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i n t e r nat i ona l j o u r na l o f

c la s s i c a l a rt h i sto ry

9 · 2012

e s t r at t o

pisa · roma
fabrizio serra editore
mmxiii
Direttori scientifici · Editors
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Piazza Capitaniato 7, i 35139 Padova
*
«Eidola. International Journal of Classical Art History»
is a Peer-Reviewed Periodical.
The eContent is Archived with Clockss and Portico.
anvur: a.
ALCUNE NOVITÀ SULLA DISPERSIONE
DELLA COLLEZIONE LUDOVISI
Daniela Candilio · Beatrice Palma Venetucci

Riassunto
Il recente recupero di alcune sculture della Collezione Boncompagni Ludovisi disperse, il loro
nuovo allestimento nelle sale di Palazzo Altemps ed il riesame delle sculture colossali che furo-
no sistemate, fin dalla prima fase della raccolta negli anni 1621-1633, lungo le mura della città che
cingevano Villa Ludovisi, hanno condotto ad una serie di osservazioni che riguardano sia i nuo-
vi dati sulla provenienza delle sculture, sia la loro capillare dispersione. Queste ultime sculture,
non essendo sottoposte al vincolo del fidecommesso, o rimasero nel Palazzo Margherita, oggi
Ambasciata usa, o nel Casino dell’Aurora, o vennero alienate e perlopiù esportate.

Abstract
The recent recovery of some lost sculptures from the Boncompagni Ludovisi Collection, their
new arrangement in the rooms of Palazzo Altemps and the re-examination of the colossal sculp-
tures that were settled along the walls enclosing the Ludovisi Villa, since the first phase of the
collection dating back to 1621-1633, have led to a series of observations concerning both the new
data on the provenance of the sculptures and their widespread dispersion. These sculptures
weren’t bound to a fidei-commissum and therefore were kept either at Palazzo Margherita, the
usa Embassy, or in the Casino dell’Aurora, still now belonging to the Ludovisi family and in most
cases exported.

I l recente recupero di alcune sculture della Collezione Boncompagni Ludovisi com-


prate alla fine dell’Ottocento (durante le note vicende che portarono alla demolizio-
ne della splendida Villa seicentesca) dallo Stato italiano e sistemate nel Museo Nazio-
nale Romano, ma poi trasferite in altra sede, il loro nuovo allestimento nelle sale di
Palazzo Altemps 1 e la recente acquisizione da parte del Museum of Fine Arts di Boston
di una statua femminile colossale ci consentono oggi, a quasi trent’anni dall’edizione
della Storia della Collezione Ludovisi e dei relativi due Cataloghi,2 di fare il punto della si-
tuazione fornendo i nuovi dati emersi sulla dispersione.
Il primo documento esaminato riguarda la consegna in deposito al Ministero delle
Colonie in Palazzo Chigi, nel 1919, di tre importanti sculture della Collezione Boncom-
pagni Ludovisi, vendute nel 1901 allo Stato italiano.3 Si tratta del verbale di temporanea
cessione allegato alla nota del Soprintendente ai Musei e agli Scavi di Roma Roberto Pa-
ribeni al Ministro della Pubblica Istruzione, avente come oggetto: «oggetti antichi ce-
duti in deposito al Ministero delle Colonie» (n. di partenza 2027.1004 del 5 novembre
1919), rintracciato presso l’archivio «Opere d’arte della Soprintendenza» (odierna So-
printendenza ai Beni Archeologici di Roma):

1 Scultura antica in Palazzo Altemps 2011, pp. 104- 3 Si tratta di tre delle cinque sculture concesse in
105, 142-143, 170-171, 217. deposito: Palma 1983, pp. 288-289, nn. 82, 85, 86, 89,
2 Palma 1983; Palma, de Lachenal 1983; Pal- 95; Palma, de Lachenal, Micheli 1986, pp. 1-8,
ma, de Lachenal, Micheli 1986. nn. i, 1- i, 5.
«eidola» · 9 · 2012
142 daniela candilio · beatrice palma venetucci

In ordine alla richiesta fatta dal Ministero delle Colonie al Ministero della P. I. di avere ceduti, a
titolo di deposito, e allo scopo di ornare la nuova sede di Palazzo Chigi, alcuni oggetti esistenti
nel Museo Nazionale Romano, e in conformità all’autorizzazione per tale cessione data dal Mi-
nistero della P. I. alla direzione del suddetto Museo, si sono oggi riuniti il Sig. Comm. Giacomo
Massetti, in rappresentanza del Ministero delle Colonie e il Dr. Pietro Romanelli, in rappresen-
tanza del Museo Nazionale Romano per ricevere e fare la consegna dei seguenti oggetti, già pre-
cedentemente concordati:
1) Busto colossale di Marco Aurelio, in bronzo, moderno, già appartenente alla collezione
Boncompagni (n. d’inv. del Museo, 8592)
2) Sarcofago marmoreo con rappresentazione di amorini che sostengono un clipeo e di putti
che pigiano le uve (n. 971)
3) Sarcofago marmoreo strigilato con cartella anepigrafe (n. 857)
4) Sarcofago marmoreo strigilato con tabella ansata, anepigrafe nel centro e Amorini agli an-
goli (n. 990)
5) Sarcofago marmoreo con rappresentazione di Vittorie alate che reggono la tabella ansata,
iscritta (n. 72879)
6) Sarcofago marmoreo strigilato con tabella iscritta (n. 702)
7) Busto marmoreo di Settimio Severo, proveniente dal Kircheriano (n. 193)
8 e 9) Due busti marmorei muliebri del sec. xviii, già appartenenti alla Collezione Boncom-
pagni (n. 8599 e 8651)
10) Busto moderno, ispirato da un ritratto di Adriano (n. 65172)
11) Statua marmorea muliebre, con veste arcaica (non inventariata)
12) Statua marmorea, molto restaurata, rappresentante un uomo ignudo, stante sulla gamba
sinistra, la testa manca (n. 50027)
Per la cessione del busto di Settimio Severo, elencato al n. 7, si pone e si accetta la condizione
che esso dovrà essere restituito non appena il Ministero delle Colonie potrà provvedersi in suo
luogo di uno dei busti del medesimo imperatore, esistenti nei musei coloniali.
Allo stesso tempo i due suddetti rappresentanti del Ministero delle Colonie e del Museo Na-
zionale Romano rispettivamente fanno e ricevono la consegna di un pavimento a mosaico, bian-
co e nero, rappresentante nel centro la testa barbata e coronata di edera di una divinità fluviale,
e ai lati di questa quattro geni alati (mis. 3,00 × 3,00) già esistente in una delle sale al primo piano
del Palazzo Chigi, ed ora dato in deposito al suddetto Museo.
Di ambedue le cessioni si è compilato l’unito presente verbale.
Giacomo Massetti Pietro Romanelli
In seguito alla ricognizione patrimoniale di beni mobili concessi in deposito, effettuata
dalla sottoscritta nel 1993, sono state riscontrate e riconsegnate al Museo Nazionale Ro-
mano, sede di Palazzo Altemps, le seguenti opere della Collezione Boncompagni Lu-
dovisi: busto colossale di Marco Aurelio (inv. 8592)4 e busto di Afrodite (inv. 8651);5 inol-
tre è stato recuperato e sistemato nell’allestimento di Palazzo Altemps anche il busto
marmoreo di Settimio Severo dal Kircheriano, forse rinvenuto nel ‘santuario’ del Gia-
nicolo (inv. 193).6
Purtroppo ancora non è stato rintracciato il busto di Iside (inv. 8599),7 menzionato in
coppia con quello di Afrodite (inv. 8651), di cui sopra, ritenuti ambedue opere del xviii

4 Scultura antica in Palazzo Altemps 2011, pp. 104- temps: Palma, de Lachenal, Micheli 1986, i, 5:
105. B. Palma.
5 Ivi, p. 217; è la Venere su busto di alabastro 6 Scultura antica in Palazzo Altemps 2011, p. 312.
menzionata nell’elenco del 1819, n. 67, già alla Far- 7 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, i, 3: B.
nesina, Ministero degli Esteri, ed oggi a Palazzo Al- Palma; Palma 1983, doc. n. 51, n. 35.
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 143
secolo e presumibilmente di analoghe di-
mensioni, ossia intorno ai 70 cm. La scul-
tura suscitò l’interesse del Canova che ne
trasse anche un disegno (Fig. 1).8
Il busto in questione fu ritenuto nel 1986
un pezzo diverso da quello venduto allo
Stato italiano,9 ma credo che, per le indub-
bie somiglianze nella descrizione, possa
trattarsi dello stesso esemplare. Esso si ri-
vela straordinariamente simile a un busto
ugualmente frammentario con testa di Isi-
de a boccoli libici, proveniente dalla zona
degli Horti sull’Esquilino ed oggi conser-
vato ai Musei Capitolini (Fig. 2).10 Se si po-
tesse accertare che il busto della Collezio-
ne Ludovisi fosse pertinente al gruppo di
sculture acquisite dai Cesi, si potrebbe ri-
tenere proveniente dalla medesima area
degli Horti Lamiani sull’Esquilino, ove i Ce-
si avevano una vigna, dalla quale proveni-
vano altre sculture, tra le quali forse le due
Muse sedute della Collezione Ludovisi.11
Nell’ambito della medesima ricerca del Fig. 1. Busto di Iside con boccoli libici;
1993, fu ritrovato anche il torso di satiro in disegno di A. Canova
bigio morato della Collezione Ludovisi (Palma 1983, fig. 168).
(inv. 8578),12 in quell’anno ancora conser-
vato nei depositi di Palazzo Venezia e poi
prontamente restituito al Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps. Il riconosci-
mento sicuro del pezzo si deve soprattutto al disegno di Riepenhausen pubblicato da
Beatrice Palma nel 1983, ma anche al verbale di consegna risalente al 31 gennaio 1920,
prot. n. 320, siglato da Roberto Paribeni direttore del Museo Nazionale Romano e da Fe-
derico Hermanin soprintendente alle Gallerie e ai Musei Medioevali di Roma, conser-
vato presso l’archivio «Opere d’arte della Soprintendenza». Nello stesso documento vie-
ne citato anche il busto con testa-ritratto di Gallieno, rinvenuto nei depositi di Palazzo
Barberini nel 2004,13 in occasione di una proficua collaborazione con la Galleria

8 Palma 1983, fig. 168, p. 161, menzionato nel- provengano dagli Horti Cesi di via Merulana sareb-
l’elenco del 1819: «Busto sotto la figura di Iside» (ivi, be suffragata dal fatto che ivi vennero rinvenute nel
p. 177, n. 73) e nell’elenco fidecommissario (ivi, p. corso del Seicento alcune Muse poi acquistate da
244, n. 73, doc. n. 55, p. 248, n. 34), non più rintrac- Cristina di Svezia: vedi Mangiafesta 2008, p. 247,
ciato. Platner 1838-1842, p. 588, n. 45; Schreiber nota 18.
1880, n. 95; Palma, de Lachenal, Micheli 1986, 12 Scultura antica in Palazzo Altemps 2011, pp. 170-
ix, 2: B. Palma. 171; Palma 1983, p. 202, fig. 208; Palma, de Lache-
9 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, i, 3: B. nal, Micheli 1986, i, 1: B. Palma; Nicita Misiani
Palma e ix, 2: B. Palma. 2008, pp. 61-88: in part. pp. 79-84.
10 Häuber 1998, p. 166, fig. 6, 1, 2. 13 Scultura antica in Palazzo Altemps 2011, pp. 142-
11 Scultura antica in Palazzo Altemps 2011, pp. 262- 143; Palma, de Lachenal, Micheli 1986, i, 4: L.
263; Palma 1983, p. 12 e doc. n. 5, p. 37. L’ipotesi che de Lachenal.
144 daniela candilio · beatrice palma venetucci
Nazionale di Arte Antica. Anche in questo
caso fondamentale per il riconoscimento è
stato il disegno del Riepenhausen.14 Solo
due anni dopo la consegna delle due scul-
ture venne deciso di destinare Palazzo Ve-
nezia a sede istituzionale del governo di
Mussolini e gli uffici della Direzione Gene-
rale come anche il neonato Museo di Pa-
lazzo Venezia, voluto da Hermanin, ven-
nero spostati. Quasi certamente le due
opere rimasero comunque nell’edificio,
tanto più che venne deciso di mantenere
un arredo delle sale in linea col carattere
museale del Palazzo.15 Portate successiva-
mente nei depositi esse furono dimentica-
te e per lungo tempo considerate disperse.
Il busto di Gallieno fu successivamente
spostato a Palazzo Barberini in un mo-
mento imprecisato.
Roma 31 gennaio 1920
Fig. 2. Roma, Musei Capitolini. I sottoscritti Prof. Comm. Roberto Paribeni,
Busto di Iside con boccoli libici, dagli Horti Direttore del Museo Nazionale Romano, e
dell’Esquilino (Hauber 1998, fig. 6). Prof. Comm. Federico Hermanin, Soprinten-
dente alle gallerie e Musei Medioevali in Roma,
dichiarano di avere a norma delle ministe-
riali 26 dic. 1919 n. 62; 10 gennaio 1920 n. 87; 11 gennaio 1920 n. 94, rispettivamente dato e ricevu-
to in consegna a titolo di deposito, le seguenti antiche sculture tratte dai depositi del suddetto
Museo e destinate a decorare la nuova residenza ufficiale del Capo dell’Amministrazione delle
Antichità e Belle Arti d’Italia, nel Palazzo antico di Venezia:
1) Frammento di statua in marmo bigio, troncato sotto il petto ed agli omeri. Rappresenta un
satiro in attitudine dolorosa. Scultura probabilmente settecentesca. Alt. m. 0,73. Prezzo L.
1500. N. Inv. 8578.
2) Busto di marmo greco rappresentante Gallieno loricato e clamidato. Alt. m. 0,82. Prezzo
L. 3000. N. Inv. 8633.
Si aggiunge una colonnina di legno verniciata a marmo, da mettere a sostegno della prima di
queste sculture.
Federico Hermanin Roberto Paribeni

Un altro dato significativo è emerso riguardo alla provenienza di un busto ritratto di to-
gato che è stato ricongiunto alla Collezione Boncompagni Ludovisi, grazie ad un dise-
gno del Riepenhausen e ad una vecchia foto che lo mostrava situato sopra il grande sar-
cofago di battaglia.16 Anche se con un numero di inventario non in sequenza con quello
delle sculture acquisite dallo Stato in quanto il busto non era stato compreso nelle scul-
ture fidecommissarie e quindi non trasportato con il resto della Collezione al Museo

14 Palma 1983, p. 184, fig. 191. 16 Palma 1983, p. 209, fig. 220, p. 243, all. A, n. 4
15 Nicita Misiani 2008, pp. 61-88: in part. pp. bis; Palma, de Lachenal, Micheli 1986, fig. 1, i,
79-84. 6: L. de Lachenal.
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 145

Fig. 3a. Roma, Palazzo Altemps. Chacon,


disegno di busto-ritratto di togato presso
G. A. e V. Stampa Fig. 3b. Roma, Palazzo Altemps.
(Chacon, Pesaro, fol. 182). Busto-ritratto togato (foto iccd n. 3280 F).

Nazionale Romano, esso è oggi visibile nelle sale di Palazzo Altemps.17 Il busto ritenu-
to allora di Plinio, è ritratto in un disegno di Alonso Chacon (1580-1590), che reca l’indi-
cazione C. Plinii secundi Nalis historiae scriptoris effigies ex antiqua marmorea statua quae est
in aedibus Ioannis Antonii et Vincentii Stamparum fratrum civium Romanorum, noti anti-
quari attraverso i quali sarà pervenuto al cardinale Ludovisi: è già citato nell’inventario
del 1665 (Figg. 3a, b).18
Alcuni rilevanti risultati sono emersi dalle costanti indagini effettuate da chi scrive, in
particolare nell’Ambasciata usa, ove si conservano i due rilievi, che finora non erano sta-
ti rintracciati, di Paride ed Enone, del satiro e ninfa dormiente,19 riscontrati in una sala del
piano nobile dell’Ambasciata usa in Palazzo Margherita ed una statua di togato con cal-
cei ai piedi e capsa, alt. m 1,83 (mancante dell’avambraccio destro, con la mano sinistra
doveva reggere un rotolo, la testa, con il naso di restauro, assai corrosa è stata riattaccata),
che permette di ricostruire la serie di ‘consoli’, presenti fin dai primi inventari della Villa
(Fig. 4).20 Quest’ultimo, già sistemato sul tetto di una delle due palazzine gemelle pro-
gettate da Gaetano Koch nel 1885, in cattivo stato di conservazione per la sua posizione

17 Scultura antica in Palazzo Altemps 2011, p. 132. 20 Il togato con testa ritratto conservato nel-
18 bop, ms. 59, f. 182; Palma 1983, doc. n. 17, p. l’Ambasciata usa (pubblicato in Palma, de Lache-
95, n. 101. nal, Micheli 1986, vii, 53: L. de Lachenal, alt. m.
19 Palma 1983, pp. 144-145, figg. 148-149; Palma, 1,70; Schreiber 1880, n. 225?) è invece oggi ritenu-
de Lachenal, Micheli 1986, ix, 5 e ix, 6: B. Palma. to una copia moderna.
146 daniela candilio · beatrice palma venetucci
molto esposta, è stato oggetto, insieme con
altre statue, di un recente restauro condot-
to da Valeria Brunori, curatore del patri-
monio storico-artistico dell’Ambasciata
degli Stati Uniti, d’intesa con la Soprinten-
denza per i Beni Archeologici di Roma. Le
sculture di coronamento delle palazzine
sono state sostituite da calchi, mentre gli
originali sono stati collocati in posizione
più protetta, nel vestibolo d’ingresso del-
l’Ambasciata.21
Altre notizie molto importanti in meri-
to alla dispersione della raccolta Ludovisi
sono emerse recentemente da un comuni-
cato stampa del Museum of Fine Arts di
Boston. Nel 1897 una statua femminile co-
lossale fu acquistata dai Bostoniani Charles
Franklin Sprague e sua moglie Mary Spratt
Sprague (nipote del magnate William Flet-
cher Weld e parente del governatore Wil-
liam Weld). La statua fu spedita attraverso
l’Atlantico e al suo arrivo a Boston fu tra-
sportata da una squadra di buoi, nel 1904,
alla «Faulkner Farm», la tenuta degli Spra-
gue nel Brookline (poi conosciuta come
Tenuta Brandegee, dopo il matrimonio di
Mrs Sprague e Edward Deshon Brande-
gee). Juno fu sistemata nel giardino all’ita-
liana degli Sprague, disegnata da Charles
Platt, dove rimase un centinaio di anni fin-
ché fu acquistata per il Museum of Fine
Arts di Boston nel 2011, grazie alla genero-
sità di un donatore anonimo e il William
Francis Warden Fund.
L’acquisizione della Juno fornisce una
opportunità unica, anche per i problemi di
Fig. 4. Roma, Ambasciata
conservazione, perché si tratta della più
degli Stati Uniti. Statua di togato grande statua romana negli Stati Uniti, se-
(foto Mauro Coen; concessione condo quanto risulta dalle dichiarazioni
dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America). dei responsabili del Museo.
Tuttavia si deve ricordare che il Mu-
seum of Fine Arts di Boston aveva già ac-
quistato tra la fine del xix e gli inizi del xx secolo, tramite R. Lanciani, un gruppo di cin-
que teste marmoree della Collezione Ludovisi, tra cui il busto ritratto di Massimino il

21 Lo studio delle sculture e la descrizione dell’intervento sono oggetto di un articolo di Cacciotti


c.d.s.
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 147
Trace, acquistato nel 1889 e poi donato da Pierce Cheney al Museo di Boston, altri tre
ritratti virili ed una testa femminile ideale con corona di foglie di alloro.22
L’intervento di conservazione della statua monumentale è iniziato nel dicembre 2011.
La lunga esposizione all’aperto (vedi infra) ha sicuramente causato il deterioramento
della superficie. Tra il xix e il xx secolo Juno subì estese riparazioni. Fu completata con
labbra e naso nuovi, poi danneggiati e rimossi. La testa e l’avambraccio sinistro sono
stati ricongiunti in un momento sconosciuto.23
Testa e corpo sono di marmi diversi. La testa non sembra essere originale, ma po-
trebbe essere stata sistemata dopo il rinvenimento della statua forse acefala, nel corso
del xvii secolo, secondo Christine Kondoleon, Deputy Director del Museum of Fine
Arts. Essa, per la tipologia, l’ovale regolare e la presenza del diadema a mezzaluna, ti-
pico di Hera, trova stretti confronti con le numerose teste di Hera antiche e moderne
presenti nella Collezione24 e con la testa di una statua femminile colossale (Fig. 5), ora
nel giardino dell’Ambasciata usa, che probabilmente è, per la parte superiore, opera di
restauro.25
La statua aveva peraltro già attirato l’attenzione di J. J. Winckelmann che così la de-
scrive:26
Alla fine di un viale verso mezzanotte
Una bella figura colossale femminile vestita
Ha il diadema di una Giunone. Tuttavia non possiede il profilo delle teste divine e idealizzate.
Il labbro superiore è restaurato assai male. Si vedono le fratture sulla sua veste. I piedi hanno
solo calzari
In Pinaroli T. ii p. 320 questa statua viene data per una Messalina.27
La statua è stata riconosciuta in un disegno di J. Riepenhausen, eseguito intorno al 1840
(Fig. 6)28 e in una foto dell’album Villa Ludovisia, che la ritrae lungo le mura con sullo
sfondo il sarcofago con defunti (Fig. 7).29
Viene raffigurata anche in un dipinto di Guglielmina Mangiarelli (Fig. 8), Villa Ludo-
visi, viale dei Cipressi, risalente al 20 dicembre 1886.30 L’opera pittorica mette in eviden-
za il ricco panneggio della figura e il doppio basamento della statua indicato negli in-

22 Palma 1983, p. 194, nota 21; Palma, de La- in Nibby 1841, pp. 398 ss.; Palma 1983, doc. n. 42, p.
chenal, Micheli 1986, ii, 19-23. 178, forse da collegare con «una mezza statua gran-
23 Quest’ultimo testo è pervenuto dal Museum de più del naturale», già in Coll. Cesi (Palma 1983,
of Fine Arts di Boston al Ministero dei Beni Cultura- doc. n. 5).
li, Direzione Generale delle Antichità ed è stato tra- 26 Kansteiner, Kuhn Forte, Kunze 2003, p.
smesso alla sottoscritta da Jeannette Papadopoulos. 104; Raspi Serra 2005, p. 118 («c 142, 30 Statua fem-
Le notizie del comunicato stampa originariamente minile») ed anche p. 75, con altra bibliografia prece-
più diffuse e dettagliate sono state sunteggiate. dente.
24 Cfr. la testa di Hera: Schreiber 1880, n. 284, 27 Si noti il richiamo di Winckelmann al testo di
forse disegnata da E. F. Eichler (1879); Palma 1983, Pinaroli (Pinarolo 1713, ii, pp. 14, 320: «Valeria Mes-
fig. 236, p. 227; Palma, de Lachenal, Micheli salina»).
1986, ix, 4: B. Palma. Vedi anche Palma, de La- 28 Istituto Archeologico Germanico, cartella 77;
chenal 1983, nn. 41, 58. Palma 1983, pp. 168-169, 210 e fig. 221.
25 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, p. 177, 29 Album fotografico a cura di Ignazio Bon-
vii, 26: B. Palma, non menzionata in Schreiber compagni Ludovisi del 1885 ca, conservato al Museo
1880. Potrebbe corrispondere alla «figura di donna di Roma in Palazzo Braschi; Palma 1983, p. 304, fig.
mezzo colossale, i di cui panneggiamenti sono ben 256; Palma, de Lachenal, Micheli 1986, pp. 127-
intesi», menzionata in Magnan 1779, ii, pp. 2 ss.; 128, v, 3: B. Palma; Benocci 2010, p. 264, fig. 127.
Palma 1983, doc. n. 36, p. 151, o alla «figura semi- 30 Olio su legno (cm 25 × 32). Palazzo Braschi,
colossale di donna in atto di giacere», menzionata Roma, Museo di Roma, inv. MR 1907 (acquisto 31
148 daniela candilio · beatrice palma venetucci

Fig. 6. Disegno di J. Riepenhausen intorno al


Fig. 5. Roma, Ambasciata degli Stati Uniti 1840 della statua colossale oggi a Boston,
d’America. Statua colossale (Palma, Museum of Fine Arts (foto Istituto
de Lachenal, Micheli 1986, fig. vii, 26). Archeologico Germanico, cartella 77).

ventari (vedi infra). Ancora nel 1892, la monumentale scultura si trovava in via Campa-
nia lungo le mura.31
Daniela Candilio
*

maggio 1937, da Giuseppina Mangiarelli); Benocci ber 1880, pp. 206-207, n. 211: «“Colossale weibliche
2010, p. 286, fig. 149. Gewandstatue” steht noch jetzt (d. h. 1892) auf
freiem Felde, bei via Campania, an der Stadtmauer
31 Arndt 1893, p. 17, EA i, dove si cita Schrei- rechts von Porta Pinciana».
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 149

Disposizione delle statue colossali nei


giardini e lungo le mura della Villa Ludovisi
La recente acquisizione da parte del Mu-
seum of Fine Arts di Boston della statua
femminile colossale della Villa Ludovisi ci
consente oggi di fare una serie di osserva-
zioni: le prime riguardano il suo inserimen-
to nel programma decorativo del Viale che
costeggiava le mura della città che cingeva-
no la Villa (Fig. 9a), le seconde concernono
la presumibile provenienza della scultura,
dal momento che le sculture lungo le mura
appartengono alla prima fase decorativa
della Villa (1621-1633) e provengono perlo-
più da Collezioni del 1500 (Cesarini, Al-
temps, Capranica, Medici, Cesi), dal mer-
Fig. 7. Statua femminile colossale lungo le
cato antiquario (Giovanni e Vincenzo mura aureliane accanto al sarcofago con
Stampa) o da scavi nell’area della Villa. defunti (album Villa Ludovisia, a cura di I.
Dalla rilettura e collazione degli inven- Boncompagni Ludovisi, Roma, 1885; foto
tari seicenteschi e settecenteschi della Vil- Roma, Museo di Roma).

Fig. 8. Palazzo Braschi, Museo di Roma, inv. MR 1907. Dipinto di G. Mangiarelli,


Villa Ludovisi, viale dei Cipressi (iscrizione sul retro), (20 dicembre 1886),
olio su legno (cm 25 × 32) (foto Roma, Museo di Roma).
150 daniela candilio · beatrice palma venetucci

Fig. 9a. Pianta della Villa Ludovisi (da G. B. Falda).

Fig. 9b. Pianta della Villa Ludovisi, particolare con il viale lungo le mura (da G. B. Falda).

la, nonché dei manoscritti Corsini, Topham e Lanzi32 e delle opere a stampa (Winckel-
mann, Pinaroli,33 Nibby) scaturiscono ulteriori precisazioni, rispetto a quanto era già no-

32 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, pp. pham); Palma, de Lachenal, Micheli 1986, pp.
304 ss. (bcr, ms. 33.A.18); Palma 1983, pp. 123 ss., 308 ss. (bsf, ms 36.3).
doc. n. 28, figg. 128-131, 133-135, 136-142 (Album To- 33 In Pinarolo 1713, ii, p. 14 sono menzionate nel
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 151
to, che hanno permesso di cor-
reggere alcuni tentativi di iden-
tificazione proposti nel 1983.
Di particolare importanza si
sono rivelati i numeri ancora
presenti sui basamenti delle
statue perché indicativi della
loro posizione originaria. An-
che le stime indicate dal mano-
scritto Corsini, stilato attorno
al 1665 in concomitanza con la
prima dispersione della Colle-
zione effettuata da Giambatti-
sta Ludovisi,34 hanno messo in
risalto come le sculture espo-
ste all’aperto, valutate general-
mente assai poco perché rite-
nute di minore importanza
rispetto a quelle situate all’in-
terno dei Palazzi, non furono
sottoposte al vincolo del fide-
commesso e quindi non furo-
no acquistate dallo Stato italia-
no, ma vennero alienate e Fig. 9c. Pianta della Villa Ludovisi, particolare con
perlopiù esportate.35 il Casino del Monte e la Fontana del Bosco
Si è potuto altresì notare che (da G. B. Falda).
nella decorazione dei giardini
della Villa e lungo i viali si preferivano generalmente disposizioni simmetriche di scul-
ture antiche o moderne molto simili tra loro soprattutto dal punto di vista iconografi-
co e di analoghe proporzioni: due statue di prigionieri,36 due di Giove,37 una coppia di
consoli, un Nerone e un uomo in atto di sacrificare38 (provenienti dalla Collezione

«Vialone dei Cipressi […] il quale termina alle mura- 36 Nel 1633 erano nel Bosco delle Statue «due
glia di Roma le quali circondano una parte di esso priggioni compagni maggiori assai del naturale»,
giardino verso Ponente, co’ uno spatioso stradone recanti i nn. 262, 264 sui basamenti: Palma 1983,
contiguo ad esse mura, ornato di alcune statue e se- doc. n. 13, p. 76, nn. 177-178, oggi nei giardini del Ca-
polcri: la gran statua di Valeria Messalina, quella di sino dell’Aurora: alt. m 2,53 e m 2,56. Già in Coll. Ce-
Giove, la statua di Epuleio Macrino imperatore, il se- sarini: Palma 1983, doc. n. 4, p. 36; Palma, de La-
polcro di Marco Aurelio console e Teodora sua mo- chenal, Micheli 1986, viii, 4-5: L. de Lachenal.
glie come si legge nella sua iscrizione. Sotto ad esso 37 Il manoscritto del Lanzi ha permesso di iden-
sepolcro è posta una singolare statua di un satiro, il tificare una delle due statue colossali di Giove a pen-
busto magnifico di Alessandro Severo imperatore, dant, una delle quali in realtà è un Asclepio: Palma,
un sepolcro con bassorilievo di una battaglia di mar- de Lachenal, Micheli 1986, p. 309. Vedi infra.
mo orientale con espressione singolarissima». 38 Nell’inventario del 1633 sono descritte già le
seguenti sculture: nel «Bosco delle statue nell’entra-
34 bcr, ms 33.A.18, f. 120; Palma, de Lachenal, re» «due consoli antichi compagni maggiori del na-
Micheli 1986, p. 304, nn. 319, 320-323, 324, 325, 326, turale», «due priggioni compagni maggiori assai del
327, 330, 332. naturale» (Palma 1983, doc. n. 13, p. 76, nn. 175-176,
35 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, pas- 177-178); «Una statua di Nerone in habito sacerdota-
sim. le con piedestallo di muro entrovi una maschera di
152 daniela candilio · beatrice palma venetucci

Fig. 10a. Statua maschile togata velata


Ludovisi, oggi dispersa; disegno di P. Batoni
(Album Topham, Eton College Library;
foto Biblioteca).
Fig. 10b. Roma, Ambasciata degli Stati Uniti
d’America. Statua maschile togata
Cesarini e dalla Villa Altemps di Frascati) (Palma, de Lachenal,
(Figg. 10a, b).39 Micheli 1986, fig. vii, 18).

marmo», «Una statua di un console, più alto assai in faccia al Casino» (Palma, de Lachenal, Mi-
del naturale con piedestallo di muro e mascara di cheli 1986, p. 305, n. 332). Nell’Album Topham:
marmo» (ivi, doc. n. 13, p. 77, nn. 193, 195). Nel 1641 «Viale incontro alla statua di Sileno diviso in quattro
«maggiore del naturale Nerone in habito consola- Piazze o siano Gallerie»: «Statua d’uomo in abito sa-
re..», «una figura di un console maggiore del natu- crificante», «Statue n. due di Re prigionieri», «statua
rale» (ivi, doc. n. 16, p. 88, nn. 205, 215); «Doi figure d’un console», «statua d’un console», «statua d’un
di imperatori in abito consolare assai maggiori del console», «Statua di Nerone in abito sacrificante»;
naturale», «due Re priggioni assai maggiori del na- «contiguo alle Mura»: «Statua di un console»; (Pal-
turale» (ivi, doc. n. 16, p. 88, nn. 223-224, 225-226); ma 1983, doc. n. 28, p. 124, nn. 81, 84, 86, 88, 97 e p.
una «figura di un console maggiore del naturale in 125, n. 112).
capo del Viale a mano dritta di detto Casino» (ivi,
doc. n. 16, p. 90, n. 285). Nel 1665 una «statua conso- 39 Per la coppia di consoli, già in Collezione
lare n. 392 alt. pmi 20 250 Nel viale a canto le mura Cesarini, si veda Palma 1983, p. 36, doc. n. 4: «una
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 153
Ciò appare evidente anche nel programma decorativo del grande viale che costeggia-
va le mura e dei viali che, partendo da questo, raggiungevano il Casino dell’Aurora ed il
Palazzo, via via indicati negli inventari come viale dei Busti, del Tinello, del Satiro, dei
Cipressi (Figg. 9a, b, c). Troviamo, in fondo al viale che dal Casino dell’Aurora portava
alle mura di cinta della Villa, una statua di console colossale, quindi lungo le mura della
città l’edicola con il sarcofago di battaglia sormontato dal busto di Giove e successiva-
mente anche dal rilievo con Silvano, il busto colossale di Alessandro Magno o Alessandro
Severo, le due statue di Giove-Asclepio e Plutone, il satiro nell’edicola sormontata dal sar-
cofago con coperchio a kline con defunti, la statua femminile colossale, un idolo egizio,40
il rilievo votivo alla dea Syria,41 già in Collezione Cesi, oggi disperso, che si trovava an-
cora nel 1856 «nella parete dei cipressi che forma il fianco destro del magnifico viale che
conduce dal Casino del Monte alle Mura della città» ed era ancora visibile nel Novecento
«nella cinta di un giardino presso Villa Chigi, nel vicolo del Crocifisso» (Fig. 11).
Questa disposizione che rimase sostanzialmente immutata dal 1600 al momento del-
la demolizione della Villa è messa ben in risalto già dall’inventario del 1641 e dal mano-
scritto Corsini e per quanto attiene al 1700 dal Pinaroli, dall’Album Topham, dagli inven-
tari del 1733 e del 1749, dal manoscritto Lanzi del 1789, che qui di seguito commentiamo.
Partiamo dalla testa colossale di ‘Alessandro Magno’, che fin dal 1633 si trovava in una
grande nicchia «Alle Mura di Roma in faccia al Viale del Casino» (Fig. 9b)42 ed è ancora
oggi visibile nelle mura in via Campania (Fig. 12). La testa, ritenuta un’opera del 1600,
costituiva il fondale scenografico del viale principale della Villa Ludovisi, secondo una
moda diffusa all’epoca: si pensi alla testa colossale dell’‘Alessandro Magno’ Mattei nella
Villa Celimontana.43 Analogamente citato nel 1641,44 è omesso nel manoscritto Corsini;

statua di console con una testa posticcia», «Un con- 180», «e ben descritto dal Lanzi «Semibusto colossa-
sole manca un dito»: forse uno di essi identificabile le in marmo nero co’ faccia donnesca avente al col-
con il togato nell’Ambasciata usa, alt. m 1,60 senza lo una specie di soggolo e ornata di grossissime lun-
la testa (Palma, de Lachenal, Micheli 1986, vii, ghe trecce per parte co’ altre simili dietro e una
18: L. de Lachenal; Schreiber 1880, n. 235). Per le grande treccia ma piatta all’occipite il viso tiene del-
statue di Bruto e Germanico dalla Villa Altemps di l’egizio Ficoroni lo crede fatto per terrore…» (Pal-
Frascati si veda Palma 1983, doc. n. 6, p. 37; Colli ma, de Lachenal, Micheli 1986, p. 305, n. 309 e
Albani 2011, p. 32: forse identificabili con l’ «Uomo in p. 309), ma forse già menzionato nell’inv. 1641 nel
atto di sacrificare» disegnato nell’Album Topham «Cortile da basso» (Palma 1983, doc. n. 16, p. 86, n.
(vol. Bm 12, fol. 112; Palma, de Lachenal, Mi- 106; Schreiber 1880, n. 99; Scultura antica in Palaz-
cheli 1986, ix, 1: L. de Lachenal; alt. m 1,70 senza zo Altemps 2011, pp. 180-181; Palma Venetucci 2010,
la testa e il collo in Schreiber 1880, n. 236) e con il p .66, fig. 1) e nel ms. Topham: «Idolo con testa di
«Nerone in abito di sacerdote» menzionato nel vecchio avvolto in una fascia a guisa di bambini, non
manoscritto del Lanzi, Palma, de Lachenal, Mi- si truova» (Palma 1983, doc. n. 28, p. 124, n. 67).
cheli 1986, p. 309, noto da un disegno dal Riepen- 41 Palma 1983, p. 17, fig. 17 e p. 172, nota 11;
hausen (Palma 1983, fig. 252), che riproduce la Schreiber 1880, n. 337; Palma, de Lachenal, Mi-
statua ritratto colossale togata e velata oggi a Pa- cheli 1986, ii, 1: M. E. Micheli. Da ultimo, Palma
lazzo Altemps, alt. m 2,28, (Scultura antica in Palaz- Venetucci 2006, p. 186.
zo Altemps 2011, p. 151); il «console colossale» situato 42 «In un ovatone grande una testa di un Ales-
lungo le mura (per il quale vedi infra) è forse sandro Magno figura colosea col petto di tufo orna-
identificabile nella statua di togato rintracciata da mentato l’ovato con maschere di stucco et altri or-
Daniela Candilio nell’Ambasciata usa (vedi supra, namenti» (Palma 1983, doc. n. 13, p. 82, n. 416).
Figura 4). 43 Schreiber 1880, n. 207; Palma, de Lache-
nal, Micheli 1986, v, 1: L. de Lachenal; Schroe-
40 Identificato grazie al manoscritto Corsini nel ter 1993, pp. 101-128; Palma Venetucci c.d.s.
«Viale in faccia al Palazzo … contiguo al boschetto 44 «una testa di un colosso di Alessandro Magno
detto il boschetto novo» «testa d’Idolo pietra d’Egit- con petto di peperino» (Palma 1983, doc. n. 16, p.
to alt. pmi 5 con cimase e base di trav. o alt. impta 84, n. 8).
154 daniela candilio · beatrice palma venetucci
nell’Album Topham è però menzionato tra
le sculture «Contigue alle Mura della città»
come busto di Alessandro Severo45 e come
tale è ricordato dal Winckelmann46 e dal
Pinaroli. Nel 1733 si trovava «Accanto le
Mura della Città in faccia al Viale del Ti-
nello».47 Nel 1749 si trovava «addosso le
dette mura… che fa prospetto ad un viale
che porta all’Aurora».48
Continuiamo ora con il viale che dal Ca-
sino dell’Aurora portava alle mura di cinta
della Villa; in fondo ad esso si trovava una
statua colossale di un console che per le
dimensioni e per il cattivo stato di conser-
vazione può essere identificato nella statua
di togato, alt. m 1,83, rintracciata da Da-
niela Candilio nell’Ambasciata usa in oc-
casione del recente restauro (vedi supra, Fi-
gura 4).49 Potrebbe essere stato rinvenuto
nell’area della Villa: cfr. i due togati della
Villa Maraini, in via Aurora, forse rinvenu-
ti negli scavi di fine Ottocento.50 La statua
forse è già menzionata nel 1633 nel Bosco
delle Statue: «Una statua di un console, più
alto assai del naturale con piedestallo di
muro e mascara di marmo»;51 nel 1641 era
Fig. 11. Rilievo votivo alla dea Syria, già già spostata «in capo del Viale a man dritta
Coll. Cesi-Ludovisi; disegno di G. A. Dosio, di detto Casino» «Una figura di un console
oggi disperso (Palma 1983, fig. 17). maggiore del naturale»;52 nel manoscritto
Corsini «Nel viale a canto le mura in faccia
al Casino» «statua consolare n. 392 alt. pmi
20 250»;53 nell’Album Topham, tra le statue contigue alle mura della città, «Statua di un
console».54 Nel 1749 «Una statua di un consolo che resta sopra il parapetto fuori detta
Porta Pinciana con suo piedestallo di maniera greca di marmo più del naturale e resta
45 «busto colosseo di Alessandro Severo» (Pal- 49 Forse citato in Pinaroli come Epuleio Macri-
ma 1983, p. 125, n. 110). no. In Collezione Ludovisi vi era un busto ritratto
46 C. 142: «La grande testa deve essere di un dell’imperatore Macrino, che si conserva oggi
Alessandro Severo. / Per quanto si sa, è certo che è nell’Ambasciata usa, Palma, de Lachenal, Mi-
stata fatta in epoca tarda /. Ma la somiglianza è diffi- cheli, 1986, vii, 9: L. de Lachenal.
cile da trovare: poiché questa / testa appartiene a un 50 «BCom», 1887, p. 69; «BCom», 1889, p. 402. Per
giovane, e tutte le teste di Severo sono con la chio- gli scavi nell’area vedi Talamo 1998, pp. 113 ss.;
ma arricciata» (Raspi Serra 2005, p. 119). Moltesen 1998, pp. 175 ss.
47 «un busto grande di marmo entro una nicchia 51 Palma 1983, doc. n. 13, p. 77, n. 195.
posta nel muro con festone attorno di fabbrica con 52 Ivi, doc. n. 16, p. 90, n. 285.
sopra una conchiglia e altri ornamenti» (Palma 53 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, p. 305,
1983, doc. n.29, p.132, n. 356). n. 332. 54 Palma 1983, p. 125, n. 112.
48 «un Bustone … di peperino con testa di mar-
mo e suo piede di peperino simile e piedestallo pic-
colo» (ivi, doc. n. 31, p. 147, n. 159).
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 155
dirimpetto al viale che porta all’Aurora di
cattivo stato» (Fig. 9c).55
Arriviamo quindi al sarcofago colossale
di battaglia lungo le mura della città. Scava-
to nel 1621 in una vigna fuori Porta San
Lorenzo, si trovava nel 1633 «davanti alla
Fontana»;56 nel 1641 fu spostato lungo il
«Viale maggiore»57 ed aveva al disopra
dell’edicola come decorazione un busto co-
lossale di Giove58(Fig. 13), simile ad altre te-
ste del dio che si conservavano nella Villa;59
nel manoscritto Corsini si trovava nel «via-
le a canto le mura»;60 menzionato nell’Al-
bum Topham tra le sculture «Contigue alle
Mura della città».61 Nel 1733 si trovava «Pas-
sata la Porticella di Porta Pinciana attacca-
ta alle mura della città» entro una nicchia
grande recante al disopra un busto certa-
mente, il Giove colossale.62 Nel 1749 si
trovava presso le mura di Roma e al disopra
del busto di Giove era collocato un rilievo
dedicato a Silvano (Fig. 14).63 Nel mano-
scritto del Lanzi è ancora citata un’«Urna Fig. 12. Busto ritratto di ‘Alessandro Magno’,
bellissima ed alta più che le altre comune- Mura di via Campania (album,
mente co’ bassorilievo di battaglia: i Villa Ludovisia, neg. vi, 163, foto Roma,
Barbari e i Persiani secondo Ficoroni che Museo di Roma).

55 Palma 1983, doc. n. 31, p. 147, n. 165. bassorilievo con pieduccio alt. pmi 6 in circa 60»
56 «Un pilo antico, alto pmi sette e largo pmi do- (Palma, de Lachenal, Micheli 1986, p. 305, nn.
dici di marmo bianco con una battaglia di bassori- 327, 330).
lievo dicono Vittoria di Volusiano» (Palma 1983, p. 61 «Urna assai grande con basso rilievo rappre-
17, doc. n. 13, p. 76, n. 150; Schreiber 1880, n. 186; sentante una battaglia copiosa di figure al numero di
Kuenzl 2010; Scultura antica in Palazzo Altemps 2011, trenta oltre le due testate, pure dell’istesso soggetto,
pp. 240-243). ma di altra maniera» (Palma 1983, p. 125, n. 111).
57 «un pilo grande historiato longo palmi 12 et 62 «una nicchia grande con due colonne di mar-
un terzo alto palmi sette grosso 6 1/2 di conserva- mo di facciata, sopra vi è un Busto con piedestallo
tione straordinaria rappresenta una battaglia et è di di muro, sotto vi è un’urna grande di marmo tutta
grandissima stima ma ridotto al prezzo corrente» di bassorilievo rappresentante una battaglia con
(Palma 1983, doc. n. 16, p. 84, n. 9). quantità di figure senza coperchio sopra un gran
58 «Testa e petto di Giove maggiore del natura- piedestallo di muro» (ivi, doc. n. 29, p. 132, nn. 353-
le posta sopra l’adornamento di d.o Pilo» (ivi, doc. 354).
n. 13, p. 84, n. 10). Per il disegno di Eichler: ivi, p. 226, 63 «un bassorilievo sopra il d.o ornato nomato il
fig. 235, Schreiber 1880, n. 283, Palma, de Lache- Silvano» (ivi, p. 147, n. 163). Il rilievo la cui iscrizione
nal, Micheli 1986, viii, 10: B. Palma, oggi nel Ca- Silvanus cus(tos) fu trascritta da Pietro Sabino e
sino dell’Aurora, alt. col busto m 1, solo la testa 55 Fra’Giocondo già nel Quattrocento era in casa di
cm. Paolo Capranica: ivi, p. 15; cil , vi, 640; oggi disper-
59 Cfr. Palma, de Lachenal 1983, n. 63: B. so, era ancora visibile in alcune vecchie foto mura-
Palma. to sul timpano dell’edicola sotto la quale si trovava
60 «bassorilievo di marmo battaglia long. pmi 12 il sarcofago colossale di battaglia (Schreiber 1880,
alt. pmi 6 1/2 gr. pmi 6 1/2 800», «Testa di Giove di n. 187; Palma, de Lachenal, Micheli 1986, v, 4:
marmo con busto sopra d.o ornamento di d.o M. E. Micheli).
156 daniela candilio · beatrice palma venetucci
combattono contro i Romani…. Buona
scultura età di Alessandro Severo».64 Viene
menzionata anche «un’altra minore co’ si-
mil pugna, di lavoro molto inferiore…».65
Due statue di Giove colossali sono de-
scritte a pendant in due nicchie al disopra
delle mura. Nel manoscritto Corsini sono
descritte così «Segue in d.o viale a canto le
mura una statua di Giove»,66 «Statua di mar-
mo acanto detto alt. Pmi 10 con barba 125».67
Nell’Album Topham sono menzionate due
statue di Giove, una nel Bosco,68 l’altra
presso le mura della città.69 Nel 1733 sono
«Accanto le Mura della Città in faccia al Via-
le del Tinello» una statua di Plutone (?)70 e
«Più avanti accanto la muraglia in faccia al
Viale de’ busti» una di Giove.71 Nel 1749 «una
statua in piedi addosso dette mura incontro
a un viale verso il giardino, di più del natu-
rale con suo zoccolo di marmo di maniera
greca», forse il Giove.72 Nel manoscritto
del Lanzi è descritto «Un Giove stante se-
Fig. 13. Roma, Casino dell’Aurora. minudo con fulmine assai bello. Ha di parti-
Busto colossale di Giove (foto O. Savio). colare un globo presso il piede sinistro».73

64 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, pp. mezzo in giù vestito do colosso sta in mano di uno
309 ss. scultore do Clemente Poltrici per formarlo un Gio-
65 Ivi, p. 310. Si tratta del sarcofago con galato- ve datoli con ordine a bocca del Sig. Marcantonio
machia menzionato già nel 1633 come basamento Toscanella» (Palma 1983, doc. n. 16, p. 86, n. 105,
della statua di Sileno giacente: «una statua a giacere ma cfr. la mezza statua colossale di Giove, alt. cm
d’un sileno maggiore del naturale con l’utri e la taz- 75, descritta in Schreiber 1880, n. 282).
za sopra un piedestallo dove è una battaglia di bas- 67 Forse la statua di Giove-Asclepio al Museo di
sorilievo antico, con base e cimasa di marmo» (Pal- Mariemont, con il caratteristico globo descritto dal
ma 1983, doc. n. 13, p. 78, nn. 230-231). Il Sileno, Lanzi, Palma, de Lachenal, Micheli 1986, p.
recante il n. 313, che si trovava a Villa Medici (ivi, pp. 309; Palma, de Lachenal, Micheli 1986, ii, 33: B.
15, 23, figg. 6, 25), è oggi nei giardini dell’Ambascia- Palma, descritta in Schreiber 1880, n. 185 lungo le
ta usa (Palma, de Lachenal, Micheli 1986, vii, mura.
30: M. E. Micheli); il sarcofago con battaglia tra Ga- 68 Descritta nel Bosco delle Statue nel 1633 «una
lati, disegnato nell’album di Cassiano dal Pozzo, è statua di Giove con un fulmine in mano alta del na-
oggi a Palazzo Altemps: Scultura antica in Palazzo turale» (doc. n. 13, p. 77, n. 200, recante il n. 292 ed
Altemps 2011, pp. 252-253. oggi alla Gliptoteca Ny Carlsberg di Copenhagen).
66 «Statua di Giove grande con putto di peperi- Per il disegno di Eichler: Palma 1983, p. 224, fig. 231;
no testa di marmo zoccolo di travertino peduccio Schreiber 1880, n. 281; Palma, de Lachenal, Mi-
di peperino 130» (Palma, de Lachenal, Micheli cheli 1986, ii, 13: B. Palma.
1986, p. 305, n. 325: cfr. Schreiber 1880, n. 209); 69 Palma 1983, p. 125, nn. 98, 109.
Plutone, alt. m 2,55 (Palma, de Lachenal, Mi- 70 «statua grande di marmo in piedi posta sopra
cheli 1986, v, 2: B. Palma). Menzionato come Plu- le dette mura di dentro la Villa» (ivi, doc. n. 29, p.
tone anche dal Nibby nel 1838, è disegnato dal Ca- 132, n. 355).
nova come Giove con testa barbata e testa di ariete 71 «una statua grande di marmo posta sopra la
ai piedi (Palma 1983, p. 159, fig. 166). Forse si trat- muraglia» (ivi, doc. n. 29, p.132, n. 357).
ta della statua frammentaria descritta nel «Cortile 72 Ivi, doc. n. 31, p. 147, n. 158.
da basso» nel 1641: «Frangim.to di un colosso dal 73 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, p. 309.
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 157

Fig. 14. Sarcofago di battaglia e rilievo votivo a Silvano, già a Villa Ludovisi, disperso
(album Villa Ludovisia; foto Roma, Museo di Roma).

Il sarcofago colossale con defunti sulla kline74 si trovava nel 1633 nella «Galleria del Bo-
sco»75 entro un’edicola nella quale era un satiro (Figg. 9b, 15).76 Nel 1641 è già spostato:
«Si prosegue per il detto Viale maggiore sino al Casino del Monte».77 Nel manoscritto
Corsini si trovava ugualmente «Segue a canto le mura a capo il viale in faccia al palazzo».78
Nel manoscritto Topham è contiguo alle mura.79 Nel 1733 si trovava «Più avanti accanto

74 «un Pilo antico di marmo sopra quattro co- pra l’adornamento di detto satiro con il suo coper-
lonne con diversi bassorilievi», già in Collezione Ce- chio nel quale pilo vi sono due figure colche» (Pal-
sarini (Palma 1983, p. 36, doc. n. 4; Palma, de La- ma 1983, doc. n. 16, p. 84, nn. 6-7).
chenal, Micheli 1986, vi 3a, b: M. E. Micheli, oggi 78 «satiro alt. di marmo pmi 8 imp.ta 250, segue
a Villa Ada). l’adornamento attorno e sopra il d.tto n.4 colonne
75 Palma 1983, doc. n. 13, p. 78, n. 262. di biscio alt. l’una pmi 11 con il capitello e segue la
76 «con sotto la figura di un satiro alto del natu- cornice di peperino sopra dette long. pmi 11 alt.pmi
rale, posato in terra tra due cipressi» (Palma 1983, 2 gr.2 segue li fianchi long. assieme pmi 11 60, Se-
fig. 74, p. 78, n. 262; Palma, de Lachenal, Miche- poltura di marmo soprad.o con bassorilievo long.
li 1986, viii, 9: M. E. Micheli, oggi nei giardini del pmi 10 largh. pmi 5 e 2 figure colche sopra alt. 8 con
Casino dell’Aurora). due leoni di peperino sotto 350» (Palma, de La-
77 «una statua del Satiro del naturale con suo chenal, Micheli 1986, p. 305, nn. 319-324).
adornamento» «un pilo grande historiato posto so- 79 «statua del dio Pan entro una nicchia (Album
158 daniela candilio · beatrice palma venetucci

Fig. 15. Edicola con il Pan di Michelangelo (album Villa Ludovisia, foto Roma, Museo di Roma).

le Mura in faccia al viale detto del satiro». 80 Nel 1749 era alle «Mura di Roma».81 Nel ma-
noscritto Lanzi sono descritti minuziosamente il Satiro ed anche il sarcofago.82
Terminiamo con la statua femminile colossale nota come Giulia già dal 1633, che

Topham, vol. Bm 12, foll. 109-110) e sopra un bassori- due medicei in bronzo con piccole corna: le cosce
lievo con tre spartimenti con due figure per cia- sono straordinariamente grasse tondeggianti le
scheduno e sopra due figure colche di uomo e di gambe di caprone: è itifallico e coperto in parte di
donna» (Album Topham, vol. Bm 12, foll. 123-124, 108; pelle di cerbiatto che dalla spalla in parte gli pende
Palma 1983, doc. n. 25, p. 125, n. 108, figg. 136-139). sul petto, in parte gli torna sotto il braccio sinistro,
in parte gli scende in guisa che la estremità egli la
80 «una nicchia grande sostenuta da quattro co- calca col piede proporzione grandezza naturale sen-
lonne di facciata di marmo, sopra di essa un’urna za molti velli come comunemente», «Altra urna co’
grande con diverse figure di bassorilievo ed altri or- 3 spartimenti per via di 4 colonnette pur di basso
namenti, sotto della qual nicchia ed entro di essa un sec[olo] co’cop[er]chio ove giacciono una d[onn]a e
Satiro in piedi di marmo sopra un piccolo piede- un uomo e due putti, uno in cima e l’altro a’ piedi.
stallo di marmo» (Palma 1983, doc. n. 29, p. 132, nn. Nello spartim[en]to medio che ha fastigio v’è una
358-359). donna e un uomo togato e alq[uan]to barb[a]to che
81 «Il famoso satiro di marmo in maniera greca si ha la d[estr]a. Negli altri due che finiscono in ar-
al naturale», «urna sopra le quattro colonne che for- co, a d[estr]a è l’uomo st[ess]o e la d[onn]a con cas-
mano ornato di d.tto satiro, di maniera gotica, con settina piut[tost]o alta; nel terzo lo stess’uomo a
coperchio di due figure colche, a guisa di sepolcro» sin[istr]a e a d[estr]a un Filos[of]o con barba folta e
(ivi, doc. n. 31, p. 146, nn. 156-157). Disegnato anche n[on] tanto corta e co’ una specie di pallio, che vol-
dal Canova: ivi, p. 162, fig. 169. to verso il togato alza gli occhi e solleva le mani
82 «Statua in marmo pario di maraviglioso lavo- giunte q[uasi] orasse» (Palma, de Lachenal, Mi-
ro esprimente un vecchio Satiro con viso simile ai cheli 1986, pp. 308, 310).
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 159
recava sulla base il n. 263 e si trovava nel Bosco delle Statue.83 Dal 1641 viene spostata «In-
torno la Porta grande Di qua e di là dal Viale maggiore».84 Nel manoscritto Corsini la
statua era «a canto le mura di Roma in prospettiva al viale in faccia alla porta del Giar-
dino».85 Nell’Album Topham tra le statue «Contigue alle Mura della città» «Statua colos-
sa di Faustina».86 Nel 1733 si trovava «Più avanti attaccato le dette Mura in faccia al viale
de’ Cipressi».87 Nell’inventario del 1749 è descritta nel «Vialone dove intesta il portone».88
Mentre il Winckelmann la descrive come Giunone (vedi supra), nel manoscritto del
Lanzi è descritta come «Statua colossale di Faustina giuniore» (vedi supra, Figure 6-8).89

Provenienza della statua femminile colossale


Le considerazioni sopra espresse in merito alle sculture sistemate lungo le mura,
perlopiù provenienti da collezioni cinquecentesche, consentono di formulare oggi
un’interessante ipotesi sulla provenienza della scultura. Le dimensioni (4 m di alt.) e
la tipologia della statua rintracciata al Museo di Boston: figura femminile stante sulla
gamba sinistra, vestita di un chitone lungo con mezze maniche abbottonate più volte
con le stringhe, e sopra un himation affibbiato sulla spalla destra, con rimbocco lungo
fino alle anche, e che formando un rotolo obliquo, lascia libero il seno sinistro e la
spalla corrispondente, ricade quindi con una serie di pieghe a zig-zag sul lato destro fi-
no ai malleoli, dove si frastaglia ampiamente, il braccio destro sollevato ad afferrare
un lembo della veste, il sinistro abbassato recante un bastone, i piedi calzati di sanda-
li la fanno collegare alle statue colossali scoperte secondo il Vacca nell’orto dei cano-
nici di San Salvatore in Lauro: «quattro femine vestite di diciotto in venti palmi alte,
di marmo statuale senza testa».90 Notizia messa in relazione con i tre colossi acquistati
da Paolo V Borghese, tramite il cardinale Arrigoni, dai canonici di San Salvatore in
Lauro per 500 scudi e raffigurati nell’atrio del Palazzo in una stampa di M. Greuter del
161891 (Fig. 16), ritenuti pertinenti alla Porticus delle Nazioni del Teatro di Pompeo.92
La Fuchs identificava il colosso raffigurato nell’affresco di Paolo Bril e Antonio Tem-

83 «Una statua colosea due volte del naturale, fi- colo) non è però accertata la provenienza dall’area
gura di una Giulia con piedestallo e basa di peperi- del convento in Campo Marzio, anche se scavi av-
no, travertino e muro» (Palma 1983, doc. n. 13, p. 76, vennero in quest’area nel 1592 per volere del cardi-
n. 179; Schreiber 1880, n. 211). nale Latino Orsini, in concomitanza con la distru-
84 «una figura di un colosso di un’imperatrice zione della chiesa (de Lachenal 1982, p. 55). Due di
antica posta in capo al detto viale grande, alta palmi essi erano comunque noti alla fine del 1500 ed illu-
diciotto incirca» (Palma 1983, doc. n. 16, p. 84, n. 5). strati nell’opera del De Cavalleriis: l’uno restaurato
85 «Statua alt. pmi 18 con suo piedestallo con ani- come Cerere, con spighe nella mano destra alzata e
ma di granito, cimasa e basa di travertino 800» (Pal- testa ritratto di età severiana, l’altro raffigurante
ma, de Lachenal, Micheli 1986, p. 305, n. 318). Apollo citaredo, in lungo chitone altocinto, con te-
86 Palma 1983, p. 125, n. 107. sta femminile, ed entrambe le braccia di restauro
87 «Una statua grande di marmo in piedi sopra (De Cavalleriis 1594, tavv. 74, 84: tuttavia le dida-
un gran piedestallo di marmo» (ivi, doc. n. 29, p. 132, scalie, secondo le quali le statue erano «in aedibus
n. 362). Burghesiis», dovettero essere aggiunte in epoca po-
88 «Una statuona grande con suo piedestallo di steriore, poiché il De Cavalleriis morì nel 1601). È da
granito e travertino che rappresenta una Faustina di rilevare comunque che la terza statua di Palazzo
marmo» (ivi, doc. n. 31, p. 144, n. 122). Borghese, con testa non pertinente e sproporziona-
89 Palma, de Lachenal, Micheli 1986, p. ta rispetto al resto del corpo, è assai diversa nei mo-
309. 90 Vacca 1594, p. 59, n. 11. di di lavorazione del marmo e nelle dimensioni mol-
91 Palma Venetucci 2008-2009, fig. 9. Per i tre to inferiori (de Lachenal 1982, p. 57, figg. 19, 21).
colossi Borghese (due di altezza m 4, il terzo più pic- 92 Coarelli 1971-1972, pp. 99-122.
160 daniela candilio · beatrice palma venetucci
pesta nel cortile di San Damaso
in Vaticano (che raffigura il mo-
mento della traslazione delle
reliquie di san Gregorio Na-
zianzeno, l’11 giugno 1580), con
il quarto esemplare delle statue
colossali descritte dal Vacca.93
Ma anche la statua Ludovisi po-
trebbe ben adattarsi ad essere la
quarta statua indicata dal Vacca
poiché, essendo già incisa nel-
l’opera del De Rubeis94 ed es-
sendo descritta in uno dei primi
inventari (1633), potrebbe essere
stata acquisita sul mercato anti-
quario nel primo momento di
Fig. 16. M. Greuter, incisione, 1618: formazione della Collezione.
statue femminili colossali, Roma, Palazzo Borghese A queste statue colossali an-
(Palma Venetucci 2008-2009, fig. 9). drebbero aggiunte le due sta-
tue che si trovavano, secondo la
testimonianza del Ligorio nel
Palazzo di San Giorgio, ovvero Palazzo Riario alla Cancelleria95 ed un’altra statua co-
lossale assai simile, alta m. 3,98, rinvenuta nei pressi del Palazzo Farnese dopo il 1540,
nota come Urania a causa del globo nella mano sinistra ed oggi al Museo Nazionale di
Napoli.96 Secondo il Rausa97 la gigantesca Urania Farnese corrisponderebbe invece al-
la statua descritta già dall’Aldovrandi «sulla strada dinanzi alla casa» di Marco Casale in
Campo Marzio, ovvero Palazzo Casali in via della Stelletta:98 la statua Casali, che dove-
va ergersi già da tempo in Campo Marzio99 dovrebbe essere, secondo il Rausa, distinta
dal gruppo dei tre colossi acquistati da Paolo V Borghese.
Queste statue insieme alla Fanciulla di Palazzo Doria Pamphilj100 (già attribuita al-

93 Fuchs 1982, pp. 75-76; Eadem 1987, pp. 6-7, E ss., figg. 22a-22b; Helbig 1963, i, n. 36: W. Fuchs;
i, 1, ii, 1, ii, 2, ii, 3, ii, 4, ii, 5; Vacca 1594, n. 11, p. 59. Palma Venetucci 2008-2009, fig. 5).
94 De Rubeis 1645, tav. 17. 96 Coarelli 1971-1972, figg. 10-14, Palma Vene-
95 Ligorio, Neap. 2, ff. 22, 23; Palma Venetuc- tucci 2008-2009, fig. 6. Forse descritta dall’Aldo-
ci 2008-2009, fig. 2, ove furono descritte dall’Aldo- vrandi nel primo portico di Palazzo Farnese insie-
vrandi attorno al 1550 (Aldovrandi 1556, p. 170). La me ad altre statue: Aldovrandi 1556, p. 148.
prima statua, identificata con la Musa Melpomene 97 Rausa 2007, pp. 72-73.
per la maschera tragica che reca nella mano destra 98 Poiché collegabile con il colosso dipinto nel-
di restauro, alta m 3,92, trasferita in Vaticano e suc- l’affresco di Paolo Bril e Antonio Tempesta sopra
cessivamente in Francia a seguito delle confische na- menzionato che, al momento della traslazione delle
poleoniche, si trova oggi al Petit Palais a Parigi (Pal- reliquie di san Gregorio Nazianzeno, doveva trovar-
ma Venetucci 2008-2009, fig. 4). La seconda statua, si ancora dinanzi alla dimora di Marco Casali, dove
in atto di reggere il vestito a mezze maniche con la trent’anni prima l’aveva visto già l’Aldovrandi (Al-
mano sinistra mentre la mano destra è sollevata in dovrandi 1556, p. 200: «Su la strada dinanzi a questa
alto, oggi restaurata come Cerere-Demetra, con un casa si vede una donna grande come un colosso, ve-
fascio di spighe nella mano destra e lo scettro nella stita ma è senza testa, dicono essere una musa»).
sinistra, alta m 2,98, in marmo pentelico, si conser- 099 Si veda anche Faedo 1999, p. 71.
va oggi nei Musei Vaticani, dove fu portata prima del 100 Forse si tratta della statua richiesta da Ca-
1784 sotto il pontificato di Pio VI (Piva 2007, pp. 78 millo Pamphilj nel 1644 a Ippolito Vitelleschi (che
alcune novità sulla dispersione della collezione ludovisi 161
l’officina di Pasiteles dal Borda101 ed accostabile ai bassorilievi con Province dell’Hadria-
neum102) e forse alla c.d. Tusnelda già in Collezione Della Valle,103 farebbero parte del
gruppo delle 14 Nazioni.104 Tra esse piacerebbe poter comprendere anche la statua Lu-
dovisi (tale ipotesi potrà essere verificata non appena la statua di Boston sarà edita a se-
guito degli interventi conservativi da parte del Museum of Fine Arts).
Concludendo, i dati sopra esposti hanno permesso di recuperare, oltre che il pro-
gramma decorativo lungo le mura di cinta della Villa, anche nuovi dati riguardo alla
provenienza delle sculture. Auspichiamo che i documenti, i disegni e le foto dei pezzi
dispersi che presentiamo in questa sede possano in futuro portare le nostre ricerche ad
altri fruttuosi esiti e, come è stato per il passato, consentano di riuscire a rintracciare al-
tre sculture Ludovisi, la cui storia collezionistica è ben nota, disperse in vari musei d’Eu-
ropa e del mondo.

Beatrice Palma Venetucci


Codici
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bcr, ms. 33.A18, Roma, Biblioteca Corsini, Stima delle Statue del Giardino dell’Ecc.mo Sig.r Prencipe
Ludovisi in Roma stimate da me sottoscritto.
bop, ms. 59, Pesaro, Biblioteca Oliveriana, A. Chacón, Collezioni di antichità che erano del Card. Ga-
sparo Carpegna.
bsf, ms. 36.3, Firenze, Biblioteca della Soprintendenza alle Gallerie, L. Lanzi, Antichità di Roma
vedute circa il 1789 e di Bolsena Viterbo Cortona ed Arezzo nell’anno stesso di più di Volterra Lucca e
Firenze.
Ligorio, Neap. 2, Napoli, Biblioteca Nazionale, P. Ligorio, Cod. xiii.B.2 (libro viiii) Dell’Anti-
chità ... Dove si tratta di alcune varietà di vestimenti di Rè, e di Magistrati Romani. Di Privati, et del-
l’altre usanze di diversi populi.

aveva il Palazzo su via del Corso, non molto distan- 101 Coarelli 1971-1972, fig. 22; Antichità di Villa
te dal complesso pompeiano), per accompagnare le Dora Pamphilj 1977, n. 112; Borda 1953, figg. 22-24.
tre statue colossali femminili rinvenute nella villa 102 Provinciae Fideles 1999, p. 63, n. 17.
sul Gianicolo: Picozzi 1998, pp. 62-64; Villa Doria 103 Palma Venetucci 2008-2009, p. 176, fig. 11.
Pamphilj 2001, p. 91. 104 Vedi da ultimo Monterroso 2008.
162 daniela candilio · beatrice palma venetucci

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Stampato in Italia · Printed in Italy
issn 1824-6192
issn elettronico 1826-719x
SOMMA R I O

Alfonsina Benincasa, I mantelli degli eroi 9


Monica Baggio, Il sistema degli oggetti femminili nella ceramica tardoapula: segni di
rango-segni di prestigio? 31
Mariachiara Franceschini, Oreste, Elettra e la sacerdotessa. Esegesi di un’icono-
grafia pestana 55
Simone Foresta, La funzione della policromia nell’interpretazione storico-artistica
dell’Ara Pacis Augustae dal 1894 alla metà del ’900 87
Maddalena Bassani, La lastra di Santa Apollonia: problemi, ipotesi, suggestioni 107
Tamás Gesztelyi, Eneide nel Sebasteion ad Afrodisia 129
Daniela Candilio, Beatrice Palma Venetucci, Alcune novità sulla dispersione
della Collezione Ludovisi 141

Indirizzi degli autori 165

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