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Quindicinale Editrice ASD Ponte Tegorzo

Anno XLIII

21.04.2021
Numero

751

La storia del vento - pag. 1


In ricordo di Fiorenza Bernardi - pag. 2-3
In ricordo di Giordano Specia - pag. 5
Quale turismo per il nostro territorio - pag. 6-7-8
50° di Sacerdozio di Padre Luigi Bassetto - pag. 9
Chiuso in redazione il 12.04.2021 - Prossima chiusura il 03.05.2021
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Tassa Pagata/Taxe Perçue/Ordinario - Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Aut. n° 0055/2021 del 15/01/2021 - Stampe in regime libero - DCB BL
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1 LIBRI

La storia del vento


Un libro che non dovrebbe mancare nelle librerie della conca
Il vento è aria in movimento. Watson inizia con la più semplice delle
definizioni per poi sfociare in una vertiginosa serie di spiegazioni, fatti,
mini storie e contemplazioni cosmiche: come questo evento atmosferico
porta la vita nel mondo distribuendo calore ed energia, influenzando i
fenomeni meteorologici, favorendo la riproduzione delle piante e la
migrazione di molti animali, modificando il paesaggio e agendo sui
comportamenti dell'uomo. Giunto alla quarta edizione negli Stati Uniti,
Storia del vento è la prima analisi completa, esauriente e ampiamente
informativa di tutti gli aspetti che caratterizzano uno dei più affascinanti
elementi della natura, tanto più curioso in quanto privo di corporeità e di
sostanza, ma indispensabile per la vita sul nostro pianeta. Dopo aver
esaminato la geografia e la fisiologia del vento, mostrando in quanti modi
disparati questo soffio invisibile abbia formato qualcosa a partire dal
nulla, l'autore si sofferma sulla storia: ci sono venti, ad esempio, famosi
per aver cambiato l'esito di battaglie decisive... Intriganti e originali sono
anche i capitoli dedicati alla mitologia, al folclore, alle credenze religiose,
così come il percorso tra le opere d'arte e le pagine che vedono il vento
quasi come una forza spirituale capace di farci riflettere più attentamente
sui mutamenti radicali del clima e della società. Chiudono il tutto un
"Dizionario dei venti" e un'appendice con la mappa dei venti d'Italia.
Traduttore: Giuseppe Politi - Editore: Odoya - Data uscita:08/10/2020 - EAN:9788862886413
Qui sotto la presentazione dalla news-letter “Domenica – Il Sole 24 Ore” dell’11.03.2021
Luigi Sampietro ha deciso di condividere con i lettori della
Domenica del Sole 24 Ore la gioia provata nel leggere la
“Storia del vento” di Lyall Watson (Odoya Edizioni). Il libro –
che dona piacere per le sorprese che fornisce – si rivela
innanzitutto come inventario dell'azione e delle manifestazioni
del vento - malefatte comprese - nei vari continenti e nei secoli
e offre insospettabili verità nascoste dentro a fenomeni talvolta
assegnati d'ufficio al mondo delle leggende e del mito.
Fenomeni, per fare un esempio, come gli uragani - e Hunraken
era il dio maya delle tempeste - che attraversano l'Atlantico, o i
tornado che spazzano le praterie degli Stati Uniti, e le cui
conseguenze somigliano agli eventi descritti in certi libri del tempo in cui ancora si credeva alle streghe e al
diavolo: vagoni ferroviari sollevati dai binari e abbandonati a 25 chilometri di distanza, cavalli che volteggiano
nell'aria, come in un dipinto di Chagall, pozzi e corsi d'acqua risucchiati e prosciugati, tappi di bottiglia che
saltano. Candele incastonate come proiettili nell'intonaco del muro. E una casa, in Oklahoma, sollevata dal
basamento e ricollocata sul lato opposto della strada.
E pensare che tutto questo non avrebbe luogo se l'asse della Terra non fosse inclinato invece che
perpendicolare al piano dell'orbita attorno al Sole. Se, soprattutto, la superficie del pianeta fosse liscia come
un'arancia e non ci fossero ostacoli, ovvero le montagne e le rocce che i venti investono e su cui rimbalzano
cambiando percorso. Se, ancora, gran parte della Terra non fosse coperta dalle acque, sulle quali i venti giocano
da milioni di anni con correnti e controcorrenti, e gli uomini, prima scivolando sopra i fiumi e poi sulle imbarcazioni
a vela, hanno cominciato a spostarsi dando luogo a tutto quel che sappiamo.
Ciò che invece siamo in molti a non sapere è quel che, pagina dopo pagina, si viene scoprendo in questo
libro. E non sono soltanto gli effetti dell'azione del vento ma i suoi annessi e connessi.
Le mirabilia, ovvero i misteri gloriosi della geografia e della storia, che vanno dalla evoluzione di pesci e animali
volanti fino alla scala di Beaufort; e dall'invenzione della canoa polinesiana con tanto di bilanciere, che dalla notte
dei tempi permette agli indigeni di muoversi in equilibrio sulle onde tra le infinite isole del Pacifico (165 milioni di
kmq di superficie!) fino alla scoperta, in un capitolo dedicato a Pasteur, che «la mancanza di stabilità genetica dei
virus sarebbe dovuta in gran parte alla loro tendenza a fare errori quando si producono». Con tanti saluti - sia
detto tra parentesi - a chi, come qualcuno di noi, credeva che a non azzeccarne mai una fossero soltanto i
virologi.
Ci sono poi le arti e l'artigianato. I vestiti, che sono nati in conseguenza delle stagioni, e i suoni - insieme a
infrasuoni e ultrasuoni - che il vento produce sbattendo contro gli ostacoli. Soprattutto alberi e foglie e, in
particolare, gli aghi delle conifere. I quali, veniamo a sapere, hanno fornito significativi suggerimenti ai musicisti in
epoca romantica e, prima ancora, ad Antonio Vivaldi nelle cui Quattro stagioni è «evocato l'umore del movimento
d'aria ogni volta caratteristico di un particolare periodo dell'anno».
2 LETTERE AL TORNADO

In ricordo di Fiorenza Bernardi


(s.for.) Incredulità e commozione ha destato la notizia della morte improvvisa, a
soli 63 anni, di Fiorenza Bernardi, per molti anni - prima della meritata pensione -
stimata maestra elementare presso le scuole di Alano. Di seguito il commovente
ricordo delle colleghe e dei ragazzi che sono stati suoi alunni. Da parte del
Tornado, le più sentite condoglianze al marito Mario, ai figli Francesco, Michele e
Marina, alla sorella Fabrizia, ai nipoti Alice e Riccardo e ai parenti tutti.
PER FIORENZA
Queste parole sulla tua persona, Fiorenza, non sono una commemorazione, tu
non hai mai amato la retorica delle commemorazioni. Questi pensieri delle tue
colleghe di Alano, con le quali hai condiviso la professione nel mondo della
scuola per una quindicina d’anni, sono il bisogno della comunità tutta di
condividere, di riconoscere, di mettere in luce quanto hai dato alla scuola, al paese, a tutti noi. Sentiamo il
bisogno di fissare il ricordo che abbiamo di te, di quello che hai donato ai bambini, ai ragazzi, alle famiglie degli
alunni, agli ambienti culturali che frequentavi.
Per noi maestre sei stata spesso una figura di riferimento... Aggiungevi un punto di vista alternativo, divergente,
nelle nostre dicussioni, sapevi farci vedere l’aspetto positivo nelle situazioni più difficili, portavi sempre una nota
creativa ed originale nelle soluzioni che proponevi ai gruppi di lavoro. Ma quello che di te brillava di una luce
speciale erano le tue relazioni con i bambini caratterizzate da un affettuoso ascolto, dall’empatia che ti era
propria, dall’accoglienza e dalla solidarietà.
Da poco eri andata in pensione e nella scuola si sentiva già la tua mancanza: ci mancava il tuo sguardo ironico
sulla vita, la tua personalità decisa, energica ma pacata, che cercava di superare i conflitti costruendo ponti, non
divisioni, ci mancavano le tue proposte di partecipazione ai progetti di sostegno anche per i bambini meno
fortunati nel mondo.
Sei tu che hai portato nella scuola di Alano le iniziative di “Dona Lucia”, un’associazione che si occupa di aiuti
nell’ambito scolastico per i bambini della Bolivia... Portavi con te tutte le esperienze positive vissute negli
ambienti culturali precedenti al tuo ingresso nella nostra scuola, ci mancava il tuo impegno per dare ai bambini
opportunità di esperienze di qualità che li facessero uscire dalle strette pareti dell’aula, ci mancava la
condivisione dei tuoi interessi che trasmettevi anche a noi colleghe... I libri, le letture, l'arte, la storia... La grande
storia e quella locale... La passione per la conoscenza attraverso i viaggi che ti proponevi di fare quando saresti
andata in pensione... Ti sentivi cittadina del mondo e ora... ci piace immaginarti così, in giro, in uno dei
meraviglioso viaggi che sognavi, in paesi sconosciuti...
Ai bambini mancava molto la tua figura rassicurante. Ti sono stati cari tutte le famiglie e tutti i bambini con cui hai
intessuto relazioni speciali. I tuoi alunni, quelli che hai avuto dalla prima alla quinta, ora diciannovenni, ormai
giovani adulti, si sono riuniti in questi giorni per raccontarsi e per raccontare a tutti quelli che ti hanno voluto
bene... Quello che sei stata per loro... Perchè parlare di te significa farti esistere ancora.
Gli ideali in cui hai creduto e che hai trasmesso con la tua grande forza comunicativa, li ritroviamo nei loro
pensieri, nelle loro parole, nelle loro emozioni...
Ora, prima di dare la voce ai loro ricordi voglio rivolgermi a te come amica. Di te mi mancherà il tuo sorriso. La
leggerezza profonda della tua ironia. La curiosità per la vita, per le esperienze ancora da fare. Mi mancheranno i
nostri scambi di libri con i consigli di lettura. Gli incontri in biblioteca con le tue recensioni “al volo” (brevi,
sintetiche, essenziali) sulle novità editoriali. Le interpretazioni di brani ad alta voce, con la tua caratteristica
pronuncia francese. Le tue riflessioni sul valore della famiglia che è stata al centro della tua vita. I tuoi racconti di
un’infanzia felice nella casa colonica dai nonni, esperienze che ritenevi importante trasmettere ai figli, ai nipoti.
Avevi ancora molte cose da dirci, Fiorenza, avevi ancora molte narrazioni da fare e molte risate contagiose da
regalare... Io so che continuerai a parlarci ancora...
DAI RAGAZZI
«Buongiorno ragazzi»… Questo era il tuo saluto che sentivamo ogni mattina, accompagnato da un bellissimo
sorriso e con i complimenti per quelli di noi che ricambiavano il sorriso. Ci guardavi e notavi subito i particolari, la
nuova pettinatura, il vestito nuovo, le scarpe, gli orecchini e ci dicevi parole di apprezzamento.
Ti accorgevi subito se qualcuno si portava dei problemi da casa, se qualcuno non stava bene, allora lo chiamavi
fuori dalla classe e, attenta, lo ascoltavi per capire quello che gli stava succedendo... e noi ti sentivamo vicina.
Ti sentivamo sempre presente, eri buona, con l’autorevolezza della maestra e la dolcezza di una mamma.
Quando vedevi gli errori sui nostri quaderni, noi non ci sentivamo giudicati perchè le tue parole ci spronavano e ci
motivavano a fare meglio.
Ci sentivamo accolti ed amati.
3 LETTERE AL TORNADO

In prima i compagni mi prendevano in giro perchè anch’io pronuncio la erre alla francese, ma quando ti ho sentita
parlare ho capito che era una carattteristica speciale.
Ci ricordiamo gli adesivi colorati che potevamo scegliere... Erano piccoli premi, ma per noi importanti.
Ricordo il giorno in cui abbiamo sentito il terremoto in classe, tutti ci siamo rifugiati sotto i banchi e un nostro
compagno tra i più vivaci ed esuberanti si è messo a piangere e tu lo hai chiamato sotto la cattedra accanto a te,
per consolarlo e rassicurarlo.
Ci dicevi che la nostra classe era difficile, era tosta... Eravamo in tanti e anche con provenienze da paesi lontani.
Ma tu eri orgogliosa di noi perchè eravamo un gruppo unito. Ce lo dicevi sempre ed hai lavorato molto per
questo.
Ricordiamo il venerdì etnico, giorno in cui le mamme preparavano una merenda con i prodotti tipici della loro
terra di origine, le storie in biblioteca lette dalle mamme in lingua cinese, araba… Tu ci tenevi molto
all’integrazione dei nuovi compagni e delle loro famiglie.
Avevi un bellissimo rapporto con i nostri genitori che ogni fine anno organizzavano la grigliata al Piave o a
Schievenin e tu partecipavi volentieri a questi momenti di condivisione.
Noi sentivamo la stima e la gratitudine dei nostri genitori perchè avvertivamo che volevi costrure legami con tutti.
Io ricordo che ci portavi regolarmente in biblioteca a prendere i libri e questo mi ha fatto appassionare alla
lettura... e continuo a frequentare la biblioteca.
Quando sono entrata in prima elementare mi hai detto di fare i compiti insieme alla mamma, che così avrebbe
imparato a leggere e scrivere in italiano... Adesso anche mia mamma frequenta la biblioteca e legge molti libri.
Ricordo gli amici di penna a cui scrivevamo e dai quali ricevevamo le lettere... Erano esperienze per motivarci a
scrivere.
Io ricordo la tua passione per la calligrafia... e abbiamo comperato la penna stilografica che ci impegnava a
coordinare i movimenti della mano...
Un Natale hai scritto una lettera personalizzata per ognuno di noi.
Ci hai seguiti anche dopo le Elementari. Alle Medie ci scrivevamo lettere e i fratellini più piccoli, che erano nella
tua classe, facevano da postini.
Ci dicevi che saremmo rimasti i tuoi piccoli anche quando saremmo diventati maggiorenni.
Anche alle Superiori per alcune di noi sei rimasta un punto di riferimento importante.
Io alle Superiori ho avuto un momento di crisi perchè volevo cambiare scuola... Sono venuta a casa tua e tu mi
hai ascoltato, hai cercato di capire quali fossero le mie difficoltà e ti sei offerta di aiutarmi con la grammatica
italiana. Conservo ancora il quadernetto delle regole che mi avevi regalato. Lì scrivo ancora gli appunti più
importanti, quello che voglio trattenere dentro di me.
La maestra Fiorenza è stata una persona importante per noi perchè ha gettato le fondamenta del nostro futuro.
Ci ha dato molto.
E' stata la persona che ci univa... e ci unisce ancora adesso.
Io ho avuto un rapporto speciale con te maestra. Mi dicevi: «Tu sei il mio angelo custode».
Sei stata la prima persona ad avere fiducia in me. Io ero in difficoltà e non credevo nelle mie possibilità, ma tu mi
incoraggiavi sempre. Alle Medie mi dicevi di andare avanti, di continuare a studiare, che in questo modo avrei
aiutato la mamma. Alle Superiori mi dicevi di andare oltre il Liceo, di puntare all’Università. Ora frequento l’ultimo
anno delle Superiori e quando diventerò infermiera dedicherò a te maestra il mio diploma perchè tu hai sempre
creduto in me.
Grazie maestra Fiorenza, tu continuerai a vivere dentro di noi.

Per Fiorenza
di Maria Biz
Ancora nel fiore della vita / Dio dall’alto del cielo ti ha rapita / per essere con lui a festeggiare / la
Santa Pasqua del Signore nostro Gesù Cristo. / In terra hai lasciato / i tuoi cari, marito, figli e
nipoti. / Nel dolore e nelle lacrime / piangono angosciati / la tua mancanza, / ma, per volontà di
Dio, / un giorno giungeranno anche loro / alla dimora delle divinità, / uniti per sempre nella gloria
del Paradiso. / Da buona maestra hai dato tanto / e tanto hai amato la famiglia / e il tuo lavoro di
insegnante. / I tuoi studenti ti ricorderanno / come una buona mamma e maestra. / Sempre sarai
nei loro cuori, / mai scorderanno quei momenti / trascorsi assieme alla scuola. / Appesa alla
porta della chiesa / scrutiamo la tua icona, / la mano alzata, / e accogliamo con tutto il cuore / il
segno di un affettuoso ultimo saluto / e quel dolce sorriso, / che non dimenticheremo, / che verso l’alto risale nel
perpetuo riposo eterno. Nella foto, Fiorenza Bernardi.
4 ATTUALITÀ

Alle radici della solidarietà


Indagine sul Terzo settore in provincia di Belluno
Prefazione
II progetto "Hub3 dove la solidarietà diventa esponenziale" è un'ini-
ziativa della Federazione del volontariato di Verona Odv - Csv di Ve-
rona Odv realizzata in partenariato con il Csv di Belluno, con l'intento
di sviluppare un percorso di condivisione di approcci e azioni. Il pro-
getto si pone l'obiettivo, condiviso dai due Centri di servizio, di
fornire al mondo del volontariato un supporto di conoscenze,
strumenti, pratiche, per rimanere soggetto attivo in una società
che si evolve in modo rapido e costante, ma anche di poter "pro-
gredire" in un periodo storico nel quale si chiede al volontariato resi-
lienza, nonché innovazione, nell'affrontare bisogni delle comunità.
Bisogni che diventano sempre più complessi e che richiedono moda-
lità differenziate nell'affrontarli e risposte spesso personalizzate.
La ricerca sul volontariato bellunese, una delle azioni chiave del pro-
getto "Hub3" mira ad approfondire questo nuovo contesto storico e
normativo utilizzando indicatori che sono stati approfonditi in modo
parallelo nella ricerca "gemella" che è stata sviluppata sul territorio
veronese nello stesso periodo.
Il concetto di "volontariato bellunese in cammino" ben si addice alla
vivacità dei dati emersi e alla molteplicità degli Enti del Terzo settore
(Ets) bellunesi che la ricerca ha saputo individuare, raggiungendo i
due terzi del territorio bellunese. Ne emerge un quadro variegato di
realtà, spesso di piccolissima dimensione, ma ben radicate sul terri-
torio e che sembrano agire "su misura" per le comunità di riferimento.
Molte di loro aderiscono a coordinamenti territoriali o tematici, in questo modo evitando le chiusure dei micro-
territori e favorendo la condivisione di esperienze.
La dimensione dell'agire degli Ets bellunesi (per la maggior parte operativi in area socio-sanitaria e culturale, con
servizi che si rivolgono soprattutto ai più deboli e vulnerabili) è quindi solidamente radicata nel locale, ma la
maggioranza offre i propri servizi ai territori contermini o a tutta la provincia.
Rilevante appare il dato sulla numerosità dei soci degli Ets, così come non sorprende l'età media degli stessi
(non giovane) che riporta a questioni chiave per il volontariato tutto quali quella del ricambio generazionale, non
sempre facili da affrontare, ma conosciute. Importante anche la quantità di attività di formazione organizzate dagli
Ets raggiunti, un segno di attenzione alla competenza dei volontari all'operatività.
Il Csv ne esce come elemento di offerta e di accompagnamento sempre più importante: il 52% degli Ets intervi-
stati in questa ricerca aderisce al Comitato d'intesa e circa il 78% si rivolge al Csv per qualche motivo, in gran
parte per consulenze di varia natura. Con il nuovo assetto normativo fornito dal Codice del Terzo settore, il Csv si
troverà a fornire a molti altri Ets gli stessi servizi che ha finora erogato alle Organizzazioni di volontariato.
Inoltre, conclude la ricerca, il progressivo indebolimento delle istituzioni locali le spingerà a delegare al Terzo set-
tore compiti sempre più impegnativi e vincolanti.
In conclusione, è giusto riconoscere lo sforzo di analisi di tutto quello che oggi costituisce Terzo settore, a partire
da un quadro e una fotografia del volontariato e degli Ets bellunesi, per proseguire nel cuore della Riforma del
Terzo settore (o per meglio dire del Codice del Terzo settore), fornendo agli addetti ai lavori - e non - una sorta di
vademecum efficace ed esaustivo.
Chiara Tommasini- Presidente Csv Verona, Davide Continati
Dalla Presentazione a cura di Gianluca Corsetti Presidente Csv Belluno e Nevio Meneguz Direttore Csv Belluno
… Si tratta di un’indagine unica nel suo genere per la provincia di Belluno che, per mezzo della compilazione di
un questionario on-line che proponeva 75 domande strutturate in diversi settori di indagine, diventa una fonte di
informazioni importanti per il Csv (operativo da febbraio 1997 N.d.R.), al fine di riorganizzare i propri servizi e
speriamo utile anche agli Ets ed ai loro associati per conoscere meglio l’insieme delle associazioni bellunesi e fa-
cilitare così le relazioni e le azioni sinergiche di cui si sente sempre più bisogno, tanto più in un contesto, come
quello odierno, flagellato e destabilizzato da un’emergenza di tipo sanitario, legata alla pandemia da Covid-19,
ma che sta assumendo sempre più anche l’aspetto di un’emergenza economica e sociale a cui solo la rete tra
volontariato, Terzo settore e istituzioni locali, pubbliche e private, potrà garantire risposte efficaci e di successo.
Altrimenti il rischio è quello di osservare il realizzarsi di azioni isolate, sporadiche e destituite di ogni significato di
valore per la comunità bellunese. …
Quaderni dell’Osservatorio Bellunese – Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea
Tel. 0437.944929 – Fax. 0437.958520 – Email: isbrec@libero.it - Dicembre 2020
5 LETTERE AL TORNADO

In ricordo di Giordano Specia


di Mauro Miuzzi
Ero giovane, avevo poco più di vent’anni, tanta voglia di guardare al futuro, non solo al mio ma anche a quello
del mio paese. Era la fine degli anni ’70 e l’Italia viveva nella crescita. Quero un po’ meno, non era ancora arriva-
ta la spinta del boom economico. In paese però c’erano desideri e fermenti che trovarono nella Pro Loco il luogo
ideale per affermarsi. Si formò un gruppo di persone anche diverse tra loro, ricordo: Bruno e Beppina, Gino, Re-
nato, Franco, Luciano, Giuliana, Cassol e Silente, Romeo, Claudio e non ultimo Giordano. Al “casolin” che da
non molto aveva aperto il suo negozio di alimentari in piazza subentrando alla Emili, la moglie di Rinaldo. Questo
era stato per lui un traguardo. Partito da Schievenin, il giovane “Zavate” emigrante in Francia, era poi rientrato
per intraprendere l’attività di commerciante di generi alimentari prima a Campo, quindi a Quero nell’edificio dell’ex
latteria (davanti alle scuole medie), anche da ambulante girando per le varie piazze e vie dei nostri paesi, infine
in piazza dove apri quello che allora era un piccolo supermercato. Sicuramente un successo che però voleva
condividere. La Pro Loco ancora una volta era il luogo ideale, li avrebbe potuto dare generosamente qualcosa
anche agli altri. Le prime riunioni al bar “da Tito” e nel 1980 l’inizio di un percorso che dura ancora oggi. Giorda-
no, persona pacata e di mediazione, forse allenato proprio dall’attività di negoziante, ne divenne con il voto una-
nime e convinto di tutti il presidente, carica che ha mantenuto per molti anni. Con lui la Pro Loco crebbe per nu-
mero e qualità di manifestazioni ma anche come adesioni tanto che già nell’anno successivo poteva contare su
più di 100 soci, Non posso non ricordare che proprio in quegli anni nasce “la sagra dei s’cios” che si tenne per la
prima volta nel 1981, negli ultimi due fine settimana di luglio. Ricordo ancor oggi le discussioni in seno al consi-
glio, dettate dalla necessità di trovare una manifestazione di carattere, soprattutto identitaria, che differenziasse
la Pro Loco di Quero dalle altre, che la rendesse in una parola competitiva. Le sagre sono fatte per far ritrovare la
gente, anche attorno ad un tavolo. Serviva un piatto, qualcuno propose che fosse a base di funghi, che allora an-
cora si coltivavano in gran quantità a Quero, Giordano proponeva il formaggio, poi usci la proposta dei S’cios e
così si decise. Furono, almeno per me che ero il segretario della Pro Loco, anni molto belli, si faticava ma c’erano
anche molte soddisfazioni. Era nata soprattutto un’amicizia profonda che mi ha portato a condividere con Gior-
dano molto del mio vissuto: la costituzione della sezione locale del partito socialdemocratico e poi nel 1985
l’esperienza in consiglio comunale con la “lista per Quero”. Da sindaco per me è stato consigliere tra i più vicini,
quello che mi faceva comprendere le esigenze del paese, ma che sapeva anche portarmi al ragionamento con-
creto. Abbiamo sempre agito pensando in buona fede di fare il meglio e sono nate molte delle opere pubbliche di
cui ancor oggi usufruiamo.
Sono trascorsi gli anni, Giordano ha passato la mano ad altri presidenti della Pro Loco, anche questo va a suo
merito perché ha saputo creare e dare continuità all’istituzione con il ricambio verso nuovi personaggi e genera-
zioni. Ha continuato il suo lavoro di negoziante sino all’inizio degli anni 2000 quando è andato in pensione. Nel
frattempo aveva visto crescere, assieme alla moglie Maria, le tre figlie ed erano arrivati anche i nipoti, si sentiva
soddisfatto, sapeva di aver lavorato tanto anche per loro. Io lo trovavo in piazza o al Centrale per un caffè, spes-
so mentre andava al bar per la quotidiana partita di chiacchere. Una delle ultime volte che l’ho visto è stato qual-
che giorno prima di Natale, era
passato per le condoglianze a se-
guito della scomparsa di mia
mamma. E come lei pochi giorni
dopo il COVID se lo è portato via,
ma anche adesso, quando nel po-
meriggio o la sera esco dallo stu-
dio, lo ritrovo, là in piazza che va
verso il bar da Franco o sale dal
Centrale verso il Cavallino e come
sempre non mi fa mancare il suo
saluto che traspare di affetto.
In foto: Giordano, primo a destra, in occasione del saluto a don Donato Carelle

CRONACA

I Lupi a Santa Maria


di Alessandro Bagatella
Si era notata la loro presenza ancora al tempo della nevicata. Le loro impronte erano state viste nel recinto di
una azienda agricola locale, nel quale erano penetrati. Per fortuna gli animali erano rinchiusi in una stalla e non
hanno potuto attaccarli. Ora, verso la quindicina di Marzo, a poche decine di metri dal paese, i lupi hanno assalito
una cerva. Le condizioni in cui versava la povera bestia lascia presumere che non sia stato un unico esemplare
ad agire, ma più di uno. Con tutti i danni che arrecano gli animali selvatici… ci mancava proprio il lupo? Lascio ai
lettori trarre le loro conclusioni.
6 ATTUALITÀ

Quale turismo per il nostro territorio?


di Cesare Turra
Nella tesi finale per il conseguimento del Master in Design dell’offerta turistica presso l’Università di Padova,
analizzavo la possibilità di istituire un marchio d’area turistico per la “Valbelluna”, intendendo con questo termine
non solo l’omologo comune, ma tutto l’ampio territorio che si sviluppa lungo la valle del Piave nel territorio che va
da Alano di Piave fino a Longarone, in quanto si tratta di un territorio con caratteristiche, tratti culturali e proble-
matiche comuni che si distinguono nettamente da quelli delle località dolomitiche situate più a nord della provin-
cia. Questo nella convinzione che un’ampia aggregazione territoriale e l’istituzione di un marchio d’area possano
costituire un importante volano per rilanciare il turismo nel nostro territorio. Qualcosa si è mosso in questa dire-
zione negli scorsi anni con alcuni incontri organizzati dal Consorzio Turistico Dolomiti di Feltre1 e qualcosa si è
provato ad organizzare anche localmente nei nostri comuni con una serie di interessanti incontri, ma la strada
per raggiungere con i molti operatori interessati l’obiettivo di un marchio d’area turistico sembra ancora lunga. Ma
cosa si intende per marchio d’area e, soprattutto, a quale tipo di turismo facciamo riferimento quando ci riferiamo
al territorio che abbraccia i comuni di Alano di Piave, Quero Vas e Segusino? Propongo qui di seguito alcune
riflessioni che spero possano stimolare sia la cittadinanza sia gli operatori interessati sull’importante tema del tu-
rismo locale.
PERCHE’ TURISMO? Prima della pandemia, il turismo era un settore in forte crescita e costituiva circa il 10-11%
del prodotto interno lordo mondiale con circa 1.500 miliardi di dollari movimentati, occupando direttamente e indi-
rettamente circa il 10% della forza lavoro mondiale. Anche al termine della pandemia, nonostante i problemi eco-
nomici conseguenti al Covid-19, si preventiva che il turismo sarà uno dei primi settori a riprendersi, in quanto
viaggiare, vicino o lontano, fa parte della natura umana. Si tratta quindi di una voce economica dall’alto potenzia-
le che può offrire grandi opportunità di lavoro e quindi benessere anche per il nostro territorio, tenuto conto
che i tradizionali settori occupazionali locali (per lo più l’occhialeria) con il passare del tempo avranno sempre
meno necessità di mano d’opera in conseguenza dell’automazione dei processi e dello sviluppo della tecnologia,
oltre che per la pesante concorrenza di Paesi esteri maggiormente organizzati che godono di regimi fiscali e di
un costo-lavoro nettamente inferiori ai nostri. Poiché anche il nostro territorio locale presenta molti aspetti di inte-
resse in termini di cultura, paesaggio, gastronomia, storia e architettura, il turismo può costituire in via prospettica
e strategica un’importante possibilità economica da strutturare fin da subito per coglierne tutte le opportunità.
QUALE TURISMO? Il nostro territorio gode di una posizione geografica privilegiata, trovandosi ad essere il punto
intermedio tra Feltre e il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi patrimonio Unesco a nord; le Colline del
Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene patrimonio Unesco a est; Asolo, Maser, Possagno e Bassano
del Grappa con i relativi centri storici, ville venete, la gipsoteca del Canova ecc. a sud e ovest. Offre però anche
diverse tematiche turistiche proprie che ne fanno non solo un ottimo punto d’appoggio ma anche di permanenza
e che riassumo qui di seguito (scusandomi in anticipo se per caso ne dimentico qualcuno nell’elencazione):
Tematismo culturale: Architettura rurale: i borghi contadini talvolta abbandonati ancora presenti nelle nostre
montagne; le costruzioni tipiche come le casere e le malghe spesso ristrutturate, tra le quali avrà un notevole im-
patto in termini di richiamo turistico il progettato recupero della malga di Fontana Secca - Col de Spadaròt da par-
te del Fondo Ambientale Italiano; Castelli: Castelnuovo di Quero con le vicende legate alla guerra della Lega di
Cambrai e gli avvenimenti conseguenti al miracolo di San Girolami Miani; Musei: il Museo Naturalistico di Schie-
venin, ora di proprietà del Museo Civico di Montebelluna; Architettura: la tomba Lazzari disegnata dall’architetto
Carlo Scarpa nel cimitero di Quero, nella quale si colgono alcuni tratti della nota tomba Brion di Altivole; il sito
della Cartiera di Vas che costituisce una testimonianza di archeologia industriale legata nel passato alla famosa
Cartiera Remondini di Bassano del Grappa.
Tematismo gastronomico: I prodotti e piatti tipici sono strettamente legati alla particolare natura del territorio
e al suo clima montano. Si ricordano, tra gli altri, il formaggio prodotto negli alpeggi e nelle malghe delle nostre
montagne tra i quali il Bastardo del Grappa e il Morlacco; la zucca che dà vita anche alla rinomata festa di
Caorera; il Morone feltrino che si raccoglie nei boschi delle montagne circostanti; il miele che qualche appas-
sionato di apicoltura produce nei propri alveari; il pastin che è una pietanza tipica di carne di maiale e bovino tri-
tata e speziata; il mais sponcio, il fagiolo di Lamon e il fagiolo Gialét. Molto rinomata, anche se non è un ani-
male allevato da produttori locali, ma che compensa la bravura degli operatori locali nel cucinarlo, la sagra dei
S’cios di Quero organizzata dalla Pro-loco di Quero Vas.
Tematismo naturistico ed ecoturistico: le montagne locali (Cilladon, Milies, Monte Tomba, il massiccio del
Grappa ecc.) con il loro ricco patrimonio faunistico e floreale si prestano ad un turismo di tipo “montano” sia con
escursioni per nuclei familiari sia con tratti più impegnativi idonei a soddisfare le aspettative anche degli escur-
sionisti più esigenti. Di particolare interesse, poi, per gli appassionati di geologia, il geosito della Val Calcino ad
Alano di Piave.

1. https://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2018/09/09/news/piace-il-marchio-d-area-dedicato-alla-valbelluna-1.17234307
7 ATTUALITÀ

Tematismo sportivo: La Valle di Schievenin offre con la sua palestra di roccia un’indiscutibile attrazione per
tutti gli appassionati dell’arrampicata che vi provengono da tutta la regione e non solo. La vicinanza con il fiume
Piave, a sua volta, attrae molto gli appassionati di pesca sportiva, ma potrebbe essere un buon riferimento an-
che per gli appassionati di canoa. I sentieri nelle nostre montagne, ma anche quelli lungo il Piave e il Tegorzo si
prestano molto all’attività di nordic-walking e montainbike. Prossimamente, poi, costituirà un’interessante op-
portunità di attrazione turistica la progettata pista ciclabile che si dovrebbe inserire come anello ciclistico dal
principale tragitto Monaco-Venezia: se si pianifica bene il percorso su tratti idonei a mostrare e promuovere le
bellezze locali anche con l’opportuna segnaletica, il ciclista potrà essere indotto a fermarsi per visitare il territorio
circostante e magari anche decidere di ritornare in un secondo momento con la famiglia, divenendo in tal modo
una importante risorsa economica a beneficio del territorio locale.
Tematismo storico della Prima Guerra Mondiale: le nostre località sono state testimoni delle terribili battaglie
che opposero le forze italiane inglesi e francesi, dopo la disfatta di Caporetto nel 2017, alle truppe austro-
ungariche lungo la linea del Piave. Di quegli eventi si conservano ancora numerose tracce (trincee, grotte ecc.)
che rappresentano qualcosa di unico nel suo genere e che dunque hanno un valore storico inestimabile, pre-
standosi al turismo “del ricordo” (i discendenti di quanti hanno combattuto durante quegli eventi), al turismo per
comitive scolastiche, al turismo “storico-culturale”. Oltre alle trincee della Prima Guerra Mondiale presenti in mol-
te zone del Massiccio del Grappa e che andrebbero recuperate (il FAI ha progettato di recuperarne una nei pres-
si della malga a Fontana Secca), sul tema si possono visitare il mausoleo germanico Col Maor di Quero Vas, il
museo del Piave “Vincenzo Colognese”, il museo civico storico “La Grande Guerra” di Campo di Alano di
Piave.
QUALE ORGANIZZAZIONE PER IL TURISMO? IL MARCHIO D’AREA. Già dalla descrizione dei tematismi
presenti si comprende come il turismo abbia moltissimi aspetti che richiedono sì, per svolgersi con successo, la
formazione degli operatori ma anche e soprattutto una struttura di coordinamento tra i vari interessati. Un valido
strumento per la gestione del fenomeno turistico può essere il marchio d’area, che è definito come “una orga-
nizzazione stabile impegnata a progettare, realizzare e mantenere nell’area territoriale di riferimento una rete
di servizi di qualità, pubblici e privati, tra loro omogenei, coordinati e complementari, non sovrapponibili e non
concorrenziali”2. Non si tratta quindi, come comunemente si pensa, del semplice “logo” che ne è solo la rappre-
sentazione grafica finale, ma di una vera organizzazione di professionisti con il compito di analizzare il territorio e
le sue potenzialità, pianificare gli interventi di sviluppo dell’offerta e il relativo marketing, coordinare i diversi
operatori pubblici e privati che, a diverso
Analisi del territorio titolo, ne sono coinvolti.
La fase del coordinamento tra gli opera-
tori, pubblici e privati, è fondamentale
Messa in rete dei Programmazione
soggetti coinvolti
per la gestione ottimizzata delle risorse
degli interventi
e delle attività evitando la sovrapposi-
zione dei progetti (manifestazioni, per
Comunicazione in- Attuazione de- esempio, nelle stesse giornate), la steri-
terna ed esterna gli interventi le concorrenza locale tra campanili per-
dendo di vista che il turismo, come fe-
nomeno internazionale, per avere
Promozione e Mar- Monitoraggio dei
keting
successo richiede l’unione di ampie
Gestione del Brand risultati aree territoriali per contrapporre un pro-
dotto turistico locale di qualità a quello
offerto da Paesi concorrenti (si guardi,
Obiettivi
tanto per fare uno dei tanti esempi, allo
sviluppo a due cifre della vicina Croa-
zia). Con l’unione e il coordinamento di
un intero territorio (concetto diverso da
quello politico-amministrativo) si evita
Sviluppo e poten- Miglioramento Sviluppo che le risorse economiche anche pub-
ziamento delle QUALITA’di prodotti SOSTENIBILE at-
TIPICITA’locali e servizi tività economiche bliche si disperdano nei rigagnoli delle
mille organizzazioni locali, si sfruttano le
economie di scala (si pensi ad una co-
mune campagna di marketing per promuovere il territorio), si colgono meglio le possibilità finanziarie dei vari fi-
nanziamenti pubblici regionali, nazionali ed europei. In tale contesto è importante distinguere e riconoscere a
ciascuno il proprio ambito e ruolo: spesso infatti si coglie l’aspettativa - sbagliata - degli operatori privati che
siano gli enti pubblici locali a farsi promotori di attività che invece spettano a loro, mescolando competenze e ruoli
che sono e devono essere ben distinti: le iniziative turistiche spettano agli operatori turistici per definizione, men-
tre il Comune si deve attivare perché tali iniziative non siano svilite o bloccate dalle lungaggini burocratiche, deve

2. In neretto le integrazioni da me apportate alla definizione tradizionale offerta da Scipioni A., Vecchiato G. (a cura di), Il Marchio
d’Area: strumento di competizione turistica, Franco Angeli, Milano, pag. 13
8 ATTUALITÀ

manutenere e curare le strade offrendo un’immagine pulita e accogliente degli spazi pubblici, si deve fare carico
di predisporre le insegne delle località turistiche locali, deve agevolare con la normativa e la pianificazione di
competenza le attività che possono essere di supporto al turismo. Anche il coinvolgimento della popolazione
locale - aspetto che quasi sempre si trascura - è importantissimo perchéé “turistico” non è il singolo bed and
breakfast, il bar, l’agriturismo o il paesaggio circostante, ma è il territorio nel suo insieme anche nel modo in cui la
popolazione locale ha consapevolezza di abitare una zona “turistica” e fa propria questa caratteristica esprimen-
do accoglienza, disponibilità ed empatia al turista che deve essere visto come una importante risorsa e non come
un fastidio. Voi andreste in una località, per quanto bella, in cui tutti gli abitanti vi guardano con ostilità e avver-
sione? A sua volta il turista che vive bene il territorio e trova la giusta soddisfazione in termini di accoglienza,
svago, relax, appagamento culturale artistico e sportivo, di crescita spirituale, avrà del territorio un piacevole ri-
cordo e un senso di evocazione positiva che crea nostalgia, è un turista che ritorna con piacere, è un turista che
si fa ambasciatore verso altri potenziali turisti nel proporre la località come luogo da visitare.

Nuovo autovelox in Feltrina e telecamere alle scuole


Sicurezza del territorio al primo posto
a cura dell’Amministrazione comunale di Quero Vas
L’Amministrazione Comunale di Quero Vas da molti anni ha disegnato un progetto complessivo di messa in
sicurezza dell’intero territorio, con interventi ragionati ed efficaci, che hanno come obiettivo principale la
sicurezza dei cittadini. Sono già passati più di 15 anni da quando il Comune, uno dei primi in Provincia, ha
installato telecamere di sorveglianza nei punti nevralgici di ingresso-uscita dei paesi. La bontà del progetto si
dimostra anche ora con l’aggiunta di 4 telecamere presso la nuova palestra delle Scuole. Con esse tutto il Plesso
Scolastico del Capoluogo, è protetto e controllato. Sempre nell’ottica di garantire anche la sicurezza
complessiva, con particolare riguardo all’importantissima arteria viaria che è la Regionale “Feltrina” -porta di
ingresso della Provincia di Belluno- l’Amministrazione Comunale ha ottenuto l’autorizzazione dalla Prefettura e
da Veneto Strade per installare nei pressi dell’abitato di S. Maria, un modernissimo autovelox. Esso entrerà in
funzione verso la fine di aprile e consente di monitorare tutti i veicoli di passaggio, e sanzionare solo quelli che
superano il limite. Già quello installato nella Sinistra Piave ha consentito al Comando di Polizia Locale di fornire
dettagli richiesti da diverse forze dell’ordine nell’ambito di indagini da loro svolte. Il progetto sicurezza prosegue,
pertanto, con altri tasselli e prossimamente appena la normativa lo consente saranno integrati altri dispostivi a
tutela degli ingressi delle frazioni e dei punti di maggiore pericolo. Importante sottolineare inoltre che visti i
continui tagli dei trasferimenti dallo Stato tutti gli introiti delle sanzioni sono investiti, obbligatoriamente, nel
territorio del Comune in lavori per il miglioramento della sicurezza in particolare quella stradale, come ad esempio
la collocazione di barriere stradale, la segnaletica, le asfaltature ecc, cose che difficilmente si riuscirebbero a
fare se non aumentando le tasse locali, cosa che L’Amministrazione Querese ha in questi anni sempre evitato.
Ricordiamo che nel Comune di Quero Vas non si è mai pagata la Tasi, c’è l’esenzione dell’Imu per l’abitazione
principale e l’IMU al minimo di legge per le attività produttive, che peraltro incassa lo Stato!. Senza contare le
numerose agevolazioni che sussistono nell’ambito scolastico quali: il trasporto gratuito, le agevolazioni mensa,
contributi alla Scuola e alle associazioni nonché le numerose opere realizzate e in corso di realizzazione.
9 CRONACA

50mo di Sacerdozio
di Padre Luigi Bassetto, Somasco
Padre Luigi Bassetto, Somasco nato a Roncade (Tv), il 17.03.1944, ha celebrato
Domenica 28 marzo, la Messa di ringraziamento per il suo 50° di Sacerdozio,
nella Chiesa del Castello di Quero, Casa dei Padri Somaschi (link a Youtube:
https://youtu.be/gsfeg375ve8). Alla celebrazione hanno potuto partecipare, per via
delle attuali limitazioni, solamente i volontari che assistono p. Luigi al Castello di
Quero nel suo percorso di riabilitazione in seguito all’ictus che lo ha colpito alla fine
di novembre 2019 e tutto questo sotto la responsabilità di Diana Spader che, nella
struttura, è l’animatrice del Percorso di educazione all’affettività e alla sessualità per
ragazzi dai 10 ai 18 anni e ai loro genitori. Di tali attività, Padre Luigi Bassetto è sta-
to - e lo è tuttora - l’assistente spirituale, in virtù della sua profonda preparazione
spirituale, nonché educativa e psico-pedagogica, che lo ha sempre contraddistinto
unitamente ad una grande capacità di accoglienza verso tutti coloro che si rivolgono a lui. Ha prestato servizio
nei suoi 50 anni di Sacerdozio come Superiore in diverse Case e Istituti dei Padri Somaschi: Quero, Bellinzona,
Como, Treviso, Somasca, Milano e da ultimo, prima della malattia, aveva ricevuto l’incarico di Supervisore della
formazione degli Operatori negli Istituti Somaschi. Noto in Veneto e in Lombardia per la sua disponibilità e prepa-
razione, padre Luigi è, a tutt’oggi, il riferimento spirituale e morale per molte persone singole e per famiglie che a
lui devono un immenso riconosci-
Carissimo Padre Luigi, mento per l’aiuto ricevuto nelle di-
desideriamo partecipare di cuore alla celebrazione di questa tappa impor- verse tappe della vita e che rico-
tante. La tua scelta di vita l'abbiamo percepita sempre come una scelta fe- noscono in lui una Guida, un
lice, un uomo al proprio posto, un sacerdote contento di essere sacerdote, Amico fraterno, nella linea di San
capace di vivere una-grande forma di paternità proprio nel senso della cu- Girolamo Miani, il fondatore dei
ra, dell'accompagnamento alla vita, del lanciare in avanti con speranza e Padri Somaschi, che ha iniziato la
determinazione, capace di instillare fiducia. Le caratteristiche di un vero sua opera partendo proprio dal
padre. Noi abbiamo goduto di tutto questo, del tuo accompagnamento be- Castello di Quero il 27.09.1511.
nevolente e solidale come coppia e come genitori. Ci siamo nutriti della tua
esperienza familiare di origine, così inscritta nella tua carne da diventare
spesso bagaglio a cui attingere per condividere vissuti che sono diventati
preziosi anche nel nostro cammino formativo. Sei stato per noi un buon
pane. Non possiamo dimenticare i tuoi viaggi da Como per raggiungerci e
condividere con noi tanti pomeriggi domenicali mensili e qualche week-end
che i nostri figli ormai grandi ricordano come meravigliose esperienze di
condivisione, convivialità, bellezza nello stare insieme in modo semplice e
genuino. Ne hanno fatto grande tesoro. Ci siamo arricchiti del tuo grande
profilo umano, di una umanità matura, impastata saldamente con la vita
concreta e capace di uno sguardo profetico perché ancorata saldamente
Caro P. Luigi
alla Parola di Dio; abbiamo ben presente la tua bibbia consunta, sottoli-
in questo giorno speciale e cari-
neata, scorsa e riscorsa con grande conoscenza, competenza ed espe-
co di emozione, noi gruppi fami-
rienza, tutti segni di familiarità e frequentazione con una Parola amata e
glie di Alano e dintorni vogliamo
cercata. Abbiamo in te un compagno di viaggio esempio di dedizione ge-
stringerci intorno a te per ringra-
nerosa, di affidamento nei cambiamenti che hai dovuto fare all'interno del-
ziarti di quanto, in questi anni, ti
la grande famiglia dei Somaschi, ma un esempio anche in questa fase del-
sei speso per noi. Ci sei sempre
la tua vita nella quale la sofferenza ti ha travolto senza chiedere permesso,
stato vicino; hai condiviso con
come spesso accade. Ed è qui che ancora siamo a guardarti ammirati,
noi gioie e sofferenze. Sei stato
mentre scegli di abitare questa realtà nuova, che non hai scelto, da prota-
come un faro la cui luce, spesso,
gonista, facendo il meglio possibile con ciò che hai (oggi si chiamerebbe
è stata punto di riferimento nella
resilienza). Un uomo vero, dentro ad una vita era, dal quale impariamo a
rotta delle nostre vite. Preghiamo
vivere anche la malattia. In questa domenica delle Palme tutto questo è
ogni giorno il Signore perché
davvero la celebrazione di una resurrezione sempre possibile, in braccio a
continui a vegliare su di te, a in-
quel Signore che tanto ti è familiare.
fonderti la sua benedizione per
Ti diciamo la nostra infinita riconoscenza, sentila tutta, da ognuno e da
sostenerti in questo momento,
ogni famiglia del gruppo, insieme ad una preghiera di intercessione mai in-
particolarmente difficile, della tua
terrotta.
vita e a concederti la grazia di
Buona settimana santa, Buona Pasqua, con un abbraccio caloroso e affet-
condividere con noi ancora lun-
tuoso che speriamo di poterti dare presto di persona.
ghi anni di amicizia e servizio
Un grazie speciale a chi ti ha aperto le porte, ti ha accolto concretamente,
sacerdotale. Un abbraccio fortis-
si prende cura di te con grande dono di maternità.
simo da tutti noi.
Gruppo famiglie di San Alberto e Scandolara 28 Marzo 2021 Gr. famiglie Alano e dintorni
10 CRONACA

Chiara Pisan neuropsicomotricista con lode!


Il 26 marzo scorso Chiara Pisan, di Alano, ha conseguito la Laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità
dell’Età Evolutiva, presso l’Università degli Studi di Padova, con la votazione di 110 e Lode e la Tesi dal titolo “Il
Sé corporeo in terapia neuropsicomotoria: dai concetti teorici all’osservazione nell’esperienza clinica”.
Auguriamo alla neodottoressa di avere sempre nel suo lavoro con i bambini
quella passione e quell’entusiasmo che la contraddistinguono.

A Scalon di Vas
Grosso intervento della Provincia Belluno Dolomiti
Il servizio difesa del suolo e protezione civile ha aperto il cantiere per opere di
mitigazione del dissesto in località Scalon in Comune di Quero Vas.
di Alessandro Bagatella
Nel mese scorso si è visto un numeroso via vai di ruspe nel paese di Scalon, nei pressi del bar Bollicine. Il lavoro
citato nel sottotitolo comporterà una spesa di 166.875,00 €uro e servirà per il recupero delle acque che nei grossi
nubifragi mettevano in pericolo le abitazioni dell’area sottostante e anche la strada provinciale Madonna del Pia-

ve. Alcuni metri sotto le rocce sono stati posati tubi per il drenaggio delle acque, portandole a scaricare nel letto
del Piave. Speriamo sia un lavoro risolutivo, che garantisca sicurezza alle famiglie che abitano nella zona.
11 ASTERISCO

Galleria Querese
di Marcello geom. Meneghin – Sesta puntata
(M.M.) Eccoci alla sesta puntata di ritratti in bianco e nero proposti dal nostro abbonato/collaboratore Marcello
Meneghin, che alimenta la galleria con altri quattro ritratti che arricchiscono la singolare raccolta curata dal nostro
autore, che siamo felici di proporvi come contributo alla memoria di questi compaesani e per dare uno stimolo ai
vostri personali ricordi. Non ha futuro chi non ha memoria del passato e il contributo del nostro autore ci aiuta a
strutturare il nostro retroterra di sentimenti, bagaglio utile per vivere con maggior consapevolezza il presente ed
immaginare il nostro futuro..

Anacleto Dalla Piazza e la consorte Armida Mazzocco,


emigranti in Belgio e tornati in paese dopo gli anni di duro
lavoro vissuti all’estero.

Paola Mazzocco: segretaria delle scuole medie di Quero Luigi Schievenin: titolare della storica ditta Autoser-
per tanti anni, al punto da identificarla con l’istituzione stes- vizi Schievenin, figura di riferimento per l’omonima
sa, al servizio di studenti, professori e genitori frazione querese. Paolo Andreazza: emigrato gio-
vanissimo a Milano, dove lavorò come impiegato
all’ATM meneghina, prima del ritorno al paese natio.
12 ATTUALITÀ

In un anno tracciate in provincia


58 mila persone dal contact tracing
A un anno dall'attivazione del contact tracing, in Ulss Dolomiti sono state prese in carico oltre 58 mila persone.
Un numero enorme per una provincia con 200 mila abitanti. Il cuore dell'attività del contact tracing dell'Ulss
Dolomiti è il team della "stanza 6" come è stato soprannominato al Dipartimento di Prevenzione, che da un anno
è operativo 12 ore al giorno per prendere in carico i positivi, tracciarne scrupolosamente i contatti e attivare le
misure contumaciali, fare sorveglianza attiva e programmare i tamponi di uscita.
Ne parliamo con la referente del team, dottoressa Marica Battistin
1) Da quante persone è composto il team e come lavora?
Il Team Contact Tracing dell’Unità di Crisi del Dipartimento di Prevenzione è attualmente composto da 18
persone (16 Infermieri 1 oss ed 1 educatore professionale) più 2 amministrativi di supporto.
Lavoriamo ogni giorno, festivi compresi, dalle 8.00 alle 20.00. L’attivazione del nostro Team avviene dalla
comunicazione di positività del tampone refertato dal Laboratorio dell’Azienda o da Farmacie o Laboratori esterni.
Provvediamo alla ricerca del positivo, al contatto telefonico, all’organizzazione del periodo di isolamento e al
contact tracing. Il nostro team si occupa anche dei viaggiatori che attivano con comunicazione diretta il Team per
la presa in carico, l’esecuzione dei tamponi e l’attivazione della quarantena se dovuta.
2) Cosa significa contact tracing?
Letteralmente è il tracciamento dei contatti ovvero l’individuazione delle persone venute a contatto con una
persona positiva al Covid che potrebbero essere state contagiate e trasmettere, a loro volta, l’infezione ad altre
persone.
3) Perché è importante tracciare i contatti?
I Contatti di caso sono le persone che più possono aiutarci nella limitazione del dilagare dell’epidemia.
Il contatto che viene individuato e che mantiene l’isolamento, che attualmente dura 14 giorni, è la persona che ci
permette di fermare la catena di contagio
Se non messo in quarantena, il contatto è una persona che può positivizzarsi e diventare contagiosa per altre
persone e così via. E’ l’anello della catena da spezzare.
4) Come funziona la sorveglianza attiva?
I positivi e i contatti di caso vengono posti in isolamento domiciliare fiduciario i primi e in quarantena i secondi
attraverso un primo contatto telefonico da parte del Team, durante questa chiamata ci sinceriamo delle
condizioni di salute attivando tutto il percorso della persona, con tamponi di controllo ecc. Nei giorni seguenti (in
maniera proporzionale al tempo che rimane dal tracciamento dei nuovi positivi) chiamiamo le persone per
verificare la sintomatologie e il percorso fino alla fine dell’isolamento.
5) Come reagiscono le persone alle vostre chiamate? Ansie, paure, gratitudine?
Le reazioni sono le più disparate. Ognuno di noi ha diversi motivi di preoccupazione: in primis la salute e la salute
dei cari, soprattutto se fragili, l’ambito lavorativo, in particolare per chi ha partita iva, ecc… .
Noi entriamo nella vita delle persone e con una telefonata sconvolgiamo la routine quotidiana imponendo
isolamenti anche tra conviventi. Certo l’obiettivo è quello di far capire che i provvedimenti servono a tutelare la
salute dei propri cari ma si tratta di un vero e proprio tsunami che comporta le reazioni più diverse. Molte persone
sono già preparatissime e accolgono con gratitudine le nostre indicazioni, qualcuno ha dei forti dubbi e ci
permette di spiegare il motivo della prudenza che dobbiamo imporre, qualcuno inveisce e alza i toni.
L’esperienza in questi ultimi casi ci permette trovare un obiettivo comune che è sempre la tutela di tutti anche se
non è sempre facile!
6) Tante le storie ricostruite, c'è qualcosa che l'ha colpita di più?
Moltissime persone e moltissime storie mi hanno colpita in questo anno trascorso in STANZA 6, ricordo i nomi di
persone che hanno visto i loro cari partire da casa con l’ambulanza e non li hanno più rivisti, ricordo i casi di
persone che aspettavano l’esito del tampone per poter partecipare alle esequie dei propri cari. Ricordo persone
disperate per aver involontariamente contagiato famigliari ed amici. Ricordo persone che abbiamo tenuto in
isolamento per tanto tempo quando non avevamo la possibilità di interrompere la quarantena se non dopo 2
tamponi negativi. E ricordo anche persone centenarie guarite senza problemi e persone giovani passate per la
rianimazione. Ricordo ogni tipo di reazione alla notizia del tampone finalmente negativo. Urla, lacrime e
commozione di persone alla fine di un incubo!
7) Come vede lo sviluppo epidemico?
La cosiddetta variante inglese, che è largamente diffusa anche nel nostro territorio è molto più contagiosa della
variante protagonista delle due ondate precedenti. E’ quindi fondamentale essere tempestivi nei tracciamenti e
nell’individuazione dei nuovi positivi. Il focus in questo momento è sulle vaccinazioni che attendiamo tutti con
grande trepidazione, ma fintanto che non riusciremo ad essere tutti vaccinati abbiamo una grande arma che
serve alla protezione ed è accessibile a tutti. E’ il comportamento umano: è la scelta di tener duro ancora per
13 ATTUALITÀ

qualche mese, è la scelta di evitare assembramenti, di usare ancora le mascherine e di stare distanziati. Con
l’impegno di tutti ne usciremo. Più saremo prudenti più veloci saremo ad azzerare i casi in Provincia.
8) Dalla sua esperienza in questo anno di tracciamento, cosa si sente di dire ai cittadini per contenere
l'epidemia?
Innanzitutto mi sento di dire grazie di cuore a tutti quelli che continuano a usare i dispositivi, a stare distanziati a
usare tutte le precauzioni in ogni momento perché sono le persone che proteggono loro stesse e tutta la nostra
meravigliosa comunità. Chiedo l’aiuto alle persone che purtroppo riscontreremo positive al Covid: chiedo loro di
riferire tutti i contatti in modo da riuscire ad essere efficaci nel fermare la catena di contagio.
Credo che molti passi avanti si siano fatti in un anno. Abbiamo attualmente una capacità di eseguire tamponi,
anche a domicilio, di reperire dispositivi, di avere continuità assistenziale nel territorio e, non ultimo di avere
vaccinazioni efficaci. Un anno fa tutto ciò era impossibile. Abbiamo rivoluzionato le nostre vite e il nostro lavoro Il
Covid ha comportato una sospensione delle nostre vite dobbiamo cercare insieme di riappropriarci delle nostre
abitudini sociali e per farlo è necessario un comune grande sforzo.
Solo con l’aiuto di tutti ce la faremo. Belluno, 6 aprile 2021

Importanza dell'acqua nell'alimentazione,


come e quanto bere
L’acqua è il principale costituente del corpo umano ed è coinvolta in quasi tutte le sue
funzioni. L’organismo umano in condizioni normali regola le perdite idriche, dovute a
sudorazione, respirazione, escrezione, determinando la sensazione di sete; tuttavia alcuni
individui, soprattutto bambini e anziani, hanno una ridotta percezione della sete che può
portare a disidratazione con compromissione delle funzioni fisiche e cognitive. Si hanno
effetti sulla termoregolazione, crampi, astenia, irritabilità e incremento di rischio di molte patologie, in primo luogo
danni renali. Anche la vita lavorativa può portare a ignorare la sensazione di sete, fino a non percepirla più.
E’ importante quindi avere sempre a disposizione dell’acqua.
Il normale fabbisogno di acqua aggiunta è di almeno 1 litro /1 e mezzo al giorno, se abbinato ad una dieta sana
ricca di frutta e verdura, naturalmente buone fornitrici di liquidi oltre che di fibre. I liquidi insieme alle fibre,
contenute anche negli alimenti integrali, mantengono un buon funzionamento intestinale e sono il necessario
nutrimento per il microbiota (flora batterica), un vero e proprio organo che regola tutti gli altri distretti corporei. Il
fabbisogno aumenta all’aumentare dell’attività fisica, della temperatura esterna, in caso di febbre, vomito e
diarrea.
L’acqua inoltre apporta anche quantità apprezzabili di sali minerali, idrata la pelle, depura l’organismo dalle
scorie, soprattutto in caso di diete con eccesso di proteine.
I nostri acquedotti forniscono acqua di ottima qualità e palatabilità, quindi non è affatto necessario bere l’acqua in
bottiglia, cosa che porta dei benefici anche all’ambiente. E’ possibile inoltre addizionarla di bollicine coi gasatori
domestici.

Feltre: da lunedì 12 aprile, punto tamponi ad Anzù


Alla Marangoni eseguiti oltre 32.500 tamponi da ottobre ad oggi
Ultimo giorno di attività tamponi all’ex Marangoni di Feltre: da lunedì 12 aprile 2021 il punto tamponi di Feltre è
spostato ad ANZÙ – vicino al campo sportivo – Viale Santi Vittore e Corona,13 e sarà attivo dal lunedì al sabato
dalle 8.30 alle 12.30. Si ricorda che possono accedere ai drive-in tamponi:
 persone con prescrizione di tampone (antigenico rapido o molecolare) del Medico di Medicina
Generale o Pediatra di Libera Scelta – SENZA APPUNTAMENTO, esibendo all’ingresso impegnativa
cartacea o dematerializzata anche in formato elettronico
 i soggetti inviati dall’unità di Crisi del Dipartimento di Prevenzione – SU INDICAZIONE DEL
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
 soggetti in rientro dall’estero secondo normativa.
Dall’attivazione del punto tamponi all’ex Marangoni, 16 ottobre 2020, ad oggi, sono stati eseguiti in totale oltre
32.500 tamponi, di cui 17.600 tamponi antigenici e 14.900 molecolari. Nelle ultime settimane, in media, vengono
eseguiti circa 100 test antigenici e 80 molecolari al giorno.
Si coglie l’occasione per ringraziare il team interforze della Difesa, la Polizia Locale del Comune di Feltre, le
Volontarie della Croce Rossa Italiana, l’ANA di Feltre, i volontari che ogni mattina si sono occupati dell’apertura
dei cancelli, le Associazioni di Protezione Civile e di Volontariato, tra cui i Carabinieri in congedo, per il costante e
continuo supporto assicurato in questi mesi per il buon funzionamento del punto tamponi di Feltre.
All’ex Marangoni (località Peschiera) rimane attivo il punto per le vaccinazioni che sarà gestito in
collaborazione con il team della Difesa. Belluno, 10 aprile 2021
14 ATTUALITÀ

Seconde dosi:
In caso di smarrimento del promemoria
dell’appuntamento contattare il numero dedicato
Durante la somministrazione della prima dose di vaccino anti Covid, viene dato al cittadino l’appuntamento per la
seconda dose in un foglio.
Per coloro che hanno smarrito il promemoria dell’appuntamento per la somministrazione della seconda
dose di vaccino anti covid, è possibile contattare il numero
0437 184 99 00
dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.00 e il sabato dalle 8.30 alle 12.30
per conoscere la data programmata. Belluno, 5 aprile 2021

Dal Circolo Auser “al Caminetto”


Mano tesa per “Il Tornado”
(M.M.) Rendiamo pubblica la generosità del locale Circolo Auser “al Caminetto” che, saputo del particolare
momento di difficoltà della nostra pubblicazione, si è offerto di darci un concreto aiuto, elargendo un contributo
per affrontare al meglio il travagliato periodo che stiamo attraversando. Il Direttivo Auser, guidato dalla Presidente
Carla Elda Franzoia, ha deliberato una donazione, dimostrando sensibilità verso una realtà associativa come la
nostra che del volontariato si nutre, ostinandosi a resistere nel panorama della comunicazione locale grazie
all’apporto gratuito e disinteressato di tutte le persone del gruppo di redazione. Un volontariato che vogliamo
leggere come anello che, in qualche modo, ci accomuna al circolo Auser. Con il loro contributo abbiamo potuto
spedire un numero del giornale dando respiro alle nostre casse ed è stata una salutare boccata di ossigeno.
Grazie dunque al Circolo “al Caminetto”, spesso presente sulle nostre pagine con i resoconti delle loro tante
attività, proseguite negli ultimi tempi con modalità diverse dal solito, dettate dalla prudenza imposta dalla
pandemia, ma mai spente e di cui ospiteremo nei prossimi numeri cronache e resoconti.

ASTERISCO

La foto di copertina
(M.M.) Non è ancora finita, ma già possiamo
sperare di rialzare la testa e gettare lo sguardo
verso un orizzonte più aperto al futuro. Forse questo
sentimento ha guidato gli scatti di questa copertina,
dedicata a tre panorami orizzontali: il primo verso
Alano di Piave, il secondo dalla campagna di Quero,
il terzo guardando verso la sponda sinistra del
Piave, verso Segusino. Foto scattate con lo
smartphone, in giorni dal clima mite di metà Marzo,
primi di Aprile, nei brevi passi permessi dalla
congiuntura pandemica. La copertina era nata con
una diversa foto al centro, ma poi ho optato per una
sua ambientazione più strettamente locale,
riservando i panorami ad orizzonti che si possono
ammirare dai nostri paesi anche facendo una
semplice passeggiata. Giusto per soddisfare la
vostra curiosità vi mostro qui la prima versione della
copertina, studiata per il numero precedente e poi
sostituita dalle fioriture. Al centro avevo scelto una
bella vista del centro storico di Feltre, anch’esso
ripreso in una bella giornata di sole.
Alla fine hanno prevalso le viste di scorci della
nostra conca del Basso Feltrino, sperando che
possano suscitare anche il vostro apprezzamento.
15 ATTUALITÀ

In occasione della Giornata Nazionale per la Donazione e il Trapianto di Organo (11 Aprile 2021)
I dati di attività del Coordinamento
Trapianti dell’Ulss Dolomiti nel 2020
L’11 aprile è la Giornata Nazionale per la Donazione e il Trapianto d’Organo. Con
l’occasione, il Coordinamento Trapianti dell’Ulss Dolomiti fa il punto sull’attività del
2020 segnata dalla riduzione dei pazienti candidabili alla donazione per effetto della pandemia.
I prelievi multiorgano a cuore battente sono stati 2, eseguiti a Belluno, mentre i prelievi multitessuto su cadavere
sono stati 10 a Belluno e 1 a Feltre.
I prelievi di tessuti oculari sono stati 65 a Belluno, 24 a Feltre, 1 a Pieve e 1 a Agordo.
Per quel che riguarda le donazioni di tessuti da viventi, da segnalare le 12 donazioni di tessuto osteotendineo ad
Agordo (che si aggiungono alle 3 di Belluno e alle 7 di Feltre). Infine, le donazioni di membrana amniotica sono
state 15.
L'attività del coordinamento Trapianti si completa anche attraverso la promozione di interventi nelle scuole
superiori ed in particolare nelle classi quinte del liceo Dal Piaz a Feltre e del Renier a Belluno e la collaborazione
con l’AIDO di Belluno per la formazione dei volontari e gli interventi informativi presso la cittadinanza.
«La donazione è un gesto di grande generosità che diventa opportunità per molte persone che possono
continuare a vivere (ritornare ad una normale vita di relazioni nel caso di trapianto di organi, tornare a vedere con
il trapianto di cornea). Il trapianto è una cura efficace, a volte insostituibile», ricorda il Coordinamento Trapianti
dell’Ulss Dolomiti, «è possibile esprimersi anticipatamente sulla volontà di donare organi e tessuti dopo la morte
attraverso vari canali: Aido, Ulss (Urp o Coordinamento donazioni e Trapianti), oppure, da alcuni anni, in
Comune al rinnovo della carta di identità. E' importante chiarire che è una facoltà e non un obbligo. Ogni
decisione può essere aggiornata con una nuova dichiarazione, anche come atto olografo. Per scegliere di donare
è importante informarsi bene, su fonti sicure, per ottenere una informazione veritiera sul mondo dei trapianti o
sulle modalità; si rimanda quindi al sito del CNT (centro nazionale trapianti) o al canale YouTube Trapianti.net che
in modo trasparente, semplice e completo fornisce ogni informazione sui vari argomenti relativi al delicato mondo
dei trapianti. Anche il sito di AIDO è una fonte affidabile e semplice».
«Ogni persona che opera in questo settore porta dentro di sé un profondo riconoscimento per le persone che
permettono la realizzazione del percorso donazione-trapianto: i donatori. Senza donazione non c'è trapianto.
L'operatore che per primo avvicina la famiglia di un potenziale donatore lo fa mettendo al primo posto il rispetto
per la volontà espressa in vita o testimoniata dalla famiglia», conclude il Coordinamento Trapianti che è sempre
disponibili per le rispondere alle richieste dei cittadini. Belluno, 10 aprile 2021.
16 ATTUALITÀ

Giornata Mondiale della Salute


da: http://www.aulss1.veneto.it/giornata-mondiale-della-salute/
Istituita nel secondo dopoguerra, questa giornata mondiale dedicata alla Salute nelle sue diverse tematiche si ce-
lebra ogni anno il 7 aprile, per ricordare la fondazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), avvenu-
ta il 7 aprile 1948. In effetti, agli albori dell’epoca contemporanea, dunque fino alla fine del 1800, la speranza di
vita alla nascita si stima che fosse intorno ai 35 anni in tutto il mondo occidentale. Solo tra la fine dell’’800 e
l’inizio del ‘900 la vita media degli uomini e delle donne occidentali (e, parallelamente, di tutto il mondo) ha inizia-
to ad allungarsi esponenzialmente e la tendenza continua tuttora.
Se, certamente, le vaccinazioni, il welfare e l’aumentato benessere socioeconomico sono stati i motori principali
di questa spinta alla longevità, cosa può fare quotidianamente oggi il cittadino per mantenersi in salute, ag-
giungendo così non solo anni alla sua vita, ma anche vita ai suoi anni?
Secondo l’Istat, nel 2018 in Italia le malattie cardiovascolari sono state la prima causa di morte, seguite a breve
distanza dai tumori (insieme queste due cause coprivano circa i due terzi dei decessi!), mentre la terza causa re-
gistrata sono state le malattie del sistema respiratorio.
Ecco allora alcune semplici buone pratiche quotidiane per mantenersi sani “fin da sani”:
Scegliere un’alimentazione sana:
 variando sempre fra gli alimenti e consumando pasti a base di ortaggi, legumi, cereali e frutta ed evitando
i condimenti ricchi di grassi.
 In particolare, gli acidi grassi saturi (contenuti soprattutto nei prodotti caseari), responsabili
dell’innalzamento dei livelli di colesterolo nel sangue, non dovrebbero superare il 10% dell’apporto calori-
co quotidiano; i grassi monoinsaturi (olio d’oliva) invece possono arrivare al 20% dell’apporto calorico e
quelli polinsaturi (olio di semi e grassi del pesce) al 7%.
 Anche gli zuccheri vanno assunti con moderazione (10-15% dell’apporto calorico quotidiano).
 Il sale assunto con la dieta può arrivare ad eccedere di 10 volte il fabbisogno dell’organismo, favorendo
l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa (prima causa di malattie cerebrovascolari): è bene dunque limitar-
ne l’uso, preferendo il sale iodato e riducendo il consumo di insaporitori e cibi impacchettati salati.
 Non vi è cellula del nostro corpo che non abbia bisogno di acqua per il suo buon funzionamento: bere
frequentemente e lentamente fino a 2 litri d’acqua al giorno favorisce l’eliminazione delle scorie del meta-
bolismo, conserva lubrificate le articolazioni e mantiene nei limiti di norma la temperatura corporea. Vice-
versa le bevande alcoliche non apportano benefici, ma sono fattori di rischio per condizioni precancerose
e cancerose del fegato e del tratto digerente, danneggiano le cellule del sistema nervoso fino alla de-
menza, aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e di incidenti, in particolare alla guida: è importan-
te che l’assunzione quotidiana non superi le 2-3 unità alcoliche (pari a un calice di vino, una lattina da 330
ml di birra o un bicchierino di superalcolico) negli uomini e 1-2 unità nelle donne.
Smettere di fumare: il fumo non si associa solo al tumore al polmone, ma anche a diversi altri tumori (di vie uri-
narie ed alte vie aeree, solo per citarne alcuni) ed è causa di broncopneumopatie croniche e di ipertensione arte-
riosa, da cui infarto del miocardio ed ictus cerebrale.
Dedicare ogni giorno del tempo all’attività fisica: «Ogni movimento conta», ed ancora «Essere fisicamente at-
tivi è essenziale per cuore, mente e corpo, a ogni età e con ogni abilità» sono i principi su cui si fondano le “Linee
guida 2020 su attività fisica e comportamento sedentario” dell’OMS. Spezzare le ore di sedentarietà con la corsa,
una passeggiata o anche semplici attività domestiche che richiedano il movimento è terapeutico ad ogni età per
prevenire l’obesità, dunque il diabete, le malattie cardiovascolari, ma anche i tumori, l’osteoporosi e l’artrosi.
Fonti:
 http://dati.istat.it/ per la tabella sulle cause di morte in Italia nel 2018.
 “Linee guida 2020 su attività fisica e comportamento sedentario”, OMS [disponibili al sito:
https://www.who.int/publications/i/item/9789240015128 ].
 “Linee guida per una sana alimentazione italiana”, Ministero delle politiche agricole e forestali, Istituto Nazionale
per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione [disponibili al sito:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_652_allegato.pdf ].
 James C. Riley (2005) – Estimates of Regional and Global Life Expectancy, 1800–2001. Issue Population and
Development Review. Population and Development Review. Volume 31, Issue 3, pages 537–543, September
2005., Zijdeman, Richard; Ribeira da Silva, Filipa, 2015, “Life Expectancy at Birth (Total)”,
http://hdl.handle.net/10622/LKYT53, IISH Dataverse, V1, and UN Population Division (2019) per il grafico sulla
speranza di vita alla nascita nei decenni a livello globale [disponibile al sito
https://datasets.socialhistory.org/dataset.xhtml?persistentId=hdl:10622/LKYT53,
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1728-4457.2005.00083.x/epdf,
https://population.un.org/wpp/Download/Standard/Population/ ].
Ultima modifica: 7 Aprile 2021
17 CRONACA

Ricordando Renato Bernardi


di Tristano Dal Canton
Sabato 10 aprile è stato celebrato, in chiesa della Pieve a Castelfranco Veneto, il funerale di Renato Bernardi,
persona conosciuta da tutti a Quero Vas. Nato a Castelfranco Veneto nel 1946, dopo aver sposato Mirella nel
1969, si trasferisce nei pressi di Roma per lavoro dove vi rimane 10 anni e dove nascerà il figlio Fabrizio.
Nel 1979 torna in Veneto e si stabilisce
a Quero, paese natale di Mirella. Da al-
lora è rimasto molto legato al paese
che lo considerava come il suo paese.
Inizia la sua attività commerciale per
cui molti lo ricordano: Comafer. Negli
anni partecipò attivamente alla vita so-
ciale del paese, soprattutto nella Pro
Loco, sin dai primissimi anni della Sa-
gra dei S’cios. Negli anni ’80 era lo
speaker della Sagra e per alcuni anni
fu il presidente della Pro Loco. Negli
anni ’90 inventò e promosse la festa
“Querinpiaza”, dedicata all’artigianato e
promozione locale. Ricco di idee e
sempre gioviale e disponibile, amava la
compagnia, cantare e scherzare. Un
asteroide (78534) Renmir, è stato de-
dicato a lui e alla moglie dal figlio Fa-
brizio, astronomo di professione. Gli
piaceva viaggiare e soprattutto orga-
nizzare viaggi a cui si è dedicato per alcuni anni. La foto, di qualche anno fa, lo ritrae con la moglie Mirella e
l’adorata nipotina Lea, scattata alle isole Hawaii, dove Fabrizio ha vissuto e lavorato per alcuni anni.

Sezione Madonna del Piave - Marziai Caorera Vas


In ricordo di Rina Dal Piva e Vittorio Tieppo
Vogliamo ricordarli così!
Nel mese di febbraio sono venuti a mancare Rina Dal Piva di 77 anni e Vittorio Tieppo di 81 anni, due colonne
della nostra Sezione che nel lontano 1974 hanno contribuito a fondare e a far crescere. Entrambi premiati con il
distintivo, hanno sempre partecipato con gioia alle manifestazioni ed agli eventi, rappresentando orgogliosi la no-
stra Sezione e felici che la grande famiglia dei donatori continuasse a crescere negli anni, anche grazie ai loro fi-
gli, anch'essi donatori e donatrici; molti ricorderanno Vittorio perché era sempre disponibile a portare il gagliardet-
to e perché fin dall’inizio ha sempre fatto parte dei Consigli che si sono alternati, coinvolgendo la figlia Paola oggi
membro del consiglio in ca-
rica.
Avremmo voluto dare ad
entrambi l'ultimo saluto ac-
compagnandoli con i labari
delle varie Sezioni dell'As-
sociazione Feltrina, ma pur-
troppo non è stato possibile
e di questo siamo molto di-
spiaciuti.
Ai famigliari giungano le più
sentite condoglianze di tutti
i donatori della Sezione
Madonna del Piave di Mar-
ziai Caorera Vas.
Con riconoscenza, Annita.
In foto: Rina e Vittorio premiati nel 2001
18 CRONACA

Dopo 40 anni in Procura


Katia Romanzini va in pensione
di Alessandro Bagatella
Dopo tanti anni di lavoro alla Procura di Repubblica di Belluno, Katia Ro-
manzini è andata in pensione. Katia è stata un’amica del Gruppo “Amici
del Tomatico e del Grappa” ed ha partecipato ai vari programmi delle
escursioni, facili e non, ed alle cene programmate a fine anno ed anche al-
le gite che venivano svolte, assieme alla giovane figlia Serena, ora mam-
ma. Dopo la chiusura del Gruppo, Katia ha sempre mantenuto una vera

amicizia con il responsabile e vari


amici sinceri. Come responsabile
ancora del Gruppo, mi sento in do-
vere di congratularmi con Katia e di
augurarle tanti anni felici di meritata
pensione, anche a nome degli amici
sinceri che Lei ha sempre apprezza-
to. In foto: ritaglio della stampa con
la notizia del suo pensionamento e in una cena del Gruppo escursionisti, impegnata a far parlare il pappagallo.

50° di sacerdozio di P. Luigi Bassetto


di Alessandro Bagatella
Al Castello di Quero nei giorni scorsi si è festeggiato il bel traguardo di vita sacerdotale di Padre Luigi Bassetto.
Una vita dedicata al suo ministero nelle comunità somasche. Mi unisco anch’io con le mie congratulazioni per il
traguardo raggiunto, augurando a Padre Luigi di continuare con lo spirito di Fede di San Girolamo Emiliani.

BOCCE

Bocce: a Maggio si riparte!


di Andrea Tolaini
Rispettando scrupolosamente il protocollo FIB/CONI anti Covid19,
dal mese di Maggio partirà ufficialmente la stagione sportiva per
l’ASD Ponte Tegorzo con la partecipazione al campionato di 3a
Categoria.
Sarà una stagione certamente diversa, ma con lo spirito di ritrovarsi
e stare insieme all'aperto per godersi qualche momento di sana atti-
vità fisica.
Questa la rosa che difenderà i colori dell’ASD Ponte Tegorzo:
Sisto Bacchetti, Antonio Bronca, Fortunato Cadorin, Franco France-
schin, Armando Gerlin, Renzo Gerlin, Giorgio Licini, Angelo Zardin,
Luigi Recchia, Giuseppe Rech, Ruggero Sbizzera, Domenico
Schievenin, Vittore Schievenin e Andrea Tolaini
19 CRONACA

Mimosa gigante
a Quero
di Alessandro Bagatella
I nostri abbonati Celeste Roman e Teresa nei giorni scorsi
mi hanno invitato ad andare a casa loro per fotografare
questa bellissima pianta di mimosa. Peccato che mi
abbiano avvertito un po’ tardi e la pianta, come si vede in
foto, sia un po’ sfiorita. Un complimento va lo stesso fatto a
Celeste e Teresa per la cura dedicata alle piante, sia da
giardino che da frutto, incuranti del peso degli anni
determinato dalla loro non più giovane età.
Originarie del continente australiano, le mimose sono
arrivate in Europa nell'Ottocento (nella stessa epoca
dell'Eucalyptus). Le specie più conosciute sono la
(Acacia Dealbata) e la mimosa delle 4 stagioni (Mimosa
retinoides). Formano grandi arbusti o piccoli alberi in piena
terra e clima mite. Pianta sempreverde con foglie grigio-
verdi composte per l'acacia dealbata e intere (si parla di
fillodi) per la mimosa delle 4 stagioni. Di crescita veloce
(dai 50 cm a 1 m per anno), le piante di mimosa richiedono
un'esposizione al sole diretto e un terreno da neutro a
leggermente acido, benché la mimosa delle 4 stagioni
prediliga i terreni calcarei (si usa come portinnesto per
l'acacia dealbata, affinché possa adattarsi ad ogni tipo di
terreno). I fiori gialli molto profumati sbocciano entro
dicembre e marzo per l'acacia dealbata e si ripete tutto
l'anno per la mimosa delle 4 stagioni, con un periodo più
denso da maggio a settembre.

Inter Club Fener


Campagna tesseramento da record!
di Andrea Tolaini
Si è chiusa la campagna tesseramento dell'Inter Club
Fener registrando 339 soci.
Un risultato davvero importante visto il momento che
stiamo attraversando.
Il club ringrazia tutti i propri sostenitori per la fiducia.
I numeri del Club
2° posto del Veneto e Triveneto
11° posto in Italia
15° posto al mondo
Per i prossimi appuntamenti seguiteci sul nostro sito
internet www.interclubfener.it
20 COME ERAVAMO

Accadde nel 2001


a cura di Sandro Curto
INAUGURATO A CAMPO IL MUSEO STORICO Grande folla a Campo, sabato 5 maggio 2001, per la cerimonia
di inaugurazione del Museo Civico Storico Territoriale nei locali delle ex scuole elementari della frazione. A far da
padrone di casa il sindaco di Alano Luigi Codemo che, nel suo intervento, dopo aver fatto una breve cronistoria
del museo nato per iniziativa del maestro Cristiano Codemo agli inizi degli anni Ottanta, ha sottolineato
l’importanza culturale dell’opera. Fra i presenti il presidente della Provincia di Belluno Oscar De Bona, quello
della Comunità Montana Feltrina Loris Scopel, lo storico Marco Rech e il professor Paolillo, autore e coordinatore
del progetto finanziato per il 70% con fondi della Comunità Europea Leader II. Un elogio particolare è andato a
Sergio Errandi e Luciano Mondin che hanno provveduto, con l’aiuto saltuario di altri volontari, a recuperare,
ripulire, sistemare e allestire nelle vetrine espositive e nelle bacheche tutto il materiale.

CRONACA

Linea Ferroviaria Quero Vas Feltre


Proseguono
senza sosta
i lavori
di Alessandro Bagatella
Come possiamo vedere nella foto scat-
tata dal sottoscritto prima delle festività
pasquali, proseguono molto alacre-
mente i lavori per l’elettrificazione della
linea ferroviaria.
I lavori di questa foto interessano il
tratto nei pressi dell’abitato di Sanzan.
Sono stati interessati dal cantiere:
scogliere, muri di protezione e molte
altre opere.

COME ERAVAMO

Umberto Tozzi
con Luigino e Salvatore
(S.C.) Dopo le immagini con Romina e Angelo Branduardi, dall’archivio
dell’alanese Luigino Rizzotto detto “Gino” spunta un’altra foto scattata nel
1984 al ristorante di Hagen in Germania dove lavorava. Con lui il popolare
cantautore Umberto Tozzi, classe 1952, che ha venduto in carriera oltre ot-
tanta milioni di dischi con successi come “Gloria”, “Tu”, “Ti amo”, “Gente di
mare” e “Io camminerò”. A destra di Tozzi, Luigino e i fratelli Salvatore e
Pasquale Bongiovanni. Salvatore arriverà poi ad Alano dove per oltre
vent’anni è stato apprezzato cuoco al ristorante “Al Molin” in piazza Martiri.
21 CRONACA

In ricordo di Rosanna Benvenuti


di Alessandro Bagatella
“Il signore la prese per mano e le disse: si fa sera, passiamo all’altra sponda”.
La penultima maestrina di Santa Maria, Rosanna
Benvenuti, di Partino, frazione del Comune di Pa-
laia, in provincia di Pisa, ha risposto alla chiamata
ed è passata all’altra sponda. Per tanti anni ha in-
segnato amorevolmente nella scuola di Santa Ma-
ria di Quero, seguendo cinque classi di alunni.
Un’impresa non facile, anche perché aveva alunni
certamente non cattivi, ma vivaci sì, da riprendere
sempre con le buone maniere. Qualche anno fa,
nel 2017, due dei suoi ex alunni le hanno fatto visi-
ta, pranzando con lei e trascorrendo qualche mo-
mento ricco di ricordi (si veda “Il Tornado” nr. 691).
Per Rosanna fu una gioia indescri-
vibile rivedere i suoi alunni e il suo
pensiero andò a tutti gli altri che
non erano presenti. Il ricordo di
Santa Maria l’ha accompagnata al-
la sua dimora.
Ciao Rosanna Benvenuti, grazie
per tutto quello che hai fatto e arri-
vederci.

In foto, già pubblicata nel citato nr.


691 di questa rivista: gruppo della
scolaresca degli anni 1960/61.

In alto, da sinistra: Elda Bagatella,


Claudia Pocchetto, Paola An-
dreazza, la maestra Rosanna
Benvenuti, Natalino Dal Monego,
Rino Bagatella, Benvenuto (Gigi)
Andreazza, Renzo Pillon, Milena
Andreazza, Sonia Andreazza, Ni-
ves Andreazza, Luigino Andreaz-
za, Ferdinando Bagatella, Vincen-
zo Andreazza.

Sotto, seduti, da sinistra: Ivana


Andreazza, Rosalba Andreazza,
Giovannina Andreazza, Elda
Schievenin, Pietro Bagatella, Attilio
Pillon, Nino Schievenin.

La morte
di Pasqualina Dalla Favera
(S.C.) Un’altra nostra affezionata abbonata è deceduta nelle scorse settimane. Si tratta
di Pasqualina Dalla Favera, vedova di Armando Dal Bon di Colmirano, classe 1932.

Ai figli Bortolo e Marcello e alle nipoti Giulia a Lisa le condoglianze della Redazione.
22

Un fiore delle Alpi


di Loris Curto
“A moderata corsa avevano due cavalieri oltrepassato il castello di Cornuda e seguitavano la via, che per
la stretta del Piave presso Quero, conduce nel Feltrino”.
Così inizia il romanzo “Un fiore delle Alpi”, opera dell’abate Vincenzo Morgantini (1840
– 1916), uscito fra il 1881 ed il 1882. La trama è apertamente ricalcata su quella dei
Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Al posto di Renzo e Lucia qui troviamo Marghe-
rita e Gino. Come Don Rodrigo fa rapire Lucia, così il conte Paolo Onigo fa rapire Mar-
gherita. In modo simile ai Promessi Sposi, anche il romanzo termina con il matrimonio
fra i due innamorati. Il fiore delle Alpi è, appunto, Margherita:
“La graziosa fanciulla rassomigliava ad un modesto e solitario fiore delle Alpi, il quale
cresce e si apre al sorriso del cielo ed al balsamo delle celeste rugiade senza curarsi se
venga o non vagheggiato da sguardi profani e curiosi”.
Tuttavia l’opera non si esaurisce
qui, anzi lo scopo primario del ro-
manzo è di riportare alla memoria
dei contemporanei importanti avve-
nimenti storici svoltisi nella Marca Trevigiana e nelle località
limitrofe che altrimenti rimarrebbero sepolti nelle polverose
carte degli archivi, come spiega il Morgantini stesso nella
sua prefazione: “Avrò raggiunto io lo scopo?” si chiede
“Quello che posso dire si è che conservai sempre scrupolo-
samente la verità storica, ad essa molte volte sacrificando le
qualità secondarie richieste in un racconto”.
La descrizione degli avvenimenti svoltisi fra Venezia, Trevi-
so e Feltre nel fra il 1510 ed il 1511, all’epoca della guerra
delle lega di Cambrai contro la Repubblica Veneta, le vicis-
situdini di Gerolamo Miani fondatore dei Padri Somaschi, la
narrazione della tragica vicenda di Rizzardo e Rosa da Vidor accaduta nel 1328, la storia dei conti di Collalto, le
pagine dedicate al saccheggio ed all’incendio di Feltre ed all’assedio ed alla distruzione del castello di Montebel-
luna, rendono il romanzo godibile ancor oggi.
Gerolamo Miani o Emiliani (1486 – 1537), era provveditore del Castello di Quero quando questi fu assalito dalle
truppe del generale La Palisse. Il 27 agosto 1511, di fronte alle soverchianti forze nemiche, Gerolamo Miani do-
vette arrendersi e fu rinchiuso nei sotterranei della fortezza. Di forte impatto emotivo la scena che segue alla re-
sa, quando viene dato l’ordine di incarcerarlo:
“Dopo un breve silenzio, il La Palisse si scosse e voltosi a’ suoi soldati gridò: - Sia caricato di catene e
tratto nella secreta, e gettate le chiavi nel Piave; poi appiccate il fuoco ai quattro angoli della fortezza: si
vedrà come il La Palisse, sa vendicarsi de’ suoi nemici”.
Il Miani rimase prigioniero fino al 27 settembre, quando riuscì a fuggi-
re in circostanze mai chiarite. Gerolamo Miani attribuì la sua libera-
zione alla Madonna. Dopo una fortunosa traversata delle linee nemi-
che, il Miani depose i ceppi e le catene che lo avevano tenuto avvinto
nel santuario della Madonna Grande a Treviso. Al termine della
guerra Gerolamo Miani fu riconfermato provveditore del castello di
Quero dove rimase fino al 1527. In seguito si dedicherà ad opere di
carità, fino a fondare un ordine religioso (pur mantenendo lo stato lai-
cale), i Chierici Regolari di Somasca o Padri Somaschi. Fu santifica-
to nel 1767 e nel 1928 Papa Pio XI lo proclamò Patrono universale
degli orfani e della gioventù abbandonata. Apprendiamo da una
nota del Morgantini che intorno al 1880 il Castello di Quero apparte-
neva alla famiglia Gobbato di Volpago che riuscì ad impedire che
l’edificio fosse abbattuto per far passare la ferrovia; attualmente il castello è di proprietà dei Padri Somaschi.
Alcuni eventi del romanzo si svolgono nel santuario di San Vittore e Corona, sul Monte Miesna nei pressi di
Feltre. Questo offre l’occasione al Morgantini per fornire alcune notizie anche sulla storia del Santuario:
“Il santuario, che conta ormai quasi due secoli e mezzo, venne eretto dal patrizio feltrino Giovanni da Vi-
dore, il quale… volle così mostrare al soldato Vittore la sua riconoscenza per averne ottenuta la protezio-
ne nell’infuriare della pugna sotto le mura di Gerusalemme… Voi dovere sapere che tanti illustri perso-
naggi visitarono questo tempio… non posso tralasciare di ricordare l’imperatore Federico III che ascese
al Miesna con un pomposo seguito di cavalieri; Carlo IV che ci venne coll’augusta consorte… poi vi fu Si-
gismondo d’Austria…”.
23 CENNI STORICI

Nel 1510, nel corso della guerra, le truppe imperiali appiccarono il fuoco alla città di Feltre. Dopo la guerra si sta-
bilì che gli edifici fossero ricostruiti in pietra per evitare nuovi incendi, ed è questo l’aspetto che Feltre ci offre og-
gi. Nel romanzo viene descritto il saccheggio di Feltre:
“Il nemico si versò nell’atterrita città come una gonfia fiumana: furono arse case, abbattute e scassinate
porte, atterrate torri, vituperate, insultate pubblicamente e barbaramente povere donne innocenti che
avevano la sola colpa di essere avvenenti d’aspetto; saccheggiate e profanate in mille modi le chiese e le
cappelle dei santi, commessa dappertutto ogni nefandezza; maltrattati, pesti sotto le ferrate unghie dei
destrieri, uccisi fanciulli, vecchi; ed io, io stesso vidi con questi miei occhi un tedesco scannare una giovi-
ne sposa sulla porta della sua abitazione, perché chiedeva pietà per un misero vecchio dalla candida ca-
pigliatura, il quale veniva da alcuni barbari soldati spinto a terra e battuto coi calci”.
Più oltre c’è la descrizione del castello di Montebelluna ripresa dall’Historia Trivigiana di Giovanni Bonifacio:
“La Rocca s'innalzava nel mezzo del Castello di Montebelluna grande e popolato assai; indi, poco disco-
sto, erano due Gironi, l'un detto della Cisterna, e l'altro del Capitano; perché quello ad una bella cisterna
era vicino, e in quest'altro il capitano del luogo dimorava… e avea questo Castello tre porte: l'una dalla
Chiesa a questo Santo consacrata, di S. Cristoforo si chiamava; l'altra era detta di sotto dal Girone; e la
terza Bagnalasino”. Il castello sarà espugnato dalle truppe nemiche e dato alle fiamme. “Pochi istanti
dopo che il nemico si era impossessato della fortezza, dense nuvole di fumo miste al crepitare delle
fiamme, che s’alzavano al cielo, manifestavano come i barbari avevano appiccato fuoco per ogni dove,
affine di compiere la loro vendetta per la risoluta resistenza incontrata… La notte frattanto, orribile notte,
involgeva nelle sue ombre il ruinato castello ed il cielo nuvoloso e privo affatto di stelle sembrava sde-
gnasse di mirar tanto orrore”. Nella chiesa di San Cristoforo la soldataglia si abbandona alla baldoria: “…
una trentina di soldati tedeschi misti a qualcheduno della nostra guarnigione, ed a dieci o dodici baldrac-
che, le quali non mancano mai in queste occasioni, menavano colà dentro una festa saturnale, avendo
mutata la chiesa in un infame e sozzo postribolo”.
La narrazione prosegue narrando ulteriori eventi bellici, fino all’assedio di Treviso che il nemico non riesce ad
espugnare anche per la fortificazione delle mura operata in precedenza da Fra’ Giocondo. E’ quello l’inizio della
riscossa per la Repubblica Veneta: “Pochi giorni di poi aveva il nemico abbandonato il Tagliamento, il Piave ed il
Sile, e per il Padovano e Vicentino si era ritirato in Verona…”.
Nelle ultime pagine del romanzo viene narrata la triste fine dei due sgherri del conte Paolo Onigo, rapitori di Mar-
gherita. Orsaccio fu trovato morto con la testa spaccata in un fosso presso Cornuda, mentre il Moro fu ucciso nel
corso di una rissa in un’osteria.
“Un fiore delle Alpi”, sottotitolato Racconto storico del XVI secolo, uscì dapprima a puntate nel giornale Il Sile fra
il 1881 ed il 1882. Nel corso dello stesso 1882 venne pubblicato in volume. Una seconda edizione uscì nel 1935.
Nel 2005 Danilo Zanetti Editore ha ripubblicato in anastatica l’edizione del 1882 con un’ampia introduzione di
Gian Domenico Mazzocato.

L’Inter Club Fener su Canale 5


a cura di Silvio Forcellini
Si è parlato dell’Inter Club “Massimo Moratti” di Fener a Canale 5.
Il suo vicepresidente Francesco Talania, originario di Tisoi ma residente
a San Gregorio delle Alpi, è stato infatti tra i protagonisti della puntata -
andata in onda mercoledì 7 aprile - della trasmissione “Avanti un altro”
condotta da Paolo Bonolis e Luca Laurenti.
Tra una battuta e l’altra, Francesco non si è fatto sfuggire l’occasione di
consegnare a Bonolis, di nota fede nerazzurra, la maglietta dell’Inter
Club Fener.
Nelle foto: alcuni momenti della trasmissione, per la gioia dei numero-
sissimi soci del club presieduto da Andrea Tolaini.
24 CRONACA

Ricordando
Padre
Parisio
di Alessandro Bagatella
Nei giorni scorsi mi è stata
recapitata la rivista trimestrale
dei Padri Somaschi: Vita
Somasca, ed ho appreso la
notizia della scomparsa di Padre
Parisio Girotto, superiore al
Castello di Quero negli anni ’90
e prima nella casa di Feltre.
Quando c’era bisogno veniva a
Santa Maria a celebrare la
S.Messa e qualche volta anche
a Quero, in supplenza a don
Pasquale.
Le parole che hanno scritto nella
rivista riassumono bene tutta la
sua figura; con la sua umiltà si
era fatto amico di molti.
Il Signore lo premi per il bene
che ha fatto non solo a Santa
Maria, ma nelle parrocchie dove
ha compiuto il suo ministero.

In memoria di Assunta Bagatella


ved. Fioravanti
di Alessandro Bagatella
Dopo una vita dedicata alla famiglia, assistita dalla figlia Mariangela, Assunta
ha lasciato la vita terrena per raggiungere tutti i suoi cari. La sua vita è stata
lunga, 97 anni, ma con tante problematiche. Quando la salute e gli anni glielo
permettevano, tutti i giorni si recava presso la casa paterna per dar da
mangiare ai suoi animali. Purtroppo poi le sue condizioni di salute ed il peso
degli anni che avanzavano non le hanno permesso più di svolgere questo
compito ed è stata assistita amorevolmente dalla figlia Mariangela e dalle
nipoti, fino al giorno del trapasso dalla vita terrena a quella eterna. Riposa in
pase Assunta e dona a tua figlia Mariangela, alle nipoti e a tutti i tuoi cari una
serena rassegnazione.

POESIA

Il fratello Angelo
di Maria Biz
Silente giorno / nel luogo santo, / caro fratello Angelo, non mi sei
più accanto. / Sono 46 anni / che dimori / nell’eterna gloria, /
eternamente sei / nella mia memoria. Nell’aria si respira / un pro-
fumo d’incenso, / con cuore addolorato / ogni giorno ti penso. /
Lassù nel cielo / con mamma, papà e sorellina, / una preghiera vi
invio / ogni mattina. Verrà un giorno / non molto lontano / che
mamma celeste / mi tenderà la mano / per portarmi al figlio Gesù
/ nella gloria in paradiso / lassù.
Nelle foto, da sinistra, Angelo Biz (1934-1975), Caterina Vettoretto ved.Biz (1913-2008) e Giacomo Biz (1910-
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