale. Sono 33 i siti (isole o tratti costieri) utilizzati negli
ultimi vent’anni per la nidificazione, di questi il 58% (19) è protetto ai sensi
della legge n. 394/91 sulle aree protette mentre solo il 18% (6) è ZPS.
Dall’analisi completa della letteratura riguardante biologia ed ecologia e dai
dati di distribuzione e abbondanza (raccolti nell’ambito della convenzione fra
INFS e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio) sono stati identi-
ficati minacce e fattori limitanti e di conseguenza le azioni volte a contrastarli.
Le minacce principali sono: a) carenze conoscitive, in particolare in riferi-
mento ai fattori che determinano la scelta ovvero l’abbandono del sito coloniale;
b) disturbo antropico, principalmente causato dal turismo diportistico ed escur-
sionistico; c) depauperamento delle risorse trofiche; d) interazioni competitive e
predatorie, in particolare col Gabbiano reale Larus cachinnans; e) inquinamento
del mare, sia in riferimento alla presenza nella rete trofica di sostanze inquinanti
che, oltre determinate soglie di concentrazione, divengono letali, sia riguardo al
problema degli incidenti in mare a carico di petroliere (problema al contempo
sempre attuale e sempre sottovalutato).
Nelle tabelle sinottiche di seguito, si riportano le principali minacce e fattori
limitanti alla sopravvivenza della specie nell’areale di distribuzione italiano, e gli
obiettivi ed azioni che costituiscono il piano d’azione italiano per il Gabbiano
corso.

TABELLA SINOTTICA DELLE MINACCE E DEI FATTORI LIMITANTI

Minacce e fattori limitanti Rilevanza

Carenze informative circa consistenza, Alta


distribuzione ed ecologia
Disturbo antropico Alta
Depauperamento delle risorse trofiche Potenzialmente alta, informazioni
insufficienti o inadeguate
Interazioni competitive e predatorie Potenzialmente alta, informazioni
insufficienti o inadeguate
Inquinamento del mare Potenzialmente alta, informazioni
insufficienti o inadeguate

35
TABELLA SINOTTICA DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI

36
Approfondire la conoscenza ecologica della specie e del suo habitat

Tempi
(anni)
Costi
Obiettivi specifici Azioni Priorità Responsabili
(EURO * 1000)

Durata
Per l'inizio
Monitorare la consistenza della Pianificare e realizzare censimenti esaustivi della alta 1 12 INFS e altri enti di ricerca qualificati (pubblici e privati), 15-20/anno
popolazione nidificante popolazione PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Museo Storia
Naturale del Salento, gruppi ornitologici locali
Aggiornare la banca dati georeferenziata alta 1 12 INFS 1/anno

Comprendere modalità dei movimenti della Effettuare campagne di marcaggio con anelli alta 1 3 INFS 5/anno
specie (turnover isole colonizzate, migrazio- colorati leggibili a distanza
ne, svernamento, dispersione giovanile)
Effettuare apposite campagne di lettura anelli alta 1 5 INFS e altri enti di ricerca qualificati (pubblici o privati), 10/anno
alle colonie PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Museo Storia
Naturale del Salento, gruppi ornitologici locali
Effettuare apposite campagne di lettura anelli media 3 5 INFS e altri enti di ricerca qualificati (pubblici o privati), 25/anno
ai probabili quartieri di svernamento MEDMARAVIS, WIWO, BirdLife International
Marcare individui con dispositivi di telerilevamento media 3 2 INFS 65/anno
satellitare
Raccogliere campioni per verificare eventuale media 3 5 INFS e altri enti di ricerca (pubblici o privati), 5/anno
presenza parassitosi e il loro effetto Università
Raccogliere dati circa turismo escursionistico media 3 5 INFS, MEDMARAVIS, PNA, PNAM, PNAT, ONG 5/anno
e diportistico nazionali

Monitorare dieta e disponibilità di Analizzare la dieta a livello delle principali colonie alta 1 3-5 INFS 15/anno
risorse trofiche
Quantificare la disponibilità delle risorse trofiche molto alta 1 3 ICRAM, ENEA-Centro Ricerca sull’Ambiente Marino da definire
di S. Teresa, INFS
Approfondire le conoscenze sulle strategie trofiche media 1 3 INFS, Centro di Elaborazione dell’Informazione 5/anno
CNR Pisa
Analizzare influenza regolamenti pesca su strategie alta 1 3 INFS, MA 2,5
Segue

Tempi
(anni)
Costi
Obiettivi specifici Azioni Priorità Responsabili
(EURO * 1000)

Durata
Per l'inizio
Monitorare la popolazione di Gabbiano reale Censire la popolazione di Gabbiano reale alta 1 12 INFS e altri enti di ricerca qualificati (pubblici o privati), Nell’ambito della
PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Museo Storia spesa per il censimen-
Naturale del Salento, gruppi ornitologici locali to del G. corso.
Creare una banca dati georeferenziata sul alta 1 12 INFS 1
Gabbiano reale

Valutare l’impatto dell’inquinamento Indagare la presenza di inquinanti su campioni alta 1 5 ARPAT, Regione Sardegna, Università 20-25/anno
marino tissutali di Gabbiano corso e sue prede

Gestire l’areale riproduttivo

Proteggere l’areale riproduttivo Completare la Rete Natura 2000 molto alta 1 1 MA, Regione Sardegna, Regione Toscana Nell'ambito delle attività
istituzionali degli
enti stessi
Istituire nuove Aree Protette nei siti di foraggiamento alta 4 1 MA, Regione Sardegna, Regione Toscana Nell’ambito delle attività
istituzionali degli
enti stessi
Interdire temporaneamente l’accesso alle colonie alta 1 5 INFS, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Comuni Nell’ambito delle attività
interessati istituzionali degli
enti stessi

Minimizzare il disturbo indotto dalla ricerca Programmare e coordinare la ricerca per obiettivi alta 1 1 INFS e altri gruppi di ricerca riuniti in un workshop 15-20
sul campo prioritari internazionale
Definire protocolli di monitoraggio e ricerca basso
impatto alta 1 1 INFS e altri gruppi di ricerca riuniti in un workshop 5

37
Segue

38
Tempi
(anni)
Costi
Obiettivi specifici Azioni Priorità Responsabili
(EURO * 1000)

Durata
Per l'inizio
Prevenire la competizione col Gabbiano reale Chiudere o rendere meno accessibili le discariche di RSU alta 1 5 MA, Enti locali, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO da definire
Limitare la popolazione di Gabbiano reale media 1 5 Istituti Zooprofilattici, AUSL, Polizia Provinciale, 25-40/anno
Corpo Forestale

Prevenire l’inquinamento marino Monitorare le acque marine alta 1 5-10 ARPAT, Regione Sardegna da definire
Interdire il traffico delle petroliere attraverso le aree alta 1 1 ONG nazionali, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, da definire
critiche MA, Ministero Trasporti e Navigazione, sindacati

Divulgare i problemi di conservazione della specie

Diffondere la conoscenza dei contenuti Diffondere i contenuti e le finalità del piano d'azione alta 1 1 MA, INFS 10-15
e delle finalità del piano d'azione presso i soggetti che possono svolgere un ruolo
nell'attuazione delle azioni previste
Organizzare eventi e comunicazioni presso scuole e alta 1 5 PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, ONG nazionali 50

Applicare il Piano d’azione

Valutare l'applicazione del Piano d'azione Organizzare periodiche riunioni con i soggetti alta 1 5 MA, INFS, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, ONG 1,5/anno
Responsabili nazionali
EXECUTIVE SUMMARY
Serra G., L. Melega e N. Baccetti (eds.), 2001 - Italian Action Plan for
Audouin’s Gull (Larus audouinii). Quad. Cons. Natura, 6, Min. Ambiente -
Ist. Naz. Fauna Selvatica.

The Audouin’s Gull breeding range is limited to the Mediterranean. Most recent
information on its total population size (1998; Oro et al., 2000) suggests that it
amounts to ca. 19,000 pairs. Localised distribution (65% of the population occurs
just in two colonies) suggests that the species is particularly exposed to stochastic
risk factors. The Italian breeding population, with 800-900 pairs, represents the
second-largest, following Spain that holds alone 90% of the global population. The
species bred at 33 Italian sites (individual islands or coast sectors) during the last
20 years, 58% of which (n= 19) are now protected according to the national law
no. 394/91, while only 18% (n= 6) are SPAs.
Threats and limiting factors affecting Italian Audouin’s Gulls were assessed
through the analysis of local literature, other reports and a number of field surveys
organised especially for the production of this Action Plan. Actions needed to
improve the species conservation were identified. The main threats include: lack of
adequate knowledge of population dynamics and site choice (implying a high risk
of wrong or useless management actions); human disturbance (tourism); depletion
of food resources; competition and predation from the Yellow-legged Gull Larus
cachinnans; sea pollution.
An overview of the main threats and limiting factors affecting the Italian part
of the Audouin’s Gull range, with the respective conservation measures that seem to
be needed, are presented in the following tables.

THREATS AND LIMITING FACTORS

Threats and limiting factors Relevance

Scarcity of information on abundance, High


distributional range and ecology
Human disturbance High
Decrease of trophic resources Unknown; potentially high
Competitive and predatory Unknown; potentially high
interactions
Sea pollution Unknown; potentially high

39
OBJECTIVES AND ACTIONS
Acquiring a deeper insight on the ecology of the species

40
Time-scale
(years)
Costs
Objectives Actions Priority Suggested Responsibilities
(EUROs * 1000)

Duration

Start within
Survey and monitor the population Setting up and implementing a monitoring programme high 1 12 INFS and other research organisms (public or private), 15-20/year
PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Salento Natural
History Museum, local ornithological groups
Updating the geo-referenced national database, of high 1 12 INFS 1/year
the species distribution

Obtaining data on demography, inter Colour-marking campaigns high 1 3 INFS 5/year


annual mobility of colonies and migratory
behaviour Ring-reading campaigns on colonies high 1 5 INFS and other research organisms (public or private), 10/year
PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Salento Natural
History Museum, local ornithological groups
Ring-reading campaigns on wintering and migration medium 3 5 INFS and other research organisms (public or private), 25/year
sites MEDMARAVIS, WIWO, BirdLife International
Satellite telemetry studies medium 3 2 INFS 65/year
Sampling ectoparasites medium 3 5 INFS and other research organisms (public or private), 5/year
Universities
Assessing tourist/boat presence around colonies medium 3 5 INFS, MEDMARAVIS, PNA, PNAM, PNAT, 5/year
national NGOs

Diet and food availability studies Assessing diet at different colonies high 1 3-5 INFS, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO 15/year
Assessing food availability very high 1 3 ICRAM, ENEA-S. Teresa Marine Environment Research to be defined
Centre, INFS
Assessing foraging strategies medium 1 3 INFS, CNR Pisa 5/year
Studies on the effects of fishing policies and high 1 3 INFS, MA 2,5
regulations
Continuation

Time-scale
(years)
Costs
Objectives Actions Priority Suggested Responsibilities
(EUROs * 1000)

Duration

Start within
Monitoring Italian Larus cachinnans Setting up and implementing a monitoring high 1 12 INFS and other research organisms (public or private), included in costs for
population programme PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, Salento Natural Audouin’s Gull
History Museum, local ornithological groups monitoring
Creating a national geo-referenced database of High 1 12 INFS 1
Larus cachinnans population

Assessing the impact of sea pollution Monitoring pollutant in tissues (of L. audouinii and high 1 5 ARPAT, Sardinia Reg. Gov., Universities 20-25/year
its preys)

Managing the breeding range

Breeding range protection Encourage designations of all colonies as SPAs very high 1 1 MA, Sardinia Reg. Gov., Tuscany Reg. Gov. within institutional
(Natura 2000 network) activities of identified
organisms
Designate feeding sites as protected areas high 4 1 MA, Sardinia Reg. Gov., Tuscany Reg. Gov. within institutional
activities of identified
organisms
Seasonal bans of human access to colonies high 1 5 INFS, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO within institutional
and municipalities activities of identified
organisms

Minimising disturbance by field research To plan and co-ordinate research by priorities high 1 1 INFS, experts on Audouin’s Gull gathered in an 15-20
activities international workshop
To define low-impact procedures for field research high 1 1 INFS, experts on Audouin’s Gull gathered in an 5
international workshop

41
Continuation

42
Time-scale
(years)
Costs
Objectives Actions Priority Suggested Responsibilities
(EUROs * 1000)

Duration

Start within
Preventing competition with To close rubbish dumps high 1 5 MA, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, local to be defined
Larus cachinnans administrations
Control Larus cachinnans population medium 1 5 Public Veterinary Services, AUSL, District Police, 25-40/year
National Forestry Service

Preventing sea pollution Sample pelagic and coastal sea waters high 1 5-10 ARPAT, Sardinia Reg. Gov. to be defined
Ban the shipping of hydrocarbons for avoiding pelagic high 1 1 National NGOs, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, MA, to be defined
and coastal marine habitats regarded as important Ministry of Transport and Shipping, trade unions
for the breeding cycle of Larus audouinii

Public awareness

To increase public awareness about the To increase awareness among politicians, high 1 1 MA, INFS 10-15
contents and aims of the Action Plan decion-makers and NGOs
Organise events and communications for schools high 1 5 PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, National NGOs 50
and groups

Implementation of the Action Plan

Assessing the implementation of the Plan Organising regular workshops gathering all involved high 1 5 MA, INFS, PNA, PNAM, PNAT, PNC, PNGO, 1,5/year
organisms National NGOs
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46
Finito di stampare nel mese di ottobre 2001
dalla Tipolitografia F.G. Savignano s/Panaro - Modena

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ISSN 1592-2901

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