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TOUR DEL TEATRO MARRUCINO

Punto di ritrovo: ingresso principale


Itinerario:
1. ingresso e atrio
2. platea - golfo mistico
3. sottopalco -antica strada romana- passerella di servizio - palcoscenico –
4. corridoio e salita per il Foyer storico – Loggione –
5. ridiscesa al Foyer storico - Biblioteca “M. Zuccarini” – Foyer bar –
6. Sala
GRUPPO 4
Si sale al Foyer storico
-FOYER STORICO
Un tempo utilizzato come luogo di ritrovo tra artisti e pubblico, o semplicemente luogo di
conversazione tra gli intervalli degli spettacoli, il suo impiego è stato poi sostituito a partire
dall'edificazione del nuovo foyer, o ridotto del Teatro, attualmente in uso.
Il foyer storico è arricchito da un grande specchio dorato e delle poltrone in velluto rosso.
È stato recentemente ristrutturato, ad inizio anno 2018.
Ancora oggi conserva la sua bellezza e unicità, sicuramente dovuta grazie anche alla
terrazza che si affaccia sulla piazza principale del Teatro, piazza Gian Gabriele Valignani.
La parte esterna del Teatro Marrucino è circondata da numerosi edifici storici che
arricchiscono la zona del Teatro rendendola un nucleo a sé, unico e raffinato.
Dal 2014 la piazza è stata arricchita da una fontana a getti d’acqua, all’interno del cerchio
in cubetti di porfido bianco antistante il Teatro Marrucino, il Palazzo Vescovile ed il Palazzo della
ex-Banca d’Italia, dotata di un sistema luminoso non invasivo. È una fontana con 16 metri cubi di
acqua a riciclo. La nuova fontana è concepita come una panchina continua in pietra chiara e a forma
circolare che perimetra la vasca d’acqua.
La facciata originale del Teatro, all'inaugurazione del Real Teatro S. Ferdinando nel 1818,
era alquanto diversa da quella odierna, giacché al piano terra era presente un unico ingresso con
architrave orizzontale. Mancava, naturalmente, la sovrastruttura del secondo piano con le sue
cinque finestre, in quanto il Teatro non aveva il loggione, ma solo quattro ordini di palchi. Sul
portone era posta una tettoia in legno verniciato e lateralmente vi erano due grossi lampioni con
riverberi, mentre al di sopra della tettoia vi era la scritta, in lettere di ottone su pietra di lavagna,
"Real Teatro S. Ferdinando". Durante gli spettacoli, sul portone veniva affissa una tenda di pelle di
color blu imbottita di stoppa, probabilmente per impedire, soprattutto d'inverno, l'entrata dell'aria
fredda.
La facciata esterna del Teatro conserva comunque a grandi linee la struttura originale, con
il portone d'ingresso sovrastato dai caratteri cubitali del titolo "Teatro Marrucino", denominazione

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cambiata il 20 giugno 1861 e per cui ha inizio una nuova fase storica del Teatro. Quattro imponenti
lanterne in vetro al di sopra dell'entrata illuminano la facciata. Esse sono state recentemente
ricostituite, nel dicembre del 2016: un artigiano di Murano ha rimesso a nuovo i vetri delle lampade
e ricostruito le forme, ha poi rimodellato le parti in ferro battuto anteriore e posteriore al vetro delle
lampade.
Dalla porta posta all’estremità del foyer storico, proseguiamo per il Loggione, accedendo
alla rampa di scale che lo collega anche alla biglietteria che, come si è detto nella presentazione
tenuta all’atrio, in origine era uno spazio destinato a magazzino, poi ristrutturato e convertito a
biglietteria nel 1861.

LOGGIONE (detto anche Balconata)


Il Loggione è la porzione più alta dei palchi del Teatro. Rispetto a quella di origine, essa
venne completamente ricostruita con i restauri del 1873 che aggiunsero un quarto ordine di palchi,
sopraelevando di un piano la struttura per realizzare il nuovo Loggione.
Tra il 1873 e il 1875 infatti, in relazione alle crescenti esigenze del pubblico, furono attuati
alcuni lavori di ampliamento e restauro. L'incarico venne affidato all'ingegner Luigi Daretti, di
Ancona, che fu incaricato di progettare nuovi interventi per eguagliare con il Teatro e i suoi fasti i
grandi centri culturali d’Italia.
Oltre all’innalzamento, tali lavori compresero lo spostamento fin sotto il proscenio, della
cavea per l'orchestra in modo da avere la possibilità di ampliare la platea. Si aggiunsero al secondo
e terzo ordine altri due palchi di proscenio.
Attualmente la balconata è dotata di 43 posti. Da qui è possibile ammirare la bellezza
dell'elegante e maestoso lampadario, costituito da 90 lampadine, acquistato a Murano nel 1972 in
occasione della riapertura del Teatro dopo gli ultimi lavori di ristrutturazione.
Gli ultimi interventi risalgono al 2011, quando per una maggiore sicurezza vennero inoltre
potenziati i cavi che reggono le pesanti braccia su cui insistono le novanta lampadine. La struttura
portante del lampadario fu infine irrobustita con ganci e corde in acciaio per garantire la massima
sicurezza durante gli spettacoli.
Il lampadario del Marrucino, alto tre metri e con un diametro di cinque metri, è
realizzato in acciaio e cristallo di rocca, materiale pregiato.
Altre fonti luminose sono i globi collocati in corrispondenza dei palchi, a quattro sfere per i
palchetti dei primi due ordini più i palchi di platea, tre per il terzo ordine.
Il soffitto mostra lo splendido rosone ligneo, che il professor Luigi Samoggia fece inserire
per le opere di decorazione durante i lavori di ristrutturazione progettati nel 1873. Proprio il 30
aprile 1874 venne stipulato il contratto per le opere di decorazione tra il Comune e il prof.
Samoggia.
Il rosone, che ha funzione anche di aspiratore, fu diviso in otto settori, ciascuno dei quali
decorato con dipinti allegorici di figure femminili che simboleggiano le arti teatrali e musicali.
Il rosone è inoltre corredato di medaglioni circolari nei quali sono
raffigurati, su fondo oro, i profili dei grandi maestri Carlo Goldoni, Giovanni Battista
Pergolesi, William Shakespeare, Johann Wolfgang von Goethe, Giovanni Paisiello, Vittorio
Alfieri, Gioachino Rossini e Giuseppe Verdi.

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Condotti a termine i lavori di costruzione e di decorazione ai quali contribuirono
validamente il Samoggia, il Busi, il Malagodi, il Buranelli e tanti altri che vi profuso la loro perizia
tecnica, nel 1875 si pensò di arricchire il Marrucino con un sontuoso sipario.

Del sipario storico si parla in biblioteca dove è installata una piccola, preziosa
esposizione curata dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio d’Abruzzo con
documenti storici d’archivio e il bozzetto originale del pittore Giovanni Ponticelli realizzato nel
1873. Cfr. Appendice.

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