AVANGUARDIE
NAZIONALISMI
E INTERVENTISMO
NEI PRIMI DECENNI
DEL XX SECOLO
Indice
7 Premessa
Parte prima
Interventismo e anti–interventismo nelle produzioni grafico–
tipografiche del Futurismo e del Dadaismo
13 Introduzione
17 Contesti politici nell’Italia interventista e nella Repubblica di
Weimar
20 L’encomio della guerra negli scritti del Futurismo
31 L’apologia dell’interventismo in produzioni tipografiche: «L’Italia
futurista»
63 La letteratura della guerra in «Vela latina» e in Guerra Pittura
83 George Grosz e gli ambienti socialisti nella Repubblica di Weimar.
Riviste anti–interventiste e comuniste
87 I Dada berlinesi contro la guerra
97 L’illustratore e il pittore George Grosz: un intellettuale e un artista
impegnato a sinistra
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Parte seconda
La ricezione della Guardia di Ferro in ambienti culturali del fa-
scismo italiano
123 Introduzione
127 Atmosfera politica nel primo dopoguerra in Romania. Fonti del fa-
scismo italiano e romeno. L’evoluzione storica della Guardia di
Ferro
157 Il ritratto del Capitano
169 I grandi temi del fascismo europeo confluiti nella Guardia di Ferro.
L’antisemitismo
198 «Lo stato etico» e la religione
206 La politica come festa. Le campagne di propaganda della Guardia e
l’impresa fiumana. Neoromanticismo eroico. Dalla festa, alla ceri-
monia funebre: simboli e significati
221 La religiosità deformata. Messianismo e mistica politica
234 Le virtù dell’“uomo nuovo” e il revival del mito della romanità
243 Il partito unico: la critica della democrazia e l’adesione al corporati-
vismo
249 I giovani intellettuali nella Guardia di Ferro e nel fascismo italiano
270 Un parallelismo a livello formale. Simboli e organizzazione militare
delle destre europee più oltranziste
275 Somiglianze e differenze fra i movimenti europei di destra. Legami
documentabili. Distanze insuperabili. Conclusioni
283 Appendice
295 Bibliografia
305 Indice dei nomi
Premessa
Una delle forme peculiari attraverso cui, sia il Dadaismo, sia il Futu-
rismo hanno espresso i loro legami con la politica è la letteratura grafi-
co–tipografica. Essa nasce nell’alveo di due fra le più importanti corren-
ti dell’avanguardia storica europea, da modi diversi, diametralmente
opposti di intendere la politica, la guerra, la letteratura e il rapporto che
si stabilisce fra l’arte e l’impegno politico assunto dall’artista.
Per i futuristi italiani, il fervore bellicista confluisce in disegni, pa-
role in libertà e tavole parolibere, in una vera e propria letteratura di
guerra, con punte di notevole fantasia e creatività artistica; in conco-
mitanza, nella Berlino che nel 1919 sarebbe diventata dadaista, un
gruppo di pittori aveva preso posizione contro il primo conflitto mon-
diale, attraverso la propria arte ribelle e sarcastica, legando il loro de-
stino alla più ampia protesta politica degli intellettuali di sinistra, ai
tempi della repubblica di Weimar.
Le due distinti modalità di relazionarsi alla politica mettono in luce
processi e percorsi complessi, non lineari, all’interno dei quali emer-
gono atteggiamenti e scelte di responsabilità in prevalenza antitetiche,
riportando in discussione temi come lo statuto dell’artista, l’arte quale
mezzo di propaganda e strumento di persuasione, volto a inneggiare
(Futurismo) o a contrastare (Dadaismo) la guerra.
Complessivamente, il Futurismo, salvo la minoranza degli opposito-
ri, difese scelte politiche diverse da quelle professate da altre correnti
culturali europee contemporanee: mentre il Dadaismo si fa portabandie-
ra del pacifismo e il Surrealismo coniuga il pensiero di Freud col marxi-
smo, la corrente marinettiana rivendica le sue fonti ideologiche
nell’irrazionalismo, sia nella fase iniziale di esaltazione del superuomo
nietzschiano, sia in quella mistico–sentimentale degli ultimi anni.
Vengono recuperate dal versante futurista e dada testimonianze
emblematiche del paroliberismo (la fonte più diretta della letteratura
visiva elaborata in seno all’avanguardia romena), della grafica e della
pittura politica, conservate nei periodici dei due gruppi e in opere di
singoli artisti: anzitutto in Carlo Carrà, l’autore del volume forse più
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E. D.