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La normativa sulla sicurezza nel corso degli anni ha presentato notevoli cambiamenti e
miglioramenti, dettati da diversi fattori, quali ad esempio, le direttive comunitarie, che stabiliscono
le prescrizioni minime in materia di sicurezza e salute.
Fattore non trascurabile all’evoluzione della normativa è risultato essere anche il progresso
tecnologico che ha comportato la trasformazione delle tecniche lavorative e una modifica alle
caratteristiche ed al tipo di infortunio.
In Italia il sistema legislativo in materia di sicurezza ha mosso i primi passi già dalla fine del 1800,
fino ad arrivare al recepimento delle direttive comunitarie degli anni ’90 e le successive normative.
Con il D.lgs. 81/2008 viene introdotto il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, che riunisce,
modifica ed armonizza la precedente normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
La nuova cultura impone che la sicurezza deve essere affrontata in fase di progettazione, garantita
in fase di esercizio con strutture aziendali che prevedano la costante presenza di personale dotato di
conoscenze adeguate e di una solida preparazione nel campo della prevenzione.
Si ha così che l’impegno che tutte le componenti interessate devono assumere è quello di garantire
la tutela della salute dei lavoratori, riconosciuta come compito primario dello Stato, e la
salvaguardia dell’ambiente.
Al fine di ottenere ciò risulta di fondamentale importanza offrire una adeguata formazione e
addestramento degli addetti a tutti i livelli, un aggiornamento continuo sull’evoluzione della
normativa, una adeguata conoscenza dei rischi specifici connessi con l’attività, una corretta gestione
dei luoghi di lavoro ed una corretta e tempestiva manutenzione di attrezzature, macchine, impianti e
dispositivi di sicurezza.
Il costo sociale dovuto all’alto numero di infortuni può essere così ridotto integrando la sicurezza
nelle fasi di progettazione nonché effettuando una corretta installazione e manutenzione degli
impianti.
Il principio di integrazione della sicurezza prevede per la scelta delle soluzioni nell’ordine:
eliminazione dei rischi in fase progettuale;
riduzione dei rischi in fase progettuale;
adozione di protezioni o dispositivi di sicurezza;
evidenziazione (nelle istruzioni) dei rischi residui non eliminabili.
Il D.lgs. 81/08, al fine di avere una corretta gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro,
introduce il servizio di prevenzione e protezione. Questo è rappresentato dall’insieme delle persone,
sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai
rischi professionali per i lavoratori.
Per valutazione dei rischi si intende: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute
e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria
attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare
il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e
sicurezza.
I soggetti coinvolti in tale valutazione risultano essere: datore di lavoro, R.S.P.P. (responsabile
servizio prevenzione e protezione), A.S.P.P. (addetti servizio prevenzione e protezione), medico
competente, R.L.S. (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza).
Il datore di lavoro è il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore ed ha la
responsabilità dell’organizzazione in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.
Non può delegare le seguenti attività:
a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento;
b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi.
L’ R.S.P.P. risulta essere la persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui
all’articolo 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di
prevenzione e protezione dai rischi.
L’ A.S.P.P. invece rappresenta persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui
all’articolo 32, facente parte del servizio di prevenzione e protezione dai rischi.
Queste due figure appena menzionate devono essere in possesso di un titolo di studio non inferiore
al diploma di istruzione secondaria superiore, di un attestato di frequenza, con verifica
dell’apprendimento, a specifici corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo
di lavoro e relativi alle attività lavorative.
Infine, i responsabili e gli addetti dei servizi di prevenzione e protezione sono tenuti a frequentare
corsi di aggiornamento.
Il medico competente è un medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e
professionali di cui all’articolo 38, che collabora con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei
rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per garantire l’idoneità
alla mansione per ogni lavoratore.
L’ R.L.S. è la persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli
aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.