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Laus Vitae - Esercizi

1) In queste strofe della celebre poesia di D'Annunzio viene celebrata la vita e tutto ciò che la
rende varia, affascinante e spontanea. Secondo il poeta, un uomo sensibile è talmente tanto
attratto dalla vita che vuole farla sua nella sua interezza, quasi come volesse comprenderla
appieno. Ma essendo l'uomo un essere incompleto non può farlo e di conseguenza ne rimarrà
inevitabilmente deluso e potrà assaporarne solo alcuni aspetti per lo più fisici e tangibili.

2)O vita, o vita, dono terribile del dio Pan, come una spada fedele, come una fiaccola
che crepita, come Medusa, come la tunica intrisa del sangue del centauro Nesso; o vita,
o vita, che doni l’oblio, data alla natura, come acqua trasparente, come un favo, come il
miele che la bocca separa dalla cera dura; o vita, o vita, dono del dio Pan, per la mia sete
insaziabile, per la mia fame avida, per la mia sete e la mia fame quotidiana, non esalterò io tutta
la tua bellezza

3) D'Annunzio utilizza il verso libero, arricchendolo con rime e ripetizioni. Le quattro strofe
analizzate contengono le seguenti ripetizioni: ‘’O vita, o vita’’ (v. 1,7,15); ‘’come’’ (v. 3-6, 10-12);
‘’alla mia’’ (v. 17-19); ‘’chi’’ (v. 22,24,26,28); ‘’sempre’’ (v. 66-67) ; ‘’pronta’’ (v.68,69) e di
parallelismi come ‘’sete crudele’’ (v. 17) / ‘’fame vorace’’ (v.18). Dittologie come ‘’torta nelle sue
spire’’ (v. 71,72); ‘’tesa come un arco’’ (v.73,74) ;. Nelle strofe seguenti sono presenti
contrapposizioni come ‘’pure’’ ed ‘’impure’’ (v. 59); ‘’veleno’’ e ‘’balsamo’’ (v. 70,71); ‘’giorno’’ e
‘’notte’’ (v. 77); ‘’sereno’’ e ‘’tempesta’’ (v. 78) .

4) Nella prima strofa è presente la lode alla vita, nella seconda la narrazione del culto dionisiaco
come culto di vita, nella terza vi è la lode alla diversità e nell'ultima la celebrazione alle diecimila
anime del poeta.

5) Quando D'Annunzio definisce la vita "dono dell'oblio" fa riferimento alla dimenticanza del
proprio essere che avviene all'interno della propria dimensione.

6) I richiami al celebre filosofo sono presenti in quasi ogni parte della poesia. Nella prima strofa
con la dimensione dionisiaca e la figura del superuomo e in quelle successive con il ruolo di
quest ultimo nel mondo e delle sue capacità in quanto creatura sensibile.

8) Anche D'Annunzio tratta due tra i concetti più importanti per Nietzsche. La dimensione
apollinea è caratterizzata dalla fiducia nella sottomissione della natura all’uomo, ma anche dalla
staticità delle strutture e delle regole. In un mondo che è la riproduzione di un immagine onirica
di perfezione, non restano spazi aperti al mutamento. Nella dimensione dionisiaca le certezze
della ragione vengono sommerse dagli istinti elementari: il soggetto razionale è costretto a
riconoscere come “verità”. Ogni confine decade, le passioni oltrepassano i loro stessi estremi
fino a confluire in un movimento in cui non esistono più distinzioni.

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