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Il Museo del Bargello di Firenze è situato nell'omonimo palazzo del Bargello in un imponente

edificio costruito intorno alla metà del XIII Secolo, secondo il Vasari, su disegno di un certo
Lapo, padre di Arnolfo di Cambio, per ospitare il Capitano del Popolo. E da considerarsi la
più antica tra gli edifici pubblici fiorentini;Siamo in epoca medievale, il ceto medio comincia
ad emergere e sente quindi la necessità di avere una figura che lo rappresenti. Viene quindi
istituita la figura del Capitano del Popolo, altrimenti detto bargello. Così, a partire dal 1255, si
comincia a costruire un palazzo per questa nuova figura: nasce il Palazzo del Bargello. Nel
corso dei secoli il palazzo subisce numerose modifiche e ospita diverse figure politiche. Con
Cosimo I dei Medici diventa la sede del Consiglio di Giustizia e dei Giudici di Ruota. Questi
si occupavano di arresti e sentenza capitali. L’edificio fu poi adibito a carcere, e tale rimase
fino al XIX secolo.

Nel 1865 nasce il Museo Nazionale del Bargello, primo museo nazionale dopo l’unità d’Italia.
Al museo confluirono le statue del Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio, statue della
Galleria degli Uffizi e altre opere provenienti da collezioni private.

Dal 1865 sono state portate nel palazzo (ormai diventato Museo Nazionale) molte importanti
sculture del Rinascimento, tra le quali capolavori di Donatello, di Luca della Robbia, di
Michelangelo, del Verrocchio, del Cellini.
Il museo del Bargello di Firenze presenta anche raccolte di bronzetti, cere, smalti, medaglie,
ambre, sigilli e arazzi, provenienti dalle collezioni medicee e da donazioni di privati. Il museo
fu duramente colpito dall'alluvione di Firenze del 1966 specialmente nel pian terreno dove
erano collocate l'armeria e le sculture rinascimentali e poi successivamente tutte le opere
furono restaurate in modo perfetto grazie anche ad importanti collaborazioni internazionali.
L'attuale entrata è in via Volognana dove è presente proprio alla biglietteria una famosa
campana che suona solo al passaggio del nuovo secolo. Subito all'ingresso troviamo bronzi,
medaglie e statue e proseguendo accediamo al cortile, tra i più famosi e belli in stile
medievale; il portico è sviluppato su tre lati con grandi archi su pilastri ottagonali.

CAMPANA

Sul Canto del Bargello all'angolo con via Ghibellina, si trova, inglobata nel fianco del
palazzo, la torre denominata "Volognana", che raggiunge l'altezza di 57 metri. La torre, nei
cui sotterranei ebbe per secoli angusto spazio la prigione, venne così chiamata dal nome di
Geri da Volognano, uno dei primi carcerati che vi furono rinchiusi. Alla sommità è posta la
campana chiamata dai fiorentini "la montanina" che suonava sempre per richiamare i giovani
alle armi, o per annunciare esecuzioni capitali.

CORTILE
Il cortile, porticato su tre lati con archi a tutto sesto su pilastri ottagonali, venne realizzato nel
XIII secolo e arricchito nel secolo successivo dal verone e dalla scala goticheggianti,
quest'ultima, costruita su lato non porticato, da Neri di Fioravanti tra il 1345 e il 1367.
Con la destinazione a carcere del Palazzo vennero tamponati gli archi del loggiato e del
verone. Nella seconda metà dell'Ottocento il cortile fu la parte del palazzo maggiormente
valorizzata dai restauri del Mazzei, vennero riaperte le logge e il verone e furono restaurati i
superstiti stemmi dei podestà e dei giudici di ruota, nelle volte sotto il loggiati vennero
eseguiti affreschi di Gaetano Bianchi con i gonfaloni dei quartieri e alcuni stemmi dei
podestà.
L'allestimento presenta sculture provenienti da Palazzo Vecchio e dai giardini di Boboli e
Castello. Al centro del cortile si trova un grazioso pozzo ottagonale e qui si trovano esposti
anche alcune pregevoli statue in marmo, come le sei sculture allegoriche di Bartolomeo
Ammannati (Firenze, l'Arno, l'Arbia, la Terra la Temperanza e Giunone), l'Oceano del
Giambologna, alcuni rilievi di Benedetto da Maiano e il cosiddetto Cannone di San Paolo di
Cosimo Cenni (1638).

Il maestoso ingresso al museo presenta decorazioni araldiche alle pareti con gli scudi dei
Podestà (XIII-XIV secolo). Da qui si entra nel cortile all'aperto che ha una forma irregolare
molto particolare. Diversi scudi dei Podestà che si trovano qui e sotto il portico sono le
insegne dei quartieri e dei distretti della città. Alcune statue del XVI secolo di Bandinelli,
Ammannati, Giambologna e Danti, sono situate a ridosso delle pareti. Il cortile conduce ad
un ingresso con una collezione di sculture del XIV secolo, inclusi dei lavori di Nicola Pisano.

La prima sala sulla destra, una volta Salone del Consiglio Generale, è adesso detta la Sala
di Donatello e contiene molte opere dell'artista, tra cui il San Giorgio (1416) realizzata per la
nicchia di Orsanmichele, il giovane San Giovanni, il David in marmo (1408) ed il David in
bronzo (1430), il primo elegante nudo del Rinascimento. Nella stessa sala, facilmente
osservabile, c'è poi un tesoro da non perdere. Nel 1401 Filippo Brunelleschi e Lorenzo
Ghiberti concorsero per ottenere una commissione molto prestigiosa: la decorazione delle
porte nord del Battistero in Piazza Duomo. Per l'occasione entrambi gli artisti disegnarono
un pannello in bassorilievo in bronzo sul tema del Sacrificio di Isacco: entrambe le formelle
sono esposte proprio in questa sala del Bargello. Il concorso fu vinto da Ghiberti, che si
aggiudicò la commissione, ma vedendo le due formelle a confronto ognuno ha l'occasione di
decidere chi fra i due avrebbe vinto.

PESCATORELLO

Il Pescatorello di Vincenzo Gemito è una piccola scultura ispirata all’autore dalla vita
quotidiana del popolo napoletano, costruita in bronzo nel 1877. (fusione)

Il giovane pescatore napoletano è accosciato su uno scoglio e trattiene con forza la


sua preda appena pescata. Infatti tra le mani si scorgono le pinne e la coda che si
sollevano. Il ragazzo ha i capelli bagnati e gli occhi abbassati sul pesce che si agita
nel tentativo di liberarsi. Sul ventre porta una rete artigianale e con il braccio destro
sorregge una esile canna. Vincenzo Gemito era solito percorrere i vicoli napoletani,
gli scogli, le strade e gli angoli più segreti della città per osservare il popolo nel suo
quotidiano. Il Pescatorello raffigura un ragazzino, come tanti se ne potevano vedere
al tempo, accosciato sugli scogli, che stringe tra le mani dei pesci, ancora vivi, che
cercano di liberarsi. Infine il riferimento storico della scultura di nudo adolescenziale
è quello alla statuaria romana di giovani dei e fauni.

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