STORIC I
RIVISTA TRIMESTRALE
DELL'ISTITUTO GRAMSCI
4
OTTOBRE-DICEMBRE 1999 ANNO 40
Caroccieditore
Comitato di direzione
Francesco Barbagallo (direttore), Giuseppe Barone, Rinaldo Comba, Massimo Firpo,
Andrea Giardina, Luisa Mangoni, Giovanni Miccoli, Giorgio Mor, Anna Maria Rao,
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Comitato scientifico
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Direttore responsabile
Francesco Barbagallo
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Direzione e redazione
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tel. 06 5806646, fax 06 5897167
*
Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum. Citt? e feudi nell'Italia dei Norman
ni, a cura di E. D'Angelo, Firenze, Sismel Edizioni del Galluzzo, 1998 (Per Verba, te
sti mediolatini con traduzione, 9).
1
Si vedano gli studi preparatori: E. D'Angelo, Studi sulla tradizione del testo dl Falcone
Beneventano, in ?Filologia mediolatina?, 1, 1994, pp. 129-181; Id., Giuseppe del Re's
?Critical? Edition of Falco of Benevento's Chronicle, in Anglo-Norman Studies XVI, ed.
2
E. D'Angelo, Introduzione a Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum, cit.,
p. LXI.
1129 Coscienzaurbanae storiografiacittadina
3
I passi in cui Falcone loda Ruggero sono esaminati in G.A. Loud, Ihe Genesis and
the Context of the Chronicle of Falco of Benevento, in Anglo-Norman Studies XV, ed. by
M. Chibnall, Woodbridge, 1993, pp. 186 sg.
4
Cfr.E. D'Angelo, Introduzione, cit., pp. XLVIII sgg.
5
Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum, cit., 1133.13.13. L'affermazione ? sta
ta talvolta utilizzata per determinare la datazione ma sulla questione cfr. E.
dell'opera;
D'Angelo, Introduzione, cit., p. VIII.
6
Cfr. Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum, cit., 1133.10.6.
7
Cfr. ivi, 1138.4.3.
8
Cfr. ivi, 1139.10.1-11.
9
Cfr. ivi, 1140.4.2-1140.5.1.
10
Cfr. soprattutto F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie m?ridio
nale et en Sicilie, I, Paris, 1907, p. XLIII; E. Gervasio, Falcone Beneventano e la sua Cro
naca, in ?Bullettino delTIstituto storico italiano per il Medioevo e Archivio muratoria
no?, 54, 1939, p. 109. Ma cfr. anche E. D'Angelo, Introduzione, cit., p. XL, nota 1.
11
G. Vit?lo, Citt? e coscienza cittadina nel Mezzogiorno m?di?vale. Secc. XI-XIII, Saler
no, 1990.
1131 Coscienzaurbanae storiografiacittadina
12
Cfr. Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum, cit., 1113.6.1; 1114.1.2; 1132.15.5;
1133.10.1; 1133.10.3; 1333.13.7; 1138.3.1; 1139.6.5.
13
Sulle risorse economiche e commerciali di Benevento cfr. M. Rotili, Benevento, in hi
?eran e centri urbani nel Mezzogiorno normanno-svevo, Bari, 1993, pp. 293-309.
14
M. Oldoni, Mentalit? ed evoluzlone della storiografia normanna fra VXI e il XII se
c?lo in Italia, in Ruggero ll Gran Conte e Vlnlzlo dello Stato normanno, Bari, 1977, p.
154.
1132 FulvioDelle Donne
15
Cfr. Monumenta Germanlae Hist?rica (MGH), Scriptores (SS), XVII, ed. G. Waitz,
Hannoverae, 1861, p. 23, ad annum 1125.
16
Cfr. E. D'Angelo, Introduzione, cit., pp. XXXV sgg.
17
G. Resta, La cultura siciliana dell'et? normanna, in Atti del Congresso Internazionale di
studi sulla Sicilia normanna, Palermo, 4-8 dicembre 1972, Palermo, 1973, pp. 212-216.
18
E. D'Angelo, Introduzione, cit., p. XL.
1133 Coscienzaurbanae storiografiacittadina
19
Ivi, pp. XL-XLI.
20
Cfr. ivi, p. XLIV, nota 1.
21
Sulle tecniche comuni alie opere storiografiche di quel genere cfr. M. Zabbia, Notai
cronisti nel Mezzogiorno svevo-angioino, Salerno, 1997.
1134 FulvioDelle Donnie
22
Cfr. E. D'Angelo, Introduzione, cit., pp. CXLIX sgg.
23
Cfr. ivi, p. CXLI.
24
Cfr. ivi, pp. CXXIX-CXLI.
1135 Coscienzaurbanae storiografiacittadina
Da quanto detto, si ricavache Falcone era andato esule tre anni prima, cioe
nel 1134, probabilmente quando abbandono Benevento anche Rolpotone.
Ma c'e da chiedersi perche Falcone non lo dica esplicitamente, cosi come
ha fatto per il suo ritorno.Anzi, a proposito dell'esilio di Rolpotone, il cam
pione della difesa della libertabeneventana, si limita a dire:
Audiens autem Rolpoto Beneventanus comestabulus comitem illum Rainulphum ad
regis imperium pervenisse, animo consternatus die kalendarum Iulii de civitate Be
neventana exiens Neapolim ingressus est; quem comestabulum mille et eo amplius
Beneventanorumsecuti sunt.Triduo autempost, comestabulusipseRolpoto timo
re perculsus, navigio parato, ne in manus regis traderetur, cum quibusdam fideli
bus suis et duobus filiis Pisas festinavit. Et eis navigantibus, iudicio Dei superve
niente, navis illa confringitur, et sic ipse cum uno filio suo et duobus fidelibus suis
inter procellas maris mortui sunt: alter vero filius evasit (1134.6.1-3).
25
Cfr. Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum, cit., 1119.3.3; 1124.1.10; 1129.2.2.
1137 Coscienzaurbanae storiografiacittadina
26
Cos? era stato
ipotizzato da E. Gervasio, Falcone, cit., p. 59. Ma sembra plenamente
condivisibile l'opinione di G.A. Loud, The Genesis, cit., pp. 189 sgg., secondo cui la ste
sura del Chronicon ? stata piuttosto complessa e ha attraversato diverse fasi.
1138 FulvioDelle Donne
potestas concessa est bene nobis faciendi, lacrimis oramus, ut de tanto periculo tri
butorumcivitatemBeati Petri eripias (1137.14.2).
vedremo, puo essere intesa anche in un altro senso, piu sottilmente fun
zionale.
Il privilegio di Ruggero viene ricopiato integralmentenella cronaca di Fal
cone (1137.22.1-7): ed e l'unica volta in cui viene compiuta un'operazione
del genere.Ma il privilegio, come risulta dagli studi di CarlrichardBriihl27,
si rivela, per i suoi caratteri diplomatistici, un falso, probabilmente esem
plato su uno effettivamente concesso dal sovrano. E la cosa sembrerebbe
confermata anche da quanto avviene sei anni dopo, nel 1143: il cancelliere
regioRoberto di Selby, inviato da Ruggero a Benevento per controllare il
documento, evidentemente insospettito dalla sua fattura, lo prese con se e
si allontano immediatamentedalla citta, senza che i beneventani, evidente
mente consapevoli, osassero impedirlo o protestare con il sovrano. E evi
dente quanto un simile privilegio, che tra l'altro gia era stato poco prima
concesso dall'imperatoreLotario, fosse ambito dai beneventani, che, come
detto, desideravano ampliare le proprie liberta, ed e pienamente spiegabi
le il fatto che essi se lo siano fabbricatida soli, secondo una prassi, del re
sto, non inconsueta in quei secoli.
Ma ora resta da capire quale fosse il ruolo di Falcone nella vicenda, ovve
ro se fosse consapevole o meno della mistificazione di cui si era fatto por
tavoce.Certo risulta improbabile che un notaio, scrivano del Sacro palaz
zo e poi giudice della citta, quindi profondo conoscitore delle vicende po
litiche beneventane ed esperto nella fattura di atti, sia privati sia pubblici,
non fosse a conoscenza della reale natura di quel documento. Tanto piu
che, da quanto dimostra ilmenzionato episodio che ebbe per protagonista
il cancelliereRoberto di Selby, la cosa doveva essere risaputadai beneven
tani. Inoltre, a proposito del passo, sopramenzionato, in cui si afferma che
Cristo aveva fatto inmodo che venisse concesso quel privilegio <<meritis non
nostris>>(1137.23.1), e in cui abbiamo rilevato qualcosa che va al di lIadel
topos della modestia, forse e da riconoscere una sorta di excusatio non pe
tita, di giustificazione che vuole sottrarre ai beneventani qualsiasi accusa di
troppo fattiva partecipazione alla vicenda. Del resto, non puo non risulta
re sospetta l'inserzione della trascrizione integraledi quel documento: cosa
che, abbiamo detto, non puo essere riscontrata in nessun'altra parte del
Chronicon. Infatti, il simile privilegio elargito dall'imperatoreLotario non
viene riportato e le parole del giuramento pronunciato dai suoi vassalli ven
gono trascritte solo inmaniera piuttosto sommaria.E non solo: anche del
privilegio effettivamente concesso da reRuggero, e che dovette servire come
27
Rogerii II. diplomata Latina, hrsg. v. C. Br?hl, K?ln-Wien, 1987, pp. 131-133; C.
Br?hl, Urkunden und Kanzlei K?nig Rogers II. von Sizilien, K?ln-Wien, 1978 (ripubbli
cato in italiano col titolo Diplomi e canceller?a di Ruggero II, Palermo, 1983), pp. 101
109.
1140 FulvioDelle Donne
28
Sulla scarsa circolazione delle opere dei notai-cronisti cfr. M. Zabbia, Notai-cronisti,
cit., specialmente p. 8.
29
Ignoti Monachi Cistercensis, Chronica Romanorum pontificum et imperatorum ac de re
bus in Apulia gestis, a cura di A. Gaudenzi, Napoli, 1888.
30
Johannes Saresberiensis, Historlae pontlficalls quae supersunt, ed. by R.L. Poole,
Oxford, 1927, p. 4.
31
Leoni Marsicani et Petri Diaconi, Chronica monasterii Casinensis, hrsg. v. W. Wat
tenbach, MGH, SS, VII, Hannoverae, 1846, pp. 574 sg.
32
Cfr. G. Arnaldi, Cronache con documenti, cronache ?autentiche? e pubbllca storiogra
fia, in Fonti medioevali e problem?tica storica, I, Roma, 1976, pp. 353-360.
1141 Coscienzaurbanae storiografiacittadina
Certo e difficile pensare che Falcone abbia ricevuto, in via ufficiale, l'inca
rico di redigere il suo Chronicon; del resto, questo non era avvenuto nep
pure per Caffaro, che autonomamente si era andato dedicando alla stesura
dei suoi Annali, anche se poi vennero approvati e ratificatidai consoli e
dal Consiglio di Genova. E sarebbe azzardato anche ipotizzare che dell'o
pera di Falcone sia stata data pubblica lettura, come avvenne per quella di
Rolandino da Padova. Ma i continui appelli al lettore, e soprattutto all'a
scoltatore33,per quanto retoricipossano essere, potrebbero essere significa
tivi e rimandare a una sua fruizione quasi ufficiale34,o, almeno, all'aspira
zione a diventarlo. E anche l'invocazione alla <<vestraecaritati>>(1119.2.1),
ma soprattutto quella alla <<paternitati vestrae>>(1124.2.1), se pure non te
stimoniano dell'appartenenza di Falcone allo status clericale, come talvolta
e stato affermato35,potrebbero comunque essere rivolte - quasi come a un
dedicatario - ad un alto rappresentantedelle istituzioni ecclesiastiche, che,
magari, svolgeva funzioni di governo su Benevento, citt'a rigidamente sot
toposta all'autorit'adella Santa Sede.
Al di la di queste ipotesi, in ogni caso, Falcone si dovette dedicare, anche
senza un preciso mandato, alla compilazione del suo Chronicon, in quanto
dotato - come ben fa rilevareD'Angelo nella sua introduzione - di una
istruzione piuttosto elevata e della publica fides, derivata dalla sua qualifi
ca professionale e necessaria a fare un'opera che avesse nella ricerca della
verit'a il suo carattere essenziale: in sostanza, gli stessi presupposti che do
vettero spingere altri notai a dedicarsi al genere storiografico.Nel fare cio
diede senz'altro risposta ad un diffuso bisogno, sentito come urgente dalla
collettivita':quello di ritrovare,disposti in una serie cronologicamente or
dinata, gli eventi di cui erano stati protagonisti.Ma dovette anche, al con
tempo, rispondere ad un'altra esigenza, sentita come sempre piu impellen
te: quella di dare attestazione letterariaalle aspirazioni e alle rivendicazio
ni di una comunita che stava sviluppando in maniera insopprimibile e
tenace la coscienza della propria individualitaurbana.
33
Cfr. Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum, cit., 1127.8.5; 1131.3.4.
34
Su questo concetto cfr. G. Ferra?, La storiografia come ufficialit?, in Lo spazio lette
rario del Medioevo. Il Medioevo latino, III, Roma, 1995, pp. 661-693.
35
Per un'accurata disamina della storia della critica relativa a questa ipotesi, cfr. E.
Gervasio, Falcone, cit., pp. 7-17, ed E. D'Angelo, Introduzione, cit., pp. XIII sg.