Sei sulla pagina 1di 1

trend delle popolazioni, le pressioni a cui sono sottoposte e le minacce future, lo status e le even-

tuali misure in atto per la conservazione in situ ed ex situ.


Per un set di 44 entità è stato possibile avere il parere degli esperti, specialisti di singoli taxa,
che hanno rivisto le schede di valutazione e le mappe di distribuzione. Il contributo degli spe-
cialisti ha riguardato sia taxa a distribuzione ristretta, sia entità più diffuse o caratterizzate da
lacune conoscitive o problematiche tassonomiche come ad esempio Stipa austroitalica o Cla-
donia sottogenere Cladina (cfr. Box 2.3.3). Soprattutto per gli endemiti regionali ad areale ri-
stretto o puntiforme, per i quali vengono effettuati monitoraggi ad hoc, il contributo degli esperti
ha permesso di accedere alle conoscenze più aggiornate e puntuali disponibili.

2.1.2. Elaborazione delle mappe della distribuzione e del range

In questo ciclo di reporting, per superare il problema della disomogeneità dei dati cartografici
provenienti dai vari Paesi, la Commissione Europea ha previsto l’utilizzo di un sistema unico
basato su una griglia con celle 10x10 km, riferita al sistema di proiezione Europeo LAEA5210-
ETRS89, realizzata dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA).
Per l’aggiornamento della distribuzione dei taxa vegetali italiani sono stati confrontati e integrati
i dati provenienti principalmente da due fonti: Società Botanica Italiana (SBI, 2012) ed Enti lo-
cali (Regioni e Province Autonome).
I dati SBI, forniti come centroidi di maglie della griglia 2x2 km (Gargano, 2011), sono stati riportati
nel sistema CE a maglie 10x10 km. I dati provenienti da Regioni e Province Autonome, in molti casi
già riferiti alla griglia CE, in altri rappresentati da punti, sono stati confrontati con i dati SBI ed inte-
grati ad essi, per arrivare alla mappa di distribuzione finale (Fig. 2.1a,b). Il processo di integrazione
dei dati relativi ad una stessa specie provenienti da diverse fonti ha comportato alcune difficoltà, fra
cui quelle relative al differente aggiornamento delle singole segnalazioni. Tali situazioni hanno ri-
chiesto un’analisi critica e nei casi più controversi un supplemento di indagine, anche consultando
gli esperti. Prezioso è stato il supporto degli specialisti dei singoli taxa che, con una collaborazione
su base volontaria, hanno verificato i casi di segnalazioni datate o dubbie e rivisto le mappe prodotte,
spesso integrandole sulla base di dati inediti, derivanti anche da monitoraggi recenti.

Figura 2.1. - Esempi di accorpamento di dati distributivi provenienti da diverse fonti: a) Campanula
sabatia; b) Primula apennina.

18

Potrebbero piacerti anche