Il rinnovamento architettonico e artistico del Barocco
interessò, oltre Roma, anche altre importanti città italiane, compresa Torino. Questo è stato per Torino il periodo che più ha cambiato l’aspetto della città, rendendola uno dei più riusciti esempi di urbanistica barocca in Europa. Infatti, quando questa diventa, per volere del Duca Emanuele Filiberto, capitale del Ducato di Savoia a metà del 1500, ha ancora le caratteristiche del castrum romano (accampamento romano) da cui trae origine: forma quadrata e strade ortogonali fra loro. Ed è proprio durante il periodo barocco che vengono realizzati tre importanti ampliamenti della città, i quali seguono l’impostazione del reticolo originario. Il primo fu affidato nel 1584 all’architetto Ascanio Vitozzi (del quale ricordiamo la sistemazione di Piazza San Carlo), al quale succede il suo allievo Carlo di Castellamonte. Il secondo ampliamento iniziò nel 1673 ad opera di Amedeo di Castellamonte, figlio di Carlo, che realizzò anche il Palazzo Reale e il progetto del Castello del Valentino. Nel 1715 iniziò il terzo importante ampliamento barocco di Torino per volere di Vittorio Amedeo di Savoia e fu affidato a Filippo Juvarra, colui al quale, insieme al Guarini, la città deve i suoi più belli e caratterizzanti edifici barocchi. Il Guarini e lo Juvarra si trovarono ad operare in un clima di particolare libertà progettuale e questo permise ai due maestri di esprimere al meglio la loro estrema fantasia. Guarino Guarini ( 1624- 83) era un padre teatino, studioso di teologia e matematica, riunì nelle sue opere il rigore geometrico degli organismi architettonici ad una straordinaria fantasia decorativa e scenografica. Conobbe a Roma lo stile del Borromini che reinterpreterà nei suoi lavori. Si stabilì a Torino dal 1666 chiamato da Carlo Emanuele II. A lui dobbiamo: Palazzo Carignano (1680) dalla facciata ondulata in mattoni, con entrata ellittica. In S. Lorenzo (1668-80), opera fondamentale in cui si legge meglio che in altre il suo linguaggio architettonico, la pianta concavo-convessa è inscritta in un quadrato con colonne che sembrano sostenere la cupola ottagonale, ad archi intrecciati, con sovrastante cupolino. Non vi è dubbio che lo spunto per questa soluzione, come per la cupola della Cappella della S. Sindone, traforata da un complesso di nervature in marmo nero, sia tratto dalle opere borrominiane; ma agli schemi fantastici di Borromini Guarini sostituì lo schema geometrico, che resta l'elemento dominante, anche se a volte appare scavalcato dalle estrose combinazioni dei colori e delle luci. Tra le altre opere di Guarini si ricordano, ancora a Torino, la chiesa dell'Immacolata Concezione (1673-97), il Santuario della Consolata (eseguito solo parzialmente dal 1678 al 1703). Filippo Juvarra (1676-1736) giunse a Torino chiamato da Vittorio Amedeo II nel 1715 dopo essersi istruito a Roma accanto a Carlo Fontana. Egli progettò la Basilica di Superga, dominante la città, costruita quale ex-voto dopo la liberazione di Torino nel 1706 e che serve da mausoleo dei Savoia. Eseguì anche la facciata della Chiesa di S.Cristina (1718) in piazza San Carlo e la Chiesa del Carmine (1732). Infine Juvarra diede uno stile al palazzo piemontese con l’esecuzione di Palazzo Madama iniziato nel 1718. La sua ultima opera fù la Palazzina di Caccia di Stupinigi dopo il 1729. piazza Carignano