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Quindicinale

Anno XLI

03.04.2019
Numero

719
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO

Bice Lazzari - pag. 1


Dal Brasile alla ricerca delle proprie radici - pag. 2
La ciclovia del Piave - pag. 4/5
Giornata Ecologica a Quero Vas - pag. 6
Andrea Mondin: con le mie scarpe voglio
far sognare le donne - pag. 14/15
Chiuso in redazione il 25.03.2019 - Prossima chiusura il 08.04.2019
http://digilander.libero.it/tornado
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
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IL TORNADO Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER-ALANO di PIAVE (BL). DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Mazzocco. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Ales-
sandro Bagatella, Ivan Dal Toè, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (18 numeri) € 25,00 ESTERO Abbonamento annuale (18 numeri) € 50,00.
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BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero; BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR
“BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 ATTUALITÀ

Bice Lazzari
di Ketty Bavaresco*
Nello scorso numero de “Il Tornado” l’artista Bice Lazzari vi è stata
presentata dall’esperta Prof.ssa Daniela Todoverto; credo sia chiaro a
tutti la portata internazionale della sua opera. Bice era piuttosto legata
al nostro territorio e, come già anticipato la scorsa volta, da questo
amore per Quero è nata la sua volontà di farsi tumulare nel nostro
cimitero. E scrisse anche
una poesia mentre era in va-
canza, ispirata da questi
paesaggi!
Ma noi vorremmo andare ol-
tre; valorizzare questa artista
sul nostro territorio significa
accendere i riflettori su Que-
ro Vas, aprirci verso il turi-
smo culturale che ancora
non siamo riusciti a cattura-
re, far affluire sul nostro terri-
torio persone che conoscono
l’opera di Bice e che mai si
aspetterebbero un legame
così forte con la comunità di
Quero. Il gruppo di volontari
che lavora a questo progetto,
sta già organizzando diverse attività legate all’artista, come laboratori
di pittura per le scuole, serate conoscitive dell’opera di Bice per la po-
polazione, per le aziende e gli esercizi pubblici del territorio, con
SABATO 13 APRILE – ORE 18,30 – CENTRO CULTURALE QUERO

l’intento di sviluppare forme di intrattenimento e di promozione. L’idea


sarebbe quella di arrivare al 2020 ed organizzare una mostra perso-
nale su Bice Lazzari, pur essendo il percorso ancora lungo e laborio-
so; le sue opere ci verrebbero gentilmente prestate dall’archivio di
Roma e questa mostra ci metterebbe in contatto anche con gli altri
enti che, a vario titolo, si sono occupati dell’artista. Questo è solo
l’inizio per valorizzare, oltre all’opera di Bice Lazzari, altri artisti del
nostro territorio come Giulio Berton, Bepi Niero, il pittore del Piave, e
Francesco Guerra, la cui arte possiamo già ammirare nelle sue opere
esposte in Municipio e donate alla comunità dalla moglie. Burocrazia
permettendo, il gruppo di lavoro del Centro Culturale, supportato
dall’amministrazione comunale, ha deciso di intitolare proprio a Bi-
ce Lazzari il Centro Culturale di Quero Vas SABATO 13 APRILE,
con inizio della manifestazione alle ore 18:30.
Tutta la Comunità è invitata a partecipare.
Saranno presenti anche le pronipoti di Bice Lazzari, che hanno accol-
to con commozione il nostro invito.
*Assessore Comune di Quero Vas

La foto di copertina
(M.M.) La copertina di questo numero è dedicata all’artista Bice Laz-
zari, di cui abbiamo scritto nel precedente numero del periodico e che
qui ricordiamo per la prossima intitolazione a suo nome del Centro
Culturale di Quero Vas. Si tratta di una sua opera che è ospitata nel
palazzo municipale di Quero ed accoglie i cittadini all’ingresso della
sala consiliare. E’ un omaggio alla comunità querese della famiglia di
Bice Lazzari e riprendiamo, per facilitarne la lettura, la spiegazione
che abbiamo già avuto modo di proporre ai lettori nel nr. 586 del
16.11.2011, quando fu esposto.

Bice Lazzari (Venezia 1900 - Roma 1981)


L'artista, prima di dedicarsi alla pittura, aveva studiato violino e
pianoforte al Conservatorio, quindi la musica influenzerà sempre
la sua opera. In questa litografia del 1974 il reticolo di linee,
verticali e orizzontali, è uno spartito musicale, mentre le pen-
nellate colorate, nere e rosse, rappresentano dei suoni im-
provvisi o crescenti, continui o frammentati, leggeri o forti -
che vogliono esprimere l'immagine visiva di una melodia.
2 CRONACA

Il nonno, Pietro Billò, era emigrato nel 1895

Dal Brasile ad Alano e a Fener


alla ricerca delle proprie radici
di Silvio Forcellini

Il nonno, Pietro Billò, classe 1880, era partito dalla nostra zona alla volta del Brasile intorno al 1895. Nel 1903
sposò Maria Cortese, italiana, e dalla loro unione nacque Pedro Billò, classe 1917, che nel 1939 sposò Libera
Helena Parassulo, brasiliana. Da questo matrimonio, nel 1962 nacque
Geraldo do Carmo Bilò (col passar del tempo una “elle” si è persa
per strada). E proprio Geraldo, titolare di un supermercato nei pressi di
San Paolo, qualche settimana fa è giunto per la prima volta in Italia
con la sua famiglia (la moglie Erli Isabel Magalhaes e i due figli
Flavio e Ligia Magalhaes Bilò, promettenti medici) alla ricerca delle
proprie radici. Un’impresa non semplice, contando inizialmente solo su
un documento in cui si attestava che il nonno Pietro - figlio a sua volta
di Giovanni Billò e di Regina Nani - era nato in provincia di Belluno,
senza alcun altro riferimento un po’ più preciso. Messo sulla strada
giusta da un’amica avvocatessa, Geraldo - giunto finalmente a Fener -
ha avuto anche la fortuna di imbattersi subito in Mario Santangelo (la
cui mamma era una Nani), che lo ha messo immediatamente in
contatto con alcuni Billò residenti nel nostro comune (quasi tutti originari di Cuniol). E così, sabato 23 marzo, la
famiglia Bilò ha potuto finalmente riscoprire le proprie origini. Per loro si sono aperte anche le porte del municipio
alanese, dove il sindaco Serenella
Bogana (con tanto di fascia tricolore) e
l’assessore Novella Codemo hanno loro
consegnato alcune pubblicazioni relative
alla nostra zona (tra le quali il bel libro
fotografico di Italo Zandonella e Carlo
Bazan). Grande la gioia provata dalla
famiglia Bilò, resa ancor più palpabile
dalla impeccabile traduttrice Laura
Cebin, “assoldata” per l’occasione. Poi il
gruppo si è diretto a Fener per un
aperitivo presso la Gelateria Due Valli
gestita dalla famiglia brasiliana-fenerese
Cebin-Tintori, per poi dirigersi - grazie
alla squisita disponibilità di Loris Billò e
della moglie Annateresa Spada, impareggiabili “padroni di casa” nonché “cugini” acquisiti - dapprima in birreria a
Pedavena per il pranzo, e poi sul Grappa, per far scoprire agli ospiti brasiliani (ma con solide radici alanesi) le
nostre splendide montagne. Una bella storia, che ci piace condividere con tutti i lettori del Tornado.
3 ATTUALITÀ

NOI CITTADINI
i ragazzi riflettono e ci mandano messaggi
Il primo giorno di primavera abbiamo ricevuto nelle cassette della posta i messaggi
scritti dai bambini e dai ragazzi dei nostri paesi, messaggi frutto di riflessioni e
approfondimenti fatti a scuola nel percorso di "Educazione alla cittadinanza". Da
alcuni anni infatti tutte le scuole del territorio affrontano con gli studenti i temi legati ai
diritti/doveri, la costituzione, la giustizia, la legalità, il rispetto della terra, temi che poi
condividono con la comunità durante la Giornata del ricordo e dell'impegno per le
vittime di tutte le mafie promossa dall'Associazione Libera e sostenuta dal Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. www.libera.it
I messaggi ricevuti sono stati toccanti, profondi, significativi. Messaggi che chiedono
al mondo adulto di riflettere e di impegnarsi a costruire un mondo più giusto insieme
e per i ragazzi. La tutela dell'ambiente, la giustizia sociale, il rispetto, la cura dei
piccoli e dei deboli, sono sono cose per cui impegnarsi fin da subito. Ringraziamo i
bambini, i ragazzi e gli insegnanti che li seguono, per aiutarci a riflettere, per credere nella possibilità di migliorare a
partire dalle azioni quotidiane. Ai biglietti ricevuti si può rispondere contribuendo alla riflessione. I bambini aspettano
"posta" e impegno da tutti noi! In foto: alcuni momenti nelle piazze di Quero ed Alano e i messaggi in buca

Nelle buche delle lettere di Vas e di Alano di Piave, oltre che nelle buche di Quero.
4 LETTERE AL TORNADO

La ciclovia del Piave


A cura del Sindaco Bruno Zanolla
“Una pista ciclabile per certi versi più bella di quella del Garda”… stiamo parlando del percorso ciclabile che collegherà
Busche a Fener per continuare poi nell’alto trevigiano e quindi giù, lungo il nostro fiume, verso il mare o verso le colline
asolane e poi Padova e Venezia. Non è una frase autocelebrativa bensì l’affermazione di esperti di cicloturismo inter-
pellati per una valutazione sull’attrattività ed efficacia del nuovo tracciato ai fini della valorizzazione in chiave sostenibi-
le del territorio. Il percorso dorsale si snoda da Busche a Fener (confine provinciale) per una lunghezza complessiva di
circa 22 km dei quali buona parte in comune di Quero Vas. Il nodo di Busche raccorda i percorsi della Valbelluna, in
destra e sinistra Piave, che proseguono verso Belluno e il Cadore, l’Agordino da un lato e verso Feltre, Valsugana e
Primiero dall’altro. A Busche inoltre transita l’itinerario della Claudia Augusta Altinate.
Da Busche manca il raccordo a sud verso la pedemontana e la ciclovia del Piave che sarà realizzato proprio con que-
sta infrastruttura che consentirà di:
 realizzare la continuità di un percorso strategico di connessione agli assi ciclabili di carattere internazionale e
interregionale, in accordo a quanto previsto nella pianificazione sovraordinata regionale e nazionale;
 valorizzare al meglio le potenzialità del nostro territorio e degli interventi di riqualificazione già realizzati lungo il
tracciato (proprio nell’ottica di utilizzare al meglio i soldi della collettività cioè di noi tutti) quali ad esempio l’area
pic nic a Marziai, a Caorera il Parco del Piave, l’area della proloco ed il museo della Grande Guerra; a Vas il
polo Cartiera che con la nuova viabilità di accesso sarà facilmente raggiungibile in sicurezza; il castello di Que-
ro, a due pedalate dal tracciato, anche se questo, purtroppo, non è visitabile, ma ammirabile dalla pista arri-
vando da nord e dalla passerella.
La sinistra Piave da Busche a Vas offre una va-
rietà paesaggistica spettacolare, si pensi alla
strada del Molinello, e la possibilità di pedalare
lungo il Piave in alcuni punti facilmente accessibi-
le per una sosta vicino all’acqua (Marziai, Parco
del Piave). Tali peculiarità sono precluse in destra

Piave lungo il quale asse infatti il tracciato sareb-


be costretto in ogni caso tra la SR 348 Feltrina, la
linea ferroviaria e le parete rocciosa. Il percorso
avrebbe meno respiro, non consentirebbe
l’accesso al Piave ed interferirebbe più volte con
le infrastrutture esistenti a meno di interventi
estremamente costosi per garantire un tracciato di un minimo di pregio ed attrattiva turistica, nonché meno efficacie
nelle dinamiche di flussi turistici gestiti dai più importanti tour operator del settore. La città di Feltre e la sua indubbia at-
trattività turistica non saranno penalizzate dal tracciato in sinistra Piave in quanto il percorso da Busche a Feltre è già
frequentato e consolidato.
Altre questioni quali la sicurezza ed interferenza con il traffico veicolare sono intrinseche e garantite dal nuovo tracciato
che inoltre, a parità di ventilazione, offre una buona qualità dal punto di vista dei servizi e dell’attrattiva paesaggistica. Il
ciclismo su strada rimarrà per sua natura lungo i percorsi più veloci.

Altro punto di forza dell’itinerario è il raccordo con le stazioni ferroviarie di Busche, Quero Vas e Alano Fener. A questo
si aggiungono la già citata varietà e qualità del paesaggio e la qualità della pavimentazione.
In quest’ottica si è valutato il percorso lungo la Calnova in quanto ottempera alle caratteristiche di un percorso dorsale
secondo le linee guida di Eurac, la sicurezza e la valenza paesaggistica. Altri percorsi, quali deviazioni verso San Va-
lentino o nuovi attraversamenti del Tegorzo, pur valutati (e comunque inseriti in uno stralcio successivo) non sarebbero
5 LETTERE AL TORNADO
Altro punto di forza dell’itinerario è il raccordo con le stazioni ferroviarie di Busche, Quero Vas e Alano Fener. A questo
si aggiungono la già citata varietà e qualità del paesaggio e la qualità della pavimentazione.
In quest’ottica si è valutato il percorso lungo la Calnova in quanto ottempera alle caratteristiche di un percorso dorsale
secondo le linee guida di Eurac, la sicurezza e la valenza paesaggistica. Altri percorsi, quali deviazioni verso San Va-
lentino o nuovi attraversamenti del Tegorzo, pur valutati (e comunque inseriti in uno stralcio successivo) non sarebbero
altrettanto validi per il turismo slow spezzando la continuità del tracciato principale in percorsi locali che vanno valoriz-
zati in altro ambito e con altre attrattive. A tali considerazioni si aggiunge il fatto che altre soluzioni di tracciato necessi-
terebbero l’impiego di ulteriori e cospicue risorse economiche attualmente non disponibili. Abbiamo già ottenuto oltre
4.000.000 di euro per la realizzazione di questa opera.

La Calnova a senso unico è un ipotesi da attuare per fasi e di sicuro in ogni caso aumenterebbe il livello di sicurezza
della percorrenza stradale che, come noto, già allo stato attuale è decisamente basso, anche se la decisione che ab-
biamo assunto tempo fa di istituire il divieto per i mezzi pesanti e gli autobus ha un tantino migliorato la situazione.

Quale futuro
di Angelo Ceccotto
Un quotidiano ha riportato un discutibile titolo: “Più politica e meno Vangelo”; credo che invertendo gli intenti di
questa presentazione avremmo sicuramente una società migliore, migliore per la famiglia e per la convivenza
sociale espressione di solidarietà. I responsabili governativi non comprendono quale disorientamento provochino
nel popolo italiano con i costanti giochi verbali e con le rincorrenti spettacolari interviste; sbavano le loro
confusionali verità e ritrattazioni, esibendosi insistentemente in promesse elettorali irrealizzabili. E’ inutile persistere
come bambini capricciosi su una strada che difficilmente ha sbocchi positivi, così si va sbattere irrimediabilmente.
Non fa bene agli italiani, tanto meno all’economia, insultare quegli organismi europei che finora, pur con vistose
defezioni, ci hanno sorretto e sostenuto in momenti difficili. Un proverbio afferma: “Sbagliare è umano ma
perseverare è diabolico”, pertanto è doveroso operare con equilibrio politico, tra entrate e uscite, che diano una
concreta fattibilità oltre a diffondere credibilità di sviluppo collettivo che è fonte primaria per un’economia
sostenibile. In politica ci vuole diplomazia che determini il più possibile lo stato di valori sociali e della convivenza,
evitando quei promettenti squilibri che nel tempo portano al degrado sociale. Fare mirate beneficienze è
un’esigenza primaria oltre a essere un dovere civico e morale verso i diseredati e le famiglie disagiate, ma
sostenere un’equivoca promessa elettorale è da irresponsabili poiché del cosiddetto “Reddito di Cittadinanza”
beneficeranno maggiormente quanti fin ora vivono con l’accettabile eterno sussidio. Non serve ripiegare con forzate
giustificazioni incolpando i precedenti governi per l’attuale precarietà, questo dimostra essere degli infantili o ancor
più la mancanza del saper governare, lo dimostra l’abituale “no” a ogni progetto di sviluppo, al costante insulto
all’Europa, questo non fa bene all’economia e non fa bene agli Italiani. Questi slogan danneggiano già il malconcio
tessuto sociale che vede emergere una nuova recessione del prodotto interno lordo (PIL). Inoltre si nota la
crescente disoccupazione, come l’incontrollabile spread, fattori determinanti d’instabilità per un economia solida. Il
comportamento di questo bizzarro governo detto “del cambiamento”, fondato su un contratto, dopo pochi mesi
dall’insediamento, dimostra che dopo la nebbia di qualche mese fa ora incombono al suo interno molte crepe
confusionali, spesso contraddittorie. Se queste sono le prospettive, cosa ci possiamo aspettare in futuro, se non
cogliere con amarezza, sfiducia, insicurezza, mancanza di lavoro per molti disoccupati, come la disattenzione verso
i più deboli. Ma che cambiamento è questo? Ritengo che tutto non sia negativo ma se dobbiamo aspettare cinque
anni, come prospettiva di un miglioramento, ahimè, “Campa cavallo che l’erba deve ancora avvenire”. Credo non
sia troppo tardi rivedere quel programma che non dà soddisfazione alla popolazione, quanto meno una garanzia
sociale all’immagine internazionale. E’ mia consuetudine ripetere che non è facile governare l’Italia per i troppi
squilibri sociali territoriali, tra l’altro vincolati da una devastante burocrazia che frena spesso in modo irrimediabile
ogni iniziativa. Pertanto, chi ci prova può commettere anche degli errori, errori umani come ci è stato tramandato:
“Chi non fa niente non sbaglia mai” e “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”, così che conviene cambiare rotta
con responsabilità per non scivolare in una pericolosa instabilità nazionale. Si auspica che ci sia un ravvedimento,
perseguendo la via più che millenaria di valori fondanti tramandatici per una serena società, inviando ai lettori de “Il
Tornado” i migliori auguri che il buon Dio protegga questa fragile Italia.
6 CRONACA

24 Marzo: giornata ecologica a Quero Vas


foto racconto di Alberto Coppe

Nelle foto: i gruppi di


Quero (a sx) e di Vas (a
dx) alla partenza per
l’azione di pulizia sul
territorio, alcuni
momenti dell’attività e
ritrovo finale per un
rinfresco a “La Miniera”
di Scalon.
ATTUALITÀ
7 ATTUALITÀ

Esenzione dal ticket sanitario per reddito


Il certificato di esenzione riparte dal primo Aprile
Se l’esenzione viene chiesta per la prima
volta ci si deve rivolgere al proprio Distretto
Sanitario.
Se si deve, invece, rinnovare l’esenzione
in scadenza, si può stampare un nuovo
certificato di esenzione, fermi restando i
requisiti necessari per l’esenzione, e soltanto
se l’esenzione è stata concessa in base al
reddito, per fare questo bisogna collegarsi al
Portale Sanità della Regione del Veneto. 
https://salute.regione.veneto.it/
Ad ogni esenzione corrisponde un codice
identificativo dell’esenzione concessa.
Possono avere l’esenzione per reddito i
seguenti soggetti:
 bambini di età inferiore ai 6 anni e
persone di età superiore a 65 anni, il
cui nucleo familiare abbia un reddito
inferiore ad euro 36.151,98
(cod.7R2)
 Le persone disoccupate e registrate
presso i centri per l’impiego e i loro familiari a carico. Questi nuclei familiari devono avere un reddito
complessivo di euro 8.263,31. Questa cifra è aumentata ad euro 11.362,05 in presenza del coniuge e di
ulteriori euro 516,46 per ciascun figlio a carico. La condizione di disoccupazione deve risultare al momento
della presentazione della domanda (cod.7R3). In caso di disoccupazione anche per il rinnovo dell’esenzione è
necessario recarsi presso il proprio Distretto Sanitario
 titolari di assegno sociale e i loro familiari a carico (cod.7R4)
 titolari di pensioni al minimo che abbiano compiuto 60 anni e i loro familiari a carico se il reddito complessivo
del nucleo familiare è inferiore a euro 8.263,31. Questa cifra è aumentata ad euro 11.362,05 in presenza del
coniuge e di ulteriori euro 516,46 per ciascun figlio a carico (cod.7R5)
 gli appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo non superiore ad euro 29.000 in
questo caso l’esenzione viene concessa soltanto per una parte della quota fissa prevista per la ricetta medica
(cod 7RQ)
In tutti i casi sopra descritti, il reddito ai fini dell’esenzione è quello riferito all’anno precedente a quello della
presentazione della domanda.
Per quanto riguarda il “nucleo familiare” si intende quello fiscale.
Il “nucleo familiare fiscale” è composto da quello dei coniugi e non dal reddito dei figli o di altre persone che, pur
coabitando, abbiano un reddito personale superiore ad euro 2.840,51.
8 LETTERE AL TORNADO

La Comunità di Fener
ricorda Giuseppe Siragna
La Comunità di Fener così ricorda Giuseppe, con i pensieri e le testimonianze
delle persone che lo hanno conosciuto, frequentato, incontrato.
Tutti a Fener abbiamo avuto modo di incontrarlo. Durante i suoi quasi
sessant’anni vissuti nel nostro paese ha intessuto costantemente relazioni di
collaborazione, di aiuto, di sostegno, di accoglienza. Lo ricordiamo quando
partecipava in maniera operativa, ancora negli anni ‘70, alle iniziative della Pro
Loco. Lo abbiamo presente nel Consiglio Pastorale-Parrocchiale promotore
delle iniziative per il ripristino e il rinnovamento delle opere parrocchiali. Gli
amici riferiscono che stava fino a tarda notte per sistemare gli impianti, il
pavimento, gli infissi della sala parrocchiale; lo ricordano impegnato, anche a
tempo pieno quando era in pensione, nella realizzazione dei lavori per la
chiesa di San Michele, per il restauro degli oratori, nell’esecuzione dei lavori
per la canonica, per la taverna...
La sua casa e il suo cuore erano sempre aperti a tutti, a qualunque ora, per
sostenere le persone nei labirinti delle dichiarazione dei redditi, per condurre le
pratiche volte ad ottenere i benefici previsti dalla legge per le persone in
difficoltà economica, con problemi di salute, di anzianità avanzata, di
solitudine...
Tutte le persone del nostro paese, ricoverate in ospedale hanno avuto da Giuseppe attenzione, tempo dedicato e
parole di conforto.
Donava a chiunque ne avesse bisogno le sue conoscenze, le sue competenze, la sua persona. Le parole che
ricorrono nei racconti delle persone che lo ricordano sono: buono, paziente, accogliente, benevolo, attento ai
bisogni degli altri, discreto, aiutava senza voler comparire, umile, non si considerava mai come protagonista,
riconoscente, una persona che ha dato tanto al nostro paese, una persona con una fede profonda, “l era unico, no
ghe n é altri de compagni”, “no se pol che parlar ben de lu”… Dai pensieri raccolti ne viene fuori una figura di
testimone vero, autentico, del messaggio evangelico, delle beatitudini che incarnava, che metteva in pratica con
discrezione nelle azioni quotidiane della sua vita, accompagnato dalla sua cara, carissima Giuliana, che ha
condiviso con lui il senso di una vita dedicata all'altro. Nell’incontro con le persone portava sempre parole di pace
accompagnate dal suo sorriso dolce, dai suoi occhi azzurro-verdi che hanno sempre visto, che guardavano già il
Cielo.
La comunità di Fener esprime la sua gratitudine a Giuseppe, per il suo essere stato in mezzo a noi. Giuseppe è
stato un “GIUSTO”. Secondo l’accezione del poeta, scrittore argentino Luis Borges “i giusti” sono coloro che con
piccoli e grandi gesti stanno salvando il mondo. Sono coloro che preferiscono che abbiano ragione gli altri; sono
quelli che compiono ogni giorno gesti semplici come regalare una parola gentile; sono quelli che fanno bene il
proprio lavoro; sono quelli che fanno cose comuni ma con dedizione quotidiana; sono quelli che fanno ogni giorno
gesti di cura. I “GIUSTI” sono coloro che si impegnano in modo eccellente nel dare, nel darsi e che hanno la
capacità di dimenticare quanto hanno fatto per gli altri.
Noi, nella nostra comunità abbiamo avuto un “GIUSTO”. Ne siamo consapevoli e riconoscenti. Grazie Giuseppe.

Alano, gli orari di consegna


di sacchetti e bidoni dei rifiuti
Si ricorda che, presso il Comune di Alano, i sacchetti e i bidoni dei rifiuti vengono distribuiti esclusivamente nelle
giornate di lunedì e di venerdì dalle ore 10.30 alle 12.30. Non verranno distribuiti sacchetti e bidoni al di fuori di
questi orari.

Il Mercatino del Tornado


Vendesi in zona centrale Alano di Piave appartamento di mq. 80 + garage. Recente costruzione. Prezzo interes-
sante. Per informazioni: tel. 0439/779607.
Vendesi portone basculante pari al nuovo. Misure della muratura: larghezza 2,62 mt - altezza 2,27 mt. Colore
bianco. Con serratura. Richiesta di 250 € trattabili dopo visione. Info al 347.9435894 (Raffaele).
9 ATTUALITÀ

Il gruppo “Fener I Giovani” propone il tradizionale

PIC-NIC
ALLA CROCE DEL PIAJO
MERCOLEDI’ 1° MAGGIO 2019

PROGRAMMA
ore 8.00: ritrovo dei partecipanti a Fener, in Piazza Dante,
e partenza verso la Croce del Piajo
ore 10.00: “merenda” alla Croce del Piajo
ore 12.00: super-grigliata
con costesine, salsicce, braciole, polenta e…vino a volontà
pomeriggio in allegria

(chi vuole, può raggiungere la Croce del Piajo


per suo conto e nell’orario che preferisce)

prenotazioni entro domenica 28 aprile 2019


presso la “Gelateria Due Valli” di Fener
o rivolgendosi ai componenti del gruppo “Fener I Giovani”
10 CRONACA

I primi settant’anni
di Rizzieri
di Sandro Curto
Festa grande, martedì 19 marzo, al “Ricci bar” di Alano per il set-
tantesimo compleanno di Rizzieri Serafin che, con Antonia, Si-
mone e Greta, gestisce il locale da una dozzina d’anni. Per
l’occasione sono arrivati numerosi amici e clienti che hanno po-
tuto gustare oltre alle tradizionali “sardèle” fritte anche, novità di
quest’anno, delle seppie con la polenta. Auguri Rizzieri e appun-
tamento al 2020 visto che il calendario ci aiuta e l’anno bisestile
fa in modo che il compleanno caschi di giovedì e non il giorno di
chiusura del mercoledì. Foto di Ezio Fiabane.
I titolari del “Ricci bar”, attraverso il Tornado, ringraziano i clienti per la grande partecipazione a tutti gli eventi e le
feste organizzate nel locale segno di amicizia e di stima reciproca.

Ricordo di Livio Grillo


di Sandro Curto
Dopo breve malattia è deceduto, mercoledì 13 marzo, l’alanese Livio Grillo, classe
1943. Emigrante in Svizzera negli anni ‘60, dove conobbe la moglie Paola, dopo un bre-
ve rientro in Italia ripartì per la Libia dove rimase per qualche anno. Tornato definitiva-
mente ad Alano, intraprese l’attività di imprenditore edile fino alla meritata pensione. In
questi ultimi anni collaborò attivamente con la locale Associazione Ex Emigranti, il cui
gonfalone era presente alle esequie, e diede un importante apporto di ore e di esperien-
za nella costruzione della Casa delle Associazioni. Oltre ad essere un nostro affezionato
abbonato partecipò spesso alle nostre iniziative di pranzi o gite. Alla famiglia le condo-
glianze della Redazione.

COME ERAVAMO

Squadra di calcio
di Segusino
attorno al 1960
(S.C.) Nella foto che ci viene segnalata dal no-
stro abbonato di Bigolino Pino Verri (il primo in
piedi a sinistra) una squadra amatoriale di cal-
cio di Segusino negli anni a cavallo del 1960.
Non tutti sono stati riconosciuti dal nostro in-
formatore ma di sicuro vi compaiono alcuni
protagonisti del calcio segusinese degli anni
successivi: Gianfranco Coppe “Caco”, Giorgio
Minute “Sivori”, Gianni Zanella “Chitarra”, Sil-
vano Gatto, Lino Coppe, Lino Minute, Tiziano Verri e Innocente Pivetta.

Accadde nel 1999


a cura di Sandro Curto
SERENA SPADA DIVENTA PRESIDENTE DELLA PRO LOCO ALANO Cambio della guardia al vertice della Pro
Loco di Alano il cui nuovo direttivo, il 12 aprile 1999, elegge Serena Spada a presidente con vice Barbara Tessaro e
segretario Luciano De Faveri. Serena subentra a Maria Mondin che aveva guidato l’associazione alanese per qua-
si un ventennio.
AUSER: MARIA CRAVIN PRESIDENTE Anche l’AUSER, nell’aprile 1999, rinnova le proprie cariche ed elegge
presidente Maria Cravin con vice Domenico Chiocca e segretaria Renata Mazzocco. L’associazione all’epoca regi-
stra oltre 200 iscritti.
11 CRONACA

Per Christel Cecchin tesi da 110 e lode


Il giorno 13 dicembre 2018 Christel Cecchin, residente a Quero Vas, ha coronato il percorso di studi conseguendo a
pieni voti la laurea magistrale in Scienze dell'Alimentazione presso l'Università di Firenze con il punteggio finale di
110 e lode, discutendo la tesi dal titolo "Il percorso nu-
trizionale nel trattamento dell'infertilità di coppia",
con relatore Prof. Sofi e correlatrice la nutrizionista
Dott.ssa Frosali. Il lavoro di tesi è stato svolto dopo vari
mesi di tirocinio presso l'ambulatorio nutrizionale della
Dott.ssa Frosali a Scandicci (FI). Questa esperienza ha
permesso a Christel di approfondire e toccare con ma-
no ciò che precedentemente aveva studiato sui libri. In
particolare, abitudini alimentari e uno stile di vita squili-
brati non sono solo alla base di patologie cardiovasco-
lari e metaboliche, ma incidono negativamente anche
sulla capacità ri-
produttiva. In tale
periodo Christel, af-
fiancando la nutri-
zionista durante le
visite, ha seguito il
percorso di vari pazienti con problemi di infertilità, i quali adottando abitudini ali-
mentari corrette e uno stile di vita salutare hanno raggiunto buoni risultati finali. Tali
risultati confermano che il percorso nutrizionale dovrebbe essere il primo approccio
alla prevenzione e trattamento dell’infertilità. Dopo la discussione della tesi e la ce-
rimonia di proclamazione, i festeggiamenti sono proseguiti per tutta la giornata in
quel di Firenze, insieme ad amici e parenti. I genitori Angela e Maurizio e le sorelle
Vanessa e Giulia sono orgogliosi di questo importante traguardo raggiunto, si con-
gratulano con Christel per la tenacia, determinazione e l'impegno dimostrato, augu-
randole un futuro ricco di soddisfazioni.
Concludendo, riportiamo l’incipit della tesi di Christel: “Non basta insegnare la malattia e come si cura; occorre in-
segnare la salute e come conservarla”- Ippocrate.

di Alessandro Bagatella
Non servono presentazioni per Italo, solo congratulazioni per
il grande lavoro di scrittore che ha fatto e continua a fare,
come si vede nella segnalazione del Corriere nelle Alpi di ve-
nerdì otto marzo, e che io personalmente conosco, come le
guide, tantissime, che ha pubblicato per chi vuol fare trek-
king, scalate o passeggiate impegnative. Complimenti Italo,
sei forte. Continua così che ti farai sempre onore.
12 ASTERISCO

Le creazioni di Luigi Andreazza


Sono stato alla fiera di San Gregorio a
Valdobbiadene, e girando e guardando,
sono arrivato alla maestosa villa dei Cedri, e
,con mia sorpresa, ho trovato tra gli altri
espositori il mio amico e coscritto da Santa
Maria di Quero, Luigi Andreazza, accanto ad
una bellissima aquila Americana in ferro
battuto!
Con curiosità ho guardato i suoi “lavori” e ci
siamo lasciati con la promessa di rivederci e
di raccontarmi questa sua nuova passione.
Mi racconta che, sfogliando un libro di
animali per bambini, si è imbattuto nel più
grande e maestoso predatore del cielo;
l’aquila “Testa Bianca Americana”. E si è
riproposto di costruirla in ferro battuto a
misura reale. Ha cominciato il lavoro nel
mese di aprile del 2018, lavorando molto
spesso di sera per non occupare l’officina;
ha lavorato 528 penne tutte forgiate a caldo.
Ore di lavoro incalcolabili, con sbagli e
difficoltà, e qualche arrabbiatura, aggiungo
io! Risultato buono, calcolando che, dato il
peso di 90 kg, ha dovuto fare le ali
smontabili. Ho quasi 68 anni, mi
racconta...acciacchi tanti, ma non mi sono
ancora arreso! Non ricorda quando ha
iniziato a lavorare, forse a 12 anni, poi con
la “scuola Rizzarda” di Feltre si è un po'
affinato. Ha aperto l’officina nel 1975 a 24
anni, con la costruzione di manufatti
artigianali in ferro ed alluminio; e nonostante
le difficoltà l’attività va avanti con il figlio
Devid e i suoi collaboratori: Dieci anni fa, in
pensione, ha cominciato a costruire “Cristi
con i chiodi” che regala volentieri. Ogni tanto

partecipo alle fiere di paese, mi racconta, a titolo di passione e


rigorosamente senza vendere un pezzo. Alle fiere mi conoscono per
quello “dei Cristi”. Mi racconta ancora che si cimenta a costruire pugnali
storici, etnici e medievali; non sono armi e non sono affilati, sono solo
testimonianza culturale del tempo passato, di oggetti da lavoro, e da
caccia da tutto il mondo, e sono da ammirare! Posso solo dargli
coraggio e spronarlo a continuare a coltivare questa sua passione.
Forza Luigi! Tuo amico e Classe, Settimo Rizzotto
COME ERAVAMO

Al Bar Coloniali Berton,


a Santa Maria,
si andava ancora giovani
di Alessandro Bagatella
Questa foto che ritrae due cugini davanti al bar Berton, scattata circa sessantanove
anni fa, dimostra che ancora da bambini si andava al bar…
Non andavamo al bar, ma nella piccola botteghetta del paese, che era la vera
risorsa di grandi e piccoli. Sapevamo che il mercoledì “Genio forner” di Vas,
arrivava con la “fuazhete” * e noi lo attendevamo con gioia e trepidazione.

*Fuazhete = piccole focacce

In foto: Il sottoscritto e la cugina Ennye Andreazza


13 ATTUALITÀ

“LOSERS” the musical


Insieme contro il bullismo, l’indifferenza, il silenzio
Nulla è come sembra! Tutto sarà svelato! Vincitori e non perdenti…ad un passo dal successo!
Una commedia musicale che racconta le debolezze, le paure i sogni e la voglia di riscatto di un gruppo di ragazzi che
si sentono emarginati, esclusi da una certa cerchia di persone che hanno valori e contenuti diversi dai loro.
La bellezza odierna mette al centro dell’interesse il corpo e non la persona; l’essere, l’essenza e la spontaneità
vengono sostituite dall’apparenza e dal controllo, ponendo degli stereotipi irraggiungibili di bellezza attuale.
L’apprezzamento e l’accettazione sociale, sono valori associati ad un canone di bellezza imposto.
Attraverso la musica ed il canto, i nostri ragazzi trovano il giusto riscatto, diventando così, protagonisti della loro vita.
Il susseguirsi di performance, rendono lo spettacolo divertente, coinvolgente ed emozionante.
“Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni” Martin Luther King
Venerdì 5 aprile 2019 – Segusino (TV) – Palestra impianti sportivi (via Chipilo n.6)
ore 9:30 per istituti scolastici ore 20:30 aperto a tutti INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI
Una commedia musicale a cura di ArtFace Music School.

Un’iniziativa promossa dal Comune di Segusino in collaborazione coi Comuni di Valdobbiadene, Vidor, Quero-Vas,
Alano di Piave, Pro Loco Segusino, Associazione Parrocchiale Amici del Presepio di Segusino, Associazione Genitori
Scuola Elementare Segusino. Col patrocinio di Regione del Veneto, Provincia di Treviso e ULSS 2 Marca Trevigiana.
14 CRONACA

Questo lo scopo delle collezioni del designer querese


con un passato negli uffici stile di Versace, Dolce&Gabbana e Roberto Cavalli,
che nel 2016 ha fondato l’omonimo brand di calzature,
oggi distribuito da Massimo Bonini showroom

Andrea Mondin: «Con le mie scarpe


voglio far sognare le donne»
intervista di Sara Rezk, tratta da MF Fashion del 18 marzo 2019
Ha iniziato lavorando negli uffici stile di maison italiane come Versace, Dol-
ce&Gabbana e Roberto Cavalli. Ma in quegli anni, Andrea Mondin, sapeva
già di voler fondare un suo omonimo brand di calzature. E quelle esperienze
non hanno fatto che alimentare il suo sogno, contribuendo a offrirgli
l’esperienze e le skill giuste per riuscire a creare una propria collezione di
scarpe. La prima l’ha presentata nel 2016, e tuttavia, malgrado gli apprez-
zamenti, le vendite sono state nulle. La svolta è arrivata con Who’s on next?,
il corcorso indetto da Altaroma e Vogue Italia, come lo stesso Mondin ha
raccontato in questa intervista a MFF. Da lì la possibilità di arrivare nelle ve-
trine di importanti retailer e di stringere una partnership per la distribuzione
con lo showroom Massimo Bonini. E nel desiderio di espandersi worldwide, ha già in cantiere qualche novità.
Quest’anno hai esordito durante la settimana della moda milanese. Quando hai capito che volevi diventare
un designer di accessori?
Sicuramente durante la mia esperienza da Dolce&Gabbana, era la prima volta che disegnavo calzature... E’ stato
amore a prima vista! Scoprire un mondo per me nuovo ed inesplorato mi ha dato la carica giusta per dedicarmi
completamente a questo universo e ho capito che nella vita non avrei potuto fare altro che quello.
Il tuo percorso è iniziato in maison di moda italiane molto importanti. Cosa ti hanno insegnato queste espe-
rienze?
Nel mio percorso ho avuto l’onore di lavorare per alcuni tra i brand più importanti del panorama italiano e mondiale,
tra cui Roberto Cavalli, Dolce&Gabbana e Versace. Durante questi anni di esperienze intense e stimolanti, ho impa-
rato in primis a confrontarmi con un team, a interfacciarmi con le diverse realtà produttive, e soprattutto ho imparato
che un designer non è solo colui che crea, ma deve essere abile nel rispettare le tempistiche e i budget, e nel pro-
porre le proprie idee a manager, tecnici e buyer, cercando di anticipare le tendenze e rispettando le richieste del
mercato. I designer non possono svolgere un lavoro puramente creativo, devono misurare il proprio talento tenendo
conto di tutta una serie di reti che si intersecano nel processo di produzione e di prodotto finale che riesca ad esse-
re appetibile per un vasto mercato.
Poi nel 2017 hai vinto il concorso Who’s on next?…
La vittoria nel 2017 di Who's on Next? è stata la svolta, fino a quel momento non riuscivo a vendere quasi nulla, non
trovavo uno showroom che credesse nel mio progetto. La collezione veniva presentata durante i press day, dove fin
dall’inizio ho avuto un ottimo riscontro mediatico, ma la collezioni non si vendevano. Dopo il concorso si sono create
diverse possibilità di distribuire e vendere le mie scarpe dai migliori retailer, e soprattutto di entrare nello showroom
Massimo Bonini.
Quando hai deciso di fondare il tuo brand?
Fin da piccolo sognavo di avere il mio marchio. Dopo un viaggio a New York
nel 2014, avevo deciso di andarmene dall’Italia, di trasferirmi in America.
Pensavo però che prima di andarmene avrei dovuto realizzare questo desi-
derio, e sapevo che sarebbe stato più facile farlo nel mio Paese. Così ho de-
ciso di fondare il brand e ho presentato la mia prima collezione nel 2016.
Non è stato un per-corso facile ma ci ho creduto con tutto me stesso e que-
sto mi rende molto soddisfatto oggi. Attraverso la mia esperienza ho cercato
di trarre delle conclusioni e cercare un filone autonomo azzardato, lontano
dal mainstream. Mi sono concentrato su un mercato di nicchia che guarda a lavorazioni ed estetiche tradizionali che
possono sembrare passate ma cercando di imprimervi un valore e un gusto anche contemporaneo.
A che tipologie di donna ti rivolgi?
A una donna sofisticata, intelligente e di cultura, legata al presente ma che ami sognare. Una donna raffinata ed
elegante, che apprezzi l’arte e la bellezza. Le scarpe si ispirano a donne che hanno fatto storia, attrici, regine, attivi-
ste, tutte con forti personalità ma che non hanno rinunciato alla propria femminilità.
Dove produci le tue scarpe?
Le calzature sono prodotte in Italia, tra Parabiago e le Marche.
Hai intenzione di ampliare la gamma anche alle borse, o addirittura al total look?
Attualmente mi sto concentrando sulle calzature ma c’è una novità alla quale sto lavorando. Non si tratta di abbi-
15 CRONACA

gliamento, no, ma sarà in linea con le mie scelte lontane dal mainstream.
Da dove arrivano le suggestioni e le ispirazioni per creare le tue scarpe?
Mi ispiro all’artigianalità tipica delle mie origini, in particolare a Venezia e alla sua tradizione tessile, dei costumi tea-
trali, degli interni delle case, delle minuziose e sofisticate lavorazioni che si tramandano di generazione in genera-
zione e che all’unisono donano alla città la speciale e irripetibile atmosfera che la contraddistingue. Un altro mondo
che mi ispira è quello del cinema hollywoodiano e i suoi set indimenticabili degli anni '40 e '50, con dive come
Adrian Greenberg e Edith Head.
In che materiali sono realizzate le tue scarpe?
Ho sempre ammirato gli interni fastosi ed eleganti di Venezia, della Francia di Marie Antoinette e della tradizione in-
glese, per questo motivo utilizzo nelle mie collezioni tessuti d’arredamento pre-giati, broccati e di seta di Nobilis Pa-
ris, Créations Métaphores, Manuel Canovas, Pierre Frey e Colefax & Fowler, per creare un’idea di lusso più intimi-
sta e con uno sguardo all’eco soste-nibilità. Tutte queste suggestioni, apparentemente non logicamente collegate,
confluiscono con forza nelle mie creazioni, e mi hanno portato a creare delle calzature che si distinguono per l’uso
di lavorazioni non comuni come la gorgiera, le passamanerie e i ventagli, i cappelli con le loro tecniche manifatturie-
re e gli accessori come le velette, applicati alla scarpa, che convergono in un risultato inconsueto quanto affasci-
nante.
Nel frattempo collabori anche con altre maison…
Sì, proseguo la mia attività come consulente per alcune maison, che mi permette di continuare a finanziare il mio
brand.
Quali sogni nel cassetto hai per il tuo marchio?
Spero che il mio lavoro faccia sognare le donne e che lo percepiscano davvero, e mi auguro che il marchio possa
diventare globale.

ATTUALITÀ
Proposte da Centro Ricerca Piante Officinali Veneto e Scuola di Naturopatia Hermete-Sophia
presso l’Hotel Tegorzo di Fener di Alano di Piave

Due lezioni gratuite ed aperte a tutti


di aromaterapia e erboristeria astrologica
Venerdì 12 Aprile 2019 - ore 20,30: AROMATERAPIA

Cosa sono gli oli essenziali - Curarsi con gli oli essenziali
Come si producono gli oli essenziali
Uso terapeutico e clinico degli oli essenziali
Prove olfattive per comprendere gli oli essenziali

Aromaterapia
Con il termine Aromaterapia s’intende il trattamento terapeutico o estetico me-
diante oli essenziali estratti per spremitura a freddo o per distillazione.
A differenza della gran parte dei medicamenti, che devono passare prima per
l’apparato digerente e quindi attraverso il fegato, gli oli essenziali entrano, inve-
ce, senza modificarsi nel nostro organismo tramite alcune vie. 5 sono le vie per
migliorare la vostra salute.

Venerdì 26 Aprile 2019 - ore 20,30: ERBORISTERIA ASTROLOGICA

Lo Zodiaco della Salute


I Pilastri della Grande Opera Alchemica
Dai 4 elementi alla Trinità: Spirito - Anima - Corpo
Il Raggiungimento della Perfezione
Sparirica - la 5a Essenza e le Acque celesti

In un Mondo dove tutti sanno tutto parlare del cielo e della ricerca di cono-
scere ci sembra un bell’inizio. Perché ogni attimo della nostra vita ci parla di
una cultura millenaria dove le idee innate che vivono nelle persone le spingono
ad agire e vivere.

Magister Vittorio Alberti Naturopata-Fitopreparatore e dott.ssa Ilaria Bisso Naturopata


ERBORISTERIA ARMONIA - via Nazionale 74/b QUERO VAS - TEL. 366 4595970
16 ATTUALITÀ

Si vota!
Il decreto è stato firmato dal Ministro dell’Interno il 20
marzo e ufficializza la data delle prossime consultazioni
elettorali, quelle europee e quelle amministrative.
Quero Vas sceglie anche il Sindaco
Ricordiamo che gli elettori di Quero Vas saranno
chiamati alle urne per decidere le sorti del proprio
Comune, scegliendo chi sarà al governo dell’ente locale,
rinnovando anche il consiglio comunale.

Sarà nuova anche la giunta comunale.

CRONACA
Inter Club
Fener in
trasferta
I tifosi hanno
raggiunto Milano
per la partita Inter-
Spal, vinta
dall’Inter per due a
zero, goal di
Politano e
Gagliardini. Nelle
foto due momenti
di relax di alcuni
tifosi nerazzurri.
17 CRONACA

In memoria dei Caduti


nel centenario della Grande Guerra
(M.M.) La nostra abbonata Stefania Berton, di origine querese ma residente a Moriago, ha fissato sulla tela da ricamo
con la sua consueta pazienza di ricamatrice il nobile pensiero a ricordo
dei Caduti della prima guerra mondiale. Un’altra opera che si aggiunge
a quelle fatte in precedenza e che sono esposte al piano terra del
palazzo municipale di Quero, a perenne memoria di coloro che hanno
combattuto ed hanno perso la vita in difesa della patria.

ATTUALITÀ

La Maratona di Lettura 2019 “raddoppia”


alla Galleria “Rizzarda” una mostra-evento dedicata all’iconografia del Ventennio
Sarà la maschera bronzea di Benito Mussolini, opera del 1916 dell’artista Adolfo Wildt,
l’immagine guida della mostra “Mussolini, Margherita Sarfatti e gli artisti del Novecento”,
che dal prossimo 2 maggio sarà ospitata, per circa due mesi, nelle sale della Galleria
d’Arte Moderna “Carlo Rizzarda” in via Paradiso.
I contenuti principali della rassegna, che assumerà i contorni di un vero e proprio evento
culturale, è stata presentata alla stampa.
“L’operazione che intendiamo fare in occasione della Maratona di Lettura 2019, dedicata ad
Antonio Scurati, è quella di una rilettura critica e multidisciplinare del Ventennio, in particolare
dei primi anni che coincidono con l’ascesa politica di Benito Mussolini. E’ stato quindi quasi naturale partire dal alcune
dotazioni museali in nostro possesso per costruire una rassegna iconografica di assoluto livello che, grazie ad alcuni
importantissimi prestiti derivanti altri musei o collezioni private, contribuirà a ricostruire la temperie culturale di quegli
anni”, commenta l’assessore alla cultura del Comune di Feltre Alessandro del Bianco. “Sarebbe stato forse più
semplice rivolgerci al “mercato culturale” per acquistare un format già preconfezionato, prosegue Del Bianco, ma non è
questa la filosofia dell’Amministrazione; siamo orgogliosi di proporre alla città, ma direi all’intero panorama culturale
nazionale, una rassegna costruita per la gran parte “in house”, con un grosso risparmio di risorse e con un risultato che
sarà assolutamente originale e di valore”.
Sul piano tecnico, la mostra ospiterà circa 40 opere di alcuni tra i più importanti artisti del gruppo del Novecento,
costituito e promosso dalla critica e curatrice Margherita Sarfatti, a lungo legata a doppio filo proprio alla figura del
Duce. L’evento si soffermerà in particolare sull’ambiente milanese dove nacque la collezione di Carlo Rizzarda.
“La rassegna sarà costituita da due sezioni separate e approfitteremo dell’occasione anche per costituire dei nuovi
percorsi all’interno della Collezione Rizzarda, spiega la conservatrice dei musei cittadini Tiziana Casagrande. Stiamo
definendo gli ultimi tasselli della rassegna, conclude la conservatrice, ma possiamo anticipare che i visitatori potranno
trovare dei “pezzi” assolutamente straordinari a firma, tra gli altri, di De Chirico, Sironi, Campigli, Marussig, Funi,
Malerba, Bucci, Dudreville e Arturo Martini, oltre al già citato Wildt”. Feltre, 14 marzo 2019

ASTERISCO

L’oggetto misterioso
(M.M.) Io non riuscivo a capire che strumento fosse e mi sono arreso, anche se
in molti avranno già intuito cosa sia e a cosa serva l’oggetto qui raffigurato. Ne
trovate più sotto la definizione/descrizione. Un’idea davvero geniale e
scommetto anche molto “usata” da chi si destreggia con matite, carboncini,
pastelli e cose simili. Mi è piaciuta questa scoperta e ringrazio chi me ne ha
reso partecipe.
matitatóio s. m. [der. di matita], non com. – Cannello di metallo in cima al quale si usava un tempo adattare un pezzo 
di matita, o anche di gesso o di pastello colorato, servendosene per disegnare: preso un m., [Michelangelo] fece in un 
tratto solo il dintorno d’un ignudo (C. R. Dati). Anche, sinon. poco com. di allungamatite o allungalapis. 
fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/matitatoio/
18 RASSEGNA STAMPA

Gesto di coraggio dell’autista del mezzo refrigerato


incendiatosi appena conclusa una consegna all’Eurospesa

Quero Vas: sposta il camion a fuoco, poi si lancia fuori


QUERO VAS. Si è accorto che il suo camion frigo aveva preso
fuoco ed è risalito a bordo sfidando le fiamme per allontanare il
mezzo pesante dal supermercato dove aveva appena scaricato
un carico di alimenti surgelati, scongiurando il rischio di
coinvolgere nel rogo anche l’edificio commerciale. Il coraggioso
camionista, H.A., 48 anni, di origine tunisina ma residente a
Casale sul Sile, è riuscito nella manovra appena in tempo ed una
volta spostato il camion verso l’estremità del piazzale è stato
costretto a buttarsi dalla cabina ormai in fiamme. Ha passato la
notte in osservazione al pronto soccorso, ma se l’è cavata senza
fratture e senza intossicazioni: i vigili del fuoco, appena arrivati
sul posto per spegnere il rogo, gli hanno fatto inalare ossigeno con gli autorespiratori, poi ci hanno pensato i sanitari
del Santa Maria del Prato di Feltre a portarlo subito in ospedale. È successo ieri pomeriggio poco prima delle 14
all’Eurospesa, il supermercato di Quero affacciato sulla Feltrina. Ancora da chiarire le cause esatte dell’incendio. A
scatenare il focolaio sarebbe stato in ogni caso un problema all’impianto elettrico del camion Eurocargo di proprietà
di una ditta di Casale sul Sile specializzata in trasporti refrigerati, la Service 2000. Le fiamme partite dalla parte
anteriore del mezzo pesante si sono alzate velocemente iniziando a sprigionare un denso fumo. L’autista, dando
prova di coraggio, è riuscito a scongiurare guai peggiori spostando il mezzo già a fuoco, mentre veniva lanciato
l’allarme al 115. La richiesta di aiuto, rimbalzata dalle celle telefoniche verso il comando dei vigili del fuoco di
Treviso, ha fatto mettere subito in strada una squadra del distaccamento di Montebelluna, mentre venivano
mobilitati anche i vigili del fuoco di Feltre, i volontari del Basso Feltrino, i carabinieri e il 118. Una mobilitazione
imponente, mentre il mezzo pesante veniva avvolto dal fuoco, sprigionando una densa nube di fumo sopra la zona,
vista con preoccupazione anche da chi transitava in quei minuti sulla Feltrina. I vigili del fuoco hanno aggredito
subito l’incendio, mentre veniva prestato aiuto all’autista che accusava difficoltà a respirare a causa del fumo
inalato. Gli è stata data la maschera di un autorespiratore per fargli inspirare dell’aria pulita, quindi è stato soccorso
dai sanitari del Santa Maria del Prato, che hanno deciso di trasportarlo al pronto soccorso dove comunque gli
accertamenti hanno permesso di escludere sia fratture sia intossicazioni. Ci sono volute oltre un paio di ore di
lavoro dei vigili del fuoco per spegnere completamente le fiamme che hanno distrutto il camion frigo e per mettere
in sicurezza quello che ne restava.
da “Il Corriere delle Alpi” del 15 marzo 2019

Marco Vuerich ed Elena Billò hanno preferito la sfida


con un agriturismo in Nevegàl e con un b&b a Quero

Giovani in trincea:
«Così il nostro sogno è diventato realtà»
LONGARONE (AGRIMONT). A Marco Vuerich non piaceva andare a scuola: sognava l’aria aperta, i pascoli in
quota, i suoi animali. Così ha lasciato prima del diploma i banchi dell’istituto agrario per trasformare subito il suo
sogno in realtà. Oggi ha 24 anni, lo sguardo deciso di chi sa quel che vuole e un’azienda a 1480 metri: siamo sul
Nevegàl dove Veneto Agricoltura possiede un edificio lungo la stradina forestale che dalla Casera conduce al
Rifugio Brigata Alpina Cadore, non lontano dall’orto botanico della Forestale. Marco nel 2016 ha partecipato al ban-
do per l’assegnazione della struttura per nove anni, lo ha vinto e un anno dopo gli hanno consegnato le chiavi, «si
parte, ragazzo». La sfida di un visionario, l’incoscienza dei 20 anni, o un freddo calcolo di probabilità di successo di
un progetto covato nelle lunghe sere d’inverno quando esci dalla giovinezza ed entri nell’età adulta. Forse un mix di
tutti e tre gli elementi: «L’agriturismo mi consente di fare la cosa che mi piace di più: preparare piatti semplici, ma
genuini, a base di carne, a Puos ho 50 pecore e 4 vacche; la risposta per ora è stata buona, la gente se ne va con-
tenta per aver gustato quel che preparo». Ora Marco prenderà parte ai corsi per diventare agrichef, una qualifica
tarata su chi coniuga agricoltura e allevamento a chilometro zero con la passione per la cucina. Poi di seguito le
altre tappe: «Mi piacerebbe creare qualcosa di nuovo, rendendo protagonisti i miei visitatori della vita che io faccio
ogni giorno, mungendo le mucche, dando il cibo agli animali, pulendo le stalle, portandoli al pascolo», spiega con la
convinzione di chi si è posto un traguardo preciso. Non solo piatti a base di agnello: da Marco all’agriturismo in
Nevegàl si può gustare anche il frico, retaggio di un nonno originario di Pontebba, in alto Friuli. «È un piatto a base
di formaggio e patate che sulle tavole di Belluno non è molto diffuso: ho provato a proporlo quest’estate e
l’accoglienza è stata davvero strepitosa». D’inverno Marco non chiude: sale dalla Casera con il quad o con le pelli
di foca sotto agli sci, sabato e domenica apre ai gitanti. Il sogno? «Sarebbe il massimo riuscire a pascolare le mie
50 pecore qui in Nevegàl, non sarei costretto a continui viaggi da qui a Puos per procurarmi la materia prima, ma
ottenere un appezzamento qui non è facile...». Cosa ostacola più di tutto l’attività di giovani imprenditori della
montagna? «La burocrazia, Coldiretti fa il massimo per affiancarci spianandoci la strada, ma dipende dalla marea di
19 RASSEGNA STAMPA

norme che di fatto paralizzano anche le operazioni più semplici come sfalciare un prato: bisogna avere il via libera
da tutti i titolari delle particelle e non sempre è un’operazione facile».
A Quero anche Elena Billò (nella foto a fianco, ndr) si è rimboccata le
maniche; ha 33 anni, un diploma conseguito all’istituto agrario e una
passionaccia grande per gli animali. Tanto da farne un lavoro a tempo
pieno. Ha ereditato l’azienda dallo zio Francesco che ancora la affianca e
la consiglia nelle scelte più impegnative, ma la sua creatura è il bed
&breakfast “Col Barbanich” annesso e ricavato dalla casa colonica di
proprietà. Sono 8 posti letto distribuiti in tre stanze curate con il gusto
quasi maniacale che solo le donne sanno mettere in ciò che fanno.
L’attività di allevatrice si sviluppa su 7 ettari e con 30 vacche che produ-
cono 6 quintali di latte al giorno, tutto conferito a Lattebusche. All’alpeggio
altri 70 capi da rimonta sono ospitati a Malga Piz in comune di Alano di
Piave. «Non è un impegno semplice conciliare le necessità dell’azienda
con quelle di mamma e di moglie, ma la soddisfazione di poter dire
«questo l’ho creato io» ti ripaga di tutte le fatiche».
da “Il Gazzettino” del 17 marzo 2019

Verrà rifatto l’impianto per l’irrigazione dell’area verde.


All’ex Eca si prepara l’intervento di ristrutturazione e riqualificazione energetica

Quero: nuovo look per Piazza Marconi


con piante più rigogliose
QUERO VAS. Piazza Marconi si rifà il look. Sono infatti iniziati i lavori di riqualificazione decidi dall’amministrazione
Zanolla: in particolar modo i vecchi arbusti saranno abbattuti e sostituti da nuove piante che, con una crescita più
rigogliosa, miglioreranno l’estetica del sito. All’operazione andrà ad aggiungersi prossimamente anche il rifacimento
dell’impianto di irrigazione in vista del periodo estivo per contrastare l’eventuale siccità. I lavori pubblici non si
fermano qui: tra le altre progettualità in via di concretizzazione si annovera anche quella relativa all’area ex Eca,
dove è attualmente ubicata la biblioteca civica comunale. La struttura sarà rivista in tutta la sua interezza, ma ad
essere soggetta a particolare miglioria sarà l’impianto di energia elettrica: l’intervento costituisce il primo stralcio di
lavori per la riqualificazione dell’edificio, il cui costo complessivo è di 510mila euro, una parte dei quali provenienti
dalla Regione per l’adeguamento sismico e altri dal Gse per quanto concerne quello energetico. In sintesi si
andranno a rivedere il cappotto, i serramenti, la copertura in generale e non solo; con l’adeguamento sismico
l’obbiettivo è infatti anche quello di ricavare una nuova sala polifunzionale all’ultimo piano, vicino alla quale
verranno predisposti degli spazi per ulteriori ampliamenti futuri che potrebbero ospitare dei nuovi appartamenti.
Quest’ultima operazione dipenderà però dalla possibilità di accedere ai fondi del secondo stralcio. L’obbiettivo di
fondo dell’amministrazione è quello di diminuire i consumi favorendo in tal modo un risparmio energetico
significativo, come avvenuto per la scuola elementare di recente messa a nuovo, per la quale e quali si è passati da
una classe energetica di livello G con un consumo annuale di 2700 Kilowattora per metro cubo annui ad una classe
A con 136 Kilowattora, allineandosi in tal modo ai parametri nazionali. Durante il cantiere la biblioteca non subirà
variazioni orarie: il servizio per gli utenti non verrà inoltre spostato né chiuso, ma continuerà a rimanere aperto.
da “Il Corriere delle Alpi” del 17 marzo 2019

Segusino: il 5 aprile in scena “Losers”,


lo show contro il bullismo
SEGUSINO. Andrà in scena venerdì 5 aprile “Losers: insieme contro il bullismo,
l’indifferenza, il silenzio”. Lo spettacolo, promosso dall’amministrazione comunale
di Segusino, racconta le debolezze, le paure, i sogni e la voglia di riscatto di un
gruppo di ragazzi che si sentono emarginati ed esclusi da una certa cerchia di
persone che hanno valori completamente diversi dai loro. Sarà attraverso la
musica ed il canto che i giovani sapranno trovare il giusto riscatto. Il susseguirsi
rapido di performance diverse rende lo spettacolo, che sarà rappresentato alle
ore 9.30 (per gli istituti scolastici) e alle ore 20.30 (a ingresso libero) presso la
palestra degli impianti sportivi di via Chipilo, divertente oltre che istruttivo. La
commedia musicale è a cura dell’Art Face Music School e vede il sostegno e la
collaborazione dei Comuni di Valdobbiadene, Vidor, Quero-Vas, Alano di Piave,
della Pro Loco e degli Amici del Presepio e dell’associazione genitori della scuola
elementare di Segusino.
da “La Tribuna di Treviso” del 24 marzo 2019
20 ATTUALITÀ

La Maratona di Lettura 2019 - organizzata dal Comune di Feltre dal 30 aprile al 4


maggio e di cui abbiamo parlato nel numero scorso - sarà dedicata allo scrittore napo-
letano Antonio Scurati, già Premio Campiello 2015, il cui ultimo romanzo “M. Il figlio
del secolo”, dedicato alla prima fase dell’ascesa politica di Benito Mussolini e del fasci-
smo, sta riscuotendo uno straordinario successo tanto da averne già fatto un vero e
proprio caso editoriale. Di seguito un intervento sul tema dello stesso Antonio Scurati,
che sarà a Feltre, all’Auditorium Canossiano, nella serata del 4 maggio.

Il fascismo è ancora vivo dentro di noi


testo di Antonio Scurati - segnalazione di Silvio Forcellini
Il 23 marzo 1919 Mussolini fondava i Fasci di combattimento, primo passo nella
scalata violenta verso il potere. L’autore di “M” spiega perché oggi è venuto il
tempo di svelare il grande rimosso che accompagna la storia italiana.
Noi siamo stati fascisti. Gli italiani sono stati fascisti. Il genus italico ha generato il fascismo. Di più: il fascismo è sta-
to una delle potenti invenzioni (o innovazioni, se preferite) italiane del Ventesimo secolo, che dall’Italia si è propaga-
ta in Europa e nel mondo. Non suonino come provocazione queste parole. So bene che non tutti gli Italiani sono
stati fascisti e che molti - non moltissimi, purtroppo - sono stati antifascisti anche durante il Ventennio. La mia af-
fermazione è perentoria perché, in anni di studio e scrittura sull’argomento, mi sono convinto che sia giunto il tempo
di un allargamento della coscienza civile, di una nuova, più ampia, più consapevole, più veritiera narrazione
dell’identità nazionale. Ho sentito con forza che bisognava cercare una narrazione priva di pregiudiziali ideologiche,
al di sopra della partigianeria della lotta politica perché questa storia priva di velami ideologici, nota eppure inaudita,
porta a una condanna del fascismo ancora più radicale. L’identità nazionale italiana repubblicana si è fondata su
una narrazione edificante, su un meccanismo d’identificazione positiva, su una memoria della gloriosa Resistenza
antifascista (della realtà e del suo mito). Per cinquant’anni ci siamo raccontati di discendere dai partigiani della
montagna. È stato giusto che così fosse, è stato necessario. Non a caso, la festa di questa identificazione positiva è
sempre stata - e dovrà continuare a essere - il 25 aprile, giorno della Liberazione. Questa narrazione ha, però,
comportato una rimozione: la nostra discendenza dal fascismo è stata parzialmente obliata, il lato oscuro della forza
è stato proiettato ai margini della nostra coscienza storica. Per questo motivo la data fatidica del 23 marzo, cioè og-
gi, è stata cancellata dalla memoria collettiva. La rimozione si è spinta fino a inghiottire la toponomastica, fino
all’abrasione dei marmi che segnalano i nomi delle strade d’Italia. In Piazza San Sepolcro a Milano, tabelloni didat-
tici ricordano che fu foro romano e luogo di culto cristiano ma non un solo segno indica che in quella piazza elegan-
te e sonnacchiosa nacque il fascismo. Ebbene, cento anni dopo è giunto il tempo di togliere l’interdizione alla narra-
zione del fascismo, di completare la coscienza nazionale con la consapevolezza di essere stati fascisti. Dobbiamo
ricordare che esattamente cento anni fa in Piazza San Sepolcro a Milano, di fronte a una platea di pochi, deliranti
partecipanti, un politico sbandato alla ricerca di una strada fondò i Fasci di combattimento. Dobbiamo conoscere la
storia di quella piccola accozzaglia di reduci, facinorosi, delinquenti, sindacalisti incendiari e gazzettieri disperati,
professionisti della violenza e artisti, i quali - guidati da un leader pronto a ogni tradimento, a ogni nefandezza, pron-
to a scommettere sul peggio e a vincere la scommessa, pur partendo da un numero infimo e da una devastante
sconfitta elettorale - nell’arco di soli tre anni conquistarono il potere. Gli italiani devono sapere che - contrariamente
alla leggenda nostalgica secondo cui il fascismo sarebbe precipitato nell’abiezione soltanto alla fine della sua traiet-
toria, con le leggi razziali e la guerra - quegli uomini fecero sistematicamente uso di una violenza brutale come
strumento di lotta politica fin dal principio, che quella del fascismo è storia di sopraffazione, ma devono anche sape-
re che quei violenti poterono prevalere grazie all’ignavia di molti, al bieco calcolo opportunistico dei liberali e di una
monarchia indegna, alla voracità di una classe politica sfinita, alla visionaria inconsistenza dei dirigenti scolastici.
Infine, ma soprattutto, dobbiamo conoscere, e saper riconoscere quando si ripresenti, l’innovazione dirompente nel
linguaggio della politica che il fascismo rappresentò, la seduzione potente che esercitò sul rancore diffuso nella pic-
cola borghesia che, a torto o a ragione, si sentiva delusa dalle promesse della storia, tradita dalla casta politica, de-
classata dalle conseguenze di una crisi epocale, minacciata nelle sue poche certezze e nei suoi piccoli possedi-
menti da un “invasore” straniero (i socialisti dipinti dalla propaganda fascista come portatori della “peste asiatica”
perché seguaci della rivoluzione russa). Sto proponendo una riabilitazione, una revisione, una memoria condivisa?
Al contrario. Sto affermando che, se nel dopoguerra fu necessaria la narrazione edificante e ideologica della Resi-
stenza, oggi lo è poter raccontare Mussolini e il fascismo senza pregiudiziale ideologica, senza remore e senza
sconti (per nessuno). Questa maturità intellettuale deve oggi essere raggiunta, non solo da pochi storici di profes-
sione, ma da tutti noi. Dobbiamo maturare fino al punto di poter riconoscere che i fascisti delle origini furono affa-
scinanti e sciagurati, che Benito Mussolini creò l’archetipo del leader che guida un popolo non precedendolo verso
mete elevate ma seguendone gli umori più cupi, capace di prosperare su passioni tristi, sul caos, sullo smarrimento,
capace di fare leva su ottime ragioni ma convertendole sistematicamente in torti. Dobbiamo fare questo salto di co-
scienza civile per rinnovare le ragioni dell’antifascismo, che sono, semplicemente, quelle della democrazia, del pro-
gresso, dell’uguaglianza, della convivenza civile. Oggi, cento anni dopo, possiamo riappropriarci della storia del fa-
scismo come segno del fatto che non le apparteniamo più. Non nel timore che si ripeta, perché non si ripeterà. È
vano - talvolta anche un po’ ridicolo - inalberare quotidianamente la bandiera dell’antifascismo militante. Molto più
utile, e serio, tenere ben alta la bandiera di una matura democrazia, addestrandosi a riconoscere le continue meta-
morfosi storiche della pulsione antidemocratica.
21 ATTUALITÀ

WORKSHOP DAY:
INCISIONE & STAMPA D’ARTE
Cartiera di Vas / 13 aprile 2019
La Cartiera di Vas propone un workshop con Umberto Crosato per
conoscere e sperimentare il mondo dell’incisione e della stampa
d’arte. Di origini antichissime, l’incisione viene prodotta creando, con
diverse tecniche ed attrezzi, una matrice (di metallo, pietra, legno, lino-
leum…) che permetterà poi, grazie a specifici torchi, la riproduzione in serie di un’opera d’arte su formati di carta di
grande qualità. Questo workshop permetterà di addentrarsi nell’affascinante mondo della stampa d’arte, appren-
dendone la storia e le principali tecniche e materiali di utilizzo, per andare poi a realizzare una prova di stampa,
producendo una matrice calcografica. Valore aggiunto dell’esperienza, la stampa avverrà sulla carta, in puro coto-
ne, fatta a mano da LaCharta nella Cartiera di Vas. ll workshop rappresenterà la base per successivi approfondi-
menti delle varie tecniche incisorie.
DOVE e QUANDO: Cartiera di Vas, via Case Sparse, Quero Vas / Sabato 13 aprile dalle ore 14.00 alle ore 19.00.
PROGRAMMA: TEORIA: cenni sui sistemi di stampa; litografia; xilografia; calcografia; stampa originale d'arte e ri-
produzioni; tecniche di stampa. PRATICA: sviluppo matrice calcografica per puntasecca, con successiva prova
stampa della medesima.
L’INSEGNANTE: Umberto Crosato nasce a Treviso. Fin da giovanissimo è inserito negli ambienti artistici. Frequen-
ta il Liceo Artistico di Treviso. Si laurea in Architettura a Venezia, abilitato alla professione di Architetto. Numerose
le sue presenze a concorsi di pittura e grafica nel territorio italiano. Numerose e prestigiose le sue esposizioni nel
territorio italiano e non, tra le quali anche sedi museali. Dal 1999 è coordinatore e docente di corsi di pittura. Dal
2004 organizzatore di significativi eventi e manifestazioni culturali nel territorio.
INFORMAZIONI E ISCRIZIONI (solo 10 posti!): Mail: info@cartieravas.it - Cell: 348.5769522 (Umberto) - Fb: La-
Charta / Messenger.
CRONACA
Matilde,
Architetto da 110 e lode
Matilde Miuzzi, di Quero, ha ottenuto la laurea magistrale in architettu-
ra il 21 marzo scorso con il massimo dei voti, 110 e lode, all’università
di Venezia
Il tema di laurea, discusso da Matilde, è stato imperniato su analisi e
proposte per la città del futuro.
Nel particolare ha analizzato l’aspetto della mobilità urbana, di ciò che
avverrà con l’avvento delle auto elettriche a guida autonoma e il con-
seguente riuso degli spazi urbani.
Corsie stradali, parcheggi e, tra l’altro, stazioni di rifornimento lasce-
ranno il posto a nuovi spazi a disposizione per passeggiate, aree a
verde e nuove strutture di servizio al cittadino.
In foto: Matilde con papà Mauro e mamma Claudia Zanette
ASTERISCO
Questione di… etichetta
(M.M.) L’etichetta con la quale ricevete il nostro periodico non ha la sola
Nr. abbonato fino al funzione di indicare al postino dove abitate, per recapitarvi la rivista, ma
contiene anche due altre informazioni molto importanti: il vostro
codice di abbonamento e la scadenza della sottoscrizione. Usate questi
codici! Il primo per indicarlo al personale del recapito dove vi recate per il
rinnovo, agevolando così l’individuazione del vostro nominativo nel nostro
Fedele Abbonato database, evitando confusione o errori per possibili omonimie; il secondo
indirizzo come promemoria per sapere quando scade l’abbonamento, evitando così
Cap – Città - Provincia di perdere qualche numero della rivista. Conservate, dunque, l’etichetta.
E’ una piccola attenzione che risparmia un bel po’ di lavoro a noi e di
sicura utilità anche per voi, per tener traccia dell’abbonamento. Grazie!
22 RACCONTO

(M.M.) Grazie al nostro amico e collaboratore Alessandro Bagatella, siamo venuti in possesso di vario materiale
scritto da Olivo Andreazza, originario di Santa Maria, di cui abbiamo diffusamente parlato negli scorsi numeri del
giornale. Continuiamo, qui, la pubblicazione di una parte dei suoi scritti in cui Olivo riporta ricordi e sensazioni della
sua vita a Santa Maria. Una scrittura semplice, qui più difficile per l’uso del dialetto, nella quale si avverte comun-
que il sentimento di amore per la propria storia, le proprie tradizioni. Ringraziamo anche Luciano Andreazza,
l’esecutore testamentario di Olivo, per averne permesso la condivisione delle memorie, scritte e fotografiche.

Toni Bote, in guera contra al tass


Introduzione
Con il passare degli anni e osservando come il vivere divenga sempre più facile, si è fatto strada in me un desiderio
sempre crescente di narrare alcuni fatti accaduti nel villaggio di Santa Maria tra gli anni '20 e '30 affinché se avesse
occasione di leggerli chi ha vissuto da quelle parti in quel periodo, non dimentichi quante rinunce e sacrifici richiedesse
allora il vivere quotidiano Coloro invece, che non hanno conosciuto quelle difficoltà, venendo a conoscenza di questi
fatti, potrebbero essere indotti a vedere in modo più realistico il benessere di cui godiamo attualmente. Per rendere
più immediato l'effetto di talune situazioni, è stato necessario usare il nostro dialetto con tutte le difficoltà e i
limiti che tale uso comporta. In quel tempo la gente che viveva a Santa Maria era molto semplice e, pur nelle difficol-
tà della vita di tutti i giorni, sapeva trovare momenti di autentica gioia. Parecchie invasioni barbariche, guerre frequenti
e altrettanto frequenti carestie avevano permeato gli animi non soltanto del paese ma di tutta la regione, di uno spirito
di solidarietà veramente ammirevole. Chi veniva a trovarsi nel bisogno, poteva contare sicuramente sulla solidarietà di
tutti gli altri. Liti e contrasti venivano messi da parte in quelle circostanze ed a volte si dissolvevano per sempre. Io, al-
lora, ero ragazzo e vivevo in quel mondo senza capirlo perché i miei sogni viaggiavano con il treno che, scendendo
lungo la Valle del Piave, andava verso la ricca e raffinata città di Venezia. Quel mondo, adesso, è sempre più difficile
ritrovarlo.
L'autore
Racconto
In quel istà a taiar fen co la messòra in montagna no era sol che femene, veci e tosat come in tei ani normai ma
ghe n'era anca i òmi parche no i avea catà da andar via par al Mondo a laorar causa, na gran crisi mondial che
avea tegnist fermi i cantieri. Na sera, dopo aver passà na giornada co la messòra in man a taiar erba e patir la
set sot al sol, erion tuti sentadi sull'erba attorno a le casere de Piandeleguna. Mi, che alora ere an bocia, dughée,
de solito, insieme ai altri de la me età; ma quela sera là Vitorio de la Tina al contea bele storie de quande che al
era in Argentina. E mi, usà fin da ceo a sentir me nono Nato e qualche altro paesan a contarghen de ogni sort,
stée a scoltar a boca vérta, sempre an po' distante par paura che i òmi me bravesse. De quei temp là quei che
andea a laorar via par al Mondo i era tegnisti in gran considerazion e rispetadi da tuti i altri parche i era quei che
fea viver discretamente le so fameie coi guadagni che i fea e, conossendo tanta zente foresta, i imparea al viver
zivil. Cossì quela sera, Vitorio de la Tina al contea in una de sté storie che anca in Argentina al tass fea tanti dani
onde che i coltivea sorgo. I contadin de zerte zone, però, i avea catà la maniera scongiurar al pericol che sto tass
al magnesse le panoce: infati al avea vist co i so òci te an paese i contadin, al temp che su le panoce se avea
formà i garnei, sul imbrunir se parecea sui camp in medo al sorgo e i fea gran foghi de legne e tanti strepiti, ba-
tendo co grossi bastoi su scatole vode e toch de lamiera, picadi par an fil de fer. Al tass, sempre stando al rac-
conto de Vitorio de la Tina, a veder sti foghi e sentir sti gran strepiti, al ciàpea tanta de quela paura che inveze de
sgionfarse la panza de panoce, ghe tochea andar a zercarse altra roba. Tuti i presenti scoltea co gran atenzion
parchè quel ano là, frà che i òmi no podea andar via par al Mondo a guadagnarse an franco e fra che al tass ma-
gnea panoce de sorch pi de al solito, tuti avea paura de no aver che basta da magnar co rivea l'invern; e la fam la
e bruta par tuti. Toni Bote stea pi atenti de tuti parche al so camp de sorgo entro a la Cesa, al era stat visità pì de
na olta da sto mostro de sto tass magnandoghe arquante panoce. Anca el come tuti i altri, avea paura de no aver
che basta polenta par l'invern.
Fin che se trata del companasego, a la pedo, se pol rangiarse, magnando verde, rau, radici-mati e fasoi pur che
ghe sia na feta de polenta. Cossì, apena che Vitorio de la Tina a finì de contar sta storia, Toni Bote al diss che la.
sera dopo, che al avarèe proà anca el a far come i contadin de l'Argentina.
Noi de casa avion da tanti ani na vecia tromba da ferovier, regalo de me barba Toni Masana e che se tegnia in te
la nostra casera de Piandeleguna parche, fin da quande che me fradei era doveni, ogni tant se andea fora sul
Col, dal quale se vedea al paese, a sonar sta tromba par farse sentir dai paesani restadi a Santa Maria. Toni Bo-
te al domanda a me pare de farghe an piazer e imprestarghe la tromba par qualche dì che al la avarèe doperada
par farghe paura al tass. Me pare ghe la consegna subito naturalmente e al dì drio Toni Bote, senza dir gnent a
gnessun, al va do a casa a pareciar tut quel che ocore par farghe la guera al tass. Quela sera le tènebre calea
pianpian su la nostra Valada: prima vizin la Piave e po' sempre pì su verso le zime de le montagne e i camin de
le case i fumea par via de i foghi che ardea sui larin: partut al era gran silenzio e la gente impizea i ciari par ve-
derghe a magnar la zena. lntant al tass se partia da la so abitazion che, a quel che disea i vèci, la era sora al Col
del Vent, entro in medo an bosch in te na tana ben scondesta, sito che se ciamea "Le Tane dei Tass" e che pochi
i era andati vizin. Adasio, senza far al minimo rumor, al caminèa in presa do par i troi svierti co l'intenzion de an-
dar sui camp de sorgo a magnar panoce. Al stesso temp che al tass partia da la so tana, Toni Bote asèa la soa,
co la ronca picada drio al cul, la nostra tromba a tracola, i fulminanti in scarsela e an baston gross e mal zarpì in
man; sui piè al portèa an per de galoze ferade e su la testa na bareta de lana. Drioghe vegnia la so femena, Gio-
vana, co an fazolet negro su la testa e an siall intorn al coll: su na man la tegnia an feral impizà e su l'altra, ar-
quante scatole de lata vode e intant che la caminea la disèa orazion a voze alta, finchè al signor al li protegese
dai pericoli e tornar a casa sani. Caminando dò par medo al paese, sul codolà de le strade strete, i fèa bacan e
ogni tant qualche scintila causada da l'urto dei fer de le galoze contra i sass del codolà la corèa come an fulmine.
23 RACCONTO

Qualchedun che li a incontradi, conzadi a quel modo, i a fin ciapà paura parchè i credèa de aver de fronte fanta-
smi o guerieri. Noi erion diversi in Piandeleguna, sentadi sul prà davanti a le casere a ciacolàr e riposar i oss da
le fadighe de la giornada. Tut atorno era silenzio e quiete e sol che i grili e i osei cantea beati. Al posto de al sol
calt del dì se avea adess la fresca arieta de la sera e al scur de la nott ne invidea pian pian a andar a dormir. A
l'improviso an forte son de tromba ne fa restar tuti senza parole e, in medo al silenzio de la nott, l'èco manda sto
son da na croda a l'altra: subito noi tosatt coron sul Col a vardar dò al paese e danovo senton la tromba sonar
ancora pì forte; dopo pochi secondi, an gran fogo co alte fiame se leva dal camp de Toni Bote, entro a la Cesa.
Avion pena scambià do parole che ne riva su le rece an gran strèpito de scatole strassinade sui sass e spaven-
tosi colpi de martell su dele lamière picade a an susinèr.
Nessun à mai savest quanta paura che a ciapà i animai che vivea in tei dintorni causa ste brute robe: fursi qual-
chedun de quei pì veci se recordea de aver proà qualcossa de simile durante la prima guera mondial, quande
che su quei posti là, a combatest par pì de an ano Taliani contra Todeschi, usando tute le armi che i podea aver
a disposizion. Anca staolta se tratèa de guera ma no pì tra Taliani e Todeschi, siben tra Toni Bote e al Tas. Dopo
poc temp tuti son andadi a dormir entro le casere e mi me son subito indormenzà par sveiarme a la mattna drio
come che fa tuti i boce de sto mondo; quei pì anziani, inveze, che i a al sono lidièr, i a sentist ogni tant sonar la
tromba fin quando al scominzièa a vegnir ciàro. Al tass se sarà zerto spaventà anca el causa sti strepiti e, dopo
aver spetà an poch par vèder se tut tornèa normal, al sarà andat a zercarse da magnar in altri posti. Anca le sere
drìo se ripete le stesse robe cossì al tass no a pì magnà panoce sui camp de sorgo e quei del paese era tuti con-
tenti. La domenega da sera an poch parchè al avea bevest qualche goto de vin a l'ostaria, an poch par la stra-
cheza de le not passade senza dormir, Toni Bote inveze de partir par al fronte, al se a indormenzà; sentà vizin al
fogo del larin e cossì al e restà fin ala matina drìo. Pena che al se sveia al cor subito entro a la Cesa a veder se
al tass avea fat malani ma anca lù, come tuti i cristiani de sto mondo, al sa che la domenega e dì de festa e quin-
di de laoro no se parla. Al luni, dopo medodì, Toni Bote riva in piandeleguna e al porta la bona nova che al tass
no va pi a magnar panoce sui camp causa la gran paura che al a ciapà ste nott passade. Vitorio Puperi che lo a
vist a rivar par primo, no lo conossea gnanca pì dato che a forza de sonar la tromba (che la era senza bochin) al
se avea sgionfà la testa e taià tuti i làori; par depì al sentia an forte busnament entro le rece. Però, al fato de aver
salvà le panoce del paese ghe fea soportar sti malani senza lementarse. Tuti ghe fea i complimenti parche al
avea catà al modo de difender al nostro racolt dale robuste ganasse del nemico comune. Al mercol drìo riva su
ale casere la Nana de Piero e la porta la bruta nova che la nott prima al tass avea fatt tanti dani sul camp de Ta-
no de la Ana e su quel de la Madalena de Nane. I presenti resta tant stufi a sentir ste nove parche i pensa che si
la continua in sto modo la sarà ben magra l'invern che gnen. Puntual come sempre, anca quel ano, e rivà l'in-
vern: la neve avea inbianca tuta la nostra valada e, in zerte ore del dì, la Piave fumèa da quant frett che l'era. T'ut
era silenzio intorno ale case e i osei no era pi festosi come tei mesi de istà mentre i altri animai salvareghi se lon-
tanea sol che par nezesità dale so tane. Par noi tosatt, inveze, che no avion a preocuparse par al magnar, l'era
na gran festa corer su la neve co la mussa, i piè sempre bagnadi e violacei dale buanze e sovente co toss e re-
fredor. I òmi che i passea tante ore te la stala al calt a far derle, musse par menar a casa fen e legne dala monta-
gna e le altre impreste che era possibile costruir in casa, i era gnisti ala conclusion che se poderèe ciapàr al tass
copandolo col fusil: se tratea sol de catàr la parsona adata a la bisogna. Angelo Jardo, da doven, era statt an
brao cazador, da la mira giusta, ma adess al era vecio co pì de otanta ani su le spale. E si la vista la era ancora
perfeta, la man la tremèa an poch. Rinaldo de la pora Nana anca era bon da tirar col s-ciopp ma essendo orbo
an ocio, al era manco preciso; in ogni caso al se inpegna de andar asieme a Angelo Jardo e quest'ultimo acèta a
pato che ghe sia portà sul posto una cargega par sentarse e do fassine de legne par puiar sora la cana del fusil.
Come posto de batàlia i sielde la crosera de La Cal parche se savea che al era an passaio quasi obligà par al
tass. Passa setimane e mesi e finalmente vien al momento de riprender la guera. Cossì, intant che al tass, stan-
do te la so tana pròa i dent par segurarse che i sia ben inpiantadi te le ganasse, Angelo Jardo e Rinaldo dela po-
ra Nana lustrea le cane dei fusil e parecèa le cartuce coi balin grosi in atesa che al nemico scominziese danovo
le ostilità. Finalmente an luni da nott al tass visita al carnp de sorgo de Primo dela Biciona che al se trova vizin a
Santantoni. La sera drio, verso l'inbrunir, la compagnia, armada de tutt al ocorente, va in prima linia, pronta a far
fogo. Fermi come statue e senza parlar, i passa tre nott intiere, sempre col fusil puntà verso la montagna. Duran-
te la terza nott al tass fa naltra strada e al va a magnar panoce sul camp de Piero de Vicenso. De fronte a stà
sorpresa la compagnia armada no sa pì se star là o andar da naltra parte; i decide, infine, de restar a La Cal. La
nott seguente, verso le dòi, se sent tre colpi de fusil, uno drìo l'altro e tuta la popolazion del paese se sveia ime-
diatamente: urli e strepiti de esultanza de quei de La Cal riva entro le rece de tuti quanti. Mi e altri boce de la me
età, in pochi minuti rivon sul posto. Doi de sti colpi de fusil i avea ciapà in pien al tass che al era subito stramazà
a tera mort sul colpo. Poro tass, a vardarlo adess che al e mort nol ne fa paura pì gnanca a noi tosatt; pitost al fa
fin pecà si se pensa che anca el, come tanti cristiani, al e mort intant che al ndea a procurarse an bocon da ma-
gnar. Toni Bote avea fin le lagreme ai oci dala contenteza e, dopo che tuti quei del paese era vegnisti a vederlo,
al se trà al tass sule spale e al se lo porta a casa. E quel'anno là al e statt bon par le panoce e la zente era tant
contenta.
Tanti anni e pasadi da alora e tante cose cambiade anca a Santa Maria. Adess gnessun va pì ala Piave a. tor
aqua coi seci parche ogni casa a na fontana. Gnessun va pì a conprar petrolio par al feral o ojo par la luse dal
momento che tuti usa lanpe eletriche. E gnanca gnessun se da pì pensier par al magnar chè al par che ghen sia
senpre in abondanza par tuti. Ma la zente che a vivest in quei anni e è ancora viva adess, se penserà fursi anco-
ra, quant dura che era la vita alora e ghe pararà fin inposibel che se pose procurarse da viver co si poca fadiga.
E son segur che tuti recorderà la contenteza de quela nott che al tass e stat copà. Pì de un però se domandarà
ancora adess si nol sia stat an miracol che Angelo Jardo sia reussi a copàr al tass quela nott la co la man che
ghe tremea e col gran scur che al era.
Torino 12 novembre 1971 Olivo Andreazza
24 ATTUALITÀ

Dichiarazione 730/2019: ecco come accedere


Il modello di dichiarazione 730/2019 precompilato verrà messo a disposizione del contribuente, a partire dal 15 aprile
2019, in un’apposita sezione del sito internet dell’Agenzia delle entrate. Per accedere a questa sezione del portale è
necessario essere in possesso del Codice PIN oppure utilizzando: un’identità SPID – Sistema pubblico d’identità digi-
tale;le credenziali dispositive rilasciate dall’Inps, la Carta Nazionale dei Servizi. Come per le dichiarazioni degli
anni scorsi, nella sezione del sito internet dedicata al 730 precompilato è possibile visualizzare:
 il modello 730 precompilato;
 un prospetto con l’indicazione sintetica dei redditi e delle spese presenti nel 730 precompilato e delle
principali fonti utilizzate per l’elaborazione della Se le informazioni in possesso dell’Agenzia delle entrate risulta-
no incomplete, queste non vengono inserite direttamente nella dichiarazione ma sono esposte nell’apposito
prospetto per consentire al contribuente di verificarle ed eventualmente indicarle nel 730 precompilato.
diminuiscono nel corso degli anni);
 l’esito della liquidazione: il rimborso che sarà erogato dal sostituto d’imposta e/o le somme che saranno trat-
tenute in busta paga. L’esito della liquidazione non è disponibile se manca un elemento essenziale, il modello
730-3 con il dettaglio dei risultati della liquidazione.
In caso di accesso tramite intermediari abilitati il contribuente deve consegnare al sostituto o all’intermediario
un’apposita delega.
Modello 730/2019: new entry gli incentivi per assicurazioni e trasporto pubblico – Entrano nel 730 alcune novità,
dalle detrazioni d’imposta delle spese per l’abbonamento al trasposto pubblico a quelle per le assicurazioni contro gli
eventi calamitosi stipulati per unità immobiliari a uso abitativo. Inoltre, trovano spazio le nuove riduzioni d’imposta per
gli strumenti e gli ausili in caso di disturbi dell’apprendimento, per la sistemazione a verde di aree private e per gli in-
terventi su parti comuni condominiali volti sia al risparmio energetico sia alla riduzione del rischio sismico. L’Agenzia ri-
corda che per fruire delle agevolazioni previste per il recupero del patrimonio edilizio che comportano un risparmio
energetico è necessario comunicare all’Enea le informazioni sui lavori effettuati, analogamente a quanto già previsto
per le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus). Fonte Agenzia delle
Entrate
LIBRI

C’è sempre per ognuno una montagna


"Sono in piedi nel sole e nel cielo e il vento mi urta, mi piega, mi squassa. È la
mia vetta. I giganti delle Alpi, lontani, appaiono piccoli. In valle i dorsi squamosi
del ghiacciaio rigano di bianco sporco il rosso delle rocce e il verde cupo delle
abetaie. Quassù i colori sono forti, intensi, senza mezze tinte. La neve abbaglia,
le sensazioni aggrediscono con forza estrema. È un mondo che ti può lacerare
l’animo se non sei più forte di tutto, perfino di te stesso".
Pagine 160 - Formato 12,5x19 cm - Prezzo 15,00 euro - ISBN 978-88-6549-274-
1 - Collana I maestri muti
C’è sempre per ognuno una montagna, uscito per la prima volta nel 1969 da Ta-
mari, è un classico della letteratura d’altura.
Nuova prefazione di Michele Comi, guida alpina e ideatore, assieme a Nicolò
Berzi, del più importante meeting di bouldering mondiale: Il Melloblocco.
Nel 1945 Giancarlo Bregani, nato alpinisticamente in Valtellina, al cospetto
dell’imponente Gruppo del Bernina, era poco più che un ragazzo appena uscito
dagli anni oscuri della guerra. Un giorno di agosto, a quindici anni, si lasciò tenta-
re da un paio di vecchie scarpe chiodate e da un sentiero ritto nel folto di un bo-
sco, per raggiungere “quel mondo irto di luci e di forme, profondo di suoni ine-
spressi, enorme per masse e per spirito”. Era la Montagna che gli si presentava.
Fu l'inizio di un amore e di una passione che non l’avrebbero più lasciato. Nel li-
bro racconta dei suoi inizi, delle prime, semplici vie ma anche delle “prime” asso-
lute degne di ogni attenzione. Storie profonde, talvolta drammatiche, che conce-
dono molto alle emozioni, che parlano di paure e di soddisfazioni, di fulmini e di
compagni di cordata, e di tutto quello che di bello la vita di montagna può regalare. Compreso il “canto corale”, del qua-
le Bregani è stato riconosciuto studioso, interprete e ambasciatore nel mondo.
GIANCARLO BREGANI (1930-1987) è stato alpinista, scrittore, documentarista, compositore e musicologo; ha dedi-
cato la sua vita alla montagna, celebrandola attraverso la sua profonda sensibilità artistica. Accademico del Gruppo
Italiano Scrittori di Montagna, Direttore del Coro Cortina dal 1967 al 1987, lascia il suo testamento spirituale in “Voci di
cristallo” (1987), pregevole saggio storico e critico sul canto corale a ispirazione popolare, pubblicato postumo. I suoi
lungometraggi “Rapsodia su temi dolomitici” (1969) e “Anatomia di una scalata” (1962) hanno ottenuto premi nazionali
e internazionali.

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POTATURA E INNESTO
DEL CASTAGNO
con FULVIO VIESI
Vice Presidente Associazione Nazionale Città del Castagno
Presidente Associazione Tutela Marroni di Castione (TN )

DOMENICA 14 APRILE 2019


dalle 14:00 alle 18:00
Prove pratiche in castagneto a
Alano di Piave e Valdobbiadene
Iscrizione entro lunedì 6 aprile
INFO e iscrizioni Alda 340 8904819
  www.associazionearianova.it
26 COME ERAVAMO

Quero, la classe del 1899


segnalazione di Mauro Uttone
Il nostro lettore ci offre la possibilità di pubblicare questa bella foto che ritrae i “ragazzi del ‘99” in occasione della foto
per la festa di classe. Il terzo seduto, da sinistra, è quel Silvio Uttone di cui abbiamo pubblicato la cartolina nei numeri
scorsi, riemersa sui banchi di un mercatino di cose usate. Anche questa foto è stata recuperata da Mauro mettendo
ordine fra le carte di casa, talvolta miniera di notizie e immagini che non aspettano altro che essere riportate alla luce
dei nostri ricordi. Siamo certi che fra i nostri abbonati ci sarà chi riconosce altre persone qui raffigurate.

ATTUALITÀ
27 ATTUALITÀ

COME STANNO I TUOI RENI?


E’ con questa semplice domanda che l’AIDO
provinciale ha partecipato, come ogni anno, al-
la Giornata mondiale del rene il 14 marzo scor-
so. La prevenzione è scesa in piazza con medi-
ci e infermieri esperti in Nefrologia e Dialisi per
incontrare e informare i cittadini, grazie anche al
supporto delle unità di Belluno e Feltre della
Croce Rossa. E’ stato possibile, per oltre 140
persone, confrontarsi con gli specialisti per co-
noscere i segni delle malattie renali, misurare la
pressione arteriosa, eseguire un esame gratuito
delle urine, ricevere informazioni preziose. Sul
territorio erano presenti alle manifestazioni la
dott.ssa De Silvestro e il dott. Nachtigal della
ASL locale per sensibilizzare i cittadini circa la
prevenzione alle malattie renali, supportati dai
volontari dell’AIDO su un atto di grande civiltà:
la donazione degli organi!
Spesso non ci si accorge dell’insorgere della
patologia renale, perché non ha sintomi impor-
tanti. Addirittura un italiano su dieci potrebbe
avere una compromissione di grado medio della
funzione renale e addirittura il 3 per cento di li-
vello medio-avanzato. La malattia renale croni-
ca è una patologia in costante crescita ed è or-
mai un problema clinico, sociale e anche eco-
nomico importante. È realistica la stima che nel-
la popolazione adulta in Italia il 10-12 per cento
della popolazione abbia un iniziale danno rena-
le, ma il problema rimane ancora poco cono-
sciuto e sottovalutato perché spesso clinica-
mente senza sintomi, almeno nei primi stadi
della malattia. Con esami semplici e poco co-
stosi, come quelli del sangue e delle urine e tal-
volta con un’ecografia renale, è possibile accer-
tare la presenza di una malattia renale.

Se dieci anni
vi sembran pochi…
180 e più numeri archiviati in internet
(M.M.) Era metà marzo del 2009 quando abbiamo co-
minciato ad inserire online i numeri del nostro quindici-
nale. Da allora sono passati dieci anni e sono più di 180
i numeri liberamente consultabili (con un po’ di ritardo
rispetto agli abbonati) da chi accede alla rete e vuol
avere notizie della vita che si svolge nella conca del
Basso Feltrino. Messi così, tutti in fila, i numeri della ri-
vista rendono maggiormente conto dell’impegno profuso
nella realizzazione del nostro periodico, dalla copertina
all’interno. In rete si trovano dieci anni, un quarto della
vita del quindicinale che viaggia verso il 41° anno di
pubblicazione. Un’avventura editoriale che continua e
che si rinnova diciotto volte all’anno per fornire notizie,
spunti di dibattito, approfondimenti sui più vari argomen-
ti che interessano la nostra comunità. Grazie a coloro
che ci seguono e a coloro che ci sostengono nel prose-
guimento di questo cammino.
https://www.scribd.com/liberfree
28 ATTUALITÀ

“A-Change”
A Feltre il primo festival nazionale delle buone pratiche
Replicare il grande riconoscimento di pubblico del Jazzit Fest, tenutosi a Feltre nel giugno del
2017, e la notevole risonanza in ambito nazionale dell’evento, la sua autosostenibilità
economica e, soprattutto, l'alto grado di coinvolgimento di ampi settori della cittadinanza, dai
singoli cittadini, alle associazioni, alle attività commerciali.
E’ partendo da questo presupposto che l’amministrazione feltrina ha deciso di dare continuità
a quell’esperienza realizzando in città, su proposta e iniziativa dello stesso promotore del
Jazz.it, Luciano Vanni, il primo Festival nazionale delle buone pratiche. “A-change”, si terrà
a Feltre nel primo week end di ottobre e sarà occasione di confronto su scala nazionale di
buone pratiche civiche e amministrative:
amministrazioni, imprese, cooperative,
associazioni porteranno “in mostra” le
loro esperienze per farne terra di
confronto e di scambio con tutti gli altri
partecipanti nel corso di incontri,
convegni, serate di musica, proiezioni di
film a tema, feste e dibattiti. “La prima
edizione del Festival nazionale delle
buone pratiche - annuncia il sindaco di
Feltre Paolo Perenzin - vivrà sul tema
“patrimonio e comunità”, ovvero quale
significato dare e come interpretare in
concreto il concetto di patrimonio da parte delle comunità locali e dei cittadini che le compongono. Un argomento,
continua Perenzin, che vedrà Feltre ancora una volta protagonista nella promozione di esperienze civiche e polo di
attrazione delle persone attorno ad un tema come quello delle buone pratiche e della sostenibilità, strategico per il
futuro non soltanto del nostro Paese. L’esperienza del Jazzit ha già messo in luce una serie di aspetti di innovazione
sociale e culturale, fra i quali - tra l’altro - la capacità di ospitare nelle case private gli oltre quattrocento artisti
provenienti da tutta Italia e dall'estero, contribuendo a creare nelle splendide giornate del festival una comunità fra i
cittadini e gli artisti ambientali e sociali, della cultura, dell'associazionismo, della valorizzazione dei beni comuni, della
partecipazione”, sottolinea ancora Perenzin.
“Ciliegina sulla torta”, la prima edizione del Festival delle buone pratiche sarà l'occasione per stringere un
legame di amicizia e reciprocità con la città di Pompei, uno dei monumenti mondiali per il suo straordinario
patrimonio archeologico, che negli ultimi anni sta ripensando radicalmente il modo di valorizzarlo a partire dal
coinvolgimento diretto della comunità e che, nel giugno del 2019, ospiterà l'edizione annuale del Jazzit fest.
“A-Change: il festival delle buone pratiche sarà una grande opportunità per Feltre e per noi tutti di vivere un'esperienza
ricca e coinvolgente nel confronto con realtà italiane ed europee che hanno
fatto della "buona pratica" un modello di vita, con la partecipazione di
ricercatori, accademici, artisti, intellettuali, giornalisti e persone della cultura e
dello spettacolo che nella loro esistenza credono in proposte di processo
virtuoso e partecipato di sviluppo sociale, culturale ed economico”, commenta
Luciano Vanni, referente del comitato civico “Civitates Feltre” e promotore
dell’iniziativa. “Il festival non sarà però un’oasi nel deserto; mensilmente vi
saranno a Feltre degli appuntamenti di confronto e approfondimento con
la cittadinanza su alcune parole/chiave inerenti le buone pratiche, attorno alle quali coinvolgeremo non solo gli adulti,
ma anche, come partecipanti attivi, i ragazzi delle scuole”, conclude Vanni.

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