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Politica del consenso

Ci sono tre elementi principali attraverso cui si misura e si esprime il consenso politico nei confronti di un
regime politico:
• La convivenza pacifica tra gli individui senza bisogno di un elevato livello di coercizione, ovvero il
rapporto di obbligazione politica fondato su una relazione di comando/obbedienza che impone degli
oneri.
Questo è il più antico rapporto che lega le comunità politiche: è il rapporto che ha come figura originaria il
pater familias che deve garantire protezione e benessere alla famiglia in cambio di obbedienza. Tutte le
società ed i regimi che si sono succeduti (anche quelli totalitari) si sono sviluppati secondo questo
rapporto. Quando il sovrano assoluto non rispettava più i doveri che questo rapporto imponeva era
legittimo il tirannicidio, poiché uno dei due contraenti era venuto meno al patto fondativo. È evidente che
questo rapporto di obbligazione politica venga esercitato e declinato attraverso modalità differenti ed un uso
della forza che differisce da regime a regime. Può essere, cioè, declinato attraverso un sistema condiviso di
regole oppure attraverso un utilizzo diffuso ed insistito della forza.
• Fenomeno partecipativo, in particolare la partecipazione elettorale:
. Da un lato, in termini normativi/l, la partecipazione si è estesa ovunque: alla fine dell’800 essa era
ancora vincolata a criteri di censo, istruzione e genere. La donna si reputava innanzitutto dedita ad altre
attività ed anche inutile poiché avrebbe espresso lo stesso voto del marito o del padre lasciando invariati
gli equilibri politici, cosa storicamente smentita (es. in Italia durante il referendum del 2 Giugno 1946,
prima occasione di accesso al voto). Allo stesso tempo, una persona nullatenente o comunque con un
reddito molto basso si riteneva non avesse interesse per la cosa pubblica.
Dunque, nel corso del ‘900 vediamo come la partecipazione elettorale a livello normativo si estenda in
maniera generalizzata (all’indomani della seconda guerra mondiale il voto alle donne viene esteso quasi
ovunque); d’altra parte, però, si nota da un punto di vista effettivo una sorta di declino della
partecipazione effettiva che si è accentuato negli ultimi decenni del secolo (es. elezioni europee), il che
può apparire come un paradosso.
• Sondaggio, strumento particolare che ci consente di misurare il grado di attaccamento
dell’opinione pubblica anche al di fuori delle scadenze elettorali. Se fino alla seconda
guerra mondiale, i sistemi politici avevano alcuni momenti chiave che determinavano la loro stabilità,
ovvero le elezioni, nel corso della seconda parte del ‘900 assistiamo all’avvento di quella che ora
viene definita “democrazia
continua” in cui la scadenza elettorale ha evidentemente un peso in quanto formalizza equilibri di potere, i
quali possono però essere modificati anche sulla base della popolarità e del consenso ai leader politici
nel corso del loro mandato e lontano dalle scadenze elettorali. Il sondaggio è, quindi, lo strumento
principale attraverso cui tutti i regimi, innanzitutto quelli democratici, monitorano il grado
di consenso.

In una tale ottica si giustificavano la scelta di non estendere ulteriormente (e significativamente) i confini
imperiali, e quella di cercare di creare un nuovo apparato istituzionale (pur il più possibile 'mascherato' sotto le
vesti dell'antico ordine) che avesse un raggio d'azione molto più vasto di quello repubblicano e sanzionasse a
livello politico e burocratico l'esistenza consolidata dei poteri clientelari del princeps. I poteri clientelari, figli di
politiche unidirezionali, utilizzati anche oggi nella gestione di appalti pubblici e privati all’interno di opere più
o meno utili.

Il principato di Augusto, inoltre, prefigura chiaramente molti dei futuri problemi dell'Impero, i problemi di
carattere finanziario e quelli inerenti la gestione degli apparati imperiali. Se da un lato il princeps voleva
ovviamente cambiare il modello istituzionale, da un altro preferiva mantenere una parvenza repubblicana. Oggi
questa evidenza politica può essere assimilata all’odierna volontà della tanto paventata riforma costituzionale
e a quella di cambiare completamente struttura, cercando di risultare assolutamente meno invasivi possibili
agli occhi del cittadino medio, all’interno di una fittizia e poco reale “età dell’oro”.

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