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Anno XLI
03.04.2019
Numero
719
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
Ricariche telefoniche
Bice Lazzari
di Ketty Bavaresco*
Nello scorso numero de “Il Tornado” l’artista Bice Lazzari vi è stata
presentata dall’esperta Prof.ssa Daniela Todoverto; credo sia chiaro a
tutti la portata internazionale della sua opera. Bice era piuttosto legata
al nostro territorio e, come già anticipato la scorsa volta, da questo
amore per Quero è nata la sua volontà di farsi tumulare nel nostro
cimitero. E scrisse anche
una poesia mentre era in va-
canza, ispirata da questi
paesaggi!
Ma noi vorremmo andare ol-
tre; valorizzare questa artista
sul nostro territorio significa
accendere i riflettori su Que-
ro Vas, aprirci verso il turi-
smo culturale che ancora
non siamo riusciti a cattura-
re, far affluire sul nostro terri-
torio persone che conoscono
l’opera di Bice e che mai si
aspetterebbero un legame
così forte con la comunità di
Quero. Il gruppo di volontari
che lavora a questo progetto,
sta già organizzando diverse attività legate all’artista, come laboratori
di pittura per le scuole, serate conoscitive dell’opera di Bice per la po-
polazione, per le aziende e gli esercizi pubblici del territorio, con
SABATO 13 APRILE – ORE 18,30 – CENTRO CULTURALE QUERO
La foto di copertina
(M.M.) La copertina di questo numero è dedicata all’artista Bice Laz-
zari, di cui abbiamo scritto nel precedente numero del periodico e che
qui ricordiamo per la prossima intitolazione a suo nome del Centro
Culturale di Quero Vas. Si tratta di una sua opera che è ospitata nel
palazzo municipale di Quero ed accoglie i cittadini all’ingresso della
sala consiliare. E’ un omaggio alla comunità querese della famiglia di
Bice Lazzari e riprendiamo, per facilitarne la lettura, la spiegazione
che abbiamo già avuto modo di proporre ai lettori nel nr. 586 del
16.11.2011, quando fu esposto.
Il nonno, Pietro Billò, classe 1880, era partito dalla nostra zona alla volta del Brasile intorno al 1895. Nel 1903
sposò Maria Cortese, italiana, e dalla loro unione nacque Pedro Billò, classe 1917, che nel 1939 sposò Libera
Helena Parassulo, brasiliana. Da questo matrimonio, nel 1962 nacque
Geraldo do Carmo Bilò (col passar del tempo una “elle” si è persa
per strada). E proprio Geraldo, titolare di un supermercato nei pressi di
San Paolo, qualche settimana fa è giunto per la prima volta in Italia
con la sua famiglia (la moglie Erli Isabel Magalhaes e i due figli
Flavio e Ligia Magalhaes Bilò, promettenti medici) alla ricerca delle
proprie radici. Un’impresa non semplice, contando inizialmente solo su
un documento in cui si attestava che il nonno Pietro - figlio a sua volta
di Giovanni Billò e di Regina Nani - era nato in provincia di Belluno,
senza alcun altro riferimento un po’ più preciso. Messo sulla strada
giusta da un’amica avvocatessa, Geraldo - giunto finalmente a Fener -
ha avuto anche la fortuna di imbattersi subito in Mario Santangelo (la
cui mamma era una Nani), che lo ha messo immediatamente in
contatto con alcuni Billò residenti nel nostro comune (quasi tutti originari di Cuniol). E così, sabato 23 marzo, la
famiglia Bilò ha potuto finalmente riscoprire le proprie origini. Per loro si sono aperte anche le porte del municipio
alanese, dove il sindaco Serenella
Bogana (con tanto di fascia tricolore) e
l’assessore Novella Codemo hanno loro
consegnato alcune pubblicazioni relative
alla nostra zona (tra le quali il bel libro
fotografico di Italo Zandonella e Carlo
Bazan). Grande la gioia provata dalla
famiglia Bilò, resa ancor più palpabile
dalla impeccabile traduttrice Laura
Cebin, “assoldata” per l’occasione. Poi il
gruppo si è diretto a Fener per un
aperitivo presso la Gelateria Due Valli
gestita dalla famiglia brasiliana-fenerese
Cebin-Tintori, per poi dirigersi - grazie
alla squisita disponibilità di Loris Billò e
della moglie Annateresa Spada, impareggiabili “padroni di casa” nonché “cugini” acquisiti - dapprima in birreria a
Pedavena per il pranzo, e poi sul Grappa, per far scoprire agli ospiti brasiliani (ma con solide radici alanesi) le
nostre splendide montagne. Una bella storia, che ci piace condividere con tutti i lettori del Tornado.
3 ATTUALITÀ
NOI CITTADINI
i ragazzi riflettono e ci mandano messaggi
Il primo giorno di primavera abbiamo ricevuto nelle cassette della posta i messaggi
scritti dai bambini e dai ragazzi dei nostri paesi, messaggi frutto di riflessioni e
approfondimenti fatti a scuola nel percorso di "Educazione alla cittadinanza". Da
alcuni anni infatti tutte le scuole del territorio affrontano con gli studenti i temi legati ai
diritti/doveri, la costituzione, la giustizia, la legalità, il rispetto della terra, temi che poi
condividono con la comunità durante la Giornata del ricordo e dell'impegno per le
vittime di tutte le mafie promossa dall'Associazione Libera e sostenuta dal Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. www.libera.it
I messaggi ricevuti sono stati toccanti, profondi, significativi. Messaggi che chiedono
al mondo adulto di riflettere e di impegnarsi a costruire un mondo più giusto insieme
e per i ragazzi. La tutela dell'ambiente, la giustizia sociale, il rispetto, la cura dei
piccoli e dei deboli, sono sono cose per cui impegnarsi fin da subito. Ringraziamo i
bambini, i ragazzi e gli insegnanti che li seguono, per aiutarci a riflettere, per credere nella possibilità di migliorare a
partire dalle azioni quotidiane. Ai biglietti ricevuti si può rispondere contribuendo alla riflessione. I bambini aspettano
"posta" e impegno da tutti noi! In foto: alcuni momenti nelle piazze di Quero ed Alano e i messaggi in buca
Nelle buche delle lettere di Vas e di Alano di Piave, oltre che nelle buche di Quero.
4 LETTERE AL TORNADO
Altro punto di forza dell’itinerario è il raccordo con le stazioni ferroviarie di Busche, Quero Vas e Alano Fener. A questo
si aggiungono la già citata varietà e qualità del paesaggio e la qualità della pavimentazione.
In quest’ottica si è valutato il percorso lungo la Calnova in quanto ottempera alle caratteristiche di un percorso dorsale
secondo le linee guida di Eurac, la sicurezza e la valenza paesaggistica. Altri percorsi, quali deviazioni verso San Va-
lentino o nuovi attraversamenti del Tegorzo, pur valutati (e comunque inseriti in uno stralcio successivo) non sarebbero
5 LETTERE AL TORNADO
Altro punto di forza dell’itinerario è il raccordo con le stazioni ferroviarie di Busche, Quero Vas e Alano Fener. A questo
si aggiungono la già citata varietà e qualità del paesaggio e la qualità della pavimentazione.
In quest’ottica si è valutato il percorso lungo la Calnova in quanto ottempera alle caratteristiche di un percorso dorsale
secondo le linee guida di Eurac, la sicurezza e la valenza paesaggistica. Altri percorsi, quali deviazioni verso San Va-
lentino o nuovi attraversamenti del Tegorzo, pur valutati (e comunque inseriti in uno stralcio successivo) non sarebbero
altrettanto validi per il turismo slow spezzando la continuità del tracciato principale in percorsi locali che vanno valoriz-
zati in altro ambito e con altre attrattive. A tali considerazioni si aggiunge il fatto che altre soluzioni di tracciato necessi-
terebbero l’impiego di ulteriori e cospicue risorse economiche attualmente non disponibili. Abbiamo già ottenuto oltre
4.000.000 di euro per la realizzazione di questa opera.
La Calnova a senso unico è un ipotesi da attuare per fasi e di sicuro in ogni caso aumenterebbe il livello di sicurezza
della percorrenza stradale che, come noto, già allo stato attuale è decisamente basso, anche se la decisione che ab-
biamo assunto tempo fa di istituire il divieto per i mezzi pesanti e gli autobus ha un tantino migliorato la situazione.
Quale futuro
di Angelo Ceccotto
Un quotidiano ha riportato un discutibile titolo: “Più politica e meno Vangelo”; credo che invertendo gli intenti di
questa presentazione avremmo sicuramente una società migliore, migliore per la famiglia e per la convivenza
sociale espressione di solidarietà. I responsabili governativi non comprendono quale disorientamento provochino
nel popolo italiano con i costanti giochi verbali e con le rincorrenti spettacolari interviste; sbavano le loro
confusionali verità e ritrattazioni, esibendosi insistentemente in promesse elettorali irrealizzabili. E’ inutile persistere
come bambini capricciosi su una strada che difficilmente ha sbocchi positivi, così si va sbattere irrimediabilmente.
Non fa bene agli italiani, tanto meno all’economia, insultare quegli organismi europei che finora, pur con vistose
defezioni, ci hanno sorretto e sostenuto in momenti difficili. Un proverbio afferma: “Sbagliare è umano ma
perseverare è diabolico”, pertanto è doveroso operare con equilibrio politico, tra entrate e uscite, che diano una
concreta fattibilità oltre a diffondere credibilità di sviluppo collettivo che è fonte primaria per un’economia
sostenibile. In politica ci vuole diplomazia che determini il più possibile lo stato di valori sociali e della convivenza,
evitando quei promettenti squilibri che nel tempo portano al degrado sociale. Fare mirate beneficienze è
un’esigenza primaria oltre a essere un dovere civico e morale verso i diseredati e le famiglie disagiate, ma
sostenere un’equivoca promessa elettorale è da irresponsabili poiché del cosiddetto “Reddito di Cittadinanza”
beneficeranno maggiormente quanti fin ora vivono con l’accettabile eterno sussidio. Non serve ripiegare con forzate
giustificazioni incolpando i precedenti governi per l’attuale precarietà, questo dimostra essere degli infantili o ancor
più la mancanza del saper governare, lo dimostra l’abituale “no” a ogni progetto di sviluppo, al costante insulto
all’Europa, questo non fa bene all’economia e non fa bene agli Italiani. Questi slogan danneggiano già il malconcio
tessuto sociale che vede emergere una nuova recessione del prodotto interno lordo (PIL). Inoltre si nota la
crescente disoccupazione, come l’incontrollabile spread, fattori determinanti d’instabilità per un economia solida. Il
comportamento di questo bizzarro governo detto “del cambiamento”, fondato su un contratto, dopo pochi mesi
dall’insediamento, dimostra che dopo la nebbia di qualche mese fa ora incombono al suo interno molte crepe
confusionali, spesso contraddittorie. Se queste sono le prospettive, cosa ci possiamo aspettare in futuro, se non
cogliere con amarezza, sfiducia, insicurezza, mancanza di lavoro per molti disoccupati, come la disattenzione verso
i più deboli. Ma che cambiamento è questo? Ritengo che tutto non sia negativo ma se dobbiamo aspettare cinque
anni, come prospettiva di un miglioramento, ahimè, “Campa cavallo che l’erba deve ancora avvenire”. Credo non
sia troppo tardi rivedere quel programma che non dà soddisfazione alla popolazione, quanto meno una garanzia
sociale all’immagine internazionale. E’ mia consuetudine ripetere che non è facile governare l’Italia per i troppi
squilibri sociali territoriali, tra l’altro vincolati da una devastante burocrazia che frena spesso in modo irrimediabile
ogni iniziativa. Pertanto, chi ci prova può commettere anche degli errori, errori umani come ci è stato tramandato:
“Chi non fa niente non sbaglia mai” e “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”, così che conviene cambiare rotta
con responsabilità per non scivolare in una pericolosa instabilità nazionale. Si auspica che ci sia un ravvedimento,
perseguendo la via più che millenaria di valori fondanti tramandatici per una serena società, inviando ai lettori de “Il
Tornado” i migliori auguri che il buon Dio protegga questa fragile Italia.
6 CRONACA
La Comunità di Fener
ricorda Giuseppe Siragna
La Comunità di Fener così ricorda Giuseppe, con i pensieri e le testimonianze
delle persone che lo hanno conosciuto, frequentato, incontrato.
Tutti a Fener abbiamo avuto modo di incontrarlo. Durante i suoi quasi
sessant’anni vissuti nel nostro paese ha intessuto costantemente relazioni di
collaborazione, di aiuto, di sostegno, di accoglienza. Lo ricordiamo quando
partecipava in maniera operativa, ancora negli anni ‘70, alle iniziative della Pro
Loco. Lo abbiamo presente nel Consiglio Pastorale-Parrocchiale promotore
delle iniziative per il ripristino e il rinnovamento delle opere parrocchiali. Gli
amici riferiscono che stava fino a tarda notte per sistemare gli impianti, il
pavimento, gli infissi della sala parrocchiale; lo ricordano impegnato, anche a
tempo pieno quando era in pensione, nella realizzazione dei lavori per la
chiesa di San Michele, per il restauro degli oratori, nell’esecuzione dei lavori
per la canonica, per la taverna...
La sua casa e il suo cuore erano sempre aperti a tutti, a qualunque ora, per
sostenere le persone nei labirinti delle dichiarazione dei redditi, per condurre le
pratiche volte ad ottenere i benefici previsti dalla legge per le persone in
difficoltà economica, con problemi di salute, di anzianità avanzata, di
solitudine...
Tutte le persone del nostro paese, ricoverate in ospedale hanno avuto da Giuseppe attenzione, tempo dedicato e
parole di conforto.
Donava a chiunque ne avesse bisogno le sue conoscenze, le sue competenze, la sua persona. Le parole che
ricorrono nei racconti delle persone che lo ricordano sono: buono, paziente, accogliente, benevolo, attento ai
bisogni degli altri, discreto, aiutava senza voler comparire, umile, non si considerava mai come protagonista,
riconoscente, una persona che ha dato tanto al nostro paese, una persona con una fede profonda, “l era unico, no
ghe n é altri de compagni”, “no se pol che parlar ben de lu”… Dai pensieri raccolti ne viene fuori una figura di
testimone vero, autentico, del messaggio evangelico, delle beatitudini che incarnava, che metteva in pratica con
discrezione nelle azioni quotidiane della sua vita, accompagnato dalla sua cara, carissima Giuliana, che ha
condiviso con lui il senso di una vita dedicata all'altro. Nell’incontro con le persone portava sempre parole di pace
accompagnate dal suo sorriso dolce, dai suoi occhi azzurro-verdi che hanno sempre visto, che guardavano già il
Cielo.
La comunità di Fener esprime la sua gratitudine a Giuseppe, per il suo essere stato in mezzo a noi. Giuseppe è
stato un “GIUSTO”. Secondo l’accezione del poeta, scrittore argentino Luis Borges “i giusti” sono coloro che con
piccoli e grandi gesti stanno salvando il mondo. Sono coloro che preferiscono che abbiano ragione gli altri; sono
quelli che compiono ogni giorno gesti semplici come regalare una parola gentile; sono quelli che fanno bene il
proprio lavoro; sono quelli che fanno cose comuni ma con dedizione quotidiana; sono quelli che fanno ogni giorno
gesti di cura. I “GIUSTI” sono coloro che si impegnano in modo eccellente nel dare, nel darsi e che hanno la
capacità di dimenticare quanto hanno fatto per gli altri.
Noi, nella nostra comunità abbiamo avuto un “GIUSTO”. Ne siamo consapevoli e riconoscenti. Grazie Giuseppe.
PIC-NIC
ALLA CROCE DEL PIAJO
MERCOLEDI’ 1° MAGGIO 2019
PROGRAMMA
ore 8.00: ritrovo dei partecipanti a Fener, in Piazza Dante,
e partenza verso la Croce del Piajo
ore 10.00: “merenda” alla Croce del Piajo
ore 12.00: super-grigliata
con costesine, salsicce, braciole, polenta e…vino a volontà
pomeriggio in allegria
I primi settant’anni
di Rizzieri
di Sandro Curto
Festa grande, martedì 19 marzo, al “Ricci bar” di Alano per il set-
tantesimo compleanno di Rizzieri Serafin che, con Antonia, Si-
mone e Greta, gestisce il locale da una dozzina d’anni. Per
l’occasione sono arrivati numerosi amici e clienti che hanno po-
tuto gustare oltre alle tradizionali “sardèle” fritte anche, novità di
quest’anno, delle seppie con la polenta. Auguri Rizzieri e appun-
tamento al 2020 visto che il calendario ci aiuta e l’anno bisestile
fa in modo che il compleanno caschi di giovedì e non il giorno di
chiusura del mercoledì. Foto di Ezio Fiabane.
I titolari del “Ricci bar”, attraverso il Tornado, ringraziano i clienti per la grande partecipazione a tutti gli eventi e le
feste organizzate nel locale segno di amicizia e di stima reciproca.
COME ERAVAMO
Squadra di calcio
di Segusino
attorno al 1960
(S.C.) Nella foto che ci viene segnalata dal no-
stro abbonato di Bigolino Pino Verri (il primo in
piedi a sinistra) una squadra amatoriale di cal-
cio di Segusino negli anni a cavallo del 1960.
Non tutti sono stati riconosciuti dal nostro in-
formatore ma di sicuro vi compaiono alcuni
protagonisti del calcio segusinese degli anni
successivi: Gianfranco Coppe “Caco”, Giorgio
Minute “Sivori”, Gianni Zanella “Chitarra”, Sil-
vano Gatto, Lino Coppe, Lino Minute, Tiziano Verri e Innocente Pivetta.
di Alessandro Bagatella
Non servono presentazioni per Italo, solo congratulazioni per
il grande lavoro di scrittore che ha fatto e continua a fare,
come si vede nella segnalazione del Corriere nelle Alpi di ve-
nerdì otto marzo, e che io personalmente conosco, come le
guide, tantissime, che ha pubblicato per chi vuol fare trek-
king, scalate o passeggiate impegnative. Complimenti Italo,
sei forte. Continua così che ti farai sempre onore.
12 ASTERISCO
Un’iniziativa promossa dal Comune di Segusino in collaborazione coi Comuni di Valdobbiadene, Vidor, Quero-Vas,
Alano di Piave, Pro Loco Segusino, Associazione Parrocchiale Amici del Presepio di Segusino, Associazione Genitori
Scuola Elementare Segusino. Col patrocinio di Regione del Veneto, Provincia di Treviso e ULSS 2 Marca Trevigiana.
14 CRONACA
gliamento, no, ma sarà in linea con le mie scelte lontane dal mainstream.
Da dove arrivano le suggestioni e le ispirazioni per creare le tue scarpe?
Mi ispiro all’artigianalità tipica delle mie origini, in particolare a Venezia e alla sua tradizione tessile, dei costumi tea-
trali, degli interni delle case, delle minuziose e sofisticate lavorazioni che si tramandano di generazione in genera-
zione e che all’unisono donano alla città la speciale e irripetibile atmosfera che la contraddistingue. Un altro mondo
che mi ispira è quello del cinema hollywoodiano e i suoi set indimenticabili degli anni '40 e '50, con dive come
Adrian Greenberg e Edith Head.
In che materiali sono realizzate le tue scarpe?
Ho sempre ammirato gli interni fastosi ed eleganti di Venezia, della Francia di Marie Antoinette e della tradizione in-
glese, per questo motivo utilizzo nelle mie collezioni tessuti d’arredamento pre-giati, broccati e di seta di Nobilis Pa-
ris, Créations Métaphores, Manuel Canovas, Pierre Frey e Colefax & Fowler, per creare un’idea di lusso più intimi-
sta e con uno sguardo all’eco soste-nibilità. Tutte queste suggestioni, apparentemente non logicamente collegate,
confluiscono con forza nelle mie creazioni, e mi hanno portato a creare delle calzature che si distinguono per l’uso
di lavorazioni non comuni come la gorgiera, le passamanerie e i ventagli, i cappelli con le loro tecniche manifatturie-
re e gli accessori come le velette, applicati alla scarpa, che convergono in un risultato inconsueto quanto affasci-
nante.
Nel frattempo collabori anche con altre maison…
Sì, proseguo la mia attività come consulente per alcune maison, che mi permette di continuare a finanziare il mio
brand.
Quali sogni nel cassetto hai per il tuo marchio?
Spero che il mio lavoro faccia sognare le donne e che lo percepiscano davvero, e mi auguro che il marchio possa
diventare globale.
ATTUALITÀ
Proposte da Centro Ricerca Piante Officinali Veneto e Scuola di Naturopatia Hermete-Sophia
presso l’Hotel Tegorzo di Fener di Alano di Piave
Cosa sono gli oli essenziali - Curarsi con gli oli essenziali
Come si producono gli oli essenziali
Uso terapeutico e clinico degli oli essenziali
Prove olfattive per comprendere gli oli essenziali
Aromaterapia
Con il termine Aromaterapia s’intende il trattamento terapeutico o estetico me-
diante oli essenziali estratti per spremitura a freddo o per distillazione.
A differenza della gran parte dei medicamenti, che devono passare prima per
l’apparato digerente e quindi attraverso il fegato, gli oli essenziali entrano, inve-
ce, senza modificarsi nel nostro organismo tramite alcune vie. 5 sono le vie per
migliorare la vostra salute.
In un Mondo dove tutti sanno tutto parlare del cielo e della ricerca di cono-
scere ci sembra un bell’inizio. Perché ogni attimo della nostra vita ci parla di
una cultura millenaria dove le idee innate che vivono nelle persone le spingono
ad agire e vivere.
Si vota!
Il decreto è stato firmato dal Ministro dell’Interno il 20
marzo e ufficializza la data delle prossime consultazioni
elettorali, quelle europee e quelle amministrative.
Quero Vas sceglie anche il Sindaco
Ricordiamo che gli elettori di Quero Vas saranno
chiamati alle urne per decidere le sorti del proprio
Comune, scegliendo chi sarà al governo dell’ente locale,
rinnovando anche il consiglio comunale.
CRONACA
Inter Club
Fener in
trasferta
I tifosi hanno
raggiunto Milano
per la partita Inter-
Spal, vinta
dall’Inter per due a
zero, goal di
Politano e
Gagliardini. Nelle
foto due momenti
di relax di alcuni
tifosi nerazzurri.
17 CRONACA
ATTUALITÀ
ASTERISCO
L’oggetto misterioso
(M.M.) Io non riuscivo a capire che strumento fosse e mi sono arreso, anche se
in molti avranno già intuito cosa sia e a cosa serva l’oggetto qui raffigurato. Ne
trovate più sotto la definizione/descrizione. Un’idea davvero geniale e
scommetto anche molto “usata” da chi si destreggia con matite, carboncini,
pastelli e cose simili. Mi è piaciuta questa scoperta e ringrazio chi me ne ha
reso partecipe.
matitatóio s. m. [der. di matita], non com. – Cannello di metallo in cima al quale si usava un tempo adattare un pezzo
di matita, o anche di gesso o di pastello colorato, servendosene per disegnare: preso un m., [Michelangelo] fece in un
tratto solo il dintorno d’un ignudo (C. R. Dati). Anche, sinon. poco com. di allungamatite o allungalapis.
fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/matitatoio/
18 RASSEGNA STAMPA
Giovani in trincea:
«Così il nostro sogno è diventato realtà»
LONGARONE (AGRIMONT). A Marco Vuerich non piaceva andare a scuola: sognava l’aria aperta, i pascoli in
quota, i suoi animali. Così ha lasciato prima del diploma i banchi dell’istituto agrario per trasformare subito il suo
sogno in realtà. Oggi ha 24 anni, lo sguardo deciso di chi sa quel che vuole e un’azienda a 1480 metri: siamo sul
Nevegàl dove Veneto Agricoltura possiede un edificio lungo la stradina forestale che dalla Casera conduce al
Rifugio Brigata Alpina Cadore, non lontano dall’orto botanico della Forestale. Marco nel 2016 ha partecipato al ban-
do per l’assegnazione della struttura per nove anni, lo ha vinto e un anno dopo gli hanno consegnato le chiavi, «si
parte, ragazzo». La sfida di un visionario, l’incoscienza dei 20 anni, o un freddo calcolo di probabilità di successo di
un progetto covato nelle lunghe sere d’inverno quando esci dalla giovinezza ed entri nell’età adulta. Forse un mix di
tutti e tre gli elementi: «L’agriturismo mi consente di fare la cosa che mi piace di più: preparare piatti semplici, ma
genuini, a base di carne, a Puos ho 50 pecore e 4 vacche; la risposta per ora è stata buona, la gente se ne va con-
tenta per aver gustato quel che preparo». Ora Marco prenderà parte ai corsi per diventare agrichef, una qualifica
tarata su chi coniuga agricoltura e allevamento a chilometro zero con la passione per la cucina. Poi di seguito le
altre tappe: «Mi piacerebbe creare qualcosa di nuovo, rendendo protagonisti i miei visitatori della vita che io faccio
ogni giorno, mungendo le mucche, dando il cibo agli animali, pulendo le stalle, portandoli al pascolo», spiega con la
convinzione di chi si è posto un traguardo preciso. Non solo piatti a base di agnello: da Marco all’agriturismo in
Nevegàl si può gustare anche il frico, retaggio di un nonno originario di Pontebba, in alto Friuli. «È un piatto a base
di formaggio e patate che sulle tavole di Belluno non è molto diffuso: ho provato a proporlo quest’estate e
l’accoglienza è stata davvero strepitosa». D’inverno Marco non chiude: sale dalla Casera con il quad o con le pelli
di foca sotto agli sci, sabato e domenica apre ai gitanti. Il sogno? «Sarebbe il massimo riuscire a pascolare le mie
50 pecore qui in Nevegàl, non sarei costretto a continui viaggi da qui a Puos per procurarmi la materia prima, ma
ottenere un appezzamento qui non è facile...». Cosa ostacola più di tutto l’attività di giovani imprenditori della
montagna? «La burocrazia, Coldiretti fa il massimo per affiancarci spianandoci la strada, ma dipende dalla marea di
19 RASSEGNA STAMPA
norme che di fatto paralizzano anche le operazioni più semplici come sfalciare un prato: bisogna avere il via libera
da tutti i titolari delle particelle e non sempre è un’operazione facile».
A Quero anche Elena Billò (nella foto a fianco, ndr) si è rimboccata le
maniche; ha 33 anni, un diploma conseguito all’istituto agrario e una
passionaccia grande per gli animali. Tanto da farne un lavoro a tempo
pieno. Ha ereditato l’azienda dallo zio Francesco che ancora la affianca e
la consiglia nelle scelte più impegnative, ma la sua creatura è il bed
&breakfast “Col Barbanich” annesso e ricavato dalla casa colonica di
proprietà. Sono 8 posti letto distribuiti in tre stanze curate con il gusto
quasi maniacale che solo le donne sanno mettere in ciò che fanno.
L’attività di allevatrice si sviluppa su 7 ettari e con 30 vacche che produ-
cono 6 quintali di latte al giorno, tutto conferito a Lattebusche. All’alpeggio
altri 70 capi da rimonta sono ospitati a Malga Piz in comune di Alano di
Piave. «Non è un impegno semplice conciliare le necessità dell’azienda
con quelle di mamma e di moglie, ma la soddisfazione di poter dire
«questo l’ho creato io» ti ripaga di tutte le fatiche».
da “Il Gazzettino” del 17 marzo 2019
WORKSHOP DAY:
INCISIONE & STAMPA D’ARTE
Cartiera di Vas / 13 aprile 2019
La Cartiera di Vas propone un workshop con Umberto Crosato per
conoscere e sperimentare il mondo dell’incisione e della stampa
d’arte. Di origini antichissime, l’incisione viene prodotta creando, con
diverse tecniche ed attrezzi, una matrice (di metallo, pietra, legno, lino-
leum…) che permetterà poi, grazie a specifici torchi, la riproduzione in serie di un’opera d’arte su formati di carta di
grande qualità. Questo workshop permetterà di addentrarsi nell’affascinante mondo della stampa d’arte, appren-
dendone la storia e le principali tecniche e materiali di utilizzo, per andare poi a realizzare una prova di stampa,
producendo una matrice calcografica. Valore aggiunto dell’esperienza, la stampa avverrà sulla carta, in puro coto-
ne, fatta a mano da LaCharta nella Cartiera di Vas. ll workshop rappresenterà la base per successivi approfondi-
menti delle varie tecniche incisorie.
DOVE e QUANDO: Cartiera di Vas, via Case Sparse, Quero Vas / Sabato 13 aprile dalle ore 14.00 alle ore 19.00.
PROGRAMMA: TEORIA: cenni sui sistemi di stampa; litografia; xilografia; calcografia; stampa originale d'arte e ri-
produzioni; tecniche di stampa. PRATICA: sviluppo matrice calcografica per puntasecca, con successiva prova
stampa della medesima.
L’INSEGNANTE: Umberto Crosato nasce a Treviso. Fin da giovanissimo è inserito negli ambienti artistici. Frequen-
ta il Liceo Artistico di Treviso. Si laurea in Architettura a Venezia, abilitato alla professione di Architetto. Numerose
le sue presenze a concorsi di pittura e grafica nel territorio italiano. Numerose e prestigiose le sue esposizioni nel
territorio italiano e non, tra le quali anche sedi museali. Dal 1999 è coordinatore e docente di corsi di pittura. Dal
2004 organizzatore di significativi eventi e manifestazioni culturali nel territorio.
INFORMAZIONI E ISCRIZIONI (solo 10 posti!): Mail: info@cartieravas.it - Cell: 348.5769522 (Umberto) - Fb: La-
Charta / Messenger.
CRONACA
Matilde,
Architetto da 110 e lode
Matilde Miuzzi, di Quero, ha ottenuto la laurea magistrale in architettu-
ra il 21 marzo scorso con il massimo dei voti, 110 e lode, all’università
di Venezia
Il tema di laurea, discusso da Matilde, è stato imperniato su analisi e
proposte per la città del futuro.
Nel particolare ha analizzato l’aspetto della mobilità urbana, di ciò che
avverrà con l’avvento delle auto elettriche a guida autonoma e il con-
seguente riuso degli spazi urbani.
Corsie stradali, parcheggi e, tra l’altro, stazioni di rifornimento lasce-
ranno il posto a nuovi spazi a disposizione per passeggiate, aree a
verde e nuove strutture di servizio al cittadino.
In foto: Matilde con papà Mauro e mamma Claudia Zanette
ASTERISCO
Questione di… etichetta
(M.M.) L’etichetta con la quale ricevete il nostro periodico non ha la sola
Nr. abbonato fino al funzione di indicare al postino dove abitate, per recapitarvi la rivista, ma
contiene anche due altre informazioni molto importanti: il vostro
codice di abbonamento e la scadenza della sottoscrizione. Usate questi
codici! Il primo per indicarlo al personale del recapito dove vi recate per il
rinnovo, agevolando così l’individuazione del vostro nominativo nel nostro
Fedele Abbonato database, evitando confusione o errori per possibili omonimie; il secondo
indirizzo come promemoria per sapere quando scade l’abbonamento, evitando così
Cap – Città - Provincia di perdere qualche numero della rivista. Conservate, dunque, l’etichetta.
E’ una piccola attenzione che risparmia un bel po’ di lavoro a noi e di
sicura utilità anche per voi, per tener traccia dell’abbonamento. Grazie!
22 RACCONTO
(M.M.) Grazie al nostro amico e collaboratore Alessandro Bagatella, siamo venuti in possesso di vario materiale
scritto da Olivo Andreazza, originario di Santa Maria, di cui abbiamo diffusamente parlato negli scorsi numeri del
giornale. Continuiamo, qui, la pubblicazione di una parte dei suoi scritti in cui Olivo riporta ricordi e sensazioni della
sua vita a Santa Maria. Una scrittura semplice, qui più difficile per l’uso del dialetto, nella quale si avverte comun-
que il sentimento di amore per la propria storia, le proprie tradizioni. Ringraziamo anche Luciano Andreazza,
l’esecutore testamentario di Olivo, per averne permesso la condivisione delle memorie, scritte e fotografiche.
Qualchedun che li a incontradi, conzadi a quel modo, i a fin ciapà paura parchè i credèa de aver de fronte fanta-
smi o guerieri. Noi erion diversi in Piandeleguna, sentadi sul prà davanti a le casere a ciacolàr e riposar i oss da
le fadighe de la giornada. Tut atorno era silenzio e quiete e sol che i grili e i osei cantea beati. Al posto de al sol
calt del dì se avea adess la fresca arieta de la sera e al scur de la nott ne invidea pian pian a andar a dormir. A
l'improviso an forte son de tromba ne fa restar tuti senza parole e, in medo al silenzio de la nott, l'èco manda sto
son da na croda a l'altra: subito noi tosatt coron sul Col a vardar dò al paese e danovo senton la tromba sonar
ancora pì forte; dopo pochi secondi, an gran fogo co alte fiame se leva dal camp de Toni Bote, entro a la Cesa.
Avion pena scambià do parole che ne riva su le rece an gran strèpito de scatole strassinade sui sass e spaven-
tosi colpi de martell su dele lamière picade a an susinèr.
Nessun à mai savest quanta paura che a ciapà i animai che vivea in tei dintorni causa ste brute robe: fursi qual-
chedun de quei pì veci se recordea de aver proà qualcossa de simile durante la prima guera mondial, quande
che su quei posti là, a combatest par pì de an ano Taliani contra Todeschi, usando tute le armi che i podea aver
a disposizion. Anca staolta se tratèa de guera ma no pì tra Taliani e Todeschi, siben tra Toni Bote e al Tas. Dopo
poc temp tuti son andadi a dormir entro le casere e mi me son subito indormenzà par sveiarme a la mattna drio
come che fa tuti i boce de sto mondo; quei pì anziani, inveze, che i a al sono lidièr, i a sentist ogni tant sonar la
tromba fin quando al scominzièa a vegnir ciàro. Al tass se sarà zerto spaventà anca el causa sti strepiti e, dopo
aver spetà an poch par vèder se tut tornèa normal, al sarà andat a zercarse da magnar in altri posti. Anca le sere
drìo se ripete le stesse robe cossì al tass no a pì magnà panoce sui camp de sorgo e quei del paese era tuti con-
tenti. La domenega da sera an poch parchè al avea bevest qualche goto de vin a l'ostaria, an poch par la stra-
cheza de le not passade senza dormir, Toni Bote inveze de partir par al fronte, al se a indormenzà; sentà vizin al
fogo del larin e cossì al e restà fin ala matina drìo. Pena che al se sveia al cor subito entro a la Cesa a veder se
al tass avea fat malani ma anca lù, come tuti i cristiani de sto mondo, al sa che la domenega e dì de festa e quin-
di de laoro no se parla. Al luni, dopo medodì, Toni Bote riva in piandeleguna e al porta la bona nova che al tass
no va pi a magnar panoce sui camp causa la gran paura che al a ciapà ste nott passade. Vitorio Puperi che lo a
vist a rivar par primo, no lo conossea gnanca pì dato che a forza de sonar la tromba (che la era senza bochin) al
se avea sgionfà la testa e taià tuti i làori; par depì al sentia an forte busnament entro le rece. Però, al fato de aver
salvà le panoce del paese ghe fea soportar sti malani senza lementarse. Tuti ghe fea i complimenti parche al
avea catà al modo de difender al nostro racolt dale robuste ganasse del nemico comune. Al mercol drìo riva su
ale casere la Nana de Piero e la porta la bruta nova che la nott prima al tass avea fatt tanti dani sul camp de Ta-
no de la Ana e su quel de la Madalena de Nane. I presenti resta tant stufi a sentir ste nove parche i pensa che si
la continua in sto modo la sarà ben magra l'invern che gnen. Puntual come sempre, anca quel ano, e rivà l'in-
vern: la neve avea inbianca tuta la nostra valada e, in zerte ore del dì, la Piave fumèa da quant frett che l'era. T'ut
era silenzio intorno ale case e i osei no era pi festosi come tei mesi de istà mentre i altri animai salvareghi se lon-
tanea sol che par nezesità dale so tane. Par noi tosatt, inveze, che no avion a preocuparse par al magnar, l'era
na gran festa corer su la neve co la mussa, i piè sempre bagnadi e violacei dale buanze e sovente co toss e re-
fredor. I òmi che i passea tante ore te la stala al calt a far derle, musse par menar a casa fen e legne dala monta-
gna e le altre impreste che era possibile costruir in casa, i era gnisti ala conclusion che se poderèe ciapàr al tass
copandolo col fusil: se tratea sol de catàr la parsona adata a la bisogna. Angelo Jardo, da doven, era statt an
brao cazador, da la mira giusta, ma adess al era vecio co pì de otanta ani su le spale. E si la vista la era ancora
perfeta, la man la tremèa an poch. Rinaldo de la pora Nana anca era bon da tirar col s-ciopp ma essendo orbo
an ocio, al era manco preciso; in ogni caso al se inpegna de andar asieme a Angelo Jardo e quest'ultimo acèta a
pato che ghe sia portà sul posto una cargega par sentarse e do fassine de legne par puiar sora la cana del fusil.
Come posto de batàlia i sielde la crosera de La Cal parche se savea che al era an passaio quasi obligà par al
tass. Passa setimane e mesi e finalmente vien al momento de riprender la guera. Cossì, intant che al tass, stan-
do te la so tana pròa i dent par segurarse che i sia ben inpiantadi te le ganasse, Angelo Jardo e Rinaldo dela po-
ra Nana lustrea le cane dei fusil e parecèa le cartuce coi balin grosi in atesa che al nemico scominziese danovo
le ostilità. Finalmente an luni da nott al tass visita al carnp de sorgo de Primo dela Biciona che al se trova vizin a
Santantoni. La sera drio, verso l'inbrunir, la compagnia, armada de tutt al ocorente, va in prima linia, pronta a far
fogo. Fermi come statue e senza parlar, i passa tre nott intiere, sempre col fusil puntà verso la montagna. Duran-
te la terza nott al tass fa naltra strada e al va a magnar panoce sul camp de Piero de Vicenso. De fronte a stà
sorpresa la compagnia armada no sa pì se star là o andar da naltra parte; i decide, infine, de restar a La Cal. La
nott seguente, verso le dòi, se sent tre colpi de fusil, uno drìo l'altro e tuta la popolazion del paese se sveia ime-
diatamente: urli e strepiti de esultanza de quei de La Cal riva entro le rece de tuti quanti. Mi e altri boce de la me
età, in pochi minuti rivon sul posto. Doi de sti colpi de fusil i avea ciapà in pien al tass che al era subito stramazà
a tera mort sul colpo. Poro tass, a vardarlo adess che al e mort nol ne fa paura pì gnanca a noi tosatt; pitost al fa
fin pecà si se pensa che anca el, come tanti cristiani, al e mort intant che al ndea a procurarse an bocon da ma-
gnar. Toni Bote avea fin le lagreme ai oci dala contenteza e, dopo che tuti quei del paese era vegnisti a vederlo,
al se trà al tass sule spale e al se lo porta a casa. E quel'anno là al e statt bon par le panoce e la zente era tant
contenta.
Tanti anni e pasadi da alora e tante cose cambiade anca a Santa Maria. Adess gnessun va pì ala Piave a. tor
aqua coi seci parche ogni casa a na fontana. Gnessun va pì a conprar petrolio par al feral o ojo par la luse dal
momento che tuti usa lanpe eletriche. E gnanca gnessun se da pì pensier par al magnar chè al par che ghen sia
senpre in abondanza par tuti. Ma la zente che a vivest in quei anni e è ancora viva adess, se penserà fursi anco-
ra, quant dura che era la vita alora e ghe pararà fin inposibel che se pose procurarse da viver co si poca fadiga.
E son segur che tuti recorderà la contenteza de quela nott che al tass e stat copà. Pì de un però se domandarà
ancora adess si nol sia stat an miracol che Angelo Jardo sia reussi a copàr al tass quela nott la co la man che
ghe tremea e col gran scur che al era.
Torino 12 novembre 1971 Olivo Andreazza
24 ATTUALITÀ
propone
CORSO PRATICO DI
POTATURA E INNESTO
DEL CASTAGNO
con FULVIO VIESI
Vice Presidente Associazione Nazionale Città del Castagno
Presidente Associazione Tutela Marroni di Castione (TN )
ATTUALITÀ
27 ATTUALITÀ
Se dieci anni
vi sembran pochi…
180 e più numeri archiviati in internet
(M.M.) Era metà marzo del 2009 quando abbiamo co-
minciato ad inserire online i numeri del nostro quindici-
nale. Da allora sono passati dieci anni e sono più di 180
i numeri liberamente consultabili (con un po’ di ritardo
rispetto agli abbonati) da chi accede alla rete e vuol
avere notizie della vita che si svolge nella conca del
Basso Feltrino. Messi così, tutti in fila, i numeri della ri-
vista rendono maggiormente conto dell’impegno profuso
nella realizzazione del nostro periodico, dalla copertina
all’interno. In rete si trovano dieci anni, un quarto della
vita del quindicinale che viaggia verso il 41° anno di
pubblicazione. Un’avventura editoriale che continua e
che si rinnova diciotto volte all’anno per fornire notizie,
spunti di dibattito, approfondimenti sui più vari argomen-
ti che interessano la nostra comunità. Grazie a coloro
che ci seguono e a coloro che ci sostengono nel prose-
guimento di questo cammino.
https://www.scribd.com/liberfree
28 ATTUALITÀ
“A-Change”
A Feltre il primo festival nazionale delle buone pratiche
Replicare il grande riconoscimento di pubblico del Jazzit Fest, tenutosi a Feltre nel giugno del
2017, e la notevole risonanza in ambito nazionale dell’evento, la sua autosostenibilità
economica e, soprattutto, l'alto grado di coinvolgimento di ampi settori della cittadinanza, dai
singoli cittadini, alle associazioni, alle attività commerciali.
E’ partendo da questo presupposto che l’amministrazione feltrina ha deciso di dare continuità
a quell’esperienza realizzando in città, su proposta e iniziativa dello stesso promotore del
Jazz.it, Luciano Vanni, il primo Festival nazionale delle buone pratiche. “A-change”, si terrà
a Feltre nel primo week end di ottobre e sarà occasione di confronto su scala nazionale di
buone pratiche civiche e amministrative:
amministrazioni, imprese, cooperative,
associazioni porteranno “in mostra” le
loro esperienze per farne terra di
confronto e di scambio con tutti gli altri
partecipanti nel corso di incontri,
convegni, serate di musica, proiezioni di
film a tema, feste e dibattiti. “La prima
edizione del Festival nazionale delle
buone pratiche - annuncia il sindaco di
Feltre Paolo Perenzin - vivrà sul tema
“patrimonio e comunità”, ovvero quale
significato dare e come interpretare in
concreto il concetto di patrimonio da parte delle comunità locali e dei cittadini che le compongono. Un argomento,
continua Perenzin, che vedrà Feltre ancora una volta protagonista nella promozione di esperienze civiche e polo di
attrazione delle persone attorno ad un tema come quello delle buone pratiche e della sostenibilità, strategico per il
futuro non soltanto del nostro Paese. L’esperienza del Jazzit ha già messo in luce una serie di aspetti di innovazione
sociale e culturale, fra i quali - tra l’altro - la capacità di ospitare nelle case private gli oltre quattrocento artisti
provenienti da tutta Italia e dall'estero, contribuendo a creare nelle splendide giornate del festival una comunità fra i
cittadini e gli artisti ambientali e sociali, della cultura, dell'associazionismo, della valorizzazione dei beni comuni, della
partecipazione”, sottolinea ancora Perenzin.
“Ciliegina sulla torta”, la prima edizione del Festival delle buone pratiche sarà l'occasione per stringere un
legame di amicizia e reciprocità con la città di Pompei, uno dei monumenti mondiali per il suo straordinario
patrimonio archeologico, che negli ultimi anni sta ripensando radicalmente il modo di valorizzarlo a partire dal
coinvolgimento diretto della comunità e che, nel giugno del 2019, ospiterà l'edizione annuale del Jazzit fest.
“A-Change: il festival delle buone pratiche sarà una grande opportunità per Feltre e per noi tutti di vivere un'esperienza
ricca e coinvolgente nel confronto con realtà italiane ed europee che hanno
fatto della "buona pratica" un modello di vita, con la partecipazione di
ricercatori, accademici, artisti, intellettuali, giornalisti e persone della cultura e
dello spettacolo che nella loro esistenza credono in proposte di processo
virtuoso e partecipato di sviluppo sociale, culturale ed economico”, commenta
Luciano Vanni, referente del comitato civico “Civitates Feltre” e promotore
dell’iniziativa. “Il festival non sarà però un’oasi nel deserto; mensilmente vi
saranno a Feltre degli appuntamenti di confronto e approfondimento con
la cittadinanza su alcune parole/chiave inerenti le buone pratiche, attorno alle quali coinvolgeremo non solo gli adulti,
ma anche, come partecipanti attivi, i ragazzi delle scuole”, conclude Vanni.
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