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Raffinerie di petrolio;
Centrali termoelettriche di potenza superiore a 300 MWth e centrali nucleari;
Depositi definitivi di rifiuti radioattivi;
Acciaierie di prima fusione della ghisa e dell’acciaio;
Impianti per l’estrazione dell’amianto;
Impianti chimici integrati;
Vie di comunicazione e aeroporti;
Porti commerciali marittimi e vie navigabili;
Impianti di smaltimento rifiuti tossici mediante incenerimento, trattamento chimico e
stoccaggio;
Dighe e altri impianti di accumulo di acqua di considerevole dimensione.
Può comunque ritenersi soggetta a VIA un’opera che si localizza in un sito vulnerabile.
Ogni fase progettuale, di qualsiasi opera pubblica o privata, deve essere completata da uno studio
che riguarda le questioni ambientali. Nel progetto preliminare l’elaborato è chiamato studio di
prefattibilità ambientale, mentre nel progetto definitivo l’elaborato è chiamato studio di fattibilità
ambientale. Se il progetto deve essere sottoposto a VIA lo studio di fattibilità ambientale è sostituito
dallo studio di impatto ambientale.
La VIA comprende:
a) Lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità;
b) La definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale;
c) La presentazione e pubblicazione del progetto;
d) Lo svolgimento di consultazioni;
e) La valutazione dello studio di impatto ambientale e degli esiti delle consultazioni;
f) La decisione;
g) L’informazione sulla decisione;
h) Il monitoraggio.
I soggetti coinvolti nella procedura sono:
Proponente: soggetto pubblico o privato che elabora il progetto soggetto alle disposizioni di
VIA;
Soggetti competenti in materia ambientale (SGA): Pubbliche Amministrazioni ed enti
pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale,
possono essere interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione progetti;
Autorità competente: la pubblica amministrazione (sede regionale) cui compete l’adozione
del provvedimento di verifica di assoggettabilità, e l’adozione dei provvedimenti conclusivi
in materia di VIA o il Ministero dell’Ambiente che si avvale del supporto tecnico-scientifico
della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale;
Pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche nonché le associazioni, le organizzazioni o i
gruppi di tali persone;
Pubblico interessato: il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure
decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini di questa
definizione le ONG che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano 0i
requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse;
Tecnici ambientali: il team di esperti che elabora il SIA ed in genere i report richiesti.
Inoltre in sede statale, il Ministero per i Beni culturali collabora all’attività istruttoria, esprime il
parere vincolante di competenza e si esprime, nella figura di Ministro, con l’autorità competente
nell’ambito del provvedimento di VIA. Le Regioni, Provincie e Comuni, il cui territorio sia anche
solo parzialmente interessato dal progetto o dagli impatti della sua attuazione, sono informati
dell’avvio della procedura e dispongono della documentazione tecnica a corredo dell’istanza.
La procedura statale di VIA si articola in tre fasi: fase introduttiva, istruttoria e decisoria.
Nella fase introduttiva il committente deve fare la comunicazione del progetto al Ministro
dell’Ambiente, al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e alla Regione territorialmente
interessata. A tale comunicazione vanno allegati: Studio di Impatto Ambientale, la sua sintesi non
tecnica ed il progetto definitivo
Il progetto completo di SIA viene trasmesso dal committente al Ministero dell’ambiente e della
tutela del territorio (se l’opera ricade in aree sottoposte a vincolo di tutela culturale e paesaggistica
il progetto completo di SIA viene trasmesso anche al Ministero per i beni e le attività culturali).
Decorsi 90 giorni, il Ministero dell’Ambiente ed il Ministero per i Beni e le Attività culturali
emettono la valutazione sulla compatibilità ambientale dell’opera che viene comunicata alle regioni
interessate ed al Ministro per le Infrastrutture. Il provvedimento di compatibilità ambientale è
recepito dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) contestualmente
all’approvazione del progetto preliminare.
Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) è la struttura tecnica da affiancare alla parte progettuale e
deve contenere tutti gli elementi affinché l’ente pubblico possa esprimere il suo giudizio. E’
strutturato in 3 quadri di riferimento: il quadro di riferimento programmatico, progettuale ed
ambientale.
Nel quadro di riferimento programmatico si analizza la coerenza e la conformità che c’è tra l’opera
progettata e tutti gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale (e la loro
evoluzione). Il progetto è conforme se l’opera è prevista dal piano; la conformità è un elemento
positivo nel giudizio di compatibilità ambientale. Se non è conforme, il legislatore ha sancito che
non deve essere un elemento negativo in quanto l’opera potrebbe essere coerente con gli obiettivi
dei piani e, in ogni caso, il giudizio di compatibilità ambientale deve essere legato agli elementi
progettuali e non alla coerenza coi piani.
Il quadro di riferimento programmatico deve quindi prevedere: