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Letteratura Tedesca
Università degli Studi di Palermo
17 pag.
Friedrich Hebbel
Viene da un’umile famiglia della Germania settentrionale e riuscì a studiare e viaggiare
grazie al sostegno finanziario delle persone che credevano nel suo talento. Dopo le
iniziali difficoltà gli si aprirono le porte della celebre Burg e, con Grillprazer divenne
l’autore più rappresentato dell’epoca. La sua opera più importante è il dramma “Maria
Maddalena” che racconta la storia di Klara, sulla quale si abbatte un crudele destino.
È stata sedotta e abbandonata da Leonhard, un cacciatore di dote senza scrupoli. Il
suo primo fidanzato non riesce a liberarsi dai meschini giudizi morali. È ferito dal
tradimento di Klara ed è anche disposto a punire Leonhard. Non riesce comunque a
Gottfried Keller
Nasce a Zurigo nel 1819. Dopo anni di sacrificio è costretto a rinunciare al sogno di
diventare pittore ma entra in contatto con i poeti del Vormarz che lo aiutano a scoprire
il suo talento narrativo. Nel 1861 assume la carica di Stadtschreiber, una carica
amministrativa molto importante e con ampia autonomia e muore nel 1890.
La sua opera più importante è “Enrico il Verde” considerata uno dei romanzi più
importanti del realismo. Si tratta di un Bildungsroman ispirato al Meister di Goethe e
presenta anche caratteri autobiografici. A differenza di Wilhelm che rinuncia
volontariamente alla sua vocazione artistica per mettersi al servizio della società,
Enrico (considerato alter ego di Keller) si cimenta in tutte le arti possibili, senza
ottenere però alcun risultato. È figlio di gente comune e può seguire le sue vocazioni
artistiche solo grazie a duri sacrifici. Non riesce comunque ad adattarsi alla realtà e
dubita del suo talento. Ernico vive grazie alla madre che lo sostiene economicamente
ma, dopo la sua morte, rinuncia all’arte e non riesce neanche a integrarsi nella società
e muore precocemente nella miseria e nella sofferenza.
Keller scrive un’altra versione della fine della storia che finisce però positivamente:
Enrico rinuncia alla sua carriera artistica però trova un piccolo impiego e si accontenta
di una vita tranquilla e semplice.
Keller scrisse anche molte novelle in cicli; del primo ciclo “La gente di Seldwyla” fanno
parte le novelle “L’abito fa il monaco” e “Romeo e Giulietta nel villaggio”. Il villaggio di
Seldwyla serve a Keller per criticare gli aspetti negativi di Zurigo, come i principi
borghesi del senso civico e lo zelo operoso, in cui però vivono personaggi un po’
permalosi e tonti. In questo quadro di apparente perfezione però il fato è pronto a
sconvolgere tutto.
“L’abito fa il monaco” racconta la storia di un sarto di nome Wenzel che i cittadini di
Seldwyla scambiano per un conte a causa dei suoi modi raffinati e dei suoi bei vestiti.
si invaghisce di lui Nettchen, la figlia del sindaco a cui non dispiacerebbe diventare
una contessa. Inoltre i cittadini pensano di poter ricavare vantaggi dalla presenza di un
conte nel proprio villaggio. Pian piano però Nettchen si innamora davvero di Wenzel e,
sebbene la mascherata sia andata a monte e i cittadini sono sdegnati dall’uomo,
Nettchen prende la sua dote e decide comunque di sposare Wenzel. Conducono infine
una vita tranquilla e dignitosa.
Abbiamo un secondo ciclo di novelle intitolato “Novelle zugheresi”, di cui fa parte la
novella “Il balivo di Greifensee”, in cui il tema principale è l’amore che salva il
Theodor Storm
Nasce a Husum, una città costiera del Mare del Nord, nel 1817. Si trasferisce a Berlino
per studiare giurisprudenza e, diventato un avvocato, torna alla città natale. Nel 1853
protesta contro l’annessione della regione di Holstein alla Danimarca, ed è costretto a
lasciare la sua città. Vi ritornerà nel 1864 come prefetto. Muore nel 1888.
Se nel sud della Germania si sviluppò la poesia contemporanea grazie a Meyer, nel
nord fiorì il Lied romantico di Storm. Fu un grande poeta ma, poco a poco Storm
sviluppò anche un tono narrativo severo e sobrio, uno stile aspro e realistico grazie al
quale è considerato uno dei maggiori rappresentanti del realismo (“poetico”, perché le
sue opere possono essere considerate del periodo tardo romantico; non avevano nulla
a che fare con il realismo europeo). Si trasferì a Berlino che, durante la fondazione del
Reich, si trasformò in metropoli, ma non si trovò a suo agio e non si accorse nemmeno
dei cambiamenti che stavano accadendo in città. Nelle sue opere, infatti, non troviamo
riferimenti a questioni sociali. Tra le novelle più importanti di Storm troviamo:
“Immensee”, “Il burattinaio Paolo”.
L’ultima novella si intitola “L’uomo dal cavallo bianco”, in cui troviamo un’intensa
atmosfera drammatica e una suggestiva rappresentazione del paesaggio costiero del
nord. La novella racconta la storia di un giovane bracciante, Hauke Haien, che grazie
alla sua tenacia diventa Deichgraf, sovrintendente degli argini, una figura molto
importante in quella città in quanto si occupava del controllo degli argini e delle dighe
con cui contenere le maree del Mare del Nord. Haien assolve il suo compito con
diligenza e conquista anche il cuore della figlia del suo predecessore. Il progetto di una
nuova diga non convince i cittadini che provano nei confronti di Haien rispetto ma
anche paura in quanto si presenta come una figura austera sul suo magro cavallo
bianco. La nuova diga viene costruita ma, nel frattempo, viene trascurata la
manutenzione della vecchia diga che cede provocando l’inondazione della città. Haien
è costretto a veder morire sua moglie e sua figlia. Si lancia egli stesso tra le onde per
unirsi al destino degli altri ma la nuova diga resiste alla furia del mare salvando molti
cittadini. Da quel momento si racconta la leggenda del sovrintendente, l’uomo dal
cavallo bianco, che nelle notti di tempesta si sposta tra le dighe avvertendo la gente di
una loro possibile e imminente rottura.
La novella è carica di significati simbolici, come la diga che dura per secoli e
simboleggia il trionfo dell’ingegno umano che riesce a dominare la natura. Haien
potrebbe ricordare il Faust goethiano a causa del suo comportamento risoluto che alla
fine, però, porta al progresso; disprezza l’opinione altrui e sacrifica la felicità degli altri
per raggiungere i suoi scopi. I cittadini sono l’emblema dell’ignoranza e della
superstizione ma, a tratti, anche della saggezza in quanto ogni lavoro, anche il più
nobile, ha il suo prezzo. Il mondo si regge su un sottile equilibrio e ogni intervento
della natura può essere pericoloso come quello del mare nella novella, che può
scintillare sotto i raggi del sole o assumere un aspetto tempestoso.
Spicca la novella “Schach von Wuthenow”, ambientata nel 1806 dopo la sconfitta di
Jena. Il capitano di cavalleria Schech, un ufficiale di bell’aspetto e di buone maniere, è
stato notato dalla signora Carayon e da sua figlia Victoire, la cui bellezza è stata
compromessa dalle cicatrici sul suo volto causate dal vaiolo. Schach inizialmente
affascinato dalla madre, nota in seguito la figlia con la quale ha un’appassionante ma
breve relazione. I suoi compagni lo prendono in giro per aver scelto una donna brutta
pur avendo la possibilità di ottenere i favori della bella madre. Schech lascia Victoire
che però è incinta. La madre, offesa, obbliga Schech a sposare la figlia. Egli la sposa e
riconosce il bambino ma la stessa notte si uccide senza lasciare alcuna spiegazione. La
spiegazione di questo suicidio è affidato all’intellettuale Bulow che spiega che in
questo periodo si parla spesso di onore. Questo onore tuttavia è falso perché dipende
dall’opinione altrui, confonde le idee e porta a scelte sbagliate, infatti Schech ha dato
importanza al giudizio dei suoi compagni e non a Victoire, una donna di rara
intelligenza. L’opinione sociale ci porta a sacrificare i principi più sacri.
Scrive il romanzo “La signora Jenny”, una commedia burlesca. La vicenda narra con
apparente serietà l’ascesa sociale della protagonista Jenny dalla piccola borghesia alla
nuova borghesia d’argent. Ma quando sembra essere giunta l’occasione d’oro, suo
figlio si innamora della figlia di un colto professore ma povero, e la madre fa di tutto
per evitare questa unione economicamente e socialmente inadeguata.
L’opera più importante di Fontane è “Effi Briest”, opera che regge il confronto con i
grandi romanzi del realismo europeo ed è simile a Madame Bovary di Flaubert.
Adalbert Stifter
Nasce in un piccolo villaggio della Boemia. La descrizione della struggente nostalgia
per le foreste e le colline della Boemia diventa un Leitmotiv che ritroviamo in tutte le
sue opere. Vede la rivoluzione del 1848 come un “peccato originale”, una violazione
dell’ordine divino. Era contro ogni forma di violenza e confidava in un cambiamento
graduale. Nel 1850 diventò ispettore scolastico e si occupò a fondo di questioni
pedagogiche. Si ammalò e nel 1868, in preda alla depressione, si tolse la vita.
Scrisse la raccolta di novelle “Studi”. In questa raccolta crea dei veri e propri paesaggi
che evocano una nuova immagine dell’uomo e della natura ispirati all’idillio dei
Biedermeier. Analizzando più attentamente questa serenità idilliaca presenta alcune
crepe e Stifter cerca di chiuderle con la “Legge mite”; si tratta della convinzione che la
chiave per la comprensione del mondo sia nella crescita tranquilla e nel cambiamento
graduale. Non servono azioni appariscenti ma la vera grandezza sta nella vita
quotidiana.
Il suo romanzo più importante è “Tarda estate”, un Bildungroman. Il geologo Enrico, di
origini borghesi, durante un viaggio si ferma nelle Prealpi dove conosce il barone
Risach. Negli anni successivi arriva gradualmente a una consapevolezza sempre più
profonda dell’ordine dell’universo e delle sue leggi. Alla fine di questo processo di
formazione riesce anche a superare la prova del fuoco della passione erotica e può
sposare Natalia. Questo processo di formazione non è scosso da nessuna crisi. È un
romanzo povero d’azione, ma lo è ancora di più il romanzo successivo, “Witiko” in cui
descrise meticolosamente uno stato ideale.
A causa dell’insistente idealizzazione del mondo, l’inserimento di Stifter all’interno del
realismo è problematico. Potrebbe stare nel periodo compreso tra Biedermeier e
Vormarz. Tuttavia con la sua ossessione per i dettagli fornisce un quadro preciso e
realistico.
nel contesto europeo il Naturalismo fu una variante del Realismo che si distingueva da
esso soltanto per la scelta del soggetto, la questione sociale, mentre i realisti si
concentravano sulla situazione della borghesia. Lo stile dei naturalisti era più crudo in
quanto riproducevano la realtà nel modo più naturale possibile. Nel contesto europeo il
passaggio dal realismo al naturalismo avvenne senza rotture. Non avvenne la stessa
cosa in Germania dove la diffusione del naturalismo provocò la nascita di
un’avanguardia aggressiva.
Anche Berlino fu un importante centro della nuova avanguardia. Qui i fratelli Hart
avevano fondato la rivista “Kritische Waffengänge” (Campagne critiche).
Un’altra rivista berlinese fu la “Freie Buhne” (Teatro Libero) che svolse il ruolo di
intemediario tra realismo europeo e quello tedesco. Organizzavano delle
rappresentazioni private, così che non potessero essere censurate. In particolare i
drammi di Ibsen e Strindberg. La rivista fu poi ribattezzata e chiamata “Die neue
Rundschau” (Il nuovo panorama).
Lo scopo principale in questo periodo era quello di riprodurre la realtà nel modo più
fedele possibile. Anche temi sconvenienti come alcolismo, povertà o miseria, vizi ed
eccessi erano descritti con precisione scientifica.
Arno Holz
Pubblica il saggio “L’arte. La sua essenza e le sue leggi”. Partendo dalla tesi che “è
legge che ogni cosa abbia una legge”, conclude che anche l’arte ha delle leggi precise
riassumibili nell’equazione <arte₌ natura-x> ovvero l’arte è uguale alla natura meno la
soggettività dell’artista. L’obiettivo più alto dell’artista è quello di imitare la natura. Ma
Hauptmann
Inizialmente voleva diventare pittore. A Berlino entrò in contatto con i naturalisti e nel
1889 ottenne un grande successo con il suo primo dramma “Prima del sorgere del
sole”. L’opera creò scandalo e durante la rappresentazione vi furono varie interruzioni
per risse. Hauptmann non credeva nell’idea dell’imitazione della natura ma sapeva
cavarsela bene con la rappresentazione dei conflitti. Al centro della vicenda compare
una famiglia in decadenza tra alcolismo, brama sessuale e cinismo.
Scrive il dramma “I tessitori” che riprende il tema, già esposto da Heine, della rivolta
dei tessitori slesiani del 1844. In questa opera i problemi del quarto stato costituiscono
il centro dell’azione. Il tema era ancora attuale in quanto la situazione non era
cambiata molto, e gli operai lavoravano ancora in condizioni misere. La classe
dominante vide il pericolo e vietò la rappresentazione del dramma. I timori erano
fondati in quanto che la prima messa in scena pubblica suscitò reazioni turbolente.
Hauptmann critica aspramente il capitalismo disumano e la corruzione della chiesa
che fornisce addirittura una giustificazione allo sfruttamento dei lavoratori. Il
capopopolo Jager guida la rivolta ma non ha un carattere limpido e positivo. Il vecchio
tessitore Hilse invece rifiuta la violenza e tiene all’etica cristiana dell’adempimento al
dovere. È proprio lui a cadere vittima dei disordini.
Compone l’opera “La pelliccia di castoro”, una delle poche commedie della letteratura
tedesca. La figura della mamma costituisce uno studio brillante sul carattere della
piccola gente che tenta di restare a galla attraverso piccoli sotterfugi e con arguzia.
La tragedia “L’ascesa al cielo di Hannele” segna il distacco evidente dal programma
naturalista.
La sua prima novella di un certo valore è “Il casellante Thiel” che presenta evidenti
tracce del naturalismo ma che va anche al di là di esso, in quanto questo semplice
casellante cade nella pazzia.
Fin de siécle
Negli anni tra il 1880 e il 1914 la molteplicità di correnti letterarie che si incrociavano
tra loro, espressionismo, simbolismo, estetismo, fu posta sotto un unico nome, periodo
della fin de siécle; questo periodo venne anche definito Decadentismo o Jugendstil
oppure, soprattutto nel campo dell’architettura, Neoclassicismo o Neoromanticismo.
Il concetto di “decadence” fu elaborato inizialmente in Francia. Nell’area tedesca
assunse un ruolo differente, diventò una vera e propria avanguardia e che presto fu
messa al bando in quanto espressione inferiore, di sangue non tedesco.
Si differenzia da Realismo e soprattutto dal Naturalismo in quanto i nuovi criteri di
osservazione del mondo non sono più il reale o il fantastico, ma il “bello” e il “brutto”.
L’arte non ha più nulla a che fare con la “Darstellung”, la rappresentazione oggettiva
della realtà, ma con la “Vorstellung”, l’immagine che noi abbiamo di essa; il problema
che si pongono gli autori in questo periodo è quello della “percezione” dell’arte.
Osservando le opere degli autori di questo periodo vediamo una chiara influenza di
molti stili senza che però ognuno di essi ne rappresentasse una in particolare: ad
esempio Schnitzler fornì meravigliosi esempi della Nervenkunst (l’arte dei nervi), quelli
di Hoffmannsthal sono di stampo decadente. Possiamo vedere la molteplicità di stili
anche nell’arte figurativa che vedeva il nascere dei Fauves in Francia, il cui maggiore
esponente era Matisse; gli espressionisti del gruppo Die Brucke fondato a Dresda, o il
nascente cubismo ad opera del simbolista Picasso e del fauvista Braque.
(Per quanto riguarda il contesto storico ci troviamo nella Germania “guglielmina”.
L’imperatore Guglielmo II aveva incentrato su di sé ogni potere eliminando anche la
figura del Cancelliere. Costruì un impero bellico e praticò una politica di espansione
aggressiva. Capì che per sostenere le spese belliche aveva bisogno dell’appoggio dei
socialdemocratici per cui abolì le leggi anti-socialiste e, pian piano, li convinse a votare
per l’approvazione della Wehropfer, la tassa patrimoniale per coprire le spese militari.
Era chiaro che la guerra era imminente. L’intolleranza fu il sentimento che caratterizzò
la Germania guglielmina. L’amore e la fedeltà alla patria si trasformarono in
patriottismo aggressivo che mostrava il carattere tedesco con l’odio e il rifiuto delle
culture dei paesi vicini.)
La fin de siécle è il risultato della vivacità delle metropoli. Ormai la letteratura era
uscita fuori dalla provincia in cui vivevano gli autori del realismo poetico che
scrivevano solo novelle formali. La letteratura del Decadentismo, a differenza del
Naturalismo, non si occupò della critica sociale. La convinzione che la decadenza della
propria cultura fosse imminente provocò un sentimento di stanchezza e declino nei
confronti della vita risvegliando l’interesse per la malattia e la morte.
L’interesse per questi temi è strettamente legato allo sviluppo della psicoanalisi ad
opera del filosofo Freud. In particolare la scoperta della differenza tra processi consci
ed inconsci, suscitò un grande interesse negli scrittori. Anche l’ipotesi freudiana
dell’origine sessuale delle strutture psicotiche fu molto interessante. La figura della
donna cambiò radicalmente dal periodo realista. Ora abbiamo due figure
contrapposte: la Famme Fatale che con il suo fascino crudele rovina ogni uomo che le
Arthur Schnitzler
Fu Schnitzler a creare la figura del “dandy”, l’elegante perdigiorno che vive solo di
donne e amori facili e senza troppi pensieri. È nell’opera “Anatol” che vediamo questa
figura. Il protagonista, Anatol, si trova a contatto con diversi tipi di donne con le quali
intreccia brevi relazioni. L’amico Max non è d’accordo con il suo comportamento
superficiale e finto. Il suo impegno alla sincerità non è mai autentico e non viene
preso sul serio in quanto oscilla tra autoanalisi e autoinganno. Non possono esistere
sentimenti sinceri in una società che considera la vita come un gioco di ruolo.
Scrive un ciclo di dialoghi, “Der Reigen” (Il girotondo) in cui vediamo una
rappresentazione più cinica del mondo. Il titolo si riferisce alla composizione
dell’opera. Nelle dieci scene si confrontano a turno figure maschili e femminili. Di volta
in volta uno dei partner viene scambiato fino all’ultima scena che si chiude con la
coppia iniziale. Questa danza leggera del girotondo è sinonimo dell’eterno ritorno delle
stesse cose e diventa un’allusione alla noia della vita. Inoltre i personaggi non hanno
dei nomi ma sono etichettati come tipi: il poeta, il soldato, la ragazza facile.
Quest’opera fu immediatamente censurata e, per molto tempo, Schnitzler fu
considerato sovvertitore dei buoni costumi.
Reiner Rilke
A differenza di Hoffmansthal il giovane Rilke era un autore alla moda per niente
maturo e autonomo. Fu la novella lirica “Il canto d’amore e di morte dell’alfiere
Christoph Rilke” a renderlo famoso all’improvviso. Lentamente però riuscì a superare
questa fase iniziale infatti già nell’opera “Libro delle immagini” vediamo il passaggio
alla perfezione della Dinggedicht.
Nasce a Praga ed è figlio di un impiegato. È fortemente legato alle tendenze artistiche
del suo tempo, allo Jugendstil. Viaggiò molto nei paesi scandinavi come la Svezia, che
ispirarono il suo unico romanzo, “I quaderni di Malte Laurids Brigge”.
Rilke è un poliglotta, e la sua apertura verso la cultura europea ha caratterizzato la sua
arte. Tuttavia era indifferente nei confronti della vasta cultura europea che egli in gran
parte sconosceva. Questo poeta riuscì a distaccarsi dall’estetismo grazie ad un’altra
arte, la scultura. La scultura si deve confrontare con materiale reale, formule
matematiche e con il problema di riprodurre nella materia grezza la forma desiderata
dall’artista. Grazie a queste riflessioni matura la convinzione che bisogna osservare il
mondo con precisione. La parola per il poeta deve essere uno strumento, come lo
scalpello per lo scultore. Le “Nuove Poesie” sono il risultato di queste riflessioni. Solo
delle Dinggediche, letteralmente “poesie-oggetto” che implicano l’utilizzo di un
linguaggio poetico nuovo. Gli stati d’animo in queste poesie non vengono descritti in
modo soggettivo, ma come “dati di fatto”. Rilke si serve infatti di metafore e
assonanze sorprendenti.
La ricerca di nuove metafore è legata anche all’opera “I quaderni di Malte Laurids
Brigge” in cui il protagonista Malte è un giovane danese di nobili origini che scrive in
un diario le sue esperienze e i suoi vissuti. Descrive le sue paure e i suoi desideri.
Troviamo un forte legame tra mondo interiore ed esteriore che sembra costituire
un’anticipazione del Surrealismo.
Scrive le “Elegie” dal contento oscuro ma che sono importanti soprattutto per la forma
in quanto le dieci elegie formano un ciclo in cui si fonde l’immagine visionaria
dell’unione della vita e della morte. La chiave di questa unione è la figura mitica
dell’angelo che non ha nulla a che fare con l’idea cristiana di un angelo. Nella seconda
elegia in particolare, l’angelo è simbolo della scissione tra soggetto e oggetto e anche
mediatore di una nuova sintesi, tra il mondo terreno e quello ultraterreno.
(Le affinità di Rilke con il fascismo sono dimostrate. Tuttavia egli si interessò poco di
politica e non prese mai una posizione di fronte ai problemi sociali del tempo).
Stefan George
Proviene dall’alta borghesia tedesca. Nasce nella città di Bingen. Intraprende lunghi
viaggi per allargare i suoi orizzonti culturali. Visitò l’Italia e andò anche in Francia, dove
conobbe i simbolisti che si riunirono attorno a Mallarmé. Ma l’incontro più importante
per la sua vita artistica fu quello con Baudelaire, secondo il quale il modo è fatto di
“corrispondences”, come egli chiamava le relazioni simboliche. Tornò in Germania
Frank Wadekind
La sua opera più importante è “Il risveglio della primavera, tragedia giovanile”, in cui
si fa beffe del naturalismo, della critica sociale. Questo dramma fu accolto con
entusiasmo dagli esponenti dello Jugendstil. Il dramma critica aspramente la morale
sessuale contorta del periodo della fin de siècle: l’ipocrisia dei genitori e degli
insegnanti confondono gli adolescenti nella fase puberale, alle prese con i primi
problemi amorosi. I tormenti interiori spingono un ragazzo al suicidio mentre una
studentessa incinta muore durante l’aborto organizzato dalla madre. Wadekind
inserisce in quest’opera elementi grotteschi e surreali. Il mondo dei figli, sano e
ingenuo viene contrapposto al mondo degli adulti rappresentati come delle caricature.
Wadekind segue il modello di Buchner e non dà una struttura al dramma. Troviamo
dialoghi comici in un contesto tragico e non abbiamo un nesso preciso nella
successione delle scene. Wadekind è fortemente influenzato dalle arti minori, il
cabaret e il circo. Entra in contatto con il mondo circense a Zurigo. Nell’arte circense
trova il connubio tra linguaggio dei gesti, danza e tensione nervosa che si adattano
perfettamente alla sua idea di teatro. Da ciò deriva il dramma “Lulu”, ambientato in un
Heinrich Mann
Proviene dalla borghesia patrizia di Lubecca. Non portò a termine gli studi, come suo
fratello. Si trasferirono per un periodo a Palestrina, vicino Roma. Le impressioni di
questo soggiorno sono evidenti nell’opera “La piccola città”. Si interessa alla
letteratura tedesca ma anche a quella europea, in particolare quella della décadence
francese. Heinrich si staccò prima di Thomas dall’estetismo in quanto si legò alla
politica della sinistra liberale. Il contrasto con il fratello che era più conservatore portò
ad una rottura nel 1914.
Scrive il saggio “Lo spirito e l’azione” in cui si scaglia contro i letterati tedeschi che si
vantavano del loro disinteresse politico e sociale e che evitavano ogni contatto con il
popolo. Questi attacchi erano rivolti anche al fratello che gli rispose con l’opera
“Considerazioni di un impolitico” in cui accusava Heinrich di essere un
Zivilisationliterat, un letterato dedito alla civiltà, e di tradire il mondo dell’arte.
Troviamo qui l’opposizione di civiltà e arte. I due si riconciliano nella lotta contro il
nazionalsocialismo in ascesa. Durante il periodo della Repubblica di Weimar Heinrich
ebbe un importante ruolo politico ma, con la presa di potere del nazionalsocialismo, fu
costretto all’esilio. Si recò inizialmente in Francia e poi negli Stati Uniti, dove fu
dimenticato. Heinrich venne riscoperto soltanto dopo la guerra e la divisione della
Germania. Venne convocato dalla Repubblica Democratica Tedesca per ricoprire la
carica di direttore dell’Accademia delle Belle Arti della Germania Orientale. Egli però,
ormai gravemente ammalato e depresso, morì prima di poter tornare in Germania.
Scrive il romanzo “Il professor immondizia”, in cui troviamo una critica alla società
dell’autoritarismo e dell’ottusità. Il protagonista è il professor Rath. Egli disprezza i
giovani indisciplinati e che non rispettano la legge. I suoi alunni lo chiamano appunto
Professor Unrat. Il suo mondo fatto di ferrei principi crolla nel momento in cui si
innamora di una cantante di varietà e cede al suo fascino. È considerato uno zimbello
ormai, e viene licenziato. Continua però a disprezzare l’intera popolazione creando
scompiglio anche nella piccola città in cui vive. Alla fine viene arrestato dalle autorità.
Scrive il romanzo “Il suddito”, una cupa satira sociale della Germania guglielmina.
Nell’opera la società appare dominata da un potere piramidale e gerarchico a cui tutti
gli ambiti, familiare, economico, obbediscono con zelante gioia. Questo potere è
incarnato nella figura grottesca dell’Imperatore secondo il quale ogni uomo è un
suddito. La figura del suddito in questo caso è un imprenditore di nome Diederich