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LA LINGUA

ITALIANA
r i v i s ta a n n ua l e d i r e t ta d a
m a r i a l u i s a a lt i e r i b i a g i
m au r i z i o d a r d a n o
pietro trifone
g i a n luc a f r e n g u e l l i
c o m i tat o d i r e d a z i o n e
e l i s a d e ro b e rto
g i a n luc a co l e l la
c o m i tat o s c i e n t i f i c o
z y g m u n t b a r a ń s k i
gerald bernhard
gaston gross
christopher kleinhenz
a d a m l e d g e wa y
aldo menichetti
franz rainer
lorenzo tomasin
*
«La lingua italiana. Storia, struttura, testi»
is a Peer Reviewed Journal.
LA LINGUA
ITALIANA
sto ria, st ruttu r e, testi

r i v i sta i n t er na z ionale

vi · 2010

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SOMMARIO

Maurizio Dardano, Modelli siciliani e altri modelli 9


Luigi Spagnolo, Sui testi della scuola siciliana 23
Roberta Cella, Prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle Alpi. Saggio di
glossario fino al 1350 57
Claudio Giovanardi, Sulla lingua delle commedie “ridicolose” romane del Seicento 101
Mirko Volpi, « Sua maestà è una pornografia ! ». La scrittura della protesta nelle lettere
     

al re durante la Grande Guerra 123


Salvatore Claudio Sgroi, Sosia da unigenere ad ambigenere : (linguisticamente e

lessicograficamente) in Italia e in Europa 141


Federica Venier, Semplificazione dell’italiano come lingua del Mediterraneo 155

osservatorio linguistico
Intervista a Michele Metzeltin su “Diskurs. Text. Sprache” 179

recensioni
Maurizio Vitale, L’officina linguistica del Tasso epico. La “Gerusalemme Liberata”
(Maurizio Dardano) 185
Luca Serianni, La lingua poetica italiana. Grammatica e testi (Elisa De Roberto) 191
Crescenzo Del Monte, Sonetti giudaico-romaneschi. Sonetti romaneschi. Pro-
se e versioni, a cura di Micaela Procaccia e Marcello Teodonio (Andrea Tobia
Zevi) 197
Angelo Fabi, Vicende di parole. Contributi di lessicografia italiana, a cura di Bene-
detta Heinemann Campana. Premessa di Alfredo Stussi (Gianluca Colella) 200
Storia della punteggiatura in Europa, a cura di Bice Mortara Garavelli (Lucia Raf-
faelli) 204
Michele Loporcaro, Profilo linguistico dei dialetti italiani (Silvia Capotosto) 211
PRESTITI NEI TESTI MERCANTILI
TOSCANI REDATTI DI LÀ DALLE ALPI.
SAGGIO DI GLOSSARIO FINO AL 1350
Roberta Cella

I testi redatti tra la metà del Duecento e la metà del secolo successivo dai mercan-
ti toscani operanti fuori d’Italia, e segnatamente in Francia, in Provenza, in Inghil-
terra e nelle Fiandre, costituiscono un insieme affatto particolare nel panorama della
documen­tazione pratica medievale. Trattando dei documenti mercantili toscani pro-
dotti “di là dalle Alpi”, evocare fin dal titolo il contributo di Gianfranco Folena (1968-
1970) sul veneziano “de là da mar” significa evidenziare il contatto in atto fra lingue
parlate, con i conseguenti fenomeni di conguaglio e di prestito, contatto avvenuto però
in epoche antiche e quindi attingibile solo grazie alle superstiti testimonianze scritte.
Più in gene­rale, il richiamo al veneziano coloniale intende ribadire, nel vasto campo del
prestito antico, la peculiarità della Verkehrssprache, non regolata direttamente dal gusto,
né dalla moda, né dal generico prestigio socio-culturale delle lingue in causa, ma piut-
tosto assoggettata alla necessità – ancor prima che all’opportunità – di chiamare le cose
con il loro nome in realtà alloglotte.
Non è qui in questione la rilevanza, quantitativa e qualitativa, dell’attività commer­
ciale e finanziaria nel mondo toscano medievale – la “terza dimensione” della società
del tempo, dopo l’ideale e la politica, di cui parla Arrigo Castellani nell’Introduzione ai
Nuovi testi fiorentini (1952, pp. 2-3) – ; ciò che preme è circoscrivere la documentazione più

antica prodotta Oltralpe e illustrarne la specificità. Nella tradizione degli studi stori­co-
linguistici infatti, tale documentazione non viene di norma isolata dal resto della produ-
zione pratica, ma da sempre è considerata e utilizzata come genuina documenta­zione
delle varietà locali alla stessa stregua di quella prodotta nel luogo d’origine dello scri-
vente : se l’equiparazione risulta sostanzialmente vera per ciò che concerne la morfo­

logia e la sintassi, e in larghissima parte anche la fonetica, per quanto invece riguarda il
lessico ritengo che siano opportune alcune precisazioni.

1. Il corpus testuale
Il corpus dei testi mercantili toscani scritti Oltralpe al momento utilizzabile per l’analisi
consta di una quarantina di unità, di varia estensione e differente natura pragmatica,
comprendenti lettere inviate dalle filiali alle sedi italiane, libri di conto (sia frammentari
sia conservati nella loro interezza), annotazioni contabili di varia funzione, nonché al-
cune scritture non contabili più qualche sottoscrizione o attergato a documenti latini. 1
In esso ho ritenuto di includere anche la Pratica della mercatura compilata da France­sco
di Balduccio Pegolotti durante gli anni trascorsi nelle Fiandre, in Inghilterra e a Cipro
come agente dei Bardi, che, seppur tràdita da un manoscritto datato 1471, è comune-
mente ritenuta affidabile per l’analisi lessicale.
1
  Un’analisi delle differenti tipologie, condotta però su un solo fondo primotrecentesco, in Cella (2009,
pp. 13-21). Ringrazio Pietro Beltrami e Rossella Mosti, che hanno letto e contribuito a migliorare il presente
lavoro.
58 roberta cella
Fornisco preliminarmente l’elenco dei testi considerati, che per larghissima parte,
con l’eccezione di quelli contrassegnati da un asterisco, sono interrogabili in formato
elettronico perché compresi nella base di dati allestita dall’« Opera del Vocabolario Ita-  

liano – Istituto cnr » di Firenze (d’ora in avanti corpus tlio) ad uso del Tesoro della Lingua

italiana delle Origini (tlio) ; 1 essi si citeranno con le sigle qui elencate (a volte differenti

da quelle in uso nel tlio e nel corpus tlio, riferite in coda all’indicazione bi­bliografica
quando del caso), che solo nel prospetto sono corredate, tra parentesi tonde, dal luogo
di redazione e, quando non già indicate nell’abbreviazione, dalla data e dalla varietà
linguistica che documentano.
1. Lett. sen. 1262 (Troyes, 4 settembre) = Lettera d’Andrea de’ Tolomei da Tresi a messer Tolomeo,
messere Orlando, messer Pietro, e agli altri compagni de’ Tolomei, in Siena (1262), in Castellani (1982,
i, pp. 273-289) ;

2. Libro Ugolini (Champagne, 1263 ; senese) = Dare e avere di Francia della Compa­gnia di Gentile Ugo-

lini, in Castellani (1982, i, pp. 311-379) [tlio : Doc. sen., 1263] ;    

3. Lett. sen. 1265 (Troyes, 29 novembre) = Lettera d’Andrea de’ Tolomei, da Tresi, a messer Tolomeo e
agli altri compagni de’ Tolomei, in Siena (1265), in Castellani (1982, i, pp. 401-407) ;  

4. Lett. sen. 1269 (Bar-sur-Aube, 30 aprile) = Lettera d’Andrea de’ Tolomei, da Bari sull’Alba, a messer
Tolomeo e agli altri compagni de’ Tolomei, al Castello della Pieve, in Castellani (1982, i, pp. 413-
420) ;

5. Doc. tosc. 1278 (Londra) = sottoscrizioni toscane a un atto del 1278 rogato a Londra, in Palmieri
(1889, p. xvii nota 2) ;  

6. Ragione Buonsignore (Provins, 1279 ; senese) = La Ragione di Luca Buonsignore (1279), in Larson

(2003, pp. 287-298) [tlio : Doc. sen., 1279] ;


   

7. Ragionato Cepperello (Champagne, 1288-90 ; pratese) = Ragionato di Cepperello Dietaiuti da Prato,


in Serianni (1977, pp. 163-172) [tlio : Doc. prat., 1288-90] ;


   

8. Annotazioni Cepperello (Champagne, 1289/90 ; pratese) = Annotazioni autografe di Cepperello Die-


taiuti da Prato, in Fantappiè (2000, i, pp. 24-25) [tlio : Doc. prat., 1289/90] ;    

9. Lett. sen. 1294 (Provins, post 6 luglio ?) = Una lettera mercantile senese del 1296 [Piero Dietavvive ai

compagni di Siena], in Castellani (1980, ii, pp. 411-416) [tlio : Doc. sen., 1294 (2)] ;    

10. Libro Fini (Champagne, 1296-1305 ; fiorentino) = Libro del dare e dell’avere di Renieri Fini de’ Benzi

e fratelli da Figline alle fiere di Sciampagna (Partite anteriori all’anno 1300), in Castellani (1952, pp.
677-696) [tlio : Doc. fior., 1296-1305] ;
   

11. Libro Mannucci (Salon-de-Provence, 1299-1300 ; fiorentino) = Libro del dare e dell’avere di mercanti

fiorentini in Provenza, tenuto da Matino Mannucci, in Castellani (1952, pp. 708-803) [tlio : Doc.  

fior., 1299-1300] ;  

*12. Libro vecchio Gallerani (Londra, 1304-1305 ; senese) = Libro vecchio dell’entrata e dell’uscita della

filiale di Londra (20 gennaio 1303/4-30 aprile 1305), in Cella (2009, pp. 209-63) ;  

13. Doc. Gallerani (Londra, marzo 1304-1308 ; senese) = documenti relativi all’attività commerciale

della compagnia Gallerani, in Bigwood / Grunzweig (1961, i, pp. 212-63) [tlio : Doc. merc. Gal-  

lerani, 1304-1308 (sen.)] ;  

*14. Consuntivo di cassa Gallerani (Londra, 1305 ; senese) = Consuntivo dei contanti di cassa della filiale

di Londra al 30 aprile 1305, in Cella (2009, pp. 266-267) ;  

15. Libro nuovo Gallerani (Londra, 1 maggio 1305-1 novembre 1308 ; senese) = Libro nuovo dell’entrata  

e dell’uscita della filiale di Londra, in Bigwood / Grunzweig (1961, i, pp. 5-122), cfr. Cella (2009,
pp. 91-92) [tlio : Libro Gallerani di Londra, 1305-1308 (sen.)] ;
   

*16. Registrazioni Gallerani (Londra, 1305 ; senese) = Registrazioni ausiliarie al libro nuovo dei conti

della filiale di Londra (12 maggio-5 agosto 1305), in Cella (2009, pp. 272-289) ;  

17. Lett. sen. 1305a (Londra, 5 ottobre ; senese) = Lettera « aperta » di cambio rilasciata da Biagio Aldo-
     

1
  La consultazione del corpus tlio (sul cui allestimento si veda Pollidori, 1999) e del tlio (sul cui avanza-
mento si veda da ultimo Beltrami, 2009) è possibile a partire dal sito di rete www.ovi.cnr.it (oppure www.
vocabolario.org).
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 59
brandini (Londra, 5 ottobre 1305), in Cella (2009, p. 291) [ed. pre­cedente : Lettera di pagamento, in  

Bigwood / Grunzweig (1961, i, p. 265) = tlio : Lett. sen., 1305 (2)] ;    

*18. Ricordanza Gallerani (Londra, ottobre 1305 ; senese) = Ricordanza d’una fideius­sione (ottobre

1305) dal grande libro della filiale di Londra, in Cella (2009, pp. 294-295) ;  

19. Lett. sen. 1305b (Parigi, 17 giugno) = Lettera di Guccio e Francesco de’ Sansedoni, da Parigi, a Goro e
Gontieri de’ Sansedoni, in Siena, in Paoli / Piccolomini (1871, pp. 71-83) [tlio : Lett. sen., 1305] ;    

*20. Libro renenga (Bruges, 1306 ; senese) = Libro delle spese quotidiane della « renenga » di Fiandra
     

(Bruges, 15 luglio-28 agosto 1306), in Cella (2009, pp. 299-325) ;  

*21. Lett. sen. /tosc. occ. 1307a (Nîmes) = Prima lettera di Ranieri, da Nîmes, al figlio Pietro, a Parigi (6
maggio 1307), in Cella (2009, pp. 328-330) ;  

*22. Lett. sen. /tosc. occ. 1307b (Nîmes) = Seconda lettera di Ranieri, da Nîmes, al figlio Pietro, a Parigi
(maggio 1307), in Cella (2009, pp. 331-335) ;  

*23. Lett. sen. /tosc. occ. 1307c (Nîmes) = Terza lettera di Ranieri, da Nîmes, al figlio Pietro, a Parigi (30
maggio 1307), in Cella (2009, pp. 336-337) ;  

*24. Note di crediti Gallerani (Parigi, circa 1306-ottobre 1307 ; senese) = Note di crediti dell’Île de  

France in due rotoli pergamenacei (circa 1306- ottobre 1307), in Cella (2009, pp. 342-355) ;  

25. Libro Gallerani di Parigi (Parigi, 1306-1308 ; senese) = Libro delle dette dei villani della filiale di

Parigi, in Bigwood / Grunzweig (1961, i, pp. 123-209), cfr. Cella (2009, p. 106) [tlio : Libro Gal-  

lerani di Parigi, 1306-1308 (sen.)] ;  

*26. Lett. sen. 1309 (Bruges) = Lettera di Bartolomeo (Meo) del Massiccio, da Bruges, a Bartolomeo Fini,
a Ypres (16 agosto 1309), in Cella (2009, pp. 361-362) ;  

27. Lett. pist. xiv in. (Francia o Provenza ?) = Lettera di Vanni e Guiglielmo a ser Lunardo Gualfredotti

(inizi del sec. xiv), in Manni (1990, pp. 311-312) [tlio : Doc. pist., xiv in.] ;    

28. Tavolette cerate (Champagne, sec. xiv in. ; senese) = Le tavolette cerate fiorentine di casa Majorfi,

in Petrucci (1965, pp. 33-43) [tlio : Tavolette cerate, xiv in. (sen.)] ;
   

29. Lett. sen. 1311 (Bar-sur-Aube, 28 aprile) = Lettera di Pepo de’ Sansedoni da Bar-sur-Aube a messer
Goro, Gontieri, Guccio e agli altri compagni de’ Sansedoni, in Paoli / Piccolomini (1871, pp. 83-87) ;  

30. Libro Frescobaldi (Londra-Bruges-Vienne-Avignone, 1311-13 ; fiorentino) = Tercius liber merca-  

torum de fFriscobaldis, in Sapori (1947, pp. 85-136) [tlio : Doc. fior., 1311-13] ;    

*31. Lett. sen. 1313 (Londra, 26 febbraio) = Una lettera da Londra ad Avignone [di Biagio Aldobrandi-
ni a Bettino e Pepo Frescobaldi], in Del Punta (2008, pp. 366-369) [tlio : a Lett. sen., 1313] ;    

32. Lett. fior. 1314 (Parigi, 8 ottobre) = Lettera di Gianni ** a Baldo Fini e fratelli in Firenze, da Parigi,
in Dazzi (1867, pp. 11-24) [tlio : Lett. sen.>fior., 1314] ;
   

33. Libro giallo (Avignone, 1321-23 ; fiorentino) = Libro giallo tenuto da Piero Velluti, in Sapori (1946,

pp. 1-54) [tlio : Libro giallo, 1321-23 (fior.)] ;


   

34. Lett. pist. 1322 (Avignone, 4 maggio) = Lettera di Lapo de’ Chiarenti a Lazzarino, in Chiappelli
(1925, pp. 72-74) [tlio : considerata insieme ad altre 23 lettere in Lett. pist., 1320-22, cfr. § 3 testo

x] ;

35. Libro Gianfigliazzi (copia di partite tenute ad Avignone, 1325 ; fiorentino) = Libro delle rede di  

messer Niccholò Gianfigliazzi, in Sapori (1946, pp. 57-105) [tlio : Doc. fior., 1325] ;    

36. Doc. tosc. 1324-1326 (Londra) = annotazioni toscane su documenti contabili dei secoli xiii-xiv,
in Re (1913, pp. 261, 267-271) [tlio : considerate insieme ad altri pezzi in Doc. tosc., 1263-1326] ;
   

37. Lett. pist. 1330 (Beaulieu, in Turenna e Bourges, nel Berry, 26 gennaio) = lettera di un anonimo
mercante pistoiese, in Chiappelli (1924, pp. 249-256) [tlio : Lett. pist., 1331] ; 1    

38. Libro vermiglio (Avignone, 1333-37 ; fiorentino) = Il Libro Vermiglio di Corte di Roma e di Avignone

del segnale del C della compagnia fiorentina di Iacopo Giro­lami, Filippo Corbizzi e Tommaso Corbizzi
(1332-1337), in Chiaudano (1963, pp. 1-196) [tlio : Libro vermiglio, 1333-37 (fior.)] ;    

39. Lett. sen. xiva (Parigi, prima metà del sec. xiv) = Lettera di Gonteruccio de’ Sansedoni da Parigi a
Goro de’ Sansedoni, in Siena, in Paoli / Piccolomini (1871, pp. 95-96) [tlio : Lett. sen., XIV pm.] ;    

1
  La lettera, datata « a Borgies 26 di genaio 330 », è assegnata dal tlio al 1331, facendo evidentemente conto
   

dello stile dell’incarnazione fiorentina ; ma lo stile dell’estensore pistoiese sarà stato quello della natività o,

al più, quello dell’incarnazione pisana (cfr. Cappelli, 1988, p. 14 e nota 6), che corrispondono entrambi al 26
gennaio 1330 dello stile moderno.
60 roberta cella
40. Lett. sen. xivb (Francia, prima metà del sec. xiv) = Lettera di Gontieri de’ Sansedo­ni di Francia a
messer Goro de’ Sansedoni, in Siena, in Paoli / Piccolomini (1871, pp. 87-95) [tlio : Lett. sen., XIV  

pm. (2)] ; 

41. Pratica (ante 1348 ; fiorentino) = Francesco Balducci Pegolotti, La Pratica della mercatura, in

Evans (1936, pp. 3-383) [tlio : Pegolotti, Pratica, xiv pm. (fior.)].

Oltre ai documenti editi e già elencati, attingerò occasionalmente esempi utili all’illu­
strazione del lessico di prestito dalla documentazione ancora inedita del fondo della
compagnia senese Gallerani-Fini conservato al Rijksarchief di Gent (per la descrizione
del materiale, ripartito per tipologia testuale e per luogo di redazione, cfr. Cella, 2009,
pp. 59-177), 1 nonché da alcuni pezzi da me individuati all’Archivio di Stato di Siena. S’in-
tende che, stante la quantità di testimonianze disperse, allo stato attuale degli studi è
impossibile considerare chiuso l’inventario dei testi mercantili toscani redatti “di là dalle
Alpi” entro il 1350.

1. 1. Localizzazione dei testi e loro tipologia


La maggior parte dei testi sopraelencati è stata redatta nella regione della Champagne,
entrata a far parte del regno di Francia nel 1284, a Parigi e nei territori oitanici : da Troyes  

sono state inviate le lettere senesi del 1262 e del 1265 (Lett. sen. 1262, Lett. sen. 1265), da
Bar-sur-Aube quelle del 1269 e del 1311 (Lett. sen. 1269, Lett. sen. 1311), da Provins quella
del 1294 (Lett. sen. 1294), e sempre a Provins è stata tenuta nel 1279 la Ragione Buonsignore ;  

il Libro Ugolini, il Libro Fini, il Ragionato e le Annotazioni di Cepperello Dietaiuti nonché le


Tavolette cerate registrano partite di conto relative alle fiere della Champagne. 2 A Parigi
sono stati redatti sia le Note di crediti Gallerani e il Libro Gallerani di Parigi al quale esse
sono funzionali, sia le lettere del 1305 (Lett. sen. 1305b), del 1314 (Lett. fior. 1314) e quel-
la di Gonteruccio de’ Sansedoni, ascritta alla prima metà del sec. xiv (Lett. sen. xiva) ;  

ancora dalla Francia, ma senza che sia possibile specificare il luogo, proviene la lettera
di Gontieri de’ Sansedoni (Lett. sen. xivb). 3 La lettera pistoiese del 1330 (Lett. pist. 1330)
iniziata in area occitanica, a Beaulieu (« Belluogho ») nel limosino, fu conclusa a Bourges
   

(« Borgies ») nel Berry, in area oitanica.


   

A Salon-de-Provence è stato tenuto il Libro Mannucci ; sono dirette da Nîmes a Parigi


le tre lettere di Ranieri al figlio Pietro (Lett. sen. 1307a, 1307b, 1307c) ; ad Avignone sono  

stati redatti il Libro giallo di Piero Velluti, le cui partite sono poi state copiate nel Libro

1
  Si attende a breve l’edizione, a cura di Rossella Mosti, del Quaderno delle spese per il recupero dei crediti
della filiale di Parigi tenuto da Francesco di Stricca (1 luglio 1306 - 31 agosto 1308) (cfr. Cella, 2009, pp. 114-116, Li 19),
ricchissimo di terminologia relativa al sistema giuridico-amministrativo fran­cese.
2
  Non ho incluso nel corpus i frammenti del Libro di Francesco Ferraccini e dei compagni, consistenti nell’in-
testazione del libro e in due partite relative a transazioni con termine di pagamento nel 1301 alle fiere della
Champagne (Bar-sur-Aube, Troyes Saint-Jean), tràditi in copia notarile del 1309 ed editi in Auch (1920, pp.
253-254), per mancanza di dati che ne certifichino l’originaria redazione oltralpe.
3
  Avverto qui che le quattro lettere Sansedoni (Lett. sen. 1305b, Lett. sen. 1311, Lett. sen. xiva, Lett. sen. xivb)
sono attualmente irreperibili : Paoli / Piccolomini (1871, p. xviii) le dicono custodite, insieme ad una quinta

lettera spedita da Siena a Parigi l’8 marzo 1293 e al frammento di una sesta, « nell’Archivio di famiglia del

sig. Alessandro Pucci-Sansedoni di Siena ». L’archivio della famiglia Sansedoni, verosimil­mente custodito

nell’omonimo palazzo senese, dovette andare parzialmente disperso tra la gestione dell’ultimo erede, un
membro della famiglia de Grolée Virville morto intorno al 1930, e l’inventario com­missionato dal più re-
cente proprietario del palazzo, il Monte dei Paschi di Siena, che lo acquistò nel 1972. Inutili sono state varie
ricerche da me condotte all’Archivio di Stato e alla Biblioteca Comunale di Siena, nonché il gentile interes-
samento della dottoressa Elisabetta Insabato della Soprintendenza archivistica della Toscana.
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 61
Gianfigliazzi, il Libro vermiglio e la lettera di Lapo Chiarenti (Lett. pist. 1322). 1 Il Libro
Frescobaldi fu redatto da Pepo di Bettino Frescobaldi durante la fuga da Londra per
sottrarsi all’arresto decretato dalle autorità inglesi a seguito del falli­mento della compa-
gnia : Pepo era a Bruges il 28 dicembre 1311, prima data registrata nel libro, e da qui, pas-

sando per « San Giorgio » (Saint-George nel cantone di Vaud, tra Ginevra e Losanna ?),
     

raggiunse Vienne nel Delfinato, dove rimase fino all’8 maggio 1312 per poi raggiungere
Avignone prima del 22 del mese e restarvi fino al 26 febbraio 1313 (1312 stile fiorentino) ; 2  

lo considero tra i testi scritti in Provenza perché tenuto per larga parte ad Avignone,
anche se da un fattore che aveva a lungo operato a Londra.
Resta incerta la localizzazione della lettera dei pistoiesi Vanni e Guglielmo a ser Lu-
nardo Gualfredotti (Lett. pist. xiv in.) : « Si può dire soltanto che i due [Vanni e Gugliel-
   

mo] sono mercanti e che risiedono in una città probabilmente non vicina [a Pistoia,
dove risiede il destinatario], ma di sicuro molto fiorente per attività finanziaria e popo-
lata da una cospicua comunità pistoiese (viene da pensare ai centri della Francia o della
Provenza) » (Manni, 1990, p. 310).

Provengono da Londra le sottoscrizioni toscane del 1278 (Doc. tosc. 1278), il consi­
stente gruppo documentario prodotto dalla filiale della compagnia senese dei Gallera-
ni (Libro vecchio Gallerani, Consuntivo di cassa Gallerani, Registrazioni Gallerani, Lett. sen.
1305a, Ricordanza Gallerani, Doc. Gallerani, Libro nuovo Gallerani), la lettera del 1313 di Bia-
gio Aldobrandini (Lett. sen. 1313), già fattore dei Gallerani e allora legato ai Frescobaldi
(Del Punta 2008, pp. 362-363), e le annotazioni su alcuni documenti contabili (Doc. tosc.
1324-1326). 3
A Bruges è stato tenuto il libro delle spese per il vitto dei partecipanti alla renenga di
Fiandra (Libro renenga), e da Bruges è stata spedita a Ypres la lettera di Bartolomeo del
Massiccio a Bartolomeo Fini (Lett. sen. 1309).
Quanto alle tipologie testuali, ben diciotto dei pezzi individuati sono lettere, tutte
scritte da senesi eccetto le tre inviate da pistoiesi e la sola scritta da un fiorentino : una  

soltanto è una vera e propria lettera di cambio (Lett. sen. 1305a), quattordici sono missive
scambiate tra membri della stessa compagnia per informare i soci circa l’anda­mento
degli affari e ben tre sono lettere del tutto private, indirizzate da un padre al figlio (Lett.
sen. 1307a, 1307b e 1307c). I libri di conto sono undici, sei tenuti da fiorentini e cinque da
senesi : nove sono completi, anche se in alcuni casi lacunosi per la perdita di qualche

carta (Libro Ugolini, Libro Fini, 4 Libro vecchio Gallerani, Libro nuovo Galle­rani, Libro renen-
ga, Libro Frescobaldi, Libro giallo, Libro Gianfigliazzi, Libro vermi­glio), e due frammentari
(Libro Mannucci, Libro Gallerani di Parigi). Otto sono le unità testuali di conto più brevi,

1
  Da Avignone è stata inviata anche la breve lettera degli ambasciatori fiorentini alla Signoria di Firenze
(tlio : Doc. fior., 1340), pubblicata da Gorrini (1884-1885, pp. 331-332), che non ho considerato perché non di

ambito mercantile.
2
  Per l’attribuzione a Pepo di Bettino della scrittura del Libro Frescobaldi cfr. Sapori (1947, p. 59 nota 184) ;  

per la ricostruzione della fuga dei membri della compagnia cfr. Sapori (1947, pp. 58-70), che identifica « san  

Giorgio » con « Saint-Géoire presso Ginevra » (ivi, p. 61) che non riesco ad individuare (con tale nome trovo
     

solo Saint-Geoire-en-Valdaine, nel dipartimento dell’Isère).


3
  Non ho incluso nel corpus gli stralci dei libri segreti delle compagnie dei Bardi e dei Peruzzi, attive
come è noto principalmente in Inghilterra, editi da Sapori (1926, pp. 209-241 Appendici I e II), dato che essi,
preposti ad accogliere « tutte le notizie riguardanti il patrimonio liquido dei Soci affidato alla com­pagnia »
   

seppur a prescindere « dalle somme da ciascuno dei Soci conferite all’atto di entrare in società » (Sapori, 1926,
   

p. 239), furono tenuti a Firenze.


4
  Si ricordi però che il Libro Fini è edito solo limitatamente alle partite anteriori al 1300. Il restauro,
auspicato nell’edizione Castellani (1952), se ha reso meno fragile il manoscritto ne ha però fortemente
compromesso la leggibilità.
62 roberta cella
anche se non meno complesse quanto a formalizza­zione : le ho chiamate annotazioni

contabili e ne ho individuato la specificità nell’essere concettualmente subordinate ad


una registrazione in libro, in quanto o ad essa destinate o da essa derivate (cfr. Cella,
2009, pp. 17-18) ; tre, infine, le scritture non contabili (sottoscrizioni, attergati e una ri-

cordanza).
Tipologicamente difforme è la Pratica della mercatura, summa delle nozioni com­
merciali acquisite dal fiorentino Francesco di Balduccio Pegolotti durante gli anni di
attività come agente della compagnia dei Bardi, attività documentata nelle Fiandre, ad
Anversa (1315-1317) e a Bruges (1345), a Londra (1317-1321) e a Famagosta, il porto cipriota
all’incrocio dei traffici tra il Levante e l’Europa (1324-1329, 1336). 1 Pur nell’impossibilità
di stabilire con esattezza i luoghi e i tempi in cui fu redatta, la dovizia di informazioni
e la minuziosa precisione con cui vengono riferiti i modi di vendita e tassazione delle
merci, le unità di misura e di cambio, i rapporti relativi tra le valute e tra le misure nelle
varie piazze commerciali assicurano che la Pratica fu composta a partire dall’esperienza
maturata in loco e certo servendosi anche di fonti locali, il rap­porto con le quali rimane
però ancora largamente inesplorato.

annotazioni scritture non


Luogo di redazione lettere libri Totale
contabili contabili
Francia (1 ?)
  18 (+1 ?)

Champagne 5 2 4 11
Parigi 3 1 1 5
altri 2 2
Provenza 4 (+1 ?)   5 9 (+1 ?)

Inghilterra 2 2 3 3 10
Fiandre 1 1 2
Vari 1 1
Totale 18 11 8 4 41
Tav. 1 : Corpus mercantile “di là dalle Alpi”, ripartito per tipologia testuale e luogo di redazione

(il testo di dubbia localizzazione – Francia o Provenza – è la Lett. pist. xiv in. ; la scrittura non

contabile attribuita ai luoghi vari è la Pratica di mercatura).

2. I fenomeni di interferenza
Il corpus di testi individuato documenta in primo luogo un vasto campionario di pre-
stiti lessicali 2 – per la maggioranza adattamenti dal francese e in misura minore dal pro-
venzale e dall’inglese, più un piccolo gruppo dal fiammingo –, relativi a unità di misura,
generi merceologici, pratiche amministrative e fiscali, appellativi e titoli, indica­zioni
temporali e spaziali, prestiti nati dalla prassi commerciale in ambienti alloglotti e in
genere, ma non sempre, privi di corrispondenti fattuali in Toscana. Loro caratteristica
precipua è l’essere esclusivi e circoscritti all’insieme testuale individuato : le necessità  

comunicative che li determinano conferiscono loro coesione e al contempo li distinguo­


no dal ben più vasto ed eterogeneo gruppo dei gallicismi documentati in italiano antico,

1
  Cfr. Evans (1936, pp. xv-xxvi) : Francesco Pegolotti tenne la “ragione d’Inghilterra” dal 1318 al 1321, e

rimase con i Bardi fino al fallimento.


2
  Alcune prime acquisizioni sui francesismi e sugli anglismi documentati dal corpus documentario scrit-
to oltralpe sono state illustrate in Cella (2007) : bievra, botte, calengiava, cherico, ciarrea, cioppini, costu­ma, cover-

cieri, curataggio, curatiere, diano, dicont(i)o, gallone, gibbicçiera, locchi, lotto, meccianti, merçiere, meslato, moiana,
persona, piaggio, pippe, pocca, potto, scacchiere, scolaro, suita, tancardo, tasso, tonello.
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 63
introdotti anche per via di scrittura e relativi ai più diversi àmbiti semantici e testuali. 1
Per meglio rilevarne la specificità, individuabile in primo luogo nel valore tecnico o
quasi-tecnico che dimostrano, nel saggio di glossario (§ 4) li classifico distinguendoli
per àmbiti di attinenza.
La dizione di “valore tecnico o quasi-tecnico”, diversa dalla moderna accezione
di tecnicità maturata dalle discipline scientifiche altamente formalizzate, mi deriva
dall’os­servazione della prassi comunicativa finalizzata agli scambi commerciali, nella
quale il requisito imprescindibile dell’univocità referenziale induce ad instaurare un rap-
porto biunivoco tra il nome della cosa e la cosa stessa, determinando di conseguen-
za la spe­cializzazione del lessico. Ciò ovviamente non si riflette sul complesso della
lingua, ma investe precipuamente gli àmbiti che meno tollerano l’ambiguità, che nel
caso dei commerci si riducono a “chi” compra o vende, “che cosa” compra o vende,
“quanto” ne compra o vende, “quando” e “dove” lo fa, e a quali normative giuridiche
o amministrati­ve si attiene. Per tale ragione la prassi mercantile in territori alloglotti
comporta l’assun­zione, insieme alle parole che designano cose prive di corrispondente
fattuale in Tosca­na (le voci più propriamente tecniche : le unità di misura § 4.1, alcune

categorie merceo­logiche § 4.3, la terminologia amministrativa e giuridica locale § 4.4),


di termini che de­signano alcuni elementi nominabili già in toscano (molti appellativi
e nomi di mestiere § 4.2, alcune categorie merceologiche § 4.3 e le indicazioni spazio-
temporali § 4.5).
La consistenza di questi tecnicismi e quasi-tecnicismi emerge con maggior evidenza
nei casi in cui il prestito sia documentato da due o più testi relativi a differenti com­
pagnie, ovvero nei casi per i quali l’attestazione plurima non sia imputabile a pratiche
interne ad una stessa azienda o ad usi propri di uno scrivente ; tuttavia, una volta indivi­

duate le caratteristiche semantiche e d’uso del nucleo più compatto e meglio circoscrit­
to, anche i prestiti tecnici presenti in un solo testo si mostrano autentici rappresentanti
della specie : in tal modo il novero delle voci esclusive della lingua impiegata dai mer-

canti toscani “di là dalle Alpi” assume una corposità non trascurabile. L’alta funzio­nalità
alla prassi commerciale e le peculiari condizioni pragmatiche costituiscono anche il
limite intrinseco alla vitalità di tali adattamenti, destinati a decadere con il declino delle
compagnie bancarie toscane attive nel Due e nel primo Trecento – si ricordino il falli-
mento dei Ricciardi nel 1303, dei Frescobaldi nel 1313, poi dei Peruzzi nel 1343 e dei Bardi
nel 1345, con la conseguente scomparsa delle molte compagnie “satelliti” di media e
piccola grandezza che li affiancavano –, e a non trovare fortuna nella successiva storia
dell’italiano se non in forza di prestiti successivi.
Il glossario proposto non ha ovviamente pretese di esaustività, restando da pubbli-
care e da spogliare una gran quantità di testi (la gran parte della documentazione Gal-
lerani e Fini, per esempio), ma si prefigge di esemplificare la natura e la portata del
fenomeno. Eccede poi i limiti del lavoro l’analisi dei molti altri francesismi, alcuni già
variamente noti ai coevi testi letterari anche poetici toscani (per es. aghuliere ‘ago’, baio,
brochiere, contanti, cusliere, difalta, ferrante, mala ‘borsa’, ostello, palafreno, quit(t)anza, riot-
ta, ronzino, sargia, somiere, sorcotto, torneamento, torsa / torso e torsello, tovaglia e tovagliola,
valletto, vermiglio, uzza), che i testi pratici d’Oltralpe documentano, fornen­do a volte le
prime attestazioni di prestiti poi destinati ad una relativa vitalità (es. lear­do). 2 In vari casi
mi pare dimostrabile che l’impiego letterario dei termini funzional­mente legati alla

1
  Cfr. da ultimo Cella, 2003, con l’indicazione della vasta bibliografia precedente.
2
  Per questi prestiti e la loro diffusione testuale due e trecentesca cfr. Cella (2003) ; per l’importanza della

via commerciale nell’introduzione dei francesismi cfr. Morgana (1994, pp. 673-676).
64 roberta cella
prassi commerciale d’Oltralpe rappresenti un cosciente prelievo da un lessico tecnico
ben caratterizzato. Si guardi per esempio alle attestazioni letterarie tardo­duecentesche
e trecentesche di alla ‘unità di misura lineare’, di bioio ‘azzurro’ e di detta ‘debito’ : la  

precedente documentazione nei testi toscani di Francia è tanto massiccia e compatta da


giustificarne l’ascrizione alla categoria delle voci tecniche del commercio ultramontano
(cfr. Cella, 2003, pp. 316-317, 345, 394-395). Restano ancora da valutare nel loro complesso
i fenomeni fonetici e sintattici frutto di interferenza, anch’essi mas­sicciamente rappre-
sentati (in particolare la palatalizzazione di [k] seguita da vocale centrale, il genitivo
apreposizionale secondo il modello dell’obliquo assoluto francese, l’estensione del co-
strutto partitivo oltre gli usi toscani).

3. I testi mercantili redatti in Toscana


di stretta attinenza d’Oltralpe
Non è evenienza rara che i prestiti assunti “di là dalle Alpi” siano documentati anche
nelle lettere inviate dai soci in Toscana ai compagni delle filiali o, laddove si riportino
partite relative a transazioni avvenute su piazze estere, nei libri contabili tenuti dalle
sedi centrali : ciò conferma la natura tecnica e la funzionalità di tali prestiti nel designare

precisamente cose, persone e pratiche proprie di un diverso ambiente commerciale. Ho


quindi individuato un corpus di controllo, composto dai testi ad oggi editi prodotti in
Toscana in stretto legame con la documentazione d’Oltralpe e ad essa complementare
(per le abbreviazioni utilizzate e le informazioni addizionali vale quanto detto al § 1).
i. Lett. sen. 1260 (da Siena in Francia, 5 luglio) = Lettera di Vincenti di Aldobrandino Vincenti e com-
pagni, da Siena, a Iacomo di Guido Cacciaconti in Francia, in Castellani (1982, i, pp. 263-72, alle
pp. 264-272) ;  

ii. Libro senese (1277-1282) = Libro dell’entrata e dell’uscita di una Compagnia mer­cantile senese del
secolo xiii, in Astuti (1934, pp. 1-532) [tlio : Doc. sen., 1277-82] ;   

iii. Lett. sen. 1283 (da Siena in Francia, s.d.) = Lettera di Manno e Pane degli Squarcia­lupi, e di Alighieri
loro compagno, a Ghezzo e Oddo degli Squarcialupi, in Fran­cia, in Paoli / Piccolomini (1871, pp.
59-64) ;

iv. Lett. fior. 1291a (da Firenze in Inghilterra, 24 marzo) = Lettera di messer Consiglio de’ Cerchi, e
compagni, in Firenze, a Giachetto Rinucci, e compagni, in Inghil­terra, in Castellani (1952, pp. 593-
599) [tlio : Lett. fior., 1291] ;
   

v. Lett. fior. 1291b (da Firenze in Inghilterra, 23 giugno) = Lettera di messer Consiglio e messer Lapo
de’ Cerchi, e compagni, in Firenze, a Giachetto Rinucci, ed a Ghino, ed agli altri compagni, in Inghil-
terra, in Castellani (1952, pp. 600-603) [tlio : Lett. fior., 1291 (2)] ;    

vi. Libro Genovesi (1291-1300 ; fiorentino) = Libro del dare e dell’avere di Noffo e Vese figli di Dego

Genovesi, in Castellani (1952, pp. 622-642) [tlio : Doc. fior., 1291-1300] : riporta alcune partite
   

relative alle fiere della Champagne per gli anni 1285, 1287, 1289, 1290, 1291, 1292 (contabilizzate
in tornesi) ;  

vii. Lett. sen. 1294 (da Siena a Parigi, 8 marzo) = Lettera di Iacomo de’ Sansedoni da Siena a Goro e
Gonteruccio de’ Sansedoni, in Parigi, in Paoli / Piccolomini (1871, pp. 64-67) ;  

viii. Lett. Ricciardi (da Lucca a Londra, 20 settembre 1295-12 aprile 1303; lucchese) = Lettere dei
Ricciardi di Lucca ai loro compagni in Inghilterra, in Castellani/Del Punta (2005, pp. 5-148) [tlio :  

1. Lett. lucch., 1295 ; 2. Lett. lucch., 1295 (2) ; 3. Lett. lucch., 1296 ; 4. Lett. lucch., 1297 ; 5. Lett. lucch.,
       

1297 (2) ; 6. Lett. lucch., 1298 ; 7. Lett. lucch., 1298 (2) ; 8. Lett. lucch., 1300 ; 9. Lett. lucch., 1300 (2) ; 10.
         

Lett. lucch., 1300 (3) ; 11. Lett. lucch., 1300 (4) ; 12. Lett. lucch., 1300 (5) ; 13. Lett. lucch., 1301 ; 14. Lett.
       

lucch., 1301 (2) ; 15. Lett. lucch., 1301 (3) ; 16. Lett. lucch., 1303] ;
     

ix. Ricordanze Guido dell’Antella (1299-1312; fiorentino) = Ricordanze di Guido Filip­pi dell’Antella, in
Castellani (1952, pp. 804-813) [tlio : Doc. fior., 1299-1312].

x. Lett. Lazzari (dalla Toscana ad Avignone, 1320-1322 ; pistoiese) = ventitré lettere spedite da vari

prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 65
mittenti a Lazzarino di Vanni dei Lazzari ad Avignone, in Chiappelli (1925, pp. 33-72) [tlio :  

Lett. pist., 1320-22, comprensivo anche della Lett. pist. 1322, cfr. § 1 testo 34] ;  

xi. Libro segreto sesto Peruzzi (1335-1343 ; fiorentino) = Libro segreto sesto della Compagnia, in Sapori

(1934, pp. 241-391) [tlio : Libro segreto sesto, 1335-43 (fior.)] ;


   

xii. Libro dell’Asse sesto Peruzzi (1335-1346 ; fiorentino) = Libro dell’asse sesto della Compagnia, in Sa-

pori (1934, pp. 1-240) [tlio : Libro dell’asse sesto, 1335-46 (fior.)] ;
   

xiii. Libro arancio (1348-1350 ; fiorentino) = Libro arancio DD dell’avere e del dare [di Iacopo e Bar-

tolomeo di Caroccio degli Alberti e compagni], in Goldthwaite et al. (1995, i, pp. 3-237) [tlio :  

Doc. fior., 1348-50].


Delle unità testuali individuate sette sono lettere o gruppi di lettere (sono sedici le Lett.
Ricciardi, ventitré le Lett. Lazzari), per un totale di tre lettere inviate in Francia (Lett. sen.
1260, Lett. sen. 1283, Lett. sen. 1294), ventitré ad Avignone (Lett. Lazzari 1320-22) e diciotto
in Inghilterra (Lett. fior. 1291a e 1291b, Lett. Ricciardi) ; cinque sono libri contabili, tutti

più o meno frammentari (Libro senese, Libro Genovesi e Libro dell’Asse sesto Peruzzi mutili ;  

Libro segreto sesto Peruzzi e Libro arancio acefali e lacunosi), con partite relative a transa-
zioni avvenute su piazze d’oltralpe ; uno è un libro di memorie e di beni patrimoniali

(Ricordanze Guido dell’Antella), scritto retrospettivamente da un mercante fiorentino che


dichiara di aver trascorso circa sedici anni in Provenza, in Francia e a Cipro.
Ho trascurato il Conto di acquisto di lana inglese, edito da Melis (1972, pp. 388-90), un
troppo breve estratto dall’inedito libro contabile del 1336-1339 della filiale di Vene­zia
della compagnia di Duccio di Banchello e Banco Bencivenni di Firenze. Esula in­vece
dall’arco cronologico fissato il cospicuo Libro dell’avere e del dare di Bartolomeo di Ca-
roccio degli Alberti e compagni, 1 tenuto a Firenze ma latore di transazioni con le filiali
di Avignone e Bruges. Tra i libri dei Peruzzi non ho incluso nell’elenco il Libro segreto
di Arnoldo di Arnoldo (1308-1312), il Libro segreto di Giotto di Arnoldo (1308-1336) e i
frammenti del libro segreto di Simone di Rinieri (1349-1380) : tenuti a Firenze, sono libri

privati, preposti alla registrazione dei movimenti patrimoniali – inve­stimenti commer-


ciali e soprattutto fondiari, di interesse tutto fiorentino – dei loro esten­sori (cfr. Sapori,
1934, pp. xviii-xix) ; non ho considerato neppure il Libro giallo della compagnia dei Covoni

(1336-1340), che registra le transazioni della casa madre fioren­tina con le filiali di Padova
e Venezia (cfr. Sapori, 1970).

4. Saggio di glossario dei prestiti tecnici


Come già anticipato, i prestiti sono ripartiti per àmbito d’uso (cfr. § 2).
Le schede, ciascuna intestata al termine d’imprestito (in grassetto) ordinato alfabeti­
camente all’interno di ogni sezione, sono fondamentalmente bipartite : nel primo cam-  

po se ne fornisce l’etimo, corredato dei rinvii bibliografici ed eventualmente discusso ;  

nel secondo, in un nuovo capoverso e in corpo minore, se ne offre la documentazione


tratta dal corpus “di là dalle Alpi” in ordine cronologico (le sigle dei testi e la relativa
datazio­ne sono indicati al § 1 ; il numero di pagina è seguito dal rinvio alla riga), avver-

tendo tra parentesi tonde del numero complessivo delle occorrenze quando non siano
citate integralmente. Quando necessario seguono, sempre in corpo minore, un terzo
ed un quarto campo con l’indicazione delle eventuali attestazioni fornite rispettivamen-
te dai testi toscani di attinenza d’Oltralpe (le sigle dei testi e la relativa datazione sono
indicati al § 3) e da altri testi (citati dal corpus tlio, al quale si rimanda per le indicazioni
biblio­g rafiche complete), se del caso con la discussione delle vie alternative d’introdu-

1
  In Goldthwaite et al. (1995, ii, pp. 239-640) (tlio : Doc. fior., 1352-58).

66 roberta cella
zione del prestito (per es. i contatti diretti dovuti alla dominazione normanna e angioi-
na del sud, o le scritture letterarie).
Gli esempi sono citati omettendo il corsivo impiegato dagli editori (con valore non
univoco), ma ponendo in corsivo il termine in questione ; con le doppie parentesi qua-  

dre sono segnalate le omissioni e le glosse che mi sono parse necessarie all’economia
e all’intelligenza dei passi, sempre ridotti al minimo indispensabile. I testi inediti sono
citati con il rinvio a carta e rigo, indicandone il cambio con una barra verticale.
Come si è detto, il regesto è di necessità incompleto, e vale solo come saggio della
consistenza e della natura del lessico mercantile “di là dalle Alpi” : i molti altri termini  

che si reperiranno spogliando i testi ancora inediti non ne altereranno in maniera signi-
ficativa la fisionomia, ma ne preciseranno i contorni.

4. 1. Prestiti relativi ad unità di misura (e quantità)


bigiotto s.m. ‘misura per aridi (in uso in Borgogna)’ : fr. bichot s.m. ‘mesure de grain’,  

att. dal 1274 (gd s.v. bichot1 ; cfr. few i, p. 361a s.v. bikos, dmf s.v. bichot1), preferibile alla

forma (anche moderna) bichet s.m. (tlf s.v. bichet) e al femminile bichette (addotto da
Evans, 1936, p. 408). Rispetto alla fricativa sorda [∫] (< [t∫], cfr. Pope, 1952, § 194) francese,
la sonorizzazione della palatale nell’adattamento è verosimil­mente secondaria.
Pratica : « Grano e tutti biadi si vendono in Borgogna a una misura che si chiama bigiotto » p.
     

232.20.
bùita / bùtia / buta s.f. ‘recipiente munito di un coperchio’ : fr. bôite s.f. ‘petit coffret  

à couvercle’ dal lat. bŭxĭda con cambio di suffisso, att. dal 1177 (tlf s.v. boîte, few ix, p.
649b s.v. pyxis ; cfr. t-l, gdc s.v. boiste). Il tipo bùtia si spiega con la tendenza generale del

senese alla metatesi di i davanti ad occlusiva dentale sorda (cfr. Castellani, 2000, p. 357).
Cfr. tlio s.v. bùita.
Doc. Gallerani : « per una butia di çençeverata e per tre barletti di cedrata » [1307] 9, p. 237.2, « per sei
       

butie di çençevarata » [1307] 9, p. 241.9 (5 occ.) ; Libro Gallerani di Parigi : « per una buita di çençovara­
       

ta » p. 191.12 ; Lett. sen. 1313 : « fuoro tratti cierti libri [[...]] (e) cierte lett(ere) [[...]] in una buta » p.
         

368.7.
Lett. Ricciardi : « noi avemo bene avuto la buita che (m)mandaste » x (1300), p. 96.18.
     

busc(i)ello s.m. ‘contenitore e unità di misura per aridi’ : fr. boissiel, boissel s.m. ‘staio’,  

‘misura per aridi’, att. dal 1198 (gdc s.v. boissel, dmf, tlf s.v. boisseau), der. di boisse (dal
gallo-lat. *bostia < gall. *bosta, few i, p. 454b) ; cfr. anche ing. bushel ‘staio di otto gal-

loni’. Cfr. tlio s.v. buscello.


Libro Gallerani di Parigi : « die dare 4 buscelli di ceci rossi » p. 167.25 (8 occ.).
     

capra s.f. ‘contenitore e misura di capacità’ : calco del fr. chèvre, chievre s.f. ‘outre de peau

de chèvre’, ‘mesure équivalant au contenu d’une outre de peau de chèvre ( ?)’ (few ii/1,  

p. 301, t-l s.v. chievre, dmf s.v. chèvre). Cfr. tlio s.v. capra2.
Doc. Gallerani : « Per una capra d’oglio peso novantoto lb. 6 » 4, p. 219.10, « per una capra d’olio »
         

[1307] 9, p. 241.14.
cestiere vd. sestiere
ciarrèa s.f. ‘carico di un carro (impiegato come unità di misura del piombo)’ : fr. char(r)ée  

s.f. ‘charge, contenance d’une charrette équivalant à une unité de mesure’ (dmf s.v.
charree1) dal lat. carrata, att. dal sec. xii (few ii/1, p. 427a, t-l s.v. charree, gd s.v. charee).
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 67
Meno probabile il prestito dall’ing. charre (come proposto da tlio s.v. ciarrèa sulla scorta
di Evans, 1936, p. 409), per il quale, nella locuzione char of lead, è documentato il signi-
ficato specifico di ‘a cart-load’ solo a partire dalla metà del sec. xvi (oed s.v. char2 n. sub
2), e che comunque è incompatibile con l’accentazione della voce di prestito ; si osservi  

che però il lat. carrea, charrea ‘cart-load (of lead)’ è att. in Inghilterra dal 1181 (Lath s.v.
carrea).
Libro nuovo Gallerani : « trenta ciaree di piombo che prendemo in paghamento a Nottinghamo da
   

mastro Andrea, maliscalco, per quarantequatro s. la ciarrea » p. 86.6-8 (17 occ.) ; Pratica : « Piombo
       

vi [[= a Londra]] si vende a ciarrea, e ogni ciarrea si è di peso la montanza del peso in somma di 6
sacca peso di lana, di chiovi 52 per 1 sacco e di libbre 7 per 1 chiovo » p. 255.10.  

cioppino s.m. ‘tipo di recipiente (per liquidi), di capacità pari a una mezza pinta’ : medio  

ing. chopin ‘a French liquid measure’, ‘half an Old French pinte’, att. dal 1275 (oed s.v.
chopin n.), che dà ragione del genere maschile (cfr. anche choppyn s.m., dal 1322, Lath s.v.
chopina, -um), meno giustificabile a partire dal fr. chopine s.f. ‘mesure d’une demi-pinte
pour les liquides, spécialement le vin’ att. dal sec. xii (tlf s.v. chopine, few xvii, pp. 52-53
s.v. schopen), documentato nel significato di ‘recipiente di tale capacità’ dalla metà del
sec. xiv (cfr. gdc, dmf s.v. chopine). Cfr. tlio s.v. cioppino.
Libro nuovo Gallerani : « per due potti e due cioppini di stagnio » p. 73.16.
     

cova s.f. ‘tino’, ‘misura di capacità (per il guado, un’erba colorante, a Bruges)’ : fr. set-  

tentrionale del tipo cöe, cowe per queue s.f. ‘futaille d’environ un muid et demi’ (tlf s.v.
queue2, few ii/1, pp. 521a, 527b s.v. cauda ; cfr. t-l s.v. cöe, dmf s.v. queue1). tlio s.v. cova1,

seguendo Evans (1936, p. 409), adduce come etimo il fr. queue, che mi pare foneticamen-
te meno probabile.
Libro Gallerani di Parigi : « prestati contanti per una cova volea comprare per darcela in pagamento
   

piena di vino » p. 128.7, « per una cova di vino bianco » p. 128.13 ; Pratica : « guado si vende in Bruggia
           

a cova, ed è la cova libbre 650 di Bruggia » p. 238.24 (4 occ.) ; Conto dei vini, prima metà sec. xiv ?
     

(Siena, Archivio di Stato, Conventi 1734, fascicolo D, n. 23) : « uno tonello di vino biancho (e) una
   

chova di vino | vermellio da Rob(er)t Verno di Fontanaio costò xj lb. pa(r). » c. 1ra2-3 (28 occ.).  

cuvieri s.m.pl. ‘mastello, grande recipiente’ : fr. cuvier s.m. ‘cuve, grand bassin, grand

ba­quet (surtout pour faire la lessive)’ (dmf s.v. cuvier), att. dal 1200 ca (few ii/2, p. 1549b
s.v. cupa, t-l, gdc, tlf s.v. cuvier).
Libro di spese e riscossioni per la gestione di Fiandra, 1306 (cfr. Cella 2009, pp. 107-109, Li 15) :  

« pagh(amo) p(er) due chuvieri, l’uno p(er) tenere aq(u)a ala chucina (e) l’altro p(er) mettare |

carne salata (e) altre cose » c. 11r12-13.  

gal(l)one s.m. ‘recipiente (specif. per liquidi)’ e ‘misura di capacità’ : medio ing. galon,  

galun (mod. gallon) ‘an English measure of capacity’, att. soltanto nel 1300 ca (oed s.v.
gallon) ma già documentato nel latino d’Inghilterra alla fine del sec. xii (Lath s.v. galo).
La natura della documentazione italiana, tutta relativa a documenti scritti in Inghilterra
o strettamente legati alla contestualizzazione inglese, sconsiglia di porre all’origine del
prestito il norm. galun, galon ‘misura di capacità’ (cui risale l’inglese), la cui vitalità sem-
bra comunque limitata nello spazio e nel tempo (cfr. few iv, p. 35a, tlf s.v. gallon). La
documentazione non offre modo di appurare il valore assoluto del gallone, ma Pegolot-
ti ne stabilisce il valore relativo al lotto (sul quale cfr. appresso). Cfr. tlio s.v. gallone2.
Libro nuovo Gallerani : « cinque s. per due ghalloni di stangnio » p. 73.19, « vintessei galoni di vino
       

agro [[...]] per nostro guarnimento del’ostello » p. 81.15 ; Libro Frescobaldi : « uno gallone d’aceto » p.
         
68 roberta cella
85.23, « uno gallone di vino moscadello » p. 86.2, « due galoni di vino agro » p. 87.17 ; Pratica : « Gallone
             

1 di vino alla misura di Londra fa in Bruggia lotti 1 1/2 » p. 245.9.  

lotto s.m. ‘misura di capacità in uso nelle Fiandre (frazione del tonello / tinello)’ : fiamm.  

lot ‘misura di capacità’ (few xvi, pp. 482-483 ; fiamm. loth per Evans, 1936, p. 409), voce

imparentata con il ted. Loth e l’ing. lead (cfr. oed s.vv. loth n., lead1 n. sub 5a ; Lath s.v. lotta  

-um, -us sub 2 ‘measure (of wine)’ dal 1282, LathR s.v. lotus ‘id.’ dal 1290). In ragione della
documentazione cinquecentesca che cita, dei s.v. lotto2 ne riporta l’origine all’oland. lot.
La documentazione non ne fornisce il valore assoluto, ma ne indica l’equivalenza con il
gallone inglese e il valore di sottomultiplo del tonello / tinello (valore variabile, dato che
ad Anversa 288 lotti costituiscono un tonello, contro i 360 di Bruges e del resto di Fiandra,
cfr. ess.). Cfr. Edler (1934, p. 165), tlio s.v. lotto1.
Pratica : « Gallone 1 di vino alla misura di Londra fa in Bruggia lotti 1 1/2 » p. 245.9, « Olio, vino,
       

mele si vendono in Bruggia a tinello [[...]] e ogni tinello si è a misura 360 lotti di Bruggia e di tutta
Fiandra » p. 238.12-14, « Olio, vino, mele si vendono in Anguersa e per tutto Brabante a tinello
   

[[...]], e ogni tinello si è a misura 288 lotti d’Anguersa » p. 251.3 (5 occ.).


pippa s.f. ‘recipiente a doghe per liquidi e per aridi’, ‘misura di capacità’ : fr. pipe, pippe  

s.f. ‘tonneau, mesure (pour vin et grains)’ att. nelle Fiandre dal 1275 (few viii, p. 561a),
‘tonneau’ dal 1306 (tlf s.v. pipe ; cfr. t-l, gd s.v pipe1, dmf s.v. pipe), ing. pipe ‘such a cask

with its contents’, ‘as a measure of capacity’, att. dal 1372 (cfr. oed s.v. pipe2 n.) ma nel la-
tino d’Inghilterra pipa ‘pipe-full (as unit of measure) (of wine)’ già att. nel 1212, e ‘large
cask for storage or transport (of wine)’ nel 1242 (Lath s.v. pipa). Cfr. tlio s.v. pippa.
Libro nuovo Gallerani : « due pippe di vino, l’una bianco, l’altra vermelio » p. 88.9 ; Pratica : « Una pip-
           

pa di grana sì si intende in Fiandra una botticella lunghetta di fusto, in che vi puote avere dentro
da libbre 200 in 250 di grana » p. 239.25.  

pocca s.f. ‘unità di misura della lana (frazione del sacco e multiplo della pietra)’ : medio  

ing. poke ‘a bag’ « formerly used as a measure of quantity, varying according to the

quality and nature of the commodity. Pokes seem to have been used particularly for
the conveyance of raw wool », att. dal 1330 ca (oed s.v. poke1 n. sub 1a), ma nel latino

d’Inghilterra poca ‘bag, pouch, (also as unit of measure) poke’ già att. nel 1242 (Lath s.v.
poca). In ragione della documentazione, tutta di attinenza inglese, è poco probabile la
derivazione dal piccardo e fiamm. poke (De Poerck 1951, ii p. 157, iii p. 110) o dal fr. set-
tentrionale poque (few xvi, pp. 638a, 640a s.v. *pokka ; le voci fr. sono varianti di poche, dal

1352 att. nel significato di ‘grand sac de toile pour le blé, l’avoine’ tlf s.v.). Cfr. Castellani
(1952, p. 900), tlio s.v. pocca.
Libro nuovo Gallerani : « sessanta e sette saccha due pocche di lana che compramo da loro, di quella
   

della Bruiera e d’Ecli e di Villitona » p. 36.21.  

Lett. fior. 1291a : « una pocca [[di lana]] d’undici pietre » p. 594.25.
     

potto s.m. ‘recipiente (specif. per liquidi) di uso domestico’ : medio ing. pot(t) ‘a rela-  

tively deep vessel [...] used chiefly to hold a liquid or solid substance’, att. ante 1200
(oed s.v. pot1, che lo mette in relazione con voci scandinave, basso ted. e romanze) e in
carte latine dal 1213 (Lath s.v. pottum). La localizzazione degli esempi induce a non porre
all’origine del prestito il fr. pot, attestato nel senso generico di ‘recipiente’ dalla prima
metà del sec. xii e come ‘récipient de ménage’ dal 1160-1174 (tlf s.v. pot1, che, sulla scorta
di few ix, pp. 269-270 s.v. pottus, lo riconduce ad una base preceltica *pott-), da cui, sotto
il rispetto linguistico, il prestito potrebbe derivare. Cfr. tlio s.v. potto.
Libro nuovo Gallerani : « per due potti e due cioppini di stagnio e per uno paio di barilioni » p. 73.16,
     
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 69
« per uno baccino a barbiere e per uno picciolo potto da aqua » p. 89.2 (3 occ.) ; Libro Frescobaldi :
       

« due potti per portare l’olio » p. 85.24, « per uno grande luccio e per 4 mugini salati et 4 freschi, et
     

per una galentina ove si mise il decto luccio et per mettere in pastello i decti mugini et per uno
potto ove si portò il decto luccio » p. 88.15 (4 occ.).  

scandaglio s.m. ‘misura di capacità pari alla ventesima parte della somata, in uso in
Provenza’ : pr. escandalh s.m. ‘sorte de mesure de capacité (usitée pour l’huile, pour la

chaux)’ (pd s.v. escandal). Cfr. Castellani (1952, p. 915), e tlio s.v. scandaglio2.
Libro Mannucci : « VIIJ ischandalgli di vino agre » p. 798.17.
     

sestiere / cestiere s.m. ‘misura di capacità per aridi in uso in Francia e in Provenza, sta-
io’, ‘misura di capacità per liquidi (a Parigi sottomultiplo del tonello / tinello e multiplo
della pinta)’ : fr. sestier, fr. mod. setier s.m. (lat. sextarius), att. dal 1170 ca come ‘mesure

pour les grains et autres matières sèches’ e dal 1188-1191 come ‘mesure de capacité pour
liquides’ (tlf s.v. setier ; cfr. few xi, p. 557b s.v. sextarius, t-l, gdc s.v. sestier). Il valore del

sestiere era probabilmente differente nelle varie piazze com­merciali (cfr. il secondo es.
citato della Pratica) ; in Italia sopravvive l’allotropo sestaro, unità di vendita dell’olio a

Salerno secondo Pegolotti (cfr. corpus tlio ; e, nel terzo es. citato della Pratica, si osservi  

che per la misura salernitana viene anche impiegata la forma d’imprestito). Cfr. Edler
(1934, p. 270), Castellani (1952, p. 918), tlio s.v. sestiere2.
Libro Mannucci : « IIIJCXXXVJ somate e IJ sestieri d’orzo » p. 779.6 ; Libro Gallerani di Parigi : « die
           

dare 9 sestieri d’avena ala San Donigi tre C tre, ala misura di Parigi » p. 134.27 (2 occ.) ; Libro vermi-    

glio : « dodici sestieri di formeto che Acierito ci madò dal Motiglio in farina, chostava s. dicisette
   

d. otto il sestiere » p. 100.13-14 (3 occ.) ; Pratica : « A misura di sestieri vi si vendono grano, orzo, e
       

tutti altri biadi e legumi » p. 225.23, « Sestieri 4 di grano alla misura d’Arli fa in Nimissi sestieri 7 »
     

p. 227.10, « Sestieri 10 d’olio alla misura di Salerno fa in Puglia migliaia 1 d’olio » p. 174.10 (45 occ.),
   

« Tinello 1 di vino di Parigi, ch’è in Parigi cestieri 96, e ciascuno cestiere si è 8 pinte » p. 201.27 (4
   

occ. della forma cestiere).


Deca prima di Tito Livio : « Le legioni ancora donaro a ciascuno una libra di farina e uno sestiere
   

di vino » vii cap. 37, vol. II, p. 204.28.


somata s.f. ‘misura per aridi e per liquidi in uso in Provenza (lì pari a quattro sestieri)’ :  

pr. saumada s.f. ‘misura per il vino’ (sw s.v. saumada). Cfr. Edler (1934, p. 273), Castellani
(1952, p. 920), tlio s.v. somata.
Libro Mannucci : « per otto somate di vino che ne chomperaro da nnoi dì XIJ d’aprile anno detto
   

per s. XVJ la somata » p. 729.6, « IIIJCXXXVJ somate e IJ sestieri d’orzo » p. 779.6 (63 occ.) ; Libro gial-
       

lo : « due somate di grano » p. 45.20 ; Libro vermiglio : « per somate setanta quatro di vino a la misura
           

del Montiglio, per setanta otto sestieri di formeto a la misura del Mo[ntiglio], per ciento somate
di lengnie » p. 53.13-15, « rechò Acierito Giovanni di Valenza di somate dugiento una di sale suo che
   

vendè, di che vendè somate venti a tor. trenta due la somata e l’avanzo a tor. trenta uno la somata »  

p. 148.36-38 (11 occ.).


tancardo s.m. ‘recipiente per liquidi di uso domestico’ : medio ing. tancard, tankard ‘a  

large open tub-like vessel, usually of wood hooped with iron, etc. (sometimes of lea-
ther) ; spec. such a vessel used for carrying water’, att. dal 1310 (oed s.v. tankard) ma già

in carte latine d’Inghilterra dal 1266 ca (cfr. LathR s.v. tancardus, tank-). Cfr. tlio s.v.
tancardo.
Libro nuovo Gallerani : « per uno tancardo di lengnio per recare aqua ala chucina » p. 73.20.
     

tasso s.m. ‘quantità (indeterminata)’ : fr. tas s.m. ‘amas’, att. dal 1155 circa (tlf s.v. tas,  

few xvii, p. 316b, s.v. *tas ; cfr. t-l, gdc, dmf s.v. tas), o medio ing. tass ‘a heap, pile, stack’,

70 roberta cella
att. dal 1330 ca (oed s.v. tass1) ma nel latino d’Inghilterra tassus, -um ‘rick or haycock’ già
dal 1160 ca (LathR s.v. tassa2). Cfr. tlio s.v. tasso4.
Libro nuovo Gallerani : « a Gianino di Tripoli per uno tasso di fieno che compramo da lui per li
   

nostri cavalli » p. 87.30.  

tonello / tinello s.m. ‘recipiente a doghe (specif. per vino e olio)’, ‘unità di misura per
liquidi in uso a Parigi (multiplo del sestiere) e nelle Fiandre (multiplo del lotto)’ : fr. tonel  

s.m., att. dal 1150 ca (tlf s.v. tonneau ; cfr. few xiii, p. 415b s.v. tunna, t-l s.v. to­nel), da

cui anche il medio ing. tonell ‘a cask or barrel for wine or other commodities’, att. dalla
metà del sec. xiv ma in forma latinizzata già intorno al Mille (oed s.v. tonnel, LathR s.v.
tonna). La forma tinello della Pratica è probabilmente dovuta alla pressione di tinello
‘piccolo tino’, già att. dalla fine del Duecento (cfr. corpus tlio). Cfr. Edler (1934, p. 301),
dei s.v. tonnello, tlio s.v. tonello.
Libro Ugolini : « dodici toneli di vino » p. 362.23 (3 occ.) ; Libro nuovo Gallerani : « quatro tonegli di
           

vino » p. 112.11 (5 occ.) ; Libro di Parigi : « uno tonnello di vino vermellio » p. 150.9 (3 occ.) ; Pratica :
             

« Quartare 200 d’olio alla misura di Maiolica fanno in Bruggia 1 tonello d’olio » p. 129.13, « Tinello 1
     

di vino di Parigi, ch’è in Parigi cestieri 96, e ciascuno cestiere si è 8 pinte » p. 201.27, « Olio, vino,    

mele si vendono in Bruggia a tinello [[...]], e ogni tinello si è a misura 360 lotti di Bruggia e di tutta
Fiandra » p. 238.12-14, « Olio, vino, mele si vendono in Anguersa e per tutto Brabante a tinello, a
   

pregio di tanti soldi [di] grossi tornesi il tinello, e ogni tinello si è a misura 288 lotti d’Anguersa » p.  

251.1-2 (34 occ. del tipo tinello) ; Conto dei vini, prima metà del sec. xiv ? (Siena, Archivio di Stato,
   

Conventi 1734, fascicolo D, n. 23) : « due tonegli di vino vermeglio e una | chova di vino biancho
   

chonp(r)amo | da Pier di Ruoglio di San Donigi » c. 1vb1-3 (2 occ.).  

ut(t)o s.m. ‘misura per aridi (in uso nelle Fiandre)’ : ant. fiamm. hoet, piccardo huet ‘me-  

sure pour les grains’, att. dal sec. xiii (few xvi, p. 217b s.v. hoed). Per la difficoltà fonetica
e per la scarsa congruità semantica è da escludere la derivazione dal fr. hotte ‘grand
panier ou cuve, qu’on porte sur le dos au moyen de bretelles’, att. dal sec. xiii (tlf s.v.
hotte, few xvi, p. 229b s.v. *hotta). Cfr. Edler (1934, p. 308), Evans (1936, p. 410).
Pratica : « E utti 100 di grano alla misura di Bruggia fa ne’ detti [luoghi] e in Anversa viertalli 210 »
     

p. 244.25, « Grano e orzo e tutti altri biadi si vendono in Bruggia a una misura che s’appella utto »
   

p. 239.6, « L’utto del grano alla misura di Bruggia fa in Doagio 2 misure » p. 244.10 (10 occ.).
   

4. 2. Prestiti relativi ad appellativi, titoli, qualifiche lavorative


che individuano personaggi citati
Il gruppo dei nomina agentis in –iere è particolarmente nutrito : vista la grande produtti­  

vità anche toscana del suffisso galloromanzo di antica introduzione (cfr. Cella, 2003, pp.
256-257 e bibliografia citata), il prestito è assicurato solo quando i termini non conosca­
no corradicali indigeni.
Non considero gli appellativi verosimilmente già fissati in cognome (es. beghe, cfr.
tlio s.v.).
armauriere s.m. ‘armaiolo’ : fr. armurier s.m. ‘celui qui fabrique, répare ou vend des ar-

mes’, att. dalla fine del sec. xiii (tlf s.v. armurier ; cfr. few xxv, p. 269a, t-l s.v. armëurier,  

gdc s.v. armeurier, dmf s.v. armurier), con interferenza di arma o inser­zione della vocale
tematica di armatura. Cfr. Edler (1934, p. 31, s.v. armaduriere), tlio s.v. armoriere.
Libro Gallerani di Parigi : « Gullo Tirellamonte, armauriere, Adelina, sa famma, dimoranti nela
   

grande Ruga di Parigi dela parroccia Santa Apportuna die dare 30 lb. par. » p. 192.1.  

attornato s.m. ‘procuratore legale’ : norm. e anglo-norm. aturné, atorné s.m. ‘procureur  
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 71
chargé surtout en Normandie et en Angleterre, de représenter en justice une partie’, att.
dal 1172-1174 (tlf s.v. attorney ; cfr. few xiii/2, p. 72b s.v. tornare, t-l, dmf s.v. atorné, gd s.v.

atorné1) ; ing. aturne, atorne, attourne ‘one appointed or ordained to act for another ; an
   

agent, deputy, commissioner’, ‘one duly appointed or constituted (by letter or power of
attorney) to act for another in business and legal matters’, att. dal 1303 (oed s.v. attorney
sub 1-2) e come attornus in latino d’Inghilterra dal 1288 (Lath s.v. attornare sub 10).
Lett. Ricciardi : « l’ato(r)nato di mess(er) P. di Sstavai è mess(er) G. dell’Aai » 3 (1301) p. 111.11.
     

balivo s.m. ‘ufficiale preposto all’amministrazione della giustizia’ : pr. bailiu s.m. ‘gou-  

verneur, administrateur’ (pd s.v. bailiu), o fr. baillif ‘officier royal au nom duquel la ju-
stice se rendait dans l’étendue d’un certain ressort’, att. ante 1160, più in generale ‘celui
qui gouverne’ dal 1300 ca (tlf s.v. bailli, –ie, baillif, –ive ; cfr. t-l s.v. baillif, gdc, dmf s.v.

bailli, few i, p. 207a s.v. bajulus). Cfr. baliagio § 4.4, tlio s.v. balivo.
Lett. pist. 1330 : « ’l balivo era in suo pa[e]se » p. 250.2, « Possa tornò lo balivo » p. 250.3, « Fui preso et
           

cortesemente, et fue facto inventaro di tucti li beni nostri, et possa fui menato a Torso al balivo »  

p. 250.14.
bolongiere s.m. ‘fornaio’ : fr. bolengier s.m. ‘id.’ (mod. boulanger), att. dal 1170 ca, deriva-

to in -ier dell’ant. picc. boulenc ‘celui qui fabrique des pains ronds’ (< ant. basso franc.
*bolla ‘pain rond’), att. nelle forme latinizzate bolengarius, bolengerius rispet­tivamente nel
1100 e 1120 ca (tlf s.v. boulanger ; cfr. few xv/1, p. 176b s.v. *bolla, b-w s.v. boulanger, t-l s.v.

bolengier, gdc s.v. bolengier1, dmf s.v. boulanger1). Cfr. tlio s.v. bolongere.
Libro Gallerani di Parigi : « Roberto Devilles, bolongiere di Parigi » p. 147.19.
     

borgomestre s.m. ‘(nelle Fiandre) primo magistrato cittadino’ : fr. bourgemaistre s.m.,  

dal medio neder. borgermeester, att. dal 1309 (tlf s.v. bourgmestre ; cfr. few xv/2, p. 23a s.v.  

burgermeister, gdc, dmf s.v. bourgmestre).


Libro delle riscossioni di Fiandra tenuto da Pietro Ranieri, 1308 (cfr. Cella 2009, pp. 129-133, Li 26) :  

« dala villa de Ghistella p(er) la mano Guil(ielm)i fis Florie berghomest(re) » c. 7r20.
   

boviere s.m. ‘allevatore o commerciante di bestiame’ : fr. bouvier s.m. ‘personne qui gar-

de les bœufs’, nella forma buvier att. dal 1119, esito semidotto del basso lat. bo(v)arius
piuttosto che rifacimento dell’ant. fr. boier, non att. che ante 1289 (tlf s.v. bouvier, t-l,
gdc s.v. bovier ; cfr. few i, p. 445b s.v. bos, dmf s.v. bouvier ; per una diversa ipotesi etimo-
   

logica cfr. b-w s.v. bouvier). Cfr. tlio s.v. boviere.


Libro Ugolini : « Girardo il maiestro boviere » p. 339.1, « la molie Girardo il boviere » p. 339.8, « Gifroi
           

lo boviere » p. 348.7.

bucciere / bocciere s.m. ‘macellaio, mercante di bestiame’ : fr. bouch(i)er s.m. ‘id.’, de-  

rivato da bouc ‘becco’ e att. dalla fine del sec. xii, e, rispettivamente, la variante bo­chier,
att. nel 1180-1190 (tlf s.v. boucher2 ; cfr. few i, p. 587b s.v. *bucco-, t-l s.v. bochier2). Nel

secondo es., buccia s.f. ‘macelleria’ pare una retroformazione priva di modelli galloro-
manzi. Cfr. dei, tlio s.v. bucciere.
Libro Gallerani di Parigi : « Gilotto e Ughetto, boccieri dell’Essarto li Roi, e Gianni di Soisi, scudiere
   

di detta villa » p. 170.20, « Ernullo dell’Alta Magione, bucciere di grossa buccia, di Parigi » p. 203.17
     

(5 occ.).
La voce è att. anche in alcuni testi siciliani (nel Valerio Massimo volgarizzato in messinese da
Accurso di Cremona tra il 1321 e il 1337, negli Statuti messinesi del 1338 circa, negli Statuti palermi-
tani del 1351, e, successivamente al lasso temporale considerato, nei Documenti palermitani del
72 roberta cella
1380 e nel Caternu tenuto da Angelo Senisio, cfr. corpus tlio), nei quali rappresenta un prestito
introdotto probabil­mente per via angioina (cfr. Ambrosini, 1977, p. 63 ; e, più avanti, cfr. ciantro,  

costuriere, pellettiere, piaggio, botte). Inoltre Giovanni Villani impiega il termine nella vita di Ugo
d’Orleans, del cui padre scrive che « fu uno grande e ricco borgese di Parigi stratto di nazione  

di bucceri, overo mercatante di bestie » (Nuova Cronica, ed. G. Porta, v 4, vol. 1, p. 166) : l’impiego    

del termine (non acclimatato in Toscana, come rivela la glossa) da parte di Villani, già fattore
dei Peruzzi nelle Fiandre, pare rispondere alla medesima logica “commerciale” di esattezza nella
designazione di cose e persone (cfr. più avanti follone, schiavino, eritaggio, Tussanti).
burelliere s.m. ‘sellaio’ : fr. bourrelier s.m. ‘celui qui fabrique et vend des harnais pour

les bêtes de somme’ (dmf s.v. bourrelier), deriv. di bourrel ‘bourrelet de selle’ o di bourre
‘stoffa grossolana non rasata’, att. dalla seconda metà del sec. xiii (tlf s.v. bourrelier, De
Poerck 1951, ii, p. 30 ; cfr. few i, p. 639b s.v. burra, t-l s.v. burelier, gdc s.v. bourrelier). L’uni-

co es. è stato inteso dagli editori come antroponimo, e di conseguenza unito all’articolo
che lo precede. Cfr. tlio s.v. burelliere.
Libro Gallerani di Parigi : « Gianni Leburelliere di Longimello » p. 155.20.
     

calziere s.m. ‘calzolaio’ : calco dal fr. chaucier, chaussier s.m. ‘id.’, der. di chauce, chausse e

att. dal 1268-1271 (tlf s.v. chaussette ; cfr. few ii/1, p. 72a s.v. calceus, t-l s.v. chaucier2,3, gd  

s.v. chaucier1, dmf s.v. chaussier1).


Doc. merc. Gallerani : « Per una torca, peso 3 lb. e 3 quarti, per Bernardo il calçier » 4, p. 219.21, « Per
       

oto noci confette per lo calçiere 2 s. 8 d. » 4, p. 219.22.  

chierico s.m. ‘segretario’ : calco dal fr. clerc s.m. ‘employé d’un officier public, ou d’un  

personnage officiel’, att. dal 1275 (tlf s.v. clerc ; cfr. few ii/1, 774a s.v. clericus, t-l s.v. clerc,  

dmf s.v. clerc sub A 2 a-c) o dall’ing. cleric, clerk ‘scrittore, copista, segretario, contabile’,
att. nel 1085 (oed s.v. clerk n. sub 4-5, Lath s.v. clericus sub 2-4). Cfr. tlio s.v. chierico sub
1.4.
Libro Ugolini : « Maiestro Riciardo chericho de· re di Navara » p. 351.21 (2 occ.) ; Ragionato Cepperel­lo :
         

« per le spese del keriko del balio quando andamo a co(n)tare co(n) Gira(r)do Cialciata a Pa(rigi) »
   

p. 171.34 (4 occ.) ; Libro Fini : « mastro Tomaso canceliere chericho degli abalestrieri » p. 679.25 ; Libro
         

nuovo Gallerani : « mastro Oddo d’Arboisi, cherico di messer Oddo di Grançone » p. 18.19 (2 occ.) ;
       

Libro Gallerani di Parigi : « Oddo Pongnente e Giache Pongnente, son frere, di Modone, cherico nela
   

Corte dell’officiale di Parigi » p. 130.12, « quarantecinque s. sei d. par. spese Colino, nostro cherico,
   

[in] andare e venire in tre semane » p. 200.23 ; Lett. sen. 1313 : « dovisatemi novelle de’ chierici vostri »          

p. 369.25 ; Libro giallo : « Guillielmo di Sarignaccho chericho del Dalfino » p. 34.25 ; Doc. tosc. 1324-1326 :
           

« ser Giovanni de Vimundesvolde kericho di meser U. Dispensiere il f[[iglio]] » p. 270.3 (4 occ.) ; Libro
     

dell’Asse sesto Peruzzi : « in lbr. 34 di confetti che presentarono a mastro Giache de’ Giardini e a tre
   

altri cherichi ch’erano a rivedere conti vecchi de[l] Re di Francia, perché non ci noiassero » p. 30.2,  

« due cherici del Conte di Fiandra perch’erano per dare la sentenzia de la detta domanda » p. 102.5,
   

« cherici della Camera de’ Conti » p. 151.18 ; Pratica : « per cortesìa a’ cherici della detta costuma, cioè
         

agli scrivani » p. 256.15, « per vino a’ cherici, cioè agli scrivani del visconte » p. 256.21.
     

Lettere Ricciardi : « ave(n)de avuto let. di guitta(n)sa da quei chierici a chui voi li ma(n)davate
   

a ppaghare » 8 (1296) p. 36.27, « là ue li libri sono ch[un] uno chierico de· rei » 2 (1301) p. 116.8, (12
     

occ.).
ciandeliere s.m. ‘candelaio’ : fr. chandelier s.m. ‘fabricant ou marchand de chandelles’,  

att. dal 1294 (tlf s.v. chandelier ; cfr. few ii/1, p. 178a s.v. candela, t-l s.v. chandelier, gdc  

s.v. chandelier2, dmf s.v. chandelier1). L’unico es. è stato inteso degli editori come antropo-
nimo ed unito all’articolo che lo precede.
Libro Gallerani di Parigi : « Ricciardo Leciandeliere d’Atrecci » p. 159.15.
     
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 73

ciantre / ciantro s.m. : fr. chantre s.m. ‘dignitaire, maître du chœur, qui préside au chant

dans une église cathédrale ou collégiale’, att. dal 1227 (tlf s.v. chantre ; cfr. few ii/1, p.  

236a s.v. cantor, t-l, gdc, dmf s.v. chantre).


Libro Mannucci : « messer Pere Giovanni ciantre di messer l’arciveschovo d’Arli » p. 738.1 (2 occ.) ;
       

Libro nuovo Gallerani : « messer Ugolino di Lovagna, ciantro di Melçi in Francia » p. 19.25.
     

La voce è inoltre nel Declarus di Angelo Senisio : « Precentor oris... qui primus dat cantum in    

choro, qui dicitur chiantru » c. 216v, p. 44.21 (cfr. Ambrosini, 1977, pp. 56, 64, e buccieri).

ciarroiere s.m. ‘aratore’ o ‘carrettiere’ : fr. charrüier s.m. ‘aratore’, att. dal sec. xii (gd s.v.  

charuier, che nota come la voce sia in uso nel dipartimento della Marna con il significato
di ‘carrettiere’ ; cfr. few ii/1, p. 425a s.v. carruca, t-l s.v. charrüier, dmf s.v. charruyer) ; o,
   

con riaccostamento a carro, fr. charreier s.m. ‘carrettiere’ e fr. charier s.m. ‘ufficiale prepo-
sto al servizio dei carri’, il primo att. dal 1226 (Städtler, 2003, p. 244 ; cfr. gdl s.v. charreier),  

il secondo dal 1341 (gd s.v. charier2, dmf charrier4). Cfr. tlio s.v. ciarroiere.
Libro Gallerani di Parigi : « Miccele le Custuriere di Longimello fuore di lettera die dare 17 s. par.
   

ala Ciandeloro novantessei [[...]] E Micciele neli convenançò di pagare in presençia di Simonetto
dela Fontana e di Gianni lo Ciarroiere » p. 155.26.  

ciarrone s.m. ‘chi costruisce e conduce carri’ : fr. charron s.m. ‘constructeur de voitures’,  

att. dal 1268 (tlf s.v. charron ; cfr. few ii/1, p. 433a s.v. carrus, t-l, dmf s.v. charron, gdc

s.v. charon). Cfr. tlio s.v.


Libro Ugolini : « Perino il seliere (e) Gian lo ciarone » p. 360.32 ; Libro Gallerani di Parigi : « Gianni le
           

Ciarrone di Mostelles e Ricciardo lo Ciarrone d’Asenvilla » p. 133.1 (7 occ.), « Colino Leciarrone di    

Sa· Morigi, Loretto Lociarrone e Guillino Lociarrone di Gomecça lo Castello » p. 165.1 (3 occ.), più  

il deri­vato ciarronessa s.f. (« Isabella la Ciarronessa d’Altonno », p. 205.4) : tutte intese come antro-
     

ponimi dagli editori.


cordovaniere / -ieri s.m. ‘calzolaio’ : fr. ant. cordovanier (mod. cordonnier) s.m. ‘celui qui  

fabri­que ou vend des chaussures’, att. dal sec. xiii (gdc s.v. cordouanier ; cfr. few ii/2, p.  

1182b s.v. Corduba, t-l s.v. cordöanier, dmf, tlf s.v. cordonnier). Cfr. Edler (1934, p. 90),
tlio s.v. cordovaniere.
Libro Ugolini : « Gian la Rive chordovaniere di Bari » p. 351.13 (2 occ.), « Gian la Rive chordovanieri di
       

Bari » p. 350.1 ; Ragione Buonsignore : « Alberto, chordovaniere di Mudimiera, die dare xvij lb. » p. 291.7
         

(3 occ.) ; Libro Gallerani di Parigi : « Gullo Alialme, cordovaniere, e Gianni lo Ciarrone di Mostelles »
       

p. 134.17.
Tesoro volgar. (ed. Gaiter) : « i mestieri che l’uomo adopera tutto die con le mani e con i piedi.
   

Ciò sono fabbri, drappieri, cordovanieri e altri mestieri » i 4, vol. 1, p. 17.14 ; Statuti pisani 1330 (2) :      

« Bindo cordovanieri » cap. 134, p. 588.17 (3 occ.) ; Ranieri Sardo, Cronaca di Pisa : « Buoninsengnia
         

chordova­nieri » p. 120.9 (cfr. corpus tlio).


costumiere ‘esattore del dazio (spec. nelle dogane portuali inglesi)’ : ing. costumer ‘an  

official who collects customs or dues ; a custom-house officer’, att. dal 1448 (oed s.v.  

customer n. sub 2), ma nella forma lat. custumarius ‘customer, collector of customs’ att.
dal 1325 ca (Lath s.v. custumarius sub 5, LathR s.v. custuma ; la voce lat. pare diffusa solo in  

Inghilterra e in Scozia, cfr. Du Cange s.v. custumarius4). Meno probabile il fr. costumier
‘receveur d’impôts’, att. dal 1260 (few ii/2, p. 1092a s.v. consuetudo, t-l s.v. costumier ;  

cfr. dmf s.v. coutumier sub B 3), il cui significato pare documentato solo marginalmente
(gdc s.v. coustumier, tlf s.v. coutumier non lo riportano). Cfr. Edler (1934, p. 93), tlio s.v.
costumiere.
74 roberta cella

Pratica : « costuma allo re soldi [...] sterlini per sacco a peso di costuma, cioè quello che i costumieri
   

del re truovano che pesa allo loro peso quando lo pesano per prendere la costuma » p. 256.11, « la    

pongono e levano del peso quando si pesano per gli costumieri del re » p. 256.30.  

costuriere / custuriere s.m. ‘sarto’ : fr. cousturier, costurier s.m. ‘celui qui coud, tailleur’,  

att. dal 1213-1214 e 1241 rispettivamente (gdc s.v. cousturier, tlf s.v. cou­turier, few ii/2, p.
1098b s.v. *consutura, t-l s.v. costurier).
Libro Ugolini : « Martino il pilitiere di Brea (e) Giaçolino suo filiolo [e] Ernoldo il chosturiere » p.
     

340.11 ; Libro Gallerani di Parigi : « Gianni Longiovin, costuriere di Parigi » p. 180.16 (3 occ.).
       

Fatti di Cesare : « la ruga de’ costurieri » [Svet.] vii 44, p. 264.3 (in dipendenza da un originale fran-
     

cese ?) ; la voce è inoltre in testi siciliani datati tra la metà e la fine del sec. xiv (Declarus e Caternu
   

di Angelo Senisio, anonima poesia del 1354 ca, cfr. Ambrosini, 1977, pp. 56, 63, e corpus tlio).
cuffriere / goffriere s.m., cuffriera s.f. ‘(in Inghilterra) chi custodisce le casse, tesorie­
re’, ‘chi costruisce e vende casse’ : ing. cofferer ‘treasurer’, att. dal 1330 ca (oed s.v. coffe-  

rer) ; fr. coffrier ‘faiseur de coffres’ att. dal 1268 (gd s.v. coffrier ; cfr. few ii/2, p. 1152b s.v.
   

cophinus, t-l s.v. cofrier) e, in relazione alla documentazione inglese, ‘celui qui tient les
coffres, trésorier’ att. dalla metà del sec. xiv (dmf s.v. coffrier). Sia la qualità della protoni-
ca in cuffriere, sia la sonorizzazione dell’iniziale in goffriere si chiariscono come fenomeni
secondari dovuti al senese.
Libro nuovo Gallerani : « Comprarlo per lo goffriere Lerex [[= le Rex ‘del re’]] 4 di lulio 306 » p. 59.25 ;
       

Libro Gallerani di Parigi : « Piero lo Cuffriere di Sanois » p. 209.2 (a p. 208.26 anche l’antrop. femmi-
     

nile « Nichola la Cuffriera »).


   

curatiere ‘intermediario, sensale’ : fr. cour(r)atier s.m. ‘id.’, att. dal 1225-1250, piuttosto  

che dalla variante courretier documentata dal 1220 ca (tlf s.v. courtier, few ii/2, p. 1568b
s.v. cŭrrĕre ; cfr. t-l s.v. coratier, gdc s.v. courtier), passata anche nel lat. d’In­ghilterra cor-

retarius, att. nel 1287 (Lath s.v.). Cfr. tlio s.v. curatiere.
Libro Ugolini : « Arigucio curatiere » p. 361.32 ; Libro Mannucci : « Raschasso giudeo e Samiello suo
           

chompangnio churattieri di Sallone » p. 719.7 ; Doc. merc. Gallerani : « a Betino e a Bernardino, cura-        

tieri » 1, p. 212.5 ; Libro nuovo Gallerani : « Curattiere ne fù Giachetto Simoni di Siena » p. 47.7 (20 occ.) ;
           

Libro Frescobaldi : « grossi 6 tor. ch’ebbe il currattiere che ’l fecie vendere » p. 90.25 (8 occ.) ; Libro ver-
       

miglio : « paghamo il churattiere » p. 125.12 ; Pratica : « il curattiere, cioè il sensale » p. 242.30 (4 occ.).
             

curé s.m. ‘curato’ : fr. curé s.m. ‘celui qui est à la tête d’une paroisse’, att. dal 1259 (tlf

s.v. curé ; cfr. few ii/2, p. 1557b s.v. cura, t-l, gd, gdc, dmf s.v. curé).

Libro Gallerani di Parigi : « Messere Gianni prete e cure di Monroggio » p. 126.5.      

diano s.m. ‘decano (sia religioso sia civile)’ : fr. dien s.m. ‘id.’, att. nel sec. xiii, ma nella  

forma deien già dal 1174-1176 (tlf s.v. doyen, gdc s.v. deien, few iii, p. 22b s.v. decanus ; cfr.  

t-l s.v. doiien, gd s.v. doien, dmf s.v. doyen), passato anche all’ing. dean ‘the head of the
chapter or body of canons of a collegiate or cathedral church’, att. dal 1330 ca (oed s.v.
dean1). Cfr. tlio s.v.
Lett. sen. 1262 : « chol sugielo del diano di Sa· Stefano di Tresi nostro giudicie » p. 288.28 ; Libro Ugo-
       

lini : « letera del diano e del priore di San Piero di Bari » p. 348.33 (137 occ.) ; Doc. Gallerani : « diano
           

di Dovellino » [1304] 1, p. 214.27 ; Libro nuovo Gallerani : « nipote del diano d’Ariforte » [Hereford in
         

Inghilterra], p. 61.22, « diano d’Evroicchi » p. 90.18 (6 occ.) ; Libro Gallerani di Parigi : « Adano Ciap-
         

parone, diano d’Orli » p. 150.25 (5 occ.) ; Libro vermiglio : « messer Ghiraudo Chabasuola diano di
       

Nostra Donna di Dos di Vignione » p. 117.6 (4 occ.).  

Lett. sen. 1260 : « dina[n]çi dal diano di Sa· Stefano di Tresi » p. 268.2.
     
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 75

dispensiere s.m. ‘contabile, amministratore’ : ing. dispenser s.m. ‘one who manages  

or administers ; a steward of a household’, att. dal 1297 come appellativo (oed s.v. di-

spenser), ma dispensarius ‘store-keeper or steward’ dal 1130 ca (Lath s.v. dispensa­rius), fr.
dispensier ‘dispensateur, administrateur’ (gd s.v. dispensier ; few iii, p. 97b), anche ‘tréso-  

rier’, att. solo ante 1440 (dmf s.v. dispensier). Il nome comune divenne appellativo di Ugo
(1262-1326), primo conte di Winchester e consigliere di Edoardo ii, passando poi al figlio,
Ugo il Giovane (1286-1326), ciambellano reale dal 1318, potente e controverso favorito di
Edoardo ii, e ai suoi discendenti. Cfr. spensiere, tlio s.v. dispensiere.
Doc. merc. Gallerani : « Nicolao da Pistoia, dispensiere dei Chiarenti » [1304] 1, p. 215.8 ; Libro nuovo di
       

Londra : « Piero da Gorçano, nostro dispensiere » p. 93.24, « 23 lb. 6 s. 8 d. sterl., tre dì di gienaio tre
       

C sei, da Persona Folberti di Fiorença, i quali ne die per lui Lippo di Spensiere contanti » p. 57.16  

[[= dispensiere]] ; Libro Gallerani di Parigi : « Ruggierino le Normando, nostro dispensiere » p. 200.17 ;
         

Doc. tosc. 1324-1326 : « ser Giovanni de Vuimonduvalde guardarobiere di meser U. Dispensiere il f.


   

[[= figlio]] » [c. 1325] p. 269.31 (7 occ. ; anche : « l’ostello madama la Dispensiera » [c. 1325], p. 270.15 =
         

Eleanor de Clare, moglie di Ugo Dispensiere il giovane).


Libro dell’Asse sesto Peruzzi : « per cagione di quello che i detti della tavola ebono a ffare con
   

messer Ugho il Dispensiere il Giovane » [1343] p. 150.40 ;    

Senisio, Caternu : « li dedi frati Egidiu quandu era dispinseri » vol. 1, p. 26.11. Tutte le ulteriori
     

occ. sono riferite al ciambellano inglese : Giovanni Villani, Nuova Cronica (ed. Porta) : « Questo      

messer Ugo era di piccolo lignaggio d’Inghilterra, e Dispensieri avea nome, però che l’avolo fu
dispensiere del re Arrigo d’Inghilterra, e poi messer Ugo il padre fu dispensiere del re Adoardo
primo » xi 7, vol. 2, p. 530.7-8-10 (13 occ., tra nome comune e nome proprio) ; A. Pucci, Centiloquio :
     

« Messer Ugo, il Dispen­siere » 65, terz. 38 (11 occ. del nome proprio) ; Sacchetti, Trecentonovelle :
       

« giunto al palagio reale, dove il detto re [[Adoardo]] dimorava, di porta in porta trapassando,

giunse nella sala, dove lo re il più del tempo facea residenza ; e trovollo fiso giucare a scacchi con  

lo gran dispensiere » 3, p. 8.2.  

facciere s.m. ‘fattore, mezzadro’ : pr. fachier s.m. ‘mezzadro’ (sw s.v. fachier, few iii, p.  

362a s.v. factum), att. in forma latinizzata nel 1215 (Du Cange s.v. facherius).
Libro giallo : « il detto Bertrano ci deie fare rispondere a tutti i suoi faccieri tutto quello ch’eglino
   

gli sono tenuti e che cciò che rispondeano al detto Bertrano che da questo dì inanzi il debbiano
rispondere al detto Neri di Tello » p. 21.40 ; Libro Gianfigliazzi : « il detto Beltrano ci dee dal sopra-
       

detto dì inn[a]nzi fare rispondere, cioè al detto Neri a tutti suoi faccieri, per quello modo che
fanno a lui » p. 71.13.  

fam(m)a s.f. ‘moglie’ : fr. femme s.f. ‘compagne de l’homme unie par les liens du maria-

ge’, att. dal 1100 ca (tlf s.v. femme ; cfr. few iii, p. 449 s.v. femina, t-l, gd s.v. feme, gdc,  

dmf s.v. femme). Cfr. tlio s.v. famma.


Doc. merc. Gallerani 1304-1308 : « Ghita, fama a mastro Giache » [1304] 1, p. 212.1 ; Libro nuovo Galle-
       

rani : « ne die la fama Guillo Servato per uno dei detti anelli le vendemo » p. 34.16 (4 occ.) ; Libro di
       

Parigi « Piero Bresarci, Isabella, sa fama, e Roggieri, loro fis, di Corbollio » p. 156.11 (61 occ.).
   

fermiere s.m. ‘fattore’ : fr. fermier s.m. ‘personne qui tient un fonds, un domaine ou un

droit à ferme’, att. dal 1207, e specificamente ‘personne qui tient une exploitation agri-
cole à ferme’, att. dal 1282 (tlf s.v. fermier ; cfr. few iii, p. 571a s.v. fĭrmare, t-l, gdc s.vv.  

fermier). L’unico es. è stato inteso degli editori come antroponimo.


Doc. merc. Gallerani : « per Guillelmo Fermiere di Camo 8 lb. 10 s. » [1307] 7, p. 227.23.
     

ferrone s.m. ‘fabbro’ : fr. ferron s.m. ‘forgeron’, att. dal 1176-1181 (tlf s.v. ferron ; cfr. few
   

iii, p. 471b s.v. ferrum, t-l, dmf s.v. ferron, gd s.v. ferron1).
76 roberta cella

Libro Ugolini : « Gubelino lo ferone di Bari [[...]] (e) Gulimino Açenoti » p. 362.8.
     

frappiere s.m. ‘rivenditore al minuto di cose di scarso valore ?’ : fr. frepier s.m. ‘celui qui    

fait commerce de friperie’ (gdc s.v. frepier), att. dal 1268-1271 (tlf s.v. fripier ; cfr. few iii,  

p. 396a s.v. faluppa, t-l s.v. feupier) ; cfr. tlio s.v. frappiere.  

Libro Gallerani di Parigi : « Oddo di Nulli, frappiere, e Gianni Astivello di Parigi » p. 138.1.
     

fis s.m. ‘figlio’ : fr. fils (con l meramente grafica dal sec. xiii), fis / fiz s.m. ‘id.’, att. dalla

seconda metà del sec. x (tlf s.v. fils ; cfr. few iii, p. 521a s.v. filius, t-l s.v. fil2, gdc s.v. fils).

Il prestito non adattato compare in nessi interamente francesi.


Libro Gallerani di Parigi : « Bertaldo Lepiffre, Gianotto, son fis, di Mongisone » p. 148.4, « Giuffre fiz
       

au mere di Corçe » p. 128.26 (18 occ.).


gendre s.m. ‘genero’ : fr. gendre s.m. ‘id.’, att. dal 1150 (deaf s.v. gendre1 ; cfr. few iv, p. 96a
   

s.v. gener, t-l, tlf s.v. gendre).


Libro Gallerani di Parigi : « per lettera Raullo Lebrettone di Taverni, son gendre » p. 154.25, « Filippo
       

Frappasalsa detto Le Bocciere e Tommas Lerecovreore, son gendre, di Vitri » p. 184.29.  

goffriere vd. cuffriere


goliere s.m. ‘guardia carceraria’ o, meno probabilmente, ‘agrimensore’ : forse fr. jaio-  

lier s.m. ‘gardien d’une prison’, come nome di mestiere o soprannome att. dal 1163 in
documenti latini d’Inghilterra e nel 1296 a Parigi (deaf s.v. jaiole ; cfr. few ii/1, p. 555b  

s.v. caveola, t-l s.v. jaiolier, gdc s.v. geolier, dmf, tlf s.v. geôlier) ; meno probabile, anche  

se foneticamente più plausibile, il fr. gaulier ‘arpenteur’, att. dal 1386 (deaf s.v. gaule ; cfr.  

few xvii, p. 496b s.v. *walu, dmf s.v. gaulier).


Doc. sen. 1263 « Piero il goliere di Tresi die dare C s. » p. 358.29.
   

granattiere s.m. ‘(in una comunità) addetto allo stoccaggio del grano ?’ : fr. grenetier    

s.m. ‘officier préposé à un grenier (à blé et fourrages sourtout)’, att. dal 1287 (deaf s.v.
grenier ; cfr. t-l s.v. grenetier, dmf s.v. grènetier1, tlf s.v. grainetier) e nella forma granatier

dal 1326 (gd s.v. grenetier2) ; il lat. mediev. granatarius ‘préposé du grenier’ data al 1152

(Niermeyer, 1976 s.v.). Nel Libro giallo è ipotizzabile che la voce derivi dal pr. granatier
‘marchand de grains’ (pd s.v. granatier), att. però nel 1472 (few iv, p. 229a s.v. granum).
Libro nuovo Gallerani : « una sargia d’Irlanda che conpramo per lo granattiere di San Vasto » p. 99.19 ;
       

Libro giallo : « ricievette per noi da maestro Istefano granattiere a Carpentrassi » p. 12.27.
     

guardarobiere s.m. ‘(in Inghilterra) ufficiale preposto alla gestione dei beni del re’ : ing.  

wardrober ‘an officer of a royal household who had charge of the robes, wearing ap-
parel, etc.’, att. dall’inizio del sec. xv (oed s.v. wardrober), ma già nella forma lat. gardero-
barius ‘keeper of (royal) wardrobe’ dal 1165 (LathR s.v. warderoba). Data la provenienza
della documentazione e la specificità del significato, è poco probabile il prestito dal fr.
garderobier ‘officier qui a soin des vêtements, des armes, de l’argenterie, etc.’, att. nella
documentazione di Francia nel 1359 (deaf s.v. garder ; cfr. few xvii, p. 520b s.v. *wardôn,  

t-l, gd, dmf s.v. garderobier).


Doc. tosc. 1324-1326 : « Indentura intra noi e ser Giovanni de Vuimonduvalde guardarobiere di meser
   

U. Dispensiere il f. a la torre di Londra di lb. V ster. » p. 269.31, « ser Simone di Scepeie guardarobiere
   

di messer Ugo » p. 270.11.


istagiano s.m. ‘abitante’ : pr. estatjan s.m. ‘domicilié, habitant’ (pd s.v. estatjan2).

prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 77

Libro vermiglio : « fecie la carta mastro Ponzo Lorenzi notaio di Niomisi, dicie i [[= gli, pron. ?]]
     

Filippo Chorbizzi chome istagiano di Vignione » p. 11.21.  

magiel(l)iere s.m. ‘macellaio’ : pr. mazelier s.m. ‘id.’, att. dal 1230 (pd s.v. mazelier, few  

vi/1, p. 4b s.v. macellarius).


Libro giallo : « Bertano Guernieri magielliere, Guillielmo di Grana, Bertrano di Stella, Simone Alle-
   

gri, tutti questi di Baisì » p. 20.8 (3 occ.) ; Libro vermiglio : « Ponzo Bresache chalonacho di Vivieri,
       

Ponzo Bresache lo magieliere di Vivieri » p. 12.38 (3 occ.).  

mariniere s.m. ‘battelliere’ : fr. marinier s.m. ‘homme de mer, marin, batelier’ (gd s.v.  

marinier) o ‘batelier’, att. dal 1215 ca (tlf s.v. marinier ; cfr. t-l s.v. marinier ; ma few vi/1,    

p. 345a s.v. marinus e b-w s.v. marinier datano al 1524 il significato di ‘qui conduit un
bateau sur une rivière’). Per l’accezione della voce in it. si osservi che Villeneuve-Saint-
Georges (Val-de-Marne) è una località lungo la Senna poco a monte di Parigi. Cfr. tlio
s.v. mariniere.
Libro Gallerani di Parigi : « Gualtieri Linghilese, mariniere di Villanuova San Giorgio » p. 153.8.
     

mazzone s.m. ‘muratore’ : fr. maçon s.m. ‘id.’, att. dal 1155 (tlf s.v. maçon ; cfr. few xvi,
   

p. 506a s.v. *makjo, t-l, gdc, dmf s.v. maçon). L’affricata dell’adattamento pare riflettere
la pronuncia fr. [ts], evolutasi in [s] nel corso del sec. xiii (cfr. Pope, 1952, § 194) ; si osser-  

vi che l’affricata è riflessa anche nel medio ing. mazoun, così come nella latinizzazioni
d’Inghilterra mazo e mazunus (oed s.v. mason1 n.). Cfr. Cella (2003, pp. 198-199), tlio s.v.
mazzone.
Libro Ugolini : « Voto lo maçone di Giachorto » p. 349.13 ; Libro Gallerani di Parigi : « Tommas Alle,
           

macçone di Santo Marçello, dela parroccia Santa Ipolita, e Gianni du Parvis, ciarpentiere di Santa
Gienoviva » p. 201.7 (2 occ.) ; inteso come antrop. dagli editori : « Gullelmo Lomacçone di Villa-
       

nuova San Giorgio » p. 152.19 (3 occ.) ; verosimilmente, è antrop. : « Dru Macçon e Gianni Giletta,
       

munieri di Corbollio » p. 142.25 (2 occ.).  

Fiore : « Sì fe’ gridar per tutta la contrata / Ch’a llei venisse ciascun buon maz[z]one, / Ch’ella
   

volea fondar una pregione » 27 vv. 3-5.  

merciere / merziere s.m. ‘commerciante’ : fr. mercier s.m. ‘celui qui importe des étoffes,  

etc., principalement d’Orient’ att. dalla fine del sec. xi, anche var. merchier ‘marchand
du corps de la mercerie, qui a le droit de vendre toute sorte de marchandises’ dal primo
quarto del sec. xiii (tlf s.v. mercier ; cfr. few vi/2, p. 40b s.v. merx, t-l s.v. mercier, gd, dmf  

s.v. mercier1). Cfr. tlio s.v. merciere.


Libro Ugolini : « Ruberto lo merciere di Tresi » p. 363.27 ; Ragione Bonsignore : « Piero, merciere di Pari-
           

gi » p. 291.20 (2 occ.) ; Doc. Gallerani : « per Gilecchino, merçiere 9 lb. 15 s. » [1307] 9, p. 245.10 ; Libro
           

nuovo Gallerani : « Demo a uno merçiere di Londra per uno banchale tappeto da sedio, longo undici
   

alle, per lo sedio dela nostra sala » p. 94.1 ; Libro Gallerani di Parigi : « Piero Lemerçiere di Bures » p.
         

184.3 (inteso come antrop. dagli editori) ; Libro Frescobaldi : « Neri Guidi, merciere di Firenze dimo-      

rante in Corte di Papa » p. 103.21.  

Inghilfredi da Lucca : « Cavalier non conosco da mercieri » 2, v. 41 (per att. posteriori cfr. corpus
     

tlio).
mere s.m. ‘più alta carica in una compagine (specif. comunale)’ : fr. maire s.m. ‘celui qui  

dirigeait le corps municipal’, att. dal 1170 ca (tlf s.v. maire ; cfr. few vi/1, pp. 56b, 57a s.v.  

maior, t-l s.v. major, dmf s.v. maire1). Cfr. tlio s.v. mere.
Libro Ugolini : « Giani di Giachorto (e) Raulo mere di Giachorto » p. 324.2, « pe[n]divi il sugielo del
       
78 roberta cella
diano (e) del mere di Bari » p. 333.16 (21 occ.) ; Libro Gallerani di Parigi : « Giuffre fiz au mere di Corçe »
         

p. 128.26 (3 occ.), « Adano Lomere di Roani » p. 158.8 (4 occ. intese come antrop. dagli editori).
   

mestre s.m. ‘maestro’ : fr. maistre s.m., att. in vari significati a partire dal sec. xii : ‘celui
   

qui a autorité sur d’autres’ dal 1155, ‘seigneur (par rapport au vassal)’ dal 1190 ca ; ‘celui  

qui conduit le personnel, dirige les opérations d’un service’ dal 1160-1174, ‘celui qui en-
seigne, précepteur’ dal 1155, ‘celui qui est expert, qui excelle en quelque art ou science’
dal 1160 ca, ‘personne dont on est le disciple, que l’on prend pour modèle’ dal 1190 ca,
‘médecin’ dalla fine del sec. xii (tlf s.v. maître2 ; cfr. few vi/1, pp. 34-40 s.v. magister, t-l,  

gdc s.v. maistre, gd, dmf s.v. maistre1).


Libro Gallerani di Parigi : « Gherino Lomestre e Giannotto du Forno du Marciois » p. 171.5, « Arri
       

Lomestre d’Orli » p. 198.1, « Arri Lomestre » p. 198.14 (tutti intesi come antrop. dagli editori).
     

moniere s.m. ‘monetiere’ : fr. ant. monnier s.m. ‘changeur’, att. dal sec. xiii (few vi/3, p. 

76a s.v. moneta, t-l s.v. monoiier, gd s.v. monier, dmf s.v. monnayer1).
Libro Ugolini : « Bernardo lo moniere » p. 329.11, « Durante moniere d’Arcivale » p. 332.16, « Gubelino
           

(e) Matarelo filioli furo Domegio lo moniere d’Arcivale » p. 340.18, « Bernardo moniere » p. 348.6.      

(Riten­go siano già fissate come antrop. le occ. del Libro vermiglio : « Pere Moniere [[…]] di Sanso    

oltre Rodano » p. 10.17, « Ugho Moniere [[…]] de La Bastida » p. 31.37).


     

muniere s.m. ‘mugnaio’ : fr. mounier s.m. ‘celui qui possède, qui exploite un moulin à  

céréales’, att. dal 1260 (tlf s.v. meunier ; cfr. few vi/3, p. 35 s.v. molinarius, t-l s.v. mounier,  

gdc s.v. molnier, dmf s.v. meunier).


Libro Ugolini : « Adamo lo muniere (e) Benedeto il talametiere di Brea » p. 355.19 ; Libro Gallerani
       

di Parigi : « Macçi Lemuniere, muniere del Ponte [[ed. ponte]] a Ciarrentone » [Charenton-le-Pont,
     

Seine] p. 173.10, « Dru Macçon e Gianni Giletta, munieri di Corbollio » p. 142.25.


   

1
ov(e)riere s.m. ‘(in Provenza) funzionario preposto alle opere pubbliche’ : calco dal pr.  

obrier s.m. ‘officier chargé de surveiller l’exécution des travaux publics’, ‘membre de
l’administration des murs et des fortifications (à Montpellier)’ (pd s.v. obrier) ; la forma  

dell’adattamento è influenzata dal fr. ouvrier.


Libro vermiglio : « messer Aldiberto di Piera Forte overiere di Rodesse » p. 118.19, « messer Ghargliar-
       

do di Chardigliacho arcidiachano di Ciartere, messer Aldiberto di Piera Forte ovrieri di Rodesse »  

p. 64.11.
ov(e)riere2 / uv(e)riere s.m. ‘operaio’ : fr. ouvrier s.m. ‘celui qui loue ses services moyen-  

nant salaire’ e ‘celui qui fait avec habileté un travail’, att. dal 1155 ca (tlf s.v. ouvrier ; few  

vii, p. 369a s.v. operarius, t-l s.v. ovrier, gdc s.v. ouvrier, dmf s.v. ouvrier) ; la forma ovrieri  

dipende più probabilmente dalla var. ovrier, att. dalla prima metà del sec. xii (tlf s.v.).
Pratica : « Per gli ovrieri che gli lavorano, soldi 3 piccioli per libbra » p. 193.11 (3 occ.), « per discadi-
       

mento agli uverieri » p. 83.21 (2 occ.), « per li uvrieri che lavorano e adirizzano e rendono i fiendoni
   

fatti » p. 83.23 (4 occ.).


pellettiere s.m. ‘fabbricante o commerciante di pelli e pellicce’ : fr. peletier s.m. ‘celui qui  

fait et vend des fourrures’, att. dal 1165 ca (tlf s.v. pelletier ; cfr. t-l, gdc s.v. peletier, few  

viii, p. 166b s.v. pellis). Si osservi la contestuale presenza di pellettaria s.f. ‘nome di due
quartieri parigini dove risiedono e operano i pellicciai’, dal fr. pele­terie, già att. nel 1296
(Michaëlsson, 1958, pp. 151-54 e 196 ; cfr. anche dmf s.v. pelleterie).  

Libro Ugolini : « Peroto il pilitiere d’Arcivale » p. 338.30, « Martino il pilitiere di Brea (e) Giaçolino
       

suo filiolo [e] Ernoldo il chosturiere » p. 340.10 (6 occ) ; Doc. Gallerani : « Piero di Marcii, pellettiere
       
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 79
di Tresi » [1307] 9, p. 243.33 ; Libro nuovo Gallerani : « Guillo da Nintona, pellettiere, nostro oste, per
       

pigione dela sua chasa che teniamo da lui a Valbroccho » p. 106.19 (4 occ.) ; Libro Gallerani di Parigi :      

« Gianni le Pellettiere di Parigi dimorante ala rua Guarnieri di Sa· Landri » p. 158.16, « Gianni di Sa·
     

Martino, pellettiere, Giana, sa famma, di Parigi dimoranti nela Pellettaria » p. 160.17-18 ; Grande li-    

bro di Londra, 1304-1308 (cfr. Cella 2009, pp. 69-77, Li 2) : « Guill(ielm)o da Nintona pellettiere nostro    

oste che ffu » c. 12v1, « Gianni dei Marsilii di Parma pellettiere » c. 22v1.
     

Senisio, Declarus : « Pelliparius rii... qui parat vel aptat pelles, pellicteri, cunzaturi » 208v, p. 98.21 ;
       

Matteo Villani, Cronica : « Costui menò il pellittiere al doge » v 13, vol. 1, p. 625.29 (2 occ.) ; Destr. de
       

Troya, XIV (napol.) : « Loco sì erano pellectieri ; loco erano cosituri » v, p. 79.24.
       

perriere s.m. ‘mercante di preziosi’ : fr. perrier s.m. ‘graveur sur pierres fines, lapidaire,  

marchand de pierreries vraies ou fausses’, att. dal sec. xiii (gd s.v. perrier1, few viii, p.
320b s.v. petra ; cfr. t-l, dmf s.v. perrier).

Grande libro di Londra, 1304-1308 (cfr. Cella 2009, pp. 69-77, Li 2) : « Pietro Schierico di Roma per-    

riere » c. 20v18, « Andrea di Venegia perriere » c. 21v10, « Benedetto Churini di Venegia perriere » c.
         

27v17, « Marco Davanço di Venegia perriere » c. 35r21, 35v1.


   

persona s.f. ‘parroco’ : medio ing. parson ‘in the pre-Reformation Church and the 

Church of England : a person presented to an ecclesiastical living by a patron and admit­


ted and instituted to it by the bishop ; a rector’, dal 1250 ca (oed s.v. parson n.), già nel lat.  

persona ‘(in parish church) parson, rector’ att. ante 1157, e ‘(eccl.) beneficed person’, ‘(in
cathedral) prebend, canon’ dal 1200 (Lath s.v. persona sub 6).
Libro nuovo Gallerani : « messer Gilio, persona di San Giorgio di Cambragio » p. 13.19, « Guillelmo de
       

Alingie, persona di Leborno, e [[...]] Perotto de Sanarcleins, fameliali del priore di Bramondisea »  

p. 17.6, « mastro Arri di Bernea, persona di Gestefeltro » p. 22.25, « Arri de Aifelto, valletto dela
     

persona di Becchingamo » p. 28.17.  

pescioniere s.m. ‘pescivendolo’, pescioniera s.f. : calchi dal fr. poisonier s.m. ‘id.’ att. dal  

1215 ca, e pissonniere s.f. ‘celle qui vend du poisson’ dal 1250 ca (tlf s.v. poissonnier) o dalle
var. piccarda e delle Fiandre pissonier, normanna pissonnier s.m. ‘id.’, att. dal 1241 (few
viii, p. 585a-b s.v. piscis ; cfr. t-l, gdc, dmf s.v. poissonnier).  

Libro Ugolini : « Amieta la pescioniera » p. 334.1, « Etevanino Traitelo pescioniere di Bari sor Alba » p.
         

337.23 (4 occ. della voce maschile) ; Libro Gallerani di Parigi : « [...] [pe]scioniera, famma fù Gullo      

Omonte » p. 187.5 (2 occ.).


piag(g)io s.m. ‘mallevadore’ : piccardo e lorenese plage, plaige, corrispondente al fran­  

ciano pleige, plege s.m. ‘garant, celui qui est donné comme caution, comme garantie ;  

personne qui sert de répondant à une autre’, att. dal 1100 ca (tlf s.v. pleige ; cfr. t-l s.v.  

pleige, gd s.v. plege), dal lat. med. plevium, plebium, derivato di plebere ‘garantire’ latiniz-
zazione del franc. *plegan ‘dare cauzione, garantire’ (few xvi, pp. 633-635 *plegan). Cfr.
Edler (1934, p. 214), tlio s.v. piaggio.
Libro Ugolini : « Simonino e Gianino di Fontana e Perinoto di Martolio e Giani di Giachorto e
   

Perinoto di Gornaia, piagi ongne uno del quinto, dieno dare lxii li. di prove. » p. 337.19 (164 occ.) ;    

Libro nuovo Gallerani : « Amerigo Frescobaldi, che ffù nostro piaggio » p. 37.5, « detti nostri e i Belardi
       

di Luccha furo piagi per loro » p. 53.25 ; Libro Frescobaldi : « Cornachino de’ Cornachini piaggio di
       

Bettino » p. 121.6 ; Lett. pist. 1330 : « lo Re ci fecie tucti rilassare a piagi, l’uno per l’altro » p. 250.22 (3
         

occ.).
I prestiti del tipo plegio documentati in testi veneti (in una breve nota del 1303, cfr. corpus tlio
aggiuntivo : a Lett. ven./ital. centro-merid., 1303 (2) : « Gervasius d(e) Stilio so frare e(st) pleço (e)
     

pagato­r(e) p(er) le dicte expense » p. 258.23) e siciliani (per es. Angelo Senisio, Declarus : « Fideius-
     

sor oris... qui promittit debitum solvere pro alio, qui dicitur pleyu » 109v, p. 103.5, cfr. Ambrosini,  
80 roberta cella
1977, p. 56 e corpus tlio) saranno dovuti a situazioni di contatto di altra natura, forse per via di
commercio marittimo e, rispettivamente, per via angioina o normanna.
piliz(z)iere s.m. ‘fabbricante o commerciante di pelli e pellicce’ : pr. pelisier s.m. ‘pelle-  

tier’, att. dal sec. xii (pd s.v. pelisier, few viii, p. 163a s.v. pelliceus). Le molte att. veneziane
con l’affricata (cfr. corpus tlio) sono indigene.
Libro giallo : « per ispese ch’à fatte il pilizziere in più volte » p. 37.21 = Libro Gianfigliazzi : « per ispese
         

che fece il piliziere in più volte » p. 82.5.  

provosto s.m. ‘ufficiale regio con funzioni amministrative e giudiziarie’, ‘capo del capi-
tolo di una chiesa collegiale’ : fr. provost s.m. (dal lat. propositus ‘capo di una comunità  

ecclesiale’, ‘ufficiale con funzioni giudiziarie’, var. di praepositus), variante di prevost


‘nom donné à divers officiers d’ordre civil ou judiciaire’ att. dal 1135 ca, ‘chef du cha­pitre
d’une église collégiale’ dal 1300 (tlf s.v. prévôt ; cfr. few ix, pp. 302-304 s.v. praepositus,  

t-l, gdc s.v. prevost).


Libro Ugolini : « avene letera del diano (e) del provosto di Bari » p. 326.30 (106 occ.) ; Libro Gallerani
       

di Parigi : « fecene una lettera nuova del provosto d’Orli » p. 151.11 ; Libro vermiglio : « messer Gufre
           

di Roccha Maiera provosto di Tolone, messer Ramondo di Dunese priore di Fonte Gunchosa del
veschovado di Nerbona » p. 107.16 (3 occ.).  

Fiore : « Vedete che danari ànno usorieri, / Siniscalchi e provosti e maggiori » 118.2 ; Fatti di Cesa-
       

re, XIII ex. : « Varro, uno provosto di Roma, aveva la provostía di quello paese » Luc. iv 11, p. 146.2
     

(4 occ.).
saliniere s.m. ‘mercante di sale, lavoratore delle saline’ oppure ‘appaltatore dell’estra­
zione e del commercio di sale’ : pr. salinier s.m. ‘saunier, marchand de sel’, att. dal sec.  

xii (pd s.v. salinier, few xi, p. 90b s.v. *salinarius).


Libro Gianfigliazzi : « fiorini 1400 d’oro che Iacopo Zanpalocha ricevette per noi da’ salinieri di
   

Marsa e di Monivì » p. 97.26.  

schiavino s.m. ‘(nelle Fiandre) funzionario dell’amministrazione cittadina’ : fr. escha­vin,  

eschevin s.m. ‘magistrat municipal’, att. nel 1165 ca nella forma eskievin (tlf s.v. échevin ;  

cfr. few xvii, p. 94b s.v. *skapin, t-l, gdc s.v. eschevin, dmf s.v. échevin).
Libro di Pietro Ranieri (1308) : « dala villa de Blancheberghe p(er) la mano Giervagno di Dugella
   

ischiavino | dela detta villa » c. 7r24. Eccede il nostro limite temporale la Lettera di Simone di Loren-

zo Simoni sendo a Brugia a Zanobi di Cione da Mezola a Firenze : « gli schiavini di Bruggia, che sono    

ventiquattro che governano la villa » p. 35.17 (cfr. corpus tlio : Lett. fior., 1375 (7)).    

Libro dell’Asse sesto Peruzzi : « fior. 20 d’oro [[...]] che Pacino de’ Peruzi e compangni nostri per
   

ragione di Fiandra pagharono [[...]] per lo costo d’una lettera di schiavini di Bruggia ch’ebbono
sopra Soieri tolonaro di Bruggia » [1338], p. 100.1.  

Giovanni Villani, Nuova Cronica (ed. Porta) : « il popolo minuto di Bruggia corsono la terra e    

combat­terono il borgo, cioè il castello ove stanno gli schiavini e’ rettori della terra » ix 55, vol. 2, p.  

89.12 ; Matteo Villani, Cronica : « il conte Audinarda facea la festa della figliuola, la quale avea data
     

per moglie al duca di Borgogna, il quale ciò sentendo mandò pregando li schiavini e lli altri ch’elli
atendessono tanto ch’elli avesse sua festa fornita » x 66, vol. 2, p. 537.7 ; Sacchetti, Rime : « Ov’è ’l        

Conte di Fiandra / e la gente malandra / e lor schiavini, / che ’n mortal fini / sono ed in marti-
re ? » 308, vv. 175-79. Si osservi che tutti i passi fanno esplicito riferimento a vicende fiamminghe.
   

scolaio s.m. ‘studioso’ : calco semantico dall’ing. scolar ‘one who has acquired learning

in the ‘Schools’ ; a learned or erudite person ; esp. one who is learned in the classical
   

(i.e. Greek and Latin) languages and their literature’, att. dalla fine del sec. xiii (oed
s.v. scholar sub 3a-b), o dal fr. escoler ‘maître, savant’, att. dal 1240 ca (few xi, p. 302b s.v.
scholaris).
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 81

Libro nuovo Gallerani : « mastro Adano d’Orlentona, iscolaio in Parigi » p. 42.3 ; Libro Gallerani di Pa-
       

rigi : « Gianni di Senarto, del vescovado di Ciartres, in lettera e mastro Filippo Loboccho du Valle
   

San Germano fuore di lettera, scolari dimoranti in Parigi » p. 201.22.  

sororgio s.m. ‘cognato’ : fr. sororge, var. di serorge s.m. ‘beau-frère’, att. dal 1220 (gd s.v.

serorge1 ; few xii, pp. 118b-119a s.v. sororius, t-l s.v. serorge, dmf s.v. serorge).

Registrazioni ausiliarie : « die dare xl s. st(er)li. 15 di lulio (con)t(anti) p(er) lui al sororgio suo » p.
     

276.7 ; Libro nuovo dei conti di Londra, 1305-1306 (cfr. Cella 2009, pp. 88-91, Li 7) : « Chilicorto suo
     

sororgio » c. 2rb9-10 ; Libro Gallerani di Parigi : « Gianni Blondello, sororgio al priore di Sa· Lamere di
       

Vitri, die dare 36 s. par. ala Sa· Martino tre C tre » p. 126.12.  

spensiere s.m. ‘contabile’ : medio ing. spencer ‘one who dispenses or has charge of the  

provisions in a household’, att. ante 1300 (oed s.v. spencer1 n., dall’anglo-fr. ant. espenser,
var. del fr. ant. despenser, despencier), cfr. dispensiere.
Libro nuovo Gallerani : « Recò Piero, nostro spensiere » p. 7.24 ; Libro Frescobaldi : « Iacopo Perivoli da
           

Castello Fiorentino nostro spensiere » p. 101.4.  

talametiere s.m. ‘fornaio’ : fr. talemetier s.m. ‘boulanger de gros pain, pâtissier’, att. dal  

1288 (gd s.v. talemetier, few xvii, p. 314b s.v. *tarewamelo).


Doc. sen. 1263 : « Adamo lo muniere (e) Benedeto il talametiere di Brea » p. 355.19.
     

tappezziere s.m. : fr. tapissier s.m. ‘celui qui fait ou vend toutes sortes de meubles, de

tapisseries, d’étoffes’ att. dal 1260 e nella forma tapicier già dal 1220 (tlf s.v. tapissier ; cfr.  

t-l s.v. tapicier, gdc, dmf s.v. tapissier, few xiii/1, p. 96b s.v. tapetion).
Libro Gallerani di Parigi : « Estiene di Recloses, tappecçiere, di Parigi » p. 194.1.
     

vighiere / vighire s.m. ‘(in Provenza) carica amministrativa e giudiziaria’ : pr. viguier  

s.m. ‘représentant, administrateur ou bailli’, dal lat. vicarius, att. dal sec. xii (tlf s.v.
viguier, sw s.v. viguier1, pd s.v. veguier) ; escludono la derivazione dal fr. viguier ‘magi-  

strat chargé d’administrer la justice au nom des comtes ou du roi dans les provin­
ces du Midi’ att. dal 1340 (tlf s.v. viguier ; cfr. t-l, gdc s.v. viguier, few xiv, p. 406b s.v.  

vicarius) la sua datazione e la distribuzione areale dei testi toscani, oltre al fatto che
l’appellativo sia esplicitamente riferito a funzionari provenzali (di Salon de Provence
e di Avignone).
Libro Mannucci : « Messer Guill(ielm)o di Fabricha vighiere di Sallone » p. 717.8 ; Libro giallo : « La
           

digiesta vecchia aparigliata a chuoio rosso ebbe messer Bernardo di Sanghentino per ghaggio del
salaro suo quando fue giudicie chomessogli per lo Vighiere di Vingnione nella quistione e n(e)l
piato ch’avavamo chon Vanni de(l) Rosso ne la Corte di Vingnione » p. 11.15 = Libro Gianfigliazzi :    

« lo Vighire di Vignone » p. 66.4.


   

4. 3. Prestiti relativi ad oggetti e categorie merceologiche


4. 3. 1. Tessuti e colori
biffa s.f. ‘tessuto di qualità inferiore, di produzione francese’ : fr. bife, biffe s.f. ‘tissu léger,  

en général rayé’, di etimo incerto, att. dal 1220 ca (tlf s.v. biffe1 ; few i, p. 355b s.v. *biff-,  

t-l s.v. bife, gd s.v. biffe, dmf s.v. biffe2) ; de Poerck (1951, p. 19) data la prima att. al 1266.  

Ragione Buonsignore : « Due bife di P(r)ovino verghate » p. 292.1 ; Lett. sen. 1294 : « IIIJ biffe verghate
           

açurine » p. 414.31, « ancho IIJ biffe verghate celestrine » p. 415.2, « IIJ biffe verghate p(er)se » p. 415.6 ;
           

Pratica : « biffe di Proino » p. 110.20, « Panni schietti, e mellati, e biffe vergati » p. 278.10.
         
82 roberta cella
Lett. sen. 1260 : « se tu no li ài venduto el suo ch[o]rcivaldo dela biffa, che tu li li faci vendare
   

p(er) lo suo amore » p. 269.2 ; Libro senese : « per tondatura de la biffa et del gallo di Fazino Ranieri »
         

p. 326.22.
burello s.m. ‘panno grossolano’ : fr. burel s.m. ‘étoffe grossière’, att. dal 1150 ca (tlf s.v.  

bureau ; cfr. few i, p. 630b s.v. *bura, t-l, gdc s.v. burel) ; de Poerck (1951, p. 30) data la
   

prima att. al 1247.


Ragionato Cepperello : « VIJ alle di burello » p. 170.16.
     

Conti morali (ed. Zambrini) : « una gonnella tutta chiusa inanzi di burello » 10, p. 85.2.      

encre agg. ‘scuro’ : fr. encre s.f. ‘inchiostro’, usato come apposizione per qualificare la

tonalità dei colori, es. vert encre ‘la couleur verte de l’encre’ (dmf s.v. encre1 ; cfr. few iii,  

p. 224b s.v. encaustum) ; de Poerck (1951, p. 62) data al 1302 la prima att. del sostantivo, al

1305 del suo uso appositivo. Cfr. tlio s.v. encre.


Lett. sen. 1294 : « IJ [[panni]] verdi encri di Doagio » p. 413.6 (3 occ.), « IIJ p(er)si encri » p. 414.18 (2
         

occ.).
faldengo s.m. ‘tessuto di lana grossolano’ : medio ing. falding ‘a kind of coarse wollen  

cloth’, ‘a covering or garment of the same’, att. dal 1386 ca (oed s.v. falding), latinizzato
in faldinga –um ‘(cloak of ) coarse woollen cloth, esp. from Ireland’ dal 1285 (Lath, LathR
s.v. faldinga).
Libro nuovo Gallerani : « per una sargia, per uno materaço, per uno faldengho d’Irlanda da letta e
   

per due paia di lençuola » p. 83.3.  

locchi s.m.pl. ‘filato di lana di qualità scadente’ : medio ing. lock(e)s, in questa accezio­  

ne att. dal 1300 ca sempre con desinenza plurale, risalente ad un ing. ant. loc, di etimo
discusso (forse da un germ. *lokko-z, *lukko-z o da una radice *leug-, cfr. oed s.v. lock1
n.) ; il lat. d’Inghilterra locca ‘(pl.) locks, i.e. wool of inferior grade from belly and legs of

sheep’ è att. dal 1232 (Lath s.v. locca). Il fr. loc, di dubbia consistenza indigena, non sembra
conoscere altro significato che quello generico di ‘ricciolo (di capelli)’ (cfr. t-l s.v. loc1,
gd, dmf s.v. loc, few xvi, p. 475 s.v. loc). Cfr. tlio s.v. locchi.
Libro nuovo Gallerani : « sessanta e sette saccha due pocche di lana che compramo da loro [[...]].
   

Ciò ffù quarantettre saccha due quarteroni di buona per diciotto marchi il sacco e diciessette
sacha meço di moiana per nove marchi il sacco e sette saccha uno quarto di locchi per sette mar-
chi il sacco » p. 36.26, « quaranta e tre sacca meço di buona per diciotto mar. il sacco, e diciessette
   

sacca meço di moiana per nove mar. il sacco, e sette saca uno quarto di locchi per sette mar. il
sacco » p. 89.25 ; Pratica : « quelle magioni che le brisciano [[=le lane]] sì ne fanno 3 ragioni, cioè la
       

miglore che si dice buona, e mezzana che si dice moiana, e la meno buona che si dice locchi » p.  

258.38 (84 occ., di cui 82 nell’indicazione del prezzo della lana) [per moiana cfr. oltre].
meslato, poi mellato, agg., s.m. ‘tessuto misto (di tipi di fi bre o di colori)’ : fr. meslé  

‘mélangé’, att. come agg. dal 1291, come s.m. dal 1312 (de Poerck, 1951, p. 122 ; few vi/2,  

p. 159a s.v. misculare, t-l s.v. mesler, gd s.v. meslé, dmf s.v. mêlé) ; l’adattamen­to mellato  

riflette l’avvenuta assimilazione in francese. Cfr. tlio s.v. mellato.


Lett. sen. 1265 : « Muneta meslata » p. 407.5 ; Lett. sen. 1294 : « IIIJ meslati di Parigi » p. 413.14 (3 occ.) ;
               

Libro nuovo Gallerani : « due meslati in grana » p. 25.4 ; Pratica : « Panni mellati d’ogni colore » p. 281.10
             

(28 occ.).
Matteo Villani, Cronica : « vestiti di fine panno scarlatto e d’altro fine mellato » iii 13, vol. 1, p.
     

344.13.
moiana s.f. ‘(lana) di qualità mezzana’ : fr. moyen agg. ‘de seconde qualité’, att. in rife­  

rimento alla lana dal 1300 ca (de Poerck, 1951, p. 127). Cfr. tlio s.v. moiano1.
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 83

Libro nuovo Gallerani : « tre sacca meço di buona per diciotto mar. il sacco, e diciessette sacca meço
   

di moiana per nove mar. il sacco » p. 89.24 (2 occ.) ; Pratica : « Moiana lana si è la mezzana ragione        

della lana quando si briscia » p. 16.3 (97 occ.).  

tritana s.f. ‘tipo di stoffa’ : fr. tiretaine s.f. ‘tissue mixte dont la trame seule est de laine,

d’ailleurs souvent médiocre, et à chaîne de lin, de coton, etc.’, att. dal 1247, da tiret ‘tipo
di stoffa preziosa’ att. dal 1140 ca (de Poerck 1951, p. 199, tlf s.v. tiretaine, che specifica :  

« la finale -aine est peut-être due à l’infl. de *futaine » ; cfr. few xiii/2, p. 464a s.v. Tyrus,
     

t-l, gdc s.v. tiretaine).


Libro vermiglio : « due channe e mezo di tritana di Sa Marsello » p. 6.21 ; Libro giallo : « braccia 11 di
           

tritana » p. 187.25 ; Pratica : « Panni fatti per tritane, alle 30 e 34 ; e vendonsi queste tritane per soldi
         

di parigini » p. 283.19 (4 occ.).


Libro Genovesi : « paghai per lui a’ figliuoli di Lapo Artinigi per tritana camellina » p. 638.27.
     

Conto delle mercanzie di Pisa tenuto da Stefano Soderini (Castellani, 1952, pp. 459-469) : « tre tritane    

verdi e tre cilestre » p. 461.1 (3 occ.).


4. 3. 2. Merci varie
bacconi s.m.pl. ‘pezzi di maiale salato’ : fr. bacon(s) s.m. ‘flèche de lard salé’, att. dal sec.  

xii (few xv/1, p. 28b s.v. bakko) ; nel lat. d’Inghilterra baconus ‘bacon, carcase of hog’,  

att. dal sec. xii (Lath s.v. baco).


Registrazioni ausiliarie : « P(er) sei bacconi xij s. j d. st(er)li. » p. 276.18.
     

bievra s.i. ‘castoro’ : fr. bièvre s.m. ‘castor’ att. dal 1120 ca, ‘fourrure du castor’ dalla pri-

ma metà del sec. xii (tlf s.v. bièvre ; few i, p. 304a s.v. beber, t-l, gdc s.v. bievre, dmf s.v.  

bièvre1), dalla voce gallica *bèbros latinizzata in beber (da cui l’it. bevero, bivero, cfr. dei
s.v. bévero, tlio s.vv. bìvero, fibro).
Libro nuovo Gallerani : « uno cappello di bievra per Amerigo » p. 101.21.
     

botte pl. ‘stivali’ : fr. bot(t)e s.f. ‘chaussure montante souvent grossière’, att. dalla fine del

sec. xii, di etimo incerto (tlf s.v. botte2 ; cfr. few xv/2, p. 41a s.v. *butt, b-w s.v. botte, t-l  

s.v. bote, gdc s.v. bote1, dmf s.v. botte2) ; ing. botes pl. ‘a covering for the foot and lower part  

of the leg’, att. dal 1325 ca (oed s.v. boot3 n.). Cfr. tlio s.v. botta3.
Libro nuovo Gallerani : « uno paio di botte per Mino di Striccha » p. 91.20 (10 occ.).
     

Angelo Senisio, Declarus : « Botis tis... calciamentum breve, quod dicitur bocta » c. 37v, p. 33.13,
     

« Crepita te, idest scarpa vel bocta pedum » c. 49v, p. 33.14 (3 occ. ; cfr. Ambrosini, 1977, pp. 51, 71) ;
       

Nicolò de’ Rossi, Rime : « Tu fay to corso et eo ò le botte » son. 154 v. 12.
     

caltratreppi s.m.pl. ‘trappole per animali’ : pr. calcatrepa s.f. ‘chausse-trape’ (pd s.v. cal-  

catrepa), cfr. fr. calketrappe ‘piège pour animaux’, att. dal 1320-1350 (tlf s.v. chausse-trappe ;  

cfr. few ii/1, p. 65b s.v. calcare).


Libro vermiglio : « s. nove d. nove per chaltratreppi che si choperarono a Vignione per la chasa » p.
     

153.28.
civada s.f. ‘granaglia per animali’ : pr. civada s.f. ‘avoine’ (pd s.v. civada, few ii/1, p. 660a  

s.v. cibare). Cfr. tlio s.v. civada.


Libro Mannucci : « Bertrano Aldiberto ed Aldiberto suo fratello ... deono dare, a la festa di Sa·
   

Michele anno treciento, lb. VIIJ to. per ... imine di civada, che ne chomperaro da nnoi » p. 737.3  

(7 occ.) ; Libro Gianfigliazzi : « sono danari i quali demmo per loghiere d’uno ronzino che achatò
     

Matteo e tenèlo due g[i]orni, e per civada al detto ronzino » p. 72.44 (2 occ.).  
84 roberta cella

coglietta1 s.f. ‘raccolta’ : fr. cueillette s.f. ‘id.’, att. dal 1260 nella forma colleite (tlf s.v.

cueillette ; cfr. few ii/2, p. 899a s.v. colligere, t-l s.v. coilloite, gd, gdc s.v. cueillete), dal lat.

collecta ‘raccolta’ (cfr. Du Cange s.v. collecta9).


Lett. pist. 1330 : « le genti sono poveri, ch’ànno perduta la choglietta del vino di tucti punti » p.
     

252.6.
coglietta2 s.f. ‘(lana di) raccolta’ : lat. d’Inghilterra collecta lane ‘wool gathered from the  

fields’, att. dal 1276 (LathR s.vv. collectio, lana), e lana de collecta ‘crop, produce collected’,
att. dal 1275 (Lath s.v. colligere sub 2). Cfr. tlio s.v. coglietta1.
Pratica : « Inghilterra per lane di magione e per lane cogliette » p. 258.33, « Lane cogliette delle con-
       

trade del norto d’Inghilterra comperate nel norto medesimo per via di cogliette torneranno in
Fiandra il sacco sacco 1 e chiovi 12 » p. 269.26-27 (5 occ.).  

Libro senese : « per tingnitura di guado una biancha d’Ipro di challietta che fue gialla » p. 485.40,
     

« ad Achorso tingitore per noi el quale mise in una biancha di chollietta che ssi fecie chardenale »
   

p. 266.34 (6 occ.) ; Lett. fior. 1291a : « Nostro intendimento sì è di volere che ssi faccia CC sacca di
     

lana coglietta tra inn I[n]ghilterra e inn Isscozia » p. 595.13 (5 occ.) ; Lett. fior. 1291b : « voi nonn avrete        

fatto sacco di cogletta » p. 601.20 (2 occ.).  

consegaglio s.m. ‘misto di segale e frumento’ : pr. consegal, consegalh s.m. ‘méteil, mé-  

lange de froment et de seigle’ (pd s.v. consegal, few ii/2, p. 1060b s.v. *consecalium) ; la  

latinizzazione consegalhium in carte di Curia del 1333 (dei s.v. consegaglio), cossegal­linum
nel 1316 (Du Cange s.v. cossegalhum).
Libro giallo : « una carta di vendita di cierto grano e seghale e chonseghaglio » p. 21.43, « un’altra carta
       

di vendita di fieno, di delfigho, di segale, di chonseghaglio, di vino e d’olio » p. 21.47.  

contatoio / contiatoio s.m. ‘scrittoio’, ‘strumento per svolgere i calcoli finanziari’ (Lar­
son 2008, p. 375) : calco dal fr. comptoir s.m., att. nella forma comptoer ‘table sur laquelle

le marchand montre sa marchandise et compte l’argent’ nel 1345 (tlf s.v. comptoir ; cfr.  

few ii/2, p. 992b s.v. computare), o dal medio ing. countour ‘counting-board’, latinizza­to
in contourum nel 1201 (Lath s.v. computator2). Cfr. tlio s.v. contatoio.
Quaderno miscellaneo della filiale di Parigi tenuto da Salimbene Maffei, 1304 (cfr. Cella 2009, pp. 82-84,
Li 5) : « I feri di quattro finestre dela chamara del contiatoio dela chasa che tenemo di fiera » c. 17r4 ;
       

Libro nuovo Gallerani : « tela verde cielandrata per fare tende e cortine nela camara del contatoio »
     

p. 82.12 ; Lett. sen. 1313 : « io no(n) vi trovai che due uggie, il co(n)tatoio (e) altre minute cose » p.
       

368.4.
covercieri s.m.pl. ‘tessuto fine impiegato per un tipo di copricapo da donna’ : fr. cuevre­  

chief s.m. ‘id.’, att. dal 1230-1250 (tlf s.v. couvre-chef, few ii/2, p. 1143b s.v. cooperire ; cfr.  

t-l s.v. cuevrechief, gdc s.v. couvrechief), con conguaglio al suffisso -iere. L’ing. coverchief
‘fazzoletto’ è att. dal 1305 ca (oed s.v. coverchief). Cfr. tlio s.v. coverciero.
Libro nuovo Gallerani : « otto peçe di covercieri di lino fatti in Parigi » p. 58.26 (4 occ.) ; Libro Gal­lerani
       

di Parigi : « Sette pecçe di covercieri » p. 191.15 (3 occ.) ; Pratica: «coverciero» p. 298.3 (al sing., all’inter-
       

no di un elenco di tipi di sete).


Sarà di origine angioina o normanna la voce siciliana, att. dal messinese Angelo di Capua, La
istoria di Eneas vulgarizzata : « cummandau Eneas ki li fussiru purtati certi cosi preciusi, li quali
   

eranu a li navi, zoè la investa di lu Palladiu, lu cuvircheri di la regina Helena, la virga regali » p.  

21.20 (cfr. corpus tlio).


gengeverata, gengiov- / zenzeverata s.f. : fr. gingimbrat s.m. ‘gingembre confit, sous  
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 85
forme de pâte’, att. dal 1180 ca (deaf s.v. gingembre ; cfr. few xiv, p. 663b s.v. zingiber, t-l  

s.v. gingembraz, gd s.v. gingembras, dmf s.v. gingembrat) ; in carte d’Inghilterra la latinizza-  

zione gingebrada ‘preserved ginger’ è att. dal 1226 (LathR s.v. zinziber).
Ragionato Cepperello : « p(er) una ze(n)zeverata k’ebe il balio » p. 172.8 ; Doc. merc. Gallerani : « per una
           

butia di çençeverata e per tre barletti di cedrata » [1307] 9, p. 237.2 (4 occ.) ; Libro nuovo Gallerani :      

« per due çuche di çençovarata che ne mandaro per lo maestro del Tempio » p. 43.11 ; Libro Gal-
     

lerani di Parigi : « una buita di çençovarata » p. 191.12 ; Pratica : « le picciole buste di zenzeverate che
           

vengono d’Allessandria tengono di zenzeverata da mangiare pure 10/29, che puoi ragionare che
comunalmente sieno il 1/3 di zenzeverata da mangiare e non piue di ciò che pesa tutta la busta
e la zanzaverata coperchiata » p. 315.22-24, « caffera, gomerabica [[...]] indaco di Cipri, sandali,
   

zenzaverate, e tutte altre spezierie sottili e tutti confetti » p. 78.11, « Zenzeverata d’India » p. 297, col.      

2.17 (25 occ.).


Zucchero Bencivenni, Santà del corpo : « dolci lattovari, ciò è zenzeverata, diecimino, diaciconi-
   

tem, diatrionpiperon » Pt. 3, cap. 6, p. 169.36 (indotto dall’originale francese ?).


   

g(i)alentina s.f. ‘gelatina per pesci e carni’ : fr. galentine s.f. ‘sauce liée dans laquelle on  

sert du poisson ou de la viande’, att. dal 1225 (deaf s.v. galantine ; cfr. few iv, pp. 88-89  

s.v. gelare, t-l s.v. galatine, tlf s.v. galantine).


Spese conte Fiandra : « in piei di porcho (e) in polli p(er) la gialentina » p. 307.24 ; Libro Frescobaldi :
         

« per uno grande luccio e per 4 mugini salati et 4 freschi, et per una galentina ove si mise il decto

luccio » p. 88.13.

gibbizziera s.f. ‘tipo di borsa’ : fr. gibeciere s.f. ‘bourse plate que l’on portait à la cein­

ture’, nella forma gibessiere att. dal sec. xiii (deaf s.v. gibier, dal fr. gibier < franc. *gabai-
ti). Cfr. tlio s.v. gibbicciera.
Libro nuovo Gallerani : « per due borse e una gibbicçiera di seta e per due docçine di guanti » p.
     

115.7.
giot(t)a s.f. ‘zuppa di verdura’ : fr. jote s.f. ‘préparation plus ou moins liquide de légu­mes

cuits (pouvant aussi comprendre de la viande)’, att. dalla seconda metà del sec. xii, ma
già lat. tardo jotta, jutta (deaf s.v. jote, dal gall. *jutta ‘bouillon’ ; cfr. few v, pp. 90-92,  

tlf s.v. jotte, t-l s.v. jote).


Spese conte Fiandra : « giotta (e) agli (e) ognone » p. 301.6, « p(er) giota » p. 304.7 (13 occ.).
         

gropiera s.f. ‘elemento della sellatura del cavallo ; (specif.) laccio per fissare la sella’ : pr.    

gropiera s.f. ‘croupière’ (pd s.v. cropiera).


Libro vermiglio : « per una sella che choperamo in Vingnione cioè chol petorale e gropiera » p. 14.7,
     

« per uno ronzino che choperamo fior. dicisette d’oro e per una sella cho le gropiere fior. tre e s.

sei d. sei ad oro » p. 14.25.


malacotta s.f. ‘tipo di veste’ ? : fr. ant. malecote s.f. ‘sorte de jupe’, att. dal 1349 (gd, dmf
   

s.v. malecote ; cfr. few xvi, 346b s.v. *kotta).


Libro vermiglio : « fior. uno d’oro che diede a Mondone Albetti da Luro per chuscitura d’una sua
   

mala­chotta » p. 6.11.

mazero s.m. ‘legno di acero’ : medio ing. maseer, mazere ‘maple or other fine-grained

hardwood used as a material for making drinking vessels’, att. ante 1225, dall’anglo-
norm. mazer ‘goblet, drinking bowl’ della fine del sec. xii (oed s.v. mazer1 n.), cfr. lat.
mazerio ‘maple’ att. dal 1211 (Lath s.v. masera sub 1) e lat. mazer, mazerus ‘mazer, (bowl
of ) maple-wood’ att. dal 1245 (LathR s.v. mazer). Meno probabile, almeno per l’esempio
86 roberta cella
del Libro Frescobaldi, il prestito diretto dal fr. ant. mazre, masdre, madre s.m. ‘vase à boire’,
att. dal 1200 ca (tlf s.v. madre).
Libro Frescobaldi : « una coppa di mazero per Bettino » p. 130.31 (2 occ.) ; Doc. tosc. a. 1362-65 : « I ghob-
           

bello allamanno di mazzero, a coperchio di mazero, fornito d’argento, dorato » p. 251.13, « I nappo    

di mazzero a coperchio con piè d’argento » p. 251.8, « I nappo di mazzero a piè, a modo di coppa,    

con coperchio d’argento » p. 251.10 (8 occ.).  

Novellino : « et avea suo tamerice con vino e suo mazzero molto pulito » 21, p. 179.4 ; Sacchetti,
       

Trecentonovelle : « il pane parea di mazzero e biscotto, come se fossono in galea » 210, p. 544.11.
     

menagio s.m. ‘insieme di masserizie’, ‘arnesi di casa’ : fr. ménage s.m., da manoir (lat.  

manēre), att. dal 1150, « au moyen âge désigne souvent des logis de toute nature et les  

meubles ou ustensiles qui les garnissent » (b-w s.v. ménage).  

Lett. pist. 1330 : « Elli à dicto a me et a Gianotto più volte, che voi n’avete portato tucto lo menagio
   

di qua entro, et Gianotto l’à ditto a me. Io òe rissposto all’uno et all’altro che voi n’avete portato
lo vostro ; quello che voi avavate comperato di vostri denari, et che voi no’ avavate neiente toc-

chato di quello della chasa » p. 254.25.  

minuteria s.f. ‘cose minute’ : pr. menudarias, menuzarias s.f.pl. ‘choses menues, minu-  

ties’ (pd s.v. menudarias).


Libro Mannucci : « Ànne dato, dì iiij di giungnio anno detto, lb. viiijclxxxxiij s. xviiij d. viiij in
   

grana ed in istame e trama ed angnino e tela linia e molte altre minuterie » p. 740.20 ; Libro giallo :      

« drappi ed altri arnesi della moglie e della Vanna sua figliuola, le quali minuterie vennero in parte

a messer Niccholò » p. 4.36, « ispese fatte in mangiare e bere ed altre minuterie per gli fattori del
   

fondacho » p. 42.18 ; Libro Gianfigliazzi : « drappi e altri arnesi de la moglie e della Vanna sua figliu-
       

ola, le quali minuterie vennero in parte a messer Niccholò » p. 60.14, « fior. 21 s. 17 d. 4 a oro per    

resta del conto delle minuterie che Piero Velluti e Iacopo Bruni fecero con Simone Baldi » p. 99.7  

(3 occ.) ; Pratica : « tutte cose insalate e altre minuteria » p. 103.11.


       

papiere / papiero s.m. ‘carta’, ‘foglio di libro’ : fr. papier s.m. ‘id.’, att. dalla fine del sec.  

xiii (tlf s.v. papier ; cfr. few vii, pp. 590, 591a s.v. papyrus, t-l, gdc s.v. papier, dmf s.v.  

papier1) ; pr. papier ‘id.’ (sw, pd s.v. papier).


Libro delle entrate e delle uscite del conte Roberto di Fiandra, 1307-1309 (cfr. Cella, 2009, pp. 125-129, Li
24) : « le partite sono iscritte in uno papiere fitto qui di sopra » c. 42r35 ; Libro giallo : « in papiero e
           

incostro e ispagho » p. 7.19 ; Libro vermiglio : « Avegli dato a dì XVIII di marzo anno detto fior. uno e
       

uno quarto per una lisima di papiere, che li mandamo a Niomisi per sua lettera » p. 141.8 ; Pratica :      

« moneta di papiero » p. 23.15 (3 occ. della stessa locuzione).


   

pignolata  / pignonata s.f. ‘pietanza (dolce ?) a base di pinoli’ : medio ing. pinionade    

‘conserve made of pine nuts’, att. nella forma latinizzata pignonata nel 1285 (Lath s.v.
pignonata ; att. del 1286, 1303, 1329 in LathR s.v. pinus, della metà del sec. xiv in Rothwell

2000, p. 229) ; cfr. fr. pignolat ‘espèce de nougat fait d’amandes de pin, dragée faite avec

des pignons’, att. dal 1312 (gd s.v. pignolat, few viii, p. 521a s.v. pineus ; cfr. t-l, dmf s.v. pi-  

gnolat) ; la proposta etimologica « prov. mod. pignol variante di pinhon » (dei s.v. pignolata)
     

è basata su attestazioni posteriori.


Doc. merc. Gallerani : « per una pignonata 6 s. » [1306] 6, p. 225.12, « per una butia di pignonata 6 s. »
         

[1307] 7, p. 231.22, « Item per una pingnolata 14 s. » [1307] 9, p. 241.16, « Item per una pingnolata nel
     

pagamento 6 s. » [1307] 9, p. 257.24.  

plaìzze s.f. ‘platessa’ : fr. ant. plaïs / pleiz, vallone playis s.f. ‘id.’ (lat. *platīcem) (tlf s.v.  

plie, few ix, p. 42 s.v. platessa ; cfr. t-l s.v. pläis, gd s.v. plais1, gdc s.v. plie) ; cfr. ing. plaice.    

Libro renenga : « In salmone (e) in plaiçe (e) in istorione (e) in arenghe » p. 299.14.
     
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 87

ridodelli s.m.pl. ‘orecchini ?’ : pr. redondel s.m. ‘anellino’ (sw s.v. redondel sub 1), deriv. di
   

round ‘boucle d’oreille’ (few x, p. 521b s.v. rŏtŭndus).


Libro vermiglio : « Messer Ponzo di Molaoro singniore di Molaoro e di pue altre chastella ci de
   

dare [[...]] fior. cinquanta d’oro [[...]] n’abiamo a nostra sichurtade uno paio di lacci a perle e due
ridodelli a perle » p. 120.31.  

sol(i)eri s.m.pl. ‘scarpe’ : fr. soler s.m. ‘chaussure qui couvre tout le pied ou seulement 

une partie’, att. dal 1160 ca, soulier dall’inizio del sec. xiii (tlf s.v. soulier ; cfr. few xii, pp.  

362b, 363a s.v. *subtelare, t-l s.v. soler, gdc s.v. souler).
Libro renenga : « p(er) uno paio di soleri » p. 321.18 ; Libro Frescobaldi : « per due paia di solieri che io
           

gli mandai » p. 89.11 (7 occ.).


turbe / torbe s.f. ‘materiale combustibile’ : fr. tourbe, torbe s.f. ‘torba’ (franc. turba, cfr.  

ted. Torf), att. dal 1200 (tlf s.v. tourbe2, few xvii, p. 387b *turba ; cfr. gdc , dmf s.v. tourbe2).  

Cfr. dei s.v. torba.


Spese conte Fiandra : « p(er) turbe » p. 302.2, « in torbe » p. 314.27 (6 occ.).
         

uggia s.f. ‘cassa (adibita alla custodia del denaro)’ : voce piccarda, vallone e fr. delle Fian-  

dre huge (mod. huche) s.f. ‘sorte de récipient, en général en bois, de forme rectangu­laire
et de grandeur variée’, ‘coffre où l’on enserre de l’argent, de joyaux, etc.’, att. dal 1164,
dal lat. mediev. hūtĭca di origine discussa (deaf s.v. huche, tlf s.v. huche ; cfr. few iv, pp.  

519-20 s.v. hutica, t-l, gdc s.v. huche, gd s.v. huche1). Cfr. tlio s.v. uggia.
Lett. sen. 1265 : « di q(ue)lo q(ue) p(r)estai, sì avemo avuto la meità dei d. in q(ue)sta fiera, (e) l’altra
   

meità dovemo avere i· Lagnino p(r)esente, (e) sono chome li avesemo nel’ugia » p. 404.14 [l’editore  

emenda in u[n]gia, cfr. Cella 2009, p. 182 nota 3, dove in luogo dell’erroneo « libro delle “dette dei  

villa­ni” » avrei dovuto scrivere Libro nuovo Gallerani, si vedano le occ. qui appresso] ; Libro vecchio
   

Gallerani : « p(er) uno boffetto, p(er) una uggia, p(er) uno banco [[...]] una seratura i(n) detta uggia » p.
     

238.18-21 ; Consuntivo di cassa Gallerani : « I d. (con)t(anti) che ne ritrovamo i(n) (con)t(anti) il posciaio
     

dì d’ap(r)ile 305 nel’ugia » p. 266.3, « la carta del’ugia » p. 266.14 ; Libro nuovo Gallerani : « I quali danari ne
           

ritrovamo in danari contanti nell’uggia detto dì » p. 5.8, « I quali danari li lassò Biagio in danari contan-    

ti e in dette per contanti per lo detto kal. novembre e sono che ccieli ritrovamo contanti nel’ugia » p.  

120.20 ; Lett. sen. 1313 : « l’uggie mie trovai colle chiavi ispeçate nela serratura » p. 368.5 (2 occ.).
       

Monte Andrea (ed. Minetti) : « solo del tesauro n’ànno l’ug[g]e » canz. 8 v. 49.      

vanova s.f. : pr. vanova s.f. ‘trapunta’ (sw s.v. vanoa -ova).

Libro Gianfigliazzi : « per una vanova che cci mandò a chiedere, e scrissine che lla volea donare a
   

messer Beltrano Ritondo luoghotenente a Carpentrassi per bene e utile de’ fatti ch’abbiamo a
ffare con debitori nostri » p. 86.16.  

vergiù s.m., vergiù di grana ‘succo acido’ : fr. verjus s.m. ‘suc acide extrait de certaines  

espèces de raisin, ou d’un raisin cueilli vert’, att. dal sec. xiii (tlf e t-l s.v. verjus, gdc s.v.
vertjus, few v, pp. 84b, 85a s.v. jus), dalla var. analitica vert jus (< lat. vĭrĭdem jus) ‘uva
acerba’, ‘agresto’, e medio fr. verjus de grain ‘grains non arrivés à maturation et que l’on
conserve pour l’hiver’ (few v, p. 85a).
Spese conte Fiandra : « vergiù » p. 299.27, « vergiù di grana » p. 304.16 (24 occ.).
         

Zucchero Bencivenni, Santà del corpo : « una molsa di pane in vino di mele grane o in vergius o    

in agresto » [Pt. 1, cap. 9], p. 92.21 (5 occ. della locuz. in vergiù), « brodetto d’uova ad vergius » Pt. 1,
     

cap. 15, p. 109.8 (2 occ. della locuz. a vergiù), « il vergius, ciò è l’agresto » Pt. 3, cap. 2, p. 141.26 (9 occ.    

totali, indotte dall’origina­le francese ?).  


88 roberta cella

vinagro s.m. ‘aceto’ : fr. vinaigre s.m. ‘produit résultant de la fermentation acétique du

vin’, att. dal 1200 ca (tlf s.v. vinaigre ; cfr. few xiv, p. 481a s.v. vinum, t-l, gdc s.v. vinai-  

gre).
Spese conte Fiandra : « in vinagro » p. 311.28 (10 occ.).
     

4. 4. Prestiti relativi a pratiche amministrative e fiscali ;  

tecnicismi commerciali o giuridici


achitamento s.m. ‘quietanza’ : fr. acquittement s.m. ‘action de se rendre quitte’, att. dal

1317 (tlf s.v. acquittement ; cfr. few ii/2, p. 1472a s.v. quietus, gd, gdc s.v. aquitement). Cfr.

tlio acchitamento.
Libro giallo : « carta d’achitamento » p. 2.27, « Monsingniore lo Dalfino fecie achitamento gienerale a
       

Chastello ed a Vanni d’ogni cosa ch’avesse avuto a ffare cho[n] loro insino al detto die » p. 35.1 (7  

occ.) ; Libro Gianfigliazzi : « il detto Conte per volontà di messer Niccholò con piena e sofficente
     

prochuragione fece achitamento e fine generale in nome di messer Niccholò » p. 70.13, « Questa    

riconoscenza e achitamento è scritto al detto manoale biancho » p. 77.25 (4 occ.).  

adogiare v. ‘guadagnare’ : fr. ant. aoisier v. ‘aumentare’ (t-l s.v. aoisier). Cfr. tlio s.v.

adogiare.
Lett. sen. 1262 : « (E) credo q(ue) l’abate sia a Parisgi, (e)d èvi andato Iachomo Uguicioni p(er) suoi
   

fati, (e) dise di favelare chol deto abate, (e) di fare sop(r)a ciò q(ue)lo bene q(ue) fare potese p(er)-
q(ué) fusemo paghati o messo in buono ponto la deta, (e) di terminarla in due anni o i· tre, (e)
d’adosgiarvi infino in sete ciento l. q(ue)d elino dicievano di volere avere » p. 286.28.  

areragi s.m.pl. ‘arretrati’ : fr. arrerages s.m.pl. ‘ce qui est échu et dû d’une redevance

quelconque’, att. dal 1272 (tlf s.v. arrérage ; cfr. few xxiv, p. 182b s.v. *ad retro, t-l s.v.  

arierage, gd s.v. arrierage, gdc s.v. arerages, dmf s.v. arrérage).


Attergato del 1306 (cfr. Cella, 2009, p. 176, A 2) : « chomtio di mastro Baldovino annj miijc vj | del    

chomtio degli areragi » ; Lett. sen. 1309 : « somegliantemente mi divisa com’abbo a ffare con Colar-
       

to il chericho di quelli areragi che gli ài lasati » p. 361.10.  

arramento s.m. ‘procedimento giudiziario’ : fr. ant. arrement, errament s.m. ‘moyen de  

droit, procédure, procès’, att. nel sec. xiii (gd s.v. errement1 ; cfr. few iv, p. 825a s.v. iterare1,  

t-l, gdc s.v. errement, dmf s.v. errement), forse contaminato con il tecnici­smo giuridico fr.
ant. arramme, erramme s.f. ‘l’action par laquelle quelqu’un revendique sa chose, et affir-
me avec serment qu’elle lui appartient’ (gd s.v. arramme). Ragioni se­mantiche escludo-
no la derivazione dal fr. ant. arr(h)ement (few i, p. 143, s.v. arra). Cfr. tlio s.v. arramento.
Libro Gallerani di Parigi : « Ittem die dare 30 s. par. fievoli martedi dodici di settembre tre C sette,
   

i quali sonno per spese che pecça fa avavamo fatte nela detta procacciare, come appare che li
avemo scritti ala posta delli arramenti » p. 164.22, « die dare 18 s. par. domenica sedici di giungno
   

tre C otto e furo per spese d’arramenti che facemmo sopra di lui. E avelli scritti che li arramenti
dela corte dell’officiale li debbiano avere nel libro de’ conti » p. 196.5-6 (6 occ.).  

attacciamento s.m. ‘sequestro giudiziario’ : ing. attachment ‘the action of apprehending  

(a person) and placing him under the control of a court of law’, att. dal 1447-1448 (oed
s.v. attachment), ma in carte lat. attachiamentum ‘attachment (leg.)’, ‘distraint or arrest to
appear in court’ dal 1195, ‘seizure of goods’ dal 1262 (Lath s.v. attachiamentum sub 2, 4).
Lett. Ricciardi : « quello che i(n)tervenuto c’este sie p(er) l’attaciame(n)to di chostà (e) sie p(er) la
   

presa che cci fece lo rei di Francia » 2 (1295) p. 16.19.  


prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 89

attacciare v. ‘porre sotto sequestro giudiziario’ : ing. attach v. ‘to secure for legal ju-  

risdiction and disposal, to place or take under the control of a court’, att. dal 1330 (oed
s.v. attach v.), ma in carte lat. attachiare ‘to attach (leg.)’, ‘distraint or arrest to appear in
court’ dal 1170, ‘to seize in distraint’ dal 1221 (Lath s.v. attachiare sub 3, 4).
Lett. Ricciardi : « postra che voi fuste atacciati di chostae credemo che llo rei abia avuto di vosse
   

lane (e) choia » 2 (1295) p. 20.31, « Ciato ci esste tenuto p(er) Gieri di dare [[...]] p(er) che vo ma(n)-
   

diamo dice(n)do che voi p(ro)chaciate d’eserde paghati, (e) se Ciato noe vollesse sie li faite atac-
care p(er) lo rei » 13 (1301) p. 109.9.

baliagio s.m. ‘giurisdizione sottoposta ad un balìo’ : pr. bailiatge s.m. ‘administration’  

(pd s.v. bailatge). Cfr. tlio s.v. baliaggio.


Lett. pist. 1330 : « lo Re ci fecie tucti rilassare a piagi, l’uno per l’altro ; et fecie certane ordinançe
     

ch’e’ comissari devessono andare per ciasschuno baliagio, o sinisschalchia del Reame, li quali
udissono tucti quelli che si volessono piagiere di noy » p. 250.23.  

calengiare v. ‘pretendere, minacciare’ : norm. calenger v. ‘contestare, rivendicare’ (lat.


calumniari), o dal medio ing. calenge ‘to accuse, bring a charge against, arraign, im­
peach’, att. ante 1225 (cfr. oed s.v. challenge v.). La velare iniziale esclude il pre­stito dal fr.
chalonger, chalenger, con la fricativa. Cfr. tlio s.v. calangiare.
Libro nuovo Gallerani : « paghamo per una procuragione che Biagio fecie fare per lo fatto del
   

pagha­mento che Tofo Buonsingniori calengiava di fare a Cieccho di Renalduço da Todi per uno
cambio che Biagio aveva fatto per lui in Langnino » p. 106.26.  

L’occ. calangia ‘rivendica’ del Libro dei Sette Savi (p. 91.2), volgarizzamento della fine del sec.
xiii, dipende dall’originale francese (cfr. tlio s.v.).
cocchetto s.m. ‘certificato di pagamento doganale’ : medio ing. co(c)ket, in carte lat.  

cokettus ‘(use or profit of ) seal affixed to goods on which custom has been paid’ att. dal
1242, ‘(certificate of ) payment of custom’ dal 1306 (Lath s.v. cokettus ; att. del 1281, 1306 in  

LathR s.v. coketus3). Cfr. Edler (1934, p. 77), tlio s.v. cocchetto.
Pratica : « per cortesìa a’ cherici della detta costuma, cioè agli scrivani per lo cocchetto, cioè per la
   

lettera suggiellata del suggiello della costuma per la tratta » p. 256.16.  

condomine s.f.pl. ‘terreno di dominio signorile’ : pr. condamina s.f. ‘champ franc de to-  

ute redevance, domaine seigneurial’ (pd s.v. condamina).


Libro Gianfigliazzi : « [[messer Rostangno]] dè dare, in kalen gennaio 321, [[...]], tor. 1500 d’argento
   

e sono danari i quali troviamo che sono più dispesi che ritratti del biado delle condomine sue di
che avemo uno anno la ricolta. I detti danari sono per le spese che v’à fatto Francesco da Prato e
Matteo Velluti in più tenpo e volte che vi sono iti e stati e dimorati per questa chagione e debito »  

p. 72.33.
convenanzare v. ‘promettere, garantire’ : fr. convenancer v. trans. ‘promettre’, ‘conve­nir

de’, att. dal sec. xii (gd s.v. covenancier1 ; cfr. few ii/2, p. 1127a s.v. convenire, t-l s.m. cove-

nancier1, dmf s.v. convenancer).


Libro Gallerani di Parigi : « Miccele le Custuriere di Longimello [[...]] die dare 17 s. par. [[...]]. E
   

Micciele neli convenançò di pagare in presençia di Simonetto dela Fontana » p. 155.24.  

Fiore : « Ma tuttor sì vi vo’ convenenzare / Che tutti i vostri amici andrò avanzando » 99 v. 3.
     

convenenza s.f. ‘accordo’ : fr. convenance s.f. ‘accord, pacte’, att. dalla fine del sec. xii

(tlf s.v. convenance ; cfr. few ii/2, p. 1127 s.v. convenire, t-l, gd s.v. covenance, gdc, dmf s.v.

convenance). Cfr. tlio s.v. convenienza.


90 roberta cella

Ragione Buonsignore : « avemo noi (e) i (chon)sorti una sua chasa i[n] ve[n]dita (e) dala moglie,
   

cho[n] queste chovene[n]çie : che [se]-l deto non à pigliati i deti d. ala p(r)ima domenica di Quare-

sima, la chasa è nostra » p. 294.14.  

Lett. Ricciardi : « voi ci ma(n)daste a dire le cho(n)vene(n)se che voi aveste cho· llui quando elli
   

p(re)se a ssé (e) le merce (e) le dette (e) lo guada(n)gno » 1 (1296) p. 26.21, « p(er) bella ca(r)ta che    

cosie si devesse fare, la qual(e) ca(r)ta fecie s(er) Betto Cremo(m)delli, (e) aciò che fallire no(m)
potessi i(m) quelle co(m)vene(m)se che teco fecie » 5 (1297) p. 50.18.  

costuma s.f., costume s.m. ‘tassa d’esportazione dovuta alla Corona inglese’ : medio  

ingl. costume ‘tribute, toll, impost, or duty [[...]] ; esp. that levied in the name of the king  

or sovereign authority upon merchandise exported from or imported into his domi­
nions’, att. dal 1325 ca (oed s.v. custom sub 4a), ma in carte lat. costuma s.f. ‘custo­mary
payment by traders or sim. (esp. market or transit toll)’ att. dal 1162 in relazione alla
Francia, dal 1200 ca all’Irlanda e dal 1291 all’Inghilterra (Lath s.v. custuma sub 4), e ‘cus-
tom levied by crown (Eng. & W.)’ ante 1200 (Lath s.v. custuma sub 5). Improba­bile la
derivazione dal fr. custume, costume s.f. ‘impôt’, att. dall’inizio del sec. xiii (gd s.v. cos-
tume), sia per la genericità semantica della voce fr., sia per la localizzazione dei testi che
documentano la voce. Cfr. Edler (1934, p. 93), tlio s.v. costuma2.
Libro nuovo Gallerani : « vintotto lb. sedici s. otto d. sterl. che pagamo a’ Frescobaldi per la costuma
   

de Rex dei diecie s. sterl. per sacco » p. 90.7, « vintetre lb. quatordici s. tre d. sterl. che demo a’
   

Frescobal­di per la costuma de Rex di 10 s. per sacco » p. 90.21 ; Lett. sen. 1313 : « gli donoe i· rre [[...]]        

lb. cinque­milia ster. assenatone sulle costume » p. 368.35 (4 occ.) ; Pratica : « di tutte altre mercatan-        

tie che nel brivi­legio non sieno nominate sì debbono pagare di costuma, cioè di diritto, all’ave-
nante delle mercatantie contenute per lo brivilegio » p. 254.7, « Diritto e spesa che à lana a trarnela    

del porto di Londra per portarla fuori d’Inghilterra. Primieramente, per costuma allo re soldi [...]
sterlini per sacco a peso di costuma, cioè quello che i costumieri del re truovano che pesa allo loro
peso quando lo pesano per prendere la costuma cioè il diritto del re, e comunalmente fanno largo
peso da [...] chiovi per sacco al profitto del mercatante » p. 256.10-12 (14 occ.).  

curataggio / corataggio s.m. ‘senseria’ : fr. courratage s.m. ‘attività di intermediazione’,  

‘retribuzione del sensale’, dal 1248 (tlf s.v. courtage, few ii, 2, pp. 1568-69 ; cfr. gdc, dmf  

s.v. courtage). Cfr. Edler (1934, pp. 96-97), tlio s.v. curataggio.
Lett. sen. 1262 : « paghai per churatagio e per charte que feci » p. 281.23 (2 occ.) ; Lett. sen. 1269 :
         

« dodici d. per churatagio » p. 418.11 ; Libro Mannucci : « churattagio di lane e di molte altre chose » p.
           

728.2 (3 occ.) ; Doc. Gallerani : « per coratagio di 1000 lb. » 7, p. 229.21 (4 occ.) ; Libro nuovo Gallerani :
           

« per curattaggi di certi cambi » p. 114.20 ; Libro Frescobaldi : « Spese di curattaggi et di carte » p. 116.1
           

(4 occ.) ; Libro vermiglio : « fecie il churattaggio Donatino sensale » p. 50.30 (6 occ.) ; Pratica : « il curat-
             

taggio paga il venditore e niente il comperatore » p. 243.2 (3 occ.).  

dicontio, diconto s.m. ‘saldo’, ‘conto (a seguito di una detrazione)’ : fr. descompt, des­  

compte s.m. ‘somma che resta dopo una sottrazione’, att. dal sec. xiii (tlf s.v. décomp­te ;  

cfr. few ii/2, p. 994a s.v. computare, dmf s.v. décompte).


Libro nuovo Gallerani : « Dicontio fatto con Salembene Maffei, nove dì di giugnio tre C sette » p.
     

61.14 ; Libro di Parigi : « dicontio fatto con Piero » p. 130.6 (7 occ.).


       

entrea s.f. ‘(alle fiere della Champagne) tassa d’ingresso delle merci’, ‘inizio (della ses-
sione di compravendita)’ : fr. entrée s.f. ‘taxe perçue sur les marchandises (lors du trans­

port, de leur introduction dans une ville, une région’, att. dal 1372-1374 (dmf s.v. entrée ; il  

tlf s.v. entrée data al 1462 il significato di ‘droit sur l’introduction de mar­chandises’ ; cfr.  

few iv, pp. 774, 776a s.v. intrare). Cfr. Edler (1934, p. 112), tlio s.v.
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 91

Lett. sen. 1262 : « ciento s. p(er) l’entrea di Tresi » p. 279.23 (2 occ.) ; Lett. sen. 1269 : « di ciaschuna
           

soma paghai oto s. di p(ro)v. d’entrea » p. 418.6, « sedici s. p(er) soma tra p(er) toloneo (e) p(er)
   

lo peso, (e) oto s. p(er) entrea, (e) dodici d. p(er) churatagio » p. 418.10, « m’àno divisato q(ue) ci    

mandano a P(r)ovino di magio diciesete balle di ciera di Venesia (e) quatro di fustani, (e) credo
q(ue) verano ançi entrea » p. 419.15.  

eritaggio s.m. ‘beni trasmissibili ereditariamente’, ‘beni immobili ?’ : fr. héritage s.m. ‘im­    

meuble faisant, ou non, l’objet d’une succession’, att. dal 1228 (tlf s.v. héritage, dmf s.v.
heritage sub B2 ; cfr. few iv, p. 410a s.v. hereditare, t-l s.v. iretage, gd, gdc s.v. heritage). Le

att. fuori corpus documentano il senso generico di ‘eredità’.


Libro Gallerani di Parigi : « I quali danari [[...]] furo per certi eritaggi che detto Simone comprò » p.
     

171.14, « Gianni Ghilliarone di Vitri die dare 10 lb. par. [[...]] e sonno per eritaggio comprò da noi, il

quale fue di Gianni Cioetto di Vitri, lettera Castelletto » p. 193.6.  

Egidio Romano volg., 1288 : « tutte le cose sono da biasmare nel matrimonio, le quali impedisco-
   

no la certezza dei figliuoli ; per la qual cosa ei padri non proveggono ei figliuoli né nell’eritaggio,

né nella nodritura » II, pt. 1, cap. 7, p. 138.13 ; Giovanni Villani (ed. Porta) : « re Carlo fu di piccola
       

bontà, e al suo tempo non fece cosa notabile, e in lui finì l’eritaggio del reame del suo padre il re
Filippo » xi 61, vol. 2, p. 595.14.

fermanza s.f. ‘garante’ e ‘garanzia’ : pr. fermansa s.f. ‘garante, mallevadore’ (sw s.v. fer- 

mansa sub 3), fr. fermance ‘garantie, caution, gage’, att. dal 1250 (gd s.v. fermance), ‘en-
gagement formel de celui qui se porte garant de qqc., garantie’ e ‘celui qui se porte
garant, qui sert de caution’, entrambi att. dalla metà del sec. xiv (dmf s.v. fermance ; cfr.  

few iii, p. 570b s.v. firmare, t-l s.v. fermance). La poesia duecentesca documenta la locuz.
dare fermanza ‘rassicurare’ (cfr. corpus tlio). Cfr. Edler (1934, p. 120).
Libro giallo : « Chafaggio Gianfilgliazzi e Gieri e Spinello suoi figliuoli chon volontà di lui princi-
   

pali, e Franciescho Rinucci sì chome fermanza e principale paghatore deono dare [[...]] » p. 16.26 ;    

Libro Gianfigliazzi : « Messer Aimari il giovane con più altri sì come malevadori e principali paga-
   

tori deono dare in tre paghe fior. dumilia quattrocento d’oro [[...]]. Avenne due carte sopra lui e
altre sue fermanze di fior. 2460 d’oro » p. 69.27, « rendè elgli di sua mano al detto messer Amari e in
   

chasa sua in Vignone due carte ch’avavamo sopra lui e più altre fermanze » p. 70.22 (3 occ.).  

Matteo Villani, Cronica : « il conte assediato e sproveduto, veggendosi a mal partito [[...]] ven-
   

ne a composizione di dare alla compagna [[= che lo aveva assediato]] in diversi termini fiorini
CLXXX.m d’oro, parte allora, e de· resto fermanza » x 84, vol. 2, p. 560.17.  

finanza s.f. ‘estinzione (del debito)’, ‘documento di quietanza’ : fr. finance s.f. ‘payement,  

rançon’, att. dal 1283 (b-w s.v.), ‘versement’, dal 1280 (tlf s.v. finance ; cfr. few iii, pp.  

558b, 559a s.v. finire, t-l, gd, gdc, dmf s.v. finance). Cfr. Edler (1934, p. 122), Castellani
(1952, p. 868), tlio s.v. finanza.
Lett. sen. 1265 : « parlai a uno monacho q(ue) dimora a Parisi q(ue)d è parente dei Borghesi di
   

Nora­cha. Sì mi dise q(ue) saremo paghati in q(ue)sta fie(r)a dela finança q(ue) feci del fato dela
muneta q(ue) ne dieno dare i deti Borghesi » p. 403.16 ; Lett. pist. 1330 : « Giovanni era stato a Torso,
       

et preghatolo ch’elli ci facesse mectere nella finança sua, quando elli finasse, et noy aremo pagha-
to quello ci fosse tocchato » p. 250.8.  

Ricordanze Guido dell’Antella : « J trascritto in forma piuvicha e kon sugiello pendente de la


   

corte di Nimisi de la fina[n]za ke li Scali ebeno per lana trata de· reame » p. 810.22 ; Lett. Ricciardi :      

« p(er)ciò nulla fina(n)sa faite cho· nullo di loro » 1300, 3, p. 88.23.


   

foro s.m. ‘prezzo, costo’, al foro di ‘nella misura di’ : fr. fuer s.m. ‘prix, taux’, soprattutto  

nella locuz. al fuer de ‘au prix de, au taux de’ att. dal 1160-74 (tlf s.v. fur ; cfr. few iii, p.  

737b s.v. forum, t-l, gd, dmf s.v. fuer).


92 roberta cella

Libro di riscossione delle taglie e dei doni imposti dal conte alle città di Fiandra, 1308-1309 (cfr. Cella
2009, pp. 133-135, Li 27, a p. 134 n. 38) : « quelli | di Brugia (e) quelli di Guanto (e) di Ipro donaro al
   

foro di diecie milia lb. » c. 11r2-3.  

ismeda ‘stima’ : pr. isme, esme s.f. ‘calcolo, stima’ (sw s.v. esme), fr. esmée s.f. ‘compte, cal­

cul’ (gd s.v. esmee1 ; cfr. few xxiv, p. 231a s.v. aestimare, t-l s.v. esmee).

Libro vermiglio : « demo a Ughetto baglio dal Motiglio per messer Giraldo Amari singniore dal
   

Moti­glio per ismeda di lasci che Iachopo Girolami che lasciò a Vignione » p. 130.22, « La ismeda de    

lascio che facciamo per Iachopo Girolami per fior. mille d’oro che lasciò » p. 132.23 (5 occ).  

lausamento s.m. ‘tassa sulla compravendita di beni immobili’ : pr. lauzamen s.m. ‘lausi-  

me, vente, droit de loda’ (sw s.v. lauzamen sub 3). cfr. tlio s.v. lausamento.
Libro giallo : « carta per Beltrano Rossiere di Vingnione notaio della conpera e de’ lausamento de’
   

detti due frategli a chui noi facciamo la sensa » p. 1.39, « Avenne carta della conpera e del lausa-    

mento per lo detto Bertrano Rossiere notaio, fatta dì 12 d’agosto 308, e comincia la sensa di tutta
la detta casa per Sa· Michele 308 » p. 2.2 (3 occ.) ; Libro Gianfigliazzi : « Avenne carta per Beltrano
       

Rossiere notaio di Vignone de la conpera e del lausamento del detto Guiglielmo Ugho fatta 7 di
giungno 308, e cominc(i)ò la sensa a Pasqua di Risuresso 309 » p. 57.25 :    

lauso s.m. ‘tassa sull’acquisto di beni immobili’ : pr. laus s.m. ‘tassa sull’acquisto’ (sw s.v.  

lau, laus § 3). cfr. tlio s.v. lauso.


Libro giallo : « La casa nostra d’in sue il canto [[...]] costò di prima conpera lbr. 40 rinforzati e di
   

trezzino e di lauso lbr. 5 s. 8 d. 4 rinforzati » p. 1.16 (= Libro Gianfigliazzi : « costò di prima conpera
     

lbr. 40 rinforzati e di trezino e lauso lbr. 5 s. 8 d. 4 rinforzati » p. 57.23).  

lelda s.f. ‘(in Provenza, Francia e nelle isole Baleari) dazio sulle merci’ : pr. leuda s.f. ‘tas-  

sa sull’importazione o la vendita di merci’ (sw s.v. leuda ; cfr. Du Cange s.v. leuda). Cfr.  

Edler (1934, p. 152), tlio s.v. lelda.


Libro Mannucci : « n’avemo dato, questo die, lb. IIIJ s. VIJ d. VIIJ per XVIIIJ saccha e XIIJ isca(r)-
   

pi­(lgliere) ove s’insacchò il detto filo e trama, e per XVIIIJ corde, e filo e facitura e chuscitura le
saccha e pesatura e lelda ed indacho per sengniare le dette balle » p. 783.8 ; Pratica : « Lelda in parte        

della Provenza e in Francia » p. 15.18, « Diritto di mercantia che si paga in Maiolica e chiamasi
   

lelda » p. 125.26, « Drappi a oro e panni lani e cuoia e formento e similmente d’ogni mercantia che
   

non vada al peso in Monpolieri, cioè al peso del re di Maiolica, paga per lelda al re di Maiolica in
Monpolieri denaro 1 per libbra » p. 226.12 (4 occ.).  

loghiera s.f., loghiere / aloghiere s.m. ‘affitto, nolo (di un bene mobile o immobile)’ ;  

‘servizio occasionale a pagamento’ : pr. loguier s.m. ‘loyer, récompense d’un service ren-

du’ (pd s.v. loguier). Cfr. Edler (1934, p. 164), tlio s.vv. aloghiere, loghiere.
Libro Mannucci : « paghamo la lochiera d’una terrazza che loghammo da mMonetto Tasciere » p.
     

793.8 ; Libro giallo : « paghò il detto Franciescho per le spese sue di mangiare e bere e lloghiera de’
     

ronzini e fanti mandati e i[n] loghiera della chasa dov’egli istava » p. 7.17, « carta di vendita d’anona,    

di seghale, d’orzo, di vino, d’olio, di fieno, di paschieri di prato e di boscho, e di lausi e loghiera
d’ostale » p. 22.3, « per loghiere di cierti chavagli e fanti » p. 37.26 (13 occ.) ; Libro Gianfigliazzi : « per
           

loghiera d’uno ronzino per due dì » p. 61.26, « un’altra carta di vendita d’anona di segale e d’orzo
   

di vino d’olio di fieni e paschieri di prato e di boscho e di la(u)si e di loghiere d’ostali » p. 71.22,  

« per ispese di loro e di loro ronzini, e per l’aloghiere » p. 79.34 (11 occ.) ; Libro vermiglio : « per loghiere
         

d’uno ronzino, che loghai quando venimo a le nozze di Giovanni Monaldi » p. 6.11, « per lo loghie-    

re de la chasa » p. 62.8, « per li loghiere de la chasa del Motiglio » p. 85.37 (13 occ.) ; Pratica : « costa
           

per postura, cioè per loghiera di botti in che si tiene e che si guarda comunalmente, da terì 3 per
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 93
migliaio. Ed è tenuto il signore delle botti, per la locchiera che ne prende, di renderlo a misura »  

p. 163.16-18, « per loghiera del magazzino » p. 46.5, « per loghiera di cisterne in che si guarda l’olio
     

avanti che si metta a cuocere » p. 104.4 (12 occ.).  

meccianti pl. ‘(monete) di cattiva qualità’ : fr. meschant agg. ‘de mauvaise qualité, mé­  

diocre’, ‘de peu de valeur’ (dmf s.v. méchant), att. dal 1176 come ‘sans valeur’ (tlf s.v.
méchant ; cfr. few ii/1, p. 27b s.v. cadere, t-l s.v. meschëoir, gd, gdc s.v. mescheant).

Libro nuovo Gallerani : « ciento novantetre d. meccianti d’oro » p. 85.29, « in seciento diciotto fior.
       

d’oro, in settantedue meccianti » p. 108.15.  

mispeso s.m. ‘(detto di monete :) cattivo peso’ : pr. mespes s.m. ‘poids inférieur, mauvais
   

poids’ (pd s.v. mespes).


Libro giallo : « chanbio di cierti fiorini di mispeso » p. 37.27 ; Libro vermiglio : « fior. ventiuno di mispes-
           

so, ebevi di dano s. cinque d. tre choronati » p. 33.10 (4 occ.).  

mortalagio s.m. ‘lascito, legato testamentario’ : pr. mortalatge s.m. ‘legs’ (pd s.v. morta­  

latge), ‘legato’ (sw s.v. mortalatge).


Libro vermiglio : « fior. sesanta otto e s. tre d. quatro ad oro, i quali demo a Guido Girolami per
   

paghare mortalagi e oferta per lo sopilimeto d’Iachopo » p. 195.19.  

paschieri s.m. (pl. ?) ‘provento di un’attività agricola o di raccolta’ : pr. pasquier s.m.
   

‘pacage, pàturage’ (pd s.v. pasquier ; cfr. few vii, p. 704b s.v. pascuum), equiva­lente al fr.

pasquier (b-w s.v. pâtis), dal lat. pascuarium (Niermeyer s.v. pascuarium sub 1, 4). Cfr.
tlio s.v. paschiere.
Libro giallo : « n’avemo un’altra carta di vendita d’anona, di seghale, d’orzo, di vino, d’olio, di fie-
   

no, di paschieri di prato e di boscho » p. 22.2 (= Libro Gianfigliazzi : « paschieri di prato e di boscho »
       

p. 71.21).
petizzare v. ‘diminuire’ : fr. apeticier, apetisser v. ‘rendre plus petit, diminuer’, att. dal

1160 (tlf s.v. apetisser ; cfr. few viii, p. 344b s.v. *pettittus, t-l, gdc s.v. apeticier, dmf s.v.

apetisser).
Lett. sen. xivb : « quanto ch’el mio dritto no fusse mantenuto per loro, e me lo petizassero, siate
   

cierto, che da me mai non avaranno aiuto nè conforto » p. 90.19.  

renenga / –enca / ranenga / ralenga s.f. ‘sessione di rendicontazione (nelle Fiandre)’ :  

fr. re(e)nenghe s.f. ‘chambre des comptes en Flandre’, ‘époque de la réunion de cette
cham­bre’, att. dal 1276, dal fiamm. redeninghe (gd s.v. renenghe, few xvi, pp. 686-687 ; cfr.  

dmf s.v. renenghe).


Libro renenga : « Q.. di sotto (e) ancho inançi sono iscritte .e dispese fatte p(er) chagione dela renen-
   

cha chominciata venardì a mattina quindici di luglio anni m(ille) trec sei » p. 299.3 (22 occ.) ; Libro    

delle entrate e delle uscite del conte Roberto di Fiandra, 1307-1309 (cfr. Cella 2009, pp. 125-129, Li 24) :  

« rendite fuore renengha » c. 16v1, « rendite ors ranengha ischadute » c. 52v1.


       

renenghella s.f. ‘processo verbale dettagliato delle due sessioni della renenga’ : fr. (re-  

gion., Fiandre) renenghele s.f. ‘registre de comptes des revenus domaniaux’ (dmf s.v.
renenghele).
Libro renenga : « lb. sei p(er) due renenghelle che iscrisse, l’una p(er) mastro Gherardo detto, (e)
   

l’altra p(er) mess(er) Gianni di Nantier » p. 315.6.  

ricetta s.f. ‘riscossione (e documento che la attesta)’ : fr. recette s.f. ‘total des sommes  

d’argent reçues’, att. dal 1283 (tlf s.v. recette ; cfr. few x, pp. 146b, 147a s.v. recipere, t-l  
94 roberta cella
s.v. recete, gd s.v. recepte, gdc, dmf s.v. recette), lat. recepta ‘receipt, money received’ docu-
mentato in carte d’Inghilterra dal 1178 ca (LathR s.v. receptatio).
Libro delle entrate e delle uscite del conte Roberto di Fiandra, 1307-1309 (cfr. Cella 2009, pp. 125-129,
Li 24) : « ricietta d’alkune forfatture (e) di diverse partite » c. 23v1, « ricetta de’ balii di Fiandola » c.
         

24r1, « ricietta d’alkune forfatture puoi kal. | março trec otto » c. 27r1-2, « ricietta d’impronti fatti im
     

Francia » c. 56r1 ; Libro delle riscossioni di Fiandra tenuto da Pietro Ranieri, 1308 (cfr. Cella 2009, pp.
   

129-133, Li 26) : « saranno (e)scritti tutti i d. che io rendarò dela recepta fatta su questo livro p(er)
   

lo medesimo tenpo che la recetta (è) fatta » c. 1r1-2, « recetta de’ d. dela taglia del re dele cm lb. nela
   

chastelanaria de B(r)ugia » c. 7r19 ; Lett. sen. 1309 : « Ari le fiz Gualtieri di Silippe mi diè [[...]] diecie
       

d. d’oro, i quali io ti diei, (e) tue metesti a tua ricietta ch’avevi avuti p(er) mia mano p(er) li brevi
dela cianbra » p. 361.4, « la detta ricietta de’ brevi dela cianbra » p. 361.6, « Sappi ch’abb’a mostrare
       

la let(ar)a a· balio de Brugia (e) del Damo (e) d’Oudeborgo come debono essare a contiare do-
menicha che viene a Guanto dela ricietta dela loro balìa » p. 362.1.  

scacchiere s.m. ‘ufficio della corona inglese presposto al controllo delle pubbliche en-
trate’ : medio ing. escheker, att. nel 1292 (cfr. oed s.v. exchequer) ma documentato nel

latino d’Inghilterra come scheccarium nel 1185 (e scaquerium nel 1313, cfr. LathR s.v. scacci).
La natura della documentazione esclude che all’origine del prestito sia il fr. eschekier,
eschequier, att. dal 1280 nell’accezione non pertinente ai nostri esempi di ‘cour de justice,
en Normandie’ (tlf s.v. échiquier).
Libro nuovo Gallerani : « anone una riconosciença alo Scacchiere nela Ciançelaria d’otto ciento set-
   

tantotto marchi meço » p. 37.2, « avavamo fatta riconosciença alo Scacchiere e i Frescobaldi per
   

noi con noi insieme. Laquale riconosciença ne fecie cancielare alo Scacchiere e feciene ancora
quittança » p. 96.4-6 ; Doc. tosc. 1324-1326 : « Chitanza ke ser Guillelmo Davi kericho ne fa di lb. L
       

ster. gli demo per meser U. Dispensiere il f. de lo Schachiere » p. 271.3.  

sensa s.f. ‘affitto di un immobile’ (fare sensa locuz. ‘prendere in affitto’ ; sensa pecuniale  

‘provento monetario derivante dal possesso di un bene’) : fr. sence, cense s.f. ‘tenure d’un  

bien, moyennant une redevance payable en argent’ e ‘redevance due pour la jouissance
de ce bien’ (dmf s.v. cense), att. dall’inizio del sec. xii nel significato di ‘redevance sur des
terres’ (tlf s.v. cense ; few ii/1, pp. 580b, 581a s.v. census, t-l, gd, gdc s.v. cense), dal lat.

censa n.pl. (Du Cange s.v. census).


Libro giallo : « della quale casa facciamo sensa a Guillielmo Ugho nostro vicino ogni anno per
   

Pasqua di Risoresso lbr. 3 s. 5 rinforzati [[...]] e chominciòe la sensa a Pasqua di Risoresso 309 »  

p. 1.17-19, « Abiamo pagata la sensa ogni anno sì chome si conviene insino a quella di Pasqua di

Risoresso 320, e lle due sense da sezzo pagamo a madonna Alaia Ughonessa » p. 1.24-25, « Beltrano    

da Vingnione che dimora a Beduino e donna Sansa sua moglie chon volontà di lui deono dare
a’ sopradetti termini per fior. 1350 d’oro che cci dovea dare in kalen giennaio 319. Avenne carta
e saramento di vendita di tutte le rendite loro ch’egli ànno a Beduino od a Criglione overo in
qualunque altro luogho l’avessero, ritenendone a lloro solamente uno mulino e la vingna che
s’agiusta chon esso e lle sense pechuniali e ll’ostale in che dimorano a Beduino » p. 21.9 (14 occ.) ;    

= Libro Gianfigliazzi (7 occ.).


sergentare v. ‘perseguire giudiziariamente’ ? : fr. sergenter v. ‘poursuivre par le ministè­re    

des sergents’ (gdc s.v. sergenter ; cfr. few xi, p. 533b s.v. serviens, t-l s.v. serjanter).

Lett. pist. 1330 : « sono qui a Borgies. Òcci trovato di male dette. Tucta volta fino a tanto che l’uo-
   

mo no’ puote sergentare, no’ se ne puote scrivere lo vero appieno. Ma per quello posso vedere,
credo sia assai presso della somma che v’ò scripta altra volta » p. 255.7.  

somonsa s.f. ‘ingiunzione a comparire in giudizio’ : fr. somunse (fr. mod. semonce) s.f.  

‘convocation, assignation (surtout pour la comparution en justice)’, dal part. di somon­


prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 95
dre ‘exhorter, inviter (à faire quelque chose)’, att. dal 1174 (tlf s.v. semonce ; cfr. few xii,  

p. 348a s.v. submonere, t-l s.v. semonse, gdc s.v. somonse).


Quaderno delle spese per il recupero dei crediti della filiale di Parigi, 1306-1308 (cfr. Cella 2009, pp. 114-
116, Li 19) : « spese che faremo [[...]] i(n) cavalca(n)do | di fuore p(er) le ville noi (e) il n(ost)ro
   

cherico co(n) s(er)genti (e) p(er) scrittu|re d’amoniçioni (e) di somonse (e) d’altri arram(en)ti che
faremo | fare » c. 5v1-5.  

suita s.f. ‘seguito, corteggio’ : fr. suite s.f. ‘personnes qui se déplacent avec une autre  

dont elles sont les subordonnées’, att. dal 1223 ca, ‘ensemble de personnes, compagnie,
bande de gens qui suivent qqn dans un même dessein’ (dmf, tlf s.v. suite ; cfr. few xi, p.  

489b s.v. sequi, t-l s.v. suite, gd, gdc s.v. sieute). Cfr. tlio s.v. suita.
Libro nuovo Gallerani : « I quali rendemo a’ Frescobaldi che gli avieno paghati per noi per isciamiti
   

e drapi ad oro e fodare di vai per la roba che Biagio fecie inn lloro servigio e per loro preghiera
ala coronacione de Rex ; che fù vestito dela suita di detti Frescobaldi » p. 113.10.
   

torna s.f. ‘somma pagata per conguaglio’ : pr. torna s.f. ‘conguaglio’ (sw s.v. torna sub 2) ;    

(Castellani 1952, Gloss. s.v.) :  

Libro Mannucci : « po(nemo) che ’l detto chavallo de dare innanzi ne l’LXXXJ, chon V lb. che ne
   

demmo di torna » p. 738.4.  

tralatto s.m. ? : pr. traslat, trailat s.m. ‘copia di uno scritto’, ‘copia di un’ingiunzione di
   

pagamento’ (sw s.v. traslat sub 2, 4).


Libro vermiglio : « fior. trenta d’oro [[...]] Naldino li ci doveva al tralatto del Motiglio » p. 23.13 (2
     

occ.).
trezzino s.m. ‘tassa sulla vendita di un immobile (pari ad un tredicesimo del prezzo)’ :  

pr. trezen s.m. ‘un tipo di tassa’ (sw s.v. trezen sub 2 ; cfr. few xiii/2, p. 234b), latinizzato  

in trezenum ‘pretii venditionis pars decima tertia, quae domino exsolvitur pro laudimio,
seu vendendi facultate vassallo vel tenenti indulta ; quaevis decima tertia pars e qualibet  

re percepta’, att. dal sec. xiii (Du Cange s.v. trezenum). Cfr. tlio s.v. trezzino.
Libro giallo : « avemo pagata la nostra parte del trezino e mezo trezino a Guillielmo Ramondi » p.
     

46.16, « la quale casa costò di prima conpera lbr. 40 rinforzati e di trezzino e di lauso lbr. 5 s. 8 d.

4 rinforzati » p. 1.16 (7 occ.) ; = Libro Gianfigliazzi : « la quale chasa costò di prima conpera lbr. 40
       

rinforzati e di trezino e lauso lbr. 5 s. 8 d. 4 rinforzati » p. 57.23.  

tribuglio s.m. ‘tribolazione’ : pr. treból s.m. ‘trouble, agitation’ (pd s.v. trebol), dal lat.  

*tŭrbŭlus.
Lett. pist. 1330 : « noy siamo stati et anchora siamo in grande tribuglio et riotta, et anchora no’ ne
   

siamo fuori » p. 251.16, « vedendo lo grande tribuglio in che noi eravamo » p. 253.28.
     

4. 5. Prestiti relativi a determinazioni temporali e spaziali


brandone s.m. ‘focorum dies, ovvero la prima domenica di Quaresima (e la settimana
successiva)’ : fr. (jour  / dimanche des) brandons s.m.pl. ‘premier dimanche de carême’,

att. dal 1268 (gdc s.v. brandon ; cfr. few xv/1, pp. 243, 244a s.v. brand1, t-l, dmf, tlf s.v.  

brandon), latinizzato in brandones pl. (cfr. Du Cange s.v. brando1).


Libro Gallerani di Parigi : « Raullo Leciarpentiere di Corbollio die dare 6 lb. 5 s. par. al Brandone tre
   

C sei » p. 146.5, « die dare 6 lb. 5 s. par. buona moneta a’ Brandoni tre C sette » p. 146.10 (9 occ.).
     

deraniero agg. ‘ultimo (nel tempo)’ : fr. ant. derrenier, var. di dernier agg. ‘celui qui vient  
96 roberta cella
après les autres (dans une énumération)’, att. dal 1225-1230 (tlf s.v. dernier ; cfr. few iii,  

p. 48b s.v. de retro, t-l, gd, gdc s.v. derrenier).


Lett. pist. 1330 : « in questa deraniera lectera ch’à mandata no’ ne scrive neiente » p. 251.13.
     

noel(l)o / novello s.m. ‘festa della natività’ : fr. noël s.m. ‘fête de la nativité de Jésus-  

Christ’, att. dall’inizio del sec. xii (tlf s.v. noël ; cfr. few vii, p. 37b s.v. natalis2, t-l s.v.  

nöel, gdc s.v. noel1, dmf s.v. noël).


Libro Gallerani di Parigi : « Avelina l’Espiarda e Rommi Bochetto di Vitri dimoranti ambeduni a
   

Tris dieno dare 32 s. par. a Noello tre C cinque » p. 125.2, « Ghiardo Noello di Villiers Sororgia die    

dare 52 s. 8 d. par. a Noelo novantessei » p. 159.2, « die dare 30 lb. par. fievoli a Novello tre C sette »
     

p. 174.12 (66 occ.).


quaresima prenante / pernante s.f. ‘ultimi tre giorni di carnevale’ : fr. câresme prenant  

s.m. ‘les trois jours de réjouissance précédant le début du Carême, carnaval’ (dmf s.v.
carême; cfr. few ii/2, p. 1389 s.v. quadragesima, t-l s.v. caresme, tlf s.v. carême-prenant),
att. dal sec. xiii (gdc s.v. caresme, gd s.v. caresmeprenant).
Libro Gallerani di Parigi : « diece s. par. ala Ciandeloro tre C sei e diece s. par. a Quaresima pernante
   

apresso » p. 158.22 (3 occ.), « die dare 15 lb. par. buoni a quaresima prenante tre C sette » p. 192.16-17.
     

quinzena / quinzina s.f. ‘periodo di quindici giorni’, la quinzena di (+ giorno) ‘il pe­riodo
comprendente la settimana precedente e la settimana seguente (il giorno indicato)’ op-
pure ‘le due settimane seguenti (il giorno indicato)’ ? : fr. quinzaine ‘id.’, att. dall’ini­zio del    

sec. xii (tlf s.v. quinzaine ; cfr. few ii/2, p. 1479a s.v. quindecim, t-l, dmf s.v. quinzaine),

per quinzena di Pasqua cfr. quinzaine de Pâques ‘les deux semaines entre le dimanche des
Rameaux et celui de Quasimodo’, att. dal 1282 (tlf, gdc s.v. quinzaine) ; pr. quinzena ‘id.’,  

(a) la quinzina de ‘vierzehn Tage nach’ (sw s.v. quinzena sub 2). Cfr. tlio s.v. quinzina.
Libro Gallerani di Parigi : « ebbe la lettera vecchia [...] ala quinçena dela mecça agosto tre C sette » p.
     

185.27, « [...] dare 6 lb. par. ala quinçena di Pasqua tre C sei » p. 187.11 ; Libro giallo : « dicie à paghare
         

l’una metade a la quinzina di Sangiovanni 318 e l’altra metade a dì 20 di febraio 318 » p. 34.28 =  

Libro Gianfigliazzi : « dice à ppagare l’una metà a la quinzina di San Giovanni 318 e l’altra metade
   

dì 20 di febraio 318 » p. 80.9.  

Storia San Gradale, volgarizzamento del primo quarto del sec. xiv dal francese : « ciò fu tutto a    

punto i· lunedì apreso la quinzina di Pasqua » cap. 26, p. 34.8.  

rua s.f. ‘strada, via’ : fr. rue s.f. ‘id.’, att. dal 1050 ca (tlf s.v. rue ; cfr. few x, p. 543b s.v.
   

ruga, t-l s.v. rüe2, gdc s.v. rue2, dmf s.v. rue1).
Libro Gallerani di Parigi : « Piero Orriau d’Altollio e Gianni le Pellettiere di Parigi dimorante ala
   

rua Guarnieri di Sa· Landri die dare 7 s. 8 d. par. ala Sa· Martino novantessei » p. 158.17.  

Accurso di Cremona, Valeriu Maximu translatatu in vulgar messinisi, 1321/37 : « la rua publica » iv      

1, vol. 1, p. 153.27 (2 occ.) (cfr. Ambrosini, 1977, p. 72).


tussanti / tossanti s.f. ‘festa di ognissanti’ : fr. toussaint s.f. ‘id.’, att. dal 1180-1205 (tlf s.v.  

toussaint ; cfr. few xi, p. 150b s.v. sanctus, t-l s.v. Tozsainz, gdc, dmf s.v. toussaint).

Ragionato Cepperello : « co(n)to della Tusanti, a(n)no otta(n)ta otto » p. 164.6, « paghai a Pa(rigi) a
       

mes(er) Etaccia di Belm(er)cieri p(er) suoi ghagi alla Tusanti otta(n)ta otto, lb. CC tor. » p. 166.24,  

« p(er) una ze(n)zeverata k’ebe il balio (e)d altre kose a Pa(rigi) al conto della Tusanti » p. 172.9 (8
   

occ.) ; Libro Gallerani di Parigi : « ànne quittança di tre lb. par. del termine della Tussanti tre C tre »
       

p. 153.21, « a due termini, cioè metia a Pasqua tre C sette e metia ala Tussanti apresso anno detto »
   

p. 172.2 (22 occ.) ; Libro Frescobaldi : « Avenne una scritta di sua mano et di suo sugello a rendere alla
     

Tusanti proxima che viene fior. 1500 d’oro » p. 105.13 ; Lett. pist. 1330 : « ’l giuovidì apresso la Tosanti
       

tucti li Lombardi de’ Reame, li quali sono del mestieri, fuorono presi » p. 249.16 (3 occ.).  
prestiti nei testi mercantili toscani redatti di là dalle alpi 97
Giovanni Villani, Nuova Cronica (ed. Porta) : « quello dì de la Tusanti cominciòe a piovere » xii
     

1, vol. 3, p. 3.11 (3 occ.).

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co mp osto in ca r atte re dant e monotype dalla
fa b rizio se rr a e ditore, pisa · roma.
sta m pato e ril e gato nella
t i po g r a fia di ag na n o, agnano pisano (pisa).
*
Dicembre 2010
(c z 2 · f g 1 3)

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