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Quindicinale

Anno XL

15.11.2018
Numero

712
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO

Basso Feltrino: esonda il Piave - pag. 1/4


Pro Loco Quero: bilancio dell’attività - pag. 5
Inaugurato il nuovo ponte del Borgo di Schievenin - pag. 6
Fener, restaurato il pannello panoramico - pag. 8
1918 “Alano torna italiana” - pag. 13/16
Chiuso in redazione il 05.11.2018 - Prossima chiusura il 19.11.2018
http://digilander.libero.it/tornado
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
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IL TORNADO Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER-ALANO di PIAVE (BL). DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Mazzocco. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Ales-
sandro Bagatella, Ivan Dal Toè, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
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sul c/c Banco Posta intestato alla PRO LOCO di FENER, IBAN: IT49 M076 0111 9000 0001 0153 328; 3- pagando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: NEGOZIO “DA MILIO” - Alano;
BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero; BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR
“BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 CRONACA

Danni provocati anche dal forte vento

Basso Feltrino: esonda il Piave,


case evacuate a Fener e a Santa Maria
di Silvio Forcellini
Nel Basso Feltrino non si sono avuti i danni registrati in altre parti della nostra provincia né
l’acqua del Piave ha raggiunto i livelli dell’alluvione del 1966, però è una magra consolazio-
ne per quelle persone che hanno avuto la malasorte di vedere le proprie case o le proprie
attività invase dall’acqua o danneggiate dal fortissimo vento. Nonostante sia caduta pochis-
sima pioggia tra lunedì 29 e martedì 30 ottobre, l’esondazione del Piave (con una portata di
3300 metri cubi di acqua al secondo registrata alle “porte” di Fener al culmine della piena)
ha provocato l’allagamento di alcune abitazioni nelle zone più prossime al fiume, a Fener
Basso e a Santa Maria Bassa, con la conseguente necessaria evacuazione dei suoi abitanti.
Gli allagamenti hanno interessato anche la zona industriale di Segusino e tutta l’area del
Parco del Piave di Fener, con la baita della Pro Loco quasi interamente sott’acqua, e di Caorera. Per precauzione
sono stati chiusi sia la passerella di Vas che, per qualche ora, il ponte di Fener. Il forte vento ha provveduto poi a
divellere tende e coperture, come nel caso del bar “Bollicine” di Scalon, o a sradicare alberi, come ad esempio nei
pressi dell’ecocentro alanese. Uno di questi ha colpito, fortunatamente senza conseguenze per il guidatore, l’auto
del nostro abbonato alanese Firmino Dal Canton che stava tornando a casa. E a proposito di casa, i danni più rile-
vanti si sono avuti in quella della nostra abbonata fenerese Anna Maria Bozzato, che risiede con il marito a Fener
Basso. Che altro aggiungere se non un grande ringraziamento a tutte le persone che si sono prodigate giorno e
notte in questi giorni di emergenza maltempo: gli amministratori, i dipendenti comunali, i volontari della Protezione
Civile e dei Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine, i pompieri… E’ grazie a loro se i danni non sono stati maggiori.
2 CRONACA
3 CRONACA

Alano,
Alano, Quero
Quero Vas
Vas e
e Segusino:
Segusino:
le
le immagini
immagini dei
dei danni
danni del
del maltempo
maltempo
carrellata di immagini, di vari autori, a testimonianza della furia di vento e acqua
carrellata di immagini, di vari autori, a testimonianza della furia di vento e acqua
Le foto che pubblichiamo in queste quat-
Le
tro foto
paginechesipubblichiamo
riferiscono aiindanni
queste quat-
causati
tro pagine si riferiscono ai danni
nel nostro territorio dal forte vento e causati
nel nostro territorio
dall’esondazione dal forte
del Piave tra ilvento29 e eil
dall’esondazione
30 ottobre 2018. del Piave tra il 29 e il
30 ottobre 2018.
PAGINA 1 foto 1-2-3-4-5: il Parco del
PAGINA
Piave di Fener1 fotocon 1-2-3-4-5: il Parco
la baita della del
Pro Lo-
Piave di Fener con la baita della
co quasi interamente sotto acqua; foto Pro Lo-
co
6: ilquasi
Piaveinteramente
alle “porte” sotto acqua;
di Fener; fotofoto
7:
6: il Piave alle “porte” di Fener;
la ditta Cimolato di Segusino invasa foto 7:
la ditta
dall’acqua. Cimolato di Segusino invasa
dall’acqua.
PAGINA 2 foto 1-2: il Piave fotografato
PAGINA
dalla Croce 2 foto 1-2: il foto
del Piajo; Piave3-4:
fotografato
il Piave
dalla Croce del Piajo; foto
all’altezza del ponte di Fener; foto 3-4: il Piave
5: il
Piave sempre sul versante di Fener;5:fo-il
all’altezza del ponte di Fener; foto
Piave
to 6: sempre
la pistasul di versante di Fener;
automodelli radioco-fo-
to 6: la pista di
mandati, al Parco del Piave di Fener, completamente allagata; foto 7: le abitazioni di Basso Fener che hanno avuto automodelli radioco-
mandati,
più danni;alfoto
Parco del Piave
8: nonno di Fener,
e nipote completamente
assistono al crescereallagata; foto
dell’acqua nel7:loro
le abitazioni di Basso Fenersenza
cortile (fortunatamente che hanno
conseguen-avuto
più danni; foto 8: nonno e nipote assistono
ze); foto 9: il cortile di Basso Fener di cui sopra.al crescere dell’acqua nel loro cortile (fortunatamente senza conseguen-
ze); foto 9: il cortile di Basso Fener di cui sopra.
PAGINA 3 foto 1-2-3-4: i danni causati al Parco del Piave di Fener nei pressi della “spiaggetta”.
PAGINA 3 foto 1-2-3-4: i danni causati al Parco del Piave di Fener nei pressi della “spiaggetta”.
PAGINA 4 foto 1: la Cartiera di Vas; foto 2-3-4: la passerella e il sottopassaggio della ferrovia a Quero Vas; foto 5:
PAGINA 4 foto 1:
Santa Maria; foto 6:la ilCartiera
panoramadi Vas; foto
verso l’ex2-3-4: la passerella
oasi Cressi e il sottopassaggio
a Marziai; foto 7-8: il Parco della
del ferrovia Quero Vas; foto 5:
Piave diaCaorera.
Santa Maria; foto 6: il panorama verso l’ex oasi Cressi a Marziai; foto 7-8: il Parco del Piave di Caorera.
4 CRONACA
5 CRONACA

Pro Loco Quero


Bilancio annuale dell’attività nel 40° della sagra dei S’cios
a cura Pro Loco Quero
Coll’avvicinarsi della fine dell’anno è giunto il momento per la Pro Loco di Quero di tirare qualche somma.
Iniziamo dalla Sagra dei S’cios, che in questa edizione ha festeggiato il suo quarantesimo anniversario; proprio in
occasione dell’importante traguardo è stato incrementato il programma di intrattenimento. La prima settimana ha visto
esibirsi “Vagabondi Noi”, “Rossella Ferrari” e i “Casanova e le Ombre Rosse”; da citare in particolare la serata latino-
americana e l’immancabile festa dell’Anziano tenutasi domenica 15 luglio, cui ha fatto seguito uno spettacolo di
burattini per fanciulli. Durante la seconda settimana particolarmente di successo è stato l’evento organizzato da “Il
Cantagiro in Tour”, una serata di musica, moda e bellezza, che ha visto sfilare giovani ragazze in abbigliamento
elegante e moda mare bikini. Da citare, infine, domenica 22 luglio che ha concluso la sagra con una giornata densa di
eventi: dal primo Motor S’cios (raduno di macchine d’epoca e sportive alla dimostrazione “Fit&Defence”, dallo Show di
Freestyle alla serata musicale con i “Romantici”.
Durante questa edizione la Pro Loco ha potuto contare sulla nuovissima cassa la quale, munita di una postazione in
più, ha contribuito a contenere le code derivanti dal grande afflusso di visitatori.
La Presidente Teresa Gallina in diverse occasioni ha esternato il suo compiacimento per il successo della
manifestazione (ben 8 i quintali di s’cios consumati!), ma soprattutto è stato apprezzato il gran numero di giovani che
quest’anno ha voluto dare una mano. Fondamentale, come ogni anno, l’energica e volenterosa collaborazione che i
membri della Pro Loco, ma anche di altre associazioni del territorio, hanno fornito durante la sagra. Pertanto il Direttivo
ringrazia tutti i volontari che hanno dato una mano alla realizzazione della sagra.
A metà settembre la Pro Loco ha voluto, ancora una volta, organizzare un evento in Piazza Marconi allo scopo di
ravvivare il centro del paese; il risultato è stata la prima edizione della “Quero youth festival plaza Vez”, una serata di
musica e di ballo organizzata in collaborazione con i bar del paese; uno strepitoso successo: da tempo non si vedeva
Piazza Marconi così animata. Il 14 ottobre, come doveroso ringraziamento a tutti coloro che hanno prestato servizio
durante la Sagra, è stata organizzata una gita a Pola, città dell’Istria ricchissima di storia. La mattina giro turistico della
città fra le vestigia romane e veneziane, poi un lauto pasto a base di pesce, infine visita alle Isole Brioni, sede preferita
di vacanza del presidente jugoslavo Tito. Sull’isola era presente un bellissimo parco, ricco di animali e di altri resti
romani. Alla fine della lunga giornata l’entusiasmo aveva conquistato tutti. Segue una ricca scelta di foto, la migliore
testimonianza di quanto descritto. (Foto copertina di Bruno Macor con il gruppo di volontari della Pro Loco e foto dei
giovani volontari, ripresi durante la gita sociale)
6 LETTERE AL TORNADO

Inaugurato il nuovo ponte del Borgo


e l’intera area della Valle
a cura di Alberto Coppe
Il nuovo ponte di Schievenin che collega la strada comunale LA FONTANA
proveniente da Quero e il Borgo della frazione è realtà. OVVERO “MOLTO RUMORE PER NULLA”
L’attraversamento del Tegorzo, fortemente danneggiato Ecco, sono ancora qua/tutta intera come prima
dall’eccezionale piena non mi han fatto a pezzettini/ e profonda è la mia stima
del novembre 2012, è verso chi con gran rispetto, competenza ed attenzione
stato ricostruito per of- mi ha spostata senza un graffio/ in un’altra posizione
frire maggiore sicurez- E da qui vi osservo e penso / forse avete già scordato
za. Di fronte a tanta il profondo insegnamento/ delle guerre del passato
gente (oltre 150 perso- se mi usate qual pretesto/per cercare scontri nuovi
con il gusto assai perverso/di sedersi sopra i rovi
ne) lo storico fornaio
della frazione Gregorio Io non sono una SIGNORA/che alla faccia dell’età
sembra perder la saggezza /e anche un po’ di dignità
Schievenin, oggi 95
dispensando ingiuste accuse/definendo incompetente
enne, ha tagliato il na- chi nel ruolo suo s’impegna/ e lo fa costantemente
stro tricolore aprendo Vorrei esser quel che sono/ fin da un’epoca lontana
così i festeggiamenti una semplice, tranquilla, molto amabile fontana
inaugurativi. All’evento, Dono l’acqua, cristallina/fresca e pura, di sorgente
celebrato con la santa non ho mai gettato fango/sulle spalle della gente
messa di don Alessio Io rispetto chi lavora/ non denigro chi ha mestiere
Cheso, erano presenti il e non è superficiale/ se ama farlo con piacere
sindaco Zanolla insie- Non copritemi di orpelli /ché ridicola mi sento
me ad altri rappresen- vedan tutti le mie rughe/che raccontano di un tempo
tanti del Comune di quando attorno a me i paesani/ si fermavano a parlare
Quero Vas, tra i quali il vice sindaco Andrea Biasiotto, gli as- e guardandosi negli occhi/ si sapevan confrontare
sessori Cristina Dalla Rosa e Alberto Coppe, il presidente Raf- Ora invece ci si affida/ a carta scritta e social network
faele Baratto e l’amministratore delegato Florian di ATS, socie- non v’è più il coraggio vero/di un colloquio a viso aperto
tà che ha contribuito alla realizzazione del ponte; tutti attorniati Quindi è saggio non risponder/a chi fa provocazione
dalla popolazione di Schievenin e di Quero Vas. “Volevo que- che a parlar sarà il lavoro/quando giunto a conclusione
sta inaugurazione, ha esordito il Sindaco Zanolla, affinché Chiedo scusa a Castelnuovo, per gli assurdi paragoni
Io son fatta di cemento/di Dolomia i suoi bastioni
l’opera fosse sentita e presa in consegna dalla Comunità, che
da ora in avanti potrà beneficiarne. Ringrazio chi ha messo il Definire le sue mura/un’accozzaglia di mattoni
è un concetto pretestuoso/tragga ognun le conclusioni
cuore e l’anima per realizzarla, ricordo che la sua costruzione è Contestare ogni intervento/solo per partito preso
stata molto complessa, che ha fatto nascere in valle anche al- è politica malsana/che nel tempo avrà il suo peso
cune polemiche ma che ha portato uno splendido risultato an- e non giovano alla valle/che è per tutti un grande dono
che in considerazione delle difficoltà operative che ci siamo tante sterili diatribe/che rimangon quel che sono
trovati a dover affrontare. Ora spero che anche i privati proprie- Ai tuttologi di turno/che hanno pronte soluzioni
tari della case procedano con interventi di manutenzione delle ovviamente alternative/ma di certo “le migliori “
loro proprietà contribuendo cosi al decoro e al miglioramento vorrei dir, state sereni/che l’affanno compulsivo
dell’intero contesto urbano”. “A pochi mesi dall’inaugurazione può annebbiare la visione/del paesaggio più esclusivo
del chiosco festeggiamo con un altro intervento di valorizzazio- Quindi pongo all’attenzione/ciò che ha scritto un grande saggio
ne del territorio, simbolo dell’amore e dell’attaccamento per e fermatevi un istante/per comprendere il messaggio:
questa valle” - ha invece sottolineato l’assessore Cristina Dalla “Non vi sono al mondo terre/pure o impure di per sé
quel che fa la differenza/è qualcosa che c’è in te:
Rosa. L’Onorevole Baratto presidente di ATS ha evidenziato la
piena collaborazione che è stata fornita anche dalla società sia bontà o malvagità/il prodotto della mente
è una scelta personale/con l’effetto conseguente”
ATS che proprio grazie all’ottimo rapporto con
Ma ora basta, sono stanca/io vorrei tranquillità
l’Amministrazione Comunale e l’attenzione che pone verso il via il clamore che ha stressato/via le assurde ostilità
territorio ove opera, ha contribuito alla sistemazione degli ac- Questi luoghi tanto ameni/ora ben valorizzati
quedotti e delle opere collaterali. L’ingegner Antonio Mondin, dando voce ad ogni anfratto/chiedon d’esser rispettati
progettista e direttore dei lavori, nel ringraziare le sue collabo- senza alcuna presunzione/con chiarezza negli intenti
ratrici l’arch. Stefania Mondin e l’arch. Elena Favero e la ditta ritrovando l’armonia/dei sinceri sentimenti.
esecutrice delle opere Commarella srl di Valdobbiadene, ha E tralascio qui la rima, uso alfin per conclusione
spiegato il complesso iter di approvazione del progetto metten- le parole che ho rubato a una semplice canzone
do in evidenza come il collaudo del ponte abbia avuto un otti- “Non mi avete fatto niente
mo esito: oggi l’opera permette il passaggio di camion fino a Non mi avete tolto niente
480 quintali di peso ed è stata aumentata di oltre il 40% la ca- Questa è la mia vita che va avanti
Oltre tutto, oltre la gente
pacità di deflusso dell’acqua sotto il ponte. Oltre al ponte sono Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre
stati ricollocati il capitello e l’altarino dedicato alla Madonna con PERCHE’ TUTTO VA OLTRE LE VOSTRE INUTILI GUERRE..”
un miglioramento dell’area votiva, l’antica fontana con la siste-
mazione dell’intera piazzetta del Borgo. Lungo la strada comunale che sale alla palestra di roccia sono invece stati co-
struiti ex novo 15 nuovi parcheggi; inoltre è stato oggetto di manutenzione anche il manufatto dell’antico acquedotto
comunale risalente al 1915 e situato a due passi dalla piazza del Borgo. Gran finale poi con la “la Voce della Fontana”
che ha voluto rivolgere un saluto a tutta la popolazione e anche indurre ad una riflessione con parole registrate sulle
note della poesia-racconto “non mi avete fatto niente”. Poi rinfresco per tutti preparato splendidamente da alcuni resi-
denti e un dono ad ogni famiglia: una bottiglietta di acqua benedetta, dono della Parrocchia, e una bottiglia da litro eti-
chettata per ricordare la splendida giornata, da mettere in tavola naturalmente con l’acqua di Schievenin.
7 LETTERE AL TORNADO

La fontana di Schievenin
Riflessioni su poesia e polemica
di Mauro Miuzzi
(consigliere di minoranza Capo gruppo Laboratorio Quero Vas il Ponte)
L'inaugurazione del nuovo ponte a Borgo Schievenin mi ha sollecitato una riflessione che sento di condividere. Sono
terminati i lavori di una nuova opera pubblica ed è legittimo che l'Amministrazione faccia festa, segni con la gioia il
proprio lavoro e lo condivida. Tutto bene, anch'io ho sentito il desiderio di esserci e condividere.
Alla chiusura una sorpresa con la sceneggiata di "una poesia nella quale la fontana ha risposto"... “alle critiche che
sono state mosse durante i lavori all'amministrazione e a chi ha progettato l'opera. "Mi sono sentito infastidito. Non
tanto per i contenuti della poesia, rispondere alle critiche è legittimo, poteva farlo l'amministrazione, potevano farlo i
progettisti, però con altri modi e, soprattutto, in altre sedi. Non durante una festa che proprio il sindaco poco prima
aveva definito "di tutti". Poi, perché questo l’ha fatto la fontana? Ha sbagliato la fontana a fare le critiche iniziali. Ha
sbagliato, a mio parere, ancor di più un'altra fontana nel rispondere ora in una situazione di condivisione. Una semplice
ripicca. In tutti i due i casi è stata la voce di una fontana di parte, una fontana che divide.
Personalmente mi sono sentito offeso e a disagio perché l'amministrazione nella condivisione di questo gesto ha
affermato e, ancor peggio, manifestato il proprio esercizio del potere.
Trovarsi di fronte al potere è difficile, sempre difficile, il potere è potere, che se ne dica.
Si può essere supini e accettare con rassegnazione o disperazione.
Si può essere adulatori, credendoci o più semplicemente per ignoranza, peggio per convenienza.
Si può essere critici affermando le proprie ragioni con chiarezza e ancor di più fermezza ma anche critici senza ragione
cadendo nella polemica.
E il potere qualche volta diventa arrogante, impone la propria visione e non lascia spazio alla critica. La critica, cara
fontana ci può stare, non è un lusso che non possiamo permetterci. È' esercizio democratico che va esercitato e
soprattutto compreso dalle istituzioni che non sono poste per dominare, piuttosto ascoltare e capire.
Anch'io ho svolto, da consigliere di opposizione, un'azione critica ma con lealtà. Mi chiedo: come sarebbe questo ponte
con i parapetti pieni del progetto iniziale, come sarebbe ora con la fontana in una posizione d’intersezione con l'asse
viario? Queste erano osservazioni corrette se è vero che i parapetti sono stati rivisti e la fontana spostata.
Sono quindi colpevole di aver esercitato il diritto dovere di controllo e dato voce a chi aveva individuato questi aspetti e
ancor più colpevole per aver cercato di dare, in tutta onestà intellettuale, un contributo costruttivo?
Il disagio che ho provato è via via cresciuto.
Durante il tuo intervento, cara fontana, da subito mi si è evocata davanti un'immagine femminile, l'acqua, la madre.
Man mano che però procedevi, falsamente ironica, perdeva corpo la mamma che amorosa dà protezione ai propri figli
e amorosamente accoglie. Si rendeva concreta invece la sensazione di essere al cospetto di un comportamento non
chiaro. Non più la madre, ma la donna d’affari che difende e protegge gli "interessi" della propria famiglia.
Così anche nella polemica c'è un discrimine. C'è una polemica, tutto sommato, buona che viene condotta nell'interesse
generale. Ma anche una polemica che è fatta esclusivamente nell'interesse personale, magari non affettivo ma
egoisticamente e solamente economico.
Triste segno dei tempi purtroppo. ATTUALITÀ

Festa di Santa Barbara


SABATO 01 DICEMBRE 2018
Programma:
Ore 10,00 Ritrovo presso la GROTTA di Santa Barbara
Ore 10,30 Celebrazione della Santa Messa
Ore 11,00 Saluto delle Autorità presenti
A seguire rinfresco offerto dall'Associazione.
IN CASO DI MALTEMPO
la Santa Messa verrà celebrata nella chiesa di Schievenin
TUTTA LA POPOLAZIONE E’ INVITATA
Manifestazione svolta dall'associazione Volontari Antincendio
Boschivo e Protezione Civile del Comune di Quero
in collaborazione con il Comune di Quero Vas
L'associazione declina ogni responsabilità per danni a persone, animali e cose
durante lo svolgimento della manifestazione.
8 CRONACA

Fener, restaurato il
pannello panoramico
di Silvio Forcellini
Si è svolta sabato 20 ottobre la cerimonia di inaugura-
zione del restauro del pannello panoramico in rame bat-
tuto raffigurante l’intero territorio comunale, che ora fa
bella mostra di sé a Fener all’interno del parcheggio
adiacente il Caffè Tegorzo e l’Hotel Ristorante Tegorzo.
Il merito di averlo riportato all'antico splendore va alla dit-
ta Giotto Fratelli, coadiuvata nell’occasione da Pulitura
Morosin e Car.Edil e dalle “pittrici” Luigina Villanova ed
Ester Cimolato, il tutto coordinato dalla Pro Loco di Ala-
no. Alla cerimonia di inaugurazione ha contribuito anche
l’Hotel Ristorante Tegorzo, che ha offerto ai presenti il rinfresco. Il pannello panoramico era stato originariamente
inaugurato nel novembre del 1994, commissionato dall'Amministrazione Piccolotto e realizzato dagli “artisti del ra-
me” Giorgio Giotto ed Elio Possa (nelle due foto a fondo pagina). Una vera e propria opera d’arte costata a Gior-
gio ed Elio due anni di lavoro notturno e poi donata, con gesto tanto apprezzabile quanto raro, alla comunità alane-
se, la cui amministrazione si era fatta invece carico del costo dei materiali e della posa in opera. Alcuni dati per dare
un’idea della grandiosità del complesso: 10 quintali di lastra di rame usata, 35 quintali di peso complessivo, m. 6,20

x 4,50 la dimensione massima e m. 5,20 x 2,30 le misure del solo quadro di orientamento. Quest’opera di alto arti-
gianato è formata da un tetto in struttura in legno con coppi in rame, da un pannello “minore”, pure in rame, con la
scritta “benvenuti” in quattro lingue, e dal quadro di orientamento raffigurante - come detto - l’intero territorio comu-
nale con relativa legenda. Su questo sono state incastonate ben 28 formelle lavorate raffiguranti gli stemmi del Co-
mune e della Comunità Montana Feltrina, i principali edifici, i monumenti e le malghe del nostro territorio. Dopo 24
anni, la naturale ossidazione del rame aveva reso illeggibile il tutto e i titolari della ditta Giotto Fratelli, Cristian e
Stefano, interpellati dai promotori di questa iniziativa, si sono dimostrati subito disponibili a restaurare gratuitamente
(come tutti gli altri, peraltro) un’opera frutto del certosino lavoro del padre Giorgio. Bravi.
9 CRONACA

Erede degli Asburgo ospite a Quero Vas


L’intitolazione di un’area del Parco del Piave, a Caorera,
all’imperatore austro-ungarico Carlo I d’Asburgo è stata
occasione per una visita al municipio di Quero Vas dell’Arciduca
Georg, accompagnato da diversi rappresentanti dei vari paesi
che un tempo facevano parte dell’ex-impero. Nelle foto
consegnateci da Alberto Coppe alcuni momenti dell’accoglienza
fatta in piazza Guglielmo Marconi, con il saluto delle autorità e
l’ingresso, poi, al palazzo municipale dell’Arciduca,
accompagnato dal sindaco Bruno Zanolla, per rendere omaggio
alle lapidi che ricordano le vittime delle guerre mondiali.

LETTERE AL TORNADO

A. V. A. B. Associazione Volontari Antincendi Boschivi


Sabato 6 Ottobre si è svolta la manifestazione per
il 40° Anniversario del gruppo A.V.A.B. di Segusino
Questo sodalizio è nato nel 1978, ma, la scintilla che ha fatto scaturi-
re l'idea di formare questo Gruppo, era nata ancora nel 1976, quando
una squadra di volontari di Segusino ci siamo recati nel Friuli per
soccorrere i terremotati, capitanati allora dal compianto Pietro Longa,
che era Capogruppo degli Alpini di Segusirio. Così nel 1978 ci siamo
ritrovati ex Alpini e non in 25 Volontari ed abbiamo formato questo
Sodalizio; con un atto notarile e tutti vaccinati. Così, in questa occa-
sione il Gruppo attuale A.V.A.B., capo gruppo Massimo Spader, e
Protezione Civile, ci hanno onorato con un bel medaglione ed un lau-
to pranzo presso il Centro Parrocchiale. Erano presenti, oltre al no-
stro Sindaco Gloria Paulon, che quando è libera da altri impegni, par-
tecipa sempre a queste manifestazioni, molte Autorità civili e militari,
nonché i rappresentanti delle varie Associazioni di Segusino. Seguirono i vari discorsi di circostanza. Un grande plauso
va agli organizzatori, e al Veterano socio fondatore Marino Damin, che è ancora attivo nel Gruppo.
Ex volontario I. Minute
10 ASTERISCO

La leggenda del “Mazarol”


Nel penultimo numero del Tornado ha attirato la mia attenzione l’articolo di pag.31 “Avvistato il Balech…”, in cui si
parla del Castagno del Balech, vecchio albero di Cilladon. Mi sono tornate alla memoria le storie che mi raccontava
mio papà Nino Cela e soprattutto mio nonno Felice che parlavano del cosiddetto “Mazarol”, nome con cui da noi si
chiamava il celebre spiritello dispettoso e vendicativo che le leggende dei nostri veci tramandavano nei filò davanti
al fuoco ai nipoti rapiti e sbalorditi. Certo, altri tempi, in cui, si dirà, non c’era né Internet, né la tivù, per cui restava
solo la… fantasia.
Eppure, a ben guardare, quella leggenda ha radici antiche. Può essere interessante richiamarla, specialmente a
beneficio delle nuove generazioni, distanti da quel mondo rurale, ma che è bene conoscano le nostre radici.
C'è infatti chi dice che nei boschi sulla sponda sinistra del Piave abiti un folletto di spirito benevolo ma burbero e
vendicativo: il “Mazariol” (o “Mazzariol”). Sembra essere una creatura vestita di un cappuccio rosso con un grande
cappello rosso e una folta barba che ne copriva il viso raggrinzito e dispettoso. C'è anche chi lo descrive come un
anziano uomo robusto che nascondeva i bambini disobbedienti sotto il mantello.
Si tramanda ancora che chi calpesta l'orma del “Mazariol” sia spinto per incantesimo a seguirne le tracce fino ad
incontrarlo, per poi perdere la memoria grazie ad una bevanda a base di latte di capra nera che il folletto dà al
malcapitato. Uno di questi malcapitati sembra essere la “ragazza di Primiero”. Secondo una leggenda la ragazza si
trovò davanti al folletto dopo aver messo piede sopra una delle sue orme. Il folletto le alitò in viso e la ragazza
perdette la memoria dimenticando tutto della sua vita passata. Negli anni successivi la ragazza rimase al servizio
del “Mazariol”, il quale le insegnò a fare il burro, il formaggio e la tosèla. Un giorno un cacciatore la riconobbe e la
riportò in paese. La ragazza non ricordava nulla e dopo svariati tentativi di farle tornare la memoria, solo il latte di
una capretta bianca, donatole da una vecchina, funzionò. Così felice di essere tornata a casa la ragazza insegnò
alla popolazione del paese a fare il burro, il formaggio e la tosèla.
Chi incontra il “Mazariol” può esser salutato con la frase "Salve, io sono il Mazariol che sconfisse Attila, il flagello di
Dio". Infatti si narra che nell'anno 452, quando gli Unni di Attila stavano per attaccare la zona, il “Mazariol” che è
molto attaccato al suo territorio, abbia messo il loro campo sottosopra. Soffiò sui fuochi per incendiare le pelli,
rovesciò le pentole piene di cibo, tirò i capelli e mise del vischio sulle barbe dei soldati, e legò le code e crini dei loro
cavalli. Il mattino dopo gli Unni erano pronti ad attaccare, seppur stanchi e avviliti dalla notte travagliata.
Montati a cavallo si accorsero dell'ennesimo scherzo e, non sapendo che mai si deve tagliare ciò che il “Mazariol”
unisce, tagliando i crini e le code legate ottennero che i loro cavalli persero il senso dell'orientamento ed iniziarono
a zig-zagare storditi e senza volontà. Rimasti stupiti ed impauriti, gli Unni scapparono lasciando Attila solo e
umiliato.
Il “Mazariol” è sempre stato amato da quell'avvenimento ma se visitate le nostre zone, prestate molta attenzione…
Un antico detto infatti locale dice: «No cascar entro te le peche del mazarol!», potreste perdere la memoria e non
tornare mai più.
Mio nonno mi raccontava sempre che lui aveva avuto a che fare col “Mazarol” in due circostanze: era l’inizio del
secolo scorso e non c’erano le auto; si usava il “saraban” trainato da cavalli. Ebbene, diceva, una mattina trovò le
code dei cavalli piene di piccolissimi nodi, al punto che ci vollero ore per scioglierli. Diceva che era un dispetto del
“Mazarol”! Un’altra sera, tornando da Treviso a notte fonda, ad un incrocio i cavalli non risposero più alle briglie, ma
cominciarono a girare in tondo come impazziti e questo per diverso tempo. Spaventatissimo, mio nonno si fece più
volte il segno della croce e recitò un’Ave Maria: solo allora, diceva, l’…incantesimo finì e i cavalli ripresero la strada
di casa.
Si noterà come questi racconti di mio nonno ricalchino fedelmente quanto riportato sopra dalla leggenda di Attila…
La si pensi pure come si vuole, ma sta di fatto che narrazioni simili erano evidentemente molto diffuse e
spaventavano la gente, al punto che il Concilio di Trento, per combattere quelli che si dicevano spiriti maligni,
decise di mettere grandi croci di legno agli incroci. Qualcuna di quelle croci, forse, in qualche vecchia stradina c’è
ancora: se mai ci passate davanti, pensate anche voi al “Mazarol”, misterioso protagonista di un mondo che non c’è
più.
A cura di Ermanno Geronazzo (tratto dal sito borghimagazine.it)

CRONACA

Morto don Alessandro Dal Sasso,


parroco di Alano dal 1996 al 2012
di Sandro Curto
E’ deceduto domenica 14 ottobre don Alessandro Dal Sasso, ex parroco di Alano. Nato
ad Asiago nel 1933, era diventato sacerdote nel 1957, arrivato ad Alano di Piave, in sosti-
tuzione di don Sebastiano Follador, proveniente da Taggi di Sotto, in provincia di Padova,
dove era rimasto dieci anni. Fece il suo ingresso ufficiale l’8 settembre 1996 ricevuto dal-
le autorità comunali e dal consiglio pastorale. Uno dei suoi primi funerali fu quello del sin-
daco Orazio Piccolotto. Rimase in carica fino al 2012 e poi si ritirò nella locale casa di ri-
poso continuando, finché la salute glielo ha concesso, a collaborare col nuovo parroco
don Francesco.
11 CRONACA

Le nozze d’oro di Chiara & Silvano


di Silvio Forcellini
Si erano sposati a Possagno, nel Tempio del Canova, il 27 ottobre 1968. Ed esattamente cinquant’anni dopo, il 27
ottobre 2018, a Possagno, nel Tempio del Canova, hanno rinnovato il loro giuramento. Stiamo parlando dei nostri
abbonati feneresi Maria Chiara Bassanello e Silvano Rizzotto, “colonne” della locale Pro Loco ai tempi d’oro del
“presidentissimo” Mario Durighello e molto conosciuti in zona. Alla Messa è seguita una cena a sorpresa
organizzata dai figli Massimo e Francesco presso il rinomato ristorante “Dolada” di Pieve d’Alpago. Agli “sposi”
Chiara e Silvano, per queste loro nozze d’oro, gli auguri dei familiari, degli amici e dell’intera redazione del Tornado.

Nella prima foto, Chiara e Silvano; nella seconda, con i figli Massimo e Francesco; nella terza, con i nipoti Daniele,
Betty e Matteo.

I žuc de Fener
(s.for.) Se Caorera, grazie all’ormai popolarissima Sagra della Zucca promossa dalla locale Pro Loco e giunta
quest’anno alla sua 24a edizione, ne è ormai considerata la “capitale”, neanche a Fener si scherza in quanto a
zucche. Nelle foto, scattate nelle scorse settimane, la copiosa produzione di un nostro lettore, noto per la sua
maestria nella coltivazione e che ci ha proposto questo particolare allestimento. Precisiamo che ogni riferimento a
persone o cose o…ad “allusioni” a sfondo erotico è puramente casuale.

La cena “de Quéi da Fener”


(s.for.) Si svolgerà sabato 1° dicembre 2018, alle ore 20.00 presso l’Hotel Ristorante Tegorzo, la tradizionale cena
“de Quéi da Fener”, riservata a tutti i feneresi (anche acquisiti) e promossa dal gruppo “Fener I Giovani”. Per le
iscrizioni rivolgersi all’Hotel Ristorante Tegorzo, al Caffè Tegorzo o a Silvio Forcellini (cell. 348.3142633). Nel corso
della cena (costo: € 30,00) ci sarà una piccola lotteria con in palio…la cena stessa e il cui ricavato andrà alla
manutenzione della Croce del Piajo, illuminata dai “giovani” due anni fa.
12 CRONACA

Si tratta di un dono di una famiglia alanese

Alle scuole di Alano scoperta una targa


a ricordo dei caduti nella “Grande Guerra”
di Silvio Forcellini

Venerdì 26 ottobre, nell’atrio delle scuole elementari di Alano, è stata scoperta una targa che ricorda i caduti nella
“Grande Guerra” e i civili che dovettero affrontare il profugato. Sulla targa, dono di una famiglia alanese in occasio-
ne del Centenario del primo conflitto mondiale, è incisa la seguente scritta: “Gloria a voi figli d’Italia che donaste il
vostro sangue per liberare la Conca di Alano di Piave dall’invasor”. E dopo i nomi delle 15 medaglie d’oro al valor
militare: “Alano riconoscente onora tutti gli eroi caduti nel primo conflitto mondiale ed i civili che hanno dovuto af-
frontare il profugato con enormi sofferenze e perdite”. Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco di Alano Bogana -
che, dopo aver ricordato il sacrificio dei caduti, ha però voluto porre l’accento sull’inutilità delle guerre - e il dirigente
dell’Istituto Comprensivo Sommacal, oltre agli studenti di 4a e 5a primaria e di 1a secondaria della scuola alanese e
ai loro insegnanti. Studenti che hanno impreziosito la cerimonia con alcuni canti: “La canzone del Grappa”, “La leg-
genda del Piave” e “Il canto degli Italiani” (cioè l’inno d’Italia). Dalle pagine del nostro periodico la famiglia alanese
autrice del bel gesto vuole ringraziare di cuore il sindaco Bogana, il dirigente Sommacal, gli alunni e gli studenti, le
maestre e le professoresse, i rappresentanti degli Alpini e dei Fanti e tutte le persone intervenute. Questo è stato il
primo di una serie di appuntamenti raggruppati sotto il titolo “Alano torna italiana” e promossi da Comune di Alano,
Gruppo Alpini “Valderoa” di Alano, Sezione del Fante di Alano-Quero Vas e Associazione Nazionale “Cravatte Ros-
se” del 1° San Giusto in collaborazione con Associazione Amici del Museo della Grande Guerra di Campo e Banda
Setteville.

Castagnata a Fener
(s.for.) Due foto della castagnata organizzata sabato 3
novembre dal gruppo “Fener I Giovani” e dal bar gela-
teria “Due Valli” nel giardino della gelateria stessa.
13 CENNI STORICI

1918 “Alano torna italiana”


In occasione del Centenario della Grande Guerra abbiamo condiviso l'idea che tutto ciò che il nostro paese, il nostro
territorio e i nostri avi hanno vissuto, durante la prima guerra mondiale, non è cosa da dimenticare, anzi, va ricordata e
tramandata alle nuove generazioni, perché il male passato non abbia a ritornare e per costruire insieme un futuro di
pace e condivisione.
Alano di Piave, la Grande Guerra e Medaglie d'oro al Valor Militare
Ad Alano la Prima Guerra Mondiale ven-
ne vissuta drammaticamente, in partico- PROMEMORIA
lare nel 1917-18, dopo la ritirata di Capo- Ci sono cose da fare ogni giorno:
retto, quando l'esercito italiano mise po- lavarsi, studiare, giocare,
sizioni difensive lungo il Piave, sul Mon- preparare la tavola,
tello, sul Grappa. Dal novembre 1917 fi- a mezzogiorno.
no alla fine del conflitto, tutto il territorio Ci sono cose da far di notte:
del comune di Alano si trasformò in un chiudere gli occhi, dormire,
immenso campo di battaglia. Qui si fron- avere sogni da sognare,
teggiarono quattro eserciti: ita- orecchie per sentire.
SOLDATI liano e francese da una parte e Ci sono cose da non fare mai,
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie. austro-ungarico e tedesco né di giorno né di notte,
(Carso, luglio 1918) Giuseppe Ungaretti dall'altra (anche il tenente te- né per mare né per terra:
desco Erwin Rommel passò, per esempio, la guerra.
nella zona di Campo, con le sue truppe). La popolazione fu costretta a lasciare (Gianni Rodari)
il paese e "migrare forzatamente" verso diverse zone dell'Italia e duro, triste e
lungo fu il "profugato" ( nel Feltrino, in Alpago, in Friuli, nella zona del Trevigiano, in altre zone del Veneto, verso le
Marche e centro/ sud Italia). Sulle montagne alanesi, in particolare Monfenera, Monte Tomba, Col dell'Orso, Solaroli e
Valderoa vennero combattute tre grandi e sanguinose battaglie (Le tre Battaglie d'Arresto) e caddero decine di migliaia
di combattenti di numerose nazionalità europee. Il territorio ne uscì completamente distrutto. I pascoli sui monti dove
prima pascolavano le greggi e le mandrie, alla fine della guerra erano terra bruciata; si trovavano gallerie, trincee, cra-
teri di esplosioni, proiettili inesplosi, morti ... Dura e lenta fu la ricostruzione. Alano da allora viene chiamata "Conca
delle medaglie d'oro" per le 15 medaglie d'oro, 136 d'argento, 270 di bronzo assegnate per meriti acquisiti durante la
Prima Guerra Mondiale. Il Comune di Alano stesso verrà insignito della
Le 15 medaglie d'oro
Medaglia d'Argento al Merito Civile (15/11/1999) per "esempio d'in-
Ugo Bartolomei di Roma
domito coraggio ed amor patrio" per "le enormi distruzioni e un gran
Giuseppe Caimi di Milano
numero di vittime fra civili inermi" e per aver patito "con fierezza e con-
Antonio Ciamarra di Napoli
tegno i disagi e le sofferenze dei due dopo guerra. 1915-1918/1940-
Guido Corsi di Trieste
1945"
Alfredo Di Cocco di Popoli (PE)
UGO BARTOLOMEI
Manlio Feruglio di Preganziol (TV)
Ugo Bartolomei, nacque a Roma il 27 no-
Pasquale Janniello di Frattamaggiore (NA)
vembre 1899 e morì ad Alano di Piave il 29
Franco Michelini Tocci di Cagli (PU)
ottobre 1918.
Arduino Polla di Venezia
Chiamato alle armi con i ragazzi del '99,
Pantaleone Rapino di Ortona (CH)
Ugo Bartolomei, prese parte alla Prima
Marco Sasso di Valstagna (VI)
guerra mondiale come sotto tenente del 1°
Vincenzo Zerboglio di Pisa
Reggimento Fanteria. Morì nella battaglia
Gian Luigi Zucchi di Tradate (VA)
della Conca di Alano nell'ottobre del 1918
Battaglione Aosta
nel tentativo di attirare su di sé l'attenzione
Sesto Reggimento Fanteria Brigata Aosta
del nemico per difendere un gruppo di altri
suoi compagni in difficoltà. Per questa azione eroica venne decorato con la medaglia d'oro
al valor militare.
Ad Alano di Piave esistono un monumento in sua memoria, una lapide sul piazzale della chiesa ed una via a lui intitola-
ta.
Alcune lettere di Ugo Bartolomei
Zona di guerra, 3/7/1918
Miei cari,
[ ... ] il mio baracchino è un capolavoro, è stato costruito dai miei soldati in un giorno, in un valloncello protetto dalle
granate [ ... ] siamo a un quarto d'ora dalla linea di rincalzo [ ... ] Guardando il nemico, a destra si snoda il Piave bello
come una striscia d'argento, dietro il Montello si profila nettamente, diviso dalla pianura. A sinistra il Massiccio del
Grappa baluardo sicuro e terribile delle nostre terre, Patria del soldato della Quarta Armata. Siamo a circa 1000 metri,
tutti castagni bruciacchiati e divelti dalle granate. Il panorama è stupendo di giorno, in un momento di calma dimentico
di essere in guerra [ ... ] di notte l'attività è sempre maggiore [ ... ] i riflettori amici e nemici striano il cielo di fasci di luce
bianca [ ... ] il rombo del cannone e il sibilo della granata che passa, è rotto alle volte da un fischio lacerante, acutissi-
mo; un razzo rosso che si alza a spire lente è il segnale di allarme per il gas [ ... ] tra un pasto e l'altro si va ai lavori di
difesa, quando i tratti di terreno sono scoperti si va di notte. Questa è la mia giornata e come la vivono milioni di giova-
ni, molti figli, molti mariti e padri, eppure ognuno di loro è contento di difendere la sua casa.
Siate all'altezza di tanto nobile sacrificio di se stessi. Baci tanti dal vostro Ugo
Zona di guerra, 6/7/1918
Mammina cara,
anche a te ho promesso una cartolina giornaliera, lettera non posso perché non ho tempo. Sto bene e a te questo ba-
sta. Ma se tu ti accontenti, io no. Voglio lettere lunghe lunghe, che mi facciano stare tanto tempo vicino a te. Parlami di
ciò che vuoi, a me basta leggerti molto. Quando sarà il mio turno ci riabbracceremo: ancora no. È troppo presto.
14 CENNI STORICI

Ci sono tanti figli ai quali bisogna dare la loro mamma che li ama tanto e che li attende ansiosa, quanto te mammina
buona. Ti bacio forte forte e ti abbraccio. Tuo Ugo
Zona di guerra, 22/10/1918
Ci prepariamo col cuore colmo di gioia al gran valzer finale. Bacioni Ugo
Zona di guerra, 24/10/1918
Carissimi,
percorriamo la rossa e bella strada della vittoria. Evviva!
Canta l'aria sotto il morso dei proiettili. I nostri animi sono in festa come la natura che ha fatto indugiare la primavera
per darci una strada più degna. Oggi si può morire senza dolore. Vi abbraccio tutti forte forte. Ugo
Testimonianze orali
Racconti (testimonianze orali tramandate) raccolti dagli alunni delle attuali classi 4aA e 4aB
durante l'anno scolastico 2017/18
Giuseppe Mondin
Oggi è venuta a scuola la signora Maria Mondin, nonna di Elisa, per raccontarci la storia di suo nonno che si chiamava
Giuseppe Mondin, nato a Quero il 25/4/1879 e morto il 6/9/1956.
"Giuseppe Mondin si sposò con la prima moglie, Maddalena Longa, il 25/4/1902 e i due ebbero 7 figli: Costanza (nata
nel 1903), Giuseppina (nata nel 1904), Gioachino (nato nel 1906), Maria Anna (nata nel 1907), Tecla Policarpa (nata
nel 1911), Anna e Gemma (gemelle nate nel 1915). Le ultime due bambine morirono quando avevano un mese e il 3
maggio 1915 mancò anche la moglie. In quel periodo arrivò a Giuseppe anche la lettera di precetto che lo obbligava ad
andare a fare il soldato in guerra. Giuseppe era disperato anche perché era vedovo e aveva 5 figli che non sapeva a
chi affidare. Allora decise di risposarsi per dare una mamma a quei bambini e sposò, il 22/7/1915, una giovane quere-
se che si chiamava Maria Miuzzi (nata a Quero il 3/8/1879). Quando Giuseppe partì per la guerra lasciò a casa la sua
seconda moglie Maria, incinta, e i cinque figli avuti dalla prima compagna; nel 1916 nacque Maddalena Maria. Nel
1917, mentre Giuseppe era in guerra, la moglie e i figli furono costretti a lasciare la loro casa, la stalla, gli animali e i
campi perché Quero era stata evacuata e andarono profughi a Mel. Lì patirono la fame perché non trovavano niente da
mangiare e spesso per sopravvivere facevano l'elemosina. Erano costretti persino a raccogliere lo sterco dei muli, che
lavavano accuratamente, per ricavarne i chicchi di granoturco non digeriti, da macinare poi, per farne la farina da po-
lenta. Un giorno, andando per carità chiesero alla moglie del sindaco se avesse qualcosa da mangiare per loro, ma lei
negò e li mandò via a malo modo. Loro però videro dalla finestra che la signora aveva appena versato la polenta sul
tagliere, e allora, senza essere visti, gliela rubarono e se la mangiarono. Quando la guerra terminò e Giuseppe tornò a
casa, trovò solo la moglie e due figli (Gioachino nato nel 1906 e Maria Anna nata nel 1907); gli altri figli erano morti di
febbre spagnola durante il conflitto. Nel 1921 nacquero altre due gemelle (Giuseppina Anna che morì nel 1925 e Mad-
dalena Gemma)e nel 1925 nacque Giovanni, mio papà. Quindi Giuseppe Mondin ebbe 11 figli di cui 7 morirono di
stenti e malattie."
Poi la signora ci ha raccontato anche la storia del nonno di suo marito, Abramo Tessaro, che abitava ad Alano in locali-
tà Balzan. "Quando partì in guerra aveva due figli nati nel 1914 e 1915 e la moglie era incinta di un bambino che non
avrebbe mai conosciuto il padre, poiché morì sui campi di battaglia e fu sepolto in un cimitero di guerra in Austria."
Alano 31/01/2017 Testimonianza orale di Maria Mondin
La neonata ritrovata
Oggi è venuta a scuola la signora Assunta Collavo, nonna di Francesca, per raccontarci alcuni fatti accaduti alla fami-
glia di sua nonna Ester Nani in Rizzotto, durante il novembre 1917.
"Era il novembre 1917 e in Alano era in corso un violento bombardamento, tutti dovevano scappare, poiché ormai Ala-
no era in prima linea. Tutta la famiglia fuggì velocemente verso il Monfenera; percorrevano i sentieri irti, carichi delle
poche cose indispensabili durante la fuga. L’ultima nata della famiglia fu messa in braccio ad una zia quindicenne. Sta-
vano per raggiungere il crinale del monte quando la ragazzina si accorse che la neonata le era scivolata dalle braccia.
Tornarono indietro di corsa e, per fortuna, la ritrovarono sana e salva lungo il sentiero. Si era salvata grazie alle fascia-
ture in cui era stata avvolta! Giunti sul Monfenera riuscirono ad allontanarsi dalla zona di guerra e, con altri profughi,
raggiunsero il paese di Montecarotto (AN), nelle Marche. Il bisnonno di Assunta, Luigi Rizzotto, non volle lasciare la
sua casa che aveva appena costruito e rimase ad Alano il più possibile, ma alla fine dovette fuggire anche lui; fu co-
stretto a trasferirsi a Feltre, dove poi morì di stenti. Ai suoi prozii, Antonio e Umberto Masocco che morirono giovanis-
simi (18 e 24 anni) nell' autunno 1917, combattendo sul Grappa, è stata dedicata una via in cima al paese "Via Fratelli
Masocco". La loro sorella Teresa Masocco, terminata la guerra, andava a recuperare, in montagna, i resti dei soldati
morti sui campi di battaglia, per dar loro una degna sepoltura. Per i suoi meriti venne insignita di una medaglia al meri-
to, conservata nel museo di Campo".
Alano 16/11/2017 Testimonianza orale di Assunta Collavo
Angelo Ceccotto
Oggi 23/02/2018 è venuta a scuola la signora Ceccotto Giustina, nonna di Samuele D.C., per raccontarci degli episodi
accaduti alla sua famiglia durante la Grande Guerra. Comincia raccontandoci che suo padre, Secondo Ceccotto, nel
1918 aveva 8 anni, quando suo nonno, Angelo Ceccotto dovette lasciare Alano con tutta la famiglia, per l'arrivo della
guerra in paese.
" ... Angelo, insieme alla moglie (Favero Assunta, di Signoressa) ai suoi 5 figli, e con loro alcune famiglie alanesi, do-
vette abbandonare in fretta la sua casa e i suoi beni, perché ormai il fronte dei combattimenti era arrivato proprio su
Alano. Raccolsero i pochi stracci indispensabili e partirono, a piedi verso Feltre. Lungo il tragitto, alla famiglia Somma-
riva, che viaggiava con loro e aveva 11figli, morì un figlio piccolo; poi alla stessa ne morirono altri due, per gli stenti pa-
titi. Arrivati a Feltre, Angelo pensò di recarsi a Pedavena, dove lui aveva lavorato, presso la birreria, fino a poco tempo
prima, sperando che lì avrebbe potuto trovare un aiuto dai suoi "padroni" o dai colleghi di lavoro. Ma così non fu. I pro-
fughi alanesi arrivati a Pedavena furono separati e distribuiti nelle varie famiglie disposte ad ospitarli. Ma il cibo era po-
co e tutti dovettero "andar per carità" per un po' di polenta, per un uovo o un pezzo di pane e chiedere l'elemosina,
sperando di raccogliere qualche monetina. Patirono la fame e il freddo per tre mesi e poi, visto che non erano ben visti
dalla popolazione, decisero di cambiare destinazione e di avviarsi, sempre a piedi, verso il Lago di S. Croce, sperando
15 CENNI STORICI

in un'accoglienza migliore. Qui la situazione non si dimostrò per niente diversa dalla precedente. Fame, freddo, miseria
... Dovettero adattarsi a vivere in dimore di fortuna (vecchie stalle o fienili) e anche qui dovevano "andar per carità".
Ogni tanto venivano persino picchiati e cacciati in malo modo. Spesso Angelo piangeva, non tanto per le botte ricevu-
te, ma per la fame patita da lui e dai suoi cari. Un giorno il figlio più piccolo di Angelo, passando vicino ad una vigna,
vide un grappolo d'uva che fuoriusciva da una rete di recinzione e, affamato com'era, allungò la mano e ne prese tre
acini. La padrona della vigna lo vide e cominciò ad urlargli contro, insultandolo e trattandolo da ladro. La fame era tanta
che spesso si cibavano di ortiche bollite, non avendo null'altro da mangiare. Un giorno però, girando in cerca di un po'
di cibo, videro una gallina che vagava sul prato, senza essere rivendicata da nessuno; non si fecero pregare due volte,
presero la gallina e corsero a casa. Con la sua carne mangiarono in 14 persone, facendo una gran festa! Anche i
bambini dovevano cercare di fare qualche lavoretto, in cambio di un misero pasto, per poter sopravvivere, come faceva
Secondo, che lavorava per i paesani, lassù in Alpago, costruendo muretti di recinzione. I 3 figli più grandi di Angelo (di
14/16/17 anni) furono mandati a lavorare in Germania, in una fabbrica di mattoni, nella speranza che almeno loro po-
tessero salvarsi e così lui avrebbe avuto 3 bocche in meno da sfamare. Rimasero in Germania fino alla fine della guer-
ra. Dopo la partenza dei figli maggiori Angelo e la famiglia vissero finalmente solo in 4 in una stanza! Nemmeno i figli di
Angelo andati in Germania se la passavano bene. Lavoravano per pochissimi soldi e un pasto misero al giorno; quan-
do potevano uscivano di notte e andavano nei campi a rubare le patate, che poi nascondevano sotto le assi delle ba-
racche dove vivevano, per poter nutrirsi un po' di più. Solo la figlia di Angelo (14 anni) poté avere una minima soddisfa-
zione. Lei aveva avuto la fortuna di poter andare a scuola fino alla cl.5'" così sapeva benissimo leggere, scrivere e
contare. Era una ragazza sveglia e una buona lavoratrice, e grazie alla sua abilità matematica riuscì a convincere il di-
rettore della fabbrica che la sua capacità organizzativa era superiore di quella dell'operaio capo tedesco, che fino a
quel momento, aveva comandato il suo reparto. Tanto fu che poi lei stessa venne messa a "comandare" i tedeschi del
suo reparto. Quando però tornarono in Italia, alla fine del 1918,non ebbero una buona accoglienza. Una volta arrivati
dalla Germania, in stazione a Verona, vennero insultati dagli italiani e chiamati "traditori della patria". Partirono a piedi
da Verona e pian piano arrivarono ad Alano. Lungo la strada per tornare a casa la zia trovò delle bucce di patate in
una buca all'esterno di una casa, le prese per poi mangiarle, ma venne vista, rincorsa e picchiata, con la motivazione
che quelle bucce non erano sue e non doveva prenderle! Quando tornarono ad Alano tutto il paese era stato raso al
suolo, le case erano state distrutte e tutto andava ricostruito ... fu molto dura!"
Alano 23/02/2017 Testimonianza orale di Ceccotto Giustina
Angelo Collavo
La maestra Barbara ci ha raccontato delle esperienze vissute, raccontate e tramandate dalla famiglia del nonno pater-
no Angelo Collavo(29/09/1917) e dalla famiglia del nonna materna Giuseppina(Pina) Ceccotto (1909), durante la Prima
Guerra Mondiale.
" .. Quando venne dato l'ordine di evacuazione dal paese di Alano di Piave, in tutte le abitazioni vi erano provviste, nel-
le stalle mucche e cavalli, galline e maiali, nei fienili fieno e nei granai il grano raccolto a fine estate. Mio bisnonno pa-
terno, non voleva andarsene, non voleva abbandonare casa, raccolto e bestiame. Pensò che sarebbe stata una buona
idea scappare verso il Pont della Stua, dove c'erano molte grotte e forse avrebbero potuto salvarsi. Così si avviarono
con tutta la famiglia verso le grotte. La moglie aveva partorito ma purtroppo non aveva latte; così decise di tornare di
notte in paese, nella sua casa, per prendere dello zucchero, in modo da farne un miscuglio con l'acqua, per poter poi
nutrire il piccolo. Per non essere scoperta ne fece tanti piccoli sacchettini e li legò all'interno della gonna e tornò alla
grotta. Con quello zucchero riuscirono a far crescere il bimbo, che succhiava il liquido dolciastro da un fazzoletto ba-
gnato ... "
Giuseppina Ceccotto (Pina)
" ... Nell' ottobre 1917 arrivò l'ordine di evacuazione da Alano di Piave. La famiglia di mia nonna subito pensò che ba-
stasse lasciare il paese e rifugiarsi nelle vallate in fondo al paese, così si recarono rutti in località S. Lorenzo. Qui rima-
sero per pochi giorni perché gli austriaci li scoprirono e li fecero sgomberare, senza usare le maniere forti, ma facendo
capire che era obbligatorio perché troppo pericoloso. Attraversarono allora i Solaroli, fino ad arrivare a Seren del Grap-
pa, poi proseguirono verso Feltre (presso la località La Ciusa )e di seguito verso Mel, dove rimasero per un mese e
mezzo vivendo di elemosina. Anche da qui dovettero scappare poiché non c'era nulla da mangiare e non erano molto
ben visti. Partirono alla volta del Trentino, attraversando i boschi, fino a Rovereto, dove trovarono la distruzione totale.
Dovettero perciò ripartire per una nuova destinazione ... Questa volta verso il Friuli. Arrivarono in provincia di Pordeno-
ne, nella Val Miseria. Qui il sindaco del paese dove si rifugiarono pensò che era meglio venissero divisi, per poter so-
pravvivere, per trovare almeno un po' di cibo. Ma la mamma non volle; vissero tutti insieme in una stalla con quello che
riuscivano a racimolare dall'elemosina. Il figlio più grande con il più piccolo "andavano per carità" per uno o due pugni
di farina, con cui facevano una polenta che doveva durare per più giorni ... "
Alano, marzo 2018 Testimonianza orale della Maestra Barbara Collavo
Angelo Zancaner
Oggi è venuto a scuola il Sig. Zancaner M.Giuseppe (papà della maestra Lara) a darci una testimonianza orale. È ve-
nuto a raccontarci un fatto realmente accaduto al suo papà, Angelo Zancaner, proprio il giorno 22/11/1917, in località
Cortes (Alano di Piave). "Era già arrivato l'ordine di sgombero dal paese, ma non tutti erano ancora partiti. Quel giorno,
erano state sparate tre granate dal M. Tomba verso Alano: la prima cadde e scoppiò, in località "le Erte", nel cortile
della casa di Zancaner Gervasio, colpendo un grosso albero che andò in mille pezzi e distruggendo parte della casa; la
seconda cadde nella valle vicina e la terza colpì la casa della famiglia Ceccotto, situata oltre la valle. Nello scoppio mo-
rirono circa 20 persone. Angelo, che allora aveva solo 13 anni, assistette inerme al bombardamento e di fronte a
quell'evento, a quelle morti strazianti, si spaventò a tal punto che fuggì di casa, in preda al panico, senza saper dove
andare, pur di essere lontano da quelle atrocità. Vagò per 4 giorni e 4 notti sulle montagne. Salì il M. Madal, Spinoncia,
Camparona, Camparonetta, Valderoa, i Solaroli e giù fino a Seren del Grappa. Dormì in rifugi di fortuna, in grotte o sot-
to gli alberi, al freddo e senza cibo, bevendo l'acqua delle "pose". Quando arrivò a Seren, senza saperlo, era finito pro-
prio in mezzo al nemico. I soldati Austriaci che lo trovarono, stanco, affamato e sporco, lo portarono alloro accampa-
mento e lo sfamarono. Angelo mangiò; mangiò così tanto che poi venne colpito da lancinanti spasmi intestinali, tanto
che dovette restarsene disteso in disparte, pensando di morire dal dolore, finché non gli passò. Rimase lì con "i tede-
schi", nell'accampamento militare, per circa un mese e mezzo. Nel frattempo anche la sua famiglia, disperata per la
16 CENNI STORICI

scomparsa del figlio, era dovuta scappare da Alano ed andare profuga verso Feltre, per sfuggire ai bombardamenti
sempre più cruenti e continui. Una volta giunti a Villaga la famiglia sparse la voce che stava cercando il proprio figlio,
scappato durante i bombardamenti e poi disperso tra i monti. La voce giunse fino all'accampamento tedesco e così, fi-
nalmente, Angelo poté ricongiungersi con i suoi famigliari. A Feltre però non c'era cibo per nessuno e Gervasio, il papà
di Angelo, morì di stenti poco più che quarantenne, perché si privava quotidianamente del poco cibo che aveva a di-
sposizione, per darlo ai suoi figli. Angelo, la madre e i fratelli tornarono ad Alano dopo il 04/11/1918. Il paese era di-
strutto e non c'era niente da mangiare. La ricostruzione fu lunga e molto dura".
Alano 02/11/2017 testimonianza orale Zancaner Giuseppe
"Un Paese che ignora il proprio ieri, non può avere un domani". (I. Montanelli)
"La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare". (Nelson Mandela)
Che i nostri figli, i nostri giovani e le generazioni future possano conoscere e non dimenticare ciò che i nostri avi hanno
vissuto; che possano coltivare amore per la loro patria, per la vita e per la pace; che possano costruire un futuro di fra-
tellanza, condivisione e rispetto e che possano sognare un domani migliore.
tratto dal libretto a cura di Lara Zancaner

“Al soldà del Valderoa”


An pensier par ti soldà che an dì lassù in Valderoa,
tra al disisète e l'disdoto su 'na bataglia tu à pers la vita toa.
I to resti catadi par caso in te 'n buss dopo otanta pasa ani
fa capir che tu era un dei tanti nostri cari eroi italiani.
Eretu un alpino? Eretu un fante? Opure èretu un bersaglier?
Dato al posto che i te à catà no tu dovea esser an artiglier ...
Eretu al bocia senza barba che avea bisogn ancora de so mare?
O inveze pì avanti co l'età, fursi èretu magari pare?
Eretu del Nord? Piemontese, lombardo, veneto o furlan?
O pì indò, del centro Italia, del sud, opure èretu isolan?
Eretu an soldà semplice o an s-ciant pì avanti, an graduà?
Pòdetu esser an sotuficial o addiritura an uficial, chi lo sa!
Chi sa la to vita, al to caratere, quant alegro che l'era
prima de rivar lassù in Valderoa a morir in guera!
Chi sa se l'è stat an colpo de granata e ti no tu te se gnanca acort
o se inveze, serà entro in te quel buss, tu à dovest spetar la mort?
Chi sa la preocupazion dei toi (ala fine) veder i altri tornar
e ti, che no tu era uficialmente mort, no vederte rivar!
Ancò trenta otobre, data storica par al paese de Lan,
che del disdoto, dopo an ano de invasion, l'è tornà talian
i resti del' om che tu era, i parte par l'ultima tapa
a riunirse ai eroi to compagni morti sule falde del Grapa,
osario che à na parte de quei eroi dela gran longa fila
morti par completar l'Italia, e no i è un, ma pì de siezentomila ...
na fila che se i se avesse ciapà par man, un par un,
i averie fat na cadena umana longa da Roma a Belun.
Anca n'antro milion de persone l'è giust che i sia ricordadi,
che i à passà al resto de la so vita da invalidi o mutiladi ...
29/1 0/2000 Antonio Spada (Toni Cortes)

Nelle foto, dall’alto: Ponte di Fener, Piaz-


za Martiri, Alano distrutta, soldati in trincea
sul M.te Tomba

Qui a lato la copertina del libretto distribuito


la sera del 27 ottobre, da cui è tratto il ma-
teriale di queste pagine.
Una preziosa testimonianza storica
17 RASSEGNA STAMPA

L’anziano è stato aggredito dal fuoco in cucina mentre stava accendendo la stufetta a kerosene.
Giorgio Fabbiane raggiunto al volto e alla schiena ricoverato a Padova nel reparto di terapia intensiva.

Fener: ustionato dalla fiammata dell’alcol,


l’82enne salvato dall’amico eroe

ALANO DI PIAVE. Seduto in casa, ustionato dopo la fiammata, immobilizzato dallo choc: è stato salvato dall’amico.
Sergio Arrighi, 71enne di Belluno, non ci ha pensato due volte: è entrato nella casa di Fener, piena di fumo, ha pre-
levato l’amico Giorgio Fabbiane, 82enne di Belluno, e lo ha trascinato fuori. Nel frattempo sono arrivati i soccorsi
richiesti proprio da Arrighi e i sanitari hanno portato le prime cure all’82enne. Aveva ustioni di terzo grado su tutta la
parte superiore del corpo e il sospetto di lesioni interne: è stato elitrasportato al Centro Grandi Ustionati di Padova,
nel reparto chirurgia plastica ricostruttiva. Non sarebbe in pericolo di vita: si parla di una prognosi di 30 giorni.
L’incidente. I due anziani erano andati a Fener a far visita a degli amici. Poi Arrighi ha accompagnato Giorgio Fab-
biane alla casa di via Dante, nei pressi del civico 37. È l’abitazione natale di Fabbiane, originario di Fener. È di-
sabitata, ma periodicamente l’82enne ci andava per cambiare l’aria o passare qualche ora. Così anche ieri: appena
arrivato, ha acceso la stufa a cherosene aiutandosi con l’alcol. Inevitabile il ritorno di fiamma: il fuoco ha travolto
Fabbiane nella parte alta del corpo. Lesioni gravi persino sulla schiena, che facevano temere eventuali lesioni agli
organi respiratori. È riuscito a chiamare con il telefonino l’amico che era in un’altra zona di Alano. Arrighi si è preci-
pitato, è entrato e ha salvato l’amico. Nel frattempo ha chiesto aiuto al 115.
I soccorsi. Erano circa le 17 di ieri quando è arrivata la richiesta di aiuto ai vigili de fuoco. In via Dante si sono pre-
cipitati oltre agli uomini del distaccamento di Feltre, i volontari del Basso Feltrino. Intervenuta anche un’ambulanza
dell’ospedale di Feltre che ha portato l’anziano al Santa Maria del Prato. Ma le condizioni erano troppo gravi e è
stato subito elitrasportato al Centro Grandi Ustionati di Padova. La prognosi iniziale è di 30 giorni, ma solo le pros-
sime ore, vista l’età della persona, potranno dare la certezza che il pericolo è scampato. Sul luogo dell’incendio so-
no arrivati anche i carabinieri di Mel che hanno accertato che si era trattato di un incidente, escludendo ipotesi di
reato.
Il bilancio. Le condizioni dell’82enne, pensionato e vedovo, sono gravi. L’uomo ha ustioni di terzo grado nella zona
in diverse zone del corpo: collo, dorso e braccia e i medici temono le lesioni interne. Danni anche per l’abitazione
natia a cui era tanto affezionato: l’interno è completamente annerito e i locali sono inagibili. All’arrivo dei pompieri le
fiamme erano già spente. Hanno subito estratto la stufa e l’hanno sistemata all’esterno, bonificando l’interno e met-
tendo in sicurezza il locale. È il secondo caso di ustioni da ritorno di fiamma per l’alcol in poche settimane: il 6 otto-
bre scorso accadde a Sospiralo dove furono addirittura 3 i feriti.
da “Il Gazzettino” del 20 ottobre 2018

La sua professione è incompatibile con l’incarico pubblico

Dopo le dimissioni di Roberto Collavo,


posto vuoto in Consiglio comunale
ALANO DI PIAVE. Consiglio comunale di Alano orfano di uno dei suoi 10 consiglieri a causa delle dimissioni quasi
forzate dell’ingegner Roberto Collavo. Un addio senza sostituzioni. Come ha spiegato il sindaco Amalia Serenella
Bogana, «certe norme non tengono conto delle necessità dei piccoli Comuni. Infatti - ha chiarito - chi come me non
è un tecnico, ha bisogno di avere nel gruppo persone competenti nei vari ambiti come, appunto, l’ingegner Collavo.
Però essendo lui un libero professionista, qualora gli fossero offerti incarichi, come è avvenuto, da altre amministra-
zioni, se le dovesse accettare, sarebbe obbligato a svolgerli a titolo gratuito. Si tratta - ha aggiunto il sindaco - di
una norma assurda che penalizza le amministrazioni e quei cittadini, come appunto Collavo, che sono indispensabi-
li all’interno dei consigli comunali. Così siamo stati obbligati ad accettare le sue dimissioni. Per la sua professionali-
tà ha dimostrato un grande valore aggiunto. Lo ringraziamo nuovamente anche perché ha dato la sua disponibilità
per il futuro ad aiutarci da esterno in quanto, essendo la nostra una lista unica, non possiamo nemmeno sostituirlo».
18 RASSEGNA STAMPA

Le dimissioni di Roberto Collavo hanno interessato anche l’Unione Setteville dove, però, è stato sostituito dal con-
sigliere Andrea Collavo che, avendo fra i suoi compiti all’interno dell'amministrazione quello di promozione del ter-
ritorio, si trova spesso a collaborare con il suo equivalente nel Comune
di Quero Vas. Durante la seduta di martedì sono stati anche adeguati i
costi delle concessioni cimiteriali e sono stati individuati i criteri di as-
segnazione dei nuovi loculi e ossari. In sintesi, le tariffe sono state al-
zate a 2mila euro per i primi 40 anni e mille per il rinnovo ventennale
per i loculi e rispettivamente a 600 e 320 per gli ossari. Le concessioni
verranno effettuate in progressione verticale partendo dal basso. Fra
gli altri punti approvati tutti all’unanimità, c’è stata una variazione di bi-
lancio i cui elementi principali erano costituiti dalla necessità di rendi-
contare alla Regione le spese relative ai lavori realizzati e dall’acquisto
di arredi per la nuova scuola materna. Serenella Bogana ha voluto se-
gnalare che si sta facendo il possibile per terminare i lavori di realizza-
zione dello stabile della scuola entro fine anno. «Abbiamo chiesto - ha
spiegato - un contributo a Cariverona e, in accordo con le insegnanti,
abbiamo programmato di poter disporre di arredi completamente nuovi
entro 2 o 3 anni per poter offrire un ambiente sicuro ai bambini». Si è infine provveduto a trasferire la funzione di
pianificazione urbanistica all’Unione Setteville.
da “Il Gazzettino” del 26 ottobre 2018

L’Unione Setteville al lavoro per la fusione

Unione di Quero Vas con Alano,


nasce una commissione tecnico-politica
BASSO FELTRINO. Il Consiglio di Quero Vas ha approvato all’unanimità il progetto di ampliamento del fabbricato
comunale in uso all’associazione “Amici di Carpen”: esso servirà per ospitare una nuova cucina. Come hanno sotto-
lineato il sindaco Bruno Zanolla e il consigliere Tiziano Curto, «si tratta dell’incremento di valore a un progetto parti-
to da lontano. Ora, complice una nuova severa normativa, abbiamo deciso di effettuare questo ampliamento dove
troverà posto una cucina a norma». Durante la seduta sono state approvate due variazioni al bilancio di previsione
2018/2020 che comprendono vari aggiustamenti riguardanti opere programmate come il potenziamento
dell’illuminazione a Santa Maria e Scalon, alcuni interventi lungo la comunale per Cilladon, l’ampliamento del cimi-
tero di Schievenin perché saturo, l’adeguamento della cucina alla scuola dell’infanzia di Vas e interventi vari sugli
stabili ex Eca. Altro punto approvato, il trasferimento della funzione di pianificazione urbanistica ed edilizia
all’Unione Setteville. «Scaduta, infatti, la convenzione con Feltre durante la quale un nostro tecnico ha ricevuto
un’adeguata preparazione sull’argomento - ha spiegato il sindaco - riportiamo all’interno dell’Unione il servizio». Za-
nolla ha ringraziato il Comune di Feltre che ha permesso di elevare ulteriormente le competenze del personale. Il
trasferimento della funzione è stato approvato anche nel Consiglio dell’Unione Sette Ville tenutosi immediatamente
a ridosso di quello di Quero Vas. Fra i punti salienti di questa seconda seduta, l’elezione di Andrea Collavo a consi-
gliere a seguito delle dimissioni di Roberto Collavo da consigliere comunale di Alano di Piave «conseguenti - come
ha ribadito la presidente dell’Unione Serenella Bogana - a una norma assurda e, a mio giudizio, incomprensibile
che non consente a consiglieri comunali liberi professionisti di accettare incarichi, se non a titolo gratuito, da altre
amministrazioni». Anche l’Unione ha approvato all’unanimità una variazione di bilancio comprendente la presa in
carico di 18mila euro di contributo Bim per completamento del “pont de i osèi”. Al termine Bogana, con il consigliere
Mauro Miuzzi, ha proposto di formare una commissione tecnico-politico-associativa per iniziare a lavorare sullo sta-
tuto del Comune che dovrebbe nascere dall’unione fra Quero Vas e Alano. Bruno Zanolla, pur d’accordo con la
proposta, ha suggerito, in questa prima fase, di limitarla a un gruppo di lavoro solo tecnico e politico per poi, in un
secondo momento, far intervenire il mondo associativo.
da “Il Gazzettino” del 28 ottobre 2018

Tre giorni di commemorazioni ed eventi legati al centenario della fine della Grande Guerra

Celebrazioni e targa per le Cravatte Rosse:


respinsero l’invasore
ALANO DI PIAVE. “Alano torna italiana” è stato il titolo della tre giorni che il Comune, il gruppo alpini Valderoa, l'as-
sociazione nazionale “Cravatte rosse del 1° San Giusto” di Trieste, la sezione del fante di Alano e Quero Vas, l’as-
sociazione “Amici del museo della Grande Guerra” di Campo e la banda di Setteville hanno organizzato nel fine set-
timana a conclusione delle celebrazioni per il centenario dalla fine della prima guerra mondiale. I programmi sono
stati forzatamente limitati dal maltempo per cui alcuni eventi sono stati ridimensionati.
Voci di guerra. Si è iniziato venerdì con la posa di una targa, dono di una famiglia alanese, alla scuola primaria
“Edmondo De Amicis” di Alano. Sabato i ragazzi delle terze medie dello scorso anno scolastico di Alano e Quero
19 RASSEGNA STAMPA

hanno presentato la app “le voci della guerra” al museo di Campo mentre nella chiesa parrocchiale è stata proposta
una serata animata dai ragazzi delle quarte e quinte della primaria di Alano e dal coro di Stramare. Infine, ieri, dopo
la deposizione di una corona al monumento ai caduti adiacente alla chiesa parrocchiale, don Francesco Settimo ha
celebrato la messa al termine della quale è stata scoperta una lapide donata ad Alano dall’associazione “Cravatte
Rosse” che riporta il seguente testo: “A perpetua memoria delle Cravatte Rosse della Brigata Re cadute per la libe-
razione di Alano”. Appena il tempo si sarà rimesso, verrà collocata nell’area che ospita il monumento dedicato al
sottotenente di fanteria medaglia d’oro al valor militare Ugo Bartolomei.
L’omelia del parroco. E proprio a Barto-
lomei don Francesco ha dedicato una bre-
ve parte dell’omelia. «In un periodo di con-
quista e di oppressione da parte degli au-
stroungarici - ha spiegato il parroco - il sot-
totenente si è chiesto cosa potesse fare in
quella realtà per ottenere la liberazione. E
ha fatto la cosa più semplice che un uomo
e una donna possono fare: ha dato tutto se
stesso». «Fare memoria e fare testimo-
nianza soprattutto della parte migliore del
nostro passato - ha rimarcato nel suo in-
tervento il sindaco Amalia Serenella Boga-
na - devono essere il nostro compito e la
nostra missione. In una società che non
sempre rispecchia i valori e gli ideali di chi
ha abbracciato un’arma per difendere la
sua Patria, queste sono le occasioni per
riuscire a trasmetterli, anche perché pare
che la guerra non ci abbia insegnato molto,
infatti anche al giorno d’oggi ci sono situa-
zioni paragonabili a quelle vissute 100 anni
fa».
Il messaggio di Trieste. Hanno poi preso
la parola il presidente della associazione
“Cravatte rosse”, Mauro Pierazzi, e, in rap-
presentanza del Comune di Trieste, il con-
sigliere comunale Vincenzo Ressigno che
ha ricordato che per Trieste, ultima città a tornare alla madre terra (nel 1954), il ‘900 è stato un secolo burrascoso e
per questo «è fondamentale ricordare sempre il passato per avere un futuro migliore». Dopo uno scambio di doni, i
presenti, vista la momentanea assenza di pioggia, si sono recati di fronte al monumento dedicato a Ugo Bartolomei
dove è stata deposta una corona.
da “Il Gazzettino” del 29 ottobre 2018

App realizzata dagli studenti


ricordando la Grande Guerra
ALANO DI PIAVE. Basta digitare su un motore di ricerca “izi.travel” e poi inserire nella finestra di ricerca la frase “le
voci della guerra” ed ecco che su pc o smartphone comparirà la prima pagina di una nuova app realizzata dagli
studenti delle terze medie di Alano e Quero Vas del passato anno scolastico. Il risultato del lavoro è stato presenta-
to al museo storico territoriale di Campo di Alano nell’ambito delle celebrazioni per il centenario. Il presidente del
museo Luca Turchetto ha spiegato che «l’obiettivo del lavoro era quello di dare voce ai suoni della Grande Guerra»
e ricordato che «a Campo, come in ogni museo, si possono vedere e, a volte, toccare gli oggetti ma difficilmente si
possono sentire i suoni. Pertanto questo è un nuovo inserto che valorizza la nostra struttura». Il sindaco di Alano
Serenella Bogana ha aggiunto che «i ragazzi sono stati protagonisti in quello che è stato il percorso della Grande
Guerra. Abbiamo raccolto le emozioni e l’aspetto umano di quella che è stata la tragedia della guerra. Oggi donia-
mo la app al museo perché sia fruibile da tutti i visitatori». La professoressa Luana Di Tommaso ha riassunto come
«dopo aver ripescato le testimonianze di documenti autentici, rileggerle insieme, approfondendo dolore, sofferenze,
malattia e ferite, ha portato i ragazzi quasi a riviverle di persona». Ha preso poi la parola Joseph Masoch che, as-
sieme ad Alice Cason, ha seguito lo sviluppo del progetto tramite la collaborazione fra l’associazione Isoipse e la
scuola. «Questo progetto - ha sottolineato - ha il duplice scopo di portare il museo fuori dal museo e dentro al terri-
torio cercando di renderlo fruibile e appetibile alle nuove generazioni e di far conoscere la Guerra in una veste un
po’ diversa. Lo sviluppo dell’audioguida è partito dalla visita dei ragazzi al museo dove hanno potuto apprendere
tutte le sfaccettature sulla guerra. Alla visita è seguito il lavoro in classe con la creazione di mappe basate
sull’immedesimazione nelle figure di soldati, sfollati e recuperanti».
da “Il Gazzettino” del 30 ottobre 2018
20 COME ERAVAMO

Novembre 1966: anche allora fu alluvione


E i danni furono enormi…
Riflessioni tratte dalla delibera di Giunta di Quero del 1° dicembre 1966
Sentito il Sindaco, il quale fa presente che la situazione é veramente disastrosa perché la frazione di Schievenin è del
tutto isolata perché l'unica strada di accesso é franata in più punti per tratti che superano complessivamente i 600 metri
e vi manca la corrente elettrica ed il collegamento telefonico; perché l’acquedotto comunale è stato asportato in più
punti per cui l'intero Comune è privo di acqua potabile; perché le località Prada e Cilladon sono del tutto isolate; perché
tutte le strade comunali sono fortemente danneggiate ed impraticabili; perché nella frazione di Schievenin e S. Maria
molte case sono in pericolo, una è crollata, altre hanno avuto asportato arredamento, masserizie e quanto vi poteva
essere al piano terra per cui si é reso necessario ordinare lo sgombero di circa 60 famiglie per un complesso di circa
300 persone; perché molti fabbricati, fra i quali il Municipio e le scuole elementari, hanno il piano terra allegato; perché
molti edifici, fra i quali anche la scuola Professionale, sono scoperchiati; perché i danni alle aziende agricole e annessi
fabbricati sono innumerevoli; perché il fiume Piave ed il torrente Tegorzo hanno asportato decine di ettari di terreni col-
tivati e perché i collegamenti stradali con Feltre sono impossibili e quelli con le zone a Sud sono precari; Accertato an-
che che il Ponte sul Piave collegante Quero con Vas, che non aveva subito lesioni nemmeno con il passaggio della ca-
tastrofica ondata del Vajont, é stato completamente asportato dall'irruenza delle acque ed ha formato un riparo
provvidenziale per l'abitato di S. Maria e per la stazione di Quero-Vas i quali sarebbero stati altrimenti spazzati via dalle
acque; Rilevato che il Ponte di S. Valentino, collegante Quero con Campo ed Alano di Piave; é stato del tutto asportato
e che anche il millenario castello di S. Girolamo ha subito notevoli lesioni. I danni subiti dalle opere pubbliche, dai fab-
bricati pubblici e privati e dalle varie attività economiche nel Comune di Quero per i quali sono necessari interventi ur-
genti al fine di ovviare alle pericolosità esistenti ed ai danni maggiori che potrebbero derivare nonché per garantire lo
svolgimento, sia pur precario, dei servizi, ammontano a £. 59.088.650; Per la ricostruzione definitiva delle opere pub-
bliche danneggiate, per la ricostruzione delle case distrutte e per la riattivazione delle attività economiche è necessaria
una spesa presunta di £. 607.000.000; Per il contenimento del fiume Piave e del torrente Tegorzo, al fine di garantire
l’incolumità dei fabbricati ed a salvaguardia della linea ferroviaria e delle colture agrarie e per l’imbrigliamento delle fra-
ne incombenti sugli abitati delle frazioni di Schievenin e Carpen, si ritiene necessaria una spesa di £ 580.000.000.
Il riconoscimento della comunità querese all’operato dei Carabinieri
Con una delibera di Consiglio, nel 1966, la comunità di Quero ha voluto rendere omaggio al
prodigarsi del Maresciallo Bellon e dei suoi sottoposti a favore della popolazione
Il consiglio comunale
Rendendosi interprete dell'intera popolazione di questo Comune che ha po-
tuto accertare come l'Arma dei Carabinieri si sia prodigata in ogni occasione
con abnegazione e sacrificio;
Accertato che durante la recente alluvione, il Sig. Maresciallo Capo Bellon
Romano Comandante la Stazione di Quero e tutto il personale della Stazio-
ne stessa si sono prodigati oltre ogni limite con continui interventi a favore
della popolazione colpita e per scongiurare incombenti pericoli mettendo a
repentaglio anche la propria vita;
Preso atto, in particolare, che quando già l'acqua del Piave aveva quasi to-
talmente sommerso il ponte tra Quero e Vas, il sig. Maresciallo Bellon attra-
versò detto ponte, unitamente al carabiniere Beraldo Marcello, per portare
soccorso ad una macchina che si trovava sull’altra sponda e sulla quale era
caduta una frana e riuscirono a ritornare solo pochi minuti prima che il ponte,
lungo 135 metri, venisse completamente asportato;
Rilevato, ancora, che, noncurante del pericolo corso il Maresciallo suddetto
dispose immediatamente, con il solo materiale precario disponibile, la chiu-
sura della testata del ponte eliminando un grave pericolo;
Dato atto che, a così manifesto atto di coraggio e di abnegazione, si devono
aggiungere innumerevoli manifestazioni ove l'arma dei Carabinieri ed in par-
ticolare il sig. Maresciallo Bellon si sono prodigati riscuotendo l'incondiziona-
ta stima e benevolenza delle popolazioni, quaIi, per citare le maggiori, gli
immediati interventi per spegnimento degli incendi nei boschi e per sopperire
ai disagi delle alluvioni del settembre 1965 e della catastrofe del Vajont;
Ritenuto che l'amministrazione Comunale debba rendere pubblica ed ufficiale la propria manifestazione di plauso e di
stima; Ad unanimità di voti espressi in forma palese
delibera
di esprimere, a nome anche di tutta la popolazione di Quero l'encomio ed il ringraziamento più vivo per quanto l'Arma
dei Carabinieri ha fatto in occasione delle recenti alluvioni ed in svariate altre occasioni per sopperire ai disagi ed ai pe-
ricoli incombenti sulla popolazione;
di additare al pubblico riconoscimento l'atto di coraggio e di abnegazione del Maresciallo Capo: sig. Bellon Ro-
mano Comandante della Stazione di Quero e del carabiniere sig. Beraldo Marcello, i quali, pur riconoscendo
l’incombente pericolo, attraversarono il ponte tra Quero e Vas, sul fiume Piave, per portare soccorso ad una macchina
coperta da una frana sull’altra sponda, quando il ponte stesso era sommerso dalle acque e pochi minuti prima che crol-
lasse. Per detto atto di coraggio come tanti altri manifestati in calamità, si richiede venga concesso un alto riconosci-
mento per l'abnegazione e l'aiuto prestato alle popolazioni del Piave".
21 COME ERAVAMO

Accadde nel 1998


a cura di Sandro Curto
IL VENTENNALE DELLA FAMIGLIA EX EMIGRANTI DI ALANO Il numero 353 del Tornado, datato 1° dicembre
1998, dedica ampio spazio alla Famiglia
Ex Emigranti di Alano che festeggia il
ventennale della fondazione, avvenuta il
3 dicembre 1978, con una giornata ini-
ziata con la S.Messa, continuata con la
presentazione di una mostra fotografica
sull’attività svolta e conclusa col pranzo
sociale al ristorante Tegorzo. La asso-
ciazione, che conta ben 120 soci, è gui-
data dall’attivo Bruno Campana, succe-
duto nel 1996 allo storico presidente
Giacomo Rizzotto, ed è particolarmente
presente nel territorio con organizzazio-
ne di eventi come gite, pranzi, mostre,
allestimento del presepio a Villa Cine-
spa e cura dei parchi giochi.
Nella foto il primo consiglio direttivo del
1978 con, da sinistra in piedi, Matteo
Rizzotto, Flavio Prosdocimo, Placido Mondin, Natale Zancaner e Pietro Dal Zuffo (“Gino Bica”), seduti Renato
D’Orlando, Liberale Errandi, Giacomo Rizzotto ed Espedito Prosdocimo.

Fener, l’alluvione del 1966


 

(s.for.) A proposito della piena del Piave del 29 e 30 ottobre 2018, di cui ci occupiamo in altra parte del giorna-
le… Cinquantadue anni fa, il 4 novembre 1966, ci fu l’alluvione che mise in ginocchio parte dell’Italia (storiche le
immagini dell’esondazione dell'Arno a Firenze e dell’intervento dei cosiddetti “angeli del fango” per salvare le
opere d’arte). Questa foto, scattata da Bepi Cargnelli - si badi bene - il giorno successivo alle ore 6.30, ritrae il
Piave all’altezza del “vecchio” ponte di Fener. Il livello dell’acqua - già notevole da quanto si vede - stava già
scendendo, ma chi ha qualche anno in più ricorda che il 4 novembre l’acqua del Piave passava addirittura sopra
il ponte (come sott’acqua - fino al primo piano delle abitazioni - era andato anche tutto Fener Basso).

ASTERISCO

Pranzo Sociale dello Sportivo


DOMENICA
25 NOVEMBRE 2018
ORE 12,15
Invito a soci e simpatizzanti
Seguirà spumeggiante lotteria
Con intrattenimento
Prenotazione entro mercoledì 21 novembre
al numero 0439.779547
Prezzo: 26,00 € a persona
22 CRONACA

Alpini Quero
Ripulita la targa
sul Ponte Tegorzo
Il gruppo Alpini “Monte Cornella” di Quero ha resti-
tuito leggibilità alla targa che, all’inizio della Calno-
va, appena dopo il ponte sul Tegorzo in direzione
di Quero, ricorda le vicende del manufatto in occa-
sione della prima Guerra Mondiale, quando venne
fatto brillare per ritardare l’avanzata del nemico.
Nel 1921, a guerra finita, il ponte venne ripristinato
e si pose la targa a ricordo dell’avvenimento.
Le sorti del Ponte si trovano raccontate anche nel
diario di Maria Dal Pos, a pagina 3a, ed è possibile
leggerla grazie alla recente ristampa a cura
dell’amministrazione comunale: “ …prendemmo al-
lora la via di Alano, per Campo, perché il ponte Fe-
ner non si poteva più ripassare, stavano terminan-
do di minarlo. Trascorso appena un mezzo chilo-
metro di strada, sentimmo il strepitoso colpo del
ponte…”
La storia del ponte. “Nell’anno 1858, dopo tre an-
ni di dispendioso lavoro, dovuto all’intelligente im-
presa Cav. Giovanni e Giacomo Guarnieri,
s’inaugurava, coll’intervento di tutte le autorità pro-
vinciali e d’innumerevole popolo, il ponte. E’ un
manufatto di pietra lavorata importante sotto ogni
riguardo; ha tre arcate, ognuna della corda di metri
20,50, con ali di difesa sopra corrente ad imbuto, e
s’imbasa sopra una robusta palafitta. Dista 14 ki-
lometri da Feltre, breve tratto innanzi che il Tegor-
zo si getti nel Piave”. Tratto da nota che accompa-
gna una litografia del ponte.
Le 3 immagini qui sotto sono tratte da: http://www.altratecnica.it/storia/cinema-prealpi/2-lanteguerra/2-1-quero/2-1-quero-prima-parte-2/

A fianco: riproduzione di litografia


dalla raccolta:
“Dal Piave al Brenta.
Descrizione ed illustrazione del Feltrino”.
Panfilo Castaldi Editrice, 1876
23 CRONACA

In ricordo di Antonio Mondin


di Alessandro Bagatella
Antonio Mondin, di anni 86, originario di Schievenin, dopo due mesi dalla di-
partita della moglie Stella, l’ha seguita per una nuova vita, quella eterna. Da
mesi si era ammalato e le tante complicazioni hanno fiaccato la sua forte fi-
bra. Per oltre vent’anni ha seguito il nostro gruppo escursionistico: gli amici
del Tomatico e del Grappa, assaporando le bellezze che la montagna ci offri-
va. Con noi dimenticava gli acciacchi della salute, dagli altopiani dei sette
Comuni, alla Marmolada. Non mancava alle cene e alle gite che venivano or-
ganizzate, sempre intonando il canto finale "Signore delle cime”. Era di cuore
buono. Alla gente principiante e poco esperta costruiva un bastone per facili-
tar loro il cammino. Ora Tonin, lassù dove sei arrivato, hai incontrato Stella e
potrai camminare in pascoli erbosi assieme a lei ed ai tanti amici del gruppo
che vi hanno preceduto. Ora scegliete dei percorsi facili, come facevo io, per
camminare ancora assieme quando vi raggiungeremo.
Riposate in pace e arrivederci.
Ai figli, fratelli, nuore, nipoti e parenti tutti le più sentite condoglianze.

In memoria di Regina Canal


Nata ad Arina di Lamon il 19/01/1946 è mancata improvvisamente a Quero il 22/08/2018, la-
sciando nello sconforto il marito Miuzzi Primo, i figli Germano e Ivan, le nuore Lara e Sara e i
nipoti Marco, Francesca, Davide e Mattia.
Appena sposata, nel 1965 ha seguito il marito Primo nei vari cantieri esteri in cui si trasferiva
per lavoro come Austria, Germania e Canada.
Si è sempre dedicata con cura alla casa e alla famiglia, accudendo con tanto amore prima i
figli e poi gli adorati nipoti.
La ricordano con affetto tutti i famigliari, gli amici, la comunità di Quero e le Famiglie ex-
migranti.

Per l’87° compleanno


Auguri, Corrado!
La foto è stata scattata domenica 14 ottobre, in occasione dell’
87° compleanno di Corrado Benvenuti.
Corrado è nato il 14/10/1931 a Montefiore Conca, in provincia di
Rimini, ed è sposato dal 1961 con Silvana Fantinel, nata a
Quero il 24/12/1938.
Si sono conosciuti in Svizzera e dopo la nascita dei tre figli, nel
1966, si trasferirono a Torino.
Dal 1996, si sono stabiliti a Quero, partecipando alle attività
sociali di volontariato, in particolare come soci attivi dell’Auser.

E’ arrivato
Filippo…!
I bisnonni Giancarlo Billò e Rita Rech, di Quero Vas,
abbracciano il loro nipotino Filippo... in compagnia di
mamma Silvia, della nonna Graziella e della zia
Donatella e desiderano condividere la loro gioia con la
famiglia di lettori de “Il Tornado”, proponendo questa
bella foto che li ritrae assieme al nuovo arrivato.
24 LIBRI

Assalto al Cansiglio
Sabato 17 novembre alle ore 20.30 al “Centro Culturale di Quero” si parlerà di Storia
“Assalto al Cansiglio” è il nuovo libro a firma di Pier Pao-
lo Brescacin, edito per i tipi dell’ ISREV (“Istituto per la
Storia della Resistenza e della Società Contemporanea
del Vittoriese Onlus” - cfr. www.isrev.it).
Un libro che narra la genesi, l’evoluzione e l’epilogo di uno
degli episodi che più hanno segnato la lotta di Liberazione
nel Vittoriese. Due sono le domande: perché presentare
un libro del genere proprio a Quero? E perché scrivere
proprio di questo argomento e più in generale scrivere an-
cora di Storia nel 2018?
Alla prima domanda si risponde tenendo conto del conte-
sto storico-geografico. Quero si configura idealmente co-
me trait d’union fra quelli che furono nelle nostre zone i
due maggiori rastrellamenti tedeschi: a est quello del Can-
siglio, appunto, e a ovest quello che solo due settimane
più tardi sarebbe avvenuto sul Grappa, peraltro ad opera
dello stesso tenente colonnello tedesco Fritz Herbert Die-
rich che, a partire dal 20 settembre 1944, si trasferì con il
suo Reggimento proprio a Quero, assumendo il comando
del settore Nord-Est. Ma anche perché “Assalto al Can-
siglio” è una storia della montagna e delle sue genti e
come tale è una storia universale che non conosce confini
geografici quando si tratta di raccontare quel difficile mo-
mento che fu la lotta di Liberazione e che trovò, nella mon-
tagna, il suo alleato più fedele. Alla seconda domanda ri-
spondiamo così. Sino ad ora sull’argomento esistevano
solo alcune memorie frammentate. L’autore dopo dieci
anni di ricerca storica è quindi finalmente riuscito a rico-
struire e analizzare quella vicenda in profondità e in tutta
la sua complessità, consentendo al lettore di ripercorrere
quel rastrellamento giorno per giorno, facendolo immerge-
re in quello che potrebbe essere benissimo il copione di
un film, tenendolo ben lontano da quella noia tipica dei saggi storici, pur mantenendo tuttavia il rigore scientifico che
uno storico, in qualità di ricercatore, è tenuto ad osservare. Perché quindi fare ancora Storia nel 2018? Perché pos-
siamo continuare sì a erigere monumenti a ricordo di questi fatti, ma bisogna anche che qualcuno li renda intelligibili, li
spieghi al grande pubblico .
“Senza la parola scritta, che fissa fatti, ferma eventi e disegna protagonisti - come ben dice il Presidente dell’ ISREV
Vittorino Pianca - le pietre rimangono mute, senza voce, non riescono a parlare da sole”.

LETTERE AL TORNADO
Giorno di nozze
Un altro bellissimo matrimonio a Milies di Segusino. Il giorno 29 Settembre
Maila Marsura e Michele Sorini, sono convolati a nozze nella chiesetta di S.
Maria Ausiliatrice, che per la cerimonia nuziale era stata addobbata a festa.
Maila, di Sernaglia della Battaglia, figlia di Marta Minute e Vincenzo, ha deciso
di sposarsi in quel bellissimo borgo montano, dove 30 anni prima si sposarono
anche i genitori. Così, Maila accompagnata dal papà è partita dalla casetta dei
nonni Isidoro e Giuseppina e si è incamminata lungo la via che porta alla chie-
setta, costeggiata da una moltitudine di palloncini bianchi, dove ha incontrato
tutti gli invitati e convenuti. La cerimonia religiosa è stata celebrata da Don
Stefano Breda dell'ordine dei padri ricostruttori con lo scambio tra gli sposi di
corone di fiori oltre che delle tradizionali fedi nuziali, alla presenza delle testi-
moni Giuly e Annalisa. Genitori,
nonni, parenti e amici, circa un cen-
tinaio di persone, sono state poi invi-
tate ad un ricco rinfresco presso l'O-
stello della Gioventù St. Jory , che
per l'occasione è stato costellato da
mille bandierine e piccole luci, un ve-
ro spettacolo!!!
Agli sposi tanta salute e un splendi-
do avvenire.
I nonni Isidoro e Giuseppina

Qui a fianco, gli sposi Maila e Miche-


le con i genitori e i nonni davanti alla
casetta di Milies
25 CRONACA

Famiglia Feltrina
Consegnati i premi “Beato Bernardino” e “Feltre & Lavoro”
Fra i premiati anche alcuni studenti del Basso Feltrino
Domenica 21 ottobre sono stati consegnati, nell’ambito della cerimonia autunnale svoltasi nella Sala degli Stemmi del
Municipio di Feltre, i riconoscimenti promossi da Famiglia Feltrina per segnalare alla comunità persone, enti, associa-
zioni o soggetti economici che si siano distinti nella vita comunitaria. Il premio “Beato Bernardino” è andato
all’Associazione Sociale Sportivi Invalidi- A.S.S.I. di Sedico. Il Premio “Feltre & Lavoro”, destinato ad attività economi-
che radicate nel territorio che si sono distinte per dinamicità, in particolare nella creazione di nuove opportunità di oc-
cupazione, è stato consegnato alla Cooperativa Valcarne. A conclusione della cerimonia sono stati premiati gli studenti
diplomati nelle superiori e di Feltre con il massimo dei voti ed è stata consegnata la borsa di studio istituita dalla fami-
glia Luca allo studente in infermieristica Michele Morandel. Il presidente di Famiglia Feltrina, Enrico Gaz, ha annunciato
che dal prossimo anno sarà istituita una seconda borsa di studio alla memoria di Daniele Ferro, brillante ingegnere che
giovanissimo ha perso la vita in incidente d’auto. Fra i premiati, si sono aggiudicati il massimo dei voti Enrica Masocco
(Alano di Piave) del liceo classico, Giorgio Scarton e Piero Soppelsa del liceo scientifico per le scienze applicate,
mentre per l’indirizzo scientifico tradizionale si sono segnalati Noemi Arboit (cento con lode) per lunghi anni residen-
te a Quero Vas, Erik Gasparini, Gloria Isotton, Mattia Mondin (con lode). Al linguistico, sempre del Dal Piaz, la lode è
spettata anche a Veronica Burtet (Marziai di Quero Vas). Gli altri due centini sono stati Nicola Dalla Sega e Donia
Mizane. All’Agrario, Edoardo Poloni e Marco Adami hanno fatto “cento”, analogamente ai colleghi dell’Itis Negrelli Da-
niel Corrent, Lorenzo Gnech e Erik Nicolao. Elisa Rosa (Quero Vas) ha ottenuto il massimo dei voti al Colotti, mentre
all’istituto Canossiano i centini sono stati Francesco Cavalieri e Valentina Bonelli.
(In grassetto i nomi degli studenti residenti o originari del Basso Feltrino)

CALCIO

Samuele Coppe, da Segusino al Portogallo


Segnalazione di Alberto Coppe
Samuele Coppe ha firmato come attaccante del Lusitano Futebol Clube
nella Serie C portoghese. 18 anni, studi di coiffeur, seguendo la vocazione
di famiglia, gioca a calcio da quando aveva 6 anni. I primi calci al campet-
to, poi gli esordi nella vecchia Sga, ora è Sp (Segusino-Pederobba), Union
Qdp, Montebelluna, Careni Pievigina, infine l'Union Feltre. Alcuni anni fa
ha partecipato a uno stage internazionale a Padova, è stato notato, sono
iniziati i contatti con i procuratori e la scorsa estate è volato a Malta. Dopo
un'estate passata nella primavera del Mosta, una squadra della Serie A
maltese, dove già era stato adocchiato dal Balzan, squadra professionisti-
ca, ha ricevuto l'offerta dei lusitani. Nel momento in cui si è presentata la
possibilità di giocare in Portogallo la scelta è stata immediata. E Samuele
ha deciso di compiere il grande salto. Ieri il primo match. Il giovane segusinese giocherà con il Lusitano Futebol Clube
fino al giugno 2019. Al Lusitano Samuele è il più giovane: parte da qui il suo sogno di diventare professionista e di
emulare il suo idolo. Alex del Piero. Ora l'obiettivo è quello di migliorare per poi un'ulteriore salto di livello in Francia o
Spagna. Notizie tratte da un articolo di Elena Filini – Gazzettino del 9/9/2018
26 MUSICA

Autunno musicale con Mosaici Sonori Trio!


Venerdì 23 novembre sarà una giornata
all'insegna della musica, una giornata che si
realizza attraverso la collaborazione tra
Biblioteche, Associazione Dissonance, Istituto
Comprensivo di Quero e Centro Culturale che
da qualche anno portano insieme, sia a scuola
che sul territorio, esperienze di incontro con la
musica e gli strumenti musicali. Il progetto
della giornata si articola infatti in due momenti,
il primo dedicato ai ragazzi delle Scuole
Secondarie di 1°Grado di Alano e Quero che
la mattina hanno l'opportunità di partecipare
ad una lezione-concerto dove incontrano di
volta in volta diversi strumenti musicali che
vengono raccontati dai musicisti in maniera
semplice ed accattivante. Il secondo momento
è il concerto serale dedicato a tutta la
comunità. Il progetto ha come obiettivo di far
conoscere ai ragazzi strumenti, musicisti,
autori in un contesto piacevole e stimolante.
Vedere da vicino gli strumenti, conoscerli e
sentirne le potenzialità espressive è
sicuramente un arricchimento per i ragazzi in
crescita che possono anche avere un
approccio interessante con la musica dal vivo.
Vi invitiamo perciò a concerto venerdì 23
novembre con L’Ensemble Mosaici Sonori
in Centro Culturale a Quero alle 20.30. Il
gruppo nasce nel 1998 ed offre agli ascoltatori
repertori versatilili che possono andare dalla
musica del Settecento per arrivare fino alla
musica contemporanea. L’Ensemble ha
partecipato a diverse manifestazioni musicali,
esibendosi in Emila-Romagna con concerti in
diversi teatri della regione e in tantissime città
italiane. Ha partecipato a numerosi festival e
rassegne su tutto il territorio nazionale e
all'estero con la compagnia teatrale con la
quale collabora da anni. Gli elementi dell’
Ensemble individualmente vantano importanti collaborazioni con personaggi quali: i Soprani Katia Ricciarelli, Chiara
Taigi, i Tenori Nicola Martinucci, Pietro Ballo, Alessandro Safina, Fabio Sartori, direttori come L.Jua, Wladimir Delman,
Riccardo Chailly, Maurizio Benini, Aldo Sisillo, Valere Gergiev, Gustav Kuhn, Luciano Berio e Julian Kovacs, musicisti
come Danilo Rossi (prima Viola Solista del Orchestra del Teatro alla Scala), Paolo Pollastri (primo Oboe del Orchestra
di Santa Cecilia di Roma), cantanti quali Lucio Dalla, Emji Stewart, Gino Paoli, partecipando a spettacoli presentati da
Pippo Baudo, Fabrizio Frizzi, Paola Saluzzi con la presenza di artisti quali Mogol, Ivano Marscotti, ed hanno effettuato
registrazioni per la Sony Music Messico e la Discoteca di Stato Italiana. Ottime premesse: un conceto da non perdere!

Circolo Auser “al Caminetto” AUSER


Alano di Piave e Quero Vas
Domenica 18 Novembre 
ore 12:30 
Casa Associazioni di Quero 
Festeggeremo i compleanni dei nati nei mesi di
settembre, ottobre e novembre. I festeggiati possono
portare i loro sempre graditi ottimi dolci.
Il pulmino partirà da Alano alle ore 11:30 e da Vas su richiesta.
Affrettatevi per le prenotazioni in sede.
Informazioni e prenotazioni in sede Auser di Quero Vas: tel.0439 787861
Dal lunedì al venerdì dalle ore 15:00 alle ore 17:00
27 ATTUALITÀ

           

Prossimi appuntamenti al Centro Culturale di Quero

Personaggi da scoprire!!!
Sabato 24 Novembre
Farine Fossili in Il mondo deve sapere

Regia di Stefano Lotto


Disegni di Massimo Slongo

Recital: una combinazione di recitazione, disegni, video e


registrazioni vocali per rendere in chiave ironica il già
variegato mondo di poche luci e molte ombre dei call center,
descritto da Michela Murgia nell'omonimo libro.
Confidando che lo spettacolo abbia più luci che ombre.

Sabato 01 Dicembre
Bruno Alessandro in
Teatro amore mio, che passione!
Un travolgente viaggio, appassionato, ricco di emozioni, nel teatro a
partire dall’autore veneto Ruzante.

Un’occasione unica per dialogare con il più grande doppiatore italiano,


Bruno Alessandro. Ha recitato, inoltre, come attore in serie e film tv e
nella pellicola cinematografica.

Biglietto intero 5 euro


Ulteriori informazioni all’indirizzo www.centroculturalequero.it

rinnovo Controlla il numero di scadenza del tuo


abbonamento. Lo trovi sull’etichetta.
abbonamenti Eviterai di perdere qualche numero della rivista.
28 ASTERISCO

COME ERAVAMO

Esibizioni canore…d’altri tempi


dal libro dei ricordi di Luca Favero

Il nostro lettore di Quero, Luca Favero, ci ha consegnato


diverse istantanee… storiche, da condividere con i nostri
lettori. Ne vedete qui un paio, dedicate ad un avvenimento
canoro in piazza a Fener e in piazza a Quero
Erail 1970, il 15 agosto per la precisione ed il mini cantante
che si esibisce sul palco è proprio il nostro abbonato Luca
Favero! L’iniziativa era il mini cantagiro, organizzato da
Agostino Coppe, alla tastiera nella foto qui sotto. Alla
batteria si riconosce anche il fenerese “Dorè” (Renato
D’Orlando.
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