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L’osservazione della

microfauna come indicatore


biotico dell’efficienza
prestazionale in impianti
a fanghi attivi
Luigi Fanizzi, Ecoacque®   ( info@ecoacque.it )  -  Saverio Misceo, DIA Politecnico Bari

Per definire l’efficienza del processo di un impianto di depurazione Come è noto, il ruolo della biomassa, nel processo a fanghi attivi, è
biologico, generalmente ci si avvale di osservazioni visive e metodi quello di raggiungere due obiettivi strettamente connessi:
basati su analisi di laboratorio (a. chimiche, fisiche e test vari), che • metabolizzare la sostanza organica biodegradabile, separando
sicuramente rivestono un’importanza fondamentale per segnalare i materiali (disciolto e sospeso) contenuti nelle acque reflue (ad-
l’effetto e la natura di una disfunzione in atto ma non certo la causa sorbimento e bioflocculazione), dalla fase acquosa in scarico;
che ha determinato la stessa sull’ecosistema; l’acqua reflua, infatti, • formare fiocchi pesanti, capaci di sedimentare velocemente,
è solo una delle componenti dell’ambiente artificiale in condizioni per gravità, dall’acqua trattata.
estreme, “impianto di depurazione” (H. A. Hawkes, 1963). L’impianto,
pur se controllato, è anche, soprattutto, un’entità biologica, un am- I principi fondamentali che ne permettono il raggiungimento, pos-
biente, cioè, dove convivono comunità biotiche costituite da batteri sono essere riassunti nei quattro punti indicati nella successiva Tabel-
dispersi, ameboidi, flagellati, ciliati (sessili e natanti), rotiferi, tardigra- la 1(L. Fanizzi, 2006).
di, gastrotrichi, suttori, oligocheti e nematodi: organismi che compio-
no tutto o parte del loro ciclo vitale nell’acqua. Ognuno di essi ha
una propria tolleranza e sensibilità a determinati inquinanti o fattori 1 Il processo depurativo si avvale della capacità delle
di stress ambientale, proprie esigenze fisiche, chimiche e nutrizionali. popolazioni microbiche naturali di demolire la sostanza
Ciascuna specie, quindi, conoscendone le esigenze, può essere uti- organica presente negli scarichi, in modo da ricavarne
lizzata come “bioindicatore”, un segnale del grado di efficienza ope- materia ed energia per il proprio accrescimento e la
rato dall’ecosistema (N. Ricci, 1989). Infatti, secondo la densità e la propria riproduzione;
diversità della microfauna operatrice (c.d. biomassa), si verifica una le popolazioni che si instaurano nel fango attivo (preva-
risposta biologica tipica (performance): le specie più sensibili tendo- lentemente organismi eterotrofi), fanno parte di catene
no a scomparire rapidamente nel tempo, mentre le più resistenti si alimentari naturali (catene del “detrito”).
adattano alle nuove condizioni di processo, aumentando anche la
2 Parte del materiale da depurare sarà trasformato in
propria numerosità (vedi Figura 1, mod. P. Madoni, 2004).
“biomassa” attiva, ovvero nuovi organismi viventi.
3 In condizioni di depurazione efficiente, il materiale non
trasformato è intrappolato, insieme ai microrganismi, in
fiocchi di circa 30 μm ÷ 100 μm di diametro, aggregabili
in formazioni più grandi (fino ad 1 mm ÷ 2 mm).
4 Per ottenere un certo grado d’efficienza, bisogna forni-
re cibo ed ossigeno in quantità adeguata (ossidazione1
del substrato organico biodegradabile).

Nota 1 - Si ha un processo di “ossidazione” quando I’ossidante


è una sostanza inorganica (O2 - NO3).
Quando I’ossidante è, invece, una sostanza organica
si ha un processo di “fermentazione”.

Figura 1 - Dinamica di colonizzazione biotica (oscillazioni e Tabella 1 - Quadro sinottico dei principi fondamentali del
successioni) nell’ecosistema “fango attivo”. processo di depurazione biologico a fanghi attivi.

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Quantità e qualità del refluo da trattare. Dimensioni e tipologia della struttura tecnologi-
ca dell’impianto, conformazione della vasca di ossidazione (presenza di zone anossiche).
Componenti Abiotiche
Operazioni legate alla conduzione dell’impianto (aerazione, nutrienti, ricircoli e tempi di
contatto).
Vegetazione ed Animali acquatici (decompositori: batteri, funghi e diversi flagellati; consu-
Componenti Biotiche
matori: ciliati, flagellati eterotrofi, rizopodi e piccoli metazoi).
Struttura Chimici (composizione delle acque reflue ed ossigeno disciolto), Fisici (condizioni ambien-
Fattori Abiotici tali, temperatura, luce, turbolenza) ed Alimentari (qualità e quantità dei substrati C:N:P,
rapporto F/M).
Relazioni intra - ed interspecifiche che s’instaurano tra i microrganismi (competizione, pre-
dazione, cooperazione, commensalismo, tasso di crescita, velocità di rimozione dei sub-
Fattori Biotici
strati, capacità d’immagazzinamento del cibo assorbito, capacità di produrre energia da
determinati metaboliti).
Nello Spazio Catene e reti alimentari.
Funzionamento
Nel tempo Selezione e successione ecologica

Tabella 2 - Matrice delle Componenti e dei Fattori di funzionalità dell’ecosistema artificiale “depuratore biologico”.

A somiglianza di ogni altro sistema biologico, nell’ecosistema arti- E’ stato dimostrato che i protozoi ciliati migliorano la qualità dell’ef-
ficiale controllato “impianto di depurazione”, si possono individuare fluente attraverso la predazione della maggior parte dei batteri di-
una struttura (componenti e fattori) ed un funzionamento (nello spa- spersi nel mixed liquor (C. R. Curds, 1969). In assenza di ciliati, infatti,
zio e nel tempo), così come schematizzato in Tabella 2 (L. Fanizzi, gli effluenti dell’impianto presentano un BOD5 più alto, un’elevata
2006). torbidità (per la presenza cospicua di batteri dispersi, compresi quelli
patogeni e fecali come Escherichia coli; C. R. Curds, 1969). Nella va-
L’osservazione delle comunità di protozoi, pertanto, predatori di sca di aerazione degli impianti a fanghi attivi si stabilisce, quindi, una
batteri e flagellati (rappresentanti il 5 %, in peso secco, dei solidi so- vera e propria rete trofica, il cui diagramma semplificato è illustrato
spesi nel mixed liquor; P. Madoni, 2005), può fornire importanti indica- in Figura 3 (L. Cingolani et Al., 1996, II).
zioni sull’andamento della depurazione. La fase iniziale del processo
è caratterizzata dalla presenza di specie tipiche delle acque reflue
da trattare. Queste specie “pioniere” sono rappresentate principal- LIQUAME
mente da batteri dispersi, ciliati natanti (Colpidium, Glaucoma e
Sathrophilus) e da flagellati (Bodo, Polytoma e Tetramitus) che sono
indipendenti dalla presenza di fango nella vasca di aerazione (P.
Madoni, 1996). Con il formarsi del fango attivo, infatti, esse devono BATTERI DISPERSI FLAGELLATI
E FLOCCULANTI
competere con specie meglio adattate all’ambiente e rapidamen-
te declinano.
CILIATI CARNIVORI CILIATI MICROFAGI

La seconda fase è caratterizzata dal forte sviluppo di protozoi cilia-


ti tipici della vasca d’aerazione (arricchimento della specie e com-
ROTIFERI NEMATODI
posizione variabile con l’aumento della quantità di fango), le forme GASTROTRICHI
natanti batteriofaghe (come Cyclidium, Uronema e Paramecium)
sono presenti solo durante i primi giorni e sono gradualmente sosti-
tuite, nella terza fase (c.d. steady-state), dalle forme sessili (peritrichi Figura 3 - Schema semplificato di tipica catena alimentare
come Vorticella, Carchesium ed Epistylis) e mobili di fondo (come in sistemi biologici a “fanghi attivi”.
Aspidisca, Chilodonella ed Euplotes), così come raffigurato in Figura
2 (mod. P. Madoni, 1994), con un bilanciamento tra carico organico L’efficacia di rimozione della sostanza organica è strettamente
e fango prodotto, ricircolato e rimosso dal sistema. correlata alla struttura della microfauna che colonizza il fango (P.
Madoni, 1994) e, pertanto, il riconoscimento delle varie forme di pro-
tozoi che costituiscono la microfauna è di fondamentale importan-
za al fine della valutazione dell’efficienza/efficacia del trattamento
depurativo, in considerazione della dinamica “lenta”, tipica dei pro-
cessi a fanghi attivi (G. Mappa, 1995).
Allo scopo, i gruppi costituenti la microfauna, possono essere distin-
A B ti in “positivi” e “negativi” secondo il tipo di correlazione esistente tra
C essi ed i parametri fisico-chimici ed operativi dell’impianto.
I gruppi positivi sono costituiti da (P. Madoni, 2007):
• ciliati batteriofagi mobili, ciliati batteriofagi sessili e da amebe tecate.
I gruppi negativi, invece, sono costituiti da:
Figura 2 - Meccanismi di filtrazione batterica: A) Ciliati na- • piccoli flagellati, ciliati batteriofagi natanti e da peritrichi come
tanti; B) Ciliati sessili; C) Ciliati mobili di fondo. Vorticella rnicrostoma, Vorticella infusionum ed Opercularia spp.

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Gruppo dominante Efficienza depurativa Possibili cause di disfunzione
Fango poco ossigenato; carico troppo forte; apporto di sostanze
Piccoli flagellati scadente
in fermentazione (rH < - 50 mV).
Tempo di contatto del refluo troppo breve (< 3 h);
Piccoli ciliati natanti (≤ 50 μm) mediocre
fango poco ossigenato (< 1 KgO2/KgBOD5 rimosso).
Grandi ciliati natanti (> 50 μm) mediocre Carico troppo forte (F/M > 0,5 KgBOD5/KgMLSS/d).
Ciliati Mobili di fondo buona
Ciliati sessili + Mobili di fondo alta1
Fenomeni transitori (carico discontinuo; estrazione recente di fanghi;
Ciliati sessili buona/mediocre
ricircolo insufficiente, punte di carico).
Piccole amebe nude + Flagellati scadente Carico elevato non facilmente biodegradabile.
Basso carico del fango (F/M < 0,1 KgBOD5/KgMLSS/d); refluo diluito;
Amebe con teca buona
buona nitrificazione.

Nota 1 – Secondo C. R. Curds et Al., 1970, possono essere individuate quattro classi di qualità dell’effluente depurato, basate sui seguenti valori
di BOD5:
Alta qualità (ottimale): ≤ 10 mg/L;
Buona qualità: 11 mg/L ÷ 20 mg/L
Mediocre qualità: 21 mg/L ÷ 30 mg/L
Scadente qualità: > 31 mg/L

Tabella 3 - Matrice particolare correlativa: Microfauna dominante/Performances depurative impianto.

La struttura della microfauna è quindi un valido indicatore dia-


gnostico delle performances dell’impianto che integra, in maniera Densità dei grani Possibili cause
alquanto appropriata, i sistemi d’analisi laboratoriali convenzionali.
Fango poco concentrato, problemi
Secondo il criterio generale degli indicatori biologici, la presenza < 10 %
di sedimentazione.
o la scomparsa di specie particolari, così come l’intera composi-
zione della microfauna, può essere considerata buon indicatore di 10 % ÷ 50 % Fango di normale concentrazione.
efficienza biologica (in particolare i protozoi ciliati: natanti, mobili Concentrazione del fango troppo
di fondo e sessili). Un efficiente fango attivo presenta, in sintesi, le > 50 % elevata, diminuzione dell’efficienza
seguenti caratteristiche: depurativa.
• Alta densità della microfauna (> 106 organismi per litro); Taglia dei grani Possibili cause
• Microfauna composta principalmente da forme mobili di fondo
Di colore chiaro:
e sessili, con flagellati praticamente assenti;
fango giovane, in formazione,
• Comunità molto diversificata, dove nessun gruppo o specie do- Diametro < 20 μm
a breve tempo di permanenza,
mina, numericamente, sugli altri oltre un fattore 10.
a carico forte, scarsa aerazione.

Quando questo quadro non si presenta, l’identificazione del grup- Di colore scuro: aerazione
Diametro 20 μm ÷ 50 μm
po dominante permette di diagnosticare il particolare stato di fun- prolungata, carico troppo debole.
zionalità dell’impianto (P. Madoni, 1988). Alcuni esempi sono riportati Diametro > 50 μm Rendimento depurativo ottimale.
in Tabella 3. Sempre in relazione all’efficienza depurativa, in Tabella Grado di coesione
4, sono riportate le caratteristiche morfologiche dei fiocchi di fango Possibili cause
dei grani
attivo (C. Drakides, 1978).
Fango troppo giovane o troppo
Grani dispersi
vecchio.
Nella vasca di aerazione di impianti a fanghi attivi che operano la
nitrificazione, oltre l’ossidazione del carbonio organico biodegrada- Piccoli fiocchi ≤ 400 μm Buona sedimentabilità.
bile (BOD5), è attesa una microfauna meno abbondante rispetto ai Grandi fiocchi > 400 μm Scarsa sedimentabilità.
fanghi attivi convenzionali (F/M = 0,1 ÷ 0,20 KgBOD5/KgMLSS/d). La Fiocchi legati in una Fango troppo concentrato, ricircolo
microfauna di un fango attivo a regime è anche ben diversificata, struttura reticolare modesto.
composta da un alto numero di specie (> 10); in questo caso nessu-
na specie è numericamente dominante sulle altre oltre ad un fattore
10. Una microfauna dominata da una specie è indice di scompen- Tabella 4 - Matrice correlativa: Caratteristiche morfologi-
si trofici dovuti all’esistenza di fattori limitanti che impediscono lo che del fiocco attivo/Efficienza depurativa.
sviluppo delle altre specie favorendo le forme più tolleranti a quei
fattori (P. Madoni, 2007). Il numero e la diversità della microfauna circa 0,20 kgBOD5/kgMLSS/d (C. R. Curds ed A. Cockburn, 1970). Si
cambia secondo la qualità del liquame da depurare e le condizio- descrivono, di seguito, mediante l’utilizzo di schede sintetiche, le più
ni operative dell’impianto (G. Esteban et Al., 1992). La ricchezza in importati e comuni situazioni strutturali della microfauna, nonché le
specie tende a cambiare normalmente con il carico del fango. Il più relazioni tra la microfauna presente nel fango attivo e le prestazioni
alto numero di specie è stato osservato a carichi medi del fango di depurative dell’impianto biologico.

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Gruppi positivi: Schede 1 ÷ 3 un buon rendimento di depurazione ospita una microfauna in cui i
ciliati mobili di fondo e quelli sessili, dominano su pochissimi ciliati
Amebe tecate natanti.
Questi protozoi (presenti quasi esclu- N.B.: Fra le forme mobili è da collocarsi anche il ciliato Acineraria
sivamente con i generi Arcella ed uncinata (P. Madoni, 2004), in quanto esplica le proprie attività pres-
Euglypha, meno con Difflugia e so il fiocco ove s’insinua.
Centropixis), colonizzano il fango di
impianti funzionanti a basso carico Gruppi negativi: SCHEDE 4 ÷ 10
del fango, in particolare essi carat-
terizzano normalmente il fango delle vasche d’aerazione di impianti Piccoli Flagellati (≤ 10 μm)
che operano la rimozione dell’azoto (J. E. Poole, 1984). Sono molto La presenza dominante di questi
abbondanti o dominanti nei fanghi caratterizzati da basso carico piccoli organismi è, generalmente,
del fango, lunga età del fango ed alta concentrazione di ossige- un fatto normale durante i primi pe-
no disciolto in vasca d’aerazione (DO > 2 mgO2/L), condizioni che riodi di avviamento dell’impianto in
permettono anche una completa nitrificazione (queste specie sono cui il fango attivo è in via di forma-
associate, infatti, a bassi valori di ammoniaca e modesti valori di zione. Al contrario, la presenza mas-
SVI). Talvolta si osserva la compresenza di piccoli metazoi (essenzial- siccia di flagellati in un fango ben formato, è indice di cattiva effi-
mente Nematodi e Rotiferi ma anche, non di rado, Gastrotrichi). Al cienza depurativa. Le cause possono essere individuate in: fango
verificarsi di tali condizioni, la qualità dell’effluente è eccellente e poco ossigenato; carico troppo forte od apporto di sostanze fer-
l’efficienza biologica dell’impianto raggiunge i massimi valori. mentate dall’affluente.

Ciliati batteriofagi sessili Grandi Flagellati (≥ 50 μm)


I ciliati batteriofagi Peritrichi sono Questi organismi, appartenenti al gruppo delle Eu-
normalmente codominanti nei fan- glenacee (Euglena), si osservano occasionalmente
ghi attivi. Tuttavia in condizioni tran- negli impianti e difficilmente risultano dominanti. La
sitorie dell’impianto (che riducono loro presenza è legata soprattutto ad effluenti con
ZOOTHAMNIUM
VORTICELLA
EPISTYLIS l’efficienza depurativa), questi ciliati peranema basso carico organico (reflui caratterizzati da sostan-
CONVALLARIA
possono incrementare repentina- euglena za organica molto diluita).
mente la loro densità numerica e costituire oltre l’80 % dell’intera
microfauna (C. Drakides, 1978). Tali condizioni possono essere: rapi- Piccole Amebe nude
do aumento del carico di fango (perdite od estrazioni); carico orga- La presenza di numerosi esemplari di
nico immesso in modo variabile o discontinuo, punte di carico. Una amebe nude, associata a quella
bassa concentrazione di fango, dovuta a perdite importanti od a dominante dei flagellati, nella post-
estrazioni recenti, è segnalata dal rapido sviluppo di Peritrichi in co- colonizzazione dei fiocchi, indica
lonie numerose (Carchesium, Zoothamnium; I. Fantei et Al., 1989). una non buona depurazione biolo-
Una forte concentrazione di fanghi è invece accompagnata dalla gica quasi sempre dovuta ad un ca-
dominanza di Peritrichi isolati od in colonie, comunque, di pochi in- rico troppo forte e poco biodegradabile o situazioni legate a punte
dividui (Vorticella convallaria; I. Fantei et Al., 1989). La migliore qua- di carico organico.
lità dell’effluente è ottenuta per un rapporto ciliati mobili di fondo/
ciliati sessili, superiore a 0,50 (G. Bedogni et Al., 1991). In impianti a Piccoli Ciliati batteriofagi natanti (≤ 50 μm)
fanghi attivi, operanti la nitrificazione, è possibile osservare la presen- La presenza di questi organismi si
za di esemplari sessili dotati di lorica capace di ospitare uno o due accompagna sempre a quella dei
individui (Vaginicole). Negli impianti a fanghi attivi, questi individui flagellati con i quali dominano la co-
sessili, quando si trovano in condizioni ambientali precarie, possono munità del fango. In tal caso essi
passare a forme liberamente natanti (Telotrochi), che si sviluppano sono associati ad una delle seguenti
prevalentemente, quando il carico è piuttosto basso ed il tempo di situazioni in cui la vasca di aerazione
ritenzione dei fanghi è troppo prolungato. può trovarsi: fango giovane in via di formazione, tempo di ritenzione
N.B.: I ciliati sessili suttori (Acineti), osservabili frequentemente negli del fango e/o del refluo troppo breve e fango poco ossigenato. Sui
impianti caratterizzati da un lungo tempo di permanenza del fango reflui diluiti, con basso contenuto d’ammoniaca, non è infrequente
e da un carico debole, poiché predatori di altri ciliati, non contribui- la presenza del genere Cinetochilum.
scono, in modo diretto, mediante la predazione sui batteri dispersi o
sui flagellati, al miglioramento dell’efficienza di depurazione. Grandi Ciliati batteriofagi natanti (> 50 μm)
La dominanza di questi protozoi ci-
Ciliati batteriofagi mobili di fondo liati nell’impianto indica un fango
Questi ciliati batteriofagi mobili (Ipo- attivo sottoposto a carico troppo
trichi), colonizzano la vasca di aera- forte. In impianti operanti a basso
zione, quando il fiocco di fango è carico, invece, non è infrequente la
ben formato. La loro presenza è presenza di Spirostomum.
sempre associata a quella dei ciliati N.B.: E’ importante sottolineare
sessili con cui, per differenza di nic- che in questi raggruppamenti sono da prendere in considerazione
chia ecologica, non entrano in competizione. Infatti, mentre le for- solo le forme di ciliati natanti (piccole o grandi) che si nutrono di
me sessili si nutrono di batteri dispersi e di piccoli flagellati filtrando la batteri dispersi e non i ciliati predatori d’altri ciliati (come quelli ap-
fase liquida della miscela aerata, le forme mobili si spostano sul fioc- partenenti ai generi Litonotus, Hemiophrys, Amphileptus, Spathidium
co di fango aspirando o raschiando. Un impianto a fanghi attivi con ovvero Coleps e Prorodon).

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Vorticella Microstoma O. microdiscus e O. minima. E’ un
Questo ciliato sessile è frequente- evento abbastanza normale osser-
mente presente nel fango attivo du- vare modeste quantità di questi ci-
rante la prima fase di colonizzazione liati in impianti di acque reflue urba-
VORTICELLA ed è sostituito, nella successiva fase ne che trattano anche scarichi
microstoma
stabile da V. convallaria. Tuttavia, in industriali, tuttavia Opercularia mo-
caso di drastiche e prolungate riduzioni dell’ossigeno disciolto in va- stra una stretta associazione con le
sca d’aerazione (DO < 1 mgO2/L) si osserva l’alternanza tra le due variabili concernenti le qualità del
specie, dovuta al loro differente grado di tolleranza all’anossia (P. refluo e del fango (alte concentrazioni di BOD5, N ammoniacale e
Madoni et Al.,1984). Massicce crescite di questa specie sono state fango sottoposto ad alto carico; J. E. Poole 1984), ossia il numero
osservate, in vasche d’aerazione, anche in occasione di alti flussi di degli elementi di questa specie aumenta all’aumentare delle catti-
refluo in ingresso e di effluente di scarsa qualità (G. Esteban et Al., ve condizioni del fango. Opercularia spp., infatti, è in grado di so-
1990) ovvero in occasione di bassi valori di MLSS ed alti valori del pravvivere meglio di altri protozoi in ambienti stressanti (scarichi in-
carico del fango e di SVI (J. E. Poole, 1984). La sua presenza, è fre- dustriali contenenti sostanze tossiche). Opercularia coartata può
quente nelle fasi di avviamento e riavviamento dell’impianto. essere il solo componente della microfauna in impianti che trattano
sali metallici. O. microdiscus, invece, sopravvive alla carenza di ossi-
Opercularia SPP. geno ed a svilupparsi in fanghi troppo concentrati a basso tasso di
Tre le specie comunemente osservate nei fanghi attivi: O. coarctata, ricircolo. Opercularia spp. è spesso associata a V. microstoma.

Gruppi negativi e positivi : scheda 11 correlativa ad età e carico del fango

1-3 Piccoli Flagellati;


4 Grande Flagellato;
5 Ameba nuda;
6 Uronema nigricans;
7 Acineraria uncinata;
8 Aspidisca;
9 Cinetochilum margaritaceum;
10 Chidonella;
11 Litonitus;
12 Trochilia minuta;
13 Vorticella microstoma;
14 Opercularia spp.;
15 Vorticella convallaria;
16 Arcella;
17 Euglypha;
18 Trihigmostoma;
19 Euplotes;
20 Carchesium;
21 Suttore;
22 Paramecium;
23 Epistylis;
24 Prorodon;
25 Spirostomum;
26 Vaginicola;
27 Nematode;
28 Rotifero;
29 Zoothamnium
(mod. P. Madoni, 2005).

Sono riassunte, infine, in Tabel-


la 5, le diagnosi più comuni in
cui il fango attivo può trovarsi,
cui corrispondono 7 specifici
assetti delle comunità microbi-
che dominanti (L. Cingolani et
AL.,1996, II).

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DIAGNOSI GRUPPI DOMINANTI OSSERVAZIONI MICROSCOPICHE

Amebe Tecate (Sarcodini): Arcella, Difflugia,


Euglypha.
Suttori (Acineti);
Grandi Flagellati (Euglenacee): Euglena;
BASSO CARICO Telotrochi;
Nematodi;
Rotiferi;
Gastrostrichi.
Fiocco: Piccolo, rotondo, compatto.

Mobili di fondo (Ipotrichi):Aspidisca cicada.


Sessili (Peritrichi): Epistylis plicatilis, Zoothamnium,
CARICO NORMALE Carchesium, Vorticella convallaria, Vorticella
aquadulcis.

Tabella 5 - Gruppi funzionali dominanti nella microfauna in diverse condizioni di funzionalità.


Fiocco: piccolo, rotondo e compatto

Piccole Amebe nude (Ameboidi): Chaos;


Grandi ciliati natanti (> 50 μm): Paramecium
caudatum, Colpidium campylus e Glaucoma spp.
ALTO CARICO Mobili di fondo (Ipotrichi): Acineraria uncinata.
Opercularia minima
Piccoli Flagellati (< 10 μm): Bodo.

Fiocco: grande, irregolare, reticolato.

Mobili di fondo (Ipotrichi): Euplotes.


Sessili (Peritrichi): Vorticella convallaria;
CARICO VARIABILE O DISCONTINUO Zoothamnium; Carchesium.
Vorticella microstoma.
Opercularia minima.

Fiocco: di dimensioni variabili (piccolo,


medio e grande), irregolare, reticolato

Sessili (Peritrichi): Vorticella microstoma,


PUNTE DI CARICO Opercularia minima.
Piccole amebe nude (Ameboidi): Chaos.

Fiocco: piccolo, diffuso.

Piccoli ciliati natanti (< 50 μm): Uronema,


Cyclidium.
DEFICIT DI OSSIGENO Piccoli Flagellati (< 10 μm): Bodo.
Sessili (Peritrichi): Opercularia microdiscus.
Vorticella microstoma.

Batteri liberi in sospensione.

SCARICHI TOSSICI Sessili (Peritrichi): Opercularia coartata.

Batteri liberi in sospensione.


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dei problemi di separazione solido-liquido nei depuratori a fanghi attivi e 22 per problemi di stampa le due formule sono scritte in
basato sulle metodiche di indagine microscopica”, Ingegneria sanitaria, Ed. modo errato.
Hoepli, Milano. Le formule corrette sono le seguenti:
[12] L. Cingolani, E. Ciccarelli (1996): “Depurazione biologica-La
microfauna del fango attivo”, Volume II, Ed. Centro Studi Provincia di
Perugia – L. Bazzucchi, Perugia. pag. 21:
[13] L. Cingolani, E. Ciccarelli (1996): “I microrganismi filamentosi
responsabili di fenomeni di bulking e di schiume”, Volume I, Ed. Centro
Studi Provincia di Perugia – L. Bazzucchi, Perugia.
[14] C. Drakides (1978): “L’observation microscopique des boues actives pag. 22: VT = Vt ∙ ST =
appliqué à la surveillance des installation d’epuration: technique d’étude et
interpretation”, Ed. T.S.M. – L’Eau, Paris.

Rifiuti speciali, cresce l’esportazione: + 60% in 3 anni


Presentato il Rapporto Assoambiente sui flussi di rifiuti da attività produttive in entrata e uscita dall’Italia
Cresce a ritmo sostenuto l’esportazione dei rifiuti speciali (da (+350%): si tratta, in particolare, di rifiuti prodotti da trattamento
attività produttive) inviati all’estero per l’assenza sul territorio na- meccanico, fluff, ceneri/scorie e apparecchiature fuori uso.
zionale di adeguati impianti di trattamento e per le condizioni Dallo studio emerge la differente capacità di gestione dei rifiuti
di smaltimento economicamente vantaggiose offerte da alcuni speciali da parte dei Paesi europei, con nazioni come la Germa-
Paesi; cresce, pur se gradualmente, anche il fenomeno dell’im- nia che presenta un’alta capacità di smaltimento e costituisce
portazione dei rifiuti speciali, utilizzati come materie prime nell’in- la meta di gran parte dei rifiuti speciali italiani esportati (542mila
dustria del recupero, non soddisfatta dalle raccolte differenziate tonnellate l’anno).
nazionali, attualmente però alle prese con una forte inversione di I dati di questo primo Rapporto sono gli ultimi disponibili e relativi
tendenza dovuta alla globalizzata situazione di crisi dei mercati. al 2005, ma negli ultimi anni l’assenza di uno sviluppo significativo
Dal Rapporto, il primo mirato su importazione ed esportazione di delle infrastrutture lascia intendere come tali tendenze siano tut-
rifiuti, emerge come nel 2005 (ultimi dati MUD disponibili su import/ tora corrispondenti all’attuale situazione di mercato per quanto
export) siano state esportate dall’Italia 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti attiene lo smaltimento.
speciali (+60% vs le 1.144 mila tonnellate del 2002). Nello stesso anno A livello territoriale, il 60% dei rifiuti esportati parte dal Nord, il
l’Italia ne ha importati circa 1,4 milioni di tonnellate (nel 2002 erano 6% dal Centro e il 32% dal Sud. In particolare, anche per aspet-
890mila). Il trasporto di questi rifiuti, in entrata ed uscita dai confini na- ti connessi all’industrializzazione, la Lombardia è la regione che
zionali, riguarda complessivamente il 3% dei rifiuti speciali gestiti nel raggiunge i più alti livelli di esportazione dei rifiuti speciali (32% del
2005 (il 2,7% dei rifiuti non pericolosi e circa il 10% di quelli pericolosi). totale) e i più alti livelli di importazione (919.000 tonnellate su un
Negli ultimi anni le esportazioni dei rifiuti speciali sono cresciute totale italiano di 1,4 mln di tonnellate).
soprattutto grazie all’aumento dei flussi di “pericolosi”, passati dal-
le 116.000 tonnellate del 2002 a circa 573.000 tonnellate nel 2005 www.fise.org

14  l’ambiente    3/09

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