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VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE (VIA)

La Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) è un procedimento tecnico amministrativo mediante


il quale vengono preventivamente, in modo integrato e partecipato, individuati gli effetti
sull’ambiente e sul patrimonio culturale di un progetto con lo scopo di assicurare che l’attività
antropica sia compatibile con le condizioni per uno studio sostenibile, e quindi nel rispetto della
capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di
un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività economica. Ha inoltre anche la finalità di
proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere
al mantenimento delle specie e conservare la capacità di riproduzione dell’ecosistema in quanto
risorsa essenziale per la vita.
La redazione degli elaborati tecnici spetta ad una figura professionale specializzata, debitamente
formata su normative, iter procedurale, analisi delle componenti progettuali, ambientali e materiali,
nonché su tutti gli elementi indispensabili alla stesura dello Studio di Impatto Ambientale.
La VIA è stata recepita in Italia con la legge 349/86, che assimila la direttiva europea 85/337/CEE,
affrontandola in maniera molto generica, lasciando ai successivi decreti gli approfondimenti. Il
DPCM 27/12/88 fissa le norme tecniche per l’elaborazione dello studio di impatto ambientale. Il
DPR 12/04/96 stabilisce che ogni regione debba disciplinare i contenuti e le procedure di VIA. La
direttiva 97/11/CEE amplia i contenuti della precedente ed introduce la fase di screening; la
direttiva 2001/42/CEE introduce la Valutazione Ambientale Strategica per i piani. Il Decreto
legislativo 3 aprile 2006, n.152 Norme in materia ambientale, o testo unico dell’ambiente, assimila
l’ultima direttiva comunitaria e raggruppa le precedenti norme.
Il giudizio di compatibilità ambientale è espresso dall’amministrazione. In Italia la VIA dei progetti
è delegata al Ministero dell’Ambiente in accordo con il Ministero dei beni culturali e ambientali a
livello centrale, e alle Regioni per i progetti di competenza regionale. Il Ministero dell’Ambiente
esprime il giudizio di compatibilità ambientale attraverso un decreto mentre la Regione attraverso
un provvedimento regionale.
L’Italia, così come previsto dalla Direttiva UE 2011/92/UE, distingue tra progetti che devono essere
obbligatoriamente a VIA, in quanto suscettibili di avere impatti significativi e negativi
sull’ambiente e sul patrimonio culturale in base alla loro tipologia e dimensione, e quelli sottoposti
ad una procedura di verifica di assoggettabilità a VIA, o screening (in tal caso preliminare),
finalizzata a valutare se questi possono avere un impatto significativo e negativo sull’ambiente, e
che quindi dovranno essere sottoposti a VIA solo in caso di provvedimento negativo, dovuto non
solo alle caratteristiche progettuali ma fortemente dipendente dalla localizzazione e alle
caratteristiche dell’impatto potenziale. Questa fase di screening è effettuata dalle Regioni, con lo
scopo, come detto, di accertare che non vi siano ricadute negative.
Sono opere soggette a VIA tutti i progetti previsti dal Dlgs152/06 (allegato 2, 3) tra cui:

 Raffinerie di petrolio;
 Centrali termoelettriche di potenza superiore a 300 MWth e centrali nucleari;
 Depositi definitivi di rifiuti radioattivi;
 Acciaierie di prima fusione della ghisa e dell’acciaio;
 Impianti per l’estrazione dell’amianto;
 Impianti chimici integrati;
 Vie di comunicazione e aeroporti;
 Porti commerciali marittimi e vie navigabili;
 Impianti di smaltimento rifiuti tossici mediante incenerimento, trattamento chimico e
stoccaggio;
 Dighe e altri impianti di accumulo di acqua di considerevole dimensione.

Può comunque ritenersi soggetta a VIA un’opera che si localizza in un sito vulnerabile.
Ogni fase progettuale, di qualsiasi opera pubblica o privata, deve essere completata da uno studio
che riguarda le questioni ambientali. Nel progetto preliminare l’elaborato è chiamato studio di
prefattibilità ambientale, mentre nel progetto definitivo l’elaborato è chiamato studio di fattibilità
ambientale. Se il progetto deve essere sottoposto a VIA lo studio di fattibilità ambientale è sostituito
dallo studio di impatto ambientale.
La VIA comprende:
a) Lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità;
b) La definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale;
c) La presentazione e pubblicazione del progetto;
d) Lo svolgimento di consultazioni;
e) La valutazione dello studio di impatto ambientale e degli esiti delle consultazioni;
f) La decisione;
g) L’informazione sulla decisione;
h) Il monitoraggio.
I soggetti coinvolti nella procedura sono:
 Proponente: soggetto pubblico o privato che elabora il progetto soggetto alle disposizioni di
VIA;
 Soggetti competenti in materia ambientale (SGA): Pubbliche Amministrazioni ed enti
pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale,
possono essere interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione progetti;
 Autorità competente: la pubblica amministrazione (sede regionale) cui compete l’adozione
del provvedimento di verifica di assoggettabilità, e l’adozione dei provvedimenti conclusivi
in materia di VIA o il Ministero dell’Ambiente che si avvale del supporto tecnico-scientifico
della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale;
 Pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche nonché le associazioni, le organizzazioni o i
gruppi di tali persone;
 Pubblico interessato: il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure
decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini di questa
definizione le ONG che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano 0i
requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse;
 Tecnici ambientali: il team di esperti che elabora il SIA ed in genere i report richiesti.

Inoltre in sede statale, il Ministero per i Beni culturali collabora all’attività istruttoria, esprime il
parere vincolante di competenza e si esprime, nella figura di Ministro, con l’autorità competente
nell’ambito del provvedimento di VIA. Le Regioni, Provincie e Comuni, il cui territorio sia anche
solo parzialmente interessato dal progetto o dagli impatti della sua attuazione, sono informati
dell’avvio della procedura e dispongono della documentazione tecnica a corredo dell’istanza.
La procedura statale di VIA si articola in tre fasi: fase introduttiva, istruttoria e decisoria.
Nella fase introduttiva il committente deve fare la comunicazione del progetto al Ministro
dell’Ambiente, al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e alla Regione territorialmente
interessata. A tale comunicazione vanno allegati: Studio di Impatto Ambientale, la sua sintesi non
tecnica ed il progetto definitivo
Il progetto completo di SIA viene trasmesso dal committente al Ministero dell’ambiente e della
tutela del territorio (se l’opera ricade in aree sottoposte a vincolo di tutela culturale e paesaggistica
il progetto completo di SIA viene trasmesso anche al Ministero per i beni e le attività culturali).
Decorsi 90 giorni, il Ministero dell’Ambiente ed il Ministero per i Beni e le Attività culturali
emettono la valutazione sulla compatibilità ambientale dell’opera che viene comunicata alle regioni
interessate ed al Ministro per le Infrastrutture. Il provvedimento di compatibilità ambientale è
recepito dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) contestualmente
all’approvazione del progetto preliminare.
Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) è la struttura tecnica da affiancare alla parte progettuale e
deve contenere tutti gli elementi affinché l’ente pubblico possa esprimere il suo giudizio. E’
strutturato in 3 quadri di riferimento: il quadro di riferimento programmatico, progettuale ed
ambientale.
Nel quadro di riferimento programmatico si analizza la coerenza e la conformità che c’è tra l’opera
progettata e tutti gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale (e la loro
evoluzione). Il progetto è conforme se l’opera è prevista dal piano; la conformità è un elemento
positivo nel giudizio di compatibilità ambientale. Se non è conforme, il legislatore ha sancito che
non deve essere un elemento negativo in quanto l’opera potrebbe essere coerente con gli obiettivi
dei piani e, in ogni caso, il giudizio di compatibilità ambientale deve essere legato agli elementi
progettuali e non alla coerenza coi piani.
Il quadro di riferimento programmatico deve quindi prevedere:

 Individuazione dell’inquadramento dell’intervento nel quadro di pianificazione di area vasta


e di settore. Bisogna cioè verificare se l’opera è conforme o coerente con un piano
territoriale di area vasta (ad esempio un piano territoriale di coordinamento regionale e
provinciale) o di settore (ad esempio piano portuale). Se lo è, è un punto a favore, mentre se
non lo è non costituisce un punto a sfavore;
 Collocazione dell’opera nell’ambito complessivo degli interventi di trasformazione del
territorio, cioè come l’opera che si intende realizzare si colloca rispetto agli altri interventi
che si vogliono realizzare sul territorio;
 Definizione del contributo dell’opera al perseguimento degli obiettivi prefissati dalla
pianificazione. Se l’opera non è conforme, cioè non è prevista dal piano, bisogna spiegare
come essa sia coerente, cioè come aiuta a perseguire un obiettivo;
 Analisi delle conformità e/o delle disarmonie dell’intervento rispetto agli altri interventi. C’è
armonia se l’intervento è tra quelli previsti sul territorio;
 Segnalazioni degli elementi di pianificazione che hanno condizionato le scelte localizzative
e progettuali. Bisogna spiegare perché si è scelta una localizzazione, in particolare se si è
scelta una localizzazione diversa da quanto previsto nel piano.
Nel quadro di riferimento progettuale si analizza e descrive il progetto. In primo luogo vanno
descritte le motivazioni che hanno portato alle scelte fatte, sotto il profilo economico, funzionale ed
ambientale. Bisogna descrivere le alternative sia tipologiche che di localizzazione prese in
considerazione. In particolare bisogna spiegare i criteri utilizzati dal progettista nella scelta della
locazione, l'insieme dei vincoli cui è sottoposto il progetto e le motivazioni tecniche della scelta
progettuale in riferimento alle principali alternative prese in esame.
Vanno poi esposte tutte le caratteristiche del progetto, descrivendo gli impatti ambientali e le opere
di mitigazione che saranno adottate durante la fase di esecuzione dell’opera e durante la fase di
esercizio. In particolare bisogna descrivere le caratteristiche tecniche e fisiche del progetto,
l'articolazione delle lavorazioni necessarie alla realizzazione dell'opera ed al suo pieno esercizio e le
misure che eventualmente si dovranno adottare per mitigare gli impatti ambientali in fase di
costruzione e di esercizio dell'opera.
Nel quadro di riferimento ambientale si analizza la relazione tra progetto e le componenti
ambientali; l’ambiente viene articolato in componenti e fattori ambientali. Questi sono:

 atmosfera: qualità dell'aria e caratterizzazione meteoclimatica;


 ambiente idrico: acque sotterranee e acque superficiali (dolci, salmastre e marine)
considerate come componenti, come ambienti e come risorse;
 suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico, nel quadro
dell'ambiente in esame, ed anche come risorse non rinnovabili;
 vegetazione, flora, fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali, emergenze più
significative, specie protette ed equilibri naturali;
 ecosistemi: complessi di componenti e fattori fisici, chimici e biologici tra loro interagenti
ed interdipendenti, che formano un sistema unitario e identificabile per propria struttura,
funzionamento ed evoluzione temporale;
 salute pubblica: come individui e comunità;
 rumore e vibrazioni: considerati in rapporto all'ambiente sia naturale che umano;
 radiazioni ionizzanti e non ionizzanti: considerati in rapporto all'ambiente sia naturale, che
umano;
 paesaggio: un elemento che deve essere valutato facendo riferimento a criteri oggettivi e/o
soggettivi;
 beni culturali.
Non per tutte le componenti e i fattori ambientali è possibile definire criteri oggettivi, per cui non
sempre è possibile definire i criteri per cui il giudizio possa essere o meno positivo. Bisogna inoltre
definire un piano di monitoraggio, demandando ad un ente la sospensione dell’esercizio nel caso
vengano superati valori di soglia.
Allo SIA, come detto in precedenza, va allegato il progetto definitivo ed una sintesi non tecnica
dello studio di impatto ambientale. Quest’ultima non deve essere un riassunto dello studio di
impatto ambientale, ma una sintesi che comprende punti fondamentali del SIA ai fini dell’emissione
del giudizio di compatibilità ambientale (i risultati dello studio) in quanto anche i cittadini devono
approvare la VIA, e possono inoltre fare delle osservazioni e proposte di modifica.
Nella fase istruttoria ha luogo l’esame, dal punto di vista strettamente tecnico, della compatibilità
ambientale del progetto presentato.
La fase decisoria concerne l’emanazione dell’atto conclusivo della procedura che dovrà orientare la
scelta dell’autorità competente in ordine all’autorizzazione. Il provvedimento conclusivo della
procedura di VIA può essere di tre tipi: positivo, negativo o interlocutorio negativo (se la
documentazione presentata risulta incompleta). Si colloca in questa fase l’ulteriore informazione del
pubblico riguardo il contenuto della decisione, le condizioni aggiunte alla decisione, i motivi e le
considerazioni su cui è basata, la descrizione delle misure utili per prevenire gli effetti negativi
gravi.

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