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LE SIEPI
Risultati di cinque anni di prove condotte presso
la Fondazione Minoprio
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INDICE
1. INTRODUZIONE
Evoluzione della funzione delle siepi: dall’aspetto estetico e funzionale
all’aspetto produttivo, alla tutela ambientale. Recenti esigenze relative
all’ampliamento dell’offerta di piante da siepe 7
4. RISULTATI
4.1. Sviluppo annuale in altezza e larghezza in assenza di potatura 134
4.2. Sviluppo annuale in altezza e larghezza dopo la potatura 134
4.3. Sviluppo complessivo dall’impianto 135
4.4. Indice di chiusura, o velocità di formazione della siepe 136
4.5. Epoca e durata della fioritura 136
4.6. Resistenza al freddo 136
4.7. Danni da neve 137
4.8. Resistenza alle malattie 137
5. CONCLUSIONI 139
6. BIBLIOGRAFIA 140
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PRESENTAZIONE
Negli ultimi anni sono molte le attività che la Direzione Agricoltura ha coordinato
in questo comparto e, in particolare, nell’ambito della sperimentazione ha finanziato
diverse azioni con uno specifico progetto pluriennale, svolto con la collaborazione della
Fondazione Minoprio.
Questo manuale “Le siepi: risultati di cinque anni di prove condotte presso la Fon-
dazione Minoprio”, presenta i risultati di un argomento delle prove del progetto e pre-
cisamente lo studio del possibile ampliamento della gamma di disponibilità di piante
ornamentali adatte a formare siepi.
Le siepi sono un elemento importante del nostro paesaggio e per secoli hanno
caratterizzato le aree agricole e assunto un posto insostituibile nella vita contadina come
fonti di materie prime, quali bacche e legna, e di ambiente vitale di uccelli e insetti, oltre
che delimitare le proprietà.
L’ Assessore all’Agricoltura
Viviana Beccalossi
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1. INTRODUZIONE
Nell’ambito del progetto di sperimentazione regionale “Florovivaismo”,
condotto presso la Fondazione Minoprio, un argomento delle prove ha ri-
guardato lo studio del possibile ampliamento della gamma di disponibilità di
piante ornamentali adatte al ripristino ambientale, nonché all’arredo di spazi
urbani ed extraurbani.
All’interno di questo argomento di ricerca uno dei settori di studio è stato
quello riferito alle specie da utilizzare per formare siepi.
L’importanza delle piante da siepe in ambito produttivo è legata alla cre-
scente richiesta di tale tipologia da parte sia di istituzioni pubbliche sia di
privati cittadini, con funzioni e scopi tradizionali ed innovativi.
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ornamentale delle siepi. A questo proposito, caratteristiche interessanti sono:
l’elevato valore decorativo, dato dalla presenza di fiori, di bacche, quindi di
colore, l’eventuale presenza del profumo e di variegature delle foglie, la capaci-
tà di costituire barriere perenni, durevoli anche nell’inverno, la capacità di
sopportare frequenti ed a volte intensi interventi di potatura, od anche l’alle-
vamento in forma obbligata, la crescita compatta.
Caratteristica interessante dal punto di vista ambientale, relativamente alle
siepi intese come barriere vegetali, è inoltre la adattabilità a costituire barriere
antirumore, soprattutto se si tratta di siepi miste, formate da specie vegetali
diverse e caratterizzate da notevole sviluppo, a difesa dall’inquinamento acu-
stico di origine stradale.
Le barriere vegetali che le siepi formano costituiscono superfici di impatto
e trattenimento di polveri e sostanze gassose inquinanti, diverse in relazione
alla natura delle superfici, alle caratteristiche di rugosità della corteccia, dei
rametti, delle foglie, alla pubescenza più o meno evidente dell’area fogliare,
alla densità della chioma e alla superficie unitaria delle foglie.
L’efficacia nel trattenimento delle sostanze inquinanti è generalmente mag-
giore all’aumentare della densità o fittezza della chioma e al diminuire della
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dimensione delle foglie.
Come già accennato, l’attuale interesse per le piante da siepe è giustificato
anche da numerose iniziative presenti in disposizioni legislative volte a incen-
tivare e incoraggiare l’adozione di nuove forme di utilizzo del suolo e in parti-
colare la tutela ambientale, la protezione della fauna selvatica, attraverso la
ricomposizione e la ricostituzione di biotopi faunistici, la conservazione e rea-
lizzazione di elementi naturali del paesaggio, volti alla protezione e conserva-
zione dell’ambiente, al mantenimento della biodiversità.
Recenti iniziative di tipo legislativo incoraggiano infatti l’utilizzo di pian-
te da siepe sia per scopi produttivi che con fini più di carattere agroambientale.
Questi argomenti sono rilevabili in numerose misure e disposizioni regio-
nali di molte regioni italiane.
La normativa europea ha previsto, dal 1992, finanziamenti per azioni
agroambientali in base al regolamento 2078, in particolare con riferimento
alla misura D1 (Cura dello spazio naturale e del paesaggio) per gli agricoltori
che si impegnano a mantenere o realizzare siepi intrapoderali o interpoderali
con prevalente funzione ecologica. E’ intesa, a questo proposito, come “siepe”
una struttura vegetale ad andamento lineare, composta da più specie arboree o
arbustive, con larghezza non inferiore a 2,5 metri e non superiore a 10-15
metri e con lunghezza di almeno 100 metri. Comprende almeno 50 individui
su 100 metri e risulta più fitta del filare, che prevede 15 alberi per 100 metri;
è diversa dalla fascia alberata, con alberi e arbusti di larghezza da 15 a 25 metri.
Un altro obiettivo che ha spinto ad intraprendere la sperimentazione sulle
specie da siepe ha riguardato la verifica dell’adattabilità di alcune specie locali,
autoctone ad un loro supplementare utilizzo come piante per costituire siepi.
Le specie utilizzate nella prova, arboree od arbustive, di cui sono note
caratteristiche di coltivazione e comportamento, sono state considerate e trat-
tate al solo e specifico utilizzo come piante adatte a formare siepi, ed è stato a
tal fine necessario introdurre alcune modifiche nelle tecniche colturali.
Cercando di interpretare queste esigenze di ampliamento dell’offerta di
specie adatte a costituire siepi e allo scopo di approfondire la conoscenza sulle
tecniche di coltivazione e gli interventi di manutenzione richiesti da un nume-
ro di specie abbastanza elevato, per proporre una diversificazione ed un am-
pliamento della gamma di specie oggi a disposizione in Lombardia, è stata
intrapresa, all’inizio del 1996, la seguente sperimentazione.
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2. DESCRIZIONE DELLA PROVA
2.1. La scelta delle specie
Al momento dell’inizio della sperimentazione (1996) le specie maggior-
mente prodotte e utilizzate allo scopo di formare siepi erano essenzialmente
rappresentate da Prunus laurocerasus e dalle specie appartenenti al genere
Pyracantha. Come già descritto nell’introduzione, scopo principale della prova
è stato quello di verificare il comportamento di altre specie nel loro utilizzo
come piante da siepe.
Essendo già noto che numerose specie arbustive ed arboree sopportano
bene l’allevamento in forma obbligata, ci si è inizialmente basati su queste,
inserendo altri tipi, suggeriti dalle preferenze e interessi da parte di alcuni
produttori florovivaisti, paesaggisti e tecnici del verde pubblico e privato, cui
è stato sottoposto il seguente questionario nel corso dei primi mesi del 1996,
a scopo di sondaggio.
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QUESTIONARIO INFORMATIVO
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CARATTERI IDEALI SIEPE A SCOPO SIEPE DA DIFESA SIEPE ANTIRUMORE
ORNAMENTALE
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Schema della prova con le specie utilizzate: o gni colonna rappresenta un filare.
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Prunus Prunus Stranvaesia Viburnum Pyracantha Pyracantha Cotoneaster Cornus Punica Chamaecyparis Cryptomeria
laurocerasus laurocerasus davidiana rhytidophyllum atalantioides “Teton” franchetii sanguinea granatum lawsoniana japonica
“Caucasica” “Magnoliifolia” “Chiappelli” “Flore pleno” “Elegans”
Prunus Prunus Osmanthus Viburnum Pyracantha Crataegus Cotoneaster Forsythia x Carpinus Chamaecyparis Thuja plicata
laurocerasus lusitanica heterophyllus lantana “Orange Glow” monogyna pannosus intermedia betulus lawsoniana “Atrovirens”
“Rotundifolia” “Lynwood” “Columnaris”
Prunus Phillyrea Photinia x Viburnum Pyracantha Berberis x Ligustrum Spiraea x Carpinus Taxus Thuja plicata
laurocerasus angustifolia fraseri tinus “Golden ottawensis sinense arguta betulus baccata “Excelsa”
“Herbergii” “Red Robin” Charmer” “Superba” “Pyramidalis”
Prunus Pittosporum Lonicera Viburnum Pyracantha Berberis Ligustrum Callistemon Ostrya Taxus baccata Thuja orientalis
laurocerasus tobira nitida tinus “Mohave” thunbergii ovalifolium rigidus carpinifolia “Fastigiata” “Pyramidalis
“Reynvaanii” “Eve Price” “Atropurpurea” aurea”
Prunus Pittosporum Abelia x Camellia x Pyracantha Berberis Ligustrum Rosa canina Juniperus Thuja
laurocerasus heterophyllum grandiflora williamsii “Navaho” julianae ovalifolium communis occidentalis
“Otto Luyken” “Debbie” “Aureum” “Hibernica” “Holmstrup”
2.2. Svolgimento della prova
In base ai risultati emersi dal questionario è stata impostata la prova speri-
mentale di confronto. L’impianto è stato effettuato nella tenuta superiore della
Fondazione Minoprio, in un appezzamento in leggero declivio di circa 5000
mq, precedentemente coltivato a meleto. Prima dell’impianto è stata eseguita
l’analisi del terreno, che è risultato di tipo franco-limoso, lievemente sub-acido
(pH=5,76), ben dotato di sostanza organica, povero di magnesio e calcio e
ricco di fosforo.
Nel mese di aprile 1996 sono state impiantate 49 specie e varietà, ripetute
in due repliche, rappresentanti le diverse tipologie di utilizzo delle siepi (orna-
mentali, barriere verdi, antirumore).
In ogni fila sono state messe a dimora 5 essenze. La distanza sulla fila è
stata fissata in 50 cm per le essenze meno vigorose e in 1 metro per le più
vigorose, con una distanza tra i filari di 3,5 metri. In ogni fila sono state messe
a dimora 5 essenze. Ciascuna parcella, lunga 10 metri, è stata suddivisa in 2
sub-parcelle. Come sistema di irrigazione si è utilizzata l’irrigazione a goccia.
Dopo l’impianto sono state effettuate le operazioni colturali necessarie per
l’attecchimento delle essenze tra cui la concimazione di copertura con concime
N:P:K 12:12:12 alla dose di 100 unità per ettaro. Negli anni 1997/98 sono
state aggiunte 6 essenze, a completamento del campo sperimentale, e si sono
effettuate le operazioni colturali necessarie per il loro mantenimento ottimale:
potature nelle specie più vigorose, pulizia erba, concimazioni e irrigazioni.
Nel corso della coltivazione si è scelto di non intervenire con trattamenti
antiparassitari di alcun tipo, proprio allo scopo di valutare la suscettibilità del-
le essenze presenti agli attacchi dei patogeni, funghi e insetti, ed aggiungere
tale parametro di valutazione accanto agli altri. La funzione “ecologica” della
siepe, infatti, è ulteriormente assolta se per la sua formazione e mantenimento
si sceglie di non utilizzare alcun trattamento chimico. Caratteristica interes-
sante di una pianta da siepe è quella di essere resistente o almeno tollerante ad
alcune tra le malattie fungine più diffuse su quella essenza.
La riduzione dei trattamenti antiparassitari rientra anche tra gli scopi di
una minor esigenza di interventi di manutenzione e quindi di una riduzione
dei costi.
Per il contenimento delle malerbe nelle prime fasi di sviluppo delle piante
è stato impiegato come materiale pacciamante un residuo originato dalle
vagliature effettuate durante il processo di compostaggio di scarti della manu-
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tenzione del verde. Tale materiale è risultato dotato di buone capacità di
contenimento delle infestanti e può essere consigliabile nella fase di impianto.
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vigoria della specie.
Il materiale asportato con il taglio è stato pesato per valutare la produzio-
ne di scarto e, successivamente, si è misurata la larghezza del filare dopo il
taglio.
Nel 2000 le operazioni di taglio sono state ripetute nel mese di luglio,
seguendo le modalità dell’anno precedente.
Con i dati riferiti alle potature nei 2 anni è stato possibile valutare la cre-
scita in un anno in risposta al taglio e confrontarla con la crescita della pianta
senza effettuare tagli.
Resistenza al freddo
La resistenza al freddo, valutata come presenza di danni da gelo, è stata
rilevata più volte durante il periodo di fine inverno 2000 su gemme, germogli
e foglie, indicando con il valore “0” l’assenza di danni da gelo, con “1” un
danno irrilevante, con “2” un danno medio e con “3” un danno intenso, tale
da compromettere la vegetazione seguente.
Si è notato che le operazioni di taglio effettuate nel settembre 1999 hanno
provocato in alcune specie un risveglio vegetativo che ha reso i nuovi germogli
più sensibili al gelo e quindi i danni da gelo risultano a volte sopravvalutati.
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Danni da neve
A seguito di alcune precipitazioni nevose registratesi nei mesi di dicembre
2000 e di gennaio 2001 sono stati rilevati i danni provocati dalla permanenza
della neve sulla vegetazione: rotture, ripiegamenti, apertura dei rami, spacca-
ture su fusto e colletto.
Divulgazione
Nel mese di ottobre 1998 è stato organizzato, presso il campo siepi, un incon-
tro aperto a produttori florovivaisti, tecnici del settore, progettisti, tecnici di comu-
ni e parchi urbani, allo scopo di raccoglierne le valutazioni sulle specie in prova.
Tra le proposte più numerose, l’adozione di siepi miste, plurispecifiche; le
specie più frequentemente proposte sono state: Buxus, Euonimus, Eleagnus,
Laurus.
L’utilizzo di siepi miste non era stato considerato al momento della prova
per la difficoltà di inserire più variabili legate ai diversi tipi di accostamento e per
l’elevato numero delle possibili combinazioni. Va comunque ricordata l’utilità di
avere siepi formate da più tipi di pianta, in riferimento soprattutto all’altezza e
alla densità, vista in particolare come finalità secondaria per l’assorbimento dei
rumori e di polveri inquinanti, quindi allo scopo di formare barriere vegetali da
utilizzarsi lungo strade ed autostrade o luoghi di intenso traffico cittadino.
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3. SCHEDE DESCRITTIVE E CARATTERISTICHE UTILI AI FINI
DELL’UTILIZZO COME PIANTA DA SIEPE DI CIASCUNA VARIETA’
SAGGIATA
Le seguenti schede sono relative alle diverse specie e varietà utilizzate
nella sperimentazione, dando particolare rilievo al loro utilizzo come piante
da siepe.
Dopo una descrizione generale dell’origine, delle caratteristiche botani-
che, delle esigenze agronomiche e delle tecniche di moltiplicazione, vengono
elencati i dati relativi alla sperimentazione effettuata a Minoprio.
Si riportano dapprima i dati che si riferiscono all’impianto (epoca, altez-
za e diametro delle piante poste a dimora, distanza sulla fila adottata); seguono
i dati relativi alle 2 modalità di allevamento poste a confronto (forma libera e
obbligata).
Viene riportata poi una valutazione della velocità di formazione della
siepe, desunta dai valori dell’indice di chiusura.
Sono descritti infine i dati relativi alle varie fasi annuali (comparsa delle
foglie, fioritura, fruttificazione) riferiti a due stagioni (1999 e 2000) e le osser-
vazioni relative ai danni da freddo, da neve e da malattie.
Nell’ultima parte della scheda vi è una sintesi delle caratteristiche parti-
colari e degli impieghi consigliati per le specie/varietà saggiate.
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Abelia x grandiflora Rehd.
Famiglia: Caprifoliaceae
Nome comune: abelia
ORIGINE
Ibrido tra A. chinensis e A. uniflora, introdotto in coltivazione in Italia nel 1866.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto semisempreverde dal portamento aperto e denso.
Rami pubescenti; foglie ovate, opposte, semplici, lucide, verde scuro sulla pagina supe-
riore, più chiaro su quella inferiore, glabra ad eccezione della base delle nervature. In
autunno assumono colorazione bronzea-rossastra.
Fiori bianchi sfumati di rosa, profumati.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Rustica, preferisce suolo fresco e ben drenato, con pH acido.
Esposizione: sole o mezz’ombra. Necessita di protezione dal vento.
MOLTIPLICAZIONE
Per talea semilegnosa prelevata nel
periodo estivo. IMPIANTO Maggio 1996
Altezza (cm): 40
Diametro (cm): 40
Distanza sulla fila (cm): 100
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Berberis julianae Schneid.
Famiglia: Berberidaceae
ORIGINE
Cina, introdotta in Europa nel 1907.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto sempreverde, forma cespugli larghi, rotondi e impenetrabili, dall’aspetto vigoroso e denso.
Rami giallastri con spine tripartite. Foglie sessili (prive di picciolo), obovate, con margine
dentato-spinoso, lunghe 4 cm, lucide sulla pagina superiore, virano al rosso in autunno.
Fiori riuniti in densi grappoli ascellari, di colore giallo, leggermente profumati.
Frutti piccoli, di forma ovale, di colore nero e ricoperti di secrezioni cerose bluastre.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Molto rustica, si adatta a qualsiasi condizione di insolazione e di terreno, da arido a
argilloso, da calcareo a acido.
MOLTIPLICAZIONE
Per propaggine, per talea invernale, o per seme, germinabile dopo tre mesi di stratificazione
in condizioni di bassa temperatura.
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Berberis x ottawensis Schneid. “Superba”
Famiglia: Berberidaceae
ORIGINE
Ibrido introdotto in commercio da Ruys in Olanda nel 1943, ma già in coltivazione
prima di quell’anno. Parentali: B. thunbergii x B. vulgaris.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto deciduo, di medie dimensioni, a crescita vigorosa, forma espansa.
Rami arcuati, irti di spine lunghe 15 mm, disposte a ciuffi di 3.
Foglie rotonde-ovali, di colore che varia dal rosso porpora al rosso violaceo.
Fiori piccoli, gialli screziati di rosso, raccolti in mazzetti penduli di 5-10.
Frutto: bacca rossa brillante, ovato-ellittica.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Pianta rustica, senza particolari esigenze di terreno, sopporta bene anche suoli argillosi
o calcarei. Esposizione: sole o parziale ombreggiamento.
MOLTIPLICAZIONE
Per talea semilegnosa estiva. IMPIANTO Maggio 1996
Altezza (cm): 50
Diametro (cm): 50
Distanza sulla fila (cm): 50
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Berberis thunbergii DC. “Atropurpurea”
Famiglia: Berberidaceae
ORIGINE
La specie è nativa del Giappone, mentre la varietà “Atropurpurea” è stata selezionata da
Léon Renault nel 1913.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto deciduo, dal portamento molto denso, compatto e tondeggiante. Presenza di spine.
Foglie lunghe 1 cm, con caratteristico colore rosso porpora, che vira verso il carminio in
autunno; sono di forma spatolata e con margine continuo.
Fiori piccoli gialli striati di porpora, lunghi 12 mm, a forma di coppa.
Frutti rossi, ellissoidali, lunghi 8 mm.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Pianta molto resistente; necessita di esposizione al sole per una perfetta colorazione fogliare;
molto adattabile per i diversi tipi di suolo, tollera condizioni di siccità.
Non tollera l’eccesso di umidità nel terreno.
MOLTIPLICAZIONE IMPIANTO Maggio 1996
Per seme, con 1-2 mesi di stratificazione al Altezza (cm): 50
freddo. Per talea semilegnosa prelevata in Diametro (cm): 50
estate. Distanza sulla fila (cm): 50
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Callistemon rigidus R. Br.
Sinonimi: Callistemon linearifolius DC.
Famiglia: Myrtaceae
ORIGINE
Australia. Introdotta in Europa nel 1815.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto sempreverde, dalla forma tondeggiante e dal portamento espanso.
Rami arcuati; foglie lunghe fino a 13 cm, acuminate, di colore da verde scuro a verde
violaceo.
Fiori riuniti in dense spighe lunghe fino a 10 cm, di colore rosso scuro, caratterizzati da
lunghi stami.
Frutti insignificanti.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Resistente al gelo. In zone molto fredde necessita però della protezione di un muro rivol-
to a sud o a ovest.
Richiede suolo fertile, ben drenato e tollera bene l’aridità.
MOLTIPLICAZIONE
Per talea semilegnosa estiva e per seme
in estate o in autunno. IMPIANTO Aprile 1998
Altezza (cm): 60
Diametro (cm): 40
Distanza sulla fila (cm): 50
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Danni da freddo
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Camellia x williamsii W.W. Sm. “Debbie”
Famiglia: Theaceae
Nome comune: camelia
ORIGINE
Selezionata nel 1965 da Jury in Nuova Zelanda. Ibrido tra C. saluenensis e C. japonica
“Debutante”.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto sempreverde, di aspetto denso e vigoroso.
Foglie lucide, coriacee, ellittiche o lanceolate, più chiare sulla pagina superiore.
Fiori doppi o semidoppi rosa-lilla, resistenti alle intemperie, singoli o a coppie.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Rustica, sopporta molto bene il gelo invernale; in estate si adatta sia al caldo che al sole.
Predilige suoli acidi; ben drenati, costantemente umidi.
MOLTIPLICAZIONE
Per talea semilegnosa a fine estate.
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Carpinus betulus L.
Famiglia: Corylaceae
Nome comune: carpino bianco, carpino comune
ORIGINE
Pianta autoctona. Distribuzione: centro Europa - Caucaso.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Albero o arbusto se opportunamente potato, a foglia caduca, a portamento tipicamente
piramidale nei primi anni, tondeggiante alla maturità.
Corteccia grigia, liscia; caratterizza l’aspetto decorativo invernale.
Foglie: ovali, a margine dentato, con nervature principali e secondarie fortemente incise;
colore verde brillante che vira al giallo-arancio in autunno. Le foglie seccano e persistono
da secche sui rami. Fiori riuniti in amenti. Frutti: acheni alati, ornamentali.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Tollera bene il vento e non ha esigenze particolari come esposizione.
Predilige terreni profondi e sciolti, da acidi ad alcalini.
MOLTIPLICAZIONE
Per seme, a settembre. IMPIANTO Maggio 1996
Altezza (cm): 50
Diametro (cm): 40
Distanza sulla fila (cm): 100
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Carpinus betulus L. “Pyramidalis”
Sinonimi: Carpinus betulus “Fastigiata”
Famiglia: Corylaceae
Nome comune: carpino piramidale
ORIGINE
Selezionata in Europa prima del 1883.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Albero a chioma piramidale, con portamento eretto, molto regolare ed a prevalente svi-
luppo del ramo apicale. L’aspetto piramidale eretto diviene più aperto con l’età.
Accrescimento più rapido e forma più compatta rispetto alla specie da cui è stato selezio-
nato. La dimensione finale risulta però inferiore alla specie.
Corteccia grigia, liscia, ne caratterizza l’aspetto decorativo invernale.
Foglie: ovali, seghettate, con nervature principali e secondarie fortemente incise; colore
verde brillante che vira al giallo-arancio in autunno. Fiori riuniti in amenti. Frutti: acheni
alati.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Tollera bene il vento e non ha esigenze particolari come esposizione. Pianta rustica, sop-
porta bene ogni tipo di pH e terreni sia argillosi che calcarei.
MOLTIPLICAZIONE
Per talea di ramo, estiva; il taglio laterale
favorisce una migliore emissione delle
IMPIANTO Maggio 1996
radici.
Altezza (cm): 50
Per innesto utilizzando la specie come
Diametro (cm): 20
portainnesto.
Distanza sulla fila (cm): 100
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Danno da neve
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Chamaecyparis lawsoniana (A. Murr.) Parl.
Famiglia: Cupressaceae
ORIGINE
Stati Uniti (Oregon), 1854.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Conifera sempreverde a portamento colonnare.
Rami: orizzontali o arcuati, con lunghi ramoscelli penduli all’estremità.
Foglie: squame riunite in ciuffetti, aromatiche, di colore verde scuro sulla pagina supe-
riore, grigiastro su quella inferiore.
Fioritura insignificante dal punto di vista ornamentale.
Frutti: coni globulari, di 1,5 cm, con 8 scaglie, i maschili color marrone, i femminili
verdi; secernono resina.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Molto rustica anche a bassissime temperature, teme l’esposizione al vento.
Tollera bene l’ombra. Non tollera suoli pesanti, scarsamente drenati, umidi.
Teme l’eccesso di concimazioni.
MOLTIPLICAZIONE
Per talea legnosa, invernale. IMPIANTO Maggio 1996
Altezza (cm): 70
Diametro (cm): 25
Distanza sulla fila (cm): 100
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Danno da neve
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Chamaecyparis lawsoniana (A. Murr.) Parl.
“Columnaris”
Famiglia: Cupressaceae
ORIGINE
Selezionata intorno al 1940 da Jan Spek a Boskoop (Olanda).
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Conifera a portamento colonnare, forma una regolare colonna di fogliame compatto.
Rami fittissimi, eretti.
Squame verde scuro e bluastre sulla pagina superiore, grigio-bluastre su quella inferiore.
Frutti: coni globulari, di 1,5 cm, con 8 scaglie, i maschili color marrone, i femminili
verdi; secernono resina.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Cresce meglio se riparata da muri. Rustica: tollera suoli poveri.
MOLTIPLICAZIONE
Per talea apicale legnosa.
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Cornus sanguinea L.
Sinonimi: Thelycrania sanguinea (L.) Fourr
Famiglia: Cornaceae
Nome comune: sanguinella
ORIGINE
Pianta autoctona; distribuzione eurasiatica, nelle zone temperate.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto deciduo.
Rami di colore rosso porpora se giovani ed esposti al sole, verdi se più vecchi.
Foglie: ellittiche con apice acuminato, lunghe 8-10 cm, leggermente pubescenti su entram-
be le superfici; cambiano colore in autunno, assumendo il caratteristico habitus porpora.
Fiori riuniti in corimbi di 5 cm, molto profumati.
Frutti: drupe di colore blu-nero a maturità, dal sapore amaro.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Pianta rustica; si adatta molto bene a ter-
reni anche poveri e calcarei. IMPIANTO Maggio 1996
MOLTIPLICAZIONE Altezza (cm): 100
Per seme o per talea semilegnosa a inizio Diametro (cm): 60
estate. Distanza sulla fila (cm): 50
FORMA LIBERA FORMA OBBLIGATA
Altezza dopo 4 anni (cm): 460 Altezza di potatura (cm): 240
Larghezza dopo 4 anni (cm): 420
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Cotoneaster franchetii Boiss.
Famiglia: Rosaceae
Nome comune: cotognastro
ORIGINE
Cina Occidentale e Birmania, introdotta nel 1895 in Europa.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto sempreverde o semisempreverde di medie dimensioni, molto decorativo. Porta-
mento aperto.
Foglie alterne ovali, color salvia, dalla pagina inferiore chiarissima, lunghe 3-4 cm.
Fiori piccoli a 5 petali bianco rosati.
Frutti: bacche oblunghe-ovoidali color rosso arancio.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Molto rustica, non ha particolari esigenze di esposizione. Vegeta sia su terreni argillosi
che calcarei, anche aridi.
MOLTIPLICAZIONE
Per talea semilegnosa in estate. IMPIANTO Maggio 1996
Altezza (cm): 70
Diametro (cm): 60
Distanza sulla fila (cm): 50
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Cotoneaster pannosus Franch.
Sinonimi: Cotoneaster franchetii “Pannosa”
Famiglia: Rosaceae
Nome comune: cotognastro a foglie d’argento
ORIGINE
Cina Sudoccidentale, conosciuta dal 1888.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto sempreverde o semisempreverde di piccole dimensioni, con rami sottili, arcuati,
densamente pubescenti da giovani.
Foglie ellittiche, più piccole rispetto a C. franchetii.
Fiori riuniti in corimbi emisferici densi, formati da 6-20 piccoli fiori dai petali bianchi.
Frutti globosi, di 6-8 mm di diametro, di colore rosso scuro.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Non presenta particolari esigenze di esposizione e di suolo. Sopporta bene periodi di
aridità.
IMPIANTO Maggio 1996
MOLTIPLICAZIONE Altezza (cm): 70
Per talea semilegnosa in estate. Diametro (cm): 50
Distanza sulla fila (cm): 50
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Crataegus monogyna Jacq.
Famiglia: Rosaceae
Nome comune: biancospino, marucca bianca
ORIGINE
Pianta autoctona; distribuzione: Europa, America settentrionale.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Arbusto deciduo, con spine di 2-2,5 cm e ramificazioni glabre o pubescenti.
Foglie verde scuro, a tre-sette lobi; non virano di colore in autunno.
Fiori bianchi profumati, riuniti in corimbi, il singolo fiore ha diametro di 1-1,5 cm.
Frutti rossi, ellissoidali, contenenti un solo seme.
ESIGENZE AGRONOMICHE
Pianta molto rustica, sopporta ogni tipo di terreno, sia argilloso che calcareo.
MOLTIPLICAZIONE
Per seme, con stratificazione per
5 mesi a 4°C. IMPIANTO Maggio 1996
Altezza (cm): 100
Diametro (cm): 70
Distanza sulla fila (cm): 50
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