Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
SUDDITI
E CITTADINI
NOTIZIE DAL MONDO
Siamo tutti sudditi dei social network?
“I big della Rete possiedono più informazioni su di noi di quanto immaginia-
mo. Hanno capitali ormai sconfinati e decidono cosa possiamo pubblicare on COMPETENZE
line e cosa no. E stanno diventando più potenti delle democrazie”. DIGITALI
Questo fa di noi dei sudditi dei social? Perché i social network e chi li ammi- Leggi l’articolo completo
nistra stanno diventando veri e propri centri di potere? Qual è il rapporto tra qui: https://bit.ly/2AFIcD5.
democrazia e libertà? Perché se siamo sudditi non siamo liberi?
L’articolo Siamo tutti sudditi di Google e Facebook, uscito nel 2014 per “L’E-
spresso” on line, di cui hai appena letto un frammento, tenta di rispondere a
queste domande.
In questo capitolo scopriremo che cosa vuol dire davvero essere sudditi, che
cosa ha significato in passato e che cosa significa oggi e soprattutto perché,
quando pensiamo a un suddito, pensiamo a una persona priva della libertà, Siamo davvero liberi nel nostro
rapporto con i social network
caratteristica invece dei cittadini che fanno parte dei regimi democratici. Ca- e con la rete? È una domanda
piremo, inoltre, in che rapporto stanno nella storia del nostro Paese sudditi che ognuno di noi si è fatto
e cittadini. almeno una volta.
1. Da sudditi a cittadini
Due definizioni
La parola “suddito” deriva dal latino subdere, “sottomettere”, “assoggettare”. Il
suddito, quindi, è ogni soggetto sottoposto a un’autorità sovrana. Storicamente il
termine si usa a proposito di chi dipende dalla sovranità dello Stato senza esserne
membro, di chi è quindi privo di qualsiasi diritto ed è sottoposto al potere illi-
mitato e incondizionato di un sovrano, come avveniva nelle monarchie assolute.
In senso più generico, è suddito anche chi è in stato di soggezione e di subordina-
zione rispetto a chi comanda (non necessariamente un re). Ad esempio, l’articolo
de “L’Espresso” pone proprio questa domanda: pur vivendo in una democrazia,
siamo certi di non essere sudditi di altri poteri?
Al termine “suddito” si contrappone “cittadino”, che indica chi è in possesso
della cittadinanza e quindi appartiene a uno Stato, cioè a una comunità politica,
a una nazione: per tale sua appartenenza è soggetto a doveri ma gode anche di
determinati diritti.
Cittadini dell’antichità
LESSICO
Il concetto di cittadinanza esisteva già nella Grecia antica e durante l’Impero
Romano, tuttavia descriveva una condizione diversa rispetto a quella odierna. Per
esempio, nella polis greca l’accesso alla cittadinanza (che permetteva di parteci- Meteci
I meteci erano stranieri
pare attivamente alla vita politica della città) era consentito solo agli uomini adul- liberi che vivevano nelle
ti e liberi. Infatti, le donne erano escluse dalla cittadinanza e allo stesso modo i città greche stabilmente o
meteci, i non greci e gli schiavi. per un periodo di tempo
Nell’antica Roma, erano cittadini gli uomini adulti e liberi nati a Roma che aves- determinato. In particolare,
erano molto numerosi ad
sero almeno il padre romano (la madre poteva essere quindi romana o straniera). Atene.
Essere cittadino garantiva notevoli diritti, come partecipare alle assemblee e can-
didarsi alle cariche pubbliche.
Nel 212 d.C. l’imperatore Caracalla emanò la Constitutio Antoniniana, un editto
che stabiliva la concessione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’Im-
pero. Nel III secolo l’Impero era ormai talmente vasto da comprendere popoli
molto diversi per cultura e religione. La concessione della cittadinanza fu in real-
tà uno strumento di controllo politico, sociale e amministrativo. La cittadinanza
aveva un valore più che altro simbolico, era una cittadinanza passiva: i nuovi
cittadini venivano sottoposti alle norme del diritto romano, ma non avevano alcu-
na possibilità di partecipazione attiva. Erano di fatto sudditi e il potere si trovava
interamente nelle mani dell’imperatore.
5. Sudditi e cittadini 43
zialmente di benefici a favore di una ristretta élite di persone in ragione del loro
status, che riguardavano principalmente la libera successione dei feudi, l’imposi-
zione delle tasse, l’imparzialità della giustizia.
Mentre il privilegio alimenta le differenze tra le classi sociali, i diritti – che sono
validi per ciascuno e per tutti in quanto persone umane – si riconducono a un
concetto di libertà universale e all’affermazione del principio di eguaglianza di
tutti i cittadini di fronte alla legge.
Nonostante tutto, la Magna Charta rappresentò una novità perché mirava a ri-
portare il re nella legalità, sancendo per iscritto i limiti al suo operato. La limi-
tazione del potere assoluto del sovrano, sottoposto anch’egli al controllo della
legge, segnò un’importante fase di passaggio verso il “parlamentarismo”, cioè
verso la nascita di assemblee rappresentative dei cittadini legittimate a prende-
re le decisioni.
La Magna Charta sanciva anche alcuni principi nuovi in materia di libertà per-
sonali e il principio della proporzionalità della pena rispetto al reato: ciò voleva
dire che un piccolo furto non poteva essere punito con il taglio della mano o pri-
vando il colpevole di tutti i suoi beni di sussistenza.
Inoltre, la Magna Charta conteneva una norma giuridica definita Habeas Cor-
pus (articolo 39). L’espressione latina, che significa letteralmente “abbi il tuo cor-
po”, era la parte iniziale dell’articolo e si riferiva all’ordine emanato dal giudice
La giustizia sarà
amministrata senza ritardi
Il re non deve interferire e senza corruzione.
con la Chiesa.
Habeas Corpus
5. Sudditi e cittadini 45
La Costituzione degli Stati Uniti è la legge fondamentale del sistema di governo
statunitense e costituisce un documento giuridico basilare per il mondo occiden-
tale. Infatti, non era una carta di privilegi, come quelle concesse dai sovrani fino
ad allora, ma una legge stabilita in seno a un’assemblea di rappresentanti del
popolo appositamente convocata.
Essa, inoltre, adottava il principio della separazione dei poteri:
• il potere legislativo (elaborazione e approvazione delle leggi) spettava al Con-
gresso, composto dalla Camera dei rappresentanti e dal Senato;
• il potere esecutivo (applicazione delle leggi) era esercitato dal Presidente;
• il potere giudiziario (rispetto delle leggi) era attribuito a un insieme di organi
giudiziari tra i quali vi era anche la Corte suprema con funzioni di controllo e
garanzia del rispetto della Costituzione.
Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina
Art. 1 - Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali Art. 1 - La Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti
nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fon- dell’uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate
date che sull’utilità comune. solo sull’utilità comune.
Art. 2 - Il fine di ogni associazione politica è la conser- Art. 2 - Lo scopo di ogni associazione politica è la con-
vazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo. servazione dei diritti naturali e imprescrittibili della don-
Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e na e dell’uomo: questi diritti sono la libertà, la proprietà,
la resistenza all’oppressione. la sicurezza e soprattutto la resistenza all’oppressione.
Art. 3 - Il principio di ogni sovranità risiede essenzial- Art. 3 - Il principio di ogni sovranità risiede essenzial-
mente nella Nazione. Nessun corpo o individuo può mente nella Nazione, che è la riunione della donna e
esercitare un’autorità che non emani direttamente da dell’uomo: nessun corpo, nessun individuo può eserci-
essa. tarne l’autorità che non ne sia espressamente derivata.
Art. 4 - La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che Art. 4 - La libertà e la giustizia consistono nel restituire
non nuoce ad altri; così, l’esercizio dei diritti naturali di tutto quello che appartiene agli altri; così l’esercizio dei
ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicura- diritti naturali della donna ha come limiti solo la tiran-
no agli altri membri della società il godimento di questi nia perpetua che l’uomo le oppone; questi limiti devono
stessi diritti. Questi limiti possono essere determinati essere riformati dalle leggi della natura e della ragione.
solo dalla legge.
Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina
Art. 6 - La legge è l’espressione della volontà generale. Art. 6 - La legge deve essere l’espressione della volontà
Tutti i cittadini hanno diritto di concorrere, personalmen- generale; tutte le Cittadine e i Cittadini devono concor-
te o mediante i loro rappresentanti, alla sua formazione. rere personalmente, o attraverso i loro rappresentanti,
Essa deve essere uguale per tutti, sia che protegga, sia alla sua formazione; essa deve essere la stessa per tutti.
che punisca. Tutti i cittadini essendo uguali ai suoi occhi Tutte le cittadine e tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi
sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed occhi, devono essere ugualmente ammissibili a ogni di-
impieghi pubblici secondo le loro capacità, e senza altra gnità, posto e impiego pubblici secondo le loro capacità,
distinzione che quella della loro virtù e dei loro talenti. e senza altre distinzioni che quelle delle loro virtù e dei
loro talenti.
Art. 10 - Nessuno deve essere molestato per le sue opi- Art. 10 - Nessuno deve essere perseguitato per le sue
nioni, anche religiose, purché la manifestazione di esse opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di sa-
non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge. lire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di sali-
re sulla Tribuna, a condizione che le sue manifestazioni
non turbino l’ordine pubblico stabilito dalla legge.
Art. 11 - La libera comunicazione dei pensieri e delle opi- Art. 11 - La libera comunicazione dei pensieri e delle
nioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadi- opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poi-
no può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, ché questa libertà assicura la legittimità dei padri ver-
salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi de- so i figli. Ogni Cittadina può dunque dire liberamente “io
terminati dalla legge. sono la madre di un figlio che vi appartiene”, senza che
un pregiudizio barbaro la obblighi a dissimulare la verità;
salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi de-
terminati dalla legge.
Art. 13 - Per il mantenimento della forza pubblica, e per Art. 13 - Per il mantenimento della forza pubblica, e per
le spese di amministrazione, è indispensabile un contri- le spese dell’amministrazione, i contributi della donna e
buto comune: esso deve essere ugualmente ripartito fra dell’uomo sono uguali; essa partecipa a tutte le incom-
tutti i cittadini, in ragione delle loro sostanze. benze, a tutti i lavori faticosi; deve dunque avere la sua
parte nella distribuzione dei posti, degli impieghi, delle
cariche, delle dignità e dell’industria.
Art. 17 - La proprietà essendo un diritto inviolabile e sa- Art. 17 - Le proprietà appartengono ai due sessi riuniti o
cro, nessuno può esserne privato, salvo quando la ne- separati; esse sono per ciascuno un diritto inviolabile e
cessità pubblica, legalmente constatata, lo esiga in ma- sacro; nessuno ne può essere privato come vero patri-
niera evidente, e previa una giusta indennità. monio della natura, se non quando la necessità pubbli-
ca, legalmente constatata, l’esiga in modo evidente, a
condizione di una giusta e preliminare indennità.
5. Sudditi e cittadini 47
I limiti delle Carte settecentesche dei diritti
Le Carte approvate dalle assemblee americana e francese ispirarono tutti i docu-
menti giuridici successivi in tema di protezione dei diritti dell’uomo, anche se
occorre ricordare che entrambe avevano dei limiti legati al tempo in cui furono
elaborate. Esse riconoscevano i diritti di uguaglianza, dichiarati come naturali e
innati, dell’uomo, ma adottavano una concezione ristretta di “uomo”. Le di-
chiarazioni dei diritti, infatti, non contemplavano né le donne né gli schiavi né i
nativi del continente americano (le popolazioni indiane d’America). Tali catego-
rie di persone erano dunque escluse dal godimento dei diritti fondamentali.
IL COMPITO DI REALTÀ
Testo DIDA?
Sociologi per un giorno
Lo spunto In quali modi dimostrano il loro apprezzamento? Quei sud-
Re e regine esistono ancora oggi, e tutt’oggi vengono chia- diti sono diversi dai loro progenitori di secoli fa? Perché?
mati “sovrani”. In Europa sono dodici gli Stati retti da una Ogni gruppo crea una scheda dove appunta tutti i risultati
monarchia: ciò significa che, insieme ai sovrani, ci sono dei della ricerca.
sudditi. Che cosa significa essere sudditi oggi? Qual è, di
C La terza e ultima fase del progetto prevede un dibat-
fatto, il potere dei sovrani contemporanei? In cosa è cam-
tito nel quale i tre gruppi confrontano i risultati emersi e
biato il concetto di “suddito” rispetto a una volta?
si riflette sul perché essere sudditi oggi sia diverso da una
Il progetto volta ed essere monarca oggi sia diverso da un tempo.
5. Sudditi e cittadini 49