Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
riconducibile alla stagione artistica della belle poque tipica degli ultimi anni
dell'Ottocento e che si concluse in una convergenza verso l'eclettismo nelle prime
due decadi del Novecento.
In questa compagine di vivace fermento culturale, Torino vide nascere nel 1887
l'edizione torinese dell'Esposizione Universale che port, sull'onda del tardo
romanticismo, anche alla contestuale realizzazione del Borgo Medievale, dando
seguito agli impulsi del contemporaneo stile neogotico.
Una cartolina dell'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna del 1902 in
cui si vedono parte del Grande Vestibolo (sulla sinistra)
e i padiglioni di Francia e Olanda
Torino visse dunque intensamente e a tutto tondo la stagione del liberty che,
seppur relativamente breve, divenne un importante punto di riferimento per
l'Italia,[9] capace di attrarre contributi di personaggi di rilievo internazionale
come l'architetto friulano Raimondo D'Aronco che, reduce delle recenti
realizzazioni a Istanbul, per l'esposizione torinese del 1902 progett il Grande
Vestibolo.[20][21] Sull'onda del successo dell'esposizione, Torino continu a
essere terreno fertile di svariate sperimentazioni, seppur molto coerenti e sobrie,
da parte di un folto gruppo di architetti e ingegneri quali: Eugenio Ballatore di
Rosana, Giovanni Battista Benazzo, Pietro Betta, Eugenio Bonelli, Paolo Burzio,
Carlo Ceppi, Camillo Dolza, Andrea Donghi, Michele Frapolli, Giuseppe Gallo,
Giuseppe Gatti, Giovanni Gribodo, Quinto Grupallo, Gottardo Gussoni, Giuseppe
Hendel, Giacomo Matt Trucco, Eugenio Mollino, Giuseppe Momo, Ludovico Peracchio,
Alfredo Premoli, Giovanni Reycend, Annibale Rigotti, Paolo Saccarelli, Annibale
Tioli, Giovanni Tirone, Giovanni Vacchetta, Antonio Vandone di Cortemilia, Giuseppe
Velati Bellini, Genesio Vivarelli; tuttavia il personaggio pi prolifico, nonch
protagonista indiscusso del liberty torinese fu, indubbiamente, Pietro Fenoglio.
[22]
L'opera di Fenoglio
La Casa Fenoglio-Lafleur
La Casa Girardi
Il "portone del melograno" di via Argentero 4
Altri edifici degni di nota che ripropongono elementi decorativi derivanti dal
successo di Casa Fenoglio-Lafleur sono la Casa Rossi-Galateri (1903) di via
Passalacqua e la non meno apprezzabile Casa Girardi (1904) di via Cibrario 54.
L'opera di Fenoglio risult relativamente breve ma proficua e si possono citare
ancora numerosi edifici analoghi, altre case da pigione a uso abitativo: Casa Rey
(1904), Casa Boffa-Costa (1904), Casa Macciotta (1904), Casa Balbis (1905), Casa
Ina[N 6] (1906), Casa Guelpa (1907), fino a spingersi fuori del Piemonte, con la
realizzazione della villa dell'on. Magno Magni a Canzo, presso Como.