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IL CARPE DIEM

Significato oraziano e interpretazioni

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 Introduzione

I. Significato oraziano del carpe diem

II. Seneca

III. Lorenzo De Medici

IV. Baudelaire

V. Il carpe diem nella cultura di massa

VI. Considerazioni personali

-
INTRODUZIONE
Il carpe diem è una locuzione latina, usata per la prima volta da Orazio (poeta
romano) nell’undicesimo componimento del primo libro delle Odi, da allora queste
parole hanno cambiato il loro significato nel corso del tempo e si sono adattate a
vari ambiti diventando un vero e proprio tema riconoscibile.

In questo documento andremo a vedere il significato originale, alcune


interpretazioni tra le più importanti del passato fino ad arrivare ai giorni nostri e
le mie considerazioni personali su queste parole di grande significato.

IL SIGNIFICATO ORAZIANO
DEL CARPE DIEM
Quinto Orazio Flacco fu un poeta romano augusteo, conosciuto
comunemente come Orazio, deve la sua notorietà a livello internazionale
per il concetto che espresse nell’undicesimo componimento del primo libro
delle Odi, ovvero il “Carpe diem”.

Per comprendere il significato del Carpe diem oraziano è doveroso fare


alcune premesse che riguardano la filosofia di pensiero di Orazio e il
contesto in cui questa frase viene detta:
1) La dottrina filosofica che Orazio segue è l’epicureismo, infatti
professa l’ataraxia, la totale assenza di paura e di desiderio a favore di
una vita vissuta in equilibrio, con moderazione e amando la
campagna. Seppure egli fosse un seguace della filosofia epicureista,
non ne abbraccia totalmente il pensiero e perciò non è possibile
associarlo ad una specifica corrente filosofica, tuttavia questa sua
inclinazione alla filosofia epicurea lo influenza nella sua morale e
nella concezione della vita.
2) Nell'ode indirizzata a Leuconoe, una fra le donne amate dal poeta
romano, compare per la prima volta come conclusione dell’ode, in cui
Orazio con questo frammento di dialogo avverte la fanciulla sulla
brevità e l’importanza della vita.

L’ode si apre con l'invito a Leuconoe a non chiedere quale fine gli dèi
abbiano stabilito per i due innamorati, infatti questo componimento
verte anche sul tema del futuro, che per la fanciulla è importante da
conoscere, invece secondo Orazio è meglio rinunciare a questa
conoscenza per concentrarsi sul presente. Per Orazio è meglio
rassegnarsi a quello che sarà il destino stabilito dagli dei, per
smorzare l’insostenibilità del futuro immutabile, la fugacità del tempo
e della vita, Orazio si rivolge alla fanciulla Leuconoe ammonendola ad
essere saggia e a fare le poche cose concesse ai mortali per il
godimento della loro breve esistenza.
Orazio la invita quindi a preoccuparsi dell’immediato, poiché è
impossibile per l’uomo preoccuparsi del futuro, infine conclude l’ode
con la più diretta espressione epicurea che consiste in: “Cogli l'attimo
(il presente/l’oggi) e confida il meno possibile sul domani".

Orazio dà al carpe diem il significato di “Vivi la giornata” vivere il presente,


non solo perché l’uomo pur volendo è impossibilitato da cambiare,
conoscere e vivere il futuro, ma anche perché così si ci libera della paura
della brevità della vita, vivendo a pieno giorno per giorno.
Il poeta ammonisce chi come Leuconoe vive la vita saggiamente, poiché chi
lo fa non vive la vita nella sua pienezza, inoltre chi fa progetti per il futuro
ed ha speranze in esso rimane deluso e infelice nel vedere tali pensieri
andare in fumo, al contrario colui che vive giorno per giorno gioisce delle
cose belle e non rimane mai deluso non avendo aspettative.
Il messaggio della poesia è certamente un messaggio etico, costituito in
questo caso da un invito a non sprecare la breve vita umana inutilmente,
troviamo questo tema anche in altre odi di Orazio come quella in cui si
rivolge a Taliarco gli consiglia di dedicare il suo tempo alla giovinezza e
all’amore, da questo tema ricorrente possiamo infine dedurre che questo è
un concetto ben radicato sia nella produzione che nello stile di vita di
Orazio.

SENECA
Lucio Anneo Seneca fu un filosofo, drammaturgo e politico romano vissuto
nel I secolo a.C., egli è una figura molto importante, infatti insieme a
Cicerone, è: l'esponente più illustre della prosa romana, riprende la
filosofia morale antica, rinnovandola con il suo pensiero e infine Seneca è
anche l'unico poeta tragico latino di cui possediamo interamente i suoi
testi.

Nelle opere di Seneca troviamo delle riflessioni filosofico-morale su temi


universali quali l'immortalità dell'anima, il sommo bene, la funzione della
filosofia, la divina provvidenza, le passioni, l'amicizia, il problema della
morte, la schiavitù , e riflessioni sulla vita riferite anche alla fugacità del
tempo. Proprio in quest’ultimo tema possiamo notare una correlazione con
il carpe diem oraziano, infatti anche Orazio tratta il tema della fugacità del
tempo e della brevità della vita, però Seneca e il poeta latino hanno due
modi diversi di interpretare questo tema a causa del loro pensiero.
Entrambi riflettono anche sulla brevità della vita, la vita che sfugge agli
uomini per via di alcuni comportamenti che vengono evidenziati e
condannati sia da Seneca che da Orazio, questi comportamenti differiscono
in base alla visione su cui si ci concentra.

Il tempo di Seneca è diverso da quello di Orazio, egli valuta il tempo in


modo positivo, la vita non è breve e non abbiamo poco tempo, ma siamo
noi ad attuare comportamenti sbagliati, sprecando il nostro tempo in
occupazioni prive di valore e alla fine si giunge alla inevitabile fine in cui ci
si rende conto che la vita è trascorsa senza che quasi ce ne accorgessimo.
La differenza tra il carpe diem oraziano e la fugacità del tempo di Seneca è
anche la concezione stessa del tempo, il tempo per Orazio è poco e può
essere utilizzato male, mentre per Seneca il tempo non è poco, ma diventa
tale nel momento in cui lo utilizziamo male.

LORENZO DE MEDICI
Lorenzo De Medici, meglio conosciuto come Lorenzo Il Magnifico, fu la più
importante personalità nel quadro della politica e della cultura della
Firenze rinascimentale, possedeva anche la sensibilità giusta che gli fece
amare e apprezzare sinceramente la cultura, ponendosi egli stesso come
mecenate degli intellettuali a lui contemporanei, ma non disdegnò neppure
di farsi compositore a sua volta, utilizzando i molteplici stili e generi che la
letteratura offre.

L’opera che più di tutte ha reso famoso Lorenzo il Magnifico è il filone dei
canti carnascialeschi (canti carnevaleschi ), nello specifico la composizione
della Canzona di Bacco. Quest’opera detta anche “Il trionfo di Bacco e
Arianna”, è una ballata scritta intorno al 1490 per la sfilata del carnevale, in
essa è contenuta una riflessione sulla giovinezza e il tempo che fugge,
evidenziata nel ritornello:

“Quant’è bella giovinezza/ che si fugge tuttavia/ chi vuol esser lieto sia/ del
doman non c’è certezza”

Sembra quasi che Lorenzo Il Magnifico si riferisca apertamente al carpe


diem oraziano, infatti con lui riemerge la malinconia del tempo sprecato, e
la consapevolezza della fugacità dell’esistenza che tornano al loro culmine
con l’invito di Lorenzo il Magnifico a godere della magnificenza e di tutti i
piaceri che la vita può offrire. L’interpretazione di Lorenzo Il Magnifico si
distacca leggermente da quella di Orazio per l’edonismo di stampo
epicureo a cui Orazio si rifaceva, e che riemerge in quest’opera con la
visione di Lorenzo Il Magnifico di una vitalità pagana, simbolicamente
rappresentato non a caso da Dionisio, dio dell’esaltazione dei piaceri
terreni.

BAUDELAIRE
Charles Pierre Baudelaire è stato un poeta, scrittore, critico letterario,
critico d'arte, giornalista, filosofo, aforista, saggista e traduttore francese. È
considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave
del simbolismo, affiliato del parnassianesimo e grande innovatore, nonché
anticipatore del decadentismo. I fiori del male, la sua opera maggiore, è
considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale, che
hanno influenzato molti autori successivi (primi fra tutti i "poeti maledetti"
come Verlaine, Mallarmé e Rimbaud).

Il carpe diem oraziano viene ripreso da Baudelaire in una poesia chiamata


“Enivrez-vous” (ubriacarsi)” in questa poesia egli traccia un parallelo sulla
vita con i suoi grandi temi: tempo, virtù , natura e l'ubriachezza.
Attraverso questo confronto, incoraggia i lettori a godersi la vita senza
moderazione, ogni elemento della vita deve diventare eccezionale, la vita
va vissuta giorno per giorno e il più intensamente possibile.
Possiamo quindi associare questa poesia a questa citazione di Orazio
"Carpe diem ".

C'è poi la poesia “Le vin des amants”, in cui troviamo il tema
dell'ubriachezza di vino.
In questa poesia due temi sono intimamente legati: il vino, simbolo del
piacere, e l'amore, proprio da questo l'aggiunta del nome “les amants” nel
titolo.
Con la connessione del vino e gli innamorati Baudelaire invita questa volta
ad amare senza moderazione, sempre e comunque, “senza riposo né
tregua”. Non a caso ripete spesso la proposizione "senza", che sta a
significare che bisogna godersi la vita e lasciare da parte tutto il superfluo,
senza di esso.
In questa poesia quindi ritroviamo anche una correlazione con il pensiero e
lo stile di vita di Orazio, soprattutto ricordando il suggerimento di Orazio a
Taliarco e la condanna al non vivere con pienezza, ma troviamo anche una
differenza notevole che consiste nello stile di vita che i due poeti esaltano,
per Baudelaire la vita va vissuta senza moderazione in modo
estremamente intenso come se ogni giorno fosse l’ultimo, mentre per
Orazio questo modo di vivere era comunque deleterio e la vita andava
vissuta con moderazione pur assaporando tutti i piaceri della vita.

IL CARPE DIEM NELLA CULTURA DI MASSA


Il carpe diem oraziano ha influenzato il pensiero di molti nel passato, ma
questa concezione non ha mai smesso di evolversi ed essere reinterpretata,
infatti anche in epoca contemporanea troviamo moltissime espressioni di
essa nella cultura di massa. Attraverso i mezzi di comunicazione di massa
più conosciuti il carpe diem è riuscito ad addentrarsi e consolidarsi come
una dei concetti più famosi, perciò è possibile trovarlo in moltissime opere
moderne di ogni genere e forma.
Alcuni esempi moderni possono essere: il carpe diem nei film come
“l’attimo fuggente” , nei fumetti come in “il prezzo di una vita”, o nella
musica come nelle canzoni di Vasco Rossi.

L’attimo fuggente è un film diretto da Peter Weir nel 1989 con protagonista
Robin Williams. Egli impersona un insegnante di letteratura, John Keating,
che viene trasferito in un collegio maschile. John è un professore
anticonformista, che ha una visione di didattica e di insegnamento che va al
di là dell’ordinario. John vuole insegnare ai suoi ragazzi a cogliere la rosa
quando è il momento, a vivere la propria vita momento per momento,
senza rimpianti, perché ogni istante che passa è un attimo che non tornerà
più indietro. Tutto è sfuggente, per questo molte volte crediamo che la vita
sia breve, in realtà siamo solo noi che non sappiamo viverla al meglio, e che
viviamo la vita nella paura e nella speranza quando andrebbe vissuta
soltanto cogliendo la palla al balzo.
Questa pellicola ripercorre per la maggior parte il carpe diem oraziano
soprattutto nei punti del “come vivere la vita”, ma con una attenta analisi
possiamo anche notare che viene ripresa la visione di Seneca per la
fugacità del tempo, infatti per John la vita non è breve ma mal vissuta
proprio come per Seneca, ciò si distacca dalla visione di Orazio in cui la vita
è breve a prescindere e proprio per quello deve essere vissuta al meglio.

Nel “il prezzo di una vita” un ragazzo che passa le sue giornate nell’ozio più
totale si imbatte in un negozio misterioso, dove è possibile vendere la
propria vita, il proprio tempo o la propria salute. Convinto di non avere
davanti a sé anni degni di essere vissuti, accorgendosi anche del basso
prezzo a cui può venderli, decide di darne via la maggior parte, tenendosi
solo tre mesi. Quello che non sa è che dovrà passarli sorvegliato da Miyagi,
una ragazza che lo terrà d'occhio ventiquattro ore su ventiquattro e che gli
farà rivalutare tutta la sua vita.
In questo fumetto giapponese il protagonista rimane inizialmente deluso
del prezzo a cui la sua vita può essere venduta 10 000 yen/l’anno
l’equivalente di 70 euro/l’anno, perciò viene scoraggiato e solo dopo aver
venduto quasi tutta la sua vita, rimanendo con solo 3 mesi riesce a
comprendere davvero cosa significa vivere. Vivrà quest’ultimo periodo di
vita con Miyagi una ragazza che lo accompagnerà fino alla fine della sua
vita, egli vivrà intensamente questi 3 mesi di vita, proprio come avrebbe
dovuto vivere tutta la sua vita prima di venderla, e se ne renderà conto
quando provando a vendere la sua vita si accorgerà che ora il valore annuo
è aumentato notevolmente. La svolta finale si ha quando il protagonista si
accorge che la cosa che ha più valore per lui è la ragazza con il quale ha
passato questo tempo, e decide quindi di vendere gli ultimi mesi rimasti,
tranne 3 giorni, per poter eliminare il debito della ragazza che potrà vivere
questi 3 giorni insieme a lui.

In quest’opera il carpe diem oraziano è molto evidente, è il protagonista


però a scoprirlo e a cambiare il suo comportamento salvandosi dal vivere
una vita con rimpianto all’ultimo istante, imparando anche cosa realmente
dà valore alla sua vita.

Nella musica di Vasco Rossi troviamo vari riferimenti al carpe diem di


Orazio, lo interpreta come stile di vita, come concetto musicale e come inno
religioso.
Nel suo celebre brano “l’uomo più semplice” possiamo cogliere
distintamente un riferimento al carpe diem oraziano, nel brano abbandona
l’icona dell'eroe post moderno, poiché si è stufato di essere sempre diverso,
controcorrente, originale, e abdica al suo ruolo, divenendo un uomo
semplice, il più semplice che c'è. Questo richiama il carpe diem di Orazio e
anche la poetica di Catullo nel carme 5 “Vivamus mea Lesbia” per via della
fugacità del tempo, infatti per Vasco è passato molto tempo dall'epoca della
vita spericolata e il nuovo Vasco, è antitesi di se stesso, icona dell'uomo
comune, simbolo della resa al segno dei tempi.

Possiamo anche scorgere un cambiamento con il carpe diem di Orazio che


Vasco non vuole più perseguire in maniera estrema come nella visione di
Baudelaire, ma che adesso vuole cambiare, cambiando il suo stile di vita e
non cambiando comunque la sua qualità di vita.

CONSIDERAZIONI PERSONALI
Consultando tutte queste interpretazioni è facilmente formulabile anche
una mia interpretazione sul carpe diem, ma più che cambiare il suo
significato vorrei concentrarmi sul capire se sia applicabile a tutti questo
modo di vivere.

Il carpe diem è un concetto finito che può essere interpretato diversamente


solo in base a quanta importanza gli si dà , si può pensare a concentrarsi sul
presente migliorare la nostra breve vita come per Orazio, si può cambiare il
nostro stile di vita in meglio per vivere la vita nella sua intera lunghezza
come per Seneca o si può anche estremizzare il concetto vivendo ogni
giorno come se fosse l’ultimo come per Baudelaire, ma io penso che il carpe
diem stesso vada moderato. Tutte le interpretazioni che ho riportato
consigliano il carpe diem come stile di vita da perseguire in ogni momento,
questo secondo me è sbagliato, poiché vivere sempre nel presente provoca
un senso di smarrimento che a lungo andare può essere deleterio, seppure
a livello psicologico l’idea di vivere il momento può essere confortante,
questo implica che pensare al futuro o al passato è sconsigliato. Penso sia
invece importante per vivere una vita piena ricordarsi quello che eravamo
e progettare su chi saremo, seppure è vero che ciò provocherà false
speranze o incertezze, solo così potremmo essere completi e liberi di
immaginare un futuro meraviglioso, o ricordare un passato importante che
dal quale possiamo apprendere e mettere in pratica nel presente per
raggiungere il futuro. Se vivessimo solamente il presente avremmo
comunque rimpianti, ma avremmo anche l’illusione di non averli, poiché
senza obiettivi futuri avremmo vissuto al massimo ma senza dare massima
espressione di noi stessi, ed è per questo che secondo me questo concetto
va dosato nella vita di ognuno, imparando a saper distinguere i momenti da
cogliere da quelli che vanno lasciati fluire.

FINE
Prodotto da: Lucantonio Aiello

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