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Indice
Voci
Italia 1
Galleria degli Uffizi 1
Galleria dell'Accademia 29
Musei Vaticani 47
Pinacoteca vaticana 52
Cappella Sistina 58
Stanze di Raffaello 72
Loggia di Raffaello 80
Musei capitolini 90
Galleria Borghese 96
Galleria Doria Pamphilj 100
Galleria nazionale d'arte antica 103
Pinacoteca di Brera 106
Gallerie dell'Accademia 113
Museo di Capodimonte 121
Francia 131
Museo del Louvre 131
Museo d'Orsay 141
Muse National Picasso 149
Spagna 177
Museo del Prado 177
Russia 185
Ermitage 185
Palazzo d'Inverno 190
Germania 199
Alte Pinakothek 199
Catalogo dell'Alte Pinakothek 201
Gemldegalerie Alte Meister 229
Gemldegalerie (Berlino) 233
Austria 239
Kunsthistorisches Museum 239
Note
Fonti e autori delle voci 269
Fonti, licenze e autori delle immagini 271
Italia
Sito [3]
Polomuseale.firenze.it/uffizi
Voci principali
La galleria
Opere
Corridoio Vasariano
Tribuna
Teatro Mediceo
Teatrino della Baldracca
Collezione Contini Bonacossi
Loggia dei Lanzi
Ex-San Pier Scheraggio
Piazza dei Giudici
Museo Galileo
Castello d'Altafronte
La Galleria degli Uffizi un importante museo italiano situato a Firenze ed uno dei pi conosciuti e rilevanti al
mondo.
L'edificio ospita una superba raccolta di opere d'arte inestimabili, derivanti, come nucleo fondamentale, dalle
collezioni dei Medici, arricchite nei secoli da lasciti, scambi e donazioni, tra cui spicca un fondamentale gruppo di
opere religiose derivate dalle soppressioni di monasteri e conventi tra il XVIII e il XIX secolo.
Divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, l'esposizione mostra opere dal XII al XVIII
secolo, con la migliore collezione al mondo di opere della scuola toscana, e fiorentina in particolare, che permette di
apprezzare lo sviluppo dal gotico al Rinascimento fino al manierismo, da Cimabue a Michelangelo, passando per
Giotto, Leonardo da Vinci e Raffaello. Senza pari la raccolta di opere di Sandro Botticelli. Ben rappresentate, con
autentici capolavori, sono anche le altre scuole italiane ed europee (Mantegna, Tiziano, Parmigianino, Drer,
Rubens, Rembrandt, Caravaggio, Canaletto, ecc.). Di grande pregio sono anche la collezione di statuaria antica e
quella dei disegni.
Nel 2008 stato visitato da 1.553.951 persone rendendolo il museo d'arte italiano pi visitato[2].
La storia
Cosimo I e Vasari
Con l'insediamento del duca Cosimo I de' Medici
nell'antica sede comunale di Palazzo Vecchio, inizi la
politica d'esaltazione della monarchia all'interno del
perimetro cittadino. Nel 1560 il duca volle riunire le 13
pi importanti magistrature fiorentine, dette uffici e
collocate in precedenza in varie sedi, in un unico
edificio posto sotto la sua diretta sorveglianza, in modo
da affiancare al vecchio Palazzo della Signoria una
nuova sede governativa, consona alla potenza politica e
militare acquisita da Firenze dopo la conquista di
Siena. Il luogo scelto per la nuova costruzione fu un
lembo di terra fra il lato meridionale di piazza della Domenico Poggini, megalia di Cosimo I
Signoria e il lungarno, in un quartiere popolare dove si celebrante la creazione degli Uffizi
trovava il porto fluviale di Firenze.
Per il matrimonio del figlio Francesco con Giovanna d'Austria, nel 1565, il Duca decret di aprire una via
soprelevata e segreta tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, la nuova residenza della dinastia Medici e collegata
direttamente alla cerchia bastionata di Firenze. Il Vasari in soli sei mesi costru il cosiddetto Corridoio Vasariano,
che, da Palazzo Vecchio, superata via della Ninna con un ponte coperto, percorre parte della galleria, superando
l'Arno sopra al Ponte Vecchio, sbuca nel quartiere d'Oltrarno, arrivando nel giardino di Boboli e da l in Palazzo
Pitti; da questo luogo venne in seguito predisposto un raccordo per raggiungere in sicurezza il Forte Belvedere.
Nell'agosto 1572 tutte le magistrature dalla parte di San Pier Scheraggio sono gi insediate nei nuovi uffici anche se
l'edificio non completato.
Francesco I e Buontalenti
Nel 1574 con il Duca Francesco I de' Medici la direzione dei lavori venne affidata a Bernardo Buontalenti, che
complet la fabbrica, insieme a Alfonso Parigi il vecchio. Nell'ottobre 1580 l'edificio venne ultimato con il
congiungimento, dalla parte della Zecca, alla Loggia grande e antica di Piazza16. Tra il 1579 e il 1581 le volte
della Galleria furono affrescate con motivi a "grottesca" da Antonio Tempesta e successivamente da Alessandro
Allori, con cui collaborarono Ludovico Buti, Giovanmaria Butteri, Giovanni Bizzelli e Alessandro Pieroni.
Nel 1581 Francesco I, figlio di Cosimo, decise di chiudere ed adibire la loggia dell'ultimo piano a galleria personale
dove raccogliere la sua magnifica collezione di dipinti quattrocenteschi, contemporanei di cammei, medaglie, pietre
dure, statue antiche e moderne, di oreficerie, bronzetti, armature, miniature, strumenti scientifici e rarit
naturalistiche, ma anche ritratti della famiglia Medici e di uomini illustri. Si tratta del primo nucleo della futura
Galleria degli Uffizi
Per meglio allestire la collezione, a partire da quell'anno stesso, il Buontalenti edific la Tribuna nel braccio lungo
degli Uffizi, ispirandosi alla Torre dei Venti di Atene, descritta da Vitruvio nel primo libro dell'Architettura, nucleo
centrale della Galleria medicea.
Nel 1583 Francesco I fece trasformare la terrazza, sopra la Loggia dei Lanzi, in un giardino pensile, ora scomparso,
dove la corte si riuniva per ascoltare esibizioni musicali ed altri intrattenimenti.
Galleria degli Uffizi 4
Nello stesso periodo (1586), spetta ancora al genio del Buontalenti il compimento del Teatro mediceo fatto costruire
in corrispondenza del primo e del secondo piano attuali dell'ala orientale del museo. Si tratta di un grande vano
rettangolare circondato da gradinate su tre lati, con nel mezzo il palco dei principi. Nel XIX secolo il teatro sar
suddiviso in due piani: nel primo ora ha sede il Gabinetto Disegni e Stampe, nel secondo alcune sale della Galleria.
Del teatro nel suo complesso resta soltanto il Vestibolo, dove a sinistra sistemato quello che un tempo costituiva il
portale d'ingresso al teatro, oggi ingresso del Gabinetto Disegni e Stampe; di fronte, le tre porte del Ricetto: su quella
centrale, con le ante lignee intagliate con stemmi medicei, vi il busto di Francesco I.
I Medici
Nel 1587 col Duca Ferdinando I de' Medici la collezione venne
arricchita con la cosiddetta "Serie Gioviana", una raccolta di
ritratti di uomini illustri intrapresa dal Vescovo di Como Paolo
Giovio, che oggi esposta in alto tra le travature delle gallerie
delle statue. Per volont ducale venne realizzata, chiudendo un
terrazzo vicino alla tribuna, la sala detta "delle carte geografiche"
le cui pareti furono affrescate da Ludovico Buti con le mappe del
"dominio vecchio fiorentino", "dello Stato di Siena" e "dell'Isola
d'Elba" e nel soffitto furono posizionate alcune tele dipinte da
Jacopo Zucchi con rappresentate favole mitologiche. Al centro
Uffizi verso l'Arno
della stanza stava un mappamondo e una sfera armillare (oggi al
Museo di Storia della Scienza); inoltre venne compiuto lo
"Stanzino delle matematiche" destinato a raccogliere strumenti
scientifici, con una volta decorata da una bella donna,
personificazione della Matematica, affiancata alle pareti dalle
Scene con le invenzioni di Archimede.
del cardinale Leopoldo de' Medici, fratello del Granduca, che cominci con grande passione a raccogliere in
collezione disegni, miniature ed autoritratti.
Tra il 1696 e il 1699 sotto il regno Cosimo III de' Medici, i geni di Giuseppe Nicola Nasini e Giuseppe Tonelli
decorarono con grande maestria le volte del braccio che guarda all'Arno, e poco dopo si ampli il braccio di ponente
della Galleria, adibendo i nuovi locali ad ospitare una deliziosa collezione di autoritratti, raffinatissime porcellane,
medaglie, disegni e bronzetti.
Nella Fonderia, ovvero farmacia, si and raccogliendo ci che stimolava soprattutto la curiosit naturalistica
rinascimentale: alcune mummie, numerosi animali imbalsamati, uova di struzzo e corni di rinoceronte. Riguardo alle
raccolte, il Duca Cosimo III acquist numerosi quadri fiamminghi (molti i Rubens) ed alcune preziose statue
romane, come la celebre Venere Medici, un rarissimo originale greco che divenne a buon diritto fra le pi conosciute
sculture della galleria.
I Lorena
Ormai spentasi la dinastia dei Medici nel 1737 dopo la morte di
Gian Gastone, la sorella di quest'ultimo, Anna Maria Ludovica,
con la Convenzione del medesimo anno, cedette le raccolte
medicee alla dinastia dei Lorena, a patto che le opere restassero a
Firenze ed inalienabili: fu l'atto, puntualmente rispettato dai
Lorena, che permise la conservazione intatta delle vaste e sublimi
collezioni fino ai nostri giorni, senza disperdersi o prender la via
fuori dall'Italia, come purtroppo accadde alle altrettanto
eccezionali di Mantova o di Urbino.
Nel 1779 venne realizzata da Gaspare Maria Paoletti la Sala della Niobe, dove vennero allestite un complesso di
sculture antiche raffigurante Niobe e i suoi figli, proveniente dalla Villa Medici a Roma.
Galleria degli Uffizi 6
Otto e Novecento
Tra il 1842 e il 1856, vennero inserite 28 statue marmoree nelle
nicchie dei pilastri all'esterno della Galleria, con i toscani illustri
dal Medioevo all'Ottocento. Tra le pi pregiate della serie ci sono
la statua di Giotto di Giovanni Dupr, a sinistra sul terzo pilastro,
il Machiavelli di Lorenzo Bartolini, all'undicesimo, la statua di
Sant'Antonino del Dupr, a destra nel quarto pilastro, e il
Michelangelo[9] di Emilio Santarelli.
Architettura
La costruzione fu iniziata nel 1560 realizzata adottando l'ordine
dorico, secondo il Vasari, "pi sicuro e pi fermo degl'altri, [...]
sempre piaciuto molto al signor duca Cosimo" nel 1565
presentava gi completati i cosiddetti Uffizi Lunghi e il tratto che
si affacciava sull'Arno.
Il palazzo degli Uffizi composta da due corpi di fabbrica
longitudinali principali, collegati verso sud da un lato pi breve del
tutto analogo, dando origine cos ad un complesso a "U", che
abbraccia un piazzale e sfonda prospettivamente verso piazza della
Signoria, con una perfetta inquadratura di Palazzo Vecchio e della
Il loggiato degli Uffizi di notte
sua torre.
Sale
Vestibolo d'entrata
L'ambiente, costituito da tre vestiboli venne ricavato alla fine del Settecento col completamento dello scalone
monumentale, il nuovo accesso alla Galleria, per volont del granduca Pietro Leopoldo. Nel primo vestibolo sono
busti in marmo e porfido dei Medici da Francesco I a Gian Gastone; comunicante con questo il vestibolo
rettangolare, decorato nella volta da Giovanni da San Giovanni con Capricci mitologici, allestito con are, busti
antichi e moderni; nel Vestibolo ellittico: statue romane, sarcofagi e rilievi antichi. La porta che immette nella
Galleria, con ai lati sono due Cani molossi, copie romane del I secolo d.C., sormontata dal busto di Pietro
Leopoldo.
Corridoio est
I tre corridoi che corrispondono ai tre corpi del palazzo, corrono lungo tutto il lato interno e su di essi si aprono le
sale, anche se grazie alle porte di intercomunicazione interna, non necessario attraversarli per il percorso principale
della galleria. I corridoi sono decorati nei soffitti e le ampie vetrate rivelano il loro primitivo aspetto di loggia aperta
coperta.
Oggi i corridoi ospitano la collezione di statuaria antica, iniziata da Lorenzo il Magnifico, che conservava le opere
nel Giardino di San Marco vicino al Palazzo Medici per farle copiare dai giovani artisti. La raccolta fu ampliata da
Cosimo I dopo il suo primo viaggio a Roma del 1560 quando scelse di destinare le statue per abbellire Palazzo Pitti e
i ritratti e i busti per Palazzo Vecchio. Infine venne accresciuta ancora all'epoca di Pietro Leopoldo di Lorena,
quando si portarono a Firenze le opere di Villa Medici, raccolte in gran parte dal futuro granduca Ferdinando I,
all'epoca cardinale.
curioso notare che tali opere, oggi spesso distrattamente scansate dai visitatori, fino al primo Ottocento erano
motivo di interesse principale della visita alla galleria. Secondo alcune fonti fu un saggio di John Ruskin a ridestare
l'interesse per la pittura rinascimentale del museo, fino ad allora bistrattata.
Le sculture sono di grande valore e risalgono soprattutto all'epoca romana, con numerose copie di originali greci,
secondo la consuetudine dell'epoca. A volte le statue incomplete o spezzate vennero restaurate e integrate dai grandi
scultori del Rinascimento. La disposizione delle sculture oggi ricalca il pi possibile quella di fine del Settecento,
quando permettevano il confronto tra maestri antichi e moderni, un tema allora molto caro, e quindi la funzione delle
Galleria degli Uffizi 9
statue tuttora essenziale e fortemente caratterizzante dell'origine e della funzione storica della galleria.
Il primo, lungo corridoio quello est, riccamente decorato nel soffitto da grottesche risalenti al 1581, mentre corre al
limite del soffitto, una lunga serie di ritratti, la serie gioviana, intervallata da dipinti di dimensione pi grande degli
esponenti principali della famiglia Medici, la serie Aulica iniziata da Francesco I de' Medici, con i ritratti da
Giovanni di Bicci a Gian Gastone.
Ai ritratti pittorici fanno da contraltare la serie dei busti romani, ordinati cronologicamente a fine del Settecento in
maniera di coprire tutta la storia imperiale.
Fra le opere di statuaria pi importanti si segnalano un Ercole e Centauro, da un originale tardoellenistico, integrato
nella figura dell'eroe da Giovan Battista Caccini nel 1589; un Re Barbaro, composto nel 1712 a partire dal solo busto
antico; Pan e Dafni, da un originale di Eliodoro di Rodi dell'inizio del I secolo a.C.; il Satiro danzante o Bacco
fanciullo, da un originale ellenistico, restaurato nel Cinquecento.
Tra i sarcofagi antichi spiccano quelli col Ratto di Proserpina e col Ratto delle Leucippidi. Pi avanti si incontrano
una statua di Proserpina, da un originale greco del IV secolo a.C., il sarcofago delle Fatiche di Ercole, la copia
antica dell'Apollo con l'oca di Skopas (IV secolo a.C.), e il sarcofago con la Caccia al cinghiale Calidonio.
Ai lati dell'ingresso della Tribuna si trovano un Ercole, da un originale di Lisippo, e un busto di Adriano appartenuto
a Lorenzo il Magnifico.
Nell'ultima parte del corridoio si incontrano il piccolo sarcofago del Tiaso Marino, destinato secondo l'iscrizione a
una bambina, le due Veneri, da originali del IV secolo a.C. e un Apollo ellenistico, che si trovava all'ingresso di Villa
Medici e invitava, col braccio destro di restauro, ad accedere alla casa, come se fosse il regno del dio stesso.
Sala 1 Archeologica
La sala venne creata nel 1921, in questa sono allestite opere per lo pi provenienti da Roma, tra queste tre statue
romane copie del Doriforo di Policleto, opera greca del I secolo a.C.: una in bronzo, una in marmo e quella che
considerata la copia pi fedele, il Torso del Doriforo in basalto verde, mai integrata per la durezza difficile da
scolpire del materiale. Interessante anche un Busto di Cicerone in onice, della met del I secolo d.C. Il Torso Gaddi
forse un originale greco del I secolo a.C.
Tra i rilievi si segnalano quello di una Biga (V-IV secolo a.C.) e il fregio dell'Atena Nike (restaurato nel Settecento
da Bartolomeo Cavaceppi).
Appartengono al filone "plebeo" dell'arte romana i due rilievi con Scene di bottega, del I secolo d.C. I rilievi dell'Ara
Pacis sono calchi: i Medici possedevano la lastra originale della Saturnia Tellus, che nel 1937 tornarono a Roma per
ricomporre il monumento. Di epoca pure augustea sono i frammenti di parasta a girali, mentre ai lati si trovano due
rilievi di amorini, uno con gli attributi di Giove (il fulmine) e uno con quelli di Marte (la corazza): facevano parte di
una serie molto famosa nel Medioevo, alla quale Donatello si ispir per la cantoria di Santa Maria del Fiore.
Provengono da un fregio adrianeo del II secolo d.C. il Tempio di Vesta e la Scena di sacrificio. Il sarcofago con le
Fatiche di Ercole caratterizzata da un pi accentuato contrasto luminoso, tramite la lavorazione a trapano; le
diverse et di Ercole raffigurate alludono ai periodi della vita.
Galleria degli Uffizi 10
di Lorenzo il Magnifico nel Palazzo Medici, oggi diviso tra la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi e gli
Uffizi, appunto. In questa raffigurazione apparentemente caotica della battaglia, tutto razionalizzato e inquadrato
dalla prospettiva che guida il pittore nella disposizione razionale di tutti gli elementi, dai cavalli ai soldati, alle lance
degli stessi, che cadute in terra formano figure geometriche.
Beato Angelico fu uno dei primi artisti a recepire la nuova sensibilit, come testimonia l'Incoronazione della Vergine
del 1435 circa, che, seppur ancora circondata dallo sfondo oro tipicamente medievale, trasmette una sensazione di
prospettiva ragionata nel dispiegarsi dei cori degli angeli.
Importante opera di Domenico Veneziano la Pala di Santa Lucia de' Magnoli, del 1445 circa, una sacra
concertazione che si svolge in un ambiente dalla prospettiva realistica, con una luce naturale, mattiniera e cristallina,
che d corpo alle figure, tipica dell'autore. Si tratta anche di uno dei primi esempi di nuovo formato rettangolare per
le pale d'altare, privo del fondo oro.
Dopo il riordino degli anni novanta il Doppio ritratto dei Duchi d'Urbino di Piero della Francesca stato spostato
nella sala successiva.
Con l'avvicinarsi del XVI secolo l'ondata reazionaria ultra-religiosa di Girolamo Savonarola inizi a farsi sempre pi
pressante nella societ fiorentina e questo si manifesta pi o meno gradualmente in tutti gli artisti dell'epoca. Anche
Botticelli, dopo un'opera fastosa come la Madonna del Magnificat inizi ad adottare uno stile pi libero, sciolto dalla
lucidit geometrica della prospettiva del primo Quattrocento (Madonna della Melograna, Pala di San Barnaba), con
qualche esperimento arcaicista come l'Incoronazione della Vergine dove il maestro torna allo sfondo oro in una
scena pare ispirata dalla lettura di Dante. Il periodo pi cupo della predicazione savonaroliana porta una definitiva
ventata di misticismo pessimista nella sua pittura: la Calunnia (1495) simboleggia il fallimento dello spirito
ottimistico umanista, con la constatazione della bassezza umana e la relegazione della verit.
Ma questa sala contiene anche altri numerosi capolavori: particolarmente azzeccata la collocazione del Trittico
Portinari, opera fiamminga di Hugo van der Goes del 1475 circa portata da una banchiere della ditta Medici a
Bruges nel 1483, che con la sua estraneit formale verso le opere circostanti ben rende l'effetto di fulgida meteora
che questa opera ebbe nei circoli artistici fiorentini della seconda met del Quattrocento. A un esame pi accurato si
iniziano a cogliere per le affinit con le opere realizzate successivamente, la maggior cura dei dettagli, la migliore
resa luministica dovuta alla pittura ad olio che i pittori fiorentini cercarono di imitare, arrivando anche a copiare
alcuni elementi dell'opera fiamminga, come gli omaggi chiari di Domenico Ghirlandaio nella sua analoga
Adorazione dei pastori nella basilica di Santa Trinita.
Un'altra opera fiamminga la Deposizione nel sepolcro di Rogier van der Weyden (1450 circa), con la composizione
ripresa da un pannello di Beato Angelico, che testimonia i reciproci scambi tra maestri fiamminghi e fiorentini.
Galleria degli Uffizi 14
Sala 15 di Leonardo
La sala documenta gli esordi artistici di Leonardo da Vinci, a partire dalla prima opera documentata, il Battesimo di
Cristo del 1475, opera del suo maestro Verrocchio nella quale il giovane Leonardo dipinse la testa dell'angelo di
sinistra, il paesaggio e forse il modellato del corpo di Cristo. Il Vasari racconta che Verrocchio sentendosi superato
dall'allievo, abbandon la pittura dedicandosi soltanto alla scultura.
Un'altra opera giovanile l'Annunciazione, dipinta dal maestro ventenne, dove gi sono visibili le qualit dello
sfumato leonardesco e la sua attenzione alle vibrazioni atmosferiche (si pensi all'angelo appena atterrato), ma con
qualche errore prospettico, come il libro sul quale la Vergine posa un braccio, che al suolo poggia su un basamento
ben pi avanzato rispetto alle gambe della Madonna.
L'Adorazione dei Magi invece un'opera incompiuta nella quale lampante il senso innovatore del genio di Vinci,
con una composizione originalissima incentrata sulla Madonna e il Bambino in un rutilante scenario di numerose
figure in movimento, fra le quali non compaiono per il tradizionale San Giuseppe o la capannuccia.
Altre opere nella sala il Cristo nell'orto e la Piet, opere mature di Pietro Perugino, il Crocifisso con la Maddalena di
Luca Signorelli, l'Incarnazione (1505) di Piero di Cosimo o l'Adorazione dei pastori di Lorenzo di Credi.
Sala 17 dell'Ermafrodito
Questa piccola sala, con accesso dalla Tribuna, era un tempo lo Stanzino delle Matematiche, creato per Ferdinando I
de' Medici. Il soffitto venne infatti decorato con un'allegoria della Matematica ed episodi che celebrano la cultura
scientifica antica. Oggi espone la collezione di bronzetti moderni e alcune opere scultorie antiche, fra le quali
spiccano due sculture romane fra le pi note del museo: l'Ermafrodito e il gruppo di Amore e Psiche, entrambe copie
di originali ellenistici.
La Tribuna
La Tribuna una saletta ottagonale che rappresenta la parte pi antica della galleria. Fu commissionata da Francesco
I de' Medici nel 1584 per sistemarvi le collezioni archeologiche e in seguito vi furono collocati tutti i pezzi pi
preziosi e amati delle collezioni medicee. Divenuta molto popolare ai tempi del Grand tour, si dice fu un'ispirazione
per le Wunderkammer di numerosi nobili europei. L'ambiente coperto da cupola incrostata di conchiglie e
madreperla e percorsa da costoloni dorati e lanterna su cui era una rosa dei venti, collegata all'esterno da una
banderuola. La Tribuna presenta nelle pareti di rosso scarlatto, dato dalla tappezzerie di velluto, su cui sono appesi i
quadri e mensole per oggetti e statue; lo zoccolo, oggi perduto, venne dipinto da Jacopo Ligozzi con uccelli, pesci e
altre meraviglie naturalistiche; al centro stava un tempietto-scrigno, ovvero un mobile ottagonale che custodiva i
pezzi pi piccoli e pregiati della collezione; il pavimento venne realizzato a intarsi marmorei.
La Tribuna, le sue decorazioni e gli oggetti che conteneva alludevano ai quattro elementi (Aria, Terra, Acqua,
Fuoco): per esempio la rosa dei venti nella lanterna evocava l'aria, mentre le conchiglie incastonate nella cupola
l'Acqua; il fuoco era simboleggiato dal rosso delle pareti e la terra dai preziosi marmi sul pavimento. Tutta questa
simbologia era poi arricchita da statue e pitture che sviluppavano il tema degli Elementi e delle loro combinazioni. Il
Galleria degli Uffizi 15
significato affidato all'insieme era, inoltre, la gloria dei Medici, che grazie alla volont divina, aveva raggiunto il
potere terreno, simboleggiato dai magnifici oggetti rari e preziosi posseduti.
Nel corso del tempo la Tribuna ha subito numerose trasformazioni. Nell'Ottocento l'ordinamento originario venne
smembrato e gli oggetti divisi secondo il genere e la categoria di appartenenza, facendo nascere i primi nuclei di vari
musei fioprentini odierni, come il Museo degli Argenti, il Museo di Mineralogia e Litologia, quello Archeologico,
ecc.
Oggi comunque l'unica sala nella quale si pu comprendere lo spirito originario degli Uffizi, cio di luogo di
meraviglia dove si potessero confrontare direttamente le opere degli antichi, rappresentate dalla scultura, e quelle dei
moderni, con le pitture. Attorno al pregevole tavolo intarsiato in pietre dure (del 1633-1649) sono poste in circolo
alcune delle pi famosa sculture antiche dei Medici, come il Fauno Danzante (replica romana di un originale del III
secolo a.C.), i Lottatori (copia di epoca imperiale), l'Arrotino (che affilava il coltello nel gruppo di Marsia), lo Scita,
(copia di una statua della scuola di Pergamo che faceva parte di un gruppo con Marsia), l'Apollino e soprattutto la
celebre Afrodite Medici, un originale greco del I secolo a.C. acquistato a Roma nel Cinquecento, che copia l'Afrodite
Cnidia di Prassitele, tra i capolavori assoluti della statuaria classica.
Le pitture sono tutte del periodo dopo il 1530, in particolare risalgono al filone della maestosa pittura di corte
fortemente promossa da Cosimo I e da sua moglie Eleonora da Toledo. Di quest'ultima il celebre Ritratto di
Eleonora di Toledo col figlio Giovanni di Agnolo Bronzino, autore anche dei ritratti di Bartolomeo Panciatichi e di
sua moglie Lucrezia, dei Principini medicei e del dipinto del Giovane con liuto. Altri ritratti sono opere del Vasari
(Lorenzo il Magnifico), di Jacopo Pontormo (Ritratto di Cosimo il Vecchio), mentre fra i dipinti di soggetto diverso
spiccano il Putto musicante di Rosso Fiorentino e la Dama col petrarchino di Andrea del Sarto.
Il monumentale stipo in pietre dure conteneva la collezione di inestimabili pietre preziose, cammei antichi e pietre
dure lavorate, una delle collezioni pi amate dai Medici, i quali spesso facevano incidere le proprie iniziali sui pezzi
pi pregiati: oggi sono esposte in diverse sedi, al Museo degli Argenti, al Museo archeologico nazionale fiorentino e
al Museo di Mineralogia e Litologia.
Sala 20 di Drer
Nella sala 20 sono esposte importanti opere di scuola tedesca che testimoniano l'influenza e la diffusione dell'arte
fiorentina verso anche altre scuole pi lontane, nel periodo tra il Quattro e il Cinquecento. Il soffitto presenta una
decorazione ad affresco con grottesche originali del Cinquecento, mentre le vedute di Firenze vennero aggiunte in
seguito nel Settecento; curiosa la veduta della basilica di Santa Croce senza la facciata ottocentesca.
Il nucleo relativo a Albrecht Drer il pi significativo, e mostra sia la capacit tipicamente nordica di infondere
grande realismo alle opere (come nel Ritratto del padre del 1490), sia i debiti verso al pittura italiana nell'uso della
prospettiva e della colorazione simbolica (come nell'Adorazione dei Magi del 1504 o nei Santi Filippo e Giacomo
del 1516). Completano l'esposizione esempi di opere di Lukas Cranach (Adamo ed Eva), Hans Maler zu Schwaz, Jan
Brueghel il Vecchio e altri.
Corridoio sull'Arno
Questo ambiente, spettacolore per le vedute sul Ponte Vecchio, sull'Arno e sulle colline a sud di Firenze, ospita da
secoli le opere migliori della statuaria antica, per via della spettacolarit dell'ambientazione e per la massima
luminosit (infatti affaccia a sud). Gli affreschi dei soffitti sono a tema religioso, eseguiti tra il 1696 e il 1699 da
Giuseppe Nicola Nasini e Giuseppe Tonelli, per iniziativa del "cattolicissimo" granduca Cosimo III, a parte le prime
due campate che sono cinquecentesche: una con un finto pergolato e una con le grottesche.
Tra le statue esposte si trovano un Amore e Psiche, copia romana di un originale ellenistico, e il cosiddetto
Alessandro morente, una testa ellenistica derivata da un originale di Pergamo, modello spesso citato di espressione
patetica. Agli incroci coi corridoi principali si trovano due statue del tipo Olympia, derivate dalla Venere seduta di
Fidia, una del IV secolo e una del I secolo con la testa rifatta in epoca moderna.
Sul lato verso l'Arno sono posti un altare dei Lari, di epoca augustea, un sarcofago con la Caduta di Fetonte e, sul
retro, le Corse nel Circo Massimo (II secolo), la Fanciulla seduta pronta alla danza (II secolo a.C., facente parte di
un gruppo col Satiro danzante del quale esiste una copia davanti all'ingresso della Tribuna) e un Marte in marmo
nero (da un originale del V-IV secolo a.C.).
Galleria degli Uffizi 18
Sul lato opposto si trovano un frammento di Lupa in porfido, copia da un originale del V secolo a.C., l'ara cilindrica
con il Sacrificio di Ifigenia (I secolo d.C.; Agamennone la figura velata, a significare il suo dolore come inventato
dal pittore greco Timante) e un Dioniso e satiro, col solo busto antico, mentre il resto venne aggiunto da Giovan
Battista Caccini nel tardo Cinquecento.
Corridoio ovest
Nel corridoio ovest, usato come galleria a partire dalla seconda met del XVII secolo dopo aver ospitato le officine
artigiane, continua la serie di statue classiche di provenienza soprattutto romana, in larga parte acquistate al tempo di
Cosimo III sul mercato antiquario romano. Fra le opere pi interessanti le due statue a tutto tondo di Marsia (bianco
e rosso), poste una di fronte all'altra e copie romane di un originale tardo ellenistico: quello rosso appartenne a
Cosimo il Vecchio e la testa venne integrata, secondo Vasari, da Donatello. Pi avanti si trova un copia del
Discobolo di Mirone, col braccio destro restaurato come se si coprisse il volto (a lungo venne per questo aggregata al
gruppo di Niobe). Il Mercurio un pregevole nudo derivato da Prassitele restaurato nel Cinquecento. A sinistra del
vestibolo d'uscita si trova un busto di Caracalla, con l'espressione energica che ispir i ritratti di Cosimo I de'
Medici. Alla parete opposta si trovano una Musa del IV secolo a.C. di Atticiano di Afrodisia e un Apollo con la
cetra, busto antico elaborato dal Caccini. La Venere celeste un altro busto antico integrato nel Seicento da
Alessandro Algardi: per questo quando vennero ritrovate le braccia originali non vennero reintegrate. La Nereide
sull'Ippocampo deriva da un originale ellenistico. Notevole il realismo ritrattistico del Busto di Fanciullo, detto
anche del Nerone bambino.
In fondo al corridoio si trova il Laocoonte copiato da Baccio Bandinelli per Cosimo I de' Medici su richiesta del
cardinale Giulio de' Medici, con integrazioni del Bandinelli stesso desunte dal racconto virgiliano. Si tratta dell'unica
statua interamente moderna dei corridoi, che permette il confronto, un tempo cos caro ai Medici, tra maestri
moderni e antichi.
La decorazione del soffitto avvenne tra il 1658 e il 1679 su iniziativa di Ferdinando II de' Medici, con soggetti legati
a uomini illustri fiorentini, quali esempi di virt, e le personificazioni delle citt del Granducato di Toscana. I pittori
che parteciparono all'opera furono Cosimo Ulivelli, Angelo Gori, Jacopo Chiavistelli e altri. Quando le ultime dodici
campate andarono perdute in un incendio nel 1762, gli affreschi vennero reintegrati da Giuseppe del Moro, Giuliano
Traballesi e Giuseppe Terreni.
Verone sull'Arno
Le sale successive si trovano al piano inferiore, al primo. Dopo lo spazio nell'ala est dedicato alle esposizione
temporanee (che si deve attraversare comunque anche se non ve ne alcuna in corso) si giunge al Verone sull'Arno,
con le grandi finestre che danno sul fiume e sul piazzale degli Uffizi. Qui si trovano tre sculture monumentali.
Il Vaso Medici (al centro), grande cratere neoattico tra i tesori arrivati al museo da Villa Medici, risale alla seconda
met del I secolo a.C. ed straordinario per dimensioni e per qualit. Vi raffigurata nella base una scena a
bassorilievo con gli eroi Achei che consultano l'oracolo di Delfi prima della partenza per la guerra di Troia.
Il Marte Gradivo di Bartolomeo Ammannati, con il Dio rappresentato come nell'atto di incitare un esercito
standone a capo, mentre sul lato opposto si trova il Sileno con Bacco fanciullo di Jacopo del Duca, copia di una
statua romana oggi al Louvre, da un originale bronzeo del IV secolo, forse di Lisippo: anche queste due statue erano
a villa Medici e decoravano la loggia che d sul giardino.
Altre immagini
Esterno Targa
Galleria degli Uffizi 26
01. Cosimo de' Medici 02. Lorenzo de' Medici 03. Andrea Orcagna 04. Nicola Pisano
05. Giotto 06. Donatello 07. Leon Battista 08. Leonardo da Vinci
Alberti
09. Michelangelo 10. Dante Alighieri 11. Francesco Petrarca 12. Giovanni
Boccaccio
Galleria degli Uffizi 27
13. Niccol Machiavelli 14. Francesco 15. Amerigo Vespucci 16. Francesco Ferrucci
Guicciardini
17. Giovanni delle Bande Nere 18. Pier Capponi 19. Farinata degli Uberti 20. Galileo Galilei
21. Pier Antonio Micheli 22. Francesco Redi 23. Paolo Mascagni 24. Andrea Cesalpino
Galleria degli Uffizi 28
25. Sant'Antonino Pierozzi 26. Accursio 27. Guido Aretino 28. Benvenuto Cellini
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Galleria_degli_Uffizi& language=it& params=43_46_6. 38_N_11_15_21.
24_E_type:landmark
[2] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static. touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[3] http:/ / www. polomuseale. firenze. it/ musei/ uffizi
[4] A.S.F., Nove conservatori del dominio e della giurisdizione fiorentina 3710, c. 1v.
[5] cava posta in una localit tra Maiano e Coverciano, di propriet di Maddalena Gaddi degli Alessandri, famosa per la qualit della pietra
estratta.
[6] ASF, Nove conservatori del dominio e della giurisdizione fiorentina 3710, c. 1v.
[7] Claudia Conforti e Francesca Funis, a cura di, Deliberazioni di partiti della fabbrica de' 13 magistrati, Gangemi editore
[8] Claudia Conforti e Francesca Funis, a cura di, Op. cit., Gangemi editore
[9] La statua di Michelangelo su www.duesecolidiscultura.it (http:/ / www. duesecolidiscultura. it/
monumento-a-michelangelo-buonarotti--emilio-santarelli/ )
Voci correlate
Musei di Firenze
Pinacoteca di Brera, Milano
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Musei Vaticani, Roma
Museo di Capodimonte, Napoli
Bibliografia
Guido Achille Mansuelli, Galleria degli Uffizi. Le sculture, Roma, 1958-61, 2 volumi.
Luciano Berti (a cura di), Gli Uffizi. Catalogo generale, Firenze, 1980.
Gli Uffizi. Quattro secoli di una Galleria, atti del convegno internazionale di studi tenuto a Firenze tra il 20 e il 24
settembre 1982; a cura di P. Barocchi e G. Ragionieri; Firenze, 1983, 2 volumi.
C. Caneva, A. Cecchi, Antonio Natali, Gli Uffizi. Guida alle collezioni e catalogo completo dei dipinti, Firenze,
1986.
Mina Gregori, Uffizi e Pitti. I dipinti delle gallerie fiorentine, Udine, Magnus, 1994.
M. Scudieri, Gli uomini illustri del loggiato degli Uffizi. Storia e restauro, Firenze, Edifir, 2001.
Gloria Fossi, Uffizi, Giunti, Firenze 2004. ISBN 88-09-03675-1
AA.VV., Galleria degli Uffizi, collana I Grandi Musei del Mondo, Scala Group, Roma 2003.
Galleria degli Uffizi 29
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/:Category:Uffizi
Collegamenti esterni
Sito ufficiale (http://www.polomuseale.firenze.it/musei/uffizi/)
La Collezione Contini Bonacossi (http://www.polomuseale.firenze.it/musei/continibonacossi/)
Un scheda sul Vaso Medici, Amici degli Uffizi (http://www.amicidegliuffizi.com/29bita.htm)
Sito ufficiale del progetto in corso di espansione del museo, Nuovi Uffizi (http://www.nuoviuffizi.it/)
Galleria dell'Accademia
[1]
Coordinate geografiche: 434636N 111533E43.77671N 11.259103E
Galleria dell'Accademia
Ingresso
Tipo Arte
Sito [2]
pagina web
Voci principali
Galleria dell'Accademia
Opere d'arte
Accademia di Belle Arti
Conservatorio
Museo degli strumenti musicali
Via degli Alfani
Opificio delle pietre dure
Tabernacolo delle cinque lampade
Via Ricasoli
Palazzo di Bettino Ricasoli
Palazzo Gerini
Teatro Niccolini
Visita il Portale di Firenze
La Galleria dell'Accademia un museo di Firenze, situato in via Ricasoli. Il museo deve la sua popolarit alla
presenza del celeberrimo David di Michelangelo e di altre sue opere.
Galleria dell'Accademia 30
All'interno della Galleria ospitato anche il Museo degli strumenti musicali, dove sono esposti alcuni strumenti
musicali appartenenti al Conservatorio Luigi Cherubini.
Nel 2008 stata visitata da 1.234.321 persone.[3]
Storia
La fondazione
Nel 1784, nei locali dell'ospedale di San Matteo e del convento di San Niccol di Cafaggio, il Granduca Pietro
Leopoldo di Lorena fond l'Accademia di Belle Arti, riunendo varie istituzioni tra le quali l'antica Accademia delle
Arti del Disegno, fondata nel 1563 da Cosimo I de' Medici. Al nuovo ente deputato all'insegnamento dell'arte venne
affiancata una galleria in cui gli studenti avrebbero potuto trovare opere d'arte (originali e in riproduzioni) su cui
basare la conoscenza, lo studio e l'imitazione per la propria carriera artistica. In quella che era la galleria maschile
dell'ex-ospedale, oggi parte dell'Accademia lungo via Cesare Battisti, vennero collocati i gessi, i disegni e i modelli
vari, mentre in quella che era stata la corsia delle donne (attuale Gipsoteca Bartolini/Salone dell'Ottocento) vennero
sistemati i dipinti[4].
Il nucleo originario della galleria comprendeva quindi due grandiosi modelli in gesso del Giambologna (il Ratto
delle Sabine, ancora in loco, e la Virt che opprime il Vizio, oggi in Palazzo Vecchio), una serie di calchi in gesso di
opere classiche e una quadreria che nasceva dalle raccolte dell'Accademia del Disegno, con molte opere di
ex-affiliati, tra cui i grandi maestri fiorentini del Manierismo[5]. Alla quadreria in particolare vennero destinati i
dipinti provenienti da conventi, monasteri e altre istituzioni religiose soppressi da Pietro Leopoldo nel 1786 e da
Napoleone nel 1810, arricchendosi di opere straordinarie, come le Maest di Cimabue e di Giotto, la Sant'Anna
Metterza di Masaccio e Masolino, l'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, il Battesimo di Cristo di Verrocchio
e Leonardo, la Cena in Emmaus di Pontormo, ecc. Pervennero cos anche numerosi dipinti del Beato Angelico, oggi
nel Museo di San Marco, mentre tra le opere ancora nel museo ci sono le formelle dell'Armadio delle Reliquie di
Santa Croce di Taddeo Gaddi, l'Annunciazione di Lorenzo Monaco e il Cristo in piet di Giovanni da Milano. Vi
erano inoltre dipinti di provenienza non strettamente medicea, come la Primavera di Botticelli[5].
L'importanza delle nuove acquisizioni registrata in un inventario del 1817. Quello stesso anno Pietro Leopoldo
decise che vi venissero anche esposte le opere premiate nei concorsi accademici triennali di pittura e scultura; dal
1921 la sezione moderna venne ampliata con le opere vincitrici dei concorsi annuali di Emulazione e i saggi di
Pensionato a Roma. Le collezioni spaziavano cos nella documentazione della scuola toscana dal XIV al XIX secolo,
con capolavori di assoluto prestigio[5]. La disposizione museografica era per ben lontana dagli standard attuali, con
i dipinti che coprivano le pareti in un insieme di grande confusione, che solo nel 1841, grazie al presidente
dell'Accademia Antonio Ramirez de Montalvo, vennero riordinate in maniera cronologica. Nell'attuale Galleria dei
Prigioni vennero collocati tutte le tavole del Due e Trecento di autore ignoto o in cattivo stato di conservazione, che
per il gran numero raggiungevano anche il soffitto[6].
Il Museo michelangiolesco
Il 1872 segna la svolta definitiva nella storia del museo, quando venne deciso di trasferirvi il David di Michelangelo,
sottraendolo ai pericoli della collocazione originaria all'aperto in piazza della Signoria. Per la grande statua venne
incaricato l'architetto Emilio De Fabris di costruire una nuova Tribuna scenograficamente posta al termine della
Galleria dei Quadri antichi, con l'illuminazione propria garantita in alto da un lucernario. Nell'agosto del 1873 la
statua venne imbracata in un complesso carro ligneo e scorse su rotaie per le vie del centro fino all'Accademia, dove
rest per chiuso nella sua cassa per ben nove anni, in attesa del termine dei lavori alla Tribuna[6].
Nel 1875, con le celebrazioni del IV centenario della nascita di Michelangelo si decise di creare una mostra con le
riproduzioni in gesso dei suoi capolavori scultorei, che venne naturale ambientare all'Accademia, con il fulcro del
David. A tale scopo venne modificato il progetto della Tribuna che venne dotata di due bracci laterali, che
collegassero le due gallerie, fino ad allora separate, dell'Angelico (cio quella gi chiamata dei Quadri antichi) e del
Perugino (gi detta dei Quadri grandi). Per l'occasione il David venne spacchettato provvisoriamente, entro la tribuna
allestita con tendaggi che coprissero la zona al di sopra della trabeazione ancora in fase di edificazione[6].
Il 22 luglio 1882 il Museo michelangiolesco venne finalmente inaugurato. Attorno al David vennero collocati i
calchi dei sepolcri medicei (vestibolo), del Mos (braccio corto), altre opere di medio formato nel braccio destro e
sotto l'arco, attorno all'unico originale e fulcro accentratore dell'intero percorso espositivo, si trovavano i calchi della
Piet vaticana, della Piet Rondanini, del Cristo della Minerva e dei Prigioni[7].
Lo stesso anno la gestione della Galleria pass dall'Istituto delle Belle Arti alle Regie Gallerie e Musei, facendo ben
capire come la nuova tendenza fosse quella di conservazione e di documentazione storica delle opere antiche rispetto
alla promozione dell'arte contemporanea. In quegli anni infatti il metodo di insegnamento tramite l'esercizio della
copia divenne obsoleto e non pi in liena con le istanze dell'arte contemporanea, e fu quasi naturale l'emancipazione
della galleria dalla scuola artistica. In quell'occasione venne aperto il nuovo ingresso su via Ricasoli[7].
Nel frattempo la disposizione delle opere nella Tribuna rimase invariata fino ai primi del nuovo secolo, mentre la
collezione dei quadri antichi fu radicalmente riposizionata, all'insegna di un nuovo sentire che iniziava a vedere le
opere d'arte non solo come oggetti esclusivamente da conservare, ma anche come opere innanzitutto di cui poter
usufruire per la contemplazione estetica. Ci comport, durante la direzione di Cosimo Ridolfi (1890-1903), un ciclo
di restauri e sfoltimenti nella Galleria dei Quadri grandi, nella quale vennero predisposte nuove pareti lignee in modo
da separare in tre comparti l'arte del Tre-Quattrocento da quella del Seicento. inoltre vennero create tre nuove sale
(oggi sale del Duecento e primo trecento, degli Orcagna e seguaci, e dei Giotteschi) a fianco del braccio sinistro della
tribuna, dove trovarono una migliore luce le opere di Botticelli (due sale) e di Perugino e scuola (una sala). Ci
coincise con la rivalutazione della scuola fiorentina del Quattrocento che proprio in quegli anni aveva luogo grazie
alla comunit anglosassone residente in citt. Botticelli in particolare, dopo gli studi di Pacher e di Horne, divenne ai
primi anni del Novecento oggetto di un vero e proprio culto, generatore di grande entusiasmo nel pubblico. I dipinti
del maestro, nella loro nuova, dignitosa collocazione, divennero un polo di attrazione capace di offuscare persino il
David e il Museo michelangiolesco[7].
Poco dopo Ridolfi mise mano anche alla Galleria dei Quadri antichi, dove stavano ancora ammassati i polittici
tre/quattrocenteschi. I dipinti vennero completamente rimossi decorando le pareti con una serie di arazzi con Storie
di Adamo ed Eva, davanti ai quali vennero allineati alcuni calchi di opere minori del Buonarroti. Le opere rimosse
vennero destinate nelle tre sale adiacenti al Salone (oggi Sale fiorentine), decorate e illuminate opportunamente, con
la prima dedicata interamente al Beato Angelico[8].
Galleria dell'Accademia 32
Spoliazione e riarricchimento
La nuova disposizione dur solo pochi anni, poich gi
nel 1914, con una nuova convenzione tra Stato e
Comune, vennero riunificate tutte le raccolte di arte
contemporanea e destinate, dal 1920, a un'unica
istituzione a Palazzo Pitti, la Galleria d'arte moderna; le
opere non selezionate per il nuovo museo vennero
disperse in vari depositi di enti, uffici statali e
comunali. Nel 1919 poi, con il riordino di tutte le
collezioni fiorentine, un nucleo di opere capitali di
scuola fiorentina venne destinato agli Uffizi, e infine
nel 1922 le opere di Beato Angelico vennero destinate
al nascente Museo nazionale di San Marco[8].
La Galleria degli Arazzi negli anni cinquanta-sessanta
Con il trasferimento delle opere contemporanee la
Galleria non pot pi chiamarsi "Antica e Moderna",
ma divenne da allora la Galleria dell'Accademia e, ancora per pochi anni, Museo michelangiolesco[8].
Gi nel primo decennio del Novecento si era nel frattempo aperta una polemica sulle copie delle sculture, innescata
dalla collocazione della replica del David in piazza della Signoria, che fece presto comprendere come la presenza dei
calchi, dettata da valenze didattiche ed aspirazioni positiviste, fosse ormai del tutto superata e ingiustificata. Corrado
Ricci allora, da direttore delle Gallerie fiorentine, decise di far prevalere il concetto di autenticit nei criteri
espositivi, allontanando la maggiore parte dei gessi, esposti fin dal Centenario, e riunendo piuttosto un nucleo di
opere originali del Buonarroti. Fu l'occasione per trasferire i Prigioni, dei quali era gi stato sollevato il problema del
degrado nella Grotta del Buontalenti a Boboli, e il San Matteo che da anni "sonnecchiava sotto l'atrio
dell'Accademia". Essi giunsero in Galleria nel 1909, aggiungendosi al Torso di fiume che l'Accademia di Belle Arti
aveva gi ceduto nel 1906. Dal Bargello era arrivato inoltre nel 1905 il Genio della Vittoria. Queste opere
sostituirono i gessi nella galleria degli arazzi, con l'eccezione dei calchi dei due Prigioni del Louvre ritenuti utili per
completare idealmente la serie. Restavano anche i calchi delle opere maggiori attorno alla Tribuna, ma presto anche
questi sembrarono inopportuni, venendo per allontanati solo nel 1938, trovando collocazione da allora nella
Gipsoteca dell'Istituto d'Arte presso Porta Romana. I gessi dei Prigioni lasciarono la loro sede solo nel 1946, finendo
prima a Casa Buonarroti e infine nel Museo michelangiolesco di Caprese Michelangelo, dove si trovavano gi alcuni
dei gessi del centenario, tuttora in loco[8].
Nel 1921, su suggerimento di Ugo Ojetti, il Genio della Vittoria venne riportato nel Salone dei Cinquecento a
Palazzo Vecchio, mentre nel 1939 la Galleria si arricch della Piet di Palestrina, acquistata dallo Stato italiano da
una cappella Barberini a Palestrina, oggi in genere ritenuta opera della scuola di Michelangelo. Nel 1965 infine il
anche il Torso di fiume cambi sede, venendo richiesto da Charles de Tolnay per Casa Buonarroti in modo da
completare la serie di modelli michelangioleschi[8].
Agli anni Trenta risale l'aggiunta delle sale del Colosso e dell'Anticolosso (attuale biglietteria), destinate ad ospitare
le pale di grandi dimensioni del Cinquecento fiorentino. Dopo la seconda guerra mondiale, col riordinamento degli
Uffizi, vennero ad avanzare alcune tavole di grande formato del Perugino (Assunzione della Vergine e Deposizione
con Filippino Lippi), che furono accolte all'Accademia. Agli anni cinquanta, sotto la direzione di Luisa Becherucci,
risale la riorganizzazione delle sale del Colosso e dell'Anticolosso, destinate a riassumere le vicende artistiche a
Firenze tra Quattro e Cinquecento, che venne ridefinita solo nei primi anni Ottanta, quando fu smantellata la seconda
sala per fare spazio alla nuova biglietteria e al bookshop, con le opere di Pontormo, Bronzino e Alessandro Allori
che vennero da allora collocate alle spalle delle opere di Michelangelo al posto degli arazzi, intensificando il
confronto diretto tra queste opere e l'influenza michelangiolesca[9].
Galleria dell'Accademia 33
La Galleria oggi
Le direzioni degli ultimi anni, da Luciano Bellosi a Giorgio Bonsanti fino all'attuale Franca Falletti, hanno cercato di
ridare un filo conduttore, tramite indirizzi specifici e progetti a lungo termine, all'intera collezione del museo,
arrivata ad essere con le numerose sottrazioni ed addizioni, piuttosto disomogenea e frammentata[9].
Questi progetti so sono andati concretizzando con l'allestimento della Sala dell'Ottocento (1983-1985), a cura di
Sandra Pinto) e le sale della pittura del tardo trecento al primo piano (1998), a cura di Angelo Tartuferi. Ci ha
saldato il discorso cronologico dell'esposizione coprendo un percorso continuo nell'arte fiorentina dal XIII al XIX
secolo, come doveva essere nelle intenzioni originarie di Pietro Leopoldo. A ci sono stati aggiunti l'esposizione
delle icone russe settecentesche provenienti dalle collezioni dei Lorena, ospitate nel vano scale, e quella degli
strumenti musicali antichi di propriet dell'attiguo Conservatorio Luigi Cherubini, dal 1996. Un progetto futuro non
esclude anche un accesso coordinato anche con l'altra grande istituzione culturale dell'isolato, l'Opificio delle Pietre
Dure e il suo museo[9].
Nonostante ci il problema che persiste nella galleria, e che vedr magari soluzione in studi e progetti futuri, quello
della mancanza di un filo cronologico che leghi le diverse opere del museo, che appaiono oggi frammentate in sale
non contigue. Inoltre la domanda del pubblico resta sempre inevitabilmente legata alla presenza del David, che da
solo polarizza gran parte delle attenzioni dei numerosissimi visitatori; ci rende chiaro anche come siano lontane
dalla fattibilit le proposte di spostamento del capolavoro di Michelangelo in altre sedi come la Stazione Leopolda
per decongestionare, secondo l'idea dei proponenti, il flusso turistico del centro storico[10][11].
Sale
Maestro della Madonna Straus, Cristo in piet con i simboli della Passione, 1405 circa
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Tavolette di una Deesis, 1700-1750
Scuola cretese-veneziana del secolo XVI, Madonna col Bambino, santi e profeti, 1500-1549
Scuola russa del XVIII secolo, Annunciazione, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna della Misericordia, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, I sette Martiri di Efeso, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Annunciazione, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Piet, 1700-1750
Scuola dalmata del XVII secolo, Piet, 1600-1700
Scuola russa del XVIII secolo, Pentecoste, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Arcangelo Michele sul cavallo di fuoco che abbatte l'Anticristo, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Redentore in trono, 1700-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Crocifissione e i frutti della Passione di Cristo, 1725-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna della Misericordia, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Trasfigurazione, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Trasfigurazione, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Nativit della Vergine, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Adorazione dei pastori, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Nativit della Vergine, 1700-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Resurrezione di Cristo con scene della Passione, 1725-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, San Nicola, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna della Misericordia, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Cavalcata dei Magi; Adorazione dei Magi; Fuga in Egitto, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna in gloria tra arcangeli, profeti e santi, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Resurrezione con episodi e figure del Nuovo Testamento,
1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Resurrezione con altre "Feste" russe, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Vergine assunta e incoronata, 1700-1750
Scuola russa (Mosca) del XVII secolo, Santa Caterina di Alessandria, 1693-1694
Scuola russa del XVIII secolo, Salvatore Acheropita, 1730 circa
Scuola russa del secolo XVIII, Nativit della Vergine, 1700-1750
Maestro della Santa Verdiana (Tommaso del Mazza?), Madonna dell'Umilt tra quattro angeli e santi, seconda
met del 1300
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Vergine in gloria, il Padre Eterno e santi, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna e Bambino incoronati e opere di misericordia (Madre di Dio Gioia di
tutti gli afflitti), 1733
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Vergine di Kazan, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Resurrezione, 1700-1750
Vasilij Grjaznov, Madonna di Tichvin, 1728
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Annunciazione, 1700-1750
Scuola adriatica del XVI secolo, Adorazione dei Magi, 1550-1599
Scuola russa del XVIII secolo, Gioacchino e Anna, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Adorazione dei Magi, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, I sette Martiri di Efeso, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, San Demetrio di Tessalonica, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Resurrezione di Lazzaro, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Resurrezione, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Acheropita sostenuta dagli angeli, 1700-1750
Galleria dell'Accademia 46
Deposito
Maestro della Misericordia (Giovanni Gaddi?) - Madonna col Bambino, angeli e santi, 1380 circa
Bernardo Daddi - Madonna col Bambino, 1340 circa
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Galleria_dell%27Accademia& language=it& params=43. 77671_N_11.
259103_E_type:landmark
[2] http:/ / www. polomuseale. firenze. it/ accademia/
[3] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static. touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[4] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 10.
[5] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 11.
[6] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 12.
[7] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 14.
[8] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 16.
[9] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 17.
[10] Proposte di tracsolo per il David (http:/ / www. nove. firenze. it/ vediarticolo. asp?id=a8. 01. 17. 18. 33)
[11] Il David e i flussi turistici (http:/ / www. nove. firenze. it/ vediarticolo. asp?id=a8. 02. 04. 23. 00)
[12] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 46.
Bibliografia
G. Bonsanti, La galleria dell'Accademia, Firenze. Guida e catalogo completo, Firenze, 1990.
AA.VV., Galleria dell'Accademia, Giunti, Firenze 1999. ISBN 88-09-04880-6
Voci correlate
Accademia di Belle Arti (Firenze)
Conservatorio Luigi Cherubini
Musei di Firenze
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Galleria
dell'Accademia (Florence)
Collegamenti esterni
Sito ufficiale della Galleria dell'Accademia (http://www.polomuseale.firenze.it/musei/accademia/default.
asp)
La Firenze di Michelangelo (http://www.ortodeimedici.it/it/musei-di-firenze/30-accademia-gallery)
Musei Vaticani 47
Musei Vaticani
[1]
Coordinate geografiche: 415423N 122716E41.90639N 12.45444E
Musei Vaticani
Datafondazione 1506
Le origini
L'origine dei Musei vaticani pu essere fatta risalire ad una singola scultura di marmo, acquistata 500 anni fa. La
scultura che rappresenta Laocoonte, il sacerdote che secondo la mitologia greca tent di convincere i Troiani a non
accettare il cavallo di legno che i Greci sembravano aver donato loro, fu trovata il 14 gennaio 1506 in un vigneto nei
pressi della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Papa Giulio II mand Giuliano da Sangallo e Michelangelo
Buonarroti, che
Musei Vaticani 48
Un clamoroso caso si ebbe nel maggio del 1938, quando Adolf Hitler,
capo della Germania nazista, arriv a Roma, ospite del re Vittorio
Emanuele III e di Benito Mussolini. Papa Pio XI non lo volle ricevere,
e per evitare ci si trasfer eccezionalmente, per qualche giorno, nella
villa di Castelgandolfo. Inoltre, caso senza precedenti, stabil che il
Museo e la Basilica fossero chiusi ad ogni visitatore durante il breve
periodo della visita del Fhrer. In tal modo il capo tedesco non sarebbe
potuto entrare in territorio vaticano nemmeno accedendo ai Musei[3].
Palazzi Vaticani.
le gallerie :
Galleria Lapidaria;
la galleria detta Braccio Nuovo;
Galleria dei Candelabri;
Galleria degli Arazzi La sala della Rotonda
Opere
Arte antica
Affreschi dell'Odissea dalla casa di via Graziosa
Augusto di Prima Porta
Gruppo del Laocoonte
Apollo del Belvedere
Statua colossale di Claudio
Il cortile della Pigna con la Sfera di Arnaldo
Base dei Vicomagistri Pomodoro
Ritratto del decennale di Traiano
Base della Colonna Antonina
Ritratto di Filippo l'Arabo
Sarcofago di Plotino
Mosaico con atleti dalle Terme di Caracalla
Sarcofago di Elena
Sarcofago di Costantina
Sarcofago dogmatico
Pignone
Arte medievale
Evangeliario di Lorsch
Giotto, Polittico Stefaneschi
Melozzo da Forl, Angeli musicanti
Arte rinascimentale
Vista verso i giardini
Filippo Lippi, Incoronazione della Vergine, San Giovanni e San
Benedetto
Leonardo da Vinci, San Gerolamo
Michelangelo, Crocifissione di San Pietro
Raffaello, Trasfigurazione
Arte moderna
Caravaggio, Deposizione
Antonio Canova, Perseo trionfante
Visitatori
Ordinariamente i visitatori superano i quattro milioni all'anno. Nel 2011, essi hanno raggiunto i cinque milioni.[5]
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Musei_Vaticani& language=it&
params=41_54_23_N_12_27_16_E_region:VA_type:landmark
[2] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static. touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[3] Pio XII, il Principe di Dio da "La Grande Storia" (http:/ / www. youtube. com/ watch?v=DIY1Pe9zA7w& feature=PlayList&
p=EF0DAE3A97920CD4& index=4) (1:23 - 2:16).
[4] Le seguenti indicazioni sono tratte da: Guida ai Musei e alla Citt del Vaticano, Ed. Musei Vaticani, 2003, p. 7.
[5] Dal rapporto del direttore Antonio Paolucci ne L'Osservatore Romano del 10 gennaio 2012
Voci correlate
Galleria degli Uffizi, Firenze
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Museo di Capodimonte, Napoli
Altri progetti
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Collegamenti esterni
www.museivaticani.va (http://www.museivaticani.va) sito ufficiale
mv.vatican.va (http://mv.vatican.va/2_IT/pages/MV_Visite.html) pianta del museo
I musei Vaticani (http://www.treccani.it/Portale/sito/comunita/webTv/videos/Libri_Musei_Vaticani.html)
sull'Enciclopedia Treccani
Pinacoteca vaticana 52
Pinacoteca vaticana
Pinacoteca vaticana
Datafondazione 1932
Sito [1]
La nuova Pinacoteca vaticana venne inaugurata il 27 ottobre del 1932 nell'edificio costruito dall'architetto Luca
Beltrami, appositamente per ospitare la pinacoteca, per volere del papa Pio XI.
Storia
Il palazzo sorse in una parte del Giardino Quadrato,
isolato e circondato completamente da viali, in un luogo
ritenuto idoneo grazie allottima presenza della luce in
grado di valorizzare il valore estetico delle opere. Prima
della pinacoteca le opere venivano spesso spostate tra i
vari palazzi apostolici poich non avevano una fissa sede,
quindi la sua costruzione serv anche a risolvere la
questione. Pio VI riusc a creare una prestigiosa raccolta
di 118 dipinti intorno al 1790, ma essa ebbe vita breve
poich, in seguito al Trattato di Tolentino stipulato nel
1797, alcuni dei maggiori capolavori furono trasferiti a
Parigi. La moderna pinacoteca, intesa come esposizione
aperta al pubblico, nacque solo dopo la caduta di
Napoleone, precisamente nel 1817, cui segu la
restituzione di alcune opere secondo le direttive del
Congresso di Vienna. Grazie a numerosissime donazioni
e acquisizioni la collezione continu a crescere nel corso
degli anni arrivando allattuale numero di circa 460
dipinti, esposti nelle diciotto sale secondo un ordine
cronologico. Le opere vanno da quelle definite
"Primitive" (XII-XIII secolo) a quelle del XIX secolo. La
collezione di dipinti pu vantare capolavori di alcuni dei
maggiori artisti italiani, come Giotto, Raffaello, Caravaggio, Deposizione
Leonardo, Caravaggio e tanti altri.
Pinacoteca vaticana 53
Le Sale
Sala II (Giotto)
La Sala espone tempere del periodo giottesco e tardogotico. Qui posto uno dei maggiori capolavori conservati nella
Pinacoteca Vaticana, il Trittico Stefaneschi, opera di Giotto e allievi proveniente dall'antica basilica di San Pietro.
Commissionato dal cardinale Jacopo Stefaneschi nel 1320 circa per l'altare maggiore, il polittico si compone di tre
scomparti e una predella dipinta su entrambi i lati.
Tra le opere presenti anche il Redentore benedicente, dipinto dalle ridotte dimensioni (probabile cimasa di un
polittico cuspidato) attribuito a Simone Martini, artista senese della prima met del Trecento considerato uno dei
maggiori innovatori dell'arte tardomedievale.
Sala VI (polittici)
Pinacoteca vaticana 55
La Sala dedicata ai polittici della seconda met del XV secolo. Molti i dipinti in esposizione, tutti eseguiti a
tempera su tavola. Fra questi, la Crocifissione tra i Santi Venanzio, Giovanni Battista e Porfirio (conosciuta come
"Trittico di Camerino" per la sua provenienza dalla collegiata Camerte di San Venanzio) e l'Incoronazione della
Vergine, Cristo deposto e Santi (o "Polittico di Montelparo") trasferita dalla chiesa di San Michele Arcangelo in
Castello di Montelparo; entrambe opere di Nicol di Liberatore, detto "l'Alunno", articolate entro ricche cornici
gotiche che testimoniano l'influsso della cultura veneta.
Ancora, la Piet, di Carlo Crivelli, cimasa lunettata di provenienza ignota ma sempre marchigiana; l'Incoronazione
della Vergine, Nativit, Adorazione dei Magi (noto come "Trittico Rospigliosi"), dipinto di Bartolomeo di Tommaso
del 1450 circa donato dal principe Altieri a Leone XIII in occasione del suo giubileo sacerdotale (1888).
Sala IX (Leonardo)
La Sala, di piccole dimensioni, raccoglie opere di Leonardo da Vinci e di Cinquecentisti vari. Di Giovanni Bellini
il Compianto sul Cristo morto con i Santi Giuseppe di Arimatea, Nicodemo e Maria Maddalena, cimasa di una pala
eseguita nel 1474 circa per l'altare maggiore della chiesa di San Francesco a Pesaro e oggi conservata presso il
Museo Civico. La solenne composizione vede intorno al Cristo giacente le figure di Maria Maddalena, Nicodemo e
Giuseppe di Arimatea.
Il quadro pi noto resta tuttavia il monocromo con San Gerolamo di Leonardo, olio su tavola tardo quattrocentesco
ricondotto al primo periodo fiorentino dell'artista. Il Santo raffigurato in ginocchio con la testa reclinata su un lato;
il corpo scarno e implorante personifica l'ascesi e la mortificazione; ai suoi piedi un famelico leone di cui resta la
traccia della sagoma e sullo sfondo la facciata della chiesa fiorentina di Santa Maria Novella. Alla morte dell'artista
la tavola and dispersa divisa in pi parti e fu ricomposta, sul finire del Settecento, dopo il fortunato ritrovamento dei
frammenti adibiti a coperchio di un forziere nella bottega di un rigattiere e a piano per lo sgabello di un calzolaio.
Sala XI (Barocci)
La Sala accoglie gli artisti del tardo Cinquecento. Sono presenti pittori come Ludovico Carracci autore della Trinit
con Cristo morto e Angeli che mostrano gli strumenti della Passione del 1590 circa, opera giunta dalla Collezione
del cardinale Flavio Chigi e probabile cimasa di una pala d'altare o sopraporta di una sacrestia, e Giorgio Vasari con
la Lapidazione di Santo Stefano, pala d'altare dalle dimensioni imponenti dipinta nel 1571 per la cappella di Santo
Stefano situata nell'ala del Palazzo Pontificio fatta costruire da Pio V (1566-1572).
Di Federico Barocci sono il Riposo durante la fuga in Egitto (noto come "Madonna delle ciliegie") dipinto dal felice
cromatismo identificato nell'opera commissionata all'artista dal perugino Simonetto Anastagi intorno al 1573, e
l'Annunciazione, pala d'altare realizzata per la cappella di Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino, nella
basilica di Loreto e datata intorno al 1584: tela ridipinta tuttavia in molte sue parti per riparare i danni subiti dai
trasporti e dai malaccorti restauri. Sullo sfondo della scena sacra si ravvisa uno scorcio notturno del quartiere
urbinate di Valbona e la fiancata occidentale del Palazzo Ducale.
Pinacoteca vaticana 57
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Collegamenti esterni
Sito ufficiale [1] Guido Reni, Crocifissione di san Pietro
Note
[1] http:/ / mv. vatican. va/ 2_IT/ pages/ PIN/ PIN_Main. html
Cappella Sistina 58
Cappella Sistina
[1]
Coordinate geografiche: 415411N 122716E41.90306N 12.45444E
Storia
Preesistenze
L'interno (lato opposto)
Nel 1368 si ha la prima menzione di
una cappella papale preesistente in
Vaticano, che nell'anno successivo venne decorata da Giottino e Giovanni da Milano[2].
Cappella Sistina 59
XV secolo
La ricostruzione
Le funzioni della cappella non mutarono rispetto alla precedente e a quella analoga nel Palazzo dei Papi di
Avignone, come sede delle pi solenni cerimonie del calendario liturgico svolte dalla corte papale. Tale necessit
richiedeva una cornice particolarmente fastosa, che mostrasse inequivocabilmente la Maiestas papalis ai partecipanti
ammessi al cerimoniale, che erano essenzialmente il collegio dei cardinali, i generali degli ordini monastici, i
diplomatici accreditati, i membri di grado pi alto nella compagine statale pontificia, il senatore e i conservatori della
citt di Roma, i patriarchi, i vescovi e i principi o le personalit eminenti in visita. A costoro si aggiungeva una folla
di altri personaggi ammessa ad assistere alle funzioni oltre la transenna marmorea che separa tutt'oggi la cappella
papale vera e propria (con l'altare)[3].
La costruzione venne avviata nel 1477 con la supervisione ai lavori di Giovannino de' Dolci. Nell'estate del 1481
doveva essere gi conclusa, poich gi documentato lo svolgimento della decorazione ad affresco delle pareti[3].
L'aspetto dall'esterno doveva essere grandioso, paragonabile solo con edifici di et imperiale.
La consacrazione della cappella risale alla prima messa del 9 agosto 1483, quando venne dedicata all'Assunzione
della Vergine Maria.
Cappella Sistina 60
La decorazione pittorica
Nel frattempo il signore di Firenze Lorenzo de' Medici, nell'ambito di una politica riconciliativa con gli avversari che
avevano appoggiato la Congiura dei Pazzi (1478), tra cui lo stesso papa, propose l'invio dei migliori artisti presenti
allora sulla scena fiorentina, quali ambasciatori di bellezza, armonia e del primato culturale di Firenze[5]. L'offerta
venne accettata e il 27 ottobre 1480 Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio e i rispettivi
collaboratori partirono per Roma, dove sono documentati all'opera dalla primavera del 1481[5].
Ciascuno di questi artisti, con gli aiuti, tra gli altri, degli aiutanti Pinturicchio, Piero di Cosimo e Bartolomeo della
Gatta, affresc uno dei quattro riquadri nella parete a destra dell'altare, poi, con un nuovo contratto datato 27 ottobre
1481, vennero riconfermati per l'esecuzione degli altri dieci riquadri restanti (i due sulla parete dell'altare erano gi
stati completati da Perugino nella primissima fase) da ultimare entro il marzo dell'anno successivo. I termini non
vennero sempre rispettati e al Perugino subentr Luca Signorelli, che affresc il Testamento di Mos e la Contesa
intorno al corpo di Mos sulla parete dell'ingresso[4]. Il complesso programma iconografico venne definito in ogni
particolare dal pontefice stesso e dai suoi consiglieri, anche se la sua stessa complessit necessit un intervento di
grande importanza da parte degli artisti nell'invenzione figurativa e iconografica[6].
La concezione del programma iconografico complessivo fu riprese secondo alcuni storici dall'Expositio super septem
visiones libri apocalypsis, esegesi di episodi biblici risalente forse al nono secolo,[7] ovvero dall'opera di Gioacchino
da Fiore, autore di una complessa teoria della "concordia" tra Antico e Nuovo Testamento.
Il risultato fu un ciclo di grande omogeneit, nonostante la partecipazione di artisti dalle personalit marcatamente
diverse. Ci fu possibile grazie all'adozione di una medesima scala dimensionale delle figure, all'impaginazione e
strutturazione ritmica simile, alle medesime tonalit dominanti, tra cui spicca l'abbondanza di rifiniture in oro, che
intensificano la luce con effetti che dovevano apparire particolarmente suggestivi nel bagliore delle fiaccole e delle
candele[8].
Cappella Sistina 61
XVI secolo
Lo splendido complesso voluto da Sisto IV
fu anche nei decenni successivi al centro
degli interessi dei pontefici, con interventi
che costituiscono pagine fondamentali
dell'arte del pieno Rinascimento[8].
Nella primavera del 1504 la particolare
natura del terreno su cui sorge la cappella
determin probabilmente un inclinamento
della parete meridionale che, in seguito ad
assestamenti, lasci una vasta e minacciosa
crepa sul soffitto, che necessit una
sospensione di tutte le funzioni nella
cappella in via precauzionale[9]. Michelangelo, volta della Cappella Sistina
Giulio II
Giulio II, pure della Rovere, fece restaurare la volta con catene, sia
sopra la volta principale che negli ambienti inferiori, rendendola di
nuovo agibile solo dopo la met di ottobre. La lunga crepa, che si
scoperto partire dall'angolo nord-est, venne tamponata con
l'inserimento di nuovi mattoni, forse nell'estate del 1504[9]. La
decorazione della volta di Pier Matteo DAmelia risult cos
danneggiata irreparabilmente.
Inizialmente Michelangelo era stato incaricato di dipingere solo dodici figure, gli Apostoli, ma quando il lavoro fu
finito ve ne erano presenti pi di trecento. Dell'impresa restano numerosi disegni, che rappresentano un documento
molto prezioso.
Leone X
Attraverso la celebrazione dei primi due "architetti della Chiesa", Pietro e Paolo apostoli rispettivamente verso gli
Ebrei e verso i "Gentili", si riaffermava il collegamento col pontefice regnante, loro erede[10].
Quando i primi sette arazzi arrivarono dalla Fiandra e furono collocati il 26 dicembre 1519 il cerimoniere Paris de
Grassis annot: tota cappella stupefacta est in aspectu illorum[10].
Nuovi danni
Negli anni successivi altri assestamenti del terreno causarono, per la scarsa stabilit delle fondazioni, nuovi danni,
come il crollo, nel giorno di natale del 1522 dell'architrave del portale, che uccise una guardia svizzera accanto ad
Adriano VI che proprio in quel momento stava entrando in cappella[10].
Durante il conclave del 1523 si aprirono nuove, preoccupanti crepe, che richiesero un intervento urgente di Antonio
da Sangallo il quale, chiamato dai cardinali preoccupati, verific la stabilit dell'edificio. Pi tardi furono necessari
nuovi interventi sulle fondazioni della parete orientale, che danneggiarono irreparabilmente i due affreschi che
concludevano le Storie di Cristo e di Mos. In seguito, nella seconda met del XVI secolo, le due scene dovettero
essere ridipinte da Hendrick van de Broeck e Matteo da Lecce, sicuramente gli interventi pittorici pi deboli
dell'intera decorazione[10].
Cappella Sistina 63
I secoli successivi
Quando il Mahatma Gandhi visit nel 1931 la Cappella Sistina, la sua attenzione fu colpita, pi che dagli affreschi di
Michelangelo, dal Crocifisso dell'altare della cappella. Intorno a quel Crocifisso che rappresenta un Ges
magrissimo, dimesso e sofferente, ben diverso dal Ges corpulento e forte del Giudizio Universale Gandhi indugi
per parecchi minuti, esclamando infine: Non si pu fare a meno di commuoversi fino alle lacrime[13].
Gli affreschi che Michelangelo ha realizzato nella Cappella Sistina, ed in particolare quelli della volta e delle lunette
che la accompagnano sono stati sottoposti nel corso dei secoli ad un certo numero di restauri, i pi recenti dei quali si
sono svolti tra il 1980 e il 1994. Questi ultimi hanno provocato stupore presso gli studiosi e gli amanti dell'arte
poich sono stati portati alla luce colori e particolari che la patina scura aveva nascosto per secoli. Particolarmente
controversa fu la scelta da adottare per la rimozione o meno delle "braghe" di Daniele da Volterra. Si scelse di
rimuovere la maggior parte dei perizomi tranne quelli nelle figure principali, ormai entrati nell'immaginario
collettivo, come quello della figura di Daniele; comunque, una copia fedele e senza censure dell'originale, di
Marcello Venusti, oggi a Napoli al Museo di Capodimonte.
Cappella Sistina 64
Descrizione
La Cappella si trova sulla destra della basilica di San
Pietro, all'interno del Palazzo Apostolico, accessibile
dall'imponente Sala Regia.
Architettura
di forma rettangolare e misura 40,93 metri di
lunghezza per 13,41 di larghezza (le dimensioni del
Tempio di Salomone, cos come vengono riportate
nell'Antico Testamento). Ha un'altezza di 20,70 metri
ed coperta da una volta a botte ribassata, collegata
alle pareti da vele e pennacchi, che generano lunette in
corrispondenza dei muri laterali. Sotto ciascuna lunetta
si aprono le strette finestre ad arco che danno luce
all'ambiente: sono sei su ciascuna parete laterale a cui
si aggiungevano altre due aperture sul lato ovest,
Veduta della Cappella Sistina dalla cupola di San Pietro
tamponate con la creazione del Giudizio[3].
La cornice tra la zona inferiore e quella mediana poco sporgente rispetto a quella successiva, tra la zona mediana e
quella superiore; qui, all'altezza delle imposte delle finestre, il muro rientra per lasciare spazio a uno stretto
camminamento. Oltre questo confine i pilastri, che in tutta la zona inferiore sono solo dipinti, diventano reali e
reggono i peducci della volta[2].
Sopra il portale, in corrispondenza del peduccio della volta, si trova un grande stemma papale Della Rovere con la
quercia a dodici ghiande d'oro e la tiara papale, appartenente a Sisto IV, ma fatto all'epoca di Giulio II, suo
nipote[14].
Pavimento
Il pavimento del XV secolo composto da tarsie policrome in marmo in stile cosmatesco. I disegni scandiscono il
percorso processionale che va dall'ingresso alla cancellata con una serie di cerchi collegati, affiancati ai lati da
riquadri riempiti con motivi diversi. Nello spazio pi interno, davanti all'altare, i mosaici pavimentali indicano la
disposizione del trono papale e dei seggi dei cardinali, nonch il movimento dei celebranti durante le funzioni[3].
Transenna e cantoria
Una transenna in marmo di Mino da Fiesole, Andrea Bregno e Giovanni Dalmata divide la cappella in due parti;
quella pi ampia, assieme all'altare, riservata alle cerimonie religiose e ad altri usi clericali, mentre quella pi
piccola per i fedeli. L'iconostasi di passaggio era originariamente di ferro placcato in oro e in posizione pi
centrale: venne in seguito spostata verso la parte dei fedeli per garantire uno spazio maggiore al Papa e alla sua corte.
La base composta da pannelli finemente scolpiti a bassorilievo e dorati, con putti che reggono ghirlande con lo
stemma di Sisto IV alternati a motivi ornamentali vegetali, sormontati da pilastrini che intervallano la cancellate e
reggono l'architrave, oltre la quale sono disposti candelabri marmorei[10].
Degli stessi artisti anche la cantoria, lo spazio largo circa cinque metri e profondo due sulla parete di destra,
riservato al coro: infatti fu proprio papa Sisto IV a creare, poco dopo la sua elezione (9 agosto 1471), un Collegio dei
Cappellani Cantori, il primo nucleo della futura Cappella Musicale Pontificia Sistina. Oltre la ricca balaustrata
decorata e dorata erano ospitati i cantori, solitamente dodici, che accompagnavano lo svolgimento delle cerimonie
liturgiche[11].
Cappella Sistina 65
La transenna originariamente divideva la cappella quasi a met, trovandosi, pi o meno, all'altezza della Creazione di
Eva, come si pu riscontrare anche dal disegno del pavimento. La necessit di disporre di un pi ampio spazio nel
presbiterio port a uno spostamento di circa cinque metri fino alla posizione attuale, negli anni ottanta del
Cinquecento[15].
Gli affreschi
La decorazione pittorica venne concepita in
stretto rapporto con le proporzioni
architettoniche della cappella, assecondando
la scansione delle pareti. Le partizioni si
basano infatti sulla scansione delle finestre,
che genera lo spazio per sei riquadri sotto
ciascuna finestra delle pareti laterali e per
due in quelle frontale e posteriore[4].
Le corrispondenze tra le coppie simmetriche di riquadri tra una parete e l'altra sono esplicitate dalle iscrizioni (tituli)
nel fregio soprastante: l'antico prefigura il nuovo e il nuovo si perfeziona dall'antico, secondo un concetto gi
espresso da sant'Agostino: Dio, ispiratore e autore dei libri dell'uno e dell'altro Testamento, ha sapientemente
disposto che il nuovo fosse nascosto nell'antico e l'antico diventasse chiaro nel nuovo.
Cappella Sistina 66
Le pareti
Parete ovest
Michelangelo, Giudizio Universale (1536-1541)
Perugino, Nascita e ritrovamento di Mos (distrutto)
Perugino, Assunta con Sisto IV inginocchiato (distrutto)
Perugino, Nativit di Cristo (distrutto)
Parete sud
La parete sud mostra le Storie di Mos, databili al 1481-1482. Dall'altare si incontrano:
Pietro Perugino e aiuti, Partenza di Mos per l'Egitto
Sandro Botticelli e bottega, Prove di Mos
Cosimo Rosselli o Domenico Ghirlandaio o Biagio di Antonio Tucci, Passaggio del Mar Rosso
Cosimo Rosselli e Piero di Cosimo (attr.), Discesa dal monte Sinai
Sandro Botticelli, Punizione dei ribelli
Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta, Testamento e morte di Mos
Parete nord
La parete nord mostra le Storie di Cristo, databili al 1481-1482. Dall'altare si incontrano:
Pietro Perugino e aiuti, Battesimo di Cristo
Sandro Botticelli, Tentazioni di Cristo
Domenico Ghirlandaio, Vocazione dei primi apostoli
Cosimo Rosselli (attr.), Discorso della montagna
Pietro Perugino, Consegna delle chiavi
Cosimo Rosselli, Ultima Cena
Parete est (d'ingresso)
Hendrik Van den Broeck (1572) su originale di Domenico Ghirlandaio, Resurrezione di Cristo
Matteo da Lecce (1574), su originale di Luca Signorelli, Disputa sul corpo di Mos
Cappella Sistina 67
La volta
Sibille e profeti
1. Zaccaria
2. Gioele
3. Sibilla Delfica
4. Sibilla Eritrea
5. Isaia
6. Ezechiele
7. Sibilla Cumana
8. Sibilla Persica
9. Daniele
10. Geremia
11. Sibilla Libica
12. Giona
Antenati di Cristo
Lunette
Sibilla Libica
1. Eleazar e Mattan
2. Giacobbe e Giuseppe
3. Achim ed Eliud
4. Azor e Sadoc
5. Zorobabele, Abiud ed Eliacim
6. Giosia, Ieconia e Salatiel
7. Ezechia, Manasse e Amon
8. Ozia, Ioatam e Acaz
9. Asaf, Giosafat e Ioram
10. Roboamo e Abia
11. Iesse, Davide e Salomone
12. Salmn, Booz e Obed
13. Naasson
14. Aminadab
15. Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuda (perduta)
16. Fares, Esrom e Aram (perduta)
Vele
Gli arazzi
Durante le cerimonie importanti, la parte
inferiore dei muri laterali, affrescata con
finti tendaggi, era coperta da una serie dieci
di arazzi, realizzati da manifatture
fiamminghe su disegni di Raffaello. Essi
riproducono eventi delle storie dei principes
apostolorum Pietro e Paolo, tratti dai
vangeli e dagli Atti degli apostoli.
Organo
All'interno della Cappella Sistina si trova un organo, collocato nell'angolo destro della controfacciata. Lo strumento
stato inaugurato il 14 dicembre 2002 con un concerto dell'organista Gianluca Libertucci alla presenza di varie
autorit vaticane, come il cardinale Angelo Sodano e monsignor Piero Marini, nonch di Hermann Mathis, direttore
della Mathis Orgelbau, la ditta organaria che lo ha costruito. L'organo ha due tastiere di 56 tasti ognuna e pedaliera di
30 tasti ed a trasmissione completamente meccanica. La sua disposizione fonica la seguente:
Flageolet 2'
Terz 1.3/5'
Citazioni
Giorgio Vasari (sugli affreschi di Michelangelo):
Quest'opera stata veramente un faro della nostra arte, ed ha portato tale beneficio e illuminazione all'arte
della pittura che fu sufficiente ad illuminare il mondo che per molti secoli era rimasto nell'oscurit. E, a dir la
verit, chiunque sia un pittore non ha pi bisogno di preoccuparsi nel vedere innovazioni e invenzioni, nuovi
modi di dipingere le pose, i vestiti sulle figure, e vari dettagli che ispirino un timore reverenziale, perch
Michelangelo diede a quest'opera tutta la perfezione che pu essere data a tali dettagli.
Goethe:
Senza aver visto la Cappella Sistina non possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo sia in
grado di ottenere.
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Cappella_Sistina& language=it&
params=41_54_11_N_12_27_16_E_region:VA_type:landmark
[2] De Vecchi, cit., pag. 7.
[3] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 148.
[4] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 149.
[5] Santi, cit., pag. 186.
[6] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 150.
[7] H. Pfeiffer, La Sistina Svelata, iconografia di un capolavoro, Jaka book 2007, p.16 e ss
[8] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 151.
[9] De Vecchi, cit., pag. 9.
[10] De Vecchi, cit., pag. 12.
[11] De Vecchi, cit., pag. 13.
[12] Articolo dal quotidiano "Il Manifesto" (http:/ / www. gaynews. it/ view. php?ID=75384) sulla identificazione del Minosse nel Giudizio
universale da parte di Antonio Forcellini.
[13] Cfr. Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni Cultura della Pace, Firenze 1988, p. 107.
[14] De Vecchi, cit., pag. 93
[15] De Vecchi, cit., pag. 151.
[16] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen1%2C1-5& formato_rif=vp
Cappella Sistina 71
Bibliografia
Ettore Camesasca, Michelangelo pittore, Rizzoli, Milano 1966.
Carlo Pietrangeli, Michael Hirst, Gianluigi Colalucci, Fabrizio Mancinelli, John Shearman, Matthias Winner,
Edward Maeder, Pierluigi De Vecchi, Nazzareno Gabrielli, Piernicola Pagliara, (photografie Takashi Okamura)
The Sistine Chapel: A Glorious Restoration (Harry N. Abrams, 1994)
Pfeiffer Heinrich W., La Sistina svelata. Iconografia di un capolavoro (http://books.google.it/
books?id=2-EO7NTZItAC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false) (Jaca Book-LEV-Musei Vaticani,
2007)
Bruno Santi, Botticelli, in I protagonisti dell'arte italiana, Scala Group, Firenze 2001. ISBN 88-8117-091-4
Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X
Antonio Paolucci, Luca Signorelli, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X
Emma Micheletti, Domenico Ghirlandaio, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
Pierluigi De Vecchi, La Cappella Sistina, Rizzoli, Milano 1999. ISBN 88-17-25003-1
Voci correlate
Restauro degli affreschi della Cappella Sistina
Cappella Musicale Pontificia Sistina
Rinascimento romano
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Chapel
Collegamenti esterni
Visita virtuale (http://www.vatican.va/various/cappelle/index_sistina_it.htm)
Notizie relative all'organo (http://www.mathis-orgelbau.ch/orgeln/sixt.htm)
Stanze di Raffaello 72
Stanze di Raffaello
Stanze di Raffaello
Tecnica affresco
Dimensioni ? cm
Le Stanze di Raffaello sono quattro sale in sequenza che fanno parte dei Musei Vaticani e sono cos chiamate perch
affrescate dal grande pittore urbinate e dagli allievi della sua bottega.
Storia
Giulio II, pochi anni dopo l'inizio del suo
pontificato, si rifiut di utilizzare
l'Appartamento Borgia, indissolubilmente
legate al suo predecessore Alessandro VI.
Testimonia una nota del suo cerimoniere:
"non volebat videre omni hora figuram
Alexandri praedecessoris sui" ("non voleva
vedere in ogni istante l'immagine del suo
predecessore Alessandro"). Per questo
scelse alcuni ambienti al secondo piano del
Palazzo Apostolico nell'ala settentrionale,
frutto delle ricostruzioni parziali di Niccol
V[1].
clamoroso successo con la Pala Baglioni a Perugia. Non chiaro quando il pittore giunse a Roma: sicuramente il 21
aprile 1508 era ancora a Firenze (lettera allo zio Simone della Ciarla), mentre il 13 gennaio 1509 era gi accreditato
alla tesoreria pontificia per un ordine di pagamento, verosimilmente legato alla Stanza della Segnatura[1][4].
Probabilmente l'urbinate si aggiunse nel corso degli ultimi mesi del 1508[2].
Il pontefice, soddisfatto dei primi saggi del pittore, gli affid presto la decorazione dell'intera impresa, senza esitare a
distruggere tutto il lavoro dei suoi predecessori, come testimoni anche Vasari, salvando solo l'ambiente della
Niccolina.
L'incarico venne inoltre confermato da Leone X, quindi il Sanzio, coadiuvato da un cospicuo numero di aiutanti,
lavor all'impresa, stanza dopo stanza, fino alla morte nel 1520, mentre i suoi seguaci completarono la decorazione
su suo disegno fino al 1524.
Le Stanze vennero usate dai vari papi con poche alterazioni fino a Gregorio XIII.
Descrizione
Da ovest a est si susseguono una serie di ambienti di forma rettangolare, che presero il nome dagli affreschi situati.
Si incontrano cos la Stanza dell'Incendio, la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro e la Sala di Costantino
(nella visita turistica si fa di solito il percorso inverso, passando per un balcone cinquecentesco sul Cortile del
Belvedere). Le prime tre sono coperte da volta crociera e misurano circa 7 metri per 8; la quarta 10x15. Queste sono
le stanze interessate dagli affreschi di Raffaello.
A questo complesso si aggiungono Sala dei Chiaroscuri o dei Palafrenieri, gi affrescata su disegni di Raffaello nel
1517 (distrutti sotto Paolo IV e sostituiti da altri ordinati da Gregorio XIII nel 1582), la cappella Niccolina (cappella
privata del papa, affrescata da beato Angelico ai tempi di Niccol V), la Loggia sul cortile di San Damaso, la
Loggetta e il cubiculum, ossia la camera da letto del pontefice. Di questi ambienti sono oggi visitabili le Stanze
raffaellesche, passaggio obbligato nel percorso che conduce alla Cappella Sistina, e la Niccolina, mentre gli altri
ambienti, di dimensioni pi contenute e pi difficili da sorvegliare, sono accessibili solo agli studiosi.
Stanza di Eliodoro
Mentre la Stanza della Segnatura era in via
completamento, Raffaello, nell'estate del
1511, inizi ad elaborare i disegni per la
decorazione della stanza successiva,
destinata a sala delle Udienze. A giugno il
papa era tornato a Roma dopo una
campagna militare disastrosa contro i
francesi, che aveva comportato la perdita di
Bologna e la continua minaccia degli
eserciti stranieri nella penisola[6].
Lo schema il seguente:
Stanze di Raffaello 76
Sud Cristo come Sol Iustitiae e Cristo tentato dal Incendio di Borgo
demonio
Sala di Costantino
La Sala di Costantino, quarta e ultima Stanza
dell'appartamento, venne commissionata a Raffaello da
Leone X nel 1517, come ricorda Vasari nelle vite del
Sanzio e di Giovan Francesco Penni. Il maestro per,
negli ultimi frenetici anni di vita, fece in tempo solo a
preparare i cartoni, morendo nel 1520[10]. L'opera
quindi datata dal 1520 fino al 1524 quando, ormai sotto
Clemente VII, Giulio Romano, evidentemente libero da
impegni col papa, part per Mantova. A Raffaello
attribuita l'ideazione del complesso decorativo, ma
l'intera stesura e probabilmente anche la composizione
delle scene nella parete spetta agli allievi[10].
Visione della croce Battaglia di Costantino contro Massenzio Battesimo di Costantino Donazione di Roma
Note
[1] De Vecchi, Raffaello, cit., pag. 100.
[2] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 202.
[3] Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004, pag. 154. ISBN 88-8117-099-X
[4] ormai respinta l'autenticit di una lettera al Francia datata 5 settembre 1508, vedi De Vecchi, Raffaello, cit., pag. 100.
[5] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 204.
[6] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 205.
[7] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 206.
[8] De Vecchi, cit., pag. 108.
[9] De Vecchi, cit., pag. 112
[10] De Vecchi, Raffaello, cit., pag. 123.
Bibliografia
Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano
1975.
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi
dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN
88-451-7212-0
Guida ai Musei e alla Citt del Vaticano, Ed. Musei
Vaticani, 2003.
Paolo Franzese, Raffaello, Mondadori Arte, Milano
2008. ISBN 978-88-370-6437-2
Voci correlate
Musei Vaticani
Rinascimento romano
Altri progetti
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wiki/Category:Raphael Rooms Messa di Bolsena Stanza di Eliodoro, dettaglio
Collegamenti esterni
Le Stanze di Raffaello nel sito ufficiale dei Musei Vaticani (http://www.vaticanstate.va/IT/Monumenti/
MuseiVaticani/Stanze_di_Raffaello.htm)
Le Stanze di Raffaello in Web Gallery of Art (http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/r/raphael/index.
html)
Loggia di Raffaello 80
Loggia di Raffaello
La Loggia di Raffaello un ambiente del secondo piano del
Palazzo Apostolico, nella Citt del Vaticano, confinante con le
Stanze e facente parte del complesso delle Logge. celebre per
un ciclo di affreschi della scuola di Raffaello riproducenti
decorazioni con storie bibliche e grottesche, databile tra la fine
del 1517 o il 1518 e il 1519.
Loggia di Raffaello
Loggia di Raffaello 81
Storia
La facciata del palazzo di Niccol III sul
Cortile di san Damaso venne sistemata da
Bramante sotto Giulio II e continuata, dal
punto di vista della sovrintendenza ai lavori
architettonici, da Raffaello stesso al tempo
di Leone X. Il papa mediceo poi,
confermando il favore verso Raffaello e i
suoi allievi, affid loro anche la decorazione
a stucco e affresco che doveva ispirarsi alla
Domus Aurea, di cui era stato gi dato uno
straordinario saggio di rievocazione
archeologica nella Stufetta del cardinal
Bibbiena (1516), al terzo piano del
Palazzo[1].
A Giovanni da Udine e Perin del Vaga sono concordemente riferite quasi tutte le grottesche; il primo dovette
occuparsi anche degli stucchi, che secondo Vasari condusse con la tecnica del "vero stucco antico", da lui
"riscoperta", che prevedeva l'uso di polvere "del pi bianco marmo che si trovasse" con "calcina di travertino
bianco"[1].
Per quanto riguarda la datazione della decorazione, appare inaccettabile come data di avvio dei lavori il 1513, che si
legge sotto una Vittoria in stucco a sinistra della finestra nella dodicesima arcata: si tratta piuttosto di un ricordo
dell'anno di elezione di Leone X. La decorazione dovette avviare tra la fine del 1517 e il 1518, venendo conclusa a
tempo di record nei primi mesi del 1519: l'11 giugno infatti registrato un ordine di pagamento a favore di "garzoni
che hanno dipinto la Loggia"; inoltre due lettere in quell'anno, una di Marcantonio Michiel a un corrispondente
veneziano (4 maggio) e una di Baldassare Castiglione a Isabella Gonzaga (16 giugno), annunciano il compimento dei
lavori[1].
La tipologia aperta della Loggia fece soffrire gli affreschi per effetto delle intemperie, finch nella seconda met
dell'Ottocento non si decise di chiuderla con vetrate. Numerosi sono i restauri che si susseguirono nei secoli, che
compromisero ulteriormente la freschezza dell'originale, visibile tra l'altro nei pilastri dell'arco di fondo, dove nel
1952 vennero riscoperte delle grottesche originali protette da una parete di chiusura fatta costruire al tempo di Paolo
III, appena venti-trent'anni dopo il compimento[1].
Della loggia esiste una riproduzione fedele nel palazzo d'Inverno a San Pietroburgo.
Loggia di Raffaello 82
Descrizione e stile
La Loggia corre lungo lungo tutto il lato est, per una lunghezza di circa 65 metri, ed larga circa quattro. divisa in
tredici piccole campate coperte da volta a padiglione[1].
I pilastri e le pareti
Tutti i pilastri e le pareti del lato chiuso hanno una decorazione a stucco e affresco con grottesche, con figure legate
soprattutto a temi mitologici; alcune riproducono invece opere d'arte famose, come il Torso del Belvedere, il San
Giorgio di Donatello e il Giona del Lorenzetto nella Cappella Chigi, forse scolpito su disegno dallo stesso Raffaello;
altre ancora sono legate ad avvenimenti contemporanei del papa e della sua corte: Leone X che impartisce la
benedizione a un prelato sotto le Logge, l'Elefante Annone, ecc.[1]
In basso corre uno zoccolo dipinto a monocromo, che riprende temi biblici[1], che secondo Vasari sono da riferire
tutti a Perin del Vaga.
Le volte
Sotto ciascuna volta si trovano quattro "storie" a fresco contornate da cornici a stucco di forma varia (esagonale,
rettangolare o centinate), mentre agli angoli si trovano grottesche o decorazioni architettoniche; al centro delle volte
si trovano stemmi: in quella centrale l'emblema di papa Leone X con le chiavi di san Pietro, in tutte le altre vittorie o
genietti col gioco, dall'insegna personale di Giovanni de' Medici prima di divenire papa[1].
Le prime dodici volticelle hanno storie del Vecchio Testamento, l'ultima del Nuovo: la ricchezza di scene ha fatto
chiamare il complesso anche la "Bibbia di Raffaello"[1].
Prima volta
Evidenti, in queste scene, sono i riferimenti alle Storie della Genesi di Michelangelo.
Loggia di Raffaello 83
Creazione della luce Separazione dalla terra dalle Creazione del sole e della Creazione degli animali
acque luna
Seconda volta
La seconda volta presenta le Storie di Adamo ed Eva di forma rettangolare: Creazione di Eva, Peccato originale,
Cacciata dal Paradiso terrestre e Lavoro dei progenitori (molto danneggiata). La tendenza prevalente di riferirle al
Penni coadiuvato da Giulio Romano[2]. Anche in questo caso sono evidenti i debiti michelangioleschi, mentre la
scena della Cacciata appare modellata piuttosto fedelmente dalla scena analoga di Masaccio nella Cappella
Brancacci.
Il monocromo sul basamento andato perduto, ma dalle riproduzioni eseguite dal Bartoli si evince che vi erano
rappresentati Caino e Abele inginocchiati davanti agli altari, l'eterno che si rivolge ad Abele e Caino che uccide
Abele[2].
Creazione di Eva Peccato originale Cacciata dal Paradiso terrestre Lavoro dei progenitori
Terza volta
Uscita dll'arca
Loggia di Raffaello 84
Quarta volta
La quarta volticella contiene le Storie di Abramo e Loth, di forma centinata, variamente attribuite a Giovan
Francesco Penni, Giulio Romano o Perin del Vaga. Le storie sono: Abramo e Melchisedech, la Promessa di Dio,
l'Incontro con gli angeli e la Fuga da Sodoma[3].
Nel basamento si trova il Sacrificio di Isacco a monocromo, che Cavalcaselle rifer a un'idea di Raffaello stesso[3].
Abramo e Melchisedech Promessa di Dio Incontro con gli angeli Fuga da Sodoma
Quinta volta
Sesta volta
Sogno di Giacobbe
Settima volta
Nella settima volta, quella centrale, sono rappresentate le Storie di Giuseppe, di forma rettangolare. Riguardano:
Spiegazione dei sogni ai fratelli, Vendita da parte dei fratelli, Tentazione della moglie di Putifarre e Spiegazione dei
sogni al faraone. Per l'attribuzione si sono fatti gli stessi nomi, con un possibile intervento di Giulio Romano da solo
per la Tentazione della moglie di Putifarre, che presenterebbe affinit con l'Adone che fugge davanti a Marte nella
Sala di Psiche a Palazzo Te a Mantova[3].
Sul basamento rappresentato Giuseppe che si fa riconoscere dai fratelli[3].
Loggia di Raffaello 86
Spiegazione dei sogni ai fratelli Vendita da parte dei fratelli Tentazione della moglie di Spiegazione dei sogni al faraone
Putifarre
Ottava volta
Roveto ardente Passaggio dal Mar Rosso Prodigio dell'acqua fatta scaturire da una
rupe
Loggia di Raffaello 87
Nona volta
La successiva nona volta decorata dalle Storie di Mos e Giosu, di forma rettangolare, forse di Raffaellino del
Colle o frutto della collaborazione Romano/Penni. Mostrano: la Consegna delle Tavole della Legge, l'Adorazione del
vitello d'oro, la Colonna di fumo e la Presentazione della Legge agli ebrei[3].
Nello zoccolo il monocromo forse raffigurante Giosu che arringa gli Israeliti[3].
Consegna delle Tavole della Adorazione del vitello d'oro Colonna di fumo Presentazione della Legge agli
Legge ebrei
Decima volta
Per la decima volta vennero scelte le Storie di Giosu, di forma centinata, con il Passaggio del Giordano, la Caduta
di Gerico, Giosu che arresta il sole e la luna e la Divisione della terra promessa. Vasari assegn la prima e la terza
storia a Perin del Vaga, attribuzione poi estesa solitamente anche alle altre. Della terza scena esisteva nell'Ottocento
il cartone, che Passavant vide in casa Gaddi a Firenze[3].
Non presente un monocromo per la porta che conduce alla Sala dei Palafrenieri; nonostante ci Bartoli, in una serie
di incisioni, vi colloc due figure erette e due corridoi ai lati di una porta, forse una sua invenzione, o forse una
rappresentazione del perduto monocromo della campata successiva[3].
Passaggio del Giordano Caduta di Gerico Giosu che arresta il sole e la Divisione della terra promessa
luna
Undicesima volta
Nell'undicesima volticella si trovano le Storie di Davide, con la Consacrazione, lo Scontro con Golia, il Trionfo sugli
Assiri e la Toeletta di Betsabea, tutte riferite a Perin del Vaga su disegno di Giulio Romano o Giovan Francesco
Penni[3].
Non si conosce la decorazione del perduto monocromo nello zoccolo[3].
Loggia di Raffaello 88
Dodicesima volta
La dodicesima volta ha scene dalle Storie di Salomone: Consacrazione del re, Giudizio, Incontro con la regina di
Saba e la Costruzione del Tempio di Gerusalemme. Generalmente sono riferite a Perin del Vaga[3].
Il monocromo del basamento mostra Betsabea dinazi a Davide[3].
Consacrazione del re Giudizio Incontro con la regina di Saba Costruzione del Tempio di
Gerusalemme
Tredicesima volta
Note
[1] De Vecchi, cit., pag. 119.
[2] De Vecchi, cit., pag. 120.
[3] De Vecchi, cit., pag. 121.
Bibliografia
Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano 1975.
AA.VV., Roma, Touring Editore, Milano 2008. ISBN
978-88-365-4134-8
Voci correlate
Logge Vaticane
Grottesche
Stanze di Raffaello
Grottesche
Altri progetti
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Raffaello (Vatican City)
Musei capitolini 90
Musei capitolini
[1]
Coordinate geografiche: 415335N 122857E41.89306N 12.4825E
Musei Capitolini
Sito [2]
sito ufficiale del museo
I Musei Capitolini sono il principale museo civico comunale di Roma e fanno parte del "Sistema dei Musei in
comune". Si parla di "musei", al plurale, in quanto alla originaria raccolta di sculture antiche fu aggiunta da
Benedetto XIV, nel XVIII secolo, la Pinacoteca, di soggetti prevalentemente romani.
Aperto al pubblico nell'anno 1734, sotto Clemente XII, considerato il primo museo al mondo, inteso come luogo
dove l'arte fosse fruibile da tutti e non solo dai proprietari[3].
Nel 2008 sono stati visitati da 452.232 persone.[4]
Storia
La sede storica dei Capitolini costituita dal
Palazzo dei Conservatori e dal Palazzo
Nuovo, edifici che affacciano sulla
michelangiolesca Piazza del Campidoglio.
La creazione del museo pu essere fatta
risalire al 1471, quando Papa Sisto IV don
alla citt una collezione di importanti bronzi
provenienti dal Laterano (tra i quali la Lupa
capitolina), che fece collocare nel cortile del
Galleria
Palazzo dei Conservatori e sulla piazza del
Campidoglio: ci lo rende il pi antico
museo pubblico al mondo.
La raccolta antiquaria si arricch nel tempo con donazioni di vari papi (Paolo III, Pio V che voleva espellere dal
Vaticano le sculture pagane), e fu meglio allocata con la costruzione del Palazzo Nuovo nel 1654.
Il museo fu aperto a visite pubbliche per volere di Papa Clemente XII quasi un secolo pi tardi, nel 1734. Il suo
successore, Benedetto XIV, inaugur la Pinacoteca capitolina, acquisendo le collezioni private della famiglia
Sacchetti e della famiglia Pio.
Dagli scavi condotti dopo l'Unit d'Italia per i lavori di Roma capitale emersero grandi quantit di nuovi materiali,
che, raccolti nel Magazzino Archeologico Comunale, in seguito denominato Antiquarium, furono nel tempo
parzialmente esposti ai Capitolini.
Musei capitolini 91
Nel 1997 stata aperta una sede distaccata nell'ex Centrale Termoelettrica Giovanni Montemartini nel quartiere
Ostiense, creando una soluzione originale di fusione tra archeologia industriale e classica.
Oggi i Musei Capitolini fanno parte del Sistema dei Musei in comune.
Piano terra
Superati gli spazi di servizio (biglietteria, guardaroba, bookshop) si accede al cortile, dove si evidenziano l'acrolito di
Costantino e i rilievi raffiguranti le province provenienti dal tempio di Adriano.
Piano nobile
Qui giunti, per mantenere l'ordine concettuale della visita opportuno ritornare allo scalone d'ingresso. Dal
pianerottolo si accede alle sale
XIII e XIV - Sale dei fasti moderni Fulltext Search [7], dove su tavole marmoree sono incisi nei Fasti consulares
capitolini i nomi dei magistrati civici (senatores) della citt dal 1640 al 1870.
A partire dalla successiva sala XV cominciano le gallerie contenenti materiali provenienti dagli scavi di fine
ottocento nei vari Horti suburbani, che venivano edificati intensivamente in quel periodo per ospitare la popolazione
della nuova capitale (raddoppiata nei primi trent'anni dell'unit d'Italia), tra l'Esquilino, il Quirinale e il Viminale.
Testimone e attivo protagonista di questi scavi fu Rodolfo Lanciani, che ne diede ampia documentazione, anche
nella sua qualit di segretario della Commissione archeologica comunale[8].
XV, XVI, XVII e XVIII - Sale degli Horti Lamiani. Sono raccolti qui materiali provenienti da scavi nella zona
dell'Esquilino, tra piazza Vittorio e piazza Dante. Tra questi, parte di uno splendido pavimento in alabastro e
frammenti della decorazione architettonica in opus sectile di un criptoportico, la Venere Esquilina e il famoso
Ritratto di Commodo come Ercole.
XIX e XX - Sale degli Horti Tauriani e Vettiani.
XXI, XXII e XXIII - Sale degli Horti di Mecenate, dove sono esposti fra l'altro il Marsia al supplizio e la
cosiddetta testa di Amazzone.
XXIV - Galleria, dove sono esposti due grandi crateri ornamentali e i ritratti di Adriano, Vibia Sabina e Matidia
provenienti dagli Horti Tauriani. Da qui si passa nella nuova
XXV - Esedra di Marco Aurelio, ricavata dall'architetto Carlo Aymonino sull'area del Giardino romano, dove
gi Virgilio Vespignani, nel 1876, aveva collocato un padiglione dove venivano esposti i migliori reperti emersi
dagli scavi di quel periodo. I due principali pezzi oggi esposti stabilmente nella grande esedra vetrata sono la
statua equestre di Marco Aurelio originale, messa al coperto dopo il restauro, l'Ercole in bronzo dorato
proveniente dal Foro Boario, e i frammenti della statua colossale in bronzo di Costantino appartenenti alla
donazione iniziale di Sisto IV. L'ultimo vasto ambiente del piano nobile l'
XXVI - Area del Tempio di Giove Capitolino (per il quale si veda la voce sul Tempio di Giove Ottimo
Massimo). Lo spazio espositivo alla fine del percorso presenta reperti provenienti dai templi arcaici di VI secolo
a.C. scavati a met del XX secolo nell'area di Sant'Omobono, e un settore che illustra i risultati degli scavi pi
recenti effettuati negli strati inferiori di quest'area del colle capitolino, che ne documentano l'occupazione a partire
dal X secolo a.C.
Musei capitolini 93
Secondo piano
Pinacoteca capitolina
Palazzo Clementino-Caffarelli
Secondo piano
Medagliere capitolino
Terzo piano
Terrazza e bar
la Protomoteca, collezione di busti ed erme di uomini illustri trasferiti al Campidoglio dal Pantheon per volont
di Pio VII nel 1820.
Musei capitolini 94
"Grande Campidoglio"
Nel dicembre del 2005 stata inaugurata una nuova ala che con un'aula vetrata, la gi citata Esedra di Marco
Aurelio, allarga lo spazio espositivo dei Musei. Con la copertura del Giardino Romano, stato ricavato questo nuovo
spazio che ospita ora la statua di Marco Aurelio, i frammenti del colosso bronzeo di Costantino e la statua di Ercole.
Il progetto di Carlo Aymonino e prevede anche la nuova sistemazione delle fondazioni del tempio di Giove
Capitolino.
Nelle sale adiacenti sono sistemate le vetrine della Collezione Castellani, donata al Comune di Roma da Augusto
Castellani.
L'apertura di questa nuova ala fa parte di un pi vasto progetto ("Grande Campidoglio") di risistemazione ed
ampliamento dei musei, che ha visto l'allestimento della Galleria Lapidaria (chiusa diversi anni prima per lavori di
ristrutturazione), l'acquisizione di Palazzo Clementino, ora sede del Medagliere Capitolino (collezione di
numismatica), e la risistemazione del Palazzo Caffarelli.
Musei capitolini 95
Centrale Montemartini
Nel 1997, a causa di gravi problemi di infiltrazioni d'acqua e di umidit, la Galleria Lapidaria e diversi settori del
Palazzo dei Conservatori dovettero essere chiusi al pubblico; per permettere i lavori di ristrutturazione centinaia di
sculture furono trasferite in alcuni ambienti dell'ex centrale elettrica Montemartini (situata lungo la Via Ostiense), in
cui fu allestita una mostra. La collezione include 400 statue romane, insieme a epigrafi e mosaici. La maggior parte
dei reperti costituiscono i pezzi di pi recente acquisizione, provenendo dagli scavi portati avanti dopo l'unit d'Italia,
in particolare negli antichi horti romani.
Altre opere
Eros che incorda l'arco
Ritratto di Decio
Ritratto di Massimino il Trace
Ritratto di Ottaviano
Ritratto di Probo
Sarcofago Amendola
Vecchia ubriaca
Bronzo di Ascoli
Pannelli in opus sectile dalla basilica di Giunio Basso
Tiziano, Battesimo di Cristo
Bibliografia
AA.VV., Musei Capitolini - Guida, Comune di Roma - Ztema
- Electa, 2006.
operato, tanto alla magistratura comunale, che di s nobile ufficio l'aveva investita, quanto ai concittadini, ed ai cultori degli studi archeologici,
che seguono con viva attenzione i risultati delle nuove scoperte[...]".
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Musei Capitolini
Collegamenti esterni
Sito ufficiale (http://www.museicapitolini.org)
Sito ufficiale centrale montemartini (http://www.centralemontemartini.org)
Sito ufficiale dei Musei in Comune (http://www.museiincomune.it)
Sito di Ricerca (http://www.museicapitolini.net)
Interessante scheda by Activitaly (http://www.activitaly.com/musei/musei_capitolini.htm)
La collezione Castellani ai Musei Capitolini (http://www.zetema.it/content/download/1056/8499/file/le+
sale+castellani.pdf)
Storia della Pinacoteca Capitolina (http://www2.comune.roma.it/museicapitolini/pinacoteca/storia.htm)
La nuova ala dei Musei capitolini al Palazzo dei Conservatori (http://www.zetema.it/content/download/1051/
8484/file/comunicato+stampa.pdf)
Per saperne di pi, capitolini.net (http://capitolini.net/index.xql)
Inventario fasti consulares su capitolini.net
Galleria Borghese
[1]
Coordinate geografiche: 415450.4N 122931.2E41.914N 12.492E
Sito [2]
La Galleria Borghese si trova in Piazzale Scipione Borghese 5, all'interno della Villa Borghese Pinciana a Roma in
Italia. Il museo espone opere di Gian Lorenzo Bernini, Agnolo Bronzino, Antonio Canova, Caravaggio, Raffaello,
Pieter Paul Rubens, Tiziano. Si pu considerare unica al mondo per quel che riguarda il numero e l'importanza delle
sculture del Bernini e delle tele del Caravaggio.
Galleria Borghese 97
Storia
Fu costituita nel 1902 a seguito dell'acquisizione da parte dello Stato italiano delle raccolte facenti parte del
Fidecommisso Borghese. Primo direttore della Galleria Borghese fu Giovanni Piancastelli (1845-1926) a cui
succedette nel 1906 Giulio Cantalamessa, gi direttore delle Gallerie dell'Accademia di Venezia.
Nel 2008 stata visitata da 486.885 persone.[3]
Le opere maggiori
Lista in ordine alfabetico, per nome dell'autore, delle principali opere
esposte in galleria.
Bacchiacca
Giuseppe venduto dai fratelli
Arresto dei fratelli di Giuseppe
Ricerca della coppa rubata
Ritrovamento della coppa rubata nel sacco di Beniamino
Bernini
Capra Amaltea
Enea, Anchise e Ascanio
Ratto di Proserpina
David
Apollo e Dafne
Busti di Scipione Borghese
La Verit Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne
Busto di Paolo V
Canova
Paolina Borghese come Venere vincitrice
Caravaggio
Fanciullo con canestro di frutta, 15931594
Bacchino malato, 15931594
Madonna dei Palafrenieri, 16051606
David con la testa di Golia, 16051606
San Girolamo scrivente, 16051606
Ritratto di Papa Paolo V, 1605-1606
Cesare da Sesto
Leda col cigno, copia da Leonardo da Vinci, 1515-1520 circa
Correggio
Danae, 1531 circa
Dosso Dossi
Melissa, 1522-1524 circa
Giorgione
Cantore appassionato, 1508-1510 circa
Suonatore di flauto, 1508-1510 circa
Caravaggio, Bacchino malato
Lorenzo Lotto
Madonna col Bambino tra i santi Flaviano e Onofrio, 1506
Ritratto di gentiluomo, 1535 circa
Parmigianino
Ritratto del Pianerlotto, 1531 circa
Raffaello
Galleria Borghese 99
Altri progetti
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Borghese
Collegamenti esterni
Galleria Borghese (http://galleriaborghese.beniculturali.it/) sito istituzionale
Sito (http://www.diecigrandimostre.com/) del progetto Dieci Grandi Mostre
Sito (http://raffaello.diecigrandimostre.com/) della mostra su Raffaello nell'ambito del progetto Dieci Grandi
Mostre
Sito (http://canova.diecigrandimostre.com/) della mostra su Canova nell'ambito del progetto Dieci Grandi
Mostre
Sito (http://correggio.diecigrandimostre.com/) della mostra sul Correggio nell'ambito del progetto Dieci
Grandi Mostre
Sito (http://caravaggio-bacon.diecigrandimostre.com/) della mostra sul confronto tra Caravaggio e Francis
Bacon nell'ambito del progetto Dieci Grandi Mostre
Sito (http://cranach.diecigrandimostre.com/) della mostra su Cranach nell'ambito del progetto Dieci Grandi
Mostre
Galleria Doria Pamphilj 100
La Galleria Doria Pamphilj una grande collezione privata esposta a Roma nel Palazzo Doria Pamphilj. Il
palazzo che la ospita situato tra Via del Corso e via della Gatta.
Storia
La galleria nacque nel 1651 quando Giambattista Pamphilj diventato papa col nome di Innocenzo X vincol le
pitture e gli arredi del Palazzo Pamphilj a Piazza Navona con la restituzione ereditaria, cos invest suo nipote
Camillo della primogenitura. In questo periodo era gi stato eseguito il ritratto di Innocenzo X da Velazquez nel
1650 ma gi tre anni prima la collezione si era notevolmente arricchita col matrimonio di Camillo con Olimpia
Aldobrandini, matrimonio che apport delle opere di Raffaello, Tiziano, Parmigianino e Beccafumi. Verso la met
del XVII secolo Camillo gi possedeva quattro opere di Caravaggio di cui una, dal titolo "La buona ventura", fu
regalata a Luigi XIV nel 1665 ed ora al Louvre. In seguito compr molti quadri bolognesi, di Claude Lorrain ed
alcune opere delle collezioni Bonello e Savelli. La collocazione ora aveva bisogno di una collocazione decente cio
il palazzo di Via del Corso gi appartenuto ai Della Rovere che era passato nel 1601 agli Aldobrandini. Di questo
palazzo gi in un periodo compreso tra il 1678 ed il 1681 si parla di una "Stanza dei quadri" e successivamente di
una "Stanza degli Animali" e di una "Stanza dei Paesi". Nel 1760 quando subentra ai Pamphilj il ramo di Doria
Pamphilj si ha l'acquisto di opere del Bronzino e di Sebastiano del Piombo ed una serie di arazzi ora esposta di
Genova. Del 1838 l'inaugurazione della sala Aldobrandini. Del XIX secolo l'ultimo acquisto di opere.[1]
Il palazzo
L'ampia raccolta di pitture, arredi e statue che comprendono lavori di Jacopo Tintoretto, Tiziano, Raffaello Sanzio,
Correggio, Caravaggio, Guercino, Gian Lorenzo Bernini, Parmigianino, Gaspard Dughet, Jan Brueghel il Vecchio,
Velzquez e molti altri artisti importanti stata creata a partire dal XVI secolo dalle famiglie Doria, Pamphilj, Landi
e Aldobrandini che sono ora unite tramite matrimoni e discendenze con il cognome semplificato di Doria Pamphilj,
dopo essere state a lungo conosciute come Doria Landi Pamphili.
Con il crescere delle fortune della famiglia, il palazzo si esteso quasi continuamente ed ancora il pi grande a
Roma (tra quelli privati) e rappresenta una sede adeguata per la collezione ospitata. La maggior parte della collezione
ospitata in una serie di sale di rappresentanza, che comprendono la cappella, progettata da Carlo Fontana, che
contiene anche una vasta raccolta di reliquie. Tuttavia il nucleo fondamentale esposto in una successione di quattro
gallerie decorate ed affrescate che corrono intorno al cortile. Un ampio insieme di ulteriori stanze stato trasformato
Galleria Doria Pamphilj 101
in gallerie espositive che contengono una mostra permanente a tema "La pittura di paesaggio nelle ville Doria
Pamphilj".
La collezione
Il capolavoro della collezione, secondo l'opinione generale, il ritratto
di papa Innocenzo X, opera di Velzquez. Il papa, nato Giovan Battista
Pamphilj, ascese al trono pontificio nel 1644.
Nel ritratto l'artista non idealizza l'espressione del papa, tuttavia il
ritratto non sgradevole: le caratteristiche di Innocenzo X erano
ritenute dai contemporanei come simboliche di uno stile di vita
dispotico e di un carattere vendicativo.
Il ritratto, dipinto verso il 1650 per commemorare l'anno santo, fu
commissionato dalla cognata Olimpia Maidalchini che era sua stretta
confidente e consigliere e, secondo alcuni, amante. Il quadro di
Velzquez stato sistemato nel 1927 in una piccola stanza dedicata
interamente al papa; infatti vi esposta anche una scultura di Bernini
che ritrae Papa Innocenzo X.
Uno dei gioielli della collezione Doria Pamphilj:
il Ritratto di Innocenzo X di Velzquez (1650)
Opere esposte
Alessandro Algardi
busto di Olimpia Aldobrandini Salom (1515) di Tiziano
bronzo di Innocenzo X
Paul Brill
Paesaggio con scena di caccia
Veduta del porto di Napoli, 1556 circa
Caravaggio
Maddalena penitente
Riposo durante la fuga in Egitto
San Giovanni Battista
Paesaggio con la fuga in Egitto
Maria Maddalena
Galleria Doria Pamphilj 102
Altri progetti
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Pamphilj
Galleria Doria Pamphilj 103
Note
[1] Eduard A. Salarik, La galleria in Galleria Doria Pamphilj, Roma, Arti Doria Pamphilj s.r.l. [1993], pag. 4-5.
Collegamenti esterni
Galleria Doria Pamphilj (http://www.dopart.it/roma)
Coordinate geografiche: 415352N 122852E41.897669N 12.481145E
Sito [2]
Sito istituzionale
La Galleria Nazionale d'Arte Antica, una galleria d'arte che si trova a Roma, nelle due distinte sedi di Palazzo
Barberini e Palazzo Corsini.
Il Palazzo Barberini fu progettato per papa Urbano VIII da Carlo Maderno (15561629) sulla precedente
collocazione di Villa Sforza. Il soffitto del salone centrale fu decorato da Pietro da Cortona con il panegirico
Allegoria della Divina Provvidenza e del potere Barberini per glorificare la famiglia Barberini.
Il Palazzo Corsini, noto in precedenza come Palazzo Riario, un edificio del XV secolo risistemato nel XVIII secolo
dall'architetto Ferdinando Fuga per il cardinale Neri Maria Corsini.
La collezione della galleria comprende lavori di Gian Lorenzo Bernini, Caravaggio, Van Dyck, Hans Holbein, Beato
Angelico, Nicolas Poussin, El Greco, Raffaello, Tiepolo, Tintoretto, Rubens, Murillo, Jusepe de Ribera e Tiziano.
Galleria nazionale d'arte antica 104
Opere principali
Palazzo Barberini
Francesco Albani
Mercurio e Apollo
Andrea del Sarto:
Madonna
Sacra Famiglia Barberini
Domenico Beccafumi
Madonna col Bambino e san Giovannino
Bronzino
Ritratto di Stefano IV Colonna
Caravaggio:
Giuditta e Oloferne
Narciso, 1598-1599;
San Francesco in meditazione, 1606
Domenichino:
Fuga in Egitto
Sant'Agnese
El Greco
Adorazione dei Pastori
Battesimo di Cristo 1546-1548
Guercino
Et in Arcadia Ego
Hans Holbein il Giovane:
Ritratto di Enrico VIII, 1540
Filippo Lippi
Madonna col Bambino in trono, 1437
Annunciazione con due donatori
Lorenzo Lotto
Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria e santi, 1524
Raffaello
La Fornarina, 1518-1519 circa
Tintoretto
Cristo e l'Adultera, 1546-1548
Tiziano
Venere e Adone, 1560
Giovanni Serodine
Incontro dei Santi Pietro e Paolo
Il Sodoma
Ratto delle Sabine
Galleria nazionale d'arte antica 105
Palazzo Corsini
Beato Angelico
Trittico del Giudizio Universale, Ascensione e Pentecoste (1450-1455)
Jacopo da Bassano
Adorazione dei pastori
Caravaggio:
San Giovanni Battista
Anton Van Dyck
Madonna della Paglia
Orazio Gentileschi
Madonna col Bambino
Bartolom Esteban Murillo
Madonna col Bambino
Jose de Ribera
Venere scopre Adone morto
Rubens
San Sebastiano curato dagli angeli
Altri progetti
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di Palazzo Barberini (Rome)
Collegamenti esterni
Galleria Barberini [2] sito istituzionale
Galleria Corsini [3] sito istituzionale
Accademia Nazionale dei Lincei [4], che ha sede al Palazzo Corsini
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Galleria_nazionale_d%27arte_antica& language=it&
params=41_54_13_N_12_29_25_E_region:IT-RM_type:landmark
[2] http:/ / galleriabarberini. beniculturali. it/
[3] http:/ / galleriacorsini. beniculturali. it/
[4] http:/ / www. lincei. it/ informazioni/ visita/ corsini. php?lg=i
Pinacoteca di Brera 106
Pinacoteca di Brera
[1]
Coordinate geografiche: 452819N 91117E45.472064N 9.188132E
Pinacoteca di Brera
Sito [2]
brera.beniculturali.it
Sede
Andrea Mantegna, Cristo morto
La Pinacoteca ha sede nel grande palazzo di Brera, che ospita anche
altre istituzioni: la Biblioteca Nazionale Braidense, l'osservatorio di
Brera, l'Orto Botanico, l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e
l'Accademia di Belle Arti. L'edificio era stato costruito nell'antica,
incolta terra "braida" (parola che nella bassa latinit aveva il significato
di campo suburbano), da cui ebbe il nome Brera, il Palazzo quanto il
quartiere. Il palazzo si apre su un cortile circondato da un elegante
porticato, al centro situato il Monumento a Napoleone I ideato da
Antonio Canova.
Storia
L'Accademia di Belle Arti di Brera venne fondata nel 1776 con decreto
dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria per impulso del conte Carlo
Firmian. Primo segretario fu l'erudito abate Albuzio.
Due anni dopo fu sostituito da Carlo Bianconi, che per un ventennio si
prodig a sviluppare l'istituzione e la scarsa dotazione iniziale. Anima
della nuova istituzione furono per l'architetto Giuseppe Piermarini,
Palazzo Brera agli inizi dell'800 allievo di Luigi Vanvitelli, e il decoratore ticinese, formatosi
nell'Accademia di Parma, Giocondo Albertolli. Scopo manifesto era la
creazione di maestranze che sapessero far fronte al nuovo ruolo assunto da Milano con la nomina dell'arciduca
Ferdinando a capitano generale dello stato. Dopo secoli in citt tornava una corte degna di questo nome, e si
rendevano necessari interventi edilizi radicali, con la costruzione di palazzi pubblici e privati. Primo banco di prova
di maestri e allievi dell'Accademia fu la costruzione a Monza della residenza estiva dell'arciduca, nota oggi come
villa reale.
Le cose cambiarono radicalmente dopo la campagna d'Italia di Napoleone (1796) e il definitivo affermarsi della
dominazione francese. Nel 1801 venne nominato segretario Giuseppe Bossi, gi allievo dell'Accademia, che si
impegn ad arricchire con gessi e libri la dotazione didattica e dal 1805 organizz mostre pubbliche.
Nel periodo napoleonico numerose chiese e monasteri vennero soppressi e i loro beni requisiti. Le opere migliori
vennero spedite a Parigi mentre con quelle restanti si decise di costituire nelle principali citt del regno una
pinacoteca; sorsero cos le grandi Gallerie di Venezia, Bologna e Milano. La pinacoteca di Milano doveva svolgere il
compito di compendio della produzione artistica del regno d'Italia.
Andrea Appiani venne nominato Commissario per le Belle Arti nel 1805 e a Brera cominciarono ad affluire da ogni
parte dipinti dalle chiese soppresse. Intanto nel 1806 Giuseppe Bossi inaugurava il primo museo dell'Accademia, di
impronta spiccatamente didattica. Nel 1808 si decise di tramezzare l'antica chiesa di Santa Maria in due piani per
realizzare i "Saloni Napoleonici" destinati a ospitare le gallerie del regno. Il 15 agosto 1809, giorno genetliaco di
Napoleone, vennero inaugurate le tre sale, dominate dal grande gesso di "Napoleone come Marte pacificatore" di
Antonio Canova. Si tratt di un evento temporaneo legato all'occasione (erano esposti solo 139 dipinti), e l'effettiva
apertura delle gallerie delle statue e delle pitture ebbe luogo il 20 aprile 1810. Negli anni seguenti continuarono ad
affluire dipinti, soprattutto nel 1811 e 1812, in particolare dalla collezione dell'arcivescovo Monti di Milano. Nel
1813 arrivarono dal Louvre di Parigi le opere di Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, Pieter Paul Rubens ed Antoon
Van Dyck.
Pinacoteca di Brera 108
Alla caduta del governo napoleonico nel 1814, il Congresso di Vienna sanc la restituzione dei beni sottratti ai
proprietari originari, e anche la pinacoteca dovette cedere alcune opere. Essa continu comunque ad arricchirsi di
donazioni (lascito Oggioni) e nel 1882 venne separata dall'Accademia. Si tratt di una divisione assai laboriosa, che
ebbe termine solo un decennio dopo, e che fu causa di molti equivoci.
Nel 1926 venne creata l'Associazione degli Amici di Brera grazie alla quale vennero acquistati diversi capolavori tra
cui la "Cena in Emmaus" di Caravaggio.
Il sopraggiungere della guerra del 1914-1918 costrinse a far emigrare per ragioni di sicurezza la collezione a Roma e
al suo rientro, la Pinacoteca fu riallestita sotto la Direzione di Ettore Modigliani.
Durante la seconda guerra mondiale le opere della Pinacoteca vennero messe al sicuro dalla direttrice Fernanda
Wittgens, mentre il palazzo sub seri danni a causa dei bombardamenti del 1943 (crollo delle volte in trenta delle
trentotto sale). La Pinacoteca inizi la sua lenta resurrezione dalle rovine nel febbraio 1946 con l'opera generosa del
progettista architetto Piero Portaluppi e della soprintendente Fernanda Wittgens. Tra le principali acquisizioni, va
menzionato il ciclo di dipinti staccati dell'oratorio di Mocchirolo (XIV secolo).
Nel 1974 il soprintendente Franco Russoli ne decise la chiusura, lanciando al tempo stesso provocatoriamente, di
fronte alle grandi difficolt del momento, il progetto della "Grande Brera", che avrebbe dovuto comprendere anche
l'attiguo palazzo Citterio, e che a distanza di alcuni decenni stenta ancora a trovare attuazione. Intanto il percorso di
visita stato rivisto e attualizzato, comprendendo anche opere d'arte contemporanea (collezioni Jesi e Vitali). Un
progetto dell'architetto Mario Bellini ha ripreso nel 2009 la speranza di Franco Russoli di realizzare un museo
moderno di rango internazionale.
L'assenza di un vero e proprio spazio da adibire alle mostre temporanee porta la Pinacoteca a sviluppare dal 2001 il
progetto Brera Mai Vista. Questo presenta ogni tre mesi piccole esposizioni di poche opere, solitamente
provenienti dai depositi del museo, che per l'occasione vengono restaurate e corredate da un breve catalogo che ne
illustra la storia e la vicenda critica. Nel 2011 Brera Mai Vista conta pi di 20 mostre[3] con opere di Francesco
Hayez, Francesco Londonio, Giovanni Boccati, Giovanni Agostino da Lodi e Marco d'Oggiono, Giovanni Martino
Spanzotti, Benozzo Gozzoli, il Maestro di Ercole e Gerolamo Visconti, Francesco Casella, Giuseppe Molteni, il
Genovesino, Francesco Menzocchi, Alberto Sotio, Lucio Fontana, il Maestro dei dodici apostoli, Bernardino Luini,
Giovanni Boldini, Pietro Orioli, il Bergognone, Giovanni Contarini, Mario Sironi.
Nel 2004 la Pinacoteca avvia la sperimentazione del progetto "A Brera anchio. Il museo come terreno di dialogo
interculturale" [4], che dal 2006 rientra nella programmazione educativa ordinaria dedicata alle scuole primarie e
secondarie di primo grado di Milano e provincia.
Nel 2009 la Pinacoteca di Brera festeggia i duecento anni dalla sua fondazione con una serie d'eventi, mostre e
convegni. Le esposizioni sono dedicate ai capolavori della Pinacoteca e ai loro restauri ('Caravaggio ospita
Caravaggio', 'Raffaello. Lo Sposalizio della Vergine Restaurato', 'Il ritorno di Napoleone') o alla ricostruzione di
alcuni nuclei di dipinti giunti nel 1809 a Brera e poi dispersi ('Crivelli e Brera', 'La Sala dei Paesaggi', 'Il Gabinetto di
Autoritratti di Giuseppe Bossi'). Il 15 agosto 2009, a duecento anni esatti dall'inaugurazione, la Pinacoteca apre
gratuitamente al pubblico, registrando il numero record di circa 12.000 visitatori[5]. Complessivamente nell'anno del
bicentenario la Pinacoteca raddoppia i suoi ingressi[6].
Pinacoteca di Brera 109
Percorso espositivo
Se si esclude la presenza (dal 2009) del grande gesso di Antonio Canova raffigurante Napoleone in veste di Marte e
alcune opere della Donazione Jesi e del Lascito Vitali, la Pinacoteca di Brera un museo dedicato esclusivamente
alla pittura.
Scuole straniere
Fin dalla sua origine la Pinacoteca nacque con l'idea di accogliere tutte le scuole pittoriche: cos assieme ai maestri
della scuola genovese del Seicento come Gioacchino Assereto e Orazio de Ferrari e alle nature morte di Evaristo
Baschenis, Brera espone un cospicuo gruppo di autori stranieri (Sale XXXII e XXXIII): Pieter Paul Rubens, autore
della grande Ultima Cena, Antoon van Dyck (Ritratto di Dama e Madonna con Sant'Antonio da Padova), ma anche
pittori fiamminghi del Cinquecento come Jan de Beer. Due ritratti di Joshua Reynolds e Anton Raphael Mengs sono
esposti nel corridoio tra le sale XXXV e XXXVI.
Il Settecento
Le grandi tele della scuola tardo barocca e neoclassica giunsero a Brera tra Sette e Ottocento, quando la Pinacoteca
era ancora congiunta all'Accademia di Belle Arti: figurano qui le opere di Solimena, Luca Giordano, Sebastiano
Ricci, Pompeo Batoni, Pierre Subleyras. La Sala XXXIV dominata dalla grande tela di Giambattista Tiepolo con la
Madonna del Carmelo tra profeti e le anime del Purgatorio.
Particolarmente interessanti sono le Sale XXXV e XXXVI, disegnate da Piero Portaluppi in stile neoclassico che
accolgono nei due ambienti le vedute di Bernardo Bellotto e Canaletto, le tele di Pietro Longhi e Piazzetta, e i
maestri della "pittura della realt" lombarda, con i ritratti di Fra' Galgario e del Pitocchetto.
L'Ottocento
Particolarmente documentata a Brera la pittura italiana dell'Ottocento nelle sue diverse sfumature. Al centro della
sala campeggia la grande Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo, versione preliminare del celebre Quarto Stato
(Milano, Museo del Novecento). I capolavori di Francesco Hayez, gi professore di disegno presso la stessa
Accademia, sono raccolti nella parete laterale, tra cui il celebre Bacio, una delle opere pi note dell'artista, e il
Ritratto di Alessandro Manzoni. Le opere di Giuseppe Bossi e Andrea Appiani (Carro del Sole), primo pittore
dell'Italia napoleonica, testimoniano il gusto neoclassico a Milano. Dal 2010 il neoclassico rappresentato anche
dalla scultura di Luigi Antonio Acquisti, Atalanta.
Pinacoteca di Brera 112
Chiudono il percorso i pittori Macchiaioli come Giovanni Fattori (Il carro rosso) e Silvestro Lega (Il pergolato),
oltre alle opere di Giovanni Segantini e Gaetano Previati, tra divisionismo e simbolismo.
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Pinacoteca_di_Brera& language=it& params=45. 472064_N_9. 188132_E_
[2] http:/ / www. brera. beniculturali. it/
[3] http:/ / www. brera. beniculturali. it/ Page/ t02/ view_html?idp=374
[4] E. Daffra, "A Brera anch'io. Il museo come terreno di dialogo interculturale", in Patrimonio e Intercultura, 2007, cc by sa, (http:/ / fondazione.
ismu. org/ patrimonioeintercultura/ index. php?page=esperienze-show. php& id=26)
[5] http:/ / milano. corriere. it/ milano/ notizie/ arte_e_cultura/ 09_agosto_17/ brera_record_visitatori_ferragosto_damico-1601673258589. shtml
[6] http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 2009/ settembre/ 19/ Brera_raddoppiano_visitatori_lite_sulla_co_7_0909192642. shtml
[7] http:/ / www. brera. beniculturali. it/ Page/ t02/ view_html?idp=375
Bibliografia
Pinacoteca di Brera, catalogo generale, 7 voll., 1988-1996, Electa, Milano
Brera. Guida alla Pinacoteca, Electa, Milano 2004. ISBN 978-88-370-2835-0
Brera. La Pinacoteca e i suoi capolavori, a cura di S. Bandera, Skira, Milano 2009.
Pinacoteca di Brera. I dipinti, Electa, Milano 2010.
A Brera anch'io. Il museo come terreno di dialogo interculturale, a cura di S. Bodo, E. Daffra, R. Giorgi, S.
Mascheroni, A. Montalbetti, M. Sozzi, Electa, Milano, 2007.
Pinacoteca di Brera 113
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Pinacoteca di Brera (Milan)
Collegamenti esterni
Sito web della Pinacoteca di Brera (http://www.brera.beniculturali.it)
Sito dell'associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi (http://www.amicidibrera.milano.it)
Brera magico contenitore (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/
ContentItem-5538c2bd-cb41-4ac8-950a-80d7afea10de.html#p=0) e Brera storia di una citt (http://www.rai.
tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2fab22bc-bc5f-4c2f-b7ea-112dd473b174.html#p=0), puntate
della trasmissione Passepartout in occasione dei 200 anni (agosto 2009) di Brera.
Gallerie dell'Accademia
[1]
Coordinate geografiche: 452553N 121941E45.431245N 12.32798E
Galleria dell'Accademia
Sito [2]
web ufficiale
Gallerie dell'Accademia 114
Chiesa e convento
Costruiti nel XII secolo, chiesa e convento ospitarono a
partire dal secolo successivo una Scuola di Battuti per
riceverne un sostegno economico. Nel XV secolo le
rendite aumentarono grazie al sostegno del veneziano
Papa Eugenio IV, permettendo di rinnovare ed ampliare
ulteriormente gli edifici.
Intorno al 1760 Bernardino Maccaruzzi e Giorgio Massari apportarono modifiche sia internamente che esternamente,
con la completa sostituzione della precedente facciata gotica e lapertura del portale sul campo (la facciata acquisir
laspetto attuale nel 1830).
Sebbene ancora prospera, anche la Scuola sub la soppressione nel 1806.
Lavori in corso
attualmente in corso un importante intervento, realizzato con la consulenza architettonica dellarch. Tobia Scarpa:
grazie allo spostamento in altra sede dell'Accademia delle Belle Arti, che occupava il piano terra del complesso, si
reso possibile l'ampliamento degli spazi espositivi. I lavori, iniziati il 4 febbraio 2005, vengono eseguiti in modo da
non chiudere mai al pubblico la galleria; al termine dell'intervento la superficie complessiva sar di circa 12.000m,
in gran parte dedicata all'esposizione delle opere conservate nei magazzini. Il progetto e la direzione dei lavori sono
Gallerie dell'Accademia 116
affidati all'architetto Renata Codello, soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna. Il
restauro prevede interventi di tipo strutturale, conservativo ed impiantistico. Il nuovo allestimento permetter ai
visitatori, anche a ridotta capacit motoria, di apprezzare la grande ricchezza della collezione di opere delle gallerie,
garantendo al tempo stesso la salvaguardia delledificio e delle opere esposte.
Le opere maggiori
Jacopo Bassano
San Gerolamo, 1556, olio su tela, 119 154cm
Gentile Bellini
Processione in piazza San Marco, 1496
Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo, 1500
Giovanni Bellini
Trittico di San Sebastiano, 1464-1470
Trittico di San Lorenzo, 1464-1470
Trittico della Nativit, 1464-1470
Trittico della Madonna, 1464-1470
Madonna Contarini, 1475-1480 circa
Madonna dai cherubini rossi, 1485 circa
Pala di San Giobbe, 1487 circa
Madonna degli alberetti, 1487
Madonna col Bambino tra le sante Caterina e Maria San Girolamo con Girolamo Amadi di Piero della
Maddalena, 1490 circa Francesca, 1440-1450
Quattro allegorie, 1490-1500 circa
Sacra conversazione Giovanelli, 1504
Piet Martinengo, 1505
Vergine in gloria e santi, 1510-1515 circa
Bernardo Bellotto
Il rio dei Mendicanti e la scuola di san Marco, 1740, olio su tela, 42 69cm
Paris Bordone
La consegna dell'anello al Doge, 1534, olio su tela, 370 300cm
Canaletto
Prospettiva con portico, 1765, olio su tela, 131 93cm
Vittore Carpaccio
Storie di sant'Orsola (1490-1495)
Rosalba Carriera
Ritratto di bambina con ciambella, 1730, pastello su carta, 34 27cm
Gallerie dell'Accademia 117
Cima da Conegliano
Incredulit di san Tommaso col vescovo
Magno, 1492
Madonna dell'Arancio, 1496-1498
Madonna col Bambino in trono e santi,
1496-1499
Arcangelo Raffaele con Tobiolo tra i
santi Nicol e Giacomo Maggiore
Cristo in piet sostenuto dalla Madonna,
Nicodemo e san Giovanni Evangelista
con le Marie,
Domenico Fetti
David, 1620 circa, olio su tela, 175 128
cm
Luca Giordano
Crocifissione di san Pietro
Giorgione
Vecchia, 1506 circa
Tempesta, 1507-1508 circa
Francesco Guardi
Incendio al deposito degli oli a San
San Giorgio di Andrea Mantegna (1460)
Marcuola, 1790, olio su tela, 41 60 cm
Bacino di San Marco con San Giorgio e
la Giudecca, 1780, olio su tela, 72 97
cm
Jacobello del Fiore
Incoronazione di Maria in Paradiso,
1438
Leonardo da Vinci
Uomo vitruviano, 1490 circa
Johann Liss
Incontro dei fidanzati e partenza per il pellegrinaggio, dalle Storie di sant'Orsola
Sacrificio di Isacco di Vittore Carpaccio (1490-1495)
Pietro Longhi
Il concertino, 1741, olio su tela, 60 48 cm
Il farmacista, 1752, olio su tela, 60 48 cm
La toeletta, 1741 circa, olio su tela, 60 49 cm
Il sarto, 1741, olio su tela
Lorenzo Lotto
Giovane malato, 1530 circa
Gallerie dell'Accademia 118
Lorenzo Veneziano
Polittico Lion, 1357
Giovanni Mansueti
Guarigione miracolosa della figlia di
Benvegnudo, 1502, tempera su tela, 359
296 cm
Andrea Mantegna
San Giorgio, 1460 circa
Michele Marieschi Processione in piazza San Marco di Gentile Bellini (1496)
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack.
php?pagename=Gallerie_dell%27Accademia& language=it&
params=45. 431245_N_12. 32798_E_scale:2000
[2] http:/ / www. gallerieaccademia. org/
[3] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static.
touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[4] Terisio Pignatti (a cura di). Le scuole di Venezia. Milano, Electa,
1981
Bibliografia
Marcello Brusegan. La grande guida dei monumenti
Ratto di Europa di Giambattista Tiepolo (1725 ca)
di Venezia. Roma, Newton & Compton, 2005. ISBN
88-541-0475-2.
Guida d'Italia Venezia. 3a ed. Milano, Touring Editore, 2007. ISBN 978-88-365-4347-2.
Terisio Pignatti (a cura di). Le scuole di Venezia. Milano, Electa, 1981.
Giuseppe Tassini. Curiosit Veneziane. Venezia, Filippi Ed., 2001.
Voci correlate
Chiesa di Santa Maria della Carit
Galleria degli Uffizi, Firenze
Musei Vaticani, Roma
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Gallerie
dell'Accademia (Venice)
Collegamenti esterni
Sito ufficiale (http://www.gallerieaccademia.org/)
Galleria Accademia (http://www.artive.arti.beniculturali.it/Accademia/Frame accademia.htm)
Accademia di Belle Arti (http://www.accademiavenezia.it/)
Museo di Capodimonte 121
Museo di Capodimonte
[1]
Coordinate geografiche: 405201N 141502E40.86700N 14.250555E
Reggia di Capodimonte
Tipo Pinacoteca, Arte
Datafondazione 1758
Sito [2]
pagina sui musei di Napoli
Il Museo Nazionale di Capodimonte si trova a Napoli all'interno dell'omonimo bosco, nella Reggia di
Capodimonte, edificio disegnato dall'architetto romano Antonio Canevari per il re Carlo di Borbone.
All'interno sono ospitate le Gallerie Nazionali di Capodimonte, la pi importante e ricca pinacoteca dell'Italia
meridionale, nonch una delle pi importanti d'Italia. Le gallerie custodiscono la straordinaria Collezione Farnese
con opere dei pi grandi maestri italiani dal Rinascimento al Barocco, la Collezione Borgia e poi agli ultimi piani la
galleria della storia della scuola napoletana.
Il museo di Capodimonte non ospita solo dipinti, ma anche importanti porcellane ed intere sale espositive
appartenenti ai reali di Napoli. Tra le oreficerie spicca il Cofanetto Farnese di Manno Sbarri (1561). Da evidenziare
il terzo piano del complesso, che ospita la sezione di arte contemporanea. Si tratta dell'unico museo in Italia di arte
antica a possedere una sezione dedicata all'arte contemporanea[3].
La Reggia circondata da giardini ben curati e ricchi di piante. Nel complesso museale sono presenti anche una casa
di caccia e un museo delle ceramiche.
L'edificio, inoltre, vede una facciata principale che manca dei simboli che caratterizzano le sedi del potere, come un
portale centrale e un balcone d'onore. Semplici e funzionali sono lo scalone e i balconi del primo piano. Da ci si pu
capire come l'edificio fosse destinato unicamente ad esser un solenne raccoglitore della collezione Farnese, che Carlo
di Borbone aveva ereditato dalla madre Elisabetta.
Museo di Capodimonte 122
Storia
Nel 1738 Carlo di Borbone, re di Napoli, affid ad Angelo
Carasale, a Giovanni Antonio Medrano ed Antonio Canevari i
lavori per la costruzione della Reggia di Capodimonte. In principio
il re ebbe l'idea di costruire un casino di caccia sulla collina di
Capodimonte.
Dopo la morte di Francesco I nel 1830, il nuovo sovrano Ferdinando II nel 1832, conferisce al Niccolini e a
Tommaso Giordano l'incarico di portare a termine alcuni importanti interventi architettonici, vale a dire il
compimento dell'edificio nel lato settentrionale, il rivestimento delle facciate e dei cortili, gli apparati decorativi del
palazzo, il completamento della scala esagonale con gradini di marmo, ringhiere di ferro e riquadrature di stucco alle
pareti.
Su progetto di Niccolini vengono eseguiti dagli scultori Giuseppe Cal, Francesco Saverio Citarelli, Angelo Solari e
Gennaro Aveta camini marmorei ispirati a diversi stili, finemente intagliati e arricchiti di statue, mentre sono
realizzati candelabri bronzei su disegno di Tito Angelini.
Edificato il terzo cortile, si progetta lo scalone monumentale per consentire l'accesso al piano nobile. Per il nuovo
scalone realizzato su progetto di Tommaso Giordano, vengono utilizzati marmi di Carrara per gli ampi gradini e
marmi di Mondragone per le colonne fortemente rastremate che s'ispirano ai templi di Paestum.
Completata finalmente la Reggia, a partire dal 1840, nei suoi ambienti, su proposta del ministro Nicola Santangelo,
viene ospitata una pinacoteca d'arte contemporanea caratterizzata dalla presenza di ritratti della famiglia reale, dipinti
di artisti italiani di formazione neoclassica e opere di pittori accademici napoletani.
Con l'Unit d'Italia, avvenuta nel 1861, la Reggia pass ai Savoia, che la utilizzarono come residenza. Nel 1864 i
Savoia attuarono, grazie ad Annibale Sacco, Domenico Morelli e Federico Maldarelli, l'arricchimento delle raccolte
d'arte. Sacco opera scelte collezionistiche ad ampio respiro e arricchisce le raccolte di Capodimonte. Dalla Reggia di
Napoli, inoltre, giunge l'Armeria sistemata in sette stanze sul lato opposto del Salone da ballo, costituita da numerose
e pregevoli armature e armi bianche o da fuoco di provenienza farnesiana.
Museo di Capodimonte 124
Percorso espositivo
Il percorso museale composto da oltre 150 sale suddivise in tre
livelli, mostrando non solo dipinti, che vanno dal XIII al XX
secolo, ma anche bronzi, sculture, arazzi, disegni e stampe,
oreficerie, intere sale espositivie, mobilia, armi ed armature. Nella
pinacoteca, la successione delle opere non monotematica e
queste sono raccolte per epoca. Il percorso inizia con celebri
disegni e stampe siti al piano terra ed ammezzato del palazzo e
culmina con "l'arte contemporanea" e la "galleria dell'800" ospitate
al terzo piano, mostrando prima la "Galleria Farnese", la
"Collezione Borgia", la "Galleria delle cose rare" e gli
"appartamenti Reali" al primo piano e poi "l'arte a Napoli dal '200
al '900", la "Galleria degli arazzi D'Avalos" e la "Collezione
d'Avalos" al secondo.
Primo piano
Sono presenti centinaia di dipinti celeberrimi provenienti dalla
collezione Farnese ereditata dal re Carlo di Borbone, figlio di
Elisabetta Farnese, ultima discendente della celebre e prestigiosa
famiglia del Rinascimento italiano. La "Galleria Farnese" ospita
importanti opere delle quali si possono ricordare alcune di esse,
come: di Tiziano, Danae ed alcuni ritratti della famiglia Farnese
come Paolo III Farnese con i nipoti, la monumentale
Crocifissione di Masaccio, il trittico di Nicol di Tommaso, tavole
del Botticelli, la Trasfigurazione del Bellini, il celebre ritratto di
Fr Luca Pacioli di attribuzione incerta, il ragazzo che soffia su
un tizzone acceso di El Greco, il Misantropo e la sublime
Parabola dei ciechi del Brueghel il Vecchio. Vi sono poi opere di
grandi autori emiliani, come tre tavole del Correggio, l'Antea del Eterno tra cherubini e testa di Madonna (Raffaello,
Parmigianino, la Maddalena assunta in cielo di Giovanni 1500-1501)
Nel primo piano, vi sono presenti anche l'armeria borbonica e la galleria delle porcellane, conosciuta quest'ultima
come la Galleria delle cose rare. In quest'ultima area della reggia, sono esposti importanti pezzi personali della
famiglia dei Borboni. Esemplare risulta essere il Cofanetto di Alessandro Farnese, contenitore di libri rari e codici
con inciso, nel medioevale cristallo di rocca, stupende scene mitologiche.
Oltre al cospiscuo numero di dipinti e di oggetti di diversa natura, ci sono altre sale espositive che offronto la visione
di saloni sontuosi dellappartamento storico e che mostrano le sculture in alabastro, bronzi, statue in marmo,
strumenti musicali, arazzi, intarsi di pietre dure ed inoltre, possibile ammirare anche gli appartamenti storici in
quanto, anchessi, ricchi di capolavori tanto da consentire di rivivere le atmosfere della corte napoletana dal
Settecento allUnit. Un esempio lappartamento reale, dal quale possibile ammirare lalcova di Francesco I e
Isabella di Spagna ed il salottino di porcellana. Oppure come la sala 77 con il pavimento in marmo dalle armoniche
geometrie, o come la saletta con delicati affreschi di epoca pompeiana. Ancora, vi la sala napoleonica con un
enorme ritratto di Napoleone posto di fronte alla statua in marmo della madre.
Successivamente, vi la sala dei Borboni, la quale, ospita dipinti
ritraenti avvenimenti della famiglia.
Al primo piano, infine, in una esposizione a parte vi la "Galleria
Borgia", acquisita da Ferdinando di Borbone nel 1817 dal cardinale
Stefano Borgia. Il cardinale, appassionato di arte, aveva costituito nel
suo palazzo di Roma un intero polo museale ospitante dipinti molto
eterogenei tra loro, acquisiti durante le sue missioni cattoliche. Si
Parabola dei ciechi, Pieter Bruegel il Vecchio
ricordano di questa galleria le sculture in bronzo del Giambologna e
Francesco di Giorgio Martini.
Rinascimento in Italia
Taddeo di Bartolo, San Sebastiano, 1400 - 1410
Masolino da Panicale, Fondazione di Santa Maria Maggiore (Pala Colonna), 1423 o 1428
Masolino da Panicale, Assunzione della Vergine (Pala Colonna), 1423 o 1428
Masaccio, Crocifissione, 1426
Museo di Capodimonte 126
Secondo piano
Sono presenti in questo livello della reggia, ambienti ospitanti
l'arte "caravaggesca" e capolavori assoluti che vanno dal XIII al
XVIII secolo. presente la "Galleria napoletana", che ospita tutte
le opere prestigiose eseguite a Napoli, appartenenti a chiese
dell'area partenopea o donate alla citt. Si evidenzia guardando la
sala, quanta importanza aveva la citt partenopea in quegli anni,
considerata grande capitale europea e importante crocevia di
scambi culturali. I dipinti costituenti la "Galleria napoletana",
vanno dal XIII al XIX secolo ed esposto assieme ad essi,
all'inizio del percorso, anche la Collezione di Andrea D'Avalos,
collezione donata all'Italia nel 1862. Si annoverano su tutti la
Flagellazione di Cristo del Caravaggio, il Battesimo di Cristo di
Battistello Caracciolo, la Cantatrice e Santa Cecilia in estasi di
Bernardo Cavallino, ancora, diverse tele di Josepde Ribera tra le
quali si ricordano San Girolamo e langelo del giudizio e Sileno
ebbro, diversi dipinti di Luca Giordano come Giuseppe e la moglie
del faraone oppure Apollo e Marsia. Si ricordano ancora le tele di
Pala di San Ludovico da Tolosa, (Simone Martini,
Simone Martini, tra le pi importanti tele del '300, con San 1317)
Ludovico da Tolosa, poi due opere di Colantonio ed infine, vi
San Sebastiano di Mattia Preti, Francesco Solimena col Ritratto del principe Spinelli e Gaspare Traversi con
l'Intrattenimento musicale.
Gi alla fine del secondo livello, possibile ammirare l'area dell'arte contemporanea, con Senza titolo di Kounellis e
Grande Cretto Nero di Alberto Burri.
Artemisia Gentileschi, Giuditta che decapita Oloferne, 1612-1613
Artemisia Gentileschi, San Gennaro nell'anfiteatro di Pozzuoli, 1636-37
Caravaggio, Flagellazione di Cristo, 1607-1608
Luca Giordano, Venere, Cupido e Marte, 1663
Battistello Caracciolo, Cristo alla colonna, 1625 ca.
Vincenzo Camuccini, Morte di Giulio Cesare, 1798
Taddeo di Bartolo, San Sebastiano[20], 1400 - 1410
Simone Martini, San Ludovico di Tolosa abdica per il fratello Carlo d'Angi incoronato re di Napoli, 1317
Simone Martini, Miracolo di san Ludovico, 1317
Simone Martini, Cristo benedicente, 1317
Museo di Capodimonte 128
Terzo piano
Nel terzo livello, vi sono presenti le raccolte dellOttocento
(acquisita nel XIX secolo), la galleria fotografica e la sezione
dellarte contemporanea.
La "Galleria dell'Ottocento", vede esposte alcune testimonianze
significative della produzione artistica maturata nell'Italia
meridionale tra l'ultimo periodo borbonico e i primi decenni
successivi all'Unit. In questa sezione sono presenti tele dei pi
importanti maestri napoletani, i quali offrono testimonianza dello
svolgersi della scuola pittorica partenopea.
La sezione fotografica, infine, con opere di Mimmo Jodice, Luisa Sanfelice in carcere (Gioacchino Toma, 1874)
Galleria ottocento
Francesco Hayez, Ulisse alla corte di Alcinoo[35], 1813-1815
Michele de Napoli, Morte di Alcibiade[36], 1839
Museo di Capodimonte 129
I giardini ed il Bosco
Ferdinando Sanfelice, nel 1742, fu incaricato di sistemare i
giardini della reggia. Il bosco si estende per circa 124ettari ed oltre
a diverse piante secolari (querce, castagni, olmi, tigli etc), sono
presenti altre strutture storiche di particolare rilievo. Come la
fabbrica di porcellane, il Casino della Regina e l'Eremo dei
Cappuccini.
Porcellana di Capodimonte
Facciata posteriore della reggia
Real Fabbrica di Capodimonte, specializzata nella produzione di
ceramiche di pregiatissima fattura, fu creata dal re Carlo di
Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia intorno al XVIII secolo. Le porcellane prodotte da questa celebre
fabbrica, sono conservate (oltre al Museo di Capodimonte) in pregevole quantit anche al Museo nazionale della
ceramica Duca di Martina, al Museo civico Gaetano Filangieri e al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes.
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Museo_di_Capodimonte& language=it& params=40. 86700_N_14. 250555_E_
[2] http:/ / www. polomusealenapoli. beniculturali. it/
[3] "Le collezioni" dal sito web ufficiale (http:/ / www. museo-capodimonte. it/ le_collezioni)
[4] Immagine
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Bibliografia
Nicola Spinosa, Capodimonte, Electa, Milano 1999.
Le Guide di Dove - Campania, Corriere della sera, 2007.
Il Museo di Capodimonte, valori di Napoli, Pubblicomit, 2002.
Voci correlate
Musei di Napoli
Palazzi di Napoli
Residenze reali borboniche in Campania
Barocco napoletano
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:National
Museum of Capodimonte (Naples)
Collegamenti esterni
Sito ufficiale del museo (http://www.polomusealenapoli.beniculturali.it/)
Sito museo (http://capodimonte.spmn.remuna.org/)
Sito museo (http://www.cib.na.cnr.it/remuna/capod/indice.html)
131
Francia
Muse du Louvre
Tipo Arte
Sito [2]
www.louvre.fr
Il Museo del Louvre a Parigi, in Francia, uno dei pi celebri musei del mondo, e il primo per numero di visitatori:
8,5 milioni l'anno.[3]
Si trova sulla rive droite, nel I arrondissement, tra la Senna e Rue de Rivoli.[4]
Il palazzo che ospita il museo fu originariamente costruito durante la dinastia dei Capetingi, sotto il regno di Filippo
II.[5]
Attualmente la collezione del museo comprende alcune delle pi famose opere d'arte del mondo, come la Gioconda,
la Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, Il giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David, La Libert che
guida il popolo di Eugne Delacroix, la Venere di Milo e la Nike di Samotracia. La statua equestre di Luigi XIV
rappresenta il punto di origine del cosiddetto Axe historique, anche se il palazzo non allineato con l'asse stesso.
Storia
Le origini
Il Palazzo del Louvre attuale il frutto di una serie di
costruzioni successive realizzate nel corso degli ultimi 800
anni.[6]
La vera origine del termine louvre dibattuta. Altre localit
francesi portano il medesimo nome. La pi conosciuta fa
derivare louvre dal latino lupara, cio "luogo abitato dai
lupi".[7] Un'altra ipotesi quella di Sauval che propone che il
nome derivi dall'antico termine Anglo-Sassone leouar che
significava castello o fortezza.[4] Edwards, invece, sostiene
che il nome derivi dal termine rouvre, che significa quercia, e
che si riferisca al fatto che originariamente il palazzo era stato Il modellino dell'antica Fortezza Reale.
Museo del Louvre 132
costruito in un bosco.[8] La Potter ipotizza che il Re Filippo II abbia parlato della costruzione chiamandola L'uvre
(in francese il capolavoro), perch era il palazzo pi grande della Parigi nelXII secolo.
In ogni caso, una struttura che serviva da fortezza fu edificata tra il 1190 e il 1202 sotto il regno di Filippo II, allo
scopo di difendere Parigi dalle incursioni normanne.[8][9] Non certo se si trattasse proprio del primo edificio
innalzato in quel punto, anche se alcune fonti del tempo si riferiscono al primo Louvre come alla "Nuova Torre", che
indicherebbe che in precedenza esistesse una "Vecchia Torre".[5][8]. L'unica parte tuttora rimasta di quell'edificio
sono le fondamenta dell'angolo sud-orientale del palazzo.[4] In seguito la struttura venne ampliata, principalmente ad
opera di Carlo V che nel 1358 fece costruire un muro difensivo attorno alla fortezza e trasform il Louvre in una
residenza reale, anche sovrani di epoca successiva la utilizzarono come prigione.[9]
Luigi IX (San Luigi) e Francesco I fecero aggiungere
rispettivamente una prigione sotterranea e un edificio
collaterale.[5] Francesco fece inoltre ricostruire il Louvre
secondo il progetto dell'architetto Pierre Lescot. Dopo la
morte di Francesco, sopraggiunta nel 1547, il suo successore
Enrico II mantenne il progetto dell'architetto e fece
completare le ali occidentale e meridionale decorandole con i
bassorilievi di Jean Goujon.[10]
La Rivoluzione francese
Dopo la Rivoluzione francese, la collezione reale del Louvre (a cui si aggiunsero le collezioni dell'Acadmie
franaise e opere confiscate alla Chiesa e agli emigrati per motivi politici) fu denominata "Musum central des Arts"
e fu aperta al pubblico nel 1793. Dal 1794 in poi le vittorie dell'esercito rivoluzionario francese fecero affluire in
patria un numero sempre maggiore di opere d'arte provenienti da tutta Europa, con l'obiettivo di trasformare il museo
in uno dei pi importanti del continente. Particolarmente significativo fu l'arrivo nella collezione dei capolavori
provenienti dall'Italia, tra cui anche il Gruppo del Laocoonte e l'Apollo del Belvedere che facevano parte della
collezione papale, giunti a Parigi nel luglio 1798 e accolti con fastose cerimonie (per l'occasione venne anche
realizzato un vaso di Svres celebrativo).
Museo del Louvre 133
Il numero di queste statue costrinse i curatori del museo a riorganizzare l'esposizione. Il palazzo fu restaurato e
inaugurato nel 1800, per essere poi ribattezzato "Muse Napolon" nel 1803.
La collezione continu a crescere sotto la direzione di Vivant Denon, grazie ad acquisizioni regolari ed altre forzose
(ad esempio la cessione forzata di parte della Collezione Borghese) perseguendo il proposito di creare un museo
delle arti universale, che racchiudesse tutte le sculture migliori.[12] Napoleone infatti aveva dato disposizione di
prelevare sculture, piuttosto che dipinti antichi. La collezione si ridusse per notevolmente quando quasi tutte le
opere acquisite durante la guerra dovettero essere restituite dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815.
Il Louvre-Lens
Dal momento che molte delle opere della collezione del Museo del Louvre sono state esposte solo all'interno delle
loro sezioni museali - e alcune di esse vi si trovano da circa 200 anni - stato deciso di creare una sede staccata
lontana da Parigi, per sperimentare gli esiti dell'allestimento di nuove esposizioni e per permettere la visione di
alcune opere ad un pubblico pi vasto. Il patrimonio artistico della nuova sede sar composto da opere che
attualmente fanno parte dell'esposizione permanente del Louvre e non, come molti pensano, da opere da molto
Museo del Louvre 134
tempo dimenticate nei magazzini sotterranei. Saranno esposte fianco a fianco opere di tutte le epoche e di tutte le
culture, con l'intenzione di creare un nuovo modo di concepire l'esperienza di una visita al museo. Il completamento
del progetto previsto per la fine 2012; l'edificio dedicato potr ospitare tra le 500 e le 600 opere, con un nucleo
portante dedicato allo studio della rappresentazione della figura umana attraverso i millenni. Si prevede che
affluiranno circa 500.000 visitatori all'anno. Originariamente sei citt erano candidate per ospitare questo progetto:
Amiens, Arras, Boulogne-sur-Mer, Calais, Lens, e Valenciennes. Il 29 novembre 2004 il Primo Ministro francese
Jean-Pierre Raffarin ha scelto come sede del nuovo museo del Louvre la citt di Lens e il nome scelto Le
Louvre-Lens.
Il nuovo museo, finanziato dall'amministrazione regionale del Nord-Pas-de-Calais, avr una superficie di 22.000 m
su due piani l'esposizione semi-permanente ne occuper circa 5.000, mentre il resto sar dedicato ad esposizioni
temporanee a rotazione. Il progetto comprende anche un teatro polifunzionale. La costruzione si comporr di una
serie di costruzioni di altezza limitata in vetro e acciaio disseminate in un parco di 24 ettari che in precedenza faceva
parte di un sito minerario chiuso e riportato allo stato naturale. Si stima che il costo della realizzazione sar di circa
70 milioni di euro. Il progetto della costruzione stato scelto dopo una competizione internazionale svoltasi nel
2005. risultato vincitore il progetto presentato insieme dagli studi Sanaa di Tokio e Imrey Culbert LP di New
York.
Accesso al museo
Si pu entrare al Museo del Louvre direttamente dalla
stazione della metropolitana Palais Royal - Muse du
Louvre. Fino agli anni novanta si chiamava solo Palais
Royal; le stato cambiato nome dopo la costruzione di
un nuovo ingresso che porta direttamente alla sale
sotterranee del museo.
Direzione
Il Museo del Louvre stato per lungo tempo gestito
dallo Stato, affidato alla Runion des Muses
Nationaux; recentemente invece al Museo stato
concesso un certo potere di autogestione Mappa del Louvre
configurandolo come un tablissement Public
Autonome, in modo di razionalizzare e migliorare il suo sviluppo.
Direttori
In passato il direttore del Louvre era noto con il nome di "Conservateur", mentre attualmente viene definito
"Prsident directeur gnral" Questi alcuni dei direttori che si sono succeduti nel tempo:
Dominique Vivant: 1804-1815
Michel Delignat-Lavaut: ?-1987
Michel Laclotte: 1987-1994
Pierre Rosenberg: 1994-2001
Henri Loyrette: 2001-oggi
Museo del Louvre 135
Le sezioni e le collezioni
La collezione del Museo del Louvre comprende oltre 380.000
oggetti e opere d'arte[13] e, anche se non una delle pi grandi,
sicuramente una delle pi importanti.
Sono in esposizione permanente 35.000 opere, scelte dai curatori
delle sue otto sezioni, ed esibite nei 60.600 m a loro dedicati.[14]
Secondo il Resoconto Annuale del 2005[13] i pezzi di propriet del
museo si dividono come segue:
100.000 pezzi di archeologia mediorientale
50.000 pezzi di archeologia egizia Tori alati dalla testa umana provenienti da Khorsabad
45.000 pezzi di archeologia greca, etrusca e romana
10.000 pezzi di arte islamica
6.550 pezzi di sculture
20.704 pezzi di arti decorative
11.900 pezzi di dipinti
183.500 pezzi di stampe e disegni
Il vanto del museo la sua raccolta di 11.900 dipinti (6.000 in esposizione permanente e i rimanenti conservati in
deposito), che rappresenta la seconda pi grande collezione di arte pittorica del mondo dopo quella del Museo
dell'Ermitage di San Pietroburgo in Russia.
La sezione stampe e disegni stata notevolmente ampliata nel 1935, grazie alla donazione della collezione del
barone Edmond James de Rothschild (1845 1934) che comprendeva pi di 40.000 incisioni, quasi 3.000 disegni e
500 libri miniati.
Le opere maggiori
Arte antica
Avorio Barberini
Ara di Domizio Enobarbo
Dinos del Pittore della Gorgone
Epigrafe di Iulia Florentina
Sarcofago degli Sposi
Nike di Samotracia
Venere di Milo
Museo del Louvre 136
Scuola italiana
Andrea del Sarto
Madonna degli Angeli, 1516
Carit, 1518
Beato Angelico
Incoronazione della Vergine, 1434-1435
Crocefissione con i dolenti e san Domenico, 1435 circa
Decapitazione dei santi Cosma e Damiano, 1438-1443
Fra Bartolomeo
Minerva, 1490-1495 circa
Giovanni Bellini
Cristo benedicente, 1460 circa
Benedetto da Maiano
Busto di Filippo Strozzi, 1476
Sandro Botticelli
Venere e le tre Grazie offrono doni a una giovane, 1486
circa
Giovane introdotto tra le Arti Liberali, 1486 circa
Carlo Braccesco
Trittico dell'Annunciazione, fine del XV secolo Leonardo Da Vinci - La Gioconda
Caravaggio
Buona ventura, 1596-1597
Morte della Vergine, 1604
Ritratto di Alof de Wignacourt, 1608
Vittore Carpaccio
Predica di santo Stefano, 1514
Annibale Carracci
Resurrezione di Cristo, 1593
Cima da Conegliano
Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Maria Maddalena, 1513 circa
Madonna col Bambino, 1504-1507
Correggio
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria alla presenza di san Sebastiano, 1527 circa
Venere e Amore spiati da un satiro, 1528 circa
Allegoria della Virt, 1531 circa
Allegoria del Vizio, 1531 circa
Lorenzo Costa il Vecchio
Isabella d'Este nel regno di Armonia, 1505-1506
Fra Bartolomeo
Matrimonio mistico di santa Caterina da Siena, 1509
Domenico Ghirlandaio
Museo del Louvre 137
Perugino
Apollo e Marsia, 1490-1492
Tondo della Vergine col Bambino tra due sante e due angeli, 1490-1492
Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria, 1494 circa
San Sebastiano, 1495 circa
Lotta tra Amore e Castit, 1503
Piero di Cosimo
Madonna col Bambino
Pontormo
Ritratto di un gioielliere, 1517-1518 circa
Raffaello
Angelo, 1500-1501
San Michele e il drago, 1505 circa
San Giorgio e il drago, 1505 circa
Belle Jardinire, 1507
Madonna del Diadema blu, 1510-1511 circa
Ritratto di Baldassarre Castiglione, 1514-1515
Dio Padre benedicente tra due angeli (atelier),
1515-1520
San Giovannino nel deserto, 1516-1517 circa (bottega)
San Michele sconfigge Satana, 1518
Sacra Famiglia di Francesco I, 1518
Ritratto di Dona Isabel de Requesens, terminato da
Giulio Romano, 1518
Santa Margherita, 1518
Autoritratto con un amico, 1518-1519
Piccola Sacra Famiglia (bottega), 1518-1519
Abbondanza (bottega), 1518-1519 Raffaello Sanzio, San Giorgio e il drago
Savoldo
Ritratto di Gaston de Foix, 1529 circa
Luca Signorelli
Nativit del Battista, 1485-1490 circa
Adorazione dei Magi, 1495 circa
Andrea Solario
Testa di Giovanni Battista, 1507
Tiziano
Donna allo specchio, 1512-1515 circa
Ritratto d'uomo, 1523 circa
Uomo dal guanto, 1523 circa
Deposizione di Cristo, 1525 circa
Madonna del Coniglio, 1530 circa
San Girolamo penitente, 1531 circa
Allegoria coniugale, 1532 circa
Venere del Pardo, 1540 circa
Museo del Louvre 139
Paolo Uccello
Battaglia di San Romano, pannello con Intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo, 1438
circa
Paolo Veronese
Le nozze di Cana, 1563
Resurrezione della figlia di Giairo, 1546 ca.
Cena in Emmaus, 1559 ca.
Crocifissione, 1520 ca.
Marco Zoppo
Madonna del Latte, 1453-1455
Scuola francese
Franois Boucher
Diana al bagno, 1742
Paul Czanne
Cortile di fattoria a Auvers, 1879 circa
Jacques-Louis David
Il giuramento degli Orazi, 1784
I littori riportano a Bruto i corpi dei suoi figli, 1789
Le Sabine, 1794-1799
Madame Rcamier, 1800
L'incoronazione di Napoleone, 1805-1807
Edgar Degas
Case sul mare, 1869
Eugne Delacroix
La barca di Dante, 1822
Il massacro di Scio, 1824
La morte di Sardanapalo, 1827
La libert che guida il popolo, 1830
Donne di Algeri nei loro appartamenti, 1834
Ingresso dei crociati a Costantinopoli, 1840
Jean Fouquet
Ritratto di Carlo VII, 1444-1450
Ritratto di Guillaume Jouvenel des Ursins, 1460-1465
Medaglione con autoritratto dal Dittico di Melun, 1450-1455 circa
Thodore Gricault
La zattera della Medusa, 1819
Antoine Watteau
Pellegrinaggio a Citera, 1717
Gilles, 1718-1719
Museo del Louvre 140
Scuola tedesca
Albrecht Drer
Autoritratto con fiore d'eringio, 1493
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Museo_del_Louvre& language=it& params=48. 861389_N_2. 335_E_
[2] http:/ / www. louvre. fr
[3] Top 5 Most Visited Museums (http:/ / www. timeforkids. com/ TFK/ class/ wr/ article/ 0,17585,702444,00. html) in Time magazine for
kids.URL consultato il 10 gennaio 2008.
[4] Mary Knight Potter, The Art of the Louvre (http:/ / books. google. com/ books?id=RSZJAAAAIAAJ& pg=PR15& dq=history+ of+ the+
louvre+ seine& ei=hpKGR7OWO5_a7ALirLCVBg), L.C. Page, 1904, p.1.
[5] Francis Miltoun, Royal Palaces and Parks of France (http:/ / books. google. com/ books?id=JWQBAAAAYAAJ& pg=RA1-PA114&
lpg=RA1-PA114& dq=pavillon+ de+ flore+ committee& source=web& ots=trEgbHonNB&
sig=pyZXTAbl4tVOvCxV7PW9ULdk5C0#PRA1-PA115,M1), L.C. Page & Co, 1910, pp.114,115,76.
[6] Delia Gray-Durant, Art/Shop/Eat Paris (http:/ / books. google. com/ books?id=fssoNsIR1jMC& pg=PA7& dq=building+ of+ the+ louvre&
ei=poOLR9TxM4rqiwHTzYjEBQ& sig=0tPfUzNGyq4TdPrccWhq_tzBCRk#PPA8,M1), London, A&C Black, 2004, pp.p.7. ISBN
0-393-32595-4
[7] J.Bourciez, Phontique franaise, ditions Klincksieck, Poitiers, 1982, p. 89, remarque I.
[8] Henry Sutherland Edwards. Old and New Paris: Its History, Its People, and Its Places (http:/ / books. google. com/
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and Co., 1893
[9] Alexandre Gady; Pitt, Leonard, Walks Through Lost Paris: A Journey Into the Heart of Historic Paris, Shoemaker & Hoard, 2006,
pp.112,113. ISBN 1-59376-103-1
[10] Structurae [fr (http:/ / fr. structurae. de/ structures/ data/ index. cfm?id=s0007378): Palais du Louvre (1993)] in Structurae Database.URL
consultato il 21 gennaio 2008.
[11] David Thomson, Renaissance Paris: Architecture and Growth, 1475-1600, Berkeley, University of California Press, 1984, pp.60-70..
[12] http:/ / www. beazley. ox. ac. uk/ Sculpture/ plastercasts/ napoleon. htm
[13] 2005 Annual Report - Tableau rcapitulatif de ltat d'avancement de l'informatisation des collections fin 2005, pg 185
[14] http:/ / www. louvre. fr/ llv/ oeuvres/ alaune. jsp?bmLocale=fr_FR
Museo del Louvre 141
Voci correlate
Salon Carr
Cabinet des Dessins
Parigi
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Louvre
Collegamenti esterni
(FR,EN,JA) Sito ufficiale (http://www.louvre.fr)
(EN) Ricerca nel catalogo ufficiale del museo (http://cartelen.louvre.fr/cartelen/visite?srv=ra_call_ra&
initCritere=true&langue=fr)
Museo d'Orsay
[1]
Coordinate geografiche: 485135N 21938E48.859703N 2.327106E
Museo d'Orsay
Muse d'Orsay
Tipo Pittura, scultura, architettura e fotografia
Sito [2]
musee-orsay.fr/it/accoglienza.html
Il Museo d'Orsay (Muse d'Orsay) si trova in Francia a Parigi, in Rue de la Lgion d'Honneur 1.
Il museo, celebre per i numerosi capolavori dell'impressionismo e del post-impressionismo esposti al suo interno,
situato di fronte al Muse du Louvre, in una ex-stazione ferroviaria (la gare d'Orsay), costruita in stile eclettico alla
fine dell'Ottocento.
La storia
L'edificio fu costruito dall'architetto Victor Laloux a partire dal 1898 dove in precedenza sorgevano una caserma di
cavalleria e il vecchio Palazzo d'Orsay; i lavori furono terminati dopo soli due anni, perch la stazione fosse pronta
per l'Esposizione Universale del 1900.
Nel 1939 le grandi linee ferroviarie furono spostate alla gare d'Austerlitz e la stazione continu a servire solo il
traffico locale.
Negli anni successivi, lo stabile ebbe vari usi: nel 1945 fu destinato a sede di transito dei prigionieri di guerra e negli
anni 1950 cess completamente il servizio. Nel 1961 ne fu decisa la demolizione. I provvedimenti presi da
Pompidou nell'ambito del progetto di rinnovamento della capitale prevedevano che al suo posto nascesse un grande
parallelepipedo di cristallo (gi molti anni prima era stata progettata al suo posto una piscina coperta con pavimento
Museo d'Orsay 142
mobile, come sede di eventi sportivi); ma gli sforzi di molti cittadini illustri che si battevano per la sua salvaguardia
fecero s che la stazione venisse risparmiata dalla demolizione, e che venisse classificata monumento nazionale. Nel
1973 fu scelto come sede stabile della compagnia teatrale Renaud-Barrault e nel 1974 divenne sede della casa d'aste
Drouot. Nel 1978, sotto la presidenza Giscard d'Estaing fu finalmente decisa la trasformazione in museo.
Il restauro venne affidato al gruppo ACT-Architecture, i cui componenti decisero di rispettare il pi possibile la
struttura e i materiali preesistenti. Al celebre architetto italiano Gae Aulenti venne invece affidata la disposizione
degli spazi interni e la progettazione dei percorsi espositivi. A lei si deve la scelta della pietra calcarea chiara, che
fornisce luminosit alle sale sfruttando al meglio la luce proveniente dalla volta in vetro e metallo, e nello stesso
tempo rende unitario l'insieme. Il percorso si articola su tre livelli, utilizzando la navata centrale (quella lungo la
quale una volta correvano i binari) come tronco principale da cui si dipartono terrazze e passaggi.
A 86 anni dall'inaugurazione della stazione ferroviaria, il Museo D'Orsay venne aperto al pubblico il 1 dicembre
1986.
Le collezioni
Il museo famoso soprattutto per i quadri degli impressionisti
(Edouard Manet, Paul Czanne, Paul Gauguin, Claude Monet,
Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Vincent Van Gogh, ecc.), ma
contiene anche opere che partono dalla seconda met del XIX
secolo e non espone esclusivamente dipinti, ma anche importanti
lavori di architetti, scultori, fotografi e creatori d'arte decorativa ed
industriale dal 1848 al 1914. Una galleria interamente dedicata a
Henri de Toulouse-Lautrec, un'altra a Gustave Courbet e ci sono
anche sculture di Auguste Rodin. L'orologio posto sulla parete interna della sala
principale
dal Louvre provengono i lavori degli artisti nati a partire dal Alcuni dipinti di Monet all'interno del museo
1820, o emergenti dal mondo dell'arte nel periodo della
Seconda Repubblica; molti di questi lavori giacevano nei depositi del Louvre e non era possibile esporli per
mancanza di spazio
dall'ex-museo del Jeu de Paume, attualmente una struttura per esposizioni d'arte contemporanea, che ha ceduto la
sua ricchissima collezione di impressionisti, ormai troppo sacrificata nei suoi spazi espositivi, e che ha trovato nel
muse d'Orsay una ben pi idonea valorizzazione;
dal Museo Nazionale d'Arte Moderna, collocato appunto nel Beaubourg, che ha contribuito con le opere pi
recenti, e che rimane il punto di riferimento a Parigi per le testimonianze d'arte dal 1914 in poi.
Il limite del 1914 non tassativo: le opere del cubismo sono ad esempio esposte al Beaubourg, mentre al museo
d'Orsay sono collocate le ultime opere di Renoir o di Monet che, pur datate 1920 o 1930, appartengono ancora alla
corrente impressionistica.
Museo d'Orsay 143
I criteri con cui sono esposte le opere sono principalmente due: un criterio cronologico, che si pu seguire attraverso
appositi percorsi, e un criterio monografico, per cui alcune sale sono dedicate a un singolo autore o a una corrente. Il
visitatore, anche se non esperto, pertanto in grado di collocare gli oggetti secondo i periodi e secondo gli stili di
appartenenza.
Le opere maggiori
Pierre Bonnard
La camicia a scacchi, 1892
L'indolente, 1899 circa
Paul Czanne
La Maddalena, 1865-1866 circa
Zuccheriera, pere e tazza blu, 1866
Ritratto di Achille Emperaire, 1867-1868
Natura morta in bianco e nero - Vaso,
caffettiera e frutta, 1867-1869
Pastorale, 1870
La casa dell'impiccato, 1872-1873
La casa del dottor Gachet a Auvers,
1872-1873
Una moderna Olympia, 1873-1874
Tre bagnanti, 1874-1875
La tentazione di Sant'Antonio, 1875-1877
I pioppi, 1879-1880
Il ponte di Maincy, 1879-1880
Autoritratto, 1880 Natura morta di Cezanne
Autoritratto, 1882 circa
L'Estaque, 1882-1885
Bagnanti, 1890 circa
I giocatori di carte, 1893-1896
Donna con caffettiera, 1895 circa
Natura morta con cipolle, 1896-1898
Natura morta con mele e arance, 1899
Bagnanti, 1899-1900
Giuseppe De Nittis
Museo d'Orsay 144
Le spigolatrici, 1857
L'Angelus, 1857-1859
Primavera, 1868-1873
Claude Monet
Natura morta, 1864
Donne in giardino, 1867
L'Hotel des Roches Noires Trouville,
1870
Regate ad Argenteuil, 1872
Il bacino di Argenteuil, 1872 circa
I papaveri, 1873
Riposo sotto i lill, 1873
Colazione in giardino, 1873 circa
Il ponte della ferrovia ad Argenteuil,
Le spigolatrici (Jean-Franois Millet)
1873-1874
Il ponte ad Argenteuil, 1874
Museo d'Orsay 146
Henri Rousseau
Ritratto della signora M., 1890 circa
La guerra, 1894
L'incantatrice di serpenti, 1907
Georges-Pierre Seurat
Omaggio a Puvis de Chavannes, 1881
Giovane contadino in blu, 1881-1882
Limite di bosco in primavera, 1882-1883
Giovani a bagno. Studio per la Baignade,
1883
A destra. Media distanza. Studio per la
Grande-Jatte, 1884
Media distanza, sinistra, due personaggi.
Studio per la Grande-Jatte, 1884
Rovine di un vecchio mulino, Grandcamp,
1885
Paesaggio rosa, 1886
Modella seduta, di profilo, studio per Le
modelle, 1886
Modella seduta, di spalle, studio per Le
modelle, 1886
Modella in piedi, studio per Le modelle,
1886-1887
Port-en-Bessin, molo, alta marea, 1888
Studio definitivo per Il circo, 1891
Il circo, 1891
Paul Signac
Il circo di Seurat
Palazzo dei Papi, Avignone, 1900
Port de La Rochelle, 1921
Femme lisant""
Vincent Van Gogh
Museo d'Orsay 148
Voci correlate
Arearea
Gare d'Orsay
Parigi
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file Autoritratto di Van Gogh
multimediali: http://commons.
wikimedia.org/wiki/Muse d'Orsay
Collegamenti esterni
(IT) Muse d'Orsay sito ufficiale [2]
(DE,EN,ES,FR) Muse d'Orsay sito ufficiale [3]
Muse dOrsay [4] attuale e fotografie degli anni 1900
Parigi: istruzioni per l'uso - Il Museo d'Orsay [5]
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Museo_d%27Orsay& language=it& params=48. 859703_N_2. 327106_E_
[2] http:/ / www. musee-orsay. fr/ it/ accoglienza. html
[3] http:/ / www. musee-orsay. fr
[4] http:/ / lartnouveau. com/ orsay/ musee_d_orsay. htm
[5] http:/ / www. italianiaparigi. com/ inner/ gallery/ museo_orsay. htm
Muse National Picasso 149
Muse Picasso
Tipo Arte moderna
Sito [1]
Il Muse National Picasso una galleria pubblica d'arte, ospitata nel Palazzo Sal, che si trova in Francia a Parigi
nel quartiere Le Marais, all'indirizzo Rue de Thorigny, 5.
Storia e descrizione
L' htel particulier che ospita la collezione d'arte stato costruito tra il 1656 e il 1659 per conto di Pierre Aubert,
signore di Fontenay, un esattore fiscale che si era arricchito raccogliendo la tassa sul sale (il nome del palazzo
significa "salato"). L'architetto chiamato alla progettazione fu Jean Boullier di Bourges, conosciuto anche come
Boullier de Bourges; il palazzo considerato uno dei migliori edifici storici del Marais.
Il palazzo nel corso del tempo passato varie volte di mano; tra i suoi occupanti vi furono l'Ambasciata della
Repubblica di Venezia (1671), ed in seguito Franois de Neufville, duca di Villeroi. Fu espropriato dallo stato
durante la rivoluzione francese e nel 1815 divent una scuola che ebbe tra i suoi studenti Honor de Balzac; ha anche
ospitato la Scuola municipale di arti e mestieri. Nel 1964 fu acquistato dal comune di Parigi e nel 1968 ottenne lo
status di monumento storico. Tra il 1974 e il 1980 fu sottoposto a lavori di restauro diretti da Bernard Vitry e
Bernard Fonquernie della sovrintendenza al patromonio monumentale.
Palazzo Sal fu scelto come sede del Museo Picasso dopo un acceso dibattito sia a livello cittadino che nazionale. Fu
indetto un concorso per stabilire chi dovesse occuparsi di progettarne la struttura e, nel 1976 tra le quattro proposte
presentate fu scelta quella di Roland Simounet.
Nel 1968 la Francia ha promulgato una legge che permette agli eredi di pagare le tasse di successione con opere
d'arte anzich con il denaro, dal momento che l'arte considerata un fattore fondamentale per lo sviluppo culturale
del paese. Questa forma di pagamento chiamata "dation" ed comunque consentita solo in circostanze particolari.
Dominique Bozo, uno dei curatori del patrimonio museale nazionale, selezion quali opere dell'artista spagnolo
fossero adatte a fare parte della dation Picasso. la sua selezione fu in seguito rivista da Jean Leymarie e ratificata nel
1979. Comprendeva opere di Picasso realizzate con tutte le tecniche e risalenti a tutti i "periodi" dell'artista,
caratterizzandosi particolarmente per la sua eccellente raccolta di sculture. Subito dopo la morte di Jacqueline
Picasso avvenuta nel 1986, la figlia offr una nuova dation. La collezione ha inoltre acquisito anche altre opere sia
acquistandole che grazie a donazioni.
Picasso una volta disse: "Sono il pi grande collezionista di opere di Picasso del mondo". Al momento della morte
aveva infatti accumulato un'enorme raccolta di proprie opere, che andavano da semplici schizzi a veri e propri
capolavori. Il Museo Picasso contiene pi di 3.000 opere di Picasso tra cui disegni, ceramiche e dipinti. inoltre
Muse National Picasso 150
completato dalla collezione personale dell'artista, che comprende opere di Czanne, Degas, Rousseau, Seurat, de
Chirico e Matisse. Sono presenti anche alcuni antichi bronzi Iberici ed una vasta raccolta di arte primitiva. Uno degli
aspetti che pi colpiscono del museo che contiene un ampio numero di opere che Picasso dipinse dopo aver
compiuto il settantesimo anno di et.
La direzione del museo ha compiuto un notevole sforzo per fornire ai visitatori informazioni addizionali. Ad
esempio, alle opere di Picasso successive al 1950 si accompagnano i lavori dei vignettisti dell'epoca che le
parodiavano o ne facevano la caricatura. Esistono alcune stanze adibite ad ospitare esposizioni tematiche, ma si
generalmente preferito seguire un ordine cronologico nel presentare dipinti, disegni, sculture e stampe. Sono esposti
anche reperti di altro tipo come fotografie, manoscritti, ritagli di giornali dell'epoca che contribuiscono ad aumentare
le informazioni sul contesto in cui l'artista operava.
Al secondo piano c' una zona speciale a disposizione per esposizioni temporanee. Il terzo piano contiene invece la
biblioteca, il settore documentazioni ed archivi (chiuso al pubblico ma a disposizione per eventuali ricerche)e gli
uffici dei curatori.
Al momento il direttore del museo Jean Clair.
Le opere maggiori
Pablo Picasso
Autoritratto (1901)
La Celestina (1904)
Due fratelli (1906)
Natura morta con sedia impagliata (1912)
Ritratto di Olga in poltrona (1917)
Donna seduta (1920)
Due donne che corrono sulla spiaggia (1922)
Il flauto di Pan (1923)
Paulo vestito da Arlecchino (1924)
Il bacio (1925)
La crocefissione (1930)
Nudo in giardino (1934)
Dora Maar seduta (1937)
Ritratto di Nush Eluard (1937)
Donna seduta (1938)
Maya con la bambola (1938)
La cucina (1948)
Massacro in Corea (1951)
L'ombra (1953)
Muse National Picasso 151
Altri progetti
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Picasso, Paris
Collegamenti esterni
(FR) il sito ufficiale [2]
Note
[1] http:/ / www. musee-picasso. fr/ index. html
[2] http:/ / www. musee-picasso. fr/
152
Gran Bretagna
National Gallery
Sito [2]
www.nationalgallery.org.uk
La National Gallery di Londra, fondata nel 1824, un museo che, nella sua sede di Trafalgar Square, ospita una
ricca collezione composta da pi di 2.300 dipinti di varie epoche, dalla met del XII secolo al secolo scorso[3]. La
collezione appartiene al popolo britannico e l'ingresso alla collezione principale permanente gratuito, anche se
talvolta richiesto il pagamento di un biglietto per accedere ad alcune esposizioni speciali.
Inizialmente la collezione della National Gallery era piuttosto modesta; a differenza di musei come il Louvre di
Parigi o del Museo del Prado di Madrid non ha avuto origine dalla nazionalizzazione di precedenti collezioni d'arte
principesche o reali. Fu invece fondata quando il Governo del Regno Unito acquist 36 dipinti dal banchiere John
Julius Angerstein nel 1824. Dopo quella prima acquisizione il museo fu ampliato e migliorato soprattutto grazie
all'opera dei suoi primi direttori, tra i quali si ricorda Sir Charles Lock Eastlake, e a donazioni da parte di privati, che
a tutt'oggi rappresentano i due terzi della collezione[4]. Il risultato una collezione di dimensioni modeste se
paragonata a quelle delle gallerie nazionali di altri paesi europei, ma che annovera per tra i propri pezzi un gran
numero di opere molto importanti appartenenti a vari periodi artistici, dal primo Rinascimento al
Post-impressionismo.
L'edificio che attualmente ospita il museo, sul lato nord di Trafalgar Square, il terzo ad essere adibito a tale
funzione e, come i suoi predecessori, stato spesso ritenuto inadeguato. L'unica parte ad essere rimasta
sostanzialmente inalterata della costruzione originale del 1832-1838 la facciata progettata dall'architetto William
Wilkins, mentre tutto il resto della struttura stato un po' alla volta cambiato ed ampliato nel corso degli anni. Le
modifiche pi rilevanti sono dovute all'opera di Edward Middleton Barry e Robert Venturi. Il direttore attuale lo
storico dell'arte Nicholas Penny, che ha assunto l'incarico nella primavera 2008[5].
National Gallery (Londra) 153
Storia
Il terzo direttore, Sir Frederick William Burton, pose le basi per la collezione di opere del XVIII secolo e fece
diverse straordinarie acquisizioni da collezioni private inglesi, tra cui Gli ambasciatori di Hans Holbein il Giovane.
Un altro passo fondamentale per lo sviluppo del museo fu l'istituzione della National Gallery of British Art, detta sin
da allora Tate Gallery, nel 1897. La decisione di affidare alla Tate i dipinti di artisti britannici nati dopo il 1790
permise alla National Gallery di liberarsi di varie opere sostanzialmente superflue della collezione, trattenendo per
quelle di Hogarth, Turner e Constable. Dato poi che all'epoca la sede del museo si componeva di sole 15 stanze, lo
sfoltimento si rivel vantaggioso anche perch permise di esporre i dipinti in modo migliore e dedicando loro
un'attenzione e una cura in precedenza non possibili.
Il lascito testamentario di 42 dipinti da parte del Dottor Ludwig Mond nel 1909 fu uno dei pi grandi mai ricevuti dal
museo e miglior la sua raccolta di opere di maestri italiani del passato[12]. Nel corso del XIX secolo la National
Gallery non aveva mai posseduto opere di artisti contemporanei, ma la mancanza venne seppur tardivamente colmata
dal lascito da parte di Sir Hugh Lane di dipinti della scuola impressionista nel 1917. Un fondo dedicato all'acquisto
di opere moderne istituito dal collezionista Samuel Courtauld nel 1924 acquist Il bagno ad Asnires di Seurat ed
altri importanti dipinti per donarli alla nazione; nel 1934 queste opere furono trasferite dalla Tate alla National
Gallery.
L'edificio
L'area a disposizione consentiva al palazzo una profondit di appena una stanza, dal momento che immediatamente
alle sue spalle sorgevano un ospizio di mendicit e delle caserme[21]. Anche gli spazi concessi alla National Gallery
all'interno della costruzione erano davvero modesti, dal momento che l'ala orientale fu occupata dalla Royal
Academy fino al 1868, quando venne spostata nella sua attuale sede di Burlington House.
Il palazzo fu oggetto di pubblico scherno fin da prima della
sua realizzazione, quando una versione del progetto era stato
pubblicato dalla Literary Gazette nel 1833[22]. Due anni
prima del completamento dell'opera il suo tristemente
celebre prospetto comparve sul frontespizio di Contrasts
(1836), un autorevole trattato dell'architetto neogotico A. W.
N. Pugin, citato come esempio della degenerazione dello
stile classico[23]. Anche il Re William IV considerava
l'edificio "un bugigattolo brutto e stretto"[24]. I giudizi sulla
facciata realizzata da Wilkins sono per poi
considerevolmente migliorati con il tempo. A riprova di ci
La facciata del palazzo progettata da Wilkins illuminata di
si pu citare un altro regale commentatore, l'attuale Principe
notte
di Galles che la cit in un discorso del 1984 come " un'amica
amata ed elegante".
National Gallery (Londra) 158
Dal 1928 al 1952 il pianterreno del vestibolo fu decorato con una serie di mosaici di Boris Anrep. Anrep era in
rapporti di amicizia con vari membri del Bloomsbury Group e condivideva il loro disprezzo per gli atteggiamenti e il
modo di pensare dell'et vittoriana. I suoi mosaici possono essere quindi letti come una satira dei modi di decorare
gli edifici pubblici del XIX secolo[31], perfettamente rappresentati dagli elaborati gruppi scultorei dell'Albert
Memorial. Anrep sovvert la pomposit e il tono fortemente moralistico di quel tipo di opere, rappresentando nei
propri lavori la sua concezione delle virt moderne (tra cui il senso dell'umorismo e l' apertura mentale) al posto
delle tradizionali sette virt cristiane[32], e celebrando i Piaceri della vita ( tra cui il Christmas pudding[33] e le sue
Fatiche. Rifiutando di ritrarre il pantheon delle illustri figure del passato, i mosaici pongono su di un piedistallo i
contemporanei di Anrep: il mosaico centrale, che rappresenta Il risveglio delle Muse include i ritratti di Virginia
Woolf e Greta Garbo, mentre Winston Churchill, Bertrand Russell and Thomas Stearns Eliot sono ritratti tra le figure
National Gallery (Londra) 159
In contrasto con le ricche decorazione della sale del XIX secolo o che comunque ne imitano lo stile, le gallerie
espositive dell'Ala Sainsbury sono deliberatamente pi semplici e di dimensioni pi ridotte, per adattarsi alle minori
dimensioni dei dipinti in esse esposti. Sono ispirate a quelle ideate da Sir John Soane per la Dulwich Picture Gallery
e le loro mura bianche con dettagli grigi in pietra serena (come i contorni delle porte) sono un riferimento allo stile
del Brunelleschi. L'approccio postmodernista di Venturi pienamente percepibile, grazie alle sue citazioni stilistiche
tratte dai palazzi di vari circoli di Pall Mall, dalla Scala Regia in Vaticano, dai magazzini di epoca vittoriana e dagli
antichi templi egizi
Dopo la pedonalizzazione di Trafalgar Square, la National Gallery ha varato un progetto per riconvertire gli spazi del
piano terra lasciati liberi dagli uffici in spazi aperti al pubblico. Il progetto prevede anche il riutilizzo di cortili
attualmente in disuso e l'occupazione di spazi acquistati dall'adiacente National Portrait Gallery di St Martin's Place.
La prima parte di lavori, il progetto Ala Est disegnato da Jeremy Dixon e Edward Jones ha aperto al pubblico nel
2004 e contiene un nuovo ingresso al museo dal pianterreno dal lato di Trafalgar Square. L'ingresso principale stato
riarredato e aperto al pubblico nel settembre 2005.
National Gallery (Londra) 160
Direttori
Questo l'elenco dei direttori della National Gallery dalla fondazione ad oggi:
Artista Periodo
Opere principali
Scuola inglese
Anonimo
Dittico Wilton, 1395 circa
John Constable
Il carro da fieno, 1821
Il campo di grano, 1826
La cattedrale di Salisbury vista dai campi, 1831
Il cenotafio, 1836
William Turner La valorosa Tmraire (William Turner, 1838-1839)
Scuola italiana
Beato Angelico
Cinque scomparti della predella e un tondo dalla Pala di
Fiesole, 1424-1425 circa
Antonello da Messina
Madonna Salting, 1460-1469 circa
Salvator mundi, 1465-1475 circa
Ritratto d'uomo, 1475-1476 circa
San Girolamo nello studio, 1474-1475 circa
Crocifissione, 1475
Bacchiacca
Giuseppe riceve i fratelli, 1515 circa
Giuseppe perdona i fratelli, 1515 circa
Jacopo Bellini
Madonna dell'Umilt adorata da un principe della casata
Estense, 1440-1445 circa
Giovanni Bellini Giovanni Bellini, Ritratto del doge Leonardo Loredan
Orazione nell'orto, 1459 (1501)
Sandro Botticelli
Venere e Marte, 1483
Nativit mistica, 1501
Francesco Botticini
Assunzione di Maria, 1475-1476
Agnolo Bronzino
Allegoria del trionfo di Venere, 1540-1545 circa
Francesco del Cossa
Cena in Emmaus (Caravaggio, 1601)
San Vincenzo Ferrer, 1472-1473
Caravaggio
Ragazzo morso da un ramarro, 15951596)
Cena in Emmaus, 1601
Salom con la testa del Battista, circa 1607
Annibale Carracci
Domine, quo vadis?, 1602 circa
Cima da Conegliano
Testa di Cristo coronato di spine, 1510
Gionata e David con la testa di Golia, 1500
San Girolamo nel deserto, 1500-1510
San Marco, 1500 circa
San Sebastiano, 1500 circa
Incredulit di San Tommaso, 1502-1504
Madonna col Bambino, 1496-1499
Madonna col Bambino, 1499-1502
Madonna col Bambino, 1505
Madonna col Bambino tra i santi Paolo e Francesco, 1508-1530
Madonna col Bambino tra i santi Giovanni evangelista e Nicola di Bari, 1513-1518
Correggio
Commiato di Cristo dalla madre, 1513 circa
Madonna della Cesta, 1525 circa
Ecce Homo, 1526 circa
Educazione di Cupido, 1527-1528 circa
Gentile da Fabriano
Madonna in trono col Bambino e angeli, pannello centrale dal Polittico Quaratesi, 1425
Giorgione
Tramonto, 1505-1510 circa
Leonardo da Vinci
Vergine delle Rocce, 1495-1508
Cartone di sant'Anna, 1501?-1505
Filippo Lippi
Annunciazione, 1453 circa
National Gallery (Londra) 163
Pinturicchio
Ritorno di Ulisse, 1508-1509
Pisanello
Visione di Sant'Eustachio, 1436-1438
Madonna tra i santi Antonio Abate e Giorgio, 1445 circa
Piero del Pollaiolo
Apollo e Dafne, 1465-1470 circa
Martirio di san Sebastiano, 1475 circa
Pinturicchio
Madonna col Bambino benedicente, 1480 circa
Pontormo
Giuseppe riceve richieste d'aiuto dai fratelli, 1515 circa
Giuseppe venduto a Putifarre, 1515 circa
Supplizio del fornaio, 1515 circa
Giuseppe in Egitto, 1518 circa
Raffaello
Crocifissione Mond, 1502-1503
Sogno del cavaliere, 1503-1504 circa
Andata al Calvario dalla Pala Colonna, 1504-1506 circa
Pala Ansidei, 1505
Predica del Battista, 1505 circa
Madonna dei Garofani, 1506-1507 circa
Santa Caterina d'Alessandria, 1507 circa
Madonna Garvagh, 1509 circa
Madonna Mackintosh, 1509-1511
Ritratto di papa Giulio II, 1511-1512
Giovanni Gerolamo Savoldo
Maria Maddalena, 1535-1540 circa
Sebastiano del Piombo
Resurrezione di Lazzaro (con Michelangelo, 1516-1517)
Luca Signorelli
Circoncisione, 1490-1491 circa
Adorazione dei pastori, 1496
Tintoretto
Origine della Via Lattea, 1575-1580 circa
Tiziano
Ritratto di Ariosto, 1510 circa
La Schiavona, 1510 circa
Sacra Famiglia con un pastore, 1510 circa
Ritratto di giovane, 1515 circa
Noli me tangere, 1511 circa
Bacco e Arianna, 1520-1523
Madonna col Bambino tra i santi Giovannino e Caterina, 1530 circa
National Gallery (Londra) 165
Scuola francese
Edgar Degas
Giovani spartane, 1860-1862
Mademoiselle La La al Circo Fernando, 1879
L'acconciatura, 1892-1895 Vaso di girasoli (Vincent Van Gogh, 1888)
Jean-Franois Millet
Il vagliatore, 1848
Pierre-Auguste Renoir
Il canottaggio, 1879 circa
Gli ombrelli, 1881-1886 circa
Henri Rousseau
Sorpresa!, 1891
Georges-Pierre Seurat
Une baignade Asnires, 1883-1884
Le modelle - versione piccola, 1888
Scuola spagnola
El Greco
Cacciata dei mercanti dal tempio, 1600 circa
Laocoonte, 1610-1614
Francisco Goya
Une baignade Asnires (1883-1884, Georges-Pierre
La lampada del diavolo, 1798 circa Seurat)
Il Duca di Wellington, 1812-1814
Diego Velzquez
Cristo in casa di Marta e Maria, 1620 circa
Filippo IV, 1631-1632
Venere e Cupido, 1648
National Gallery (Londra) 167
Scuola tedesca
Albrecht Altdorfer
Paesaggio con un ponte, 1518 circa
Lucas Cranach il Vecchio
Venere e Cupido, 1529 circa
Albrecht Drer
Ritratto di Albrecht Drer il Vecchio, 1497
San Girolamo penitente, 1519 circa
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=National_Gallery_%28Londra%29& language=it&
params=51_30_32_N_0_07_39_W_region:GB_type:landmark
[2] http:/ / www. nationalgallery. org. uk
[3] Sculture e opere d'arte funzionali si trovano al Victoria and Albert Museum, il British Museum ospita le antichit, l'arte di paesi non
occidentali, le stampe e i disegni, mentre le opere d'arte contemporanee sono al Tate Modern. Alla National Gallery sono presenti anche alcuni
dipinti di origine britannica, ma la National Collection of British Art ospitata principalmente al Tate Britain
[4] Gentili, Augusto; Barcham, William & Whiteley, Linda (2000). Paintings in the National Gallery. Londra: Little, Brown & Co., p. 7
[5] Louise Jury. Second time lucky for National Gallery's new director (http:/ / www. thisislondon. co. uk/ arts/ article-23423070-details/
Second+ time+ lucky+ for+ Gallery's+ new+ director/ article. do), The Evening Standard, 26 novembre 2007. URL consultato in data
22/02/2008.
[6] Andrew Moore. Sir Robert Walpoles pictures in Russia! (http:/ / www. findarticles. com/ p/ articles/ mi_m1026/ is_n4_v150/ ai_18850830/
pg_2), Magazine Antiques, 2 ottobre 1996. URL consultato in data 22/02/2008.
[7] Fullerton, Peter (1979). Some aspects of the early years of the British Institution for Promoting the Fine Arts in the United Kingdom
18051825. MA dissertation, Courtauld Institute of Art., p. 37
[8] Taylor, Brandon (1999). Art for the Nation: Exhibitions and the London Public, 1747-2001. Manchester: Manchester University Press, p. 37
[9] Robertson, David (2004). "Eastlake, Sir Charles Lock (17931865)", Oxford Dictionary of National Biography, Oxford: Oxford University
Press.
[10] Grove Dictionary of Art, Vol. 9, p. 683
[11] Spalding, Frances (1998). The Tate: A History. Londra: Tate Gallery Publishing, p. 39
[12] The Mond Bequest (http:/ / www. nationalgallery. org. uk/ exhibitions/ mond_bequest/ default. htm) (Official NG website)
[13] MacGregor, Neil (2004). "A Pentecost in Trafalgar Square", pp. 2749 in Cuno, James (ed.). Whose Muse? Art Museums and the Public
Trust. Princeton: Princeton University Press and Cambridge, MA: Harvard University Art Museums, p.43
[14] Fisher, Mark (2004). Britain's Best Museums and Galleries. Londra: Penguin, p. 789
[15] Martin Bailey. National Gallery faces worst acquisition crisis in over a century (http:/ / www. theartnewspaper. com/ article01.
asp?id=676), The Art Newspaper, 2 July 2007. URL consultato in data 14/10/2007 Non pi disponibile il 22/02/2008.
[16] Martin Bailey. National Gallery may start acquiring 20th century art (http:/ / www. theartnewspaper. com/ article01. asp?id=55), The Art
Newspaper, 2 novembre 2005. URL consultato in data 14/10/2007 Non pi disponibile il 22/02/2008.
[17] Cronaca: Sir Denis Mahon (http:/ / www. cronaca. com/ archives/ 000503. html)
[18] Gaskell, Ivan (2000). Vermeer's Wager: Speculations on Art History, Theory and Art Museums. Londra: Reaktion, pp. 179182
[19] Summerson, John (1962). Georgian London. London: Penguin, pp. 2089
[20] Grove Dictionary of Art, Vol. 33, p. 192
[21] L'ospizio St Martin (verso est) fu abbattuto in occasione della costruzione dell'ampliamento progettato da E. M. Barry, mentre le caserme St
George rimasero al loro posto fino al 1911, presumibilmente perch c'era bisogno che le truppe si trovassero nelle immediate vicinanaze di
Trafalgar Square per sedare e contenere le dimostrazioni.(Conlin op. cit., p. 401) Wilkins sperava di avere un maggiore spazio a disposizione
verso sud ma gli venne negato perch costruire in quel punto significava oscurare la vista della chiesa di St Martin in the Fields
[22] Conlin, Jonathan (2006). The Nation's Mantelpiece: A history of the National Gallery. Londra: Pallas Athene, p. 60
[23] Conlin op. cit., p. 367
[24] Tyack, Geoffrey (1990). "'A Gallery Worthy of the British People': James Pennethorne's Designs for the National Gallery, 1845-1867", pp.
120134 in Architectural History, Vol. 33, 1990, p. 120
[25] Una stampa d'epoca che la raffigura (http:/ / www. ribapix. com/ image. php?i=18983& r=2& t=4& x=1)
[26] Conlin op. cit., pp. 384-5
[27] Barker, Felix & Hyde, Ralph (1982). London as it might have been. Londra: John Murray, pp. 1167
[28] Conlin op. cit., p. 396
National Gallery (Londra) 168
[29] La decorazione non piaceva affatto al direttore Charles Holmes e fu distrutta negli anni venti (http:/ / findarticles. com/ p/ articles/
mi_qn4158/ is_20040614/ ai_n12791111) ma stata ricreata durante i restauri del 2005
[30] Conlin op. cit., p. 399
[31] Conlin op. cit., pp. 4045
[32] Oliver, Lois (2004). Boris Anrep: The National Gallery Mosaics. London: National Gallery Company, p. 54
[33] N.d.t. Tipico dolce natalizio britannico
[34] Gaskell, Ivan (2000). Vermeer's Wager: Speculations on Art History, Theory and Art Museums. Londra: Reaktion, pp. 179182
[35] Vedi immagine del progetto (http:/ / www. ribapix. com/ image. php?i=17036& r=2& t=4& x=1)
Bibliografia
Louise Govier, The National Gallery, National Gallery Company Ltd., Londra 2010. ISBN 9781857094701
Voci correlate
National Gallery (Washington)
National Gallery of Scotland
National Gallery of Ireland
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/National Gallery,
London
Collegamenti esterni
(DE,EN,FR) Sito ufficiale (http://www.nationalgallery.org.uk)
(EN) Vedute fotografiche a 360 delle sale del museo (http://www.insecula.com/us/musee/M0243.html)
British Museum 169
British Museum
British Museum
Sito [1]
Sito ufficiale
Il British Museum uno dei pi grandi ed importanti musei di storia del mondo. stato fondato nel 1753 da sir
Hans Sloane, un medico e scienziato che ha collezionato un patrimonio letterario ed artistico nel suo nucleo
originario: la biblioteca di Montague House a Londra. Questa stata acquistata dal governo britannico per ventimila
sterline ed aperta al pubblico il 15 gennaio 1759. L'attuale presidente sir John Boyd.
Il museo ospita sei milioni di oggetti che testimoniano la storia e la cultura materiale dell'umanit dalle origini ad
oggi, ma molti di questi sono ammassati negli scantinati per mancanza di spazio. Si trova in Great Russell Street, a
Londra.
Storia
Il British Museum fu il primo museo di nuovo tipo; nazionale, non di propriet ecclesiastica o del Re, aperto al
pubblico gratuitamente e teso a conservare tutte le produzioni umane. Le variegate collezioni riunite da Sloane,
rispecchiavano i suoi peculiari interessi. L'aggiunta delle biblioteche Cottoniana e Harleiana introdussero elementi
letterari e antiquari, facendo del museo anche la biblioteca della nazione.
l'edificio quadrangolare attualmente ancora visibile. La vecchia Montagu House venne demolita e i lavori per la
King's Library iniziarono nel 1823. L'ala est venne completata nel 1831 anche se, con la fondazione della National
Gallery avvenuta nel 1824, l'idea di utilizzare un piano per esporre opere pittoriche venne abbandonata, e lo spazio
utilizzato per esporre le collezioni di storia naturale.
vengano posti in una stanza speciale da chiamarsi "Waddeston Bequest Room", separata e distinta dagli altri contenuti del
museo e mantenuti in questa condizione in futuro, nella stessa stanza o in un'altra in sostituzione.
Il Museo Oggi
Oggi non vi sono pi collezioni di storia naturale, e i libri e i
manoscritti sono parte della British Library. Il museo mantiene
comunque il suo carattere universalistico grazie alla collezione di
artefatti rappresentanti le culture del mondo, antiche e moderne. La
collezione originale del 1753 cresciuta fino a raggiungere pi di 30
milioni di oggetti solo al British Museum, altri 70 al Natural History
Museum e 150 alla British Library.
Essendosi cos liberato il cortile centrale del museo, il processo di demolizione finalizzato alla costruzione della
Great Court pensata da Lord Foster pot iniziare. La Great Court, aperta nel 2000, mentre certamente fece aumentare
il flusso dei visitatori, venne per criticata in quanto lasciava libero uno spazio in un periodo in cui il museo versava
in gravi problemi finanziari e molte gallerie venivano chiuse al pubblico. Nello stesso periodo, le collezioni africane
e dell'Oceania, temporaneamente situate nei sei Burlington Gardens, ricevettero nuova collocazione nel North Wing,
fondato dalla famiglia David Sainsbury, grazie ad una donazione di 25 milioni di sterline.[5]
British Museum 175
Opere principali
La stele di Rosetta
Il cilindro di Ciro
I fregi del Partenone
I resti del Mausoleo di Alicarnasso
Il vaso di Portland (I secolo a.C.)
il tesoro di Hoxne
La collezione Stein sull'Asia centrale
Lavori di Albrecht Drer (Rinoceronte)
Leonardo da Vinci, Profilo di capitano antico (1475 circa)
Michelangelo Buonarroti, Caduta di Fetonte (1533 circa)
Feretro interno dorato di Henutmehyt
Mummie egiziane
Pezzo di scacchi in avorio (XII secolo)
Targa in ottone da Benin, Nigeria
La Stanza dell'Orologio
Manufatti del sepolcro di Sutton Hoo
Bracciale in oro dal tesoro di Oxus
Impronte del Buddha
British Museum 176
Informazioni
L'ingresso al museo libero per tutti i visitatori. La
visita a mostre temporanee potrebbe essere a
pagamento. L'entrata del museo dalle 10 alle 17.30
dal sabato al mercoled, mentre la chiusura
posticipata fino alle 20.30 il gioved e il venerd. La
Great Court invece aperta tutti i giorni dalle 9, con la
chiusura prevista alle 18 dalla domenica al mercoled,
mentre dal gioved al sabato che si pu accedere fino
alle 23.
Note
[1] http:/ / www. britishmuseum. org/
[2] Wilson, David, M. (2002). The British Museum: A History.
London: The British Museum Press, pg 270
Interno del museo, sezione egizia
[3] Wilson, David, M. (2002). The British Museum: A History.
London: The British Museum Press, pg 327
[4] ? (http:/ / www. thebritishmuseum. ac. uk/ libraries/ #hamlyn) Aiuto:Fonti#Siti web
[5] Room 25: Africa (http:/ / www. britishmuseum. org/ explore/ galleries/ africa/ room_25_africa. aspx). British Museum, 14 giugno 2010.URL
consultato il 4 luglio 2010.
Voci correlate
Architettura neoclassica
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/British Museum
Collegamenti esterni
(EN) Sito ufficiale (http://www.britishmuseum.org)
177
Spagna
Sito [2]
web ufficiale
Il Museo del Prado una delle pinacoteche pi importanti del mondo e si trova a Madrid in Spagna.
Vi sono esposte opere dei maggiori artisti italiani, spagnoli e fiamminghi, fra cui Sandro Botticelli, Caravaggio, El
Greco, Artemisia Gentileschi, Francisco Goya, Andrea Mantegna, Raffaello, Rembrandt, Pieter Paul Rubens, Diego
Velzquez e molti altri.
La storia
In spagnolo "prado" significa "prato": richiama una famosa passeggiata alberata, chiamata "Paseo del Prado" luogo
di svago per gli abitanti a partire dal XVI secolo.
Ledificio che ospita il Museo del Prado fu ideato da Carlo III fra i suoi
lavori illustrati, come il Gabinete de Historia Natural, sullo sfondo di
una serie di istituzioni di carattere scientifico situati nel progetto di
riurbanizzazione chiamato Saln del Prado. A tal fine, Carlo III pot
fare affidamento su uno dei suoi architetti preferiti, Juan de Villanueva,
autore, oltre che della sede del Museo, del vicino Giardino Botanico.
grazie allinteresse manifestato da Ferdinando VII e, soprattutto, della sua seconda moglie Maria Isabella di
Braganza, a partire dal 1818 inizia il suo recupero sulla base di nuovi disegni proprio del Villanueva, sostituito alla
morte dal suo discepolo Antonio Lpez Aguado.
La prima denominazione del museo, Pablo Cervetto, venne attribuita il 19 novembre 1819, mettendo in mostra
alcune delle migliori opere della Collezione Reale Spagnola, trasferite dai vari siti reali. Il salone ovale (lattuale Sala
di Velzquez), che a quel tempo aveva un balcone da cui si poteva vedere la galleria della scultura del piano
sottostante, verr battezzato con il suo nome in riconoscimento al suo lavoro. In questo periodo il museo consta di 3
sale e 311 quadri, tuttavia negli anni successivi si aggiungeranno nuove sale ed opere darte, rendendolo
indipendente dallaggregazione con i fondi del polemico Museo de la Trinidad, creato a partire da opere darte
sequestrate in virt della Ley de Desamortizacin di Mendizbal (1836) e fuso con il Prado nel 1872.
Ampliamenti e riforme
Tra le riforme pi importanti, in ordine cronologico, vanno ricordate quelle di Narciso Pascual y Colomer, che
disegn la basilica e labside del corpo centrale (1853); quella di Francisco Jareo, che demol il pendio attraverso
cui si accedeva alla facciata nord e cre una scala monumentale, aprendo delle finestre nella parte inferiore (1882 e
1885); nel 1927, Fernando Arbs costru due baldacchini nella parte posteriore delledificio; verso la met del secolo
venne portata a termine la riforma di Pedro de Muguruza, con il rimodellamento della galleria centrale ed una nuova
scala per la facciata nord (che ricevette molte critiche, poich distrusse la splendida scala ideata da Jareo), con
lintenzione di dare pi luce alla zona della cripta; Fernando Chueca Goitia e Manuel Lorente realizzarono a loro
volta degli ampliamenti delle sale (1956 e 1967). Nel 1971 venne decisa lagglomerazione del Casn del Buen Retiro
per ospitare collezioni di dipinti dei secoli XIX e XX.
Conformemente al progetto di Rafael Moneo, il 27 aprile 2007 stato inaugurato lampliamento del Museo. Tale
ingrandimento non ha previsto cambiamenti sostanziali nellEdificio Villanueva, essendo concentrato
sullampliamento fino al chiostro di San Jernimo el Real (il Cubo de Moneo), in modo che il Museo potesse contare
su di una nuova superficie per attivit complementari.
La facciata sud (che d sulla piazza di Murillo, di fronte al Giardino Botanico) ha unanticamera di accesso
allinterno ed una loggia, o galleria, con sei colonne di ordine corinzio sulle quali poggia una trabeazione.
L'interno delledificio si sviluppa nelle sue sale centrali. Nella parte nord c una rotonda con otto colonne ioniche, la
cui volta decorata a cassettoni.
All'esterno, sulla facciata che d sul Paseo del Prado, si trova la Porta di Velzquez, con un frontone di ordine dorico
che incorpora il rilievo dell'attico, le statue ed i medaglioni allegorici del re Fernando VII protettore delle scienze,
delle arti e della tecnica. Di fronte a questa porta si trova la statua di Velzquez, opera dello scultore Aniceto
Marinas. Il piedistallo, di Vicente Lamprez, riporta la dedica a "Gli artisti spagnoli, per iniziativa del Crculo de
Bellas Artes, 1899". Questo monumento venne inaugurato il 14 giugno dello stesso anno, alla presenza della Reina
Regente e di Alfonso XIII. Fu una cerimonia molto commovente, durante la quale si rese omaggio e riconoscimento
al grande pittore Velzquez ed alla pittura spagnola. Oltre ai re, accorsero alla celebrazione:
I pittori Jean Paul Laurens e Crolus Durand come delegati di Francia, i quali depositarono corone e nastri con i
colori francesi, si cui si poteva leggere: Au grand Velzquez, les peintres franais.
Gli ambasciatori di Austria e Germania.
Mr. Poyter, direttore della Royal Academy e Royal Gallery di Londra.
Mariano Benlliure in nome degli artisti di Roma.
Rappresentanza dellAccademia delle Belle Arti e della Giunta di Siviglia.
Associazione degli Scrittori ed Artisti.
Scuola di Belle Arti di Madrid, Barcellona e Valladolid.
Societ di Architettura, Giunta, Deputazione e Circolo delle Belle Arti di Madrid.
Museo del Prado 180
Curiosit
Nel museo si trova il quadro intitolato La Gloria, dipinto da Tiziano per Carlos V, il quale, insieme al ritratto
dell'Imperatrice, lo accompagn nel suo ritiro nel Monastero di Yuste a Cceres-Extremadura.
Viene conservato anche il Retrato ecuestre de la reina Margarita del pittore Bartolom Gonzlez, dove vengono
esibiti due dei gioielli pi famosi del Gioielliere della Corona di Spagna: la perla chiamata Peregrina (che fu
propriet di Elizabeth Taylor) ed il diamante Estanque, rinvenuto nel territorio di Madrid e tagliato da Jacome
Trezzo.
Si trovano, altres, i dipinti con cui Goya decor il suo podere di Madrid chiamato La quinta del sordo. Dopo aver
acquisito la propriet dal barone Emil dErlanger, ne ordin il trasferimento su tela e, dopo aver presentato le opere a
Parigi, dove non incontr linteresse del Museo del Louvre, decise di lasciarle in eredit al Prado.
Le opere maggiori
Scuola spagnola
Francisco Goya
I duchi di Osuna con i figli, 1788
Il fantoccio, 1791-1792
Il duca de Alba, 1795
La famiglia di Carlo IV, 1800-1801
Il 3 maggio 1808, 1814
La maja vestida e la maja desnuda, 1800
La marchesa di Santa Cruz, 1805
Duello rusticano, 18201821
Saturno che divora i suoi figli,
1819-1823
El Greco
Adorazione dei pastori, 1612-1614 circa Il 3 maggio 1808 (Francisco Goya)
Diego Velzquez
Museo del Prado 181
Scuola italiana
Andrea del Sarto
Madonna della Scala, 1522-1523 circa
Sacrificio di Isacco, 1527-1530 circa
Giovanni Bellini
Madonna col Bambino tra le sante Maria Maddalena e Orsola, 1490
Sandro Botticelli
Nastagio degli Onesti, primo episodio, 1483
Nastagio degli Onesti, secondo episodio, 1483
Nastagio degli Onesti, terzo episodio, 1483
Correggio
Madonna col Bambino e san Giovannino, 1518
Noli me tangere, 1523-1524 circa
Caravaggio
Davide e Golia, 15971598
Artemisia Gentileschi
Nascita di San Giovanni Battista, 1633-1635 circa
Luca Giordano
La disfatta di Sisera, 1692 circa
Maddalena penitente, 1660-1665 circa
Daniele Crespi
Piet, 1626
Giulio Romano
La Perla (su disegno di Raffaello), 1522-1523 circa
Lorenzo Lotto
Ritratto di Marsilio Cassotti e della sua sposa Faustina, 1523
Andrea Mantegna
Morte della Vergine, 1462
Parmigianino
Santa Barbara, 1523 circa
Sacra Famiglia con angeli, 1524 circa
Ritratto di Pier Maria Rossi di San Secondo, 1534 circa
Daniele Crespi-La Piet (1626)
Ritratto di Camilla Gonzaga coi tre figli (attr.), 1534 circa
Raffaello Sanzio
Sacra Famiglia con l'agnello, 1507 circa
Ritratto di cardinale, 1510-1511 circa
Madonna del Pesce, 1514 circa
Spasimo di Sicilia, 1517
Visitazione, 1517 circa
Sacra Famiglia sotto la quercia, 1518,
Madonna della Rosa, 1518
Museo del Prado 183
Tiziano Vecellio
Madonna col Bambino tra i santi Antonio da Padova e Rocco, 1511 circa
Madonna tra i santi Giorgio e Dorotea, 1516 circa
Baccanale degli Andrii, 15231524
Ritratto di Federico II Gonzaga, 1529
Danae, 1553
Venere e Adone, 1553-1554
Scuola tedesca
Albrecht Drer
Adamo ed Eva, 1507
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Museo del Prado
Collegamenti esterni
(EN,ES) Museo del Prado [2] Sito Ufficiale
Il museo del Prado si ingrandisce grazie a un sistema idraulico intelligente [3]
Museo del Prado 184
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Museo_del_Prado& language=it&
params=40_24_50_N_3_41_33_W_region:ES_type:landmark
[2] http:/ / www. museodelprado. es/
[3] http:/ / www. enerpac. com/ Promo/ Prado/ IT/ Prado. html
185
Russia
Ermitage
[1]
Coordinate geografiche: 595626N 301849E59.94056N 30.31361E
Museo dell'Ermitage
Sito [2]
www.hermitagemuseum.org
La sede
Con il nome di Ermitage si indica il complesso architettonico che comprende vari edifici costruiti tra il XVIII e il
XIX secolo:
il Palazzo d'Inverno (1754-1762), progettato da Bartolomeo Rastrelli
il Piccolo Ermitage (1764-1775), opera di Jean-Baptiste Vallin de la Mothe e di Jurij Velten
il Grande Ermitage, detto anche Vecchio Ermitage (1771-1787), progettato da Jurij Velten
il Nuovo Ermitage (1839-1851) realizzato da Leo von Klenze
il Teatro dell'Ermitage (1783-1789), progettato da Giacomo Quarenghi.
Il Palazzo d'Inverno era nato come residenza imperiale. Eretto per la zarina Elisabetta di Russia, fu completato solo
dopo la sua morte. Fu Caterina la Grande la vera ideatrice del museo. Accanto al Palazzo d'Inverno, per sfuggire al
trambusto di corte, nel 1764 la zarina volle farsi costruire un piccolo rifugio e gli diede il nome vezzoso di Petit
Ermitage.
Nel Petit Ermitage, Caterina si appartava volentieri circondandosi di opere d'arte che andava acquistando sui mercati
europei; nelle stanze in origine venivano ammessi solo pochi privilegiati. Successivamente, la collezione crebbe a
dismisura e fu necessario costruire altri edifici per poterla ospitare; di qui, il nome Ermitage and ad indicare l'intero
complesso dei cinque edifici prima elencati.
Ermitage 186
Oggi il museo dell'Ermitage si estende ben oltre questi cinque edifici, occupando anche una parte del Palazzo dello
Stato Maggiore, sempre sulla Piazza del Palazzo, il Palazzo Menshikov, il Museo della Porcellana presso la
Manifattura Imperiale di Porcellana, l'esposizione permanente presso la reggia di Strelna, il deposito di Staraja
Derevnia, che prende il nome dalla stazione della metropolitana.
Esistono inoltre sedi in altre citt: a Las Vegas, Amsterdam, Kazan e a Londra. C' infine un progetto denominato
Ermitage Italia[3] che ha portato all'apertura nella citt di Ferrara di un centro di ricerca e studio finalizzato alla
catalogazione delle opere italiane dell'Ermitage, frutto di un accordo fra il Museo e la Provincia di Ferrara.
La storia
Il Palazzo d'Inverno, progettato in stile
barocco dall'architetto Bartolomeo
Il complesso di edifici visto dal fiume Neva Rastrelli, venne completato nel 1762.
Rastrelli, giunto in Russia con suo
padre nel 1716 al servizio di Pietro il Grande, fu nominato architetto di corte nel 1738 e il suo stile ricco e sontuoso
divenne molto popolare grazie soprattutto alla zarina Elisabetta. Rastrelli volle ritirarsi nel 1763, quando questa mor
e sal al trono Caterina la Grande, che allo sfarzo preferiva la semplicit dello stile neoclassico.
L'opera di Rastrelli rimasta pressoch immutata all'esterno, mentre gli interni furono pi volte modificati nel 1806
da Giuseppe Lucchini sotto le direttive di Giacomo Quarenghi e completamente ricostruiti nel 1837, quando il
Palazzo venne semidistrutto a causa di un devastante incendio. Nel 1852, dopo alcuni ampliamenti, l'Ermitage
divenne il primo museo pubblico della citt, anche se l'accesso era limitato ad una cerchia di utenti definiti
"rispettabili" (usanza che decadde dopo la Rivoluzione).
Il museo contiene pi di tre milioni di opere, ma gli spazi consentono l'esposizione di "soli" sessantamila pezzi. La
monumentale espansione della collezione dovuta all'apporto di Caterina la Grande, sovrana amante e patrocinante
dell'arte. Consigliata da Diderot e da altri illustri esperti europei, la zarina acquist pi di 2000 dipinti. Altri sovrani
arricchirono la collezione con donazioni e acquisti.
Dopo la Rivoluzione, il governo sovietico, per ottenere valuta preziosa, dovette privarsi di alcuni pezzi, vendendoli
ai musei di New York, Washington e Amsterdam.
Oltre alle opere d'arte, il museo ospita interessanti sezioni dedicate alle antichit egizie, greche e romane, agli argenti
russi, all'arte sasanide e all'arte degli Sciti.
Inoltre il museo ospita alcune opere di Pietro Bracci autore di molte sculture romane come il Nettuno della Fontana
di Trevi e il monumento di papa Benedetto XIV nella Basilica di San Pietro.
Le opere maggiori
Arte antica
Cammeo Gonzaga, III secolo a.C.
Scuola italiana
Beato Angelico
Vergine col Bambino tra i santi Domenico e Tommaso d'Aquino, 1435 circa
Giovanni Antonio Boltraffio
Madonna Litta (attr.), 1490-1491
Caravaggio
Ermitage 187
Scuola francese
Paul Czanne
Ragazza al pianoforte (L'ouverture del Tannhuser), 1869
Autoritratto con berretto, 1875 circa
Le rive della Marna, 1888-1890
Fumatore di pipa, 1891 circa
La signora in blu, 1904 circa
Jacques-Louis David
Saffo e Faone, 1809
Edgar Degas Claude Monet, Signora in giardino a
Dopo il bagno, 1884 Sainte-Adresse
Ermitage 188
Henri Matisse
La danza, 1909
Musica, 1910
Claude Monet
Signora in giardino a Sainte-Adresse, 1867
Il giardino degli Hosched a Montgeron, 1877
Stagno a Montgeron, 1877
Covone a Giverny, 1886
Prati a Giverny, 1888
Il Ponte di Waterloo, 1903
Pierre-Auguste Renoir
Donna in nero, 1876 circa
Jeanne Samary in piedi, 1878
Donna con ventaglio, 1880
Henri Rousseau
Giardini del Lussemburgo-Monumento a Chopin (1909
Scuola spagnola
Pablo Picasso
La bevitrice d'assenzio, 1901
Le due sorelle (L'incontro), 1902
Ritratto di Benet Soler, 1903
La contadina, 1908
Donna con ventaglio, 1908
La driade, 1908
Tre donne, 1908-1909
Fabbrica di mattoni a Tortosa, 1909
Donna con mandolino, 1909
Diego Velzquez
Il pranzo, 1617 circa
Ritratto del conte-duca di Olivares, 1635
Il Servizio volontari
Il museo dell`Ermitage offre a tutti gli interessati un`opportunit unica di essere coinvolti nella gestione di questo
museo conosciuto in tutto il mondo. Il programma Servizio volontari del museo Ermitage non solo aiuta l`Ermitage
nello svolgimento delle sue attivit interne ed esterne, ma serve anche da collegamento tra il personale del museo e il
pubblico dei visitatori, diffondendo le conoscenze specifiche degli esperti alla comunit. I volontari possono anche
sviluppare progetti che riflettano i loro personali obiettivi e interessi. Uno dei principali scopi del Servizio volontari
quello di comunicare ai giovani un senso di responsabilit riguardo al patrimonio culturale, in modo da aiutarli a
comprendere il valore delle tradizioni e l`importanza di preservarle.
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Ermitage& language=it&
params=59_56_26_N_30_18_49_E_region:RU_type:landmark
[2] http:/ / www. hermitagemuseum. org
[3] La notizia sul sito dell'Ermitage (http:/ / www. hermitagemuseum. com/ html_En/ 11/ 2006/ hm11_1_173. html)
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Category:Hermitage Museum
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Visita virtuale dell'Hermitage com'era al tempo degli zar (http://www.cultor.org/Estetica/Hermitage.html)
Palazzo d'Inverno 190
Palazzo d'Inverno
[1]
Coordinate geografiche: 595625N 301850E59.9404N 30.3139E
Storia
Il Palazzo d'Inverno (in russo:
) di San Pietroburgo, in Russia, fu
dal 1732 al 1917 la residenza ufficiale degli
Zar di Russia. Situato tra il palazzo della
banca e la piazza principale del palazzo,
adiacente al sito ove sorse l'originario
palazzo d'inverno fatto costruire da Pietro il
Grande, l'attuale (il quarto) palazzo
d'inverno venne costruito con continui lavori
dal 1730 al 1837, quando venne danneggiato
gravemente da un incendio e prontamente
ricostruito.[3] Il palazzo, inoltre divenne
luogo nella rivoluzione russa del 1917 uno
dei simboli pi importanti che ricordava
l'oppressione del regime assolutista zarista. La presa del Palazzo d'Inverno durante la Rivoluzione Russa del 1917, nella
ricostruzione del film Ottobre.
Il palazzo venne costruito con una struttura
monumentale quasi a rappresentare in scala la magnificenza ed il potere mitico che aveva l'Impero russo. Da questo
palazzo lo Zar, autocrate di tutte le Russie, governava quasi 22.400.000 chilometri quadrati di territorio (circa un
sesto delle terre emerse al mondo) con un totale di 176.400.000 abitanti. L'attuale palazzo venne disegnato da diversi
architetti, di cui il pi notabile fu indubbiamente Bartolomeo Rastrelli che inaugur il termine di Barocco
elisabettiano per i lavori che svolse proprio qui per conto della zarina Elisabetta. Il palazzo ha la forma di un
rettangolo bianco e verde e si calcolato che esso dispone di 1.786 porte, 1.945 finestre, 1.500 stanze e 117 armadi.
La sua facciata principale lunga 500 metri e larga 100 metri. La ricostruzione del 1837 lasci gli esterni illesi, ma
gran parte degli interni vennero ridisegnati con variet di gusti e stili, lasciando che per a prevalere fosse un
recupero di stile Rococ, seguendo il progetto del Rastrelli."[4]
Nel 1905, il palazzo fu teatro dei massacri della "Domenica di sangue", e da questa data la famiglia imperiale
prescelse vivere prevalentemente al Palazzo di Alessandro presso Tsarskoe Selo, ritornando al Palazzo d'Inverno
solo in rare occasioni. A seguito della rivoluzione di febbraio del 1917, il palazzo divenne per un breve periodo sede
del governo provvisorio di Russia, retto da Alexander Kerensky. Successivamente, il palazzo venne occupato dalle
armate rosse dando il via alla nascita dello stato sovietico russo. Una delle glorie meno conosciute del palazzo sono
le sue cantine che da oltre 300 anni accolgono vini di pregiata qualit e che sono giudicate tra le migliori di Russia.
Palazzo d'Inverno 191
Attualmente, restaurato, il palazzo parte del complesso di costruzioni che costituiscono il Museo dell'Ermitage.
Il primo Palazzo d'Inverno era una modesta costruzione di due piani ed una soffitta.[7] Le memorie dell'epoca, per,
ci narrano che Pietro I si era stancato della costruzione e nel 1721 diede ordine di costruire una nuova versione del
palazzo, costruito sotto la direzione dell'architetto Georg Mattarnovy. Il palazzo progettato da Mattarnovy era molto
modesto comparato ad altri palazzi d'Europa, ma disponeva di raffinatezze nuove per l'epoca.[8][9] Fu qui che Pietro
il Grande mor nel 1725.
Il Palazzo d'Inverno, per, non era certo l'unico palazzo signorile in una citt per l'epoca "infinita" come San
Pietroburgo, bens lo stesso Zar aveva ordinato che tutti i nobili di Russia si premurassero di costruire nella nuova
capitale splendidi palazzi che la adornassero, con l'obbligo di trascorrervi almeno sei mesi all'anno.[10] Questa fu una
disposizione molto impopolare in quanto San Pietroburgo era ancora in molte sue parti una palude, poco soleggiata,
che male si adattava alla residenza. Malgrado questo, in breve tempo la citt divenne uno dei centri culturali pi
attivi di tutta la Russia, in particolare sotto il governo della Zarina Caterina I di Russia, moglie di Pietro I e suo
successore al trono imperiale.[10]
Alla costruzione del nuovo palazzo, inoltre, collaborarono anche degli schiavi, in quanto la tratta venne abolita in
Russia solo nel 1863 [11], il che per fece procedere velocemente i lavori di costruzione. Si stima che furono circa
200.000 le persone morte durante i venti anni di costruzione della citt intera di San Pietroburgo.[11] Un diplomatico
del tempo, che gi aveva descritto la citt come "un villaggio malsano, come le piantagioni delle Indie dell'Ovest",
dopo pochi anni descrisse l'abitato come una "meraviglia del mondo, considerevole per la sua magnificenza e per i
suoi palazzi".[12] Tra gli altri palazzi costruiti in quest'epoca si ricordano il Palazzo Kikin e il Palazzo Menshikov che
Palazzo d'Inverno 192
Il Palazzo 17251855
Alla morte di Pietro il Grande nel 1725, la citt di San Pietroburgo era
ancora molto lontana dall'essere un grande centro di cultura
occidentalizzato come si auspicava il suo fondatore. Molti degli
aristocratici che erano stati obbligati a prendere residenza qui,
lasciarono la citt facendo ritorno a Mosca. I lupi infestavano
addirittura le vie della citt e non di rado si trovavano bande di
lavoratori sottopagati aggirarsi e derubare i cittadini.
Dal momento che aveva fatto uccidere suo figlio Alessio, Pietro I
venne succeduto da sua moglie Caterina la quale, dopo un regno di soli
due anni, venne succeduta dal nipote Pietro II.
Nel 1727, Pietro II fece nuovamente allargare il palazzo progettato da
Mattarnovy per merito dell'architetto italiano Domenico Trezzini.[5]
Trezzini, il quale aveva disegnato il Palazzo d'Estate nel 1711, era uno
dei pi grandi esponenti del cosiddetto Barocco petrino, e si trovava
ora a dover ridisegnare completamente ed espandere il progetto di
Lo scalone principale Mattarnovy, trasformando l'antico palazzo in uno dei due padiglioni
terminali del nuovo palazzo imperiale, il terzo Palazzo d'Inverno.[13] Il
terzo palazzo, come del resto il secondo, venne costruito sempre in stile barocco petrino.
Nel 1728, poco dopo il completamento del terzo palazzo, la corte imperiale lasci San Pietroburgo per fare ritorno a
Mosca e il Palazzo d'Inverno sembr perdere il suo status di palazzo imperiale ufficiale. Mosca venne nuovamente
designata a capitale dello stato russo, ruolo che le era stato tolto nel 1713 proprio a favore di San Pietroburgo. Alla
morte di Pietro II nel 1730, il trono pass a sua nipote Anna Ivanovna, Duchessa di Curlandia.
Anna (17301740)
La nuova Zarina si occup maggiormente della citt di San Pietroburgo rispetto al suo immediato predecessore; ella
ristabil la capitale russa a San Pietroburgo nel 1732, spostando nuovamente la corte al Palazzo d'Inverno, ove rimase
ininterrottamente sino al 1918.
Ignorando quasi il terzo Palazzo d'Inverno, quando la Zarina fece ritorno a San Pietroburgo, per, prese residenza nel
vicino Palazzo Apraksin.[5] Nel 1732, la Zarina commission all'architetto Francesco Bartolomeo Rastrelli di
completare la ricostruzione di questo stesso palazzo incorporandovi le case vicine.[14] Esso oggi attualmente parte
dei complessi del nuovo Palazzo d'Inverno.[5]
La Zarina Anna, sebbene fosse impopolare per la sua epoca,[15] era intenzionata seriamente a portare una ventata di
aria nuova nella sua corte. Ella disegn tra le altre cose personalmente le nuove livree dei servitori imperiali e su suo
ordine, la vodka venne rimpiazzata dallo champagne della Borgogna.
Palazzo d'Inverno 193
Elisabetta (17411762)
Il piccolo Zar Ivan VI, succedette ad Anna nel 1740, ma venne presto deposto in un sanguinoso colpo di stato dalla
Granduchessa Elisabetta di Russia, figlia di Pietro il Grande. Delegando gran parte dei propri poteri ai suoi favoriti,
la nuova imperatrice Elisabetta condusse una vita di piacere, guidando la corte al Palazzo d'Inverno in uno
"splendore squallido di vizio" come venne descritto dallo storico russo Vasily Klyuchevsky.[16]
Durante il regno di Elisabetta, ad ogni modo, il Rastrelli che pure continuava a lavorare al suo progetto originario,
dovette rivedere l'intero progetto in una scala pi colossale, andando a creare l'attuale palazzo. Il veloce
completamento dell'opera divenne opera di grande vanto da parte della Zarina, la quale rese il palazzo uno dei
simboli del potere e del prestigio nazionali. I lavori alla struttura continuarono anche negli anni successivi ed anche
durante i mesi invernali, rigidissimi nel clima russo. La fabbrica si blocc solo durante la Guerra dei Sette anni nella
quale la Russia venne coinvolta. Malgrado questo vennero riservati 859.555 rubli per la continuazione del progetto
del palazzo, derivando tale somma da una tassa che venne imposta sulle taverne cittadine. I lavoratori, del resto,
percepivano uno stipendio mensile di uno solo rublo il che rese ancora pi difficile il completamento dell'opera,
tanto desiderata dalla Zarina. Il costo finale di questo progetto fu di 2.500.000 rubli.[17] Dal 1759, poco prima della
morte di Elisabetta, il Palazzo d'Inverno stava quasi per essere completato in ogni sua parte.
Caterina II (17621796)
Fu la Zarina Elisabetta a scegliere la principessa tedesca Sofia di
Anhalt-Zerbst come moglie per il suo nipote e successore, Pietro III. Il
matrimonio non fu un successo sotto l'aspetto della felicit, ma fu
questa principessa che paradossalmente diede un nuovo impulso al
Palazzo d'Inverno. A seguito del colpo di stato che ella port avanti nel
1762 ai danni del marito (il quale venne detronizzato ed assassinato),
Caterina II sal al potere.
A Caterina va inoltre il merito di aver introdotto alla corte russa le tradizioni derivate dalla Francia e dalla sua
splendida corte. La Zarina personalmente disprezzava la Francia, ma pi che altro per motivi politici, mentre ne
ammirava la cultura e soprattutto la lingua, che fece introdurre anche a palazzo, secondo il costume di molte corti
dell'epoca, mentre il russo venne relegato unicamente all'uso verso i servi.[23]. L'aristocrazia venne incoraggiata ad
interessarsi alla filosofia, acquisendo cultura sugli insegnamenti di Moliere, Racine e Corneille.[24]. I lavori a palazzo
nel frattempo continuavano e si pu dire che necessitavano di un tocco ancora quando l'imperatrice mor nel 1792.
Palazzo d'Inverno 195
Architettura
Una volta completata, la parte esterna del Palazzo d'Inverno era
costituita da una grande facciata statuaria ed opulenta con numerosi
lavori a stucco su finestre e portali, il tutto in stile barocco, il che si
poteva dire gi terminato nel regno della Zarina Elisabetta di Russia.
Le facciate principali, gittanti sulla Piazza del Palazzo e lungo la riva
del fiume Neva, erano quelle accessibili e visibili al pubblico. Solo le
facciate laterali erano nascoste dietro grandi muri granitici che
nascondevano un giardino creato durante il regno di Nicola II.[28] La
La Sala di Nicola che la principale sala di
costruzione era concepita come una citt nella citt, oltre che come
ricevimento del palazzo, al centro dell'"infilata
della Neva". Questa era la sala in cui avevano
residenza privata con un proprio giardino, cos come accadeva a
[27] Versailles.
luogo i balli di corte.
Internamente il palazzo appare ancora oggi come una commistione di elementi barocchi e neoclassici, anche se solo
una parte del rococ del Rastrelli sopravvive in alcune sale, sino a trionfare nella Grande Cappella Imperiale o nello
Scalone d'Onore. Lo scalone principale detto anche Scalone Giordano in quanto da questo monumentale scalone la
mattina dell'Epifania lo Zar scendeva trionfalmente per la cerimonia della "benedizione delle acque". Esso una
Palazzo d'Inverno 196
delle parti del palazzo risalenti al XVIII secolo e pi precisamente al progetto del Rastrelli, seppure le grandi colonne
granitiche vennero aggiunte solo a met del XIX secolo.[29] Come gi detto, i cambi interni delle decorazioni
vennero promossi da Caterina II su progetti di Starov e Quarenghi, che alterarono di molto il progetto interno
previsto dal Rastrelli.
A Quarenghi venne accreditata l'introduzione dello stile neoclassico a San Pietroburgo.[30] Il suo lavoro, assieme a
quello di Karl Ivanovich Rossi e Auguste de Montferrand, trasform gradualmente San Pietroburgo in una vera e
propria "citt imperiale". De Montferrand non solo ricre molti interni di palazzi cittadini in stile neoclassico, ma
eresse anche la Colonna di Alessandro nella nuova piazza antistante il palazzo, costruita dal Rossi durante il regno di
Nicola I.
Interni
Il Palazzo d'Inverno conteneva 1057 stanze, 1786 porte e 1945
finestre.[31] La facciata principale aveva un'estensione di 500 metri per
100 di larghezza.[4] Il piano terreno accoglieva gli uffici domestici e
burocratici, mentre il secondo piano accoglieva gli appartamenti dei
cortigiani e degli ufficiali di alto rango. Le stanze principali del
palazzo erano occupate dalla Famiglia Imperiale che aveva propri
quartieri che comprendevano anche gli appartamenti di stato.
Nicola I fece costruire anche le Gallieri delle Battaglie, che occuparono la porzione centrale della facciata gittante
lungo la piazza del palazzo. Queste vennero disegnate da Alexander Briullov per commemorare le vittore russe
prima del 1812. Altre stanze per commemorare le vittorie sulla Francia vennero erette nelle immediate adiacenze.
Una volta localizzato, il fuoco continu comunque a espandersi nel palazzo, ma molto pi lentamente grazie
all'intervento delle guardie ed al corpo di servitori agenti a sicurezza dello zar. Gran parte del palazzo and distrutto,
ma quasi ignorando la grandezza del palazzo, lo Zar ordin la completa ricostruzione delle aree danneggiate nel giro
di un anno, il che fu impossibile ma certo il lavoro richiese meno tempo anche per via delle nuove tecniche di
costruzione, che consentirono anche di consolidare la struttura.
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Palazzo_d%27Inverno& language=it& params=59. 9404_N_30.
3139_E_type:landmark
[2] King, page 168
[3] Il numero dei palazzi d'inverno costruiti a San Pietroburgo ancora oggi ampiamente discusso. Solitamente si propone la seguente
successione, ove viene indicato il nome del progettista, l'anno di inizio dei lavori e il numero progressivo in senso cronologico dal pi antico al
pi moderno: Trezzini, 1711 (I); Mattarnovy, 1721 (II); Trezzini, 1727 (III) e Rastrelli, 1732 (IV). Altre versioni, invece, riportano solo le
versioni del 1711 e del 1727, per poi passare a quella del Rastrelli del 1732, o altri addirittura considerano quella del 1837 come la quinta
ricostruzione del palazzo. (http:/ / spbcity. info/ eng/ content/ view/ 44/ 30/ ).
[4] Budberg, p.200.
[5] Petrakova
[6] Trezzini, catalogue of works. 1711
[7] Budberg, p194
[8] Budbery, p196
[9] Swiss Architecture on the Neva (Winter Palace) (http:/ / www. stpetersburg2003. ch/ selection/ detail. php?lang=eng& building_id=10):
Questo secondo palazzo si trovava nel luogo dell'attuale Palazzo dell'Ermitage. Parti di questo palazzo vennero riscoperte tra il 1985 ed il
1990 e sono ancora oggi visibili nel pavimento dello stabile
[10] Cowles, p.49.
[11] Cowles, p.58.
[12] Hughes, p216.
[13] Budberg, p196
[14] Patrakova
[15] Cowles, p.65.
[16] Cowles, p.68.
[17] Orloff, Alexander, and Shvidkovsky, Dmitri. (1996). Saint Petersburg: Architecture of the Tsars. New York: Abbeville Press.
[18] Cowles, p.90.
[19] Attualmente esse compongono gran parte del Museo dell'Ermitage.
[20] The State Hermitage Museum.
[21] Cowles, p.93.
[22] Norman, p. 35
[23] Cowles, p. 93.
[24] Cowles, p.93
[25] Cowles, p.119.
[26] Cowles, p.121.
[27] Budberg, p. 201
[28] Budberg, p.200, alcune parti del giardino vennero create gi sotto il regno di Nicola I, ma fu la zarina Aleaxandra Feodorovna a curare
l'attuale gestione dei giardini e la costruzione delle mura.
[29] Budberg, p.198.
[30] Budberg, p. 200.
[31] Figures from King, page 169.
[32] Hermitage Site. Catherine II
[33] Norman, pp. 7071.
[34] State Hermitage Museum
Palazzo d'Inverno 198
Bibliografia
Moura Budberg, Great Palaces (The Winter Palace. Pages 194201), Londra, Hamlyn Publishing Group Ltd,
1969. ISBN 0600 01682 X
Virginia Cowles, The Romanovs, Londra, William Collins,Sons & Company Ltd, 1971. ISBN 0060109084
Marquis de Custine, Russia (Abridged from the French), Londra, Longman, Brown, Green and Longmans, 1854.
Lindsey Hughes, Russia in the Age of Peter the Great, New Haven CT, Yale University Press, 1998. ISBN
9780300075397
Vasily Klyuchevsky, A History of Russia (transl C J Hogarth), Londra, Dent, 1926.
Greg King, The Court of the Last Tsar, John Wiley & Sons, 2006. ISBN 0-300-07539-1
Peter Kurth, Tsar: The Lost World of Nicholas and Alexandra, Londra, Little, Brown and Company (UK) Ltd,
1995. ISBN 0-316-50787-3
Segei Mironenko Andrei Maylunas, A Lifelong Passion, Londra, Orian Publishing Group Ltd, 1996. ISBN
0-297-81520-2
Geraldine Norman, The Hermitage: The Biography of a Great Museum, New York, Fromm International
Publishing, 1998. ISBN 0-88064-190-8
Princess Catherine Radziwill, Nicholas II, The Last of the Czars, Londra, Cassell, 1931. ISBN
Amanda Mackenzie Stuart, Consuelo and Alva, Harper Collins, 2005. ISBN 0007216874
D Stuart, Dear Duchess: Millicent, Duchess of Sutherland (1867 - 1955)., Londra, Victor Gollancz Ltd., 1982.
ISBN
Voci correlate
Arca russa, il film che racconta di un innovativo viaggio in trecento anni di feste di corte, balli e vita familiare a
palazzo;
Piazza del Palazzo dove situato il palazzo stesso;
Palazzo di Caterina, la residenza zarista estiva a Carskoe Selo;
Museo dell'Ermitage, l'uso attuale del palazzo d'Inverno con una vasta collezione di capolavori artistici
provenienti da tutto il mondo;
Peterhof, la residenza zarista estiva fuori San Pietroburgo.
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Palace
Collegamenti esterni
Pagina dedicata al palazzo d'Inverno del sito di San Pietroburgo (http://www.pietroburgo.eu/palazzo-dinverno.
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199
Germania
Alte Pinakothek
[1]
Coordinate geografiche: 48854N 113412E48.14833N 11.57E
Alte Pinakothek
L'Alte Pinakothek
Tipo arte
La Alte Pinakothek un museo d'arte situato nella Kunstareal di Monaco di Baviera, in Germania. una delle pi
antiche e ricche gallerie del mondo. Il nome (Pinacoteca antica) si riferisce al periodo coperto dall'arte la Neue
Pinakothek copre l'arte del XIX secolo e la recentemente aperta Pinakothek der Moderne copre l'arte moderna. Tutte
le gallerie fanno parte del Kunstareal di Monaco (l'area dell'arte).
Storia
La collezione fu fondata da Guglielmo IV che ordin ad importanti
pittori contemporanei di creare alcuni dipinti storici. L'Elettore
Massimiliano I acquist soprattutto dipinti di Albrecht Drer e suo
nipote Massimiliano II Emanuele compr moltissimi dipinti olandesi e
fiamminghi mentre era Governatore dei Paesi Bassi Spagnoli. Dopo la
riunificazione della Baviera e del Palatinato le gallerie di Mannheim,
Zweibrcken e Dsseldorf furono spostate a Monaco (le prime due nel
1798-99, la terza nel 1806), anche per proteggere le collezioni dalle
guerre e dalle spoliazioni napoleoniche. Durante questo periodo,
inoltre, per la secolarizzazione molti dipinti appartenenti alle chiese e
ai monasteri soppressi divennero propriet dello Stato.
Nel frattempo (la prima pietra fu posta nel 1826) aveva ordinato a Leo von Klenze di erigere la galleria. Le sale del
museo furono concepite appositamente per ospitare pale come il Grande Giudizio Universale di Rubens, uno dei
quadri pi grandi che siano mai stati dipinti. Molto moderna per quei tempi, la costruzione divenne un esempio per
gli edifici museali in Germania ed Europa a partire dalla sua inaugurazione nel 1836; in particolare divenne anche un
modello per le nuove gallerie a Roma, San Pietroburgo, Bruxelles e Kassel. Le acquisizioni proseguirono
sporadicamente fino alla seconda met dell'Ottocento, con alcuni colpi di fortuna come l'acquisto della Madonna del
Garofano di Leonardo nel 1889, o dell'Annunciata di Antonello da Messina.
La pinacoteca fu parzialmente distrutta durante la Seconda guerra mondiale dai bombardamenti, che danneggiarono
gravemente le decorazioni interne originarie, ma venne ricostruita e riaperta al pubblico alla fine degli anni
cinquanta. Dalla fine degli anni '60 l'appoggio di alcune banche bavaresi ha permesso l'arrivo di numerose opere
italiane e francesi del '700, ambito nel quale la galleria era carente. Nel 1988 fu necessaria una ulteriore chiusura,
allorch uno squilibrato armato di acido solforico danneggi gravemente diversi dipinti di Drer, tra cui l'Altare
Paumgartner (oggi restaurato), e la Mater Dolorosa, il cui restauro terminato solo nel 2009. La galleria fu riaperta
solo nel 1998. Gli aggiornamenti ai sistemi di sicurezza hanno comportato la protezione, tramite cristalli invisibili, di
tutti i dipinti pi importanti.
Collezione
Il museo ospita un'ampia collezione di varie migliaia di dipinti europei
dal XIII al XVIII secolo. Le sue collezioni di antichi dipinti italiani,
tedeschi, olandesi e fiamminghi sono tra le pi importanti nel mondo.
Sono esposti circa 700 dipinti.
I dipinti di scuola tedesca spaziano dal XIV al XVII secolo, con alcuni
capolavori assoluti, come la pi ricca collezione di lavori di Drer al
mondo.
La collezione dei dipinti fiamminghi e olandesi, spazianti dal XV al
XVIII secolo, una delle pi impressionanti al mondo, specialmente
dei primi fiamminghi. La collezione dei Rubens, ospitata in ben tre
sale, una delle maggiori al mondo, seconda solo a quella del Museo
del Prado. Le opere di scuola italiana spaziano dal gotico, al
Rinascimento fino al Barocco e il XVIII secolo, da Giotto a Canaletto.
XVIII secolo.
Per quanto riguarda invece la sezione d'arte spagnola, nonostante sia la pi piccola, vi sono rappresentati tutti i
grandi maestri dei secoli XVI, XVII e XVIII. I dipinti di Francisco de Goya sono stati trasferiti nella Neue
Pinakothek.
Alte Pinakothek 201
Bibliografia
AA.VV., Alte Pinakothek Munich, Edition Lipp, Monaco di Baviera, 1986. ISBN 978-3-87490-701-9
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Alte Pinakothek
Collegamenti esterni
(DE,EN) Sito ufficiale [2]
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Alte_Pinakothek& language=it&
params=48_8_54_N_11_34_12_E_type:landmark_region:DE-BY_scale:2000
[2] http:/ / www. pinakothek. de
italiana Angelico San Cosma e san Damiano salvati 1443 WAF 37 1/2
dall'annegamento
italiana Angelico Crocifissione dei santi Cosma e 1443 WAF 38 1/2
Damiano
italiana Angelico Piet 1443 WAF 38a 1/2
italiana Angelico Angelo annunciante 1425 circa 1019 1/2
italiana Angelico Vergine annunciata 1425 circa 637 1/2
spagnola Antolnez, Claudio Jos Scena in uno studio 8577 XIII
Vicente
italiana Antonello da Messina Vergine annunciata 1473-1474 8054 3
circa
neerlandese Arthois, Jacques d' Canale in una foresta 403 VIII
del sud
neerlandese Arthois, Jacques d' Paesaggio con scena di caccia 410 VIII
del sud
neerlandese Arthois, Jacques d' Guado in una foresta 4838 VIII
del sud
neerlandese Ast, Balthasar van der Natura morta con frutta 13150 13
del sud
italiana Badalocchio, Sisto Orazione nell'orto 1615 circa 480 6
tedesca Baegert, Derick Calvario 224 1/3
tedesca Baegert, Derick Compianto sul Cristo morto 224 1/3
tedesca Baldung Grien, Hans Ritratto del margravio Cristoforo I 1407 II a
di Baden
tedesca Baldung Grien, Hans Ritratto di Filippo del Palatinato, 683 II a
Neuburg
tedesca Baldung Grien, Hans Donna con libro di musica, viola 1423 II
da gamba e gatto
tedesca Baldung Grien, Hans Donna con specchio, serpente e 5376 II
cervi
tedesca Baldung Grien, Hans Nativit 6280 II
tedesca Baldung Grien, Hans Ritratto di Balthasar Gerhardi, 10646 II a
cavaliere comandante dell'Ordine
di San Giovanni di Strasburgo
italiana Barbari, Jacopo de' Uccello morto 1504 5066 3
italiana Barocci, Federico Cristo e la Maddalena 1590 494 X
tedesca Beham, Barthel Leggenda della santa Croce 684 III
tedesca Beham, Barthel Ritratto del duca Ludovico X di 2448 III
Bavaria, Landshut
tedesca Beham, Barthel Ritratto del conte palatino 5316 II a
Ottheinrich
italiana Bartolomeo, Fra' Adorazione del Bambino 1495 circa WAF 191 non in
(Baccio della Porta) mostra
italiana Basaiti, Marco Compianto sul Cristo morto 1505-1506 WAF 48 3
circa
Catalogo dell'Alte Pinakothek 203
italiana Bassano, Jacopo Madonna col Bambino tra i santi 1542-1543 917 V
Martino e Antonio Abate
italiana Bassano, Jacopo Madonna col Bambino tra i santi 1545-1550 5217 V
Giacomo maggiore e Giovanni circa
Battista
italiana Bassano, Jacopo San Girolamo penitente 1565 circa 510 5
italiana Bassano, Leandro Susanna e i vecchioni 1600 circa HuW 27 V
italiana Batoni, Pompeo Ritratto dell'elettore Carlo 181 Ingresso
Teodoro del Palatinato, Baviera
italiana Beccafumi, Domenico Sacra Famiglia con san 1515 circa 1073 IV
Giovannino
italiana Bedoli-Mazzola, Madonna col Bambino e un 5289 6
Girolamo o monaco
Parmigianino
neerlandese Beer, Jan de Annunciazione 34 II a
del sud
olandese Berchem, Nicholas Paesaggio roccioso con rovine 380 20
classiche
olandese Berchem, Nicholas Paesaggio italiano al tramonto 266 20
olandese Beyeren, Abraham van Natura morta con granchio 1916 19
olandese Beyeren, Abraham van Grande natura morta con aragosta 1620 IX
italiana Bissolo, Francesco Salvator Mundi 1510 circa 12731 non in
mostra
olandese Bloemaert, Abraham Festino degli dei 6526 XII
olandese Bloot, Pieter de Svaghi di contadini 6249 14
neerlandese Boel, Pieter Prede di caccia guardate da due 372 VIII
del sud cani
olandese Bol, Ferdinand Ritratto d'uomo 609 IX
olandese Bol, Ferdinand Ritratto di donna 610 IX
olandese Bol, Ferdinand Ufficiali della Gilda dei mercanti 9656 IX
di vino ad Amsterdam
olandese Borch, Gerard ter Ragazzo che spulcia il suo cane 589 19
olandese Borch, Gerard ter Lettera rifiutata 206 19
olandese Borch, Gerard ter Ritratto di gentiluomo 8128 19
olandese Borch, Gerard ter Ritratto di dama 8129 19
italiana Bordon, Paris Ritratto d'uomo 1523 512 5
italiana Bordon, Paris Ritratto di Violante 1530 circa 12502 non in
mostra
fiamminga Bosch, Hieronymus Giudizio universale 1506-1508 5752 II a
circa
italiana Botticelli, Sandro Compianto sul Cristo morto con i 1495 circa 1075 IV
santi Girolamo, Paolo e Pietro
francese Boucher, Franois Riposo al pozzo BGM 3 XII
francese Boucher, Franois Idillio rurale BGM 2 XII
Catalogo dell'Alte Pinakothek 204
italiana Guardi, Francesco Regata sul canale della Giudecca 1784-1789 HuW 34 XII b
circa
italiana Guardi, Francesco Incendio nel quartiere di San 1790 circa HuW 12 XII b
Marcuola
olandese Hals, Frans Ritratto di Willelm van Heythuysen 14101 IX
olandese Hals, Frans Ritratto d'uomo 8402 17
olandese Heem, Jan Davidsz e Natura morta con mazzo di fiori, 568 22
Veerendael, Nicolaes crocifisso e teschio
van
svizzera Heintz il Vecchio, Cupido che fabbrica l'arco (da 3535 XIII
Joseph Parmigianino)
svizzera Heintz il Vecchio, Satiri e ninfe 1579 19/20
Joseph
olandese Helst, Bartholomeus Ritratto d'uomo in nero 7256 IX
van der
olandese Helst, Bartholomeus Ritratto di donna in un vestito di 7262 IX
van der raso nero
olandese Hemessen, Jan Sanders Chiamata di Matteo 11 XII
van
olandese Hemessen, Jan Sanders Cristo deriso 1408 XII
van
olandese Hemessen, Jan Sanders Isacco benedice Giacobbe 10 XII
van
francese Hey, Jean Ritratto di Carlo II di Borbone WAF 648 II a
olandese Heyden, Jan van der Piazza di Colonia 142 18
olandese Heyden, Jan van der Palazzo vecchio di Bruxelles 7287 18
olandese Hobbema, Meindert Paesaggio 893 18
tedesca Holbein il Giovane, Ritratto di Derich Born 1083 II a
Hans
tedesca Holbein il Vecchio, Ali dell'Altare di Kaisheim 721, 736 III
Hans
tedesca Holbein il Vecchio, Altare di San Sebastiano 5352, 668, 669 II
Hans
olandese Hondcoeter, Melchior Uccelli in un parco 1715 IX
de
olandese Hondcoeter, Melchior Uccelli nel cortile di una casa di 1710 IX
de campagna
olandese Hondcoeter, Melchior Cascata in un parco 1717 IX
de
olandese Honthorst, Gerrit van Figliol prodigo 1312 IX
olandese Hooch, Carel de Paesaggio con abitazione 2745 14
olandese Hooch, Carel de Paesaggio con mura cittadine 2746 14
tedesca Huber, Wolf Cristo sul Monte degli Olivi 8779 I
tedesca Huber, Wolf Cattura di Cristo 8780 I
olandese Huysum, Jan van Frutta, fiori e insetti 267 22
Catalogo dell'Alte Pinakothek 213
tedesca Pacher, Michael Pannelli dall'Altare di San Lorenzo 2592, 5304, 5305, II
5306
tedesca Pacher, Michael Incoronazione della Vergine 5307 II
tedesca Pacher, Michael Altare dei Dottori della Chiesa 2597, 2598, 2599, II
2600, 2599a, 2599b,
2600a, 2600b
italiana Palma il Vecchio Madonna coi santi Rocco e Aurea 1515 circa 505 5
italiana Palma il Vecchio Giovane fauno che suona la 1513-1515 76 3
siringa circa
spagnola Pantoja de la Cruz, Juan Ritratto di Alberto il Pio, arciduca 898 XIII
d'Austria
spagnola Pantoja de la Cruz, Juan Ritratto dell'infanta Isabella Clara 987 XIII
Eugenia di Spagna
francese Pater, Jean-Baptiste Piaceri della vita di campagna HuW 7 XII a
Joseph
neerlandese Peeters, Clara Natura morta 1524 XII
del sud
tedesca Pencz, Georg Giuditta con la testa di Oloferne L. 271 XIII
italiana Perugino Apparizione della Vergine a san 1488-1489 WAF 764 IV
Bernardo
italiana Perugino Madonna con due santi adoranti il 1500 circa 525 IV
Bambino
italiana Piero di Cosimo Leggenda di Prometeo 1515 circa 8973 4
italiana Pietro da Cortona Riposo durante la fuga in Egitto 1643 circa 176 6
italiana Pittoni, Giovanni Sant'Eustachio rifiuta di adorare 10741 23
Battista gli idoli
italiana Pittoni, Giovanni Nativit 1735 circa 5762 23
Battista
italiana Pittoni, Giovanni Magnanimit di Scipione HuW 32 23
Battista
italiana Pittoni, Giovanni Sacrificio di Polissena HuW 33 23
Battista
tedesca Pleydenwurff, Hans Calvario 6218 I
tedesca Pleydenwurff, Hans Orazione nell'orto 663 I
tedesca Pleydenwurff, Hans Crocifissione 670 I
tedesca Pleydenwurff, Hans Deposizione dalla croce 664 I
tedesca Pleydenwurff, Hans Resurrezione 666 I
olandese Poelenburgh, Cornelis Cascata a Tivoli 5273 13
van
olandese Poelenburgh, Cornelis Paesaggio italiano 5272 13
van
olandese Poelenburgh, Cornelis Ritratto di fanciulla 10740 13
van
polacca Polack, Jan Morte di san Corbinio 1402 I
Catalogo dell'Alte Pinakothek 219
Bibliografia
AA.VV., Alte Pinakothek Munich, Edition Lipp, Monaco di Baviera, 1986. ISBN 978-3-87490-701-9
Conrnelia Syre, Alte Pinakothek, Italienische Malerei, Hantje Cantz, Monaco di Baviera, 2007. ISBN
978-3-7757-1840-0
Gemldegalerie Alte Meister 229
Sito [1]
web ufficiale
La Gemldegalerie Alte Meister (in italiano Pinacoteca dei Maestri Antichi) di Dresda uno dei pi importanti
musei d'Europa: ha sede nel palazzo dello Zwinger, capolavoro barocco dell'architetto Matthus Daniel Pppelmann,
e possiede una collezione di oltre 2000 dipinti e numerosissime incisioni.
parte dello Staatliche Kunstsammlungen Dresden (in italiano: Collezioni d'Arte Statali di Dresda) oltre ad altri tre
musei: Grnes Gewlbe, Kupferstichkabinett e Rstkammer, di propriet dello Stato di Sassonia.
Conserva oltre 700 dipinti, sistemate all'interno di cornici d'oro antico. Le opere d'arte italiane sono esposte in sale
con muri di colore rosso intenso, a differenza dei quadri fiamminghi e olandesi, circondati da uno sfondo verde. Nel
2008 la galleria stata visitata da circa 536.000 persone.
Storia
Quando fu fondata la "Kunstkammer" degli Elettori di Sassonia a Dresda nel XVI secolo, i dipinti erano considerati
secondari, al pari di pezzi da collezione di tutte le aree scientifiche, altre opere d'arte e curiosit varie.
Il nucleo originale risale a Federico il Saggio, protettore di Drer e Cranach; i primi che iniziarono a collezionare
opere d'arte in maniera sistematica furono Federico Augusto I, Elettore di Sassonia, e suo figlio Federico Augusto II.
Federico Augusto I si appropri illegalmente di molti dipinti che si trovavano in Polonia attorno al 1720, come due
opere di Rembrandt - "Ritratto di un uomo barbuto col berretto nero" (1657, conosciuto anche come "Ritratto di un
rabbino") e "Ritratto di un uomo dal cappello decorato di perle" (1667), originariamente nella collezione del Castello
Reale di Varsavia.
La collezione di dipinti, il cui numero cresceva sempre pi velocemente, richiese infine pi spazio per la
conservazione e la presentazione. Pertanto bisognava trovare nuove sale di esposizione. Nel 1745 fu arricchita dai
100 migliori pezzi della collezione del Duca di Modena. Nello stesso anno, si diede inizio alla riorganizzazione dello
"Stallhof" (stalla degli Elettori) vicino alla Frauenkirche, dove le opere d'arte furono esposte a partire dal 1747. Allo
stesso tempo la collezione aveva acquisito fama europea. Dipinti provenienti da tutta l'Europa (Italia, Parigi,
Amsterdam e Praga) arrivarono a Dresda. Le attivit di acquisto degli Elettori furono coronate dall'acquisizione della
"Madonna Sistina" di Raffaello nell'anno 1754; ancora oggi, la maggior parte dei visitatori vede questo dipinto come
il pi grandioso tra i capolavori esposti.
Gemldegalerie Alte Meister 230
Il 25 settembre 1855, fu aperto il "Neues Knigliches Museum" (Nuovo Museo Reale) nell'edificio dell'architetto
Gottfried Semper, realizzato sul lato destro dello Zwinger dove la galleria a tutt'oggi collocata. Gravemente
danneggiata durante il terribile bombardamento di Dresda del 1945, fu ricostruita nella seconda met degli anni
cinquanta; le sue opere, salvatesi in gran parte perch portate al sicuro prima della guerra, furono trasferite in Russia
dopo di essa e vennero restituite a Dresda solo nel 1956. stato restaurato e riallestito tra il 1988 e il 1992 dopo la
caduta del muro, col ripristino delle decorazioni interne originali riprodotte secondo le foto d'epoca.
Il ricco patrimonio artistico stato duramente colpito ancora da una grave piena dell'Elba del 2002. I capolavori sono
stati salvati solo perch portati ai piani alti degli edifici.
Scuola tedesca
Lucas Cranach il vecchio
Ritratti di Enrico il Pio e di Caterina di
Macklenburg, 1514
Eva, 1531 Raffaello, La Madonna Sistina, 1512-13
Albrecht Drer
Altare di Dresda, 1496-1504 circa
(bottega) scomparti perimetrali del Polittico dei
Sette Dolori, 1500 circa
Ritratto di Bernhart von Reesen, 1521
Hans Holbein il Giovane
Charles de Solier, Sieur de Morette, 1534-1535
Scuola italiana
Andrea del Sarto
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria,
1512-1513 circa
Sacrificio di Isacco, 1527-1529 circa
Antonello da Messina
San Sebastiano
Bacchiacca
Leggenda del figlio del re morto, 1523 circa
Bernardo Bellotto
Rovine della Kreuzkirche
Dresda dalla riva destra dell'Elba al di l del ponte
Augustus, 1748
Cima da Conegliano
Presentazione della Vergine Maria al Tempio
Cristo benedicente
Cristo
Correggio
Madonna di San Francesco, 1514-1515
Madonna di San Sebastiano, 1524 circa
Jean-tienne Liotard, La cioccolataia, 1744-45
Adorazione dei pastori
Madonna di San Giorgio
Franciabigio
Betsabea al bagno, 1523 circa
Giorgione
Venere dormiente, 1507-1510 circa
Andrea Mantegna
Sacra Famiglia con sant'Anna e san Giovannino,
1495-1505 circa
Palma il Vecchio
Ninfa in un paesaggio, 1518-1520
Parmigianino
Madonna della Rosa, 1530
Pala di Casalmaggiore, 1540
Pinturicchio
Ritratto di ragazzo
Raffaello
Rembrandt van Rijn, Il ratto di Ganimede, 1635
Madonna Sistina, 1513-1514 circa
Tiziano
Madonna col Bambino tra i santi Battista, Paolo, Maddalena e Girolamo, 1515-1518 circa
Gemldegalerie Alte Meister 232
Scuola francese
Jean-tienne Liotard
La cioccolataia
Nicolas Poussin
Pan e Siringa, 1637
Louis de Silvestre
Ritratto di Augusto II
Gemldegalerie Alte Meister 233
Scuola spagnola
Francisco de Zurbaran
San Bonaventura in preghiera, 1628-1629
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Gemldegalerie Alte Meister (Dresden)
Collegamenti esterni
(DE) Il sito web ufficiale della Gemldegalerie Alte Meister di Dresda [2]
Note
[1] http:/ / www. skdmuseum. de/ de/ museen-institutionen/ semperbau-mit-zwinger/ gemaeldegalerie-alte-meister/ index. html
[2] http:/ / www. skd-dresden. de
Gemldegalerie (Berlino)
[1]
Coordinate geografiche: 523024N 132204E52.50667N 13.36778E
Gemldegalerie
Kulturforum di Berlino
Tipo Pinacoteca
Datafondazione 1830
Sito [2]
La Gemldegalerie di Berlino si trova nel nuovo edificio nel Kulturforum e custodisce una delle raccolte pi
significative a livello mondiale, con opere di artisti europei dal XIII al XVIII secolo, quali Botticelli, Raffaello,
Mantegna, Lippi, Tiziano, Caravaggio, Van Eyck, Drer, Rubens, Vermeer e Rembrandt.
Gemldegalerie (Berlino) 234
Storia
La Gemldegalerie fu fin da principio il reparto pi importante del museo vecchio, aperto nel 1830. Alla Galleria era
stato riservato lintero piano superiore. Dai castelli reali provennero circa 350 dipinti, 70 dalla raccolta del romano
Marchese Giustiniani, acquisita nel 1815, e 677 opere giunsero dalla collezione del commerciante inglese Edward
Solly.
Su tali basi si oper una sistematica e riuscita politica dacquisto guidata da esperti come Gustav Waagen, Karl
Friedrich Schinkel, Christian Daniel Rauch, Wilhelm von Humboldt e Wilhelm von Bode, che seguirono gli esempi
delle maggiori scuole europee e completarono la raccolta.
Nel 1904 la Gemldegalerie fu trasferita, come collezione propria, nel Kaiser-Friedrich-Museum, appena costruito,
l'odierno Bode-Museum, in cui i dipinti furono in parte raggruppati in ensembles con delle sculture coeve. Nel 1930
una gran parte della raccolta fu deposta nel Deutsche Museum e nel Pergamonmuseum per ragioni di spazio.
Negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale lHochbunker Friedrichshain, fu raso al suolo dalle fiamme.
Nell'incendio furono distrutti 400 dei dipinti di grandi dimensioni, fra i quali anche molti significativi.
Dopo la divisione di Berlino nel 1945, una parte della raccolta rimase nel Bode-Museum, tuttavia la maggior parte
delle opere furono portate nei Musei Berlin-Dahlem. Dopo la riunificazione tedesca si poterono riportare i contenuti
di Berlino Ovest e di Berlino Est nella Gemldegalerie, appena costruita, nel Kulturforum.
Sezioni
Pittura tedesca dei secc. XIII - XVI.
Pittura italiana dei secc. XIII - XVI.
Pittura tedesca dei secc. XIV - XVI.
Pittura fiamminga e olandese del XVII secolo.
Pittura tedesca, francese e spagnola del XVII secolo.
Pittura italiana del XVII/XVIII secolo.
Pittura francese, inglese, e tedesca del XVIII secolo.
Miniature dei secc. XVI - XVIII.
Gemldegalerie (Berlino) 235
Opere principali
Scuola tedesca
Albrecht Drer
Ritratto di Federico il Saggio, 1496
Frlegerin con i capelli raccolti, 1497
Ritratto di veneziana, 1506 circa
Madonna del Lucherino, 1506
Ritratto di ragazza con berretto rosso, 1507
Madonna in preghiera, 1518
Ritratto di Hieronymus Holzschuher, 1526
Ritratto di Jakob Muffel, 1526
Scuola italiana
Andrea del Castagno
Assunzione della Vergine tra i santi Miniato e Giuliano, 1449-1450
Bacchiacca
Battesimo di Cristo, 1523 circa
Beato Angelico
Incontro tra san Domenico e san Francesco, 1429-1440 circa
Apparizione al Capitolo di Arles, 1429-1440 circa
Funerali di san Francesco, 1429-1440 circa
Trittico del Giudizio Universale, 1450 circa
Anonimo ferrarese
Polimnia, 1460 circa
Giovanni Bellini
Cristo morto sorretto da due angeli, 1465-1470 circa
Sandro Botticelli
San Sebastiano, 1473
Ritratto di Giuliano de' Medici, 1478 circa
Madonna Bardi, 1485 circa
Caravaggio
Amor Vincit Omnia, 1602-1603
Vittore Carpaccio
Santo Stefano e sei suoi compagni consacrati diaconi da san Pietro, 1511
Cristo morto, 1520 circa
Correggio
Leda, 1531 circa
Cima da Conegliano
La guarigione miracolosa del calzolaio Aniano
Madonna col Bambino tra i santi Pietro, Romualdo, Benedetto e Paolo
Taddeo Gaddi
Gemldegalerie (Berlino) 236
Scuola francese
Jean Fouquet
Etienne Chevalier presentato da santo Stefano (1450-1455 circa)
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Gem%C3%A4ldegalerie_%28Berlino%29& language=it&
params=52_30_24_N_13_22_04_E_region:DE-BE_type:landmark
[2] http:/ / www. smb. museum/ smb/ standorte/ index. php?lang=en& p=2& objID=35& n=5
[3] (http:/ / www. fair-hotels. de/ Reisefhrer/ Museum_in_Deutschland/ Berliner_Museum/ Gemldegalerie_(Berlin). html)
[4] Le collezioni del museo (http:/ / www. smb. spk-berlin. de/ smb/ sammlungen/ details. php?lang=en& objID=5& p=0. )
Bibliografia
Rdiger Klessmann, Gemldegalerie Berlin, Magnus Verlag Essen, 1971
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Gemldegalerie Berlin
Collegamenti esterni
Sito della Gemldegalerie (http://www.smb.spk-berlin.de/smb/sammlungen/details.php?objectId=5)
Gesamtbestand der Gemldegalerie (http://www.smb.spk-berlin.de/wcon-docs/startL.htm)
Kaiser Friedrich-Museums-Verein (http://www.freundeskreise-berliner-kultur.de/kfmv/)
239
Austria
Kunsthistorisches Museum
[1]
Coordinate geografiche: 481213N 162141E48.2037N 16.3614E
Kunsthistorisches Museum
Sito [2]
Una delle pi importanti sculture del museo, la Saliera di Benvenuto Cellini, stata rubata l'11 maggio 2003 e
recuperata il 21 gennaio 2006 in una scatola, sepolta sotto terra, in una foresta vicino alla citt di Zwettl, in Austria.
stato il pi grande furto d'arte nella storia austriaca.
Kunsthistorisches Museum 240
La collezione
La collezione originaria del museo appartiene agli Asburgo, in modo
particolare per quanto riguarda i ritratti e le armature di Ferdinando II
d'Austria, la collezione dell'imperatore Rodolfo II del Sacro Romano
Impero e la collezione di pitture di Leopoldo Guglielmo d'Asburgo.
Il museo espone opere di Antonello da Messina, Giovanni Bellini,
Correggio, Giorgione, Lorenzo Lotto, Andrea Mantegna, Tintoretto,
Veronese, Guido Reni, Jan Brueghel il Vecchio, Jan Brueghel il
Una sala
Giovane, Giuseppe Arcimboldo, Agnolo Bronzino, Antonio Canova,
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Albrecht Drer, Gustav Klimt,
Parmigianino, Raffaello Sanzio, Pieter Paul Rubens, Jan Steen, Tintoretto, Jan van Eyck, Diego Velzquez, Johannes
Vermeer.
Oltre ai dipinti sono presenti anche altre collezioni: la collezione egizia orientale (gyptisch- Orientalische
Sammlung), la collezione delle antichit romane e greche (Antikensammlung), quella della scultura e delle arti
decorative (Kunstkammer), il gabinetto numismatico (Mnzkabinett), la biblioteca (Museumsbibliothek).
Le opere maggiori
Arte antica
Gemma augustea
Monumento a Marco e Lucio Vero
Testa di Eutropio
Arte medievale
Evangeliario dell'Incoronazione
Madonna di Krumlov, 1393 circa
Torre di Babele di Pieter Brueghel
Scuola italiana
Antonello da Messina
Pala di San Cassiano, 1475-1476
Giuseppe Arcimboldo
Estate, 1563
Inverno, 1653
Il Fuoco, 1566
L'Acqua, 1563-1564
Fra Bartolomeo
Incoronazione di spine di Caravaggio (1603)
Presentazione al Tempio, 1516
Giovanni Bellini
Giovane donna allo specchio, 1515
Benvenuto Cellini
Saliera
Kunsthistorisches Museum 241
Correggio
Giove e Io, 1530
Ascesa di Ganimede, 1530
Caravaggio
Incoronazione di spine, 1603
Madonna del Rosario, 1607
Davide con la testa di Golia, 1607
Domenico Fetti
Ritratto retrospettivo di Federico II Gonzaga, I Duca di Mantova
Visione di San Pietro
Gentile da Fabriano
Lapidazione di santo Stefano (Gentile da Fabriano), 1423-1427
Allegoria della pittura di Vermeer (1666 circa)
circa
Giorgione
Ragazzo con la freccia, 1500 circa
Ritratto di Francesco Maria Della Rovere, 1502 circa
Ritratto d'uomo in armi, 1505-1510 circa
Laura, 1506
Tre filosofi, 1507-1508 circa
Tullio Lombardo
Bacco e Arianna, 1505-1510 circa
Lorenzo Lotto
Ritratto di giovane con lucerna, 1506 circa
Ritratto di gentiluomo con zampino di leone, 1527 circa
Madonna col Bambino tra i santi Caterina d'Alessandria e
Tommaso, 1527 circa
Triplice ritratto di orefice, 1530 circa L'infanta Margherita in azzurro di Velzquez
Francesco Laurana
Busto di Isabella d'Aragona, 1487-1488 circa
Andrea Mantegna
San Sebastiano
Moretto
Santa Giustina di Padova e un donatore, 1530 circa
Parmigianino
Autoritratto entro uno specchio convesso, 1524
Conversione di san Paolo, 1527
Uomo che sospende la lettura (attr.), 1529 circa
Scuola francese
Jean Fouquet
Ritratto del Buffone Gonella (1447-1450)
Scuola tedesca
Albrecht Drer
Ritratto di giovane veneziana (1506)
Martirio dei Diecimila (1507)
Adorazione della Santissima Trinit (1511)
Madonna col Bambino disteso (1512)
Ritratto dell'imperatore Massimiliano I (1519)
Ritratto di Johann Kleberger (1526)
Scuola fiamminga
Pieter Brueghel il Vecchio
Lotta tra Carnevale e Quaresima, 1559
Giochi di bambini, 1560
Suicidio di Saul, 1562
Grande Torre di Babele, 1563
Salita al Calvario, 1564
Giornata buia, 1565
Ritorno della mandria, 1565
Cacciatori nella neve, 1565
Kunsthistorisches Museum 243
Scuola olandese
Jan Steen
Nella lussuria, fa' attenzione (1663)
Cristo con Marta e Maria
Allegoria della pittura (1666 circa)
Scuola spagnola
Diego Velzquez
Ritratto di Isabella di Spagna (1632 circa)
Ritratto dell'infanta Margherita in azzurro (1659)
Ritratto dell'Infante Filippo Prospero (1659)
Kunsthistorisches Museum 244
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Kunsthistorisches Museum
Collegamenti esterni
(DE,EN) Sito ufficiale [3]
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Kunsthistorisches_Museum& language=it& params=48. 2037_N_16.
3614_E_type:landmark_region:AT-7
[2] http:/ / www. khm. at/ home/ home. html
[3] http:/ / www. khm. at/
245
Indirizzo 1000 Fifth Avenue at 82nd Street, New York, New York 10028-0198, USA
Sito [1]
www.metmuseum.org
Il museo in generale
La collezione permanente del Met contiene pi di due milioni di
opere d'arte, suddivise in diciannove sezioni.[5]
Sono permanentemente esposte opere risalenti all'antichit classica
e all'antico Egitto, dipinti e sculture di quasi tutti i pi grandi
maestri Europei. e una vasta collezione di arte statunitense e
moderna. Il Met possiede anche una notevole quantit di opere
d'arte africane, asiatiche, dell'Oceania, bizantine e islamiche.[6]
Il museo ospita anche delle collezioni enciclopediche di strumenti
musicali, abiti e accessori d'epoca e armi ed armature antiche
provenienti da tutto il mondo.[7] La festa di inaugurazione della galleria d'arte al 681 di
Fifth Avenue il 20 febbraio 1872. Incisione su legno
pubblicata su Frank Leslie's Weekly il 9 marzo 1872.
La storia
Il Metropolitan Museum of Art fu inaugurato il 20 febbraio 1872,
ed era originariamente ospitato da un palazzo al n.681 della Quinta
Strada. Il suo primo presidente fu John Taylor Johnston, un
dirigente delle ferrovie la cui collezione privata serv da base di
partenza per il museo, mentre l'editore George Palmer Putnam
entr a far parte del gruppo dirigenziale con la carica di
Sovrintendente. Sotto la loro guida il patrimonio del Met, che
inizialmente consisteva in un sarcofago romano di pietra e di 174
dipinti (per lo pi di provenienza europea), crebbe molto
L'atrio centrale del museo
rapidamente, fino ad superare lo spazio disponibile. Nel 1873, in
occasione dell'acquisto da parte del Met della collezione di
antichit cipriote di Luigi Palma di Cesnola, il museo abbandon la sede sulla Quinta Strada per spostarsi nella
Douglas Mansion, ad ovest della Quattordicesima Strada. Tuttavia anche questa nuova sistemazione fu temporanea;
dopo alcune trattative con la citt di New York il Met acquist un terreno sel lato est del Central Park dove venne
edificata la sua sede permanente, una costruzione neogotica in mattoni rossi progettata dagli architetti Calvert Vaux e
Jacob Wrey Mould.[10] Da allora il Met non si pi spostato e la struttura originale fa tuttora parte del palazzo che lo
ospita attualmente. Il museo per ha naturalmente continuato ad ingrandirsi nel corso degli anni, aggiungendo tra
l'altro la caratteristica facciata in stile Beaux-Arts progettata da Richard Morris Hunt e completata nel 1926. Nel
2006 il palazzo del Met lungo circa 450 metri ed occupa un'area di pi di 180.000 m, 20 volte pi della
costruzione originale del 1880.[11]
Metropolitan Museum of Art 247
I direttori
Dal 1955 al 1966 direttore del museo stato James J. Rorimer, cui succedette Thomas Hoving che prest servizio
fino al 1977. Successivamente ad Hoving diresse il museo Philippe de Montebello, fino al settembre del 2008.
L'attuale direttore Thomas Campbell.
I reparti
La collezione permanente del Met divisa in 19 settori diversi, ciascuno dei quali viene seguito da uno staff
specializzato di curatori, restauratori e studiosi.
Arte egizia
Nonostante la maggior parte dei primi pezzi d'arte
egizia acquisiti dal Met provenissero da collezioni
private, attualmente quasi la met della collezione
composta da reperti rinvenuti durante scavi
archeologici condotti direttamente dal museo e
realizzati nel periodo 1906 - 1941. Ne fanno parte pi
di 36.000 pezzi che vanno dall'et paleolitica fino
all'epoca del dominio romano e quasi tutti sono
permanentemente esposti nelle 40 gallerie che
compongono la vasta ala del museo dedicata a questo
periodo. Tra i pezzi pi rappresentativi si segnalano 24
modellini di legno, scoperti nel 1920 in una tomba a
Una panoramica del salone dell'ala Sackler con sullo sfondo il Deir el-Bahari, che ritraggono con ricchezza di dettagli
ricostruito Tempio di Dendur.
genuini scorci della vita egiziana nel periodo del medio
regno: barche, giardini e scene di quotidiana vita
casalinga. Il vero pezzo forte della collezione continua per ad essere il Tempio di Dendur. Dopo essere stato
smontato dal governo egiziano per salvarlo dalle acque dopo la costruzione della diga di Assuan, il grande tempio in
arenaria fu dato agli Stati Uniti nel 1965 e nel 1978 fu ricostruito nell'ala Sackler del Met. Ospitato da un vasto
salone, parzialmente circondato da una vasca piena d'acqua e illuminato da una vetrata ampia come l'intera parete
che si affaccia sul Central Park, il Tempio di Dendur una delle principali attrazioni del museo.
Arte asiatica
La sezione del Met dedicata all'Asia presenta una raccolta di opere
d'arte che molto probabilmente la pi vasta nel mondo
occidentale. La sua origine risale ai primi anni dalla fondazione
del museo: molti dei filantropi che fecero le prime donazioni al
museo avevano nelle loro collezioni delle opere d'arte asiatica.
Attualmente la raccolta occupa un'intera ala del museo, comprende
pi di 60.000 pezzi e abbraccia un periodo di 4.000 anni. Nella
sezione sono rappresentate tutte le civilt asiatiche e le opere in
esposizione includono tutti i tipi di arte decorativa, dalla pittura,
La grande onda fuori Kanagawa di Hokusai alle stampe, alla scultura agli oggetti in metallo. La sezione nota
per la sua completa collezione di dipinti e modelli calligrafici
cinesi, cos come per le opere nepalesi e tibetane. La collezione non comprende soltanto opere d'arte od oggetti per
uso religioso o rituale; molti dei pezzi pi celebri sono infatti oggetti d'uso comune. presente anche una
ricostruzione completa di un giardino cinese della Dinastia Ming basato su uno dei cortili del Giardino del maestro
delle reti da pesca di Suzhou.
Metropolitan Museum of Art 249
Arte islamica
La collezione del Met di arte islamica non si limita a radunare
oggetti religiosi, anche se di tale categoria pu essere cos
classificato. Molti dei 12.000 pezzi sono oggetti di uso comune, tra
cui ceramiche ed arazzi, appartenenti a tutte le zone di influenza
islamica, dalla Spagna al Nordafrica all'Asia centrale. La parte pi
importante della collezione rappresentata dalla raccolta di
miniature provenienti dall'Iran e dall'Impero indiano Moghul.
Sono presenti anche modelli calligrafici sia di provenienza
religiosa che secolare, come i decreti di Solimano il Magnifico o
vari Corani manoscritti, che rappresentano varie epoche e stili.
Come molte altre sezioni del museo anche quella di arte islamica
contiene pezzi d'arredamento, tra cui la ricostruzione completa
Una coppa su cui ritratto Bahram Gr, l'eroe dello della Stanza di Nur Al-Din, proveniente da una residenza di
Shahnameh insieme all'arpista Azada. Iran XII- XIII
Damasco del XVIII secolo. A causa dei lavori d'ampliamento in
secolo
esecuzione la gallerie dedicate all'arte islamica rimarranno chiuse
al pubblico fino all'inizio del 2008. Fino a quel momento un certo
numero di opere sar temporaneamente esposto in varie altre parti del museo.
Metropolitan Museum of Art 250
Arte medievale
La collezione del Met di arte medievale si compone di una vasta
gamma di oggetti d'arte occidentale che va dal IV secolo all'inizio
del XVI secolo, oltre che prodotti della cultura bizantina e oggetti
di epoca premedievale non inseriti nella collezione greco-romana.
In totale la sezione di arte medievale conta su circa 11.000 pezzi,
suddivisi tra l'edificio principale sulla Quinta strada e la sede
distaccata chiamata "The Cloisters".
Esposizione principale
The Cloisters
The Cloisters fu realizzato per un'idea di William R. Valentiner, talentuoso curatore di origine tedesca della sezione
Arti decorative al Metropolitan Museum, e grazie alle cospicue donazioni di John Davison Rockefeller jr, uno dei
principali benefattori del Met. Dal 1927 vengono raccolte parti di chiese e monasteri da tutta Europa e radunate a
Manhattan. Completato pi di dieci anni dopo, nel 1938, the Cloisters un edificio del museo dedicato
esclusivamente ad ospitare l'arte medievale, situato nel Fort Tryon Park. La collezione esposta originariamente era
quella di un precedente e diverso museo, raccolta da George Grey Barnard e acquistata in toto da Rockefeller nel
1925 per donarla al Met.[14]
The Cloisters (It. I Chiostri) prende questo nome dai cinque chiostro medievali francesi la cui struttura, dopo essere
stata recuperata e restaurata, stata incorporata nella moderna costruzione del museo. La collezione esposta ospita
molti oggetti di eccezionale bellezza rilevanza storica.
Metropolitan Museum of Art 251
Pittura europea
Il Met conta su una delle migliori collezioni al mondo di dipinti di
scuola europea. Anche se le opere sono soltanto circa 2.200, tre
esse si trovano alcuni dei pi celebri e immediatamente
riconoscibili dipinti del mondo. Le acquisizioni pi importanti
hanno da sempre interessato questa sezione, concentrandosi
soprattutto su dipinti dei grandi maestri del passato e del XIX
secolo, ponendo una particolare attenzione alle scuole francese,
italiana e olandese. Nella raccolta sono rappresentati moltissimi
grandi artisti: Il museo possiede 37 dipinti di Monet, 21 opere ad
olio di Czanne e 18 di Rembrandt, tra cui Aristotele contempla il
busto di Omero.
Disegni e stampe
Anche altre sezioni contengono un certo numero di disegni e stampe, ma l'apposita sezione specificamente dedicata
ad opere nordamericane ed europee realizzate a partire dal periodo successivo al medioevo. Attualmente la
collezione disegni e stampe comprende pi di 11.000 disegni, 1.500.000 stampe e 12.000 libri illustrati. La
collezione cresciuta molto rapidamente a partire dalla prima donazione di 670 disegni fatta da Cornelius Vanderbilt
nel 1880. Vi sono rappresentati tutti i pi grandi maestri europei che si dedicarono a questa forma d'arte. La sezione
contiene infatti tra le altre, opere di Michelangelo, Leonardo, Rembrandt, Van Dyck, Drer e Degas.
Arte moderna
Grazie alle oltre 10.000 opere d'arte, principalmente di artisti europei e statunitensi, la collezione di arte moderna
occupa nelle gallerie del museo uno spazio di 6.000 m. e comprende diverse opere ritenute delle vere e proprie
icone dei movimenti contemporanei. Tra le opere pi note si citano il Ritratto di Gertrude Stein di Picasso, White
Flag di Jasper Johns, Autumn Rhythm (Numero 30) di Pollock e il trittico di Max Beckmann L'inizio. Alcuni artisti
vedono le loro opere presenti in gran numero: ad esempio la collezione comprende ben 40 dipinti di Paul Klee e ne
attraversa l'intera carriera. A causa della lunga storia del Met, alcuni dipinti "contemporanei" acquisiti nel corso degli
anni sono stati poi spostati in altre collezioni, in particolare in quella della sezione dedicata alla pittura statunitense
ed europea.
Metropolitan Museum of Art 253
Armi e armature
La sezione del Met dedicata ad armi e armature una
delle pi popolari del museo. La caratteristica "parata"
di cavalieri in armatura presente al primo piano uno
dei suoi simboli pi riconoscibili. La collezione, che
presenta anche pezzi realizzati soltanto per parate o per
essere messi in mostra, ha il suo punto di forza nella
produzione europea del tardo medioevo e in quella
giapponese del periodo che va dal V al IX secolo.
Questi in ogni caso non sono gli unici periodi e culture
rappresentati; la collezione spazia in pi zone
geografiche di quasi ogni altro settore e comprende
armi ed armature dell'Egitto del periodo arcaico,
dell'antica Grecia, della Roma imperiale, dell'antico La sala principale del settore dedicato alle armi antiche
Medio Oriente, dell'Africa, dell'Oceania e delle
Americhe. Ci sono anche armi da fuoco statunitensi (specialmente Colt) del XIX e XX secolo. Fanno parte della
collezione diversi pezzi appertenuti a principi e re, tra cui si segnalano le armature di Enrico II di Francia e di
Ferdinando I di Germania.
Fotografia
La raccolta di fotografie del Met, che comprende pi di 20.000
pezzi, basata su cinque precedenti collezioni principali, a cui si
aggiungono le altre singole acquisizioni del museo. La prima
grossa donazione fu effettuata dal celebre fotografo Alfred
Stieglitz; questa comprendeva un importante selezione di
fotografie pittorialiste, una corposa raccolta di stampe di Edward
Steichen e un'eccezionale serie di fotografie realizzate da Stieglitz
stesso e provenienti dal suo laboratorio. Il Met integr la
collezione Stieglitz con gli 8.500 pezzi della Collezione Gilman
Paper Company (primi esempi di fotografia francese e
statunitense), con la Collezione Rubel (primi esempi di fotografia Steichen's The Pond-Moonlight
britannica) e la Collezione Ford Motor Company (fotografie
statunitensi ed europeee del periodo successivo alla prima guerra mondiale). Il museo ha anche acquisito la
collezione personale di Walker Evans, un acquisto davvero a sensazione, data la fortissima richiesta sul mercato
delle opere di quel maestro. Anche se la sezione dal 1997 dispone di una galleria dedicata, non tutte le opere a
disposizione sono sempre esibite, a causa della delicatezza di buona parte del materiale. La sezione ha tuttavia
organizzato alcune delle pi apprezzate mostre temporanee del recente passato del Met, tra cui una retrospettiva
dedicata a Diane Arbus .
Metropolitan Museum of Art 254
Strumenti musicali
La collezione di strumenti musicali del Met, grazie ai suoi pi di 5.000 esemplari provenienti da tutto il mondo,
virtualmente qualcosa di unico nell'ambito dei principali musei. La collezione venne iniziata nel 1889, con una
donazione da parte di Lucy W. Drexel che comprendeva varie centinaia di strumenti, ma la maggior parte dell'attuale
patrimonio della sezione proviene dalle donazioni effettuate negli anni successivi da Mary Elizabeth Adams, moglie
di John Crosby Brown. Gli strumenti non sono inseriti nella sezione soltanto per il loro aspetto esteriore, ma anche
per le loro caratteristiche tecniche e per gli aspetti sociali che rappresentano per le loro culture di origine. La
collezione si propone di raggiungere una dimensione enciclopedica; in essa sono rappresentati tutti i continenti e
quasi ogni stadio della loro evoluzione musical-culturale. Tra i pezzi pi notevoli della collezione vi sono vari violini
di Stradivari, una raccolta di strumenti asiatici fatta di metalli preziosi e il pi antico pianoforte attualmente esistente,
un modello di Bartolomeo Cristofori del 1720. Molti degli strumenti sono tuttora utilizzabili e i responsabili della
sezione incoraggiano il loro uso organizzando concerti e dimostrazioni di musicisti appositamente invitati.
Le biblioteche
La biblioteca principale del Met la Biblioteca Thomas J. Watson, che prende il nome del suo benefattore. Contiene
soprattutto libri che trattano la storia dell'arte, tra cui cataloghi di mostre e di vendite all'asta, e in generale si propone
di valorizzare i contanuti dell'esposizione permanente del museo. Numerose sezioni dispongono di proprie
biblioteche specializzate nella loro area di interesse. Sia la Biblioteca Watson che quelle di sezione contengono
anche testi importanti, rari od antichi che possono essere considerati essi stessi delle opere d'arte. Tra questi testi di
Drer e Athanasius Kircher, alcuni dei primi numeri della rivista surrealista VVV e una copia de "La descrizione
dell'Egitto", commissionata nel 1803 da Napoleone Bonaparte e considerata una delle pi importanti pubblicazioni
francesi della storia.
Alcune biblioteche di sezione sono aperte al pubblico anche senza appuntamento. La Library and Teacher Resource
Center, Ruth and Harold Uris Center for Education aperta a tutti i visitatori per approfondire le proprie conoscenze
d'arte e storia dell'arte, e per apprendere notizie sul museo e sulle sue esposizioni permanenti e temporanee. La
Robert Goldwater Library, parte della sezione di arte africana, oceanica e delle americhe aperta a ricercatori e
studiosi adulti a partire chi frequenta le scuole superiori. La maggior parte delle altre biblioteche di sezione sono
riservate al personale del museo e sono aperte al pubblico solo su appuntamento.
continua tuttora e di recente stata venduta un'opera di grande valore come la fotografia di Edward Steichen del
1904 The Pond-Moonlight (di cui comunque presente al Met un altro esemplare) per il prezzo record di $2.900.000
Le opere maggiori
Scuola italiana
Studiolo di Guidobaldo da Montefeltro, 1479-1482
Andrea del Sarto
Sacra Famiglia Borgherini, 1529 circa
Fra Bartolomeo
Madonna col Bambino e san Giovannino, 1497 circa
Sandro Botticelli
Annunciazione, 1490-1493
Comunione di san Girolamo, 1495 circa
Francesco Botticini
San Sebastiano, 1473-1474 Caravaggio, Concerto
Caravaggio
Concerto, 1595
Sacra famiglia, 1605-1606
Negazione di san Pietro, 16091610
Vittore Carpaccio
Meditazione sulla Passione, 1500-1510 circa
Cima da Conegliano
Madonna col Bambino tra i santi Francesco e
Chiara, 1492-1495
Tre Santi: Rocco, Antonio Abate, e Lucia, 1513
Correggio
Quattro santi, 1514 circa
Donatello (bottega)
Fanciullo alato, 1430 circa
Gentile da Fabriano
Madonna Davis, 1410 circa
Maestro dell'Osservanza, Sant'Antonio tentato da un
Artemisia Gentileschi mucchio d'oro
Lorenzo Lotto
Venere e Cupido, 1513-1526 circa
Ritratto di fra' Gregorio Belo da Vicenza, 1546
Maestro dell'Osservanza
Sant'Antonio tentato da un mucchio d'oro, 1435-1440
Michelangelo Buonarroti
Giovane arciere (attr.), 1491-1492 circa
Niccol di Bonaccorso
Incoronazione della Vergine, 1380 circa
Andrea Mantegna
Adorazione dei pastori, 1450-1451 circa
Madonna Butler, 1460 circa
Madonna Altman, 1495-1505 circa
Michelino da Besozzo
Sposalizio della Vergine, 1435 circa
Piero di Cosimo
Caccia primitiva, 1500-1505 circa
Ritorno dalla caccia, 1500-1505 circa
Raffaello
Pala Colonna e Orazione nell'orto, 1503-1505 circa
Giovanni Girolamo Savoldo
San Matteo e l'angelo, 1530-1535 circa
Lo Scheggia
Trionfo della Fama, 1449
Tiziano Vecellio
Madonna Bache, 1510 circa
Venere e Adone, 1560 circa
Metropolitan Museum of Art 257
Scuola tedesca
Arnold Bcklin Vincent Van Gogh, Vaso di iris
Scuola francese
Pierre Bonnard
Terrazza a Vernon, 1920-1939
Edgar Degas
Donna con crisantemi, 1865
Ritratto di James Tissot, 1866-1868
Jean Fouquet
Fogli del Libro d'Ore di Etienne Chevalier, 1452-1460
Paul Gauguin
Ave Maria (La Orana Maria), 1891
Claude Monet
La terrazza a Sainte-Adresse, 1866
La Manneporte, 1883
Georges-Pierre Seurat
Sottobosco a Pontaubert, 1881-1882
Studio finale per la composizione della Grande-Jatte, 1884
La parata del circo, 1888
Il canale di Gravelines, una sera, 1890
Scuola spagnola
Salvador Dal
Corpus Hypercubus, 1954
El Greco
Ritratto di cardinale, 1600 circa
Veduta di Toledo, 1610 circa
Francisco Goya
Majas al balcone, 18081814
Pablo Picasso
Arlecchino pensoso, 1901
Ritratto di Gertrude Stein, 1905-1906
Scuola americana
Henry Lerolle
The Organ Rehearsal, 1887
Jackson Pollock
Pasipha, 1943 circa
Autumn Rhythm (Number 30), 1950
Metropolitan Museum of Art 259
Note
[1] http:/ / www. metmuseum. org
[2] Metropolitan Museum of Art (http:/ / tps. cr. nps. gov/ nhl/ detail. cfm?ResourceId=1967& ResourceType=Building) in National Historic
Landmark summary listing. National Park Service, 15/9/2007
[3] "Metropolitan Museum of Art", dicembre 1985, di Carolyn Pitts National Register of Historic Places Inventory-Nomination (http:/ / pdfhost.
focus. nps. gov/ docs/ NHLS/ Text/ 86003556. pdf). National Park Service, 1985-12
[4] Metropolitan Museum of Art--Accompanying 7 photos, from 1836 to 1984. National Register of Historic Places Inventory-Nomination (http:/
/ pdfhost. focus. nps. gov/ docs/ NHLS/ Photos/ 86003556. pdf). National Park Service, 1985-12
[5] The Metropolitan Museum of Art : The Permanent Collection and Special Exhibitions (http:/ / www. metmuseum. org/ Works_of_Art/
noteToReader. asp).URL consultato il 17 aprile 2007.
[6] Philippe de Montebello, Masterpieces of the Metropolitan Museum of Art, New York, Metropolitan Museum of Art, 1997, pp. 6-7. ISBN
0300106157
[7] Stuart W. Pyhrr, Arms and Armor: Notable Acquisitions 1991-2002 - The Metropolitan Museum of Art, New Haven, Yale University Press,
2003, pp. 6. ISBN 0300098766
[8] Amelia Peck, Period Rooms in the Metropolitan Museum of Art, New York, Metropolitan Museum of Art, 1996, 17,275. ISBN 0300105223
[9] Le mostre speciali attualmente in corso (http:/ / www. metmuseum. org/ special/ index. asp?HomePageLink=special_l)
[10] Informazioni per i visitatori sul sito ufficiale del Metropolitan Museum of Art (http:/ / www. metmuseum. org/ visitor/ faq_hist. htm#arch)
[11] The Metropolitan Museum of Art at HumanitiesWeb (http:/ / www. humanitiesweb. org/ human. php?s=g& p=a& a=i& ID=1138)
[12] http:/ / www. metmuseum. org/ Works_of_Art/ introduction. asp?dep=13
[13] Michael Kimmelman. Classical Treasures, Bathed in a New Light (http:/ / www. nytimes. com/ 2007/ 04/ 20/ arts/ design/ 20anci.
html?ex=1334721600& en=d719d4e4c2744f72& ei=5090& partner=rssuserland& emc=rss), New York Times, 20/04/2007. URL consultato
in data 24/10/2007.
[14] Articolo del sito ufficiale del Metropolitan Museum of Art (http:/ / www. metmuseum. org/ Works_of_art/ introduction. asp?dep=7) su "The
Cloisters"
[15] Thomas Hoving. Making the Mummies Dance. New York: Simon and Schuster, 1993.
[16] Art Review : Feast of Illuminations and Drawings (http:/ / query. nytimes. com/ gst/ fullpage.
html?res=9C06E0DF1131F93BA25751C0A9669C8B63), John Russell. New York Times, 18 febbraio 2000
[17] "Brimful museums put art under the hammer" James Bone, The Times Online. 31 ottobre 2005 (http:/ / www. timesonline. co. uk/ article/
0,,11069-1851184,00. html)
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Museum of Art
Collegamenti esterni
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National Gallery of Art 260
Datafondazione 1937
Indirizzo National Mall tra 3rd e 7th Street su Constitution Avenue NW Washington, DC, 20565
Sito [2]
Sito ufficiale
Storia
National Gallery of Art 261
Il primo nucleo di opere donate da Mellon, centoventuno dipinti e ventuno sculture, venne ceduto assieme ai fondi
per la costruzione dell'edificio museale, da edificare in un terreno scelto appositamente sul Mall, tra il monumento a
George Washington e il Campidoglio. Mellon segu personalmente i lavori fino al 1935 e scelse come architetto John
Russell Pope, che progett un ampio edificio in stile neoclassico. L'edificio venne completato nel 1941 quando
Mellon era gi deceduto.
La collezione Mellon
L'idea di una Galleria nazionale americana, sul modello di quella
londinese, era maturara a Mellon verso il 1927. Gi importante
compratore sul mercato dell'arte antica, amico di altri collezionisti
come Henry Clay Frick, da quell'anno Mellon inizi a selezionare
gli acquisti cercando di costituire un corpus di dipinti che potesse
rappresentare il meglio dell'arte europea dal medioevo al XVIII
secolo. Con la grande crisi del 1929 matur ancora di pi in lui
una sorta di "missione" e aiutato da assistenti-consulenti del
calibro di Knoedler e Duveen inizi ad acquistare capolavori su
tutte le piazze del mondo, compresa la Russia.
collezionismo artistico dai tempi di Napoleone I[3]. Tra questi c'erano il San Giorgio e il drago e la Madonna d'Alba
di Raffaello, il Ritrovamento di Mos di Veronese, l'Annunciazione di Jan van Eyck, l'Adorazione dei Magi di
Botticelli, oltre a alcuni dipinti di Tiziano, quattro van Dyck, cinque Rembrandt.
La sua collezione aveva anche un nucleo di arte americana, rappresentata dall'intera collezione di ritratti gi
posseduti da Thomas B. Clarke.
L'attivit del padre continu per mano della figlia Ailsa Mellon Bruce e del Mellon Fund, che nel 1961, in occasione
del ventennale del museo in cui fu organizzata l'esposizione "Art Treasures of America" dedicata alle nuove
donazioni, mise a disposizione il capolavoro di Fragonard, Fanciulla che legge, il Vaso di fiori di Jan Davidsz de
Heem e la Famiglia dell'artista di John Singleton Copley.
La collezione Kress
Nel 1939 il grande collezionista americano Samuel H. Kress segu
con entusiasmo l'esempio di Mellon, dopo aver abbandonato l'idea
di realizzare un proprio museo dedicato al Rinascimento italiano,
facendo dono alla nuova istituzione della sua straordinaria
collezione. Kress, che era il ricchissimo proprietario di una catena
commerciale, possedeva esclusivamente opere di scuola italiana,
influenzato dall'amicizia e la collaborazione con lo storico dell'arte
Bernard Berenson e con il mercante d'arte Alessandro Contini
Bonacossi.
Con la crisi del 1929 raccolse numerose opere da collezioni private americane salvandole dalla dispersione: da
queste operazioni ottenne, tra l'altro, la Madonna col Bambino di Giotto.
Tra le opere pi interessanti delle sue collezioni, confluite poi in quelle del museo, ci sono il San Francesco riceve le
stigmate e il San Giovanni Battista nel deserto di Domenico Veneziano, l'Adorazione dei pastori di Giorgione, due
tavole dalla predella della Maest del Duomo di Siena di Duccio di Buoninsegna o le opere del ferrarese Ercole de'
Roberti.
L'accrescimento delle sue collezioni and ben oltre la prima donazione e nel periodo tra il 1939 e il 1945 allarg gli
orizzonti e le tematiche artistiche delle sue raccolte, acquistando opere oltre il Rinascimento italiano, quali esempi
del Settecento veneto, dei fiamminghi (tra cui un vivace ritratto di van Dyck) e alcuni francesi. In seguito l'interesse
verso le scuole straniere si amplific e con l'ultima delle sue quattro donazioni, quella del 1961, dot il museo di
capolavori come la Maddalena di Bernardino Luini, il Portello e Canale del Brenta di Canaletto e il Ritratto di
Brigida Spinola Doria di Rubens.
La collezione Kress ospitata oggi in trentaquattro sale del museo.
National Gallery of Art 263
La collezione Widener
Peter A.B. Wiedener, originario di Filadelfia, era un importante
magnate delle ferrovie con la passione per il collezionismo artistico fin
dalla fine del XIX secolo. Si interess soprattutto di Rinascimento
italiano (con capolavori come la Piccola Madonna Cowper di
Raffaello), di arte fiamminga dal Quattro al Seicento (pregevole il
Ritratto della marchesa Elena Grimadi Cattaneo di van Dyck) e del
Settecento inglese.
La collezione Dale
La collezione di Chester Dale, finanziere di New York, fu l'ultima
grande donazione in ordine di tempo. Si trattava di circa
duecentocinquanta dipinti radunati dal 1920 al 1930, con l'aiuto della
moglie Maud, pittrice e critica d'arte. Si tratta soprattutto di opere di
arte moderna e contemporanea, soprattutto francese, che fu inglobata
nel museo inizialmente con semplici prestiti a lunga scadenza, poi
come legato dopo la morte di Dale nel 1962.
Altre donazioni
Il museo inoltre sponsorizzato da una serie di fondazioni private che
regolarmente acquistano nuove opere, curano restauri ed effettuano
donazioni di fondi e opere. Tra queste spiccano la Fondazione Coe
(donatrice di opere di Thomas Gainsborough, Miereveld e Beechey) e
Paul Gauguin, Autoritratto (1889)
la Fondazione Fuller (donatrice di opere di William Turner, Canaletto e
Joshua Reynolds).
National Gallery of Art 264
Inoltre fu di straordinaria importanza la collezione di arti grafiche di Lessing J. Rosenwald, con circa ventiduemila
fogli di disegni, stampe e acquerelli.
Sede
La collezione della National Gallery of Art ha sede in
due edifici che si ergono al centro del Mall. Un
corridoio sotterraneo, comprendente vari servizi, li
collega l'uno all'altro. Il pi antico dei due, inaugurato
nel 1941, stato progettato da John Russell Pope ed ha
l'aspetto di un grande complesso neoclassico,
imponente ma elegante, nel suo rivestimento in marmo
rosa del Tennessee. Il secondo, inaugurato nel 1978,
opera dell'architetto cinese I. M. Pei: denominato East
Wing, ospita le collezioni di opere novecentesche pi
moderne. Si tratta di un edificio dall'aspetto poligonale
con una base a trapezio, dalle ardite forme che lo fanno
assomigliare a un'enorme scultura moderna. La East Wing
La possibilit di disporre di un edificio appositamente creato permise di attuare criteri museologici moderni e ben
ponderati, senza le problematiche di dover adattare uno spazio gi esistente comuni a molte collezioni antiche
europee. Il criterio base dell'esposizione legato ai canoni estetici tipicamente giapponesi, in cui l'opera d'arte vista
innanzitutto come fonte di piacere estetico, piuttosto che come documento storico. Per questo ogni opera esposta in
modo da ottimizzarne la contemplazione, senza elementi di distrazione esterni. Ciascun oggetto artistico si trova
dislocato in uno spazio doppio tra opera e opera rispetto ai canoni normali dei musei, in modo da accentuarne
l'isolamento, e i rivestimenti delle pareti, spesso lignei, sono studiati in modo da evidenziare il risalto di ciascun
manufatto.
Le opere maggiori
Scuola italiana
Andrea del Castagno
Ritratto d'uomo, 1450-1457
David con la testa di Golia, 1450-1457
Beato Angelico
Guarigione di Palladia, 1438-1440
Giovanni Bellini
Ritratto di giovane in rosso, 1485-1490
Ritratto di condottiero, 1485-1500
San Girolamo leggente nel deserto, 1505
Continenza di Scipione, 1507-1508
Bacco fanciullo, 1514 circa
Festino degli dei, 1514
Sandro Botticelli Domenico Veneziano, San Francesco riceve le stigmate (1445 circa)
Ritratto di Giuliano de' Medici, 1478-1480 circa
Adorazione dei Magi, 1482 circa
National Gallery of Art 265
Vittore Carpaccio
Fuga in Egitto, 1500 circa
Cima da Conegliano
Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e
Giovanni Battista, 1492-1495
Sant'Elena
San Girolamo nel deserto
Madonna col Bambino in trono tra due vergini
martiri
Correggio
Madonna Barrymore, 1508-1510 circa
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria
e santi, 1510-1511 circa
Cristo giovane nel Tempio, 1513 circa
Dosso Dossi
Leonardo da Vinci, Ritratto di Ginevra de' Benci (1474-1478)
Circe e i suoi amanti in un paesaggio, 1514-1516
Enea e Acate sulla costa libica, 1520 circa
Duccio di Buoninsegna
Vocazione di Pietro e Andrea, 1308-1311 circa
Nativit tra i profeti Isaia ed Ezechiele, 1308-1311
circa
Francesco del Cossa
San Floriano, 1472-1473
Santa Lucia, 1472-1473
Crocifissione, 1472-1473
Gentile da Fabriano
Madonna col Bambino, 1420-1423 circa
Miracolo della tomba di san Nicola, pannello della
predella del Polittico Quaratesi, 1425
Giorgione
Sacra Famiglia Benson, 1500 circa
Adorazione dei pastori Allendale, 1500-1505 circa
Giovanni Borgherini col maestro-astrologo, 1505
circa Giambattista Tiepolo, Dama con il tricorno (1755-1760)
Gentiluomo con un libro, 1510 circa
Giotto
Madonna col Bambino, 1320-1330 circa
Leonardo da Vinci
Ritratto di Ginevra de' Benci, 1474-1476 circa
Lorenzo di Credi
Madonna Dreyfus, 1475-1480 circa
Lorenzo Lotto
National Gallery of Art 266
Scuola francese
Maestro franco-fiammingo
Ritratto di gentildonna, 1410-1415 circa
Mary Cassatt
Giovani donne nel palco, 1882
Bambina che si sistema i capelli, 1886
Bimba su una poltrona blu, 1878
Jean-Honor Fragonard
La lettrice
Edgar Degas
Claude Monet, La passeggiata (Camille Monet con il figlio Jean
Ritratto di Mary Cassatt, 1884 circa
sulla collina) (1875)
douard Manet
La ferrovia (Gare Saint-Lazaire), 1873
Claude Monet
La passeggiata (Camille Monet con il figlio Jean
sulla collina), 1875
Pierre-Auguste Renoir
Le Pont-Neuf, 1872
Scuola spagnola
Salvador Dal
Ultima Cena (Dal), 1955
Pablo Picasso
Arlecchino musicista, 1924 Pierre-Auguste Renoir, Le Pont-Neuf (1872)
Scuola tedesca
Albrecht Drer
Madonna Haller, 1498 circa
Lukas Cranach
Crocifissione con la conversione del centurione, 1536
Scuola americana
Jackson Pollock
Lavender Mist Number 1, 1950
Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=National_Gallery_of_Art& language=it& params=38_53_28. 76_N_77_1_11.
36_W_type:landmark_region:US
[2] http:/ / www. nga. gov/
[3] Salvadori, cit., pag. 12.
Bibliografia
Francesca Salvadori, Washington National Gallery of Art, Electa, Milano 2005.
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