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SUDDITI
E CITTADINI
NOTIZIE DAL MONDO
Siamo tutti sudditi dei social network?
“I big della Rete possiedono più informazioni su di noi di quanto immaginia-
mo. Hanno capitali ormai sconfinati e decidono cosa possiamo pubblicare on COMPETENZE
line e cosa no. E stanno diventando più potenti delle democrazie”. DIGITALI
Questo fa di noi dei sudditi dei social? Perché i social network e chi li ammi- Leggi l’articolo completo
nistra stanno diventando veri e propri centri di potere? Qual è il rapporto tra qui: https://bit.ly/2AFIcD5.
democrazia e libertà? Perché se siamo sudditi non siamo liberi?
L’articolo Siamo tutti sudditi di Google e Facebook, uscito nel 2014 per “L’E-
spresso” on line, di cui hai appena letto un frammento, tenta di rispondere a
queste domande.
In questo capitolo scopriremo che cosa vuol dire davvero essere sudditi, che
cosa ha significato in passato e che cosa significa oggi e soprattutto perché,
quando pensiamo a un suddito, pensiamo a una persona priva della libertà, Siamo davvero liberi nel nostro
rapporto con i social network
caratteristica invece dei cittadini che fanno parte dei regimi democratici. Ca- e con la rete? È una domanda
piremo, inoltre, in che rapporto stanno nella storia del nostro Paese sudditi che ognuno di noi si è fatto
e cittadini. almeno una volta.
1. Da sudditi a cittadini
Due definizioni
La parola “suddito” deriva dal latino subdere, “sottomettere”, “assoggettare”. Il
suddito, quindi, è ogni soggetto sottoposto a un’autorità sovrana. Storicamente il
termine si usa a proposito di chi dipende dalla sovranità dello Stato senza esserne
membro, di chi è quindi privo di qualsiasi diritto ed è sottoposto al potere illi-
mitato e incondizionato di un sovrano, come avveniva nelle monarchie assolute.
In senso più generico, è suddito anche chi è in stato di soggezione e di subordina-
zione rispetto a chi comanda (non necessariamente un re). Ad esempio, l’articolo
de “L’Espresso” pone proprio questa domanda: pur vivendo in una democrazia,
siamo certi di non essere sudditi di altri poteri?
Al termine “suddito” si contrappone “cittadino”, che indica chi è in possesso
della cittadinanza e quindi appartiene a uno Stato, cioè a una comunità politica,
a una nazione: per tale sua appartenenza è soggetto a doveri ma gode anche di
determinati diritti.

Cittadini dell’antichità
LESSICO
Il concetto di cittadinanza esisteva già nella Grecia antica e durante l’Impero
Romano, tuttavia descriveva una condizione diversa rispetto a quella odierna. Per
esempio, nella polis greca l’accesso alla cittadinanza (che permetteva di parteci- Meteci
I meteci erano stranieri
pare attivamente alla vita politica della città) era consentito solo agli uomini adul- liberi che vivevano nelle
ti e liberi. Infatti, le donne erano escluse dalla cittadinanza e allo stesso modo i città greche stabilmente o
meteci, i non greci e gli schiavi. per un periodo di tempo
Nell’antica Roma, erano cittadini gli uomini adulti e liberi nati a Roma che aves- determinato. In particolare,
erano molto numerosi ad
sero almeno il padre romano (la madre poteva essere quindi romana o straniera). Atene.
Essere cittadino garantiva notevoli diritti, come partecipare alle assemblee e can-
didarsi alle cariche pubbliche.
Nel 212 d.C. l’imperatore Caracalla emanò la Constitutio Antoniniana, un editto
che stabiliva la concessione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’Im-
pero. Nel III secolo l’Impero era ormai talmente vasto da comprendere popoli
molto diversi per cultura e religione. La concessione della cittadinanza fu in real-
tà uno strumento di controllo politico, sociale e amministrativo. La cittadinanza
aveva un valore più che altro simbolico, era una cittadinanza passiva: i nuovi
cittadini venivano sottoposti alle norme del diritto romano, ma non avevano alcu-
na possibilità di partecipazione attiva. Erano di fatto sudditi e il potere si trovava
interamente nelle mani dell’imperatore.

All’origine dei diritti fondamentali: la Magna Charta


Libertatum
In che modo si è passati dalla condizione di sudditi a quella di cittadini, quali
siamo nelle democrazie dei nostri giorni? Si è trattato di un percorso lungo e tra-
vagliato, che ancora oggi non si è compiutamente concluso. Un primo importante
passo fu compiuto nel XIII secolo in Inghilterra.
Il 15 giugno 1215 il re inglese Giovanni Senzaterra firmò e concesse ai nobili
inglesi la Magna Charta Libertatum (“Grande carta delle libertà”).
Il documento fissava alcuni limiti al potere regio e contemporaneamente garanti-
va alcuni privilegi ai baroni del regno. Il termine “libertà” era espresso al plurale
(libertatum) per indicare le libertà di cui potevano godere solo alcuni gruppi so-
ciali, in particolare gli esponenti del clero e della nobiltà, escludendo i contadini,
gli artigiani e gli appartenenti ai ceti inferiori.
“Le libertà” rivendicate dai baroni erano insomma ben diverse dalla libertà (al
singolare) che si affermerà a partire dall’Età moderna. Si trattava infatti sostan-

5. Sudditi e cittadini 43
zialmente di benefici a favore di una ristretta élite di persone in ragione del loro
status, che riguardavano principalmente la libera successione dei feudi, l’imposi-
zione delle tasse, l’imparzialità della giustizia.
Mentre il privilegio alimenta le differenze tra le classi sociali, i diritti – che sono
validi per ciascuno e per tutti in quanto persone umane – si riconducono a un
concetto di libertà universale e all’affermazione del principio di eguaglianza di
tutti i cittadini di fronte alla legge.
Nonostante tutto, la Magna Charta rappresentò una novità perché mirava a ri-
portare il re nella legalità, sancendo per iscritto i limiti al suo operato. La limi-
tazione del potere assoluto del sovrano, sottoposto anch’egli al controllo della
legge, segnò un’importante fase di passaggio verso il “parlamentarismo”, cioè
verso la nascita di assemblee rappresentative dei cittadini legittimate a prende-
re le decisioni.
La Magna Charta sanciva anche alcuni principi nuovi in materia di libertà per-
sonali e il principio della proporzionalità della pena rispetto al reato: ciò voleva
dire che un piccolo furto non poteva essere punito con il taglio della mano o pri-
vando il colpevole di tutti i suoi beni di sussistenza.
Inoltre, la Magna Charta conteneva una norma giuridica definita Habeas Cor-
pus (articolo 39). L’espressione latina, che significa letteralmente “abbi il tuo cor-
po”, era la parte iniziale dell’articolo e si riferiva all’ordine emanato dal giudice

La giustizia sarà
amministrata senza ritardi
Il re non deve interferire e senza corruzione.
con la Chiesa.

I mercanti devono poter


viaggiare liberamente senza
Quando un barone eredita la terra pagare pedaggi.
non pagherà al re più di 100 sterline.

Il re non può imporre nuove tasse Nessuno sarà arrestato


se i baroni non sono d’accordo. o imprigionato per la morte
di una persona in seguito
all’accusa di una donna.

Habeas Corpus

Gli uomini del re non


possono sottrarre i beni
di nessuno senza pagarli.

44 PARTE 2 • La lunga marcia dei diritti


all’autorità di polizia affinché le persone arrestate fossero presentate in tribunale
entro un termine perentorio per esaminare il caso e decidere sulla conferma o COMPETENZE
DIGITALI
l’annullamento dell’arresto.
In sostanza, tale istituto voleva evitare gli arresti arbitrari che fino ad allora era- Clicca qui https://bit.
no stati all’ordine del giorno. Il principio dell’Habeas Corpus impediva che gli ly/2Ma17Mn per vedere un
sceriffi e i funzionari amministrativi imprigionassero un uomo a loro discrezione brevissimo video animato,
attraverso il quale ti sarà
e lo sottoponessero a sevizie e torture. Per questo motivo l’Habeas Corpus segnò molto semplice capire
una vera rottura rispetto al passato e viene indicato come il primo esempio di il concetto di Habeas
tutela dei diritti civili. Corpus. Il video è in
inglese, ma puoi attivare
i sottotitoli in italiano
Cittadini e cittadine moderni previsti da YouTube.
Il riconoscimento e la protezione dei diritti umani costituiscono la vera essenza
della democrazia contemporanea. La loro storia comincia nell’Età moderna.
Il moderno concetto di cittadinanza venne costituendosi lentamente, con le ri-
voluzioni inglesi del XVII secolo (che trasformarono la monarchia inglese da
assoluta in costituzionale e limitarono il ruolo del sovrano) e soprattutto con
le Rivoluzioni americana e francese. La prima grande tappa del cammino dei
diritti umani coincise con le dichiarazioni contenute nei documenti prodotti da
queste rivoluzioni settecentesche: la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati
Uniti (1776) e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino in Francia
(1789), sottoscritta durante la Rivoluzione francese. Inoltre, nel 1791, la dram-
maturga e attivista francese Olympe de Gouges scrisse la Dichiarazione dei diritti
della donna e della cittadina, che mise in risalto il ruolo ancora del tutto margi-
nale delle donne.
In generale, in Età moderna divenne chiaro che una cittadinanza attiva è possibile
solo in uno Stato che preveda la divisione dei poteri, che non consenta quindi
l’accentramento del potere in una persona sola e che garantisca con un testo
scritto (la Costituzione) i diritti dei cittadini. I diritti non sono più qualcosa di
trattabile e alla mercé di un potere superiore, ma assumono una dimensione di
intoccabilità, cioè sono validi per tutti e non possono essere revocati.

Settembre 1787, Filadelfia. La


2. Le Carte dei diritti settecentesche firma della Costituzione degli
Stati Uniti d’America.

Dalla Dichiarazione d’indipendenza alla Costituzione


degli Stati Uniti
La Dichiarazione d’indipendenza delle tredici colonie americane
(1776) conteneva i seguenti princìpi.
• Tutti gli uomini sono stati creati uguali e dotati di alcuni diritti
inalienabili (cioè che non possono essere soppressi), come la vita,
la libertà e la ricerca della felicità (con quest’ultima espressione si
indicava il conseguimento del benessere legato al naturale svilup-
po dell’individuo nella società).
• I governi sono nati allo scopo di garantire il godimento di tali dirit-
ti e i loro poteri devono essere sorretti dal consenso dei governati.
• Se un governo non rispetta i diritti umani, il popolo può modifi-
carlo e sostituirlo con un nuovo governo più adeguato. Il popolo
gode dunque del diritto di resistenza agli abusi attuati dai gover-
ni.
Nel 1788 entrò in vigore la Costituzione degli Stati Uniti d’Ameri-
ca, che consolidava i diritti basilari dei cittadini sanciti nella Dichia-
razione d’indipendenza.

5. Sudditi e cittadini 45
La Costituzione degli Stati Uniti è la legge fondamentale del sistema di governo
statunitense e costituisce un documento giuridico basilare per il mondo occiden-
tale. Infatti, non era una carta di privilegi, come quelle concesse dai sovrani fino
ad allora, ma una legge stabilita in seno a un’assemblea di rappresentanti del
popolo appositamente convocata.
Essa, inoltre, adottava il principio della separazione dei poteri:
• il potere legislativo (elaborazione e approvazione delle leggi) spettava al Con-
gresso, composto dalla Camera dei rappresentanti e dal Senato;
• il potere esecutivo (applicazione delle leggi) era esercitato dal Presidente;
• il potere giudiziario (rispetto delle leggi) era attribuito a un insieme di organi
giudiziari tra i quali vi era anche la Corte suprema con funzioni di controllo e
garanzia del rispetto della Costituzione.

Olympe de Gouges: i diritti delle cittadine


Quando nel 1789 venne pubblicata la Di- un’appassionata attivista e scrittrice, de-
chiarazione dei diritti dell’uomo e del cit- cise quindi di mettere mano alla Dichiara-
tadino (Déclaration des Droits de l’Homme zione del 1789, con l’intento di completarla.
et du Citoyen) fu dato per scontato che ri- I diciassette articoli della sua Dichiarazio-
guardasse tutti e tutte, che fosse cioè uni- ne dei diritti della donna e della cittadina,
versale. Infatti, il testo giuridico contiene pubblicata nel 1791, riprendono e integrano
una solenne elencazione di diritti fonda- i diciassette articoli del 1789. L’obiettivo di
mentali dell’individuo e ha ispirato nume- Olympe era rendere davvero universali gli
rose Carte costituzionali, perché il suo articoli e allo stesso tempo trasformarli, af-
contenuto ha rappresentato uno dei più alti finché comprendessero le situazioni della
riconoscimenti della libertà e dignità uma- vita quotidiana nelle quali le donne erano
na. La sua proclamazione ha dato origine da sempre penalizzate.
alla definizione della Francia come “patria Diamo qui di seguito una selezione di nove
dei diritti dell’uomo”. articoli particolarmente significativi, che ci
Presto, però, alcune donne rivoluzionarie si permettono di capire al meglio il lavoro di Olympe de Gouges
resero conto che quella Dichiarazione non Olympe de Gouges. Abbiamo evidenziato le (1748-1793).
parla delle donne. Olympe de Gouges, frasi più significative in questo senso.

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina
Art. 1 - Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali Art. 1 - La Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti
nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fon- dell’uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate
date che sull’utilità comune. solo sull’utilità comune.
Art. 2 - Il fine di ogni associazione politica è la conser- Art. 2 - Lo scopo di ogni associazione politica è la con-
vazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo. servazione dei diritti naturali e imprescrittibili della don-
Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e na e dell’uomo: questi diritti sono la libertà, la proprietà,
la resistenza all’oppressione. la sicurezza e soprattutto la resistenza all’oppressione.
Art. 3 - Il principio di ogni sovranità risiede essenzial- Art. 3 - Il principio di ogni sovranità risiede essenzial-
mente nella Nazione. Nessun corpo o individuo può mente nella Nazione, che è la riunione della donna e
esercitare un’autorità che non emani direttamente da dell’uomo: nessun corpo, nessun individuo può eserci-
essa. tarne l’autorità che non ne sia espressamente derivata.
Art. 4 - La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che Art. 4 - La libertà e la giustizia consistono nel restituire
non nuoce ad altri; così, l’esercizio dei diritti naturali di tutto quello che appartiene agli altri; così l’esercizio dei
ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicura- diritti naturali della donna ha come limiti solo la tiran-
no agli altri membri della società il godimento di questi nia perpetua che l’uomo le oppone; questi limiti devono
stessi diritti. Questi limiti possono essere determinati essere riformati dalle leggi della natura e della ragione.
solo dalla legge.

46 PARTE 2 • La lunga marcia dei diritti


La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
La Carta dei diritti per eccellenza è quella promulgata in Francia nel
1789. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino rico-
nosceva che gli uomini erano per natura dotati di diritti e che il fine
di ogni associazione politica – a partire dallo Stato – era garantire i
diritti naturali quali la libertà, la proprietà, la sicurezza, la resistenza
all’oppressione.
In essa erano presenti le garanzie relative all’amministrazione equa e
imparziale della giustizia (articoli 7-9), le libertà di opinione, anche
religiosa, e di stampa (articoli 10 e 11) e il diritto di proprietà (articolo
17). Si trattava di garanzie e affermazioni del tutto straordinarie per
quell’epoca.

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina
Art. 6 - La legge è l’espressione della volontà generale. Art. 6 - La legge deve essere l’espressione della volontà
Tutti i cittadini hanno diritto di concorrere, personalmen- generale; tutte le Cittadine e i Cittadini devono concor-
te o mediante i loro rappresentanti, alla sua formazione. rere personalmente, o attraverso i loro rappresentanti,
Essa deve essere uguale per tutti, sia che protegga, sia alla sua formazione; essa deve essere la stessa per tutti.
che punisca. Tutti i cittadini essendo uguali ai suoi occhi Tutte le cittadine e tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi
sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed occhi, devono essere ugualmente ammissibili a ogni di-
impieghi pubblici secondo le loro capacità, e senza altra gnità, posto e impiego pubblici secondo le loro capacità,
distinzione che quella della loro virtù e dei loro talenti. e senza altre distinzioni che quelle delle loro virtù e dei
loro talenti.
Art. 10 - Nessuno deve essere molestato per le sue opi- Art. 10 - Nessuno deve essere perseguitato per le sue
nioni, anche religiose, purché la manifestazione di esse opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di sa-
non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge. lire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di sali-
re sulla Tribuna, a condizione che le sue manifestazioni
non turbino l’ordine pubblico stabilito dalla legge.
Art. 11 - La libera comunicazione dei pensieri e delle opi- Art. 11 - La libera comunicazione dei pensieri e delle
nioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadi- opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poi-
no può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, ché questa libertà assicura la legittimità dei padri ver-
salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi de- so i figli. Ogni Cittadina può dunque dire liberamente “io
terminati dalla legge. sono la madre di un figlio che vi appartiene”, senza che
un pregiudizio barbaro la obblighi a dissimulare la verità;
salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi de-
terminati dalla legge.
Art. 13 - Per il mantenimento della forza pubblica, e per Art. 13 - Per il mantenimento della forza pubblica, e per
le spese di amministrazione, è indispensabile un contri- le spese dell’amministrazione, i contributi della donna e
buto comune: esso deve essere ugualmente ripartito fra dell’uomo sono uguali; essa partecipa a tutte le incom-
tutti i cittadini, in ragione delle loro sostanze. benze, a tutti i lavori faticosi; deve dunque avere la sua
parte nella distribuzione dei posti, degli impieghi, delle
cariche, delle dignità e dell’industria.
Art. 17 - La proprietà essendo un diritto inviolabile e sa- Art. 17 - Le proprietà appartengono ai due sessi riuniti o
cro, nessuno può esserne privato, salvo quando la ne- separati; esse sono per ciascuno un diritto inviolabile e
cessità pubblica, legalmente constatata, lo esiga in ma- sacro; nessuno ne può essere privato come vero patri-
niera evidente, e previa una giusta indennità. monio della natura, se non quando la necessità pubbli-
ca, legalmente constatata, l’esiga in modo evidente, a
condizione di una giusta e preliminare indennità.

5. Sudditi e cittadini 47
I limiti delle Carte settecentesche dei diritti
Le Carte approvate dalle assemblee americana e francese ispirarono tutti i docu-
menti giuridici successivi in tema di protezione dei diritti dell’uomo, anche se
occorre ricordare che entrambe avevano dei limiti legati al tempo in cui furono
elaborate. Esse riconoscevano i diritti di uguaglianza, dichiarati come naturali e
innati, dell’uomo, ma adottavano una concezione ristretta di “uomo”. Le di-
chiarazioni dei diritti, infatti, non contemplavano né le donne né gli schiavi né i
nativi del continente americano (le popolazioni indiane d’America). Tali catego-
rie di persone erano dunque escluse dal godimento dei diritti fondamentali.

3. La Carta di riferimento: la Dichiarazione


universale dei diritti umani
Libertà, eguaglianza, dignità
Oggi il punto di riferimento fondamentale in materia di diritti umani è la Dichia-
razione universale dei diritti umani adottata dall’Organizzazione delle Nazioni
Unite (ONU) il 10 dicembre 1948.
La Dichiarazione stabilisce uno spartiacque nella storia dei diritti umani perché,
come si precisa nel suo Preambolo, essa tenta di rifondare i rapporti tra gli indivi-
dui, i popoli e gli Stati dopo la catastrofe della Seconda guerra mondiale, tragi-
camente segnata dal genocidio degli ebrei, dallo sterminio delle popolazioni civili
e dal lancio di due bombe atomiche. Con questo documento, gli Stati fondatori
dell’ONU affermavano che la comunità internazionale:
COMPETENZE • si assumeva la responsabilità e la tutela degli specifici diritti posti alla base di
DIGITALI ogni convivenza;
Guarda il video • stabiliva un legame indissolubile tra il rispetto di tali diritti e la sopravvivenza
promozionale The bold stessa dell’umanità.
fight for women’s rights su La Dichiarazione si compone di 30 articoli.
Youtube, cliccando questo • Gli articoli 1 e 2 includono i principi fondamentali di libertà ed eguaglianza
indirizzo: https://bit.
ly/2M60rYj (già sanciti dalla Rivoluzione americana e da quella francese). Essi stabilisco-
no che tutti gli esseri umani “nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” e

ONU e Amnesty International insieme per le donne


Nel 1979 l’ONU ha adottato la Convenzione sull’elimi- donna in prima linea. L’attivista femminista indiana
nazione di ogni forma di discriminazione della don- Hansa Mehta ottenne la riformulazione dell’articolo 1
na (CEDAW), entrata in vigore nel 1981. Il trattato, di della Dichiarazione: da “Tutti gli uomini nascono liberi
tipo universale, è stato firmato e convalidato dagli Sta- ed eguali” a “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed
ti membri ma non da tutti: i sette membri che non han- eguali”. La determinazione di Hansa Metha è stata fon-
no ratificato la Convenzione sono Iran, Nauru, Palau, damentale, ma purtroppo non sufficiente a evitare alle
Somalia, Sudan, Tonga e Stati Uniti. donne, in molti Paesi e in svariate situazioni, l’esclu-
Perché la Convenzione è importante? Perché si sione di fatto da un sistema di protezione dei diritti
aggiunge alla Dichiarazione universale dei diritti uma- umani. Questa battaglia è ancora in corso.
ni a tutela ulteriore delle donne, imponendo agli Stati L’organizzazione non governativa per i diritti umani
di prendere misure e provvedimenti per punire chiun- Amnesty International è impegnata in questa battaglia
que (individui, organizzazioni, imprese ecc.) applichi con la sua campagna “Rights today”. Amnesty sostie-
una qualsiasi forma di discriminazione o violenza sulle ne che i governi debbano prima di tutto impegnarsi
donne o ne limiti le libertà. concretamente nell’applicare la Convenzione dell’ONU
Proprio come Olympe de Gouges fece con la Dichia- sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione del-
razione dei diritti dell’uomo e del cittadino, anche la la donna e garantirne l’attuazione sul piano legislativo
Dichiarazione universale dei diritti umani ha visto una nazionale.

48 PARTE 2 • La lunga marcia dei diritti


che “ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le liber-
tà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione
alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di
religione, di opinione politica o di altro genere, di origine
nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condi-
zione”.
L’espressione “senza distinzione” richiama implicitamente il
principio di eguaglianza e introduce quello di non discrimi-
nazione. I diritti umani sono i diritti che appartengono a ogni
persona semplicemente perché è viva, indipendentemente da
chi sia (uomo, donna, bambino), da quali siano le sue convin-
zioni personali, le sue condizioni socio-economiche o da dove
viva.
• Gli articoli 3-17 fissano i diritti civili: le libertà individuali
(diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza) e i diritti dell’in-
dividuo nei confronti della società in cui vive (diritto a una
eguale tutela davanti alla legge, libertà di movimento, diritto di sposarsi, diritto Eleanor Roosevelt presiedette
alla cittadinanza). la commissione delle
Nazioni Unite che redasse la
• Gli articoli 18-21 sanciscono la libertà di pensiero, di coscienza e di religione,
Dichiarazione universale dei
di associazione. In particolare, agli articoli 20 e 21 vengono elencati i diritti diritti umani.
politici (diritto di associazione, diritto di voto e di partecipazione al governo
del proprio Paese) che consentono ai cittadini di partecipare attivamente alla
vita politica.
• Gli articoli 22-27 enunciano i diritti economici, sociali e culturali (come per
esempio il diritto all’istruzione, al lavoro, alla casa, alla salute ecc.).
• Gli articoli 28-30 danno disposizioni in merito alla realizzazione dei princìpi
affermati nella Dichiarazione.
Il rispetto e l’attuazione della Dichiarazione sono affidati alla legislazione dei sin-
goli Stati.

IL COMPITO DI REALTÀ
Testo DIDA?
Sociologi per un giorno
Lo spunto In quali modi dimostrano il loro apprezzamento? Quei sud-
Re e regine esistono ancora oggi, e tutt’oggi vengono chia- diti sono diversi dai loro progenitori di secoli fa? Perché?
mati “sovrani”. In Europa sono dodici gli Stati retti da una Ogni gruppo crea una scheda dove appunta tutti i risultati
monarchia: ciò significa che, insieme ai sovrani, ci sono dei della ricerca.
sudditi. Che cosa significa essere sudditi oggi? Qual è, di
C La terza e ultima fase del progetto prevede un dibat-
fatto, il potere dei sovrani contemporanei? In cosa è cam-
tito nel quale i tre gruppi confrontano i risultati emersi e
biato il concetto di “suddito” rispetto a una volta?
si riflette sul perché essere sudditi oggi sia diverso da una
Il progetto volta ed essere monarca oggi sia diverso da un tempo.

A Nella prima fase del lavoro la classe compie una ri-


cerca sul web: quali sono le dodici monarchie europee di
oggi? Dopo averle individuate, la classe le segnala su una
cartina dell’Europa con delle puntine colorate, in modo da
collocarle nello spazio.
B La classe si divide in tre gruppi. Ciascun gruppo sce-
glie uno Stato dei dodici individuati e svolge ricerche on
line: che tipo di monarchia prevede? Chi è il re o la regina?
Qual è la storia della sua famiglia? È stimato/a dai sudditi?

Elisabetta II, regina del Regno Unito dal 1953.

5. Sudditi e cittadini 49

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