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La replicazione del DNA

La replicazione del DNA è un processo semiconservativo (scoperto da Stahl e Meselson nel 1957
sulle basi fornite dallo scienziato Kornberg), in quanto ciascun filamento fa da stampo per la
formazione del nuovo. I requisiti fondamentali perché avvenga tale processo sono:
1. la presenza di nucleotidi trifosfati;
2. di un primer che rappresenta l’innesco per i filamenti di DNA replicati;
3. di un enzima che catalizzi la reazione di deposizione di nuovi nucleotidi, detto DNA
polimerasi.
Prima che i filamenti separino, i filamenti di DNA si srotolano e formano delle bolle di
duplicazione, e tale non è casuale, infatti parte da specifici punti, detti origini di duplicazione.
Nel genoma umano ve ne sono circa 10 mila. La formazione di tale bolle è consecutiva e
progredisce a srotolare contemporaneamente l’intero filamento di DNA.

PROCESSO MOLECOLARE
Il processo di replicazione del DNA è favorito dalla presenza di una serie di enzimi che, secondo il
modello più diffuso, scorrono l’uno sull’altro e favoriscono l’appaiamento delle basi azotate dei
nucleotidi del DNA replicato.
L’enzima responsabile della separazione iniziale dei filamenti appartiene alla classe delle
topoisomerasi e si chiama elicasi, la quale agisce formando delle forcelle di replicazione
parallele ma che seguono un processo di appaiamento delle basi opposto (ciò è dovuto
all’ordinamento antiparallelo dei filamenti: 5’-3’ e 3’-5’). Successivamente, per evitare che i due
filamenti si ricongiungano, agiscono delle proteine dette SSB (single-strand binding proteins). A
questo punto, perché la DNA polimerasi possa agire, dal momento che questo enzima può agire
solo su filamenti preesistenti, l’RNA primasi sintetizza un primer che favorisce l’appaiamento
delle basi complementari. A questo punto la DNA polimerasi, che può agire solo in una direzione
(5’-3’), comincia ad assemblare il nuovo filamento. Si formeranno tra i nucleotidi dei legami
fosfodiesterici che comportano alla produzione dell’acqua e di pirofosfato, che quando si scinde
produce energia necessaria alla cellula per produrre ATP. In questo caso il filamento è detto
veloce perché la DNA polimerasi assembla continuamente i nucleotidi.
L’altro filamento è detto lento, e ha un ordinamento 3’-5’, per cui la DNA polimerasi deve partire
da piccoli segmenti ogni volta per costruire il filamento, tali sono detti frammenti di Okazaki.
Quindi la DNA polimerasi per deporre i nucleotidi dovrà sempre partire da dei primer sintetizzati
dalla RNA primasi. Una volta duplicato l’intero filamento, l’esonucleasi rimuove i filamenti di RNA.
Così un altro tipo di DNA polimerasi colma i vuoti del neofilamento e infine la DNA ligasi lo sigilla
e collega definitivamente.
La replicazione del DNA delle cellule eucariote assomiglia molto a quella delle cellule batteriche,
ma con l’unica differenza che questo è avvolto attorno a grandi proteine a 4 subunità, dette
istoni e che insieme formano un nucleosoma.
Alla fine della replicazione, dopo la rimozione del primer terminale nel filamento lento, non è
possibile sintetizzare altro DNA che lo sostituisca (manca una porzione di DNA complementare).
Pertanto una serie di meccanismi rimuovono questa serie di nucleotidi e il DNA si accorcia.
Questo comporta che, dopo 20-30 divisioni successive, la cellula muore. Motivo perché vi sono dei
telomeri che sintetizzano delle sequenze ripetitive. Tuttavia più avanzano le divisioni, più il DNA
telomerico si perde, anche se questo non vale per alcune cellule, come quelle staminali dell’osso e
dei gameti. Esse presentano un enzima detto telomerasi che sintetizza uno stampo di RNA per
estendere il telomero. La telomerasi è un bersaglio importante per la lotta contro il cancro,infatti
il 90% di quelle cellule lo possiede. Inoltre particolarmente interessante è lo studio tra
l’immortalità cellulare e l’invecchiamento dell’organismo. Se ci fosse un gene che inducesse la
produzione di alti livelli di telomerasi, le cellule non morirebbero e diventerebbero “immortali”.

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