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Il romanticismo

Termine che richiama quei racconti cavallereschi (Ariosto e Tasso), vicende in parte realistiche e
inventate. Attenzione ai vari cicli (ciclo Bretone, ecc.). Il termine “romantic” già nel 700 in Francia
intente qualcosa di malinconico e triste. Tutto questo avviene nel corso del 700. I tedeschi invece con
“romantico” indicano qualcosa di positivo, la centralità del sentimento, la parte istintiva e irrazionale
dell’essere umano. Per alcuni romantici c’è proprio il rifiuto all’illuminismo (la corrente opposta).
Con il Congresso di Vienna succedono moltissime cose, si cerca di ripristinare tutto quello che c’era
prima di Napoleone (Italia divisa in famiglie e zone). Nascono numerose correnti rivoluzionarie che
mirano a contrastare la restaurazione. Gli intellettuali non sono più mantenuti e ora sono i borghesi
che scrivono. Il romanticismo si inserisce in un contesto dove il capitalismo ha creato pochi ricchi e
tanti poveri. Il romantico non credo più nella ragione, al romantico interessa solo e soltanto il
sentimento. La parte istintiva dell’uomo diventa motivo principali. Esistenza profondamente pesante,
non allineata alla volontà dell’uomo. Cercare delle risposte razionali è impossibile. Occupiamoci del
lato primordiali e più sincero di noi. L’illuminismo non è riuscito a rispondere a molte domande
esistenziali dell’uomo.

L’uomo diventa molto individualista, ma non vuol dire che sia egoista. L’uomo romantico cerca di
capire al suo interno (moto interno che si scontra con il moto esterno). Questo atteggiamento si chiama
TITANISMO, si vuole difendere dall’esterno, la realtà lo incatena, non è libero di scegliere. I Titani
sono passati alla storia come primi dei. I Titani sono incatenati ai limiti dell’universo e cerano di
liberarsi, accettando l’esistenza come se fossero delle vittime. Leopardi sarà contro l’universo
romantica. Principalmente il romanticismo si trova in Germania alle fine del diciottesimo secolo e
per tutto il diciannovesimo secolo. Nel 1798 si forma il “Gruppo di Jena”, movimento culturale che
ospitava una serie di autori importanti, come Friedrich Schlegel e Friedrich Schelling. Da questo
movimento nasce la rivista Athenaum che promuovono questi ideali. Questi autori hanno forti ideali
antilluministi. Non credendo più nella mente dell’uomo come strumento per trovare la verità,
sostengono che l’uomo posso elevarsi all’assoluto. Andando oltre alla mente. Bisognava vivere nel
presente ed essere originali. L’ideale di bellezza è l’uomo moderno. La poesia non è più diretta e si
comunica attraverso un simbolo. Attraverso la simbologia prova a comunicare con il mondo. Il
simbolo come prima interpretazione deve essere inesprimibile. Gli illuministi invece erano molto
diretti e si occupano di molte cose concrete (la pena di morte, le odi civili, politica, ecc.) che cozzano
il TITANISMO (l’interesse di capire l’uomo) dei Romantici. Queste tematiche si staccheranno poi
dalla poesia e nascerà la sociologia. L’Italia prende una strada completamente diversa ed è ancora
ancorata all’Illuminismo.
Per ricostruire la storia dell’uomo è necessario conoscere tutta la storia. Un illuminista perde interesse
per la religione. Al romantico interessa soltanto l’ignoto, tutto quello che l’uomo non conosce. I
romantici sanno che dietro l’uomo c’è qualcosa di grande (spirituali) vogliono vedere come lo spirito
si manifesta nella realtà. In questo momento ci si rende conto che essere divisi non porta da nessuna
parte, la libertà dell’individuo per creare una patria. La nazione è più importante della condivisione
con le altre nazioni, secondo i romantici. Il trattato perde terreno perché si cerca la centralità
dell’individuo. Per questo nell’1800 si arriva all’idea di Repubblica. Nessuno vuole più la divisione.

In Italia poche cose vengono accettate. L’uomo sta vivendo una scissione. L’Italia vuole ancora il
romanzo, le novelle. Ha ancora un profondo legame con tutti gli aspetti legali dell’Illuminismo.
L’Italia non vive il romanticismo come una rottura con il passato. L’Italia concilia l’Illuminismo con
il Romanticismo. Non vuole assolutamente gettare le spalle al passato. Nel 1818 Nasce una rivista,
chiamata il Conciliatore, fondata da Silvio Pellico. Dove tutti i “vecchi” autori illuministi vengono
comunque rispettati. Leopardi è profondamente contrario al romanticismo, ma senza saperlo porterà
avanti gli stessi idei. I romantici guardano sempre avanti senza guardare troppo indietro. I romantici
italiani vogliono creare qualcosa di nuovo, sempre forme nuove di scrittura.

Madame de Staël, italiana, vive a Parigi e scrive una polemica (“sulle maniere e sulla utilità delle
tradizioni”) dove dice agli italiani di svegliarsi e di staccarsi dalle radici e andare oltre per creare una
nuova bellezza, troppo fermi al passato, il pensiero non si sta evolvendo. Scatena un putiferio perché
gli italiani si sentono molto toccati da questa cosa e scrivono degli articoli definendo la nostra cultura.
Pietro Giordani dice che quando si parla di bello non si può andare oltre perché il massimo è già stato
raggiunto. (non possiamo fare altro che guardare al passato). I classicisti portano avanti l’idea di
imitare il passato, non si può contaminare la lingua con i dialetti. Atteggiamento conservatore. La
borghesia vuole l’attenzione della letteratura. Ormai i letterati sono borghesi. La lingua non deve
essere più una lingua aulica e dotta ma deve diventare popolare il più comune possibile. Prima di
cambiare bisognerà aspettare un secolo. In Germania era più facile far attecchire il nuovo perché c’era
una consapevolezza storica ed artistica molto ma molto inferiore rispetto all’Italia. Tra gli innovatori
in Italia c’è Berchet

Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni è un articolo scritto da Madame de Staël, tradurre è
importante per per far comprendere al meglio le opere a tutti. Per i classicisti questi è molto importante
perché la letterature deve essere alla portata di tutti anche chi non ha mai studiato letteratura. Non
bisogna essere dotti e colti per fare poesia. Per i romantici l’uomo canalizza il sentimento, prima di
capire l’uomo sente.
Trasportare un concetto da una lingua all’altra è il beneficio più grande che si possa dare alla
letteratura umana. I dotti hanno scritto in latino per atteggiarsi un gradino sopra rispetto agli altri. Gli
intellettuali finora hanno conservato un sapere ma è anche vero che questa bellezza non è stata
tramandata a molte persone (in pochi sanno il latino) i dotti d’Italia utilizzano una lingua morta. Dove
sono le opere di Virgilio o di Orazio? Sono opere sepolte perché pochi sono in grado di comprendere.
Leggere un testo tradotto nella propria lingua è molto meglio per il lettore, perché acquisisce un senso
più domestico. Nessuno sarà mai in grado di conoscere bene tutte le lingue e il piacere di leggere
nella propria lingua è insuperabile. Se i nostri letterati si riducono a tornare sempre sugli stessi testi
non ci resta che guardare quello che fanno gli altri. La traduzione è l’unica cosa che ci resta. La
letteratura ha preso piacere solo e soltanto dal passato, facendo lavorare solo la mente. Le nazioni
devono avere degli interessi nuovi altrimenti si rischia di entrare in sonno eterno e profondo.

Dopo questo articolo emergono tanti intellettuali che cercano di smuovere le coscienze degli italiani,
Borsieri e Berchet.

Berchet è un po’ più sottile di Madame de Staël e scrive una lettera a suo figlio in un collegio e si
incarna nella figura di Grisostomo facendo considerazioni sul romanticismo e l’illuminismo. Fa finta
di essere un grande classicista per sfuggire alla censura, sole le idee classiciste erano considerate
giuste.

Quello che noi diciamo non deve stare fermo nelle biblioteche ma almeno gira. Fare poesia imitando
gli antichi è facile, ma scrivere in prosa implica grande responsabilità. Tutti gli uomini hanno nel
fondo dell’anima una tendenza per la poesia, spontanea capacità di fare letteratura. Passivamente c’è
questa possibilità. Il fatto che i poeti si sentano superiore non esiste e finzione. I poeti non sono classe
a parte. Tutti i poeti tedeschi hanno provato a proporre qualcosa di nuovo hanno fatto un gran rumore,
sono dei capofila. I tedeschi hanno fatto ciò che il cuore gli diceva. Senza studiare i testi ma il cuore.
Omero ha cercato di sfruttare questa capacità creativa prima di tutti. Se tutti facessero come omero
avremo sempre qualcosa di nuova. L’Italia è pieno di poeti morti (i classicisti) che rimuginano sempre
le stesse cose. Imparerai come usare la poesia come arte e non come imitazione. Arrivai a un punto
in cui sarei talmente libero da invidiare il tuo maestro che cerca di comprendere. Meno si interpreta
e più si crea meglio è.

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