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Caratteristiche delle Signorie che si sono formate in Italia a partire dalla fine del XIII secolo.
A Milano i primi signori tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo a
contendersi il potere furono i Visconti e i Della Torre e a prendere alla fine
il potere furono i Visconti. I Visconti raggiunsero il massimo della loro
potenza con Gian Galeazzo Visconti, che sposò la figlia del re di Francia
Isabella di Valois e questo gli diede maggior potere e ottenne il titolo di
duca di Milano. Con Gian Galeazzo, Milano arrivò a conquistare la
Lombardia, l’Umbria e parte dei territori toscani. La crisi invece iniziò con
Filippo Maria Visconti, che perse vari territori con lo scontro contro
Venezia.
LE SIGNORIE DI VENEZIA
Nella Repubblica di Venezia il potere era nelle mani del doge, ma nei
fatti a gestire il potere era il Gran Consiglio della Repubblica in cui
sedevano tutti i rappresentanti dell'oligarchia veneziana. Venezia era una
grande potenza e aveva esteso anche sul mare il suo controllo fino al Mar
Nero. Era meno forte sulla terra ferma e rischiò di essere sconfitta da
Genova proprio nel suo punto debole. Nel 1978 i genovesi riuscirono ad
entrare nei territori della Repubblica occupando l'isola di Chioggia. Venezia
cercò di espandersi in Italia scontrandosi con Filippo Maria Visconti, e in
questo scontro si distinse Francesco Bussone, detto il Conte di
Carmagnola. Nella battaglia di Maclodio riuscì a sconfiggere le truppe
milanesi in seguito al passaggio in quelle veneziane. Nel 1433 fu firmata la
pace di Ferrara nella quale Milano cedette Bergamo e Brescia a Venezia.
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L'Italia degli Stati regionali: dal tramonto dei Comuni alla nascita delle Signorie. Equilibri di potere
nell'Italia tra 1300 e 1400 nello scenario dell'Europa in fermento
Devi conoscere
Il mercante nel Medioevo: storia, significato e caratteristiche
I comuni nel Medioevo: nascita e sviluppo tra 1200 e 1300
Cosa imparerai
La situazione politica in Italia tra 1300 e 1400
Gli equilibri di potere in Italia e in Europa
Differenze tra comuni e signorie
INDICE
Crisi dell’età comunale
Nascita delle signorie in Italia tra 1300 e 1400
Regno di Napoli, Stato della Chiesa e nuovo equilibrio in Italia
Concetti chiave
Infobox
Cosa
Quando
1300 - 1400
Dove
Italia
Precedenti
Conseguenze
Protagonisti
Frase celebre
‹‹Leggiamo che nessuno gli fu pari per capacità di dissimulare: a tal punto d’astuta sagacia che, giusta il vecchio proverbio, avrebbe potuto regnare
in perpetuo›› (Pier Candido Decembrio, Vita di Filippo Maria Visconti)
Crisi del papato e dei comuniCon la scomparsa di Federico II sfumò la possibilità di unire la
penisola italiana in un’unica entità. Mentre le monarchie di Francia e Inghilterra divenivano
nuovi modelli di governo a cui guardare, il papato ed i comuni, che erano stati i principali
antagonisti dello stupor mundi, entrarono in crisi.
Sconfitte politiche della ChiesaTra XIII e XIV, la Chiesa aveva subito notevoli sconfitte politiche,
sino al trasferimento della propria sede ad Avignone, ed i comuni denunciavano da
tempo un deficit di partecipazione del popolo alla vita politica, reso evidente dalla
mancata integrazione della popolazione del contado.
Signoria e potere dal bassoSono profili che dobbiamo leggere con attenzione, nella
consapevolezza che se esistevano certe sfumature, era invece sempre presente
un’investitura dal basso dell’uomo proiettato al comando. In sintesi, il signore
veniva investito del potere dagli organismi del Comune, normalizzando di fatto una
situazione eccezionale, che paradossalmente aveva rappresentato la negazione stessa degli
ordinamenti comunali. La perdita d’identità ed una buona dose d’incoerenza furono il
prezzo per il raggiungimento della pacificazione interna.
Evoluzione delle signorie: i principatiIl quadro generale era completato dal riconoscimento delle
signorie ad opera del papa o dell’imperatore, che le legittimavano rendendole dei
“principati”. In quel modo, il governo signorile diveniva quasi un potere assoluto.
Estensi e da RomanoTra le più antiche signorie, sono da ricordare quella degli Estensi nel
ferrarese, a cui seguirono le esperienze di Modena e Reggio. Nell’Italia nord-orientale fu
rilevante il potere dei da Romano che controllavano numerosi centri tra cui Vicenza,
Treviso, Feltre e le importanti città di Padova e Verona.
Marchesi di Monferrato, di Saluzzo e i SavoiaNel Piemonte settentrionale dominavano i marchesi
di Monferrato, mentre in quello meridionale governava il marchese di Saluzzo. I
Savoia esercitavano il potere sulla Val d’Aosta e sul Canavese.
Malatesta, Montefeltro e da VaranoDiversa la questione per Romagna e Marche, dove la debolezza
dello Stato pontificio, che teoricamente deteneva il controllo di quelle regioni, si trovò in
pratica a scendere a compromessi con i vari signori: i Malatesta a Rimini, i Montefeltro a
Urbino o addirittura (vista la vicinanza con Roma) con i da Varano a Camerino.
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Curiosità
Gian Galeazzo Visconti è detto anche Conte di Virtù per la contea di Vertus in Champagne ricevuta
in dote dalla moglie Isabella di Valois (figlia di Giovanni II re di Francia), che morì in seguito alle
conseguenze del parto l’11 settembre 1372.
Dominio dei baroniEsclusa Napoli, non esistevano grandi centri che potevano essere paragonati
alle città d’Europa, mentre nelle campagne dominavano i baroni, che erano i principali
nemici della centralizzazione. L’immobilismo era uno dei modi migliori per conservare
il potere su masse di contadini impoveriti. La corona tentava di contrastare lo stato delle
cose, disgregando gli enormi latifondi, ma la tattica di concedere terre a nuovi privilegiati si
rivelò una medicina peggiore del male. La mancanza della borghesia rendeva sterile
il potere del re, che non riusciva a depotenziare l’operato dei baroni.
Ascesa al trono di Alfonso “il Magnanimo”Il tutto era acuito da una crisi dinastica che si risolse solo
con l’ascesa al trono di Alfonso “il Magnanimo”. Con il nuovo re si aprì una nuova fase. Fu
solo in quel momento, anche per esigenze geopolitiche – il collegamento del Regno alla
Corona d’Aragona – che furono avviate riforme amministrative che rafforzarono il
governo centrale.
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Filippo Maria Visconti e guerre italianeErano le prime avvisaglie delle guerre italiane che videro
protagonista Filippo Maria Visconti, che voleva ricostruire il vasto dominio di
Gian Galeazzo. Filippo sconfisse Firenze ma fu costretto alla resa da Venezia nel 1427. Ne
approfittarono alcune famiglie milanesi che cercarono di eliminare i Visconti proclamando la
Repubblica ambrosiana. Era un progetto velleitario che non teneva conto dell’incombente
presenza veneziana e che aveva allarmato la stessa Firenze costringendola ad un’alleanza con
Milano.
Equilibrio italianoLa guerra riprese, ma le potenze si logorarono senza trovare un vincitore, sino
alla pace di Lodi nel 1454. Ad un anno dalla firma, fu costituita la Lega italica con
Venezia, Firenze, Roma e Napoli unite alle decine di piccoli Stati satelliti. Quella
politica d’equilibrio non era altro che un atto di compromesso che testimoniava un dato
di fatto: l’Italia restava una realtà frammentata in cui lo spirito unitario non trovava ancora
posto.
Concetti chiave
Crisi dell’età comunale
Il Comune: il limite di una forma di governo non riformabile.
Il tessuto politico delle Corporazioni.
Quali furono i 5 grandi Stati protagonisti della vita italiana del XV secolo?
Ducato di Milano, Repubblica di Firenze, Repubblica di Venezia, Regno di Napoli e Stato della Chiesa.
Quali erano state le principali signorie italiane?
Visconti e Sforza a Milano, Estensi nel ferrarese, Da Romano, Malatesta a Rimini, Montefeltro a Urbino, da Varano a
Camerino, Medici di Firenze.
Nel 1300 decadono definitivamente i Comuni e si affermano le Signorie che, conquistato il potere, cercano di ampliare i
propri territori scendendo in guerra con le città vicine formando dei veri e propri Stati regionali.