N.108
Semestrale di cultura, politica, economia, edito dal Centro Studi e Iniziative
"Valados Usitanos"
COMITATO DI REDAZIONE
Giuliana Armand
Piero Barale
Ivo Beolè
Silvana Cortona
Marziano Di Maio
Massimo Garavelli
Gianpaolo Giordana
Fausto Giuliano
Stampato da:
Tipografia Baima & Ronchetti, Castellamonte, Torino
- Editoriale.......................................................................................p. 2
1
EDITORIALE
“Ni•a si ploura”
Dopo Charlie Hebdo, Bataclan, Bruxelles, quello del 14 luglio 2016 a Nizza €
il primo attacco terroristico ‘islamico’ a colpire una cittƒ occitana in questi
due anni (ma giƒ nel marzo 2012 era stata colpita Tolosa). I blog dei periodici
occitanisti francesi ne hanno parlato: la citazione nel titolo proviene dal sito di
Aquƒ d’aqu…. Dopo gli attacchi di Berlino e di Istanbul bisognerebbe dire:
L’Europo si ploura.
2
RICORDANDO
COUSTAN REY
L’or de Brindouira
3
Gianpaolo Giordana
Musc€re/Moschieres
Appunti per una ricerca
4
della Margherita e alle scoperte che ogni volta le accompagnavano, ‚
altrettanto vero che ho la possibilit€ di attingere a piene mani ad un
lavoro incompleto e tuttora inedito, che se non rammento male dovrebbe
risalire alla prima met€ degli anni ’80.
Promosso e in gran parte realizzato da Antonio Bianco (originario di
S€les/Celle Macra), questo lavoro aveva preso avvio e si era sviluppato
in occasione di due Fiere degli acciugai (2) ma non giunse mai alla fine
malgrado il grande impegno del suo promotore (3).
Scopo dichiarato dell’iniziativa di Bianco era ‘fotografare’ la situazione
demografica e socio-economica dei paesi di provenienza degli acciugai
della Valle Maira cos† come era nell’immediato secondo dopoguerra,
quando lo spopolamento ed il progressivo abbandono non avevano
ancora prodotto i danni irreversibili oggi evidenti e certe conquiste
“minime” del progresso (la luce e l’acqua corrente nelle case, gli
impianti igenico-sanitari ed una rete stradale decente), che altrove eran
quasi ovunque realizzate o in divenire, stentavano ancora molto a farsi
strada.Un lavoro di ricerca dunque e una indagine volta a disegnare, da
diversi punti di vista la memoria di un passato neppure troppo remoto,
ma anche un modo per cercar di confrontare quel passato con un
presente drammaticamente mutato.
6
Vallone Diano.
All’estremitƒ est, la localitƒ S•me/Cime di cui si parla nell’articolo.
(Da una carta geologica del Comune di Dronero dell’ottobre 2009).
7
Vallone Ghio. All’estremitƒ ovest, l’abitato di Moschieres.
8
La frazione era ed ‚ suddivisa in 23 borgate che oggi, ad eccezione di
due o tre, son totalmente disabitate e alcune sono attualmente ridotte ad
un cumulo di rovine.
Nel tempo andato la situazione era profondamente differente: ancor
pochi decenni fa le case (tranne quelle crollate a causa di eventi bellici)
erano prevalentemente in piedi, poich‹ continuavano a fruire di un
minimo di utilizzo temporaneo e di conseguenza di un po’ di
manutenzione.
Rispetto all’antropizzazione l’indagine di Tonino Bianco ci dice ad
esempio che se la situazione demografica degli anni 1945-46 non
corrispondeva pi‡ a quella del periodo di massimo popolamento (ultimi
decenni del 1800), essa non era tuttavia nemmeno lontanamente
paragonabile a quella, assolutamente disastrosa, che sarebbe venuta
determinandosi di li a pochi anni.
L’ultima guerra aveva certamente causato dei vuoti evidenti e si era
lasciata alle spalle drammatiche rovine, ma negli anni iniziali del
conflitto era riuscita a riportar a casa non poche famiglie native del
vallone, in fuga dalle cittƒ bombardate e dai tanti pericoli correlati agli
eventi bellici.
Nei 23 villaggi della frazione (5), tutti indicati nella cartina, nel ‘45
vivevano centoquattro famiglie: un numero giƒ ridotto ma ancora
rilevante.
10
V’erano mulini funzionanti in Borgata lu Mƒlin/Mulino, poco a monte
della Rƒ„ e di B‡al dal Mƒl‡n/Bedale, in prossimitƒ del bivio per lu
kumbal dal Di…n (vallone laterale che adduce alle borgate ko dar
BŠsk/Bosco e kumbal dar Di…n/Diano, per poi piegare a sinistra verso
le borgate l’ Arm‡ta/ Eremita e Fug•rus/Case Garnerone o proseguire
verso la biforcazione che porta invece a l’All„rd e, pi‡ a destra, verso lu
M‹stre/Mestre.
Altre “macchine ad acqua” erano probabilmente esistite anche in un altro
vallone che piegando a sinistra poco dopo lu B‡al dal Mƒl‡n, porta alla
S‹l†to/Selletta, ai BatŠu (toponimo che suggerisce la presenza di una
pesta per canapa e altro) e infine ai S•me/Cime.
11
san Bernardo ‘n ko d’AliŒn/Borgata Allioni e quella della Madonna
della neve ‘n ko di Ghiw/Borgata Ghio.
Inoltre, ecco due o tre manciate di (7), segni sparsi e visibili lungo i
sentieri e su alcune case, di religiositƒ e di credulitƒ popolare; infine due
piccoli cimiteri, anch’essi alla Rƒ„ ed alla Frid‡o. Tutto qui.
I sacerdoti in servizio nel Vallone del dopoguerra erano soltanto due: il
parroco don Rinaudo su alla Fr•dio e don Allemandi alla RŽƒ e ci•
bench‹ siano ancora lontani gli anni in cui la Chiesa avrebbe iniziato
prudentemente a parlare di crisi delle vocazioni.
12
Una attivitƒ piuttosto insolita
14
La serietƒ di una ricerca vorrebbe che, su questo scivoloso terreno dei “si
dice ma non si pu• provare”, ci si arrestasse qui.
15
fosse attivo un banco di acciughe e pesce conservato appartenente a una
famiglia di cognome Pomero.
Di certo v’era chi si spingeva fino ad alcune note localitƒ provenzali;
altri arrivavano fino al piacentino ed altri ancora in Liguria.
Le relazioni con le cittƒ del mare, Genova e Savona in primo luogo,
erano ovviamente strette poich‹ lƒ arrivava il pescato, avvenivano gli
acquisti e venivano immagazzinate le acciughe.
Gli affari con le cittƒ e cittadine portuali erano cos„ intensi da suggerire
la fondazione di una banca, tuttora esistente, la Banca Ghio di Chiavari.
In molte cittƒ piemontesi esiston tuttora banchi di vendita del pesce
conservato i cui titolati arrivano dal Vallone. E ad Alba ed Asti, per
esempio, vi si trova ancora la robusta carta (papier ma‘s) in cui venivano
avvolte le acciughe. Carta forte, porosa, oggi piuttosto ricercata da taluni
che si dilettano di pittura. Laddove l’attivitƒ non esiste pi‡ ne rimane
tuttavia un tenace ricordo.
Fino a pochi anni fa al mercato di Porta Palazzo di Torino (uno dei
maggiori d’Europa) i proprietari dei banchi d’anciu€ avevan quasi il
medesimo cognome, Rovera, ed erano in prevalenza originari d’en ko di
Gh•w/Borgata Ghio: stando alle statistiche ufficiali, nel 1945 in borgata
ci vivevan ancora 11 famiglie, ma all’inizio del 1900 erano ben 27
quelle che esercitavano l’attivitƒ di anciu•er ed un capofamiglia
dell’epoca, Giacomo Rovera (N€t), aveva banchi di mercato e depositi in
Alessandria grazie a cui serviva ben 200 acciugai, avendo 56 garzoni
alle sue dipendenze. Sembra non fosse un caso isolato!
17
Da anni ormai quel mondo ‚ finito e le attivitƒ artigianali correlate al
lavoro degli acciugai sono da tempo svanite. Tutto un modo di lavorare
(e d’affrontare la fatica, la vita, il mondo) ‚ profondamente cambiato:
resta il mestiere del commercio del pesce conservato (cui son venute
aggiungendosi le olive ed altre merci) ma sui mercati sta poco a poco
cambiando anche la provenienza geografica dei commercianti di
acciughe.
Basta recarsi al grande mercato torinese di Porta Palazzo, uno dei
maggiori d’Italia, per rendersene conto: molti dei venditori italiani sono
di origini meridionali (in genere siciliani) ma iniziano ad affacciarsi
anche banchi di vendita di acciughe gestiti da commercianti maghrebini.
Rimane solo la memoria, ma anche questa va perdendo rapidamente
frammenti importanti a dispetto delle lodevoli iniziative dell’AVALMA,
e rimangono le fotografie del tempo in cui la montagna, e non soltanto
quella di provenienza degli acciugai, era popolata, viva, piena di attivitƒ,
percorsa da rumori, pervasa da odori e colori oggi scomparsi e
probabilmente rimpianti!
18
Non solo: sempre da anni ed ancor pi‡ numerosi, giungono in valle
appassionati di trekking e di sci-alpinismo, di marcia sulle racchette da
neve (le ingegnose e pratiche chastŒos di un tempo) e di pedalate e
arrampicate in mountain-bike: arrivano da lontano (alcuni si
fermano,contribuendo allo sviluppo della valle ed al buon restauro di
case e villaggi).
Spesso parlano la lingua ostica dei Germani, la stessa dei militari nazisti
che nei durissimi mesi del 1944-45 bruciarono case ed interi paesi,
fucilarono, impiccarono ed uccisero decine di combattenti partigiani e di
persone, il pi‡ delle volte ignari civili innocenti.
Forse la valle ha faticato un po’ inizialmente ad accettare quell’idioma di
ritorno, ma oggi quegli infaticabili camminatori e pedalatori tedescofoni,
in genere discreti e rispettosi, amanti dell’arte e della natura fanno parte
a pieno titolo di quanto di buono si muova oggi in Val Maira.
CHIAPPELLO Costanzo
GHIO Maurizio
BIANCO Giovanni
CHIAPPELLO Antonio
GHIO Giacomo
22
GHIO Maria (Mar‰et)
GHIO Spirito (Pritin de Gianƒt)
COSTA Antonio
GHIO Michele
GHIO Antonio
GHIO Giorgio
GHIO Giuseppe (Pinƒt)
AGNESE Giacomo
POMERO Antonio (Tun•n Leuna)
ROVERA Giacomo
24
Ko di Fark‹n (Falcone), m 1094 s.l.m.
ROVERA Giovanni
ROVERA Giuseppe (Gƒppu)
ROVERA Teresa
SIMONDI Costanzo (Tan†t)
SIMONDI Costanzo (cugino di Tan†t
AGNESE Antonio
AGNESE Giovanni
25
AGNESE Giuseppe (Pinƒt de l’aire)
CHIAPPELLO Giorgio (Gi†rs de Chel•n)
MINOTTI Giuseppe
ROVERA Battista (T•sto d’la Kumbo)
BELTRAMO Antonio
FALCO Giorgio (Gi†rs)
FALCO Luigi (L‚•s)
GARNERONE Giovanni Battista (Tisto)
GARNERONE Giuseppe (Marc…nt)
RICCIARDI Costanzo (Tan†t)
ROVERA Giovanni (d’la c„ r‹so)
………… Giovanni (Gianƒt di but‹n)
POMERO Antonio
POMERO Giovanni
SIMONDI Antonio
SIMONDI Giacomo
SIMONDI Stefano
Note
(1) Non ho mai vissuto in alcuna borgata di Moschieres, ma in giovent‡
ne ho percorso in lungo e in largo i sentieri, i valloni e i crinali, quelli
che portavano in Val Grano come quelli che immettevano a Kartinh…n,
a San Dumian ed a Pai†res.
Una frequentazione fatta con discreta continuitƒ soprattutto negli anni
compresi fra il 1954 e il 1959 e poi mantenuta, bench‹ sempre pi‡
sporadicamente, anche negli anni successivi.
Ricordo di essere sempre partito in bicicletta: percorrevo la allora
sterrata vio di T€c fin oltre Ponte Olivengo; dopo il ponte e il tornantino
in salita la strada proseguiva per la frazione Tetti e poi fino a Roata Prato
dove finiva la strada.
Lasciato il mezzo, dopo una sosta per rifornirmi al negozietto della
borgata proseguivo, ovviamente a piedi: lunghe camminate, talvolta
risalendo la destra orografica del vallone, in direzione della cresta
condivisa con la Valle Grana, ma il pi‡ delle volte verso la Frid•o.
Un’ altra sosta, questa volta da Tin (quattro parole con birra e gazzosa) e
poi su superando il cimitero, in direzione del colletto, per continuare
talvolta verso gli Assarti e le grange di Cauri; altre volte, invece,
aggiravo la montagna per scendere alle borgate all’adrech di
Castelmagno, mentre altre volte ancora scendevo dal Kƒc€t verso
Moschieres, proseguivo lungo la Combamala, oppure prendevo il lato
opposto per percorrere uno sentiero ombroso (lungo il quale rammento
d’aver visto spesso le salamandre) ed arrivare alla Rƒ„, la Borgata
Bedale di Pai€re/Paglieres.
27
Sempre con zaino e sacco a pelo “a mummia”, di provenienza militare,
quasi sempre pranzo o cena al sacco e pernottamenti di fortuna. Il
mattino succesivo ‘n tok ‘d p…n e tumo e una tazza calda di Nescaf‹
(sul fornelletto a Meta) per colazione.
Ricordo di avere pi‡ volte incrociato i miei passi (timidamente ed in
silenzio, tanto mi intimidiva la presenza di quella persona all’apparenza
introversa e problematica ) con quelli di I.M., giƒ partigiano di GL, ex
deportato in Germania, gran camminatore solitario, sciatore ma anche
rocciatore sulle nostre e su altre montagne.
28
(5) Rƒ„/Rƒ„ dal pr„ (Roata Prato), la S‹l‹to/Selletta, i BatŠu/Batou, i
Sime/Cime, Bial dal Mulin / Bedale, lu Mulin/il Mulino, ko dal
BŠsk/Bosco, kumbal dal Di…n/Diano, l’Armita/Eremita e Fugirus /
Case Garnerone, ko di Meud/Meodo, Sar†t (Sar†t d’is…i e Sar†t
d’il…i)/Saretto (Saretto di qua e di lƒ), ko d’Ariera/Rovera,
Farkun/Falcone, ko d’Al•un/Allione, la Freid•o/Santa Margherita, lu
Kƒc‹t/Cucetto, Musc€re/Moschieres, la Kumbo/Comba, ko
d’Is…rt/Assarti, lu M‹stre/Mestre, ko di Ghiw/Ghio, l’Alard/ Allardo.
(6) Verso il finire degli anni ’90 del ‘900 (se non rammento male)
ritorn• a stabilirvisi una famiglia che era emigrata in Val Pellice,
probabilmente a Luserna San Giovanni
Bibliografia
AA VV
Indagine demografica-statistica sui luoghi di origine degli acciugai, a
cura di Tonino Bianco
Dronero, schede manoscritte inedite, 1989
CRESTANI, Diego
Anciu†e e caviƒ †d la Val Mairo. Mestieri dell’emigrazione alpina
Cuneo, L’Arciere, 1992
MASSIMO, Luigi
Chaminar, itinerari architettonici in Val Maira,
Dronero, Ed. Il Drago – Ousitanio Vivo, 1997 (2Œ edizione
OLIVERO, Roberto
Macchine ad Acqua. Mulini in Valle Maira…
Dronero, I Libri della Bussola, 2009
30
Ivo BeolÄ
Dialettologia occitana 4
Il gascon (1a parte)
Riprende il viaggio fra i dialetti occitani in Francia, Spagna e Italia (ini-
ziato nel n€ 93 di V. U.), ma cambia d’ora in poi il metodo di esposizione: inve-
ce che parlare in generale del dialetto in questione, descriver‚ uno specifico
sottodialetto (in questo caso l’aran€s) che abbia una forte identitƒ e sia molto
eccentrico rispetto agli standard della regione, per vedere poi nella seconda
parte le altre varianti regionali. Lo scopo „ evitare di disperdersi fra le tante va-
rietƒ del gascon, e di concentrarsi invece sui suoi caratteri essenziali.
La grafia utilizzata
L’aran€s si avvale di una normalizzazione linguistica molto attenta al-
le sue particolarit• (v. l’opuscolo del 1982, N•rmes ortogr‚fiques der ara-
n€s, pubblicato dalla Generalitat de Catalunya), e quindi non ci sono grossi
problemi di lettura dei testi scritti in grafia normalizzata. Viene per‚ anche usa-
ta a volte una grafia basata sullo spagnolo, che verranno trascritti nel modo
solito, cioƒ: grafia dell'Escolo d„u Po con qualche adattamento.
Semivocali
[i] [ou] quando sono semivocali o semiconsonanti vengono scritte in
uno stile tipografico diverso: iƒro, aouro (oppure i„ro, aouro).
Consonanti
[ch] fricativa prepalatale sorda: it. pesce, fr. chat
[tch] affricata corrispondente: it. pece, sp. mucho
[j] fricativa prepalatale sonora: fr. jaune, portoghese janela
[dj] affricata corrispondente: it. gelo, ingl. jeep
31
[ts] affricata alveolare sorda: it. zucchero, antico sp. ca…ar
[dz] affricata alveolare sonora: it. zeta, antico sp. razon
[th] consonante palatalizzata come nel gascon beth
[b] la fricativa bilabiale (come nello sp. cantaba) ƒ stata resa con una
semplice b perch† anche in gascon, come in languedocien o in guyennais, ha
questa pronuncia. Quando invece si ha il passaggio – maggioritario in aran…s
– del /b/ intervocalico alla semiconsonante /w/, questa viene scritta con stile ti-
pografico diverso: deouant, bˆouer (davanti, vivere: deuant, vˆuer in grafia
normalizzata).
32
carta (tratta da Toponymie gasconne, di B. e J.J. F†ni†, 1992 ed. SUD-
OUEST)
33
Val d’Aran. ‹ una ‘comarca’ a statuto speciale della Generalitat de Catalunya
(provincia di Lleida), con 9000 abitanti distribuiti in 9 comuni (35 p‚bles) rag-
gruppati dal 1313 al 1834 in tre ter†ons (dal secolo XVI ogni ter†on si suddivi-
se in due sester†ons): Boss•st nella bassa, Vielha nella media e Gar•s
nell’alta valle. Questi ter†ons (simili agli escartouns delle valli occitane) erano
previsti da uno statuto di autonomia concesso alla Valle dal re Giacomo II
d’ Aragona
(La)irissa Vilam‚s, Ben‚s, Beg‚s, Arr‚, Es B‚rdes, Arres de Sus, Arres de Jos
Quate L•cs Boss‚st, Les, Bausen, Canejan, Pontaut, Sant Joan de Toran
34
Sant Andreu a Salard‡ (Fonte: Wikipedia, archivio Ainhoa,Catalunya)
35
sponibile in edizione elettronica): pi‰ avanti ne tradurremo in italiano la pagina
iniziale.
36
zo ‘giallo’ in aran…s ƒ En vacances della scrittrice e poetessa T‚ni Escala,
pubblicato da Pagƒs nel 2007.
37
•Passaggio dei dittonghi €i, •u a €, •: auri‚, b‚, v‚ < auri‚u, b‚u, v‚u;
dret, lhet, net < dreit, lheit, neit (tratto in comune con alcune parlate guasconi,
soprattutto della Bigorre e del gruppo sud-orientale).
•Passaggio di „i finale a „: tornar„ deman. ‹ una caratteristica (dovuta
al contatto con le parlate ibero-romanze?) anche del gascon sud-orientale
(Comminges, Couserans).
38
Fonte: rielaborazione da Wikipedia (V.Riullop)
p. remoto condizionale
cantƒi cantƒ cant• cantarˆ cantaria cantaria
cantƒs cantƒs cantares cantar†s cantaries cantaries
cantƒ cantƒc cant• cantar† cantarie cantaria
cantƒm cantƒrem cant•rem cantarem cantarˆem cantarˆem
cantƒtz cantƒretz cant•reu cantaretz cantarˆetz cantarˆeu
cantƒn cantƒren cantaren cantar†n cantarien cantarien
39
La tabella qui sopra illustra in modo immediato i termini del problema:
il verbo aran…s si discosta dal guascone medio e tende ad assomigliare molto
al verbo catalano. In un certo senso si pu‚ affermare che esiste, fra aran…s,
catalano e spagnolo, lo stesso rapporto che c’ƒ fra occitano alpino, piemontese
e italiano: anche qui la lingua regionale (il catalano) ha operato
un’assimilazione per contatto che risale molto indietro nel tempo. Viceversa lo
spagnolo si sta imponendo sempre pi‰ negli ultimi tempi, con moltissimi neo-
logismi (ad es. abantes per abans o despu‚s per demp‡s).
40
Una grammatica dell’aran…s pubblicata dll’editore catalano Pag„s
Paradigmi verbali.
41
42
43
44
45
Testi in aran€s
Bartleby, eth copista (disponibile sul sito del Conselh Generau d’Aran)
46
ath madeish temps que despareishie dera mia vista era tonsura de frai Pƒire e
ath s‚n l‚c campaue, jos ues poblades e escures celhes, era sua fulminanta
guardada blua de uelhs redons.
Que siguec alavetz quan, coma un pericle, venguec entara mia ment er espol-
set de seda de p‚rc e era bacina arr•s de greish de shivau qu'uns dies endar-
rƒr eth madeish m'auie balhat en tot que m'encomanaue damb insist†ncia eth
prƒtzhƒt de greishar es gahons. Que passƒ uns moments de p‚ur, pr'amor que
coneishia era rudesa deth s‚n caractƒr e me cranhia …‚ de pejor mƒs, erosa-
ments ent• jo, frai Pƒire se lheuƒc de nau […].
Frai Pƒire dauric damb rapiditat era pesada p‚rta e deishƒc entrar a un monge
de pƒs nuds que portaue ua hlassada mulatƒra sus es espatles. Barrƒc de nau
era p‚rta e, quan se virƒc, jo profitƒ ent• amagar-me darrƒr eth s‚n robust c‚s
en tot tier-me damb ua des dues mans ath sarrat cordon que servie de sup‚rt
ara sua generosa bodena. Dej• laguens, eth monge se treiguec era capucha
en tot deishar eth s‚n esblancossit e prim r‚stre ath descubƒrt e s'ajoquƒc
dauant frai Pƒire prononciant un "pax Dei".
47
perto il volto pallido e magro, e si inchin‚ davanti a frate Peire pronunciando un
"pax Dei".
Da ‘BARTLEBY’, di H. Melville
S‚ un ‚me pro gran. Enes darrƒri trenta ans, era natura des mies activitats
m’a metut en contacte mƒs qu’ordinari tamb un interessant e un shinhau singu-
lar grop d’‚mes, qu’enquia a on mjo sabi, non s’a escrit jamƒs arren: parli des
copistes o escrivans.
N’ƒ coneishut un pialƒr, a tˆtol professionau e en privat, e poiria condar diuƒr-
ses ist‚ries que harien a arrir as cavaliƒrs de bona volontat e plorar as animes
sensibles. Mƒs ren„ncii as biografies de toti es auti escrivans per quauqui pas-
satges dera vida de Bartleby, eth copista mƒs estranh qu’ƒ vist o qu’ƒ entenut
a parlar-ne jamƒs. Des auti escrivans poiria escrˆuer era vida sancƒra, mƒs de
Bartleby non se p‚t hƒr arren de semblant. Non i a materiau ent• ua biografia
complƒta e satisfact‚ria d’aguest ‚me: ua pƒrta irreparabla entara literatura.
Bartleby ƒre un d’aqueri ƒsters des que non se p‚t assegurar arren, se non ei a
compdar des h‚nts originaus, e en s‚n cas son f‚r…a escasses. De Bartleby
non sabi mƒs que …‚ que vederen es mƒns uelhs estonats, trƒt d’un laugƒr ru-
mor que recuelherƒ en epil‚g.
Abans de presentar ath copista, talaments coma lo vedˆ per prumƒr c‚p, que
me cau hƒr bƒra mencion dera mia persona, des mƒns employ…es, deth mƒn
neg‚ci, deth mƒn estudi e deth mƒn cercle en generau; perque aguesta de-
scripcion ei indispensabla ent• ua comprenen…a avienta deth protagonista de-
ra ist‚ria.
En prumƒr l‚c: s‚ un ‚me que, des dera joenessa, ƒ agut era prigonda convic-
cion qu’era vida sense complicacions ei era mielhor. Per aguesta arrason, en-
cara que pertanhi a ua profession proverbiauments energica e nerviosa, a
c‚ps enquiara turbul†ncia, jamƒs ƒ permetut qu’arren pertorbƒsse era mia
patz. S‚ un d’aqueri avocats sense ambicion que jamƒs s’adrece a un jurat, ne
sage d’atirar er aplaudiment public de bƒra manƒra; mƒs ena serena tranquilli-
tat d’un retirament confortable, hƒsqui un neg‚ci facil tamb es obligacions, es
ipotƒques e es tˆtols de proprietat des arriqui. Es que me coneishen me consi-
dƒren un ‚me eminentaments segur […].
Quauque temps abans dera ep‚ca qu’arringue aguesta istorieta, es mies au-
cupacions auien aumentat f‚r…a. M’auie estat conferit eth vielh cargue, ara su-
primit en Estat de New York, de Secretari dera Canceleria. Non ƒre un trabalh
guaire complicat, mƒs ‚c que n’ƒre, de ben remunerat […].
Eth mƒn estudi ƒre en un pis deth numƒro… de Wall Street. Per un costat
daue tara paret blanca der espaci„s pati de lums que horadaue er edifici de
naut en baish. Aguesta vista, mancada de …‚ qu’es pa‘satgistes diden “vida”,
se podie considerar mƒs lƒu eng“egiua que ua auta causa.
Mƒs encara que siguesse atau, era vista der aute costat der estudi aufrie, au-
mens, un contrast. En aquera direccion es hiƒstres dominauen sense obsta-
cles ua paret nauta de malons, ennerida pes ans e pera ombra perpƒtua; t•
guardar es bereses amagades d’aguesta paret non calie lunetes, perque, t•
48
benefici des espectadors vistacuƒrti, se lheuaue a dƒtz pƒs des veires des
mies hiƒstres.
Sono un uomo di una certƒ etƒ. Negli ultimi trent’anni, la natura delle mie attivi-
tƒ mi ha messo in continuo contatto con una serie di personaggi interessanti e
in qualche modo singolari di cui, per quanto ne so, non si „ mai scritto niente:
parlo dei copisti degli studi legali.
Ne ho conosciuti moltissimi, professionalmente e privatamente, e potrei rac-
contare diverse storie, che farebbero ridere le persone di spirito, e piangere le
anime sensibili. Ma rinuncio alle biografie di tutti gli altri copisti a favore di alcu-
ni passaggi della vita di Bartleby, il copista piŠ strano che io abbia mai visto, o
di cui abbia mai sentito parlare. Degli altri suoi colleghi potrei scrivere l’intera vi-
ta, ma di Bartleby non si pu‚ fare niente del genere. Non c’„ materiale suffi-
ciente per una biografia completa e soddisfacente di quest’uomo, ed „ una
perdita irreparabile per la letteratura. Bartleby era uno di quegli esseri di cui
niente „ verificabile, se non a partire da fonti originali, e nel suo caso le fonti di-
cono molto poco. Di Bartleby – con l’esclusione di una vaga diceria che riporte-
r‚ nell’epilogo – altro non so se non quello che hanno visto i miei occhi stupiti.
Il mio studio era al primo piano del numero… di Wall Street. Da una parte dava
su un cortile spazioso e illuminato dall’alto, delimitato da una parete bianca.
Questa vista, priva di quella caratteristica che i pittori paesaggisti chiamano ‘vi-
ta’, si poteva considerare piŠ che altro insulsa o banale.
Tuttavia, la vista dall’altro lato dello studio offriva, almeno, un contrasto. In
quella direzione le finestre incombevano su una parete di mattoni molto alta,
annerita dagli anni e dall’ombra perpetua; per spiare le bellezze nascoste di
questa parete non ci volevano binocoli perch…, a beneficio di spettatori con la
vista corta, si trovava a tre metri di distanza dai vetri delle mie finestre.
49
Maria Rosso
FRISE:
ALTRI MOMENTI DI VITA
COMUNITARIA
50
Per cenni biografici su Maria Rosso e sul marito Giovanni
Battista Durbano si veda lo scorso numero di V. U.
La grafia usata
L’ autrice ha usato la grafia mistraliana (con qualche incoerenza). Il testo ‚
stato quindi corretto seguendo le norme di questa grafia, che usa in genere le
convenzioni grafiche del francese, con queste eccezioni:
Accento tonico
Cade sulla penultima sillaba nelle parole terminanti con vocale o (nei plurali)
con vocale+s, ma:
a, i, u sono toniche se in fine di parola
Accento grafico
Indica un'alterazione della naturale tonicitƒ, ma:
ƒu, „u, €u corrispondono a ƒou, „ou, €ou ecc. della grafia Escolo
…u, ‚u d•u Po
LE VEGLIE
3.1.1. In che periodo si tenevano?
Le veglie si tenevano a partire dal mese di novembre, fino al
mese di marzo. Si diceva andasse bene fino al 25 marzo che era il
giorno dell’Annunciazione.
Il detto era “l’Anunsi‚ crƒpo la vih‚” (L’Annunciazione fa
morire la veglia).
51
Le veglie si svolgevano sempre nelle stalle che era l’unico luogo
della casa riscaldato dalle bestie, le cucine erano fredde. Si
facevano a casa di amici, parenti, vicini di casa.
Si andava pure a vegliare in altre borgate, se c’era la luna piena si
camminava bene, ma quando era buio pesto si portava il “lantern…n”
(la lanterna – vedi foto).
Lanterna a petrolio
52
3.1.5. Qual era il numero dei partecipanti?
Il numero dei partecipanti alla veglia dipendeva dalle serate: se
c’erano ragazze e ragazzi le stalle si riempivano e i proprietari delle
stalle non avevano sedie per tutti. Allora andavano a prendere tre o
quattro “gerbo†n” (1) di paglia, la si allargava per terra e gli uomini
e i giovanotti si stendevano sopra, le donne e le ragazze che
lavoravano a filare e fare maglia stavano sulle sedie.
53
aveva da fare qualche lavoro si metteva vicino al lume a petrolio per
vedere bene a lavorare.
Lume a petrolio
54
lavoro per l’estate, cambiavano i manici ai tridenti, alle zappe, ai
rastrelli, “destihavoun lou charbou” (stigliavano la canapa) che poi
veniva battuta, pettinata e filata. (Ci si rivolgeva poi a chi aveva i telai
per far fare le:
“tese de telo” per preparare i corredi e la biancheria per la casa)
55
Si raccontavano favole e fiabe ai bambini.
* * * * *
(1) – gerbo†n – bracciata di paglia legata con un legaccio sempre
fatto di paglia.
LA PANIFICAZIONE
56
di scala fatta appositamente, appesa ad un soffitto e lo mangiavano
duro per tutto l’anno.
3.2.4.
Quali erano le fasi di preparazione del lievito e
dell'impasto?
Gli ingredienti.
Quali recipienti e strumenti erano impiegati?
Accadeva che estranei alla famiglia collaborassero?
Nella distribuzione dei diversi compiti, si seguiva uno
schema particolare (ad esempio, le donne piˆ anziane
impastavano e le piˆ giovani facevano le forme)?
Durante la lievitazione c'era qualche atteggiamento
particolare da tenere, pena una cattiva lievitazione (ad
esempio, il piˆ assoluto silenzio)?
In che locali della casa si procedeva alle diverse operazioni?
57
Per la preparazione del pane si preparava una parte di impasto la
sera prima con un po’ di farina, acqua salata e il “creissent”, una
pagnotta di impasto della precedente panificazione, tenuta in cantina,
al fresco, con sopra del sale (il lievito come usano adesso non si
usava).
Al mattino si aggiungeva altra farina ed altra acqua fino ad
arrivare alla quantit… di impasto desiderato.
Come recipiente veniva usata la madia, sia per far lievitare
l’impasto che per impastare poi.
Non c’erano estranei ad aiutare. Se avevano tempo erano gli
uomini che impastavano perch€ era faticoso, ma tante volte lo
facevano anche le donne piˆ giovani. L’ho fatto anche io (Maria
Rosso) diverse volte, su al Frise.
Si portava la madia, piena fino a met… di impasto pronto, vicino
al forno e le forme di pane venivano preparate man mano che si
mettevano a cuocere.
Per avere una buona lievitazione d’inverno si portava la madia
nel tepore della stalla, d’estate invece si portava in cucina.
Si faceva sopra l’impasto con la “redo†iro” (in italiano
‘radimadia’: ‚ un raschietto di circa 15 cm. usato per staccare i
rimasugli di pasta dalla superficie di legno su cui ‚ avvenuto
l’impasto, n. d. r.) una croce perch€ lievitasse bene.
58
I pani erano tutti uguali e si chiamavano “panˆt”, erano di forma
rotonda e abbastanza grandi.
Poi si faceva il pane di castagne, un pane un po’ piˆ piccolo che
veniva preparato mettendo castagne bianche dentro l’impasto (messe
prima in ammollo affinch€ cuocessero col pane). Era il regalo per noi
bambini.
Alla fine si raschiava bene la madia, con quel po’ di pasta rimasta
si faceva un piccolo panino, il “couloumbˆt”, per il cane.
3.2.7. Che piatti si preparavano con la pasta del pane?
Non ricordo preparazioni di piatti con la pasta del pane.
59
che mio marito (nato nel 1928) prendevano una manciata di crusca e
la gettavano nel forno. Se bruciava subito voleva dire che il forno era
troppo caldo. Riprovavano 5 minuti dopo, se tardava qualche secondo
a bruciare era ora di infornare il pane.
60
3.2.18. 11 consumo dei pani avveniva secondo certi criteri di
successione?
Non c’erano criteri di successione per il consumo del pane.
61
1994 – Damiano G.B. (nato nel 1927) – Borgata Menardi di
Frise – Ultimo a panificare regolarmente ogni 15 giorni (essendo
rimasto l’unico abitante della borgata e non potendo quindi portare la
madia al forno, preparava in casa le pagnotte e le metteva su un’asse
che poi portava al forno per la cottura).
62
ROYDE O CORVÄES
(in Valle Grana erano chiamate “journ‚ ‘d prestasio†n”)
3.3.4.Chi vi partecipava?
Partecipavano tutte le famiglie della zona, nella misura di una persona
per famiglia.
63
3.3.8. Accanto alle royde che impegnavano soltanto una borgata,
c'erano royde che impegnavano l'intero comune? O viceversa
royde di un solo quartiere?
Le royde che impegnavano una sola borgata erano quelle per spalare
la neve d’inverno. La gente di una borgata faceva la strada fino alla
borgata successiva, quelli di quest’ultima continuavano fino ad
un’altra e cosƒ via. Poi si continuava tutti insieme fino al fondovalle,
c’erano a volte 90 – 100 uomini che lavoravano.
64
materiale. Quando c’era da mettere il colmo al tetto o altri legni
pesanti si chiedeva l’aiuto di tutti gli uomini giovani delle borgate che
non dicevano mai di no. I proprietari alla fine offrivano da bere a tutti
coloro che erano intervenuti. Il prossimo che aveva bisogno
procedeva di nuovo allo stesso modo.
65
Marziano Di Maio
UCCELLI DELLA
CONCA DI
BARDONECCHIA…
66
Clelia Baccon riporta per Salbertrand una trentina di volatili selvatici.
50-60 nomi (sia occitani che piemontesi) sono elencati per il Parco
Orsiera-Rocciavr… da G. e R. Ribetto, 36 dal dizionario della Val
Germanasca di T. Pons e A. Genre. Inarrivabile ‚ il magistrale “B…-
stie, besti…tte, bestiŠs” di F. Delpiano e F. Giuliano che di uccelli nel-
la parlata bovesana ne riporta all’incirca 130, sia pure su un territorio
che scende sino a 500 m. di altitudine. Delle Alpi fuori Piemonte sia-
mo edotti soltanto della sessantina di nomi del dizionario valdostano
di A. Chenal e Vautherin con il 3‹ supplemento dello stesso Vauthe-
rin dedicato proprio ai nomi di uccelli della Regione, e di altrettante
denominazioni raccolte da R. Gabrielli nella parlata ladina fodonia di
Livinallongo.
Rispetto a un tempo non pochi cambiamenti hanno condizionato
l’avifauna. L’abbandono delle campagne e il conseguente aumento
delle aree a boscaglia e cespugliame nonch… dei boschi maturi o in
formazione, hanno senz’altro favorito gli uccelli di bosco rispetto ad
altri, ma senza gli incrementi numerici che ci si potrebbe aspettare.
Fattori limitanti sono facilmente individuabili nell’incremento pi„ che
proporzionale di certi predatori, nel disturbo del turismo soprattutto
con le piste da sci e MTB e con le moto da cross (particolarmente im-
pattanti i fuoripista in sci e in moto), ma un forte ruolo ‚ stato deter-
minato da drastici mutamenti ambientali, vedi ad esempio la scom-
parsa negli ultimi decenni del ‘900 di oltre 700 ettari a campi di cui la
met‰ a cereali.
Tra le cause negative la caccia ricopre solo un’influenza marginale,
dal momento che il cacciatore locale non ha mai fatto carniere di pic-
coli uccelli e ben poco di quelli di media taglia, limitandosi pi„ che
altro al gallo forcello e alle pernici che indubbiamente ha decimato.
Quanto ai predatori, quelli pi„ attivi ormai non sono i rapaci tradizio-
nali. In primo luogo imperversano le gazze, che qui un tempo non esi-
stevano e che spiano i nidi dei piccoli uccelli per saccheggiarli, i cor-
vidi tra cui ‚ in aumento il corvo imperiale, e il cinghiale di moderna
reintroduzione che intercetta volentieri i nidi degli uccelli terricoli.
Le piste da sci hanno fatto rarefare sulla costiera del Colomion-
Mulattiera soprattutto il gallo forcello che gi‰ aveva i suoi problemi
di sopravvivenza, come li hanno il gufo reale, la pernice bianca, la
quaglia e i granivori privati del tutto dei campi di segale.
67
Se in estese aree pesa il disturbo da parte di sciatori, di rumorosi e-
scursionisti, motocrossisti, cercatori di funghi, in altre per contro ‚
confortante osservare pi„ che in passato condizioni di wilderness.
Negli ultimi secoli si sono estinti il gallo cedrone, il gipeto, il franco-
lino. Sono scomparsi da poco la starna e la pernice rossa. Del maesto-
so gipeto reintrodotto sulle Alpi e che ogni tanto appare anche nel cie-
lo di Bardonecchia, ‚ rimasto il nome nel toponimo VutÄu.
Oltre alla gazza che ormai ‚ stabilmente insediata, e agli storni di pre-
senza sempre pi„ frequente, nuove specie non si trattengono molto e
non nidificano, come l’airone cinerino che si spinge sino in Valle
Stretta anche d’inverno, o come i gabbiani di cui ‚ rimasta memorabi-
le nel 1997 la caduta sui tetti delle case di Bardonecchia di esemplari
morti, forse rimasti fulminati durante un temporale. L’elegante bian-
cone faceva fugaci apparizioni, ma in quest’anno 2016 ha nidificato.
Periodicamente si fa vedere il beccofrusone: straordinaria la sua nu-
merosa migrazione di met‰ febbraio 2005. Ultimamente ha fatto la
sua comparsa nell’alto vallone di Rochemolles il grifone, di cui avevo
avuto occasione nel 2014 di sorprendere ben 18 esemplari sulle mon-
tagne di Modane presso una pecora morta; proveniente dalle Alpi Ma-
rittime, sta estendendo il suo areale.
I nomi che si sono potuti raccogliere sono dovuti essenzialmente alla
cortesia e alla memoria di Dino Foray (1924-2012), Livio Bosc
(1927), Enrico Bussi (1926), Bruno Souberan (1946), Cesare Gerard
(1931-2016), Lorenzo Vallory (1923-2011), Luciano Souberan
(1929), Gustavo Guiffrey (1926).
Ho tenuto conto delle risultanze dell’intervista rilasciata da Augusta
Gleise (classe 1925) all’ALEPO, pubblicate su “Il mondo animale”
(2013) dell’Atlante stesso. Essendo peraltro evidenti le discordanze
con le informazioni di altri paesani esperti nonch… le discrepanze di
ordine linguistico, ho riportato solo qualche termine seguito dalla si-
gla AG.
68
Gheppio l’eparvƒ• dla pci-t- tursl† cřivella
languta ep•rvƒ•
Falco - - tursl† -
(generico)
Pernice giarabr• giaabbr• p•rdrƒ jařiabr•
bianca blanc•
Gallo cok fezan cok ‘d cok o fezan
forcello muntanh•
Fagiano di fezan fezan fezan fezan
lancio
Coturnice p•rdrƒ p•rdrƒ griz• p•rdrƒ pardrƒ
griz•
Pernice - - p•rdrƒ ru- -
rossa y•
Quaglia lˆ calh• (pl. lu calh• calh• (pl. calh•
calhu) lu calha)
Beccaccia b•cas• b•cas• b•cas• -
Piccione sel- pingiun pingiun pingiun pinjun
vatico e co- suvagg•
lombaccio
Colombo pingiun pingiun pingiun culumb
Cuculo cucu cucu cuc‰; ci‹ciǜ
cucǜ AG
Gufo reale d‹k-du-ci€ d‹k-do-ci€ ciuk da nŒ d‹k-do-cha
Gufo d‹k d‹k ciatuan (non c’‚)
comune AG
Civetta ca- niturr• niturr• niturr• o nitur•
pogr. nitur•
Rondoni al- la virundella lu ratlƒ• - lu mařtl†s
pini
Upupa proc‹r•u du - l• j‹pp• (non c’‚)
murinĥ AG
Picchi pik-bō pik-bō pik-bō pik-bō
Picchio - - pik vē AG -
verde
Allodola - - uriv•tt• -
AG
Rondine virundell• girundell• irundell• irundēll•
Corvo impe- curb€ s. curb€, pl. curb€ cořb€
riale curb€u
Cornacchie cioia cioia cioi•, pl. chauvi•,
nere cioia pl. ch•uvia
Gazza - - giai; -
gialhē AG
Nocciolaia - pl. laz l• (non c’‚)
alhasa bicherol•
Ghiandaia ‘l giai pl. lu giai pl. lu giai ‘l jai
Gracchi cioia cioia cioia ch•uvia
69
Cinciallegra cicigh† cicigh† cicik† cicigh†
Cince di piÄ cicigh† cicigh† cicik† cicigh†
specie
Picchio - pik-p•i• - pik
muraiolo
Scricciolo cuk•tt• cuk•tt• cuk•tte cokk•
Merlo - lˆ plumb• - la plumb•
acquaiolo
Tordi di piÄ la griva la griva la griva la gřīva
specie
Tordela lˆ griv• ‘l turdu l• griv• la gřīv•
Merlo merl• merl• merl• mēřl•
Merlo dal - merl• dlˆ merl• dl• -
collare cravatt• culan•
Codirosso cuˆ-rus• curs† - cu• řui•
Usignolo ˆrzinhol• - ˆrzinhol• -
Pettirosso pitr•r‰ pci curs† pitr•r‰ pitř•-řū
Spioncello - lu tˆrasō teras•, la tarasor•
(pl.) t•rasun
Ballerine balein• bˆl•in• balerin• lā bařjera,
balerin•
Verdone v•rdun v•rdun - -
Cardellino cˆrdlin k•rd•in - -
Fringuello tintuin, cinciun tintuis, cinciun, fin-fin
b•rtabiciu barabiciu
Passero pas•r• pass•r• pass•r• pasar•,
pl. pasar•s
Fringuelli luz alpin luz alpin - luz alpin
alpini
70
Mario Fantino GriÄt
…E NOMI DI UCCELLI
A
ROASCHIA
Una breve raccolta di nomi dialettali riferita agli uccelli nella parla-
ta di Roaschia curata ancora una volta da Mario Fantino GriÄt -
fedele collaboratore della rivista e attento studioso della cultura
locale del paese dei origine dei suoi genitori: Roaschia, comune
della bassa valle Gesso.
71
Ciur‚y (tÉurÇy) : allocco, barbagianni (?)
Cruvas gris (kruvas gris) : cornacchia grigia
Cuaia (kwaya) : quaglia
Curnaias (kurnayas) : corvo, cornacchia
Farch‚t (farkÇt) : falco
Fazan (fazan) : fagiano
Fola (fola) : allodola
Fola (allodola)
72
Picatas v‚rd (picchio maggiore)
73
Fausto Giuliano
BOVES
MANERE ‘D D• (modi di dire popolari)
(4a parte)
lettera P
p€’ ‚se galƒp m„ piazey l… b†n ! : non essere goloso ma piacergli la roba
buona, essere goloso
pag€ne na s‡ppa : pagarne una zuppa, pagare un bel mucchio di denaro,
pagare una bella cifra
pag€ne n'est‡a : pagarne una stufa, pagare un bel mucchio di denaro
pag… a pes d'or : pagare a peso d’oro, pagare a caro prezzo, al prezzo
dell'oro
panai… tƒt.... : ripulire tutto 1, mangiare tutto (anche un patrimonio oltre
che il cibo)
pande au ci… : appendere al chiodo, non pi• usare, dimenticarsi di avere,
non praticare pi• qualcosa, non avere pi• una passione
1
panai… ‚ un verbo derivato dal termine pan€i (fruciandolo, spazzatoio per forno),
l’attrezzo che serve per ripulire da brace e cenere la superficie del forno prima di
cuocere il pane (una sorta di rudimentale scopa fatta con stracci legati all’estremit„ di
una lunga pertica)
74
parai tƒt i foi.... ! : cos• tutti gli scemi, cos… son tutti capaci, a quelle
condizioni tutti ne sarebbero capaci....
parde la br‡€gna : perdere l’impeto, non aver pi• un punto d’appoggio su
cui fare forza per poter continuare l’azione intrapresa
parde la tramunt€na : perdere la tramontana, imbestialirsi, andare su tutte
le furie…. o perdere l'orientamento, perdere il bene
dell'intelletto
parde u fi€’ : perdere il fiato, morire, essere gravemente malato
parde u rizultu : perdere l'orientamento / il lume della ragione, perdere
l’autocontrollo per la felicit„ provata, perdere il bene
dell'intelletto, impazzire di felicit„ o essere estremamente
confuso
parde u tr‚nu : perdere il treno, perdere l'occasione propizia, arrivare in
ritardo, lasciarsi sfuggire l'opportunit„
Parde u tr‚nu
75
p€rte b‚gn cuni€’ : partire ben “incuneato” 2, andarsene ben servito,
conciato per le feste
pas€la vola : passarla vola (?), andare in bianco, non ottenere alcun
risultato, non avere ci† che ci si aspettava, fallire
clamorosamente (ad es. trascorrere un inverno senza neve,
passare una notte insonne, ecc.... )
pas… a la caserola : passare alla casseruola, uccidere in modo violento,
eseguire una pena capitale
pas… da na p€rt a l'auta : passare da una parte all’altra, morire
pas… en ('t) desmanti (en desm‚nti) : passare nel dimenticatoio, passare di
mente, dimenticarsi di qualcosa
pas… i p€ste : passare i pasticcini, picchiare qualcuno, dargli il ben-
servito
pas… per u pert‡s 't l'ƒvia : passare per il buco dell’ago, cavarsela per un
pelo, farcela all'ultimo istante
pas… u lavur : passare lo strato di terreno arato/arabile, passare lo strato
arato o arabile (ad es. la pioggia caduta in rilevante quantit„)
p€zi m„ na culumba : calmo/pacifico come una colomba, pacifico e
tranquillo
p€’ / p‰ d‡bi che… : non/pi† dubbio che, non ‚ pi• successo, non c'‚ pi•
stato verso di…
p‰ mach bun : poi solamente buono, molto buono, buonissimo
p‰ mach gram : poi solamente cattivo, molto cattivo, pessimo
p‰ pu‰ defegine : non poter pi† sfuggire, non poter pi• restarne senza
p‰ pu‰ s-ciarye : non poterli pi† vedere/mettere a fuoco, non sopportarli
pi•, averli in odio
p‰ sav‰ c… f… prim : non saper pi† cosa fare per primo, aver un mucchio di
lavoro da fare
p‰ sav‰ unda sb€te ‘t la testa : non saper pi† dove battere la testa, non
saper pi• cosa fare a forza che si ha lavoro
p‰ v‚ghe la vaca : non vedere pi† la mucca, essere spossati, sfinito per la
fatica, oppure essere ubriaco fradicio
penten… chiycƒgn : pettinare qualcuno, maltrattare qualcuno, dargli il
benservito
pentŒ a mort : pentito a morte, amaramente pentito
2
l’aggettivo cuni€’ (incuneato) deriva dall’utilizzo dei cuni (cunei), usati per fissare e
fermare qualcosa di traballante o sbilenco, oppure per aprire un passaggio (ad es. i
cunei di ferro usati per spaccare longitudinalmente i tronchi di legno)
76
P‡ v‚ghe la vaca
per beve che vign lŒ cutarŒa f… b‡t… i m€ni au tavu : per bere quel vino
bisognerebbe far mettere i manici al tavolo, dover bere un
vino pessimo, aspro come aceto per cui occorrerebbe che il
tavolo avesse delle maniglie a cui sostenersi mentre lo si
sorseggia
per gn‚nt fau s‚nsa testa - che ndazŒa m€l - Nusgnˆ l'€ fat s‚nsa
cugnisi†n! (s‚nsa serv‚l) : per non farlo senza testa – che
andava male – Iddio lo ha fatto senza cognizione (senza
cervello), si dice di persona stolta e sconsiderata, ottusa e
insensata
per la cumpagnŒa figna u preve ‘d Ru€s-cia s’‚ mari€’ : per la compagnia
perfino il prete di Roaschia si ‚ sposato, si dice di persona
che ha segue la massa come una pecora, che fa quello che
fanno gli altri senza porsi domande
per na cutl… t'ufandes....3 ! : per una coltellata ti offendi!, come sei
suscettibile, come sei permaloso!
perfund… tƒt : delapidare tutto, scialacquare, mangiarsi tutto il patrimonio
pes (pezant) m„ 'n gogiu : pesante come un ?, molto pesante
pŒ spas che la cauna : pi† spesso della canapa, spesso, ruvido, grossolano
pi€ne ƒgn per b€te l'aut : prenderne uno per battere l’altro, non sai chi sia
il peggiore, sono tutti due della stessa forza
3
questo modo di dire ‚ attribuito agli abitanti di Vignolo (i vignul‡gn) che a Boves
avevano fama di essere particolarmente litigiosi e permalosi…
Un loro presunto e ironico modo di dire
(ƒh l„, per na cutl„ t’uf‚ndes? = oh-l‰, per una coltellata ti offendi?) confermerebbe
il fatto che essi erano talmente avvezzi ai litigi che una banale coltellata non era
sufficiente a scalfirne la suscettibilit„… ragion per cui non doveva essere neanche
motivo di proteste da parte di chi l’aveva ricevuta!
77
pi€se a burŒ : prendere a ??, avere in odio, azzuffarsi, bisticciare
4
randa s.f [dal gotico randa]. – orlo, margine estremo, spec. di cosa circolare o quasi
circolare (da Wikipedia)
78
pi‰gn m„ 'n berlat : pieno come un barilotto, sazio, satollo e gonfio per il
tanto mangiare
pient… baraca e b‡rat‰gn : piantare 5 baracca e burattini, mollare tutto sul
pi• bello ed andarsene lasciando tutto com’era
pient… d'arb•t : piantare dei rimbalzi, scalpitare, fare dei grandi ed elastici
salti
pient… na b‚da : rifilare una sberla, dare un colpo, urtare fortemente e con
rumore
pient… na bign‰tta : piantare una frittella 6, fare un macello, ridurre in
briciole, maciullare
pient… na cum‚dia : piantare una commedia, fare un gran clamore, destare
scalpore, fare un casino infernale
pient… na ghiga : piantare una sberla, rifilare/dare una sberla, dare un
forte colpo, urtare violentemente
PientŠ na ghiga
5
il verbo pient… (piantare) viene usato spesso con diverse sfumature di significato:
ad es. nei modi di dire seguenti indica e si sostituisce a verbi quali rifilare/dare, fare,
provocare/produrre, mollare/lasciare, ecc….
6
bign‰tta indica sia una poltiglia informe, schiacciata e maciullata e deriva il suo nome
dalla pappetta che ‚ la base per la preparazione di un semplice dolce casalingo, una
sorta di frittella ottenuta amalgamando uova, zucchero, farina e spesso anche con
l’aggiunta anche di mele (i bign‡tte)
79
pient… 'n pacioch : fare un pastrocchio, un pasticcio, un affare
ingarbugliato e difficile da districare
pient… 'n tumign : piantare un tomino, rifilare/dare una sberla
pient… n'escufiot : piantare un ceffone, rifilare/dare una sberla
pient… rab‚l : fare baccano, fare casino, fare rumore
pient… sƒ en carant•t : piantare su un quarantotto, sollevare un polverone,
piantare un gran trambusto, un gran casino cercando tutte le
scuse e gli appigli possibili
pient… sƒ en pi€t e 'n tund : piantare su un piatto piano ed un piatto
profondo, sollevare un polverone, piantare un gran trambusto,
un gran casino cercando tutte le scuse e gli appigli possibili
pient… tƒt su trantƒgn : mollare tutto sul trentuno, mollare tutto sul pi•
bello, nel momento cruciale lasciando gli altri negli impicci
pi… a bota : prendere a cottimo, eseguire un lavoro a cottimo
pi… ai bune : prendere alle buone, dire con buone maniere, dolci melense
ed accattivanti
pi… ai m€le : prendere a male parole, prendere di brutto, con decisione e
risentimento
pi… a nira : prendere in odio, avere in odio qualcosa
pi… a p‚ nt'u c‡l : prendere a piedi nel sedere, prendere a calci, prendere a
pedate
pi… cun na rama (na rama fƒi‡a) : prendere con un ramoscello (un
ramoscello con foglie), prendere a frustate, picchiare
pi… cun na varga : prendere con una verga, prendere a frustate, picchiare
pi… cun na verz‚la : prendere con un ramoscello verde, prendere a
frustate, picchiare
80
pi… cun n'eli•ura : prendere con una ramoscello 7, prendere a frustate,
picchiare
pi… cun en barot : prendere con un randello, prendere a bastonate,
picchiare
7
l’eli•ura ‚ un ramoscello flessibile (solitamente di salice, ma anche di altre essenze,
ad es. di castagno, betulla) usato per legare le fascine
8
i faz‡l‰ sono le pertiche usate quali sostegno per far arrampicare le piante di fagiolo
81
pi… la vŒa di varne : prendere la strada degli ontani, rincasare, tornare a
casa, andare a dormire a casa
pi… per u col : prendere per il collo, 1) ribellarsi violentemente a qualcuno
2) far pagare qualcosa caro e salato, essere uno strozzino, un
usuraio profittatore
pi… per u c‡l : prendere per il sedere, prendere per i fondelli, deridere o
imbrogliare
pi… u guid†n : prendere il posto di comando/la guida, assumere il comando
di una situazione
pi… u vir logn.... : prendere il giro lontano, tenersi alla larga (o tenersi sul
vago durante una conversazione)
piƒr… m„ na pentenera : piangere come una pettinatrice (?), piangere a
dirotto
piƒr… m„ n'epciot : piangere come un bambino, piangere a dirotto
piƒr… mizerie : piangere miserie, lamentarsi di una immaginaria povert„
piƒu bagn€’ : piove bagnato, piovere
piƒu che DŒu la manda : piove che Dio la manda, piove a dirotto
piƒu gros m„ na magn : piove grande come una mano, piove a dirotto
piƒve a curd‰tte : piovere a cordicelle, piovere a dirotto
pis… pŒ c‡rt : pisciare pi† corto, non darsi arie, moderarsi, non esagerare
raccontando cose fantasiose per pavoneggiarsi e farsi belli
piuma gn‚nt ‘d nus per ‘d c‡c€le : non prendiamo noci per bolle d’aria,
non prendere lucciole per lanterne
piuma l… chi v‚gn : prendiamo quello che viene, prendiamo la vita con
filosofia, accontentiamoci, quello che capita capita
piuma tƒt per b†n : prendiamo tutto per buono, prendiamola con filosofia,
accontentiamoci, quello che ci capita lo accettiamo
piy-la pŒ b€sa ! : prendila pi† bassa, calmati! datti una calmata!
piy-me gn‚nt per n'aut : non prendermi / non confondermi con un altro,
sta attento ! non sai con chi hai a che fare…
pl… i sord : pelare i soldi, essere un gran risparmiatore, un avaro, capace di
cavare il sangue dalle rape, quasi capace di pelare il denaro
prima di darlo via!
pƒs f… f… en c€dre : puoi far fare un quadro, l’hai scampata bella, puoi
ringraziare Iddio del miracolo che ti ha fatto
pƒs gn‚nt encuntrau : non puoi incontrarlo, ‚ molto irascibile,
suscettibile, meglio non averci a che fare assieme
pugnant m„ na vespa : pungente come una vespa, capace di provocare con
parole nel punto giusto
82
PŒs fŠ fŠ en c•dre
pulita la meza ! : pulita la mezza, basta!, finito cos…!, questo ‚ tutto, belle
che fatto
pulit m„ s‰ : pulito come qui, ben pulito, scopato e rassettato
p‡m… i galine s‚nsa f€le cri… : spennare le galline senza farle gridare,
fare qualcosa di negativo in modo indolore, senza farsi
accorgere dagli altri, in modo subdolo, plagiare qualcuno
raggirandolo in modo da annientarne la personalit„ e poterlo
assoggettare al proprio volere
purt… chiycƒgn en magn : portare qualcuno in mano, tenere in gran
considerazione qualcuno, tesserne elogi e lodi spropositate
purt… p€ia : portare paglia, preparare il nido, prepararsi per sposarsi,
mettere su casa
83
PurtŠ chiycŒgn en magn
lettera R
rande u pagn d‡r : rendere il pane duro, vendicarsi, rendere pan per
focaccia, farla pagare cara
raviul€se m„ i grign en la pauta : rotolarsi per terra come i maiali nel
fango, insozzarsi
rengi… da feste : aggiustare per le feste, dare il fatto suo, conciare per le
feste
rengi… y ƒu en la cav€gna : aggiustare le uova nella cesta, riappacificarsi,
riaggiustare le cose, cercare un compromesso
RengiŠ y Œu en la cav•gna
84
rincr‚se u s‚nch du cƒr : rincrescere il sangue del cuore, rammaricarsi,
rincrescere enormemente, provare un gran rammarico
robe 'd mascarŒa : robe di stregoneria, sortilegi, cose di magia,
incantesimi
r‡d… ent'en ci… : incornare in un chiodo, intestardirsi, scornarsi, piuttosto
farsi del male ma non cedere
r‡mi… t‡ta la n•t : ruminare tutta la notte, passare la notte in bianco per
non aver digerito
rumpe en tanti t•ch : rompere in tanti pezzi, fare a pezzettini, spaccare,
rompere per la disperazione
rus m„ 'n biru : rosso come un tacchino, rosso in viso
rus m„ 'n puwr†n : rosso come un peperone, rosso (per timidezza di
solito)
rus m„ 'n viribich : rosso come un tacchino (?), rosso fiammante, rosso di
vergogna o timidezza
rus m„ u f• : rosso come il fuoco, rosso fiammante, rosso di vergogna o
timidezza
lettera S
86
sbatisne i ciap : sbattersene i cocci10, fregarsene
sbign€’ m„ na bign‰tta : schiacciato come una poltiglia (di frutta),
schiacciato, pestato, ridotto in poltiglia
sb‡ie u s‚nch : ribollire il sangue, restare agghiacciato per il gran
spavento, avere orrore
scapes p€’ da scola : non scappi da scuola, ‚ cos…, fai come vuoi ma non
c'‚ niente da fare, non pu† essere diversamente, non c’‚ via
d’uscita
scapu… ent'u pi€t unda l'€s sampe mengi€’ : sputare nel piatto dove hai
sempre mangiato, essere irriconoscente
sc€rpe 'd prima cius‡ra : scarpe di prima calzatura (?), un paio di scarpe
nuove
scaud€se u pis : scaldarsi il piscio, infervorarsi, preoccuparsi, darsi da fare
per qualcosa
scaud… i gagnaule (i mengioire) : scaldare le ganasce (le mascelle),
piccante, forte, che brucia
scaud… u b‚nch : riscaldare il banco, non essere uno scolaro diligente, non
imparare nulla a scuola
ScaudŠ u b‚nch
10
qui forse sarebbe pi• giusto intendere ciap non come “cocci di una stoviglia rotta”,
ma come ciape,-natiche - quindi praticamente sarebbe una variante del comune modo
di dire sbattersene le balle
87
s-ciatuni€se b‚gn : accapigliarsi per bene 11, bisticciare, prendersi per i
capelli
scrive (scrive m€l) m„ na galŒna : scrivere male) come una gallina, avere
una pessima calligrafia
11
il verbo s-ciatuni… deriva dal termine dialettale ci€t (gatto) ed indica l’azzuffarsi, il
prendersi per i capelli di due litiganti in una baruffa simile a quelle che fanno i gatti tra
loro
88
se feise en lˆ t'arŒa gi€’ mengi€’ ! : se fosse un lupo ti avrebbe gi‰
mangiato, ‚ in vista, ‚ solo l… da prendere e non lo riesci a
vedere…
se im b‡teise a f… capei la giant nasarŒu s‚nsa testa ! : se mi mettessi a
fare cappelli la gente nascerebbe senza testa, qualunque cosa
faccio mi va sempre male, sbaglio sempre il momento e la
situazione
se i feise Nusgnˆ a st'ura u sarŒa gi€’ cal€’ giƒ’ : se ci fosse il Signore a
quest’ora sarebbe gi‰ sceso gi†, se ci fosse Dio di fronte a
una tale cosa sarebbe gi„ sceso dal Paradiso per fare giustizia
se i pand la maranda.... la pia p‰ ! : se gli appende la merenda… non la
prende pi†!, si dice di persona di alta statura che se avesse la
perfidia di appendere la merenda di qualcun altro lo
priverebbe del pasto….
se i vei vegheisu.... : se i vecchi vedessero…, il mondo ‚ cambiato
tantissimo (spesso in peggio) tanto che se i vecchi
risorgessero non potrebbero credere ai propri occhi nel
vedere com'‚ diventato....
se l’‚ gn‚nt en lˆ l’‚ en ch‚gn b‚gn gros! : se non ‚ un lupo ‚ comunque
un cane ben grosso, potrei sbagliarmi ed esagerare ma ‚
comunque una cosa grande (…o pericolosa, …o paurosa)
cos… come dico….
se la tara tagn.... la forsa m‚nca gn‰nt! : se la terra tiene la forza non
manca!, si dice quando si sta compiendo un grande sforzo nel
sollevare o smuovere o cercare di forzare qualcosa che fa
resistenza
se lu l€su parl….... lu mpicu gn‚nt! : se lo lasciano parlare… non lo
impiccano!, si dice di uno che non sta mai zitto un attimo, un
gran chiacchierone
se vƒs mengi….... desn… gau-te i d‚nt ! : se vuoi mangiare altrimenti togliti
i denti!, c'‚ questo da mangiare.... fai come vuoi, se lo mangi
bene, altrimenti aggiustati!
se y escapa la brunsa la f€’ p‰ la pul‚nta ! : se gli scappa il paiolo non la
fa pi† la polenta, ‚ un postaccio, ripido e malagevole, non in
una posizione bella per abitarci
s‚nch 'd cav€l : sangue di cavallo, indica un vino forte e corposo, molto
scuro e colorato come fosse sangue
serc… cun u lantern‰gn : cercare con il lanternino, ‚ una cosa molto rara
da trovare, non c'‚ l'uguale
serc… 'd gr€te : cercare grane, cercare rogne
89
serc… 'd rinfule : cercar pretesti (per bisticciare o non fare una cosa),
cercare scuse per non fare qualcosa
serc… la varga a f€se fr‡st….... : cercare la verga per farsi frustare,
cercare o sfidare la buona sorte fino a farsi cogliere con le
mani nel sacco, fino a farsi del male da soli
90
smangia m„ u sid‚ntu (m„ l'asid‚ntu) : prude come l’accidente, prude
terribilmente
smŒa che ch‰rpe a mƒre : sembra che crepi a morire, non vuol saperne di
morire!, detto scherzoso per uno che gode di ottima salute o
per qualcosa che non vuole spegnersi, come ad es. per un
fuoco che brucia…
smia che dugnes et l… t… : sembra che tu dia del tuo, non sei molto
generoso, sei uno spilorcio
smŒa che i m‚nche la tara suta i p‚ : sembra che gli manchi la terra da
sotto i piedi, ‚ estremamente impaziente come se la terra gli
crollasse da sotto i piedi
smŒa che l'abe gi‡r€’ u faus : sembra che abbia giurato il falso, ‚
magrissimo, estremamente patito e consumato
smŒa che l'abe i Tedesch ai truse : sembra che abbia i Tedeschi alle
calcagna 12, ‚ di corsa, in modo molto frettoloso
smŒa che l’abes da f… u gi€s : sembra che abbia fare il sacco amniotico,
smettila di gemere e lamentarti…
smŒa che lu pelu vŒu : sembra che lo pelino vivo, detto di qualcuno che
urla e piange ad alta voce come se lo stessero pelando vivo!
smŒa che u diau lu porte via : sembra che il diavolo lo porti via, non vuole
fare una determinata cosa in nessun modo, scansa tale lavoro
come se fosse una maledizione
smia 'd l'empusibu (empusibul) : sembra l’impossibile, sembra incredibile
una tal cosa
smŒa 'd mengi… na rava : sembra di mangiare una rapa, ‚ insapore, col
gusto di una rapa
smŒa 'd tri‰tta : sembra tri‡tta 13, alimento duro, cibo immangiabile
smŒa la c€’ 'd Cinciav‰tta : sembra la casa di Cinciav‡tta 14, ‚ proprio una
casa di matti
smia n'est€la : sembra una stalla, locale sporco disordinato e puzzolente
smŒa na coza : sembra una cosa, ‚ una cosa disdicevole, non so se riesco
ad osarmi a fare una cosa cos…, ‚ un vero affronto fargli
questo…
12
le truse sono i grossi fasci di fieno (opportunamente legati) che venivano scesi a
valle dai prati e pascoli posti in quota, trascinandoli sulla neve nella stagione invernale
fino agli spiazzi (cariŽu) destinati al carico sulle brasere (grosse slitte da trasporto)
13
tri‰tta: alimento per maiali fatto di scarti vari confezionato in grossi pani tondi,
secchi e duri
14
Cinciav‰tta : probabile personaggio di qualche storia o favola locale di cui non ci
sono note le vicende (forse un altro nome di Cinciota , la protagonista di una delle pi•
conosciute favole bovesane ….)
91
smŒa R‚ Menelich : sembra re Menelik 15, detto di persona superba e
altezzosa, che si d„ un sacco d’arie
smŒ… a bun€nima du m‚ buch : assomigliare alla buonanima del mio
caprone, riferito a persona brutta, sporca e dimessa
smŒ… a 'd b‰rle et crava : assomigliare ad escrementi di capra, detto di
qualcosa di piccolo e schifoso
smŒ… a 'd l‡m€se : assomigliare a lumache, cibo molliccio e bavoso, per
niente appetitoso (ad es. gli spaghetti troppo cotti)
smi… a na cuspia : assomigliare ad una cuspia 16, essere raggomitolato su
sˆ stesso, curvo e piegato, con una postura non diritta
smi… au catŒu ladr†n : sembrare il cattivo ladrone, essere mal messo, mal
vestito, sporco
smi… 'd lasne : assomigliare a lesine, avere capelli lunghi e perfettamente
diritti e lisci
smi… la mort che camina : assomigliare alla morte che cammina, detto di
persona malconcia, malaticcia, mezza morta
smi… la regina Taitˆ : assomigliare alla regina Taitu 17, essere molto
vistosa ed elegante, donna che si fa notare, che non passa
inosservata
smi… na fent€sma : assomigliare ad un fantasma, vestito in modo strano ed
eccentrico
smi… u ciuch su putag‰ : sembrare il gufo sulla stufa, essere inebetito, a
disagio, frastornato e senza parole
smune i p€t‚le / i p€ste : offrire/minacciare le botte / i pasticcini,
minacciare botte a qualcuno
sƒli m„ la magn : liscio come la mano, liscio, scivoloso
sƒli m„ 'n bili€rd : liscio come un biliardo, liscio, piano
sortes m€i-p‰ cun y ƒi sƒt.... : non ne esci mai pi† con gli occhi asciutti, ne
esci malconcio, pentito e annientato da una tale situazione
sƒs m€i b†n! : (intercalare intraducibile) ma pensa un po’, ascolta qui
quello che ‚ capitato, a quel punto c’‚ stata una tale
reazione…!, ‚ andata cos…....
s…-sŒ v€’ mach b‚gn a tai… la tuma : questo va bene solamente a tagliare
la toma, coltello o altro attrezzo che non taglia pi• per niente
15
Menelik : imperatore, negus dell’Etiopia
16
cuspia : listello di legno (solitamente di castagno) sottile e flessibile usato per la
produzione artigianale di cesti e gerle
17
Taitˆ Batˆl (Sole, Luce di Etiopia), pi• nota in Italia come regina
Tait† fu imperatrice consorte d'Etiopia (1889-1913), moglie del negus Menelik II (da
Wikipedia)
92
SŒli m‰ 'n bili•rd
18
la parole reina indica in bovesano una cengia su una parete rocciosa
93
comportamento tenere o che decisione prendere, essere
semplice spettatore
stufi… figna i sant : stufare perfino i santi, tediare, stufare a morte
stun€’ m„ na cioca ruta : stonato come una campana rotta, stonato
st‡pid m„ bur€cc : stupido come bur•cc (?). molto stupido, scemo
sua m€re l'era c… gi€’ parai.... : sua madre era anche gi‰ cos•!, detto di
cosa brutta, malfatta, difettosa (ad es. il tronco di una pianta)
suma m€i ndat en past‡ra ens‚m : non siamo mai andati al pascolo
assieme, non prenderti troppa confidenza
suma s‰ suta u tend†n grand : siamo qui sotto il tendone grande (il cielo),
siamo vivi, tiriamo avanti
suma s-gnur figna en sima 'd la testa : siamo ricchi fino sopra la testa,
siamo fortunati, siamo ricchi, siamo signori
s‡tta m„ 'n branch : asciutta come un branch (?), asciutta, prosciugata,
senza latte (ad es. una capra)
lettera T
tac€’ au trav€i m„ u ci€t a la c€rn : attaccato al lavoro come il gatto alla
carne, essere un gran lavoratore
tac€s-lu a l’ƒrŒa (a n’ƒrŒa) : attaccarselo all’orecchio (ad un orecchio),
ricordarselo, tenerselo a mente per sempre in futuro
tac… u mund a l'encuntr€ri : iniziare il mondo al contrario, detto di cose
che non vanno per il verso giusto, fatte malamente, fatte al
contrario di come dovrebbero venir fatte
tai€’ cugn l'apiot (cugn l'apia) : tagliato con l’accetta (con la scure),
rozzo, grossolano
94
tai… m„ 'n raz…u : tagliare come un rasoio, molto tagliente
tamp au tamp : tempo al tempo, bisogna attendere il momento opportuno,
bisogna avere pazienza
tant n'€s en la testa m„ suta i p‚ ! : tanto ne hai nella testa come sotto i
piedi..., sei un insensato, uno scervellato senza cognizione
t'ar€’ p‰ p€’ su€’ u lat! : non ti avr‰ poi mica prosciugato il latte!, non c'‚
bisogno di spaventarsi cos…, non ‚ mica successo nulla di
irreparabile, non essere sgomento e reagisci!
t‚h, sp‚cc-te s‰ ! : toh, specchiati qui!, guarda qui! guarda cosa sono stato
capace di fare, hai visto che ‚ cos… come dicevo! ammira!
tene a b‚ch e piota : tenere a becco e zampa, accudire qualcuno in modo
ottimo, senza lasciargli mancare assolutamente nulla
tene caut : tenere caldo, seccare, importunare, noiosare
tene m„ 'n bumb†n : tenere come un bombon, tenere bene, con tutte le cure
e le attenzioni possibili
tene pŒ pocc che la marda 'd na galina : considerare meno che la merda di
una gallina, non avere in stima, in considerazione, non
considerare qualcuno facendo come se non esistesse
nemmeno
tene u tal†n : tenere la carta finale buona, la carta che permette di fare
propria l'ultima mano nei giochi di carte
t‚ndre m„ c€i : tenero come caglio, molto tenero, tenero come la cagliata
per fare il formaggio
ten-se (tenise) ai branche : tenersi alle branche, assicurarsi, fare molta
attenzione, stare molto attento, essere cauto ed avveduto
t‰ s‰ che sƒs n'om ! : tu s• che sei un uomo!, tu s… che vali! (detto per†
spesso ad una donna con evidente e comico controsenso)
tir€i ai tre 'd p‰ : tirarci “ai tre di pi†”, lavorare a pi• non posso, lavorare
come un ossesso
tir€i m„ 'n desper€’ : tirarci come un disperato, lavorare come un ossesso
tir€ne fora ‡na garsa : tirarne fuori una storta, dire uno strafalcione, una
cosa insensata
tir… an‚nt la b€rziga (...la baraca) : tirare avanti la baracca, essere alla
guida, provvedere a tutto quanto necessita, essere il
capofamiglia
tir… 'd la p‰nna : tirare della p‡nna (?), suonare una fisarmonica, suonare
un organetto
tir… 'd na gamba : tirare di una gamba, zoppicare
tir… 'd v‰ttule : tirare delle sberle
tir… i p‰ttule : tirare le cuoia, morire
95
tir… la giaca : tirare la giacca, schernire, deridere, prendere in giro
tir… la trƒva per la cua : tirare la scrofa per la coda, fare qualcosa che
non ha alcuna possibilit„ di riuscita
tir… na sabr€gna : tirare una sciabolata, tirare a caso, un colpo o una
stima a casaccio, senza rifletterci troppo su
tir… na sal€gna : tirare una (cosa / cifra)“salata”, effettuare un colpo o
un’azione decisa, dagli effetti pesanti (ad es, chiedendo un
prezzo sproporzionato per un lavoro da eseguire o per un
prodotto in vendita)
tir… na savas€gna : tirare una ??, tirare a caso, un colpo o una stima a
casaccio, senza rifletterci troppo su
tir… na sias€gna : tirare una “setacciata”, un cosa fatta senza pensarci
troppo su agli effetti che provocher„
tir… na trab‡c€gna : tirare una stima a casaccio, tirare a caso una stima/un
colpo dato a casaccio senza rifletterci troppo su, una stima
grossolana fatta basandosi sui trabucchi 19
tir… pere : tirare pietre, sparlare, denigrare qualcuno, sparlare alle spalle
tƒt i furn cƒzu per t‰.... ! : tutti i forni cuociono per te, sei ovunque, sei
ficcato dappertutto, in ogni contesto sei di mezzo, vuoi dire
sempre la tua come se fossi il padrone
tƒt u santu d‰ : tutto il santo giorno, per tutto il giorno, ininterrottamente
tra nd… e vene.... : tra andare e venire, ne passa di tempo.... e di buone
intenzioni non mantenute
tramul… m„ na fƒia : tremare come una foglia
trav€i du p‚ntu : lavoro del pettine, un lavoro stupido e inutile, o un lavoro
mal fatto, mal eseguito
trav€i foravŒa : lavoro extra, lavoro particolare, lavoro fuori dell’ordinario
travai… da 'n ciar a l'aut : lavorare da un chiarore all’altro, lavorare sodo
tutto il giorno, dall’alba al tramonto, finchˆ c'‚ luce
travai… 'd diabolica : lavorare di diabolica, occuparsi/praticare le arti
magiche
travai… 'd fizica : lavorare di fisica, praticare le cose occulte, praticare la
magia e gli incantesimi
travai… y € c… m€i fat m€l ! : lavorare non gli ha anche mai fatto del male,
essere un gran pelandrone
19
trabƒch : sottomultiplo della giornata piemontese
Il trabucco piemontese ‚ un antica misura di lunghezza usata in diverse province della
regione, pari a 3,086 metri, a cui corrisponde, come misura di superficie, il trabucco
quadrato, pari a 9,5259 mq
96
travai… m„ la tempesta : lavorare come la grandine, lavorare
ininterrottamente, senza mai un momento di pausa,
infaticabilmente
travai… m„ 'n sasign : lavorare come un assassino, lavorare come un
ossesso
travai… per la Madona : lavorare per la Madonna, lavorare gratis, senza
alcun ricavo
tre au trƒch : tre punti alla sommit‰ (?) 20, modo di dire nel gioco di bocce
(si usa quando con una bocciata ben eseguita un giocatore
toglie dal gioco una boccia avversaria che impedisce alle
bocce gi„ giocate della propria squadra di ottenere due o tre
punti in una volta sola)
trencuil m„ na P€sca : tranquillo come una Pasqua, tranquillo e pacifico
trencuil m„ 'n Papa : tranquillo come il Papa, tranquillo e pacifico
trencuil m„ 'n puciu (st… da puciu) : tranquillo come un nodo (stare da), 21
stare meravigliosamente bene, in gran comodit„ e tranquillit„
tr‡farŒu Nus-gnˆ se lu ncuntreisu! : trufferebbero il Signore se lo
incontrassero, sono dei veri truffatori
trƒv€se a c€rte vintenƒu : trovarsi a carte ventinove, trovarsi costretto, alla
disperazione, in una situazione di estremo bisogno
tr‡v€se en y embrƒi : trovarsi negli imbrogli, essere nei pasticci, essere nei
guai
truv€se en mes a na via : trovarsi in mezzo ad una strada, essere rovinato,
non avere pi• il becco di un quattrino
tr‡v… i tƒfi‰tte (‚se ent'i tƒfi‰tte) : trovarsi nelle grane, essere nei guai, in
difficolt„
truv… la sua sc€rpa : trovare la sua scarpa, incontrare l'anima gemella
truv… Nus-gnˆ en l'ort.... ! : trovare il Signore nell’orto, avere una fortuna
sfacciata, un gran colpo di fortuna
t‡b… m„ na cimineia : fumare come una ciminiera, fumare come un turco
t‡b… m„ na tabachera : fumare come una tabacchiera, fumare come un
turco
tuc… du d‰ : toccare col dito, verificare, appurare, spesso anche scottarsi
pagando di tasca propria
tuc… la sacocia : toccare la tasca, costoso, caro, che mette in crisi il
portafoglio
20
trƒch: sommit„, cima collinare arrotondata, cresta displuviale tra due versanti
21
puciu: letteralmente un ciuffo, ciocca, fiocco (di corda, di tessuto, di capelli umani o
peli animali, ecc….)…. botanicamente invece, puciu mol =ciuffo molle, ‚ il nome che
indica la nespola e l’albero che la produce….
97
tuc… u portafƒi : toccare il portafoglio, costoso, caro
tuc… u tamp : toccare il tempo, mettere fretta, sollecitare, mettere premura
turuni… t‡t u dŒ : tubare tutto il giorno, borbottare incessantemente per
tutto il giorno
t‡se m„ 'n carbun‰ : tossire come un carbonaio, tossire a pi• non posso
t‡t y €gn cuntu ƒgn : tutti gli anni contano uno, ogni anno fa invecchiare
di un poco
t‡ti la vƒlu, gn‡gn la pŒa ! : tutti la vogliono nessuno la piglia, tutti
sembrano volerla sposare per† nessuno la prende veramente
in moglie!
lettera U
u bevarŒa 'd lesi€s : berrebbe del lesi•s 22, ‚ un gran bevitore, un ubriacone
u ch‚gn l'‚ ndat en vie : il cane ‚ andato in veglia, detto quando il cane si
assenta per alcuni giorni da casa per seguire le cagne in
calore
u d‰ che tacu a d€i ai foi l’‚ p‰ mei che taches a cure....! : il giorno che
iniziano a dargli agli scemi ‚ poi meglio che cominci a
correre!, modo gentile per dire a qualcuno che ‚ un vero
stupido!
22
lesi€s : liquido che si ricava dal passaggio dell’acqua bollente sulla cenere durante la
les•a (liscivia), il complesso procedimento usato un tempo per il bucato casalingo,
prima dell’introduzione della candeggina
98
u d‰ che i d‚gn ai foi cal l‰ u v‚gn tƒt bl• ! : il giorno che gli danno agli
scemi quello l• diventa tutto blu (a causa degli ematomi),
altro modo gentile per dire a qualcuno che ‚ uno scemo!
u farŒa gn‚nt la camura d'en sord : non farebbe la camorra di un soldo, ‚
davvero onesto, non si intascherebbe neanche un denaro di
guadagno per sˆ....
u giˆ u munta : il giogo sale, ‚ un pelandrone, non ha voglia di lavorare
u giuarŒa du c‡l set€’ es na br‡stia : giocherebbe col sedere seduto su una
spazzola di ferro 23, detto di un giocatore estremamente
appassionato del gioco delle bocce
u l’€ sampe tenƒ’ cial u m€s : ha sempre tenuto lui il mazzo, ha sempre
parlato lui, ‚ stato l’unico protagonista della serata (come nel
gioco delle carte, solo uno ‚ il mazziere che le distribuisce
agli altri giocatori)
u l'‚ en cam‰gn che i banda ! : ‚ mentre li stringe, ‚ sul punto di morire, ‚
moribondo (oppure sta avendo una grossa paura)
u l'‚ p€’ tƒt en c€dre : non ‚ mica tutto in quadro, non e molto a posto col
cervello, ‚ un po' svitato
u pagn u l'€ tropa farina : il pane ha troppa farina, detto di chi ‚ ingordo
e mangia sŒt (=asciutto, cio‚ solo il companatico senza il
pane di accompagnamento)
u p€re di patanƒ’ / u p€re di m€lvest‰ : il padre dei nudi / il padre dei mal
vestiti, cio‚ il sole
U p•re di patanŒ’
23
br‡stia : scardasso, spazzola di ferro usata per cardare e pettinare la canapa
99
‡gn vir€’ a l'envars : uno girato all’inverso, un omosessuale
unda u vau ? : dove va?
‡nvarn di p…ure : inverno dei poveri, inverno mite e poco freddo tanto da
andar bene anche a coloro che, ridotti in povert„, faticano a
riscaldarsi
lettera V
v€’ a cag… a Biot : va’ a cagare a Biot, ma va’al diavolo, va’ a quel paese
v€’ a cag… a la vigna : va’ a cagare alla vigna, va’ al diavolo, va’ a quel
paese
v€’ a cat€te en cas‡l : va’ a comprarti un mestolo, va’ alla malora, va’ a
quel paese
v€’ a cat€te na mola : va’ a comprarti una mola, va’ alla malora, va’ a
quel paese
v€’ a cugi€te : va’ a coricarti, va’ alla malora, va’ a quel paese
v€’ a f€te benezŒ : va’ a farti benedire, va’ alla malora, va’ a quel paese
v€’ a f€te frize : va’ a farti friggere, va’ alla malora, va’ a quel paese
v€’ a f€te f‡rb : va’ a farti furbo, va’ alla malora, va’ a quel paese
v€’ a pi€t-la en la giaca (v€t-la a pi… en la giaca) : va’ a prendertela nella
giacca, va’ alla malora, va’ a quel paese
v€’ a pi€t-la en ent'u c‡l (v€t-la pi… en ent'u c‡l) : va’ a prendertela nel
culo, va’ alla malora, va’ a quel paese
v€’ a pi€t-la en y organo : va’ a prendertela nell’organo, va’ alla malora,
va’ a quel paese
v€’ a strem€te : va’ a nasconderti, va’ al diavolo, va’ a quel paese
v€’ che br‡za : va’ che brucia, va’ veloce
v€’ che s-ciopa : va’ che scoppia, va’ veloce
v€’ en pal‡dria : va’ in Pal‹dria (?), ma va’ alla malora, va’ a quel paese
v€’ es la buza : va’ sullo sterco di mucca, va’ a quel paese!
v€’ es la marda : va’ sulla merda, va’ a quel paese!
v€’ 's la be€ta : va’ sulla beata (?), va’ al diavolo !, va a quel paese! fatti
furbo !
v€’ 's la furca.... t‰ e chi ‘t vƒl b‚gn ! : va’ sulla forca…. tu e chi ti vuole
bene!, va’ a quel paese, va’ al diavolo tu e chi ti vuole bene!
fatti furbo!
vagn€se u guvarn : guadagnarsi il governo, provvedere per sˆ stessi,
guadagnarsi da vivere, essere autosufficiente
100
v€l 'd menu che na fƒia 'd por : vale meno di una foglia di porro, non vale
niente, non ha nessun valore
vande (cat…) a b€le rute : vendere (comprare) a palle rotte, vendere o
comprare ad un prezzo irrisorio
vande per en toch et pagn : vendere per un pezzo di pane, vendere ad una
cifra irrisoria
vande u sul per cat… la l‡ce : vendere il sole per comprare la luce, fare un
pessimo affare, restare fregato da solo, fare un affare molto
svantaggioso
vard m„ y arbe : verde come le erbe, verde, malaticcio, con una brutta cera
v‚ghe u babuy‰gn en l'amula : vedere il coleottero nella bottiglia, soffrire
le pene dell'inferno, vedere i sorci verdi
v‚gn a b‚gn a dŒ : viene a bene a dire, si fa per dire, cos… per discorrere
vei brƒt e galƒp : vecchio brutto e goloso, cos… si diventa quando si ‚
raggiunta una certa et„
vei fin‰ : vecchio finito, molto vecchio
vei fut‡’ : vecchio fottuto, vecchio spacciato, molto vecchio
v‰i m„ badan : vecchio come Badan (?), molto vecchio
vei m„ croch : vecchio come Croch (?), molto vecchio
v‰i m„ garan : vecchio come Garan (?), molto vecchio
vei m„ u Paternost : vecchio come il Padrenostro, molto vecchio
vei veŒs 24 : vecchio vecchiccio, molto vecchio
vene a t€i : venire a taglio, diventare utile, essere utile nel momento del
bisogno
venŒa che DŒu la mendava.... ! : veniva che Dio la mandava, la pioggia
cadeva fitta, pioveva a dirotto
v‰n-ye en trabƒch 'd fioca : venirne un trabucco di neve, nevicare
abbondantemente, venirne una gran quantit„
veniy-ne na l‰cca : venirne una quantit‰, cadere molta neve
v‚nta b‡tau au p€s : bisogna metterlo al passo, occorre frenarlo, metterlo
agli ordini, ridimensionarlo ed obbligarlo al rispetto ed
all’obbedienza
v‚nta ‚se en due a tenŒu : bisogna essere in due a tenerlo, detto riferito ad
una persona che beve un vino non proprio buono, con pochi
gradi e acidulo come aceto
24
il raddoppio di una parola (solitamente un aggettivo) con la desinenza Œs finale ‚ a
Boves un accrescitivo, un superlativo che rafforza tale qualit„ (es. giaun giaun•s =
molto giallo, vard verd•s = molto verde, mort murt•s = definitivamente morto, sach
sech•s = molto secco, nŒu-n‹v•s = nuovissimo, crŒ-cr‹•s crudissimo, pi‡gn-pien•s =
pienissimo, ecc.)
101
v‚nta gn‚nt as€se cag… es la testa : non bisogna lasciarsi defecare sulla
testa, non bisogna lasciarsi opprimere, non si deve essere
calpestati e tiranneggiati
v‚nta lev€se prast la matign : bisogna alzarsi presto la mattina, bisogna
essere molto svegli, in gamba e furbi per poterne aver ragione
v‚nta ncˆ che nun manges et pul‚nta (...et p€stas‡tta) : bisogna ancora
che ne mangi di polenta (…di pastasciutta), devi ancora
crescere per potermela fare, per poterti prendere gioco di me
v‚nta vir€i cun u trant : bisogna rivoltarli con il tridente, avere molti
soldi, avere molto denaro, un mucchio di bigliettoni che
occorre il tridente per fargli prendere aria
ventarŒa b‡tau en pocc a pich e p€la : bisognerebbe metterlo un po' a
piccone e pala, bisognerebbe metterlo un po' al lavoro
duramente per fargli capire come ‚ la vita
ventarŒa f… bati… n'€zu : bisognerebbe far battezzare un asino, detto di
fatto strano e insolito, qualcosa che meriterebbe di essere
ricordato negli annali
ventarŒa pas€te en p… 'd l€rd : bisognerebbe passarti un po’ di lardo,
bisognerebbe legnarti per bene
vers… tantu 'd che br• : versare tanto di quel brodo, piangere a dirotto,
piangere a lungo
veru s‚gn che.... : vero segno che, ‚ segno che, vuol dire che… quindi
significa che…
vest‰ a tre dubi : vestito a tre doppi, vestito con abiti pesanti, ben coperto
per ripararsi dal freddo
vest‰ m„ 'n p€ge : vestito come un paggio, vestire elegantemente
vira piche : gira picche, va tutto storto, va tutto male
102
Vest‡ m‰ 'n p•ge
25
pistu ‚ una sorta di imprecazione usata spesso per sostituire una bestemmia vera e
propria (quale Cristu! – Cristo!)
103
VirŠ v‚la
lettera Z
zeru virgola zeru : zero virgola zero, niente di niente, assolutamente nulla
104