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I grandi musei del mondo

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Indice
Voci
Italia 1
Galleria degli Uffizi 1
Galleria dell'Accademia 29
Musei Vaticani 47
Pinacoteca vaticana 52
Cappella Sistina 58
Stanze di Raffaello 72
Loggia di Raffaello 80
Musei capitolini 90
Galleria Borghese 96
Galleria Doria Pamphilj 100
Galleria nazionale d'arte antica 103
Pinacoteca di Brera 106
Gallerie dell'Accademia 113
Museo di Capodimonte 121

Francia 131
Museo del Louvre 131
Museo d'Orsay 141
Muse National Picasso 149

Gran Bretagna 152


National Gallery (Londra) 152
British Museum 169

Spagna 177
Museo del Prado 177

Russia 185
Ermitage 185
Palazzo d'Inverno 190

Germania 199
Alte Pinakothek 199
Catalogo dell'Alte Pinakothek 201
Gemldegalerie Alte Meister 229
Gemldegalerie (Berlino) 233

Austria 239
Kunsthistorisches Museum 239

Stati Uniti d'America 245


Metropolitan Museum of Art 245
National Gallery of Art 260

Note
Fonti e autori delle voci 269
Fonti, licenze e autori delle immagini 271

Licenze della voce


Licenza 279
1

Italia

Galleria degli Uffizi


[1]
Coordinate geografiche: 43466.38N 111521.24E43.7684389N 11.2559E

Galleria degli Uffizi

Il cortile degli Uffizi, veduta da Palazzo Vecchio


Tipo Arte

Indirizzo Piazzale degli Uffizi, 50122 Firenze, Italia

Visitatori 1.553.951[2] (2008)

Sito [3]
Polomuseale.firenze.it/uffizi

Questa voce riguarda la zona di:


Galleria degli Uffizi

Voci principali

La galleria
Opere
Corridoio Vasariano
Tribuna
Teatro Mediceo
Teatrino della Baldracca
Collezione Contini Bonacossi
Loggia dei Lanzi
Ex-San Pier Scheraggio
Piazza dei Giudici
Museo Galileo
Castello d'Altafronte

Via dei Georgofili


Via Lambertesca
Torre dei Pulci
Palazzo Bartolommei-Buschetti
Torre dei Rigaletti
Torre dei Salterelli
Santo Stefano al Ponte

Visita il Portale di Firenze


Galleria degli Uffizi 2

La Galleria degli Uffizi un importante museo italiano situato a Firenze ed uno dei pi conosciuti e rilevanti al
mondo.
L'edificio ospita una superba raccolta di opere d'arte inestimabili, derivanti, come nucleo fondamentale, dalle
collezioni dei Medici, arricchite nei secoli da lasciti, scambi e donazioni, tra cui spicca un fondamentale gruppo di
opere religiose derivate dalle soppressioni di monasteri e conventi tra il XVIII e il XIX secolo.
Divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, l'esposizione mostra opere dal XII al XVIII
secolo, con la migliore collezione al mondo di opere della scuola toscana, e fiorentina in particolare, che permette di
apprezzare lo sviluppo dal gotico al Rinascimento fino al manierismo, da Cimabue a Michelangelo, passando per
Giotto, Leonardo da Vinci e Raffaello. Senza pari la raccolta di opere di Sandro Botticelli. Ben rappresentate, con
autentici capolavori, sono anche le altre scuole italiane ed europee (Mantegna, Tiziano, Parmigianino, Drer,
Rubens, Rembrandt, Caravaggio, Canaletto, ecc.). Di grande pregio sono anche la collezione di statuaria antica e
quella dei disegni.
Nel 2008 stato visitato da 1.553.951 persone rendendolo il museo d'arte italiano pi visitato[2].

La storia

Cosimo I e Vasari
Con l'insediamento del duca Cosimo I de' Medici
nell'antica sede comunale di Palazzo Vecchio, inizi la
politica d'esaltazione della monarchia all'interno del
perimetro cittadino. Nel 1560 il duca volle riunire le 13
pi importanti magistrature fiorentine, dette uffici e
collocate in precedenza in varie sedi, in un unico
edificio posto sotto la sua diretta sorveglianza, in modo
da affiancare al vecchio Palazzo della Signoria una
nuova sede governativa, consona alla potenza politica e
militare acquisita da Firenze dopo la conquista di
Siena. Il luogo scelto per la nuova costruzione fu un
lembo di terra fra il lato meridionale di piazza della Domenico Poggini, megalia di Cosimo I
Signoria e il lungarno, in un quartiere popolare dove si celebrante la creazione degli Uffizi
trovava il porto fluviale di Firenze.

I lavori furono affidati a Giorgio Vasari che gi si


occupava del cantiere dell'adiacente Palazzo Vecchio.
Il progetto prevedeva un edificio a foggia di "U",
costituito da un braccio lungo a levante, da incorporarsi
con l'antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio, da
un tratto breve affacciato sul fiume Arno e da un
braccio corto a ponente, inglobando la Zecca Vecchia.

Nel nuovo edificio dovevano essere collocati gli uffici


di tredici importanti Magistrature che regolavano
l'amministrazione dello Stato mediceo; sul lato di
Palazzo Vecchio, dall'antica chiesa di San Pier Uffizi e Palazzo Vecchio
Scheraggio si successero: i Nove Conservatori del
Galleria degli Uffizi 3

Dominio e della Giurisdizione fiorentina, l'Arte dei


Mercatanti, l'Arte del Cambio, l'Arte della Seta, l'Arte
dei Medici e Speziali, l'Universit dei Fabbricanti e il
Tribunale della Mercanzia; dalla parte opposta gli
Ufficiali dell'Onest, le Decime e Vendite, gli Ufficiali
della Grascia, il Magistrato dei Pupilli, i Conservatori
di Leggi e i Commissari delle Bande[4].

Per ridurre le spese, Cosimo, oltre ad affidare i lavori in


appalto al massimo ribasso, concesse ai fornitori
licenze insolite: i renaioli poterono estrarre la sabbia
dall'alveo del fiume Arno presso l'attuale ponte alle
Grazie (ponte a Rubaconte); gli scalpellini si
Interno degli Uffizi
assicurarono l'uso della cava di pietra serena del
Fossato del Mulinaccio[5], nella valle della Mensola[6],
presso San Martino a Mensola, tradizionalmente riservata alle opere pubbliche; i muratori utilizzano sassi di cava
estratti dal fosso della fortezza di San Miniato, vicino alla porta di San Niccol e avanzi di lastrico pavimentale delle
strade di Firenze[7]. Si ricorse all'imposizione di servit, comandando i popoli di alcune podesterie: i carradori di
Campi e Prato, gli scalpellini di Fiesole, i picconieri di Figline di Prato. I legnami si comprarono dall'Opera di Santa
Maria del Fiore. L'architetto Giorgio Vasari fu affiancato in questo difficile cantiere da Maestro Dionigi (o Nigi)
della Neghittosa[8].

Per il matrimonio del figlio Francesco con Giovanna d'Austria, nel 1565, il Duca decret di aprire una via
soprelevata e segreta tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, la nuova residenza della dinastia Medici e collegata
direttamente alla cerchia bastionata di Firenze. Il Vasari in soli sei mesi costru il cosiddetto Corridoio Vasariano,
che, da Palazzo Vecchio, superata via della Ninna con un ponte coperto, percorre parte della galleria, superando
l'Arno sopra al Ponte Vecchio, sbuca nel quartiere d'Oltrarno, arrivando nel giardino di Boboli e da l in Palazzo
Pitti; da questo luogo venne in seguito predisposto un raccordo per raggiungere in sicurezza il Forte Belvedere.
Nell'agosto 1572 tutte le magistrature dalla parte di San Pier Scheraggio sono gi insediate nei nuovi uffici anche se
l'edificio non completato.

Francesco I e Buontalenti
Nel 1574 con il Duca Francesco I de' Medici la direzione dei lavori venne affidata a Bernardo Buontalenti, che
complet la fabbrica, insieme a Alfonso Parigi il vecchio. Nell'ottobre 1580 l'edificio venne ultimato con il
congiungimento, dalla parte della Zecca, alla Loggia grande e antica di Piazza16. Tra il 1579 e il 1581 le volte
della Galleria furono affrescate con motivi a "grottesca" da Antonio Tempesta e successivamente da Alessandro
Allori, con cui collaborarono Ludovico Buti, Giovanmaria Butteri, Giovanni Bizzelli e Alessandro Pieroni.
Nel 1581 Francesco I, figlio di Cosimo, decise di chiudere ed adibire la loggia dell'ultimo piano a galleria personale
dove raccogliere la sua magnifica collezione di dipinti quattrocenteschi, contemporanei di cammei, medaglie, pietre
dure, statue antiche e moderne, di oreficerie, bronzetti, armature, miniature, strumenti scientifici e rarit
naturalistiche, ma anche ritratti della famiglia Medici e di uomini illustri. Si tratta del primo nucleo della futura
Galleria degli Uffizi
Per meglio allestire la collezione, a partire da quell'anno stesso, il Buontalenti edific la Tribuna nel braccio lungo
degli Uffizi, ispirandosi alla Torre dei Venti di Atene, descritta da Vitruvio nel primo libro dell'Architettura, nucleo
centrale della Galleria medicea.
Nel 1583 Francesco I fece trasformare la terrazza, sopra la Loggia dei Lanzi, in un giardino pensile, ora scomparso,
dove la corte si riuniva per ascoltare esibizioni musicali ed altri intrattenimenti.
Galleria degli Uffizi 4

Nello stesso periodo (1586), spetta ancora al genio del Buontalenti il compimento del Teatro mediceo fatto costruire
in corrispondenza del primo e del secondo piano attuali dell'ala orientale del museo. Si tratta di un grande vano
rettangolare circondato da gradinate su tre lati, con nel mezzo il palco dei principi. Nel XIX secolo il teatro sar
suddiviso in due piani: nel primo ora ha sede il Gabinetto Disegni e Stampe, nel secondo alcune sale della Galleria.
Del teatro nel suo complesso resta soltanto il Vestibolo, dove a sinistra sistemato quello che un tempo costituiva il
portale d'ingresso al teatro, oggi ingresso del Gabinetto Disegni e Stampe; di fronte, le tre porte del Ricetto: su quella
centrale, con le ante lignee intagliate con stemmi medicei, vi il busto di Francesco I.

I Medici
Nel 1587 col Duca Ferdinando I de' Medici la collezione venne
arricchita con la cosiddetta "Serie Gioviana", una raccolta di
ritratti di uomini illustri intrapresa dal Vescovo di Como Paolo
Giovio, che oggi esposta in alto tra le travature delle gallerie
delle statue. Per volont ducale venne realizzata, chiudendo un
terrazzo vicino alla tribuna, la sala detta "delle carte geografiche"
le cui pareti furono affrescate da Ludovico Buti con le mappe del
"dominio vecchio fiorentino", "dello Stato di Siena" e "dell'Isola
d'Elba" e nel soffitto furono posizionate alcune tele dipinte da
Jacopo Zucchi con rappresentate favole mitologiche. Al centro
Uffizi verso l'Arno
della stanza stava un mappamondo e una sfera armillare (oggi al
Museo di Storia della Scienza); inoltre venne compiuto lo
"Stanzino delle matematiche" destinato a raccogliere strumenti
scientifici, con una volta decorata da una bella donna,
personificazione della Matematica, affiancata alle pareti dalle
Scene con le invenzioni di Archimede.

Su iniziativa di Ferdinando I, agli Uffizi furono trasferiti i


laboratori granducali e nel 1588 l'Opificio delle Pietre Dure, una
manifattura di Stato esperta nella lavorazione di oggetti
preziosissimi, mentre vennero sistemati i laboratori di orafi,
gioiellieri, miniatori, giardinieri, artefici di porcellane, scultori e
pittori nell'ala di ponente della galleria e per consentire l'accesso
venne collocato lo scalone detto del Buontalenti.

Vicino alla manifattura, sette sale della Galleria furono destinate


ad accogliere la collezione di armi e armature, ed inoltre venne
allestita una sala con le pietre preziose intagliate portate in dote da
Cristina di Lorena. A quell'epoca risale la ripintura di alcuni
soffitti affrescati da Ludovico Buti nel 1588.
Turisti in fila sotto i portici
Nel 1591 si decret l'apertura al pubblico della Galleria su
richiesta.
Con la morte di Ferdinando I nel 1609 la Galleria rimase inalterata per molto tempo.
Tra il 1658 e il 1679, al tempo di Ferdinando II de' Medici, si interpellarono Cosimo Ulivelli, Angelo Gori e Jacopo
Chiavistelli per affrescare i soffitti, la cui opera fu purtroppo distrutta nel 1762 e sostituita da nuove decorazioni di
Giuseppe del Moro, Giuliano Traballesi e Giuseppe Terreni. La consorte di Ferdinando, Vittoria della Rovere, ultima
discendente dei Duchi di Urbino, port a Firenze la vasta eredit d'Urbino: un raffinatissimo nucleo di opere del
Tiziano, Piero della Francesca, Raffaello, Federico Barocci ed altri. Altre opere di scuola veneta giunsero per opera
Galleria degli Uffizi 5

del cardinale Leopoldo de' Medici, fratello del Granduca, che cominci con grande passione a raccogliere in
collezione disegni, miniature ed autoritratti.
Tra il 1696 e il 1699 sotto il regno Cosimo III de' Medici, i geni di Giuseppe Nicola Nasini e Giuseppe Tonelli
decorarono con grande maestria le volte del braccio che guarda all'Arno, e poco dopo si ampli il braccio di ponente
della Galleria, adibendo i nuovi locali ad ospitare una deliziosa collezione di autoritratti, raffinatissime porcellane,
medaglie, disegni e bronzetti.
Nella Fonderia, ovvero farmacia, si and raccogliendo ci che stimolava soprattutto la curiosit naturalistica
rinascimentale: alcune mummie, numerosi animali imbalsamati, uova di struzzo e corni di rinoceronte. Riguardo alle
raccolte, il Duca Cosimo III acquist numerosi quadri fiamminghi (molti i Rubens) ed alcune preziose statue
romane, come la celebre Venere Medici, un rarissimo originale greco che divenne a buon diritto fra le pi conosciute
sculture della galleria.

I Lorena
Ormai spentasi la dinastia dei Medici nel 1737 dopo la morte di
Gian Gastone, la sorella di quest'ultimo, Anna Maria Ludovica,
con la Convenzione del medesimo anno, cedette le raccolte
medicee alla dinastia dei Lorena, a patto che le opere restassero a
Firenze ed inalienabili: fu l'atto, puntualmente rispettato dai
Lorena, che permise la conservazione intatta delle vaste e sublimi
collezioni fino ai nostri giorni, senza disperdersi o prender la via
fuori dall'Italia, come purtroppo accadde alle altrettanto
eccezionali di Mantova o di Urbino.

Tra il 1748 e il 1765 venne realizzato un vasto rilevamento


grafico, coordinato da Benedetto Vincenzo De Greyss. Nel 1762
un incendio distrusse una parte del corridoio orientale,
La tribuna degli Uffizi, in un dipinto settecentesco di J.
prontamente ricostruita e ridecorata.
Zoffany
Pietro Leopoldo di Lorena, aprendo la Galleria al pubblico nel
1769 e provvedendo alla costruzione di un nuovo ingresso, su progetto di Zanobi del Rosso, promosse una radicale
trasformazione della Galleria, affidandone la direzione a Giuseppe Pelli Bencivenni e il riordino, completato negli
anni 1780-82, a Luigi Lanzi, che segu i criteri razionalistici e pedagogici propri dell'Illuminismo, con "un suo
proprio genere di cose o al pi di due" in ogni sala. Nella Galleria venne rimossa l'armeria, venduta la collezione di
maioliche e spostati nel la Specola gli strumenti scientifici; questo fatto risolvibile in una visione razionalistica di
quell'Illuminismo che distingueva la scienza dall'arte e volle concentrare negli Uffizi la pittura, separata da scultura
antica e le arti minori, in opposizione all'eclettismo dei rinascimentali. Dal 1793 alcuni scambi con la Galleria
Imperiale di Vienna, facilitato dai legami di parentela tra le rispettive case regnanti, vide l'arrivo di capolavori di
Tiziano, Giovanni Bellini, Giorgione, Drer e altri, in cambio di opere fiorentine dei secoli XVI e XVII, tra cui Fra
Bartolomeo: col senn di poi fu soprattutto Firenze a guadagnarci.

Nel 1779 venne realizzata da Gaspare Maria Paoletti la Sala della Niobe, dove vennero allestite un complesso di
sculture antiche raffigurante Niobe e i suoi figli, proveniente dalla Villa Medici a Roma.
Galleria degli Uffizi 6

Otto e Novecento
Tra il 1842 e il 1856, vennero inserite 28 statue marmoree nelle
nicchie dei pilastri all'esterno della Galleria, con i toscani illustri
dal Medioevo all'Ottocento. Tra le pi pregiate della serie ci sono
la statua di Giotto di Giovanni Dupr, a sinistra sul terzo pilastro,
il Machiavelli di Lorenzo Bartolini, all'undicesimo, la statua di
Sant'Antonino del Dupr, a destra nel quarto pilastro, e il
Michelangelo[9] di Emilio Santarelli.

In et risorgimentale, quando Firenze fu eletta Capitale D'Italia


(1865-1871), il Senato italiano con Manzoni si riun nel Teatro
mediceo.
Nella seconda met del secolo XIX, gli Uffizi si avviarono a
diventare soprattutto una raccolta di quadri, vennero rimosse
alcune statue rinascimentali e trasferite al Museo del Bargello e
alcune statue etrusche che furono trasferite al Museo
Archeologico.
Nel braccio corto a ponente dal 1866 ebbero sede le Regie Poste
Piazzale degli Uffizi
(adattamento di Mariano Falcini), e oggi, dopo un restauro del
1988, vi si tengono alcune esposizioni di materiale proveniente
soprattutto dai depositi.
Nel 1889 il teatro mediceo venne diviso in due piani e smantellato.
Nel 1900 venne acquistata la quadreria dell'arcispedale di Santa Maria Nuova, tra cui il Trittico Portinari
proveniente dalla chiesa di Sant'Egidio, e da inizio Novecento si potenziarono, con acquisti e trasferimenti da varie
chiese e istitutio religiosi, aree come il Trecento e il primo Quattrocento, estranee al nucleo storico del museo.
Separando il teatro mediceo in due piani e ricavandone sei sale, vennero ristrutturate le prime nel 1956 su progetto di
Giovanni Michelucci, Carlo Scarpa, Ignazio Gardella.
Nel 1969 venne acquistata la Collezione Contini Bonacossi.
Il 27 maggio 1993, a seguito di un attentato mafioso che ha provocato la morte di cinque persone e danneggiato
alcuni ambienti della Gallerie e del Corridoio Vasariano, molti pezzi della collezione vennero sistemati nei depositi e
gradualmente, con i restauri e la messa in sicurezza dell'ala occidentale, sono tornati nell'allestimento museale.
Nel 1998 il concorso internazionale per la nuova uscita degli Uffizi stato vinto da Arata Isozaki, ma il progetto,
molto criticato, stato definitivamente accantonato nel 2005. Un altro progetto a lungo termine stata la
realizzazione dei Grandi Uffizi, raddoppiando la superficie espositiva grazie allo spostamento dell'Archivio di Stato
dal primo piano, attingendo opere dai depositi (che sono situati all'ultimo piano) e ampliando cos sezioni un po'
penalizzate dagli spazi, come quella relativa al Seicento: oggi il primo piano conserva le opere del Seicento (come la
sala di Caravaggio e dei caravaggeschi) ed sede delle esposizioni temporanee pi prestigiose.
Galleria degli Uffizi 7

Architettura
La costruzione fu iniziata nel 1560 realizzata adottando l'ordine
dorico, secondo il Vasari, "pi sicuro e pi fermo degl'altri, [...]
sempre piaciuto molto al signor duca Cosimo" nel 1565
presentava gi completati i cosiddetti Uffizi Lunghi e il tratto che
si affacciava sull'Arno.
Il palazzo degli Uffizi composta da due corpi di fabbrica
longitudinali principali, collegati verso sud da un lato pi breve del
tutto analogo, dando origine cos ad un complesso a "U", che
abbraccia un piazzale e sfonda prospettivamente verso piazza della
Signoria, con una perfetta inquadratura di Palazzo Vecchio e della
Il loggiato degli Uffizi di notte
sua torre.

I tre corpi di fabbrica presentano lo stesso modulo: a pianterreno


un loggiato architravato coperto con volta a botte, costituito da
campate delimitate da pilastri con nicchie e suddivise in tre
intercolumni da due colonne interposte tra i pilastri; a tale modulo
corrispondono tre aperture nel soprastante finto mezzanino che
servono ad illumunare il portico e tre finestre al primo piano che
presentato l'alternanza tra timpano triangolare e timpano curvilineo
e sono comprese tra lesene; infine all'ultimo piano un loggiato
riprendeva il modulo tripartito ed avrebbe in seguito ospitato
l'originaria "Galleria" degli Uffizi.

Al pian terreno corre un porticato per tutta la lunghezza dei lati


ovest e sud, e per il lato est fino a via Lambertesca; sopraelevato
su un podio di alcuni gradini, il portico costituito da colonne
doriche e pilastri con le nicchie per statue che sorreggono un
architrave, ma coperto da lunghe volte a botte, decorate da
cornici rettangolari a rilievo, che sono collegate tra loro da fasce
disegnanti un motivo geometrico spezzato.
Portici
Il portico architravato rappresenta una grande novit nella storia
dell'architettura, in quanto i portici medievali, e poi quelli
rinascimentali, erano costituiti da una serie di archi e mai di architravi, sia a Firenze (come per esempio il portico
dello Spedale degli Innocenti), sia altrove, a parte il Palazzo Senatorio di Michelangelo che infatti uno dei modelli
del progetto vasariano.
Ai piani superiori si ripete un modulo di tre riquadri, tre finestre con balconcini e timpani ripsettivamente triangolare,
circolare e di nuovo triangolare (primo piano) e tre aperture sulla loggetta superiore (oggi la galleria del secondo
piano), divise da due colonnine. I piani sono divisi da maestose cornici marcapiano. Gli elementi architettonici sono
sottolineati dall'uso della pietra serena (in particolare di quella estratta dalla valle della Mensola), che risalta
sull'intonaco bianco, secondo lo stile pi tipicamente fiorentino iniziato da Brunelleschi.
Il lato breve caratterizzato da un grande arco componente una serliana che inquadra scenograficamente l'affaccio
sull'Arno, sormontata da una loggia, aperta sia sul piazzale antistante che sull'Arno, come vero e proprio fondale
teatrale, ispirato alle coeve realizzazioni scenografiche. Al primo piano le grandi finestre hanno un scoronamento ad
arco e davanti a quella centrale, la pi ampia, corrispondente internamente al Verone, si trovano tre statue: Cosimo I
in piedi di Giambologna (1585), affiancato dalle personificazioni sdraiate dell'Equit e del Rigore, entrambe di
Vincenzo Danti (1566). Nelle nicchie dei pilastri del loggiato fu progettato di inserire una serie di statue di fiorentini
Galleria degli Uffizi 8

famosi, la realizzazione si inizi solo a partire dal 1835.


Molto originale il portale ("porta delle Suppliche") costruito da Bernardo Buontalenti su via Lambertesca:
coronato da timpano spezzato, ma per maggiore originalit Buontalenti invert le due met, ottenendo una sorta di
timpano "ad ali", che ricorda gli spunti animalistici e organici della sua architettura.

Il sistema museale fiorentino


Le raccolte degli Uffizi coprono l'arte figurativa fino alla met del Settecento circa, con una sovrapposizione a
partire dal periodo del tardo Quattrocento con le opere conservate nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti, dove sono
per sistemate secondo il criterio della quadreria. Agli Uffizi si trovano anche le migliori sculture classiche di
Firenze, mentre il resto dell'arte antica si trova al Museo archeologico nazionale di Firenze.
La scultura rinascimentale e manierista si trova al Museo Nazionale del Bargello. Dal periodo neoclassico alla prima
met del Novecento l'arte a Firenze documentata alla Galleria d'arte moderna, sempre a Palazzo Pitti, mentre il
Novecento documentato da alcuni musei comunali, come il Museo Marino Marini o la collezione di Alberto della
Ragione. Per trovare un'importante raccolta di arte contemporanea nelle vicinanze, ci si deve spostare a Prato al
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci.

Sale

Vestibolo d'entrata
L'ambiente, costituito da tre vestiboli venne ricavato alla fine del Settecento col completamento dello scalone
monumentale, il nuovo accesso alla Galleria, per volont del granduca Pietro Leopoldo. Nel primo vestibolo sono
busti in marmo e porfido dei Medici da Francesco I a Gian Gastone; comunicante con questo il vestibolo
rettangolare, decorato nella volta da Giovanni da San Giovanni con Capricci mitologici, allestito con are, busti
antichi e moderni; nel Vestibolo ellittico: statue romane, sarcofagi e rilievi antichi. La porta che immette nella
Galleria, con ai lati sono due Cani molossi, copie romane del I secolo d.C., sormontata dal busto di Pietro
Leopoldo.

Corridoio est
I tre corridoi che corrispondono ai tre corpi del palazzo, corrono lungo tutto il lato interno e su di essi si aprono le
sale, anche se grazie alle porte di intercomunicazione interna, non necessario attraversarli per il percorso principale
della galleria. I corridoi sono decorati nei soffitti e le ampie vetrate rivelano il loro primitivo aspetto di loggia aperta
coperta.
Oggi i corridoi ospitano la collezione di statuaria antica, iniziata da Lorenzo il Magnifico, che conservava le opere
nel Giardino di San Marco vicino al Palazzo Medici per farle copiare dai giovani artisti. La raccolta fu ampliata da
Cosimo I dopo il suo primo viaggio a Roma del 1560 quando scelse di destinare le statue per abbellire Palazzo Pitti e
i ritratti e i busti per Palazzo Vecchio. Infine venne accresciuta ancora all'epoca di Pietro Leopoldo di Lorena,
quando si portarono a Firenze le opere di Villa Medici, raccolte in gran parte dal futuro granduca Ferdinando I,
all'epoca cardinale.
curioso notare che tali opere, oggi spesso distrattamente scansate dai visitatori, fino al primo Ottocento erano
motivo di interesse principale della visita alla galleria. Secondo alcune fonti fu un saggio di John Ruskin a ridestare
l'interesse per la pittura rinascimentale del museo, fino ad allora bistrattata.
Le sculture sono di grande valore e risalgono soprattutto all'epoca romana, con numerose copie di originali greci,
secondo la consuetudine dell'epoca. A volte le statue incomplete o spezzate vennero restaurate e integrate dai grandi
scultori del Rinascimento. La disposizione delle sculture oggi ricalca il pi possibile quella di fine del Settecento,
quando permettevano il confronto tra maestri antichi e moderni, un tema allora molto caro, e quindi la funzione delle
Galleria degli Uffizi 9

statue tuttora essenziale e fortemente caratterizzante dell'origine e della funzione storica della galleria.
Il primo, lungo corridoio quello est, riccamente decorato nel soffitto da grottesche risalenti al 1581, mentre corre al
limite del soffitto, una lunga serie di ritratti, la serie gioviana, intervallata da dipinti di dimensione pi grande degli
esponenti principali della famiglia Medici, la serie Aulica iniziata da Francesco I de' Medici, con i ritratti da
Giovanni di Bicci a Gian Gastone.
Ai ritratti pittorici fanno da contraltare la serie dei busti romani, ordinati cronologicamente a fine del Settecento in
maniera di coprire tutta la storia imperiale.
Fra le opere di statuaria pi importanti si segnalano un Ercole e Centauro, da un originale tardoellenistico, integrato
nella figura dell'eroe da Giovan Battista Caccini nel 1589; un Re Barbaro, composto nel 1712 a partire dal solo busto
antico; Pan e Dafni, da un originale di Eliodoro di Rodi dell'inizio del I secolo a.C.; il Satiro danzante o Bacco
fanciullo, da un originale ellenistico, restaurato nel Cinquecento.
Tra i sarcofagi antichi spiccano quelli col Ratto di Proserpina e col Ratto delle Leucippidi. Pi avanti si incontrano
una statua di Proserpina, da un originale greco del IV secolo a.C., il sarcofago delle Fatiche di Ercole, la copia
antica dell'Apollo con l'oca di Skopas (IV secolo a.C.), e il sarcofago con la Caccia al cinghiale Calidonio.
Ai lati dell'ingresso della Tribuna si trovano un Ercole, da un originale di Lisippo, e un busto di Adriano appartenuto
a Lorenzo il Magnifico.
Nell'ultima parte del corridoio si incontrano il piccolo sarcofago del Tiaso Marino, destinato secondo l'iscrizione a
una bambina, le due Veneri, da originali del IV secolo a.C. e un Apollo ellenistico, che si trovava all'ingresso di Villa
Medici e invitava, col braccio destro di restauro, ad accedere alla casa, come se fosse il regno del dio stesso.

Sala 1 Archeologica
La sala venne creata nel 1921, in questa sono allestite opere per lo pi provenienti da Roma, tra queste tre statue
romane copie del Doriforo di Policleto, opera greca del I secolo a.C.: una in bronzo, una in marmo e quella che
considerata la copia pi fedele, il Torso del Doriforo in basalto verde, mai integrata per la durezza difficile da
scolpire del materiale. Interessante anche un Busto di Cicerone in onice, della met del I secolo d.C. Il Torso Gaddi
forse un originale greco del I secolo a.C.
Tra i rilievi si segnalano quello di una Biga (V-IV secolo a.C.) e il fregio dell'Atena Nike (restaurato nel Settecento
da Bartolomeo Cavaceppi).
Appartengono al filone "plebeo" dell'arte romana i due rilievi con Scene di bottega, del I secolo d.C. I rilievi dell'Ara
Pacis sono calchi: i Medici possedevano la lastra originale della Saturnia Tellus, che nel 1937 tornarono a Roma per
ricomporre il monumento. Di epoca pure augustea sono i frammenti di parasta a girali, mentre ai lati si trovano due
rilievi di amorini, uno con gli attributi di Giove (il fulmine) e uno con quelli di Marte (la corazza): facevano parte di
una serie molto famosa nel Medioevo, alla quale Donatello si ispir per la cantoria di Santa Maria del Fiore.
Provengono da un fregio adrianeo del II secolo d.C. il Tempio di Vesta e la Scena di sacrificio. Il sarcofago con le
Fatiche di Ercole caratterizzata da un pi accentuato contrasto luminoso, tramite la lavorazione a trapano; le
diverse et di Ercole raffigurate alludono ai periodi della vita.
Galleria degli Uffizi 10

Sala 2 del Duecento e di Giotto


Questa sala venne ricavata sul finire dell'Ottocento dall'antico teatro mediceo. L'allestimento venne completato nel
1956 dagli architetti Michelucci, Scarpa e Gardella, che coprirono la sala con un soffitto a capriate, imitando le
chiese medievali.
La sala espone opere databili tra la prima met del XIII secolo e gli inizi del XIV secolo, entrate agli Uffizi a partire
dalla fine del Settecento, con la riscoperta dei pittori detti "primitivi".
Tra le tavole, che illustrano gli inizi della pittura toscana, sono due Crocifissi: uno col Cristo trionfante, di
iconografia ancora bizantina, l'altro, il N. 434, con l'iconografia del Cristo sofferente, una nuovo tipo, che diventer
vincente, da ricollegare soprattutto alla coeva predicazione francescana. Importanti esempi della scuola pittorica
duecentesca sono anche un raro dossale di Meliore e un dittico di Bonaventura Berlinghieri. Nel 2007 si aggiunta
la Madonna col Bambino in trono e due angeli del Maestro del Bigallo (1230 circa).
L'allestimento, inoltre, mette a confronto le tre grandi pale cuspidate di Cimabue, Duccio di Buoninsegna e Giotto,
dipinte a pochi anni di distanza e con lo stesso soggetto: la Madonna in trono o "maest".
Nella Maest di Santa Trinita del 1285-1300 realizzata da Cimabue un primo tentativo di emancipazione dagli
stilemi bizantini, dove prevale la ricerca di maggior volume e rilievo plastico, con un'inedita dolcezza di sfumato; di
fronte la pala di Duccio, detta Madonna Rucellai (1285 circa), costruita con una struttura ritmica e con figure
aggraziate, maggiormente influenzata dalla coeva esperienza pittorica del gotico francese; infine, al centro della sala,
la Maest di Ognissanti di Giotto (1310 circa) di impianto monumentale e costruita molto pi plasticamente
accentuando il chiaroscuro e la volumetria dei corpi. Di Giotto anche il polittico di Badia del 1300 circa (anche se
restano molto dubbi su una datazione cos precoce).

Sala 3 del Trecento senese


Nella sala, ricavata alla fine dell'Ottocento e ristrutturata negli anni cinquanta del Novecento, allestita una
selezione di opere senesi del Trecento, in questa si fronteggiano l'Annunciazione di Simone Martini e Lippo Memmi
(1333) e la Presentazione al Tempio di Ambrogio Lorenzetti (1342), entrambe provenienti dal Duomo di Siena.
L'Annunciazione costruita con uno stile lineare, elegante e raffinato tipico della coeva cultura cortese che sfoci nel
gotico internazionale; ambientata in un'atmosfera irreale, quasi di astratta misticit, con quale concessione al vero (il
fiore, l'ombra del libro, la ritrosia della Vergine), presenta tutte le raffinatezze lineari e cromatiche della scuola
gotica senese (si guardi per esempio alla resa del tessuto nella veste angelica)
La Presentazione al tempio di Ambrogio invece la profonda resa prospettica e l'attenzione alla resa degli affetti delle
figure, elementi tipici della poetica giottesca, gi ripresa da sua fratello Pietro, viene da Ambrogio conciliate con il
gusto per il colore e la grazia della tradizione senese. Queste due pale d'altare sono tra i pi antichi esempi conosciuti
di soggetti da altare con episodi evangelici, anzich con un'icona da venerare, poich nella cattedrale senese era gi
presente una grandiosa immagine mariana, protettrice della citt, nella grande pala della Maest di Siena di Duccio
di Buoninsegna, sull'altare maggiore.
Dei fratelli Lorenzetti sono anche esposte altre opere: le Storie di san Nicola (1330 circa), la Madonna con i Santi
Nicola e Procolo (1332) di Ambrogio e la Madonna in trono col Bambino tra otto angeli e la Pala della beata
Umilt, entrambe del 1340, di Pietro. Nella pala della Beata Umiliana sono raffigurati numerosi interessanti episodi
di vita quotidiana nel Medioevo.
Di Simone dei Crocifissi, pittore bolognese che si rif ad un gotico pi vivace e popolaresco rispetto al gotico aulico
senese, la tavola con la Nativit.
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Sala 4 del Trecento fiorentino


La sala dedicata alla pittura fiorentina del Trecento, scuola influenzata dall'opera preponderante di Giotto e della
sua bottega. Vi si trovano sia polittici, spesso incompleti e privi delle elaborate cornici lignee originali, sia dipinti pi
piccoli, usati per la devozione domestica.
Del cosiddetto Maestro della Santa Cecilia, un anonimo collaboratore di Giotto, la tavola con Santa Cecilia e storie
della sua vita, dove delle scenografiche architetture fanno da sfondo alle figure, come negli affreschi della Basilica
superiore di Assisi.
I primi giotteschi sono rappresentati da Pacino di Buonaguida, Jacopo del Casentino e Bernardo Daddi. Di Taddeo
Gaddi, attivo nella bottega giottesca per ventiquattro anni, la Madonna in trono col Bambino, angeli e sante.
Sempre di ispirazione giottesca il trittico con San Matteo e storie della sua vita di Andrea Orcagna. In queste opere
si nota una certa stagnazione dei temi e delle tecniche usate, sempre fedeli al maestro, con progressi minimi
nonostante il trascorrere di circa mezzo secolo.
Da Giotto si allontana solo il cosiddetto Giottino, qui rappresentato con la Piet di San Remigio, accentuando
l'espressionismo delle figure e utilizzando un colore cromaticamente variato.
Di Giovanni da Milano, un artista lombardo attivo a Firenze, appartiene il frammentario Polittico di Ognissanti, dove
la preziosit dei dettagli annuncia il gotico internazionale.

Sala 5-6 del Gotico internazionale


La sala del cosiddetto gotico internazionale, ristrutturata negli anni cinquanta, dominata dall'Adorazione dei Magi
(1423) di Gentile da Fabriano, eseguita per il mercante fiorentino Palla Strozzi, e dalla monumentale Incoronazione
della Vergine (1414) di Lorenzo Monaco, opera di grande eleganza dipinta per la chiesa di Santa Maria degli Angeli;
dello stesso autore anche un'Adorazione dei Magi (1422) dai colori forti e brillanti, da confrontare con la tavola di
Gentile da Fabriano, nella quale si fondono elementi pi profani e naturalistici, segno del gusto pi cortese. Lorenzo
Monaco enfatizza la lunghezza e la linea sinuosa delle figure, con cappelli dalle fogge originali e colori freddi e
cangianti, molto raffinati.
Attribuita al Beato Angelico la Tebaide, una tavola sulla vita eremitica. La Madonna dell'Umilt, attribuita a
Masolino un'opera di grande dolcezza e perizia tecnica.
Oltre agli esponenti fiorentini e a Gentile sono qui collocate opere di altre provenienze, che documentano
l'uniformit del linguaggio pittorico cortese a cavallo fra Tre e Quattrocento, come una tavola del senese Giovanni di
Paolo, una del veneziano Jacopo Bellini e una del fiorentino trapiantato in Spagna Gherardo Starnina.
Chiudono la sala i Quattro Santi provenienti dal Polittico Quaratesi, sempre di Gentile da Fabriano, che nella loro
isolata monumentalit rivelano l'influenza del nascente Rinascimento fiorentino (in particolare di Masaccio) sul
grande pittore marchigiano, che accantona la complessa composizione e i preziosismi materici del suo stile pi
conosciuto.

Sala 7 del primo Rinascimento


Questa sala dedicata ai primi artisti rinascimentali piena di capolavori, a partire dal capostipite del rinnovamento in
pittura, Masaccio, a cominciare dalla prima opera nella quale si intravedono i segni della rottura, la Sant'Anna
Metterza del 1424 realizzata con il suo maestro di bottega Masolino da Panicale. Di Masaccio sono lo scultoreo
Bambino e la Vergine, dipinta con una solenne corporatura cos austera e realistica da non potersi pi definire
"gotica". Questo rinnovamento fu espressione della cultura dell'Umanesimo, con la riscoperta dell'antico (si pensi
alla classica monumentalit di Masaccio) e della ricerca di uno spazio prospetticamente definito. Di Masaccio si
trova qui anche la Madonna del solletico.
Paolo Uccello fu forse il primo pittore ad essere "ossessionato" dalla prospettiva e ci chiaro nella grande tavola
della Battaglia di San Romano, parte di un trittico dipinto su incarico di Cosimo il Vecchio che decorava la camera
Galleria degli Uffizi 12

di Lorenzo il Magnifico nel Palazzo Medici, oggi diviso tra la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi e gli
Uffizi, appunto. In questa raffigurazione apparentemente caotica della battaglia, tutto razionalizzato e inquadrato
dalla prospettiva che guida il pittore nella disposizione razionale di tutti gli elementi, dai cavalli ai soldati, alle lance
degli stessi, che cadute in terra formano figure geometriche.
Beato Angelico fu uno dei primi artisti a recepire la nuova sensibilit, come testimonia l'Incoronazione della Vergine
del 1435 circa, che, seppur ancora circondata dallo sfondo oro tipicamente medievale, trasmette una sensazione di
prospettiva ragionata nel dispiegarsi dei cori degli angeli.
Importante opera di Domenico Veneziano la Pala di Santa Lucia de' Magnoli, del 1445 circa, una sacra
concertazione che si svolge in un ambiente dalla prospettiva realistica, con una luce naturale, mattiniera e cristallina,
che d corpo alle figure, tipica dell'autore. Si tratta anche di uno dei primi esempi di nuovo formato rettangolare per
le pale d'altare, privo del fondo oro.
Dopo il riordino degli anni novanta il Doppio ritratto dei Duchi d'Urbino di Piero della Francesca stato spostato
nella sala successiva.

Sala 8 dei Lippi


Valutiamo Filippo Lippi degno di figurare nel novero dei grandi maestri del primo Rinascimento, ossia il
Rinascimento fiorentino, secondo per bravura solo a Masaccio, e precursore di Sandro Botticelli. In questa sala si
pu notare l'evoluzione del suo stile verso soluzioni sempre di maggior raffinatezza, come l'Incoronazione della
Vergine (1441-1447), che dimostra un attento studio dello stile del Masaccio (Lippi fu monaco nella chiesa del
Carmine dove si trova la Cappella Brancacci), soprattutto nel solida e corposa figura della Madonna, oppure le due
Adorazioni del bambino, influenzate dai corpi scolpiti dal contemporaneo Donatello e Luca della Robbia, per
arrivare al capolavoro indiscutibile della Madonna con bambino e angeli (La Lippina, 1465 circa), di commovente
dolcezza e con un uso sottile ed elegante del colore, maturato forse anche attraverso lo studio di opere fiamminghe.
Sono qui presenti anche opere pi tarde del figlio di Filippo, Filippino Lippi, con la Pala degli Otto (1486) e
l'Adorazione dei Magi (1496).
Molto famosi sono i Ritratti dei duchi d'Urbino di Piero della Francesca del 1465 circa, esemplare via di mezzo fra il
realismo (soprattutto dei dettagli, come i gioielli, le acconciature, le rughe della pelle) e l'idealizzazione delle effigi
dei duchi, con una grande attenzione anche ai paesaggi e alla prospettiva. L'uomo viene esaltato nella sua dignit e
diventa soggetto pittorico. Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di
rappresentanza.
Anche i delicati traguardi nell'uso del colore di Alessio Baldovinetti sono qui testimoniati da alcune sue opere
(Annunciazione e Pala di Cafaggiolo).

Sala 9 dei Pollaiolo


La sala dedicata ai fratelli Antonio e Piero del Pollaiolo, attivi nella seconda met del Quattrocento e interpreti di
una pittura dal forte risalto lineare, attenta anche alle novit provenienti dal mondo fiammingo (resa naturale della
luce, attenzione ai dettagli, ecc.).
Antonio del Pollaiolo rappresentato da alcune delle sue opere pi famose, incentrate sul movimento delle figure,
come nel piccolo ma poderoso dipinto a due facce delle Fatiche di Ercole (Ercole e Anteo ed Ercole e l'Idra), oppure
dai ritratti (Ritratto femminile, da alcuni attribuito invece a Piero).
La pala con i Santi Giacomo, Vincenzo ed Eustachio forse un lavoro di collaborazione tra i due fratelli.
Piero rappresentato anche delle sei grandi tavole delle Virt realizzate per il Tribunale della Mercanzia: la settima
(Fortezza, 1470), la prima opera documentata del giovanissimo Sandro Botticelli.
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Sala 10-14 del Botticelli


In questa sala, sublime e vasta, raccolta la migliore
collezione al mondo di opere del maestro Sandro
Botticelli, compreso il suo capolavoro, la Primavera e
la celeberrima Nascita di Venere, due opere
emblematiche della sofisticata cultura neoplatonica
sviluppatasi a Firenze nella seconda met del
Quattrocento. Queste opere furono realizzate negli anni
ottanta del Quattrocento e sono le prime opere di grandi
dimensioni a soggetto profano del Rinascimento
italiano. Furono dipinte per Lorenzo de' Medici, ma
non Lorenzo il Magnifico, ma un suo cugino che
viveva nella Villa di Careggi, con il quale fra l'altro non
scorreva buon sangue.

In questa sala si pu ripercorrere l'intiera evoluzione


pittorica del maestro, con la graziosa Madonna in
gloria di serafini e la Madonna del Roseto, opere pi Botticelli, Madonna del Magnificat

giovanili legate ancora allo stile di Filippo Lippi e del


Verrocchio, al Ritratto d'uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio (1475), dove gi si assiste ad una maturazione
dello stile legata probabilmente allo studio del realismo di opere fiamminghe, alle opere mitologiche, come la
commovente Pallade e il Centauro, allegoria degli istinti umani divisi tra ragione e impulsivit, ma guidati dalla
sapienza divina.

Con l'avvicinarsi del XVI secolo l'ondata reazionaria ultra-religiosa di Girolamo Savonarola inizi a farsi sempre pi
pressante nella societ fiorentina e questo si manifesta pi o meno gradualmente in tutti gli artisti dell'epoca. Anche
Botticelli, dopo un'opera fastosa come la Madonna del Magnificat inizi ad adottare uno stile pi libero, sciolto dalla
lucidit geometrica della prospettiva del primo Quattrocento (Madonna della Melograna, Pala di San Barnaba), con
qualche esperimento arcaicista come l'Incoronazione della Vergine dove il maestro torna allo sfondo oro in una
scena pare ispirata dalla lettura di Dante. Il periodo pi cupo della predicazione savonaroliana porta una definitiva
ventata di misticismo pessimista nella sua pittura: la Calunnia (1495) simboleggia il fallimento dello spirito
ottimistico umanista, con la constatazione della bassezza umana e la relegazione della verit.
Ma questa sala contiene anche altri numerosi capolavori: particolarmente azzeccata la collocazione del Trittico
Portinari, opera fiamminga di Hugo van der Goes del 1475 circa portata da una banchiere della ditta Medici a
Bruges nel 1483, che con la sua estraneit formale verso le opere circostanti ben rende l'effetto di fulgida meteora
che questa opera ebbe nei circoli artistici fiorentini della seconda met del Quattrocento. A un esame pi accurato si
iniziano a cogliere per le affinit con le opere realizzate successivamente, la maggior cura dei dettagli, la migliore
resa luministica dovuta alla pittura ad olio che i pittori fiorentini cercarono di imitare, arrivando anche a copiare
alcuni elementi dell'opera fiamminga, come gli omaggi chiari di Domenico Ghirlandaio nella sua analoga
Adorazione dei pastori nella basilica di Santa Trinita.
Un'altra opera fiamminga la Deposizione nel sepolcro di Rogier van der Weyden (1450 circa), con la composizione
ripresa da un pannello di Beato Angelico, che testimonia i reciproci scambi tra maestri fiamminghi e fiorentini.
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Sala 15 di Leonardo
La sala documenta gli esordi artistici di Leonardo da Vinci, a partire dalla prima opera documentata, il Battesimo di
Cristo del 1475, opera del suo maestro Verrocchio nella quale il giovane Leonardo dipinse la testa dell'angelo di
sinistra, il paesaggio e forse il modellato del corpo di Cristo. Il Vasari racconta che Verrocchio sentendosi superato
dall'allievo, abbandon la pittura dedicandosi soltanto alla scultura.
Un'altra opera giovanile l'Annunciazione, dipinta dal maestro ventenne, dove gi sono visibili le qualit dello
sfumato leonardesco e la sua attenzione alle vibrazioni atmosferiche (si pensi all'angelo appena atterrato), ma con
qualche errore prospettico, come il libro sul quale la Vergine posa un braccio, che al suolo poggia su un basamento
ben pi avanzato rispetto alle gambe della Madonna.
L'Adorazione dei Magi invece un'opera incompiuta nella quale lampante il senso innovatore del genio di Vinci,
con una composizione originalissima incentrata sulla Madonna e il Bambino in un rutilante scenario di numerose
figure in movimento, fra le quali non compaiono per il tradizionale San Giuseppe o la capannuccia.
Altre opere nella sala il Cristo nell'orto e la Piet, opere mature di Pietro Perugino, il Crocifisso con la Maddalena di
Luca Signorelli, l'Incarnazione (1505) di Piero di Cosimo o l'Adorazione dei pastori di Lorenzo di Credi.

Sala 16 delle carte geografiche


Originariamente si trattava di una loggia, che venne chiusa per desiderio di Ferdinando I de' Medici, che la fece
affrescare con le carte geografiche da Ludovico Buti, che si bas sulle carte di Stefano Bonsignori. Le carte
geografiche affrescate illustrano i domini medicei, lo Stato di Siena e l'Isola d'Elba.
In questa piccola sala fu ospitata la collezione di strumenti scientifici. Vi si trovavano un mappamondo e una sfera
armillare, oggi al Museo di storia della scienza, mentre nel soffitto si trovavano alcune tele di Jacopo Zucchi, gi a
Villa Medici di Roma.
Vi sono esposti alcuni manufatti di arte romana del II e III secolo d.C.

Sala 17 dell'Ermafrodito
Questa piccola sala, con accesso dalla Tribuna, era un tempo lo Stanzino delle Matematiche, creato per Ferdinando I
de' Medici. Il soffitto venne infatti decorato con un'allegoria della Matematica ed episodi che celebrano la cultura
scientifica antica. Oggi espone la collezione di bronzetti moderni e alcune opere scultorie antiche, fra le quali
spiccano due sculture romane fra le pi note del museo: l'Ermafrodito e il gruppo di Amore e Psiche, entrambe copie
di originali ellenistici.

La Tribuna
La Tribuna una saletta ottagonale che rappresenta la parte pi antica della galleria. Fu commissionata da Francesco
I de' Medici nel 1584 per sistemarvi le collezioni archeologiche e in seguito vi furono collocati tutti i pezzi pi
preziosi e amati delle collezioni medicee. Divenuta molto popolare ai tempi del Grand tour, si dice fu un'ispirazione
per le Wunderkammer di numerosi nobili europei. L'ambiente coperto da cupola incrostata di conchiglie e
madreperla e percorsa da costoloni dorati e lanterna su cui era una rosa dei venti, collegata all'esterno da una
banderuola. La Tribuna presenta nelle pareti di rosso scarlatto, dato dalla tappezzerie di velluto, su cui sono appesi i
quadri e mensole per oggetti e statue; lo zoccolo, oggi perduto, venne dipinto da Jacopo Ligozzi con uccelli, pesci e
altre meraviglie naturalistiche; al centro stava un tempietto-scrigno, ovvero un mobile ottagonale che custodiva i
pezzi pi piccoli e pregiati della collezione; il pavimento venne realizzato a intarsi marmorei.
La Tribuna, le sue decorazioni e gli oggetti che conteneva alludevano ai quattro elementi (Aria, Terra, Acqua,
Fuoco): per esempio la rosa dei venti nella lanterna evocava l'aria, mentre le conchiglie incastonate nella cupola
l'Acqua; il fuoco era simboleggiato dal rosso delle pareti e la terra dai preziosi marmi sul pavimento. Tutta questa
simbologia era poi arricchita da statue e pitture che sviluppavano il tema degli Elementi e delle loro combinazioni. Il
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significato affidato all'insieme era, inoltre, la gloria dei Medici, che grazie alla volont divina, aveva raggiunto il
potere terreno, simboleggiato dai magnifici oggetti rari e preziosi posseduti.
Nel corso del tempo la Tribuna ha subito numerose trasformazioni. Nell'Ottocento l'ordinamento originario venne
smembrato e gli oggetti divisi secondo il genere e la categoria di appartenenza, facendo nascere i primi nuclei di vari
musei fioprentini odierni, come il Museo degli Argenti, il Museo di Mineralogia e Litologia, quello Archeologico,
ecc.
Oggi comunque l'unica sala nella quale si pu comprendere lo spirito originario degli Uffizi, cio di luogo di
meraviglia dove si potessero confrontare direttamente le opere degli antichi, rappresentate dalla scultura, e quelle dei
moderni, con le pitture. Attorno al pregevole tavolo intarsiato in pietre dure (del 1633-1649) sono poste in circolo
alcune delle pi famosa sculture antiche dei Medici, come il Fauno Danzante (replica romana di un originale del III
secolo a.C.), i Lottatori (copia di epoca imperiale), l'Arrotino (che affilava il coltello nel gruppo di Marsia), lo Scita,
(copia di una statua della scuola di Pergamo che faceva parte di un gruppo con Marsia), l'Apollino e soprattutto la
celebre Afrodite Medici, un originale greco del I secolo a.C. acquistato a Roma nel Cinquecento, che copia l'Afrodite
Cnidia di Prassitele, tra i capolavori assoluti della statuaria classica.
Le pitture sono tutte del periodo dopo il 1530, in particolare risalgono al filone della maestosa pittura di corte
fortemente promossa da Cosimo I e da sua moglie Eleonora da Toledo. Di quest'ultima il celebre Ritratto di
Eleonora di Toledo col figlio Giovanni di Agnolo Bronzino, autore anche dei ritratti di Bartolomeo Panciatichi e di
sua moglie Lucrezia, dei Principini medicei e del dipinto del Giovane con liuto. Altri ritratti sono opere del Vasari
(Lorenzo il Magnifico), di Jacopo Pontormo (Ritratto di Cosimo il Vecchio), mentre fra i dipinti di soggetto diverso
spiccano il Putto musicante di Rosso Fiorentino e la Dama col petrarchino di Andrea del Sarto.
Il monumentale stipo in pietre dure conteneva la collezione di inestimabili pietre preziose, cammei antichi e pietre
dure lavorate, una delle collezioni pi amate dai Medici, i quali spesso facevano incidere le proprie iniziali sui pezzi
pi pregiati: oggi sono esposte in diverse sedi, al Museo degli Argenti, al Museo archeologico nazionale fiorentino e
al Museo di Mineralogia e Litologia.

Sala 19 del Perugino e di Signorelli


Questa piccola sala faceva parte dell'Armeria. La volta originale and distrutta e venne ridipinta nel 1665 con le
Allegorie di Firenze e della Toscana, trionfi, battaglie e stemmi medicei da Agnolo Gori.
La sala dedicata alle opere di piccolo formato di artisti a cavallo tra Quattro e Cinquecento di varie scuole da
scuole dell'Italia settentrionale e centrale.
Luca Signorelli fu un pittore nativo di Cortona celebre per la profondit dell'uso del colore e per il senso di tensione
e movimento delle sue opere, che furono il modello pi immediato per la pittura di Michelangelo. La sua Sacra
famiglia per esempio ispirer il grande artista del Cinquecento nel Tondo Doni. Sempre di Signorelli la pregevole
Madonna col Bambino tra ignudi del 1490 circa.
La sala dedicata anche alle opere di Pietro Perugino, uno dei primi maestri della scuola umbra, che ebbe a bottega
anche Raffaello Sanzio. Del Perugino sono esposte soprattutto opere legate alla sua attivit di ritrattista, come i due
Monaci di profilo dalla Pala di Vallombrosa (1500), il Ritratto di Francesco Maria delle Opere (1494) o il Ritratto
di giovane.
Vicini allo stile pittorico di questi due maestri, troviamo opere di Lorenzo di Credi, come l'Annunciazione, e di Piero
di Cosimo, celebre per il tono magico e fantasioso delle sue opere a soggetto mitologico, qui rappresentato dal
Perseo libera Andromeda.
Chiudono la sala dipinti di scuola emiliana, forlivese e marchigiana.
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Sala 20 di Drer
Nella sala 20 sono esposte importanti opere di scuola tedesca che testimoniano l'influenza e la diffusione dell'arte
fiorentina verso anche altre scuole pi lontane, nel periodo tra il Quattro e il Cinquecento. Il soffitto presenta una
decorazione ad affresco con grottesche originali del Cinquecento, mentre le vedute di Firenze vennero aggiunte in
seguito nel Settecento; curiosa la veduta della basilica di Santa Croce senza la facciata ottocentesca.
Il nucleo relativo a Albrecht Drer il pi significativo, e mostra sia la capacit tipicamente nordica di infondere
grande realismo alle opere (come nel Ritratto del padre del 1490), sia i debiti verso al pittura italiana nell'uso della
prospettiva e della colorazione simbolica (come nell'Adorazione dei Magi del 1504 o nei Santi Filippo e Giacomo
del 1516). Completano l'esposizione esempi di opere di Lukas Cranach (Adamo ed Eva), Hans Maler zu Schwaz, Jan
Brueghel il Vecchio e altri.

Sala 21 del Giambellino e di Giorgione


In questa sala, destinata nel 1588 circa da Ferdinando I de' Medici ad accogliere l'Armeria e con affrescate nella
volta da Ludovico Buti battaglie e grottesche (interessanti le figure di "indiani" e animali del Nuovo Mondo), sono
allestite opere dei maestri del primo Rinascimento veneto, illustrando lo sviluppo della scuola veneziana, da
Bartolomeo Vivarini, qui presente con un San Ludovico di Tolosa, a Giovanni Bellini di cui sono presenti sia il
Compianto sul Cristo morto, un modello utilizzato nella bottega belliniana, e l'enigmatica Allegoria sacra, che nel
tema risponde al nuovo gusto umanistico ermetico ed elitario, fino a Giorgione qui presente con tre opere molto
problematiche: al maestro possono essere riferiti certamente i due paesaggi sullo sfondo del Giudizio di Salomone e
della Prova del fuoco di Mos, per il Ritratto di guerriero con scudiero detto Il Gattamelata invece l'attribuzione
discussa.
Altri veneziani sono Vittore Carpaccio e Cima da Conegliano, mentre due opere ferraresi sono le tavole di Cosm
Tura e Lorenzo Costa il Vecchio.

Sala 22 dei fiamminghi e tedeschi del Rinascimento


Anche in questa sala presenta il soffitto decorato da Ludovico Buti (1588), con vivaci scene di battaglie.
Vi sono esposti esempi in piccolo formato di pittura nordica e fiamminga, con Albrecht Altdorfer (Storie di San
Floriano 1530 circa), Hans Holbein il Giovane (Ritratto di Sir Richard Southwell, 1536, e Autoritratto) e Hans
Memling, che fu influenzato dai pittori italiani (per esempio nella tavola della Madonna in trono). Il Ritratto di
Benedetto Portinari e il San Benedetto, sono parti di un trittico smembrato, pure opera di Memling, che testimoniano
la sua spinta innovativa sul soggetto del ritratto collocato all'aperto. Furono commissionati dalla stessa famiglia
fiorentina del Trittico Portinari, visto nella sala di Botticelli.
Non a caso qui si trovano anche opere del pittore italiano pi "fiammingo", tanto che a volte le sue opere furono
scambiate in passato per quelle di maestri delle Fiandre, Antonello da Messina, che per primo applic la pittura a
olio in Italia, avendo modo di collaborare direttamente con maestri d'oltralpe come Petrus Christus: alcuni documenti
proverebbero indirettamente questa collaborazione, che comunque non ancora accettata da tutti gli storici dell'arte,
anche se il debito stilistico fra i due pittori senz'altro spiccato.
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Sala 23 di Mantegna e di Correggio


Anche questa sala faceva parte dell'armeria, come ricorda il soffitto affrescato da Ludovico Buti con officine per la
produzione di armi, polvere da sparo e modelli di fortezze (1588).
Le opere in questa sala sono di pittori rinascimentali dell'Italia settentrionale, attrivi tra il Quattro e il Cinquecento.
Andrea Mantegna fu pittore di corte a Mantova dal 1460, sotto il patrocinio dei Gonzaga, ed considerato
unanimemente il fondatore dell'arte rinascimentale lombarda, e profondo influenzatore di tutta la pittura dell'Italia
settentrionale di quel periodo. In questa sala sono esposte diverse sue opere che permettono di valutare il suo
percorso artistico, come la Madonna delle cave, il Ritratto di Carlo de' Medici e il trittico proveniente dal Palazzo
Ducale di Mantova con l'Ascensione, l'Adorazione dei Magi e la Circoncisione (1460-1470 circa), eseguite per i
Gonzaga e riunite come trittico solo nell'Ottocento.
A Mantegna si ispir per esempio Vincenzo Foppa, come nella Madonna col Bambino e un angelo (1480 circa),
mentre all'altro grande protagonista del Rinascimento lombardo, Leonardo da Vinci, si ispirarono le tele qui esposte
di Boltraffio (il Narciso alla fonte), Bernardino Luini (Salom con la testa del Battista) e il senese Sodoma (Cristo
tra gli sgherri). Proprio a Leonardo era attribuita anche la Leda col cigno, oggi ritenuta pi probabilmente una copia
da un originale perduto o l'opera di un allievo.
Totalmente diversa invece la pittura del Correggio, che ha in comune con il Mantegna solo il fatto di essere stato il
pi importante rappresentante di una scuola pittorica, quella emiliana del primo Cinquecento. Furono da lui dipinte
la Madonna col Bambino tra due angeli musicanti (opera della giovinezza), l'Adorazione del Bambino (1530 circa) e
il Riposo dalla fuga in Egitto con san Francesco (1517 circa), che testimoniano la sua grande originalit compositiva
stupefacentemente anticipatrice, con quasi un secolo di distacco, della pittura barocca.

Sala 24 Gabinetto delle miniature


Questa sala a pianta ellissoidale, visibile solo affacciandosi dall'esterno, ospita la collezione di circa quattrocento
miniature dei Medici, di varie epoche e scuole e raffiguranti soprattutto ritratti; per la fragilit dei supporti, non
possono essere esposti alla luce quotidianamente e gli esemplari scelti vengono fatti ruotare periodicamente.
La sala venne decorata all'epoca di Ferdinando I, che qui aveva fatto collocare la collezione di pietre e cammei
portata in dote dalla moglie Cristina di Lorena. Nel tempo ha ospitato varie collezioni (bronzetti, oreficerie, oggetti
messicani, gioielli, gemme...) che oggi si trovano altrove, soprattutto al Museo degli argenti. L'aspetto odierno il
risultato degli interventi settecenteschi di Zanobi del Rosso, che su incarico del Granduca Pietro Leopoldo ricav la
forma ovale e ricre la decorazione (1782).

Corridoio sull'Arno
Questo ambiente, spettacolore per le vedute sul Ponte Vecchio, sull'Arno e sulle colline a sud di Firenze, ospita da
secoli le opere migliori della statuaria antica, per via della spettacolarit dell'ambientazione e per la massima
luminosit (infatti affaccia a sud). Gli affreschi dei soffitti sono a tema religioso, eseguiti tra il 1696 e il 1699 da
Giuseppe Nicola Nasini e Giuseppe Tonelli, per iniziativa del "cattolicissimo" granduca Cosimo III, a parte le prime
due campate che sono cinquecentesche: una con un finto pergolato e una con le grottesche.
Tra le statue esposte si trovano un Amore e Psiche, copia romana di un originale ellenistico, e il cosiddetto
Alessandro morente, una testa ellenistica derivata da un originale di Pergamo, modello spesso citato di espressione
patetica. Agli incroci coi corridoi principali si trovano due statue del tipo Olympia, derivate dalla Venere seduta di
Fidia, una del IV secolo e una del I secolo con la testa rifatta in epoca moderna.
Sul lato verso l'Arno sono posti un altare dei Lari, di epoca augustea, un sarcofago con la Caduta di Fetonte e, sul
retro, le Corse nel Circo Massimo (II secolo), la Fanciulla seduta pronta alla danza (II secolo a.C., facente parte di
un gruppo col Satiro danzante del quale esiste una copia davanti all'ingresso della Tribuna) e un Marte in marmo
nero (da un originale del V-IV secolo a.C.).
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Sul lato opposto si trovano un frammento di Lupa in porfido, copia da un originale del V secolo a.C., l'ara cilindrica
con il Sacrificio di Ifigenia (I secolo d.C.; Agamennone la figura velata, a significare il suo dolore come inventato
dal pittore greco Timante) e un Dioniso e satiro, col solo busto antico, mentre il resto venne aggiunto da Giovan
Battista Caccini nel tardo Cinquecento.

Corridoio ovest
Nel corridoio ovest, usato come galleria a partire dalla seconda met del XVII secolo dopo aver ospitato le officine
artigiane, continua la serie di statue classiche di provenienza soprattutto romana, in larga parte acquistate al tempo di
Cosimo III sul mercato antiquario romano. Fra le opere pi interessanti le due statue a tutto tondo di Marsia (bianco
e rosso), poste una di fronte all'altra e copie romane di un originale tardo ellenistico: quello rosso appartenne a
Cosimo il Vecchio e la testa venne integrata, secondo Vasari, da Donatello. Pi avanti si trova un copia del
Discobolo di Mirone, col braccio destro restaurato come se si coprisse il volto (a lungo venne per questo aggregata al
gruppo di Niobe). Il Mercurio un pregevole nudo derivato da Prassitele restaurato nel Cinquecento. A sinistra del
vestibolo d'uscita si trova un busto di Caracalla, con l'espressione energica che ispir i ritratti di Cosimo I de'
Medici. Alla parete opposta si trovano una Musa del IV secolo a.C. di Atticiano di Afrodisia e un Apollo con la
cetra, busto antico elaborato dal Caccini. La Venere celeste un altro busto antico integrato nel Seicento da
Alessandro Algardi: per questo quando vennero ritrovate le braccia originali non vennero reintegrate. La Nereide
sull'Ippocampo deriva da un originale ellenistico. Notevole il realismo ritrattistico del Busto di Fanciullo, detto
anche del Nerone bambino.
In fondo al corridoio si trova il Laocoonte copiato da Baccio Bandinelli per Cosimo I de' Medici su richiesta del
cardinale Giulio de' Medici, con integrazioni del Bandinelli stesso desunte dal racconto virgiliano. Si tratta dell'unica
statua interamente moderna dei corridoi, che permette il confronto, un tempo cos caro ai Medici, tra maestri
moderni e antichi.
La decorazione del soffitto avvenne tra il 1658 e il 1679 su iniziativa di Ferdinando II de' Medici, con soggetti legati
a uomini illustri fiorentini, quali esempi di virt, e le personificazioni delle citt del Granducato di Toscana. I pittori
che parteciparono all'opera furono Cosimo Ulivelli, Angelo Gori, Jacopo Chiavistelli e altri. Quando le ultime dodici
campate andarono perdute in un incendio nel 1762, gli affreschi vennero reintegrati da Giuseppe del Moro, Giuliano
Traballesi e Giuseppe Terreni.

Sala 25 di Michelangelo e dei fiorentini


Questa sala, la prima dell'ala ovest, dedicata al Cinquecento fiorentino. L'opera esposta che attira subito
l'attenzione il magnifico Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti, una Sacra famiglia altamente innovativa, sia per
la composizione che per l'uso dei colori, che oltre a rappresentare uno dei rarissimi dipinti su tavola del maestro
anche l'archetipo di tutto il manierismo, l'opera con la quale si confront tutta la genereazione seguente di pittori.
Dipinta verso il 1504, un'opera non convenzionale per la posa, con il bambino in braccio a San Giuseppe piuttosto
che alla Madonna, voltata di spalle. I soggetti in primo piano creano una strutture triangolare sul cui sfondo si staglia
la fascia orizzontale dei putti nudi, forse un riferimento al mondo pagano escluso dalla salvezza. I colori usati sono
sorprendentemente accesi e la cornice originale forse disegnata da Michelangelo stesso con le graziose teste
intagliate che guardano il dipinto,
Un'inquietante Salom (1515) del pittore spagnolo Alonso Berruguete, attivo a Firenze nel primo Cinquecento, si
trova pure nella sala, cos come opere coeve di Fra Bartolomeo (come l'Apparizione della Vergine a san Bernardo
del 1504-1507) e di Mariotto Albertinelli (come la Visitazione del 1503) che risultano ancora pi tradizionali dal
confronto con le innovazioni di Michelangelo, opere ispirate agli insegnamenti religiosi di Girolamo Savonarola.
Tra la sala 24 e la sala 35 si trova l'accesso per il Corridoio Vasariano.
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Sala 26 di Raffaello e di Andrea del Sarto


Le prime opere di Raffaello Sanzio sono quasi contemporanee al Tondo Doni di Michelangelo, ma denotano
un'impostazione ancora legata al passato, alle opere di Pietro Perugino, anche se la qualit pittorica aveva gi
superato il maestro. In questa fase l'artista aveva sviluppato un'arte estremamente dolce e pacata, sia nel controllo
della resa pittorica, sia nella scelta delle pose dei soggetti, con risultati di estrema armonia e bellezza. Sono qui
custoditi i Ritratti dei duchi di Urbino Elisabetta Gonzaga e Guidobaldo da Montefeltro nonch quello del loro
nipote ed erede Guidobaldo Della Rovere; la famosa Madonna del Cardellino, armonica sintesi di diverse esperienze
pittoriche (Perugino, Leonardo da Vinci, Fra Bartolomeo...) datata al soggiorno fiorentino del pittore, tra il 1505 e
il 1506. Il periodo successivo dell'arte di Raffello, il cosiddetto periodo romano, quando divenne pittore principale
della corte vaticana, caratterizzato da una maggiore monumentalit e un pieno possesso della tecnica del colore, qui
ben rappresentato dal sommo Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi.
Un altro capolavoro rappresentato dalla Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto (1517) esemplare del periodo
centrale della sua produzione pittorica, dinamico e con una piena padronanza del colore, influenzato dai coevi
risultati pittorici di Michelangelo, mentre il San Jacopo (1528) tipico dello stile pi maturo, l'ultimo periodo
dell'artista, dove ormai aveva sviluppato un proprio linguaggio di forte carica monumentale, quasi scultorea, con
figure pi isolate sullo sfondo e marcate in tutta la loro solennit.

Sala 27 del Pontormo e del Rosso Fiorentino


L'arte fiorentina della prima met del Cinquecento svilupp varie correnti; oltre al classicismo di Andrea del Sarto,
ebbe un ruolo rilevante il cosiddetto manierismo, caratterizzato da un linguaggio pi innovativo e per certi versi di
vera e propria rottura con la tradizione: si svilupparono rappresentazioni di figure innaturali (nei colori, nelle pose,
nell'anatomia) ma dotate di grande eleganza e di una forte carica evocativa, quasi "magica".
Jacopo Pontormo ne fu il caposcuola, sebbene non amato dai contemporanei, che trasse ispirazione anche dalla
coeva pittura tedesca, desunta dalle incisioni di Albrecht Drer; presente con la Cena in Emmaus del 1525, un
Sant'Antonio Abate, la Nativit di san Giovanni Battista (desco da parto) e il Ritratto di Maria Salviati.
Rosso Fiorentino fu un altro importante esponente dell'epoca, caratterizzato per da una forza pittorica dirompente e
per certi versi irriverente, quasi blasfema; sua la Pala dello Spedalingo (1518) e il Mos che difende le figlie di
Jetro (1523 circa), opere tipiche del suo stile voluttuoso e di rottura con gli schemi tradizionali.
Corredano la sala anche degli interessanti lavori di artisti dell'epoca, come Agnolo Bronzino, allievo del Pontormo,
con il Compianto sul Cristo morto e la Sacra Famiglia Panciatichi, opere raffinate e preziose, frutto della pi alta
committenza aristocratica fiorentina. Francesco Salviati prese le mosse dalla pitture sinuosa del Pontormo e l'arricch
di esperienze fatte a Roma, come l'incontro con l'emiliano Parmigianino. Artista minore, ma interessante per cultura
figurativa dell'epoca, il Bacchiacca, caratterizzato da uno stile minuzioso, quasi fiammingo.

Sala 28 di Tiziano e di Sebastiano del Piombo


La sala 28 dedicata alla pittura veneta dei primi decenni del Cinquecento.
Il caposcuola Tiziano rappresentato da un'ampia antologia di ritratti, da quello del Cavaliere di Malta (1510 circa),
a quelli dei duchi di Urbino Francesco Maria della Rovere e Eleonora Gonzaga, fino al Ritratto di Ludovico
Beccardelli del 1552.
Opera celeberrima la Venere d'Urbino, di raffinata sensualit evidenziata dalla piena plasticit del colore che d
corpo al volume corporeo della dea. Sempre a tema mitologico sono i dipinti della Flora e della Venere con cupido
(1550 circa).
Completano la sala anche alcune notevoli opere di Palma il vecchio, come la Sacra Famiglia con san Giovannino e
la Maddalena, del 1515 circa. Il suadente stile di Sebastiano del Piombo illustrato dalla Morte di Adone e da un
Ritratto di donna.
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Sala 29 del Dosso e del Parmigianino


Questa sala e il successivo Gabinetto ospitano artisti cinquecenteschi dell'Emilia-Romagna (soprattutto delle aree di
Parma e di Ferrara) e dell'Italia centrale. La sala 29 ospita i pittori emiliani della prima met del Cinquecento.
Spicca qui una delle opere pi famose della galleria, la Madonna dal collo lungo di Parmigianino, capolavoro e
summa delle ricerche antinaturalistiche e virtuosistiche del manierismo. Uno straordinario gioco di linee si gioca tra
il corpo della Vergine, il Bambino (in posa da "Deposizione", che quindi preannuncia la sua morte) e i personaggi
sulla sinistra, compresa l'anfora sospesa perfettamente ovale. L'enigmatico sfondo non fa capire se la scena si svolga
all'interno o all'esterno, un'ambiguit complessa e sicuramente voluta, anche se la sinuosa bellezza della Vergine non
fa spesso accorgere che si tratta di un'opera rimasta incompiuta nella parte destra, con uno sfondo approssimativo nel
quale erano previste altre figure (esiste infatti il piede in un personaggio interrotto)
Sempre del Parmigianino la Madonna di San Zaccaria (1530), caratterizzata dalla stessa grazia formale e da un
paesaggio con monumenti antichi.
Altre opere significative sono quelle di Luca Cambiaso (Madonna col bambino 1570) o dell'eccentrico Dosso Dossi,
pittore di corte presso gli Este di Ferrara (Apparizione della Vergine ai santi Giovanni Battista e Giovanni
Evangelista o la grottesca scena della Stregoneria o Allegoria di Ercole del 1535 circa).

Sala 30 Gabinetto degli Emiliani del Cinquecento


Questa sala, come la precedente, dedicata ad artisti emiliani del Cinquecento, rappresentati da opere di piccolo
formato.
I due artisti qui rappresentati sono Ludovico Mazzolino, con opere quali la Madonna col Bambino e santi del
1522-23 o la Strage degli innocenti, e Benvenuto Tisi, detto il Garofalo, autore di tre tele esposte: l'Adorazione dei
pastori, l'Annunciazione e un San Girolamo.

Sala 31 del Veronese


In questa sala furono collocate le opere dell'importante maestro veneto Veronese, attivo nella seconda met del
Cinquecento
Esemplare del suo stile la Sacra Famiglia con Santi, caratterizzata sia dall'intimit della scena, che dalla ricchezza
cromatica tipicamente veneta (si noti ad esempio la veste della santa Barbara).
L'Annunciazione una grande tela, formato che ha reso famoso l'artista e che fu molto richiesto a Venezia dove era
impossibile coprire le pareti di affreschi a causa dell'umidit. In questa opera lo spazio si dilata fino all'ultimo
orizzonte, come nei grandi cicli della maturit del pittore.

Sala 32 del Bassano e del Tintoretto


Le sale dalla 32 alla 35 sono state dedicate al Cinquecento Veneto. In particolare in questa sala sono stati scelti due
autori ben rappresentativi di tale scuola: Jacopo Bassano, presente con opere come i Due cani, di soggetto
quotidiano, e il Tintoretto.
Del grande maestro veneto del secondo Cinquecento spicca la Leda e il cigno, soggetto mitologico di grande
sensualit, e alcuni importanti ritratti: dal tono aulico del Ritratto di ammiraglio veneziano alle opere pi intime e
dotate di spessore psicologico come il Ritratto di Jacopo Sansovino.
Sono presenti anche alcuni ritratti di Paris Bordon, di notevole enfasi.
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Sala 33 Corridoio del Cinquecento


Questo stretto corridoio stato allestito, dopo il riordino degli anni novanta, con varie opere di piccolo formato di
varie scuole, italiane ed estere, in larga parte risalenti alla seconda met del Cinquecento. Tra gli artisti di scuola
spagnola spicca il dipinto dei Santi Giovanni Evangelista e Francesco di El Greco; francese il dipinto delle Due
donne al bagno della scuola di Fontainebleau; Susanna e i vecchioni un'opera del fiammingo Frans Floris.
Tra i maestri toscani sono rappresentati Alessandro Allori, Agnolo Bronzino, Giorgio Vasari e Jacopo Zucchi: tutti
loro parteciparono al pi grande progetto dell'epoca a Firenze, la ridecorazione di Palazzo Vecchio voluta da Cosimo
I e da Francesco I de' Medici, culminata nel capolavori dello Studiolo.
L'ultima parte del corridoio ospita opere dove possibile vedere i mutamenti voluti dalla Controriforma, che dett
nuove regole per la committenza e quindi per l'arte in generale: pittori come Jacopo Ligozzi, l'Empoli, Andrea
Boscoli e Santi di Tito furono i capiscuola toscani che dovettero semplificare i propri soggetti per avere una
comunicazione dei temi sacri pi diretta e meno filosofica, scevra delle implicazioni letterarie, simboliche ed erudite
tipiche dei due secoli precedenti.

Sala 34 dei Lombardi del Cinquecento


La sala ospita opere di numerosi maestri attivi in tutto l'arco del XVI secolo. Tra questi spiccano Lorenzo Lotto,
anello di congiunzione tra la cultura veneta e lombarda (Ritratto di giovinetto, Susanna e i vecchioni, Sacra Famiglia
e santi)
La Trasfigurazione del bresciano Giovanni Girolamo Savoldo dominata dai mirabili effetti di luce, mentre il
Ritratto di ignoto con libro o il Ritratto del Cavaliere Pietro Secco Suardo sono alcuni degli esempi di opere del
grande pittore bergamasco Giovanni Battista Moroni.
Legata ai valori della Controriforma la grande pala d'altare della Madonna col Bambino tra le sante Margherita e
Maddalena, di Girolamo Figino.

Sala 35 del Barocci e della Controriforma toscana


Questa sala dedicata a Federico Barocci, caposcuola dei pittori "riformati" toscani, con numerosi esempi dei
principali esponenti dell'epoca.
Opere chiave sono le grandi pale d'altare, impostate secondo un linguaggio pi eloquente e facilmente comprensibile
rispetto ai maestri precedenti. Si trova qui esposta la Madonna del Popolo, esempio di messaggio immediatamente
comprendibile ai fedeli, che vicina ad altre opere di artisti quali Santi di Tito, Alessandro Allori, Bernardino
Poccetti, oltre i successivi Cigoli, Empoli, Ludovico Buti e Passignano.

Vestibolo d'uscita e sala 41 (deposito)


Tra la sala 36 e la 41 si trova il vestibolo d'uscita, un tempo accesso del museo nel quale erano sistemate altre piccole
sale, al primo piano, le altre sale dalla 27 alla 40, che oggi sono usate per le esposizioni temporanee e, in parte, la
collezione del Seicento. Vi sono esposti oggi alcuni reperti antichi come un Torso di satiro e un Cinghiale, opere
antiche attribuite ad originali di Lisippo.
Altre opere famose, ma in attesa di una collocazione pi adeguata, sono l'enorme Testa di gigante morente, oppure il
celebre Spinario, cio il fanciullo seduto che si cava una spina da un piede, forse la prima opera antica ad essere
omaggiata da un artista occidentale moderno, cio dal Brunelleschi che la inser nella sua formella per il concorso
per la porta del Battistero, che per fu vinto da Lorenzo Ghiberti.
Si trova qui anche la cosiddetta Fanciulla seduta pronta alla danza e un'ara con il Sacrificio di Ifigenia.
Nella sala successiva (41) si trovavano le opere di Rubens, ma nel riallestimento stata chiusa e adibita a deposito,
mentre le grandi tele del maestro fiammingo sono state in parte collocate temporaneamente agli Appartamenti
monumentali di Palazzo Pitti.
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Sala 42 della Niobe


Questa grandiosa sala, con stucchi dorati e una solenne architettura neoclassica, venne realizzata dall'architetto
Gaspare Maria Paoletti a fine del Settecento per ospitare le numerose statue del Gruppo dei Niobdi, una serie di
statue romane copia di originali ellenistici portate in quegli anni a Firenze.
Il mito di Niobe dei suoi figli legato all'amore materno, che port la sventurata donna a vantarsi tanto della sua
prole (sette maschi e sette femmine) da paragonarsi a Latona, madre di Apollo e Artemide, suscitando cos l'ira degli
dei che si vendicarono uccidendoli uno ad uno. Le sculture vennero alla luce a Roma nel 1583 e fecero parte del
corredo decorativo di Villa Medici (acquistate dal cardinale Ferdinando), dalla quale furono trasferite a Firenze nel
1781, dove vennero esposte direttamente in questa sala. Una delle sculture del gruppo si trova curiosamente a Villa
Corsini a Castello, dove esiste un piccolo museo archeologico della Soprintendenza. Fra le altre sculture nella sala
da segnalare il grande cratere neoattico del I secolo.
Delle enormi tele alle pareti due sono di Rubens e una di Giusto Sustermans, mentre di recente stato ricollocato il
Ratto di Proserpina grossa tela di Giuseppe Grisoni che si pensava fosse andata perduta.

Sala 43 del Seicento italiano ed europeo


La sala 43, gi dedicata a Caravaggio, oggi allestita con opere del Seicento italiano ed europeo, in larga parte
collezionate dai Medici nel corso del secolo: la maggior parte dei dipinti seicenteschi si trova oggi esposta nella
Galleria Palatina di Palazzo Pitti e qui si trova solo una selezione rappresentativa.
La sala conserva opere di pittori di scuola emiliana (Annibale Carracci, Domenichino, Guercino), fiorentina
(Sigismondo Coccapani), genovese (Bernardo Strozzi) ecc.

Sala 44 di Rembrandt e dei Fiamminghi del Seicento


Questa sala dedicata alla pittura olandese del Seicento, appassionatamente collezionata dai Medici soprattutto
all'epoca di Cosimo III, che visit i Paesi Bassi, e suo figlio il gran principe Ferdinando. Il maestro pi importante di
questa scuola pittorica fu senz'altro Rembrandt, del quale sono esposti due dei numerosi autoritratti realizzati nel
corso della sua lunga carriera artistica, uno del 1634, l'altro eseguito attorno al 1660. Magistrale la sua ricerca della
psicologia, come si nota anche nella tela del Ritratto di vecchio.
Altri artisti rappresentanti di questa scuola sono Jan Brueghel il Vecchio (Paesaggio con guado 1067), Hercules
Seghers (Paesaggio montuoso), Jacob van Ruysdael (Paesaggi, 1660-1670), Rachel Ruysch (Frutta, 1711) e Jan
Steen (Colazione), che testimonaiano i vari generi di questa scuola: dalla veduta al paesaggio, dalla scena galante
alla scena di genere, dagli interni domestici alla natura morta.

Sala 45 del Settecento italiano ed europeo


Questa l'ultima sala del percorso della galleria al secondo piano e conclude cronologicamente la galleria. Contiene
infatti significativi esempi di pittura del Settecento, italiana ed estera.
Tra gli italiani vanno segnalati innanzitutto le opere dei celeberrimi pittori veneti come Giambattista Tiepolo (Storie
di Rinaldo) o Canaletto (presente con quattro Vedute), con quelle di Francesco Guardi e Rosalba Carriera.
Altre importanti opere sono del toscano Giuseppe Maria Crespi (Famiglia del pittore 1708) e del lombardo
Alessandro Magnasco (Refezione di zingari).
Per quanto riguarda gli stranieri, le opere esposte non sono molte, ma ciascuna rappresentativa delle scuole
pittoriche prin cipali ovvero quelle: francese (Jean Baptiste Simon Chardin, Jean Marc Nattier, Jean Etienne
Liotard) e spagnola (Francisco Goya, Ritratto della contessa di Chinchn).
L'ambiente attiguo quello del bar, dal quale si accede alla terrazza sopra la Loggia dei Lanzi, ottimo punto di
osservazione per Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e la Cupola del Brunelleschi. La piccola fontana della
terrazza contiene una copia del Nano Morgante a cavallo di una lumaca, di Giambologna, oggi al Bargello ma
Galleria degli Uffizi 23

originariamente creata per questo sito.

Verone sull'Arno
Le sale successive si trovano al piano inferiore, al primo. Dopo lo spazio nell'ala est dedicato alle esposizione
temporanee (che si deve attraversare comunque anche se non ve ne alcuna in corso) si giunge al Verone sull'Arno,
con le grandi finestre che danno sul fiume e sul piazzale degli Uffizi. Qui si trovano tre sculture monumentali.
Il Vaso Medici (al centro), grande cratere neoattico tra i tesori arrivati al museo da Villa Medici, risale alla seconda
met del I secolo a.C. ed straordinario per dimensioni e per qualit. Vi raffigurata nella base una scena a
bassorilievo con gli eroi Achei che consultano l'oracolo di Delfi prima della partenza per la guerra di Troia.
Il Marte Gradivo di Bartolomeo Ammannati, con il Dio rappresentato come nell'atto di incitare un esercito
standone a capo, mentre sul lato opposto si trova il Sileno con Bacco fanciullo di Jacopo del Duca, copia di una
statua romana oggi al Louvre, da un originale bronzeo del IV secolo, forse di Lisippo: anche queste due statue erano
a villa Medici e decoravano la loggia che d sul giardino.

Sala del Caravaggio


Le opere di Caravaggio a Firenze non sono molte, ma rappresentano bene la fase giovanile del maestro, densa di
celebri capolavori fin dalle prime produzioni artistiche. Solo con il riallestimento in seguito al 1993 questa opere
hanno trovato collocazione stabile in questa sala.
Spicca il Bacco, cos disincantatamente realistico, e la Testa di Medusa, in realt uno scudo ligneo per occasioni di
rappresentanza, come i tornei. L'espressione di terrore di Medusa impressiona per la cruda violenza della
rappresentazione. Opera pi tipica dello stile maturo il Sacrificio di Isacco, dove la violenza del gesto
miracolosamente sospesa.
Le altre opere della sala permettono un confronto immediato con opere di temi simili di seguaci del Caravaggio:
Artemisia Gentileschi con la Giuditta decapita Oloferne (una delle poche donne artiste ad avere un posto importante
nella storia dell'arte) e Battistello Caracciolo con la Salom con la testa del Battista.

Sala di Bartolomeo Manfredi


Bartolomeo Manfredi fu uno dei pittori pi prossimi a Caravaggio. qui presente con quattro opere. Una quinta,
Concerto, venne distrutta dall'attentato di via dei Georgofili del 1993: al suo posto stata collocata una copia antica.

Sala di Gherardo delle Notti


L'olandese Gerard van Honthorst, italianizzato in Gherardo delle Notti, soggiorn a lungo in Italia e venne molto
apprezzato da Cosimo III de' Medici. Il soprannome italianizzato viene dalla sua scelta di dipingere quasi
esclusivamente scene notturne rischiarate dal lume di candela, ispirandosi a Caravaggio ed a Georges de La Tour.
L'Adorazione dei pastori, dello stesso artista, venne gravemente danneggiata dall'attentato del 1993, ed oggi i suoi
resti sono tenuti nei depositi.
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Sala dei Caravaggeschi


La sala dei Caravaggeschi ospita opere di altri maestri ispirati da Caravaggio. Sono rappresentate quattro aree
geografiche:
Siena con Francesco Rustici;
Roma con Spadarino;
La Francia con Nicolas Regnier;
L'Olanda con Matthias Stomer.
qui collocata anche la tela di un maestro anonimo di eccellente qualit.

Sala di Guido Reni


L'ultima sala della galleria dedicata a Guido Reni, caposcuola bolognese del Seicento. In futuro previsto un
ulteriore ampliamento con l'apertura di altre sale a questo piano, ma non stato stabilito un preciso programma.
Guido Reni fu un maestro del gusto classicistico seicentesco, anche se l'opera del David con la testa di Golia si
ricollega per lo sfondo scuro ai caravaggeschi delle sale precedenti.
Pi astrattamente idealizzato l'Estasi di sant'Andrea Corsini, entrato in Galleria nel 2000, dalla luminosit
sovrannaturale.

Gabinetto dei disegni e delle stampe


Al primo piano della Galleria, presso i locali ricavati dall'ex Teatro Mediceo, ha sede la raccolta di arti grafiche,
iniziata intorno alla met del XVII secolo dal cardinale Leopoldo de' Medici e trasferita agli Uffizi nel 1700 circa.
Dell'antico teatro resta oggi solo il prospetto all'altezza dello scalone, con un busto di Francesco I de' Medici di
Giambologna (1586) sulla porta centrale; ai lati si trovano una Venere, copia romana di un originale del V secolo
a.C., e una Statua femminile ellenistica.
La raccolta di disegni e stampe, tra le maggiori al mondo, comprende circa 120.000 opere, datate dalla fine del
Trecento al XX secolo secolo, fra le quali spiccano esempi di tutti i pi grandi maestri toscani, da Leonardo a
Michelangelo a molti altri, che permettono spesso di stabilire il percorso creativo di un'opera, attraverso i disegni
preparatori, oppure a volte testimoniano, attraverso le copie antiche, opere ormai irrimediabilmente perdute, come gli
affreschi della Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci e della Battaglia di Cscina di Michelangelo, che un
tempo dovevano decorare il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, ma che non furono completati e dei quali si
persero sia le pitture sperimentali sulla parete, nel caso di Leonardo, sia il cartone preparatorio, nel caso di
Michelangelo.
Vasari stesso collezion i fogli e consacr il disegno come "padre" delle arti e prerogativa dell'arte fiorentina. Nella
piccola sala davanti allo scalone o nel vestibolo dui accesso al Gabinetto si tengono periodicamente mostre
temporanee, che espongono a rotazione materiale delle collezioni o le nuove acquisizioni.

Collezione Contini Bonacossi


Nel braccio destro del loggiato, con l'entrata da via Lambertesca, sistemata la straordinaria collezione raccolta nei
primi del Novecento dai coniugi Contini Bonacossi e donata agli Uffizi negli anni novanta, venendo cos a
rappresentare il pi importante accrescimento del museo relativo al secolo scorso. Della collezione fanno parte
mobilio, maioliche antiche, terrecotte robbiane, e soprattutto una notevolissima serie di opere di scultura e pittura
toscana, fra le quali spiccano una Maest con San Francesco e San Domenico di Cimabue, la Madonna della Neve
del Sassetta (1432 circa), la Madonna Pazzi di Andrea del Castagno (1445 circa), il San Girolamo di Giovanni
Bellini (1479 circa), il marmo di Gian Lorenzo Bernini del Martirio di San Lorenzo (1616 circa), La Madonna con
otto santi del Bramantino (1520-1530) oppure il Torero di Francisco Goya (1800 circa).
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Ex-chiesa di San Pier Scheraggio


Della chiesa che sorgeva accanto a Palazzo Vecchio restano solo alcune arcate visibili da via della Ninna, e una
navata che fa parte degli Uffizi, adiacente alla biglietteria usata nella seconda met del Novecento.
La sala di San Pier Scheraggio viene usata per conferenze, per esposizioni temporanee o per esporre opere che non
trovano spazio nel percorso espositivo per via della loro singolarit.
Attualmente ospita una collezione di arazzi medicei, ma in passato ha ospitato anche gli affreschi staccati del ciclo
degli uomini e donne illustri di Andrea del Castagno, provenienti dalla Villa Carducci-Pandolfini di Filippo Carducci
a Legnaia, o l'affresco di Botticelli dell'Annunciazione del 1481, staccato dalla parete della loggia dell'ospedale di
San Martino alla Scala a Firenze, oppure la grande tela della Battaglia di Ponte dell'Ammiraglio di Guttuso e Gli
archeologi di Giorgio de Chirico.

Sala delle Reali Poste


Questa sala al piano terreno nell'ala destra usata dall'associazione Amici degli Uffizi che organizza periodicamente
delle esibizioni temporanee a ingresso gratuito su svariati temi, con opere prese dai depositi, come quella riguardani i
temi dell'erotismo nell'arte quella sulle opere provenienti dall'arcispedale di Santa Maria Nuova o quella sugli
autoritratti.

Altre immagini

Esterno Targa
Galleria degli Uffizi 26

Statue nel portico

01. Cosimo de' Medici 02. Lorenzo de' Medici 03. Andrea Orcagna 04. Nicola Pisano

05. Giotto 06. Donatello 07. Leon Battista 08. Leonardo da Vinci
Alberti

09. Michelangelo 10. Dante Alighieri 11. Francesco Petrarca 12. Giovanni
Boccaccio
Galleria degli Uffizi 27

13. Niccol Machiavelli 14. Francesco 15. Amerigo Vespucci 16. Francesco Ferrucci
Guicciardini

17. Giovanni delle Bande Nere 18. Pier Capponi 19. Farinata degli Uberti 20. Galileo Galilei

21. Pier Antonio Micheli 22. Francesco Redi 23. Paolo Mascagni 24. Andrea Cesalpino
Galleria degli Uffizi 28

25. Sant'Antonino Pierozzi 26. Accursio 27. Guido Aretino 28. Benvenuto Cellini

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Galleria_degli_Uffizi& language=it& params=43_46_6. 38_N_11_15_21.
24_E_type:landmark
[2] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static. touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[3] http:/ / www. polomuseale. firenze. it/ musei/ uffizi
[4] A.S.F., Nove conservatori del dominio e della giurisdizione fiorentina 3710, c. 1v.
[5] cava posta in una localit tra Maiano e Coverciano, di propriet di Maddalena Gaddi degli Alessandri, famosa per la qualit della pietra
estratta.
[6] ASF, Nove conservatori del dominio e della giurisdizione fiorentina 3710, c. 1v.
[7] Claudia Conforti e Francesca Funis, a cura di, Deliberazioni di partiti della fabbrica de' 13 magistrati, Gangemi editore
[8] Claudia Conforti e Francesca Funis, a cura di, Op. cit., Gangemi editore
[9] La statua di Michelangelo su www.duesecolidiscultura.it (http:/ / www. duesecolidiscultura. it/
monumento-a-michelangelo-buonarotti--emilio-santarelli/ )

Voci correlate
Musei di Firenze
Pinacoteca di Brera, Milano
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Musei Vaticani, Roma
Museo di Capodimonte, Napoli

Bibliografia
Guido Achille Mansuelli, Galleria degli Uffizi. Le sculture, Roma, 1958-61, 2 volumi.
Luciano Berti (a cura di), Gli Uffizi. Catalogo generale, Firenze, 1980.
Gli Uffizi. Quattro secoli di una Galleria, atti del convegno internazionale di studi tenuto a Firenze tra il 20 e il 24
settembre 1982; a cura di P. Barocchi e G. Ragionieri; Firenze, 1983, 2 volumi.
C. Caneva, A. Cecchi, Antonio Natali, Gli Uffizi. Guida alle collezioni e catalogo completo dei dipinti, Firenze,
1986.
Mina Gregori, Uffizi e Pitti. I dipinti delle gallerie fiorentine, Udine, Magnus, 1994.
M. Scudieri, Gli uomini illustri del loggiato degli Uffizi. Storia e restauro, Firenze, Edifir, 2001.
Gloria Fossi, Uffizi, Giunti, Firenze 2004. ISBN 88-09-03675-1
AA.VV., Galleria degli Uffizi, collana I Grandi Musei del Mondo, Scala Group, Roma 2003.
Galleria degli Uffizi 29

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Sito ufficiale (http://www.polomuseale.firenze.it/musei/uffizi/)
La Collezione Contini Bonacossi (http://www.polomuseale.firenze.it/musei/continibonacossi/)
Un scheda sul Vaso Medici, Amici degli Uffizi (http://www.amicidegliuffizi.com/29bita.htm)
Sito ufficiale del progetto in corso di espansione del museo, Nuovi Uffizi (http://www.nuoviuffizi.it/)

Galleria dell'Accademia
[1]
Coordinate geografiche: 434636N 111533E43.77671N 11.259103E

Galleria dell'Accademia

Ingresso
Tipo Arte

Indirizzo Via Ricasoli 58-60 a Firenze, Italia

Sito [2]
pagina web

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Accademia

Voci principali

Galleria dell'Accademia
Opere d'arte
Accademia di Belle Arti
Conservatorio
Museo degli strumenti musicali
Via degli Alfani
Opificio delle pietre dure
Tabernacolo delle cinque lampade
Via Ricasoli
Palazzo di Bettino Ricasoli
Palazzo Gerini
Teatro Niccolini
Visita il Portale di Firenze

La Galleria dell'Accademia un museo di Firenze, situato in via Ricasoli. Il museo deve la sua popolarit alla
presenza del celeberrimo David di Michelangelo e di altre sue opere.
Galleria dell'Accademia 30

All'interno della Galleria ospitato anche il Museo degli strumenti musicali, dove sono esposti alcuni strumenti
musicali appartenenti al Conservatorio Luigi Cherubini.
Nel 2008 stata visitata da 1.234.321 persone.[3]

Storia

La fondazione
Nel 1784, nei locali dell'ospedale di San Matteo e del convento di San Niccol di Cafaggio, il Granduca Pietro
Leopoldo di Lorena fond l'Accademia di Belle Arti, riunendo varie istituzioni tra le quali l'antica Accademia delle
Arti del Disegno, fondata nel 1563 da Cosimo I de' Medici. Al nuovo ente deputato all'insegnamento dell'arte venne
affiancata una galleria in cui gli studenti avrebbero potuto trovare opere d'arte (originali e in riproduzioni) su cui
basare la conoscenza, lo studio e l'imitazione per la propria carriera artistica. In quella che era la galleria maschile
dell'ex-ospedale, oggi parte dell'Accademia lungo via Cesare Battisti, vennero collocati i gessi, i disegni e i modelli
vari, mentre in quella che era stata la corsia delle donne (attuale Gipsoteca Bartolini/Salone dell'Ottocento) vennero
sistemati i dipinti[4].
Il nucleo originario della galleria comprendeva quindi due grandiosi modelli in gesso del Giambologna (il Ratto
delle Sabine, ancora in loco, e la Virt che opprime il Vizio, oggi in Palazzo Vecchio), una serie di calchi in gesso di
opere classiche e una quadreria che nasceva dalle raccolte dell'Accademia del Disegno, con molte opere di
ex-affiliati, tra cui i grandi maestri fiorentini del Manierismo[5]. Alla quadreria in particolare vennero destinati i
dipinti provenienti da conventi, monasteri e altre istituzioni religiose soppressi da Pietro Leopoldo nel 1786 e da
Napoleone nel 1810, arricchendosi di opere straordinarie, come le Maest di Cimabue e di Giotto, la Sant'Anna
Metterza di Masaccio e Masolino, l'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, il Battesimo di Cristo di Verrocchio
e Leonardo, la Cena in Emmaus di Pontormo, ecc. Pervennero cos anche numerosi dipinti del Beato Angelico, oggi
nel Museo di San Marco, mentre tra le opere ancora nel museo ci sono le formelle dell'Armadio delle Reliquie di
Santa Croce di Taddeo Gaddi, l'Annunciazione di Lorenzo Monaco e il Cristo in piet di Giovanni da Milano. Vi
erano inoltre dipinti di provenienza non strettamente medicea, come la Primavera di Botticelli[5].
L'importanza delle nuove acquisizioni registrata in un inventario del 1817. Quello stesso anno Pietro Leopoldo
decise che vi venissero anche esposte le opere premiate nei concorsi accademici triennali di pittura e scultura; dal
1921 la sezione moderna venne ampliata con le opere vincitrici dei concorsi annuali di Emulazione e i saggi di
Pensionato a Roma. Le collezioni spaziavano cos nella documentazione della scuola toscana dal XIV al XIX secolo,
con capolavori di assoluto prestigio[5]. La disposizione museografica era per ben lontana dagli standard attuali, con
i dipinti che coprivano le pareti in un insieme di grande confusione, che solo nel 1841, grazie al presidente
dell'Accademia Antonio Ramirez de Montalvo, vennero riordinate in maniera cronologica. Nell'attuale Galleria dei
Prigioni vennero collocati tutte le tavole del Due e Trecento di autore ignoto o in cattivo stato di conservazione, che
per il gran numero raggiungevano anche il soffitto[6].

La Galleria Antica e Moderna


Con Firenze capitale d'Italia (1865-1871), avvenne uno sconvolgimento in tutti i musei cittadini, che invest anche
l'Accademia, in cui venne ampliato il settore moderno con centoquarantasei opere gi della Galleria Moderna del
palazzo della Crocetta, che vennero sistemate in sei piccole stanze al piano primo, gi sede della scuola di
declamazione[6].
Da allora la Galleria venne conosciuta come Galleria Antica e Moderna e form il primo museo d'arte
contemporanea del nuovo Stato nazionale. Grande interesse rivestivano allora soprattutto le opere moderne, per cui
molti studenti facevano pervenire richieste di copia in modo da aggiornarsi alle ultime tendenze[6].
Galleria dell'Accademia 31

Il Museo michelangiolesco
Il 1872 segna la svolta definitiva nella storia del museo, quando venne deciso di trasferirvi il David di Michelangelo,
sottraendolo ai pericoli della collocazione originaria all'aperto in piazza della Signoria. Per la grande statua venne
incaricato l'architetto Emilio De Fabris di costruire una nuova Tribuna scenograficamente posta al termine della
Galleria dei Quadri antichi, con l'illuminazione propria garantita in alto da un lucernario. Nell'agosto del 1873 la
statua venne imbracata in un complesso carro ligneo e scorse su rotaie per le vie del centro fino all'Accademia, dove
rest per chiuso nella sua cassa per ben nove anni, in attesa del termine dei lavori alla Tribuna[6].
Nel 1875, con le celebrazioni del IV centenario della nascita di Michelangelo si decise di creare una mostra con le
riproduzioni in gesso dei suoi capolavori scultorei, che venne naturale ambientare all'Accademia, con il fulcro del
David. A tale scopo venne modificato il progetto della Tribuna che venne dotata di due bracci laterali, che
collegassero le due gallerie, fino ad allora separate, dell'Angelico (cio quella gi chiamata dei Quadri antichi) e del
Perugino (gi detta dei Quadri grandi). Per l'occasione il David venne spacchettato provvisoriamente, entro la tribuna
allestita con tendaggi che coprissero la zona al di sopra della trabeazione ancora in fase di edificazione[6].
Il 22 luglio 1882 il Museo michelangiolesco venne finalmente inaugurato. Attorno al David vennero collocati i
calchi dei sepolcri medicei (vestibolo), del Mos (braccio corto), altre opere di medio formato nel braccio destro e
sotto l'arco, attorno all'unico originale e fulcro accentratore dell'intero percorso espositivo, si trovavano i calchi della
Piet vaticana, della Piet Rondanini, del Cristo della Minerva e dei Prigioni[7].
Lo stesso anno la gestione della Galleria pass dall'Istituto delle Belle Arti alle Regie Gallerie e Musei, facendo ben
capire come la nuova tendenza fosse quella di conservazione e di documentazione storica delle opere antiche rispetto
alla promozione dell'arte contemporanea. In quegli anni infatti il metodo di insegnamento tramite l'esercizio della
copia divenne obsoleto e non pi in liena con le istanze dell'arte contemporanea, e fu quasi naturale l'emancipazione
della galleria dalla scuola artistica. In quell'occasione venne aperto il nuovo ingresso su via Ricasoli[7].
Nel frattempo la disposizione delle opere nella Tribuna rimase invariata fino ai primi del nuovo secolo, mentre la
collezione dei quadri antichi fu radicalmente riposizionata, all'insegna di un nuovo sentire che iniziava a vedere le
opere d'arte non solo come oggetti esclusivamente da conservare, ma anche come opere innanzitutto di cui poter
usufruire per la contemplazione estetica. Ci comport, durante la direzione di Cosimo Ridolfi (1890-1903), un ciclo
di restauri e sfoltimenti nella Galleria dei Quadri grandi, nella quale vennero predisposte nuove pareti lignee in modo
da separare in tre comparti l'arte del Tre-Quattrocento da quella del Seicento. inoltre vennero create tre nuove sale
(oggi sale del Duecento e primo trecento, degli Orcagna e seguaci, e dei Giotteschi) a fianco del braccio sinistro della
tribuna, dove trovarono una migliore luce le opere di Botticelli (due sale) e di Perugino e scuola (una sala). Ci
coincise con la rivalutazione della scuola fiorentina del Quattrocento che proprio in quegli anni aveva luogo grazie
alla comunit anglosassone residente in citt. Botticelli in particolare, dopo gli studi di Pacher e di Horne, divenne ai
primi anni del Novecento oggetto di un vero e proprio culto, generatore di grande entusiasmo nel pubblico. I dipinti
del maestro, nella loro nuova, dignitosa collocazione, divennero un polo di attrazione capace di offuscare persino il
David e il Museo michelangiolesco[7].
Poco dopo Ridolfi mise mano anche alla Galleria dei Quadri antichi, dove stavano ancora ammassati i polittici
tre/quattrocenteschi. I dipinti vennero completamente rimossi decorando le pareti con una serie di arazzi con Storie
di Adamo ed Eva, davanti ai quali vennero allineati alcuni calchi di opere minori del Buonarroti. Le opere rimosse
vennero destinate nelle tre sale adiacenti al Salone (oggi Sale fiorentine), decorate e illuminate opportunamente, con
la prima dedicata interamente al Beato Angelico[8].
Galleria dell'Accademia 32

Spoliazione e riarricchimento
La nuova disposizione dur solo pochi anni, poich gi
nel 1914, con una nuova convenzione tra Stato e
Comune, vennero riunificate tutte le raccolte di arte
contemporanea e destinate, dal 1920, a un'unica
istituzione a Palazzo Pitti, la Galleria d'arte moderna; le
opere non selezionate per il nuovo museo vennero
disperse in vari depositi di enti, uffici statali e
comunali. Nel 1919 poi, con il riordino di tutte le
collezioni fiorentine, un nucleo di opere capitali di
scuola fiorentina venne destinato agli Uffizi, e infine
nel 1922 le opere di Beato Angelico vennero destinate
al nascente Museo nazionale di San Marco[8].
La Galleria degli Arazzi negli anni cinquanta-sessanta
Con il trasferimento delle opere contemporanee la
Galleria non pot pi chiamarsi "Antica e Moderna",
ma divenne da allora la Galleria dell'Accademia e, ancora per pochi anni, Museo michelangiolesco[8].
Gi nel primo decennio del Novecento si era nel frattempo aperta una polemica sulle copie delle sculture, innescata
dalla collocazione della replica del David in piazza della Signoria, che fece presto comprendere come la presenza dei
calchi, dettata da valenze didattiche ed aspirazioni positiviste, fosse ormai del tutto superata e ingiustificata. Corrado
Ricci allora, da direttore delle Gallerie fiorentine, decise di far prevalere il concetto di autenticit nei criteri
espositivi, allontanando la maggiore parte dei gessi, esposti fin dal Centenario, e riunendo piuttosto un nucleo di
opere originali del Buonarroti. Fu l'occasione per trasferire i Prigioni, dei quali era gi stato sollevato il problema del
degrado nella Grotta del Buontalenti a Boboli, e il San Matteo che da anni "sonnecchiava sotto l'atrio
dell'Accademia". Essi giunsero in Galleria nel 1909, aggiungendosi al Torso di fiume che l'Accademia di Belle Arti
aveva gi ceduto nel 1906. Dal Bargello era arrivato inoltre nel 1905 il Genio della Vittoria. Queste opere
sostituirono i gessi nella galleria degli arazzi, con l'eccezione dei calchi dei due Prigioni del Louvre ritenuti utili per
completare idealmente la serie. Restavano anche i calchi delle opere maggiori attorno alla Tribuna, ma presto anche
questi sembrarono inopportuni, venendo per allontanati solo nel 1938, trovando collocazione da allora nella
Gipsoteca dell'Istituto d'Arte presso Porta Romana. I gessi dei Prigioni lasciarono la loro sede solo nel 1946, finendo
prima a Casa Buonarroti e infine nel Museo michelangiolesco di Caprese Michelangelo, dove si trovavano gi alcuni
dei gessi del centenario, tuttora in loco[8].
Nel 1921, su suggerimento di Ugo Ojetti, il Genio della Vittoria venne riportato nel Salone dei Cinquecento a
Palazzo Vecchio, mentre nel 1939 la Galleria si arricch della Piet di Palestrina, acquistata dallo Stato italiano da
una cappella Barberini a Palestrina, oggi in genere ritenuta opera della scuola di Michelangelo. Nel 1965 infine il
anche il Torso di fiume cambi sede, venendo richiesto da Charles de Tolnay per Casa Buonarroti in modo da
completare la serie di modelli michelangioleschi[8].
Agli anni Trenta risale l'aggiunta delle sale del Colosso e dell'Anticolosso (attuale biglietteria), destinate ad ospitare
le pale di grandi dimensioni del Cinquecento fiorentino. Dopo la seconda guerra mondiale, col riordinamento degli
Uffizi, vennero ad avanzare alcune tavole di grande formato del Perugino (Assunzione della Vergine e Deposizione
con Filippino Lippi), che furono accolte all'Accademia. Agli anni cinquanta, sotto la direzione di Luisa Becherucci,
risale la riorganizzazione delle sale del Colosso e dell'Anticolosso, destinate a riassumere le vicende artistiche a
Firenze tra Quattro e Cinquecento, che venne ridefinita solo nei primi anni Ottanta, quando fu smantellata la seconda
sala per fare spazio alla nuova biglietteria e al bookshop, con le opere di Pontormo, Bronzino e Alessandro Allori
che vennero da allora collocate alle spalle delle opere di Michelangelo al posto degli arazzi, intensificando il
confronto diretto tra queste opere e l'influenza michelangiolesca[9].
Galleria dell'Accademia 33

La Galleria oggi
Le direzioni degli ultimi anni, da Luciano Bellosi a Giorgio Bonsanti fino all'attuale Franca Falletti, hanno cercato di
ridare un filo conduttore, tramite indirizzi specifici e progetti a lungo termine, all'intera collezione del museo,
arrivata ad essere con le numerose sottrazioni ed addizioni, piuttosto disomogenea e frammentata[9].
Questi progetti so sono andati concretizzando con l'allestimento della Sala dell'Ottocento (1983-1985), a cura di
Sandra Pinto) e le sale della pittura del tardo trecento al primo piano (1998), a cura di Angelo Tartuferi. Ci ha
saldato il discorso cronologico dell'esposizione coprendo un percorso continuo nell'arte fiorentina dal XIII al XIX
secolo, come doveva essere nelle intenzioni originarie di Pietro Leopoldo. A ci sono stati aggiunti l'esposizione
delle icone russe settecentesche provenienti dalle collezioni dei Lorena, ospitate nel vano scale, e quella degli
strumenti musicali antichi di propriet dell'attiguo Conservatorio Luigi Cherubini, dal 1996. Un progetto futuro non
esclude anche un accesso coordinato anche con l'altra grande istituzione culturale dell'isolato, l'Opificio delle Pietre
Dure e il suo museo[9].
Nonostante ci il problema che persiste nella galleria, e che vedr magari soluzione in studi e progetti futuri, quello
della mancanza di un filo cronologico che leghi le diverse opere del museo, che appaiono oggi frammentate in sale
non contigue. Inoltre la domanda del pubblico resta sempre inevitabilmente legata alla presenza del David, che da
solo polarizza gran parte delle attenzioni dei numerosissimi visitatori; ci rende chiaro anche come siano lontane
dalla fattibilit le proposte di spostamento del capolavoro di Michelangelo in altre sedi come la Stazione Leopolda
per decongestionare, secondo l'idea dei proponenti, il flusso turistico del centro storico[10][11].

Sale

Sala del Colosso


La sala del Colosso deve il suo nome al gigantesco gesso di uno dei Dioscuri di Montecavallo che un tempo si
trovava qui e che oggi alla Gipsoteca dell'Istituto d'Arte di Porta Romana. Oggi al centro si trova il bozzetto
originale in gesso del Ratto delle Sabine di Giambologna, mentre alle pareti si trovano numerosi esempi di pittura
fiorentina del Quattro e Cinquecento fiorentino, con opere di grandi maestri (Paolo Uccello, Botticelli, Perugino,
Filippino Lippi, Ghirlandaio) ed altre che documentano l'attivit delle botteghe cittadine.
Opere presenti nella sala
Giambologna, Ratto delle Sabine, modello in gesso, 1582
Jacopo del Sellaio, Deposizione e santi, post 1480
Perugino, Pala di Vallombrosa, 1500
Fra Bartolomeo, Isaia; Giobbe, 1514-1516
Domenico Ghirlandaio, Santo Stefano tra i santi Jacopo e Pietro, 1493
Andrea Del Sarto, Cristo in piet, 1526 circa
Filippino Lippi e Perugino, Deposizione dalla croce, 1503-1507
Filippino Lippi, San Giovanni Battista; Maria Maddalena, 1500 circa
Lorenzo di Credi, Adorazione del Bambino, 1480-1490 circa
Bartolomeo di Giovanni, Annunciazione, santi e profeti, 1490 circa
Ridolfo del Ghirlandaio, Tre angeli oranti; Tre angeli oranti, 1508
Raffaellino del Garbo, Resurrezione di Cristo, 1500-1505 circa
Francesco Granacci, Madonna della Cintola, 1500-1520 circa
Ridolfo del Ghirlandaio, Madonna col Bambino e santi, 1503
Franciabigio, Madonna col Bambino, san Giuseppe e san Giovannino, 1508-1510
Francesco Granacci, Martirio di una santa; Martirio di una santa; Una santa davanti al giudice; Martirio di
santa Caterina; Disputa di santa Caterina d'Alessandria; Martirio di sant'Apollonia, 1530
Giovanni Antonio Sogliani, Disputa sull'Immacolata Concezione, 1521 circa
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Francesco Granacci, Madonna col Bambino e santi, 1508 circa


Mariotto Albertinelli, Trinit, 1510 circa
Francesco Granacci, Assunzione della Vergine e santi, 1520
Maestro degli angeli di carta (bottega di Domenico di Michelino), Madonna col Bambino e santi, 1460-1470 circa
Sandro Botticelli e bottega, Madonna col Bambino e santi, 1480-1500
Andrea di Giusto Manzini, Madonna della Cintola e santi, 1437
Ignoto fiorentino, Trinit e santi, 1470 1480 circa
Alesso Baldovinetti, Trinit e santi, 1472 circa
Cosimo Rosselli, Santi Barbara, Giovanni Battista e Matteo, 1470 circa
Gherardo di Giovanni, Madonna in trono con Bambino e santi, 1470-95 circa
Maestro dell'epifania di Fiesole, Incoronazione della Vergine, 1475-80
Domenico di Michelino, Santi Michele Arcangelo, Lorenzo e Leonardo, 1469
Benozzo Gozzoli, Santi Bartolomeo, Giovanni Battista e Giacomo Maggiore, 146162 circa
Domenico di Michelino, Trinit, 1460-70 circa
Francesco Botticini, Sant'Agostino e Santa Monica, 1471
Maestro della Nativit Johnson e Filippino Lippi, Annunciazione, 1460 circa, poi 1472
Neri di Bicci, Annunciazione, 1464
Maestro della Nativit di Castello, Nativit, 1455-1460
Gherardo di Giovanni, Adorazione del Bambino con San Giovannino, 1475-80
Cosimo Rosselli, No e David; Mos e Abramo, 1460 circa
Ignoto fiorentino, Annunciazione, 1490 circa
Perugino (attr.), Visitazione con sant'Anna, 1472-1473 circa
Andrea di Giusto Manzini, Madonna col Bambino e Cristo in piet, 1435 circa
Pseudo Pier Francesco Fiorentino, Adorazione del Bambino, post 1459
Francesco Botticini, Sant'Andrea Apostolo in adorazione della croce, 1475 1499 circa
Bottega di Cosimo Rosselli, Madonna col Bambino incoronata da due angeli (detta Madonna della Stella)
Ignoto fiorentino, Eterno Padre, 1500-1524 circa
Biagio d'Antonio, Angelo annunciante; Eterno Padre; Vergine annunciata, 1475 circa
Sandro Botticelli, Madonna col Bambino, due angeli e Giovanni Battista, 1468-1470 circa
Ignoto fiorentino, Martirio di san Lorenzo, 1480 circa
Sandro Botticelli (attr.), Madonna del Mare, 1477 circa
Lo Scheggia, Cassone Adimari, 1440-1450 circa
Ignoto fiorentino, Cristo in piet tra la Vergine e San Giovanni, 1475-1500
Giovan Francesco da Rimini, San Vincenzo Ferrer, 1455 circa
Neri di Bicci, San Francesco, San Filippo, Santa Caterina d'Alessandria, San Girolamo, 1444-1453 circa
Jacopo del Sellaio, Cristo deposto nel sepolcro, 1480 circa
Paolo Uccello, Tebaide, 1450-1460 circa
Domenico di Michelino, Tre Arcangeli e Tobiolo, 1465 circa
Mariotto Albertinelli, Annunciazione, 1510
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Galleria dei Prigioni


La galleria dei Prigioni deve il suo nome alle quattro sculture raffiguranti nudi maschili, dette Prigioni, realizzate da
Michelangelo per la tomba di Giulio II, ma usate dal Granduca Cosimo I de' Medici, come ornamentazioni angolari
della grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli e pervenute in galleria nel 1909. Vi si trovano inoltre Piet di
Palestrina, acquisita nel 1939, e il San Matteo, mentre alle parete sono esposte opere cinquecentesche.
Un tempo ha ospitato i "Quadri antichi", accostati l'uno all'altro fino al soffitto, poi i calchi michelangioleschi, con
alle paretei una serie di arazzi, mentre oggi le opere originali di Michelangelo o della sua scuola sono pausate in
maniera studiata, per introdurre il visitatore, in un crescendo emotivo, ai piedi del David[12].
Opere esposte nella sala
Daniele da Volterra, Busto di Michelangelo, 1560 circa
Michelangelo Buonarroti, Prigione detto lo schiavo giovane, 1530 circa
Michelangelo Buonarroti, Prigione detto lo schiavo che si ridesta, 1530 circa
Michelangelo Buonarroti, Prigione detto Atlante, 1530 circa
Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, Zenobia, 1560-1570 circa
Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, Testa femminile ideale, 1560-1570 circa
Pontormo su cartone di Michelangelo, Venere e Amore, 1533 circa
Ridolfo del Ghirlandaio, San Zanobi resuscita un fanciullo, 1516 circa
Ridolfo del Ghirlandaio, Traslazione del corpo di san Zanobi, 1516 circa
Mariotto Albertinelli, Annunciazione, 1510
Andrea del Sarto, Cristo in piet, 1525 circa
Francesco Granacci, Madonna col bambino e santi, 1510 circa
Michelangelo Buonarroti (attribuzione incerta), Piet di Palestrina, 1560 circa
Michelangelo Buonarroti, Prigione detto lo schiavo barbuto, 1530 circa
Michelangelo Buonarroti, San Matteo, 1505, 1506
Galleria dell'Accademia 36

Tribuna del David


La sala ospita dal 1873 il David di Michelangelo, realizzato fra il
1501-04 e proveniente da piazza della Signoria. La sala prosegue nei
due bracci laterali, dove si trovano opere di scuola manierista.
Opere presenti nella sala
Michelangelo Buonarroti, David, 1501-1504
Santi di Tito, Cristo deposto dalla Croce con la Vergine e santi,
15761600
Santi di Tito, Entrata di Cristo in Gerusalemme, 1569-1579
Stefano Pieri, Deposizione, 1587
Alessandro Allori, Annunciazione, 1603
Cosimo Gamberucci, San Pietro guarisce lo storpio, 1599
Alessandro Allori, Battesimo di Cristo, 1591
Alessandro Allori, Incoronazione della Vergine, 1593
Alessandro Allori, Annunciazione, 1579
Alessandro Allori, Madonna col Bambino e santi, 1575
Bronzino, Deposizione, 1561
Francesco Salviati, Madonna col Bambino, san Giovannino e un
angelo, 1540-1550 circa
Maso da San Friano, Trinit e santi, 1560-1570
Il Poppi, Figura allegorica, 1572-1573 circa
Pittore vasariano, Santa Barbara, 1570 circa
David di Michelangelo.
Carlo Portelli, Disputa sull'Immacolata Concezione, 1566
Maso da San Friano, Allegoria della forza, 1550-1599 circa
Pier Francesco di Jacopo Foschi, Madonna col Bambino e san Giovannino, 1525-1535 circa
Stefano Pieri, Il Sacrificio di Abramo, 1585
Giuliano Bugiardini, Madonna col Bambino e san Giovannino, 1520

Gipsoteca Bartolini (Salone dell'Ottocento)


Conosciamo l'aspetto antico del salone, ricavato dalla corsia delle donne dell'antico Ospedale di San Matteo, da un
affresco a monocromo realizzato dal Pontormo e ivi conservato.
Oggi l'allestimento ospita una raccolta di dipinti e sculture di artisti del XIX secolo in rapporto con l'Accademia di
Belle Arti, tra cui i gessi di Lorenzo Bartolini, con le opere disposte com'erano state messe dall'artista nel suo studio
di borgo San Frediano a Firenze e quelli di Luigi Pampaloni.
I dipinti sono alcune delle opere esposte in occasione dei concorsi di pittura, svolti fra il 1794 e il 1868,
dell'Accademia dei Belle Arti.
Opere presenti nella sala
Lorenzo Bartolini, Medaglione con profilo maschile, post 1815
Lorenzo Bartolini, La Carit educatrice, bozzetto, 1820-1830
Lorenzo Bartolini, Lady Mary Tighe, 1820 circa
Lorenzo Bartolini, Medaglione con profilo maschile, post 1815
Lorenzo Bartolini, Medaglione con profilo maschile, post 1815
Odoardo Borrani, Alla Galleria dell'Accademia, 1860-1870
Irene Duclos Parenti, Copia della Madonna del Sacco di Andrea del Sarto, 1775
Lorenzo Bartolini, Rilievo con figura maschile, post 1815
Galleria dell'Accademia 37

Lorenzo Bartolini, Rilievo con figura maschile, post 1815


Cesare Mussini, La Musica Sacra, 1830
Lorenzo Bartolini, Ritratto di bambina, 1820-1825 circa
Lorenzo Bartolini, Emma e Giulia Campbell, 1819-1820 circa
Francesco Sabatelli, Copia dell'Assunta di Tiziano, 1827
Pontormo, Tre storie della Beata Umilt da Faenza, 1514 circa
Lorenzo Bartolini, Teti che accarezza Giove, post 1815
Lorenzo Bartolini, Jean Auguste Dominique Ingres, post 1815
Lorenzo Bartolini, Rilievo con figure, post 1815
Lorenzo Bartolini, Rilievo frammentario: la Giustizia che protegge l'Innocenza, post 1815
Lorenzo Bartolini, Rilievo con figure, post 1815
Lorenzo Bartolini, Ritratto di Frances Anne Vane-Tempest, marchesa di Londonderry, con il figlio George, 1823
Lorenzo Bartolini, La Carit educatrice, 1817-1824
Lorenzo Bartolini, Ritratto di Anne Lullin de Chteauvieux sposata Eynard, 1820-1822
Francesco Nenci, Edipo sciolto dai lacci da un pastore, 1817
Lorenzo Bartolini, George Gordon Byron, 1822
Lorenzo Bartolini, Ortensia Beauharnais, 1815-1830 circa
Lorenzo Bartolini, L'Orante per il monumento a Pietro Recchi, 1838
Lorenzo Bartolini, Il Voto dell'Innocenza, 1848
Lorenzo Bartolini, Ortensia Beauharnais, 1815-1830 circa
Lorenzo Bartolini, Luciano Bonaparte, 1815-1830 circa
Cesare Mussini, La morte di Atala, 1830
Lorenzo Bartolini, Beatrice Donati, 1846
Lorenzo Bartolini, Thomas Moore, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Guelfo Trotti Estense Mosti, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Niccol Machiavelli, 1845-1846
Luigi Pampaloni, Rilievi per il monumento a Luciano Bonaparte principe di Canino, 1840-1847
Lorenzo Bartolini, Emilia Della Gherardesca?, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Lady Harriet Pellew, ante 1850
Luigi Pampaloni, Filippo Brunelleschi, 1827-1830
Luigi Pampaloni, Arnolfo di Cambio, 1827-1830
Lorenzo Bartolini, Lady Gowen?, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Luisa Sauli Pallavicini, ante 1850
Luigi Pampaloni, Bassorilievo per il monumento funebre di Annamaria Frescobaldi, 1842-1844
Luigi Pampaloni, Monumento a Virginia de Blasis, 1839 circa
Lorenzo Bartolini, Giuseppe Bonaparte principe di Canino e Musignano, 1829
Lorenzo Bartolini, Franz Liszt, 1838-1839
Luigi Pampaloni, Rilievo per il monumento Tellinson, 1840 circa
Luigi Pampaloni, Fanciullo orante (Orfano sulla rupe), 1826-1827
Lorenzo Bartolini, Carolina Ungher, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Casimir Delavigne, 1830-1840
Luigi Pampaloni, Fanciulla orante (Orfana sulla rupe), 1838-1842
Luigi Pampaloni, Medaglione di Luigi Magalotti
Lorenzo Bartolini, Eveline Hanska de Balzac, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Salvatore Vigano, 1815-1820
Antonio Puccinelli, Gli Ebrei in Babilonia, 1851
Antonio Puccinelli, La strage degli Innocenti, 1852
Galleria dell'Accademia 38

Lorenzo Bartolini, Madame Germaine de Stael, 1815-1820


Lorenzo Bartolini, Giovanni Battista Niccolini, ante 1850
Luigi Pampaloni, Maddalena penitente, 1870 circa
Giuseppe Fattori, Il Battista rimprovera Erode, 1856
Lorenzo Bartolini, Luigi Vestri, 1830-1840
Lorenzo Bartolini, Francesco Benedetti, 1815-1820
Francesco Pozzi, Ciparisso, 1818
Francesco Pozzi, Baccante con Fauno e Pantera, 1851
Eugenio Prati, Il Barocci presentato a Michelangelo, 1868
Raffaello Sorbi, Morte di Corso Donati, 1861
Luigi Pampaloni, Monumento a Lazzaro Papi, 1835 circa
Lorenzo Bartolini, Maria Carolina di Sassonia, granduchessa di Toscana, ante 1832
Lorenzo Bartolini, Marchese di Londonderry, ante 1850
Luigi Pampaloni, Monumento a Maria Radzwill Kranzinski con il figlio Zgmunt, 1839-1841
Luigi Pampaloni, Monumento a Wanda Wancowicz Tyskiewicz, 1842-1845
Lorenzo Bartolini, Marie D'Agoult, 1838-1839
Lorenzo Bartolini, Marchesa di Bristol, ante 1850
Luigi Pampaloni, Bambina giacente, 1826 circa
Lorenzo Bartolini, Medaglione per il monumento a Girolamo Segato, 1838-1844
Lorenzo Bartolini, Caterina di Westfalia, 1815-1830
Lorenzo Bartolini, Lady Burglesh, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Monumento a Sofia Zamoiska, 1837-1844
Lorenzo Bartolini, Rilievo per il monumento a Carolina Hungher, post 1815
Lorenzo Bartolini, Jonathan Hatfield, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Conte Gourief, ante 1850
Benedetto Servolini, Morte di Filippo Strozzi, 1835
Lorenzo Bartolini, Monumento ad Ortensia Beauharnais, 1838-1845
Lorenzo Bartolini, Anatol Demidoff, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Nicola Demidoff, ante 1850
Luigi Pampaloni, Monumento a Giulia Clary Bonaparte: la Beneficenza, 1846 circa
Demostene Macci, Fra Benedetto da Foiano in carcere
Lorenzo Bartolini, Matilde Demidoff, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Matilde Demidoff, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Monumento funebre al conte Giovan Francesco Mastiani Brunacci, 1846 circa
Lorenzo Bartolini, Bassorilievo per il monumento a Maria Temple Bowdoin, 1822 circa
Lorenzo Bartolini, Marco Paolini, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Paolina Borghese?, antre 1850
Benedetto Servolini, Orlando si impadronisce del cavallo, 1834
Lorenzo Bartolini, Monumento a Vittorio Fossombroni, 1846
Lorenzo Bartolini, Maria Luisa di Borbone, 1823
Lorenzo Bartolini, Mr Morrison, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Angelo, post 1815
Lorenzo Bartolini, Bassorilievi per il monumento a Luigi Guglielmo Cambray Digny, 1844
Lorenzo Bartolini, Carlo Lodovico di Borbone, 1823
Lorenzo Bartolini, Luisa Carlotta di Borbone, 1825 circa
Lorenzo Bartolini, Monumento al conte Alberto Adamo di Neipperg, 1829-1841
Giuseppe Colignon, La decollazione del Battista, 1860 circa
Galleria dell'Accademia 39

Lorenzo Bartolini, Klemens Wengel Lothar Metternich-Winneburg, 1821 circa


Lorenzo Bartolini, Alberto Adamo Neipperg, 1829-1830
Baldassarre Calamai, Dante, Virgilio e Farinata degli Uberti, 1825
Ulisse Cambi, Dafne e Cloe, 1834
Lorenzo Bartolini, Alberto Adamo Neipperg, 1825-1830
Lorenzo Bartolini, Sofia Scerbatova Apraxina, ante 1850
Silvestro Lega, David calma i furori di Saul con l'arpa, 1852
Luigi Mussini, L'elemosina secondo la carit angelica e secondo la mondana ostentazione, 1844
Lorenzo Bartolini, Carlotta Bonaparte, ante 1850
Lorenzo Bartolini, Mrs Morrison, ante 1850
Ulisse Cambi, Aconzio, 1835
Leopoldo Neofreschi, Alessandro Magno si accinge a bere alla coppa avvelenata, 1794
Lorenzo Bartolini, Francesco I d'Asburgo, ante 1850
Cesare Mussini, Francesco I presso Leonardo morente, 1828
Lorenzo Bartolini, Rilievo con figura alata, post 1815
Lorenzo Bartolini, Rilievo con figura maschile, post 1815
Lorenzo Bartolini, Rilievo con cinque figure, post 1815
Lorenzo Bartolini, Rilievi per il monumento a Enrichetta Stratford Canning, 1818 circa
Lorenzo Bartolini, Monumento a Elisa Baciocchi, 1808-1813
Lorenzo Bartolini, La Venere di Tiziano, 1821 circa
Lorenzo Bartolini, L'Ammostatore, 1816-1820 circa
Lorenzo Bartolini, Venere, 1817 circa
Lorenzo Bartolini, Giunone, 1823-1830 circa
Lorenzo Bartolini, Monumento a Niccol Demidov, 1830-1870
Lorenzo Bartolini, Baccante, 1823 circa
Lorenzo Bartolini, La Ninfa dello Scorpione, Ante 1840
Lorenzo Bartolini, La Ninfa del Serpe, Ante 1840
Lorenzo Bartolini, La Tavola degli Amori, Ante 1845
Luigi Pampaloni, La Fanciulla delle Tortore, 1831
Luigi Pampaloni, Fanciullo che scherza con un cane, 1827
Lorenzo Bartolini, La gara fraterna, Ante 1847
Lorenzo Bartolini, Monumento a Leon Battista Alberti, Post 1838
Luigi Pampaloni, Amore, 1833
Luigi Pampaloni, Amore con Cigno, Post 1834
Luigi Pampaloni, Cloe, 1834
Atelier di Lorenzo Bartolini, Ninfa, XIX secolo
Lorenzo Bartolini, Amore, Post 1841
Lorenzo Bartolini, Narciso, 1825-1850
Galleria dell'Accademia 40

Sala del Duecento e del primo Trecento


Da questa sala inizia un percorso sulla pittura gotica fiorentina che attinge al cospicuo deposito di tavole a fondo oro
della galleria. La sala centrale, del Duecento e del primo Trecento, espone dipinti precedenti a Giotto o suoi
contemporanei, con un raro frammento attribuito a Giotto stesso proveniente dalla Badia fiorentina.
Opere presenti nella sala
Guido da Siena, Madonna in trono col Bambino, 1270-1275 circa
Pittore fiorentino, Croce dipinta, 1290 circa
Pittore fiorentino, Madonna col Bambino, 1250-1260 circa
Pacino di Buonaguida, Crocifissione e santi, 1315-1320
Pacino di Buonaguida, Albero della Vita, 1305-1310 circa
Pacino di Buonaguida, Madonna col Bambino, 1320-1339 circa
Pacino di Buonaguida, San Nicola; San Giovanni Evangelista; San Procolo, 1305-1310
Maestro della Maddalena, Maddalena penitente e otto storie della sua vita, 1280-1285
Maestro della Maddalena, San Giovanni evangelista e storie della sua vita; San Jacopo e storie della sua vita,
1280-1290
Giotto e bottega, Testa di pastore, 1315, 1325
Maestro della Santa Cecilia, Maest, 1320-1325
Maestro del crocifisso Corsi, Cristo crocifisso fra i dolenti e il committente genuflesso, 1315 circa
Grifo di Tancredi, Madonna col Bambino e santi, 1300 circa
Pittore lucchese, Madonna col Bambino e due angeli, 1240-1250 circa

Sala dei giotteschi


La sala allestita con opere di artisti fiorentini del XIV secolo seguaci di Giotto.
Opere esposte nella sala
Jacopo del Casentino, San Bartolomeo e angeli, 1340 circa
Jacopo del Casentino, Sant'Egidio; San Giovanni Battista; San Giovanni Evangelista
Maestro delle effigi domenicane, Incoronazione della Vergine e santi; Madonna col Bambino e santi, 1340-1345
Puccio di Simone, Madonna dell'Umilt e santi, polittico, 1350-1360
Bernardo Daddi, Crocifissione; San Cristoforo, 1340-1348 circa
Bernardo Daddi, San Bartolomeo; San Lorenzo, 1340 circa
Bernardo Daddi, Crocifissione, 1343
Bernardo Daddi, Incoronazione della Vergine con angeli e 42 santi, 1340-1348
Bernardo Daddi, Crocifisso con i dolenti e storie della Passione, 1338-1343
Bernardo Daddi e Puccio di Simone, Crocifissione con i dolenti e la Maddalena ai piedi della Croce; Santa
Maria Maddalena, san Michele Arcangelo, san Giuliano, santa Marta
Bernardo Daddi, Madonna col Bambino e santi; Crocifissione; L'incontro dei tre vivi con i tre morti, 1340 circa
Taddeo Gaddi, Formelle dell'armadio della sacrestia di Santa Croce, 1330-1340
Taddeo Gaddi, Madonna col Bambino e angelo annunziante; San Giovanni Battista e san Pietro e Vergine
annunciata, 1345-1350
Taddeo Gaddi, Madonna col Bambino, 1355 circa
Niccol di Pietro Gerini, Cristo benedicente e due profeti; Cristo in piet tra la Vergine e san Giovanni
Evangelista e santi, 1390-1410 circa
Taddeo Gaddi, Madonna in trono tra due angeli e quattro santi, 1330-1335 circa
Bernardo Daddi, Madonna in trono con Bambino e Ssanti, 1333
Galleria dell'Accademia 41

Sala degli Orcagna e dei loro seguaci


La sala deve il suo nome all'esposizione di opere realizzate dai tre fratelli pittori, attivi a Firenze nel XIV secolo,
l'Orcagna, ovvero arcangelo (Andrea di Cione), Nardo di Cione e Jacopo.
Opere presenti nella sala
Andrea Orcagna, Madonna in trono con Bambino e santi, 1355 circa
Andrea Orcagna, Pentecoste, 1365 circa
Nardo di Cione, Trittico del Thronum Gratiae, 1365
Maestro della predella dell'Ashmolean Museum, San Lorenzo; Santo Vescovo, 1360-1365 circa
Maestro dell'altare di San Niccol, Madonna dell'Umilt e quattro angeli, 1350-1380
Niccol di Tommaso, Incoronazione della Vergine con angeli e santi, 1370
Jacopo di Cione, Cristo crocifisso fra la Vergine e San Giovanni con quattro angeli, 1380-1398 circa
Maestro dell'infanzia di Cristo (Jacopo di Cione?), Madonna col Bambino; Annunciazione; Crocifissione e santi,
1380-1399 circa
Jacopo di Cione, Madonna dell'Umilt, 1380 circa
Maestro dell'infanzia di Cristo (Jacopo di Cione?), Episodi dell'Infanzia di Cristo, 1365-1375 circa
Maestro della Cappella Rinuccini (Matteo di Pacino), Visione di san Bernardo e santi, 1365 circa
Maestro della Cappella Rinuccini (Matteo di Pacino), Elemosina di sant'Antonio Abate, post 1370
Maestro della Cappella Rinuccini (Matteo di Pacino), Santi Michele Arcangelo, Bartolomeo, Giuliano e una
donatrice, post 1348
Jacopo di Cione, Incoronazione della Vergine, 1372-1373

Sala di Giovanni da Milano


Opere presenti nella sala
Attribuito a Giottino, Madonna col Bambino in trono con santi e angeli, 1360 circa
Maestro della Misericordia dell'Accademia (Giovanni Gaddi?), Madonna col Bambino fra i santi Pietro e Paolo,
1360 circa
Maestro della Misericordia dell'Accademia (Giovanni Gaddi?), Stigmate di san Francesco, Nativit, Conversione
di san Paolo, 1370-1375
Maestro della Misericordia dell'Accademia (Giovanni Gaddi?), Madonna della Misericordia, 1380 circa
Maestro della Misericordia dell'Accademia (Giovanni Gaddi?), Madonna col Bambino in trono e otto santi, 1380
circa
Giovanni da Milano, Compianto di Cristo, 1365
Andrea Buonaiuti, Sant'Agnese; Santa Domitilla, 1365 ca
Maestro della predella dell'Ashmolean Museum, Madonna col Bambino, 1370-1390 circa
Don Silvestro dei Gherarducci, Madonna dell'Umilt e Angeli, 1370-1377 circa
Maestro dell'Annunciazione dei Linaioli e Mariotto di Nardo, Annunciazione; Nativit, Epifania, Presentazione al
tempio, profeti, 1350-1360; 1390-1400
Giovanni del Biondo-San Giovanni Evangelista in trono, 1380-1385
Cenni di Francesco, Madonna col Bambino fra otto santi e quattro angeli, 1380-1390
Ignoto fiorentino, Incoronazione della Vergine e santi, 1390-1399
Galleria dell'Accademia 42

Sala del tardo Trecento


La sala allestita con opere realizzate fra la fine del XIV secolo e l'inizio del XV, di Giovanni del Biondo, Mariotto
di Nardo, Rossello di Jacopo Franchi, Spinello Aretino. Nella sala il paliotto ricamato con fili d'oro, d'argento, e di
seta policroma da Jacopo Cambi nel 1336.
Giovanni del Biondo, Polittico con l'Annunciazione e santi, 13801385 circa
Mestro "Francesco", Madonna col Bambino tra due angeli e due santi, 1391
Spinello Aretino, Trittico della Madonna in trono e santi, 1391
Lorenzo di Niccol, Incoronazione della Vergine e quattro angeli musicanti; San Zanobi; San Bartolomeo,
1400-1410 circa
Mariotto di Nardo, Madonna col Bambino e santi; Angelo Annunciante; Crocifissione; Vergine Annunciata;
Storie della Vergine
Cenni di Francesco, Nativit, 1395-1400
Mariotto di Nardo, Crocifissione e quattro storie di san Nicola, 1415 circa
Niccol di Pietro Gerini, Madonna col Bambino e santi, 1410 circa
Niccol di Pietro Gerini, Cristo in Piet con i simboli della Passione; Il Redentore e santi; Le eseque di un
confratello, 1404 1408 circa
Spinello Aretino, Santo Stefano, 1400-1405
Maestro di Borgo alla Collina, Crocifissione tra la Vergine, san Francesco e un donatore, prima met del 1400
Giovanni Dal Ponte, San Giacomo; Sant'Elena, 1420-1430
Giovanni Dal Ponte, Polittico dell'incoronazione della Vergine e santi, primi decenni del 1400
Giovanni Dal Ponte, San Giuliano; San Giovanni Battista, 1430 circa
Rossello di Jacopo Franchi, San Giovanni Battista; San Francesco, 1400-1410 circa
Rossello di Jacopo Franchi, Incoronazione della Vergine con angeli e santi, 1422 (?)
Bicci di Lorenzo, Sant'Andrea e san Michele; San Girolamo e san Lorenzo, 1420-1430
Bicci di Lorenzo, Santi apostoli, 1420-1425
Pittore fiorentino, Madonna dell'Umilt fra due angeli, 1390-1399 circa
Niccol di Pietro Gerini, Madonna col Bambino in trono e due santi, 1400 circa
Jacopo Cambi, Incoronazione della Vergine fra otto angeli e quattordici santi, 1336
Bicci di Lorenzo, San Paolo; San Benedetto; San Giovanni Gualberto; San Pietro, 1430-1435
Lippo d'Andrea, Madonna in trono con Bambino e santi, 1430-1440
Niccol di Pietro Gerini, Madonna col Bambino e santi, 1404
Mariotto di Nardo, Annunciazione, 1400-1410 circa
Mariotto di Nardo, Madonna col Bambino e santi, 1418
Spinello Aretino, Niccol di Pietro Gerini, Lorenzo di Niccol, Incoronazione della Vergine, angeli e santi, 1401
Niccol di Pietro Gerini, Crocifissione con San Francesco adorante e santi, 1390-1400 circa
Agnolo di Domenico del Mazziere, Quattro Evangelisti, inizio XV secolo
Mariotto di Nardo, Madonna col Bambino e santi, 1380-1400 circa
Lorenzo di Bicci, San Giuliano e san Zanobi, 1380-1400 circa
Niccol di Pietro Gerini, La Santissima Trinit con san Francesco e santa Maria Maddalena, 1385 circa
Lorenzo di Bicci, San Martino in trono; Elemosina di san Martino, 1385-1389 circa
Giovanni del Biondo, Presentazione al Tempio tra san Giovanni Battista e san Benedetto, 1364
Galleria dell'Accademia 43

Sala di Lorenzo Monaco


La sala presente un'importante raccolta di opere realizzate da Lorenzo Monaco. In essa entro una nicchia una
raccolta di icone russe appartenute alla famiglia granducale dei Lorena.
Opere presenti nella sala
Lorenzo Monaco, Madonna col Bambino in trono fra i santi Giovanni Battista, Lucia, Antonio Abate, Pietro,
Giuliano e Caterina, 1395-1400 circa
Lorenzo Monaco, San Mois; san Giovanni Battista; san Pietro; san Paolo, 1395 circa
Agnolo Gaddi, Madonna del Latte e santi, 1380 circa
Lorenzo Monaco e Maestro della predella Sherman, Madonna del latte con santi e angeli; Annunciazione,
Crocifissione con dolenti, santi, 1390 circa, 1425 1430
Bartolomeo di Fruosino, Croce sagomata e dipinta, 1411 circa
Lorenzo Monaco, Croce dipinta, 1400 1410 circa
Lorenzo Monaco, Trittico dell'Annunciazione, 1410 circa
Lorenzo Monaco, Redentore benedicente, 1410-1415
Lorenzo Monaco, Crocifissione; Vergine dolente; San Giovanni Evangelista, 1405-1410
Lorenzo Monaco, Polittico della Madonna in trono e santi, 1410
Lorenzo Monaco, Madonna col Bambino e santi, 1408 d.
Maestro della predella Sherman, Crocifissione, 1415-1430
Lorenzo Monaco, Cristo in Piet con i simboli della Passione, 1404
Lorenzo Monaco, Orazione nell'orto, 1395-1400
Agnolo Gaddi, Madonna dell'Umilt con sei angeli, 1395 circa
Lorenzo Monaco, Santa Caterina d'Alessandria, san Caio Papa, 1390-1400
Andrea Ritzos (o Rico), Madonna col Bambino e angeli con gli strumenti della Passione, 1450-1490
Mariotto di Cristofano, Episodi della vita di Cristo e della Vergine, post 1450

Sala del Gotico internazionale


La sala allestita con opere del gotico internazionale.
Opere presenti nella sala
Gherardo Starnina, Madonna col Bambino, santi e angeli, 1400, 1410 circa
Maestro di Borgo alla Collina, Madonna col Bambino e santi, 1420 circa
Maestro della Madonna Straus, Annunciazione, 1400-1410 circa
Maestro della Madonna Straus, Santa Caterina d'Alessandria; San Francesco, 1400-1410
Pittore fiorentino, San Nicola e san Pietro; (verso: il Profeta Isaia (?) e testa di angelo); San Pietro Martire e
sant'Eustachio (verso: il Profeta Geremia e testa di angelo); Santa Reparata (o Dorotea) e san Giacomo (verso:
angelo con turibolo); San Girolamo e una santa
Maestro di Sant'Ivo, Madonna col Bambino e santi, 1400-1415 circa
Maestro di Sant'Ivo, Madonna col Bambino e quattro santi, 1390-1410 circa
Giovanni Toscani, Incredulit di san Tommaso, 1419-1420
Giovanni Toscani, Crocifissione; Stigmate di san Francesco e un miracolo di san Nicola di Bari, 1423-1424 circa
Giovanni Toscani, Madonna col Bambino, due angeli musicanti e due santi, 1423-1424
Maestro di Borgo alla Collina, Madonna in trono con Bambino e santi, 1425 circa
Rossello di Jacopo Franchi, Madonna col Bambino e santi, prima met del 1400
Bicci di Lorenzo, Matrimonio mistico di santa Caterina, 1423-1425
Bicci di Lorenzo, San Lorenzo, 1420-1430 circa
Maestro del 1416, Madonna col Bambino e santi, 1416
Maestro della Madonna Straus, Madonna col Bambino fra i santi Matteo e Michele Arcangelo, 1385 circa
Galleria dell'Accademia 44

Maestro della Madonna Straus, Cristo in piet con i simboli della Passione, 1405 circa

Collezione delle icone russe


Scuola russa del secondo quarto del XVIII secolo, Menologio annuale in due tavole:1) Mesi da settembre a
febbraio, 1725-1750
Scuola russa del secondo quarto del XVIII secolo, Menologio annuale in due tavole:2) Mesi da marzo a agosto,
1725-1750
Scuola russa del secondo quarto del XVIII secolo, Dormitio Virginis, 1725-1750
Scuola russa del secondo quarto del XVIII secolo, Nativit di Cristo e altre scene della sua infanzia, 1725-1750
Scuola russa del secondo quarto del XVIII secolo, Morte della Vergine, 1725-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, San Nicola da Myra e sei scene della sua vita, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Redentore in gloria e santi, 1700-1750
Scuola russa della fine del secolo XVI, inizio XVII, Decollazione di san Giovanni Battista, 1590-1610
Scuola russa dell'ultimo quarto del XVI secolo, In te si rallegra ogni creatura, 1575-1600
Scuola russa del XVIII secolo, Nativit della Vergine, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Ascensione, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Elia nel deserto e scene della sua vita, 1700-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, La visione del sagrestano Juris, con scene delle feste,
1725-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Ascensione, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Dormitio Virginis, 1700-1750
Scuola russa (Vetka) della prima met del XIX secolo, Protezione della Madre di Dio, 1800-1850
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna della Misericordia, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, San Giorgio e la principessa, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna del latte, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Pantocrator, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Vergine di Vladimir, 1700-1750
Scuola russa della seconda met del secolo XVII, Resurrezione, Discesa agli inferi e sedici scene della vita di
Cristo, 1650-1700
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Albero di Jesse, 1725-1750
Scuola russa del XVIII secolo, San Giovanni guerriero e sei scene della sua vita, 1700-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, San Spiridione vescovo, 1725-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Ascensione, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Cristo in gloria tra sette gerarchie di angeli, 1700-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, San Giovanni Teologo in silenzio, 1725-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Abramo visitato dagli angeli o Santa Trinit, 1725-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Annunciazione, 1725-1750
Scuola russa del secolo XVIII, San Giovanni milite e quattro scene della sua vita, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Trasfigurazione, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, San Giovanni Battista e due scene della sua vita, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Nativit della Vergine e scene della vita di Gioacchino e sAnna, 1700-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Madre di Dio Gioia di tutti gli afflitti, 1725-1750
Scuola russa del XVIII secolo, San Demetrio, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, San Michele, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Sette Martiri di Efeso, 1700-1750
Scuola cretese-veneziana, attribuito a Nikolaos Ritzos, Santi Pietro e Paolo, 1450-1499
Scuola bizantina del secolo XV-XVI, Anima di san Giovanni Battista davanti a Dio, 1490-1510
Galleria dell'Accademia 45

Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Tavolette di una Deesis, 1700-1750
Scuola cretese-veneziana del secolo XVI, Madonna col Bambino, santi e profeti, 1500-1549
Scuola russa del XVIII secolo, Annunciazione, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna della Misericordia, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, I sette Martiri di Efeso, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Annunciazione, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Piet, 1700-1750
Scuola dalmata del XVII secolo, Piet, 1600-1700
Scuola russa del XVIII secolo, Pentecoste, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Arcangelo Michele sul cavallo di fuoco che abbatte l'Anticristo, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Redentore in trono, 1700-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Crocifissione e i frutti della Passione di Cristo, 1725-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna della Misericordia, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Trasfigurazione, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Trasfigurazione, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Nativit della Vergine, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Adorazione dei pastori, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Nativit della Vergine, 1700-1750
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Resurrezione di Cristo con scene della Passione, 1725-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, San Nicola, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna della Misericordia, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Cavalcata dei Magi; Adorazione dei Magi; Fuga in Egitto, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna in gloria tra arcangeli, profeti e santi, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Resurrezione con episodi e figure del Nuovo Testamento,
1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Resurrezione con altre "Feste" russe, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Vergine assunta e incoronata, 1700-1750
Scuola russa (Mosca) del XVII secolo, Santa Caterina di Alessandria, 1693-1694
Scuola russa del XVIII secolo, Salvatore Acheropita, 1730 circa
Scuola russa del secolo XVIII, Nativit della Vergine, 1700-1750
Maestro della Santa Verdiana (Tommaso del Mazza?), Madonna dell'Umilt tra quattro angeli e santi, seconda
met del 1300
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Vergine in gloria, il Padre Eterno e santi, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Madonna e Bambino incoronati e opere di misericordia (Madre di Dio Gioia di
tutti gli afflitti), 1733
Scuola russa del secondo quarto del secolo XVIII, Vergine di Kazan, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Resurrezione, 1700-1750
Vasilij Grjaznov, Madonna di Tichvin, 1728
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Annunciazione, 1700-1750
Scuola adriatica del XVI secolo, Adorazione dei Magi, 1550-1599
Scuola russa del XVIII secolo, Gioacchino e Anna, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, Adorazione dei Magi, 1700-1750
Scuola russa della prima met del secolo XVIII, I sette Martiri di Efeso, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, San Demetrio di Tessalonica, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Resurrezione di Lazzaro, 1700-1750
Scuola russa del XVIII secolo, Resurrezione, 1700-1750
Scuola russa del secolo XVIII, Acheropita sostenuta dagli angeli, 1700-1750
Galleria dell'Accademia 46

Deposito
Maestro della Misericordia (Giovanni Gaddi?) - Madonna col Bambino, angeli e santi, 1380 circa
Bernardo Daddi - Madonna col Bambino, 1340 circa

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Galleria_dell%27Accademia& language=it& params=43. 77671_N_11.
259103_E_type:landmark
[2] http:/ / www. polomuseale. firenze. it/ accademia/
[3] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static. touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[4] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 10.
[5] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 11.
[6] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 12.
[7] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 14.
[8] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 16.
[9] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 17.
[10] Proposte di tracsolo per il David (http:/ / www. nove. firenze. it/ vediarticolo. asp?id=a8. 01. 17. 18. 33)
[11] Il David e i flussi turistici (http:/ / www. nove. firenze. it/ vediarticolo. asp?id=a8. 02. 04. 23. 00)
[12] Galleria dell'Accademia, cit., pag. 46.

Bibliografia
G. Bonsanti, La galleria dell'Accademia, Firenze. Guida e catalogo completo, Firenze, 1990.
AA.VV., Galleria dell'Accademia, Giunti, Firenze 1999. ISBN 88-09-04880-6

Voci correlate
Accademia di Belle Arti (Firenze)
Conservatorio Luigi Cherubini
Musei di Firenze

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Galleria
dell'Accademia (Florence)

Collegamenti esterni
Sito ufficiale della Galleria dell'Accademia (http://www.polomuseale.firenze.it/musei/accademia/default.
asp)
La Firenze di Michelangelo (http://www.ortodeimedici.it/it/musei-di-firenze/30-accademia-gallery)
Musei Vaticani 47

Musei Vaticani
[1]
Coordinate geografiche: 415423N 122716E41.90639N 12.45444E

Musei Vaticani

Tipo Archeologia, Pinacoteca, altri

Datafondazione 1506

Fondatori papa Giulio II

Indirizzo Viale Vaticano 6


Citt del Vaticano

Direttore Antonio Paolucci

Visitatori 4.441.734 (2008)

Sito http:/ / mv. vatican. va/

I Musei Vaticani si trovano in viale Vaticano a Roma, all'interno dello


Stato della Citt del Vaticano, e sono una delle raccolte d'arte tra le pi
grandi del mondo, dal momento che espongono l'enorme collezione di
opere d'arte accumulata nei secoli dai Papi.
Il museo stato fondato da papa Giulio II nel XVI secolo. La Cappella
Sistina e gli appartamenti papali affrescati da Raffaello fanno parte
delle opere che i visitatori dei musei possono ammirare nel loro
percorso.
I Musei Vaticani, che occupano gran parte del vasto Cortile del
Belvedere, sono stati visitati nel 2008 da 4.441.734 persone,
confermandosi come il pi visitato museo "italiano", anche se va
ricordato che non propriamente tale trovandosi in territorio non
appartentente alla Repubblica Italiana (in questo senso il museo d'arte
italiano pi visitato la Galleria degli Uffizi di Firenze).[2]
Uscita dei Musei Vaticani

Le origini
L'origine dei Musei vaticani pu essere fatta risalire ad una singola scultura di marmo, acquistata 500 anni fa. La
scultura che rappresenta Laocoonte, il sacerdote che secondo la mitologia greca tent di convincere i Troiani a non
accettare il cavallo di legno che i Greci sembravano aver donato loro, fu trovata il 14 gennaio 1506 in un vigneto nei
pressi della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Papa Giulio II mand Giuliano da Sangallo e Michelangelo
Buonarroti, che
Musei Vaticani 48

lavoravano al Vaticano, ad esaminare la scoperta. Su loro consiglio il


Papa acquist subito la scultura dal proprietario della vigna. Un mese
dopo l'opera, che rappresenta Laocoonte e i suoi figli stretti tra le spire
di un serpente marino, fu esposta al pubblico in Vaticano.
Nell'ottobre del 2006 i musei hanno celebrato il proprio
cinquecentesimo anniversario aprendo permanentemente al pubblico
gli scavi archeologici di una necropoli che si trovano sul Colle
Vaticano.
All'inizio dell'Anno Santo 2000 stata approntato un nuovo ingresso ai
Musei, ricavato nelle mura vaticane, subito a sinistra - muro disposto a
90 gradi - del vecchio ingresso, risalente al 1932. Un passaggio stato
destinato all'ingresso, e l'altro all'uscita dei visitatori. Un apposito
articolo del Trattato del 1929 stabilisce che la Santa Sede non pu
alienare i beni contenuti nei Musei, pu regolare le date e gli orari
d'ingresso ma tenuta a consentire la visita ai turisti e agli studiosi; si
tratta quindi di una sorta di servit internazionale. I Musei sono chiusi
in alcune date festive (1 gennaio, 6 gennaio, 11 febbraio, 19 marzo, L'Augusto di Prima Porta
Pasqua e Luned dell'Angelo, 1 maggio, 29 giugno, 15 agosto, 1
novembre, 8 dicembre, 25 dicembre, 26 dicembre). I Musei sono chiusi
la domenica ad eccezione dell'ultima domenica del mese purch non
coincida con le precedenti festivit.

Un clamoroso caso si ebbe nel maggio del 1938, quando Adolf Hitler,
capo della Germania nazista, arriv a Roma, ospite del re Vittorio
Emanuele III e di Benito Mussolini. Papa Pio XI non lo volle ricevere,
e per evitare ci si trasfer eccezionalmente, per qualche giorno, nella
villa di Castelgandolfo. Inoltre, caso senza precedenti, stabil che il
Museo e la Basilica fossero chiusi ad ogni visitatore durante il breve
periodo della visita del Fhrer. In tal modo il capo tedesco non sarebbe
potuto entrare in territorio vaticano nemmeno accedendo ai Musei[3].

Composizione dei Musei vaticani


I Musei Vaticani, giustamente chiamati al plurale, sono in realt un
insieme di musei e collezioni. Attualmente comprendono: i Musei e gli La galleria delle Mappe
ambienti visitabili dei palazzi Vaticani.[4]
Musei.
Pinacoteca vaticana: la collezione fu dapprima ospitata
nell'Appartamento Borgia, finch papa Pio XI ordin che fosse
costruito un palazzo ad essa dedicato. L'architetto incaricato
dell'opera fu Luca Beltrami. Il museo contiene opere di pittori
come Giotto, Leonardo, Raffaello e Caravaggio.
Collezione d'Arte Religiosa Moderna: raccoglie opere di artisti
come Francis Bacon, Carlo Carr, Marc Chagall, Salvador Dal,
Il Braccio Nuovo
Giorgio de Chirico, Paul Gauguin, Wassily Kandinsky, Henri
Matisse e Vincent van Gogh
Musei Vaticani 49

Museo Pio-Clementino: papa Clemente XIV fond il museo


vaticano Pio-Clementino nel 1771, e originariamente fu adibito
alla raccolta di opere antiche e rinascimentali. Il museo e la sua
collezione furono ampliati dal successore papa Pio VI. Oggi il
museo ospita antiche sculture greche e romane.
Museo Missionario-Etnologico: venne fondato da Pio XII nel
1926, accoglie opere, in prevalenza di carattere religioso,
provenienti da tutte le parti del mondo; composto soprattutto da
doni fatti al Papa.
Museo Gregoriano Egizio: fondato da papa Gregorio XVI, il
museo ospita una vasta collezione di reperti dell'antico Egitto. Il
materiale esposto comprende papiri, mummie, il famoso Libro
dei morti e la Collezione Grassi.
Lo scalone nuovo (1999)
Museo Gregoriano Etrusco: fondato da papa Gregorio XVI nel
1836, questo museo dispone di otto gallerie ed ospita importanti
reperti di epoca etrusca, provenienti dagli scavi archeologici. Tra
questi vasi, sarcofagi, bronzi e la nota Collezione Guglielmi.
Museo Pio Cristiano.
Museo Gregoriano Profano.
il Padiglione delle Carrozze, che conserva alcuni dei veicoli con
i quali si spostavano i papi nel passato, fa parte del Museo
Storico Vaticano, la cui sede principale si trova nel Palazzo del
Laterano.
Museo Filatelico e Numismatico. Le scale a spirale di Giuseppe Momo (1932)
Musei della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Museo Chiaramonti: prende il nome da papa Pio VII
Chiaramonti, che lo fond agli inizi del XIX secolo. composto
da un'ampia galleria ad archi ai lati della quale sono esposte
numerose sculture, sarcofagi e fregi. La nuova ala, il Braccio
Nuovo, costruita da Raphael Stern, ospita celebri statue come
l'Augusto di Prima Porta. Un'altra parte del museo Chiaramonti
la Galeria lapidaria, che contiene pi di 3.000 tavolette ed
iscrizioni di pietra, rappresentando la pi grande collezione del
mondo di questo tipo di manufatti. Tuttavia viene aperta ai
visitatori solo su richiesta, generalmente per motivi di studio;

Palazzi Vaticani.
le gallerie :
Galleria Lapidaria;
la galleria detta Braccio Nuovo;
Galleria dei Candelabri;
Galleria degli Arazzi La sala della Rotonda

Galleria delle carte geografiche


le cappelle :
Cappella Sistina
Cappella Niccolina
Musei Vaticani 50

Cappella di Urbano VIII


le stanze o sale :
Sala della biga
Appartamento di san Pio V
Sala Sobieski
Sala dell'Immacolata
Stanze di Raffaello
Loggia di Raffaello
Sala dei Chiaroscuri
La Galleria delle statue
Appartamento Borgia

Opere

Arte antica
Affreschi dell'Odissea dalla casa di via Graziosa
Augusto di Prima Porta
Gruppo del Laocoonte
Apollo del Belvedere
Statua colossale di Claudio
Il cortile della Pigna con la Sfera di Arnaldo
Base dei Vicomagistri Pomodoro
Ritratto del decennale di Traiano
Base della Colonna Antonina
Ritratto di Filippo l'Arabo
Sarcofago di Plotino
Mosaico con atleti dalle Terme di Caracalla
Sarcofago di Elena
Sarcofago di Costantina
Sarcofago dogmatico
Pignone

Arte medievale
Evangeliario di Lorsch
Giotto, Polittico Stefaneschi
Melozzo da Forl, Angeli musicanti

Arte rinascimentale
Vista verso i giardini
Filippo Lippi, Incoronazione della Vergine, San Giovanni e San
Benedetto
Leonardo da Vinci, San Gerolamo
Michelangelo, Crocifissione di San Pietro
Raffaello, Trasfigurazione

Vista verso i giardini


Musei Vaticani 51

Raffaello, Madonna di Foligno

Arte moderna
Caravaggio, Deposizione
Antonio Canova, Perseo trionfante

Visitatori
Ordinariamente i visitatori superano i quattro milioni all'anno. Nel 2011, essi hanno raggiunto i cinque milioni.[5]

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Musei_Vaticani& language=it&
params=41_54_23_N_12_27_16_E_region:VA_type:landmark
[2] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static. touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[3] Pio XII, il Principe di Dio da "La Grande Storia" (http:/ / www. youtube. com/ watch?v=DIY1Pe9zA7w& feature=PlayList&
p=EF0DAE3A97920CD4& index=4) (1:23 - 2:16).
[4] Le seguenti indicazioni sono tratte da: Guida ai Musei e alla Citt del Vaticano, Ed. Musei Vaticani, 2003, p. 7.
[5] Dal rapporto del direttore Antonio Paolucci ne L'Osservatore Romano del 10 gennaio 2012

Voci correlate
Galleria degli Uffizi, Firenze
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Museo di Capodimonte, Napoli

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Vatican Museums

Collegamenti esterni
www.museivaticani.va (http://www.museivaticani.va) sito ufficiale
mv.vatican.va (http://mv.vatican.va/2_IT/pages/MV_Visite.html) pianta del museo
I musei Vaticani (http://www.treccani.it/Portale/sito/comunita/webTv/videos/Libri_Musei_Vaticani.html)
sull'Enciclopedia Treccani
Pinacoteca vaticana 52

Pinacoteca vaticana
Pinacoteca vaticana

Ingresso della Pinacoteca


Tipo Pinacoteca

Datafondazione 1932

Fondatori Papa Pio XI

Indirizzo Viale Vaticano, 00165 Roma

Sito [1]

La nuova Pinacoteca vaticana venne inaugurata il 27 ottobre del 1932 nell'edificio costruito dall'architetto Luca
Beltrami, appositamente per ospitare la pinacoteca, per volere del papa Pio XI.

Storia
Il palazzo sorse in una parte del Giardino Quadrato,
isolato e circondato completamente da viali, in un luogo
ritenuto idoneo grazie allottima presenza della luce in
grado di valorizzare il valore estetico delle opere. Prima
della pinacoteca le opere venivano spesso spostate tra i
vari palazzi apostolici poich non avevano una fissa sede,
quindi la sua costruzione serv anche a risolvere la
questione. Pio VI riusc a creare una prestigiosa raccolta
di 118 dipinti intorno al 1790, ma essa ebbe vita breve
poich, in seguito al Trattato di Tolentino stipulato nel
1797, alcuni dei maggiori capolavori furono trasferiti a
Parigi. La moderna pinacoteca, intesa come esposizione
aperta al pubblico, nacque solo dopo la caduta di
Napoleone, precisamente nel 1817, cui segu la
restituzione di alcune opere secondo le direttive del
Congresso di Vienna. Grazie a numerosissime donazioni
e acquisizioni la collezione continu a crescere nel corso
degli anni arrivando allattuale numero di circa 460
dipinti, esposti nelle diciotto sale secondo un ordine
cronologico. Le opere vanno da quelle definite
"Primitive" (XII-XIII secolo) a quelle del XIX secolo. La
collezione di dipinti pu vantare capolavori di alcuni dei
maggiori artisti italiani, come Giotto, Raffaello, Caravaggio, Deposizione
Leonardo, Caravaggio e tanti altri.
Pinacoteca vaticana 53

Le Sale

Sala I (Nicol e Giovanni)


La sala ospita i cosiddetti "primitivi" italiani, artisti di epoca medievale. Tra le opere raccolte, eseguite
prevalentemente a tempera su tavola, assume particolare rilievo il Giudizio finale di Nicol e Giovanni (scuola
romana della seconda met del XII secolo), dipinto dalla forma circolare e base rettangolare, giunto dall'oratorio di
San Gregorio Nazianzeno presso Santa Maria in Campo Marzio a Roma. L'iconografia divisa in registri
sovrapposti e da titoli esplicativi. In alto, Cristo Pantocratore in maest fra Angeli e Serafini; a scendere, Ges orante
in veste sacerdotale di fronte ad un altare, posto fra gli Apostoli con gli strumenti della Passione. Nel terzo registro,
tre scene distinte: da sinistra, Disma detto il "buon ladrone" precede con la croce in mano San Paolo che guida i
risorti, poi la Vergine e Santo Stefano intercedono per i Santi innocenti e, infine, l'illustrazione delle sette Opere di
Misericordia sintetizzata in tre episodi (Vestire gli ignudi, Visitare i carcerati, Dissetare gli assetati); sotto, la
Resurrezione dei corpi: i divorati dalle fiere e dai pesci a sinistra, i sepolti per inumazione a destra, le allegorie della
Terra e del Mare al centro. In basso, le illustrazioni dell'Inferno con i dannati e della Gerusalemme Celeste (il
Paradiso) con la Vergine circondata da due Santi e dagli Eletti. Al di sotto della Vergine, sono raffigurate le
committenti della tavola, due monache identificate dal titolo come "Domna Benedicta ancilla Dei" e "Costantia
abbatissa".
Fatta eccezione per quest'opera e per il Trittico Stefaneschi (Sala II), tutte le tavole contenute nelle prime due sale
della Pinacoteca provengono dalla Collezione della Biblioteca Vaticana.

Sala II (Giotto)
La Sala espone tempere del periodo giottesco e tardogotico. Qui posto uno dei maggiori capolavori conservati nella
Pinacoteca Vaticana, il Trittico Stefaneschi, opera di Giotto e allievi proveniente dall'antica basilica di San Pietro.
Commissionato dal cardinale Jacopo Stefaneschi nel 1320 circa per l'altare maggiore, il polittico si compone di tre
scomparti e una predella dipinta su entrambi i lati.
Tra le opere presenti anche il Redentore benedicente, dipinto dalle ridotte dimensioni (probabile cimasa di un
polittico cuspidato) attribuito a Simone Martini, artista senese della prima met del Trecento considerato uno dei
maggiori innovatori dell'arte tardomedievale.

Sala III (Beato Angelico)


La Sala raccoglie in maggioranza opere di Filippo
Lippi, Beato Angelico e Benozzo Gozzoli. Di Filippo
Lippi e aiuti il grande trittico con l'Incoronazione
della Vergine o Incoronazione Marsuppini ultimato
intorno al 1460 per la cappella di San Bernardo nel
convento delle monache Olivetane ad Arezzo. Nella
composizione figurano Gregorio Marsuppini e suo
figlio Carlo (il committente dell'opera) in veste di
donatori, introdotti da San Gregorio e da Santi monaci
alla contemplazione dell'evento. Beato Angelico,Scena dalla vita di san Nicola di Bari

Al Beato Angelico si riconducono le Storie di San


Nicola di Bari, scomparti della predella di un grande trittico eseguito nel 1437 circa per la cappella di San Niccol
nella chiesa perugina di San Domenico e oggi custodito in buona parte a Perugia presso la Galleria Nazionale
dell'Umbria. I due pannelli conservati in Vaticano riproducono l'uno la Nascita e la Vocazione del Santo e il Dono
alle tre fanciulle povere, l'altro San Nicola che incontra il messo imperiale, il Salvataggio di un carico di grano per la
Pinacoteca vaticana 54

citt di Mira e il Miracolo di una nave salvata dal naufragio.


Del Gozzoli la Vergine che porge la cintola a San Tommaso, conosciuta come "Madonna della Cintola", dipinta
nel 1452 per l'altare maggiore della collegiata di San Fortunato a Montefalco. La pala raffigura la Vergine assisa
sulle nubi attorniata da angeli e cherubini e il Santo ai suoi piedi; sulla predella, da sinistra, sei episodi della vita di
Maria: la Nascita della Madonna, l'Annunciazione, lo Sposalizio, la Nativit del Signore, la Disputa nel Tempio, la
Morte della Vergine.

Sala IV (Melozzo da Forl)


La Sala riservata alle opere di Melozzo da Forl e di Marco Palmezzano,
suo aiuto. A Melozzo si devono il grande affresco di Sisto IV nomina il
Platina prefetto della biblioteca Vaticana (1477), trasposto su tela dagli
ambienti della Biblioteca Apostolica Vaticana fondata dal Pontefice nel
1475. Il dipinto costituiva l'episodio centrale del ciclo di pitture affidate
anche ad Antoniazzo Romano e ai fratelli Domenico e David Ghirlandaio
per la decorazione di questa sede e raffigura Sisto IV in trono nell'atto di
conferire al genuflesso Bartolomeo Sacchi, detto "il Platina", la nomina a
primo prefetto della Biblioteca. A fianco del vicario di Cristo i cardinali
nepoti Pietro Riario (riconosciuto da molti come il protonotario Raffaele)
con Giuliano della Rovere in abito cardinalizio (futuro papa Giulio II) e i
nipoti laici Giovanni della Rovere e Girolamo Riario.

Sono dell'artista anche i noti frammenti con Angeli musicanti e Teste di


Apostoli tratti, insieme al Redentore Benedicente esposto a Palazzo del
Quirinale, dall'affresco absidale del 1480 circa realizzato nella basilica dei
Melozzo da Forl, Angelo musicante
Santi Apostoli a Roma.
Tra i dipinti del Palmezzano la pala dedicata alla Madonna col Bambino e i santi Francesco, Lorenzo, Giovanni
Battista, Pietro, Domenico e Antonio Abate, opera tarda dell'artista eseguita a olio su tavola nel 1537 per la chiesa
del convento del Carmine a Cesena.

Sala V (Ercole de' Roberti)


La Sala conserva lavori di Quattrocentisti italiani e stranieri. Tele e
tavola, oltre a una terracotta invetriata, realizzate a tempera o a
olio. Tra queste i Miracoli di san Vincenzo Ferrer di Ercole de'
Roberti e la pi tarda Piet di Lucas Cranach il Vecchio,
proveniente dal convento di Kreuzlingen dei Canonici Regolari di
Sant'Agostino. L'opera del de' Roberti costituisce la predella della
pala d'altare dipinta dal suo maestro Francesco del Cossa verso il
1473 per la cappella Griffoni in San Petronio a Bologna, poi
smembrata nel Settecento. I miracoli sono narrati in successione
lineare, tra loro collegati senza soluzione di continuit nell'unit di
tempo e di spazio: San Vincenzo guarisce una storpia, resuscita
una ricca ebrea spagnola, salva un bambino in una casa colpita da Ercole de' Roberti, dettaglio dai Miracoli di san
un incendio, resuscita un bambino ucciso dalla madre impazzita, Vincenzo Ferrer

guarisce un uomo ferito a una gamba.

Sala VI (polittici)
Pinacoteca vaticana 55

La Sala dedicata ai polittici della seconda met del XV secolo. Molti i dipinti in esposizione, tutti eseguiti a
tempera su tavola. Fra questi, la Crocifissione tra i Santi Venanzio, Giovanni Battista e Porfirio (conosciuta come
"Trittico di Camerino" per la sua provenienza dalla collegiata Camerte di San Venanzio) e l'Incoronazione della
Vergine, Cristo deposto e Santi (o "Polittico di Montelparo") trasferita dalla chiesa di San Michele Arcangelo in
Castello di Montelparo; entrambe opere di Nicol di Liberatore, detto "l'Alunno", articolate entro ricche cornici
gotiche che testimoniano l'influsso della cultura veneta.
Ancora, la Piet, di Carlo Crivelli, cimasa lunettata di provenienza ignota ma sempre marchigiana; l'Incoronazione
della Vergine, Nativit, Adorazione dei Magi (noto come "Trittico Rospigliosi"), dipinto di Bartolomeo di Tommaso
del 1450 circa donato dal principe Altieri a Leone XIII in occasione del suo giubileo sacerdotale (1888).

Sala VII (Perugino)


La Sala ospita esempi di scuola umbra. Qui emergono dipinti legati a nomi di importanti artisti come il Pinturicchio
e il Perugino, autori di opere eseguite in prevalenza a tempera su tela o su tavola.
Al Pinturicchio si riconduce l'Incoronazione della Vergine, pala d'altare del 1503 realizzata in collaborazione con
Giovan Battista Caporali per il convento di Santa Maria dei Minori Osservanti a Umbertide, tempera su tavola
trasposta successivamente su tela.
Alla mano del Perugino si deve la Pala dei Decemviri del 1496, pala d'altare commissionata dai Decemviri di
Perugia per la cappella del Palazzo dei Priori e composta, in origine, di una cimasa con il Cristo in piet oggi
custodita presso la Galleria Nazionale dell'Umbria.

Sala VIII (Raffaello)


La Sala raccoglie interamente opere di Raffaello Sanzio. In una
cornice di arazzi collocati alle pareti - realizzati sui cartoni disegnati
dall'artista e dalla sua scuola - dominano al centro della sala tre pale
d'altare eseguite a tempera su tavola dal maestro urbinate: la Pala
degli Oddi del 1503 circa proveniente dalla cappella della famiglia
Oddi nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, la Madonna di
Foligno del 1511 circa cos ribattezzata dopo il suo trasferimento
dalla chiesa dell'Aracoeli a Roma nella chiesa del monastero di
Sant'Anna delle Contesse di Foligno (queste prime due opere sono
state trasposte su tela), e, infine, la Trasfigurazione del 1520.

La prima opera raffigura Cristo che incorona la Vergine circondato


da angeli musicanti in alto, gli apostoli, intorno alla tomba fiorita,
intenti ad assistere all'evento in basso; sulla predella
l'Annunciazione, l'Adorazione dei Magi e la Presentazione di Ges al
Tempio.
La seconda mostra san Girolamo che presenta il genuflesso
Sigismondo de' Conti (committente dell'opera) alla Madonna assisa
in gloria, a lei grato per aver salvato la propria casa dalla caduta di
Raffaello Sanzio, Madonna di Foligno (1511-12)
un fulmine (episodio ravvisato sullo sfondo del dipinto).
La terza rappresentativa del periodo tardo di Raffaello: in alto, Cristo trasfigurato fra Mos, Elia, Pietro, Giovanni
e Giacomo, mentre, nel registro inferiore, l'episodio dell'incontro fra il bambino indemoniato e gli apostoli; tema
nascosto quello della Grazia ottenibile solo con la Fede qui rappresentata dalla donna in ginocchio in primo piano.
Pinacoteca vaticana 56

Sala IX (Leonardo)
La Sala, di piccole dimensioni, raccoglie opere di Leonardo da Vinci e di Cinquecentisti vari. Di Giovanni Bellini
il Compianto sul Cristo morto con i Santi Giuseppe di Arimatea, Nicodemo e Maria Maddalena, cimasa di una pala
eseguita nel 1474 circa per l'altare maggiore della chiesa di San Francesco a Pesaro e oggi conservata presso il
Museo Civico. La solenne composizione vede intorno al Cristo giacente le figure di Maria Maddalena, Nicodemo e
Giuseppe di Arimatea.
Il quadro pi noto resta tuttavia il monocromo con San Gerolamo di Leonardo, olio su tavola tardo quattrocentesco
ricondotto al primo periodo fiorentino dell'artista. Il Santo raffigurato in ginocchio con la testa reclinata su un lato;
il corpo scarno e implorante personifica l'ascesi e la mortificazione; ai suoi piedi un famelico leone di cui resta la
traccia della sagoma e sullo sfondo la facciata della chiesa fiorentina di Santa Maria Novella. Alla morte dell'artista
la tavola and dispersa divisa in pi parti e fu ricomposta, sul finire del Settecento, dopo il fortunato ritrovamento dei
frammenti adibiti a coperchio di un forziere nella bottega di un rigattiere e a piano per lo sgabello di un calzolaio.

Sala X (scuola di Raffaello e pittura veneta)


La Sala contiene opere di Tiziano Vecellio e della pittura veneta del Cinquecento. Vi sono esposti oli su tela e su
tavola di raffinata esecuzione. A Tiziano si devono il Ritratto del Doge Niccol Marcello del 1542 circa, arrivato
dalla Collezione Aldovrandi di Bologna, e la Madonna col Bambino e santi del 1535 circa, pi conosciuta come
"Madonna dei Frari" per la sua provenienza dall'oratorio di San Niccol della Lattuga in Campo dei Frari a Venezia.
La pala d'altare, eseguita su tavola e poi trasposta su tela, strutturata su due registri: in alto la Vergine col Bambino
e gli Angeli, in basso i santi Caterina d'Alessandria, Nicola, Pietro, Antonio da Padova, Francesco e Sebastiano.
Del Veronese sono due opere giunte dalla Collezione Pio di Savoia: l'Allegoria delle Arti Liberali, tela dalla
particolare forma ottagonale (probabile decorazione di un soffitto) realizzata intorno al 1551, e la Visione di
sant'Elena del 1580 circa, quadro dedicato alla sogno-visione della Santa che la leggenda afferma aver portato al
ritrovamento della vera Croce.
Alla mano di Paris Bordon si riferisce il San Giorgio che uccide il drago, dipinto commissionato per l'altare
maggiore della parrocchiale di San Francesco di Noale, ed eseguito verso il 1525.

Sala XI (Barocci)
La Sala accoglie gli artisti del tardo Cinquecento. Sono presenti pittori come Ludovico Carracci autore della Trinit
con Cristo morto e Angeli che mostrano gli strumenti della Passione del 1590 circa, opera giunta dalla Collezione
del cardinale Flavio Chigi e probabile cimasa di una pala d'altare o sopraporta di una sacrestia, e Giorgio Vasari con
la Lapidazione di Santo Stefano, pala d'altare dalle dimensioni imponenti dipinta nel 1571 per la cappella di Santo
Stefano situata nell'ala del Palazzo Pontificio fatta costruire da Pio V (1566-1572).
Di Federico Barocci sono il Riposo durante la fuga in Egitto (noto come "Madonna delle ciliegie") dipinto dal felice
cromatismo identificato nell'opera commissionata all'artista dal perugino Simonetto Anastagi intorno al 1573, e
l'Annunciazione, pala d'altare realizzata per la cappella di Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino, nella
basilica di Loreto e datata intorno al 1584: tela ridipinta tuttavia in molte sue parti per riparare i danni subiti dai
trasporti e dai malaccorti restauri. Sullo sfondo della scena sacra si ravvisa uno scorcio notturno del quartiere
urbinate di Valbona e la fiancata occidentale del Palazzo Ducale.
Pinacoteca vaticana 57

Sala XII (Caravaggio)


La Sala, dalla particolare forma ottagonale, conserva importanti pitture a olio
eseguite da artisti del primo periodo barocco. Tra le opere presenti la
Crocifissione di san Pietro di Guido Reni, pala d'altare su tavola del 1605
commissionata dal cardinale Pietro Aldobrandini per la chiesa di San Paolo
alle Tre Fontane; il Martirio di sant'Erasmo di Nicolas Poussin, pala
realizzata nel 1629 per l'altare del transetto destro della basilica di San Pietro
in Vaticano; la Comunione di San Gerolamo del Domenichino, olio su tela
eseguito per la Congregazione di San Gerolamo della Carit dell'omonima
chiesa in via Monserrato a Roma.

Altri progetti
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wikimedia.org/wiki/Category:Pinacoteca Vaticana

Collegamenti esterni
Sito ufficiale [1] Guido Reni, Crocifissione di san Pietro

Note
[1] http:/ / mv. vatican. va/ 2_IT/ pages/ PIN/ PIN_Main. html
Cappella Sistina 58

Cappella Sistina
[1]
Coordinate geografiche: 415411N 122716E41.90306N 12.45444E

La Cappella Sistina uno dei pi


famosi tesori culturali ed artistici della
Citt del Vaticano, inserita all'interno
del percorso dei Musei Vaticani. Fu
costruita tra il 1475 e il 1481, all'epoca
di papa Sisto IV della Rovere, da cui
prese il nome. conosciuta in tutto il
globo sia per essere il luogo nel quale
si tengono il conclave e altre cerimonie
ufficiali del Papa, comprese alcune
incoronazioni papali, sia per essere
stata decorata da una delle opere d'arte
pi conosciute e celebrate della civilt
artistica occidentale, gli affreschi di
L'interno con sullo sfondo il Giudizio Universale
Michelangelo Buonarroti, che
riguardano sia la volta (1508-1512) sia
la parete del Giudizio Universale sopra
l'altare (1535-1541). Le pareti inoltre
conservano una serie di affreschi di
alcuni dei pi grandi artisti italiani
della seconda met del Quattrocento
(Sandro Botticelli, Pietro Perugino,
Pinturicchio, Domenico Ghirlandaio,
Luca Signorelli, Piero di Cosimo e
altri).

Esiste anche una "Cappella Sistina"


nella basilica di Santa Maria Maggiore
a Roma e una nella cattedrale di
Savona, fatta edificare dal medesimo
pontefice come mausoleo per i propri
genitori.

Storia

Preesistenze
L'interno (lato opposto)
Nel 1368 si ha la prima menzione di
una cappella papale preesistente in
Vaticano, che nell'anno successivo venne decorata da Giottino e Giovanni da Milano[2].
Cappella Sistina 59

XV secolo

La ricostruzione

I propositi di ripristino dei pi importanti monumenti cristiani di


Roma, devastati dall'abbandono, dall'incuria e dalle lotte civili durante
la cattivit avignonese, fu uno dei progetti pi ambizioni dei papi del
XV secolo, a partire da Martino V[3]. Sisto IV, gi professore di
teologia nelle maggiori universit italiane e generale dei francescani,
raccolse questo impegno e gi poco dopo la sua elezione (agosto
1471), inizi un'opera di interventi di recupero e monumentalizzazione
del tessuto urbano di Roma, che culmin nella ricostruzione e nella
decorazione della cappella palatina del Palazzo Apostolico, che in
seguito prese il suo nome. Il progetto architettonico dovette prendere
corpo nel 1473, su disegno di Baccio Pontelli. Nel 1477 venivano
abbattuti i resti ormai fatiscenti della costruzione precedente,
sfruttandone le fondazioni e la base dei muri sani per la nuova
cappella. Pare che le pareti medievali venissero conservate fino
all'altezza della prima cornice, giustificando le irregolarit in pianta[3]:
i lati maggiori infatti convergono verso quello di fondo, il quale a sua
volta non perfettamente parallelo a quello dell'altare[2]. Tutto
l'edificio venne comunque rivestito di una cortina laterizia e rinforzato
da un basamento a scarpa; furono realizzate nuove volte sia nella
copertura, che negli ambienti dei maestri di cerimonia al di sotto della
cappella[2]. Botticelli, Sisto II

Le funzioni della cappella non mutarono rispetto alla precedente e a quella analoga nel Palazzo dei Papi di
Avignone, come sede delle pi solenni cerimonie del calendario liturgico svolte dalla corte papale. Tale necessit
richiedeva una cornice particolarmente fastosa, che mostrasse inequivocabilmente la Maiestas papalis ai partecipanti
ammessi al cerimoniale, che erano essenzialmente il collegio dei cardinali, i generali degli ordini monastici, i
diplomatici accreditati, i membri di grado pi alto nella compagine statale pontificia, il senatore e i conservatori della
citt di Roma, i patriarchi, i vescovi e i principi o le personalit eminenti in visita. A costoro si aggiungeva una folla
di altri personaggi ammessa ad assistere alle funzioni oltre la transenna marmorea che separa tutt'oggi la cappella
papale vera e propria (con l'altare)[3].

La costruzione venne avviata nel 1477 con la supervisione ai lavori di Giovannino de' Dolci. Nell'estate del 1481
doveva essere gi conclusa, poich gi documentato lo svolgimento della decorazione ad affresco delle pareti[3].
L'aspetto dall'esterno doveva essere grandioso, paragonabile solo con edifici di et imperiale.
La consacrazione della cappella risale alla prima messa del 9 agosto 1483, quando venne dedicata all'Assunzione
della Vergine Maria.
Cappella Sistina 60

La decorazione pittorica

Il programma generale della decorazione pittorica della


cappella fu articolato su tre registri dal basso verso
l'alto: lo zoccolo con finti arazzi, il secondo ordine con
scene del Vecchio Testamento (scene della vita di
Mos) e del Nuovo testamento (scene della vita di
Cristo) ed infine l'ordine pi alto con la
rappresentazione di pontefici martirizzati.
La decorazione pittorica venne avviata, nella parete
dietro l'altare (quella oggi del Giudizio), dal
Perugino[4], il quale aveva gi lavorato per il papa nella
distrutta Cappella della Concezione nell'antica basilica
Ricostruzione dell'aspetto della Sistina prima degli interventi di di San Pietro in Vaticano e che realizz anche la pala
Michelangelo, stampa del XIX secolo
d'altare raffigurante la Vergine Assunta. La volta fu
decorata da un cielo stellato di Piermatteo d'Amelia[4],
seguendo una tradizione medievale.

Nel frattempo il signore di Firenze Lorenzo de' Medici, nell'ambito di una politica riconciliativa con gli avversari che
avevano appoggiato la Congiura dei Pazzi (1478), tra cui lo stesso papa, propose l'invio dei migliori artisti presenti
allora sulla scena fiorentina, quali ambasciatori di bellezza, armonia e del primato culturale di Firenze[5]. L'offerta
venne accettata e il 27 ottobre 1480 Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio e i rispettivi
collaboratori partirono per Roma, dove sono documentati all'opera dalla primavera del 1481[5].
Ciascuno di questi artisti, con gli aiuti, tra gli altri, degli aiutanti Pinturicchio, Piero di Cosimo e Bartolomeo della
Gatta, affresc uno dei quattro riquadri nella parete a destra dell'altare, poi, con un nuovo contratto datato 27 ottobre
1481, vennero riconfermati per l'esecuzione degli altri dieci riquadri restanti (i due sulla parete dell'altare erano gi
stati completati da Perugino nella primissima fase) da ultimare entro il marzo dell'anno successivo. I termini non
vennero sempre rispettati e al Perugino subentr Luca Signorelli, che affresc il Testamento di Mos e la Contesa
intorno al corpo di Mos sulla parete dell'ingresso[4]. Il complesso programma iconografico venne definito in ogni
particolare dal pontefice stesso e dai suoi consiglieri, anche se la sua stessa complessit necessit un intervento di
grande importanza da parte degli artisti nell'invenzione figurativa e iconografica[6].
La concezione del programma iconografico complessivo fu riprese secondo alcuni storici dall'Expositio super septem
visiones libri apocalypsis, esegesi di episodi biblici risalente forse al nono secolo,[7] ovvero dall'opera di Gioacchino
da Fiore, autore di una complessa teoria della "concordia" tra Antico e Nuovo Testamento.
Il risultato fu un ciclo di grande omogeneit, nonostante la partecipazione di artisti dalle personalit marcatamente
diverse. Ci fu possibile grazie all'adozione di una medesima scala dimensionale delle figure, all'impaginazione e
strutturazione ritmica simile, alle medesime tonalit dominanti, tra cui spicca l'abbondanza di rifiniture in oro, che
intensificano la luce con effetti che dovevano apparire particolarmente suggestivi nel bagliore delle fiaccole e delle
candele[8].
Cappella Sistina 61

XVI secolo
Lo splendido complesso voluto da Sisto IV
fu anche nei decenni successivi al centro
degli interessi dei pontefici, con interventi
che costituiscono pagine fondamentali
dell'arte del pieno Rinascimento[8].
Nella primavera del 1504 la particolare
natura del terreno su cui sorge la cappella
determin probabilmente un inclinamento
della parete meridionale che, in seguito ad
assestamenti, lasci una vasta e minacciosa
crepa sul soffitto, che necessit una
sospensione di tutte le funzioni nella
cappella in via precauzionale[9]. Michelangelo, volta della Cappella Sistina

Giulio II

Giulio II, pure della Rovere, fece restaurare la volta con catene, sia
sopra la volta principale che negli ambienti inferiori, rendendola di
nuovo agibile solo dopo la met di ottobre. La lunga crepa, che si
scoperto partire dall'angolo nord-est, venne tamponata con
l'inserimento di nuovi mattoni, forse nell'estate del 1504[9]. La
decorazione della volta di Pier Matteo DAmelia risult cos
danneggiata irreparabilmente.

L'idea di far rifare la decorazione della volta a Michelangelo


Buonarroti dovette venire a papa Giulio nell'aprile del 1506, come
testimonia una lettera inviata allo stesso Michelangelo dal
capomastro fiorentino Piero Rosselli, il quale aveva ascoltato la
notizia dalla voce del papa stesso. La precipitosa fuga da Roma di
Michelangelo, per via degli intrighi che avevano bloccato il suo
grandioso progetto della "Sepoltura" del papa, sospese il progetto
fino alla riappacificazione col papa, che avvenne nel 1507.
Una parete della Cappella Sistina
Nel 1508 quindi l'artista torn a Roma e sottoscrisse il contratto; il
lavoro venne completato entro il 31 ottobre 1512[8]. La decorazione della volta incontr numerose difficolt, tutte
brillantemente superate dall'artista e dai suoi collaboratori. Per essere in grado di raggiungere il soffitto,
Michelangelo necessitava di una struttura di supporto; la prima idea fu del Bramante, che volle costruire per lui una
speciale impalcatura, sospesa in aria per mezzo di funi. Ma Michelangelo temeva che questa soluzione avrebbe
lasciato dei buchi nel soffitto, una volta completato il lavoro, cos costru un'impalcatura da s, una semplice
piattaforma in legno su sostegni ricavati da fori nei muri posti nella parte alta vicino alle finestre. Questa impalcatura
era organizzata in gradoni in modo da permettere un lavoro agevole in ogni parte della volta. Il primo strato di
intonaco steso sulla volta cominci ad ammuffire perch era troppo bagnato. Michelangelo dovette rimuoverlo e
ricominciare da capo, ma prov una nuova miscela creata da uno dei suoi assistenti, Jacopo l'Indaco. Questa non solo
resistette alla muffa, ma entr anche nella tradizione costruttiva italiana.
Cappella Sistina 62

Inizialmente Michelangelo era stato incaricato di dipingere solo dodici figure, gli Apostoli, ma quando il lavoro fu
finito ve ne erano presenti pi di trecento. Dell'impresa restano numerosi disegni, che rappresentano un documento
molto prezioso.

Leone X

In seguito anche Leone X desider legare il


proprio nome all'ineguagliabile prestigio
della Sistina, fino ad allora patrocinata da
pontefici della famiglia Della Rovere.
Decise allora di donare una serie di preziosi
arazzi intessuti a Bruxelles su disegno di
Raffaello Sanzio alla fine del 1514. Gli
arazzi, intessuti nella bottega di Pieter van
Aelst, mostrano le Storie dei santi Pietro e
Paolo, i cui soggetti avevano precise
corrispondenze con i riquadri affrescati nel
registro mediano[8]. Questi arazzi, che
ricoprivano la zona destinata al papa e ai Guarigione dello storpio, uno dei cartoni di Raffaello per gli arazzi della Sistina,
religiosi separata dalla transenna marmorea, V&AM, Londra

erano utilizzati nelle solenni festivit e si


leggevano, come le storie soprastanti, dalla parete dell'altare[10].

Attraverso la celebrazione dei primi due "architetti della Chiesa", Pietro e Paolo apostoli rispettivamente verso gli
Ebrei e verso i "Gentili", si riaffermava il collegamento col pontefice regnante, loro erede[10].
Quando i primi sette arazzi arrivarono dalla Fiandra e furono collocati il 26 dicembre 1519 il cerimoniere Paris de
Grassis annot: tota cappella stupefacta est in aspectu illorum[10].

Nuovi danni
Negli anni successivi altri assestamenti del terreno causarono, per la scarsa stabilit delle fondazioni, nuovi danni,
come il crollo, nel giorno di natale del 1522 dell'architrave del portale, che uccise una guardia svizzera accanto ad
Adriano VI che proprio in quel momento stava entrando in cappella[10].
Durante il conclave del 1523 si aprirono nuove, preoccupanti crepe, che richiesero un intervento urgente di Antonio
da Sangallo il quale, chiamato dai cardinali preoccupati, verific la stabilit dell'edificio. Pi tardi furono necessari
nuovi interventi sulle fondazioni della parete orientale, che danneggiarono irreparabilmente i due affreschi che
concludevano le Storie di Cristo e di Mos. In seguito, nella seconda met del XVI secolo, le due scene dovettero
essere ridipinte da Hendrick van de Broeck e Matteo da Lecce, sicuramente gli interventi pittorici pi deboli
dell'intera decorazione[10].
Cappella Sistina 63

Clemente VII e Paolo III


Infine l'ultima grande decorazione della cappella fu voluta da Clemente VII, che commission, ancora a
Michelangelo, l'enorme affresco del Giudizio universale (1535-1541), in gran parte dipinto al tempo di Paolo III, che
rappresent anche il primo intervento "distruttivo" nella storia della Cappella, stravolgendo l'originale impostazione
spaziale e iconografica, che si era delineata nei precedenti apporti fino ad allora sostanzialmente coordinati[8].
La prima menzione dell'intenzione del pontefice si ha in una lettera di Sebastiano del Piombo a Michelangelo, datata
17 luglio 1533, che lo invitata a tornare a Roma. Nonostante le iniziali resistenze di Michelangelo, nel 1533 esse
furono vinte, e nel 1534 lasci definitivamente Firenze, anche per l'insofferenza verso il nuovo duca Alessandro,
nonch la sua crescente disaffezione verso le opere fiorentine che ormai si trascinavano sempre pi stancamente[11].
Il Giudizio Universale fu oggetto di una pesante disputa tra il cardinale Carafa e Michelangelo: l'artista venne
accusato di immoralit e intollerabile oscenit, poich aveva dipinto delle figure nude, con i genitali in evidenza,
all'interno della pi importante chiesa della cristianit, perci una campagna di censura (nota come "campagna delle
foglie di fico") venne organizzata dal Carafa e monsignor Sernini (ambasciatore di Mantova) per rimuovere gli
affreschi. Giorgio Vasari racconta che, quando il Maestro di Cerimonie del Papa, Biagio da Cesena, accus il lavoro
di Michelangelo apostrofandolo come pi adatto a un bagno termale che a una cappella, Michelangelo raffigur i
suoi tratti nella figura di Minosse, giudice degli inferi; quando Biagio da Cesena si lament di questo con il Papa, il
pontefice rispose che la sua giurisdizione non si applicava all'inferno, e cos il ritratto rimase. Secondo altri
studiosi[12], invece, il personaggio raffigurato in forme caricaturali nel Minosse sarebbe Pierluigi Farnese, figlio di
papa Paolo III, noto a Roma per essere un sodomita violento e per aver abusato sessualmente di un giovane
ecclesiastico causandone la morte.
In coincidenza con la morte di Michelangelo, venne emessa una legge per coprire i genitali ("Pictura in Cappella
Ap.ca coopriantur"). Cos Daniele da Volterra, un apprendista di Michelangelo, dipinse tutta una serie di panneggi e
perizomi detti "braghe", che gli valsero il soprannome di "Braghettone".

I secoli successivi
Quando il Mahatma Gandhi visit nel 1931 la Cappella Sistina, la sua attenzione fu colpita, pi che dagli affreschi di
Michelangelo, dal Crocifisso dell'altare della cappella. Intorno a quel Crocifisso che rappresenta un Ges
magrissimo, dimesso e sofferente, ben diverso dal Ges corpulento e forte del Giudizio Universale Gandhi indugi
per parecchi minuti, esclamando infine: Non si pu fare a meno di commuoversi fino alle lacrime[13].
Gli affreschi che Michelangelo ha realizzato nella Cappella Sistina, ed in particolare quelli della volta e delle lunette
che la accompagnano sono stati sottoposti nel corso dei secoli ad un certo numero di restauri, i pi recenti dei quali si
sono svolti tra il 1980 e il 1994. Questi ultimi hanno provocato stupore presso gli studiosi e gli amanti dell'arte
poich sono stati portati alla luce colori e particolari che la patina scura aveva nascosto per secoli. Particolarmente
controversa fu la scelta da adottare per la rimozione o meno delle "braghe" di Daniele da Volterra. Si scelse di
rimuovere la maggior parte dei perizomi tranne quelli nelle figure principali, ormai entrati nell'immaginario
collettivo, come quello della figura di Daniele; comunque, una copia fedele e senza censure dell'originale, di
Marcello Venusti, oggi a Napoli al Museo di Capodimonte.
Cappella Sistina 64

Descrizione
La Cappella si trova sulla destra della basilica di San
Pietro, all'interno del Palazzo Apostolico, accessibile
dall'imponente Sala Regia.

Architettura
di forma rettangolare e misura 40,93 metri di
lunghezza per 13,41 di larghezza (le dimensioni del
Tempio di Salomone, cos come vengono riportate
nell'Antico Testamento). Ha un'altezza di 20,70 metri
ed coperta da una volta a botte ribassata, collegata
alle pareti da vele e pennacchi, che generano lunette in
corrispondenza dei muri laterali. Sotto ciascuna lunetta
si aprono le strette finestre ad arco che danno luce
all'ambiente: sono sei su ciascuna parete laterale a cui
si aggiungevano altre due aperture sul lato ovest,
Veduta della Cappella Sistina dalla cupola di San Pietro
tamponate con la creazione del Giudizio[3].

La cornice tra la zona inferiore e quella mediana poco sporgente rispetto a quella successiva, tra la zona mediana e
quella superiore; qui, all'altezza delle imposte delle finestre, il muro rientra per lasciare spazio a uno stretto
camminamento. Oltre questo confine i pilastri, che in tutta la zona inferiore sono solo dipinti, diventano reali e
reggono i peducci della volta[2].
Sopra il portale, in corrispondenza del peduccio della volta, si trova un grande stemma papale Della Rovere con la
quercia a dodici ghiande d'oro e la tiara papale, appartenente a Sisto IV, ma fatto all'epoca di Giulio II, suo
nipote[14].

Pavimento
Il pavimento del XV secolo composto da tarsie policrome in marmo in stile cosmatesco. I disegni scandiscono il
percorso processionale che va dall'ingresso alla cancellata con una serie di cerchi collegati, affiancati ai lati da
riquadri riempiti con motivi diversi. Nello spazio pi interno, davanti all'altare, i mosaici pavimentali indicano la
disposizione del trono papale e dei seggi dei cardinali, nonch il movimento dei celebranti durante le funzioni[3].

Transenna e cantoria
Una transenna in marmo di Mino da Fiesole, Andrea Bregno e Giovanni Dalmata divide la cappella in due parti;
quella pi ampia, assieme all'altare, riservata alle cerimonie religiose e ad altri usi clericali, mentre quella pi
piccola per i fedeli. L'iconostasi di passaggio era originariamente di ferro placcato in oro e in posizione pi
centrale: venne in seguito spostata verso la parte dei fedeli per garantire uno spazio maggiore al Papa e alla sua corte.
La base composta da pannelli finemente scolpiti a bassorilievo e dorati, con putti che reggono ghirlande con lo
stemma di Sisto IV alternati a motivi ornamentali vegetali, sormontati da pilastrini che intervallano la cancellate e
reggono l'architrave, oltre la quale sono disposti candelabri marmorei[10].
Degli stessi artisti anche la cantoria, lo spazio largo circa cinque metri e profondo due sulla parete di destra,
riservato al coro: infatti fu proprio papa Sisto IV a creare, poco dopo la sua elezione (9 agosto 1471), un Collegio dei
Cappellani Cantori, il primo nucleo della futura Cappella Musicale Pontificia Sistina. Oltre la ricca balaustrata
decorata e dorata erano ospitati i cantori, solitamente dodici, che accompagnavano lo svolgimento delle cerimonie
liturgiche[11].
Cappella Sistina 65

La transenna originariamente divideva la cappella quasi a met, trovandosi, pi o meno, all'altezza della Creazione di
Eva, come si pu riscontrare anche dal disegno del pavimento. La necessit di disporre di un pi ampio spazio nel
presbiterio port a uno spostamento di circa cinque metri fino alla posizione attuale, negli anni ottanta del
Cinquecento[15].

Gli affreschi
La decorazione pittorica venne concepita in
stretto rapporto con le proporzioni
architettoniche della cappella, assecondando
la scansione delle pareti. Le partizioni si
basano infatti sulla scansione delle finestre,
che genera lo spazio per sei riquadri sotto
ciascuna finestra delle pareti laterali e per
due in quelle frontale e posteriore[4].

Verticalmente gli affreschi sono ripartiti in


tre registri: uno inferiore con finti tendaggi,
per la cui decorazione vennero poi eseguiti
gli arazzi di Raffaello; uno intermedio con Ghirlandaio, Vocazione dei primi apostoli
le Storie di Mos e Aronne sul lato sinistro e
le Storie di Ges sul lato destro, con fitti
rimandi tra una parete e l'altra; uno
superiore, oltre un cornicione fortemente
sporgente, che coincide con il livello delle
finestre e che a sua volta divisibile in due
sottoregistri: uno con le figure dei primi
pontefici (da Pietro a Marcello) entro
nicchie ai lati delle finestre e uno, oltre
un'altra cornice aggettante, delle lunette
affrescate poi da Michelangelo[4]. Anche la
parete di fondo presentava uno schema
simile, con al centro, in corrispondenza
dell'altare, una pala affrescata dal Perugino Perugino, Consegna delle chiavi
con l'Assunta, a cui era dedicata la cappella,
adorata da Sisto IV in ginocchio[4].

Le corrispondenze tra le coppie simmetriche di riquadri tra una parete e l'altra sono esplicitate dalle iscrizioni (tituli)
nel fregio soprastante: l'antico prefigura il nuovo e il nuovo si perfeziona dall'antico, secondo un concetto gi
espresso da sant'Agostino: Dio, ispiratore e autore dei libri dell'uno e dell'altro Testamento, ha sapientemente
disposto che il nuovo fosse nascosto nell'antico e l'antico diventasse chiaro nel nuovo.
Cappella Sistina 66

Il messaggio sottinteso quindi come Mos,


prima guida e legislatore del popolo eletto,
con l'aiuto del sacerdote Aronne, prefiguri il
Cristo, all'insegna della continuit della
legge divina che, nel rinnovarsi delle leggi
mosaiche nel nuovo patto del messaggio
evangelico, viene poi trasmessa da Ges a
san Pietro e ai suoi successori, cio i
pontefici stessi[4]. In questo senso aveva un
ruolo fondamentale la scena della Consegna
delle chiavi, affidata al Perugino, che
testimonia il passaggio di tali poteri; sul lato
Botticelli, Punizione dei ribelli
opposto la Punizione di Quorah e dei suoi
figli, di Botticelli, allude invece alla
punizione che spetta a chiunque si opponga all'autorit del pontefice[6]. Si tratta dunque di una solenne
riaffermazione di natura politica e dottrinale del primato di san Pietro, della sua sacralit, intangibilit e della
pienezza dei poteri del pontefice.

Le pareti
Parete ovest
Michelangelo, Giudizio Universale (1536-1541)
Perugino, Nascita e ritrovamento di Mos (distrutto)
Perugino, Assunta con Sisto IV inginocchiato (distrutto)
Perugino, Nativit di Cristo (distrutto)
Parete sud
La parete sud mostra le Storie di Mos, databili al 1481-1482. Dall'altare si incontrano:
Pietro Perugino e aiuti, Partenza di Mos per l'Egitto
Sandro Botticelli e bottega, Prove di Mos
Cosimo Rosselli o Domenico Ghirlandaio o Biagio di Antonio Tucci, Passaggio del Mar Rosso
Cosimo Rosselli e Piero di Cosimo (attr.), Discesa dal monte Sinai
Sandro Botticelli, Punizione dei ribelli
Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta, Testamento e morte di Mos
Parete nord
La parete nord mostra le Storie di Cristo, databili al 1481-1482. Dall'altare si incontrano:
Pietro Perugino e aiuti, Battesimo di Cristo
Sandro Botticelli, Tentazioni di Cristo
Domenico Ghirlandaio, Vocazione dei primi apostoli
Cosimo Rosselli (attr.), Discorso della montagna
Pietro Perugino, Consegna delle chiavi
Cosimo Rosselli, Ultima Cena
Parete est (d'ingresso)
Hendrik Van den Broeck (1572) su originale di Domenico Ghirlandaio, Resurrezione di Cristo
Matteo da Lecce (1574), su originale di Luca Signorelli, Disputa sul corpo di Mos
Cappella Sistina 67

La volta

Lo schema della volta della Cappella


Sistina comprende diversi affreschi e
tematiche che si possono cos
rappresentare:
nella parte centrale Michelangelo
dipinse nove storie, tratte da Episodi
del libro della Genesi;
ai lati di queste storie vi sono
possenti figure di Ignudi che
sostengono medaglioni, entro i quali
sono raffigurate Scene dal Libro dei
Re Schema della volta della Cappella Sistina

contornano la parte centrale


affreschi raffiguranti Sibille e Profeti,
al di sotto di essi, nelle vele e nelle lunette, sono raffigurati gli Antenati di Cristo (la genealogia di Ges);
infine, nei quattro pennacchi posti agli angoli della volta, Michelangelo dipinse alcuni Episodi di Salvezza tratti
dall'Antico Testamento
L'immensa opera fu portata a termine tra il 1508 e il 1512.

Le storie della Genesi

1. Separazione della luce dalle


tenebre (Genesi 1,1-5 [16])
2. Creazione degli astri (Genesi
1,11-19 [17])
3. Separazione delle acque dalla terra
(Genesi 1,9-10 [18])
4. Creazione di Adamo (Genesi
1,26-27 [19])
5. Creazione di Eva (Genesi 2,18-25
[20]
)
Creazione di Adamo
6. Peccato originale e cacciata dal
Paradiso terrestre (Genesi 3,1-13.22-24 [21])
7. Sacrificio di No (Genesi 8,15-20 [22])
8. Diluvio universale (Genesi 6,5-8,20 [23])
9. Ebbrezza di No (Genesi 9,20-27 [24])
Cappella Sistina 68

Sibille e profeti

1. Zaccaria
2. Gioele
3. Sibilla Delfica
4. Sibilla Eritrea
5. Isaia
6. Ezechiele
7. Sibilla Cumana
8. Sibilla Persica
9. Daniele
10. Geremia
11. Sibilla Libica
12. Giona

Antenati di Cristo

Lunette

Sibilla Libica

1. Eleazar e Mattan
2. Giacobbe e Giuseppe
3. Achim ed Eliud
4. Azor e Sadoc
5. Zorobabele, Abiud ed Eliacim
6. Giosia, Ieconia e Salatiel
7. Ezechia, Manasse e Amon
8. Ozia, Ioatam e Acaz
9. Asaf, Giosafat e Ioram
10. Roboamo e Abia
11. Iesse, Davide e Salomone
12. Salmn, Booz e Obed
13. Naasson
14. Aminadab
15. Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuda (perduta)
16. Fares, Esrom e Aram (perduta)
Vele

Lunetta di Giacobbe e Giuseppe (dettaglio)


Cappella Sistina 69

1. Vela sopra Zorobabele, Abiud ed Eliacim


2. Vela sopra Giosia, Ieconia e Salatiel
3. Vela sopra Ozia, Ioatam e Acaz
4. Vela sopra Ezechia, Manasse e Amon
5. Vela sopra Roboamo e Abia
6. Vela sopra Asaf, Giosafat e Ioram
7. Vela sopra Salmn, Booz e Obed
8. Vela sopra Iesse, Davide e Salomone

Storie dell'Antico Testamento

1. Giuditta e Oloferne (Giuditta 13,1-10 [25])


2. Davide e Golia (1 Samuele 17,1-54 [26])
3. Punizione di Aman (Ester 7,1-10 [27])
4. Serpente di bronzo (Numeri 21,1-9 [28])
Vela sopra Iesse, Davide e Salomone

Gli arazzi
Durante le cerimonie importanti, la parte
inferiore dei muri laterali, affrescata con
finti tendaggi, era coperta da una serie dieci
di arazzi, realizzati da manifatture
fiamminghe su disegni di Raffaello. Essi
riproducono eventi delle storie dei principes
apostolorum Pietro e Paolo, tratti dai
vangeli e dagli Atti degli apostoli.

Sotto le Storie di Cristo si trovavano quattro


arazzi con Storie di san Pietro a partire dalla
Pesca miracolosa; sull'altro lato, sotto le
Storie di Mos, erano presenti sei Storie di
san Paolo, a partire dal Martirio di santo
Stefano fino alla Predica di san Paolo agli
Ateniesi, collocata oltre la cancellata[10]. Discorso di san Paolo agli Ateniesi, uno dei cartoni di Raffaello per gli arazzi della
Sistina, V&AM, Londra
Raffaello, consapevole del confronto con
Michelangelo, impost i disegni a quello
"stile tragico" inaugurato con l'Incendio di Borgo, semplificando gli schemi ed enfatizzando i gesti e la mimica dei
personaggi, per renderli pi eloquenti e "universali"[10].
Ben sette dei cartoni originari di Raffaello sono giunti sino a noi e sono oggi conservati presso il Victoria and Albert
Museum di Londra. Gli arazzi veri e propri sono nella Pinacoteca Vaticana, dove sono esposti nella Sala VIII. Dagli
stessi disegni di Raffaello o da copie di essi sono state tratte varie repliche degli arazzi della Sistina, ad oggi
distribuite in varie localit italiane come Mantova e Loreto.
Cappella Sistina 70

Organo
All'interno della Cappella Sistina si trova un organo, collocato nell'angolo destro della controfacciata. Lo strumento
stato inaugurato il 14 dicembre 2002 con un concerto dell'organista Gianluca Libertucci alla presenza di varie
autorit vaticane, come il cardinale Angelo Sodano e monsignor Piero Marini, nonch di Hermann Mathis, direttore
della Mathis Orgelbau, la ditta organaria che lo ha costruito. L'organo ha due tastiere di 56 tasti ognuna e pedaliera di
30 tasti ed a trasmissione completamente meccanica. La sua disposizione fonica la seguente:

Prima tastiera - Positiv Seconda tastiera - Hauptwerk Pedalwerk

Gedackt 8' Principal 8' Subbass 16'

Blockflte 4' Rohrflte 8' Bourdon 8'

Principal 2' Octave 4' Choralbass 4'

Larigot 1.1/3' Quinte 2.2/3'

Flageolet 2'

Terz 1.3/5'

Mixtur 2-3 fach

Citazioni
Giorgio Vasari (sugli affreschi di Michelangelo):
Quest'opera stata veramente un faro della nostra arte, ed ha portato tale beneficio e illuminazione all'arte
della pittura che fu sufficiente ad illuminare il mondo che per molti secoli era rimasto nell'oscurit. E, a dir la
verit, chiunque sia un pittore non ha pi bisogno di preoccuparsi nel vedere innovazioni e invenzioni, nuovi
modi di dipingere le pose, i vestiti sulle figure, e vari dettagli che ispirino un timore reverenziale, perch
Michelangelo diede a quest'opera tutta la perfezione che pu essere data a tali dettagli.
Goethe:
Senza aver visto la Cappella Sistina non possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo sia in
grado di ottenere.

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Cappella_Sistina& language=it&
params=41_54_11_N_12_27_16_E_region:VA_type:landmark
[2] De Vecchi, cit., pag. 7.
[3] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 148.
[4] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 149.
[5] Santi, cit., pag. 186.
[6] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 150.
[7] H. Pfeiffer, La Sistina Svelata, iconografia di un capolavoro, Jaka book 2007, p.16 e ss
[8] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 151.
[9] De Vecchi, cit., pag. 9.
[10] De Vecchi, cit., pag. 12.
[11] De Vecchi, cit., pag. 13.
[12] Articolo dal quotidiano "Il Manifesto" (http:/ / www. gaynews. it/ view. php?ID=75384) sulla identificazione del Minosse nel Giudizio
universale da parte di Antonio Forcellini.
[13] Cfr. Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni Cultura della Pace, Firenze 1988, p. 107.
[14] De Vecchi, cit., pag. 93
[15] De Vecchi, cit., pag. 151.
[16] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen1%2C1-5& formato_rif=vp
Cappella Sistina 71

[17] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen1%2C11-19& formato_rif=vp


[18] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen1%2C9-10& formato_rif=vp
[19] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen1%2C26-27& formato_rif=vp
[20] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen2%2C18-25& formato_rif=vp
[21] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen3%2C1-13. 22-24& formato_rif=vp
[22] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen8%2C15-20& formato_rif=vp
[23] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen6%2C5-8%2C20& formato_rif=vp
[24] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Gen9%2C20-27& formato_rif=vp
[25] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Giuditta13%2C1-10& formato_rif=vp
[26] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=1Sam17%2C1-54& formato_rif=vp
[27] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Est7%2C1-10& formato_rif=vp
[28] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Num21%2C1-9& formato_rif=vp

Bibliografia
Ettore Camesasca, Michelangelo pittore, Rizzoli, Milano 1966.
Carlo Pietrangeli, Michael Hirst, Gianluigi Colalucci, Fabrizio Mancinelli, John Shearman, Matthias Winner,
Edward Maeder, Pierluigi De Vecchi, Nazzareno Gabrielli, Piernicola Pagliara, (photografie Takashi Okamura)
The Sistine Chapel: A Glorious Restoration (Harry N. Abrams, 1994)
Pfeiffer Heinrich W., La Sistina svelata. Iconografia di un capolavoro (http://books.google.it/
books?id=2-EO7NTZItAC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false) (Jaca Book-LEV-Musei Vaticani,
2007)
Bruno Santi, Botticelli, in I protagonisti dell'arte italiana, Scala Group, Firenze 2001. ISBN 88-8117-091-4
Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X
Antonio Paolucci, Luca Signorelli, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X
Emma Micheletti, Domenico Ghirlandaio, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
Pierluigi De Vecchi, La Cappella Sistina, Rizzoli, Milano 1999. ISBN 88-17-25003-1

Voci correlate
Restauro degli affreschi della Cappella Sistina
Cappella Musicale Pontificia Sistina
Rinascimento romano

Altri progetti
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Chapel

Collegamenti esterni
Visita virtuale (http://www.vatican.va/various/cappelle/index_sistina_it.htm)
Notizie relative all'organo (http://www.mathis-orgelbau.ch/orgeln/sixt.htm)
Stanze di Raffaello 72

Stanze di Raffaello
Stanze di Raffaello

Autori Raffaello Sanzio e allievi

Data 1508 - 1524

Tecnica affresco

Dimensioni ? cm

Ubicazione Musei Vaticani, Vaticano

Le Stanze di Raffaello sono quattro sale in sequenza che fanno parte dei Musei Vaticani e sono cos chiamate perch
affrescate dal grande pittore urbinate e dagli allievi della sua bottega.

Storia
Giulio II, pochi anni dopo l'inizio del suo
pontificato, si rifiut di utilizzare
l'Appartamento Borgia, indissolubilmente
legate al suo predecessore Alessandro VI.
Testimonia una nota del suo cerimoniere:
"non volebat videre omni hora figuram
Alexandri praedecessoris sui" ("non voleva
vedere in ogni istante l'immagine del suo
predecessore Alessandro"). Per questo
scelse alcuni ambienti al secondo piano del
Palazzo Apostolico nell'ala settentrionale,
frutto delle ricostruzioni parziali di Niccol
V[1].

Secondo quanto testimonia Vasari questi


ambienti presentavano gi decorazioni La Scuola di Atene

quattrocentesche importanti, con alcune


pareti affrescate da Piero della Francesca, Benedetto Bonfigli, Andrea del Castagno, Luca Signorelli e Bartolomeo
della Gatta[1].
In un primo tempo la ridecorazione degli ambienti venne affidata a un gruppo di artisti tra cui Pietro Perugino, il
Sodoma, Baldassarre Peruzzi, il Bramantino e Lorenzo Lotto[1], oltre al tedesco Johannes Ruysch, specialista nelle
grottesche[2]. Perugino ad esempio lavor alla volta della Stanza dell'Incendio nel 1508, ma il suo lavoro non
piacque al papa che lo liquid velocemente[3].
Fu probabilmente Bramante, architetto pontificio incaricato di ricostruire la Basilica vaticana, a suggerire al
pontefice il suo conterraneo Raffaello Sanzio, a quell'epoca di stanza tra Firenze, l'Umbria e le Marche, reduce da un
Stanze di Raffaello 73

clamoroso successo con la Pala Baglioni a Perugia. Non chiaro quando il pittore giunse a Roma: sicuramente il 21
aprile 1508 era ancora a Firenze (lettera allo zio Simone della Ciarla), mentre il 13 gennaio 1509 era gi accreditato
alla tesoreria pontificia per un ordine di pagamento, verosimilmente legato alla Stanza della Segnatura[1][4].
Probabilmente l'urbinate si aggiunse nel corso degli ultimi mesi del 1508[2].
Il pontefice, soddisfatto dei primi saggi del pittore, gli affid presto la decorazione dell'intera impresa, senza esitare a
distruggere tutto il lavoro dei suoi predecessori, come testimoni anche Vasari, salvando solo l'ambiente della
Niccolina.
L'incarico venne inoltre confermato da Leone X, quindi il Sanzio, coadiuvato da un cospicuo numero di aiutanti,
lavor all'impresa, stanza dopo stanza, fino alla morte nel 1520, mentre i suoi seguaci completarono la decorazione
su suo disegno fino al 1524.
Le Stanze vennero usate dai vari papi con poche alterazioni fino a Gregorio XIII.

Descrizione
Da ovest a est si susseguono una serie di ambienti di forma rettangolare, che presero il nome dagli affreschi situati.
Si incontrano cos la Stanza dell'Incendio, la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro e la Sala di Costantino
(nella visita turistica si fa di solito il percorso inverso, passando per un balcone cinquecentesco sul Cortile del
Belvedere). Le prime tre sono coperte da volta crociera e misurano circa 7 metri per 8; la quarta 10x15. Queste sono
le stanze interessate dagli affreschi di Raffaello.
A questo complesso si aggiungono Sala dei Chiaroscuri o dei Palafrenieri, gi affrescata su disegni di Raffaello nel
1517 (distrutti sotto Paolo IV e sostituiti da altri ordinati da Gregorio XIII nel 1582), la cappella Niccolina (cappella
privata del papa, affrescata da beato Angelico ai tempi di Niccol V), la Loggia sul cortile di San Damaso, la
Loggetta e il cubiculum, ossia la camera da letto del pontefice. Di questi ambienti sono oggi visitabili le Stanze
raffaellesche, passaggio obbligato nel percorso che conduce alla Cappella Sistina, e la Niccolina, mentre gli altri
ambienti, di dimensioni pi contenute e pi difficili da sorvegliare, sono accessibili solo agli studiosi.

Stanza della Segnatura


L'ambiente prende il nome dal pi alto
tribunale della Santa Sede, la "Segnatura
Gratiae et Iustitiae", presieduto dal pontefice
e che usava riunirsi in questa sala. La
celebrazione delle categorie del sapere negli
affreschi (teologia, filosofia, poesia e
giurisprudenza), ha fatto pensare che
originariamente la sala fosse destinata a
ospitare lo studiolo e la biblioteca del papa,
sebbene non vi siano documenti in tale
senso.

Nelle scene principali Raffaello si rifiut di


operare una semplice galleria di ritratti,
come avevano fatto ad esempio Perugino nel
Collegio del Cambio o Pinturicchio
nell'Appartamento Borgia, ma cerc di
coinvolgere i personaggi in un'azione,
La Stanza della Segnatura
Stanze di Raffaello 74

caratterizzandoli con moti ed espressioni. Ci


particolarmente evidente sin nel primo affresco, la
Disputa. Temi tipici del Rinascimento, come la
concordanza tra sapienza antica e moderna, pagana e
cristiana, la poesia come fonte di rivelazione e
conoscenza, la giustizia come culmine delle virt
etiche, vengono cos ad essere rappresentate tramite
azioni, in maniera del tutto naturale e diretta. Al posto
delle rappresentazioni ermetiche dei suoi predecessori
Raffaello cre scene che dovevano apparire concrete ed
eloquenti, familiari grazie alla straordinaria padronanza
del mezzo pittorico[5].

Questi gli affreschi alle pareti:


1. Disputa del Sacramento (Teologia, 1509)
2. Scuola di Atene (Filosofia, 1509-1511)
3. Parnaso (Poesia, 1510-1511)
4. Virt e la Legge (Giurisprudenza, 1511), con
Gregorio IX approva le Decretali (legge canonica) e
Triboniano consegna le Pandette a Giustiniano Il Parnaso, dettaglio
(legge civile)
Raffaello inoltre affresc la volta, con motivi che completano e chiariscono il tema delle pareti. Oltre alle pareti,
Raffaello ha dipinto la volta. Lo schema che si evince il seguente:

Parete Immagine Tondo Immagine Riquadro Immagine Lunetta Elemento Putto


Ovest Teologia Adamo ed Eva Disputa del Sacramento Fuoco Aria

Sud Giustizia Giudizio di Salomone Virt e la Legge Terra Terra

Est Filosofia Primo moto Scuola di Atene Acqua Acqua

Nord Poesia Apollo e Marsia Parnaso Aria Fuoco


Stanze di Raffaello 75

Stanza di Eliodoro
Mentre la Stanza della Segnatura era in via
completamento, Raffaello, nell'estate del
1511, inizi ad elaborare i disegni per la
decorazione della stanza successiva,
destinata a sala delle Udienze. A giugno il
papa era tornato a Roma dopo una
campagna militare disastrosa contro i
francesi, che aveva comportato la perdita di
Bologna e la continua minaccia degli
eserciti stranieri nella penisola[6].

In quel momento di incertezza politica


venne deciso un programma decorativo
sottolineasse la protezione accordata da Dio
alla sua Chiesa in alcuni momenti della sua
Stanza di Eliodoro
storia, descrivendo interventi miracolosi
contro nemici interni ed esterni, e
affidandosi al culto dell'Eucarestia,
particolarmente caro al papa[6].

La decorazione ebbe luogo tra la seconda


met del 1511 e il 1514, con un pagamento a
saldo al Sanzio datato 1 agosto 1514[7].
Quattro gli affreschi alle pareti:
1. Cacciata di Eliodoro dal tempio
(1511-1512)
2. Messa di Bolsena (1512)
3. Liberazione di san Pietro (1513-1514)
4. Incontro di Leone Magno con Attila
(1514)
Nella volta Raffaello ha rappresentato
quattro episodi biblici. Rispetto alla stanza
precedente appaiono evidenti le novit
stilistiche, derivate dal confronto con
Michelangelo e con i coloristi veneti. Le
scene sono pi concitate, con ombre pi
Liberazione di san Pietro (dettaglio)
profonde, colori pi densi, composizioni in
cui la ricerca di simmetria si fa pi libera e
sciolta, fino alla prima scena completamente asimmetrica, l'Incontro di Leone Magno con Attila, anche per la
contrapposizione tra la furia degli Unni e il pacato avanzare del papa, sicuro della propria infallibilit garantita dalla
protezione divina[8].

Lo schema il seguente:
Stanze di Raffaello 76

Lato Immagine Volta Immagine Lunetta


Est Roveto ardente Cacciata di Eliodoro dal tempio

Sud Sacrificio di Isacco Messa di Bolsena

Ovest Apparizione di Dio a No Incontro di Leone Magno con Attila

Nord Scala di Giacobbe Liberazione di san Pietro

Stanza dell'Incendio di Borgo


La Stanza dell'Incendio di Borgo fu l'ultima
in cui riscontrabile un intervento diretto di
Raffaello. L'esecuzione degli affreschi
venne affidata in larghissima parte agli aiuti
(Giulio Romano, Giovan Francesco Penni,
Giovanni da Udine e altri) poich il maestro
era ormai preso da altre commissioni papali,
prime fra tutti gli arazzi della Sistina e
l'architettura della Basilica vaticana, dove il
Sanzio aveva preso l'incarico di Bramante
dopo la sua morte[9].

Studi approfonditi hanno messo in luce la


frenetica attivit raffaellesca di quegli anni,
sottolineando il fiorire ininterrotto di idee e
soluzioni di grande innovazione, tanto da
lasciare necessariamente indietro le Incoronazione di Carlo Magno, Stanza dell'Incendio di Borgo
possibilit di esecuzione diretta di un cos
gran numero di iniziative. Inoltre incontestato come nell'opera degli allievi qualcosa dell'idea originale venga
inevitabilmente tradita, senza per questo diminuire il valore dell'ideazione iniziale[9]. Nell'Incendio di Borgo, il
primo degli affreschi e quello in cui la mano di Raffaello pi presente, appaiono evidenti i motivi ripresi da
Michelangelo, che anticipano stilemi del manierismo.
Stanze di Raffaello 77

Gli affreschi vennero realizzati tra il 1514 e il 1517. Il


tema principale quello di esaltare la figura di papa
Leone X attraverso storie tratte dalla vita di altri due
papi con lo stesso nome: Leone III e Leone IV.
Ciascuna scena contiene allusioni al pontificato attuale
e numerose citazioni classiche e letterarie tipiche della
corte pontificia.

Quattro gli affreschi alle pareti:


1. Incendio di Borgo (1514)
2. Battaglia di Ostia (1514-1515)
3. Incoronazione di Carlo Magno (1516-1517)
4. Giuramento di Leone III (1517)
La volta risale invece alle decorazioni di Perugino,
create tra il 1507 e il 1508 sotto Giulio II, che Raffaello
mantenne forse per una sorta di affezione verso l'antico
maestro. Lo schema il seguente:

Incendio di Borgo, dettaglio

Lato Immagine Volta Immagine Lunetta


Est Padre in trono tra angeli e cherubini Battaglia di Ostia

Sud Cristo come Sol Iustitiae e Cristo tentato dal Incendio di Borgo
demonio

Ovest Trinit tra gli apostoli Incoronazione di Carlo


Magno

Nord Cristo tra la Misericordia e la Giustizia Giuramento di Leone III


Stanze di Raffaello 78

Sala di Costantino
La Sala di Costantino, quarta e ultima Stanza
dell'appartamento, venne commissionata a Raffaello da
Leone X nel 1517, come ricorda Vasari nelle vite del
Sanzio e di Giovan Francesco Penni. Il maestro per,
negli ultimi frenetici anni di vita, fece in tempo solo a
preparare i cartoni, morendo nel 1520[10]. L'opera
quindi datata dal 1520 fino al 1524 quando, ormai sotto
Clemente VII, Giulio Romano, evidentemente libero da
impegni col papa, part per Mantova. A Raffaello
attribuita l'ideazione del complesso decorativo, ma
l'intera stesura e probabilmente anche la composizione
delle scene nella parete spetta agli allievi[10].

Il tema iconografico principale, le storie di Costantino


Magno, mira all'esaltazione della Chiesa, della sua
vittoria sul paganesimo e al suo insediamento nella citt
di Roma. Si tratta di una celebrazione storico-politica
che proseguiva le riflessioni della seconda e della terza
stanza[10].
Sala di Costantino
La sala misura 10x15 metri, con le quattro scene
principali che simulano arazzi appesi alle pareti. Ai lati,
tra nicchie con figure allegoriche, si trovano figure di
pontefici tra angeli. La stesura riferita a Giulio
Romano, Giovan Francesco Penni, Raffaellino del
Colle. Perin del Vaga dipinse gli sguanci nelle pareti. Il
soffitto originario era composto da travi lignee. Nel
1582, sotto Gregorio XIII, venne sostituito da volte e
decorato da affreschi, con il Trionfo della religione
cristiana, affidati al pittore siciliano Tommaso Laureti
e completati nel 1585.

Quattro sono gli affreschi principali:


1. Visione della croce
2. Battaglia di Costantino contro Massenzio
3. Battesimo di Costantino
4. Donazione di Roma

Battaglia di Costantino contro Massenzio, dettaglio


Stanze di Raffaello 79

Immagine e soggetto Immagine e soggetto Immagine e soggetto Immagine e soggetto

Visione della croce Battaglia di Costantino contro Massenzio Battesimo di Costantino Donazione di Roma

Note
[1] De Vecchi, Raffaello, cit., pag. 100.
[2] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 202.
[3] Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004, pag. 154. ISBN 88-8117-099-X
[4] ormai respinta l'autenticit di una lettera al Francia datata 5 settembre 1508, vedi De Vecchi, Raffaello, cit., pag. 100.
[5] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 204.
[6] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 205.
[7] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 206.
[8] De Vecchi, cit., pag. 108.
[9] De Vecchi, cit., pag. 112
[10] De Vecchi, Raffaello, cit., pag. 123.

Bibliografia
Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano
1975.
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi
dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN
88-451-7212-0
Guida ai Musei e alla Citt del Vaticano, Ed. Musei
Vaticani, 2003.
Paolo Franzese, Raffaello, Mondadori Arte, Milano
2008. ISBN 978-88-370-6437-2

Voci correlate
Musei Vaticani
Rinascimento romano

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Le Stanze di Raffaello nel sito ufficiale dei Musei Vaticani (http://www.vaticanstate.va/IT/Monumenti/
MuseiVaticani/Stanze_di_Raffaello.htm)
Le Stanze di Raffaello in Web Gallery of Art (http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/r/raphael/index.
html)
Loggia di Raffaello 80

Loggia di Raffaello
La Loggia di Raffaello un ambiente del secondo piano del
Palazzo Apostolico, nella Citt del Vaticano, confinante con le
Stanze e facente parte del complesso delle Logge. celebre per
un ciclo di affreschi della scuola di Raffaello riproducenti
decorazioni con storie bibliche e grottesche, databile tra la fine
del 1517 o il 1518 e il 1519.

Una seconda loggia gi affrescata da Raffaello e aiuti la


cosiddetta Prima Loggia, al piano nobile (completamente
ridipinta da Alessandro Mantovani nella seconda met
dell'Ottocento); una terza la Loggetta del cardinal Bibbiena, al
terzo piano. Le tre logge, affacciate Cortile di San Damaso,
formano il complesso delle Logge di Raffaello o Logge
Vaticane.

Loggia di Raffaello
Loggia di Raffaello 81

Storia
La facciata del palazzo di Niccol III sul
Cortile di san Damaso venne sistemata da
Bramante sotto Giulio II e continuata, dal
punto di vista della sovrintendenza ai lavori
architettonici, da Raffaello stesso al tempo
di Leone X. Il papa mediceo poi,
confermando il favore verso Raffaello e i
suoi allievi, affid loro anche la decorazione
a stucco e affresco che doveva ispirarsi alla
Domus Aurea, di cui era stato gi dato uno
straordinario saggio di rievocazione
archeologica nella Stufetta del cardinal
Bibbiena (1516), al terzo piano del
Palazzo[1].

Raffaello dovette limitarsi a ideare la


decorazione in generale, sovrintendere ai
lavori e fornire, non sempre, i disegni per le
"storiette". Vasari elenc tra i partecipanti
all'impresa Giovanni da Udine,
capo-decoratore, Giulio Romano, Giovan
L'undicesima volta con Storie di Davide tra decorazioni architettoniche
Francesco Penni, Tommaso Vincidor da
Bologna, Vincenzo da San Gimignano,
Perin del Vaga, Pellegrino da Modena, Polidoro da Caravaggio "e molti altri pittori"[1].

A Giovanni da Udine e Perin del Vaga sono concordemente riferite quasi tutte le grottesche; il primo dovette
occuparsi anche degli stucchi, che secondo Vasari condusse con la tecnica del "vero stucco antico", da lui
"riscoperta", che prevedeva l'uso di polvere "del pi bianco marmo che si trovasse" con "calcina di travertino
bianco"[1].
Per quanto riguarda la datazione della decorazione, appare inaccettabile come data di avvio dei lavori il 1513, che si
legge sotto una Vittoria in stucco a sinistra della finestra nella dodicesima arcata: si tratta piuttosto di un ricordo
dell'anno di elezione di Leone X. La decorazione dovette avviare tra la fine del 1517 e il 1518, venendo conclusa a
tempo di record nei primi mesi del 1519: l'11 giugno infatti registrato un ordine di pagamento a favore di "garzoni
che hanno dipinto la Loggia"; inoltre due lettere in quell'anno, una di Marcantonio Michiel a un corrispondente
veneziano (4 maggio) e una di Baldassare Castiglione a Isabella Gonzaga (16 giugno), annunciano il compimento dei
lavori[1].
La tipologia aperta della Loggia fece soffrire gli affreschi per effetto delle intemperie, finch nella seconda met
dell'Ottocento non si decise di chiuderla con vetrate. Numerosi sono i restauri che si susseguirono nei secoli, che
compromisero ulteriormente la freschezza dell'originale, visibile tra l'altro nei pilastri dell'arco di fondo, dove nel
1952 vennero riscoperte delle grottesche originali protette da una parete di chiusura fatta costruire al tempo di Paolo
III, appena venti-trent'anni dopo il compimento[1].
Della loggia esiste una riproduzione fedele nel palazzo d'Inverno a San Pietroburgo.
Loggia di Raffaello 82

Descrizione e stile
La Loggia corre lungo lungo tutto il lato est, per una lunghezza di circa 65 metri, ed larga circa quattro. divisa in
tredici piccole campate coperte da volta a padiglione[1].

I pilastri e le pareti
Tutti i pilastri e le pareti del lato chiuso hanno una decorazione a stucco e affresco con grottesche, con figure legate
soprattutto a temi mitologici; alcune riproducono invece opere d'arte famose, come il Torso del Belvedere, il San
Giorgio di Donatello e il Giona del Lorenzetto nella Cappella Chigi, forse scolpito su disegno dallo stesso Raffaello;
altre ancora sono legate ad avvenimenti contemporanei del papa e della sua corte: Leone X che impartisce la
benedizione a un prelato sotto le Logge, l'Elefante Annone, ecc.[1]
In basso corre uno zoccolo dipinto a monocromo, che riprende temi biblici[1], che secondo Vasari sono da riferire
tutti a Perin del Vaga.

Le volte
Sotto ciascuna volta si trovano quattro "storie" a fresco contornate da cornici a stucco di forma varia (esagonale,
rettangolare o centinate), mentre agli angoli si trovano grottesche o decorazioni architettoniche; al centro delle volte
si trovano stemmi: in quella centrale l'emblema di papa Leone X con le chiavi di san Pietro, in tutte le altre vittorie o
genietti col gioco, dall'insegna personale di Giovanni de' Medici prima di divenire papa[1].
Le prime dodici volticelle hanno storie del Vecchio Testamento, l'ultima del Nuovo: la ricchezza di scene ha fatto
chiamare il complesso anche la "Bibbia di Raffaello"[1].

Prima volta

La prima volticella decorata con quattro


Storie della Genesi entro cornici esagonali:
Creazione della luce, Separazione dalla
terra dalle acque, Creazione del sole e della
luna e Creazione degli animali. Il reticolato
con figure di angioletti attribuito da
Fischer alla mano di Raffaello, mentre le
Storie sono generalmente riferite al Penni su
disegno di Giulio Romano, anche se si sono
fatti i nomi di Giovanni da Udine per gli
animali (tra cui compaiono un elefante e un
rinoceronte, esotici doni dei sultani
mediorientali alle corti italiane) e di
Polidoro da Caravaggio per i paesaggi.
Gamba assegna la scena della Separazione
dalla terra dalle acque a Raffaello, che
avrebbe voluto fissare il "la" per tutta la
decorazione[2]. Creazione degli animali (dettaglio)

Evidenti, in queste scene, sono i riferimenti alle Storie della Genesi di Michelangelo.
Loggia di Raffaello 83

Creazione della luce Separazione dalla terra dalle Creazione del sole e della Creazione degli animali
acque luna

Seconda volta
La seconda volta presenta le Storie di Adamo ed Eva di forma rettangolare: Creazione di Eva, Peccato originale,
Cacciata dal Paradiso terrestre e Lavoro dei progenitori (molto danneggiata). La tendenza prevalente di riferirle al
Penni coadiuvato da Giulio Romano[2]. Anche in questo caso sono evidenti i debiti michelangioleschi, mentre la
scena della Cacciata appare modellata piuttosto fedelmente dalla scena analoga di Masaccio nella Cappella
Brancacci.
Il monocromo sul basamento andato perduto, ma dalle riproduzioni eseguite dal Bartoli si evince che vi erano
rappresentati Caino e Abele inginocchiati davanti agli altari, l'eterno che si rivolge ad Abele e Caino che uccide
Abele[2].

Creazione di Eva Peccato originale Cacciata dal Paradiso terrestre Lavoro dei progenitori

Terza volta

La terza volta mostra le Storie di No di


forma rettangolare: Costruzione dell'arca,
Diluvio universale, Uscita dall'arca (molto
danneggiato) e Sacrificio di No. Anche
queste scene sono attribuite prevalentemente
al Penni, con un possibile intervento pi
consistente di Giulio Romano nel Diluvio[2].

Nello zoccolo si vede l'Arcobaleno dopo il


Diluvio[2].

Uscita dll'arca
Loggia di Raffaello 84

Costruzione dell'arca Diluvio universale Sacrificio di No

Quarta volta
La quarta volticella contiene le Storie di Abramo e Loth, di forma centinata, variamente attribuite a Giovan
Francesco Penni, Giulio Romano o Perin del Vaga. Le storie sono: Abramo e Melchisedech, la Promessa di Dio,
l'Incontro con gli angeli e la Fuga da Sodoma[3].
Nel basamento si trova il Sacrificio di Isacco a monocromo, che Cavalcaselle rifer a un'idea di Raffaello stesso[3].

Abramo e Melchisedech Promessa di Dio Incontro con gli angeli Fuga da Sodoma

Quinta volta

Le Storie di Isacco occupano la quinta


volticella, eseguite forse da Penni su
disegno di Giulio Romano, ma alcuni
attribuiscono a quest'ultimo l'intera prima
storia, mentre altri ipotizzano anche un
intervento di Perin del Vaga. Le storie, di
forma rettangolare, sono: Dio che appare a
Isacco, Isacco e Rebecca spiati da
Abimelech, Benedizione di Giacobbe e
Primogenitura di Esa[3].

Nella scena a monocromo riprodotto di


nuovo il Sacrificio di Isacco, molto
probabilmente un errore delle maestranze
che replicarono lo stesso cartone[3].
Isacco e Rebecca spiati da Abimelech
Loggia di Raffaello 85

Dio che appare a Isacco Benedizione di Giacobbe Primogenitura di Esa

Sesta volta

La sesta volta dedicata alle Storie di


Giacobbe, che condividono le stesse
oscillazioni attributive delle precedenti; i
paesaggi sono stati riferiti a Giovanni da
Udine. Le storie, di forma rettangolare, sono
il Sogno di Giacobbe, l'Incontro con
Rachele, il Patto con Labano e l'Andata a
Canaan[3].

Il monocromo sullo zoccolo mostra la Lotta


di Giuseppe con l'Angelo[3].

Sogno di Giacobbe

Incontro di Giacobbe con Rachele Patto con Labano Andata a Canaan

Settima volta
Nella settima volta, quella centrale, sono rappresentate le Storie di Giuseppe, di forma rettangolare. Riguardano:
Spiegazione dei sogni ai fratelli, Vendita da parte dei fratelli, Tentazione della moglie di Putifarre e Spiegazione dei
sogni al faraone. Per l'attribuzione si sono fatti gli stessi nomi, con un possibile intervento di Giulio Romano da solo
per la Tentazione della moglie di Putifarre, che presenterebbe affinit con l'Adone che fugge davanti a Marte nella
Sala di Psiche a Palazzo Te a Mantova[3].
Sul basamento rappresentato Giuseppe che si fa riconoscere dai fratelli[3].
Loggia di Raffaello 86

Spiegazione dei sogni ai fratelli Vendita da parte dei fratelli Tentazione della moglie di Spiegazione dei sogni al faraone
Putifarre

Ottava volta

L'ottava volta ha le Storie di Mos, di forma


rettangolare: Mos salvato dalle acque, il
Roveto ardente, il Passaggio dal Mar Rosso
e il Prodigio dell'acqua fatta scaturire da
una rupe. Le prime due scene e la quarta
sono di solito riferite a Giulio Romano,
mentre la terza di pi discorde
attribuzione, forse del Romano o di Perin
del Vaga[3].

La scena a monocromo mostra la Caduta


della manna[3].

Mos salvato dalle acque

Roveto ardente Passaggio dal Mar Rosso Prodigio dell'acqua fatta scaturire da una
rupe
Loggia di Raffaello 87

Nona volta
La successiva nona volta decorata dalle Storie di Mos e Giosu, di forma rettangolare, forse di Raffaellino del
Colle o frutto della collaborazione Romano/Penni. Mostrano: la Consegna delle Tavole della Legge, l'Adorazione del
vitello d'oro, la Colonna di fumo e la Presentazione della Legge agli ebrei[3].
Nello zoccolo il monocromo forse raffigurante Giosu che arringa gli Israeliti[3].

Consegna delle Tavole della Adorazione del vitello d'oro Colonna di fumo Presentazione della Legge agli
Legge ebrei

Decima volta
Per la decima volta vennero scelte le Storie di Giosu, di forma centinata, con il Passaggio del Giordano, la Caduta
di Gerico, Giosu che arresta il sole e la luna e la Divisione della terra promessa. Vasari assegn la prima e la terza
storia a Perin del Vaga, attribuzione poi estesa solitamente anche alle altre. Della terza scena esisteva nell'Ottocento
il cartone, che Passavant vide in casa Gaddi a Firenze[3].
Non presente un monocromo per la porta che conduce alla Sala dei Palafrenieri; nonostante ci Bartoli, in una serie
di incisioni, vi colloc due figure erette e due corridoi ai lati di una porta, forse una sua invenzione, o forse una
rappresentazione del perduto monocromo della campata successiva[3].

Passaggio del Giordano Caduta di Gerico Giosu che arresta il sole e la Divisione della terra promessa
luna

Undicesima volta
Nell'undicesima volticella si trovano le Storie di Davide, con la Consacrazione, lo Scontro con Golia, il Trionfo sugli
Assiri e la Toeletta di Betsabea, tutte riferite a Perin del Vaga su disegno di Giulio Romano o Giovan Francesco
Penni[3].
Non si conosce la decorazione del perduto monocromo nello zoccolo[3].
Loggia di Raffaello 88

Consacrazione Scontro con Golia Trionfo sugli Assiri Toeletta di Betsabea

Dodicesima volta
La dodicesima volta ha scene dalle Storie di Salomone: Consacrazione del re, Giudizio, Incontro con la regina di
Saba e la Costruzione del Tempio di Gerusalemme. Generalmente sono riferite a Perin del Vaga[3].
Il monocromo del basamento mostra Betsabea dinazi a Davide[3].

Consacrazione del re Giudizio Incontro con la regina di Saba Costruzione del Tempio di
Gerusalemme

Tredicesima volta

La tredicesima e ultima volticella presenta le


Storie di Cristo, tutte riferite da Vasari a
Perin del Vaga, attribuzione accettata dalla
maggior parte degli studiosi successivi.
Filippino invece fece il nome di Tommaso
Vincidor da Bologna, in base a raffronti tra
la Nativit e l'arazzo della seconda serie
vaticana dello stesso soggetto[3].
Comprendono la Nativit, l'Adorazione dei
Magi, il Battesimo e l'Ultima cena, tutte a
forma esagonale[3].

Nel monocromo, che chiude tutte le storie,


si trova la Resurrezione[3]. La Nativit, dettaglio
Loggia di Raffaello 89

Adorazione dei Magi Battesimo Ultima cena

Note
[1] De Vecchi, cit., pag. 119.
[2] De Vecchi, cit., pag. 120.
[3] De Vecchi, cit., pag. 121.

Bibliografia
Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano 1975.
AA.VV., Roma, Touring Editore, Milano 2008. ISBN
978-88-365-4134-8

Voci correlate
Logge Vaticane
Grottesche
Stanze di Raffaello

Grottesche

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Loggia di
Raffaello (Vatican City)
Musei capitolini 90

Musei capitolini
[1]
Coordinate geografiche: 415335N 122857E41.89306N 12.4825E

Musei Capitolini

Tipo arte romana, rinascimentale, barocca

Indirizzo Piazza del Campidoglio, 1 00186 Roma

Sito [2]
sito ufficiale del museo

I Musei Capitolini sono il principale museo civico comunale di Roma e fanno parte del "Sistema dei Musei in
comune". Si parla di "musei", al plurale, in quanto alla originaria raccolta di sculture antiche fu aggiunta da
Benedetto XIV, nel XVIII secolo, la Pinacoteca, di soggetti prevalentemente romani.
Aperto al pubblico nell'anno 1734, sotto Clemente XII, considerato il primo museo al mondo, inteso come luogo
dove l'arte fosse fruibile da tutti e non solo dai proprietari[3].
Nel 2008 sono stati visitati da 452.232 persone.[4]

Storia
La sede storica dei Capitolini costituita dal
Palazzo dei Conservatori e dal Palazzo
Nuovo, edifici che affacciano sulla
michelangiolesca Piazza del Campidoglio.
La creazione del museo pu essere fatta
risalire al 1471, quando Papa Sisto IV don
alla citt una collezione di importanti bronzi
provenienti dal Laterano (tra i quali la Lupa
capitolina), che fece collocare nel cortile del
Galleria
Palazzo dei Conservatori e sulla piazza del
Campidoglio: ci lo rende il pi antico
museo pubblico al mondo.

La raccolta antiquaria si arricch nel tempo con donazioni di vari papi (Paolo III, Pio V che voleva espellere dal
Vaticano le sculture pagane), e fu meglio allocata con la costruzione del Palazzo Nuovo nel 1654.
Il museo fu aperto a visite pubbliche per volere di Papa Clemente XII quasi un secolo pi tardi, nel 1734. Il suo
successore, Benedetto XIV, inaugur la Pinacoteca capitolina, acquisendo le collezioni private della famiglia
Sacchetti e della famiglia Pio.
Dagli scavi condotti dopo l'Unit d'Italia per i lavori di Roma capitale emersero grandi quantit di nuovi materiali,
che, raccolti nel Magazzino Archeologico Comunale, in seguito denominato Antiquarium, furono nel tempo
parzialmente esposti ai Capitolini.
Musei capitolini 91

Nel 1997 stata aperta una sede distaccata nell'ex Centrale Termoelettrica Giovanni Montemartini nel quartiere
Ostiense, creando una soluzione originale di fusione tra archeologia industriale e classica.
Oggi i Musei Capitolini fanno parte del Sistema dei Musei in comune.

Organizzazione degli spazi espositivi

Palazzo dei Conservatori

Piano terra
Superati gli spazi di servizio (biglietteria, guardaroba, bookshop) si accede al cortile, dove si evidenziano l'acrolito di
Costantino e i rilievi raffiguranti le province provenienti dal tempio di Adriano.

Piano nobile

Dallo scalone si accede, frontalmente,


all'Appartamento dei conservatori,
composto da 9 sale:
I - Sala degli Orazi e Curiazi, affrescata
dal Cavalier d'Arpino, con la berniniana
statua di Urbano VIII Barberini e il
bronzo che raffigura Innocenzo X
Pamphili
II - Sala dei Capitani, affrescata da
Tommaso Laureti. Le grandi statue
celebrative rappresentano i condottieri
dello Stato Pontificio (tra cui
Marcantonio Colonna, vincitore di
Lepanto), riutilizzando statue antiche alle pianta del piano nobile
quali furono adattati i ritratti dei capitani.
Di qui si passa nella
III - Sala di Annibale, unica ad aver conservato gli affreschi originari del primo decennio del XVI secolo. Solo
da questa sala si passa nella
IV - Cappella, dedicata alla Madonna e ai santi Pietro e Paolo patroni della citt; in origine i conservatori
potevano assistere alle funzioni dalla confinante sala degli Orazi e Curiazi, attraverso una grata. Tornati nella sala
di Annibale, si pu accedere alla
V - Sala degli Arazzi, destinata nel 1770 ad accogliere il baldacchino papale. Gli arazzi furono eseguiti dalla
Fabbrica pontificia di San Michele a Ripa. Da qui, per continuare il percorso secondo l'ordine di numerazione
delle sale, si deve tornare nella sala dei Capitani, da cui si passa nella
VI - Sala dei Trionfi, la prima delle sale che guardano verso la citt; il soffitto ligneo si deve a Flaminio
Boulanger[5]; qui si incontrano alcuni celebri bronzi: lo Spinario, il Camilus e il cosiddetto ritratto di Lucio
Giunio Bruto, comunente detto Bruto capitolino. Da qui si passa nella
VII - Sala della Lupa Fulltext Search [6], alle cui pareti sono affissi i Fasti capitolini consolari e trionfali, trovati
nel Foro Romano nel XV secolo, e dove normalmente esposta la Lupa Capitolina. Segue la
VIII - Sala delle Oche, che ospita fra l'altro la testa di Medusa del Bernini e un settecentesco ritratto di
Michelangelo. L'ultimo ambiente la
IX - Sala delle Aquile, piccolo ambiente in cui la presenza pi rilevante una piccola Diana Efesina.
Nelle tre sale successive (X, XI e XII) sono esposti oggetti provenienti dalle donazioni di Augusto Castellani.
Musei capitolini 92

Qui giunti, per mantenere l'ordine concettuale della visita opportuno ritornare allo scalone d'ingresso. Dal
pianerottolo si accede alle sale
XIII e XIV - Sale dei fasti moderni Fulltext Search [7], dove su tavole marmoree sono incisi nei Fasti consulares
capitolini i nomi dei magistrati civici (senatores) della citt dal 1640 al 1870.
A partire dalla successiva sala XV cominciano le gallerie contenenti materiali provenienti dagli scavi di fine
ottocento nei vari Horti suburbani, che venivano edificati intensivamente in quel periodo per ospitare la popolazione
della nuova capitale (raddoppiata nei primi trent'anni dell'unit d'Italia), tra l'Esquilino, il Quirinale e il Viminale.
Testimone e attivo protagonista di questi scavi fu Rodolfo Lanciani, che ne diede ampia documentazione, anche
nella sua qualit di segretario della Commissione archeologica comunale[8].
XV, XVI, XVII e XVIII - Sale degli Horti Lamiani. Sono raccolti qui materiali provenienti da scavi nella zona
dell'Esquilino, tra piazza Vittorio e piazza Dante. Tra questi, parte di uno splendido pavimento in alabastro e
frammenti della decorazione architettonica in opus sectile di un criptoportico, la Venere Esquilina e il famoso
Ritratto di Commodo come Ercole.
XIX e XX - Sale degli Horti Tauriani e Vettiani.
XXI, XXII e XXIII - Sale degli Horti di Mecenate, dove sono esposti fra l'altro il Marsia al supplizio e la
cosiddetta testa di Amazzone.
XXIV - Galleria, dove sono esposti due grandi crateri ornamentali e i ritratti di Adriano, Vibia Sabina e Matidia
provenienti dagli Horti Tauriani. Da qui si passa nella nuova
XXV - Esedra di Marco Aurelio, ricavata dall'architetto Carlo Aymonino sull'area del Giardino romano, dove
gi Virgilio Vespignani, nel 1876, aveva collocato un padiglione dove venivano esposti i migliori reperti emersi
dagli scavi di quel periodo. I due principali pezzi oggi esposti stabilmente nella grande esedra vetrata sono la
statua equestre di Marco Aurelio originale, messa al coperto dopo il restauro, l'Ercole in bronzo dorato
proveniente dal Foro Boario, e i frammenti della statua colossale in bronzo di Costantino appartenenti alla
donazione iniziale di Sisto IV. L'ultimo vasto ambiente del piano nobile l'
XXVI - Area del Tempio di Giove Capitolino (per il quale si veda la voce sul Tempio di Giove Ottimo
Massimo). Lo spazio espositivo alla fine del percorso presenta reperti provenienti dai templi arcaici di VI secolo
a.C. scavati a met del XX secolo nell'area di Sant'Omobono, e un settore che illustra i risultati degli scavi pi
recenti effettuati negli strati inferiori di quest'area del colle capitolino, che ne documentano l'occupazione a partire
dal X secolo a.C.
Musei capitolini 93

Secondo piano
Pinacoteca capitolina

Palazzo Clementino-Caffarelli

Secondo piano
Medagliere capitolino

Terzo piano
Terrazza e bar

Collezioni e opere esposte


Le collezioni storiche dei Musei Capitolini sono:
la Pinacoteca, proveniente inizialmente dalla collezione della
famiglia dei marchesi Sacchetti e dei principi Pio di Savoia. La
Pinacoteca Capitolina appartiene al complesso dei Musei
Capitolini, ospitati sul Campidoglio nel Palazzo dei
Conservatori e nel Palazzo Nuovo. Le raccolte capitoline - le
collezioni pubbliche pi antiche del mondo - hanno avuto
origine nel lontano 1471, con la donazione, da parte del
pontefice Sisto IV della Rovere, di alcuni bronzi antichi: nel
gruppo era compresa la celebre Lupa, all'epoca ancora senza i
gemelli, aggiunti in seguito. Nel 1734 venne fondato il Museo
Capitolino, sistemato nelle sale del Palazzo Nuovo. Il merito
della creazione della Pinacoteca va diviso tra il pontefice
Benedetto XIV Lambertini ed il suo segretario di stato, il
cardinale Silvio Valenti Gonzaga, uno dei principali mecenati e Galata morente
collezionisti della Roma settecentesca. Nel 1748 furono
acquistati oltre 180 dipinti dalla famiglia Sacchetti, proprietaria
di una delle pi importanti raccolte romane, formata durante il
Seicento per opera di Marcello Sacchetti e di suo fratello, il
cardinale Giulio. Nel corso del tempo il patrimonio della
Pinacoteca notevolmente aumentato grazie all'arrivo di
numerosi dipinti, giunti in Campidoglio per acquisti, lasciti e
donazioni. Con la donazione Cini del 1880 entrarono a far parte
della raccolta numerosi oggetti d'arte decorativa, fra i quali una
notevole collezione di porcellane. Amministrata, nei primi
cento anni di vita, dalle strutture pontificie del Camerlengato e
dei Sacri Palazzi Apostolici, la Pinacoteca Capitolina posta La nuova sistemazione attorno alle fondamenta del
sotto la giurisdizione del Comune di Roma dal 1847. Tempio di Giove

la Protomoteca, collezione di busti ed erme di uomini illustri trasferiti al Campidoglio dal Pantheon per volont
di Pio VII nel 1820.
Musei capitolini 94

la Collezione Castellani, donata da Augusto Castellani nella


seconda met dell'800, costituita da materiali ceramici arcaici
(dall'VIII al IV secolo a.C.), di area prevalentemente etrusca,
ma anche di produzione greca e italica.
il Medagliere capitolino: la collezione di monete, medaglie e
gioielli del Comune, costituita nel 1872 e aperta al pubblico nel
2003.
Lopera forse pi famosa che vi conservata la statua equestre di
Marco Aurelio; quella al centro della piazza una copia, mentre
l'originale, dopo essere stato sottoposto a lavori di restauro, ora Statua di Dioniso, Centrale Montemartini
collocato nella nuova aula vetrata, l'Esedra di Marco Aurelio, nel
Giardino Romano, dietro Palazzo dei Conservatori.
Nel Palazzo Nuovo, oltre alla statua dellimperatore che risale al II secolo d.C., si possono ammirare il Discobolo,
originale greco di cui rimaneva solo il tronco del corpo trasformato dallo scultore francese Monnot in un guerriero
ferito, la statua del Galata Morente, opera romana del III secolo d.C. copia delloriginale greco, il Fauno Rosso
ritrovato a Tivoli nella villa di Adriano, ed un bellissimo mosaico ritrovato sempre nella stessa villa e conosciuto
come il Mosaico delle Colombe.
La visita nellaltro edificio dei musei, il Palazzo dei Conservatori, compresa nello stesso biglietto di entrata; vi si
pu accedere sempre dalla piazza o da una galleria sotterranea scavata (Galleria di congiunzione) negli anni trenta e
attualmente allestita come Galleria Lapidaria (cio preposta all'esposizione delle epigrafi), che d accesso anche al
Tabularium e unisce i due edifici. Qui si trova la pinacoteca dei musei nel cui catalogo c il famoso dipinto del San
Giovanni Battista, opera del Caravaggio.
Ma vi si trova anche il simbolo della citt, il bronzo della Lupa Capitolina, a lungo tempo ritenuta un'opera etrusca
del V secolo a.C. e solo recentemente ritenuta da alcuni restauratori come risalente al XII secolo; con molta
probabilit la statua originaria non comprendeva i gemelli della leggenda Romolo e Remo, che sembra furono
aggiunti nel Rinascimento. La colossale testa di Costantino I risale al IV secolo d.C.
Capolavoro della scultura medievale il Ritratto di Carlo I d'Angi di Arnolfo di Cambio (1277), il primo ritratto
verosimile di un personaggio vivente scolpito in Europa che ci sia pervenuto dall'epoca post-classica.

"Grande Campidoglio"
Nel dicembre del 2005 stata inaugurata una nuova ala che con un'aula vetrata, la gi citata Esedra di Marco
Aurelio, allarga lo spazio espositivo dei Musei. Con la copertura del Giardino Romano, stato ricavato questo nuovo
spazio che ospita ora la statua di Marco Aurelio, i frammenti del colosso bronzeo di Costantino e la statua di Ercole.
Il progetto di Carlo Aymonino e prevede anche la nuova sistemazione delle fondazioni del tempio di Giove
Capitolino.
Nelle sale adiacenti sono sistemate le vetrine della Collezione Castellani, donata al Comune di Roma da Augusto
Castellani.
L'apertura di questa nuova ala fa parte di un pi vasto progetto ("Grande Campidoglio") di risistemazione ed
ampliamento dei musei, che ha visto l'allestimento della Galleria Lapidaria (chiusa diversi anni prima per lavori di
ristrutturazione), l'acquisizione di Palazzo Clementino, ora sede del Medagliere Capitolino (collezione di
numismatica), e la risistemazione del Palazzo Caffarelli.
Musei capitolini 95

Centrale Montemartini
Nel 1997, a causa di gravi problemi di infiltrazioni d'acqua e di umidit, la Galleria Lapidaria e diversi settori del
Palazzo dei Conservatori dovettero essere chiusi al pubblico; per permettere i lavori di ristrutturazione centinaia di
sculture furono trasferite in alcuni ambienti dell'ex centrale elettrica Montemartini (situata lungo la Via Ostiense), in
cui fu allestita una mostra. La collezione include 400 statue romane, insieme a epigrafi e mosaici. La maggior parte
dei reperti costituiscono i pezzi di pi recente acquisizione, provenendo dagli scavi portati avanti dopo l'unit d'Italia,
in particolare negli antichi horti romani.

Altre opere
Eros che incorda l'arco
Ritratto di Decio
Ritratto di Massimino il Trace
Ritratto di Ottaviano
Ritratto di Probo
Sarcofago Amendola
Vecchia ubriaca
Bronzo di Ascoli
Pannelli in opus sectile dalla basilica di Giunio Basso
Tiziano, Battesimo di Cristo

Bibliografia
AA.VV., Musei Capitolini - Guida, Comune di Roma - Ztema
- Electa, 2006.

Note Testa colossale di Costantino, nel cortile


[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Musei_capitolini&
language=it& params=41_53_35_N_12_28_57_E_region:IT-RM_type:landmark_source:dewiki
[2] http:/ / www. museicapitolini. org
[3] AA. VV. Roma e dintorni, edito dal T.C.I. nel 1977, pag. 83. ISBN 88-365-0016-1. Sandra Pinto, in Roma, edito dal gruppo editoriale
L'Espresso su licenza del T.C.I. nel 2004, pag. 443. ISBN 88-365-0016-1. AA. VV. La nuova enciclopedia dell'arte Garzanti, Garzanti editore,
2000, ISBN 88-11-50439-2, alla voce "museo".
[4] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static. touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[5] Flaminio Boulanger fu un ebanista francese molto attivo a Roma nella seconda met del '500. Autore di "studioli" e soffitti, tra cui quello
(andato perduto) dell'Oratorio del Crocifisso, quello di san Silvestro al Quirinale, e quello di San Giovanni in Laterano (con decorazioni
pittoriche di Daniele da Volterra, 1564-66), aveva bottega in via dell'Anima.
[6] http:/ / capitolini. net/ records_fulltext. xql?query=sala+ della+ lupa
[7] http:/ / capitolini. net/ records_fulltext. xql?query=sala+ fasti+ moderni
[8] Sull'insediamento, i componenti e i fini della Commissione archeologica comunale si veda in Domenico Palombi, Rodolfo Lanciani,
l'archeologia a Roma tra Ottocento e Novecento, L'Erma di Bretschneider 2006, p. 56:
"La Giunta Municipale di Roma, nel congresso del giorno 24 maggio 1872, secondo il voto gi espresso dal Consiglio nella seduta del 24
aprile, istituiva una commissione Archeologica, cui fosse trasmesso l'esercizio dei diritti e dei doveri, che al Comune incombono verso i
monumenti della citt e del suo territorio; vi chiamava all'onore di comporla i Sigg. cav. A. Castellani, ing. R. Lanciani, comm. P. Rosa,
comm. G.B. De Rossi, conte V. Vespignani, cav. C.L. Visconti, barone P.E. Visconti, e marchese F. Nobili Vitelleschi. Il campo aperto alla
attivit della nuova Commissione era altrettanto vasto, quanto importante: poich il Comune, nelle convenzioni stipulate con le varie societ
edificatrici de' nuovi quartieri, essendosi riservato ove l' assoluta, ove la parziale propriet degli antichi monumenti, ove la semplice
sorveglianza delle scoperte, conveniva provvedere urgentemente al disegno delle icnografie degli edifici; alla loro conservazione, qualora ne
fossero giudicati degni; al trasporto e al collocamento ne' palazzi capitolini degli antichi oggetti estratti dalle escavazioni; all'ampliamento dei
musei; alla fondazione di nuove raccolte ceramiche e numismatiche; procurando sempre di conciliare gli interessi della scienza con quelli
della edilit. Fino dalle sue prime tornate la Commissione determin di dare alle stampe un Bullettino mensile, affine di render ragione del suo
Musei capitolini 96

operato, tanto alla magistratura comunale, che di s nobile ufficio l'aveva investita, quanto ai concittadini, ed ai cultori degli studi archeologici,
che seguono con viva attenzione i risultati delle nuove scoperte[...]".

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Musei Capitolini

Collegamenti esterni
Sito ufficiale (http://www.museicapitolini.org)
Sito ufficiale centrale montemartini (http://www.centralemontemartini.org)
Sito ufficiale dei Musei in Comune (http://www.museiincomune.it)
Sito di Ricerca (http://www.museicapitolini.net)
Interessante scheda by Activitaly (http://www.activitaly.com/musei/musei_capitolini.htm)
La collezione Castellani ai Musei Capitolini (http://www.zetema.it/content/download/1056/8499/file/le+
sale+castellani.pdf)
Storia della Pinacoteca Capitolina (http://www2.comune.roma.it/museicapitolini/pinacoteca/storia.htm)
La nuova ala dei Musei capitolini al Palazzo dei Conservatori (http://www.zetema.it/content/download/1051/
8484/file/comunicato+stampa.pdf)
Per saperne di pi, capitolini.net (http://capitolini.net/index.xql)
Inventario fasti consulares su capitolini.net

Galleria Borghese
[1]
Coordinate geografiche: 415450.4N 122931.2E41.914N 12.492E

Museo e Galleria Borghese

Tipo Pittura, Scultura

Indirizzo piazzale del Museo Borghese, 5 - 00197 Roma

Sito [2]

La Galleria Borghese si trova in Piazzale Scipione Borghese 5, all'interno della Villa Borghese Pinciana a Roma in
Italia. Il museo espone opere di Gian Lorenzo Bernini, Agnolo Bronzino, Antonio Canova, Caravaggio, Raffaello,
Pieter Paul Rubens, Tiziano. Si pu considerare unica al mondo per quel che riguarda il numero e l'importanza delle
sculture del Bernini e delle tele del Caravaggio.
Galleria Borghese 97

Storia
Fu costituita nel 1902 a seguito dell'acquisizione da parte dello Stato italiano delle raccolte facenti parte del
Fidecommisso Borghese. Primo direttore della Galleria Borghese fu Giovanni Piancastelli (1845-1926) a cui
succedette nel 1906 Giulio Cantalamessa, gi direttore delle Gallerie dell'Accademia di Venezia.
Nel 2008 stata visitata da 486.885 persone.[3]

Il progetto Dieci Grandi Mostre


Dal 2006, la Galleria Borghese ha dato avvio ad un grande progetto denominato "Dieci Grandi Mostre" (Sito
dedicato del progetto) [4]. All'interno del Museo, infatti, sono conservate opere somme dei maggiori artisti del
Cinquecento e Seicento; per citarne solo alcune, la Deposizione di Raffaello, la Paolina Bonaparte di Canova, la
Danae di Correggio, la Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio, Venere e Amore di Cranach, l'Amor Sacro e Amor
Profano di Tiziano, Apollo e Dafne di Bernini, la Caccia di Diana di Domenichino.
Gran parte di queste opere inamovibile dalla propria sede. Sono infatti troppo delicate, troppo grandi o su supporto
troppo fragile per spostarsi; perci impossibile il trasferimento a quelle mostre temporanee che in giro per il mondo
vogliono approfondire lattivit pittorica di questi artisti. Lobiettivo quindi quello di colmare questa lacuna con un
progetto programmatico di dieci grandi mostre monografiche in dieci anni. Il ciclo di mostre infatti vuole
approfondire la conoscenza che studiosi e grande pubblico hanno di autori, anche molto noti, accostando per la prima
volta ai capolavori della collezione Borghese prestigiosi prestiti dalle maggiori istituzioni museali del mondo.
La prima delle dieci grandi mostre del programma espositivo, dedicata alla opera di Raffaello, si svolta nel periodo
tra maggio e settembre 2006. Un'importante serie di disegni arricchiva la mostra e dava la possibilit di esplorare il
processo creativo del grande pittore.
Da ottobre del 2007, fino a febbraio 2008, la Galleria Borghese ha ospitato la seconda grande mostra che prendeva in
esame l'opera di Antonio Canova. Insieme quindi alla Paolina Borghese, opera "padrona di casa", la Galleria ha
avuto l'onore di ospitare circa 60 opere di cui 18 sculture.
La terza mostra, che si svolta da maggio ad ottobre 2008, prendeva in esame il delicato rapporto tra Correggio e
l'Antico. Una serie di paralleli meditati per analizzare ed approfondire l'opera del grande pittore cinquecentesco e
verificare le sue ispirazioni dall'antico.
La quarta mostra ha affiancato due personalit estreme, Caravaggio e Francis Bacon entrate nellimmaginario
collettivo come artisti maledetti, che hanno espresso nella pittura il tormento dellesistenza con pari intensit e
genialit inventiva.
La quinta mostra, che si svolta da ottobre 2010 a marzo 2011, ha preso in esame il lavoro di un grande pittore
tedesco: Lucas Cranach. Si voleva dare unimmagine complessiva della produzione artistica del pittore
rinascimentale, artista di corte e innovatore, legato alle tradizioni fiamminghe ma contaminato anche dalle novit
figurative italiane. A dicembre del 2011, si aprir la sesta grande mostra dedicata a "I Borghese e l'antico", a cui far
seguito Tiziano (2012), Dosso Dossi (2013), Domenichino (2014), Bernini (2015).
Galleria Borghese 98

Le opere maggiori
Lista in ordine alfabetico, per nome dell'autore, delle principali opere
esposte in galleria.
Bacchiacca
Giuseppe venduto dai fratelli
Arresto dei fratelli di Giuseppe
Ricerca della coppa rubata
Ritrovamento della coppa rubata nel sacco di Beniamino
Bernini
Capra Amaltea
Enea, Anchise e Ascanio
Ratto di Proserpina
David
Apollo e Dafne
Busti di Scipione Borghese
La Verit Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne
Busto di Paolo V
Canova
Paolina Borghese come Venere vincitrice
Caravaggio
Fanciullo con canestro di frutta, 15931594
Bacchino malato, 15931594
Madonna dei Palafrenieri, 16051606
David con la testa di Golia, 16051606
San Girolamo scrivente, 16051606
Ritratto di Papa Paolo V, 1605-1606
Cesare da Sesto
Leda col cigno, copia da Leonardo da Vinci, 1515-1520 circa
Correggio
Danae, 1531 circa
Dosso Dossi
Melissa, 1522-1524 circa
Giorgione
Cantore appassionato, 1508-1510 circa
Suonatore di flauto, 1508-1510 circa
Caravaggio, Bacchino malato
Lorenzo Lotto
Madonna col Bambino tra i santi Flaviano e Onofrio, 1506
Ritratto di gentiluomo, 1535 circa
Parmigianino
Ritratto del Pianerlotto, 1531 circa
Raffaello
Galleria Borghese 99

Ritratto virile, 1503-1504


Ritratto di dama con liocorno, 1506 circa
Deposizione Borghese, 1507
Pieter Paul Rubens
Deposizione nel sepolcro, 1601
Susanna e i vecchioni, 1607
Savoldo
Tobiolo e l'angelo, 1527 circa
Tiziano
Amor Sacro e Amor Profano, 1513

Raffaello, Deposizione Borghese


Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Galleria_Borghese& language=it& params=41_54_50. 4_N_12_29_31.
2_E_region:IT_type:landmark
[2] http:/ / galleriaborghese. beniculturali. it
[3] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static. touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[4] http:/ / www. diecigrandimostre. com/

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Museo e Galleria
Borghese

Collegamenti esterni
Galleria Borghese (http://galleriaborghese.beniculturali.it/) sito istituzionale
Sito (http://www.diecigrandimostre.com/) del progetto Dieci Grandi Mostre
Sito (http://raffaello.diecigrandimostre.com/) della mostra su Raffaello nell'ambito del progetto Dieci Grandi
Mostre
Sito (http://canova.diecigrandimostre.com/) della mostra su Canova nell'ambito del progetto Dieci Grandi
Mostre
Sito (http://correggio.diecigrandimostre.com/) della mostra sul Correggio nell'ambito del progetto Dieci
Grandi Mostre
Sito (http://caravaggio-bacon.diecigrandimostre.com/) della mostra sul confronto tra Caravaggio e Francis
Bacon nell'ambito del progetto Dieci Grandi Mostre
Sito (http://cranach.diecigrandimostre.com/) della mostra su Cranach nell'ambito del progetto Dieci Grandi
Mostre
Galleria Doria Pamphilj 100

Galleria Doria Pamphilj


Galleria Doria Pamphilj

Facciata su via del Plebiscito di Palazzo Doria Pamphilj


Tipo pinacoteca

Indirizzo Via del Corso 305, Roma

Sito http:/ / www. doriapamphilj. it/

La Galleria Doria Pamphilj una grande collezione privata esposta a Roma nel Palazzo Doria Pamphilj. Il
palazzo che la ospita situato tra Via del Corso e via della Gatta.

Storia
La galleria nacque nel 1651 quando Giambattista Pamphilj diventato papa col nome di Innocenzo X vincol le
pitture e gli arredi del Palazzo Pamphilj a Piazza Navona con la restituzione ereditaria, cos invest suo nipote
Camillo della primogenitura. In questo periodo era gi stato eseguito il ritratto di Innocenzo X da Velazquez nel
1650 ma gi tre anni prima la collezione si era notevolmente arricchita col matrimonio di Camillo con Olimpia
Aldobrandini, matrimonio che apport delle opere di Raffaello, Tiziano, Parmigianino e Beccafumi. Verso la met
del XVII secolo Camillo gi possedeva quattro opere di Caravaggio di cui una, dal titolo "La buona ventura", fu
regalata a Luigi XIV nel 1665 ed ora al Louvre. In seguito compr molti quadri bolognesi, di Claude Lorrain ed
alcune opere delle collezioni Bonello e Savelli. La collocazione ora aveva bisogno di una collocazione decente cio
il palazzo di Via del Corso gi appartenuto ai Della Rovere che era passato nel 1601 agli Aldobrandini. Di questo
palazzo gi in un periodo compreso tra il 1678 ed il 1681 si parla di una "Stanza dei quadri" e successivamente di
una "Stanza degli Animali" e di una "Stanza dei Paesi". Nel 1760 quando subentra ai Pamphilj il ramo di Doria
Pamphilj si ha l'acquisto di opere del Bronzino e di Sebastiano del Piombo ed una serie di arazzi ora esposta di
Genova. Del 1838 l'inaugurazione della sala Aldobrandini. Del XIX secolo l'ultimo acquisto di opere.[1]

Il palazzo
L'ampia raccolta di pitture, arredi e statue che comprendono lavori di Jacopo Tintoretto, Tiziano, Raffaello Sanzio,
Correggio, Caravaggio, Guercino, Gian Lorenzo Bernini, Parmigianino, Gaspard Dughet, Jan Brueghel il Vecchio,
Velzquez e molti altri artisti importanti stata creata a partire dal XVI secolo dalle famiglie Doria, Pamphilj, Landi
e Aldobrandini che sono ora unite tramite matrimoni e discendenze con il cognome semplificato di Doria Pamphilj,
dopo essere state a lungo conosciute come Doria Landi Pamphili.
Con il crescere delle fortune della famiglia, il palazzo si esteso quasi continuamente ed ancora il pi grande a
Roma (tra quelli privati) e rappresenta una sede adeguata per la collezione ospitata. La maggior parte della collezione
ospitata in una serie di sale di rappresentanza, che comprendono la cappella, progettata da Carlo Fontana, che
contiene anche una vasta raccolta di reliquie. Tuttavia il nucleo fondamentale esposto in una successione di quattro
gallerie decorate ed affrescate che corrono intorno al cortile. Un ampio insieme di ulteriori stanze stato trasformato
Galleria Doria Pamphilj 101

in gallerie espositive che contengono una mostra permanente a tema "La pittura di paesaggio nelle ville Doria
Pamphilj".

La collezione
Il capolavoro della collezione, secondo l'opinione generale, il ritratto
di papa Innocenzo X, opera di Velzquez. Il papa, nato Giovan Battista
Pamphilj, ascese al trono pontificio nel 1644.
Nel ritratto l'artista non idealizza l'espressione del papa, tuttavia il
ritratto non sgradevole: le caratteristiche di Innocenzo X erano
ritenute dai contemporanei come simboliche di uno stile di vita
dispotico e di un carattere vendicativo.
Il ritratto, dipinto verso il 1650 per commemorare l'anno santo, fu
commissionato dalla cognata Olimpia Maidalchini che era sua stretta
confidente e consigliere e, secondo alcuni, amante. Il quadro di
Velzquez stato sistemato nel 1927 in una piccola stanza dedicata
interamente al papa; infatti vi esposta anche una scultura di Bernini
che ritrae Papa Innocenzo X.
Uno dei gioielli della collezione Doria Pamphilj:
il Ritratto di Innocenzo X di Velzquez (1650)

La collezione stata aperta per la prima volta al pubblico da Orietta


Pogson Doria Pamphilj, il cui marito inglese, Frank Pogson, ha
aggiunto il cognome dei Doria Pamphilj al proprio.
Donna Orietta e Don Frank fecero molto per restaurare la collezione ed
il palazzo, e dopo la loro scomparsa, nel 2000 la cura della collezione
fu assunta dai loro figli adottivi, inglesi di nascita, Don Jonathan e
Donna Gesine Pogson Doria Pamphilj, che risiedono nel palazzo.
Assieme alle collezioni dei Colonna e dei Pallavicini-Rospigliosi,
questa una delle pi grandi collezioni private di arte a Roma

Opere esposte
Alessandro Algardi
busto di Olimpia Aldobrandini Salom (1515) di Tiziano
bronzo di Innocenzo X
Paul Brill
Paesaggio con scena di caccia
Veduta del porto di Napoli, 1556 circa
Caravaggio
Maddalena penitente
Riposo durante la fuga in Egitto
San Giovanni Battista
Paesaggio con la fuga in Egitto
Maria Maddalena
Galleria Doria Pamphilj 102

Cristo nella case dei Farisei


Paesaggio
Erminia e Tancredi
Ritorno del figliol prodigo
San Giuseppe
Annunciazione Doria
Paesaggio
San Girolamo
Ritratto di gentiluomo trentasettenne
Ritratto di Cristoforo Columbo
Cristo al tempio
Nativit con angeli, 1525 circa
Madonna Doria, 1525 circa
Ritratto di Andrea Doria
Raffaello
Ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano
Madonna in adorazione del figlio
San Rocco e l'angelo
Sacra famiglia
Passaggio del mar Rosso
Salom, 1515 circa
Angelo
Ritratto di papa Innocenzo X
Crocifissione
Cristo nell'orto

Altre opere interessanti


La cappella opera di Carlo Fontana ed ospita un crocifisso eburneo di Ercole Ferrata.
La Saletta Gialla contiene una serie di arazzi della manifattura dei Gobelins.
Bassorilievi di Duquesnoy.

Altri progetti
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Pamphilj
Galleria Doria Pamphilj 103

Note
[1] Eduard A. Salarik, La galleria in Galleria Doria Pamphilj, Roma, Arti Doria Pamphilj s.r.l. [1993], pag. 4-5.

Collegamenti esterni
Galleria Doria Pamphilj (http://www.dopart.it/roma)
Coordinate geografiche: 415352N 122852E41.897669N 12.481145E

Galleria nazionale d'arte antica


[1]
Coordinate geografiche: 415413N 122925E41.90361N 12.49028E

Galleria Nazionale di Arte Antica, Palazzo Barberini

Tipo Pittura, Scultura

Indirizzo via delle Quattro Fontane, 13 - 00184 Roma

Sito [2]
Sito istituzionale

La Galleria Nazionale d'Arte Antica, una galleria d'arte che si trova a Roma, nelle due distinte sedi di Palazzo
Barberini e Palazzo Corsini.
Il Palazzo Barberini fu progettato per papa Urbano VIII da Carlo Maderno (15561629) sulla precedente
collocazione di Villa Sforza. Il soffitto del salone centrale fu decorato da Pietro da Cortona con il panegirico
Allegoria della Divina Provvidenza e del potere Barberini per glorificare la famiglia Barberini.
Il Palazzo Corsini, noto in precedenza come Palazzo Riario, un edificio del XV secolo risistemato nel XVIII secolo
dall'architetto Ferdinando Fuga per il cardinale Neri Maria Corsini.
La collezione della galleria comprende lavori di Gian Lorenzo Bernini, Caravaggio, Van Dyck, Hans Holbein, Beato
Angelico, Nicolas Poussin, El Greco, Raffaello, Tiepolo, Tintoretto, Rubens, Murillo, Jusepe de Ribera e Tiziano.
Galleria nazionale d'arte antica 104

Opere principali

Palazzo Barberini
Francesco Albani
Mercurio e Apollo
Andrea del Sarto:
Madonna
Sacra Famiglia Barberini
Domenico Beccafumi
Madonna col Bambino e san Giovannino
Bronzino
Ritratto di Stefano IV Colonna
Caravaggio:
Giuditta e Oloferne
Narciso, 1598-1599;
San Francesco in meditazione, 1606
Domenichino:
Fuga in Egitto
Sant'Agnese
El Greco
Adorazione dei Pastori
Battesimo di Cristo 1546-1548
Guercino
Et in Arcadia Ego
Hans Holbein il Giovane:
Ritratto di Enrico VIII, 1540
Filippo Lippi
Madonna col Bambino in trono, 1437
Annunciazione con due donatori
Lorenzo Lotto
Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria e santi, 1524
Raffaello
La Fornarina, 1518-1519 circa
Tintoretto
Cristo e l'Adultera, 1546-1548
Tiziano
Venere e Adone, 1560
Giovanni Serodine
Incontro dei Santi Pietro e Paolo
Il Sodoma
Ratto delle Sabine
Galleria nazionale d'arte antica 105

Palazzo Corsini
Beato Angelico
Trittico del Giudizio Universale, Ascensione e Pentecoste (1450-1455)
Jacopo da Bassano
Adorazione dei pastori
Caravaggio:
San Giovanni Battista
Anton Van Dyck
Madonna della Paglia
Orazio Gentileschi
Madonna col Bambino
Bartolom Esteban Murillo
Madonna col Bambino
Jose de Ribera
Venere scopre Adone morto
Rubens
San Sebastiano curato dagli angeli

Altri progetti
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di Palazzo Barberini (Rome)

Collegamenti esterni
Galleria Barberini [2] sito istituzionale
Galleria Corsini [3] sito istituzionale
Accademia Nazionale dei Lincei [4], che ha sede al Palazzo Corsini

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Galleria_nazionale_d%27arte_antica& language=it&
params=41_54_13_N_12_29_25_E_region:IT-RM_type:landmark
[2] http:/ / galleriabarberini. beniculturali. it/
[3] http:/ / galleriacorsini. beniculturali. it/
[4] http:/ / www. lincei. it/ informazioni/ visita/ corsini. php?lg=i
Pinacoteca di Brera 106

Pinacoteca di Brera
[1]
Coordinate geografiche: 452819N 91117E45.472064N 9.188132E

Pinacoteca di Brera

Cortile della pinacoteca di Brera


Tipo Pinacoteca

Indirizzo Via Brera 28, 20121 Milano

Sito [2]
brera.beniculturali.it

La Pinacoteca di Brera una Galleria nazionale d'arte antica e


moderna, si trova in Via Brera 28 a Milano in Italia.
Il museo espone una delle pi celebri raccolte in Italia di pittura,
specializzata in pittura veneta e lombarda, con importanti pezzi di altre
scuole. Inoltre, grazie a donazioni, propone un percorso espositivo che
spazia dalla preistoria all'arte contemporanea, con capolavori di artisti
del XX secolo.

Sede
Andrea Mantegna, Cristo morto
La Pinacoteca ha sede nel grande palazzo di Brera, che ospita anche
altre istituzioni: la Biblioteca Nazionale Braidense, l'osservatorio di
Brera, l'Orto Botanico, l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e
l'Accademia di Belle Arti. L'edificio era stato costruito nell'antica,
incolta terra "braida" (parola che nella bassa latinit aveva il significato
di campo suburbano), da cui ebbe il nome Brera, il Palazzo quanto il
quartiere. Il palazzo si apre su un cortile circondato da un elegante
porticato, al centro situato il Monumento a Napoleone I ideato da
Antonio Canova.

Sorge su un antico convento dell'ordine degli Umiliati, una delle pi


potenti associazioni religiose del milanese. Fu nel 1571, che con la
Bolla Papale di Gregorio XIII, si abol l'ordine degli Umiliati, storici Caravaggio, Cena in Emmaus

fabbricanti di lana, assegnando cos l'antica prepositura di Brera alle


"attente mani" dei Gesuiti, che ne fecero un centro di studi, dandogli il nome di Universit. Si impose la necessit di
costruire un nuovo e pi ampio edificio, i cui lavori iniziarono nel 1591, e affidati nel 1615 ad un grande architetto
del tempo in Lombardia: Francesco Maria Richini. Ma nel 1630 a causa della pestilenza, i lavori cominciarono a
rallentare. Il progetto venne approvato solo nel 1691.
Pinacoteca di Brera 107

L'opera prosegu, passando al figlio dello stesso architetto a Gerolamo


Quadrio e a Pietro Giorgio Rossone. Soppressa la Compagnia di Ges,
l'edificio fu completato nel 1776 da Giuseppe Piermarini.
Nel 1773 l'ordine dei Gesuiti fu soppresso e il palazzo pass al
Governo. Maria Teresa d'Austria lo adib a sede delle Scuole Palatine,
vi colloc la biblioteca e decise di ampliare l'Orto Botanico. Fond
inoltre nel 1776 l'Accademia, dotandola di un contributo annuo di
10.000 provenienti dai soppressi beni ecclesiastici.

Giovanni Bellini, Piet

Storia
L'Accademia di Belle Arti di Brera venne fondata nel 1776 con decreto
dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria per impulso del conte Carlo
Firmian. Primo segretario fu l'erudito abate Albuzio.
Due anni dopo fu sostituito da Carlo Bianconi, che per un ventennio si
prodig a sviluppare l'istituzione e la scarsa dotazione iniziale. Anima
della nuova istituzione furono per l'architetto Giuseppe Piermarini,
Palazzo Brera agli inizi dell'800 allievo di Luigi Vanvitelli, e il decoratore ticinese, formatosi
nell'Accademia di Parma, Giocondo Albertolli. Scopo manifesto era la
creazione di maestranze che sapessero far fronte al nuovo ruolo assunto da Milano con la nomina dell'arciduca
Ferdinando a capitano generale dello stato. Dopo secoli in citt tornava una corte degna di questo nome, e si
rendevano necessari interventi edilizi radicali, con la costruzione di palazzi pubblici e privati. Primo banco di prova
di maestri e allievi dell'Accademia fu la costruzione a Monza della residenza estiva dell'arciduca, nota oggi come
villa reale.

Le cose cambiarono radicalmente dopo la campagna d'Italia di Napoleone (1796) e il definitivo affermarsi della
dominazione francese. Nel 1801 venne nominato segretario Giuseppe Bossi, gi allievo dell'Accademia, che si
impegn ad arricchire con gessi e libri la dotazione didattica e dal 1805 organizz mostre pubbliche.
Nel periodo napoleonico numerose chiese e monasteri vennero soppressi e i loro beni requisiti. Le opere migliori
vennero spedite a Parigi mentre con quelle restanti si decise di costituire nelle principali citt del regno una
pinacoteca; sorsero cos le grandi Gallerie di Venezia, Bologna e Milano. La pinacoteca di Milano doveva svolgere il
compito di compendio della produzione artistica del regno d'Italia.
Andrea Appiani venne nominato Commissario per le Belle Arti nel 1805 e a Brera cominciarono ad affluire da ogni
parte dipinti dalle chiese soppresse. Intanto nel 1806 Giuseppe Bossi inaugurava il primo museo dell'Accademia, di
impronta spiccatamente didattica. Nel 1808 si decise di tramezzare l'antica chiesa di Santa Maria in due piani per
realizzare i "Saloni Napoleonici" destinati a ospitare le gallerie del regno. Il 15 agosto 1809, giorno genetliaco di
Napoleone, vennero inaugurate le tre sale, dominate dal grande gesso di "Napoleone come Marte pacificatore" di
Antonio Canova. Si tratt di un evento temporaneo legato all'occasione (erano esposti solo 139 dipinti), e l'effettiva
apertura delle gallerie delle statue e delle pitture ebbe luogo il 20 aprile 1810. Negli anni seguenti continuarono ad
affluire dipinti, soprattutto nel 1811 e 1812, in particolare dalla collezione dell'arcivescovo Monti di Milano. Nel
1813 arrivarono dal Louvre di Parigi le opere di Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, Pieter Paul Rubens ed Antoon
Van Dyck.
Pinacoteca di Brera 108

Alla caduta del governo napoleonico nel 1814, il Congresso di Vienna sanc la restituzione dei beni sottratti ai
proprietari originari, e anche la pinacoteca dovette cedere alcune opere. Essa continu comunque ad arricchirsi di
donazioni (lascito Oggioni) e nel 1882 venne separata dall'Accademia. Si tratt di una divisione assai laboriosa, che
ebbe termine solo un decennio dopo, e che fu causa di molti equivoci.
Nel 1926 venne creata l'Associazione degli Amici di Brera grazie alla quale vennero acquistati diversi capolavori tra
cui la "Cena in Emmaus" di Caravaggio.
Il sopraggiungere della guerra del 1914-1918 costrinse a far emigrare per ragioni di sicurezza la collezione a Roma e
al suo rientro, la Pinacoteca fu riallestita sotto la Direzione di Ettore Modigliani.
Durante la seconda guerra mondiale le opere della Pinacoteca vennero messe al sicuro dalla direttrice Fernanda
Wittgens, mentre il palazzo sub seri danni a causa dei bombardamenti del 1943 (crollo delle volte in trenta delle
trentotto sale). La Pinacoteca inizi la sua lenta resurrezione dalle rovine nel febbraio 1946 con l'opera generosa del
progettista architetto Piero Portaluppi e della soprintendente Fernanda Wittgens. Tra le principali acquisizioni, va
menzionato il ciclo di dipinti staccati dell'oratorio di Mocchirolo (XIV secolo).
Nel 1974 il soprintendente Franco Russoli ne decise la chiusura, lanciando al tempo stesso provocatoriamente, di
fronte alle grandi difficolt del momento, il progetto della "Grande Brera", che avrebbe dovuto comprendere anche
l'attiguo palazzo Citterio, e che a distanza di alcuni decenni stenta ancora a trovare attuazione. Intanto il percorso di
visita stato rivisto e attualizzato, comprendendo anche opere d'arte contemporanea (collezioni Jesi e Vitali). Un
progetto dell'architetto Mario Bellini ha ripreso nel 2009 la speranza di Franco Russoli di realizzare un museo
moderno di rango internazionale.
L'assenza di un vero e proprio spazio da adibire alle mostre temporanee porta la Pinacoteca a sviluppare dal 2001 il
progetto Brera Mai Vista. Questo presenta ogni tre mesi piccole esposizioni di poche opere, solitamente
provenienti dai depositi del museo, che per l'occasione vengono restaurate e corredate da un breve catalogo che ne
illustra la storia e la vicenda critica. Nel 2011 Brera Mai Vista conta pi di 20 mostre[3] con opere di Francesco
Hayez, Francesco Londonio, Giovanni Boccati, Giovanni Agostino da Lodi e Marco d'Oggiono, Giovanni Martino
Spanzotti, Benozzo Gozzoli, il Maestro di Ercole e Gerolamo Visconti, Francesco Casella, Giuseppe Molteni, il
Genovesino, Francesco Menzocchi, Alberto Sotio, Lucio Fontana, il Maestro dei dodici apostoli, Bernardino Luini,
Giovanni Boldini, Pietro Orioli, il Bergognone, Giovanni Contarini, Mario Sironi.
Nel 2004 la Pinacoteca avvia la sperimentazione del progetto "A Brera anchio. Il museo come terreno di dialogo
interculturale" [4], che dal 2006 rientra nella programmazione educativa ordinaria dedicata alle scuole primarie e
secondarie di primo grado di Milano e provincia.
Nel 2009 la Pinacoteca di Brera festeggia i duecento anni dalla sua fondazione con una serie d'eventi, mostre e
convegni. Le esposizioni sono dedicate ai capolavori della Pinacoteca e ai loro restauri ('Caravaggio ospita
Caravaggio', 'Raffaello. Lo Sposalizio della Vergine Restaurato', 'Il ritorno di Napoleone') o alla ricostruzione di
alcuni nuclei di dipinti giunti nel 1809 a Brera e poi dispersi ('Crivelli e Brera', 'La Sala dei Paesaggi', 'Il Gabinetto di
Autoritratti di Giuseppe Bossi'). Il 15 agosto 2009, a duecento anni esatti dall'inaugurazione, la Pinacoteca apre
gratuitamente al pubblico, registrando il numero record di circa 12.000 visitatori[5]. Complessivamente nell'anno del
bicentenario la Pinacoteca raddoppia i suoi ingressi[6].
Pinacoteca di Brera 109

Percorso espositivo
Se si esclude la presenza (dal 2009) del grande gesso di Antonio Canova raffigurante Napoleone in veste di Marte e
alcune opere della Donazione Jesi e del Lascito Vitali, la Pinacoteca di Brera un museo dedicato esclusivamente
alla pittura.

Galleria degli affreschi


Il percorso di Brera si apre con la Galleria dedicata a due grandi cicli ad affresco. Il primo costituito dagli Uomini
d'Arme e dai Filosofi antichi di Donato Bramante (unica testimonianza pittorica dell'architetto, assieme al Cristo alla
Colonna, sempre a Brera e agli affreschi a lui attribuiti a Bergamo), eseguiti dal maestro intorno al 1487-1488 per la
casa milanese di Gaspare Visconti poi Casa Panigarola.
Il secondo ciclo, pi vasto, fu eseguito da Bernardino Luini verso i primi del Cinquecento per Villa La Pelucca di
Gerolamo Rabia, e raffigura episodi dell'Antico Testamento e scene mitologiche dalle Metamorfosi di Ovidio.
A questo grande corridoio collegata la sala 1A, con gli affreschi dell'ultimo quarto del XIV secolo staccati
dall'Oratorio di Mocchirolo.

Pittura gotica e tardo gotica


L'itinerario della pittura gotica si apre a Brera con la piccola sala (Ia) dedicata agli affreschi provenienti dall'Oratorio
di Mocchirolo (Lentate), giunti in Pinacoteca nel 1949, ed eseguiti da un Anonimo Maestro formatosi probabilmente
a seguito del soggiorno milanese di Giotto (1335-36). Seguono le quattro sale (II, III, IV, V) che testimoniano
l'evoluzione della pittura dal tardo Duecento alla met del Quattrocento attraverso le opere di Bernardo Daddi,
Ambrogio Lorenzetti, Giovanni da Milano, Lorenzo Veneziano, Andrea di Bartolo, Spinello Aretino, con due tavole
recentemente acquisite. Alle origini del Rinascimento si pongono il grandioso Polittico di Valle Romita,
fondamentale opera di Gentile da Fabriano databile al 1410-12, l'Adorazione dei Magi di Stefano da Verona, la
Madonna col Bambino di Jacopo Bellini e il Polittico di Praglia di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna.

Pittura veneta del Quattro e Cinquecento


Le sale V, VII e i primi tre saloni napoleonici sono dedicati allo sviluppo di due secoli di pittura veneta.
Particolarmente documentata la vicenda pittorica di Andrea Mantegna attraverso alcuni dei suoi capolavori pi
noti: dal giovanile Polittico di San Luca, alla Madonna col Bambino e un coro di cherubini, dalla Pala di San
Bernardino, fino al celeberrimo Cristo morto, opera citata tra i beni dell'artista alla sua morte (1506) ed eseguito
probabilmente intorno agli anni settanta del Quattrocento. Altrettanto noti sono i capolavori di Giovanni Bellini
(Piet di Brera, la Madonna greca e Madonna col Bambino, firmata e datata 1510), Cima da Conegliano e Vittore
Carpaccio, con due cicli dedicati alla Vergine e a santo Stefano.
Il primo salone napoleonico dominato dai grandi teleri narrativi di Gentile e Giovanni Bellini (Predica di san
Marco ad Alessandria d'Egitto), di Michele da Verona (Crocifissione del 1501) e dalle opere di Francesco
Bonsignori, Cima da Conegliano e Bartolomeo Montagna.
La Sala IX espone le tele di Lorenzo Lotto e dei tre protagonisti della pittura a Venezia nel Cinquecento, con
capolavori di Tiziano (San Girolamo penitente), Tintoretto (Ritrovamento del corpo di san Marco) e Veronese (Cena
in casa di Simone). Nell'orbita ancora veneta, tra Bergamo, Brescia e Verona, si collocano gli esempi di Romanino,
Moretto e Savoldo, con la grande Pala di San Domenico di Pesaro del 1524, nonch le opere di Bonifacio Veronese
e Paris Bordon.
Pinacoteca di Brera 110

Pittura lombarda del Quattro e Cinquecento


L'ultimo Salone napoleonico (Sala XV) espone dipinti e affreschi che ripercorrono le vicende dell'arte lombarda tra
Quattro e Cinquecento, a partire dalle opere di Vincenzo Foppa con gli affreschi da Santa Maria di Brera e il pi
tardo polittico bergamasco. L'arrivo di Leonardo a Milano (1482) e del suo nuovo linguaggio pittorico influenza
l'anonimo maestro della Pala Sforzesca e pi direttamente Marco d'Oggiono (Pala dei Tre Arcangeli) e Gaudenzio
Ferrari. Domina la grande Crocifissione di Bartolomeo Suardi detto Bramantino, autore anche della piccola
Madonna Trivulzio e dell'affresco staccato raffigurante la Madonna in trono tra due angeli.
Un pi ampio sguardo sulla pittura leonardesca offerto dalla saletta XIX che presenta importanti opere di
Bernardino Luini (Scherno di Cam e Madonna del Roseto), Bernardo Zenale (Pala Busti) e una selezione di ritratti e
Madonne dei pi stretti allievi di Leonardo come Giovanni Antonio Boltraffio, Giovanni Ambrogio de' Predis,
Cesare da Sesto, Andrea Solario, Francesco Napoletano e Giampietrino.
La Sala XVIII (che ospita anche il Laboratorio di Restauro della Pinacoteca) accoglie pitture di artisti cremonesi e
lodigiani, come le opere dei fratelli Campi, tra cui le quattro celebri tele di genere di Vincenzo Campi, Camillo
Boccaccino, Callisto Piazza, Altobello Melone e il piccolo ritratto di Sofonisba Anguissola.

Rinascimento ferrarese, emiliano e marchigiano


La Sala XX, dedicata alla prima scuola ferrarese, presenta lo stile eccentrico e stravagante di Cosm Tura (Cristo
crocifisso) e Francesco del Cossa, con due importanti tavole provenienti dal grande polittico da lui eseguito per i
Griffoni a Bologna (ora diviso tra le gallerie di Washington, Londra e la Pinacoteca Vaticana): San Giovanni Battista
e San Pietro.
L'area marchigiana, cui dedicata la sala seguente (XXI), rivela un mondo apparentemente resistente alle novit dei
grandi centri del Rinascimento (Firenze, Roma, Venezia), dove domina ancora la pala d'altare a pi scomparti e
l'adozione del fondo oro. Qui dal 1468 opera Carlo Crivelli, pittore veneto che pur adottando schemi convenzionali
riesce ad esprimersi in uno stile originalissimo e riconoscibile: Brera ospita alcuni dei suoi capolavori come il
Trittico di Camerino o la Madonna della Candeletta.
L'itinerario della pittura ferrarese riprende nella Sala XXII con la monumentale Pala Portuense di Ercole de' Roberti,
capolavoro dell'artista e tra le opere pi rilevanti del museo, e con i protagonisti della pittura romagnola ed emiliana:
Garofalo, Dosso Dossi, Marco Palmezzano. I depositi "a vista" del museo occupano lo spazio della Sala XXIII dove
sono esposti due rare opere giovanili del Correggio (Nativit e Adorazione dei Magi) e la grande Annunciazione di
Francesco Francia, proveniente da Bologna.

Piero della Francesca, Bramante, Raffaello


Il cuore della Pinacoteca (Sala XXIV) dedicato alla cultura figurativa di Urbino e ai suoi tre principali protagonisti:
Piero della Francesca, Raffaello e Bramante. La Pala Montefeltro (o Pala di Brera) l'ultima opera nota di Piero
della Francesca, principale innovatore della pittura del Rinascimento in Italia. Eseguita per Federico da Montefeltro
tra il 1472 e il 1474, una delle pi compiute manifestazioni dell'arte di Piero.
Altra icona del Museo lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, firmato e datato 1504. Capolavoro dell'attivit
giovanile del pittore di Urbino, costituisce uno dei principali esempi del rapporto intercorso tra Raffaello e Pietro
Perugino, dal cui analogo Sposalizio (ora a Caen, Muse des Beaux-Arts) l'opera di Brera tratta. La tavola e la sua
cornice neoclassica sono state restaurate nel 2009.
Chiude la sala il Cristo alla colonna di Donato Bramante, proveniente dall'Abbazia di Chiaravalle, unica
testimonianza di pittura su tavola dell'architetto urbinate.
Pinacoteca di Brera 111

Pittura dell'Italia centrale: Cinque e Seicento


Nella Sala XXVII sono esposte le opere di Gerolamo Genga, Timoteo Viti e Salviati e dei primi protagonisti della
Maniera romana e fiorentina come Agnolo Bronzino (Ritratto di Andrea Doria come Nettuno) e Perino del Vaga.
Provenienti in gran parte dalla prestigiosa collezione bolognese Sampieri, la Sala XXVIII espone i capiscuola
dell'arte emiliana e del classicismo con le due tele di Annibale Carracci (Samaritana al Pozzo) e Ludovico Caracci
(Cristo e la Donna di Cana), i Santi Pietro e Paolo di Guido Reni, Guercino e la Cleopatra di Guido Cagnacci. Apre
la sala la straordinaria tela con il Martirio di San Vitale di Federico Barocci.

Caravaggio e il Seicento lombardo


Assieme alla Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana, la Cena in Emmaus l'altra opera visibile a Milano di
Caravaggio. La tela, opera estrema del Merisi e radicalmente diversa dalla versione precedente elaborata dal pittore
ora alla National Gallery di Londra, giunse a Brera nel 1939 dalla collezione romana Patrizi per acquisto della
Associazione Amici di Brera. La sala XXIX espone i principali seguaci ed interpreti dello stile caravaggesco: Orazio
Gentileschi, Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Mattia Preti, Luca Giordano e Bernardo Cavallino.
Seguono i maestri del Seicento lombardo, variamente legati al potente cardinalato di Federico Borromeo come il
Cerano, Giulio Cesare Procaccini, Morazzone (che collaborano tutti e tre insieme nel cosiddetto Quadro delle Tre
Mani), Francesco del Cairo, Tanzio da Varallo e Daniele Crespi, esponenti di una pittura fortemente naturalistica e
dalle forti connotazioni religiose.

Scuole straniere
Fin dalla sua origine la Pinacoteca nacque con l'idea di accogliere tutte le scuole pittoriche: cos assieme ai maestri
della scuola genovese del Seicento come Gioacchino Assereto e Orazio de Ferrari e alle nature morte di Evaristo
Baschenis, Brera espone un cospicuo gruppo di autori stranieri (Sale XXXII e XXXIII): Pieter Paul Rubens, autore
della grande Ultima Cena, Antoon van Dyck (Ritratto di Dama e Madonna con Sant'Antonio da Padova), ma anche
pittori fiamminghi del Cinquecento come Jan de Beer. Due ritratti di Joshua Reynolds e Anton Raphael Mengs sono
esposti nel corridoio tra le sale XXXV e XXXVI.

Il Settecento
Le grandi tele della scuola tardo barocca e neoclassica giunsero a Brera tra Sette e Ottocento, quando la Pinacoteca
era ancora congiunta all'Accademia di Belle Arti: figurano qui le opere di Solimena, Luca Giordano, Sebastiano
Ricci, Pompeo Batoni, Pierre Subleyras. La Sala XXXIV dominata dalla grande tela di Giambattista Tiepolo con la
Madonna del Carmelo tra profeti e le anime del Purgatorio.
Particolarmente interessanti sono le Sale XXXV e XXXVI, disegnate da Piero Portaluppi in stile neoclassico che
accolgono nei due ambienti le vedute di Bernardo Bellotto e Canaletto, le tele di Pietro Longhi e Piazzetta, e i
maestri della "pittura della realt" lombarda, con i ritratti di Fra' Galgario e del Pitocchetto.

L'Ottocento
Particolarmente documentata a Brera la pittura italiana dell'Ottocento nelle sue diverse sfumature. Al centro della
sala campeggia la grande Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo, versione preliminare del celebre Quarto Stato
(Milano, Museo del Novecento). I capolavori di Francesco Hayez, gi professore di disegno presso la stessa
Accademia, sono raccolti nella parete laterale, tra cui il celebre Bacio, una delle opere pi note dell'artista, e il
Ritratto di Alessandro Manzoni. Le opere di Giuseppe Bossi e Andrea Appiani (Carro del Sole), primo pittore
dell'Italia napoleonica, testimoniano il gusto neoclassico a Milano. Dal 2010 il neoclassico rappresentato anche
dalla scultura di Luigi Antonio Acquisti, Atalanta.
Pinacoteca di Brera 112

Chiudono il percorso i pittori Macchiaioli come Giovanni Fattori (Il carro rosso) e Silvestro Lega (Il pergolato),
oltre alle opere di Giovanni Segantini e Gaetano Previati, tra divisionismo e simbolismo.

Il Novecento: le collezioni Jesi e Vitali


La sala X, progettata nel 1949 da Franco Albini, ospita le opere del Novecento della Donazione Jesi tra cui la Rissa
in galleria, l'Autoritratto e La citt che sale di Umberto Boccioni, numerose opere di Mario Sironi, Giorgio
Morandi, Carlo Carr, Filippo De Pisis, sculture di Arturo Martini, Giacomo Manz, Marino Marini e la grande
Testa di toro di Pablo Picasso.
Pi eterogenea la selezione del Lascito Vitali, acquisita dalla Pinacoteca nel 2000. Questa comprende una sezione
archeologica, con vasi e statuette databili tra il 4000 a.C. e il V secolo d.C., tra cui il ritratto femminile (arte
dell'egitto romano, 160 d.C. circa), e una moderna con opere di Alessandro Magnasco fino a Silvestro Lega,
Giovanni Fattori, Giorgio Morandi e Amedeo Modigliani (L'enfant gras).
Pi di recente la Pinacoteca ha acquistato un bronzetto bianco di Giacometti, la grande Ofelia di Arturo Martini e il
fondo di cento autoritratti d'artista dalla collezione di Cesare Zavattini.

Collezione di disegni e grafica


La Pinacoteca possiede inoltre una collezione di disegni, non esposti normalmente al pubblico e accessibili solo agli
studiosi. Tra questi due disegni di Leonardo da Vinci, la Testa di Cristo preparatoria per l'Ultima Cena, e un profilo
virile proveniente dal lascito Vitali e due importanti cartoni preparatori di Guido Reni e Ludovico Carracci[7].
Della collezione grafica fa anche parte l'importante serie dei Tarocchi Brera-Brambilla, parte del mazzo
Visconti-Sforza, commissionata nel 1463 da Francesco Sforza a Bonifacio Bembo.

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Pinacoteca_di_Brera& language=it& params=45. 472064_N_9. 188132_E_
[2] http:/ / www. brera. beniculturali. it/
[3] http:/ / www. brera. beniculturali. it/ Page/ t02/ view_html?idp=374
[4] E. Daffra, "A Brera anch'io. Il museo come terreno di dialogo interculturale", in Patrimonio e Intercultura, 2007, cc by sa, (http:/ / fondazione.
ismu. org/ patrimonioeintercultura/ index. php?page=esperienze-show. php& id=26)
[5] http:/ / milano. corriere. it/ milano/ notizie/ arte_e_cultura/ 09_agosto_17/ brera_record_visitatori_ferragosto_damico-1601673258589. shtml
[6] http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 2009/ settembre/ 19/ Brera_raddoppiano_visitatori_lite_sulla_co_7_0909192642. shtml
[7] http:/ / www. brera. beniculturali. it/ Page/ t02/ view_html?idp=375

Bibliografia
Pinacoteca di Brera, catalogo generale, 7 voll., 1988-1996, Electa, Milano
Brera. Guida alla Pinacoteca, Electa, Milano 2004. ISBN 978-88-370-2835-0
Brera. La Pinacoteca e i suoi capolavori, a cura di S. Bandera, Skira, Milano 2009.
Pinacoteca di Brera. I dipinti, Electa, Milano 2010.
A Brera anch'io. Il museo come terreno di dialogo interculturale, a cura di S. Bodo, E. Daffra, R. Giorgi, S.
Mascheroni, A. Montalbetti, M. Sozzi, Electa, Milano, 2007.
Pinacoteca di Brera 113

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Pinacoteca di Brera (Milan)

Collegamenti esterni
Sito web della Pinacoteca di Brera (http://www.brera.beniculturali.it)
Sito dell'associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi (http://www.amicidibrera.milano.it)
Brera magico contenitore (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/
ContentItem-5538c2bd-cb41-4ac8-950a-80d7afea10de.html#p=0) e Brera storia di una citt (http://www.rai.
tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2fab22bc-bc5f-4c2f-b7ea-112dd473b174.html#p=0), puntate
della trasmissione Passepartout in occasione dei 200 anni (agosto 2009) di Brera.

Gallerie dell'Accademia
[1]
Coordinate geografiche: 452553N 121941E45.431245N 12.32798E

Galleria dell'Accademia

Il portale d'ingresso delle gallerie


Tipo Pittura, Scultura

Indirizzo Campo della Carit,


Dorsoduro
1050 Venezia, Italia

Sito [2]
web ufficiale
Gallerie dell'Accademia 114

Le Gallerie dell'Accademia sono un museo di Venezia,


che raccoglie la migliore collezione di arte veneziana e
veneta, soprattutto legata ai dipinti del periodo che va
dal XIV al XVIII secolo. Tra i maggiori artisti
rappresentati figurano Giorgione, Giovanni Bellini,
Vittore Carpaccio, Tintoretto e Tiziano. Vi si conservano
anche altre forme d'arte come sculture e disegni, tra i
quali il celeberrimo Uomo vitruviano di Leonardo da
Vinci (esposto solo in particolari occasioni).

Le Gallerie si trovano nel sestiere di Dorsoduro, ai piedi


del Ponte dell'Accademia, in quello che era fino
all'inizio del XIX secolo il vasto complesso formato
dalla Chiesa di Santa Maria della Carit, dal convento
dei Canonici Lateranensi e dalla Scuola Grande di
Santa Maria della Carit (l'ingresso per il portale di
quest'ultima). Prendono il nome dall'Accademia di Belle
Arti, che le ha aperte nel 1817 e ne ha condiviso la sede
La tempesta di Giorgione (1507-1508)
fino al 2004.

Nel 2008 sono state visitate da 356.191 persone.[3]

Il complesso di Santa Maria della


Carit

Chiesa e convento
Costruiti nel XII secolo, chiesa e convento ospitarono a
partire dal secolo successivo una Scuola di Battuti per
riceverne un sostegno economico. Nel XV secolo le
rendite aumentarono grazie al sostegno del veneziano
Papa Eugenio IV, permettendo di rinnovare ed ampliare
ulteriormente gli edifici.

Il complesso fior anche nel secolo successivo, tanto da


affidare ad Andrea Palladio un progetto molto ambizioso
per il convento, mai completato. L'incendio del 1630
segna invece l'avviata decadenza, culminata nel 1744 nel
crollo del campanile.
Nel 1768 l'ordine dei Canonici Lateranensi fu soppresso
e la chiesa venne chiusa nel 1806.
L'uomo vitruviano, disegno di Leonardo da Vinci (1490)
Gallerie dell'Accademia 115

La Scuola Grande di Santa Maria della Carit


La Scuola di Carit fondata nel 1260 fu una
delle prime Scuole Grandi (cio dei Battuti).
Ospitata prima nella chiesa di San
Leonardo, quindi alla Giudecca, gi nel
1261[4] aveva ottenuto spazi in questo
convento. Come le altre scuole aveva
compiti di mutuo soccorso e di carit verso i
poveri, che coltivava anche mediante
investimenti oculati delle somme versate dai
La Presentazione di Maria al Tempio, dipinta da Tiziano per la Sala dell'Albergo
confratelli e dalla Repubblica.
della Scuola.
Grazie alle sue ricchezze la confraternita
pot aiutare a pi riprese i Canonici acquistandone delle propriet, come il terreno sul quale a partire dal 1344 costru
la propria sede definitiva. Lentrata rimase tuttavia in comune con il convento, ed era la porta tuttora presente a
sinistra dell'ingresso attuale e decorata da edicole gotiche con i santi protettori della scuola. Internamente si arricch
di un soffitto a cassettoni nella sala capitolare (XV secolo, conservato) e di numerosi dipinti. Fra i pi importanti due
opere esposte nella collocazione originale (ex Sala dell'Albergo della Scuola): la Presentazione di Maria al Tempio
di Tiziano (1538) ed il Trittico della Madonna della Carit di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna (1480).

Intorno al 1760 Bernardino Maccaruzzi e Giorgio Massari apportarono modifiche sia internamente che esternamente,
con la completa sostituzione della precedente facciata gotica e lapertura del portale sul campo (la facciata acquisir
laspetto attuale nel 1830).
Sebbene ancora prospera, anche la Scuola sub la soppressione nel 1806.

La storia delle Gallerie


Fin dalla fondazione (1750) lAccademia acquisiva opere darte con finalit didattiche e di restauro. Con la caduta
della Serenissima (1797) e le spoliazioni di chiese, scuole e palazzi che ne seguirono, questa istituzione ebbe un
ruolo fondamentale nel salvare molti capolavori dalla dispersione.
Nel 1807 lAccademia si trasfer dalla prima sede del Fonteghetto della Farina al complesso della Carit, avviando
profondi lavori di adattamento con il cattedratico Giannantonio Selva e lallievo Francesco Lazzari: la chiesa fu
suddivisa in ambienti, il convento perse parte dellimpianto palladiano per consentire la costruzione di nuove ali, la
facciata (Lazzari) e latrio della Scuola furono modificati.
Il primo nucleo della collezione comprendeva anche i saggi degli allievi ed una raccolta di gessi (da cui il nome al
plurale "Gallerie"), e fu esposto con successo nel 1817. La raccolta si arricch di dipinti riportati dalla Francia
sconfitta e soprattutto dei lasciti di grandi collezionisti. Ulteriori acquisizioni si ebbero al passaggio delle Gallerie
allo Stato Italiano (1879) e sono continuate anche in seguito.
Altri lavori al complesso si ebbero nel 1923 (parziale recupero dellaspetto della chiesa) e nel 1944-1949, questi
ultimi eseguiti da Carlo Scarpa.

Lavori in corso
attualmente in corso un importante intervento, realizzato con la consulenza architettonica dellarch. Tobia Scarpa:
grazie allo spostamento in altra sede dell'Accademia delle Belle Arti, che occupava il piano terra del complesso, si
reso possibile l'ampliamento degli spazi espositivi. I lavori, iniziati il 4 febbraio 2005, vengono eseguiti in modo da
non chiudere mai al pubblico la galleria; al termine dell'intervento la superficie complessiva sar di circa 12.000m,
in gran parte dedicata all'esposizione delle opere conservate nei magazzini. Il progetto e la direzione dei lavori sono
Gallerie dell'Accademia 116

affidati all'architetto Renata Codello, soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna. Il
restauro prevede interventi di tipo strutturale, conservativo ed impiantistico. Il nuovo allestimento permetter ai
visitatori, anche a ridotta capacit motoria, di apprezzare la grande ricchezza della collezione di opere delle gallerie,
garantendo al tempo stesso la salvaguardia delledificio e delle opere esposte.

Le opere maggiori
Jacopo Bassano
San Gerolamo, 1556, olio su tela, 119 154cm
Gentile Bellini
Processione in piazza San Marco, 1496
Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo, 1500
Giovanni Bellini
Trittico di San Sebastiano, 1464-1470
Trittico di San Lorenzo, 1464-1470
Trittico della Nativit, 1464-1470
Trittico della Madonna, 1464-1470
Madonna Contarini, 1475-1480 circa
Madonna dai cherubini rossi, 1485 circa
Pala di San Giobbe, 1487 circa
Madonna degli alberetti, 1487
Madonna col Bambino tra le sante Caterina e Maria San Girolamo con Girolamo Amadi di Piero della
Maddalena, 1490 circa Francesca, 1440-1450
Quattro allegorie, 1490-1500 circa
Sacra conversazione Giovanelli, 1504
Piet Martinengo, 1505
Vergine in gloria e santi, 1510-1515 circa
Bernardo Bellotto
Il rio dei Mendicanti e la scuola di san Marco, 1740, olio su tela, 42 69cm
Paris Bordone
La consegna dell'anello al Doge, 1534, olio su tela, 370 300cm
Canaletto
Prospettiva con portico, 1765, olio su tela, 131 93cm
Vittore Carpaccio
Storie di sant'Orsola (1490-1495)
Rosalba Carriera
Ritratto di bambina con ciambella, 1730, pastello su carta, 34 27cm
Gallerie dell'Accademia 117

Cima da Conegliano
Incredulit di san Tommaso col vescovo
Magno, 1492
Madonna dell'Arancio, 1496-1498
Madonna col Bambino in trono e santi,
1496-1499
Arcangelo Raffaele con Tobiolo tra i
santi Nicol e Giacomo Maggiore
Cristo in piet sostenuto dalla Madonna,
Nicodemo e san Giovanni Evangelista
con le Marie,
Domenico Fetti
David, 1620 circa, olio su tela, 175 128
cm
Luca Giordano
Crocifissione di san Pietro
Giorgione
Vecchia, 1506 circa
Tempesta, 1507-1508 circa
Francesco Guardi
Incendio al deposito degli oli a San
San Giorgio di Andrea Mantegna (1460)
Marcuola, 1790, olio su tela, 41 60 cm
Bacino di San Marco con San Giorgio e
la Giudecca, 1780, olio su tela, 72 97
cm
Jacobello del Fiore
Incoronazione di Maria in Paradiso,
1438
Leonardo da Vinci
Uomo vitruviano, 1490 circa
Johann Liss
Incontro dei fidanzati e partenza per il pellegrinaggio, dalle Storie di sant'Orsola
Sacrificio di Isacco di Vittore Carpaccio (1490-1495)
Pietro Longhi
Il concertino, 1741, olio su tela, 60 48 cm
Il farmacista, 1752, olio su tela, 60 48 cm
La toeletta, 1741 circa, olio su tela, 60 49 cm
Il sarto, 1741, olio su tela
Lorenzo Lotto
Giovane malato, 1530 circa
Gallerie dell'Accademia 118

Lorenzo Veneziano
Polittico Lion, 1357
Giovanni Mansueti
Guarigione miracolosa della figlia di
Benvegnudo, 1502, tempera su tela, 359
296 cm
Andrea Mantegna
San Giorgio, 1460 circa
Michele Marieschi Processione in piazza San Marco di Gentile Bellini (1496)

Capriccio con edificio gotico e obelisco,


1741, olio su tela, 55 83 cm
Hans Memling
Ritratto di giovane uomo, 1373 circa,
olio su tavola, 26 20 cm
Moretto
Madonna del Carmelo, 1522 circa,
tempera su tela, 272 298 cm
Niccol di Pietro
Madonna in trono col Bambino e devoti,
1394, tempera su tavola, 107 65 cm Madonna col Bambino tra le sante Caterina e Maria Maddalena di Giovanni
Jacopo Palma il Vecchio Bellini (1500 ca)

Sacra conversazione, 1523-1525, olio su


tela, 127 195 cm
Giovanni Battista Piazzetta
L'indovina, 1740, olio su tela, 154 114
cm
Piero della Francesca
San Girolamo e il donatore Girolamo
Amadi, 1440-1450 circa, tempera su
tavola, cm 49 42
Marco Ricci
Paesaggio con cavalli che si abbeverano,
1720, olio su tela, 136 198 cm
Il giovane malato di Lorenzo Lotto (1527)
Giambattista Tiepolo
Ratto di Europa, 1725 circa, olio su tela, 99 134 cm
Apparizione della Sacra Famiglia a San Gaetano, 1735-36, olio su tela, 128 73 cm
Sant'Elena rinviene la vera Croce, 1745
Tintoretto
Gallerie dell'Accademia 119

Miracolo di san Marco, 1548


Trafugamento del corpo di San Marco,
1562, olio su tela, 398 315 cm
Tentazione di Adamo, 1551 - 1552, olio
su tela, 150 220 cm
Uccisione di Abele, 1551-1552, olio su
tela, 149 196 cm
Tiziano
Piet, 1575-1576, olio su tela, 389 351
cm
San Giovanni Battista nel deserto, 1542
circa, olio su tela, 201 134 cm
Gaspare Traversi
Il ferito, 1752, olio su tela, 101 127 cm Miracolo di san Marco di Tintoretto (1548)
Cosm Tura
Madonna dello Zodiaco, 1459-1463
Paolo Veneziano
Incoronazione della Vergine, Storie di
Ges e Storie di san Francesco
(polittico)
Paolo Veronese
Cena nella Casa di Levi, 1573
Madonna col Bambino in trono, san
Giovannino e santi, 1562-1564, olio su Cena nella casa di Levi di Paolo Veronese (1573)
tela, 341 193 cm
Matrimonio mistico di santa Caterina
d'Alessandria, 1575 circa, olio su tela,
337 241 cm
Alvise Vivarini
Sacra conversazione, 1480
Antonio Vivarini
Trittico della Madonna della Carit di
Antonio Vivarini e Giovanni
d'Alemagna, 1480, tempera su tavola,
175 196cm
Bartolomeo Vivarini
Polittico di Ca' Morosini, 1464

Piet di Tiziano, 1575-1576


Gallerie dell'Accademia 120

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack.
php?pagename=Gallerie_dell%27Accademia& language=it&
params=45. 431245_N_12. 32798_E_scale:2000
[2] http:/ / www. gallerieaccademia. org/
[3] Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009 (http:/ / static.
touring. it/ store/ document/ 21_file. pdf)
[4] Terisio Pignatti (a cura di). Le scuole di Venezia. Milano, Electa,
1981

Bibliografia
Marcello Brusegan. La grande guida dei monumenti
Ratto di Europa di Giambattista Tiepolo (1725 ca)
di Venezia. Roma, Newton & Compton, 2005. ISBN
88-541-0475-2.
Guida d'Italia Venezia. 3a ed. Milano, Touring Editore, 2007. ISBN 978-88-365-4347-2.
Terisio Pignatti (a cura di). Le scuole di Venezia. Milano, Electa, 1981.
Giuseppe Tassini. Curiosit Veneziane. Venezia, Filippi Ed., 2001.

Voci correlate
Chiesa di Santa Maria della Carit
Galleria degli Uffizi, Firenze
Musei Vaticani, Roma

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Gallerie
dell'Accademia (Venice)

Collegamenti esterni
Sito ufficiale (http://www.gallerieaccademia.org/)
Galleria Accademia (http://www.artive.arti.beniculturali.it/Accademia/Frame accademia.htm)
Accademia di Belle Arti (http://www.accademiavenezia.it/)
Museo di Capodimonte 121

Museo di Capodimonte
[1]
Coordinate geografiche: 405201N 141502E40.86700N 14.250555E

Museo Nazionale di Capodimonte

Reggia di Capodimonte
Tipo Pinacoteca, Arte

Datafondazione 1758

Indirizzo via Miano 2, 80131, Napoli

Sito [2]
pagina sui musei di Napoli

Il Museo Nazionale di Capodimonte si trova a Napoli all'interno dell'omonimo bosco, nella Reggia di
Capodimonte, edificio disegnato dall'architetto romano Antonio Canevari per il re Carlo di Borbone.
All'interno sono ospitate le Gallerie Nazionali di Capodimonte, la pi importante e ricca pinacoteca dell'Italia
meridionale, nonch una delle pi importanti d'Italia. Le gallerie custodiscono la straordinaria Collezione Farnese
con opere dei pi grandi maestri italiani dal Rinascimento al Barocco, la Collezione Borgia e poi agli ultimi piani la
galleria della storia della scuola napoletana.
Il museo di Capodimonte non ospita solo dipinti, ma anche importanti porcellane ed intere sale espositive
appartenenti ai reali di Napoli. Tra le oreficerie spicca il Cofanetto Farnese di Manno Sbarri (1561). Da evidenziare
il terzo piano del complesso, che ospita la sezione di arte contemporanea. Si tratta dell'unico museo in Italia di arte
antica a possedere una sezione dedicata all'arte contemporanea[3].
La Reggia circondata da giardini ben curati e ricchi di piante. Nel complesso museale sono presenti anche una casa
di caccia e un museo delle ceramiche.
L'edificio, inoltre, vede una facciata principale che manca dei simboli che caratterizzano le sedi del potere, come un
portale centrale e un balcone d'onore. Semplici e funzionali sono lo scalone e i balconi del primo piano. Da ci si pu
capire come l'edificio fosse destinato unicamente ad esser un solenne raccoglitore della collezione Farnese, che Carlo
di Borbone aveva ereditato dalla madre Elisabetta.
Museo di Capodimonte 122

Storia
Nel 1738 Carlo di Borbone, re di Napoli, affid ad Angelo
Carasale, a Giovanni Antonio Medrano ed Antonio Canevari i
lavori per la costruzione della Reggia di Capodimonte. In principio
il re ebbe l'idea di costruire un casino di caccia sulla collina di
Capodimonte.

Crocifissione del Masaccio

Solo in un secondo momento, il re decise di costruire un palazzo


che potesse ospitare le pregiate collezioni Farnese ereditate dalla
madre Elisabetta. I lavori, iniziati il 9 settembre del 1738,
proseguirono a rilento per circa un secolo a causa dell'enorme
difficolt derivata dal trasporto del piperno scavato nelle cave di
Pianura.

Nel 1758 una parte della Reggia fu aperta e la collezione fu


sistemata. Nel 1760, Ferdinando IV affid all'architetto
Ferdinando Fuga l'ampliamento della Reggia e la cura del parco.
Nel 1780 fu ospite di Capodimonte lo scultore Antonio Canova.
Giorgio Sommer, La Reggia di Capodimonte in una
Nel 1787 su consiglio di Jakob Philipp Hackert fu istituito nel foto del 1880
Museo un laboratorio di restauro dei dipinti, affidato a Federico
Anders. Durante la rivoluzione del 1799, dopo che il re Ferdinando IV scapp a Palermo portando con s nella fuga i
pezzi pi pregiati delle collezioni, il Palazzo fu occupato dalle truppe del generale Championnet e le raccolte d'arte
furono saccheggiate.
Durante il Decennio francese (1806-1815) la Reggia fu privata della sua funzione museale per acquisire un'esclusiva
destinazione residenziale: divenne, infatti, residenza di Giuseppe Bonaparte e poi di Gioacchino Murat.
Gli ambienti del Palazzo vennero arredati e allestiti per ospitare i nuovi sovrani e tutti gli oggetti d'arte furono
trasferiti nel Palazzo degli Studi, sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Dopo che nel 1815 Ferdinando IV torn dall'esilio siciliano, la reggia riprese la sua funzione residenziale e si
intrapresero nuovi lavori nel palazzo e nel parco. Una schiera di pittori, scultori e artigiani furono chiamati a
decorare le sale della Reggia, in particolare il Salone delle Feste.
Museo di Capodimonte 123

Nel 1825 con l'ascesa al trono di Francesco I vengono affidati i


lavori ad Antonio Niccolini, architetto di Casa Reale. Tra il 1826 e
il 1836 si realizza l'intervento urbanistico dello scalone
monumentale che dal Tondo sale a Capodimonte e nel 1828,
prospiciente la facciata occidentale della Reggia, viene edificata la
Palazzina dei Principi destinata ad abitazione dei membri della
famiglia reale, circondata da un giardino botanico modellato
all'inglese.In quegli stessi anni Niccolini progetta l'assetto e
l'apparato decorativo del Salone da ballo e del Salottino
La Fontana del Belvedere nei pressi della Reggia
pompeiano.

Dopo la morte di Francesco I nel 1830, il nuovo sovrano Ferdinando II nel 1832, conferisce al Niccolini e a
Tommaso Giordano l'incarico di portare a termine alcuni importanti interventi architettonici, vale a dire il
compimento dell'edificio nel lato settentrionale, il rivestimento delle facciate e dei cortili, gli apparati decorativi del
palazzo, il completamento della scala esagonale con gradini di marmo, ringhiere di ferro e riquadrature di stucco alle
pareti.
Su progetto di Niccolini vengono eseguiti dagli scultori Giuseppe Cal, Francesco Saverio Citarelli, Angelo Solari e
Gennaro Aveta camini marmorei ispirati a diversi stili, finemente intagliati e arricchiti di statue, mentre sono
realizzati candelabri bronzei su disegno di Tito Angelini.
Edificato il terzo cortile, si progetta lo scalone monumentale per consentire l'accesso al piano nobile. Per il nuovo
scalone realizzato su progetto di Tommaso Giordano, vengono utilizzati marmi di Carrara per gli ampi gradini e
marmi di Mondragone per le colonne fortemente rastremate che s'ispirano ai templi di Paestum.
Completata finalmente la Reggia, a partire dal 1840, nei suoi ambienti, su proposta del ministro Nicola Santangelo,
viene ospitata una pinacoteca d'arte contemporanea caratterizzata dalla presenza di ritratti della famiglia reale, dipinti
di artisti italiani di formazione neoclassica e opere di pittori accademici napoletani.
Con l'Unit d'Italia, avvenuta nel 1861, la Reggia pass ai Savoia, che la utilizzarono come residenza. Nel 1864 i
Savoia attuarono, grazie ad Annibale Sacco, Domenico Morelli e Federico Maldarelli, l'arricchimento delle raccolte
d'arte. Sacco opera scelte collezionistiche ad ampio respiro e arricchisce le raccolte di Capodimonte. Dalla Reggia di
Napoli, inoltre, giunge l'Armeria sistemata in sette stanze sul lato opposto del Salone da ballo, costituita da numerose
e pregevoli armature e armi bianche o da fuoco di provenienza farnesiana.
Museo di Capodimonte 124

Nel 1866 venne trasferito il celebre boudoir di Maria Amalia di


Sassonia, proveniente dalla Reggia di Portici, e nel 1877 un
pavimento marmoreo d'et romana proveniente dalla Favorita di
Resina e ritrovato nel 1788 in un'antica villa romana di Capri.
Il Salottino di porcellana, iniziato nel 1757 e terminato
completamente due anni dopo, fu realizzato con oltre 3000 pezzi
di porcellana e fu sicuramente il lavoro pi importante che abbiano
mai realizzato le fabbriche europee di porcellana, e massima
espressione dell'arte della porcellana di Capodimonte.
Contemporaneamente si avvia anche la creazione di una galleria
d'arte moderna con l'acquisto di dipinti di pittori contemporanei in
prevalenza napoletani.
Con la morte di Sacco il tentativo di fondere le due anime di
Capodimonte, quella residenziale e quella museale, di fatto fallisce
ed il palazzo viene destinato esclusivamente ad abitazione dei
Duchi d'Aosta.
Il salottino di porcellana
Nel 1920 la Reggia pass al demanio, ma solo nel 1950, con
l'approvazione del Ministero della Pubblica Istruzione, si decise di
ripristinare la sua piena ed esclusiva funzione di museo attuando il progetto di Bruno Molajoli che prevedeva il
ritorno delle collezioni d'arte medioevale e moderna dal Museo Nazionale.

Percorso espositivo
Il percorso museale composto da oltre 150 sale suddivise in tre
livelli, mostrando non solo dipinti, che vanno dal XIII al XX
secolo, ma anche bronzi, sculture, arazzi, disegni e stampe,
oreficerie, intere sale espositivie, mobilia, armi ed armature. Nella
pinacoteca, la successione delle opere non monotematica e
queste sono raccolte per epoca. Il percorso inizia con celebri
disegni e stampe siti al piano terra ed ammezzato del palazzo e
culmina con "l'arte contemporanea" e la "galleria dell'800" ospitate
al terzo piano, mostrando prima la "Galleria Farnese", la
"Collezione Borgia", la "Galleria delle cose rare" e gli
"appartamenti Reali" al primo piano e poi "l'arte a Napoli dal '200
al '900", la "Galleria degli arazzi D'Avalos" e la "Collezione
d'Avalos" al secondo.

Piano terra/piano ammezzato


Vanta circa duemilacinquecento fogli e venticinquemila stampe.
L'ingresso al museo
Qui l'esposizione va dai Carracci a Lanfranco e Reni, conservando
anche opere del Tintoretto e Palma il Giovane, fino ad arrivare ai
disegni di Giacinto Gigante. Nel livello ammezzato, sono presenti anche disegni monumentali di Michelangelo e
Raffaello.
Di norma, questo livello, viene utilizzato soprattutto per le esposizioni temporanee.
Alcune opere al piano terra.
Museo di Capodimonte 125

Agostino Carracci, Democrito[4], 1598


Giovanni Lanfranco, Cristo servito dagli angeli[5], 1616

Primo piano
Sono presenti centinaia di dipinti celeberrimi provenienti dalla
collezione Farnese ereditata dal re Carlo di Borbone, figlio di
Elisabetta Farnese, ultima discendente della celebre e prestigiosa
famiglia del Rinascimento italiano. La "Galleria Farnese" ospita
importanti opere delle quali si possono ricordare alcune di esse,
come: di Tiziano, Danae ed alcuni ritratti della famiglia Farnese
come Paolo III Farnese con i nipoti, la monumentale
Crocifissione di Masaccio, il trittico di Nicol di Tommaso, tavole
del Botticelli, la Trasfigurazione del Bellini, il celebre ritratto di
Fr Luca Pacioli di attribuzione incerta, il ragazzo che soffia su
un tizzone acceso di El Greco, il Misantropo e la sublime
Parabola dei ciechi del Brueghel il Vecchio. Vi sono poi opere di
grandi autori emiliani, come tre tavole del Correggio, l'Antea del Eterno tra cherubini e testa di Madonna (Raffaello,
Parmigianino, la Maddalena assunta in cielo di Giovanni 1500-1501)

Lanfranco e Guido Reni con l'Atalanta e Ippomene.

Nel primo piano, vi sono presenti anche l'armeria borbonica e la galleria delle porcellane, conosciuta quest'ultima
come la Galleria delle cose rare. In quest'ultima area della reggia, sono esposti importanti pezzi personali della
famiglia dei Borboni. Esemplare risulta essere il Cofanetto di Alessandro Farnese, contenitore di libri rari e codici
con inciso, nel medioevale cristallo di rocca, stupende scene mitologiche.
Oltre al cospiscuo numero di dipinti e di oggetti di diversa natura, ci sono altre sale espositive che offronto la visione
di saloni sontuosi dellappartamento storico e che mostrano le sculture in alabastro, bronzi, statue in marmo,
strumenti musicali, arazzi, intarsi di pietre dure ed inoltre, possibile ammirare anche gli appartamenti storici in
quanto, anchessi, ricchi di capolavori tanto da consentire di rivivere le atmosfere della corte napoletana dal
Settecento allUnit. Un esempio lappartamento reale, dal quale possibile ammirare lalcova di Francesco I e
Isabella di Spagna ed il salottino di porcellana. Oppure come la sala 77 con il pavimento in marmo dalle armoniche
geometrie, o come la saletta con delicati affreschi di epoca pompeiana. Ancora, vi la sala napoleonica con un
enorme ritratto di Napoleone posto di fronte alla statua in marmo della madre.
Successivamente, vi la sala dei Borboni, la quale, ospita dipinti
ritraenti avvenimenti della famiglia.
Al primo piano, infine, in una esposizione a parte vi la "Galleria
Borgia", acquisita da Ferdinando di Borbone nel 1817 dal cardinale
Stefano Borgia. Il cardinale, appassionato di arte, aveva costituito nel
suo palazzo di Roma un intero polo museale ospitante dipinti molto
eterogenei tra loro, acquisiti durante le sue missioni cattoliche. Si
Parabola dei ciechi, Pieter Bruegel il Vecchio
ricordano di questa galleria le sculture in bronzo del Giambologna e
Francesco di Giorgio Martini.

Rinascimento in Italia
Taddeo di Bartolo, San Sebastiano, 1400 - 1410
Masolino da Panicale, Fondazione di Santa Maria Maggiore (Pala Colonna), 1423 o 1428
Masolino da Panicale, Assunzione della Vergine (Pala Colonna), 1423 o 1428
Masaccio, Crocifissione, 1426
Museo di Capodimonte 126

Sandro Botticelli, Madonna col Bambino e due angeli, 14681469


Filippino Lippi, Annunciazione e santi, 1485 circa
Andrea Vanni, San Giacomo il Maggiore, 1355-1360
Giovanni Bellini, Trasfigurazione di Cristo, 1490-1495
Sebastiano del Piombo, Ritratto di papa Clemente VII, 1526
Sebastiano del Piombo, Sacra famiglia, 1530
Giorgio Vasari, Resurrezione, 1545
Lorenzo Lotto, Ritratto del vescovo Bernardo de' Rossi, 1505
Lorenzo Lotto, Madonna e Bambino con San Pietro Martire, 1503
Tiziano, Danae, 1545
Tiziano, Ritratto di papa Paolo III, 1543
Tiziano, Ritratto di papa Paolo III con i nipoti, 1546
Tiziano, Annunciazione, 1557 ca.
Tiziano, Mddalena, 1550-1560 ca.
Andrea Mantegna, Sant'Eufemia, 1454
Andrea Mantegna, Ritratto di Francesco Gonzaga, 1461
Matteo di Giovanni, Strage degli Innocenti[6], 1488
Pietro Perugino, Madonna con Bambino[7], 1490
Raffaello, Eterno tra cherubini e testa di Madonna, 1500-1501
Raffaello, Ritratto del cardinale Alessandro Farnese, 1509-1511
Correggio, La Zingarella, 1516-1517 circa
Correggio, Nozze mistiche di santa Caterina d'Alessandria, 1517-1518
Correggio, Sant'Antonio Abate, 1517-1518 circa
Correggio, Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria, 1520 circa
Correggio, San Giuseppe e un devoto, 1529
Dosso Dossi, Sacra Conversazione, 1510
Elisabetta Sirani, Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno[8], 1659
Bartolomeo Schedoni, Carit[9], 1611
Parmigianino, Antea, 1524-1527
Parmigianino, Ritratto di Gian Galeazzo Sanvitale, 1524
Parmigianino, Lucrezia romana, 1540
Lelio Orsi, San Giorgio sconfigge il drago[10], 1550
Pellegrino Tibaldi, Sacra Famiglia con sant'Elisabetta e san Giovannino[11], 1554-1555
Annibale Carracci, Scelta di Ercole, 1596
Guido Reni, Atalanta e Ippomene, 1625
Giovanni Lanfranco, Assunzione della Maddalena[12], 1616
Giovanni Lanfranco, Ges servito dagli angeli[13], 1616
El Greco, Ritratto di Giorgio Giulio Clovio, 1571-1572
El Greco, Ragazzo che soffia su un tizzone acceso, 1571-1572
Moretto da Brescia, Ges alla colonna, 1540-1550
Anonimo Ritratto di Luca Pacioli, 1500 circa
Rinascimento nel Nord Europa
Pieter Bruegel il Vecchio, Misantropo, 1568
Pieter Bruegel il Vecchio, Parabola dei ciechi, 1568
Joos van Cleve, Adorazione dei Magi, 1515 ca.
Lucas Cranach, Cristo e l'adultera, 1510-1520 ca.
Joachim Beuckelaer, Mercato del pesce, 1570.
Museo di Capodimonte 127

Jacob Cornelisz van Oostsanen, Andries Boelens[14], 1512


Ritratti della famiglia reale
Giuseppe Cammarano, Famiglia di Francesco I[15], 1820
Giuseppe Cammarano, Ritratto di Luisa Maria Amelia Teresa di Borbone[16], 1790
Tiziano, Ritratto di Pier Luigi Farnese, 1546 circa
Tiziano, Ritratto del cardinale Alessandro Farnese, 1545-46
Francesco Liani, Ritratto di Maria Amalia di Sassonia[17],
Elisabeth Vige-Lebrun, Ritratto di Maria Cristina[18], 1790
Elisabeth Vige-Lebrun, Ritratto di Maria Isabella di Spagna[19], 1815
Francisco Goya, Ritratto di Carlo IV di Spagna vestito da cacciatore, 1799

Secondo piano
Sono presenti in questo livello della reggia, ambienti ospitanti
l'arte "caravaggesca" e capolavori assoluti che vanno dal XIII al
XVIII secolo. presente la "Galleria napoletana", che ospita tutte
le opere prestigiose eseguite a Napoli, appartenenti a chiese
dell'area partenopea o donate alla citt. Si evidenzia guardando la
sala, quanta importanza aveva la citt partenopea in quegli anni,
considerata grande capitale europea e importante crocevia di
scambi culturali. I dipinti costituenti la "Galleria napoletana",
vanno dal XIII al XIX secolo ed esposto assieme ad essi,
all'inizio del percorso, anche la Collezione di Andrea D'Avalos,
collezione donata all'Italia nel 1862. Si annoverano su tutti la
Flagellazione di Cristo del Caravaggio, il Battesimo di Cristo di
Battistello Caracciolo, la Cantatrice e Santa Cecilia in estasi di
Bernardo Cavallino, ancora, diverse tele di Josepde Ribera tra le
quali si ricordano San Girolamo e langelo del giudizio e Sileno
ebbro, diversi dipinti di Luca Giordano come Giuseppe e la moglie
del faraone oppure Apollo e Marsia. Si ricordano ancora le tele di
Pala di San Ludovico da Tolosa, (Simone Martini,
Simone Martini, tra le pi importanti tele del '300, con San 1317)
Ludovico da Tolosa, poi due opere di Colantonio ed infine, vi
San Sebastiano di Mattia Preti, Francesco Solimena col Ritratto del principe Spinelli e Gaspare Traversi con
l'Intrattenimento musicale.

Gi alla fine del secondo livello, possibile ammirare l'area dell'arte contemporanea, con Senza titolo di Kounellis e
Grande Cretto Nero di Alberto Burri.
Artemisia Gentileschi, Giuditta che decapita Oloferne, 1612-1613
Artemisia Gentileschi, San Gennaro nell'anfiteatro di Pozzuoli, 1636-37
Caravaggio, Flagellazione di Cristo, 1607-1608
Luca Giordano, Venere, Cupido e Marte, 1663
Battistello Caracciolo, Cristo alla colonna, 1625 ca.
Vincenzo Camuccini, Morte di Giulio Cesare, 1798
Taddeo di Bartolo, San Sebastiano[20], 1400 - 1410
Simone Martini, San Ludovico di Tolosa abdica per il fratello Carlo d'Angi incoronato re di Napoli, 1317
Simone Martini, Miracolo di san Ludovico, 1317
Simone Martini, Cristo benedicente, 1317
Museo di Capodimonte 128

Giuseppe Recco, Natura morta con frutta e fiori[21], 1670


Cesare da Sesto, Adorazione dei Magi, 1514-1519 circa
Colantonio, San Girolamo nello studio, 1444 circa
Colantonio, Consegna della regola francescana, 1445 circa
Mattia Preti, San Sebastiano[22], 1660
Mattia Preti, Peste[23], 1656
Antonio Zucchi, Testa composta[24], 1610
Claude Lorrain, Egeria, 1669
Claude Lorrain, Paesaggio con la ninfa Egeria e il re Numa[25], 1669
Antoon Van Dyck, Crocifisso.
Matthias Stomer, Sacra famiglia.
Michele Marieschi, Campo Santi Giovanni e Paolo[26], 1731-1732
Jusepe de Ribera, Apollo e Marsia[27], 1637
Jusepe de Ribera, Sileno ebbro[28], 1626
Jusepe de Ribera, San Girolamo e l'Angelo del Giudizio[29], 1626
Jusepe de Ribera, Bruno di Colonia, 1643
Jusepe de Ribera, San Girolamo[30], 1651
Jusepe de Ribera, San Sebastiano[31], 1651
Jean-Baptiste Wicar, Ritratto della regina Julie Bonaparte e le sue figlie[32], 1809
Polidoro da Caravaggio, Andata al Calvario[33], 1534 circa
Polidoro da Caravaggio, Trasporto di Cristo al sepolcro[34], 1527

Terzo piano
Nel terzo livello, vi sono presenti le raccolte dellOttocento
(acquisita nel XIX secolo), la galleria fotografica e la sezione
dellarte contemporanea.
La "Galleria dell'Ottocento", vede esposte alcune testimonianze
significative della produzione artistica maturata nell'Italia
meridionale tra l'ultimo periodo borbonico e i primi decenni
successivi all'Unit. In questa sezione sono presenti tele dei pi
importanti maestri napoletani, i quali offrono testimonianza dello
svolgersi della scuola pittorica partenopea.
La sezione fotografica, infine, con opere di Mimmo Jodice, Luisa Sanfelice in carcere (Gioacchino Toma, 1874)

introduce allarte contemporanea, la cui sezione, testimonia


l'attenzione della reggia e della citt verso l'arte contemporanea, punto cardine intorno agli anni ottanta e novanta del
novecento.
Da non perdere sono Domenico Morelli con Gli iconoclasti e I Vespri siciliani, Filippo Palizzi con Studio per la gita
a Cava, Gioacchino Toma con Luigia Sanfelice in carcere ed il geniale Vincenzo Gemito con la scultura bronzea Il
giocatore di carte. Inoltre vi sono le opere di Merz, Kounellis, Kosuth e poi quelle di Enzo Cucchi e Domenico
Paladino, di Carlo Alfano, Ettore Spalletti, Hermann Nitsch, Michelangelo Pistoletto, unitamente a quelle di artisti
napoletani contemporanei. Imperdibile, oltre al Grande Cretto Nero di Alberto Burri esposto al secondo piano, una
delle icone del XX secolo: il Vesuvius di Andy Warhol.

Galleria ottocento
Francesco Hayez, Ulisse alla corte di Alcinoo[35], 1813-1815
Michele de Napoli, Morte di Alcibiade[36], 1839
Museo di Capodimonte 129

Giuseppe Bonito, Mascherata, 1750


Giuseppe De Nittis, La traversata degli appennini, 1867
Gioacchino Toma, Luisa Sanfelice in carcere, 1874
Gioacchino Toma, Il tatuaggio dei camorristi, 1888-1890 ca.
Domenico Morelli, Gli iconoclasti[37], XIX secolo
Domenico Morelli, I vespri siciliani[38], XIX secolo
Filippo Palizzi, Studio per la gita a Cava, 1881
Vincenzo Gemito, Il giocatore di carte, 1868
Vincenzo Gemito, La zingara, 1885
Vincenzo Gemito, Autoritratto, 1914
Galleria contemporanea
Andy Warhol, Vesuvius, 1985
Alberto Burri, Il Grande cretto nero, 1978

Esterno della reggia

I giardini ed il Bosco
Ferdinando Sanfelice, nel 1742, fu incaricato di sistemare i
giardini della reggia. Il bosco si estende per circa 124ettari ed oltre
a diverse piante secolari (querce, castagni, olmi, tigli etc), sono
presenti altre strutture storiche di particolare rilievo. Come la
fabbrica di porcellane, il Casino della Regina e l'Eremo dei
Cappuccini.

Porcellana di Capodimonte
Facciata posteriore della reggia
Real Fabbrica di Capodimonte, specializzata nella produzione di
ceramiche di pregiatissima fattura, fu creata dal re Carlo di
Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia intorno al XVIII secolo. Le porcellane prodotte da questa celebre
fabbrica, sono conservate (oltre al Museo di Capodimonte) in pregevole quantit anche al Museo nazionale della
ceramica Duca di Martina, al Museo civico Gaetano Filangieri e al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes.

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Museo_di_Capodimonte& language=it& params=40. 86700_N_14. 250555_E_
[2] http:/ / www. polomusealenapoli. beniculturali. it/
[3] "Le collezioni" dal sito web ufficiale (http:/ / www. museo-capodimonte. it/ le_collezioni)
[4] Immagine
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Bibliografia
Nicola Spinosa, Capodimonte, Electa, Milano 1999.
Le Guide di Dove - Campania, Corriere della sera, 2007.
Il Museo di Capodimonte, valori di Napoli, Pubblicomit, 2002.

Voci correlate
Musei di Napoli
Palazzi di Napoli
Residenze reali borboniche in Campania
Barocco napoletano

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:National
Museum of Capodimonte (Naples)

Collegamenti esterni
Sito ufficiale del museo (http://www.polomusealenapoli.beniculturali.it/)
Sito museo (http://capodimonte.spmn.remuna.org/)
Sito museo (http://www.cib.na.cnr.it/remuna/capod/indice.html)
131

Francia

Museo del Louvre


[1]
Coordinate geografiche: 485141N 22006E48.861389N 2.335E

Muse du Louvre

Tipo Arte

Indirizzo 99, rue de Rivoli, 75001 Parigi, Francia

Sito [2]
www.louvre.fr

Il Museo del Louvre a Parigi, in Francia, uno dei pi celebri musei del mondo, e il primo per numero di visitatori:
8,5 milioni l'anno.[3]
Si trova sulla rive droite, nel I arrondissement, tra la Senna e Rue de Rivoli.[4]
Il palazzo che ospita il museo fu originariamente costruito durante la dinastia dei Capetingi, sotto il regno di Filippo
II.[5]
Attualmente la collezione del museo comprende alcune delle pi famose opere d'arte del mondo, come la Gioconda,
la Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, Il giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David, La Libert che
guida il popolo di Eugne Delacroix, la Venere di Milo e la Nike di Samotracia. La statua equestre di Luigi XIV
rappresenta il punto di origine del cosiddetto Axe historique, anche se il palazzo non allineato con l'asse stesso.

Storia

Le origini
Il Palazzo del Louvre attuale il frutto di una serie di
costruzioni successive realizzate nel corso degli ultimi 800
anni.[6]
La vera origine del termine louvre dibattuta. Altre localit
francesi portano il medesimo nome. La pi conosciuta fa
derivare louvre dal latino lupara, cio "luogo abitato dai
lupi".[7] Un'altra ipotesi quella di Sauval che propone che il
nome derivi dall'antico termine Anglo-Sassone leouar che
significava castello o fortezza.[4] Edwards, invece, sostiene
che il nome derivi dal termine rouvre, che significa quercia, e
che si riferisca al fatto che originariamente il palazzo era stato Il modellino dell'antica Fortezza Reale.
Museo del Louvre 132

costruito in un bosco.[8] La Potter ipotizza che il Re Filippo II abbia parlato della costruzione chiamandola L'uvre
(in francese il capolavoro), perch era il palazzo pi grande della Parigi nelXII secolo.
In ogni caso, una struttura che serviva da fortezza fu edificata tra il 1190 e il 1202 sotto il regno di Filippo II, allo
scopo di difendere Parigi dalle incursioni normanne.[8][9] Non certo se si trattasse proprio del primo edificio
innalzato in quel punto, anche se alcune fonti del tempo si riferiscono al primo Louvre come alla "Nuova Torre", che
indicherebbe che in precedenza esistesse una "Vecchia Torre".[5][8]. L'unica parte tuttora rimasta di quell'edificio
sono le fondamenta dell'angolo sud-orientale del palazzo.[4] In seguito la struttura venne ampliata, principalmente ad
opera di Carlo V che nel 1358 fece costruire un muro difensivo attorno alla fortezza e trasform il Louvre in una
residenza reale, anche sovrani di epoca successiva la utilizzarono come prigione.[9]
Luigi IX (San Luigi) e Francesco I fecero aggiungere
rispettivamente una prigione sotterranea e un edificio
collaterale.[5] Francesco fece inoltre ricostruire il Louvre
secondo il progetto dell'architetto Pierre Lescot. Dopo la
morte di Francesco, sopraggiunta nel 1547, il suo successore
Enrico II mantenne il progetto dell'architetto e fece
completare le ali occidentale e meridionale decorandole con i
bassorilievi di Jean Goujon.[10]

L'opera di rinnovamento di Lescot modific la struttura del


Louvre da quella tipica di una fortezza a quella attuale.[11]
Nel 1594 Re Enrico IV fece unire il Palazzo del Louvre con il
Palazzo delle Tuileries, che era stato fatto costruire da
Caterina de' Medici. Questo grande progetto richiese la
costruzione della Grande Galerie che un quindi il Pavillon de
Flore all'estremit meridionale del complesso con il Pavillon
de Marsan che si trova invece a quella settentrionale. Secondo
gli storici dell'epoca l'edificio era uno dei pi lunghi del
mondo.[10]

Nel 1624 Jacques Lemercier progett il Cour Carre, che fu


chiuso da altre tre ali da Louis Le Vau (originariamente a due L'Ala Richelieu del Louvre di notte.
piani, ma in seguito rialzate): la corte, realizzata sotto i regni
di Luigi XIII e Luigi XIV, quadruplic le dimensioni dell'antico cortile interno. I lavori si interruppero quando Luigi
XIV scelse Versailles come propria residenza. Il Louvre rimase cos immutato fino al XVIII secolo quando, su
iniziativa di Luigi XV inizi la sua trasformazione in museo. I lavori tuttavia non procedettero molto fino alla
Rivoluzione francese.[8][10]

La Rivoluzione francese
Dopo la Rivoluzione francese, la collezione reale del Louvre (a cui si aggiunsero le collezioni dell'Acadmie
franaise e opere confiscate alla Chiesa e agli emigrati per motivi politici) fu denominata "Musum central des Arts"
e fu aperta al pubblico nel 1793. Dal 1794 in poi le vittorie dell'esercito rivoluzionario francese fecero affluire in
patria un numero sempre maggiore di opere d'arte provenienti da tutta Europa, con l'obiettivo di trasformare il museo
in uno dei pi importanti del continente. Particolarmente significativo fu l'arrivo nella collezione dei capolavori
provenienti dall'Italia, tra cui anche il Gruppo del Laocoonte e l'Apollo del Belvedere che facevano parte della
collezione papale, giunti a Parigi nel luglio 1798 e accolti con fastose cerimonie (per l'occasione venne anche
realizzato un vaso di Svres celebrativo).
Museo del Louvre 133

Il numero di queste statue costrinse i curatori del museo a riorganizzare l'esposizione. Il palazzo fu restaurato e
inaugurato nel 1800, per essere poi ribattezzato "Muse Napolon" nel 1803.
La collezione continu a crescere sotto la direzione di Vivant Denon, grazie ad acquisizioni regolari ed altre forzose
(ad esempio la cessione forzata di parte della Collezione Borghese) perseguendo il proposito di creare un museo
delle arti universale, che racchiudesse tutte le sculture migliori.[12] Napoleone infatti aveva dato disposizione di
prelevare sculture, piuttosto che dipinti antichi. La collezione si ridusse per notevolmente quando quasi tutte le
opere acquisite durante la guerra dovettero essere restituite dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815.

Veduta panoramica del Louvre nel 1908

Veduta panoramica del Louvre nel 2006

La Piramide del Louvre


Il cortile centrale del museo, allineato con gli
Champs-lyses, ospita la Piramide Louvre, che
serve da entrata principale del museo stesso.
Si tratta di una piramide di vetro commissionata
dall'ex presidente francese Franois Mitterrand,
disegnata da Ieoh Ming Pei e il cui progetto stato
firmato e approvato dall'ingegnere Peter Rice: stata
inaugurata nel 1989. Si trattato della prima parte
del progetto di rinnovamento chiamato Grand
Louvre. Anche la Galleria Carre, dove era esposta la
Gioconda, stata restaurata. La Piramide ricopre il
mezzanino del museo ed parte integrante della sua
nuova entrata. La piramide stata oggetto di feroci Piramide del Louvre di notte
critiche ed stata approvata perch compresa nel pi
ampio progetto di Pei.
Originariamente la piramide era l'unico accesso al museo, causando lunghe code per l'ingresso; in seguito vennero
aperti ingressi secondari posteriormente, lateralmente e anteriormente, affinch le code fossero pi scorrevoli.

Il Louvre-Lens
Dal momento che molte delle opere della collezione del Museo del Louvre sono state esposte solo all'interno delle
loro sezioni museali - e alcune di esse vi si trovano da circa 200 anni - stato deciso di creare una sede staccata
lontana da Parigi, per sperimentare gli esiti dell'allestimento di nuove esposizioni e per permettere la visione di
alcune opere ad un pubblico pi vasto. Il patrimonio artistico della nuova sede sar composto da opere che
attualmente fanno parte dell'esposizione permanente del Louvre e non, come molti pensano, da opere da molto
Museo del Louvre 134

tempo dimenticate nei magazzini sotterranei. Saranno esposte fianco a fianco opere di tutte le epoche e di tutte le
culture, con l'intenzione di creare un nuovo modo di concepire l'esperienza di una visita al museo. Il completamento
del progetto previsto per la fine 2012; l'edificio dedicato potr ospitare tra le 500 e le 600 opere, con un nucleo
portante dedicato allo studio della rappresentazione della figura umana attraverso i millenni. Si prevede che
affluiranno circa 500.000 visitatori all'anno. Originariamente sei citt erano candidate per ospitare questo progetto:
Amiens, Arras, Boulogne-sur-Mer, Calais, Lens, e Valenciennes. Il 29 novembre 2004 il Primo Ministro francese
Jean-Pierre Raffarin ha scelto come sede del nuovo museo del Louvre la citt di Lens e il nome scelto Le
Louvre-Lens.
Il nuovo museo, finanziato dall'amministrazione regionale del Nord-Pas-de-Calais, avr una superficie di 22.000 m
su due piani l'esposizione semi-permanente ne occuper circa 5.000, mentre il resto sar dedicato ad esposizioni
temporanee a rotazione. Il progetto comprende anche un teatro polifunzionale. La costruzione si comporr di una
serie di costruzioni di altezza limitata in vetro e acciaio disseminate in un parco di 24 ettari che in precedenza faceva
parte di un sito minerario chiuso e riportato allo stato naturale. Si stima che il costo della realizzazione sar di circa
70 milioni di euro. Il progetto della costruzione stato scelto dopo una competizione internazionale svoltasi nel
2005. risultato vincitore il progetto presentato insieme dagli studi Sanaa di Tokio e Imrey Culbert LP di New
York.

Accesso al museo
Si pu entrare al Museo del Louvre direttamente dalla
stazione della metropolitana Palais Royal - Muse du
Louvre. Fino agli anni novanta si chiamava solo Palais
Royal; le stato cambiato nome dopo la costruzione di
un nuovo ingresso che porta direttamente alla sale
sotterranee del museo.

Direzione
Il Museo del Louvre stato per lungo tempo gestito
dallo Stato, affidato alla Runion des Muses
Nationaux; recentemente invece al Museo stato
concesso un certo potere di autogestione Mappa del Louvre
configurandolo come un tablissement Public
Autonome, in modo di razionalizzare e migliorare il suo sviluppo.

Direttori
In passato il direttore del Louvre era noto con il nome di "Conservateur", mentre attualmente viene definito
"Prsident directeur gnral" Questi alcuni dei direttori che si sono succeduti nel tempo:
Dominique Vivant: 1804-1815
Michel Delignat-Lavaut: ?-1987
Michel Laclotte: 1987-1994
Pierre Rosenberg: 1994-2001
Henri Loyrette: 2001-oggi
Museo del Louvre 135

Le sezioni e le collezioni
La collezione del Museo del Louvre comprende oltre 380.000
oggetti e opere d'arte[13] e, anche se non una delle pi grandi,
sicuramente una delle pi importanti.
Sono in esposizione permanente 35.000 opere, scelte dai curatori
delle sue otto sezioni, ed esibite nei 60.600 m a loro dedicati.[14]
Secondo il Resoconto Annuale del 2005[13] i pezzi di propriet del
museo si dividono come segue:
100.000 pezzi di archeologia mediorientale
50.000 pezzi di archeologia egizia Tori alati dalla testa umana provenienti da Khorsabad
45.000 pezzi di archeologia greca, etrusca e romana
10.000 pezzi di arte islamica
6.550 pezzi di sculture
20.704 pezzi di arti decorative
11.900 pezzi di dipinti
183.500 pezzi di stampe e disegni
Il vanto del museo la sua raccolta di 11.900 dipinti (6.000 in esposizione permanente e i rimanenti conservati in
deposito), che rappresenta la seconda pi grande collezione di arte pittorica del mondo dopo quella del Museo
dell'Ermitage di San Pietroburgo in Russia.
La sezione stampe e disegni stata notevolmente ampliata nel 1935, grazie alla donazione della collezione del
barone Edmond James de Rothschild (1845 1934) che comprendeva pi di 40.000 incisioni, quasi 3.000 disegni e
500 libri miniati.

Le opere maggiori

Arte antica
Avorio Barberini
Ara di Domizio Enobarbo
Dinos del Pittore della Gorgone
Epigrafe di Iulia Florentina
Sarcofago degli Sposi
Nike di Samotracia
Venere di Milo
Museo del Louvre 136

Scuola italiana
Andrea del Sarto
Madonna degli Angeli, 1516
Carit, 1518
Beato Angelico
Incoronazione della Vergine, 1434-1435
Crocefissione con i dolenti e san Domenico, 1435 circa
Decapitazione dei santi Cosma e Damiano, 1438-1443
Fra Bartolomeo
Minerva, 1490-1495 circa
Giovanni Bellini
Cristo benedicente, 1460 circa
Benedetto da Maiano
Busto di Filippo Strozzi, 1476
Sandro Botticelli
Venere e le tre Grazie offrono doni a una giovane, 1486
circa
Giovane introdotto tra le Arti Liberali, 1486 circa
Carlo Braccesco
Trittico dell'Annunciazione, fine del XV secolo Leonardo Da Vinci - La Gioconda

Caravaggio
Buona ventura, 1596-1597
Morte della Vergine, 1604
Ritratto di Alof de Wignacourt, 1608
Vittore Carpaccio
Predica di santo Stefano, 1514
Annibale Carracci
Resurrezione di Cristo, 1593
Cima da Conegliano
Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Maria Maddalena, 1513 circa
Madonna col Bambino, 1504-1507
Correggio
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria alla presenza di san Sebastiano, 1527 circa
Venere e Amore spiati da un satiro, 1528 circa
Allegoria della Virt, 1531 circa
Allegoria del Vizio, 1531 circa
Lorenzo Costa il Vecchio
Isabella d'Este nel regno di Armonia, 1505-1506
Fra Bartolomeo
Matrimonio mistico di santa Caterina da Siena, 1509
Domenico Ghirlandaio
Museo del Louvre 137

Ritratto di vecchio con nipote, 1490 circa


Visitazione, 1491
Giotto
Stigmate di San Francesco, 1290-1300
Luca Giordano
Morte di Seneca, 1684
Sposalizio della Vergine, 1688
Adorazione dei pastori, 1688 circa
Gentile da Fabriano
Presentazione al Tempio, 1423
Leonardo da Vinci
Vergine delle rocce, 1483-1486
Ritratto di dama (La Belle Ferronnire), 1490-1495 circa
Ritratto di Isabella d'Este, 1500
Monna Lisa detta anche La Gioconda, 1503-1506
San Giovanni Battista, 1508-1513 circa
Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino, 1510-1513 circa
Bacco, 1510-1515 circa
Lorenzo di Credi o Leonardo da Vinci
Annunciazione 598, 1475-1478 circa
Filippino Lippi
Storie di Virginia, 1478-1480 circa
Lorenzo Lotto
San Girolamo penitente, 1506 circa
Cristo portacroce, 1526
Sacra Famiglia con la famiglia del Battista, 1536 circa
Francesco Laurana
Busto di principessa, 1468 circa
Andrea Mantegna
Crocifissione, 1457-1459
San Sebastiano, 1456-1459
Madonna della Vittoria, 1495-1496
Parnaso, 1497
Trionfo della Virt, 1499-1502
Moretto
Santi Bonaventura e Antonio da Padova e Santi Bernardino da Siena e Ludovico da Tolosa dal polittico
dell'Assunta, 1529-1530
Michelangelo
Schiavo morente, 1513
Schiavo ribelle, 1513
Marco Palmezzano
Cristo morto sostenuto da due angeli, 1510
Museo del Louvre 138

Perugino
Apollo e Marsia, 1490-1492
Tondo della Vergine col Bambino tra due sante e due angeli, 1490-1492
Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria, 1494 circa
San Sebastiano, 1495 circa
Lotta tra Amore e Castit, 1503
Piero di Cosimo
Madonna col Bambino
Pontormo
Ritratto di un gioielliere, 1517-1518 circa
Raffaello
Angelo, 1500-1501
San Michele e il drago, 1505 circa
San Giorgio e il drago, 1505 circa
Belle Jardinire, 1507
Madonna del Diadema blu, 1510-1511 circa
Ritratto di Baldassarre Castiglione, 1514-1515
Dio Padre benedicente tra due angeli (atelier),
1515-1520
San Giovannino nel deserto, 1516-1517 circa (bottega)
San Michele sconfigge Satana, 1518
Sacra Famiglia di Francesco I, 1518
Ritratto di Dona Isabel de Requesens, terminato da
Giulio Romano, 1518
Santa Margherita, 1518
Autoritratto con un amico, 1518-1519
Piccola Sacra Famiglia (bottega), 1518-1519
Abbondanza (bottega), 1518-1519 Raffaello Sanzio, San Giorgio e il drago

Savoldo
Ritratto di Gaston de Foix, 1529 circa
Luca Signorelli
Nativit del Battista, 1485-1490 circa
Adorazione dei Magi, 1495 circa
Andrea Solario
Testa di Giovanni Battista, 1507
Tiziano
Donna allo specchio, 1512-1515 circa
Ritratto d'uomo, 1523 circa
Uomo dal guanto, 1523 circa
Deposizione di Cristo, 1525 circa
Madonna del Coniglio, 1530 circa
San Girolamo penitente, 1531 circa
Allegoria coniugale, 1532 circa
Venere del Pardo, 1540 circa
Museo del Louvre 139

Paolo Uccello
Battaglia di San Romano, pannello con Intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo, 1438
circa
Paolo Veronese
Le nozze di Cana, 1563
Resurrezione della figlia di Giairo, 1546 ca.
Cena in Emmaus, 1559 ca.
Crocifissione, 1520 ca.
Marco Zoppo
Madonna del Latte, 1453-1455

Scuola francese
Franois Boucher
Diana al bagno, 1742
Paul Czanne
Cortile di fattoria a Auvers, 1879 circa
Jacques-Louis David
Il giuramento degli Orazi, 1784
I littori riportano a Bruto i corpi dei suoi figli, 1789
Le Sabine, 1794-1799
Madame Rcamier, 1800
L'incoronazione di Napoleone, 1805-1807
Edgar Degas
Case sul mare, 1869
Eugne Delacroix
La barca di Dante, 1822
Il massacro di Scio, 1824
La morte di Sardanapalo, 1827
La libert che guida il popolo, 1830
Donne di Algeri nei loro appartamenti, 1834
Ingresso dei crociati a Costantinopoli, 1840
Jean Fouquet
Ritratto di Carlo VII, 1444-1450
Ritratto di Guillaume Jouvenel des Ursins, 1460-1465
Medaglione con autoritratto dal Dittico di Melun, 1450-1455 circa
Thodore Gricault
La zattera della Medusa, 1819
Antoine Watteau
Pellegrinaggio a Citera, 1717
Gilles, 1718-1719
Museo del Louvre 140

Scuola fiamminga e olandese


Bruegel il Vecchio
Gli storpi, 1568
Jan van Eyck
Madonna del cancelliere Rolin, 1435 circa
Rembrandt
Betsabea con la lettera di David, 1654
Bue macellato, 1655
Pieter Paul Rubens
Ercole e Onfale, 1603
Maria de' Medici a Marsiglia, 1622-1625
Kermesse fiamminga, 1635-1638
Hlne Fourment con due dei suoi figli, 1636 circa
Jan Vermeer
L'astronomo, 1668
La merlettaia, 1669 circa
Rogier van der Weyden
Trittico dell'Annunciazione (scomparto centrale), 1434 circa

Scuola tedesca
Albrecht Drer
Autoritratto con fiore d'eringio, 1493

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Museo_del_Louvre& language=it& params=48. 861389_N_2. 335_E_
[2] http:/ / www. louvre. fr
[3] Top 5 Most Visited Museums (http:/ / www. timeforkids. com/ TFK/ class/ wr/ article/ 0,17585,702444,00. html) in Time magazine for
kids.URL consultato il 10 gennaio 2008.
[4] Mary Knight Potter, The Art of the Louvre (http:/ / books. google. com/ books?id=RSZJAAAAIAAJ& pg=PR15& dq=history+ of+ the+
louvre+ seine& ei=hpKGR7OWO5_a7ALirLCVBg), L.C. Page, 1904, p.1.
[5] Francis Miltoun, Royal Palaces and Parks of France (http:/ / books. google. com/ books?id=JWQBAAAAYAAJ& pg=RA1-PA114&
lpg=RA1-PA114& dq=pavillon+ de+ flore+ committee& source=web& ots=trEgbHonNB&
sig=pyZXTAbl4tVOvCxV7PW9ULdk5C0#PRA1-PA115,M1), L.C. Page & Co, 1910, pp.114,115,76.
[6] Delia Gray-Durant, Art/Shop/Eat Paris (http:/ / books. google. com/ books?id=fssoNsIR1jMC& pg=PA7& dq=building+ of+ the+ louvre&
ei=poOLR9TxM4rqiwHTzYjEBQ& sig=0tPfUzNGyq4TdPrccWhq_tzBCRk#PPA8,M1), London, A&C Black, 2004, pp.p.7. ISBN
0-393-32595-4
[7] J.Bourciez, Phontique franaise, ditions Klincksieck, Poitiers, 1982, p. 89, remarque I.
[8] Henry Sutherland Edwards. Old and New Paris: Its History, Its People, and Its Places (http:/ / books. google. com/
books?id=wdJ1YyELlgsC& pg=PA194& dq=history+ of+ the+ word+ louvre& lr=& ei=rs6GR6GCCqeQ7QLilaiVBg), pp. p.p.194. Cassell
and Co., 1893
[9] Alexandre Gady; Pitt, Leonard, Walks Through Lost Paris: A Journey Into the Heart of Historic Paris, Shoemaker & Hoard, 2006,
pp.112,113. ISBN 1-59376-103-1
[10] Structurae [fr (http:/ / fr. structurae. de/ structures/ data/ index. cfm?id=s0007378): Palais du Louvre (1993)] in Structurae Database.URL
consultato il 21 gennaio 2008.
[11] David Thomson, Renaissance Paris: Architecture and Growth, 1475-1600, Berkeley, University of California Press, 1984, pp.60-70..
[12] http:/ / www. beazley. ox. ac. uk/ Sculpture/ plastercasts/ napoleon. htm
[13] 2005 Annual Report - Tableau rcapitulatif de ltat d'avancement de l'informatisation des collections fin 2005, pg 185
[14] http:/ / www. louvre. fr/ llv/ oeuvres/ alaune. jsp?bmLocale=fr_FR
Museo del Louvre 141

Voci correlate
Salon Carr
Cabinet des Dessins
Parigi

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Louvre

Collegamenti esterni
(FR,EN,JA) Sito ufficiale (http://www.louvre.fr)
(EN) Ricerca nel catalogo ufficiale del museo (http://cartelen.louvre.fr/cartelen/visite?srv=ra_call_ra&
initCritere=true&langue=fr)

Museo d'Orsay
[1]
Coordinate geografiche: 485135N 21938E48.859703N 2.327106E

Museo d'Orsay

Muse d'Orsay
Tipo Pittura, scultura, architettura e fotografia

Indirizzo Rue de la Lgion d'Honneur 1, 75343 Parigi, Francia

Sito [2]
musee-orsay.fr/it/accoglienza.html

Il Museo d'Orsay (Muse d'Orsay) si trova in Francia a Parigi, in Rue de la Lgion d'Honneur 1.
Il museo, celebre per i numerosi capolavori dell'impressionismo e del post-impressionismo esposti al suo interno,
situato di fronte al Muse du Louvre, in una ex-stazione ferroviaria (la gare d'Orsay), costruita in stile eclettico alla
fine dell'Ottocento.

La storia
L'edificio fu costruito dall'architetto Victor Laloux a partire dal 1898 dove in precedenza sorgevano una caserma di
cavalleria e il vecchio Palazzo d'Orsay; i lavori furono terminati dopo soli due anni, perch la stazione fosse pronta
per l'Esposizione Universale del 1900.
Nel 1939 le grandi linee ferroviarie furono spostate alla gare d'Austerlitz e la stazione continu a servire solo il
traffico locale.
Negli anni successivi, lo stabile ebbe vari usi: nel 1945 fu destinato a sede di transito dei prigionieri di guerra e negli
anni 1950 cess completamente il servizio. Nel 1961 ne fu decisa la demolizione. I provvedimenti presi da
Pompidou nell'ambito del progetto di rinnovamento della capitale prevedevano che al suo posto nascesse un grande
parallelepipedo di cristallo (gi molti anni prima era stata progettata al suo posto una piscina coperta con pavimento
Museo d'Orsay 142

mobile, come sede di eventi sportivi); ma gli sforzi di molti cittadini illustri che si battevano per la sua salvaguardia
fecero s che la stazione venisse risparmiata dalla demolizione, e che venisse classificata monumento nazionale. Nel
1973 fu scelto come sede stabile della compagnia teatrale Renaud-Barrault e nel 1974 divenne sede della casa d'aste
Drouot. Nel 1978, sotto la presidenza Giscard d'Estaing fu finalmente decisa la trasformazione in museo.
Il restauro venne affidato al gruppo ACT-Architecture, i cui componenti decisero di rispettare il pi possibile la
struttura e i materiali preesistenti. Al celebre architetto italiano Gae Aulenti venne invece affidata la disposizione
degli spazi interni e la progettazione dei percorsi espositivi. A lei si deve la scelta della pietra calcarea chiara, che
fornisce luminosit alle sale sfruttando al meglio la luce proveniente dalla volta in vetro e metallo, e nello stesso
tempo rende unitario l'insieme. Il percorso si articola su tre livelli, utilizzando la navata centrale (quella lungo la
quale una volta correvano i binari) come tronco principale da cui si dipartono terrazze e passaggi.
A 86 anni dall'inaugurazione della stazione ferroviaria, il Museo D'Orsay venne aperto al pubblico il 1 dicembre
1986.

Le collezioni
Il museo famoso soprattutto per i quadri degli impressionisti
(Edouard Manet, Paul Czanne, Paul Gauguin, Claude Monet,
Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Vincent Van Gogh, ecc.), ma
contiene anche opere che partono dalla seconda met del XIX
secolo e non espone esclusivamente dipinti, ma anche importanti
lavori di architetti, scultori, fotografi e creatori d'arte decorativa ed
industriale dal 1848 al 1914. Una galleria interamente dedicata a
Henri de Toulouse-Lautrec, un'altra a Gustave Courbet e ci sono
anche sculture di Auguste Rodin. L'orologio posto sulla parete interna della sala
principale

La direzione del museo ha scelto di esporre opere che si collocano


tra due limiti storici: l'inizio della Seconda Repubblica (1848) e
l'inizio della grande guerra (1914). In questo modo il museo
d'Orsay va a colmare la lacuna esistente tra la collezione del
Louvre e quella esposta al Museo Nazionale d'Arte Moderna, che
si trova nel Centre Pompidou. Le opere provengono
principalmente da tre fonti:

dal Louvre provengono i lavori degli artisti nati a partire dal Alcuni dipinti di Monet all'interno del museo
1820, o emergenti dal mondo dell'arte nel periodo della
Seconda Repubblica; molti di questi lavori giacevano nei depositi del Louvre e non era possibile esporli per
mancanza di spazio
dall'ex-museo del Jeu de Paume, attualmente una struttura per esposizioni d'arte contemporanea, che ha ceduto la
sua ricchissima collezione di impressionisti, ormai troppo sacrificata nei suoi spazi espositivi, e che ha trovato nel
muse d'Orsay una ben pi idonea valorizzazione;
dal Museo Nazionale d'Arte Moderna, collocato appunto nel Beaubourg, che ha contribuito con le opere pi
recenti, e che rimane il punto di riferimento a Parigi per le testimonianze d'arte dal 1914 in poi.
Il limite del 1914 non tassativo: le opere del cubismo sono ad esempio esposte al Beaubourg, mentre al museo
d'Orsay sono collocate le ultime opere di Renoir o di Monet che, pur datate 1920 o 1930, appartengono ancora alla
corrente impressionistica.
Museo d'Orsay 143

I criteri con cui sono esposte le opere sono principalmente due: un criterio cronologico, che si pu seguire attraverso
appositi percorsi, e un criterio monografico, per cui alcune sale sono dedicate a un singolo autore o a una corrente. Il
visitatore, anche se non esperto, pertanto in grado di collocare gli oggetti secondo i periodi e secondo gli stili di
appartenenza.

Il lato nord del museo visto dal fiume senna

Le opere maggiori
Pierre Bonnard
La camicia a scacchi, 1892
L'indolente, 1899 circa
Paul Czanne
La Maddalena, 1865-1866 circa
Zuccheriera, pere e tazza blu, 1866
Ritratto di Achille Emperaire, 1867-1868
Natura morta in bianco e nero - Vaso,
caffettiera e frutta, 1867-1869
Pastorale, 1870
La casa dell'impiccato, 1872-1873
La casa del dottor Gachet a Auvers,
1872-1873
Una moderna Olympia, 1873-1874
Tre bagnanti, 1874-1875
La tentazione di Sant'Antonio, 1875-1877
I pioppi, 1879-1880
Il ponte di Maincy, 1879-1880
Autoritratto, 1880 Natura morta di Cezanne
Autoritratto, 1882 circa
L'Estaque, 1882-1885
Bagnanti, 1890 circa
I giocatori di carte, 1893-1896
Donna con caffettiera, 1895 circa
Natura morta con cipolle, 1896-1898
Natura morta con mele e arance, 1899
Bagnanti, 1899-1900
Giuseppe De Nittis
Museo d'Orsay 144

Place des Pyramides, 1875


La Senna
La Senna a Parigi
Edgar Degas
Autoritratto, 1854-1855
La famiglia Bellelli, 1858-1867
Semiramide alla costruzione di Babilonia,
1860-1862
Cavalli da corsa davanti alle tribune,
1866-1868
Ritratto di giovane donna, 1867
L'orchestra dell'Opra, 1868 circa
Lorenzo Pagans e Auguste de Gas, 1869 circa
Marie Dihau al piano, 1869-1872
Jeantaud, Linet et Lain, 1871
La classe di danza, 1871-1874
La pdicure, 1873
Prove di balletto in scena, 1874
Madame Jeantaud allo specchio, 1875 circa
L'assenzio, 1875-1876
Ballerina con bouquet sulla scena, 1877 circa
Ballerina con bouquet, 1877 circa
Donne in un caff, 1877 La classe de danse (Edgar Degas)
Carrozza alle corse, 1877-1880
Amici del pittore dietro le quinte, 1879 circa
Donna che fa il bagno, 1883 circa
Le stiratrici, 1884 circa
La tinozza, 1886
Donna che si asciuga il piede, 1886
Donna che si asciuga il collo, 1895-1898
Edouard Manet
Colazione sull'erba (Le djeuner sur l'herbe), 1863
Olympia, 1863)
Il pifferaio (Le Fifre), 1866
Ritratto di mile Zola, 1868
Henri Matisse
Lusso, calma e volutt (Luxe, Calme et Volupt), 1904
Jean-Franois Millet
Museo d'Orsay 145

Autoritratto (Edgar Degas)

Le spigolatrici, 1857
L'Angelus, 1857-1859
Primavera, 1868-1873
Claude Monet
Natura morta, 1864
Donne in giardino, 1867
L'Hotel des Roches Noires Trouville,
1870
Regate ad Argenteuil, 1872
Il bacino di Argenteuil, 1872 circa
I papaveri, 1873
Riposo sotto i lill, 1873
Colazione in giardino, 1873 circa
Il ponte della ferrovia ad Argenteuil,
Le spigolatrici (Jean-Franois Millet)
1873-1874
Il ponte ad Argenteuil, 1874
Museo d'Orsay 146

Le barche, regate ad Argenteuil, 1874


I tacchini, 1877
La Gare Saint-Lazare, 1877
La rue Montorgueil, 1878
Camille Monet sul letto di morte, 1879
Tempesta a Belle-Ile, 1886
Donna con il parasole girata verso
sinistra, 1886
Donna con il parasole girata verso
destra, 1886
La barca a Giverny, 1887 circa
La Cattedrale di Rouen, primo sole, 1894
La Cattedrale di Rouen, effetti di luce
mattutina, 1894
La Cattedrale di Rouen in pieno sole,
1894
La Senna a Giverny, 1897 Il parlamento di Londra di Monet

Lo stagno delle ninfee, armonia verde,


1899
Lo stagno delle ninfee, armonia rosa, 1900
Il Parlamento di Londra, 1904
Autoritratto, 1917
Pierre-Auguste Renoir
Ritratto di William Sisley, 1864
Ritratto di Bazille, 1867
La Senna ad Argenteuil, 1873
Il sentiero nell'erba alta, 1874 circa
Ritratto di Charles Le Coeur, 1874
Ritratto di Claude Monet, 1875
Nudo al sole, 1875
La liseuse, 1875-1876
Bal au moulin de la Galette, 1876
La balanoire (L'altalena), 1876
Giovane donna con veletta, 1876 circa
Ritratto di Madame Charpentier,
18761877
Testa di donna di profilo, 1878
Bal au moulin de la Galette (Pierre-Auguste Renoir)
Ritratto di Alphonsine Fournaise, 1879
Ballo in campagna, 1883
Ballo in citt, 1883
Jeunes filles au piano, 1892
Nudo di donna visto di schiena, 1909
La toilette (Donna che si pettina), 1910
Roses dans un vase, 1910
Gabrielle la rose, 1910
Le bagnanti, 1918-1919
Museo d'Orsay 147

Henri Rousseau
Ritratto della signora M., 1890 circa
La guerra, 1894
L'incantatrice di serpenti, 1907
Georges-Pierre Seurat
Omaggio a Puvis de Chavannes, 1881
Giovane contadino in blu, 1881-1882
Limite di bosco in primavera, 1882-1883
Giovani a bagno. Studio per la Baignade,
1883
A destra. Media distanza. Studio per la
Grande-Jatte, 1884
Media distanza, sinistra, due personaggi.
Studio per la Grande-Jatte, 1884
Rovine di un vecchio mulino, Grandcamp,
1885
Paesaggio rosa, 1886
Modella seduta, di profilo, studio per Le
modelle, 1886
Modella seduta, di spalle, studio per Le
modelle, 1886
Modella in piedi, studio per Le modelle,
1886-1887
Port-en-Bessin, molo, alta marea, 1888
Studio definitivo per Il circo, 1891
Il circo, 1891
Paul Signac
Il circo di Seurat
Palazzo dei Papi, Avignone, 1900
Port de La Rochelle, 1921
Femme lisant""
Vincent Van Gogh
Museo d'Orsay 148

Restaurant de la Sirne ad Asnires, 1887


L'Italiana, 1887
Ritratto di Eugne Boch, 1888
Autoritratto, 1889
La siesta, 1889-1890
Casolari con il tetto di paglia a
Cardeville, 1890
Marguerite Gachet nel giardino, 1890
La chiesa di Auvers, 1890
Ritratto del dottor Gachet, 1890
James Abbott McNeill Whistler
Arrangiamento in grigio e nero. Ritratto
della madre, 1871

Voci correlate
Arearea
Gare d'Orsay
Parigi

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file Autoritratto di Van Gogh

multimediali: http://commons.
wikimedia.org/wiki/Muse d'Orsay

Collegamenti esterni
(IT) Muse d'Orsay sito ufficiale [2]
(DE,EN,ES,FR) Muse d'Orsay sito ufficiale [3]
Muse dOrsay [4] attuale e fotografie degli anni 1900
Parigi: istruzioni per l'uso - Il Museo d'Orsay [5]

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Museo_d%27Orsay& language=it& params=48. 859703_N_2. 327106_E_
[2] http:/ / www. musee-orsay. fr/ it/ accoglienza. html
[3] http:/ / www. musee-orsay. fr
[4] http:/ / lartnouveau. com/ orsay/ musee_d_orsay. htm
[5] http:/ / www. italianiaparigi. com/ inner/ gallery/ museo_orsay. htm
Muse National Picasso 149

Muse National Picasso


Muse national Picasso

Muse Picasso
Tipo Arte moderna

Indirizzo Htel Sal 5, rue de Thorigny 75003 Parigi, Francia

Sito [1]

Il Muse National Picasso una galleria pubblica d'arte, ospitata nel Palazzo Sal, che si trova in Francia a Parigi
nel quartiere Le Marais, all'indirizzo Rue de Thorigny, 5.

Storia e descrizione
L' htel particulier che ospita la collezione d'arte stato costruito tra il 1656 e il 1659 per conto di Pierre Aubert,
signore di Fontenay, un esattore fiscale che si era arricchito raccogliendo la tassa sul sale (il nome del palazzo
significa "salato"). L'architetto chiamato alla progettazione fu Jean Boullier di Bourges, conosciuto anche come
Boullier de Bourges; il palazzo considerato uno dei migliori edifici storici del Marais.
Il palazzo nel corso del tempo passato varie volte di mano; tra i suoi occupanti vi furono l'Ambasciata della
Repubblica di Venezia (1671), ed in seguito Franois de Neufville, duca di Villeroi. Fu espropriato dallo stato
durante la rivoluzione francese e nel 1815 divent una scuola che ebbe tra i suoi studenti Honor de Balzac; ha anche
ospitato la Scuola municipale di arti e mestieri. Nel 1964 fu acquistato dal comune di Parigi e nel 1968 ottenne lo
status di monumento storico. Tra il 1974 e il 1980 fu sottoposto a lavori di restauro diretti da Bernard Vitry e
Bernard Fonquernie della sovrintendenza al patromonio monumentale.
Palazzo Sal fu scelto come sede del Museo Picasso dopo un acceso dibattito sia a livello cittadino che nazionale. Fu
indetto un concorso per stabilire chi dovesse occuparsi di progettarne la struttura e, nel 1976 tra le quattro proposte
presentate fu scelta quella di Roland Simounet.
Nel 1968 la Francia ha promulgato una legge che permette agli eredi di pagare le tasse di successione con opere
d'arte anzich con il denaro, dal momento che l'arte considerata un fattore fondamentale per lo sviluppo culturale
del paese. Questa forma di pagamento chiamata "dation" ed comunque consentita solo in circostanze particolari.
Dominique Bozo, uno dei curatori del patrimonio museale nazionale, selezion quali opere dell'artista spagnolo
fossero adatte a fare parte della dation Picasso. la sua selezione fu in seguito rivista da Jean Leymarie e ratificata nel
1979. Comprendeva opere di Picasso realizzate con tutte le tecniche e risalenti a tutti i "periodi" dell'artista,
caratterizzandosi particolarmente per la sua eccellente raccolta di sculture. Subito dopo la morte di Jacqueline
Picasso avvenuta nel 1986, la figlia offr una nuova dation. La collezione ha inoltre acquisito anche altre opere sia
acquistandole che grazie a donazioni.
Picasso una volta disse: "Sono il pi grande collezionista di opere di Picasso del mondo". Al momento della morte
aveva infatti accumulato un'enorme raccolta di proprie opere, che andavano da semplici schizzi a veri e propri
capolavori. Il Museo Picasso contiene pi di 3.000 opere di Picasso tra cui disegni, ceramiche e dipinti. inoltre
Muse National Picasso 150

completato dalla collezione personale dell'artista, che comprende opere di Czanne, Degas, Rousseau, Seurat, de
Chirico e Matisse. Sono presenti anche alcuni antichi bronzi Iberici ed una vasta raccolta di arte primitiva. Uno degli
aspetti che pi colpiscono del museo che contiene un ampio numero di opere che Picasso dipinse dopo aver
compiuto il settantesimo anno di et.
La direzione del museo ha compiuto un notevole sforzo per fornire ai visitatori informazioni addizionali. Ad
esempio, alle opere di Picasso successive al 1950 si accompagnano i lavori dei vignettisti dell'epoca che le
parodiavano o ne facevano la caricatura. Esistono alcune stanze adibite ad ospitare esposizioni tematiche, ma si
generalmente preferito seguire un ordine cronologico nel presentare dipinti, disegni, sculture e stampe. Sono esposti
anche reperti di altro tipo come fotografie, manoscritti, ritagli di giornali dell'epoca che contribuiscono ad aumentare
le informazioni sul contesto in cui l'artista operava.
Al secondo piano c' una zona speciale a disposizione per esposizioni temporanee. Il terzo piano contiene invece la
biblioteca, il settore documentazioni ed archivi (chiuso al pubblico ma a disposizione per eventuali ricerche)e gli
uffici dei curatori.
Al momento il direttore del museo Jean Clair.

Le opere maggiori

Pablo Picasso
Autoritratto (1901)
La Celestina (1904)
Due fratelli (1906)
Natura morta con sedia impagliata (1912)
Ritratto di Olga in poltrona (1917)
Donna seduta (1920)
Due donne che corrono sulla spiaggia (1922)
Il flauto di Pan (1923)
Paulo vestito da Arlecchino (1924)
Il bacio (1925)
La crocefissione (1930)
Nudo in giardino (1934)
Dora Maar seduta (1937)
Ritratto di Nush Eluard (1937)
Donna seduta (1938)
Maya con la bambola (1938)
La cucina (1948)
Massacro in Corea (1951)
L'ombra (1953)
Muse National Picasso 151

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Muse
Picasso, Paris

Collegamenti esterni
(FR) il sito ufficiale [2]

Note
[1] http:/ / www. musee-picasso. fr/ index. html
[2] http:/ / www. musee-picasso. fr/
152

Gran Bretagna

National Gallery (Londra)


[1]
Coordinate geografiche: 513032N 00739W51.50889N 0.1275O

National Gallery

Facciata della National Gallery


Tipo Pittura

Indirizzo Trafalgar Square, WC2N 5DN, Londra, Inghilterra

Sito [2]
www.nationalgallery.org.uk

La National Gallery di Londra, fondata nel 1824, un museo che, nella sua sede di Trafalgar Square, ospita una
ricca collezione composta da pi di 2.300 dipinti di varie epoche, dalla met del XII secolo al secolo scorso[3]. La
collezione appartiene al popolo britannico e l'ingresso alla collezione principale permanente gratuito, anche se
talvolta richiesto il pagamento di un biglietto per accedere ad alcune esposizioni speciali.
Inizialmente la collezione della National Gallery era piuttosto modesta; a differenza di musei come il Louvre di
Parigi o del Museo del Prado di Madrid non ha avuto origine dalla nazionalizzazione di precedenti collezioni d'arte
principesche o reali. Fu invece fondata quando il Governo del Regno Unito acquist 36 dipinti dal banchiere John
Julius Angerstein nel 1824. Dopo quella prima acquisizione il museo fu ampliato e migliorato soprattutto grazie
all'opera dei suoi primi direttori, tra i quali si ricorda Sir Charles Lock Eastlake, e a donazioni da parte di privati, che
a tutt'oggi rappresentano i due terzi della collezione[4]. Il risultato una collezione di dimensioni modeste se
paragonata a quelle delle gallerie nazionali di altri paesi europei, ma che annovera per tra i propri pezzi un gran
numero di opere molto importanti appartenenti a vari periodi artistici, dal primo Rinascimento al
Post-impressionismo.
L'edificio che attualmente ospita il museo, sul lato nord di Trafalgar Square, il terzo ad essere adibito a tale
funzione e, come i suoi predecessori, stato spesso ritenuto inadeguato. L'unica parte ad essere rimasta
sostanzialmente inalterata della costruzione originale del 1832-1838 la facciata progettata dall'architetto William
Wilkins, mentre tutto il resto della struttura stato un po' alla volta cambiato ed ampliato nel corso degli anni. Le
modifiche pi rilevanti sono dovute all'opera di Edward Middleton Barry e Robert Venturi. Il direttore attuale lo
storico dell'arte Nicholas Penny, che ha assunto l'incarico nella primavera 2008[5].
National Gallery (Londra) 153

Storia

La richiesta di istituire un museo nazionale


Il Regno Unito, rispetto alla maggior parte degli stati europei, decise in ritardo di istituire una collezione nazionale
d'arte aperta al pubblico. Questo non avvenne perch fosse mancata l'opportunit, dal momento che il governo
britannico avrebbe potuto acquistare una collezione privata di livello internazionale sin dalla fine del XVIII secolo,
decidendo invece di non farlo. Si trattava della collezione di Sir Robert Walpole, i cui eredi avevano deciso di porre
in vendita nel 1777. Il deputato radicale John Wilkes, parlando alla Camera dei Comuni, chiese che venisse
realizzata "Un'adeguata galleria, nell'ampio giardino del British Museum, per accogliere quell'inestimabile
tesoro"[6].
Il governo non diede retta all'appello di Wilkes e, vent'anni dopo, la collezione fu acquistata in blocco da Caterina la
Grande; attualmente si trova al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.
Dopo questi eventi anche artisti come James Barry e John
Flaxman rinnovarono la richiesta di istituire un museo d'arte
nazionale, sostenendo che la scuola britannica di pittura
avrebbe potuto svilupparsi bene se solo avesse avuto la
possibilit di accostarsi ai capolavori dell'arte europea. La
British Institution (fondata nel 1805) tent di ovviare a questa
situazione organizzando esposizioni di lavori di grandi maestri
del passato prestate da collezionisti privati, ma si trov in
mezzo alle polemiche, in parte dovute alla scarsa qualit delle
opere esposte[7].

Pi tardi, nel 1811, Londra divent sede di una collezione che


era stata radunata con l'intento di costituire il nucleo di un mai
realizzato museo nazionale polacco, quando uno degli uomini
che l'avevano raccolta, Sir Francis Bourgeois, la lasci per
volont testamentaria al Dulwich College (Attualmente si
trova nella Dulwich Picture Gallery). Dal momento per che il
College era un'istituzione privata che si trovava in un
sobborgo a sud di Londra, la capitale britannica rimase priva
di un museo nazionale di propriet statale fino alla fine delle La resurrezione di Lazzaro di Sebastiano del Piombo,
proveniente della collezione Angerstein, fu il primo dipinto a
Guerre napoleoniche
fare ufficialmente parte della nuova National Gallery

La fondazione e i primi anni


L'inatteso pagamento dei debiti di guerra da parte dell'Austria finalmente spinse il sino ad allora riluttante governo
britannico ad istituire una galleria d'arte nazionale, proprio nel momento in cui veniva messa sul mercato la
collezione di John Julius Angerstein, un banchiere di origine russa scomparso l'anno precedente. Il 2 aprile 1824 la
Camera dei Comuni approv l'acquisto di 38 dipinti appartenuti ad Angerstein, tra cui opere di Raffaello e la serie
dei Marriage -la-Mode di Hogarth, per una spesa complessiva di 57.000.
National Gallery (Londra) 154

La National Gallery fu aperta al pubblico il 10 maggio 1824, ospitata


nel palazzo di Angerstein al n.100 di Pall Mall. Ai dipinti del banchiere
si aggiunsero nel 1826 quelli provenienti dalla collezione di Sir George
Beaumont, il quale li aveva offerti alla nazione tre anni prima a
condizione che venisse trovata una struttura adeguata ad ospitarli e, nel
1828 un lascito di altri 34 dipinti da parte del Reverendo William
Holwell Carr. Inizialmente fu il Custode dei Dipinti, William Seguier,
ad assumersi il compito di gestire la galleria, ma nel luglio 1824 parte
di queste responsabilit furono assunte dal neo-formato consiglio di
amministrazione.

La sede della National Gallery di Pall Mall era spesso sovraffollata di


visitatori e per questo fonte di polemiche, inoltre le sue dimensioni
davvero ridotte rispetto a quelle del Louvre di Parigi causavano
imbarazzo a tutta la nazione. Un cedimento strutturale dell'edificio al
n.100 costrinse il museo a trasferirsi per qualche tempo al n.105
100 Pall Mall, sede della National Gallery dal sempre di Pall Mall, che il romanziere Anthony Trollope defin "un
1824 al 1834. palazzo sporco, grigio e stretto, inadeguato ad esporre i tesori che
contiene"[8] Nel 1832 si inizi a costruire una nuova sede al posto delle
vecchie scuderie reali nel quartiere di Charing Cross, su di un'area che nel decennio precedente era stata trasformata
in Trafalgar Square; il progetto era a cura dell'architetto William Wilkins. Si trattava di una posizione importante nel
contesto cittadino, descritta dal membro del consiglio di amministrazione Sir Robert Peel come " nel cuore di
Londra" e facilmente raggiungibile da persone di tutte le classi sociali. Pi tardi, nel decennio 1850, alcuni richiesero
un ulteriore trasferimento, in parte a causa dell'eccessivo inquinamento del centro di Londra, in parte a causa di
alcuni difetti di progettazione, ma alla fine si valut che togliere la National Gallery da Trafalgar Square avrebbe
significato rendere pi difficile l'accesso al pubblico e il museo non venne pi spostato.

La crescita sotto la guida di Eastlake e dei suoi successori


Il fulcro della National Gallery era rappresentato da dipinti di maestri italiani del XV e XVI secolo e per i primi
trent'anni della sua esistenza gli amministratori si limitarono ad acquisire singole opere di artisti rinascimentali. I loro
gusti piuttosto conservatori fecero perdere loro diverse buone occasioni e la direzione del museo fin per non
acquisire alcuna opera tra il 1847 e il 1850 a causa dei contrasti tra i membri[9]. Un'analisi piuttosto critica della
gestione approntata dalla Camera dei Comuni nel 1851 sugger che venisse nominato un direttore, la cui autorit
prevalesse su quella dei consiglieri. Molti pensarono che l'incarico sarebbe andato allo storico dell'arte tedesco
Gustav Friedrich Waagen, cui erano state in precedenza chieste consulenze sul modo di illuminare ed esporre i
dipinti. Invece la Regina Vittoria, il Principe Alberto e il Primo Ministro Lord John Russell scelsero per questo
compito l'uomo che gi ricopriva il ruolo di Custode dei Dipinti del museo, Sir Charles Lock Eastlake.
Il nuovo direttore preferiva invece i lavori di artisti del Primo Rinascimento, fino ad allora trascurate dalla politica di
acquisizioni del museo, ma che lentamente stavano guadagnando consenso tra gli intenditori d'arte. Eastlake fece con
cadenza annuale dei viaggi in Europa, e in particolare in Italia, per cercare dipinti adatti ad essere inseriti nella
collezione. Complessivamente acquist 148 dipinti all'estero e 46 in Gran Bretagna[10], tra cui opere molto
importanti come La battaglia di San Romano di Paolo Uccello. Eastlake in quel periodo accumul anche una sua
collezione privata, composta di opere che sapeva non avrebbero potuto suscitare l'interesse dei consiglieri. Tuttavia
la sua vera intenzione era di far entrare anche queste a far parte della National Gallery, operazione che fu
puntualmente portata a termine dopo la sua morte dal suo amico e successore come direttore William Boxall e dalla
vedova Lady Eastlake.
National Gallery (Londra) 155

Il terzo direttore, Sir Frederick William Burton, pose le basi per la collezione di opere del XVIII secolo e fece
diverse straordinarie acquisizioni da collezioni private inglesi, tra cui Gli ambasciatori di Hans Holbein il Giovane.
Un altro passo fondamentale per lo sviluppo del museo fu l'istituzione della National Gallery of British Art, detta sin
da allora Tate Gallery, nel 1897. La decisione di affidare alla Tate i dipinti di artisti britannici nati dopo il 1790
permise alla National Gallery di liberarsi di varie opere sostanzialmente superflue della collezione, trattenendo per
quelle di Hogarth, Turner e Constable. Dato poi che all'epoca la sede del museo si componeva di sole 15 stanze, lo
sfoltimento si rivel vantaggioso anche perch permise di esporre i dipinti in modo migliore e dedicando loro
un'attenzione e una cura in precedenza non possibili.

I primi anni del XX secolo


Nel 1906 il dipinto Venere e Cupido di Velzquez, la prima
acquisizione di alto livello operata dal The National Art
Collections Fund, fu la prima di varie opere che il fondo
stesso acquist per la National Gallery. Nel corso di una delle
tante manifestazioni di protesta per cui Trafalgar Square
celebre, il 10 maggio 1914 la tela fu danneggiata da Mary
Richardson, un'attivista per il diritto di voto alle donne che
stava protestando contro l'arresto di Emmeline Pankhurst
avvenuto il giorno precedente. In seguito, nel corso di quello
stesso mese, le suffragette attaccarono anche cinque opere di
Venere e Cupido di Diego Velzquez
Giovanni Bellini, provocando la chiusura del museo fino
all'inizio della prima guerra mondiale, quando le associazioni
femminili decisero l'interruzione delle manifestazioni violente per attirare l'attenzione sulle loro rivendicazioni[11].

Il lascito testamentario di 42 dipinti da parte del Dottor Ludwig Mond nel 1909 fu uno dei pi grandi mai ricevuti dal
museo e miglior la sua raccolta di opere di maestri italiani del passato[12]. Nel corso del XIX secolo la National
Gallery non aveva mai posseduto opere di artisti contemporanei, ma la mancanza venne seppur tardivamente colmata
dal lascito da parte di Sir Hugh Lane di dipinti della scuola impressionista nel 1917. Un fondo dedicato all'acquisto
di opere moderne istituito dal collezionista Samuel Courtauld nel 1924 acquist Il bagno ad Asnires di Seurat ed
altri importanti dipinti per donarli alla nazione; nel 1934 queste opere furono trasferite dalla Tate alla National
Gallery.

La National Gallery nella Seconda Guerra Mondiale


Quando scoppi la seconda guerra mondiale i dipinti furono trasportati per ragioni di sicurezza dapprima in varie
localit gallesi e quindi a Manod Quarry, nei pressi di Festiniog, nel Galles del nord. L'idea iniziale del direttore
Kenneth Clark era di far trasportare i dipinti via nave in Canada ma ricevette un telegramma da Winston Churchill
che diceva "nascondeteli in qualche grotta o cantina, ma nessun dipinto dovr lasciare queste isole"[13]. Nel
frattempo la pianista Myra Hess ogni giorno teneva degli spettacoli nelle sale vuote della sede del museo per tenere
alto il morale della gente, proprio in un periodo in cui tutte le sale da concerto di Londra erano chiuse. Nel 1941 la
richiesta da parte di un artista di poter vedere il Ritratto di Margaretha de Geer di Rembrandt fece prendere l'avvio
all'iniziativa del "Quadro del mese", in base alla quale ogni mese un dipinto veniva prelevato da Manod Quarry ed
esposto al pubblico all'interno della National Gallery.
National Gallery (Londra) 156

Gli sviluppi del dopoguerra


Negli anni che seguirono la fine della guerra la acquisizioni per il museo si fecero via via pi difficili perch le
valutazioni per le opere dei maestri del passato - e ancor pi quelle di impressionisti e post-impressionisti - erano
cresciute a dismisura. Alcune delle acquisizioni pi rilevanti di questo periodo sarebbero state impossibili senza un
sostegno pubblico: tra queste si segnalano Sant'Anna, la Madonna, il Bambino e San Giovannino di Leonardo da
Vinci (acquisito nel 1962), la Morte di Atteone di Tiziano (1972)e la Madonna dei garofani di Raffaello (2004).
Singoli privati continuarono a fornire il loro sostegno, e il pi generoso tra questi fu Sir Paul Getty che, nel 1985,
don alla National Gallery 50 milioni di sterline da dedicare alle acquisizioni[14]. Ironicamente, l'istituzione che cre
le maggiori difficolt alla politica di acquisizioni del museo fu (e resta) il facoltosissimo Getty Museum in
California, fondato dall'ivi emigrato padre di Getty. Nel 1985 anche Lord Sainsbury di Preston Candover e i suoi
fratelli Simon Sainsbury e Sir Timothy Sainsbury effettuarono una donazione che permise la costruzione della
cosiddetta Ala Sainsbury del museo. Tuttavia la diminuzione dei fondi messi a disposizione dal governo stata causa
di forte frustrazione per il dimissionario direttore Charles Saumarez Smith e si ritiene che il museo stia attualmente
affrontando la peggior crisi sotto il profilo delle acquisizioni da un secolo a questa parte[15].
Nel 1996 stato deciso che il 1900 sarebbe stata considerata la data di realizzazione limite per i dipinti conservati
nella National Gallery, e negli anni seguenti pi di 60 dipinti posteriori a tale data sono stati dati alla Tate Gallery
con la formula del prestito a lungo termine in cambio di opere di Gauguin e altri artisti. L'accordo significativo
perch ha posto fine a circa un secolo di relazioni piuttosto fredde tra i due musei. Una futura nuova espansione della
National Gallery potrebbe coincidere con il ritorno tra le sue mura dei capolavori del XX secolo[16].
Un'altra carenza della collezione fu colmata nel 1999 dal lascito di Sir Denis Mahon, uno storico dell'arte che aveva
collezionato dipinti italiani di epoca barocca in un'epoca in cui erano considerati di cattivo gusto dalla maggior parte
degli operatori del settore. Il pregiudizio aveva contagiato anche i consiglieri della National Gallery, che nel 1945
avevano rifiutato di acquistare per 200 sterline un Guercino della sua collezione (nel 2003 la sua valutazione
raggiunse i 4 milioni di sterline)[17]. Mahon lasci al museo 26 dei suoi dipinti, tra cui opere di Guido Reni e del
Correggio, a condizione che non fossero mai tolti dall'esposizione e non fosse mai richiesto di pagare un biglietto per
vederli[18].
National Gallery (Londra) 157

L'edificio

L'edificio di William Wilkins


La proposta di realizzare la National
Gallery a Trafalgar Square fu avanzata
per la prima volta dall'architetto John
Nash, che la immagin al posto delle
Scuderie Reali, mentre un edificio
simile al Partenone, concepito per
ospitare la Royal Academy, avrebbe
dovuto occupare il centro della piazza.
Un concorso per la riprogettazione
dell'area fu indetto nel 1822 e Nash
present un progetto in collaborazione
con il suo socio C. R. Cockerell. La
fama di Nash all'epoca era per in fase
calante, e l'incarico fu invece
conquistato da William Wilkins, che
Pianta del primo piano della National Gallery che mostra come gli ampliamenti siano stati
era stato coinvolto nella fase della fatti in maniera non organica
scelta del sito ed aveva proposto dei
disegni realizzati solo all'ultimo momento[19] Wilkins si proponeva di costruire un "Tempio delle Arti, che
alimentasse l'arte contemporanea attraverso i modelli della storia"[20] ma la realizzazione venne poi impoverita dal
contenimento dei costi e dai compromessi cui si dovette cedere: il risultato finale fu giudicato cos fallimentare sotto
ogni profilo.

L'area a disposizione consentiva al palazzo una profondit di appena una stanza, dal momento che immediatamente
alle sue spalle sorgevano un ospizio di mendicit e delle caserme[21]. Anche gli spazi concessi alla National Gallery
all'interno della costruzione erano davvero modesti, dal momento che l'ala orientale fu occupata dalla Royal
Academy fino al 1868, quando venne spostata nella sua attuale sede di Burlington House.
Il palazzo fu oggetto di pubblico scherno fin da prima della
sua realizzazione, quando una versione del progetto era stato
pubblicato dalla Literary Gazette nel 1833[22]. Due anni
prima del completamento dell'opera il suo tristemente
celebre prospetto comparve sul frontespizio di Contrasts
(1836), un autorevole trattato dell'architetto neogotico A. W.
N. Pugin, citato come esempio della degenerazione dello
stile classico[23]. Anche il Re William IV considerava
l'edificio "un bugigattolo brutto e stretto"[24]. I giudizi sulla
facciata realizzata da Wilkins sono per poi
considerevolmente migliorati con il tempo. A riprova di ci
La facciata del palazzo progettata da Wilkins illuminata di
si pu citare un altro regale commentatore, l'attuale Principe
notte
di Galles che la cit in un discorso del 1984 come " un'amica
amata ed elegante".
National Gallery (Londra) 158

Modifiche ed espansione (Pennethorne, Barry e Taylor)


La prima modifica significativa all'edificio fu l'ampia galleria aggiunta da Sir James Pennethorne nel 1860-61[25].
Rispetto alle stanze realizzate da Wilkins era riccamente decorata, ma fin comunque per peggiorare la situazione dei
gi ristretti spazi del museo, dal momento che era aveva preso il posto del precedente salone d'ingresso[26].
Naturalmente vi furono diverse proposte tese o a riprogettare completamente la National Gallery ( come quella di Sir
Charles Barry nel 1853) o a spostarla in dei locali pi spaziosi nel quartiere di Kensington, dove tra l'altro l'aria
cittadina era migliore. Nel 1867 il figlio di Barry, Edward Middleton Barry, propose di sostituire l'edificio progettato
da Wilkins con uno pi grande, dotato di quattro cupole in stile classico. Il progetto fu bocciato e i critici dell'epoca
definirono l'aspetto che l'esterno del palazzo avrebbe assunto come "una sfacciata imitazione della Cattedrale di
Saint Paul[27].
Con la demolizione dell'ospizio tuttavia, tra il 1872 e il 1876 Barry
riusc a costruire il primo rilevante ampliamento del museo.
Realizzati in un policromo stile Neo-rinascimentale, i Saloni Barry
vennero disposti a croce greca attorno ad una vasta sala centrale
ottagonale. Anche se la loro realizzazione andava a compensare la
deludente scelta architettonica del palazzo di Wilkins, la nuova ala
costruita da Barry non piacque al personale del museo che valut
che il suo aspetto sfarzoso e monumentale fosse in conflitto con la
sua funzione di semplice spazio espositivo. Inoltre il tipo di
I Saloni Barry , progettati da E. M. Barry (187276).
decorazioni realizzato non teneva conto dell'uso che intendevano
fare delle stanze: ad esempio sul soffitto della sala dedicata alla
pittura italiana del XV e XVI secolo vennero scritti i nomi di artisti britannici del XIX secolo[28]. Nonostante questi
inciampi i Saloni Barry rappresentarono per il museo un'importante asse centrale a cui si sono adeguati tutti i
progetti d'ampliamento da allora succedutisi per circa un secolo, in modo che il risultato finale stato un edificio
dotato di una chiara simmetria.

La galleria di Pennethorne venne demolita nel corso della successiva


fase di ampliamento, un progetto dell'architetto John Taylor, che estese
la costruzione nella parte posteriore rispetto all'entrata centrale. Il
soffitto del nuovo vestibolo, dotato di una cupola di vetro, fu decorato
dall'impresa familiare Crace, che aveva lavorato anche alla
realizzazione dei Saloni Barry.[29]. Un affresco, che secondo le
intenzioni avrebbe dovuto decorare il muro meridionale, non venne
mai realizzato e il suo posto attualmente occupato dal dipinto di
Frederic Leighton La famosa Madonna di Cimabue portata in
La Staircase Hall, progettata da Sir John Taylor.
processione attraverso le strade di Firenze (18535), prestato dalla
Royal Collection negli anni novanta[30].

Dal 1928 al 1952 il pianterreno del vestibolo fu decorato con una serie di mosaici di Boris Anrep. Anrep era in
rapporti di amicizia con vari membri del Bloomsbury Group e condivideva il loro disprezzo per gli atteggiamenti e il
modo di pensare dell'et vittoriana. I suoi mosaici possono essere quindi letti come una satira dei modi di decorare
gli edifici pubblici del XIX secolo[31], perfettamente rappresentati dagli elaborati gruppi scultorei dell'Albert
Memorial. Anrep sovvert la pomposit e il tono fortemente moralistico di quel tipo di opere, rappresentando nei
propri lavori la sua concezione delle virt moderne (tra cui il senso dell'umorismo e l' apertura mentale) al posto
delle tradizionali sette virt cristiane[32], e celebrando i Piaceri della vita ( tra cui il Christmas pudding[33] e le sue
Fatiche. Rifiutando di ritrarre il pantheon delle illustri figure del passato, i mosaici pongono su di un piedistallo i
contemporanei di Anrep: il mosaico centrale, che rappresenta Il risveglio delle Muse include i ritratti di Virginia
Woolf e Greta Garbo, mentre Winston Churchill, Bertrand Russell and Thomas Stearns Eliot sono ritratti tra le figure
National Gallery (Londra) 159

allegoriche della serie delle Virt moderne.

L'espansione delle ali settentrionale e occidentale


La successiva espansione dell'ala occidentale fu portata avanti in modo pi regolare, mantenendo la simmetria
dell'edificio e riproducendo la planimetria a croce ideata da Barry per quella orientale. Venne mantenuto anche
l'impiego di marmi di colore scuro per i telai delle porte e di ardesia per lo zoccolo delle pareti, conferendo alle
nuove ali anche una certa continuit stilistica con le parti antecedenti. Lo stile classico fu mentenuto fino al 1929,
quando venne costruita la galleria Duveen, con il suo soffitto a volta a botte decorato a cassettoni. La simmetria
dell'edificio venne spezzata nel 1975 con la realizzazione delle gallerie nord, una poco amata aggiunta in stile
modernista. "Mal proporzionate, poveramente illuminate e con un'evidente carenza di stile architettonico" come
sono definite sul National Gallery Report del 1997[34], le gallerie sono state rimodellate negli anni novanta secondo
uno stile che va ad imitare quello delle loro antenate del secolo precedente. I lavori fecero parte di un pi vasto
programma di rinnovamento del piano principale del museo che erano iniziati nel 1985/6 con il restauro delle Stanze
Barry.

L'Ala Sainsbury e ampliamenti successivi


Il pi importante ampliamento degli ultimi anni
rappresentato dall' Ala Sainsbury, progettata dai celebri
architetti postmodernisti Robert Venturi e Denise Scott
Brown per ospitare la collezione di dipinti rinascimentali, e
costruita nel 1991. La realizzazione effettiva stata ritardata
dopo che il Principe Carlo aveva pubblicamente definito un
progetto in corso d'opera di un ampliamento del museo in
stile modernista degli architetti Ahrends, Burton e Koralek
"una mostruosa pustola posta sul volto di un amico amato ed
elegante"[35]. Il progetto incluse anche una parte dedicata a
uffici, posti sotto la galleria. Si giunse cos alla realizzazione
L'Ala Sainsbury vista dal lato di Trafalgar Square
di un plastico in scala che venne esposto alla Royal Academy
nel 1983. Solo nel 1985 per, la donazione di John
Sainsbury, Barone Sainsbury di Preston Candover e dei suoi fratelli rese fattibile la realizzazione di un nuovo
edificio dedicato all'uso esclusivo della National Gallery. Data la particolarit della sua posizione, non sorprende che
l'Ala Sainsbury si discosti dagli standard dei progetti di Venturi attenuandone le particolarit, riuscendo a fondersi
con la facciata di Wilkins e proponendo una scaltra rivisitazione del linguaggio architettonico classico.

In contrasto con le ricche decorazione della sale del XIX secolo o che comunque ne imitano lo stile, le gallerie
espositive dell'Ala Sainsbury sono deliberatamente pi semplici e di dimensioni pi ridotte, per adattarsi alle minori
dimensioni dei dipinti in esse esposti. Sono ispirate a quelle ideate da Sir John Soane per la Dulwich Picture Gallery
e le loro mura bianche con dettagli grigi in pietra serena (come i contorni delle porte) sono un riferimento allo stile
del Brunelleschi. L'approccio postmodernista di Venturi pienamente percepibile, grazie alle sue citazioni stilistiche
tratte dai palazzi di vari circoli di Pall Mall, dalla Scala Regia in Vaticano, dai magazzini di epoca vittoriana e dagli
antichi templi egizi
Dopo la pedonalizzazione di Trafalgar Square, la National Gallery ha varato un progetto per riconvertire gli spazi del
piano terra lasciati liberi dagli uffici in spazi aperti al pubblico. Il progetto prevede anche il riutilizzo di cortili
attualmente in disuso e l'occupazione di spazi acquistati dall'adiacente National Portrait Gallery di St Martin's Place.
La prima parte di lavori, il progetto Ala Est disegnato da Jeremy Dixon e Edward Jones ha aperto al pubblico nel
2004 e contiene un nuovo ingresso al museo dal pianterreno dal lato di Trafalgar Square. L'ingresso principale stato
riarredato e aperto al pubblico nel settembre 2005.
National Gallery (Londra) 160

Direttori
Questo l'elenco dei direttori della National Gallery dalla fondazione ad oggi:

Direttori della National Gallery


Sir Charles Lock Eastlake 18551865
Sir William Boxall 18661874
Sir Frederick William Burton 18741894
Sir Edward Poynter 18941904
Sir Charles Holroyd 19061916
Sir Charles Holmes 19161928
Sir Augustus Daniel 19291933
Sir Kenneth Clark 19341945
Sir Philip Hendy 19461967
Sir Martin Davies 19681973
Sir Michael Levey 19731986
Neil MacGregor 19872002
Dr Charles Saumarez Smith 20022007
Dr Nicholas Penny 2008

Gli artisti associati


A partire dal 1989 il museo ha dato vita ad un progetto che concede uno studio in uso ad un artista affinch possa
creare opere proprie ispirate alla collezione permanente. Generalmente il ruolo di artista associato viene mantenuto
per due anni e ,al termine del periodo, viene organizzata un'esposizione all'interno del museo. Questo l'elenco degli
artisti che finora hanno partecipato al progetto:

Artista Periodo

Paula Rego 1989 1990

Ken Kiff 1991 1993

Peter Blake 1994 1996

Ana Maria Pacheco 1997 1999

Ron Mueck 2000 2002

John Virtue 2003 2005

Alison Watt 2006 2008


National Gallery (Londra) 161

Opere principali

Scuola inglese
Anonimo
Dittico Wilton, 1395 circa
John Constable
Il carro da fieno, 1821
Il campo di grano, 1826
La cattedrale di Salisbury vista dai campi, 1831
Il cenotafio, 1836
William Turner La valorosa Tmraire (William Turner, 1838-1839)

Il molo di Calais, con pescatori francesi che escono in mare


mentre arriva la nave postale inglese, 1803
Ulisse schernisce Polifemo, 1829
La valorosa Tmraire, 1838-1839
Pioggia, vapore e velocit, 1844

Scuola italiana
Beato Angelico
Cinque scomparti della predella e un tondo dalla Pala di
Fiesole, 1424-1425 circa
Antonello da Messina
Madonna Salting, 1460-1469 circa
Salvator mundi, 1465-1475 circa
Ritratto d'uomo, 1475-1476 circa
San Girolamo nello studio, 1474-1475 circa
Crocifissione, 1475
Bacchiacca
Giuseppe riceve i fratelli, 1515 circa
Giuseppe perdona i fratelli, 1515 circa
Jacopo Bellini
Madonna dell'Umilt adorata da un principe della casata
Estense, 1440-1445 circa
Giovanni Bellini Giovanni Bellini, Ritratto del doge Leonardo Loredan
Orazione nell'orto, 1459 (1501)

Ritratto del doge Leonardo Loredan, 1501


Madonna del Prato, 1505
Ritratto di fra' Teodoro da Urbino, 1515
Bergognone
Madonna col Bambino, 1488-1490
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria, 1490 circa
Dittico di Cristo portacroce e Agonia nell'Orto, 1501 circa
National Gallery (Londra) 162

Sandro Botticelli
Venere e Marte, 1483
Nativit mistica, 1501
Francesco Botticini
Assunzione di Maria, 1475-1476
Agnolo Bronzino
Allegoria del trionfo di Venere, 1540-1545 circa
Francesco del Cossa
Cena in Emmaus (Caravaggio, 1601)
San Vincenzo Ferrer, 1472-1473

Caravaggio
Ragazzo morso da un ramarro, 15951596)
Cena in Emmaus, 1601
Salom con la testa del Battista, circa 1607
Annibale Carracci
Domine, quo vadis?, 1602 circa
Cima da Conegliano
Testa di Cristo coronato di spine, 1510
Gionata e David con la testa di Golia, 1500
San Girolamo nel deserto, 1500-1510
San Marco, 1500 circa
San Sebastiano, 1500 circa
Incredulit di San Tommaso, 1502-1504
Madonna col Bambino, 1496-1499
Madonna col Bambino, 1499-1502
Madonna col Bambino, 1505
Madonna col Bambino tra i santi Paolo e Francesco, 1508-1530
Madonna col Bambino tra i santi Giovanni evangelista e Nicola di Bari, 1513-1518
Correggio
Commiato di Cristo dalla madre, 1513 circa
Madonna della Cesta, 1525 circa
Ecce Homo, 1526 circa
Educazione di Cupido, 1527-1528 circa
Gentile da Fabriano
Madonna in trono col Bambino e angeli, pannello centrale dal Polittico Quaratesi, 1425
Giorgione
Tramonto, 1505-1510 circa
Leonardo da Vinci
Vergine delle Rocce, 1495-1508
Cartone di sant'Anna, 1501?-1505
Filippo Lippi
Annunciazione, 1453 circa
National Gallery (Londra) 163

Sette Santi, 1460 circa


Apparizione della Vergine a san Bernardo, 1447
Lorenzo Lotto
Ritratto di Giovanni Agostino della Torre con il figlio Niccol, 1515
Ritratto di gentildonna nelle vesti di Lucrezia, 1533 circa
Bernardino Luini
Cristo tra i dottori, 1515-1530 circa
Andrea Mantegna
Orazione nell'orto, 1455 circa
Sansone e Dalila, 1495-1505 circa
Tuccia, 1495-1506
Sofonisba, 1495-1506
Sacra Famiglia con san Giovannino, 1500 circa
Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Maria Maddalena, 1500 circa
Introduzione del culto di Cibele a Roma, 1505-1506
Masolino e Masaccio
Due pannelli della Pala Colonna, 1428 circa
Santi Girolamo e Giovanni Battista (Masaccio)
Santi Gregorio Magno e Mattia (Masolino)
Madonna in trono con Bambino (Masaccio) dal Polittico di Pisa, 1426
Michelangelo
Madonna di Manchester, 1497 circa
Sepoltura di Cristo, 1500-1501
Moretto
Ritratto virile a figura intera, 1526
Pala di Londra, 1540 circa
Ritratto di Fortunato Martinengo Cesaresco, 1542
Niccol di Bonaccorso
Sposalizio della Vergine, 1380 circa
Parmigianino
Ritratto di un collezionista, 1524 circa
Visione di san Girolamo, 1526-1527
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria, 1529 circa
Perugino
Madonna di Loreto, 1507 (in deposito al Victoria and Albert Museum)
Polittico della Certosa di Pavia, 1499 circa
Piero della Francesca
Battesimo di Cristo, 1448-1450
San Michele Arcangelo, 1454-1469
Nativit, 1470-1485
Piero di Cosimo
Morte di Procri, 1495 circa
National Gallery (Londra) 164

Pinturicchio
Ritorno di Ulisse, 1508-1509
Pisanello
Visione di Sant'Eustachio, 1436-1438
Madonna tra i santi Antonio Abate e Giorgio, 1445 circa
Piero del Pollaiolo
Apollo e Dafne, 1465-1470 circa
Martirio di san Sebastiano, 1475 circa
Pinturicchio
Madonna col Bambino benedicente, 1480 circa
Pontormo
Giuseppe riceve richieste d'aiuto dai fratelli, 1515 circa
Giuseppe venduto a Putifarre, 1515 circa
Supplizio del fornaio, 1515 circa
Giuseppe in Egitto, 1518 circa
Raffaello
Crocifissione Mond, 1502-1503
Sogno del cavaliere, 1503-1504 circa
Andata al Calvario dalla Pala Colonna, 1504-1506 circa
Pala Ansidei, 1505
Predica del Battista, 1505 circa
Madonna dei Garofani, 1506-1507 circa
Santa Caterina d'Alessandria, 1507 circa
Madonna Garvagh, 1509 circa
Madonna Mackintosh, 1509-1511
Ritratto di papa Giulio II, 1511-1512
Giovanni Gerolamo Savoldo
Maria Maddalena, 1535-1540 circa
Sebastiano del Piombo
Resurrezione di Lazzaro (con Michelangelo, 1516-1517)
Luca Signorelli
Circoncisione, 1490-1491 circa
Adorazione dei pastori, 1496
Tintoretto
Origine della Via Lattea, 1575-1580 circa
Tiziano
Ritratto di Ariosto, 1510 circa
La Schiavona, 1510 circa
Sacra Famiglia con un pastore, 1510 circa
Ritratto di giovane, 1515 circa
Noli me tangere, 1511 circa
Bacco e Arianna, 1520-1523
Madonna col Bambino tra i santi Giovannino e Caterina, 1530 circa
National Gallery (Londra) 165

Ritratto votivo della famiglia Vendramin, 1543-1547 circa


Cosm Tura
Calliope, 1455-1460 circa
Madonna Roverella, 1470-1474
San Girolamo penitente, 1470 circa
Vergine annunciata, 1475-1480 circa
Paolo Uccello
Battaglia di San Romano, pannello con Niccol da Tolentino alla testa dei fiorentini, 1438 circa
San Giorgio e il drago, 1456 circa
Domenico Veneziano
Tabernacolo Carnesecchi, 1440-1444 circa
Verrocchio
Tobiolo e l'angelo, forse in collaborazione con Leonardo da Vinci, 1470-1475 circa

Scuola fiamminga e olandese


Hieronymus Bosch
Incoronazione di spine, 1485 circa
Bruegel il Vecchio
Adorazione dei Magi, 1564
Robert Campin
Madonna del parafuoco, 1430 circa
Hans Memling
Trittico Donne, 1470 circa
Rembrandt
Saskia in veste di Flora, 1635 circa
Festino di Baldassarre, 1636 circa
Autoritratto con camicia ricamata, 1640
Cristo e l'adultera, 1644
Giovane donna al bagno in un ruscello, 1654
Pieter Paul Rubens
Sansone e Dalila, 1609
Ritratto di Suzanne Fourment, 1622
Festino di Baldassarre (Rembrandt, 1636 circa)
Minerva protegge la Pace da Marte (Pace e Guerra), 1629-1630
Il castello di Steen, 1635 circa
Il serpente di bronzo, 1638-1639
Jan Steen
Giocatori di birilli davanti a una locanda, 1663 circa
Jan van Eyck
Ritratto di giovane (o Timoteo), 1432
Ritratto di uomo con turbante rosso, 1433
Ritratto dei coniugi Arnolfini, 1435
Vincent Van Gogh
National Gallery (Londra) 166

Vaso di girasoli, 1888


La sedia di Vincent, 1888
Campo di grano con cipressi, 1889
Jacob Van Ruisdael
Cascata fra le rocce, 1660-1670
Paesaggio con rovine di un castello e una chiesa, 1665-1670
Jan Vermeer
Donna in piedi alla spinetta, 1672
Donna seduta alla spinetta, 1675 circa

Scuola francese
Edgar Degas
Giovani spartane, 1860-1862
Mademoiselle La La al Circo Fernando, 1879
L'acconciatura, 1892-1895 Vaso di girasoli (Vincent Van Gogh, 1888)

Jean-Franois Millet
Il vagliatore, 1848
Pierre-Auguste Renoir
Il canottaggio, 1879 circa
Gli ombrelli, 1881-1886 circa
Henri Rousseau
Sorpresa!, 1891
Georges-Pierre Seurat
Une baignade Asnires, 1883-1884
Le modelle - versione piccola, 1888

Scuola spagnola
El Greco
Cacciata dei mercanti dal tempio, 1600 circa
Laocoonte, 1610-1614
Francisco Goya
Une baignade Asnires (1883-1884, Georges-Pierre
La lampada del diavolo, 1798 circa Seurat)
Il Duca di Wellington, 1812-1814
Diego Velzquez
Cristo in casa di Marta e Maria, 1620 circa
Filippo IV, 1631-1632
Venere e Cupido, 1648
National Gallery (Londra) 167

Scuola tedesca
Albrecht Altdorfer
Paesaggio con un ponte, 1518 circa
Lucas Cranach il Vecchio
Venere e Cupido, 1529 circa
Albrecht Drer
Ritratto di Albrecht Drer il Vecchio, 1497
San Girolamo penitente, 1519 circa

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=National_Gallery_%28Londra%29& language=it&
params=51_30_32_N_0_07_39_W_region:GB_type:landmark
[2] http:/ / www. nationalgallery. org. uk
[3] Sculture e opere d'arte funzionali si trovano al Victoria and Albert Museum, il British Museum ospita le antichit, l'arte di paesi non
occidentali, le stampe e i disegni, mentre le opere d'arte contemporanee sono al Tate Modern. Alla National Gallery sono presenti anche alcuni
dipinti di origine britannica, ma la National Collection of British Art ospitata principalmente al Tate Britain
[4] Gentili, Augusto; Barcham, William & Whiteley, Linda (2000). Paintings in the National Gallery. Londra: Little, Brown & Co., p. 7
[5] Louise Jury. Second time lucky for National Gallery's new director (http:/ / www. thisislondon. co. uk/ arts/ article-23423070-details/
Second+ time+ lucky+ for+ Gallery's+ new+ director/ article. do), The Evening Standard, 26 novembre 2007. URL consultato in data
22/02/2008.
[6] Andrew Moore. Sir Robert Walpoles pictures in Russia! (http:/ / www. findarticles. com/ p/ articles/ mi_m1026/ is_n4_v150/ ai_18850830/
pg_2), Magazine Antiques, 2 ottobre 1996. URL consultato in data 22/02/2008.
[7] Fullerton, Peter (1979). Some aspects of the early years of the British Institution for Promoting the Fine Arts in the United Kingdom
18051825. MA dissertation, Courtauld Institute of Art., p. 37
[8] Taylor, Brandon (1999). Art for the Nation: Exhibitions and the London Public, 1747-2001. Manchester: Manchester University Press, p. 37
[9] Robertson, David (2004). "Eastlake, Sir Charles Lock (17931865)", Oxford Dictionary of National Biography, Oxford: Oxford University
Press.
[10] Grove Dictionary of Art, Vol. 9, p. 683
[11] Spalding, Frances (1998). The Tate: A History. Londra: Tate Gallery Publishing, p. 39
[12] The Mond Bequest (http:/ / www. nationalgallery. org. uk/ exhibitions/ mond_bequest/ default. htm) (Official NG website)
[13] MacGregor, Neil (2004). "A Pentecost in Trafalgar Square", pp. 2749 in Cuno, James (ed.). Whose Muse? Art Museums and the Public
Trust. Princeton: Princeton University Press and Cambridge, MA: Harvard University Art Museums, p.43
[14] Fisher, Mark (2004). Britain's Best Museums and Galleries. Londra: Penguin, p. 789
[15] Martin Bailey. National Gallery faces worst acquisition crisis in over a century (http:/ / www. theartnewspaper. com/ article01.
asp?id=676), The Art Newspaper, 2 July 2007. URL consultato in data 14/10/2007 Non pi disponibile il 22/02/2008.
[16] Martin Bailey. National Gallery may start acquiring 20th century art (http:/ / www. theartnewspaper. com/ article01. asp?id=55), The Art
Newspaper, 2 novembre 2005. URL consultato in data 14/10/2007 Non pi disponibile il 22/02/2008.
[17] Cronaca: Sir Denis Mahon (http:/ / www. cronaca. com/ archives/ 000503. html)
[18] Gaskell, Ivan (2000). Vermeer's Wager: Speculations on Art History, Theory and Art Museums. Londra: Reaktion, pp. 179182
[19] Summerson, John (1962). Georgian London. London: Penguin, pp. 2089
[20] Grove Dictionary of Art, Vol. 33, p. 192
[21] L'ospizio St Martin (verso est) fu abbattuto in occasione della costruzione dell'ampliamento progettato da E. M. Barry, mentre le caserme St
George rimasero al loro posto fino al 1911, presumibilmente perch c'era bisogno che le truppe si trovassero nelle immediate vicinanaze di
Trafalgar Square per sedare e contenere le dimostrazioni.(Conlin op. cit., p. 401) Wilkins sperava di avere un maggiore spazio a disposizione
verso sud ma gli venne negato perch costruire in quel punto significava oscurare la vista della chiesa di St Martin in the Fields
[22] Conlin, Jonathan (2006). The Nation's Mantelpiece: A history of the National Gallery. Londra: Pallas Athene, p. 60
[23] Conlin op. cit., p. 367
[24] Tyack, Geoffrey (1990). "'A Gallery Worthy of the British People': James Pennethorne's Designs for the National Gallery, 1845-1867", pp.
120134 in Architectural History, Vol. 33, 1990, p. 120
[25] Una stampa d'epoca che la raffigura (http:/ / www. ribapix. com/ image. php?i=18983& r=2& t=4& x=1)
[26] Conlin op. cit., pp. 384-5
[27] Barker, Felix & Hyde, Ralph (1982). London as it might have been. Londra: John Murray, pp. 1167
[28] Conlin op. cit., p. 396
National Gallery (Londra) 168

[29] La decorazione non piaceva affatto al direttore Charles Holmes e fu distrutta negli anni venti (http:/ / findarticles. com/ p/ articles/
mi_qn4158/ is_20040614/ ai_n12791111) ma stata ricreata durante i restauri del 2005
[30] Conlin op. cit., p. 399
[31] Conlin op. cit., pp. 4045
[32] Oliver, Lois (2004). Boris Anrep: The National Gallery Mosaics. London: National Gallery Company, p. 54
[33] N.d.t. Tipico dolce natalizio britannico
[34] Gaskell, Ivan (2000). Vermeer's Wager: Speculations on Art History, Theory and Art Museums. Londra: Reaktion, pp. 179182
[35] Vedi immagine del progetto (http:/ / www. ribapix. com/ image. php?i=17036& r=2& t=4& x=1)

Bibliografia
Louise Govier, The National Gallery, National Gallery Company Ltd., Londra 2010. ISBN 9781857094701

Voci correlate
National Gallery (Washington)
National Gallery of Scotland
National Gallery of Ireland

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/National Gallery,
London

Collegamenti esterni
(DE,EN,FR) Sito ufficiale (http://www.nationalgallery.org.uk)
(EN) Vedute fotografiche a 360 delle sale del museo (http://www.insecula.com/us/musee/M0243.html)
British Museum 169

British Museum
British Museum

La facciata d'ingresso del museo


Datafondazione 1753

Fondatori Hans Sloane

Indirizzo Great Russell Street, Londra, WC1, Inghilterra

Sito [1]
Sito ufficiale

Il British Museum uno dei pi grandi ed importanti musei di storia del mondo. stato fondato nel 1753 da sir
Hans Sloane, un medico e scienziato che ha collezionato un patrimonio letterario ed artistico nel suo nucleo
originario: la biblioteca di Montague House a Londra. Questa stata acquistata dal governo britannico per ventimila
sterline ed aperta al pubblico il 15 gennaio 1759. L'attuale presidente sir John Boyd.
Il museo ospita sei milioni di oggetti che testimoniano la storia e la cultura materiale dell'umanit dalle origini ad
oggi, ma molti di questi sono ammassati negli scantinati per mancanza di spazio. Si trova in Great Russell Street, a
Londra.

Storia

Sir Hans Sloane, fondatore del British Museum


Anche se oggi il museo principalmente incentrato sull'antichit e la storia delle culture, alla nascita il British
Museum venne pensato come "museo universale". La sua nascita dovuta al volere del medico e naturalista Sir Hans
Sloane (1660-1753). Durante la sua vita Sloane riun una invidiabile collezione di curiosit ed oggetti e, non volendo
che venisse smembrata alla sua morte, ne fece dono a Re Giorgio II per la cifra di 20.000 sterline.
La collezione di Sloane consisteva a quel tempo di circa 71.000 oggetti di ogni tipo, inclusi circa 40.000 libri
stampati, 7.000 manoscritti, un'ampia collezione di esempi di storia naturale inclusi 337 volumi di piante essiccate,
stampe e disegni tra cui quelli di Albrecht Drer e antichit dall'Egitto, Grecia, Roma, dal Vicino Oriente antico,
dall'estremo oriente e dalle Americhe e dall'asia

La fondazione del museo (1752)


Il 7 giugno 1752 Giorgio II diede il suo assenso formale alla legge che creava il British Museum. L'atto di
fondazione univa due biblioteche alla iniziale collezione di Sloane: la Cottonian Library, riunita da Sir Robert Bruce
Cotton e risalente all'et elisabettiana, e la biblioteca di Harleiana, riunita dai conti di Oxford. A queste venne
aggiunta nel 1757 la Royal Library, composta dai libri acquisiti da diversi monarchi britannici. Queste quattro
"collezioni fondative" includevano molti dei prezisi libri ora trasferiti presso la British Library, incluso l'evangeliario
di Lindisfarne e l'unica copia sopravvissuta di Beowulf.
British Museum 170

Il British Museum fu il primo museo di nuovo tipo; nazionale, non di propriet ecclesiastica o del Re, aperto al
pubblico gratuitamente e teso a conservare tutte le produzioni umane. Le variegate collezioni riunite da Sloane,
rispecchiavano i suoi peculiari interessi. L'aggiunta delle biblioteche Cottoniana e Harleiana introdussero elementi
letterari e antiquari, facendo del museo anche la biblioteca della nazione.

Le "Stanze delle Meraviglie" (1753-78)


Venne deciso di stabilire la sede nel museo in un palazzo del XVII secolo convertito per l'uso, Montagu House, che
venne comprato dalla omonima famiglia per 20.000 sterline. Venne invece rifiutata Buckingham House, nel sito ora
occupato da Buckingham Palace, a causa del costo eccessivo e della localit poco conveniente.
Con l'acquisizione di Montagu House le prime gallerie e la stanza di lettura per gli studenti vennero aperte il 15
gennaio 1759. Nel 1757 Giorgio II aveva ceduto la Old Royal Library e con essa il diritto a ricevere una copia di
ogni libro pubblicato nel regno, assicurando cos la crescita perpetua della biblioteca. Il predominio di oggetti
correlati alla storia naturale, libri e manoscritti inizi a diminuire quando nel 1772 il museo acquis i primi pezzi
antichi degni di nota, ovvero la collezione di ceramica greca di William Hamilton. Durante i primi anni di attivit il
museo ricevette altre donazioni, tra cui la Collezione Thomason di opuscoli risalenti alla guerra civile inglese e la
biblioteca di David Garrick, formata da circa 1.000 opere teatrali a stampa, ma iniziando anche a contenere oggetti
antichi tuttora visibili ai visitatori del museo.

Indolenza ed energia (1778-1800)


Dal 1778 vennero esposti una serie di oggetti provenienti dai "Mari del Sud", portati in Inghilterra dai viaggi intorno
al mondo di vari esploratori britannici tra cui James Cook. La vista di questi oggetti affascin i visitatori mostrando
le culture di terre prima sconosciute. L'acquisizione di una collezione di libri, gemme intagliate, monete, stampe e
disegni da Clayton Mordaunt Cracherode aument ulteriormente l'importanza del museo e inizi a rendere evidente
la necessit di una sede nuova e pi ampia per contenere le collezioni di recente acquisizione e il crescente numero di
visitatori.
William Hamilton, ambasciatore britannico presso il Regno di Napoli, vendette altri reperti al museo nel 1784, tra
cui un colossale piede di Apollo in marmo. Era uno dei due pezzi riprodotti per Hamilton da Francesco Progenie,
allievo di Pietro Fabris, che offr anche una serie di disegni del Vesuvio inviati alla Royal Society.

Crescita e cambiamenti (1800-25)


All'inizio del XIX secolo inizi ad aumentare l'interesse per le collezioni greche, romane ed egizie, che iniziaronono
a dominare gli spazi espositivi. Dopo la fine della Campagna d'Egitto guidata da Napoleone e la sconfitta francese
nella battaglia del Nilo del 1801 il museo inizi ad acquisire numerosi pezzi di scultura egiziana e nel 1802 re
Giorgio III present la stele di Rosetta, chiave per la comprensione della scrittura geroglifica. Doni e acquisti da
Henry Salt, console generale in Egitto, portarono al museo opere come la statua colossale di Ramesse II, acquisita
nel 1818, segnarono la nascita della collezione di scultura egiziana. Nel 1805 era stata acquisita la collezione di
Charles Townley, composta prevalentemente di sculture romane. Nel 1806 Thomas Bruce, ambasciatore presso
l'Impero ottomano tra il 1799 ed il 1803, rimosse le sopravvissute sculture marmoree del Partenone, sull'Acropoli di
Atene, trasferendole quindi in patria. Nel 1816 questi pezzi vennero acquisiti dal British Museum in seguito ad una
apposita legge ed esposti nel museo. A questi si aggiunsero i fregi del Tempio di Apollo Epicurio, parte della antica
citt greca di Phigalia. La raccolta di una collezione riguardante il medio oriente antico inizi nel 1825, con
l'acquisto di antichit Assire e Babilonesi dalla vedova di Claudius James Rich.
Nel 1802 si inizi a studiare una possibile espansione del museo, resa in seguito pi urgente dalla donazione della
King's Library, la biblioteca personale del Re Giorgio III, ricca di 65.000 volumi, 19.000 Pamphlet, mappe, carte e
disegni topografici. All'architetto neoclassico Robert Smirke venne richiesto un progetto per ampliare il museo nella
zona ad est "... per accogliere la Royal Library e una galleria di pittura sopra di essa...", oltre ad ulteriori disegni per
British Museum 171

l'edificio quadrangolare attualmente ancora visibile. La vecchia Montagu House venne demolita e i lavori per la
King's Library iniziarono nel 1823. L'ala est venne completata nel 1831 anche se, con la fondazione della National
Gallery avvenuta nel 1824, l'idea di utilizzare un piano per esporre opere pittoriche venne abbandonata, e lo spazio
utilizzato per esporre le collezioni di storia naturale.

Il museo in costruzione e le spedizioni archeologiche (1825-1850)


La zona divenne quindi un grande cantiere, dal quale emerse lentamente il grande edificio neoclassico progettato da
Smirke. La King's Library venne dislocata al piano terra dell'ala orientale dal 1827, anche se non venne aperta
liberamente al pubblico fino al 1857, fatta eccezione per la Esposizione Universale del 1851, durante la quale
vennero effettuate delle aperture straordinarie. Durante questo periodo, le collezioni del museo continuarono
comunque a crescere.
Nel 1840 infatti il museo partecip per la prima volta ad una spedizione di scavi all'estero, la missione di Charles
Fellows a Xanthos, in Asia minore, da dove vennero riportati in patria i resti delle tombe dei governanti dell'antica
Licia, tra il Monumento delle Nereidi e la tomba di Payava. Nel 1857 Charles Thomas Newton scopr il mausoleo di
Alicarnasso, una delle Sette meraviglie del mondo antico. Tra gli anni 40 e gli anni 50 del secolo il museo
sovvenzion ulteriori scavi in Assiria eseguiti da Austen Henry Layard e in antichi siti come Nimrud e Ninive. Di
particolare interesse fu la scoperta della grande biblioteca di tavolette cuneiformi di Sardanapalo, che rese il museo
un centro mondiale di studi sull'antica Assiria.
Sir Thomas Grenville, membro del consiglio di amministrazione del museo dal 1830, riun durante la sua vita una
biblioteca di 20.240 volumi, che in seguito pass al museo secondo le sue volont testamentarie. I libri, giunti nel
gennaio 1847, vennero quindi disposti in un'unica stanza rimasta libera e inizialmente pensata come deposito per i
manoscritti, dove sono rimasti fino alla nascita della British Library a St Pancras nel 1998.

Il nuovo edificio e la crescita delle collezioni (1850-75)


L'apertura dell'ingresso principale nel 1852 segn la fine dei lavori di costruzione del nuovo edificio in base al
progetto di Smirke elaborato nel 1823. Nonostante ci furono necessari nuovi lavori per alloggiare le collezioni in
costante crescita. Le Infill galleries vennero costruite per contenere le sculture assire e la sala di lettura circolare di
Sydney Smirke, pensata per contenere un milione di volumi, venne aperta nel 1857. A causa della eccessiva fame di
spazio delle collezioni, venne deciso di spostare i reperti di storia naturale in un nuovo edificio a South Kensington,
che sarebbe poi diventato il Natural History Museum.
Durante gli anni in cui venne costruito il nuovo edificio inizi la carriera di Antonio Panizzi, l'italiano spesso
ricordato come il "secondo fondatore" del British Museum. Sotto la sua guida, la biblioteca quintuplic la sua
grandezza, diventando un'istituzione ben organizzata e utilizzabile dagli studiosi, oltre ad essere la seconda
biblioteca del mondo dopo la Bibliothque nationale de France di Parigi. Lo spazio quadrato al centro del nuovo
edificio venne ampiamente utilizzato per le collezioni, con la creazione della gi citata sala di lettura circolare con la
volta in ferro.
Fino alla met del XIX secolo le collezioni possedute rimasero relativamente circoscritte ma dal 1851, con l'ingresso
al museo di Augustus Wollaston Franks come curatore, il museo inizi per la prima volta a raccogliere reperti ed
oggetti medievali britannici ed europei, ritrovamenti preistorici e antichit provenienti dall'Asia. Venne anche
ampliata e diversificata la collezione etnografica. Nel frattempo continuarono le spedizioni archeologiche all'estero,
in una delle quali John Turtle Wood scopr il Tempio di Artemide ad Efeso, risalente al IV secolo e anch'esso una
delle meraviglie del mondo antico.
British Museum 172

Innovazioni e lasciti (1875-1900)


Le collezioni di storia naturale rimasero parte integrante del museo fino al loro trasferimento, avvenuto nel 1887, nel
nuovo British Museum of Natural History, oggi il Natural History Museum. Con questa divisione ed il
completamento della nuova ala affacciata su Montague Street nel 1884, lo spazio disponibile per le antichit, le
collezioni etnografiche e la biblioteca si espanse. In questo periodo vennero introdotte innovazioni come
l'illuminazione elettrica nella Reading Room e nelle gallerie.
Nel 1882 il museo partecip alla creazione dell'indipendente Egypt Exploration Fund, la prima istituzione britannica
deputata allo studio dell'egittologia. Un lascito da parte di Emma Turner nel 1892 premise di finanziare una
campagna di scavi a Cipro. Nel 1897 la morte del grande collezionista e curatore A.W. Franks, venne seguita dalla
donazione della sua immensa collezione, comprendente 3.300 anelli, 153 boccali, 512 pezzi di porcellana, 1.500
netsuke, 850 Inr, 30.000 ex libris e oggetti vari di gioielleria, tra cui il tesoro di Oxus.
Nel 1898 il barone Ferdinand James von Rothschild Ferdinand de Rothschild don il contenuto della sua nuova sala
da fumo di Waddesdon Manor, consistente in circa 300 objets d'art et de vertu tra cui importanti esempi di
gioielleria, piatti, smalti, sculture, vetri e maioliche, nella tradizione delle antiche "stanze delle meraviglie"
rinascimentali. Nel testamento, il barone fiss con molta precisione le condizioni della donazione, specificando che
gli oggetti:

vengano posti in una stanza speciale da chiamarsi "Waddeston Bequest Room", separata e distinta dagli altri contenuti del
museo e mantenuti in questa condizione in futuro, nella stessa stanza o in un'altra in sostituzione.

Nuovo secolo, nuovo edificio (1900-1925)


Negli ultimi anni del diciannovesimo secolo, con il continuo incremento delle collezioni, si inizi a sentire il bisogno
di una nuova espansione del museo. Nel 1895 vennero acquistate 69 case confinanti con l'intento di demolirle e di
costruire nuove ali dell'edificio ad est, nord e ovest. Il primo passo fu la costruzione dell'ala nord, iniziata nel 1906.
Nel frattempo l'attivit archeologica e le acquisizioni non si fermarono. Emily Torday increment le collezioni
centrafricane, Aurel Stein oper nell'Asia centrale, David George Hogarth, Leonard Woolley e Thomas Edward
Lawrence eseguirono scavi a Karkemi.
Nel 1918, vista la minaccia di bombardamenti sulla citt, alcuni oggetti della collezione vennero evacuati in una
stazione della ferrovia postale sotterranea a Holborn, presso la National Library of Wales e in una casa di campagna
vicino a Malvern. Al loro ritorno, venne notato che alcuni pezzi si erano deteriorati. Per il restauro venne allestito un
laboratorio temporaneo nel maggio 1920, divenuto poi un dipartimento permanente nel 1931. Ad oggi il pi antico
laboratorio di conservazione esistente al mondo. Nel 1923 il British Museum ospit pi di un milione di visitatori.
British Museum 173

Distruzione e ricostruzione (1925-50)


Furono costruiti nuovi piani a mezzanino, e gli archivi furono
ricostruiti per gestire meglio l'enorme mole di libri. Nel 1931 il
commerciante d'arte Sir Joseph Duveen offr dei finanziamenti per
costruire una galleria per le Sculture del Partenone. Progettata
dall'architetto americano John Russell Pope, fu completata nel 1938.
L'aspetto delle gallerie espositive inizi a cambiare quando le cupe
tonalit di rosso dell'epoca vittoriana lasciarono il posto a delle tinte
pastello pi moderne. Comunque, nell'Agosto 1939, a causa
dell'imminenza della guerra e della probabilit di attacchi aerei, le
sculture del Partenone, insieme alle collezioni pi preziose del museo,
furono riposte in rifugi sicuri in case di campagna, nella stazione della
metropolitana di Aldwych e nella National Library of Wales.
L'evacuazione fu opportuna, poich nel 1940 la galleria Duveen fu
pesantemente danneggiata dai bombardamenti. Il museo continu a
raccogliere opere da ogni secolo e nazione: tra le acquisizioni pi
spettacolari ci fu il tesoro di Ur, del 2600 a.C., scoperto durante gli
La Galleria Duveen, riaperta nel 1962
scavi che Leonard Woolley condusse dal 1922 al 1934. Corredi funebri
in oro, argento e granato dalla nave funeraria anglosassone di Sutton
Hoo e oggetti d'arredamento Romani in argento da Mildenhall. Nel dopoguerra le collezioni ritornarono al museo, il
quale fu ristrutturato dopo i bombardamenti su Londra. Inizi inoltre l'opera di ristrutturazione della galleria Duveen.

Un nuovo aspetto (1950-75)


Nel 1953 il museo celebr il bicentenario a cui seguirono molti cambiamenti: nel '68 venne fondata l'associazione
"Amici del British Museum", nel '70 venne attivato un Servizio a scopo educativo (Education Service) ed una casa
editrice nel 1973. Nel 1963, una nuova legge parlamentare, introdusse nuove riforme amministrative. Divenne molto
pi semplice donare oggetti e la Costituzione della "Camera dei Filantropi" venne cambiata, cosicch il Museo di
storia naturale divenne completamente indipendente. Nel 1959 venne ricostruita e riaperta la Sala delle monete e
delle medaglie che era stata completamente distrutta durante la Prima Guerra Mondiale prestando attenzione
all'impatto che la moderna struttura non contrastasse con le gallerie classiche dell'architetto Robert Smirke.By 1959
the Coins and Medals office suite, completely destroyed during the war, was rebuilt and re-opened, attention turned
towards the gallery work with new tastes in design leading to the remodelling of Robert Smirke's Classical and Near
Eastern galleries.[2] Nel 1962 la Galleria Duveen venne completamente restaurata e i fregi del Partenone vennero
spostati nuovamente al suo interno, ancora una volta nel cuore del museo.[g]
Il museo sub ulteriori espansioni durante gli anni '70. Vennero introdotti nuovi servizi per il pubblico, ed il numero
dei visitatori crebbe, grazie soprattutto alla mostra temporarnea dei "Tesori di Tutankhamun" del 1972, che cont
1,694,117 presenze e fu l'esposizione di maggior successo nella storia dell'inghilterra. Lo stesso anno, inoltre, un
Atto Parlamentare approv la costruzione della British Library, che avrebbe contenuto i manoscritti e libri stampati
presenti nel museo. Quindi nel British Museum rimasero i reperti storici, le monete e banconote antiche, le medaglie,
i vari dipinti e le etnografie. Ci comport anche la ricerca di uno spazio extra su cui costruire tale biblioteca, che
richiede ogni anno fino a 2 km di nuovi scaffali in cui collocare i libri. Il governo propose di ubicarla a St. Pancras,
ma i libri non lasciarono il museo fino al 1997.
British Museum 174

La nascita della Great Court (1975-2000)


Lo spostamento della British Library a St. Pancras si concluse solo nel
1998 e finalmente si ebbe lo spazio necessario in cui archiviare i libri.
Ci permise di sfruttare lo spazio lasciato libero nel museo nella pi
grande piazza coperta d'Europa, la Queen Elizabeth Great court, che
venne inaugurata nel 2000.
Le collezioni etnografiche, che erano state alloggiate nel Museo di
Mankind nel 1970, tornarono quindi nel British Museum nelle nuove
gallerie. Great Court - Quadrangle and Sydney Smirke's
Il museo venne riadattato nuovamente per accogliere nuovi oggetti: 1857 Round Reading Room

dipinti, disegni, medaglie, ... La sezione etnografica venne arricchita di


lavori che provengono da Nuova Guinea, Madagascar, Romania, Guatemala e Indonesia e c'erano reperti provenienti
dal Vicino Oriente, Egitto, Sudan e Gran Bretagna. La Weston Gallery of Roman Britain, aperta nel 1997, mostrava
una certa quantit di reperti da poco ritrovati che mostravano la ricchezza di quella che fino a poco tempo prima era
considerata una zona poco importante dell'impero romano. Il museo godette di fondi privati per gli edifici, le
acquisizioni e altro.[3]

Il Museo Oggi
Oggi non vi sono pi collezioni di storia naturale, e i libri e i
manoscritti sono parte della British Library. Il museo mantiene
comunque il suo carattere universalistico grazie alla collezione di
artefatti rappresentanti le culture del mondo, antiche e moderne. La
collezione originale del 1753 cresciuta fino a raggiungere pi di 30
milioni di oggetti solo al British Museum, altri 70 al Natural History
Museum e 150 alla British Library.

La British Museum Reading Room, progettata dall'architetto Sydney


Smirke, venne aperta nel 1857. Per quasi 150 anni i ricercatori Giardino africano - la facciata del British
giunsero qui a consultare la sterminata biblioteca del museo. La Museum - creata dal programma della BBC
Reading Room venne chiusa nel 1997, quando la biblioteca nazionale Ground Force

(la British Library) si trasfer al Leonore Annenberg Centre. Qui si


trova anche la biblioteca di Paul Hamlyn riguardante le collezioni del museo, attualmente visitabile.[4]

Essendosi cos liberato il cortile centrale del museo, il processo di demolizione finalizzato alla costruzione della
Great Court pensata da Lord Foster pot iniziare. La Great Court, aperta nel 2000, mentre certamente fece aumentare
il flusso dei visitatori, venne per criticata in quanto lasciava libero uno spazio in un periodo in cui il museo versava
in gravi problemi finanziari e molte gallerie venivano chiuse al pubblico. Nello stesso periodo, le collezioni africane
e dell'Oceania, temporaneamente situate nei sei Burlington Gardens, ricevettero nuova collocazione nel North Wing,
fondato dalla famiglia David Sainsbury, grazie ad una donazione di 25 milioni di sterline.[5]
British Museum 175

L'edificio ed il costo della visita


Il primo ampliamento avviene tra il 1823 e il 1847 a cui seguirono altre modifiche, fino alla pi recente che ha
riguardato la grande corte centrale.
La Great Court della Regina Elisabetta II un grande
cortile quadrato, che ha le dimensioni di una piazza al
centro del museo. Coperta da una grandiosa cupola di
vetro progettata dallo studio di Norman Foster ed aperta
nel dicembre del 2000, oggi la pi grande piazza
coperta d'Europa. La struttura in acciaio sostiene 1.656
pannelli di vetro, tutti diversi per forma e dimensione. Al
centro della Great Court la sala di lettura liberata dalla
British Library, ed aperta gratuitamente al pubblico che
vuole qui leggere e consultare.

Eccettuato un periodo di pochi mesi del 1972, l'ingresso


al British Museum sempre stato gratuito; tuttavia
qualche mostra temporanea, separata dal museo
principale, richiede il biglietto d'ingresso. Nel corso del
2002 ha sopportato serie difficolt finanziarie ed stato
persino chiuso per sciopero contro la proposta di
riduzione del personale. Poche settimane dopo, il furto di
una piccola statua greca, stato imputato alla carenza di
personale di sorveglianza.

La sala di lettura del British Museum era una volta parte


della British Library, la Biblioteca Britannica, ora
trasferita in un nuovo edificio.
La nuova Great Court

Opere principali
La stele di Rosetta
Il cilindro di Ciro
I fregi del Partenone
I resti del Mausoleo di Alicarnasso
Il vaso di Portland (I secolo a.C.)
il tesoro di Hoxne
La collezione Stein sull'Asia centrale
Lavori di Albrecht Drer (Rinoceronte)
Leonardo da Vinci, Profilo di capitano antico (1475 circa)
Michelangelo Buonarroti, Caduta di Fetonte (1533 circa)
Feretro interno dorato di Henutmehyt
Mummie egiziane
Pezzo di scacchi in avorio (XII secolo)
Targa in ottone da Benin, Nigeria
La Stanza dell'Orologio
Manufatti del sepolcro di Sutton Hoo
Bracciale in oro dal tesoro di Oxus
Impronte del Buddha
British Museum 176

Testa colossale di Amenofi III


Statua megalitica Hoa Hakananai'a dell'Isola di Pasqua

Informazioni
L'ingresso al museo libero per tutti i visitatori. La
visita a mostre temporanee potrebbe essere a
pagamento. L'entrata del museo dalle 10 alle 17.30
dal sabato al mercoled, mentre la chiusura
posticipata fino alle 20.30 il gioved e il venerd. La
Great Court invece aperta tutti i giorni dalle 9, con la
chiusura prevista alle 18 dalla domenica al mercoled,
mentre dal gioved al sabato che si pu accedere fino
alle 23.

Il museo facilmente raggiungibile a piedi dalle


fermate della metropolitana di Holborn, Tottenham
Court Road, Russell Square e Goodge Street e dalle
fermate di numerosi autobus (New Oxford Street: 7, 8,
19, 22b, 25, 38, 55, 98; Tottenham Court Road,
direzione nord, e Gower Street, direzione sud: 10, 24,
29, 73, 134; Southampton Row: 68, 91, 188).

Note
[1] http:/ / www. britishmuseum. org/
[2] Wilson, David, M. (2002). The British Museum: A History.
London: The British Museum Press, pg 270
Interno del museo, sezione egizia
[3] Wilson, David, M. (2002). The British Museum: A History.
London: The British Museum Press, pg 327
[4] ? (http:/ / www. thebritishmuseum. ac. uk/ libraries/ #hamlyn) Aiuto:Fonti#Siti web
[5] Room 25: Africa (http:/ / www. britishmuseum. org/ explore/ galleries/ africa/ room_25_africa. aspx). British Museum, 14 giugno 2010.URL
consultato il 4 luglio 2010.

Voci correlate
Architettura neoclassica

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/British Museum

Collegamenti esterni
(EN) Sito ufficiale (http://www.britishmuseum.org)
177

Spagna

Museo del Prado


[1]
Coordinate geografiche: 402450N 34133W40.41389N 3.6925O

Museo del Prado

La facciata del museo.


Tipo Pinacoteca

Indirizzo Calle Ruiz de Alarcn 23, Madrid, Spagna

Sito [2]
web ufficiale

Il Museo del Prado una delle pinacoteche pi importanti del mondo e si trova a Madrid in Spagna.
Vi sono esposte opere dei maggiori artisti italiani, spagnoli e fiamminghi, fra cui Sandro Botticelli, Caravaggio, El
Greco, Artemisia Gentileschi, Francisco Goya, Andrea Mantegna, Raffaello, Rembrandt, Pieter Paul Rubens, Diego
Velzquez e molti altri.

La storia
In spagnolo "prado" significa "prato": richiama una famosa passeggiata alberata, chiamata "Paseo del Prado" luogo
di svago per gli abitanti a partire dal XVI secolo.
Ledificio che ospita il Museo del Prado fu ideato da Carlo III fra i suoi
lavori illustrati, come il Gabinete de Historia Natural, sullo sfondo di
una serie di istituzioni di carattere scientifico situati nel progetto di
riurbanizzazione chiamato Saln del Prado. A tal fine, Carlo III pot
fare affidamento su uno dei suoi architetti preferiti, Juan de Villanueva,
autore, oltre che della sede del Museo, del vicino Giardino Botanico.

Il progetto architettonico della pinacoteca attuale venne approvato da


Carlo III nel 1786, rivelandosi il culmine della carriera di Villanueva
ed uno dei vertici del neoclassicismo spagnolo, bench, per essere
onesti, data la lunga durata delle opere e dei successivi avatar, il
risultato definitivo si allontanerebbe abbastanza dal disegno iniziale.
Sebbene la costruzione si svolga durante i regni di Carlo III e Carlo IV,
al suo completamento, allinizio del secolo XIX, la venuta delle truppe Las Meninas (Diego Velzquez)
francesi in Spagna e la guerra di indipendenza lasciarono tracce pesanti
nelledificio, che era destinato a fini militari (caserma della cavalleria), arrivando quasi alla distruzione totale. Solo
Museo del Prado 178

grazie allinteresse manifestato da Ferdinando VII e, soprattutto, della sua seconda moglie Maria Isabella di
Braganza, a partire dal 1818 inizia il suo recupero sulla base di nuovi disegni proprio del Villanueva, sostituito alla
morte dal suo discepolo Antonio Lpez Aguado.
La prima denominazione del museo, Pablo Cervetto, venne attribuita il 19 novembre 1819, mettendo in mostra
alcune delle migliori opere della Collezione Reale Spagnola, trasferite dai vari siti reali. Il salone ovale (lattuale Sala
di Velzquez), che a quel tempo aveva un balcone da cui si poteva vedere la galleria della scultura del piano
sottostante, verr battezzato con il suo nome in riconoscimento al suo lavoro. In questo periodo il museo consta di 3
sale e 311 quadri, tuttavia negli anni successivi si aggiungeranno nuove sale ed opere darte, rendendolo
indipendente dallaggregazione con i fondi del polemico Museo de la Trinidad, creato a partire da opere darte
sequestrate in virt della Ley de Desamortizacin di Mendizbal (1836) e fuso con il Prado nel 1872.

Direttori del Museo


La direzione del Museo del Prado, dalla sua fondazione ad oggi, si sviluppa in tre grandi tappe:
1. I Grandi di Spagna (Marchese di Santa Cruz, Principe di Anglona, Duca di Hijar).
2. Pittori di Corte (Jos de Madrazo, Federico de Madrazo, Jos Padilla, Picasso).
3. Professionisti del mondo artistico (Beruete, Snchez Catn, Pita Andrade, Angulo, Prez Snchez, Calvo
Serraller, Luzn, Checa Cremades o l'attuale, Miguel Zugaza).

Ampliamenti e riforme
Tra le riforme pi importanti, in ordine cronologico, vanno ricordate quelle di Narciso Pascual y Colomer, che
disegn la basilica e labside del corpo centrale (1853); quella di Francisco Jareo, che demol il pendio attraverso
cui si accedeva alla facciata nord e cre una scala monumentale, aprendo delle finestre nella parte inferiore (1882 e
1885); nel 1927, Fernando Arbs costru due baldacchini nella parte posteriore delledificio; verso la met del secolo
venne portata a termine la riforma di Pedro de Muguruza, con il rimodellamento della galleria centrale ed una nuova
scala per la facciata nord (che ricevette molte critiche, poich distrusse la splendida scala ideata da Jareo), con
lintenzione di dare pi luce alla zona della cripta; Fernando Chueca Goitia e Manuel Lorente realizzarono a loro
volta degli ampliamenti delle sale (1956 e 1967). Nel 1971 venne decisa lagglomerazione del Casn del Buen Retiro
per ospitare collezioni di dipinti dei secoli XIX e XX.
Conformemente al progetto di Rafael Moneo, il 27 aprile 2007 stato inaugurato lampliamento del Museo. Tale
ingrandimento non ha previsto cambiamenti sostanziali nellEdificio Villanueva, essendo concentrato
sullampliamento fino al chiostro di San Jernimo el Real (il Cubo de Moneo), in modo che il Museo potesse contare
su di una nuova superficie per attivit complementari.

Descrizione delledificio di Villanueva


Ledificio composto da un corpo
centrale, fiancheggiato da gallerie
allungate che finiscono in baldacchini
quadrati, il suo interno ospita le
rotonde.
Il corpo centrale si distingue in una
Pianta dell'edificio di Villanueva
costruzione di sei colonne in ordine
tuscanico, una trabeazione, una cornice
ed un attico.
Museo del Prado 179

Le due gallerie laterali si estendono per


due piani: quello inferiore con
finestroni profondi ed allungati che
finiscono in un arco a mezzo punto e
quello superiore costituito da una
galleria di colonne ioniche (oggi esiste
un terzo piano ricavato, opera
posteriore).

La facciata nord ha un portico con


colonne ioniche sovrastate da una
trabeazione. Questa facciata
corrisponde alla seconda pianta
delledificio. Quando questo venne Vista originale della facciata nord del Museo del Prado (Entrata al Museo Reale dal Lato
costruito, la prima pianta si trovava, da di San Jernimo, di Fernando Brambila)

questo lato, sotto il livello del terreno,


che a quellepoca scendeva in una piccola costa fino alla passeggiata del Prado. Pi tardi il dislivello venne distrutto
fino a ridurlo alla stessa altezza del suolo reale del monumento, per cui fu necessario costruire una scalinata per
laccesso (1882).

La facciata sud (che d sulla piazza di Murillo, di fronte al Giardino Botanico) ha unanticamera di accesso
allinterno ed una loggia, o galleria, con sei colonne di ordine corinzio sulle quali poggia una trabeazione.
L'interno delledificio si sviluppa nelle sue sale centrali. Nella parte nord c una rotonda con otto colonne ioniche, la
cui volta decorata a cassettoni.
All'esterno, sulla facciata che d sul Paseo del Prado, si trova la Porta di Velzquez, con un frontone di ordine dorico
che incorpora il rilievo dell'attico, le statue ed i medaglioni allegorici del re Fernando VII protettore delle scienze,
delle arti e della tecnica. Di fronte a questa porta si trova la statua di Velzquez, opera dello scultore Aniceto
Marinas. Il piedistallo, di Vicente Lamprez, riporta la dedica a "Gli artisti spagnoli, per iniziativa del Crculo de
Bellas Artes, 1899". Questo monumento venne inaugurato il 14 giugno dello stesso anno, alla presenza della Reina
Regente e di Alfonso XIII. Fu una cerimonia molto commovente, durante la quale si rese omaggio e riconoscimento
al grande pittore Velzquez ed alla pittura spagnola. Oltre ai re, accorsero alla celebrazione:
I pittori Jean Paul Laurens e Crolus Durand come delegati di Francia, i quali depositarono corone e nastri con i
colori francesi, si cui si poteva leggere: Au grand Velzquez, les peintres franais.
Gli ambasciatori di Austria e Germania.
Mr. Poyter, direttore della Royal Academy e Royal Gallery di Londra.
Mariano Benlliure in nome degli artisti di Roma.
Rappresentanza dellAccademia delle Belle Arti e della Giunta di Siviglia.
Associazione degli Scrittori ed Artisti.
Scuola di Belle Arti di Madrid, Barcellona e Valladolid.
Societ di Architettura, Giunta, Deputazione e Circolo delle Belle Arti di Madrid.
Museo del Prado 180

Curiosit
Nel museo si trova il quadro intitolato La Gloria, dipinto da Tiziano per Carlos V, il quale, insieme al ritratto
dell'Imperatrice, lo accompagn nel suo ritiro nel Monastero di Yuste a Cceres-Extremadura.
Viene conservato anche il Retrato ecuestre de la reina Margarita del pittore Bartolom Gonzlez, dove vengono
esibiti due dei gioielli pi famosi del Gioielliere della Corona di Spagna: la perla chiamata Peregrina (che fu
propriet di Elizabeth Taylor) ed il diamante Estanque, rinvenuto nel territorio di Madrid e tagliato da Jacome
Trezzo.
Si trovano, altres, i dipinti con cui Goya decor il suo podere di Madrid chiamato La quinta del sordo. Dopo aver
acquisito la propriet dal barone Emil dErlanger, ne ordin il trasferimento su tela e, dopo aver presentato le opere a
Parigi, dove non incontr linteresse del Museo del Louvre, decise di lasciarle in eredit al Prado.

Le opere maggiori

Scuola spagnola
Francisco Goya
I duchi di Osuna con i figli, 1788
Il fantoccio, 1791-1792
Il duca de Alba, 1795
La famiglia di Carlo IV, 1800-1801
Il 3 maggio 1808, 1814
La maja vestida e la maja desnuda, 1800
La marchesa di Santa Cruz, 1805
Duello rusticano, 18201821
Saturno che divora i suoi figli,
1819-1823
El Greco
Adorazione dei pastori, 1612-1614 circa Il 3 maggio 1808 (Francisco Goya)

Diego Velzquez
Museo del Prado 181

Adorazione dei Magi, 1619


Ritratto di uomo (Francisco Pacheco?),
1620
Ritratto di giovane (Autoritratto?), 1623
Ritratto di Filippo IV da giovane, 1624
circa
Trionfo di Bacco (I bevitori), 1628-1629
Crocifisso in un paesaggio, 1631
Cristo crocifisso, 1631
Pablo de Valladolid (o il comico),
1632-1633
Don Juan de Austria, 1632-1633
Ritratto del conte-duca di Olivares a
cavallo, 1634
Ritratto di Filippo IV cacciatore,
1634-1635 La resa di Breda (Diego Velzquez)
La resa di Breda, 1634-1635
I Santi Antonio Abate e Paolo Eremita, 1634-1660
Il principe Baltasar Carlos a cavallo, 1635 circa
Ritratto di scultore, 1635-1636
Juan Calabazas detto "Calabacillas", 1638-1639
Manippo, 1639-1642
Esopo, 1639-1642
Marte, 1640
Nano con cane, 1640-1645
L'incoronazione della Vergine, 1641-1644 circa
Francisco Lezcano, detto Il ragazzo di Vallecas, 1642
Diego de Acedo, el Primo, 1644
Sebastian de Morra, 1644 circa
Juan Francisco de Pimentel conte di Benavente, 1648
Il padiglione di Arianna nel giardino di Villa Medici a Roma, 1650 circa
Entrata della grotta nel giardino di Villa Medici a Roma, 1650 circa
Ritratto di Maria Anna d'Austria, 1652-1653
Ritratto di Filippo IV, 1655
Las Meninas, 1656
Mercurio e Argo, 1659
L'infanta doa Margherita d'Austria, 1660 circa
Museo del Prado 182

Scuola italiana
Andrea del Sarto
Madonna della Scala, 1522-1523 circa
Sacrificio di Isacco, 1527-1530 circa
Giovanni Bellini
Madonna col Bambino tra le sante Maria Maddalena e Orsola, 1490
Sandro Botticelli
Nastagio degli Onesti, primo episodio, 1483
Nastagio degli Onesti, secondo episodio, 1483
Nastagio degli Onesti, terzo episodio, 1483
Correggio
Madonna col Bambino e san Giovannino, 1518
Noli me tangere, 1523-1524 circa
Caravaggio
Davide e Golia, 15971598
Artemisia Gentileschi
Nascita di San Giovanni Battista, 1633-1635 circa
Luca Giordano
La disfatta di Sisera, 1692 circa
Maddalena penitente, 1660-1665 circa
Daniele Crespi
Piet, 1626
Giulio Romano
La Perla (su disegno di Raffaello), 1522-1523 circa
Lorenzo Lotto
Ritratto di Marsilio Cassotti e della sua sposa Faustina, 1523
Andrea Mantegna
Morte della Vergine, 1462
Parmigianino
Santa Barbara, 1523 circa
Sacra Famiglia con angeli, 1524 circa
Ritratto di Pier Maria Rossi di San Secondo, 1534 circa
Daniele Crespi-La Piet (1626)
Ritratto di Camilla Gonzaga coi tre figli (attr.), 1534 circa

Raffaello Sanzio
Sacra Famiglia con l'agnello, 1507 circa
Ritratto di cardinale, 1510-1511 circa
Madonna del Pesce, 1514 circa
Spasimo di Sicilia, 1517
Visitazione, 1517 circa
Sacra Famiglia sotto la quercia, 1518,
Madonna della Rosa, 1518
Museo del Prado 183

Tiziano Vecellio
Madonna col Bambino tra i santi Antonio da Padova e Rocco, 1511 circa
Madonna tra i santi Giorgio e Dorotea, 1516 circa
Baccanale degli Andrii, 15231524
Ritratto di Federico II Gonzaga, 1529
Danae, 1553
Venere e Adone, 1553-1554

Scuola olandese e fiamminga


Hieronymus Bosch
Giardino delle Delizie, 1480-1490 circa
Adorazione dei Magi, 1485-1500
Estrazione della pietra della follia, 1494 circa
Carro di fieno, 1500-1502
Tentazioni di sant'Antonio, 1500-1525
Artemisia riceve le ceneri di Mausolo, 1634
Bruegel il Vecchio
Trionfo della Morte, 1562 circa
Festa di San Martino, 1565-1568 circa
Pieter Paul Rubens
Giardino d'amore, 1632-1633 circa
Ratto di Ganimede, 1636-1638
Origine della Via Lattea, 1636-1638
Diana e Callisto, 1637-1638
Giudizio di Paride, 1638-1639?
Rogier van der Weyden
Deposizione, 1435

Scuola tedesca
Albrecht Drer
Adamo ed Eva, 1507

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Museo del Prado

Collegamenti esterni
(EN,ES) Museo del Prado [2] Sito Ufficiale
Il museo del Prado si ingrandisce grazie a un sistema idraulico intelligente [3]
Museo del Prado 184

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Museo_del_Prado& language=it&
params=40_24_50_N_3_41_33_W_region:ES_type:landmark
[2] http:/ / www. museodelprado. es/
[3] http:/ / www. enerpac. com/ Promo/ Prado/ IT/ Prado. html
185

Russia

Ermitage
[1]
Coordinate geografiche: 595626N 301849E59.94056N 30.31361E

Museo dell'Ermitage

Tipo pittura, scultura

Indirizzo Dvorcovaja Naberenaja 34, San Pietroburgo, Russia

Sito [2]
www.hermitagemuseum.org

L'Ermitage, ufficialmente Museo statale Ermitage in russo: Gosudarstvennyj


Muzej Ermita[?] si trova in Russia a San Pietroburgo, sul lungoneva Dvorcovaja e ospita una delle pi importanti
collezioni d'arte del mondo; l'edificio in origine faceva parte dell'importante reggia imperiale che per due secoli
ospit le famiglie degli zar, fino al 1917, anno dell'inizio della Rivoluzione d'Ottobre.
Il museo espone opere di numerosissimi autori, fra i quali Caravaggio, Francesco Casanova, Paul Czanne, Leonardo
da Vinci, Jacques-Louis David, Edgar Degas, Paul Gauguin, Fra Filippo Lippi, Henri Matisse, Claude Monet, Pablo
Picasso, Pierre-Auguste Renoir, Rembrandt, Pieter Paul Rubens, Tiziano, Vincent Van Gogh, Jacob Van Ruisdael,
Diego Velzquez, Paolo Pagani.

La sede
Con il nome di Ermitage si indica il complesso architettonico che comprende vari edifici costruiti tra il XVIII e il
XIX secolo:
il Palazzo d'Inverno (1754-1762), progettato da Bartolomeo Rastrelli
il Piccolo Ermitage (1764-1775), opera di Jean-Baptiste Vallin de la Mothe e di Jurij Velten
il Grande Ermitage, detto anche Vecchio Ermitage (1771-1787), progettato da Jurij Velten
il Nuovo Ermitage (1839-1851) realizzato da Leo von Klenze
il Teatro dell'Ermitage (1783-1789), progettato da Giacomo Quarenghi.
Il Palazzo d'Inverno era nato come residenza imperiale. Eretto per la zarina Elisabetta di Russia, fu completato solo
dopo la sua morte. Fu Caterina la Grande la vera ideatrice del museo. Accanto al Palazzo d'Inverno, per sfuggire al
trambusto di corte, nel 1764 la zarina volle farsi costruire un piccolo rifugio e gli diede il nome vezzoso di Petit
Ermitage.
Nel Petit Ermitage, Caterina si appartava volentieri circondandosi di opere d'arte che andava acquistando sui mercati
europei; nelle stanze in origine venivano ammessi solo pochi privilegiati. Successivamente, la collezione crebbe a
dismisura e fu necessario costruire altri edifici per poterla ospitare; di qui, il nome Ermitage and ad indicare l'intero
complesso dei cinque edifici prima elencati.
Ermitage 186

Oggi il museo dell'Ermitage si estende ben oltre questi cinque edifici, occupando anche una parte del Palazzo dello
Stato Maggiore, sempre sulla Piazza del Palazzo, il Palazzo Menshikov, il Museo della Porcellana presso la
Manifattura Imperiale di Porcellana, l'esposizione permanente presso la reggia di Strelna, il deposito di Staraja
Derevnia, che prende il nome dalla stazione della metropolitana.
Esistono inoltre sedi in altre citt: a Las Vegas, Amsterdam, Kazan e a Londra. C' infine un progetto denominato
Ermitage Italia[3] che ha portato all'apertura nella citt di Ferrara di un centro di ricerca e studio finalizzato alla
catalogazione delle opere italiane dell'Ermitage, frutto di un accordo fra il Museo e la Provincia di Ferrara.

La storia
Il Palazzo d'Inverno, progettato in stile
barocco dall'architetto Bartolomeo
Il complesso di edifici visto dal fiume Neva Rastrelli, venne completato nel 1762.
Rastrelli, giunto in Russia con suo
padre nel 1716 al servizio di Pietro il Grande, fu nominato architetto di corte nel 1738 e il suo stile ricco e sontuoso
divenne molto popolare grazie soprattutto alla zarina Elisabetta. Rastrelli volle ritirarsi nel 1763, quando questa mor
e sal al trono Caterina la Grande, che allo sfarzo preferiva la semplicit dello stile neoclassico.

L'opera di Rastrelli rimasta pressoch immutata all'esterno, mentre gli interni furono pi volte modificati nel 1806
da Giuseppe Lucchini sotto le direttive di Giacomo Quarenghi e completamente ricostruiti nel 1837, quando il
Palazzo venne semidistrutto a causa di un devastante incendio. Nel 1852, dopo alcuni ampliamenti, l'Ermitage
divenne il primo museo pubblico della citt, anche se l'accesso era limitato ad una cerchia di utenti definiti
"rispettabili" (usanza che decadde dopo la Rivoluzione).
Il museo contiene pi di tre milioni di opere, ma gli spazi consentono l'esposizione di "soli" sessantamila pezzi. La
monumentale espansione della collezione dovuta all'apporto di Caterina la Grande, sovrana amante e patrocinante
dell'arte. Consigliata da Diderot e da altri illustri esperti europei, la zarina acquist pi di 2000 dipinti. Altri sovrani
arricchirono la collezione con donazioni e acquisti.
Dopo la Rivoluzione, il governo sovietico, per ottenere valuta preziosa, dovette privarsi di alcuni pezzi, vendendoli
ai musei di New York, Washington e Amsterdam.
Oltre alle opere d'arte, il museo ospita interessanti sezioni dedicate alle antichit egizie, greche e romane, agli argenti
russi, all'arte sasanide e all'arte degli Sciti.
Inoltre il museo ospita alcune opere di Pietro Bracci autore di molte sculture romane come il Nettuno della Fontana
di Trevi e il monumento di papa Benedetto XIV nella Basilica di San Pietro.

Le opere maggiori

Arte antica
Cammeo Gonzaga, III secolo a.C.

Scuola italiana
Beato Angelico
Vergine col Bambino tra i santi Domenico e Tommaso d'Aquino, 1435 circa
Giovanni Antonio Boltraffio
Madonna Litta (attr.), 1490-1491
Caravaggio
Ermitage 187

Suonatore di liuto, 15951596


Cima da Conegliano
Madonna col Bambino, 1496-1499
Annunciazione, 1495
Correggio
Ritratto di dama, 1520 circa
Giorgione
Giuditta con la testa di Oloferne, 1495-1500 circa
Madonna col Bambino in un paesaggio, 1498-1500 circa
Leonardo da Vinci
Madonna Benois, 1478-1482 circa
Lorenzo Lotto
Ritratto di coniugi, 1524 circa
Fra Filippo Lippi
Visione di sant'Agostino, 1452-1459
Michelangelo
Ragazzo accovacciato, 1539-1534
Perugino
San Sebastiano, 1493-1494 circa
Raffaello
Madonna Connestabile, 1502
Sacra famiglia con san Giuseppe imberbe, 1506 circa
Tiziano
Fuga in Egitto, 1509 circa
Sacra famiglia nel paesaggio
Danae, 1554
Carlo Dolci
Opere giovanili 1650 circa

Scuola francese
Paul Czanne
Ragazza al pianoforte (L'ouverture del Tannhuser), 1869
Autoritratto con berretto, 1875 circa
Le rive della Marna, 1888-1890
Fumatore di pipa, 1891 circa
La signora in blu, 1904 circa
Jacques-Louis David
Saffo e Faone, 1809
Edgar Degas Claude Monet, Signora in giardino a
Dopo il bagno, 1884 Sainte-Adresse
Ermitage 188

Henri Matisse
La danza, 1909
Musica, 1910
Claude Monet
Signora in giardino a Sainte-Adresse, 1867
Il giardino degli Hosched a Montgeron, 1877
Stagno a Montgeron, 1877
Covone a Giverny, 1886
Prati a Giverny, 1888
Il Ponte di Waterloo, 1903
Pierre-Auguste Renoir
Donna in nero, 1876 circa
Jeanne Samary in piedi, 1878
Donna con ventaglio, 1880
Henri Rousseau
Giardini del Lussemburgo-Monumento a Chopin (1909

Scuola spagnola
Pablo Picasso
La bevitrice d'assenzio, 1901
Le due sorelle (L'incontro), 1902
Ritratto di Benet Soler, 1903
La contadina, 1908
Donna con ventaglio, 1908
La driade, 1908
Tre donne, 1908-1909
Fabbrica di mattoni a Tortosa, 1909
Donna con mandolino, 1909
Diego Velzquez
Il pranzo, 1617 circa
Ritratto del conte-duca di Olivares, 1635

Scuola fiamminga e olandese


Rembrandt Harmenszoon Van Rijn
Saskia in veste di Flora, 1634
Sacrificio di Isacco, 1635
Danae, 1636 con rimaneggiamenti successivi
Sacra Famiglia con angeli, 1645
Il ritorno del figliol prodigo, 1669 circa
Pieter Paul Rubens
Perseo e Andromeda, 1622 circa
Vincent Van Gogh
Spettatori nell'arena, 1888
Lill, 1889
Ermitage 189

Jacob Van Ruisdael


Palude, 1665-1669

Il Servizio volontari
Il museo dell`Ermitage offre a tutti gli interessati un`opportunit unica di essere coinvolti nella gestione di questo
museo conosciuto in tutto il mondo. Il programma Servizio volontari del museo Ermitage non solo aiuta l`Ermitage
nello svolgimento delle sue attivit interne ed esterne, ma serve anche da collegamento tra il personale del museo e il
pubblico dei visitatori, diffondendo le conoscenze specifiche degli esperti alla comunit. I volontari possono anche
sviluppare progetti che riflettano i loro personali obiettivi e interessi. Uno dei principali scopi del Servizio volontari
quello di comunicare ai giovani un senso di responsabilit riguardo al patrimonio culturale, in modo da aiutarli a
comprendere il valore delle tradizioni e l`importanza di preservarle.

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Ermitage& language=it&
params=59_56_26_N_30_18_49_E_region:RU_type:landmark
[2] http:/ / www. hermitagemuseum. org
[3] La notizia sul sito dell'Ermitage (http:/ / www. hermitagemuseum. com/ html_En/ 11/ 2006/ hm11_1_173. html)

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Hermitage Museum

Collegamenti esterni
(EN,RU) - Sito Ufficiale del Museo dell'Ermitage (http://www.hermitagemuseum.org)
Visita virtuale dell'Hermitage com'era al tempo degli zar (http://www.cultor.org/Estetica/Hermitage.html)
Palazzo d'Inverno 190

Palazzo d'Inverno
[1]
Coordinate geografiche: 595625N 301850E59.9404N 30.3139E

Il Palazzo d'Inverno, o Zimnij


Dvorec in russo: [?],
localizzato fra la riva del fiume Neva e
la piazza del Palazzo a San
Pietroburgo, in Russia. Fu costruito tra
il 1754 e il 1762[2] come residenza
invernale degli zar. Il Palazzo d'Inverno visto dalla piazza del palazzo.

Storia
Il Palazzo d'Inverno (in russo:
) di San Pietroburgo, in Russia, fu
dal 1732 al 1917 la residenza ufficiale degli
Zar di Russia. Situato tra il palazzo della
banca e la piazza principale del palazzo,
adiacente al sito ove sorse l'originario
palazzo d'inverno fatto costruire da Pietro il
Grande, l'attuale (il quarto) palazzo
d'inverno venne costruito con continui lavori
dal 1730 al 1837, quando venne danneggiato
gravemente da un incendio e prontamente
ricostruito.[3] Il palazzo, inoltre divenne
luogo nella rivoluzione russa del 1917 uno
dei simboli pi importanti che ricordava
l'oppressione del regime assolutista zarista. La presa del Palazzo d'Inverno durante la Rivoluzione Russa del 1917, nella
ricostruzione del film Ottobre.
Il palazzo venne costruito con una struttura
monumentale quasi a rappresentare in scala la magnificenza ed il potere mitico che aveva l'Impero russo. Da questo
palazzo lo Zar, autocrate di tutte le Russie, governava quasi 22.400.000 chilometri quadrati di territorio (circa un
sesto delle terre emerse al mondo) con un totale di 176.400.000 abitanti. L'attuale palazzo venne disegnato da diversi
architetti, di cui il pi notabile fu indubbiamente Bartolomeo Rastrelli che inaugur il termine di Barocco
elisabettiano per i lavori che svolse proprio qui per conto della zarina Elisabetta. Il palazzo ha la forma di un
rettangolo bianco e verde e si calcolato che esso dispone di 1.786 porte, 1.945 finestre, 1.500 stanze e 117 armadi.
La sua facciata principale lunga 500 metri e larga 100 metri. La ricostruzione del 1837 lasci gli esterni illesi, ma
gran parte degli interni vennero ridisegnati con variet di gusti e stili, lasciando che per a prevalere fosse un
recupero di stile Rococ, seguendo il progetto del Rastrelli."[4]

Nel 1905, il palazzo fu teatro dei massacri della "Domenica di sangue", e da questa data la famiglia imperiale
prescelse vivere prevalentemente al Palazzo di Alessandro presso Tsarskoe Selo, ritornando al Palazzo d'Inverno
solo in rare occasioni. A seguito della rivoluzione di febbraio del 1917, il palazzo divenne per un breve periodo sede
del governo provvisorio di Russia, retto da Alexander Kerensky. Successivamente, il palazzo venne occupato dalle
armate rosse dando il via alla nascita dello stato sovietico russo. Una delle glorie meno conosciute del palazzo sono
le sue cantine che da oltre 300 anni accolgono vini di pregiata qualit e che sono giudicate tra le migliori di Russia.
Palazzo d'Inverno 191

Attualmente, restaurato, il palazzo parte del complesso di costruzioni che costituiscono il Museo dell'Ermitage.

Il Palazzo d'Inverno di Pietro il Grande (17111721)


Nel 1703, Pietro I di Russia inizi la propria politica di
occidentalizzazione ed espansione, intenzionato a trasformare lo Zarato
di Russia in un vero e proprio impero d'impostazione moderna, facendo
di esso la maggiore delle potenze europee. Questa politica culmin
certamente con la nuova citt dello Zar, San Pietroburgo, proprio in
quello stesso 1703. La cultura ed il disegno della nuova citt era
intenzionale per controbattere alla classica influenza bizantina
dell'architettura russa sino a quel momento, introducendo uno stile
nuovo definito Barocco petrino che caratterizz anche la costruzione
del suo nuovo palazzo di residenza. La prima residenza reale venne
costruita nel 1704 sulle rive del fiume Neva e prese il nome di "Domik
Petra". Nel 1711 essa venne spostata all'imbarcadero Petrovskaya,
dove rimane tuttora.[5] Quando i tempi furono maturi, lo Zar decise la
costruzione di una casa pi grande che and a formare il primo nucleo
del Palazzo d'Inverno (1711-1712). Questa casa venne progettata da
Domenico Trezzini.[6]
Pietro I detto il Grande che ide la citt di San
Il XVIII secolo fu un periodo di grande sviluppo per l'architettura regia Pietroburgo come sua nuova capitale e che ivi
pose il primo complesso di quello che sarebbe poi
d'Europa, come risposta al bisogno di abbandonare sempre pi le
divenuto il Palazzo d'Inverno che oggi possiamo
medioevali residenze fortificate a vantaggio di splendidi palazzo ove ammirare.
accogliere la corte e il sovrano elegantemente. Questo processo, che
inizi alla fine del XVI secolo, acceler questo processo e il pi grande risultato ne fu indubbiamente il Palazzo di
Versailles fatto erigere da Luigi XIV di Francia, completato in gran parte nel 1710, che sar da modello a tutte le
altre residenze di sovrani in Europa e nel mondo. Malgrado questo per Pietro I era intenzionato addirittura a
superare la stessa Versailles.

Il primo Palazzo d'Inverno era una modesta costruzione di due piani ed una soffitta.[7] Le memorie dell'epoca, per,
ci narrano che Pietro I si era stancato della costruzione e nel 1721 diede ordine di costruire una nuova versione del
palazzo, costruito sotto la direzione dell'architetto Georg Mattarnovy. Il palazzo progettato da Mattarnovy era molto
modesto comparato ad altri palazzi d'Europa, ma disponeva di raffinatezze nuove per l'epoca.[8][9] Fu qui che Pietro
il Grande mor nel 1725.
Il Palazzo d'Inverno, per, non era certo l'unico palazzo signorile in una citt per l'epoca "infinita" come San
Pietroburgo, bens lo stesso Zar aveva ordinato che tutti i nobili di Russia si premurassero di costruire nella nuova
capitale splendidi palazzi che la adornassero, con l'obbligo di trascorrervi almeno sei mesi all'anno.[10] Questa fu una
disposizione molto impopolare in quanto San Pietroburgo era ancora in molte sue parti una palude, poco soleggiata,
che male si adattava alla residenza. Malgrado questo, in breve tempo la citt divenne uno dei centri culturali pi
attivi di tutta la Russia, in particolare sotto il governo della Zarina Caterina I di Russia, moglie di Pietro I e suo
successore al trono imperiale.[10]
Alla costruzione del nuovo palazzo, inoltre, collaborarono anche degli schiavi, in quanto la tratta venne abolita in
Russia solo nel 1863 [11], il che per fece procedere velocemente i lavori di costruzione. Si stima che furono circa
200.000 le persone morte durante i venti anni di costruzione della citt intera di San Pietroburgo.[11] Un diplomatico
del tempo, che gi aveva descritto la citt come "un villaggio malsano, come le piantagioni delle Indie dell'Ovest",
dopo pochi anni descrisse l'abitato come una "meraviglia del mondo, considerevole per la sua magnificenza e per i
suoi palazzi".[12] Tra gli altri palazzi costruiti in quest'epoca si ricordano il Palazzo Kikin e il Palazzo Menshikov che
Palazzo d'Inverno 192

sono ancora oggi visibili in citt.

Il Palazzo 17251855
Alla morte di Pietro il Grande nel 1725, la citt di San Pietroburgo era
ancora molto lontana dall'essere un grande centro di cultura
occidentalizzato come si auspicava il suo fondatore. Molti degli
aristocratici che erano stati obbligati a prendere residenza qui,
lasciarono la citt facendo ritorno a Mosca. I lupi infestavano
addirittura le vie della citt e non di rado si trovavano bande di
lavoratori sottopagati aggirarsi e derubare i cittadini.

Dal momento che aveva fatto uccidere suo figlio Alessio, Pietro I
venne succeduto da sua moglie Caterina la quale, dopo un regno di soli
due anni, venne succeduta dal nipote Pietro II.
Nel 1727, Pietro II fece nuovamente allargare il palazzo progettato da
Mattarnovy per merito dell'architetto italiano Domenico Trezzini.[5]
Trezzini, il quale aveva disegnato il Palazzo d'Estate nel 1711, era uno
dei pi grandi esponenti del cosiddetto Barocco petrino, e si trovava
ora a dover ridisegnare completamente ed espandere il progetto di
Lo scalone principale Mattarnovy, trasformando l'antico palazzo in uno dei due padiglioni
terminali del nuovo palazzo imperiale, il terzo Palazzo d'Inverno.[13] Il
terzo palazzo, come del resto il secondo, venne costruito sempre in stile barocco petrino.

Nel 1728, poco dopo il completamento del terzo palazzo, la corte imperiale lasci San Pietroburgo per fare ritorno a
Mosca e il Palazzo d'Inverno sembr perdere il suo status di palazzo imperiale ufficiale. Mosca venne nuovamente
designata a capitale dello stato russo, ruolo che le era stato tolto nel 1713 proprio a favore di San Pietroburgo. Alla
morte di Pietro II nel 1730, il trono pass a sua nipote Anna Ivanovna, Duchessa di Curlandia.

Anna (17301740)
La nuova Zarina si occup maggiormente della citt di San Pietroburgo rispetto al suo immediato predecessore; ella
ristabil la capitale russa a San Pietroburgo nel 1732, spostando nuovamente la corte al Palazzo d'Inverno, ove rimase
ininterrottamente sino al 1918.
Ignorando quasi il terzo Palazzo d'Inverno, quando la Zarina fece ritorno a San Pietroburgo, per, prese residenza nel
vicino Palazzo Apraksin.[5] Nel 1732, la Zarina commission all'architetto Francesco Bartolomeo Rastrelli di
completare la ricostruzione di questo stesso palazzo incorporandovi le case vicine.[14] Esso oggi attualmente parte
dei complessi del nuovo Palazzo d'Inverno.[5]
La Zarina Anna, sebbene fosse impopolare per la sua epoca,[15] era intenzionata seriamente a portare una ventata di
aria nuova nella sua corte. Ella disegn tra le altre cose personalmente le nuove livree dei servitori imperiali e su suo
ordine, la vodka venne rimpiazzata dallo champagne della Borgogna.
Palazzo d'Inverno 193

Elisabetta (17411762)
Il piccolo Zar Ivan VI, succedette ad Anna nel 1740, ma venne presto deposto in un sanguinoso colpo di stato dalla
Granduchessa Elisabetta di Russia, figlia di Pietro il Grande. Delegando gran parte dei propri poteri ai suoi favoriti,
la nuova imperatrice Elisabetta condusse una vita di piacere, guidando la corte al Palazzo d'Inverno in uno
"splendore squallido di vizio" come venne descritto dallo storico russo Vasily Klyuchevsky.[16]
Durante il regno di Elisabetta, ad ogni modo, il Rastrelli che pure continuava a lavorare al suo progetto originario,
dovette rivedere l'intero progetto in una scala pi colossale, andando a creare l'attuale palazzo. Il veloce
completamento dell'opera divenne opera di grande vanto da parte della Zarina, la quale rese il palazzo uno dei
simboli del potere e del prestigio nazionali. I lavori alla struttura continuarono anche negli anni successivi ed anche
durante i mesi invernali, rigidissimi nel clima russo. La fabbrica si blocc solo durante la Guerra dei Sette anni nella
quale la Russia venne coinvolta. Malgrado questo vennero riservati 859.555 rubli per la continuazione del progetto
del palazzo, derivando tale somma da una tassa che venne imposta sulle taverne cittadine. I lavoratori, del resto,
percepivano uno stipendio mensile di uno solo rublo il che rese ancora pi difficile il completamento dell'opera,
tanto desiderata dalla Zarina. Il costo finale di questo progetto fu di 2.500.000 rubli.[17] Dal 1759, poco prima della
morte di Elisabetta, il Palazzo d'Inverno stava quasi per essere completato in ogni sua parte.

Caterina II (17621796)
Fu la Zarina Elisabetta a scegliere la principessa tedesca Sofia di
Anhalt-Zerbst come moglie per il suo nipote e successore, Pietro III. Il
matrimonio non fu un successo sotto l'aspetto della felicit, ma fu
questa principessa che paradossalmente diede un nuovo impulso al
Palazzo d'Inverno. A seguito del colpo di stato che ella port avanti nel
1762 ai danni del marito (il quale venne detronizzato ed assassinato),
Caterina II sal al potere.

Il patronato personale che Caterina II instaur sui progetti degli


architetti Starov e Quarenghi vide il palazzo allargarsi ulteriormente e
trasformarsi ancora.[4] Nel 1790, Quarenghi ridisegn cinque sale di
stato gi definite dal Rastrelli e cre tre grandi saloni che formano
ancora oggi la cosiddetta "infilata della Neva", con una magnifica vista
proprio su questo fiume che scorre nei pressi del palazzo. Fu Caterina,
di fatto, a dare ai tre palazzi che si delineavano in quest'area il nome di Frans Hals' Ritratto di un giovane uomo che porta
"Ermitage", col quale il complesso viene ancora oggi conosciuto e che un guanto, giunto alla collezione del Palazzo
comprende appunto anche il Palazzo d'Inverno. d'Inverno nel 1764

Caterina era rimasta personalmente molto colpita dalle opere


architettoniche sviluppate dal francese Jean-Baptiste Vallin de la Mothe (che aveva progettato gi a San Pietroburgo
l'Accademia Imperiale delle Arti) e gli commission di farsi carico della nuova opera di ristrutturazione del Palazzo
d'Inverno, facendo di esso un luogo adatto ad ospitare enormi cerimonie pubbliche di stato.
Ella, inoltre, pose all'interno del palazzo imperiale la grandissima collezione di dipinti che ella stessa aument ma
che gi apparteneva in parte ai suoi predecessori, oltre ad ospitare nei giardini animali esotici che rallegravano la
visita dei visitatori e stupivano i curiosi cortigiani.[18]
La collezione d'arte del palazzo associa oggi come allora moltissimi quadri in maniera eclettica, puntando spesso
molto pi alla quantit che alla qualit delle tele, imponendo un colpo d'occhio di affollamento e nel contempo di
grande ricchezza al visitatore. Questo era dovuto al fatto che molto spesso i sovrani acquisivano intere collezioni
private e come tale questo faceva aumentare in un solo acquisto il numero dei quadri posseduti nel museo. La Zarina
Caterina diede personalmente ordine ai suoi ambasciatori a Roma, Parigi, Amsterdam e Londra, di ricercare
Palazzo d'Inverno 194

centinaia di quadri per la sua collezione.


Seguendo questa moda, tra il 1764 ed il 1781 Caterina la Grande
acquis sei grandi collezioni provenienti da parti diverse dell'Europa: la
"Johann Ernst Gotzkowsky", la "Heinrich von Brhl", la "Pierre
Crozat", la "Horace Walpole", la "Sylvestre-Raphael Baudouin" ed
infine nel 1787 la "John Lyde-Brown".[19] La grande collezione
comprendeva opere anche di grande valore come tele di Rembrandt,
Rubens, Tiziano, Raffaello, Tiepolo, van Dyck e Reni.[18]
L'acquisizione di 225 quadri dalla collezione Gotzkowsky fu fonte di
personale soddisfacimento per Caterina II, la quale era riuscita a
strappare per un soffio questa importante collezione al suo rivale
Federico II di Prussia il quale, proprio per i debiti di guerra contratti
nello scontro con la Russia, non riusc a trovare una somma tale da
poter pagare il prezzo di questa collezione. In questa collezione si
Rembrandt, Ritratto di uno scolaro giunto a San trovavano tra gli altri il quadro dell'olandese Frans Hals "Ritratto di un
Pietroburgo nel 1769. Il ritratto uno dei molti giovane uomo con un guanto"[20] Nel 1769, la collezione Bruhl port
Rembrandt presenti nella collezione imperiale.
al Palazzo d'Inverno altri capolavori di Rembrandt quali il Ritratto di
uno scolaro o il ritratto di un vecchio in rosso.

Molti aspetti di questa maniacale ricerca di collezionismo da parte di


Caterina possono essere ricondotti alla sua voglia di far conoscere la
Russia nel mondo e di farla affermare come una potente, ricca e
raffinata nazione in grado di imporsi pienamente sullo scenario
mondiale.[21]
Con l'allargamento della collezione di Caterina, si rese necessario
espandere ulteriormente il palazzo su progetto dell'architetto Yury
Velten il quale si occup di costruire la parte attualmente conosciuta
come Vecchio Ermitage. Poco dopo Caterina II diede anche ordine a
Giacomo Quarenghi di costruire il Teatro dell'Ermitage, teatro di corte La stanza di Caterina zarina di Russia: lampadari,
matronei, stucchi
che venne completato nel 1787.[22] La costruzione di questa struttura
port per di fatto alla demolizione di fatto del Palazzo d'Inverno fatto
costruire da Pietro I.

A Caterina va inoltre il merito di aver introdotto alla corte russa le tradizioni derivate dalla Francia e dalla sua
splendida corte. La Zarina personalmente disprezzava la Francia, ma pi che altro per motivi politici, mentre ne
ammirava la cultura e soprattutto la lingua, che fece introdurre anche a palazzo, secondo il costume di molte corti
dell'epoca, mentre il russo venne relegato unicamente all'uso verso i servi.[23]. L'aristocrazia venne incoraggiata ad
interessarsi alla filosofia, acquisendo cultura sugli insegnamenti di Moliere, Racine e Corneille.[24]. I lavori a palazzo
nel frattempo continuavano e si pu dire che necessitavano di un tocco ancora quando l'imperatrice mor nel 1792.
Palazzo d'Inverno 195

Paolo I, Alessandro I e Nicola I (17961855)


Caterina la Grande venne succeduta dal figlio Paolo I. Nei primi giorni
del suo regno, il nuovo Zar (come riporta l'ambasciatore inglese [25])
aument il numero delle truppe presenti a palazzo temendo per la
propria incolumit visto quanto stava accadendo in Francia proprio in
quegli stessi anni. In questo non am certamente il Palazzo d'Inverno,
ma prefer invece far costruire ed abitare poi il Castello di San
Michele, sempre a San Pietroburgo, una residenza fortificata che
accolse buona parte dei suoi anni di vita futura che si concluse con il
suo assassinio nel 1801.[26] Paolo I venne succeduto dal suo
ventiquattrenne figlio Alessandro, che govern lo stato russo durante il
caotico periodo delle guerre napoleoniche. Dopo la sconfitta di
Napoleone nel 1815, lo stesso Zar pretese il rientro in Russia di molte
opere che erano state trafugate durante l'invasione francese a San
Pietroburgo, le quali tornarono seppure alcune fossero state date per
disperse. Tra i dipinti che fecero ritorno in patria si ricordano "La
La Rotonda del Palazzo d'Inverno. Questa sala
deposizione" di Rembrandt e quattro sculture di Antonio Canova.[20] circolare venne costruita all'inizio dell'Ottocento
e collegava tra loro le sale private del palazzo,
Alessandro I venne succeduto nel 1825 da suo fratello Nicola I. Lo Zar distinguendosi per uno stile neoclassico gi
Nicola fu colui che di fatto si preoccup della restaurazione del adottato in un simile edificio della Reggia di
palazzo, dopo che un tremendo incendio lo distrusse quasi Caserta.

completamente nel 1837.

Architettura
Una volta completata, la parte esterna del Palazzo d'Inverno era
costituita da una grande facciata statuaria ed opulenta con numerosi
lavori a stucco su finestre e portali, il tutto in stile barocco, il che si
poteva dire gi terminato nel regno della Zarina Elisabetta di Russia.
Le facciate principali, gittanti sulla Piazza del Palazzo e lungo la riva
del fiume Neva, erano quelle accessibili e visibili al pubblico. Solo le
facciate laterali erano nascoste dietro grandi muri granitici che
nascondevano un giardino creato durante il regno di Nicola II.[28] La
La Sala di Nicola che la principale sala di
costruzione era concepita come una citt nella citt, oltre che come
ricevimento del palazzo, al centro dell'"infilata
della Neva". Questa era la sala in cui avevano
residenza privata con un proprio giardino, cos come accadeva a
[27] Versailles.
luogo i balli di corte.

L'architettura del palazzo continu quindi con il progetto degli interni.


Il primo piano, corrispondente al "piano nobile", si distingueva per finestre pi alte di quelle del piano superiore.
Ciascuna finestra era diviso da quella vicina da un pilastro. La ripetitiva monotonia delle finestre sulle lunghissime
facciate, erano interrotte sovente da portici colonnati. Gli unici cambi esterni che vennero apportati di grande
evidenza, furono relativi al colore: originariamente (ed ancora oggi), il colore del palazzo verde pastello con
decorazioni in bianco, mentre dal 1837 al 1946 il palazzo venne dipinto di rosso con decorazioni in bianco.

Internamente il palazzo appare ancora oggi come una commistione di elementi barocchi e neoclassici, anche se solo
una parte del rococ del Rastrelli sopravvive in alcune sale, sino a trionfare nella Grande Cappella Imperiale o nello
Scalone d'Onore. Lo scalone principale detto anche Scalone Giordano in quanto da questo monumentale scalone la
mattina dell'Epifania lo Zar scendeva trionfalmente per la cerimonia della "benedizione delle acque". Esso una
Palazzo d'Inverno 196

delle parti del palazzo risalenti al XVIII secolo e pi precisamente al progetto del Rastrelli, seppure le grandi colonne
granitiche vennero aggiunte solo a met del XIX secolo.[29] Come gi detto, i cambi interni delle decorazioni
vennero promossi da Caterina II su progetti di Starov e Quarenghi, che alterarono di molto il progetto interno
previsto dal Rastrelli.
A Quarenghi venne accreditata l'introduzione dello stile neoclassico a San Pietroburgo.[30] Il suo lavoro, assieme a
quello di Karl Ivanovich Rossi e Auguste de Montferrand, trasform gradualmente San Pietroburgo in una vera e
propria "citt imperiale". De Montferrand non solo ricre molti interni di palazzi cittadini in stile neoclassico, ma
eresse anche la Colonna di Alessandro nella nuova piazza antistante il palazzo, costruita dal Rossi durante il regno di
Nicola I.

Interni
Il Palazzo d'Inverno conteneva 1057 stanze, 1786 porte e 1945
finestre.[31] La facciata principale aveva un'estensione di 500 metri per
100 di larghezza.[4] Il piano terreno accoglieva gli uffici domestici e
burocratici, mentre il secondo piano accoglieva gli appartamenti dei
cortigiani e degli ufficiali di alto rango. Le stanze principali del
palazzo erano occupate dalla Famiglia Imperiale che aveva propri
quartieri che comprendevano anche gli appartamenti di stato.

Una suite di rappresentanza venne creata da Caterina II a Sud della


La Sala di San Giorgio Grande Cappella del palazzo tra il 1787 ed il 1795, realizzata sempre
per opera del Quarenghi, riprogettata quindi per accogliere l'attuale
[32]
Sala di San Giorgio, che univa il Palazzo d'Inverno con il meno formale palazzo dell'Ermitage che la Zarina tanto
prediligeva. Questa stanza venne alterata negli anni venti dell'Ottocento quando venne costruita la Galleria Militare,
derivata da una serie di piccole stanze preesistenti, eretta per celebrare la sconfitta di Napoleone da parte delle forze
alleate tra cui la Russia. Questa galleria venne creata per volere di Alessandro I su progetto di Carlo Rossi e venne
completata nel 1826 sotto Nicola I. Per questa galleria nel 1812 lo Zar commission 332 ritratti di generali che
avevano contribuito alla sconfitta della Francia. L'artista fu l'inglese George Dawe, che ricevette l'assistenza di
Alexander Polyakov e di Wilhelm Golike.[20]

Nicola I fece costruire anche le Gallieri delle Battaglie, che occuparono la porzione centrale della facciata gittante
lungo la piazza del palazzo. Queste vennero disegnate da Alexander Briullov per commemorare le vittore russe
prima del 1812. Altre stanze per commemorare le vittorie sulla Francia vennero erette nelle immediate adiacenze.

L'incendio del 1837


Nel 1833, al De Montferrand venne richiesto di trasformare una serie
di piccole stanze preesistenti nella Sala del Feldmaresciallo e la Piccola
Sala del Trono. Nel 1837, scoppi un grande incendio all'interno del
palazzo, la cui causa ancora oggi sconosciuta, ma probabilmente a
causa del legno utilizzato in alcune parti del palazzo, a cui proprio il
Montferrand stava ponendo rimedio, preferendovi un pi solido
marmo. Inoltre, nel palazzo, si trovavano lungo le pareti moltissimi
camini inutilizzati le cui cappe fungevano per da condotti d'aerazione
che spinsero il fuoco sino al tetto della struttura.[33][34]
Incendio al Palazzo d'Inverno in un quadro di B.
Green
Palazzo d'Inverno 197

Una volta localizzato, il fuoco continu comunque a espandersi nel palazzo, ma molto pi lentamente grazie
all'intervento delle guardie ed al corpo di servitori agenti a sicurezza dello zar. Gran parte del palazzo and distrutto,
ma quasi ignorando la grandezza del palazzo, lo Zar ordin la completa ricostruzione delle aree danneggiate nel giro
di un anno, il che fu impossibile ma certo il lavoro richiese meno tempo anche per via delle nuove tecniche di
costruzione, che consentirono anche di consolidare la struttura.

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Palazzo_d%27Inverno& language=it& params=59. 9404_N_30.
3139_E_type:landmark
[2] King, page 168
[3] Il numero dei palazzi d'inverno costruiti a San Pietroburgo ancora oggi ampiamente discusso. Solitamente si propone la seguente
successione, ove viene indicato il nome del progettista, l'anno di inizio dei lavori e il numero progressivo in senso cronologico dal pi antico al
pi moderno: Trezzini, 1711 (I); Mattarnovy, 1721 (II); Trezzini, 1727 (III) e Rastrelli, 1732 (IV). Altre versioni, invece, riportano solo le
versioni del 1711 e del 1727, per poi passare a quella del Rastrelli del 1732, o altri addirittura considerano quella del 1837 come la quinta
ricostruzione del palazzo. (http:/ / spbcity. info/ eng/ content/ view/ 44/ 30/ ).
[4] Budberg, p.200.
[5] Petrakova
[6] Trezzini, catalogue of works. 1711
[7] Budberg, p194
[8] Budbery, p196
[9] Swiss Architecture on the Neva (Winter Palace) (http:/ / www. stpetersburg2003. ch/ selection/ detail. php?lang=eng& building_id=10):
Questo secondo palazzo si trovava nel luogo dell'attuale Palazzo dell'Ermitage. Parti di questo palazzo vennero riscoperte tra il 1985 ed il
1990 e sono ancora oggi visibili nel pavimento dello stabile
[10] Cowles, p.49.
[11] Cowles, p.58.
[12] Hughes, p216.
[13] Budberg, p196
[14] Patrakova
[15] Cowles, p.65.
[16] Cowles, p.68.
[17] Orloff, Alexander, and Shvidkovsky, Dmitri. (1996). Saint Petersburg: Architecture of the Tsars. New York: Abbeville Press.
[18] Cowles, p.90.
[19] Attualmente esse compongono gran parte del Museo dell'Ermitage.
[20] The State Hermitage Museum.
[21] Cowles, p.93.
[22] Norman, p. 35
[23] Cowles, p. 93.
[24] Cowles, p.93
[25] Cowles, p.119.
[26] Cowles, p.121.
[27] Budberg, p. 201
[28] Budberg, p.200, alcune parti del giardino vennero create gi sotto il regno di Nicola I, ma fu la zarina Aleaxandra Feodorovna a curare
l'attuale gestione dei giardini e la costruzione delle mura.
[29] Budberg, p.198.
[30] Budberg, p. 200.
[31] Figures from King, page 169.
[32] Hermitage Site. Catherine II
[33] Norman, pp. 7071.
[34] State Hermitage Museum
Palazzo d'Inverno 198

Bibliografia
Moura Budberg, Great Palaces (The Winter Palace. Pages 194201), Londra, Hamlyn Publishing Group Ltd,
1969. ISBN 0600 01682 X
Virginia Cowles, The Romanovs, Londra, William Collins,Sons & Company Ltd, 1971. ISBN 0060109084
Marquis de Custine, Russia (Abridged from the French), Londra, Longman, Brown, Green and Longmans, 1854.
Lindsey Hughes, Russia in the Age of Peter the Great, New Haven CT, Yale University Press, 1998. ISBN
9780300075397
Vasily Klyuchevsky, A History of Russia (transl C J Hogarth), Londra, Dent, 1926.
Greg King, The Court of the Last Tsar, John Wiley & Sons, 2006. ISBN 0-300-07539-1
Peter Kurth, Tsar: The Lost World of Nicholas and Alexandra, Londra, Little, Brown and Company (UK) Ltd,
1995. ISBN 0-316-50787-3
Segei Mironenko Andrei Maylunas, A Lifelong Passion, Londra, Orian Publishing Group Ltd, 1996. ISBN
0-297-81520-2
Geraldine Norman, The Hermitage: The Biography of a Great Museum, New York, Fromm International
Publishing, 1998. ISBN 0-88064-190-8
Princess Catherine Radziwill, Nicholas II, The Last of the Czars, Londra, Cassell, 1931. ISBN
Amanda Mackenzie Stuart, Consuelo and Alva, Harper Collins, 2005. ISBN 0007216874
D Stuart, Dear Duchess: Millicent, Duchess of Sutherland (1867 - 1955)., Londra, Victor Gollancz Ltd., 1982.
ISBN

Voci correlate
Arca russa, il film che racconta di un innovativo viaggio in trecento anni di feste di corte, balli e vita familiare a
palazzo;
Piazza del Palazzo dove situato il palazzo stesso;
Palazzo di Caterina, la residenza zarista estiva a Carskoe Selo;
Museo dell'Ermitage, l'uso attuale del palazzo d'Inverno con una vasta collezione di capolavori artistici
provenienti da tutto il mondo;
Peterhof, la residenza zarista estiva fuori San Pietroburgo.

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Winter
Palace

Collegamenti esterni
Pagina dedicata al palazzo d'Inverno del sito di San Pietroburgo (http://www.pietroburgo.eu/palazzo-dinverno.
aspx)
199

Germania

Alte Pinakothek
[1]
Coordinate geografiche: 48854N 113412E48.14833N 11.57E

Alte Pinakothek

L'Alte Pinakothek
Tipo arte

Indirizzo Monaco di Baviera, Germania

Sito http:/ / www. pinakothek. de/

La Alte Pinakothek un museo d'arte situato nella Kunstareal di Monaco di Baviera, in Germania. una delle pi
antiche e ricche gallerie del mondo. Il nome (Pinacoteca antica) si riferisce al periodo coperto dall'arte la Neue
Pinakothek copre l'arte del XIX secolo e la recentemente aperta Pinakothek der Moderne copre l'arte moderna. Tutte
le gallerie fanno parte del Kunstareal di Monaco (l'area dell'arte).

Storia
La collezione fu fondata da Guglielmo IV che ordin ad importanti
pittori contemporanei di creare alcuni dipinti storici. L'Elettore
Massimiliano I acquist soprattutto dipinti di Albrecht Drer e suo
nipote Massimiliano II Emanuele compr moltissimi dipinti olandesi e
fiamminghi mentre era Governatore dei Paesi Bassi Spagnoli. Dopo la
riunificazione della Baviera e del Palatinato le gallerie di Mannheim,
Zweibrcken e Dsseldorf furono spostate a Monaco (le prime due nel
1798-99, la terza nel 1806), anche per proteggere le collezioni dalle
guerre e dalle spoliazioni napoleoniche. Durante questo periodo,
inoltre, per la secolarizzazione molti dipinti appartenenti alle chiese e
ai monasteri soppressi divennero propriet dello Stato.

Ludwig I di Baviera collezion principalmente dipinti tedeschi,


olandesi ed italiani del Rinascimento; in particolare acquist a proprie
spese, nel 1827, la famosa collezione di Sulpiz e Melchior Boissere di
Colonia, frutto della passione di due fratelli che avevano comprato
moltissime opere dei primitivi tedeschi e fiamminghi svendute negli Drer, Autoritratto con pelliccia
anni napoleonici; nel 1828, quella Wallenstein, che port a Monaco
altre opere di Drer; mentre durante i suoi viaggi in Italia da principe ereditario compr dipinti di Botticelli,
Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi e Beato Angelico, tra gli altri. Famosa resta la sua perseveranza per
l'acquisto della Madonna Tempi di Raffaello Sanzio dalla famiglia Tempi di Firenze, che dur vent'anni.
Alte Pinakothek 200

Nel frattempo (la prima pietra fu posta nel 1826) aveva ordinato a Leo von Klenze di erigere la galleria. Le sale del
museo furono concepite appositamente per ospitare pale come il Grande Giudizio Universale di Rubens, uno dei
quadri pi grandi che siano mai stati dipinti. Molto moderna per quei tempi, la costruzione divenne un esempio per
gli edifici museali in Germania ed Europa a partire dalla sua inaugurazione nel 1836; in particolare divenne anche un
modello per le nuove gallerie a Roma, San Pietroburgo, Bruxelles e Kassel. Le acquisizioni proseguirono
sporadicamente fino alla seconda met dell'Ottocento, con alcuni colpi di fortuna come l'acquisto della Madonna del
Garofano di Leonardo nel 1889, o dell'Annunciata di Antonello da Messina.
La pinacoteca fu parzialmente distrutta durante la Seconda guerra mondiale dai bombardamenti, che danneggiarono
gravemente le decorazioni interne originarie, ma venne ricostruita e riaperta al pubblico alla fine degli anni
cinquanta. Dalla fine degli anni '60 l'appoggio di alcune banche bavaresi ha permesso l'arrivo di numerose opere
italiane e francesi del '700, ambito nel quale la galleria era carente. Nel 1988 fu necessaria una ulteriore chiusura,
allorch uno squilibrato armato di acido solforico danneggi gravemente diversi dipinti di Drer, tra cui l'Altare
Paumgartner (oggi restaurato), e la Mater Dolorosa, il cui restauro terminato solo nel 2009. La galleria fu riaperta
solo nel 1998. Gli aggiornamenti ai sistemi di sicurezza hanno comportato la protezione, tramite cristalli invisibili, di
tutti i dipinti pi importanti.

Collezione
Il museo ospita un'ampia collezione di varie migliaia di dipinti europei
dal XIII al XVIII secolo. Le sue collezioni di antichi dipinti italiani,
tedeschi, olandesi e fiamminghi sono tra le pi importanti nel mondo.
Sono esposti circa 700 dipinti.
I dipinti di scuola tedesca spaziano dal XIV al XVII secolo, con alcuni
capolavori assoluti, come la pi ricca collezione di lavori di Drer al
mondo.
La collezione dei dipinti fiamminghi e olandesi, spazianti dal XV al
XVIII secolo, una delle pi impressionanti al mondo, specialmente
dei primi fiamminghi. La collezione dei Rubens, ospitata in ben tre
sale, una delle maggiori al mondo, seconda solo a quella del Museo
del Prado. Le opere di scuola italiana spaziano dal gotico, al
Rinascimento fino al Barocco e il XVIII secolo, da Giotto a Canaletto.

Malgrado la stretta relazione del Wittelsbach con la Francia, la


collezione francese la penultima per grandezza, spaziando dal XVI al Leonardo da Vinci, Madonna del Garofano

XVIII secolo.
Per quanto riguarda invece la sezione d'arte spagnola, nonostante sia la pi piccola, vi sono rappresentati tutti i
grandi maestri dei secoli XVI, XVII e XVIII. I dipinti di Francisco de Goya sono stati trasferiti nella Neue
Pinakothek.
Alte Pinakothek 201

Bibliografia
AA.VV., Alte Pinakothek Munich, Edition Lipp, Monaco di Baviera, 1986. ISBN 978-3-87490-701-9

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Alte Pinakothek

Collegamenti esterni
(DE,EN) Sito ufficiale [2]

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Alte_Pinakothek& language=it&
params=48_8_54_N_11_34_12_E_type:landmark_region:DE-BY_scale:2000
[2] http:/ / www. pinakothek. de

Catalogo dell'Alte Pinakothek


Catalogo delle opere esposte nell'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. La lista si basa sui cataloghi in
bibliografia e non tiene conto di eventuali riallestimenti delle sale. Per alcune opere quindi, una minoranza,
l'indicazione della sala potrebbe essere prettamente "storica" e non corrispondente alla situazione attuale. I numeri di
sala in cifre arabe si riferiscono al piano terra, quelli in cifre romane al primo piano. Non sono elencate, salvo
qualche eccezione, le opere stabilmente in deposito.

Scuola Autore Soggetto/Titolo Data N di inventario Sala


tedesca Aachen, Hans von Resurrezione del giovane di Nain 1463 XIII
tedesca Aachen, Hans von Trionfo della Verit 1611 11
olandese Aertsen, Pieter Scena di mercato 13400 23
italiana Albertinelli, Mariotto Annunciazione 1070 IV
tedesca Altdorfer, Albrecht San Giorgio nella foresta 1510 WAF 29 II b
tedesca Altdorfer, Albrecht Nascita della Vergine 1520 circa 5358 II
tedesca Altdorfer, Albrecht Paesaggio del Danubio col WAF 30 II b
castello di Wrth
tedesca Altdorfer, Albrecht Madonna col Bambino in gloria 665 II b
tedesca Altdorfer, Albrecht Susanna e i vecchioni 698 II b
tedesca Altdorfer, Albrecht Battaglia di Alessandro e Dario a 1529 688 III
Isso
tedesca Amberger, Christoph Ritratto di Hieronymus Seiler L. 255 II a
tedesca Amberger, Christoph Ritratto di Felicitas Seilern L. 256 II a
tedesca Amberger, Christoph Ritratto di Christoph Fugger 9406 XIII
italiana Andrea del Sarto Madonna col Bambino, 1514 circa 501 IV
sant'Elisabetta, san Giovannino e
un angelo
italiana Angelico San Cosma e san Damiano davanti 1443 WAF 36 1/2
a Lisia
Catalogo dell'Alte Pinakothek 202

italiana Angelico San Cosma e san Damiano salvati 1443 WAF 37 1/2
dall'annegamento
italiana Angelico Crocifissione dei santi Cosma e 1443 WAF 38 1/2
Damiano
italiana Angelico Piet 1443 WAF 38a 1/2
italiana Angelico Angelo annunciante 1425 circa 1019 1/2
italiana Angelico Vergine annunciata 1425 circa 637 1/2
spagnola Antolnez, Claudio Jos Scena in uno studio 8577 XIII
Vicente
italiana Antonello da Messina Vergine annunciata 1473-1474 8054 3
circa
neerlandese Arthois, Jacques d' Canale in una foresta 403 VIII
del sud
neerlandese Arthois, Jacques d' Paesaggio con scena di caccia 410 VIII
del sud
neerlandese Arthois, Jacques d' Guado in una foresta 4838 VIII
del sud
neerlandese Ast, Balthasar van der Natura morta con frutta 13150 13
del sud
italiana Badalocchio, Sisto Orazione nell'orto 1615 circa 480 6
tedesca Baegert, Derick Calvario 224 1/3
tedesca Baegert, Derick Compianto sul Cristo morto 224 1/3
tedesca Baldung Grien, Hans Ritratto del margravio Cristoforo I 1407 II a
di Baden
tedesca Baldung Grien, Hans Ritratto di Filippo del Palatinato, 683 II a
Neuburg
tedesca Baldung Grien, Hans Donna con libro di musica, viola 1423 II
da gamba e gatto
tedesca Baldung Grien, Hans Donna con specchio, serpente e 5376 II
cervi
tedesca Baldung Grien, Hans Nativit 6280 II
tedesca Baldung Grien, Hans Ritratto di Balthasar Gerhardi, 10646 II a
cavaliere comandante dell'Ordine
di San Giovanni di Strasburgo
italiana Barbari, Jacopo de' Uccello morto 1504 5066 3
italiana Barocci, Federico Cristo e la Maddalena 1590 494 X
tedesca Beham, Barthel Leggenda della santa Croce 684 III
tedesca Beham, Barthel Ritratto del duca Ludovico X di 2448 III
Bavaria, Landshut
tedesca Beham, Barthel Ritratto del conte palatino 5316 II a
Ottheinrich
italiana Bartolomeo, Fra' Adorazione del Bambino 1495 circa WAF 191 non in
(Baccio della Porta) mostra
italiana Basaiti, Marco Compianto sul Cristo morto 1505-1506 WAF 48 3
circa
Catalogo dell'Alte Pinakothek 203

italiana Bassano, Jacopo Madonna col Bambino tra i santi 1542-1543 917 V
Martino e Antonio Abate
italiana Bassano, Jacopo Madonna col Bambino tra i santi 1545-1550 5217 V
Giacomo maggiore e Giovanni circa
Battista
italiana Bassano, Jacopo San Girolamo penitente 1565 circa 510 5
italiana Bassano, Leandro Susanna e i vecchioni 1600 circa HuW 27 V
italiana Batoni, Pompeo Ritratto dell'elettore Carlo 181 Ingresso
Teodoro del Palatinato, Baviera
italiana Beccafumi, Domenico Sacra Famiglia con san 1515 circa 1073 IV
Giovannino
italiana Bedoli-Mazzola, Madonna col Bambino e un 5289 6
Girolamo o monaco
Parmigianino
neerlandese Beer, Jan de Annunciazione 34 II a
del sud
olandese Berchem, Nicholas Paesaggio roccioso con rovine 380 20
classiche
olandese Berchem, Nicholas Paesaggio italiano al tramonto 266 20
olandese Beyeren, Abraham van Natura morta con granchio 1916 19
olandese Beyeren, Abraham van Grande natura morta con aragosta 1620 IX
italiana Bissolo, Francesco Salvator Mundi 1510 circa 12731 non in
mostra
olandese Bloemaert, Abraham Festino degli dei 6526 XII
olandese Bloot, Pieter de Svaghi di contadini 6249 14
neerlandese Boel, Pieter Prede di caccia guardate da due 372 VIII
del sud cani
olandese Bol, Ferdinand Ritratto d'uomo 609 IX
olandese Bol, Ferdinand Ritratto di donna 610 IX
olandese Bol, Ferdinand Ufficiali della Gilda dei mercanti 9656 IX
di vino ad Amsterdam
olandese Borch, Gerard ter Ragazzo che spulcia il suo cane 589 19
olandese Borch, Gerard ter Lettera rifiutata 206 19
olandese Borch, Gerard ter Ritratto di gentiluomo 8128 19
olandese Borch, Gerard ter Ritratto di dama 8129 19
italiana Bordon, Paris Ritratto d'uomo 1523 512 5
italiana Bordon, Paris Ritratto di Violante 1530 circa 12502 non in
mostra
fiamminga Bosch, Hieronymus Giudizio universale 1506-1508 5752 II a
circa
italiana Botticelli, Sandro Compianto sul Cristo morto con i 1495 circa 1075 IV
santi Girolamo, Paolo e Pietro
francese Boucher, Franois Riposo al pozzo BGM 3 XII
francese Boucher, Franois Idillio rurale BGM 2 XII
Catalogo dell'Alte Pinakothek 204

francese Boucher, Franois Paesaggio pastorale HuW 1 XII


francese Boucher, Franois Ragazza distesa 1752 1166 XII a
francese Boucher, Franois Ritratto della marchesa di HuW 18 XII
Pompadour
francese Bourdon, Sbastien Fornace da limo a Roma 155 XI
francese Bourdon, Sbastien Liberazione di Andromeda 1290 XI
fiamminga Bouts, Albert Annunciazione WAF 79 I
fiamminga Bouts, Dieric Cattura di Cristo 990 I
fiamminga Bouts, Dieric Resurrezione WAF 74 I
fiamminga Bouts, Dieric San Giovanni evangelista WAF 75 I
fiamminga Bouts, Dieric Trittico della Perla del Brabante WAF 76, WAF 77, I
WAF 78
olandese Breenbergh, Riposo durante la fuga in Egitto in 1647 13
Bartholomeus un paesaggio
tedesca Breu il Vecchio, Jrg Storie di Lucrezia 7969 III
tedesca Breu il Vecchio, Jrg Battaglia di Zama 8 III
neerlandese Bril, Paul Costruzione della torre di Babele L. 1038 XIII
del sud
neerlandese Bril, Paul Paesaggio collinare 1084 19/20
del sud
neerlandese Bril, Paul Paesaggio montano italiano 4824 19/20
del sud
neerlandese Bril, Paul Paesaggio con baia 903 19/20
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Quattro contadini 109 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Bottega del barbiere nel villagio 561 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Contadini che giocano a carte in 218 10
del sud una taverna
neerlandese Brouwer, Adriaen Soldati che giocano a dadi in una 242 10
del sud taverna
neerlandese Brouwer, Adriaen Senso del tatto 581 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Senso del gusto 626 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Senso dell'udito 629 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Contadini che fumano e bevono 2062 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Giocatori di carte in una taverna 562 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Rissa tra due contadini 861 10
del sud
Catalogo dell'Alte Pinakothek 205

neerlandese Brouwer, Adriaen Oste che assaggia il vino con la 1281 10


del sud moglie
neerlandese Brouwer, Adriaen Oste addormentato 2014 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Rissa tra cinque contadini 2050 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Taverna 2063 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Senso dell'odorato 2095 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Contadini che giocano a carte 2108 10
del sud
neerlandese Brouwer, Adriaen Due contadini che lottano vicino a 2112 10
del sud una botte
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Fienagione 4911 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Giona che emerge dalla balena 1887 21/22
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Sodoma e Gomorra 833 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Sacco di Troia 832 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Paesaggio con san Girolamo 5171 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Calvario 823 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Predica del Battista 834 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Carnevale romano 1991 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Scena portuense con predica di 187 19/20
del sud Cristo
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Grande mercato del pesce 1889 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Mercato ittico sulla banchina di un 1883 21/22
del sud fiume
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Contingenza di Scipione (Veduta di 827 21/22
del sud un porto)
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Mulini a vento in una pianura 1892 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Arrivo dell'arciduca Albrecht con 1893 19/20
del sud Isabella davanti al palazzo di
Mariemont
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Strada di campagna allagata 1896 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Vaso di fiori 824 19/20
del sud
Catalogo dell'Alte Pinakothek 206

neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Strada di villaggio 2860 19/20


del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Punto di sbarco 4891 21/22
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Locanda sull riva di un fiume 837 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Paesaggio con fattoria vicino a un 831 19/20
del sud ruscello
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Strada affollata in una foresta 1880 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Paesaggio con un mulino 830 21/22
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Paesaggio con carri 821 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Paesaggio con locanda di villaggio 826 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Riposo su una collina 2877 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Strada affollata di campagna 1877 19/20
del sud
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Paesaggio col riposo durante la 2876 19/20
del sud (attr.) fuga in egitto
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Tentazioni di sant'Antonio 1570-1580 4912 19/20
del sud (attr.) circa
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Prefezia di Isaia 1999 21/22
del sud e Balen, Hendrick van
neerlandese Bruegel il Vecchio, Jan Sacra Famiglia 149 21/22
del sud e Avont, Pieter von
neerlandese Bruegel il Vecchio, Paese della cuccagna 1567 8940 23
del sud Pieter
neerlandese Bruegel il Vecchio, Testa di vecchia contadina 1568 circa 7057 23
del sud Pieter
olandese Brugghen, Hendrick ter Lanzichenecco 4845 15
tedesca Bruyn il Vecchio, Madonna col Bambino tra le sante WAF155 4/7
Bartholomeus Margherita e Dorotea
tedesca Bruyn il Vecchio, Trittico della Crocifisione WAF 89, WAF 90, 4/7
Bartholomeus WAF 91
tedesca Bruyn il Vecchio, Andata al Calvario WAF 94 4/7
Bartholomeus
tedesca Bruyn il Vecchio, Ritratto d'uomo WAF 97 4/7
Bartholomeus
tedesca Bruyn il Vecchio, Sei pannelli dell'Altare di San WAF 107 (a, b, c, d, 4/7
Bartholomeus Ciriaco e, f)
tedesca Burgkmair, Hans Ritratto di Martin Schongauer 1027 II c
tedesca Burgkmair, Hans Altare di San Giovanni Evangelista 685, 20, 21 III
tedesca Burgkmair, Hans Altare della Crocifissione 5329, 5330, 5331 III
Catalogo dell'Alte Pinakothek 207

tedesca Burgkmair, Hans Storie di Ester 689 III


tedesca Burgkmair, Hans Battaglia di Canne 5328 III
italiana Canaletto Piazzetta e bacino di San Marco 1740 circa WAF 137 XII b
italiana Canaletto Santa Maria della Salute e Riva 1740 circa WAF 138 XII b
degli Schiavoni
neerlandese Candid, Peter Figlia di Iefte 2065 XIII
del sud
neerlandese Candid, Peter Ritratto di Maddalena duchessa di 2471 XIII
del sud Baviera
spagnola Cano, Alonso Visione di sant'Antonio da Padova 993 XIII
italiana Cariani, Giovanni Madonna col Bambino, 1540 circa 9210 V
sant'Antonio Abate e san
Giovannino
italiana Carnevale, Fra' Annunciazione 1445 circa 645
italiana Carracci, Annibale Paesaggio con donna al bagno 14617 X
italiana Carracci, Annibale Paesaggio fluviale 14618 X
italiana Carriera, Rosalba Lachesi 14444 23
italiana Carriera, Rosalba Ritratto del giovane lord St. 1730 circa FV 16 23
George
italiana Cavallino, Bernardo Erminia e i pastori 1650 circa 960 6
italiana Cavallino, Bernardo Erminia e Tancredi ferito 1650 circa 964 6
francese Champaigne, Philippe Madonna col Bambino L. 1811 XI
de
francese Chardin, Jean-Baptiste Donna che pela le rape 1090 XII a
italiana Cima da Conegliano Madonna col Bambino tra i santi 1495 circa 992 3
Girolamo e Maria Maddalena
olandese Claesz, Pieter Natura morta con brocca di peltro 157 15
neerlandese Clerck, Hendrick de Adamo ed Eva 4534 19/20
del sud
neerlandese Clerck, Hendrick de e Paradiso 5890 21/22
del sud Alsloot, Denis van
fiamminga Cleve, Joos van Altare della Dormitio Virginis WAF 150, WAF I
151, WAF 152
fiamminga Cleve, Joos van Ritratto femminile WAF 153 II a
spagnola Coello, Claudio Ritratto di Maria Anna d'Austria, 146 XIII
vedova di re Filippo IV di Spagna
spagnola Coello, Claudio San Pietro d'Alcantara lungo il 471 XIII
fiume Quadiana
francese Couder, Auguste Leo von Klenze (copia da) Hst 871 Corridoio
ovest
francese Coypel, Ercole e Onfale 1168 XII
Charles-Antoine
tedesca Cranach il Giovane, Ritratto di dama 13112 XIII
Lucas
Catalogo dell'Alte Pinakothek 208

tedesca Cranach il Giovane, Venere e Cupido 5465 XIII


Lucas
tedesca Cranach il Vecchio, Compianto sotto la croce 1416 II
Lucas
tedesca Cranach il Vecchio, Adamo ed Eva 720 II a
Lucas
tedesca Cranach il Vecchio, Calvario 695 II a
Lucas
tedesca Cranach il Vecchio, Sant'Anna con la Vergine e il WAF 166 II a
Lucas Bambino su un prato
tedesca Cranach il Vecchio, Madonna dell'Uva 1023 II b
Lucas
tedesca Cranach il Vecchio, Morte di Lucrezia 691 XIII
Lucas
tedesca Cranach il Vecchio, Crocifissione col cardinale 3819 II
Lucas Albrecht di Brandeburgo
tedesca Cranach il Vecchio, Ritratto di Hans Melber WAF 169 II a
Lucas
tedesca Cranach il Vecchio, Et dell'oro 13175 II b
Lucas
tedesca Cranach il Vecchio, Ritratto di Rodolfo Agricola 9363 non in
Lucas mostra
olandese Cuyp, Aelbert Paesaggio 1214 14
olandese Cuyp, Benjamin Cavallo e palafreniere 1942 16
Gerritsz
italiana Daddi, Bernardo Santo vescovo con cardellino 1345 circa 10828 1/2
neerlandese Dalem, Cornelis van Paesaggio con fattoria 12044 XII
del sud
olandese David, Gerard Adorazione dei Magi 715 I
olandese David, Gerard Madonna col Bambino e 1080, 1079 II a
Commiato di Cristo
olandese Delff, Cornelis Jacobsz Natura morta con vasellame di L. 1873 II a
metallo
olandese Dou, Gerard Preghiera della filatrice 588 21
olandese Dujardin, Karel Capretta malata 291 IX
tedesca Drer, Albrecht Mater Dolorosa, dal Polittico dei 1500 circa 709 II
Sette Dolori
tedesca Drer, Albrecht Ritratto di Oswolt Krel 1499 WAF 230 (+a, b) II b
tedesca Drer, Albrecht Autoritratto con pelliccia 1500 537 II b
tedesca Drer, Albrecht Ritratto di giovane 1500 694 II b
tedesca Drer, Albrecht Compianto Glim 1500 704 II
tedesca Drer, Albrecht Altare Paumgartner 1496-1500 701, 702, 706 II
circa
tedesca Drer, Albrecht Scomparti laterali dell'Altare 1503-1504 WAF 228, WAF 229 II
Jabach circa
Catalogo dell'Alte Pinakothek 209

tedesca Drer, Albrecht Madonna del Garofano 1516 4772 II b


tedesca Drer, Albrecht Suicidio di Lucrezia 1518 705 II
tedesca Drer, Albrecht Quattro Apostoli 1526 545, 540 II
neerlandese Dyck, Antoon van Compianto sul Cristo morto 404 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Caccia al cinghiale 311 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Autoritratto 405 9
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van San Sebastiano prima del martirio 371 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Cattura di san Sebastiano 607 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Susanna e i vecchioni 595 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto del duca Wolfgagn 402 VII
del sud Wilhelm del palatinato, Neuburg
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto dello scultore Georg Petel 406 7
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto dell'organista Hendrik 375 VI
del sud Liberti
neerlandese Dyck, Antoon van Riposo durante la fuga in Egitto 555 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto del pittore Jan de Wael e 596 VI
del sud di sua moglie Gertrud de Jode
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto di dama 368 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto di gentiluomo 369 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Madonna col Bambino e san 622 VI
del sud Giovannino
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto virile 407 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto del pittore Theodor 603 VI
del sud Rombouts
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto della moglie del pittore 599 VI
del sud Theodor Rombouts con la figlia
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto di Pieter Snayer 592 VI
del sud
neerlandese Dyck, Antoon van Compianto sul Cristo morto con 606 7
del sud angeli
neerlandese Dyck, Antoon van Ritratto dell'incisore Karel van 373 non in
del sud Mallery (bottega) mostra
neerlandese Dyck, Antoon van Dama che suona la viola da gamba 1308 VI
del sud (bottega)
olandese Eeckhout, Gebrandt van Donne di Alessandro e Dario 1798 IX
den
Catalogo dell'Alte Pinakothek 210

tedesca Elsheimer, Adam Sacco di Troia 205 11


tedesca Elsheimer, Adam Fuga in Egitto 1609 216 11
tedesca Elsheimer, Adam San Giovanni Battista in preghiera 862 11
(attr.)
olandese Engebrechtsz, Cornelis Costantino ed Elena 1458 I
olandese Engebrechtsz, Cornelis Compianto sul Cristo morto WAF 245 I
olandese Fabritius, Carel Autoritratto 2080 19
tedesca Feselen, Melchior Storia di Clelia 13 III
tedesca Feselen, Melchior Assedio di Alesia 689 III
tedesca Flegel, Georg Natura morta 5026 11
tedesca Flegel, Georg Banchetto apparecchiato 1622 11
neerlandese Floris de Vriendt, Frans Sacra Famiglia con sant'Anna, 1945 XII
del sud Elisabetta e Giovannino
neerlandese Floris de Vriendt, Frans Uomo col berretto rosso 738 23
del sud
francese Fragonard, Jean Honor Gimblette HuW 35 XII a
italiana Francia, Francesco Madonna col Bambino e due 1495 circa 1052 4
angeli
italiana Francia, Francesco Madonna adorante il Bambino in 1500 circa 994 IV
un roseto
neerlandese Francken II, Frans Banchetto in casa del borgomastro 858 XII
del sud Rockox
svizzera Fries, Hans Altare con stimmate di san WAF 282, WAF II b
Francesco, visione di san 283, WAF 284,
Bernardo, sant'Anna Metterza e WAF 285
martirio di san Sebastiano
svizzera Fries, Hans Giudizio Universale WAF 280, WAF 281 II b
tedesca Frueauf il Vecchio, Uomo di dolori 10681 I
Rueland
neerlandese Fyt, Jan Caccia all'orso 255 VIII
del sud
neerlandese Fyt, Jan Cervo attaccato dai cani 259 VI
del sud
neerlandese Fyt, Jan Caccia al cinghiale 203 VI
del sud
italiana Gaddi, Agnolo San Nicola salva una nave dal 1395 circa 7818b
naufragio
italiana Gaddi, Agnolo San Nicola e un donatore 1395 circa 7818
italiana Gaddi, Agnolo San Giuliano 1395 circa 7819
italiana Gaddi, Taddeo Morte del cavaliere di Celano 1335-1340 10676 1/2
circa
italiana Gaddi, Taddeo San Francesco suggerisce la prova 1335-1340 10677 1/2
del fuoco davanti al sultano circa
italiana Garofalo Madonna col Bambino 1510 circa 1026
Catalogo dell'Alte Pinakothek 211

italiana Garofalo San Martino dona il mantello 1517-1520 5537


circa
olandese Gelder, Aert de Ester si prepara per andare da 841 IX
Assuero
italiana Gentileschi, Orazio Marta rimprovera la sorella Maria 1620 circa 10726 X
italiana Ghirlandaio, Domenico Pala Tornabuoni 1490-1494 1076, 1077, 1078 IV
italiana Giordano, Luca Filosofo cinico con rotolo 1650-1653 492 X
circa
italiana Giordano, Luca Filosofo cinico con libro 1650-1653 493 X
circa
italiana Giordano, Luca Deposizione di sant'Andrea dalla 1659-1660 154 X
croce circa
italiana Giorgione Ritratto di giovane con pelliccia 1510 circa 524 V
(attr.)
italiana Giotto Ultima cena 1311-1312 643 1/2
circa
italiana Giotto Crocifissione 1311-1312 667 1/2
circa
italiana Giotto Discesa al Limbo 1311-1312 5295 1/2
circa
olandese Goltzius, Hendrick Venere e Adone 5613 XII
fiamminga Gossaert, Jan Madonna col Bambino WAF 306 II a
fiamminga Gossaert, Jan Danae 38 I
olandese Goyen, Jan van Fattoria su un fiume 4893 14
olandese Goyen, Jan van Paesaggio con architetture di 4892 14
Leida
olandese Goyen, Jan van Paesaggio con carovane 3846 14
olandese Goyen, Jan van Carrozza su un ponte 122236 14
spagnola Greco, El Veronica col sudario 11963 XIII
spagnola Greco, El Spoliazione di Cristo 8573 XIII
francese Greuze, Jean-Baptiste Lamento dello sguardo HuW 3 XII a
tedesca Grnewald, Matthias Cristo deriso 10352 II
tedesca Grnewald, Matthias Santi Erasmo e Maurizio 1044 II
italiana Guardi, Francesco Veduta del Canal Grande vicino 1760 circa HuW 8 XII b
San Geremia
italiana Guardi, Francesco Veduta di Rialto e del palazzo dei 1760 circa HuW 9 XII b
Camerlenghi
italiana Guardi, Francesco Torre dell'Orologio di San Marco 1775 circa HuW 11 XII b
italiana Guardi, Francesco Veduta di Santa Maria della Salute 1775-1780 FV 1 XII b
a della Dogana circa
italiana Guardi, Francesco Veduta attraverso un arco 1780-1785 HuW 10 XII b
circa
italiana Guardi, Francesco Concerto veneziano di gala 1782 8574 XII b
Catalogo dell'Alte Pinakothek 212

italiana Guardi, Francesco Regata sul canale della Giudecca 1784-1789 HuW 34 XII b
circa
italiana Guardi, Francesco Incendio nel quartiere di San 1790 circa HuW 12 XII b
Marcuola
olandese Hals, Frans Ritratto di Willelm van Heythuysen 14101 IX
olandese Hals, Frans Ritratto d'uomo 8402 17
olandese Heem, Jan Davidsz e Natura morta con mazzo di fiori, 568 22
Veerendael, Nicolaes crocifisso e teschio
van
svizzera Heintz il Vecchio, Cupido che fabbrica l'arco (da 3535 XIII
Joseph Parmigianino)
svizzera Heintz il Vecchio, Satiri e ninfe 1579 19/20
Joseph
olandese Helst, Bartholomeus Ritratto d'uomo in nero 7256 IX
van der
olandese Helst, Bartholomeus Ritratto di donna in un vestito di 7262 IX
van der raso nero
olandese Hemessen, Jan Sanders Chiamata di Matteo 11 XII
van
olandese Hemessen, Jan Sanders Cristo deriso 1408 XII
van
olandese Hemessen, Jan Sanders Isacco benedice Giacobbe 10 XII
van
francese Hey, Jean Ritratto di Carlo II di Borbone WAF 648 II a
olandese Heyden, Jan van der Piazza di Colonia 142 18
olandese Heyden, Jan van der Palazzo vecchio di Bruxelles 7287 18
olandese Hobbema, Meindert Paesaggio 893 18
tedesca Holbein il Giovane, Ritratto di Derich Born 1083 II a
Hans
tedesca Holbein il Vecchio, Ali dell'Altare di Kaisheim 721, 736 III
Hans
tedesca Holbein il Vecchio, Altare di San Sebastiano 5352, 668, 669 II
Hans
olandese Hondcoeter, Melchior Uccelli in un parco 1715 IX
de
olandese Hondcoeter, Melchior Uccelli nel cortile di una casa di 1710 IX
de campagna
olandese Hondcoeter, Melchior Cascata in un parco 1717 IX
de
olandese Honthorst, Gerrit van Figliol prodigo 1312 IX
olandese Hooch, Carel de Paesaggio con abitazione 2745 14
olandese Hooch, Carel de Paesaggio con mura cittadine 2746 14
tedesca Huber, Wolf Cristo sul Monte degli Olivi 8779 I
tedesca Huber, Wolf Cattura di Cristo 8780 I
olandese Huysum, Jan van Frutta, fiori e insetti 267 22
Catalogo dell'Alte Pinakothek 213

olandese Huysum, Jan van Cesto di fiori 268 22


fiamminga Isenbrant, Adriaen Riposo durante la fuga in Egitto WAF 398 II a
fiamminga Isenbrant, Adriaen Presentazione di Cristo al Tempio 1404 II a
fiamminga Isenbrant, Adriaen Madonna col Bambino e sei santi 13191 II a
olandese Janssens Elinga, Pieter Donna che legge 284 19
neerlandese Janssens, Abraham Diana tra le ninfe 13111 XII
del sud
neerlandese Janssens, Abraham Olimpo 4884 XII
del sud
tedesca Joest, Jan Adorazione dei pastori 1415 II a
neerlandese Jordaens, Jacob Ninfe e fauni 10411 VIII
del sud
neerlandese Jordaens, Jacob Satiro con contadini 425 VIII
del sud
neerlandese Jordaens, Jacob Tale padre, tale figlio 806 VIII
del sud
olandese Kalf, Willem Negozio del droghiere 5727 14
olandese Kalf, Willem Natura morta con brocca di Delft 10763 21
tedesca Kellerhoven, Moritz Johann Georg Dillis 13155 Corridoio
ovest
neerlandese Kessel, Jan van Europa 1910 XI
del sud
neerlandese Kessel, Jan van Asia 1911 XI
del sud
neerlandese Kessel, Jan van Africa 1922 XI
del sud
neerlandese Kessel, Jan van America 1913 XI
del sud
neerlandese Key, Adriaen Thomasz Ritratto d'uomo con barba castana 7676 non in
del sud mostra
neerlandese Key, Willem Compianto sul Cristo morto 539 XII
del sud
neerlandese Key, Willem San Girolamo 600 XII
del sud
tedesca Knpfer, Nicolaus Il Contento 177 11
olandese Koninck, Philip Paesaggio 9407 IX
francese Lancret, Nicolas La gabbia d'uccelli HuW 4 non in
mostra
francese Lancret, Nicolas Il concerto 14880 non in
mostra
olandese Lastman, Pieter Ulisse davanti Nausicaa 4947 IX
olandese Lastman, Pieter Battesimo del ciambellano 10735 15
d'Etiopia
francese Le Moyne, Franois Colazione di caccia 126 XII
francese Le Sueur, Eustache Cristo nella casa di Marta WAF 492 XI
Catalogo dell'Alte Pinakothek 214

italiana Leonardo da Vinci Madonna del Garofano 1473 circa 7779 4


italiana Liberale da Verona Compianto sul Cristo morto 1490 circa 7821 3
italiana Licinio, Bernardino Ritratto di dama 1520 circa 5093 5
svizzera Liotard, Jean Etienne Colazione HuW 30 XII a
italiana Lippi, Filippino Apparizione di Cristo alla 1493 circa WAF 498 IV
Madonna
italiana Lippi, Filippo Annunciazione delle Murate 1450 circa 1072 IV
italiana Lippi, Filippo Madonna col Bambino 1465 circa 647 4
tedesca Liss, Johann Morte di Cleopatra 13434 6
tedesca Lochner, Stefan Madonna col Bambino WAF 506 II c
tedesca Lochner, Stefan Sportelli laterali con Santi WAF 501, WAF 502 1/3
dall'Altare del Giudizio universale
tedesca Lochner, Stefan Adorazione del Bambino 13169 II c
italiana Longhi, Pietro Gioco a carte HuW 17 23
italiana Lorenzo di Credi Sacra Famiglia con san WAF 191 IV
Giovannino
francese Lorrain, Claude Espulsione di Agar 604 XI
francese Lorrain, Claude Agar e gli Ismaeliti nel deserto 598 XI
francese Lorrain, Claude Paesaggio idilliaco al tramonto 382 XI
francese Lorrain, Claude Porto all'aurora 381 XI
italiana Lotto, Lorenzo Matrimonio mistico di santa 1505-1508 32 5
Caterina d'Alessandria circa
olandese Luca di Leida Madonna col Bambino, Maria 742 II a
Maddalena e un donatore
olandese Luca di Leida Annunciazione 7713 II a
olandese Maes, Nicolaes Ritratto di giovane uomo 386 IX
olandese Maes, Nicolaes Ritratto di giovane donna 389 IX
tedesca Maestro dei pannelli di Profeta 10395 II c
Monaco sulla Vergine
tedesca Maestro del castello di Strage degli Innocenti 13201 II b
Lichtenstein
tedesca Maestro del Libro di Madonna col Bambino incoronata 9036 II c
Casa da angeli
tedesca Maestro del ritratto di Ritratto del duca Sigismondo 10650 II a
Mornauer d'Austria
tedesca Maestro della Crocifissione 1388 I
Crocifissione di
Benediktbeuren
olandese Maestro della Leggenda Giuseppe e la moglie di Putifarre 13180 I
di Giuseppe
tedesca Maestro della Madonna Madonna col Bambino 12426 II c
di Benediktbeuren
tedesca Maestro della Passione Incoronazione della Vergine WAF 625 1/3
di Lyversberg
Catalogo dell'Alte Pinakothek 215

tedesca Maestro della Sacra Circoncisione di Cristo WAF 652 8/10


Famiglia
tedesca Maestro della Sacra Leggenda di sant'Antonio Abate 1500 circa WAF 452 8/10
Famiglia
tedesca Maestro della Tabula Calvario con santi 1438 I
Magna di Tegernsee
tedesca Maestro della Veronica Santa Veronica 11866 1/3
tedesca Maestro della vita della Incontro alla Porta d'Oro WAF 618 4/7
Vergine
tedesca Maestro della vita della Nascita della vergine WAF 619 4/7
Vergine
tedesca Maestro della vita della Presentazione di Maria al Tempio WAF 620 4/7
Vergine
tedesca Maestro della vita della Sposalizio della Vergine WAF 621 4/7
Vergine
tedesca Maestro della vita della Annunciazione WAF 622 4/7
Vergine
tedesca Maestro della vita della Visitazione WAF 623 4/7
Vergine
tedesca Maestro della vita della Assunzione della Vergine WAF 624 4/7
Vergine
tedesca Maestro della vita della Ritratto di un capomastro WAF 612 4/7
Vergine
tedesca Maestro dell'altare di Ritratto di Johan von Melem WAF 718 8/10
Aachen
tedesca Maestro dell'altare di Madonna col Bambinoe angeli 10756 8/10
Aachen musicanti
tedesca Maestro dell'altare di Sant'Anna con la Vergine e il 10738 8/10
San Bartolomeo Bambino
tedesca Maestro dell'altare di Adorazione dei Magi 10651 8/10
San Bartolomeo
tedesca Maestro dell'altare di Altare di San Bartolomeo 11863, 11864, 11865 8/10
San Bartolomeo
tedesca Maestro dell'altare Annunciazione 6247 I
Polling
tedesca Maestro dell'altare Adorazione dei Magi 1360 I
Polling
tedesca Maestro dell'altare Leggenda della Croce 1368, 1369 I
Polling
tedesca Maestro dell'altare Presentazione di Maria al Tempio 10856 1/3
Regler di Erfurt
tedesca Maestro dell'altare Dormitio Virginis 10857 1/3
Regler di Erfurt
olandese Maestro delle mezze Adorazione dei Magi WAF 585 II a
figure femminili
tedesca Maestro dell'Uomo di Uomo di dolori 10353 I
dolori di Oeraltaich
Catalogo dell'Alte Pinakothek 216

tedesca Maestro di san San Cristoforo 10446 II a


Cristoforo e il diavolo
italiana Magnasco, Alessandro Paesaggio con monaci 1720-1723 HuW 25 X
circa
francese Maingaud, Martin Ritratto dell'elettore Massimiliano 982 Ingresso
Emanuele di Baviera
tedesca Mair, Hans San Giorgio e il drago 9344 II c
tedesca Maler, Hans Ritratto di Wolfgang Ronner WAF 547 II b
neerlandese Mandyn, Jan San Cristoforo 690 XII
del sud
italiana Mantegna, Andrea e Muzio Scevola 1490 circa 13792 3
bottega
italiana Marieschi, Michele Gran Canale a C Pesaro 1734-1735 L. 1871 XII b
circa
italiana Marieschi, Michele Veduta della piazzetta dei Leoni 1734-1735 L. 1872 XII b
circa
italiana Masolino da Panicale Madonna dell'Umilt 1420 circa WAF 264 1/2
olandese Massys, Quinten Altare con la Trinit e la Madonna 3335, 5380, 719 II a
col Bambino
italiana Mazzolino, Ludovico Sacra Famiglia 1516 1024
olandese Meer, Berend van der Natura morta con moro 6598 IX
spagnola Melndez, Luis Meloni, mele cotogne e prugne 13199 22/23
fiamminga Memling, Hans San Giovanni Battista 652 II a
fiamminga Memling, Hans Madonna col Bambino e angeli 680 II a
fiamminga Memling, Hans San Giorgio e il donatore 5 II a
fiamminga Memling, Hans Sant'Anna Metterza 1401 II a
fiamminga Memling, Hans Sette gioie di Maria WAF 668 II a
italiana Memmi, Lippo? Assunzione della Vergine 1330-1335 WAF 671 1/2
circa
olandese Metsu, Gabriel Festa dei fagioli 871 IX
olandese Metsu, Gabriel Cuoca 624 21
olandese Mieris, Frans Autoritratto 627 21
olandese Mieris, Frans Ritratto della moglie dell'artista 615 21
olandese Mieris, Frans Stivali da cavalcata 586 21
olandese Mieris, Frans Ufficiale addormentato in una 241 21
locanda
olandese Mieris, Frans Dama allo specchio 219 21
francese Millet, Jean-Franois Paesaggio classico 1018 XI
francese Millet, Jean-Franois Paesaggio di costa italiana 400 XI
neerlandese Momper il Giovane, Paesaggio con una veduta lontana 1114 21/22
del sud Joos de
italiana Monaco, Lorenzo San Pietro L. 970 1/2
Catalogo dell'Alte Pinakothek 217

olandese Monogramma AC Ritratto di una duchessa di Jlich, 1430 23


Cleves e Berg
olandese Mor van Dashorst, Ritratto di giovane come san 8685 XII
Anthonis Sebastiano
olandese Moreelse, Paulus Pastorella alla fiera 13183 15
italiana Moretti, Cristoforo de' Madonna col Bambino e tre santi 1450 circa 12376 3
italiana Moretto da Brescia Ritratto di un ecclesiastico 1545-1550 WAF 683 V
circa
tedesca Muelich, Hans Ritratto di Andreas Ligsalz 19 II a
tedesca Muelich, Hans Ritratto di Apollonia Ligsalz 12 II a
tedesca Muelich, Hans Ritratto del duca Alberto V di 4301 XIII
Baviera
spagnola Murillo, Bartolom Ragazzi mendicanti che mangiano 605 XIII
Esteban uva e melone
spagnola Murillo, Bartolom Bambini che mangiano un dolce 1670-1675 487 XIII
Esteban circa
spagnola Murillo, Bartolom Piccolo venditore di frutta 497 XIII
Esteban
spagnola Murillo, Bartolom Scena domestica 489 XIII
Esteban
spagnola Murillo, Bartolom Ragazzi mendicanti che giocano a 597 XIII
Esteban dadi
spagnola Murillo, Bartolom San Tommaso di Villanueva che 52 XIII
Esteban risana uno storpio
italiana Nardo di Cione Cinque santi rivolti a destra 1365 circa WAF 1027 1/2
italiana Nardo di Cione Cinque santi rivolti a sinistra 1365 circa WAF 1028 1/2
francese Nattier, Jean-Marc Amanti HuW 14 XII a
francese Nattier, Jean-Marc Ritratto della marchesa di Baglion HuW 19 XII
come Flora
olandese Neer, Aert van der Paesaggio invernale 6383 14
olandese Neer, Eglon Hendrik Dama che accorda un liuto 204 21
van der
olandese Neer, Eglon Hendrik Paesaggio con Tobia e l'angelo 2862 21
van der
olandese Netscher, Caspar Intrattenimento musicale 618 21
olandese Netscher, Caspar Scena pastorale 110 22
olandese Orley, Barent van Sant'Ambrogio in preghiera WAF 743 I
olandese Orley, Barent van Ritratto di Jean Carondelet WAF 742 II a
olandese Ostade, Adriaen van Uomini e donne in un interno di 133 17
campagna
olandese Ostade, Adriaen van Contadini chiassosi in una taverna 864 17
olandese Ostade, Adriaen van Rissa tra contadini 566 17
olandese Ostade, Adriaen van Matrimonio campagnolo 567 17
Catalogo dell'Alte Pinakothek 218

tedesca Pacher, Michael Pannelli dall'Altare di San Lorenzo 2592, 5304, 5305, II
5306
tedesca Pacher, Michael Incoronazione della Vergine 5307 II
tedesca Pacher, Michael Altare dei Dottori della Chiesa 2597, 2598, 2599, II
2600, 2599a, 2599b,
2600a, 2600b
italiana Palma il Vecchio Madonna coi santi Rocco e Aurea 1515 circa 505 5
italiana Palma il Vecchio Giovane fauno che suona la 1513-1515 76 3
siringa circa
spagnola Pantoja de la Cruz, Juan Ritratto di Alberto il Pio, arciduca 898 XIII
d'Austria
spagnola Pantoja de la Cruz, Juan Ritratto dell'infanta Isabella Clara 987 XIII
Eugenia di Spagna
francese Pater, Jean-Baptiste Piaceri della vita di campagna HuW 7 XII a
Joseph
neerlandese Peeters, Clara Natura morta 1524 XII
del sud
tedesca Pencz, Georg Giuditta con la testa di Oloferne L. 271 XIII
italiana Perugino Apparizione della Vergine a san 1488-1489 WAF 764 IV
Bernardo
italiana Perugino Madonna con due santi adoranti il 1500 circa 525 IV
Bambino
italiana Piero di Cosimo Leggenda di Prometeo 1515 circa 8973 4
italiana Pietro da Cortona Riposo durante la fuga in Egitto 1643 circa 176 6
italiana Pittoni, Giovanni Sant'Eustachio rifiuta di adorare 10741 23
Battista gli idoli
italiana Pittoni, Giovanni Nativit 1735 circa 5762 23
Battista
italiana Pittoni, Giovanni Magnanimit di Scipione HuW 32 23
Battista
italiana Pittoni, Giovanni Sacrificio di Polissena HuW 33 23
Battista
tedesca Pleydenwurff, Hans Calvario 6218 I
tedesca Pleydenwurff, Hans Orazione nell'orto 663 I
tedesca Pleydenwurff, Hans Crocifissione 670 I
tedesca Pleydenwurff, Hans Deposizione dalla croce 664 I
tedesca Pleydenwurff, Hans Resurrezione 666 I
olandese Poelenburgh, Cornelis Cascata a Tivoli 5273 13
van
olandese Poelenburgh, Cornelis Paesaggio italiano 5272 13
van
olandese Poelenburgh, Cornelis Ritratto di fanciulla 10740 13
van
polacca Polack, Jan Morte di san Corbinio 1402 I
Catalogo dell'Alte Pinakothek 219

polacca Polack, Jan San Benedetto coi Padri degli 1397 I


ordini monastici e i Dottori della
Chiesa
polacca Polack, Jan Ritratto del duca Sigismondo di 448 II c
Baviera (attr.)
olandese Porcellis, Jan Tempesta in mare 5742 16
olandese Post, Frans Paesaggio brasiliano con 1560 20
formichiere
olandese Post, Frans Paesaggio brasiliano con 1561 20
armadillo
olandese Potter, Paulus Famiglia di contadini con bestiame 565 17
francese Poussin, Nicolas Apollo e Dafne 2334 XI
francese Poussin, Nicolas Mida e Bacco 528 XI
francese Poussin, Nicolas Compianto sul Cristo morto 625 XI
italiana Previtali, Andrea Madonna col Bambino 1502 circa 15284
italiana Procaccini, Giulio Madonna col Bambino e san 1610-1613 450
Cesare Giovannino circa
italiana Puligo, Domenico Madonna col Bambino e san 1525 circa 13188 4
Giovannino
olandese Pynas, Jacob Nabucodonosor restaura la dignit 13151 15
reale
francese Quentin de La Tour, Ritratto dell'abate Nollet HuW 5 XII a
Maurice
francese Quentin de La Tour, Mademoiselle Ferrand medita su HuW 6 XII a
Maurice Newton
italiana Raffaello Sacra Famiglia Canigiani 1507 circa 476 IV
italiana Raffaello Madonna Tempi 1508 circa WAF 796 IV
italiana Raffaello Madonna della Tenda 1513-1514 WAF 797 IV
italiana Raffaellino del Garbo Compianto sul Cristo morto 1500 circa 801 non in
mostra
tedesca Refinger, Ludwig Sacrificio di Marco Curzio 687 III
tedesca Reichlich, Marx Altare dei santi Giacomo e Stefano 2590, 2591, 2594, II
2595, 8571, 8639,
8640
tedesca Reichlich, Marx Scene della vita della Vergine 1459, 2587, 2588, II
5302
olandese Rembrandt Autoritratto 11427 16
olandese Rembrandt Ritratto d'uomo in costume 421 IX
orientale
olandese Rembrandt Sacra Famiglia 1635 circa 1318 IX
olandese Rembrandt Adorazione dei pastori 393 16
olandese Rembrandt Innalzamento della Croce di Cristo 394 16
olandese Rembrandt Deposizione dalla croce 1633 circa 395 16
olandese Rembrandt Sepoltura di Cristo 396 16
Catalogo dell'Alte Pinakothek 220

olandese Rembrandt Resurrezione 397 16


olandese Rembrandt Ascensione 398 16
olandese Rembrandt Sacrificio di Isacco 438 IX
olandese Rembrandt Cristo risorto 6471 16
italiana Reni, Guido Apollo scortica Marsia 1633 circa 513 X
italiana Reni, Guido Assunzione della Vergine 1638-1639 446 X
circa
italiana Reni, Guido Cristo trasferito dopo la 1620-1621 4546 X
falgellazione circa
fiamminga Reymerswaele, Esattore delle tasse con la moglie 7 XII
Marinus van
fiamminga Reymerswaele, Notaio 718 XII
Marinus van
spagnola Ribera, Jusepe de San Bartolomeo 7604 XIII
francese Robert, Hubert Veduta di un parco 14716 XII
francese Robert, Hubert Paesaggio con rovine romane 14717 XII
francese Robert, Hubert Demolizione delle case sul Pont au HuW 15 XII
Change
italiana Rosa, Salvator Vanitas natura morta 1650 circa 13103 6
italiana Rosselli, Matteo Cena in Emmaus 1620-1625 HuW 24 non in
circa mostra
tedesca Rottenhammer, Johann Adorazione dei pastori 9444 11
tedesca Rottenhammer, Johann Giudizio Universale 45 11
tedesca Rottenhammer, Johann Diana e Atteone 1588 11
neerlandese Rubens, Peter Paul Autoritratto con la moglie Isabella 1609-1610 334 VII
del sud Brant
neerlandese Rubens, Peter Paul Ritratto di Jan Brandt 354 VIII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Hlne Froument nel suo vestito 340 VII
del sud nuziale
neerlandese Rubens, Peter Paul Hlne Froument indossa un 349 9
del sud guanto
neerlandese Rubens, Peter Paul Rubens e la sua seconda moglie in 313 VIII
del sud un giardino
neerlandese Rubens, Peter Paul Hlne Fourment con il figlio 1635 circa 315 VIII
del sud Frans
neerlandese Rubens, Peter Paul Studio di una donna anziana 333 9
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Giovane con berretto nero 341 7
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Ritratto di un frate francescano 347 VIII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Ritratto di Hendrik van Thulden 316 VII
del sud
Catalogo dell'Alte Pinakothek 221

neerlandese Rubens, Peter Paul Ritratto di Alatheia Talbot, 352 VIII


del sud contessa di Arundel
neerlandese Rubens, Peter Paul Ritratto di don Fernando, 335 VIII
del sud cardinale, Infante di Spagna
neerlandese Rubens, Peter Paul Caduta degli angeli 306 VII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Sconfitta di Sannacherib 326 VIII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Susanna e i vecchioni 317 9
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Strage degli innocenti 572 VIII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Crocifissione 339 VIII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Sepoltura di Cristo 59 VIII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Cristo con i quattro grandi 1617 circa 329 VIII
del sud penitenti
neerlandese Rubens, Peter Paul Grande Giudizio Universale 1614-1617 890 VII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Piccolo Giudizio Universale 611 12
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Caduta dei dannati 320 12
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Donna dell'Apocalisse 891 VII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul San Cristoforo 72 12
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Martirio di san Lorenzo 338 VII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Miracoli di san Francesco di 74 9
del sud Paola
neerlandese Rubens, Peter Paul Cupido che fabbrica l'arco 1304 7
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Due satiri 1618-1619 873 9
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Sileno ubriaco 319 VII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Incoronazione dell'eroe virtuoso 997 non in
del sud mostra
neerlandese Rubens, Peter Paul Allegoria della Pace 343 VII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Rapimento delle figlie di Leucippo 321 VII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Melagro e Atalanta 355 VII
del sud
Catalogo dell'Alte Pinakothek 222

neerlandese Rubens, Peter Paul Scena pastorale 328 VII


del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Battaglia delle Amazzoni 1615 324 12
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Riconciliazione tra i Romani e le 350 VII
del sud Sabine
neerlandese Rubens, Peter Paul Morte di Seneca 305 VIII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Schizzi per la Serie di Maria de' 92, 93, 94, 95, 97, 8
del sud Medici 98, 99, 100, 101,
102, 103, 104, 105,
106, 107, 108
neerlandese Rubens, Peter Paul Caccia all'ippopotamo e al 4797 VII
del sud coccodrillo
neerlandese Rubens, Peter Paul Caccia al leone 602 VII
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Paesaggio con mandria di buoi 322 9
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul Paesaggio con arcobaleno 312 12
del sud
neerlandese Rubens, Peter Paul e Putti con ghirlanda di frutta 330 VII
del sud Snyders, Frans
neerlandese Rubens, Peter Paul e Madonna entro una ghirlanda di 331 VIII
del sud Bruegel il Vecchio, Jan fiori
neerlandese Rubens, Peter Paul e Enrico IV alla battaglia di Arques 952 VIII
del sud Snayders, Pieter
olandese Ruysch, Rachel Mazzo di fiori 878 22
olandese Ruysdael, Jacob van Dune di sabbia con alberi 1022 17
olandese Ruysdael, Jacob van Paesaggio con foresta prima di un 1053 18
temporale
olandese Ruysdael, Jacob van Villaggio d'inverno 117 17
olandese Ruysdael, Jacob van Veduta di Ootsmarsum 10818 17
olandese Ruysdael, Jacob van Torrente con quercie 1038 17
olandese Ruysdael, Salomon van Scena al fiume con traghetto 161 14
olandese Ruysdael, Salomon van Paesaggio con torre osservatorio 4526 14
olandese Saenredam, Pieter Jansz Interno della chiesa di San 6622 19
Giacomo a Utrecht
italiana Salviati, Salviati Carit 1544-1548 L. 1044 XII
circa
tedesca Sandrart, Joachim von Ritratto dell'elettore Massimiliano 1025 Ingresso
I di Baviera (copia da)
italiana Saraceni, Carlo Visione di san Francesco 1615 circa 113 X
italiana Saraceni, Carlo Morte della Vergine 1615-1619 185 6
circa
fiamminga Savery, Roelant Caccia al cinghiale 271 21/22
Catalogo dell'Alte Pinakothek 223

tedesca Schaffner, Martin Ritratto di Wolgang I, conte di WAF 939 II a


Oettingen
tedesca Schaffner, Martin Scomparti dell'Altare di 671, 672, 672, 674 III
Wettenhausen
tedesca Schaffner, Martin Ritratto di Eitel Hans I di 9582 II b
Schnrpflingen
neerlandese Schonbroeck, Pieter Paesaggio 2747 23
del sud
tedesca Schongauer,Martin Sacra Famiglia 1132 II c
tedesca Schpfer il Vecchio, Storie di Virginia 13099 III
Hans
tedesca Schpfer il Vecchio, Storie di Susanna 7775 III
Hans
italiana Scuola bolognese San Girolamo e l'angelo 1610 circa 1017 6
(Leonello Spada?)
tedesca Scuola dell'Alto Reno San Giorgio e il drago 1460 circa WAF 729 II c
neerlandese Scuola di Anversa Adorazione dei Magi 1520 circa 708 II a
del sud
tedesca Scuola di Augusta Pala dei santi Narciso e Matteo 1510, 1525 10349, 10350, 10351 III
tedesca Scuola di Colonia Annunciazione 1380 circa WAF 451 II c
tedesca Scuola di Colonia Madonna col Bambino in trono tra 1440 circa WAF 500 1/3
angeli e sante vergini
tedesca Scuola di Colonia San Girolamo con due santi e il 1440, 1450 5317 II c
committente circa
tedesca Scuola di Colonia Nativit e Cristo sul Monte degli 1450 circa WAF 507, WAF 508 1/3
olivi
tedesca Scuola di Colonia Ritratto virile 1492 WAF 733 8/10
olandese Scuola di Leida Natura morta con libri 6579 16
tedesca Scuola di Salisburgo Madonna col Bambino 1450-1460 10239 II c
circa
spagnola Scuola di Siviglia Vecchia venditrice ambulante 1640-1645 608 XIII
circa
italiana Scuola ferrarese Madonna col Bambino in trono tra 1480 circa WAF 255 4
quattro santi
italiana Scuola ferrarese Ritratto di famiglia 1480 circa 8709 4
(Antonio da
Crevalcore?)
italiana Scuola fiorentina Ritratto di giovane uomo 1450-1460 658 4
circa
tedesca Scuola francona Santi Floriano e Sebastiano 1470-1482 10417 II c
circa
francese Scuola Uomo con berretto nero 1530-1535 15 II a
franco-fiamminga circa
francese Scuola Ritratto di un generale 1650-1670 165 XI
franco-fiamminga circa
Catalogo dell'Alte Pinakothek 224

neerlandese Scuola neerlandese del Ritratto di famiglia 167 VI


del sud sud
olandese Scuola olandese Gonfaloniere in piedi 1590 1315 XII
italiana Scuola riminese Dittico WAF 837, WAF 838 1/2
italiana Scuola umbra Ritratto di giovane 1520 circa 1059 4
italiana Scuola veneziana Ritratto di giovane uomo 1500 circa WAF 1151 3
italiana Segna di Bonaventura Maria Maddalena 1315 circa 9038 1/2
neerlandese Sellaer, Vincent Lasciate che i bambini vengano a 1417 XII
del sud me
neerlandese Siberechts, Jan Pascolo con donna che dorme 2165 VIII
del sud
italiana Signorelli, Luca Madonna col Bambino 1492-1493 7931 IV
circa
neerlandese Snyders, Frans Dispensa con servitore 198 VII
del sud
neerlandese Snyders, Frans Leonessa che attacca un cinghiale 620 VII
del sud
neerlandese Snyders, Frans Cervo inseguito da due giovani 631 VII
del sud leoni
italiana Sodoma Sacra Famiglia 1510-1513 WAF 1025 5
circa
tedesca Soest, Konrad von San Paolo WAF 459 II c
neerlandese Spranger, San Luca ritrae la Vergine 14357 1/20
del sud Bartholomeus
neerlandese Spranger, Angelica e Medoro 10000 XIII
del sud Bartholomeus
neerlandese Spranger, Compianto sul Cristo morto 2370 19/20
del sud Bartholomeus
italiana Starnina, Gherardo Giudizio Universale 1395-1410 20201 1/2
circa
olandese Steen, Jan La malata d'amore 158 21
olandese Steen, Jan Giovatori di carte rissoni in una 276 21
taverna
olandese Steen, Jan Oratore laureato 5277 21
tedesca Stieler, Joseph Ritratto di Massimiliano I negli 1021 Ingresso
abiti dell'incoronazione
tedesca Stieler, Joseph Ritratto di Ludwig I negli abiti 1062 Ingresso
dell'incoronazione
olandese Stormer, Matthias Cerere ingannata da Abas 112 IX
tedesca Stosskopf, Sebastian Natura morta L. 1255 11
olandese Streeck, Juriaen van Natura morta con moro e 6599 IX
ceramiche
tedesca Strigel, Bernhard Dittico di Hans Funk WAF 1067, 11416 II b
tedesca Strigel, Bernhard Ritorno di Davide con la testa di WAF 1063 II b
Golia
Catalogo dell'Alte Pinakothek 225

tedesca Strigel, Bernhard Ritratto di Hieronymus II Haller WAF 1066 II a


tedesca Strigel, Bernhard Ritratto di Sibylla da Friburgo 9347 II a
tedesca Strigel, Bernhard Konrad Rehlinger il Vecchio e i WAF 1064, WAF III
suoi otto figli 1065
tedesca Strigel, Bernhard Tre guardie del sepolcro di Cristo 10066, 10067, 10068 II b
tedesca Strobel il Giovane, Banchetto di Erode 5120 non in
Bertholomeus mostra
italiana Strozzi, Bernardo Pagamento del tributo 1631 circa 463 X
francese Subleyras, Pierre San Benedetto resuscita un 1209 XII a
fanciullo
francese Subleyras, Pierre Teodosio inginocchiato davanti a 1208 XII a
sant'Ambrogio
tedesca Suess von Kulmbach, Ritratto del margravio Casimiro di 9482 II a
Hans Brandeburgo
olandese Sustris, Friedrich Trionfo di Mario su Giugurta 10381 XIII
olandese Sustris, Friedrich Dario rifiuta il consiglio di 10382 XIII
Caridemo
olandese Sustris, Lambert Ritratto di Hans Christoph I 9652 XIII
Vhlin di Frickerhausen
olandese Sustris, Lambert Ritratto di Veronica Vhlin 9653 XIII
olandese Swanevelt, Herman van Paesaggio con mendicanti e rovine 12473 19
romane
neerlandese Sweerts, Michael Stanza in una locanda 854 IX
del sud
neerlandese Teniers il Giovane, Fiera dell'Impruneta 817 XI
del sud David
italiana Tiepolo, Giovanni Papa Clemente venera la 1737-1738 L. 877 X
Battista santissima Trinit circa
italiana Tiepolo, Giovanni Adorazione dei Magi 1753 1159 X
Battista
italiana Tintoretto, Domenico Ritratto di uno scultore 1590 circa 965 5
italiana Tintoretto, Jacopo Crocifissione 1550-1555 4590 V
circa
italiana Tintoretto, Jacopo Marte e Venere sorpresi da 1555 circa 9257 V
Vulcano
italiana Tintoretto, Jacopo Ritratto di gentiluomo con busto di 1555 circa 10447 V
Lucrezia
italiana Tintoretto, Jacopo Cristo in casa di Maria e Marta 1580 circa 4788 V
italiana Tintoretto, Jacopo Giovan Francesco Gonzaga 1578-1579 7303 V
nominato margravio di Mantova circa
italiana Tintoretto, Jacopo Ludovico II Gonzaga sconfigge i 1578-1579 7304 V
veneziani sul fiume Adige vicino circa
Legnago
italiana Tintoretto, Jacopo Federico I Gonzaga solleva la citt 1578-1579 7307 V
di Legnano circa
Catalogo dell'Alte Pinakothek 226

italiana Tintoretto, Jacopo Franceso II Gonzaga alla 1578-1579 7309 V


battaglia di Taro contro Carlo VIII circa
di Francia
italiana Tintoretto, Jacopo Federico II Gonzaga prende 1578-1579 7306 V
Parma circa
italiana Tintoretto, Jacopo Federico II Gonzaga prende 1579-1580 7305 V
Milano circa
italiana Tintoretto, Jacopo Federico II Gonzaga dirende 1579-1580 7308 V
Pavia circa
italiana Tintoretto, Jacopo e Entrata di Filippo II Gonzaga a 1579-1580 7302 V
Tintoretto, Domenico Mantova circa
italiana Tiziano Vanit 1515 circa 483 V
italiana Tiziano Ritratto di giovane 1520 circa 517 V
italiana Tiziano Madonna col Bambino in un 1560 circa 464 V
paesaggio serale
italiana Tiziano Ritratto di Carlo V seduto 1548 632 V
italiana Tiziano Coronazione di spine 1570 circa 2272 V
italiana Tiziano Adorazione del Bambino tra santi 1519 circa non in
mostra
italiana Tiziano Madonna col Bambino, il Battista 1514 circa 977 V
e un donatore
francese Tocqu, Louis Ritratto del conte palatino 2498 XII a
Federico Michele di Zweibrcken,
Birkenfeld
italiana Turchi, Alessandro Ira di Ercole 1620 circa 490 X
italiana Turchi, Alessandro Ercole e Onfale 1620 circa 496 X
olandese Uytternbroecken, Giunone, Argo e Io 5074 13
Moyses van
olandese Uytternbroecken, Scena bucolica 12700 13
Moyses van
neerlandese Valckenborch, Lucas Torre di Babele 1642 23
del sud
francese Valentin de Boullogne Cristo coronato di spine 477 X
francese Valentin de Boullogne Cristo deriso e coronato di spine 188 XI
francese Valentin de Boullogne Erminia e i pastrori 937 X
italiana Vasari, Giorgio Sacra Famiglia con san 1545 circa WAF 1150 XII
Giovannino
italiana Vecchietta San Francesco sposa la Povert 1460 circa 650 1/2
italiana Vecchietta Voto d'ubbidienza 1460 circa 651 1/2
italiana Vecchietta Miracolo della mula 1460 circa 1020 1/2
spagnola Velazquez, Diego Giovane gentiluomo spagnolo 518 XIII
olandese Velde il Giovane, Mare calmo 1032 19
Willem van de
olandese Velde, Esaias van de Giochi invernali al fossato 2884 14
cittadino
Catalogo dell'Alte Pinakothek 227

neerlandese Verhaecht, Tobias Paesaggio 9891 23


del sud
fiamminga Vermeyen, Jan Ritratto d'uomo 739 I
Cornelisz
francese Vernet, Claude Joseph Porto orientale all'alba 2348 XII a
francese Vernet, Claude Joseph Pescatori in riva a un fiume di sera 2347 XII a
francese Vernet, Claude Joseph Baia marina al tramonto 962 XII a
italiana Veronese, Paolo Sacra Famiglia 1550-1555 127 V
circa
italiana Veronese, Paolo Ritratto di dama 1570 circa 594 V
italiana Veronese, Paolo Cupido con due cani 1575-1580 29 V
circa
olandese Victors, Jan Raffaele si congeda da Tobia e la 1031 IX
sua famiglia
neerlandese Vinckbooks, David Andata al Calvario 838 22/21
del sud
francese Vivien, Joseph Ritratto dell'arcivescovo Fnelon 972 XI
di Cambrai
francese Vivien, Joseph Autoritratto al cavalletto 53 XII
neerlandese Vos, Maerten de Raccolta della manna 2672 XII
del sud
francese Vouet, Simon Giuditta 2279 XI
neerlandese Vrancx, Sebastian Pellegrini davanti a una citt 2058 21/22
del sud
olandese Weenix, Jan Ragazza dormiente 246 22
olandese Weenix, Jan Dopo la caccia 248 22
olandese Weenix, Jan Natura morta di caccia davanti a 776 IX
un paesaggio con palazzo di
Bernsberg
olandese Weenix, Jan Caccia al cinghiale 777 IX
olandese Weenix, Jan Natura morta di caccia davanti a 1737 IX
una statua di Diana
olandese Weenix, Jan Baptist Natura morta con uccelli morti, 9275 20
barattolo e caraffa di vetro
olandese Weenix, Jan Baptist Fanciulla dormiente 869 22
olandese Werff, Adriaen van der Ragazzi che giocano davanti alla 250 22
statua di Ercole
olandese Werff, Adriaen van der Riposo durante la fuga in Egitto 251 22
olandese Werff, Adriaen van der Sepoltura di Cristo 224 22
olandese Werff, Adriaen van der Ritratto dell'elettore Johann 1086 Ingresso
Wilhelm del Palatinato (copia da)
tedesca Wertinger, Hans Ritratto del duca Wilhelm IV di 17 III
Baviera
tedesca Wertinger, Hans Ritratto di Maria Jacobea di 18 III
Baden, duchessa di Baviera
Catalogo dell'Alte Pinakothek 228

fiamminga Weyden, Rogier van Altare Columba WAF 1189, WAF I


der 1190, WAF 1191
fiamminga Weyden, Rogier van San Luca ritrae la Vergine WAF 1188 I
der
olandese Witte, Emanuel de Ritratto di famiglia FV 2 21
olandese Wittel, Gaspar Veduta di Santa Maria della Salute 1706 HuW 20 23
Adriaensz van e il Canal Grande
tedesca Woensam von Worms, Martirio della legione tabana 1474 4/7
Anton
tedesca Woensam von Worms, Morte di san Gereone 1475 4/7
Anton
olandese Wouwerman, Philips Paesaggio con dune 1033 17
olandese Wouwerman, Philips Paesaggio invernale con 152 20
pattinatori sul ghiaccio
olandese Wouwerman, Philips Riposo durante la caccia al cervo 150 20
olandese Wtewael, Joachim Matrimonio di Peleo e Teti 857 19/20
Anthonisz
spagnola Zurbarn y Salazar, Sepoltura di santa Caterina 14933 XII a
Francisco d'Alessandria sul monte Sinai
spagnola Zurbarn y Salazar, Estasi di san Francesco 504 XIII
Francisco

Bibliografia
AA.VV., Alte Pinakothek Munich, Edition Lipp, Monaco di Baviera, 1986. ISBN 978-3-87490-701-9
Conrnelia Syre, Alte Pinakothek, Italienische Malerei, Hantje Cantz, Monaco di Baviera, 2007. ISBN
978-3-7757-1840-0
Gemldegalerie Alte Meister 229

Gemldegalerie Alte Meister


Gemldegalerie Alte Meister

Il complesso dello Zwinger, a Dresda, dove ha sede la galleria


Tipo Pinacoteca

Indirizzo Theaterplatz 1 01067 Dresda, Germania

Sito [1]
web ufficiale

La Gemldegalerie Alte Meister (in italiano Pinacoteca dei Maestri Antichi) di Dresda uno dei pi importanti
musei d'Europa: ha sede nel palazzo dello Zwinger, capolavoro barocco dell'architetto Matthus Daniel Pppelmann,
e possiede una collezione di oltre 2000 dipinti e numerosissime incisioni.
parte dello Staatliche Kunstsammlungen Dresden (in italiano: Collezioni d'Arte Statali di Dresda) oltre ad altri tre
musei: Grnes Gewlbe, Kupferstichkabinett e Rstkammer, di propriet dello Stato di Sassonia.
Conserva oltre 700 dipinti, sistemate all'interno di cornici d'oro antico. Le opere d'arte italiane sono esposte in sale
con muri di colore rosso intenso, a differenza dei quadri fiamminghi e olandesi, circondati da uno sfondo verde. Nel
2008 la galleria stata visitata da circa 536.000 persone.

Storia
Quando fu fondata la "Kunstkammer" degli Elettori di Sassonia a Dresda nel XVI secolo, i dipinti erano considerati
secondari, al pari di pezzi da collezione di tutte le aree scientifiche, altre opere d'arte e curiosit varie.
Il nucleo originale risale a Federico il Saggio, protettore di Drer e Cranach; i primi che iniziarono a collezionare
opere d'arte in maniera sistematica furono Federico Augusto I, Elettore di Sassonia, e suo figlio Federico Augusto II.
Federico Augusto I si appropri illegalmente di molti dipinti che si trovavano in Polonia attorno al 1720, come due
opere di Rembrandt - "Ritratto di un uomo barbuto col berretto nero" (1657, conosciuto anche come "Ritratto di un
rabbino") e "Ritratto di un uomo dal cappello decorato di perle" (1667), originariamente nella collezione del Castello
Reale di Varsavia.
La collezione di dipinti, il cui numero cresceva sempre pi velocemente, richiese infine pi spazio per la
conservazione e la presentazione. Pertanto bisognava trovare nuove sale di esposizione. Nel 1745 fu arricchita dai
100 migliori pezzi della collezione del Duca di Modena. Nello stesso anno, si diede inizio alla riorganizzazione dello
"Stallhof" (stalla degli Elettori) vicino alla Frauenkirche, dove le opere d'arte furono esposte a partire dal 1747. Allo
stesso tempo la collezione aveva acquisito fama europea. Dipinti provenienti da tutta l'Europa (Italia, Parigi,
Amsterdam e Praga) arrivarono a Dresda. Le attivit di acquisto degli Elettori furono coronate dall'acquisizione della
"Madonna Sistina" di Raffaello nell'anno 1754; ancora oggi, la maggior parte dei visitatori vede questo dipinto come
il pi grandioso tra i capolavori esposti.
Gemldegalerie Alte Meister 230

Il 25 settembre 1855, fu aperto il "Neues Knigliches Museum" (Nuovo Museo Reale) nell'edificio dell'architetto
Gottfried Semper, realizzato sul lato destro dello Zwinger dove la galleria a tutt'oggi collocata. Gravemente
danneggiata durante il terribile bombardamento di Dresda del 1945, fu ricostruita nella seconda met degli anni
cinquanta; le sue opere, salvatesi in gran parte perch portate al sicuro prima della guerra, furono trasferite in Russia
dopo di essa e vennero restituite a Dresda solo nel 1956. stato restaurato e riallestito tra il 1988 e il 1992 dopo la
caduta del muro, col ripristino delle decorazioni interne originali riprodotte secondo le foto d'epoca.
Il ricco patrimonio artistico stato duramente colpito ancora da una grave piena dell'Elba del 2002. I capolavori sono
stati salvati solo perch portati ai piani alti degli edifici.

I capolavori del museo


La ragione della fama mondiale della Gemldegalerie
Alte Meister di Dresda sicuramente la presenza di
capolavori realizzati tra il XV ed il XVII secolo. Tra le
pi importanti opere esposte, si trovano i dipinti italiani
del periodo rinascimentale e barocco, nonch quadri
fiamminghi risalenti per la maggior parte al XVII
secolo. Nella galleria inoltre esposta una serie di
importanti opere d'arte realizzate da pittori tedeschi,
francesi e spagnoli. Si trovano poi tavole e tele del
primo Rinascimento. Conserva opere, tra gli altri, di
Andrea Mantegna, di Cima da Conegliano, di Jacopo
Palma il Vecchio, del Veronese, del Tintoretto, di
Giuseppe Maria Crespi, di Velzquez, Lukas Cranach,
Albrecht Drer, Hans Holbein, Nicolas Poussin e
Claude Lorrain.

Scuola tedesca
Lucas Cranach il vecchio
Ritratti di Enrico il Pio e di Caterina di
Macklenburg, 1514
Eva, 1531 Raffaello, La Madonna Sistina, 1512-13

Albrecht Drer
Altare di Dresda, 1496-1504 circa
(bottega) scomparti perimetrali del Polittico dei
Sette Dolori, 1500 circa
Ritratto di Bernhart von Reesen, 1521
Hans Holbein il Giovane
Charles de Solier, Sieur de Morette, 1534-1535

Giorgione, Venere dormiente, 1508-10


Gemldegalerie Alte Meister 231

Scuola italiana
Andrea del Sarto
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria,
1512-1513 circa
Sacrificio di Isacco, 1527-1529 circa
Antonello da Messina
San Sebastiano
Bacchiacca
Leggenda del figlio del re morto, 1523 circa
Bernardo Bellotto
Rovine della Kreuzkirche
Dresda dalla riva destra dell'Elba al di l del ponte
Augustus, 1748
Cima da Conegliano
Presentazione della Vergine Maria al Tempio
Cristo benedicente
Cristo
Correggio
Madonna di San Francesco, 1514-1515
Madonna di San Sebastiano, 1524 circa
Jean-tienne Liotard, La cioccolataia, 1744-45
Adorazione dei pastori
Madonna di San Giorgio
Franciabigio
Betsabea al bagno, 1523 circa
Giorgione
Venere dormiente, 1507-1510 circa
Andrea Mantegna
Sacra Famiglia con sant'Anna e san Giovannino,
1495-1505 circa
Palma il Vecchio
Ninfa in un paesaggio, 1518-1520
Parmigianino
Madonna della Rosa, 1530
Pala di Casalmaggiore, 1540
Pinturicchio
Ritratto di ragazzo
Raffaello
Rembrandt van Rijn, Il ratto di Ganimede, 1635
Madonna Sistina, 1513-1514 circa
Tiziano
Madonna col Bambino tra i santi Battista, Paolo, Maddalena e Girolamo, 1515-1518 circa
Gemldegalerie Alte Meister 232

Cristo della moneta, 1516 circa

Scuola fiamminga e olandese


Jacob Jordaens
Diogene alla ricerca dell'uomo onesto, 1642 circa
Rembrandt
Ratto di Ganimede
Saskia col fiore rosso
Pesatrice d'oro
Testa d'uomo barbuto
Peter Paul Rubens
Betsabea alla fontana
Ercole ubriaco, portato via da Ninfa e Satiro, 1613-1614 circa
Anthonis van Dyck
Ritratto di comandante con armatura e sciarpa rossa, 1625-1627 circa
Jan van Eyck
Trittico di Dresda
Jacob Van Ruisdael
Cimitero ebraico
Rogier van der Weyden
Crocifissione
Jan Vermeer
Donna che legge una lettera davanti alla finestra, 1659 circa
Mezzana

Scuola francese
Jean-tienne Liotard
La cioccolataia
Nicolas Poussin
Pan e Siringa, 1637
Louis de Silvestre
Ritratto di Augusto II
Gemldegalerie Alte Meister 233

Scuola spagnola
Francisco de Zurbaran
San Bonaventura in preghiera, 1628-1629

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Gemldegalerie Alte Meister (Dresden)

Collegamenti esterni
(DE) Il sito web ufficiale della Gemldegalerie Alte Meister di Dresda [2]

Note
[1] http:/ / www. skdmuseum. de/ de/ museen-institutionen/ semperbau-mit-zwinger/ gemaeldegalerie-alte-meister/ index. html
[2] http:/ / www. skd-dresden. de

Gemldegalerie (Berlino)
[1]
Coordinate geografiche: 523024N 132204E52.50667N 13.36778E

Gemldegalerie

Kulturforum di Berlino
Tipo Pinacoteca

Datafondazione 1830

Indirizzo Kulturforum Potsdamer Platz Berlino

Sito [2]

La Gemldegalerie di Berlino si trova nel nuovo edificio nel Kulturforum e custodisce una delle raccolte pi
significative a livello mondiale, con opere di artisti europei dal XIII al XVIII secolo, quali Botticelli, Raffaello,
Mantegna, Lippi, Tiziano, Caravaggio, Van Eyck, Drer, Rubens, Vermeer e Rembrandt.
Gemldegalerie (Berlino) 234

Storia
La Gemldegalerie fu fin da principio il reparto pi importante del museo vecchio, aperto nel 1830. Alla Galleria era
stato riservato lintero piano superiore. Dai castelli reali provennero circa 350 dipinti, 70 dalla raccolta del romano
Marchese Giustiniani, acquisita nel 1815, e 677 opere giunsero dalla collezione del commerciante inglese Edward
Solly.
Su tali basi si oper una sistematica e riuscita politica dacquisto guidata da esperti come Gustav Waagen, Karl
Friedrich Schinkel, Christian Daniel Rauch, Wilhelm von Humboldt e Wilhelm von Bode, che seguirono gli esempi
delle maggiori scuole europee e completarono la raccolta.
Nel 1904 la Gemldegalerie fu trasferita, come collezione propria, nel Kaiser-Friedrich-Museum, appena costruito,
l'odierno Bode-Museum, in cui i dipinti furono in parte raggruppati in ensembles con delle sculture coeve. Nel 1930
una gran parte della raccolta fu deposta nel Deutsche Museum e nel Pergamonmuseum per ragioni di spazio.
Negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale lHochbunker Friedrichshain, fu raso al suolo dalle fiamme.
Nell'incendio furono distrutti 400 dei dipinti di grandi dimensioni, fra i quali anche molti significativi.
Dopo la divisione di Berlino nel 1945, una parte della raccolta rimase nel Bode-Museum, tuttavia la maggior parte
delle opere furono portate nei Musei Berlin-Dahlem. Dopo la riunificazione tedesca si poterono riportare i contenuti
di Berlino Ovest e di Berlino Est nella Gemldegalerie, appena costruita, nel Kulturforum.

L'edificio del museo


La nuova costruzione, progettata dagli architetti Heinz Hilmer e Christoph Sattler[3], ha pianta rettangolare, con circa
7000 metri quadrati di spazio espositivo, suddiviso in 72 sale.
Le sezioni di maggior rilievo presentano opere della pittura italiana dal XIII al XVI secolo, e della pittura fiamminga
del XV e XVI secolo.
Una grande sala ottagonale dedicata a Rembrandt, con 16 opere che costituiscono una delle collezioni pi rilevanti
dell'artista olandese; 6 sale sono riservate alla pittura europea del XVIII secolo, con dipinti di Canaletto, Watteau,
Pesne e Gainsborough[4].

Sezioni
Pittura tedesca dei secc. XIII - XVI.
Pittura italiana dei secc. XIII - XVI.
Pittura tedesca dei secc. XIV - XVI.
Pittura fiamminga e olandese del XVII secolo.
Pittura tedesca, francese e spagnola del XVII secolo.
Pittura italiana del XVII/XVIII secolo.
Pittura francese, inglese, e tedesca del XVIII secolo.
Miniature dei secc. XVI - XVIII.
Gemldegalerie (Berlino) 235

Opere principali

Scuola tedesca
Albrecht Drer
Ritratto di Federico il Saggio, 1496
Frlegerin con i capelli raccolti, 1497
Ritratto di veneziana, 1506 circa
Madonna del Lucherino, 1506
Ritratto di ragazza con berretto rosso, 1507
Madonna in preghiera, 1518
Ritratto di Hieronymus Holzschuher, 1526
Ritratto di Jakob Muffel, 1526

Scuola italiana
Andrea del Castagno
Assunzione della Vergine tra i santi Miniato e Giuliano, 1449-1450
Bacchiacca
Battesimo di Cristo, 1523 circa
Beato Angelico
Incontro tra san Domenico e san Francesco, 1429-1440 circa
Apparizione al Capitolo di Arles, 1429-1440 circa
Funerali di san Francesco, 1429-1440 circa
Trittico del Giudizio Universale, 1450 circa
Anonimo ferrarese
Polimnia, 1460 circa
Giovanni Bellini
Cristo morto sorretto da due angeli, 1465-1470 circa
Sandro Botticelli
San Sebastiano, 1473
Ritratto di Giuliano de' Medici, 1478 circa
Madonna Bardi, 1485 circa
Caravaggio
Amor Vincit Omnia, 1602-1603
Vittore Carpaccio
Santo Stefano e sei suoi compagni consacrati diaconi da san Pietro, 1511
Cristo morto, 1520 circa
Correggio
Leda, 1531 circa
Cima da Conegliano
La guarigione miracolosa del calzolaio Aniano
Madonna col Bambino tra i santi Pietro, Romualdo, Benedetto e Paolo
Taddeo Gaddi
Gemldegalerie (Berlino) 236

Due formelle dell'armadio della sacrestia di Santa Croce, 1335-1340 circa


Gentile da Fabriano
Madonna col Bambino tra i santi Nicola di Bari, Caterina d'Alessandria e un donatore, 1395-1400 circa
Domenico Ghirlandaio
Resurrezione, 1490-1498 circa
Giorgione
Ritratto di giovane, 1503-1504 circa
Filippo Lippi
Miracolo di sant'Ambrogio, 1439-1447 circa)
Ritratto femminile, 1445 circa
Lorenzo Lotto
Commiato di Cristo dalla madre, 1521
Ritratto di giovane, 1526 circa
Andrea Mantegna
Presentazione al tempio, 1455 circa
Ritratto del cardinale Ludovico Trevisan, 1459-1460
Madonna col Bambino dormiente, 1465-1470 circa
Francesco di Giorgio Martini
Veduta di citt ideale, attribuito, 1495 circa
Masaccio
Parti del Polittico di Pisa, 1426
Sant'Agostino
San Girolamo
Santo carmelitano barbuto
Santo carmelitano glabro
Martirio di san Giovanni Battista e Crocifissione di san Pietro
Storie di san Giuliano e san Nicola
Adorazione dei Magi
Desco da parto (Masaccio), 1426
Parmigianino
Battesimo di Cristo, 1519 circa
Perugino
Ultima Cena, 1500 circa
Piero della Francesca
San Girolamo penitente, 1449-1451
Piero di Cosimo
Venere, Marte e Amore, 1490 circa
Pinturicchio
Madonna col Bambino scrivente e san Girolamo, 1481
Raffaello
Madonna Solly, 1500-1504 circa
Gemldegalerie (Berlino) 237

Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Francesco, 1500-1504 circa


Madonna Terranuova, 1504-1505
Madonna Colonna, 1507 circa
Luca Signorelli
Ritratto d'uomo, 1492 circa
Francesco Squarcione
Madonna col Bambino, 1455
Simone Martini
Stemmi della famiglia Orsini, 1333-1337 circa
Tiziano
Ritratto d'uomo, 1525 circa
Domenico Veneziano
Adorazione dei Magi, 1439-1441
Martirio di santa Lucia , pannello della predella della pala di Santa Lucia dei Magnoli (1445 circa

Scuola fiamminga e olandese


Hieronymus Bosch
San Giovanni a Patmos e storie
della Passione, 1489 circa
Bruegel il Vecchio
Proverbi fiamminghi, 1559
Due scimmie incatenate, 1562
Willem Buytewech
Banchetto all'aria aperta, 1615 ca.
Petrus Christus
Ritratto di fanciulla, 1470
Hans Memling
Madonna col Bambino, 1487
Rembrandt Bruegel il Vecchio, Proverbi fiamminghi, 1559

Ratto di Proserpina, 1632 circa


Ritratto di Cornelis Claeszoon Anslo e di sua moglie Aaltje Schouten, 1641
Mos con le tavole della legge, 1659
Rubens
Perseo libera Andromeda (Rubens), 1620
Jan van Eyck
Madonna in una chiesa gotica, 1425-1430 circa
Vermeer
Bicchiere di vino, 1659
Donna con collana di perle, 1664
Gemldegalerie (Berlino) 238

Scuola francese
Jean Fouquet
Etienne Chevalier presentato da santo Stefano (1450-1455 circa)

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Gem%C3%A4ldegalerie_%28Berlino%29& language=it&
params=52_30_24_N_13_22_04_E_region:DE-BE_type:landmark
[2] http:/ / www. smb. museum/ smb/ standorte/ index. php?lang=en& p=2& objID=35& n=5
[3] (http:/ / www. fair-hotels. de/ Reisefhrer/ Museum_in_Deutschland/ Berliner_Museum/ Gemldegalerie_(Berlin). html)
[4] Le collezioni del museo (http:/ / www. smb. spk-berlin. de/ smb/ sammlungen/ details. php?lang=en& objID=5& p=0. )

Bibliografia
Rdiger Klessmann, Gemldegalerie Berlin, Magnus Verlag Essen, 1971

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Gemldegalerie Berlin

Collegamenti esterni
Sito della Gemldegalerie (http://www.smb.spk-berlin.de/smb/sammlungen/details.php?objectId=5)
Gesamtbestand der Gemldegalerie (http://www.smb.spk-berlin.de/wcon-docs/startL.htm)
Kaiser Friedrich-Museums-Verein (http://www.freundeskreise-berliner-kultur.de/kfmv/)
239

Austria

Kunsthistorisches Museum
[1]
Coordinate geografiche: 481213N 162141E48.2037N 16.3614E

Kunsthistorisches Museum

Il Kunsthistorisches Museum nella Maria-Theresien-Platz, Vienna.


Tipo Pittura, Arte

Indirizzo A-1010 Maria Theresien-Platz, Vienna, Austria

Sito [2]

Il Kunsthistorisches Museum (in italiano Museo di Storia dell'Arte)


uno dei principali musei di Vienna, in Austria, uno dei pi antichi e
ricchi al mondo. L'edificio principale, sormontato da una cupola
ottagonale alta 60 metri, si trova in Maria Theresien-Platz, lungo la
Ringstrae che circonda il distretto di Innere Stadt.
Venne aperto nel 1891, insieme al Naturhistorisches Museum
dall'imperatore Francesco Giuseppe I d'Asburgo di Austria-Ungheria. I
due musei hanno una struttura esterna identica e entrambe le facciate,
costruite in arenaria, una opposta all'altra, si affacciano sulla
Maria-Theresien-Platz. Entrambi gli edifici vennero costruiti tra il
1872 e il 1891, seguendo un progetto di Gottfried Semper e Karl
Freiherr von Hasenauer. Gli interni sono decorati con marmo,
ornamenti di stucco e d'oro e pitture. I due musei vennero
commissionati dall'imperatore per contenere l'immensa collezione di
opere d'arte degli Asburgo e di rendere il loro patrimonio accessibile a
Una sala
tutti.

Una delle pi importanti sculture del museo, la Saliera di Benvenuto Cellini, stata rubata l'11 maggio 2003 e
recuperata il 21 gennaio 2006 in una scatola, sepolta sotto terra, in una foresta vicino alla citt di Zwettl, in Austria.
stato il pi grande furto d'arte nella storia austriaca.
Kunsthistorisches Museum 240

La collezione
La collezione originaria del museo appartiene agli Asburgo, in modo
particolare per quanto riguarda i ritratti e le armature di Ferdinando II
d'Austria, la collezione dell'imperatore Rodolfo II del Sacro Romano
Impero e la collezione di pitture di Leopoldo Guglielmo d'Asburgo.
Il museo espone opere di Antonello da Messina, Giovanni Bellini,
Correggio, Giorgione, Lorenzo Lotto, Andrea Mantegna, Tintoretto,
Veronese, Guido Reni, Jan Brueghel il Vecchio, Jan Brueghel il
Una sala
Giovane, Giuseppe Arcimboldo, Agnolo Bronzino, Antonio Canova,
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Albrecht Drer, Gustav Klimt,
Parmigianino, Raffaello Sanzio, Pieter Paul Rubens, Jan Steen, Tintoretto, Jan van Eyck, Diego Velzquez, Johannes
Vermeer.

Oltre ai dipinti sono presenti anche altre collezioni: la collezione egizia orientale (gyptisch- Orientalische
Sammlung), la collezione delle antichit romane e greche (Antikensammlung), quella della scultura e delle arti
decorative (Kunstkammer), il gabinetto numismatico (Mnzkabinett), la biblioteca (Museumsbibliothek).

Le opere maggiori

Arte antica
Gemma augustea
Monumento a Marco e Lucio Vero
Testa di Eutropio

Arte medievale
Evangeliario dell'Incoronazione
Madonna di Krumlov, 1393 circa
Torre di Babele di Pieter Brueghel

Scuola italiana
Antonello da Messina
Pala di San Cassiano, 1475-1476
Giuseppe Arcimboldo
Estate, 1563
Inverno, 1653
Il Fuoco, 1566
L'Acqua, 1563-1564
Fra Bartolomeo
Incoronazione di spine di Caravaggio (1603)
Presentazione al Tempio, 1516
Giovanni Bellini
Giovane donna allo specchio, 1515
Benvenuto Cellini
Saliera
Kunsthistorisches Museum 241

Correggio
Giove e Io, 1530
Ascesa di Ganimede, 1530
Caravaggio
Incoronazione di spine, 1603
Madonna del Rosario, 1607
Davide con la testa di Golia, 1607
Domenico Fetti
Ritratto retrospettivo di Federico II Gonzaga, I Duca di Mantova
Visione di San Pietro
Gentile da Fabriano
Lapidazione di santo Stefano (Gentile da Fabriano), 1423-1427
Allegoria della pittura di Vermeer (1666 circa)
circa
Giorgione
Ragazzo con la freccia, 1500 circa
Ritratto di Francesco Maria Della Rovere, 1502 circa
Ritratto d'uomo in armi, 1505-1510 circa
Laura, 1506
Tre filosofi, 1507-1508 circa
Tullio Lombardo
Bacco e Arianna, 1505-1510 circa
Lorenzo Lotto
Ritratto di giovane con lucerna, 1506 circa
Ritratto di gentiluomo con zampino di leone, 1527 circa
Madonna col Bambino tra i santi Caterina d'Alessandria e
Tommaso, 1527 circa
Triplice ritratto di orefice, 1530 circa L'infanta Margherita in azzurro di Velzquez
Francesco Laurana
Busto di Isabella d'Aragona, 1487-1488 circa
Andrea Mantegna
San Sebastiano
Moretto
Santa Giustina di Padova e un donatore, 1530 circa
Parmigianino
Autoritratto entro uno specchio convesso, 1524
Conversione di san Paolo, 1527
Uomo che sospende la lettura (attr.), 1529 circa

Bravo di Tiziano Vecellio (1520 ca.)


Kunsthistorisches Museum 242

Ritratto di Costanza Rangoni, contessa Gozzadini, 1530 circa


Cupido che fabbrica l'arco, 1533-1535 circa
Perugino
Madonna col Bambino tra santa Caterina d'Alessandria e una santa, 1493
Pisanello
Ritratto di Sigismondo di Lussemburgo, 1430 circa
Raffaello
Madonna del Belvedere, 1506
Santa Margherita, 1518 circa
Tiziano
Madonna zingarella, 1512 circa
Violante, 1515 circa
Tarquinio e Lucrezia, 1515 circa
Giovane donna con veste nera, 1515 circa
Madonna delle Ciliege, 1516-1518 circa
Ritratto d'uomo, 1520 circa
Bravo, 1520 circa
Danae, 1554
Tintoretto
Susanna e i vecchioni, 1560-1565 circa

Scuola francese
Jean Fouquet
Ritratto del Buffone Gonella (1447-1450)

Scuola tedesca
Albrecht Drer
Ritratto di giovane veneziana (1506)
Martirio dei Diecimila (1507)
Adorazione della Santissima Trinit (1511)
Madonna col Bambino disteso (1512)
Ritratto dell'imperatore Massimiliano I (1519)
Ritratto di Johann Kleberger (1526)

Scuola fiamminga
Pieter Brueghel il Vecchio
Lotta tra Carnevale e Quaresima, 1559
Giochi di bambini, 1560
Suicidio di Saul, 1562
Grande Torre di Babele, 1563
Salita al Calvario, 1564
Giornata buia, 1565
Ritorno della mandria, 1565
Cacciatori nella neve, 1565
Kunsthistorisches Museum 243

Strage degli innocenti (bottega?), 1567 circa


Conversione di san Paolo, 1567
Ladro di nidi, 1568
Banchetto nuziale, 1568 circa
Danza di contadini, 1568 circa
Hieronymus Bosch
Salita al Calvario, 1500 circa
Hans Memling
Trittico della Madonna in trono, 1485 circa
Antoon van Dyck
Autoritratto
Sansone e Dalila
Jan van Eyck
Ritratto del cardinale Niccol Albergati, 1435 circa
Pieter Paul Rubens
L'imperatore Teodosio e sant'Ambrogio , 1617-1618
La Medusa, 1618 circa
Trittico di Sant'Ildefonso, 1630-1631
Hlne Fourment esce dal bagno, 1638 circa
Autoritratto, 1638-1639
Ritratto di Isabella d'Este
Ritratto di Vincenzo II

Scuola olandese
Jan Steen
Nella lussuria, fa' attenzione (1663)
Cristo con Marta e Maria
Allegoria della pittura (1666 circa)

Scuola spagnola
Diego Velzquez
Ritratto di Isabella di Spagna (1632 circa)
Ritratto dell'infanta Margherita in azzurro (1659)
Ritratto dell'Infante Filippo Prospero (1659)
Kunsthistorisches Museum 244

Altri progetti
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Category:Kunsthistorisches Museum

Collegamenti esterni
(DE,EN) Sito ufficiale [3]

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Kunsthistorisches_Museum& language=it& params=48. 2037_N_16.
3614_E_type:landmark_region:AT-7
[2] http:/ / www. khm. at/ home/ home. html
[3] http:/ / www. khm. at/
245

Stati Uniti d'America

Metropolitan Museum of Art


Metropolitan Museum of Art

Tipo Arte: pittura, scultura, fotografia, archeologia

Indirizzo 1000 Fifth Avenue at 82nd Street, New York, New York 10028-0198, USA

Sito [1]
www.metmuseum.org

Il Metropolitan Museum of Art, a cui spesso ci


si riferisce con il nomignolo di "The Met", uno
dei pi grandi ed importanti musei del mondo.
La sua sede principale si trova sul lato destro del
Central Park a New York, lungo quello che
viene chiamato il Museum Mile (cio il "Miglio
dei musei"). Nel 1986 stato inserito nella lista
dei National Historic Landmark.[2][3][4] Il Met
dispone anche di una sede secondaria, chiamata
The Cloisters, che contiene la sezione dedicata
all'arte medievale. Il prospetto del Metropolitan Museum of Art di New York
Metropolitan Museum of Art 246

Il museo in generale
La collezione permanente del Met contiene pi di due milioni di
opere d'arte, suddivise in diciannove sezioni.[5]
Sono permanentemente esposte opere risalenti all'antichit classica
e all'antico Egitto, dipinti e sculture di quasi tutti i pi grandi
maestri Europei. e una vasta collezione di arte statunitense e
moderna. Il Met possiede anche una notevole quantit di opere
d'arte africane, asiatiche, dell'Oceania, bizantine e islamiche.[6]
Il museo ospita anche delle collezioni enciclopediche di strumenti
musicali, abiti e accessori d'epoca e armi ed armature antiche
provenienti da tutto il mondo.[7] La festa di inaugurazione della galleria d'arte al 681 di
Fifth Avenue il 20 febbraio 1872. Incisione su legno
pubblicata su Frank Leslie's Weekly il 9 marzo 1872.

Nelle gallerie del museo sono sempre esposti importanti


ricostruzioni d'interni, che spaziano dalla Roma del I secolo al
moderno design statunitense.[8]
Oltre all'esposizione permanente, il Met organizza ed ospita grandi
mostre itineranti per tutto il corso dell'anno.[9]

La storia
Il Metropolitan Museum of Art fu inaugurato il 20 febbraio 1872,
ed era originariamente ospitato da un palazzo al n.681 della Quinta
Strada. Il suo primo presidente fu John Taylor Johnston, un
dirigente delle ferrovie la cui collezione privata serv da base di
partenza per il museo, mentre l'editore George Palmer Putnam
entr a far parte del gruppo dirigenziale con la carica di
Sovrintendente. Sotto la loro guida il patrimonio del Met, che
inizialmente consisteva in un sarcofago romano di pietra e di 174
dipinti (per lo pi di provenienza europea), crebbe molto
L'atrio centrale del museo
rapidamente, fino ad superare lo spazio disponibile. Nel 1873, in
occasione dell'acquisto da parte del Met della collezione di
antichit cipriote di Luigi Palma di Cesnola, il museo abbandon la sede sulla Quinta Strada per spostarsi nella
Douglas Mansion, ad ovest della Quattordicesima Strada. Tuttavia anche questa nuova sistemazione fu temporanea;
dopo alcune trattative con la citt di New York il Met acquist un terreno sel lato est del Central Park dove venne
edificata la sua sede permanente, una costruzione neogotica in mattoni rossi progettata dagli architetti Calvert Vaux e
Jacob Wrey Mould.[10] Da allora il Met non si pi spostato e la struttura originale fa tuttora parte del palazzo che lo
ospita attualmente. Il museo per ha naturalmente continuato ad ingrandirsi nel corso degli anni, aggiungendo tra
l'altro la caratteristica facciata in stile Beaux-Arts progettata da Richard Morris Hunt e completata nel 1926. Nel
2006 il palazzo del Met lungo circa 450 metri ed occupa un'area di pi di 180.000 m, 20 volte pi della
costruzione originale del 1880.[11]
Metropolitan Museum of Art 247

I direttori
Dal 1955 al 1966 direttore del museo stato James J. Rorimer, cui succedette Thomas Hoving che prest servizio
fino al 1977. Successivamente ad Hoving diresse il museo Philippe de Montebello, fino al settembre del 2008.
L'attuale direttore Thomas Campbell.

I reparti
La collezione permanente del Met divisa in 19 settori diversi, ciascuno dei quali viene seguito da uno staff
specializzato di curatori, restauratori e studiosi.

Arte egizia
Nonostante la maggior parte dei primi pezzi d'arte
egizia acquisiti dal Met provenissero da collezioni
private, attualmente quasi la met della collezione
composta da reperti rinvenuti durante scavi
archeologici condotti direttamente dal museo e
realizzati nel periodo 1906 - 1941. Ne fanno parte pi
di 36.000 pezzi che vanno dall'et paleolitica fino
all'epoca del dominio romano e quasi tutti sono
permanentemente esposti nelle 40 gallerie che
compongono la vasta ala del museo dedicata a questo
periodo. Tra i pezzi pi rappresentativi si segnalano 24
modellini di legno, scoperti nel 1920 in una tomba a
Una panoramica del salone dell'ala Sackler con sullo sfondo il Deir el-Bahari, che ritraggono con ricchezza di dettagli
ricostruito Tempio di Dendur.
genuini scorci della vita egiziana nel periodo del medio
regno: barche, giardini e scene di quotidiana vita
casalinga. Il vero pezzo forte della collezione continua per ad essere il Tempio di Dendur. Dopo essere stato
smontato dal governo egiziano per salvarlo dalle acque dopo la costruzione della diga di Assuan, il grande tempio in
arenaria fu dato agli Stati Uniti nel 1965 e nel 1978 fu ricostruito nell'ala Sackler del Met. Ospitato da un vasto
salone, parzialmente circondato da una vasca piena d'acqua e illuminato da una vetrata ampia come l'intera parete
che si affaccia sul Central Park, il Tempio di Dendur una delle principali attrazioni del museo.

Arte mediorientale antica


A partire dalla fine del XIX secolo il Met inizi ad acquisire opere d'arte e manufatti del Vicino Oriente. Iniziando
con alcune tavolette e sigilli con iscrizioni di tipo cuneiforme, la collezione del museo man mano cresciuta fino a
comprendere pi di 7.000 pezzi. Presenta la storia della regione a partire dal Neolitico e, passando per la caduta
dell'Impero Sasanide e la fine della tarda antichit, include tra le altre opere sumere, ittite, sasanidi, assire, babilonesi
e elamite al tempo del medioevo, oltre ad una vasta raccolta di oggetti risalenti all'Et del bronzo. Ta i pezzi pi
notevoli un gruppo di lamassu monumentali provenienti dal palazzo del re assiro Ashur-nasir-pal II.
Metropolitan Museum of Art 248

Arte greca e romana


La collezione del Met di arte greca e romana comprende pi di
35.000 opere[12]. La collezione stata iniziata nel momento stesso
della fondazione del museo; il primo pezzo del museo fu un
sarcofago romano, tuttora esposto al pubblico. Tra le molte opere
di grande importanza presenti nella collezione vi sono il
monumentale sarcofago di Amato e lo splendidamente decorato
carro etrusco noto come il Carro di Monteleone. La collezione
comprende anche pezzi di et pi antica provenienti dalle stesse
aree geografiche, i pi notevoli dei quali sono un gruppo di statue
risalenti al III millennio a.C. ritrovate nelle isolo Cicladi alcune
delle quali hanno un aspetto cos stilizzato ed astratto da poter
essere scambiate per opere moderne. Nelle gallerie sono presenti
molti grandi affreschi e bassorilievi risalenti ad epoche diverse tra
cui la ricostruzione completa di una stanza da letto di una villa
romana ritrovata a Boscoreale dopo che l'eruzione del Vesuvio del
79 d.C. l'aveva sepolta. Nel 2007 le gallerie dedicate all'arte greca
e romana del Met sono state ampliate di circa 6.000 m,
permettendo cos di esporre in via permanente la maggior parte Una delle statue romane esposte al Met.
della collezione.[13]

Arte asiatica
La sezione del Met dedicata all'Asia presenta una raccolta di opere
d'arte che molto probabilmente la pi vasta nel mondo
occidentale. La sua origine risale ai primi anni dalla fondazione
del museo: molti dei filantropi che fecero le prime donazioni al
museo avevano nelle loro collezioni delle opere d'arte asiatica.
Attualmente la raccolta occupa un'intera ala del museo, comprende
pi di 60.000 pezzi e abbraccia un periodo di 4.000 anni. Nella
sezione sono rappresentate tutte le civilt asiatiche e le opere in
esposizione includono tutti i tipi di arte decorativa, dalla pittura,
La grande onda fuori Kanagawa di Hokusai alle stampe, alla scultura agli oggetti in metallo. La sezione nota
per la sua completa collezione di dipinti e modelli calligrafici
cinesi, cos come per le opere nepalesi e tibetane. La collezione non comprende soltanto opere d'arte od oggetti per
uso religioso o rituale; molti dei pezzi pi celebri sono infatti oggetti d'uso comune. presente anche una
ricostruzione completa di un giardino cinese della Dinastia Ming basato su uno dei cortili del Giardino del maestro
delle reti da pesca di Suzhou.
Metropolitan Museum of Art 249

Arte africana, oceanica, e americana


Il Met acquis un primo lotto di antichit peruviane nel 1882, ma non inizi ad occuparsi
veramente di opere africane, oceaniche e del resto delle Americhe fino al 1969, quando
l'uomo d'affari e filantropo Nelson A. Rockefeller don al museo la sua collezione
personale, che comprendeva pi di 3.000 pezzi. Attualmente la collezione del Met ne
comprende pi di 11.000 e li ospita nell'ala Rockefeller, situata nella parte meridionale
del museo e ampia 4.000 m. La collezione spazia dalle rocce dipinte dagli australiani
aborigeni 40.000 anni fa, ad un gruppo di pali commemorativi intagliati dagli Asmat
della Nuova Guinea, ad un'eccezionale raccolta di oggetti personali e da cerimonia
provenienti dal Regno del Benin in Nigeria. La variet dei reperti presenti in questa
collezione senza dubbio la pi ampia di ogni altro settore del museo, dato che include
Statuetta d'oro
davvero di tutto, dai metalli preziosi agli aculei di porcospino. precolombiana - I sec. a.C.
/ I sec. d.C.

Arte islamica
La collezione del Met di arte islamica non si limita a radunare
oggetti religiosi, anche se di tale categoria pu essere cos
classificato. Molti dei 12.000 pezzi sono oggetti di uso comune, tra
cui ceramiche ed arazzi, appartenenti a tutte le zone di influenza
islamica, dalla Spagna al Nordafrica all'Asia centrale. La parte pi
importante della collezione rappresentata dalla raccolta di
miniature provenienti dall'Iran e dall'Impero indiano Moghul.
Sono presenti anche modelli calligrafici sia di provenienza
religiosa che secolare, come i decreti di Solimano il Magnifico o
vari Corani manoscritti, che rappresentano varie epoche e stili.
Come molte altre sezioni del museo anche quella di arte islamica
contiene pezzi d'arredamento, tra cui la ricostruzione completa
Una coppa su cui ritratto Bahram Gr, l'eroe dello della Stanza di Nur Al-Din, proveniente da una residenza di
Shahnameh insieme all'arpista Azada. Iran XII- XIII
Damasco del XVIII secolo. A causa dei lavori d'ampliamento in
secolo
esecuzione la gallerie dedicate all'arte islamica rimarranno chiuse
al pubblico fino all'inizio del 2008. Fino a quel momento un certo
numero di opere sar temporaneamente esposto in varie altre parti del museo.
Metropolitan Museum of Art 250

Arte medievale
La collezione del Met di arte medievale si compone di una vasta
gamma di oggetti d'arte occidentale che va dal IV secolo all'inizio
del XVI secolo, oltre che prodotti della cultura bizantina e oggetti
di epoca premedievale non inseriti nella collezione greco-romana.
In totale la sezione di arte medievale conta su circa 11.000 pezzi,
suddivisi tra l'edificio principale sulla Quinta strada e la sede
distaccata chiamata "The Cloisters".

Esposizione principale

La collezione di arte medievale presente nel corpo principale del


museo, localizzata al primo piano nella galleria dedicata, contiene
circa 6.000 opere. La galleria principale ospita la maggior parte
delle opere di origine bizantina, affiancate ad alcune di origine
europea, che per sono per la maggior parte esposte presso The
Cloisters. Vi sono un gran numero di arazzi e statue di carattere
religioso o funerario, mentre nelle gallerie laterali sono esposte
Una miniatura medievale esposta al Met
opere di minori dimensioni come pezzi di gioielleria in oro e
avorio e reliquiari.

The Cloisters
The Cloisters fu realizzato per un'idea di William R. Valentiner, talentuoso curatore di origine tedesca della sezione
Arti decorative al Metropolitan Museum, e grazie alle cospicue donazioni di John Davison Rockefeller jr, uno dei
principali benefattori del Met. Dal 1927 vengono raccolte parti di chiese e monasteri da tutta Europa e radunate a
Manhattan. Completato pi di dieci anni dopo, nel 1938, the Cloisters un edificio del museo dedicato
esclusivamente ad ospitare l'arte medievale, situato nel Fort Tryon Park. La collezione esposta originariamente era
quella di un precedente e diverso museo, raccolta da George Grey Barnard e acquistata in toto da Rockefeller nel
1925 per donarla al Met.[14]
The Cloisters (It. I Chiostri) prende questo nome dai cinque chiostro medievali francesi la cui struttura, dopo essere
stata recuperata e restaurata, stata incorporata nella moderna costruzione del museo. La collezione esposta ospita
molti oggetti di eccezionale bellezza rilevanza storica.
Metropolitan Museum of Art 251

Pittura europea
Il Met conta su una delle migliori collezioni al mondo di dipinti di
scuola europea. Anche se le opere sono soltanto circa 2.200, tre
esse si trovano alcuni dei pi celebri e immediatamente
riconoscibili dipinti del mondo. Le acquisizioni pi importanti
hanno da sempre interessato questa sezione, concentrandosi
soprattutto su dipinti dei grandi maestri del passato e del XIX
secolo, ponendo una particolare attenzione alle scuole francese,
italiana e olandese. Nella raccolta sono rappresentati moltissimi
grandi artisti: Il museo possiede 37 dipinti di Monet, 21 opere ad
olio di Czanne e 18 di Rembrandt, tra cui Aristotele contempla il
busto di Omero.

I 5 dipinti di Vermeer costituiscono la pi grande raccolta di opere


dell'artista al mondo. Tra gli altri capolavori della collezione l'
Autoritratto con cappello di paglia di Van Gogh, I mietitori di
Pieter Bruegel il Vecchio e La morte di Socrate di Jacques-Louis Diego Velzquez, Juan de Pareja

David. Negli ultimi decenni il Met ha seguito la politica di vendere


alcuni dei suoi pezzi "minori" per poterne acquistare un numero minore ma di livello "mondiale". Anche se questo
modo di gestire il museo resta discusso, ha permesso di acquisire un certo numero di straordinari (e
straordinariamente costosi) capolavori, ad iniziare dal Juan de Pareja di Velzquez nel 1971. Una delle ultime
acquisizioni del museo la Madonna con bambino di Duccio di Buoninsegna che costato pi di 32 milioni di euro,
pi del doppio di quanto il museo avesse mai pagato un dipinto fino a quel momento. Il dipinto misura soltanto cm.
23 x 15, ma stato soprannominato la "Monna Lisa del Met".

Scultura ed arti decorative europee


Anche se alla pittura europea dedicata una sezione a parte, anche le altre forme d'espressione artistica europee sono
ben rappresentate al Met. Di fatto la collezione di scultura ed arti decorative europee una delle pi vaste sezioni del
museo, dal momento che racchiude pi di 50.000 pezzi che coprono un periodo che va dal XV secolo all'inizio del
XX. La collezione si concentra in modo particolare sulla scultura rinascimentale, ma comprende anche pezzi
d'arredamento, gioielli, vetri, ceramiche, arazzi, stoffe, strumenti matematici e per la misurazione del tempo. I
visitatori possono entrare in dozzine di stanze completamente arredate con materiali d'epoca e trasferite nelle gallerie
del Met. fa parte della collezione un patio del XVI secolo prelevato dal castello spagnolo di Vlez-Blanco e
meticolosamente ricostruito. Alcuni delle opere pi importanti presenti nella sezione sono il Baccanale di Bernini, I
cittadini di Calais di Rodin e varie opere di Houdon, tra cui il Busto di Voltairee il famoso ritratto della figlia Sabine.

Pittura e scultura statunitensi


A partire dalla sua fondazione il Metropolitan Museum of Art ha posto un'attenzione particolare nell'acquisizione di
arte statunitense. Il primo pezzo che entr a far parte della collezione del Met fu una scultura allegorica di Hiram
Powers intitolata California, acquisita nel 1870, che tuttora esposta nelle gallerie del museo. Nei decenni seguenti
la collezione cresciuta fino ad includere pi di 1.000 dipinti, 600 sculture e 2.600 disegni, coprendo l'intera storia
dell'arte statunitense a partire dal primo periodo coloniale fino all'inizio del XX secolo. La collezione comprende
molti dei pi famosi dipinti statunitensi, tra cui il ritratto di George Washington ad opera di Gilbert Stuart e
l'imponente Washington Crossing the Delaware di Emanuel Leutze. Sono presenti anche capolavori di celebri artisti
come Winslow Homer, George Caleb Bingham, John Singer Sargent, James McNeill Whistler, e Thomas Eakins.
Metropolitan Museum of Art 252

Arti decorative statunitensi


Il settore di Arti decorative statunitensi comprende circa 12.000 pezzi, che vanno dalla fine del XVII all'inizio del
XX secolo. Anche se il Met aveva acquisito le sue prime opere d'arte di questo tipo nel 1909 grazie ad una donazione
di Margaret Olivia Slocum Sage, moglie del finanziere Russell Sage, un settore specificamente dedicato alle opere
statunitensi non fu in realt aperto fino al 1934. Uno dei pezzi forti del reparto di Arti decorative americane la vasta
collezione di vetrate colorate. la collezione, probabilmente la pi grande del mondo, include diversi pezzi creati da
Louis Comfort Tiffany. Il reparto inoltre molto noto per le sue 25 stanze in ognuna delle quali stato ricreato un
ambiente completo d'arredamento e decorazioni risalente ad un particolare periodo storico, oppure interamente opera
di un importante stilista. Attualmente il settore comprende anche un grande raccolta di pezzi d'argenteria, tra cui si
trovano vari pezzi realizzati da Paul Revere come opere di Tiffany & Co.

Disegni e stampe
Anche altre sezioni contengono un certo numero di disegni e stampe, ma l'apposita sezione specificamente dedicata
ad opere nordamericane ed europee realizzate a partire dal periodo successivo al medioevo. Attualmente la
collezione disegni e stampe comprende pi di 11.000 disegni, 1.500.000 stampe e 12.000 libri illustrati. La
collezione cresciuta molto rapidamente a partire dalla prima donazione di 670 disegni fatta da Cornelius Vanderbilt
nel 1880. Vi sono rappresentati tutti i pi grandi maestri europei che si dedicarono a questa forma d'arte. La sezione
contiene infatti tra le altre, opere di Michelangelo, Leonardo, Rembrandt, Van Dyck, Drer e Degas.

La collezione Robert Lehman


Nel 1969, dopo la morte del banchiere Robert Lehman, la fondazione da lui creata don al museo quasi 3.000 opere
d'arte, ora ospitate nell' "Ala Robert Lehman". Per evidenziare il carattere di collezione personale di questa raccolta,
il Met ha deciso di ospitarla in una speciale serie di gallerie ispirate all'aspetto degli interni della ricca dimora di
Lehman; la scelta di tenere questa collezione separata dal resto, rendendola una specie di "museo nel museo" ha
suscitato sia consensi che critiche, anche se la sua acquisizione stata unanimemente vista come un grosso colpo per
il Met.[15] Diversamente dalle altre sezioni la Collezione Robert Lehman non si concentra su uno specifico periodo o
su un solo stile artistico, ma riflette invece gli interessi personali del suo creatore. Il collezionista Lehman pose la
propria attenzione principalmente sui dipinti del Rinascimento italiano, specialmente della scuola senese. La
collezione include capolavori di Botticelli e del Veneziano, oltre ad un rilevante numero di opere di pittori spagnoli
come El Greco e Goya. Tra i disegni si trovano opere di Rembrandt e Albrecht Drer.[16] La Princeton University
Press ha prodotto una vasta documentazione sulla collezione, pubblicando una serie di volumi intitolati "The Robert
Lehman Collection Catalogues."

Arte moderna
Grazie alle oltre 10.000 opere d'arte, principalmente di artisti europei e statunitensi, la collezione di arte moderna
occupa nelle gallerie del museo uno spazio di 6.000 m. e comprende diverse opere ritenute delle vere e proprie
icone dei movimenti contemporanei. Tra le opere pi note si citano il Ritratto di Gertrude Stein di Picasso, White
Flag di Jasper Johns, Autumn Rhythm (Numero 30) di Pollock e il trittico di Max Beckmann L'inizio. Alcuni artisti
vedono le loro opere presenti in gran numero: ad esempio la collezione comprende ben 40 dipinti di Paul Klee e ne
attraversa l'intera carriera. A causa della lunga storia del Met, alcuni dipinti "contemporanei" acquisiti nel corso degli
anni sono stati poi spostati in altre collezioni, in particolare in quella della sezione dedicata alla pittura statunitense
ed europea.
Metropolitan Museum of Art 253

Armi e armature
La sezione del Met dedicata ad armi e armature una
delle pi popolari del museo. La caratteristica "parata"
di cavalieri in armatura presente al primo piano uno
dei suoi simboli pi riconoscibili. La collezione, che
presenta anche pezzi realizzati soltanto per parate o per
essere messi in mostra, ha il suo punto di forza nella
produzione europea del tardo medioevo e in quella
giapponese del periodo che va dal V al IX secolo.
Questi in ogni caso non sono gli unici periodi e culture
rappresentati; la collezione spazia in pi zone
geografiche di quasi ogni altro settore e comprende
armi ed armature dell'Egitto del periodo arcaico,
dell'antica Grecia, della Roma imperiale, dell'antico La sala principale del settore dedicato alle armi antiche
Medio Oriente, dell'Africa, dell'Oceania e delle
Americhe. Ci sono anche armi da fuoco statunitensi (specialmente Colt) del XIX e XX secolo. Fanno parte della
collezione diversi pezzi appertenuti a principi e re, tra cui si segnalano le armature di Enrico II di Francia e di
Ferdinando I di Germania.

L'Istituto costumi e abbigliamento


Nel 1937 il Museum of Costume Art si un al Met e ne divenne il dipartimento abbigliamento e costumi. Oggi la sua
collezione raccoglie pi di 80.000 tra abiti ed accessori. A causa della natura delicata dei pezzi della collezione non
esiste un'esposizione permanente, ma ogni anno nelle gallerie del Met si tengono due diverse sfilate ciascuna
incentrata su uno specifico tema o su uno stilista. Negli anni scorsi le sfilate dedicate a celebri stilisti come Chanel e
Gianni Versace hanno riscosso un grande successo.

Fotografia
La raccolta di fotografie del Met, che comprende pi di 20.000
pezzi, basata su cinque precedenti collezioni principali, a cui si
aggiungono le altre singole acquisizioni del museo. La prima
grossa donazione fu effettuata dal celebre fotografo Alfred
Stieglitz; questa comprendeva un importante selezione di
fotografie pittorialiste, una corposa raccolta di stampe di Edward
Steichen e un'eccezionale serie di fotografie realizzate da Stieglitz
stesso e provenienti dal suo laboratorio. Il Met integr la
collezione Stieglitz con gli 8.500 pezzi della Collezione Gilman
Paper Company (primi esempi di fotografia francese e
statunitense), con la Collezione Rubel (primi esempi di fotografia Steichen's The Pond-Moonlight
britannica) e la Collezione Ford Motor Company (fotografie
statunitensi ed europeee del periodo successivo alla prima guerra mondiale). Il museo ha anche acquisito la
collezione personale di Walker Evans, un acquisto davvero a sensazione, data la fortissima richiesta sul mercato
delle opere di quel maestro. Anche se la sezione dal 1997 dispone di una galleria dedicata, non tutte le opere a
disposizione sono sempre esibite, a causa della delicatezza di buona parte del materiale. La sezione ha tuttavia
organizzato alcune delle pi apprezzate mostre temporanee del recente passato del Met, tra cui una retrospettiva
dedicata a Diane Arbus .
Metropolitan Museum of Art 254

Strumenti musicali
La collezione di strumenti musicali del Met, grazie ai suoi pi di 5.000 esemplari provenienti da tutto il mondo,
virtualmente qualcosa di unico nell'ambito dei principali musei. La collezione venne iniziata nel 1889, con una
donazione da parte di Lucy W. Drexel che comprendeva varie centinaia di strumenti, ma la maggior parte dell'attuale
patrimonio della sezione proviene dalle donazioni effettuate negli anni successivi da Mary Elizabeth Adams, moglie
di John Crosby Brown. Gli strumenti non sono inseriti nella sezione soltanto per il loro aspetto esteriore, ma anche
per le loro caratteristiche tecniche e per gli aspetti sociali che rappresentano per le loro culture di origine. La
collezione si propone di raggiungere una dimensione enciclopedica; in essa sono rappresentati tutti i continenti e
quasi ogni stadio della loro evoluzione musical-culturale. Tra i pezzi pi notevoli della collezione vi sono vari violini
di Stradivari, una raccolta di strumenti asiatici fatta di metalli preziosi e il pi antico pianoforte attualmente esistente,
un modello di Bartolomeo Cristofori del 1720. Molti degli strumenti sono tuttora utilizzabili e i responsabili della
sezione incoraggiano il loro uso organizzando concerti e dimostrazioni di musicisti appositamente invitati.

Le biblioteche
La biblioteca principale del Met la Biblioteca Thomas J. Watson, che prende il nome del suo benefattore. Contiene
soprattutto libri che trattano la storia dell'arte, tra cui cataloghi di mostre e di vendite all'asta, e in generale si propone
di valorizzare i contanuti dell'esposizione permanente del museo. Numerose sezioni dispongono di proprie
biblioteche specializzate nella loro area di interesse. Sia la Biblioteca Watson che quelle di sezione contengono
anche testi importanti, rari od antichi che possono essere considerati essi stessi delle opere d'arte. Tra questi testi di
Drer e Athanasius Kircher, alcuni dei primi numeri della rivista surrealista VVV e una copia de "La descrizione
dell'Egitto", commissionata nel 1803 da Napoleone Bonaparte e considerata una delle pi importanti pubblicazioni
francesi della storia.
Alcune biblioteche di sezione sono aperte al pubblico anche senza appuntamento. La Library and Teacher Resource
Center, Ruth and Harold Uris Center for Education aperta a tutti i visitatori per approfondire le proprie conoscenze
d'arte e storia dell'arte, e per apprendere notizie sul museo e sulle sue esposizioni permanenti e temporanee. La
Robert Goldwater Library, parte della sezione di arte africana, oceanica e delle americhe aperta a ricercatori e
studiosi adulti a partire chi frequenta le scuole superiori. La maggior parte delle altre biblioteche di sezione sono
riservate al personale del museo e sono aperte al pubblico solo su appuntamento.

La politica di acquisizioni e cessioni del Met


Durante gli anni settanta, sotto la direzione di Thomas Hoving, il Met
modific la propria politica di gestione della collezione. Il nuovo
orientamento fu di cercare di acquisire opere di valore e rinomanza
"mondiale", recuperando i fondi necessari a queste acquisizioni
vendendo pezzi di valore medio e medio alto gi presenti nella
collezione.[15] Anche se il Met ha da sempre venduto pezzi doppi o
minori per finanziare le nuove acquisizioni, la nuova politica si
tradotta in un approccio pi aggressivo e audace e ha comportato la
cessione di opere di alto livello, che in precedenza non sarebbe stata
La sala della scultura europea del XVII-XIX
possibile. Questo modo di procedere ha attirato molte critiche (in
secolo
particolare da parte del New York Times). Tuttavia la nuova politica ha
ottenuto i risultati che si proponeva; molte delle opere acquisite con i
fondi recuperati con le cessioni sono adesso considerate le "stelle" della collezione del museo. Sulla sua scia anche
altri musei hanno quindi tentato di imitare la stessa politica "aggressiva" nelle cessioni.[17] Questo tipo di gestione
Metropolitan Museum of Art 255

continua tuttora e di recente stata venduta un'opera di grande valore come la fotografia di Edward Steichen del
1904 The Pond-Moonlight (di cui comunque presente al Met un altro esemplare) per il prezzo record di $2.900.000

Le opere maggiori

Scuola italiana
Studiolo di Guidobaldo da Montefeltro, 1479-1482
Andrea del Sarto
Sacra Famiglia Borgherini, 1529 circa
Fra Bartolomeo
Madonna col Bambino e san Giovannino, 1497 circa
Sandro Botticelli
Annunciazione, 1490-1493
Comunione di san Girolamo, 1495 circa
Francesco Botticini
San Sebastiano, 1473-1474 Caravaggio, Concerto

Caravaggio
Concerto, 1595
Sacra famiglia, 1605-1606
Negazione di san Pietro, 16091610
Vittore Carpaccio
Meditazione sulla Passione, 1500-1510 circa
Cima da Conegliano
Madonna col Bambino tra i santi Francesco e
Chiara, 1492-1495
Tre Santi: Rocco, Antonio Abate, e Lucia, 1513
Correggio
Quattro santi, 1514 circa
Donatello (bottega)
Fanciullo alato, 1430 circa
Gentile da Fabriano
Madonna Davis, 1410 circa
Maestro dell'Osservanza, Sant'Antonio tentato da un
Artemisia Gentileschi mucchio d'oro

Ester e Assuero, 1628-1635


Ghirlandaio
San Cristoforo, 1473 circa
Filippo Lippi
Ritratto di donna con un uomo al davanzale, 1435-1436
Pala Alessandri
Santi Agostino, Francesco, Benedetto e un santo vescovo
Madonna col Bambino in trono e due angeli, 1440 circa
Metropolitan Museum of Art 256

Lorenzo Lotto
Venere e Cupido, 1513-1526 circa
Ritratto di fra' Gregorio Belo da Vicenza, 1546
Maestro dell'Osservanza
Sant'Antonio tentato da un mucchio d'oro, 1435-1440
Michelangelo Buonarroti
Giovane arciere (attr.), 1491-1492 circa
Niccol di Bonaccorso
Incoronazione della Vergine, 1380 circa
Andrea Mantegna
Adorazione dei pastori, 1450-1451 circa
Madonna Butler, 1460 circa
Madonna Altman, 1495-1505 circa
Michelino da Besozzo
Sposalizio della Vergine, 1435 circa
Piero di Cosimo
Caccia primitiva, 1500-1505 circa
Ritorno dalla caccia, 1500-1505 circa
Raffaello
Pala Colonna e Orazione nell'orto, 1503-1505 circa
Giovanni Girolamo Savoldo
San Matteo e l'angelo, 1530-1535 circa
Lo Scheggia
Trionfo della Fama, 1449
Tiziano Vecellio
Madonna Bache, 1510 circa
Venere e Adone, 1560 circa
Metropolitan Museum of Art 257

Scuola fiamminga e olandese


Hieronymus Bosch
Adorazione dei Magi, 1474 circa
Bruegel il Vecchio
Mietitura, 1565
Robert Campin
Trittico di Mrode, 1427
Petrus Christus
Sant'Eligio nella bottega di un orefice, 1449
Hans Memling
Ritratto di Tommaso Portinari, 1470-1480 circa
Ritratto di Maria Portinari, 1470-1480 circa
Rembrandt
Nobile orientale (il nobile slavo), 1632
Jan Vermeer, Giovane donna assopita
Aristotele contempla il busto di Omero, 1653
Hendrickje in veste di Flora, 1654 circa
Vincent Van Gogh
Due girasoli, 1887
L'Arlesiana, 1888
Vaso con iris, 1889
Jan van Eyck
Crocifissione e Giudizio finale, 1430 circa
Jan Vermeer
Giovane donna assopita, 1657
Suonatrice di liuto, 1664
Donna con brocca d'acqua, 1664 circa
Ragazza con velo, 1666 circa
Allegoria della fede, 1671-1674

Scuola tedesca
Arnold Bcklin Vincent Van Gogh, Vaso di iris

L'isola dei morti (1880)


Albrecht Drer
Sant'Anna Metterza (1519)
Metropolitan Museum of Art 258

Scuola francese
Pierre Bonnard
Terrazza a Vernon, 1920-1939
Edgar Degas
Donna con crisantemi, 1865
Ritratto di James Tissot, 1866-1868
Jean Fouquet
Fogli del Libro d'Ore di Etienne Chevalier, 1452-1460
Paul Gauguin
Ave Maria (La Orana Maria), 1891
Claude Monet
La terrazza a Sainte-Adresse, 1866
La Manneporte, 1883
Georges-Pierre Seurat
Sottobosco a Pontaubert, 1881-1882
Studio finale per la composizione della Grande-Jatte, 1884
La parata del circo, 1888
Il canale di Gravelines, una sera, 1890

Scuola spagnola
Salvador Dal
Corpus Hypercubus, 1954
El Greco
Ritratto di cardinale, 1600 circa
Veduta di Toledo, 1610 circa
Francisco Goya
Majas al balcone, 18081814
Pablo Picasso
Arlecchino pensoso, 1901
Ritratto di Gertrude Stein, 1905-1906

Scuola americana
Henry Lerolle
The Organ Rehearsal, 1887
Jackson Pollock
Pasipha, 1943 circa
Autumn Rhythm (Number 30), 1950
Metropolitan Museum of Art 259

Note
[1] http:/ / www. metmuseum. org
[2] Metropolitan Museum of Art (http:/ / tps. cr. nps. gov/ nhl/ detail. cfm?ResourceId=1967& ResourceType=Building) in National Historic
Landmark summary listing. National Park Service, 15/9/2007
[3] "Metropolitan Museum of Art", dicembre 1985, di Carolyn Pitts National Register of Historic Places Inventory-Nomination (http:/ / pdfhost.
focus. nps. gov/ docs/ NHLS/ Text/ 86003556. pdf). National Park Service, 1985-12
[4] Metropolitan Museum of Art--Accompanying 7 photos, from 1836 to 1984. National Register of Historic Places Inventory-Nomination (http:/
/ pdfhost. focus. nps. gov/ docs/ NHLS/ Photos/ 86003556. pdf). National Park Service, 1985-12
[5] The Metropolitan Museum of Art : The Permanent Collection and Special Exhibitions (http:/ / www. metmuseum. org/ Works_of_Art/
noteToReader. asp).URL consultato il 17 aprile 2007.
[6] Philippe de Montebello, Masterpieces of the Metropolitan Museum of Art, New York, Metropolitan Museum of Art, 1997, pp. 6-7. ISBN
0300106157
[7] Stuart W. Pyhrr, Arms and Armor: Notable Acquisitions 1991-2002 - The Metropolitan Museum of Art, New Haven, Yale University Press,
2003, pp. 6. ISBN 0300098766
[8] Amelia Peck, Period Rooms in the Metropolitan Museum of Art, New York, Metropolitan Museum of Art, 1996, 17,275. ISBN 0300105223
[9] Le mostre speciali attualmente in corso (http:/ / www. metmuseum. org/ special/ index. asp?HomePageLink=special_l)
[10] Informazioni per i visitatori sul sito ufficiale del Metropolitan Museum of Art (http:/ / www. metmuseum. org/ visitor/ faq_hist. htm#arch)
[11] The Metropolitan Museum of Art at HumanitiesWeb (http:/ / www. humanitiesweb. org/ human. php?s=g& p=a& a=i& ID=1138)
[12] http:/ / www. metmuseum. org/ Works_of_Art/ introduction. asp?dep=13
[13] Michael Kimmelman. Classical Treasures, Bathed in a New Light (http:/ / www. nytimes. com/ 2007/ 04/ 20/ arts/ design/ 20anci.
html?ex=1334721600& en=d719d4e4c2744f72& ei=5090& partner=rssuserland& emc=rss), New York Times, 20/04/2007. URL consultato
in data 24/10/2007.
[14] Articolo del sito ufficiale del Metropolitan Museum of Art (http:/ / www. metmuseum. org/ Works_of_art/ introduction. asp?dep=7) su "The
Cloisters"
[15] Thomas Hoving. Making the Mummies Dance. New York: Simon and Schuster, 1993.
[16] Art Review : Feast of Illuminations and Drawings (http:/ / query. nytimes. com/ gst/ fullpage.
html?res=9C06E0DF1131F93BA25751C0A9669C8B63), John Russell. New York Times, 18 febbraio 2000
[17] "Brimful museums put art under the hammer" James Bone, The Times Online. 31 ottobre 2005 (http:/ / www. timesonline. co. uk/ article/
0,,11069-1851184,00. html)

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Metropolitan
Museum of Art

Collegamenti esterni
(EN) Metropolitan Museum of Art sito ufficiale (http://www.metmuseum.org)
Coordinate geografiche: 404646N 735747W40.779447N 73.96311W
National Gallery of Art 260

National Gallery of Art


[1]
Coordinate geografiche: 385328.76N 77111.36W38.8913222N 77.0198222O

National Gallery of Art

L'entrata del museo


Tipo Pittura, scultura, arte applicata

Datafondazione 1937

Fondatori Andrew F. Mellon e altri

Indirizzo National Mall tra 3rd e 7th Street su Constitution Avenue NW Washington, DC, 20565

Sito [2]
Sito ufficiale

La National Gallery of Art si trova in Constitution


Avenue a Washington negli Stati Uniti; si tratta di uno
dei musei d'arte pi vasti ed importanti del mondo, che
copre, con le sue collezioni ricche di capolavori, quasi
settecento anni di storia dell'arte, spaziando dall'arte
europea a quella del Nuovo Mondo. La pinacoteca in
particolare la pi vasta e completa degli Stati Uniti ed
arriva, partendo dall'arte bizantina, fino al XX secolo.

La National Gallery of Art si form essenzialmente


grazie alle cospicue donazioni di privati, tra cui
spiccano quelle di quattro grandi collezionisti National Gallery of Art
americani: Andrew F. Mellon, Samuel H. Kress, Peter
A.B. Widener e Chester Dale. A queste hanno fatto poi seguito, nel tempo, altre donazioni e acquisti.

Storia
National Gallery of Art 261

la Galleria venne istituita nel 1937 per


decreto del Congresso degli Stati Uniti,
a seguito dell'importante donazione di
dipinti del Quattro e Cinquecento
italiano e fiammingo, del Seicento
olandese e fiammingo e del Settecento
inglese, nonch di sculture
rinascimentali da parte del bancario
Andrew Mellon, americano di origini Il palazzo della National Gallery, ala ovest
irlandesi, gi segretario del Tesoro e
ambasciatore a Londra. Nell'atto di
donazione era specificamente richiesto
l'impegno per la realizzazione di una
grandioso edificio capace di ospitare la
collezione e che il governo americano
si facesse in seguito carico della
prestigiosa istiruzione. Inoltre nessuna
opera doveva essere aggiunta alla
collezione "se non dello stesso livello
qualitativo" di quelle donate da lui. Veduta aerea della Nationa Gallery of Art

Il primo nucleo di opere donate da Mellon, centoventuno dipinti e ventuno sculture, venne ceduto assieme ai fondi
per la costruzione dell'edificio museale, da edificare in un terreno scelto appositamente sul Mall, tra il monumento a
George Washington e il Campidoglio. Mellon segu personalmente i lavori fino al 1935 e scelse come architetto John
Russell Pope, che progett un ampio edificio in stile neoclassico. L'edificio venne completato nel 1941 quando
Mellon era gi deceduto.

La collezione Mellon
L'idea di una Galleria nazionale americana, sul modello di quella
londinese, era maturara a Mellon verso il 1927. Gi importante
compratore sul mercato dell'arte antica, amico di altri collezionisti
come Henry Clay Frick, da quell'anno Mellon inizi a selezionare
gli acquisti cercando di costituire un corpus di dipinti che potesse
rappresentare il meglio dell'arte europea dal medioevo al XVIII
secolo. Con la grande crisi del 1929 matur ancora di pi in lui
una sorta di "missione" e aiutato da assistenti-consulenti del
calibro di Knoedler e Duveen inizi ad acquistare capolavori su
tutte le piazze del mondo, compresa la Russia.

Il "grande colpo" avvenne tra il 1930 e il 1931, quando riusc ad


acquistare, in gran segreto, una serie di capolavori dell'Ermitage,
messi in vendita da Stalin, pare per acquistare trattori. Per sei
milioni e cinquecentomila dollari Mellow acquist, tramite
Knoedler, una serie incredibile di capolavori, da alcuni definita
come il pi grande cambio di propriet nella storia del
Raffaello, San Giorgio e il drago (1504-1506)
National Gallery of Art 262

collezionismo artistico dai tempi di Napoleone I[3]. Tra questi c'erano il San Giorgio e il drago e la Madonna d'Alba
di Raffaello, il Ritrovamento di Mos di Veronese, l'Annunciazione di Jan van Eyck, l'Adorazione dei Magi di
Botticelli, oltre a alcuni dipinti di Tiziano, quattro van Dyck, cinque Rembrandt.
La sua collezione aveva anche un nucleo di arte americana, rappresentata dall'intera collezione di ritratti gi
posseduti da Thomas B. Clarke.
L'attivit del padre continu per mano della figlia Ailsa Mellon Bruce e del Mellon Fund, che nel 1961, in occasione
del ventennale del museo in cui fu organizzata l'esposizione "Art Treasures of America" dedicata alle nuove
donazioni, mise a disposizione il capolavoro di Fragonard, Fanciulla che legge, il Vaso di fiori di Jan Davidsz de
Heem e la Famiglia dell'artista di John Singleton Copley.

La collezione Kress
Nel 1939 il grande collezionista americano Samuel H. Kress segu
con entusiasmo l'esempio di Mellon, dopo aver abbandonato l'idea
di realizzare un proprio museo dedicato al Rinascimento italiano,
facendo dono alla nuova istituzione della sua straordinaria
collezione. Kress, che era il ricchissimo proprietario di una catena
commerciale, possedeva esclusivamente opere di scuola italiana,
influenzato dall'amicizia e la collaborazione con lo storico dell'arte
Bernard Berenson e con il mercante d'arte Alessandro Contini
Bonacossi.

Kress era un collezionista attento e meticoloso, interessato anche a


opere poco seguite dal mercato, come quelle del Seicento e del
Settecento, che vennero rivalutate dalla critica solo dopo la
Seconda guerra mondiale. La sua raccolta, che non si spinse mai
oltre l'Ottocento, comprendeva sia capolavori di grandi artisti, sia
testimonianze d'eccellenza delle scuole minori, nell'ottica di
documentare ampiamente l'evoluzione dell'arte nei pi svariati
Giotto, Madonna col Bambino (1320-1330)
aspetti, legati a pi scuole e pi epoche. A differenza delle
classiche "antologie di capolavori", che erano alla base
dell'impostazione di ogni collezione privata, Kress cre qualcosa che potesse avere anche scopi didattici,
nell'illustrare lo svolgimento della storia dell'arte italiana.

Con la crisi del 1929 raccolse numerose opere da collezioni private americane salvandole dalla dispersione: da
queste operazioni ottenne, tra l'altro, la Madonna col Bambino di Giotto.
Tra le opere pi interessanti delle sue collezioni, confluite poi in quelle del museo, ci sono il San Francesco riceve le
stigmate e il San Giovanni Battista nel deserto di Domenico Veneziano, l'Adorazione dei pastori di Giorgione, due
tavole dalla predella della Maest del Duomo di Siena di Duccio di Buoninsegna o le opere del ferrarese Ercole de'
Roberti.
L'accrescimento delle sue collezioni and ben oltre la prima donazione e nel periodo tra il 1939 e il 1945 allarg gli
orizzonti e le tematiche artistiche delle sue raccolte, acquistando opere oltre il Rinascimento italiano, quali esempi
del Settecento veneto, dei fiamminghi (tra cui un vivace ritratto di van Dyck) e alcuni francesi. In seguito l'interesse
verso le scuole straniere si amplific e con l'ultima delle sue quattro donazioni, quella del 1961, dot il museo di
capolavori come la Maddalena di Bernardino Luini, il Portello e Canale del Brenta di Canaletto e il Ritratto di
Brigida Spinola Doria di Rubens.
La collezione Kress ospitata oggi in trentaquattro sale del museo.
National Gallery of Art 263

La collezione Widener
Peter A.B. Wiedener, originario di Filadelfia, era un importante
magnate delle ferrovie con la passione per il collezionismo artistico fin
dalla fine del XIX secolo. Si interess soprattutto di Rinascimento
italiano (con capolavori come la Piccola Madonna Cowper di
Raffaello), di arte fiamminga dal Quattro al Seicento (pregevole il
Ritratto della marchesa Elena Grimadi Cattaneo di van Dyck) e del
Settecento inglese.

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1915, la sua collezione fu continuata


dal figlio Joseph E. Wiedener, che si appassion di artisti ancora
trascurati dalla critica, come El Greco, e di autori moderni come Manet
(Torero morto), Renoir, Degas, Sargent e Whistler.
Le opere della collezione Wiedener pervennero al museo subito dopo
la fondazione e nel 1942 vennero predsposte le sale destinate ad
accoglierle. Per esplicita richiesta del donatore la collezione, composta
di novantanove dipinti, quarantuno sculture e numerosissimi pezzi di
arti "minori", doveva restare unita, per cui fu collocata interamente al
pian terreno.

El Greco, San Martino e il povero (1597-1599)

La collezione Dale
La collezione di Chester Dale, finanziere di New York, fu l'ultima
grande donazione in ordine di tempo. Si trattava di circa
duecentocinquanta dipinti radunati dal 1920 al 1930, con l'aiuto della
moglie Maud, pittrice e critica d'arte. Si tratta soprattutto di opere di
arte moderna e contemporanea, soprattutto francese, che fu inglobata
nel museo inizialmente con semplici prestiti a lunga scadenza, poi
come legato dopo la morte di Dale nel 1962.

La collezione si arricch cos di opere di David, Delacroix, Corot,


Manet, Renoir, Monet, Toulouse-Lautrec, Czanne, Van Gogh,
Matisse, Derain, Vlaminck, Rouault, Dufy, Marquet, Soutine, Braque,
Picasso, Lger, De Chirico, Modigliani, Whistler e Mary Cassatt.

Altre donazioni
Il museo inoltre sponsorizzato da una serie di fondazioni private che
regolarmente acquistano nuove opere, curano restauri ed effettuano
donazioni di fondi e opere. Tra queste spiccano la Fondazione Coe
(donatrice di opere di Thomas Gainsborough, Miereveld e Beechey) e
Paul Gauguin, Autoritratto (1889)
la Fondazione Fuller (donatrice di opere di William Turner, Canaletto e
Joshua Reynolds).
National Gallery of Art 264

Inoltre fu di straordinaria importanza la collezione di arti grafiche di Lessing J. Rosenwald, con circa ventiduemila
fogli di disegni, stampe e acquerelli.

Sede
La collezione della National Gallery of Art ha sede in
due edifici che si ergono al centro del Mall. Un
corridoio sotterraneo, comprendente vari servizi, li
collega l'uno all'altro. Il pi antico dei due, inaugurato
nel 1941, stato progettato da John Russell Pope ed ha
l'aspetto di un grande complesso neoclassico,
imponente ma elegante, nel suo rivestimento in marmo
rosa del Tennessee. Il secondo, inaugurato nel 1978,
opera dell'architetto cinese I. M. Pei: denominato East
Wing, ospita le collezioni di opere novecentesche pi
moderne. Si tratta di un edificio dall'aspetto poligonale
con una base a trapezio, dalle ardite forme che lo fanno
assomigliare a un'enorme scultura moderna. La East Wing

La possibilit di disporre di un edificio appositamente creato permise di attuare criteri museologici moderni e ben
ponderati, senza le problematiche di dover adattare uno spazio gi esistente comuni a molte collezioni antiche
europee. Il criterio base dell'esposizione legato ai canoni estetici tipicamente giapponesi, in cui l'opera d'arte vista
innanzitutto come fonte di piacere estetico, piuttosto che come documento storico. Per questo ogni opera esposta in
modo da ottimizzarne la contemplazione, senza elementi di distrazione esterni. Ciascun oggetto artistico si trova
dislocato in uno spazio doppio tra opera e opera rispetto ai canoni normali dei musei, in modo da accentuarne
l'isolamento, e i rivestimenti delle pareti, spesso lignei, sono studiati in modo da evidenziare il risalto di ciascun
manufatto.

Le opere maggiori

Scuola italiana
Andrea del Castagno
Ritratto d'uomo, 1450-1457
David con la testa di Golia, 1450-1457
Beato Angelico
Guarigione di Palladia, 1438-1440
Giovanni Bellini
Ritratto di giovane in rosso, 1485-1490
Ritratto di condottiero, 1485-1500
San Girolamo leggente nel deserto, 1505
Continenza di Scipione, 1507-1508
Bacco fanciullo, 1514 circa
Festino degli dei, 1514
Sandro Botticelli Domenico Veneziano, San Francesco riceve le stigmate (1445 circa)
Ritratto di Giuliano de' Medici, 1478-1480 circa
Adorazione dei Magi, 1482 circa
National Gallery of Art 265

Vittore Carpaccio
Fuga in Egitto, 1500 circa
Cima da Conegliano
Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e
Giovanni Battista, 1492-1495
Sant'Elena
San Girolamo nel deserto
Madonna col Bambino in trono tra due vergini
martiri
Correggio
Madonna Barrymore, 1508-1510 circa
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria
e santi, 1510-1511 circa
Cristo giovane nel Tempio, 1513 circa
Dosso Dossi
Leonardo da Vinci, Ritratto di Ginevra de' Benci (1474-1478)
Circe e i suoi amanti in un paesaggio, 1514-1516
Enea e Acate sulla costa libica, 1520 circa
Duccio di Buoninsegna
Vocazione di Pietro e Andrea, 1308-1311 circa
Nativit tra i profeti Isaia ed Ezechiele, 1308-1311
circa
Francesco del Cossa
San Floriano, 1472-1473
Santa Lucia, 1472-1473
Crocifissione, 1472-1473
Gentile da Fabriano
Madonna col Bambino, 1420-1423 circa
Miracolo della tomba di san Nicola, pannello della
predella del Polittico Quaratesi, 1425
Giorgione
Sacra Famiglia Benson, 1500 circa
Adorazione dei pastori Allendale, 1500-1505 circa
Giovanni Borgherini col maestro-astrologo, 1505
circa Giambattista Tiepolo, Dama con il tricorno (1755-1760)
Gentiluomo con un libro, 1510 circa
Giotto
Madonna col Bambino, 1320-1330 circa
Leonardo da Vinci
Ritratto di Ginevra de' Benci, 1474-1476 circa
Lorenzo di Credi
Madonna Dreyfus, 1475-1480 circa
Lorenzo Lotto
National Gallery of Art 266

Allegoria della Virt e del Vizio, 1505


Allegoria della Castit, 1505 circa
Adorazione del Bambino, 1523
Filippo Lippi
Annunciazione, 1435-1440
Madonna col Bambino, 1440 circa
San Benedetto ordina a san Mauro di resuscitare
san Placido, 1445-1450
Adorazione dei Magi, 1455 circa
Andrea Mantegna
Ges bambino benedicente, 1455-1460 circa Mary Cassatt, Bimba su una poltrona blu (1878)

Ritratto virile, 1460-1470 circa


Giuditta e l'ancella con la testa di Oloferne, 1495
circa
Masaccio
Madonna dell'Umilt, 1424-1425
Moretto
Compianto sul Cristo morto, 1526-1530
Perugino
Ritratto di Lorenzo di Credi, 1488
Piero della Francesca
Sant'Apollonia, 1454-1469
Piero di Cosimo
douard Manet, La ferrovia (Gare Saint-Lazaire) (1873)
Visitazione con i santi Nicola e Antonio, 1490 circa
Raffaello
Piccola Madonna Cowper, 1504 circa
San Giorgio e il drago, 1504-1506
Grande Madonna Cowper, 1508 circa
Madonna d'Alba, 1511
Ritratto di Bindo Altoviti, 1514 circa
Ercole de' Roberti
Dittico Bentivoglio, 1475 circa
Moglie di Asdrubale coi figli, 1490-1493
Giambattista Tiepolo
Dama con il tricorno, 1755-1760
Tiziano
Gentiluomo con un libro, 1510
Ritratto di Andrea de' Franceschi a mezzo busto, 1532 circa
Venere e Adone, 1560
Domenico Veneziano
National Gallery of Art 267

San Francesco riceve le stigmate, pannello della


predella della pala di Santa Lucia dei Magnoli, 1445
circa
San Giovanni Battista nel deserto, pannello della
predella della pala di Santa Lucia dei Magnoli, 1445
Madonna col Bambino, 1445-1450 circa

Scuola francese
Maestro franco-fiammingo
Ritratto di gentildonna, 1410-1415 circa
Mary Cassatt
Giovani donne nel palco, 1882
Bambina che si sistema i capelli, 1886
Bimba su una poltrona blu, 1878
Jean-Honor Fragonard
La lettrice
Edgar Degas
Claude Monet, La passeggiata (Camille Monet con il figlio Jean
Ritratto di Mary Cassatt, 1884 circa
sulla collina) (1875)
douard Manet
La ferrovia (Gare Saint-Lazaire), 1873
Claude Monet
La passeggiata (Camille Monet con il figlio Jean
sulla collina), 1875
Pierre-Auguste Renoir
Le Pont-Neuf, 1872

Scuola spagnola
Salvador Dal
Ultima Cena (Dal), 1955
Pablo Picasso
Arlecchino musicista, 1924 Pierre-Auguste Renoir, Le Pont-Neuf (1872)

Scuola fiamminga e olandese


Hieronymus Bosch
Morte di un avaro, 1494 circa
Rembrandt
Suicidio di Lucrezia, 1664
Pieter Paul Rubens
Ritratto di Brigida Spinola Doria, 1606
Jan van Eyck
Annunciazione, 1434-1436 circa
National Gallery of Art 268

Rogier van der Weyden


Ritratto di giovane donna, 1460 circa
Vincent Van Gogh
La Mousm seduta, 1888
Jan Vermeer
Donna con una bilancia (La pesatrice di perle), 1664 circa
Donna che scrive una lettera, 1665 circa
Fanciulla con cappello rosso, 1665 circa
Fanciulla con flauto, 1665-1670

Scuola tedesca
Albrecht Drer
Madonna Haller, 1498 circa
Lukas Cranach
Crocifissione con la conversione del centurione, 1536

Scuola americana
Jackson Pollock
Lavender Mist Number 1, 1950

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=National_Gallery_of_Art& language=it& params=38_53_28. 76_N_77_1_11.
36_W_type:landmark_region:US
[2] http:/ / www. nga. gov/
[3] Salvadori, cit., pag. 12.

Bibliografia
Francesca Salvadori, Washington National Gallery of Art, Electa, Milano 2005.

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:National
Gallery of Art

Collegamenti esterni
National Gallery of Art (http://www.nga.gov) Sito ufficiale
Fonti e autori delle voci 269

Fonti e autori delle voci


Galleria degli Uffizi Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46579854 Autori:: Accurimbono, Albertun75, Alexander VIII, Alleborgo, AltraStoria, Ary29, AttoRenato, Aushulz,
Avemundi, Bahar, Bouncey2k, Buggia, Bultro, Civv, Cloj, Daviboz, Demart81, Elitre, Enne, Estel, Etienne (Li), Eumolpa, Eumolpo, Eva4, Fabrizio Chiti, Filippoburoni, Filos96, Fluctuat,
Framo, Freepenguin, Gawain78, Gianfranco, GranDTour, Gregorovius, Guidomac, Helios, Henrykus, IndyJr, Janus, Josgiuseppe, Kal-El, KingFanel, LaPizia, Lak3d, Lionman83, MapiVanPelt,
Marcok, Matteo Tani, Mau db, Medan, Mercury, Metaphysicus, MiBAC, Mickey83, Moloch981, Moroboshi, Nanae, Nick1915, No2, Paginazero, Panairjdde, PaneBiancoLiscio, Patty, Pela12,
Pequod76, PersOnLine, Phantomas, Pierlufi, Pietrodn, Polarstar, Pracchia-78, Qbert88, R1188, Rago, Ricce, RicciSpeziari, Rickyhp, RitaDiGoro, Rollopack, Sailko, Salvatore gioitta, Senpai,
Shivanarayana, SpeDIt, Tenebroso, Trixt, Twice25, Uomodis08, Urli mancati, Vermondo, Vincenzo Desiderio, Viscontino, 120 Modifiche anonime

Galleria dell'Accademia Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46306426 Autori:: Accurimbono, Adert, Aedo89, Beta16, Bouncey2k, Civv, Conte Grievous, Daviboz, Dimod61,
Enne, Eumolpa, Fluctuat, Freepenguin, Gawain78, Giorasta, Gvf, Jaqen, Lti, Marcok, Martnhache, Matteo Tani, Numbo3, Pracchia-78, R1188, Roberto sernicola, Sailko, Vignaccia76, 10
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Musei Vaticani Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46656637 Autori:: Accurimbono, Alexander VIII, Andre86, AnyFile, Arepo, Ask21, Avemundi, Carlomorino, Castielli,
Cotton, Cristiano64, Croberto68, Cypsel, Edowikip, Etienne (Li), F l a n k e r, Faustoeu, Freepenguin, Gawain78, Johannes Gabriel, LaPizia, Lalupa, Llodi, Ludovica1, LupoCapra, Maitland,
Marcok, Markos90, Medan, Mediamenta, Moroboshi, Nickel Chromo, Nicola Romani, Panairjdde, Razzairpina, Sailko, Salento81, Sannita, Sky, Taranto1906, Vipera, Welwalkinrome, ZioNicco,
56 Modifiche anonime

Pinacoteca vaticana Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46254618 Autori:: Accurimbono, Avemundi, Croberto68, Dardorosso, Eumolpa, Eumolpo, Giacomo petrarota,
Giammuz, Guam, Hellis, Incola, IndyJr, Johannes Gabriel, Koldo Biguri, Matt1971, Mickey83, Phantomas, R1188, Sailko, 25 Modifiche anonime

Cappella Sistina Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46699000 Autori:: Accurimbono, Alex2006, Ary29, Ask21, Avemundi, Brjso, Buggia, CETRI LENTO, Carlomorino,
Croberto68, Dapa19, Dario Ferro, Davide, Dajo, Dcosta, Diatarn iv, DonPaolo, EH101, El Trabo, Elwood, Enne, Eumolpa, Eumolpo, Formica rufa, Fradeve11, Frigotoni, G.dallorto, Gac,
GiovaneScuola2006, Giovannigobbin, Guidomac, Hashar, Hellis, Jessipinta, Kal-El, Kibira, L736E, LaPizia, Leodavinci, Lingtft, Luckyboy, Luisa, LukeWiller, Lukius, Lukspacemba, M7, MM,
MapiVanPelt, Marcok, Mark91, Marko86, Masuper, Mikue, Monika Gold, Nickel Chromo, Parsifall, Patty, Phantomas, Pifoyde, Pirru, Pufui Pc Pifpef I, Reddy tostface, Restu20, Rob-ot,
Ruthven, Sailko, Salvatore gioitta, Sesquipedale, Sgiorgia, Shaka, Simone, Sirabder87, Snowdog, Spinoziano, Suisui, Superchilum, Talmid3, Tenebroso, Ticket 2010081310004741,
TierrayLibertad, Vallero, Vermondo, Vituzzu, 128 Modifiche anonime

Stanze di Raffaello Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46669729 Autori:: Adert, Bordeau, Croberto68, Dresk00, Eumolpa, Eumolpo, Filos96, Formica rufa, Guidomac, Kibira,
Marko86, Medan, Nickel Chromo, Phantomas, Piero2, Sailko, Salvatore gioitta, Tango7174, 17 Modifiche anonime

Loggia di Raffaello Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46564884 Autori:: Eumolpa, Marko86, No2, Sailko, 1 Modifiche anonime

Musei capitolini Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46770268 Autori:: Accurimbono, Alessandrax, Angelodelfocolare, Ary29, Carlomorino, Cristiano64, Enri krger, Eumolpo,
Fale, Filos96, Frieda, Fullo88, Galoubet, Gawain78, Gep, IlSistemone, Ketamino, Lalupa, Llodi, Luca P, Lucius, MM, Mac9, Madaki, Marco Plassio, Markos90, Nick, No2, Panairjdde,
Phantomas, Renato Caniatti, Sailko, Saperaud, Scalabro 92, Serenabucalo, Shaka, Suhardian, Tenebroso, Tetraktys, ThomasPusch, Timiotatongenos, Tirinto, Tommaso Ferrara, WinstonSmith,
Z.stanska, 20 Modifiche anonime

Galleria Borghese Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46448594 Autori:: Albertomos, Alegreen, Alexander VIII, Azigmut, Carlomorino, DarkAp, DispAcc01, Etienne (Li),
Eumolpo, Filippo.antonacci, Gawain78, Hemeras, Lafit86, Larry Yuma, Llodi, Luciano Cacciavillani, Luciodem, MM, Marcok, Markos90, Mau db, Medan, Mess, Montinar, Pentito92,
Phantomas, Phyrexian, Qbert88, Sailko, Senpai, Squattaturi, Tenebroso, Vipera, WarSpiel, 22 Modifiche anonime

Galleria Doria Pamphilj Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46553018 Autori:: Albertomos, Almadannata, Angelorenzi, Archeologo, Arti Doria Pamphilj, Bultro, Carlomorino,
Cypsel, Dani4P, Dardorosso, EH101, F.chiodo, Ignlig, Kal-El, LaPizia, Lalupa, Luca Z.za, MapiVanPelt, Marcol-it, Markos90, Mauro742, Moloch981, Olivier doria, Onussen, Pazcal, Pequod76,
PersOnLine, Phantomas, Qbert88, Sailko, Sunflower, Triquetra, Valepert, 13 Modifiche anonime

Galleria nazionale d'arte antica Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46489089 Autori:: Angelorenzi, Carlomorino, Cerquozzi2, Croberto68, Cypsel, DanielPao, Dylan--86, F l a
n k e r, Joane, Lalupa, Nick, Phantomas, Qbert88, Sailko, WarSpiel, 9 Modifiche anonime

Pinacoteca di Brera Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46339734 Autori:: 5Y, Accurimbono, AchilleT, Adam91, Aedo89, Al Pereira, Alexbyrds, Auro, Avemundi, Biopresto,
Cav, Ceccorossi, Cruccone, Crypto, EdoM, Eumolpa, Eumolpo, F l a n k e r, Fluctuat, Frieda, G.dallorto, Ggg, Giacomo Augusto, Guam, Guidomac, Hellis, Idris.albadufi, IlSistemone, IndyJr,
Iopensa, Jalo, KS, LaPizia, Lilja, Luckyz, Lulo, M.casanova, MM, MNPower, MSacerdoti, Marcol-it, Massimo Macconi, Matteo Tani, Maximvs, Memedesimo, Michele Zaccaria, Microsoikos,
Moloch981, No2, O--o, Oct326, PaneBiancoLiscio, Patafisik, Patty, Phantomas, Polarstar, Pracchia-78, Qbert88, Red Power, Ripepette, RobyBS89, Sailko, Snowdog, SpaziTerzi, Suisui, The
Mura, Umbe-x, WinstonSmith, , 98 Modifiche anonime

Gallerie dell'Accademia Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46742849 Autori:: Accurimbono, Alexander VIII, Calabash, Delasale, Frassionsistematiche, Gararic, Gawain78,
IlSistemone, KlaraJung, L736E, LaPizia, Lingtft, Marcok, Nanae, Paolo Steffan, Phantomas, Polarstar, Pracchia-78, Rainaldo Rossi, RobyBS89, Sailko, Stefano Remo, Xander89, ^musaz, 16
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Museo di Capodimonte Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46579128 Autori:: Accurimbono, Acrobata80, Angelorenzi, Antonio Caruso, Baku, Bellezzedinapoli, Cerquozzi2,
DanielPao, Delasale, Demart81, Demiurgo, Denghi, Emilio2005, Fabexplosive, Ferdinando Scala, Gregorovius, Hemeras, Ignlig, IlSistemone, Jalo, Johnnyrotten, L'alchimista,
Lavegliadellamorte, Louis-garden, Massimiliano Lincetto, Medan, Mentnafunangann, Moloch981, Moroder, Nicoli, No2, Nubifer, Patafisik, Phantomas, Pinotto92, Qbert88, Rago, Rar, Retaggio,
Sailko, Salvatore gioitta, Samuele Piazza, Siciliano Edivad, Sitireali, SpeDIt, Sunflower, TatsuoTabei, Taueres, Triquetra, Trixt, WikiMatt, 101 Modifiche anonime

Museo del Louvre Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46661247 Autori:: Accurimbono, Aedo89, Alec, Alexander VIII, Antiedipo, Aracuano, Archeologo, Ask21, Augusto
Antonio, BRussell, Brisckerly, Cloj, Cotton, Cugino di mio cugino, Dcoetzee, Dinuccio88, Doc.mari, Edoardo Cavaleri, Eippol, Etienne (Li), Eumolpa, Eumolpo, Falchessamitica, Frazzone,
Freepenguin, Frigotoni, Giancarlodessi, Gobbi89, IlSistemone, Io', Johnlong, Joshua Cesa, Keltorrics, Klaudio, L736E, LaPizia, Lafit86, Lombardo46, Love Louvre, M7, MapiVanPelt, Marcok,
Mark91, Maurus Flavus, Melancholia, Memedesimo, Mercury, Moroboshi, Number 21, Pagemaster, Panairjdde, Phantomas, Placca condor, Polarstar, Pracchia-78, Purodha, Qbert88, Rael,
Restu20, RobyBS89, Sailko, Senpai, Shivanarayana, Skawise, Starwars, Stellacad, Taueres, Ticket 2010081310004741, Twice25, Uol, Vipera, Vituzzu, Viviana Foglianti, 129 Modifiche
anonime

Museo d'Orsay Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=45880379 Autori:: AKappa, Andrea biffi, Ary29, BRussell, Cotton, Dr Zimbu, Giornada, Hal8999, Larry Yuma, LukeWiller,
Lti, M7, Marcok, MaxDel, Qbert88, Quandary, Sailko, Superzen, Tonchino, Vipstano, WhisperToMe, 23 Modifiche anonime

Muse National Picasso Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=43723626 Autori:: Alexander VIII, Cotton, Dr Zimbu, LPLT, Mau db, Nanae, Phantomas, Sailko, 4 Modifiche
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National Gallery (Londra) Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46660683 Autori:: Accurimbono, Ary29, Bugaboo, Citterio, Continua Evoluzione, Cotton, Croberto68, DanielPao,
Eumolpo, GBG, Giacomo Augusto, Gliu, Gscaparrotti, IlCapo, Kal-El, LaPizia, Larry Yuma, Lcmirko, MaiDireChiara, Maitland, Marcok, Phantomas, Polarstar, Qbert88, Rago, RobyBS89,
Sailko, The MultiMedia Group, Trixt, 16 Modifiche anonime

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Etienne (Li), Eumolpa, Eumolpo, FCom T 65, Federigo federighi, G&NiO, Gacio, Gian-, Ginosal, GiorgioPro, Gp 1980, Guidomac, Jalo, Luisa, MaiDireChiara, Maitland, Marco 27, Narayan89,
Nick1915, Nicol S., Numbo3, Panairjdde, Patty, Phantomas, Piero, Pracchia-78, Sailko, Sanremofilo, Senza nome.txt, Shaka, Silvietta9316, Simone, Snowdog, Twice25, Walter Tizzano,
YukioSanjo, 32 Modifiche anonime

Museo del Prado Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46722679 Autori:: Andrew Dalby, Andromeda54, Avemundi, DanielPao, Eumolpo, Fatamorgy00, Fire90, Francisco83pv,
Frazzone, Frigotoni, Hoshi, IlSistemone, Katiusha89, Ketamino, Kibira, L736E, LaPizia, Libraiodiselinunte, Loroli, Lospagna, Louisbeta, Luca Z.za, Mau db, Memedesimo, Midnight bird, Orric,
Outisnn, Panapp, Paolotacchi, Phantomas, Pifoyde, Pikappa, Ptah, Qbert88, RanZag, Sailko, Scriban, Tizianol, Torsolo, WarSpiel, 42 Modifiche anonime

Ermitage Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46256911 Autori:: Aedo89, Anassagora, Arepo, AttoRenato, Avemundi, Buggia, Cinzia, Cloj, CultorOrg, DanielPao, DoppioM,
Franco aq, Koji, LaPizia, Lucas, Mau db, Orric, Oxxo, Phantomas, Polarstar, Qbert88, Rago, Remulazz, Restu20, Sailko, Superchilum, Superzen, Teodoro Amad, Torsolo, 25 Modifiche
Fonti e autori delle voci 270

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Palazzo d'Inverno Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=44970549 Autori:: .anaconda, Aedo89, Andrea 93, Ariel, Bongalone, Bukkia, Daniele Santoleri, Demart81, Eumolpo,
Fantasma, Fazzino, Fpittui, Franco aq, Gregorovius, Jack, Leopold, Lukius, MM, Marcel Bergeret, Mollalo!, Moloch981, Nikai, No2, Phantomas, Pil56, Ptah, Quandary, Rago, Sailko, Simo82,
Simone, TierrayLibertad, 28 Modifiche anonime

Alte Pinakothek Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46641980 Autori:: Accurimbono, Alvamatik, Antenor81, Borio, Cloj, Dajo, Framo, LaPizia, Lospagna, Lusum, MaxDel,
Moloch981, Paolo Steffan, Pask77, PersOnLine, Phantomas, Pil56, Qbert88, Riccardo de conciliis, Rojelio, Sailko, Starmaker, Sunflower, Theroyalking, Tommaso Ferrara, Toobaz, Trixt,
Valepert, Wiskandar, ZH2010, 16 Modifiche anonime

Catalogo dell'Alte Pinakothek Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46637223 Autori:: AKappa, Adamanttt, Eumolpo, IndyJr, Sailko

Gemldegalerie Alte Meister Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46411168 Autori:: Aedo89, AttoRenato, Dr Zimbu, Eumolpa, Maurus Flavus, Medan, Moloch981, Nick1915,
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Gemldegalerie (Berlino) Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46565923 Autori:: Carlomorino, Civv, Cloj, Crowjane, Dbenbenn, Enne, Eumolpa, Eumolpo, Ewkaa, Filos96,
Fluctuat, Giacomo Augusto, Guam, LaPizia, No2, Panapp, Pask77, Phantomas, Polarstar, Riccardo de conciliis, Sailko, Semolo75, SpeDIt, 6 Modifiche anonime

Kunsthistorisches Museum Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46634683 Autori:: Accurimbono, Archeologo, AttoRenato, Avemundi, Carlomorino, Conte Grievous, Cotton,
DanielPao, Enne, Fidech, Kaho Mitsuki, Kal-El, L2k5, Lucam74, LukeWiller, Medan, Memedesimo, Mercury, Moloch981, Nanae, Narayan89, Nepenthes, Nick1915, PaneBiancoLiscio, Patty,
PersOnLine, Phantomas, Qbert88, RobyBS89, Sailko, Sbisolo, Sesquipedale, SkedO, Thisisbossi, WarSpiel, WinstonSmith, X999, 5 Modifiche anonime

Metropolitan Museum of Art Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46660820 Autori:: Alexander VIII, Archeologo, Avemundi, Camoz87, Cotton, Crcint, DanielPao,
Demostene119, Eddie619, Elwood, Fafabifiofo, Formica rufa, Franco aq, Hemeras, Marcol-it, Mentnafunangann, No2, Pequod76, Polarstar, Pracchia-78, Rago, RiccardoP1983, Rmih, Sailko, 16
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National Gallery of Art Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=45289831 Autori:: Ary29, Castagna, DanielPao, Eumolpa, Gliu, LaPizia, Luigi.Vampa, Lunaria18, Mau db, Orgio89,
Phantomas, Polarstar, Pracchia-78, RobyBS89, Sailko, Superzen, Tenebroso, 8 Modifiche anonime
Fonti, licenze e autori delle immagini 271

Fonti, licenze e autori delle immagini


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