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Quindicinale Anno XXXV

02.10.2013
Numero

620
periodico di attualit dei comuni di alano di piave, quero, vas, segusino

La tragedia del Vajont raccontata da Tina Merlin - pag. 1/6 Fusione dei Comuni: appello al voto - pag. 7 3 Giro delle Fontane: la carica dei... 760 - pag. 8/10 La 109a Antica Fiera Franca del Rosario a Segusino - pag. 11 Cronache dalla Russia - pag. 14/15
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Chiuso in redazione il 23.09.2013

Tassa pagata/Taxe Perue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL

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50 anniversario: 9 ottobre 1963 9 ottobre 2013

per non dimenticare

La tragedia del Vajont raccontata da Tina Merlin


a cura di Silvio Forcellini
Non so come, fra altri trent'anni, si racconter la storia dell'olocausto del Vajont, ma so che se qualcuno lo far, sar anche grazie a Tina Merlin. Le storie non esistono se non c' qualcuno che le racconta. Marco Paolini (frase tratta dalla presentazione del libro di Tina Merlin Sulla pelle viva, ed.1997) Tina Merlin (19 agosto 1926 - 22 dicembre 1991) la giornalista dellUnit, nativa di Trichiana, che denunci per prima la minaccia costituita dalla costruzione della diga della SADE (i primi articoli risalgono addirittura al 1959) e che per questo fu incriminata, processata e poi assolta dallaccusa di diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare lordine pubblico (Magari fossi riuscita a turbare lordine pubblico, scrisse amaramente sul suo giornale il 13 ottobre 1963, pochi giorni dopo la catastrofe che cost la vita a 1.910 persone). Nel 50 anniversario dellolocausto del Vajont (come fu chiamato dalla stessa Merlin) pubblichiamo di seguito un suo articolo del 28 dicembre 1963 in cui rievoca la storia di una lunga battaglia (sua e dei montanari che abitavano i luoghi interessati dalla costruzione della diga) e quella delle criminose omert che condussero alla tragedia.

Nelle due foto: Longarone prima e dopo la tragedia del 9 ottobre 1963 I MORTI DEL BASSO FELTRINO Tra le vittime della tragedia del Vajont ce ne furono anche sei originarie dei nostri tre comuni del Basso Feltrino: Giovanni Mozzelin (1934-1963) di Alano; Vittorio Zatta (1917-1963) di Fener; Agostino Mazzocco (19191963) di Quero; Ines Rizzotto (1926-1963) di Quero; Enrico Rizzotto (1912-1963) di Quero; Floriano Solagna (1902-1963) di Marziai di Vas. In precedenza, durante i lavori di costruzione della diga, nel 1958 perse la vita anche il querese Gino Mazzocco. Nel 50 anniversario del disastro ci sembrato doveroso ricordarli su queste pagine.

Quando arriv la SADE


di Tina Merlin
Ad Erto, la SADE arriv nel 1956. Praticamente poteva agire come in ogni altro luogo, poich aveva in tasca la concessione di sfruttamento delle acque del Vajont. Aveva, quindi, la pubblica utilit che la proteggeva, che le copriva ogni malversazione. Era un formidabile biglietto da visita, che le serviva da lasciapassare. Ma con i contadini di Erto le cose non erano tanto facili. E un popolo per certi versi primitivo, con punte di arguzia e di sospetto; dal grande, generoso cuore verso gli amici, ma soprattutto libero da ogni costrizione. La saggezza gli deriva, forse, da una lunga tradizione di isolamento come comunit, che conserva gelosamente usi e costumi antichi, di una civilt primitiva, appunto, ma basata sulla giustizia senza cavilli e sulla verit senza veli. Guidava, allora, lamministrazione comunale di Erto, la signora Caterina Filippin, che i suoi compaesani chiamavano familiarmente Cate. In quel periodo essa si batt coraggiosamente alla testa del suo popolo, contro gli espropri, che la SADE voleva risarcire a dieci lire il metro quadro. Parlament con i tecnici arrivati sul posto per le stime; inoltr ricorsi e controricorsi. Riusc, anche, a rialzare le quotazioni che, tuttavia, rimanevano ancora troppo basse. Non era solo il valore reale del terreno che i contadini pretendevano. Su quella terra avevano giocato, erano cresciuti, avevano fatto lamore, erano nati i loro figli. Senza quella terra avrebbero dovuto andarsene dal paese anche i vecchi e le donne, come i pi giovani gi facevano per tradizione secolare,

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per miseria secolare. E dove si trapiantavano con lelemosina elargita dalla SADE? Questo era il punto. Cedere s, ma non prostituirsi. Inoltre, la SADE pretendeva despropriare nuovi terreni, avendo deciso di rialzare ancora di pi il livello dinvaso. La concessione parlava, vero, di una quota massima di 677 metri, ma la societ elettrica, dopo aver fatto i suoi conti, intravide la possibilit di altri grandi guadagni, se avesse ottenuto lautorizzazione a sopraelevare il livello delle acque di altri 45 metri e mezzo, portandole a quota 722,50. Inoltr la domanda in tale senso al ministero dei Lavori Pubblici ed ottenne la nuova autorizzazione, malgrado lopposizione del Comune e dei privati cittadini. Con i proprietari il monopolio non intendeva troppo parlamentare. Aveva le carte scritte in mano e, a tempo debito, le avrebbe fatte valere. Era tanto sicuro di ci che tirava le cose per le lunghe, apposta, per logorare la resistenza dei singoli. Aveva tempo davanti a s. Stava costruendo la diga, per intanto. I contadini avrebbero ceduto quando si fossero trovati davanti al lavoro compiuto; alla grande e maestosa diga che doveva essere lorgoglio di tutti e alla pubblica utilit che ne derivava di invasare la valle. Per intanto non bisognava urtarli pi del necessario. Per mantenere lordine nel paese cerano i carabinieri. Il primo gruppo della Benemerita fu installato ad Erto qualche anno prima che arrivasse sul posto la SADE. Si disse che ce nera bisogno, a causa di risse e di adulteri, cui troppo spesso gli ertani si lasciavano andare. Facevano una netta distinzione tra quello che era di Dio e quello che era di Cesare pur essendo, sostanzialmente, religiosi. Anzi, la vita di Ges aveva tanta attrattiva su di loro, che il venerd santo quelli di Erto mettevano in scena allaperto, tra le vie e sulle colline del paese, una rappresentazione della passione di Cristo, forse tra le pi belle che esistano ancora in Italia. Era, per la verit, di gusto pagano, ma ad essa si preparavano coscienziosamente tutto lanno, parti e costumi, con lorgoglio di far ben figurare il paese di fronte agli spettatori che convenivano ad Erto dalla provincia di Belluno e di Udine e da altre citt del Veneto. Era una cosa loro, non volevano preti. I parroci succedutisi ad Erto avevano cercato molte volte di far smettere la tradizione, per oltraggio alla religione. Non vi erano riusciti. Un brutto giorno la sindachessa cambi parere. Si mise a spargere la voce che, contro la SADE, nessuno la avrebbe spuntata. Tanto valeva cedere, prima che succedesse il peggio. Qualcuno simpaur. Se lo diceva il sindaco che era sempre stato dalla parte dei contadini, voleva dire che ne sapeva qualcosa. Altri non rimasero convinti del nuovo atteggiamento assunto dalla prima cittadina del paese. La SADE, comunque, aveva raggiunto il suo scopo. I cittadini di Erto si trovavano divisi ed era il momento opportuno per approfondire il solco della discordia, per tirarne il proprio tornaconto. Il monopolio elettrico si mosse sul terreno diplomatico, come fosse entro un ministero. Avvicin i dubbiosi e gioc, con loro, al rialzo dei prezzi. Dalla sua aveva gi la sindachessa, che aveva dato lesempio cedendo le terre al monopolio. In capo a qualche mese la SADE aveva portato a termine il disegno che si era prefissa. Si era acquistata, pagando bene, la complicit e lomert di alcuni proprietari che, ora, facevano la propaganda per la societ. La SADE raccolse un magro frutto da questa manovra. I contadini pi deboli e ormai senza una guida, si presentarono spontaneamente al monopolio, che pag la loro terra a 18 lire il metro quadro. Ma la maggioranza si un attorno a un capo, il signor Pietro Carrara, che guidava un comitato di protesta. La voce di questi montanari vessati dalla SADE arriv fin dentro il Senato. Il senatore Giacomo Pellegrini, nel riferire il suo interessamento al comitato di Erto, espresse il convincimento che a Roma la cosa non interessava. Tutto andava come voleva la SADE, che aveva ancora lultima carta nel mazzo da giocare. E la butt sulla tavola vincendo il piatto. Fece sapere a quanti ancora resistevano che dovevano decidersi. O accettare con le buone, oppure sarebbero stati espropriati con la forza e i denari del risarcimento versati in banca a nome del titolare catastale del fondo. Era una operazione che le veniva consentita in virt della concessione che teneva in mano per pubblica utilit. I lavori, nella valle, li doveva fare e lo Stato le dava questa facolt. Era la fine per i montanari di Erto. Resistere ancora voleva dire non vedere forse mai quei pochi denari. I terreni, in moltissimi casi, erano ancora intestati al primitivo proprietario, morto da tanto tempo. Gli eredi erano molti e sparsi un po ovunque, ad Erto e in altre citt italiane e straniere. Per entrarne in possesso, essi avrebbero dovuto fare lunghe pratiche burocratiche e procure notarili. Spendere molti denari. Alcuni cedettero al ricatto. Altri resistettero, ma si trovano ancora oggi con i soldi vincolati in una banca. La SADE aveva ormai mano libera per costruire limpianto. Ai contadini espropriati fu offerto un posto di lavoro sulla grande diga e molti di loro morirono nel corso della sua costruzione. E bene spiegare in che modo la SADE ottenne la concessione per lo sfruttamento delle acque del Vajont. Alla luce della terribile tragedia, il pensiero di come essa riusc ad averla in mano fa semplicemente rabbrividire. Il decreto porta la data dellottobre 1943. LItalia era precipitata nel caos. Non esisteva, praticamente, un governo. A Roma, in quei giorni gli ebrei venivano rastrellati dai tedeschi. Nulla pi era efficiente. Le donne italiane rivestivano di abiti borghesi i soldati fuggiaschi per sottrarli alla cattura. Lunica cosa valida di quei momenti erano i gruppi antifascisti che si andavano organizzando per la lotta partigiana. Eppure, dentro il ministero dei Lavori Pubblici di Roma, la SADE trov o pag un funzionario disposto a mettere un timbro e una firma di un ministro fasullo sotto la concessione. Un documento che nessun governo del dopo guerra contest mai al monopolio elettrico. Mentre il popolo italiano pensava ad organizzarsi e a lottare per la liberazione del

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paese, moriva per i propri ideali di democrazia e di giustizia sociale, la SADE maneggiava nei ministeri, imbrogliando le carte, per non perdere quella che credeva lultima partita. Il Vajont aveva avuto un assurdo inizio prima di avere una tragica fine. La costruzione del lago artificiale e la sopraelevazione delle acque a quota 722,50 creava un altro grosso problema per i valligiani di Erto. Il centro veniva diviso da alcune sue frazioni, situate sul versante sinistro della valle. In quella zona sorgevano tre centri abitati: Pineda, Prada e Lirn. Inoltre molti abitanti di Erto possedevano ancora terreni sul lato opposto del paese e case, dove si trasferivano con il bestiame dalla primavera allautunno. I contadini raggiungevano i due versanti in un batter docchio, attraverso sentieri che percorrevano veloci quanto gli scoiattoli. Erano abituati da sempre a quelle primitive vie di comunicazione. Perci avevano costruito i villaggi dallaltra parte del paese, dove cera lunica buona terra da coltivare. Le donne serano allenate fin da piccole a portare la gerla in spalla carica di fieno, letame e patate. I bambini percorrevano gli stessi sentieri per recarsi alla scuola del paese, anche con la neve. La SADE era tenuta, secondo quanto era scritto nel disciplinare di concessione, a mettere in opera tutte le misure necessarie per garantire il normale bisogno delle popolazioni. Ed esse volevano una passerella che attraversasse la valle. La SADE, in un primo tempo, accett di costruirla. In seguito, probabilmente dopo lautorizzazione a sopraelevare il livello dellacqua, si rifiut. Disse che avrebbe, invece, costruito una strada di circonvallazione, bella e panoramica. Per i contadini la strada significava sette chilometri di percorso per andare e tornare dal paese. A piedi, poich, a quel tempo, nessuno possedeva neppure una motocicletta. Significava fatica e perdita di tempo per le donne che dovevano recarsi al paese per le spese, per i bambini che dovevano andare a scuola. Ed era un grosso inconveniente in caso di urgenti necessit, quali il medico o qualche ammalato grave da trasportare. Per di pi, la strada veniva costruita su un percorso che ad ogni primavera con il disgelo e ad ogni autunno con le piogge, franava. La gente si oppose. Inizi la seconda ondata di proteste anti-SADE. La societ elettrica corse ai ripari. Cap che con i contadini di Erto bisognava mettere nero su bianco per convincerli. E il nero che stava scritto sulle sue carte ufficiali parlava chiaro in favore dei contadini. Bisognava, allora, modificare le carte. La sua mano era abbastanza lunga per arrivare dappertutto. Un giorno si present ad Erto con un nuovo disciplinare di concessione, con il quale il ministro competente la esonerava dal costruire il ponte perch la natura del terreno non reggeva allopera. Il terreno di Erto era tutto della stessa natura. Secondo le carte dei ministeri e della SADE il ponte non si poteva costruire perch era pericoloso, ma la diga e il bacino, invece, si potevano fare. I contadini ricorsero contro il nuovo disciplinare. Nessuno li ascolt. La SADE, intanto, segn il tracciato della strada e cominci a costruirla. Man mano che i lavori avanzavano espropriava i contadini, senza nemmeno chiedere il loro permesso. Passava sui loro terreni, rovinandoli; davanti alle loro case; sui loro cortili. Pubblica utilit, diceva. Gli ertani, umiliati e inferociti, protestarono giustamente, verso autorit locali, provinciali e nazionali, il loro diritto ad essere trattati almeno umanamente. Le loro proteste suonarono sempre a vuoto. Ci fu una persona, per la verit, che ritenne giuste le proteste dei contadini. Fu lingegner Desidera, allora ingegnere capo del Genio Civile di Belluno. Questi, di sua iniziativa, fece fermare i lavori della strada. Il giorno dopo questa sua presa di posizione venne trasferito da Belluno. Una mattina, un contadino, esasperato, affront i tecnici della SADE brandendo unaccetta. Se fate ancora un passo sul mio, vi ammazzo tutti, grid. I carabinieri lo andarono a prelevare e lo denunciarono per minaccia a mano armata. Cosa dovevano fare gli ertani di fronte alla prepotenza legalizzata, di fronte a una societ privata che dettava legge, di fronte a uno Stato che proteggeva i forti contro i deboli? Pensarono di costituire un consorzio di capi famiglia, che avesse veste giuridica per affrontare i potenti. Indissero una pubblica assemblea, che si tenne una domenica mattina, con il vento che spazzava via lultima neve. Invitarono, per loccasione, i parlamentari della circoscrizione, di ogni partito. Tranne lon. Giorgio Bettiol di Belluno, nessuno si fece vivo. La riunione ebbe luogo il 3 maggio 1959 nella rustica sala da ballo dellENAL, alla presenza del notaio dott. Adolfo Soccal di Belluno, che redasse latto costitutivo e legalizz le firme dei 136 capi famiglia, che sottoscrissero il documento. La riunione fu molto pi numerosa. Intere famiglie si recarono sul luogo dellassemblea, anche molte donne con i bambini, che nel corso della prima messa domenicale avevano sentito le parole di esortazione del parroco don Doro, affinch tutti aderissero alliniziativa sacrosanta. Quella mattina successe un fatto che turb un poco i presenti. Un imponente vecchio, Giovanni Martinelli, era giunto da oltre la valle con due cartelli. Abbasso la SADE e Abbasso il governo, cera scritto. Aveva ragione da vendere, visti i precedenti. I carabinieri si indispettirono e gli ordinarono di depositarli in un angolo. Lui si rifiut fieramente. I carabinieri glieli strapparono con la forza, malgrado che egli tentasse di trattenerli. Se non li molla la denuncio per resistenza a pubblico ufficiale, scand luomo in divisa. Giovanni Martinelli aveva fatto la guerra del 15-18; aveva aiutato i partigiani nellultima guerra; aveva avuto la casa bruciata dai tedeschi e, dal governo, non aveva ricevuto una lira per i danni subiti. Era uno dei pi energici nelle proteste; uno dei pi sicuri che la montagna dovesse franare e provocare una tragedia. Quella terribile notte del Va-

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jont, lacqua gli avrebbe portato via un figlio di 23 anni. Lassemblea si svolse con ordine, ma in un clima di ribellione che ognuno covava dentro il petto da tempo. Una vecchia disse: Se i ladri vengono a rubare in casa mio, io ho ben il diritto di prendere il fucile e difendermi. A presidente del consorzio fu eletta la signora Lina Carrara, moglie di quel Pietro Carrara, che fu uno dei primi animatori delle proteste anti-SADE. Egli, dopo lesproprio dei terreni, era stato costretto ad accettare lavoro dalla societ elettrica. Mor in un infortunio occorsogli durante la costruzione della diga. Sua moglie, insegnante elementare a Pordenone, accett subito lincarico degli ertani, in nome di una solidariet umana che non si sentiva di tradire, verso i compaesani di suo marito, che avevano offerto il proprio sangue numerosi allepoca dellinfortunio, nel generoso tentativo di salvarlo. Molti ertani parlarono quel giorno. Degli espropri, della strada e del costruendo bacino. Qualche mese prima, nel vicino lago artificiale di Forno di Zoldo, era franato un pezzo di montagna. Anche ad Erto il terreno era di natura franosa, in pendenza dal 40 al 70%. Il paese era addirittura costruito su terra di riporto alluvionale. I contadini portavano lesempio di Forno di Zoldo e di Vallesella di Cadore. In ambedue i casi lacqua dei laghi artificiali, col suo continuo movimento ondoso, aveva mangiato il terreno di natura franosa e provocato disastri. A Vallesella tutte le case si erano spaccate. Gli ertani manifestarono la loro apprensione e si proposero di condurre avanti una lotta organizzata per la difesa e la rinascita della valle ertana. Questa fu, appunto, la denominazione data al consorzio. Una giornalista dellUnit, presente allassemblea, rifer sul suo giornale la cronaca dellavvenimento, registrando le impressioni della popolazione di Erto in merito allinvaso. Fu denunciata allautorit giudiziaria, dal brigadiere dei carabinieri Battistini, per notizie false e tendenziose atte a turbare lordine pubblico. La denuncia aveva il chiaro scopo di intimorire gli ertani; di stroncare la loro resistenza. Ottenne il risultato opposto, poich molti contadini si offersero di andare a testimoniare al processo. Tra la denuncia e la celebrazione del processo pass un anno. Nel frattempo, precisamente il 6 novembre 1960, dal monte Toc franarono alcune centinaia di metri cubi di materiale. Un appezzamento di bosco, della lunghezza di duecento metri, sprofond nel lago. Londata che si sollev fu abbastanza grande, ma non fece vittime, essendo il livello dellacqua alquanto basso. Il franamento spazz via numerose case che erano state espropriate per linvaso e provoc larghe fenditure in tutta la zona del Toc. Chi non aveva ancora creduto al pericolo si rese conto che il paese era destinato alla rovina. Il 30 novembre 1960 si celebr il processo a carico dellUnit. I giudici di Milano ascoltarono con interesse la deposizione della giornalista e quella dei montanari di Erto. Esaminarono attentamente le fotografie che riproducevano la zona. Si informarono minuziosamente della situazione di Erto e Casso, facendo un po di confusione nel pronunciare i due strambi nomi. Gli ertani si appellarono ai giudici con foga contadina, affinch la loro sentenza fosse un allarme che destasse lattenzione delle autorit sulla sorte della zona. I giudici, alfine, si ritirarono. Rimasero pochissimo in camera di consiglio. Quando ritornarono in aula lessero una sentenza di piena assoluzione, ritenendo che, nellarticolo incriminato, nulla vi era di falso, di esagerato o di tendenzioso. Ma neppure lautorevole sentenza di un tribunale indusse la pubblica autorit ad intervenire indifesa delle popolazioni minacciate. Il consorzio di Erto intensific la lotta, interessando della sicurezza delle popolazioni prefetti, uffici del Genio Civile, la SADE, la Provincia, il Parlamento. Il consiglio provinciale vot allunanimit un ordine del giorno in data 13 febbraio 1961 sulla situazione di pericolo del Vajont, che fu personalmente recato a Roma da una delegazione dello stesso consiglio, guidata dal presidente dott. Alessandro da Borso. Di ritorno da Roma, nel riferire al consiglio sullesito della missione, egli espresse il suo sconforto dichiarando: la SADE uno Stato nello Stato. La solita giornalista dellUnit scrisse un altro articolo, in data 21 febbraio 1961, denunciando un pericolo che avrebbe potuto divenire tragedia. In esso, tra laltro, diceva: Una enorme massa di 50 milioni di metri cubi di materiale, tutta una montagna sul versante sinistro del lago artificiale, sta franando. Non si pu sapere se il cedimento sar lento o se avverr con terribile schianto. In questo ultimo caso non si possono prevedere le conseguenze. Pu darsi che la famosa diga tecnicamente tanto decantata, e a ragione, resista. Se si verificasse il contrario e quando il lago fosse pieno, sarebbe un immane disastro per lo stesso paese di Longarone adagiato in fondovalle. Qualcuno si domander: ma la SADE sapeva, era al corrente della situazione di pericolo nel Vajont? La risposta : s, la SADE sapeva perfettamente, ma aveva tutto linteresse a non renderlo pubblico, in vista della nazionalizzazione. Limpianto doveva passare allo Stato in piena efficienza, affinch venisse ripagato per intero, dopo che era gi stato sovvenzionato nel corso della sua costruzione con altissime percentuali sulla spesa totale, dal 60 all80%. Tuttavia, in segreto, la SADE fece i suoi esperimenti. Incaric lIstituto di idraulica dellUniversit di Padova, di cui era ed titolare il prof. Ghetti, di effettuare una prova su modello per misurare, su scala ridotta, gli effetti della caduta del Toc e della tracimazione delle acque del lago oltre la diga. Lesperimento venne fatto a Nove di Fadalto. Diede risultati sconcertanti, che furono tenuti segreti. In base alla prova effettuata, lacqua sarebbe tracimata in misura di 2-3 milioni di metri cubi e il Toc avrebbe franato di 50 milioni di metri cubi di materiale. La notte del 9 ottobre fran per 200 milioni di metri cubi di materiale e tracim 60 milioni di metri cubi dacqua. Lesperimento, condotto con dovizia di mezzi e da tecnici altamente qualificati, si dimo-

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str errato. Ma anche se lacqua del Vajont fosse precipitata nella misura calcolata sullabitato posto sotto la diga, dove si trovava anche la cartiera di Verona, sarebbero morte due o trecento persone, nella migliore delle ipotesi. Per la SADE il problema era quello di poter continuare ad utilizzare il bacino, di non interrompere la produzione, quando la montagna sarebbe caduta. Linvaso del Vajont era il pi importante invaso dei collegati Boite-Ma-Piave-Vajont. Era un grosso bacino di riserva le cui acque venivano avviate ad alimentare la grossa centrale di Soverzene in tempo di magra del Piave. Era, perci, il pi importante. Interrompere lattivit del bacino, sia pure a causa di una grossa, minacciosa frana in movimento, voleva dire perdere miliardi di guadagno. Ormai il bacino era fatto e bisognava utilizzarlo al massimo. Si doveva andare avanti fin che si poteva. E prevedere il modo di utilizzare le acque anche dopo. Per la SADE il rischio valeva la candela. Il monopolio elettrico chiam dallestero varie commissioni di esperti per studiare il problema. Essi consigliarono di costruire un tunnel di scarico sotterraneo, con sbocchi a monte e a valle della diga, nel caso che la montagna, cadendo, formasse due laghi. Erano gi in grado di prevedere con esattezza come la caduta del Toc sarebbe avvenuta. La SADE li ascolt e costru lopera. Nella primavera del 1963, poco prima del decreto di nazionalizzazione, il lago venne riempito per la prima volta fino a quota 702 metri. Per precauzione ci si tenne al di sotto di 20 metri dal massimo livello consentito. Bisogna dire che la commissione di collaudo nominata dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici non collaud mai limpianto del Vajont. Tra gli stessi componenti esistevano opinioni opposte sulla validit dellopera fin dallautunno 1960, allepoca della caduta della prima frana. Proprio per lesistenza di queste opinioni diverse, la commissione divenne un organismo permanente, con facolt di collaudo in corso dopera. Ci voleva dire provare, tentare e vedere. Fino alla primavera del 1963 si erano fatti soltanto tentativi e prove. Il bacino veniva invasato di pochi metri alla volta e poi svuotato per misurare la stabilit del terreno. Nellestate del 1963 esso appariva colmo dacqua. Ma anche in questa occasione il collaudo non ebbe luogo. Il geologo prof. Penta dissent dagli altri colleghi della commissione, manifestando seri dubbi sulla stabilit futura della zona. Il ministro dei Lavori Pubblici al quale furono presentate le due ipotesi contrarie formulate dai membri della commissione, accolse la pi ottimista. E diede parere favorevole al pieno invaso del bacino senza che questo fosse stato mai collaudato dai tecnici. Dopo qualche mese, la spalla sinistra della diga present qualche difficolt. Forse la pressione dellacqua era troppo forte. Si corse ai ripari, immettendo continuamente iniezioni di cemento nei punti ritenuti pi vulnerabili. Loperazione non risult di grande sollievo. Bisognava ridurre il livello del lago, per salvare la diga. Riducendo lacqua era probabile che cadesse il Toc. La SADE si trov di fronte a un grosso problema tecnico. Venne presa la decisione di abbassare le acque a ritmo lentissimo, tenendo contemporaneamente docchio la montagna. I tecnici incominciarono a svuotare il lago mentre la frana avanzava, ormai, di 40 centimetri il giorno. Pensavano di poter terminare lo svaso entro la fine di novembre. Un mese prima della catastrofe, il vice-sindaco di Erto, Martinelli, scrisse una allarmante lettera allENEL-SADE, alla Prefettura e al Genio Civile di Udine, esprimendo seri dubbi sulla stabilit delle sponde del lago e chiedendo di provvedere a togliere dal Comune di Erto e Casso le cause dello stato di pericolo pubblico prima che succedano, come in altri paesi, danni riparabili e non riparabili; quindi mettere la popolazione di Erto in uno stato di tranquillit e di sicurezza e, solo dopo, rimettere in attivit il bacino di Erto. LENEL-SADE rispondeva dichiarando piuttosto azzardate le previsioni del Comune, e asserendo che labitato non correva assolutamente alcun pericolo. Una settimana prima della tragedia i tecnici in servizio sulla diga manifestano apertamente, ai dirigenti, la loro preoccupazione. Sordi boati e scosse del terreno sono allordine del giorno. I tecnici parlano del pericolo anche con gli amici, tramite il filo del telefono: Qui da un momento allaltro si va tutti in barca; Sto mangiando e la scodella balla. Tre giorni prima del disastro ling. Caruso, dellENEL, viene delegato a seguire in permanenza landamento della frana. Il geometra Ritmajer che era stato trasferito a Venezia viene bloccato sulla diga. Gli operai addetti ai servizi non vogliono pi andare a lavorare. Il vice-sindaco di Longarone, Terenzio Arduini, telefona al Genio Civile di Belluno per essere rassicurato sulle voci di grave pericolo che circola nella zona. Viene rassicurato. Nel pomeriggio del 9, fino alle ultime ore prima della tremenda valanga dacqua, partono per Venezia, sede dellENEL-SADE, drammatiche telefonate dai geometri sulla diga, annunciando limminente pericolo. Mi lasci vedova grida la moglie del geometra Giannelli, inutilmente tentando di convincere il marito a non tornare al suo posto di lavoro. Alle ore 21 si risponde al geometra Ritmajer, che tempesta di telefonate la direzione di Venezia, di dormire con un occhio aperto ma di stare calmo, che a Venezia non si prevede tanto pericolo. Sempre alle 21 si mandano due carabinieri a Longarone nei villaggi sotto la diga per avvertire la popolazione di non allarmarsi se dalla diga uscir un po dacqua. Alla stessa ora ling. Caruso chiede ai carabinieri di far bloccare il traffico sulla statale dAlemagna, senza preoccuparsi che la strada passa proprio in mezzo al centro abitato di Longarone. Nessuno pensa di far evacuare i paesi. Probabilmente ci si fidava fin troppo della prova sul modello effettuata dai grandi professori, equivalente al gioco dei bambini che buttano sassi in un catino dacqua. Alle 10,45 il Toc frana nel lago, sollevando una paurosa ondata dacqua. Questa si alza terribile

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un centinaio di metri sopra la diga, tracima dalla stessa e piomba di schianto sullabitato di Longarone, spazzandolo via dalla faccia della terra. A monte della diga, unaltra ondata impazzisce violenta da un lato allaltro della valle, risucchiando dentro il lago interi villaggi. Oltre 2.500 vittime in tre minuti dapocalisse. Lassassinio compiuto.

Le foto sono state tratte dal sito internet del Comitato Sopravvissuti Vajont (www.sopravvissutivajont.org)

attualit

Fusione dei Comuni: appello al voto


COME SAPETE, il giorno 27.10.2013, siamo chiamati ad esprimere il nostro consenso alla fusione del comune di Quero e del comune di Vas, nel nuovo Comune di Quero Vas. I CONSIGLI COMUNALI hanno infatti deciso di chiedere alla Regione di indire il referendum e alla popolazione di esprimersi su tale proposta. Il quesito referendario che troverete sulla scheda il seguente:
LEI FAVOREVOLE AL PROGETTO DI LEGGE N. 324 RELATIVO ALLA ISTITUZIONE DEL NUOVO COMUNE DI QUERO VAS MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI QUERO E VAS ?

I MOTIVI di tale scelta sono noti: la difficolt economica in cui si trova oggi lItalia, produce conseguenze anche sui Comuni e quindi direttamente anche per noi cittadini; le risorse destinate alle Unioni, delle quali abbiamo beneficiato per oltre 10 anni, sono state per gran parte destinate alle fusioni; la fusione permetter quindi di beneficiare dei trasferimenti statali aggiuntivi per altri 10 anni, stanziati dallo Stato per finanziare i Comuni che provvedono a tale processo; la possibilit di mantenere gli attuali servizi, pu essere garantita solo in questo modo, diversamente sar inevitabile diminuire servizi e ridurre agevolazioni. PER QUESTO che chiediamo a tutti di andare a votare SI alla fusione dei due Comuni, garantendo in tal modo la sopravvivenza delle nostre identit comunali che, in caso contrario, resterebbero prive della capacit di dare risposte concrete alle vostre esigenze.

LE NOSTRE AMMINISTRAZIONI incontreranno i cittadini a Quero e a Vas nelle seguenti giornate: luned 14 ottobre 2013 ore 20.00 a Marziai presso le ex Scuole elementari; marted 15 ottobre 2013 ore 20.00 a Schievenin presso la Casa per Ferie (ex Scuole elementari); mercoled 16 ottobre 2013 ore 20.00 a Caorera presso il Museo del Piave; gioved 17 ottobre 2013 ore 20.00 a Quero presso il Centro Culturale; venerd 18 ottobre 2013 ore 20.00 a Vas presso la Sede Municipale; luned 21 ottobre 2013 ore 20.00 a Carpen presso la Sala delle Associazioni.

IL SINDACO del COMUNE di QUERO Sante CURTO

IL SINDACO del COMUNE di VAS Andrea BIASIOTTO

cronaca

Inaugurata a Pederobba la Trattoria Al Pescatore


di Silvio Forcellini Come preannunciato sullo scorso numero del Tornado, sabato 21 settembre stata inaugurata a Pederobba la Trattoria Al Pescatore. La nuova gestione dello storico locale sito lungo la Feltrina, in via S.Giacomo 13, ora nelle mani capaci di una nostra vecchia conoscenza, lalanese Ravel Almenar Ramirez (nella foto), chef sopraffino. Ravel, in questa sua nuova avventura, si avvarr della preziosa collaborazione del fratello Loris Gregolon e potr contare inoltre sullindubbia esperienza di Toni Gregolon, indimenticabile gestore dellalanese Bar Al Piazzol. La Trattoria Al Pescatore punter soprattutto sulla cucina tipica veneta (con pasta fresca, carne, pesce, selvaggina). Dal luned al venerd previsto - oltre alla possibilit di mangiare alla carta - anche il pranzo a men fisso al prezzo di 11 euro (da non trascurare in questi tempi di crisi). E possibile inoltre prenotare pranzi o cene di carne o di pesce. Questi gli orari di apertura della Trattoria Al Pescatore: luned dalle 6.00 alle 14.00; marted-mercoled-gioved dalle 6.00 alle 20.30; venerd dalle 6.00 alle 23.00; sabato dalle 7.00 alle 23.00; domenica dalle 7.00 alle 14.30. Allamico Ravel, e alla sua famiglia, i pi sinceri auguri di buon lavoro da parte del Tornado.

Il locale ora gestito dallalanese Ravel Almenar Ramirez

cronaca

3 Giro delle Fontane: la carica dei ... 760 !!!


di Silvio Forcellini
Giunto alla sua terza edizione, il Giro delle Fontane di Alano - inserito nel programma della Festa dei Ciodt" organizzata dalla locale Pro Loco - continua a macinare record, a dimostrazione della assoluta bont della iniziativa. Ben 760 (un centinaio in pi rispetto al 2012) sono stati questanno i partecipanti, tra cui molti bambini, che domenica 22 settembre hanno affrontato i due percorsi proposti dagli organizzatori, rispettivamente di 4 e di 12 chilometri, alla scoperta di alcuni angoli suggestivi, quanto sconosciuti ai pi, dei nostro territorio: due splendidi percorsi tra i boschi, i prati, la storia e i racconti ad alta voce alla scoperta delle antiche fontane. Toccate, tra le altre, loc. Calonega, La Pila, San Lorenzo, Corts, La Riva Per i pi intrepidi, inoltre, era prevista anche una deviazione a Cima Zoc (alla Croce di Madal, a circa 1.000 metri di altitudine) guidata da Escursionismo Senza Confini. Molte delle fontane incontrate nel corso della camminata erano state addobbate per loccasione, mentre nei pressi delle stesse erano stati allestiti, dalle varie associazioni coinvolte o dai privati, ricchi rinfreschi. Lungo il percorso, poi, bravissime lettrici (e bravissimi lettori) hanno proposto ai viandanti lilluminante racconto di Jean Giono - ovviamentea puntate - dal titolo Luomo che piantava gli alberi (reperibile integralmente, ad es., sul sito http://www.minerva.unito.it/Home/TestiAutori/Giono/JeanGionoAlberi.htm). Meritano davvero un plauso gli organizzatori della Pro Loco di Alano e del G.S.Alano, che hanno promosso questo bellissimo Giro delle Fontane in collaborazione con le associazioni locali. E merita un plauso, per il gran lavoro svolto, anche lassessore alanese allo sport Angelo Zancaner. Proprio Zancaner ci ha pregato di rivolgere dalle pagine del Tornado il sentito ringraziamento - suo e dellamministrazione comunale che ha patrocinato liniziativa - a quei comitati privati di cittadini che si sono impegnati spontaneamente ad addobbare le fontane e a preparare i rinfreschi per cos tante persone.

cronaca

Foto di Silvio Forcellini

LETTERE AL TORNADO

Fontane in festa ad Alano di Piave


di Tanja Collavo
Per il terzo anno consecutivo, in concomitanza con la Festa dei Ciodet, il Giro delle Fontane ha ravvivato una domenica mattina di settembre ad Alano di Piave. Una vera festa per famiglie, appassionati di Nordic Walking e ragazzi ansiosi di misurarsi con i propri amici in un percorso misto tra sterrato ed asfalto, che sembra mietere ogni anno un successo crescente. Gi di prima mattina la piazza principale del paese era gremita di auto parcheggiate e di gruppi di persone pronte a partire per uno dei due percorsi, di diversa lunghezza e difficolt, realizzati nel verde delle Prealpi bellunesi. Alle 9.20 la partenza della manifestazione per i partecipanti disposti a cimentarsi con il percorso pi lungo, di 12 chilometri, affrontata in totale relax:

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LETTERE AL TORNADO

consapevoli delle difficolt di una marcia svolta in parte su prati, sentieri stretti e scoscesi, letti di torrenti e discese sdrucciolevoli, nessuno se l sentita di stancarsi sin dai primi metri con corse e scatti. Ben diversa invece latmosfera palpabile unora dopo, allavvio del percorso pi breve, di 4 km, destinato prevalentemente a famiglie ed amanti delle tranquille passeggiate domenicali senza troppe pretese o allenamento. L, infatti, erano i ragazzi a far da padroni, ed in molti non hanno lesinato uno scatto entusiasta al via. Nelle ore della manifestazione, lungo le strade di Alano di Piave e delle sue frazioni si incontrava veramente uno spaccato sociale molto variegato: professionisti delle camminate in montagna impegnati in una lotta solitaria contro il cronometro, famiglie con bambini che si fermavano pazienti ed ammirate ad ascoltare le storie e le spiegazioni su natura e fontane e a degustare prodotti tipici della gastronomia locale forniti da volontari in pi punti di entrambi i percorsi, gruppi di amici intenti a chiacchierare o a spronarsi a vicenda, coppie sorridenti in lenta passeggiata ed anziani del posto in lotta contro i limiti della propria et nei percorsi tante volte affrontati nellarco della loro vita. In poche parole quella di domenica 22 settembre stata una mattinata diversa per molti, resa possibile dallimpegno di tanti volontari, che ogni anno mettono a disposizione della comunit tempo ed energie per organizzare una manifestazione adatta a tutti ed importante per ravvivare latmosfera ed i weekend di unaltrimenti tranquilla vallata. Un esempio di quanto di si pu fare, anche con budget ridotti, con un po di buona volont ed entusiasmo e che dovremmo puntare ad applicare il pi possibile in un Paese in crisi, che tanto ha bisogno di occasioni per rilassarsi e stare insieme allinsegna del benessere fisico e morale ed, immancabilmente vista la situazione, del low cost.

Reset 2013, i ringraziamenti di Libero Pensiero


Un resoconto della terza edizione del Reset stato ben fatto dal sempre puntuale Silvio Forcellini che ringraziamo, rimarcando la nostra soddisfazione per unorganizzazione che nonostante le svariate difficolt si rivelata allaltezza della situazione. Vorremo per approfittare della gentile ospitalit del Tornado per ringraziare una volta di pi le numerose persone che hanno collaborato per la buona riuscita del festival e che a diverso titolo ci hanno aiutato e sostenuto. Non faremo una lista di nomi per il timore di dimenticare qualcuno ma, ve lo possiamo assicurare, vi abbiamo tutti presenti. Non possiamo non ringraziare ancora una volta i grandiosi ragazzi dello staff che nei quattro giorni del Reset si sono avvicendati negli stand e nei diversi ambiti organizzativi e le diverse persone che hanno messo a disposizione della festa i propri mezzi, il proprio tempo, risorse e competenze di vario tipo. Grazie di cuore anche agli sponsor, alla pro loco di Fener, alle pro loco di Alano e di Quero, allassociazione Bambabambin, al Punto G di Quero, alle amministrazioni comunali di Alano di Piave e di Quero e allistituto comprensivo di Quero. Un ringraziamento particolare va infine al fantastico pubblico, dai pi piccoli ai pi grandi, che nei giorni del festival hanno pacificamente invaso la splendida cornice del Parco del Piave. Se siamo orgogliosi del Reset anche soprattutto perch ci siete tutti voi a condividerlo con noi. Ancora grazie e appuntamento al prossimo anno con nuove sorprese. Long live to Reset!

Il direttivo dellassociazione Libero Pensiero

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LETTERE AL TORNADO

Segusino presenta: La 109a Antica Fiera Franca del Rosario

...lo s-ck dei s-ck...

Metti un piccolo paese -quasi- di montagna, metti un'antica tradizione vecchia di oltre un secolo, aggiungi una specialit casearia tramandata di generazione in generazione ed infine metti insieme un bel gruppo di associazioni. Risultato? Un gran bel evento che si chiama "Antica Fiera Franca del Rosario"! La Fiera del Rosario di Segusino, nata ben 109 anni fa stata per quasi un secolo una vera e propria necessit per i poveri abitanti di Segusino; era un momento d'incontro dove, durante una piccola pausa dell'anno agricolo, gli abitanti del paese si organizzavano dandosi appuntamento nella piazza del paese, per "fare affari". La fiera infatti consisteva nel radunare i capi bovini allevati nelle stalle delle famiglie durante l'anno, per essere venduti o barattati in cambio di altre merci. Visto con gli occhi di oggi tutto questo potrebbe anche un po' far sorridere, magari i pi giovanissimi potrebbero chiedersi "E cosa se ne facevano a casa con le mucche quelli che le comperavano?!" A quell'epoca la mucca era la principale fonte di sostentamento della famiglia, la mucca dava il latte, dal quale si produceva il formaggio, il burro e tutti gli altri prodotti caseari che venivano a loro volta venduti o utilizzati come alimenti per la famiglia stessa. Per questo motivo era fondamentale una volta all'anno, durante questa "piccola pausa" dal lavoro agricolo, trovarsi tutti assieme nel centro del paese per "fare l'affare" attraverso la compravendita dei capi bovini. Con l'avvento dell'industria, l'agricoltura pass in secondo piano, e con essa anche la Fiera del Rosario, ma ci nonostante riusc comunque a sopravvivere grazie al quel, seppur sempre pi piccolo, gruppo di allevatori rimasti. Alcuni anni fa, da un'idea delle varie amministrazioni comunali, della ProLoco, con la collaborazione di altre associazioni segusinesi, degli instancabili allevatori e di altre persone volenterose, L'Antica Fiera Franca del Rosario ri-vide una nuova luce, tanto che vennero addirittura aumentate le giornate di durata della stessa, che per anni era stata concentrata tutta solo in un sabato mattina. Nell'edizione 2013 infatti, che si svolger a Segusino dal 24 al 27 ottobre prossimo, gli organizzatori hanno voluto dare un'identit ancora pi marcata a questo importante evento, valorizzando il formaggio tipico di Segusino a marchio depositato, ovvero lo s-ck, nome dal quale vengono soprannominati anche gli abitanti di Segusino: appunto i s-ck ! Sar proprio questo particolare formaggio a fare da filo conduttore durante le giornate di festa, dove si potr scoprirne l'intera sua trafila: dalla mucca che da il latte, la produzione, per arrivare fino alla degustazione presso gli stand. Ricco infatti il men a base di s-ck che gli ospiti potranno assaporare durante la fiera, il tutto all'insegna di sapori semplici, poveri, ma ricchi di gusto e di quell'ospitalit tipic di un piccolo paese dove tutti si conoscono e hanno la gioia di farsi conoscere. L'Antica Fiera Franca del Rosario debutter giovedi 24 ottobre, nel centro del paese in sala Zancaner alle ore 20:30 con una serata di promozione del territorio dove si parler anche di una possibile futura annessione di Segusino alla Comunit Montana Feltrina. Proseguir venerdi 25 alle ore 19 con un ricco stand gastronomico e una serata all'insegna dell'allegria col gruppo "Segnali Caotici" (cover dei Nomadi) al tendone riscaldato presso gli impianti sportivi. Sabato 26 dal mattino inizia il clou della fiera con l'esposizione bovina, l'apertura delle mostre in palestra (vicino al tendone) dove saranno esposte opere hobbistiche, una mostra sulla produzione del formaggio, la mostra sullacqua a cura dell'Associazione Droghe a la Stla; vari laboratori creativi tra i quali segnaliamo il laboratorio a cura degli Amici del Presepio di Segusino sulle tecniche di realizzazione del Presepio. Alle ore 10 ci sar la dimostrazione pratica della produzione dello s-ck che potr essere poi assaporato durante il pranzo delle ore 12:30. Nel pomeriggio un'avvincente corsa podistica non competitiva Sulle grave del Piave e Borghi di Segusino" e verso sera, dopo la cena con l'immancabile formaggio s-ck, una serata di musica italiana col gruppo "10 HP". La fiera prosegue Domenica 27 ottobre dal mattino presso gli impianti sportivi, con stand e bancarelle d'artigianato, le esposizioni in palestra e alle 9.30 raduno di trattori d'epoca con partenza per un originale giro turistico di Segusino in sella al trattore, da non perdere! Alle 12.30 il pranzo e alle 14 la seconda dimostrazione pratica della produzione dello s-ck e dei prodotti caseari. Durante il pomeriggio il gruppo "I Formigoi" si esibiranno in una dimostrazione di fabbricazione a mano di coppi antichi; ci saranno i carri coi buoi, un originale laboratorio di giochi di una volta e uno spettacolo per bambini con "I Fratelli AL". Chiusura in allegria con castagnata e cena. Visto il ricco programma con gioia che vi invitiamo a venirci a trovare: trascorrerete senz'altro una tranquilla giornata all'insegna della semplicit e della compagnia, con tutta la passione che abbiamo nel proporci a voi, cari amici, per un giorno nostri ospiti! Info eventi: www.prolocosegusino.it

Il comitato delle Associazioni organizzatrici

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cronaca

Gianfelice Facchetti ospite dellInter club Fener

Nel ricordo del padre Giacinto


di Sandro Curto

Serata di grandi emozioni, venerd 13 settembre, per lInter Club Massimo Moratti di Fener che ha ospitato Gianfelice Facchetti, attore, regista, scrittore e giornalista, figlio di Giacinto, indimenticato giocatore della grande Inter, capitano della Nazionale, presidente dellInter e soprattutto uomo di grandi doti morali, purtroppo deceduto, dopo una grave malattia, nel 2006. Gianfelice, uno dei tre figli di Giacinto, classe 1974, fra le sue molteplici attivit collabora con il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, lavora molto nelle carceri con rappresentazioni teatrali fra le quali si ricorda la Partita con protagonisti i detenuti del carcere di Monza e la partecipazione del commissario tecnico Cesare Prandelli. Al centro culturale di Quero, presenti 145 persone, ha presentato uno spettacolo di unora e mezza, con laccompagnamento musicale, di Nicola Cioce, tratto dal suo libro Se no che gente saremmo in cui racconta la vita umana, familiare e sportiva del padre Giacinto. Lintero incasso stato devoluto al reparto di pediatria dellOspedale di Feltre. La serata aveva avuto

Gino De Girardi e le ditte Autoservizi Baratto di Valdobbiadene, Biasiotto Spumanti e Vini di Vas, Il Barbiere di Alano, Deon Edilizia di Lentiai, Todoverto Paolo Imbiancature di Alano, Serra Prosecco, Agenzia Viaggi Adam e Omar Tour di Alano, Fly Bar di Quero, Caff Centrale di Quero, Ricci Bar di Alano, Fioreria Della Bianca di Quero e Hotel Ristorante Tegorzo di Fener. Chi fosse interessato allacquisto del libro di Gianfelice Facchetti pu prenotarlo allInter Club Fener al costo di euro 14,00. (Tel. 347.8004030)

un prologo nel municipio di Alano dove Facchetti era stato ricevuto dallAmministrazione Comunale col sindaco Serenella Bogana a dargli il benvenuto e fargli omaggio del libro storico del paese. Piena soddisfazione quindi per il presidente dellInter Club Andrea Tolaini, ideatore della manifestazione, che attraverso il Tornado ringrazia per la collaborazione le Amministrazioni di Alano, Quero e Setteville, la Pro Loco e la Parrocchia di Quero, Alberto Coppe, Romina Mazzocco, Sonia Zanella, Loris Furlan,

Parola di Felice Facchetti a margine del commento della cessione del 70% della propriet dellInter C qualcosa, meglio qualcuno che non figura nei conteggi che i rispettivi studi si stanno scambiando nel passaggio di propriet dellInternazionale. C un patrimonio non quantificabile, immenso e meraviglioso che non potr colmare nessuna casella di uno studio notarile: gli interisti, con il loro Presidente in testa, matto per il nero e lazzurro. Caso vuole che proprio pochi giorni fa mi trovassi a Fener, provincia di Belluno, in compagnia dei soci fondatori del primo club in Italia dedicato a Massimo Moratti diventato da poco presidente. Il suo avvento ebbe il sapore di un ritorno a casa, il sogno di riallacciare i fili di una storia "grande" scritta anni prima dal padre Angelo. Cosa rester di tanta bellezza? Sar sempre e solo Inter o una multinazionale del pallone? E i suoi tifosi? Vivranno ancora di sogni o saranno destinati a diventare solo clienti per la gioia di un gol? Tratto da: http://www.gazzetta.it/premium/plus/Calcio/Squadre/Inter/19-09-2013/moratti-storia-inter-avventopatrimonio-imteristi-201195640783.shtml

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aSteriSco

Vajont: 50 anni son passati

(M.M.) La copertina la dedichiamo al 50 anniversario della tragedia del Vajont e ringraziamo il nostro amico lettore Gianni De Girardi per averci consegnato copia del quotidiano da cui abbiamo ripreso i titoli di prima pagina. Il giornale del 12-13 ottobre 1963 e ci consegna un terribile ricordo. Nel nostro piccolo abbiamo voluto rendere omaggio a quanti hanno perso la vita in quellorribile notte del 9 ottobre 1963, non dimenticando anche coloro che sono morti prima, nei cantieri che servivano a preparare la costruzione del manufatto. I ricordi, le testimonianze raccolte da Silvio in altra parte del giornale ci servano come riflessione, per quanto amara, sulla talvolta presuntuosa opera delluomo, che non sa ascoltare i chiari segni che la natura, la storia gli offrono per indirizzare i propri comportamenti. Se il nostro omaggio sar incompleto ce ne scusiamo fin dora e ospiteremo volentieri ulteriori voci a ricordo dellavvenimento. Di sicuro non vogliamo lasciar passare inosservato questo avvenimento commemorativo, che cos profondamente ha toccato le nostre comunit. Sotto il titolo unimmagine della home page del sito: http://www.vajont.net/

Racconti di un viaggio tra reale e virtuale


Laltavia n. 2 come non ve lha mai raccontata nessuno. Cominciate col segnarvi questa data:

Attenti a quei cinque

11 ottobre 2013 !!!


Se avete gi degli impegni...disdiceteli !!! Se qualcuno vi invita dite loro che siete gi impegnati !!! Niente e nessuno potr impedirvi di partecipare alla strabiliante serata con gli Auser all'attacco !!! Alle 20:30 in birreria Pedavena ...of course!! Conducono la serata Teddy Soppelsa e Lucio Dorz

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A San Pietroburgo, Mosca e Rossosch con gli alpini del Valderoa

cronaca

Cronache dalla Russia


di Serenella Bogana

Sintetizzare in alcune righe lesperienza vissuta da un gruppo di giramondo alanesi e non nella terra russa senzaltro riduttivo e non sappiamo se riusciremo a trasmettervi le emozioni che abbiamo provato nella settimana trascorsa tra San Pietroburgo, Mosca e Rossosch. Siamo partiti sabato 17 agosto di buon mattino da Alano e, dopo il volo che ci ha portato da Venezia (dove abbiamo incontrato la nostra accompagnatrice Mariella) a Francoforte, ci siamo imbarcati per San Pietroburgo dove siamo giunti intorno alle 18. San Pietroburgo rappresenta lo splendore imperiale della Russia; una bella, complessa ed autoritaria citt. Siamo rimasti sedotti dalle facciate monumentali, dalle guglie scintillanti e cupole dorate delle sue chiese e palazzi. Nella nostra visita alla citt e dintorni ci ha accompagnato Michele, una guida eccezionale; profondo conoscitore della storia della sua citt, ci ha trasmesso tutto il suo entusiasmo ed in questo modo abbiamo assaporato il fascino della Chiesa del Salvatore o del Sangue versato, appellativo aggiunto perch dove fu eretta la Basilica perse la vita, per un attentato, lo zar Alessandro II; della Cattedrale di SantIsacco con la sua cupola dorata; della Fortezza dei Santi Pietro e Paolo e la cattedrale che il luogo di sepoltura di tutti i governanti della Russia pre-rivoluzionaria a partire da Pietro il Grande. Bellissimo poi stato il giro in battello per assaporare

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cronaca

una visione dinsieme della citt: ci sembrava quasi di essere a Venezia! (Non a caso Pietroburgo si estende in modo disordinato su tante isole). Vi chiederete: e la vita notturna? Qualcuno (non facciamo nomi) dei viaggiatori lha assaporata, almeno con gli occhi e abbiamo sfiorato anche dei matrimoni improvvisi. Frase pronunciata da un giovanotto: ciam an prete che me marde. Indubbiamente le bellezze in carne ed ossa delle pietroburghesi hanno distratto parecchio pi di uno dalle bellezze monumentali. Tutti i partecipanti per hanno prestato la massima attenzione alla visita dellErmitage che ci ha lasciato a bocca aperta sia per la costruzione che per i tesori che racchiude: ricordiamo, solo per citare alcune opere, Madonna Benois e Madonna Litta di Leonardo, Giuditta di Giorgione, Danae di Tiziano, Suonatore di liuto del Caravaggio, dipinti del Canaletto, statue del Canova per andare poi allarte fiamminga, spagnola, francese con i maggiori impressionisti. Il terzo giorno stato dedicato alla visita della Reggia di Caterina dove abbiamo ammirato la famosa Sala dambra e, nel pomeriggio, le fontane dorate ed i giardini di Petrodvorets (Palazzo di Pietro), che definita la Versailles di Russia adagiata lungo il Golfo di Finlandia. Breve stata la visita di Mosca che abbiamo raggiunto in treno nella serata del quarto giorno: un giro by night ci ha dato per una visione dinsieme ed abbiamo passeggiato nella famosa Piazza Rossa chiusa su un lato dalla Cattedrale di San Basilio. La mattina dopo, visita al Cremlino e qualche nostalgico si messo in fila per il Mausoleo di Lenin in cui conservato il corpo mummificato dello statista. Viaggio in vagone cuccetta per raggiungere Rossosch dove, grazie alla nostra guida, il professor Alem Morozov (classe 1932 ), nelle due giornate abbiamo potuto ripercorrere grazie alla sua memoria storica le vicende ed i percorsi dei nostri soldati durante la ritirata di Russia. Sono stati momenti in cui ci siamo commossi ma anche fieri nel sentire come i nostri soldati si siano distinti per la generosit nei confronti della popolazione locale e per il valore dimostrato pur nella tragicit di ci che ha rappresentato la ritirata. Abbiamo poi visitato lasilo costruito grazie alla generosit degli alpini, un edificio ben tenuto e diretto in cui trovano ospitalit circa 180 bambini. Sempre con vagone cuccetta e a dir la verit un po stanchi siamo tornati a Mosca e, nella mattinata, abbiamo ammirato i marmi, bassorilievi, stucchi, mosaici e lampadari che decorano le stazioni della meritatamente famosa metropolitana di Mosca (grazie Flora!) e la famosa Via Arbat per gli ultimi acquisti, poi partenza per laeroporto e ritorno. A detta di tutti unesperienza che valsa la pena di fare, una bella compagnia che ha solidarizzato fin da subito, tante risate e nuove amicizie. Grazie al dinamico Valentino Rech, ideatore ed organizzatore di questo viaggio: ti lasciamo un compito, hai un anno di tempo per pensare alla prossima tappa!

Nelle foto di Giannino Collavo: in questa pagina: 1) delegazione al Cremlino per portare una copia del Tornado a Putin; 2) lErmitage; 3) la cattedrale del Salvatore sul Sangue versato; 4) la cattedrale di SantIsacco; 5) i giardini di Petrodvorets; 6) la cattedrale di San Basilio; 7) il teatro Bolshoi; 8) un particolare della metropolitana moscovita; nella pagina precedente: 1) foto di gruppo davanti al palazzo di Caterina a Tsarskoje siel; 2) breve cerimonia davanti al monumento che ricorda le vittime italiane in terra di Russia; 3) davanti al famoso sottopassaggio ferroviario di Nicolajewka, che vide il sacrificio di moltissimi alpini.

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cronaca

Alano, il 27 ottobre sar ricordato Ugo Bartolomei


di Fulvio Mondin
Chi giunge ad Alano da Fener, superato il ponte detto della Bortolina, appena prima di entrare nel centro abitato, pu scorgere alla sua destra il monumento dedicato a Ugo Bartolomei. Ma chi era Ugo Bartolomei? Chiamato alle armi con i ragazzi del 99, Ugo Bartolomei, romano, prese parte alla Prima Guerra Mondiale come sottotenente del 1 Reggimento Fanteria. Mor nella battaglia della Conca di Alano il 29 ottobre del 1918 nel tentativo di attirare su di s lattenzione del nemico per difendere un gruppo di altri suoi compagni in difficolt. Per questa azione eroica venne decorato con la medaglia doro al valor militare. Ad Alano, oltre al monumento in sua memoria, gli stata intitolata una via mentre a Roma esistono una via ed una scuola materna ed elementare a lui intitolate. Ed proprio per rendere onore al valoroso ufficiale che il prossimo 27 ottobre giunger ad Alano una rappresentanza dellassociazione nazionale Cravatte Rosse del 1 San Giusto erede del primo reggimento Re al quale apparteneva, appunto, Bartolomei, unorganizzazione costituita principalmente da cittadini che hanno prestato servizio militare, con qualsiasi grado, nellunit di fanteria pi antica e prestigiosa dellEsercito Italiano prima della sua soppressione avvenuta nel 2008. Allo scopo di preparare lavvenimento, nei giorni scorsi in sala consigliare si svolto un incontro al quale hanno preso parte il sindaco di Alano Amalia Serenella Bogana, il presidente dellassociazione Fanti di Alano e Quero Claudio Carelle, il presidente onorario della Federazione del Fante di Belluno Angelo Ceccotto e il presidente dellassociazione Cravatte Rosse Colonnello Giuseppe Nunziata. Bogana ha rivolto il suo plauso alliniziativa volta - ha sottolineato - a tener viva la memoria. Ceccotto ha voluto porre laccento su come la storia dia la possibilit di guardare avanti partendo dal sacrificio di molti uomini.

Alano, consegnata la Costituzione ai neodiciottenni


di Fulvio Mondin
Ha preso quale esempio uno scritto di Pericle risalente al 461 a.C. il sindaco di Alano, Serenella Bogana, per far capire ai 40 neo maggiorenni del suo Comune, come va intesa la vera democrazia. Bogana ha enunciato come la felicit sia frutto della libert che a sua volta frutto del valore. E lo scroscio di applausi che si levato dal pubblico ha fatto intendere che la citazione ha centrato lobbiettivo. In questo contesto, venerd 13 settembre, in sala consigliare, sono stati consegnati a tutti i giovani del comune alanese una copia della Costituzione italiana e il certificato elettorale.

Accadde nel 1993


a cura di Sandro Curto

come eravamo

INAUGURATO IL RIFUGIO ALTA VAL CALCINO Rivisitando il Tornado di ventanni addietro troviamo nel n.259 del 25/09/1993 la cronaca dellinaugurazione del Rifugio Alta Val Calcino, ex malga Camparonetta, arredata con mobili intonati allambiente, fornita di nuovi servizi e con lo stallone attrezzato con letti. Presenti il sindaco di Alano Piccolotto, il capogruppo del Valderoa Nani, il presidente della sezione A.N.A. di Feltre gen. Bonzo, il gen. Ferrero, presidente onorario della sezione di Varese, il ten. colonnello Catania del Battaglion Feltre e rappresentanze dei gruppi di Feltre, Caorera, Marziai, Quero, Segusino e Tradate.

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Continuano le proposte di

attualit

prendete nota dei prossimi appuntamenti. E' un invito a partecipare. Grazie del passaparola!

Tutti i cambiamenti tecnologici segnano anche dei cambiamenti nella storia sociale dei popoli. Sembrava impossibile agli uomini del Cinquecento che la scrittura sopravvivesse senza la trascrizione a mano dei libri, ma con la stampa tutto cambia e Venezia protagonista del cambiamento. Oggi si discute della tecnologia degli e-bookogni tempo ha la sua rivoluzione. Ne parleremo con Alessandro Marzo Magno e Francesca Chiarelli in una serata ricca di idee, curiosit e provocazioni.

Una serata per lasciarci trasportare nellincanto della poesia di ogni luogo e tempo con interventi musicali di alcuni degli allievi delle scuole di musica di Alano, Quero e Segusino.

Il signor Zero, non volendo andar nudo, s vestito di vanit. 

V. Hugo

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attualit

Leggere un libro, tutti lo stesso e poi ritrovarsi a parlarne il motivo portante della nascita di un GRUPPO DI LETTURA, se poi il libro che si legge parla di partecipazione, di informazione e formazione, di servizi e di cultura, il gruppo di discussione diventa un motivo per partecipare al lavoro di riprogettazione che le biblioteche stanno facendo per migliorare sempre di pi il servizio ai cittadini e con i cittadini. Sar unoccasione per costruire insieme unidea di biblioteca condivisa e, chiss, una biblioteca come piazza, come giardino pubblico dove incontrare persone, opinioni, vecchi libri e nuovi media. Negli incontri con Livio Vianello e Antonella Agnoli potremo raccontarci i pensieri che il libro LE PIAZZE DEL SAPERE ci ha suscitato e immaginare (e costruire) insieme la nostra nuova idea di biblioteca. Grazie della partecipazione, partecipare importante!

un'iniziativa realizzata nell'ambito dell'accordo di programma tra Regione del Veneto e Comuni di Alano di Piave, Quero e Vas Festival del Paesaggio - Nuovi luoghi di incontro nelle biblioteche Biblioteche dell'Unione Setteville, Comuni di Alano, Quero, Vas Regione Veneto, Provincia di Belluno, Reteeventi, BIM Piave, Ascopiave

Biblioteca Vas 0439 780270 biblioteca.vas@feltrino.bl.it luned 16.00-18.30, mercoled 16.00 -18.00, sabato 9.00-10.30 Biblioteca Quero 0439 787097 biblioteca.quero@feltrino.bl.it marted 9.30-12.30 e 16.00-19.00, gioved 14.30-18.30, sabato 10.30-12.30 Biblioteca Alano di Piave 0439 778718 biblioteca.alano@feltrino.bl.it luned 15.00-18.00, mercoled 9.30-12.30/15.00-18.00, venerd 15.00-18.30

Iscrizioni del nuovo anno educativo 2013/2014


Nuove agevolazioni per lanno educativo 2013/2014. Contributo comunale per i residenti nei comuni dellUnione Setteville. Contributo INPS visibile sul sito ufficiale INPS al link BABY BONUS per frequentanti strutture accreditate. Possibilit di frequenza: 3-4-5 giorni settimanali. Part-time o Full time. Attivit strutturate con esperti esterni. Da questanno attivit nellorto didattico dellasilo con il progetto le cose buone che nascono nellorto . Per informazioni e per visitare il nido telefonare allo 0439 788080 3287447834 3284742943 Micronido il girasoleVia piave, 22 - Vas Belluno - E mail micronidogirasole@libero.it

LETTERE AL TORNADO

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Ottantanni per uno degli ultimi turisti veneziani di Alano

cronaca

Auguri, Luciano!
di Sandro Curto

Il 9 settembre scorso il nostro abbonato di Mestre Luciano Prevedello ha compiuto ottantanni e ha voluto festeggiarli con gli amici nella sua seconda casa di Alano, losteria allOrso di Marilena Codemo. Luciano, nato a Venezia nel 1933, si poi trasferito nella terraferma e ha lavorato per oltre trentanni come impiegato in una ditta del settore petroli; nel 1978 ha comprato una casa a San Vittore di Alano dove non ha mai mancato di trascorrere il periodo estivo con la moglie Giuseppina e dove conosciuto e stimato da tutti. E forse lultimo di quel numeroso gruppo di veneziani che un tempo affollava il nostro paese e poi andato via via scomparendo. Nella foto, scattata da Paolo Rech, Luciano posa con gli amici (in ordine decrescente di et) Chechi, Giovanni, Amedeo, Nilo, Renzo C., Renzo S., Narciso, Sandro e Carmen che anche lautrice della squisita torta con la scritta: 80 - Luciano Prevedello.

Dallorto di Domenico Mazzier


di Sandro Curto
Nonostante limponente statura il nostro abbonato di Alano Domenico Mazzier si visto abbondantemente superato in altezza da due piante del suo orto in localit Le Marche. La pianta di mais, con lui nella foto, raggiunge metri 4,20 mentre la pianta di fagioli (qualit stortino di Trento), nata spontanea, si ferma a metri 4,00. Nel corso dellestate 2013, Domenico ha raccolto anche un enorme pomodoro di oltre 2,30 Kg., purtroppo non documentato da foto. (S.C.) Dalla famiglia di suor Vincenziana Mazzier, religiosa di Alano che da anni opera a Ndama in Uganda, riceviamo e pubblichiamo queste righe di ringraziamento verso il gruppo del suo paese natale che la supporta nella sua attivit in Africa.

Il grazie di suor Vincenziana


Carissimi amici del gruppo missionario, con immensa gratitudine che vi scrivo per ringraziarvi di tutto quello che fate per noi. Le somme che ci inviate arrivano sempre nei momenti in cui abbiamo pi bisogno e credo che anche questo sia un segno della Provvidenza di Dio. Con il ricavato della pesca dellanno scorso siete riusciti ad acquistare la cucina economica che non avevamo. Volevo quindi ringraziare non solo voi, che avete organizzato la pesca, ma anche tutta la comunit parrocchiale che ha partecipato acquistando i biglietti. Grazie di cuore! Ora abbiamo in cantiere la costruzione della nuova scuola e siamo in attesa che il progetto venga approvato dalla CEI; nellattesa abbiamo fatto le fondamenta e poi costruiremo gli ambienti pi urgenti, cucina, refettorio e due aule. Abbiamo riparato alla meglio le aule della vecchia scuola, se cos si pu chiamare, ma i bambini continuano ad aumentare e non sappiamo pi dove metterli. La Provvidenza per sempre presente e anche voi ne fate parte. Vorrei inoltre dirvi grazie anche da parte dei nostri bambini che sono bravi e fanno onore alla scuola, sono i primi del distretto e la scuola stata presa come modello. Noi, con il vostro aiuto, riusciamo a comprare i libri ed il materiale didattico per tutto lanno; ad ogni bambino basta un quaderno e una matita, non serve di pi per imparare a leggere e scrivere. Termino ringraziandovi nuovamente per tutto quello che fate per noi, vi ricordo nella preghiera e il Signore sicuramente vi ricompenser secondo i vostri bisogni. Con affetto sincero. Suor Vincenziana Mazzier

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LETTERE AL TORNADO

(IN BASE A PARTICOLARI REQUISITI STRETTAMENTE CORRELATI AL GIOCO E VALUTATI DA UNA SEVERA GIURIA)

MISS E MISTER PINDOL 2013


Partenza a met di Via Ten. De Rossi ed arrivo alla casa delle Associazioni

ECCEZIONALE ELEZIONE DI
PERCORSO:
ISCRIZIONI:

le squadre formate da tre elementi si potranno iscrivere sul posto, ovvero alla Partenza La quota per squadra fissata in Euro 15,00per un massimo 30 squadre

A FINE GARA PREMIAZIONE SQUADRA VINCITRICE MASCHILE E FEMMINILE CON PREMI AGRO-ALIMENTARI, PRESSO IL PARCO GIOCHI e CASTAGNATA Parte del ricavato sar destinata a scopo benefico! Organizzano: GS Alano di Piave-Fam.Ex Emigranti-Gruppo Alpini Valderoa-ass Fanti

ORARI: ORE 14.00 : Iscrizioni e punzonatura Pindoi e Pandoi ORE 14.30: Partenza

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attualit

Universit degli adulti/anziani di Belluno


Sezione CONCA DEL PIAVE

2 ANNO PROPEDEUTICO 2013 2014


Presso il Centro Culturale Via Nazionale, 17 - QUERO
Come anticipato nel numero precedente, ecco il programma dettagliato. Buoni incontri a tutti !!!

Stampa Digitale

Stampa Offset

RASAI di Seren del Grappa (BL) - Via Quattro Sassi - Tel. e Fax. 0439 44360 - 0439 448300 grafica@tipografiadbs.it - occhio@tipografiadbs.it

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MOSTRA

Ricordi delle colonie estive


di Nella Botto Tadozzi

come eravamo

La mia prima colonia fu al Cavallino, Venezia. Eravamo tantissimi. L imparai a relazionarmi con bambini e adulti senza la protezione della famiglia e a vivere gestendomi un po da sola. Di Quero eravamo in cinque: Marilisa, Sandro, Antonella, Mario e la sottoscritta. La prima settimana del primo anno fu durissima, iniziata con la somministrazione di un intruglio biancastro - la magnesia! - preso con il mestolo da un mastello azzurro di moplen. Beh, la magnesia serv non solo a depurarmi ma anche a non fare la schizzinosa (come prima, a casa) e usare i servizi esterni con la turca. La prima settimana mangiai solo pane, t e pomodori o patate quando cerano, perch non mi piaceva niente altro di quello ci portavano e cio: una scodellona di caffelatte (troppo scuro!), pastasciutta condita (troppo grana!), pesce (mi piaceva solo il tonno!), insalata (bleah!), formaggio (che pizzicava!)... Mi riempivo la bocca e le tasche e poi buttavo tutto nel wc, immaginatevi. Dopo sette giorni ero affamata. Fu cos che provai a imitare gli altri e finalmente mi aprii ai nuovi sapori scoprendo che non erano cos male, anzi! Le comunicazioni con la famiglia avvenivano tramite cartolina postale. Il primo anno scrissi ai miei che stavo bene e di salutarmi mia sorella, e con quelle poche parole riempii tutto lo spazio; il secondo anno avevo altro da fare: dovevo raffinarmi per portare a termine senza errori un gioco di abilit da pirati che andava per la maggiore usando, al posto del coltello, uno stecco di legno o un fil di ferro. E le tremende Signorine? Giovanissime - la mia aveva 16 anni - erano state istruite in pochi minuti ad esigere silenzio assoluto e che non si muova muscolo durante la tortura del riposino pomeridiano. Poi per, col passar dei giorni, maturando esperienza e sicurezza (loro) e adattandoci alle regole di comunit (noi), scoprivamo che non erano cos male e potevano ricordarci le nostre cugine pi grandi. Erano pure simpatiche e nel silenzio della camerata mi feci una cultura sentendole scambiarsi alcuni rimedi contro le scottature, i capelli grassi e le delusioni amorose. Una notte tenni la mano sulla fronte ad una bambina che vomitava, e la mia Signorina volle che lalzabandiera, la mattina dopo, toccasse a me.

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cronaca

Anche questa edizione della festa settembrina di 2 25 Via To ha avuto il 4 28 successo sperato e 5 33 meritato. Sono stati giorni pieni di allegria e 7 34 divertimento, con un 11 35 ingrediente principale: la 12 36 semplicit. In questo sta 16 37 forse il segreto della 18 43 manifestazione, che 19 45 accontenta grandi e piccoli, questultimi attratti dai 20 47 giochi gonfiabili e dalle 22 49 varie iniziative che li 24 coinvolgono. Le foto giunte in redazione danno testimonianza di tutto questo, ma essendo per lo pi primi piani di minori non possiamo qui proporle non avendo una specifica liberatoria. Vi assicuriamo, comunque, che le loro espressioni sono autentiche manifestazioni di gioia. Questanno, infine, stato presentato linno di Via To, inciso su Cd, con parole di Alessandro Bagatella e musiche di Sabrina, reperibile alla cartolibreria Schievenin di Quero o presso gli organizzatori, Corrado Corr in testa, a cui ci si pu rivolgere anche per ritirare i premi estratti e non ancora assegnati. Premio Estratto Forno 137 Bici Bimba 1205 Quadro Pasa 241 Cuscino e coperta 1096 Braccialetto 1472 Buono Bravo 549 Cannone e ovetti 259 Carriola e ovetti 507 Scarponi 945 Scarponi 1398 Scarpe 813 Scarpe 752 Premio Conf. Vino e Buono Panif. Schievenin Set sopramobile Pianta Pianta Set sopramobile Geomag e palline Album e buono paste Vaso e Borsellino Centro tavola Sedia Bimba e set giochi da tavolo Due bottiglie di vino Estratto 942 243 662 1048 647 807 249 1459 1465 1037 1322

I premi della sottoscrizione pro Asilo

Quero: via To in festa

Prestazioni ambulatoriali in orario serale e nei giorni festivi


All'Ulss n. 2 partita la sperimentazione
FELTRE. Dal primo settembre, all'Ulss n. 2, iniziata l'erogazione, in via sperimentale fino a dicembre, di prestazioni ambulatoriali in orario serale e nei giorni di sabato e domenica, in applicazione delle direttive regionali sul governo delle liste di attesa. Gli orari aggiuntivi per la fruizione di prestazioni ambulatoriali sono il luned e il mercoled sera dalle 20 alle 22 e il sabato e la domenica. Le discipline e le prestazioni per le quali possibile gi da ora prenotare negli orari aggiuntivi, con diverse declinazioni, sono: cardiologia (elettrocardiogramma e holter), chirurgia (visite vascolari ed ecocolordoppler e interventi chirurgici ambulatoriali), ginecologia (visite), neurologia (visite), otorinolaringoiatria (visite), ortopedia (visite), pneumologia (visite e spirometrie), radiologia (ecografie, risonanze magnetiche, TAC e mammografie), recupero e riabilitazione funzionale (visite nella sede di Lamon) e urologia (visite). Gli operatori del Centro Unico Prenotazioni dell'azienda sono a disposizione dei cittadini per fornire i dettagli degli orari possibili per ciascuna prestazione. La direzione aziendale ha ritenuto ampliare l'offerta in serali e nei giorni festivi anche per prestazioni che non presentano liste di attesa particolarmente lunghe col fine di agevolare il cittadino nel conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, per concretizzare anche in questo modo la centralit della persona nel percorso assistenziale. Tali modalit di fruizione delle prestazioni potranno essere in futuro allargate anche ad altre specialit, in base alle esigenze organizzative aziendali e alla risposta all'utenza. Per informazioni rivolgersi al Centro Unico Prenotazioni, aperto dal luned al venerd dalle 8.00 alle 17.00, con orario continuato, e il sabato dalle 8.00 alle 12.00, agli sportelli situati in Padiglione Guarnieri, telefonando allo 0439/83001 o al 800 890500 o inviando una mail l'indirizzo di posta elettronica cup@ulssfeltre.veneto.it Feltre, 6 settembre 2013

Comunicato stampa

attualit

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lettere al tornado

Locanda la Chiocciola
Via Piave, 32 - Quero (BL)

in collaborazione con La Cucina Cortese

Sabato 19 Ottobre <> I Fagioli in Pentola


Variazioni gastronomiche tra la tradizione e larte sublime delluso delle mani in cucina, dove il cuoco trasforma i doni della natura in esaltazioni dei sapori e dellamore di vivere eternamente bambini stupiti di fronte ad un piatto fumante e alla sapiente volont di non esser bruti manducatori, ma sapiente degustatori. Cena perfetta alle ore 20,15 Antipasto Crostoni di fagioli neri <> Sfornato di cannellini e morlach <> Saor de Succa gialla (sar servito un bicchiere di Sauvignon del 2010 Cantine Patriarche) Primi piatti Zuppa di fagioli borlotti con farro Spelta <> Passato piccante di cipolla e fagioli rossi (sar servito un bicchiere di Syrah del 2010 Cantine Patriarche) Secondi piatti Potacio di fagioli e salsicce e pur di patate di montagna (sar servito un bicchiere di Cabernet Sauvignon del 2010 Cantine Patriarche) Del dolce aver degustato: datteri al Cognac Prenotazioni: Locanda la Chiocciola - Via Piave, 32 - Quero (BL) - Tel. 0439 788 527

Prologo, poesie e commenti sui Segreti della Arte Sublime:

Dott.ssa Silvia Nogarol dellErboristeria di Ceneda - Vittorio Veneto (Tv) Vittorio Alberti della Scuola de La Cucina Cortese - Belluno <> Erboristeria Armonia - Quero (BL)
Associazione Insieme con Te - Via Nazionale, 74 b - 32030 Quero (BL)

Alessia si presenta!
Il 17 giugno sono nata io, Alessia Coppe (foto a sinistra), riempiendo di gioia i cuori di mamma Michela e pap Andrea. Approfitto de "Il Tornado" per salutare i nonni Claudia e Johnny di Monfumo, Giuliana e Angelo di Segusino, e Angelo di Segusino, tutti gli zii e i cuginetti.

In vacanza... con una velina!

Caro Tornado, sono Angelica Silvestri, figlia di Franco, vostro abbonato di Alano di Piave e mi fa tanto piacere condividere con voi il mio incontro con Roberta Lanfranchi questestate durante la mia vacanza in Sardegna. Roberta l'ex velina di "Strisca la Notizia" nonch conduttrice televisiva ed ex moglie di Pino Insegno. Roberta, in vacanza con il suo nuovo compagno e i suoi bambini, ha posato molto volentieri con me per una foto ricordo (a destra). Vi ringrazio per il tempo e lo spazio riservato, un caro saluto da Angelica e...Roberta!!!

di Simioni Giovanni & C.


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S. M. s.n.c.

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cronaca

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LETTERE AL TORNADO

La situazione economico sociale dell'Italia: stiamo fallendo come Detroit?


di Guido Lio
Quando si analizza la situazione sociale ed economica in Europa e, in particolare, quali potrebbero essere i prossimi scenari, risaputo che gli Stati Uniti costituiscono da sempre una anticipazione pressoch attendibile; per esempio lo stato per la crisi economica che ha caratterizzato gli anni venti del secolo scorso e quella attuale di questi ultimi quattro anni. Anche l'analisi e i metodi di ricerca sociale partono dall'esperienza scolastica gi vissuta e sperimentata in America la cui complessa e globalizzata societ presenta dinamiche e aspetti che si sono dimostrati costanti anche se non facilmente e unanimemente comprensibili dagli stessi sociologi. Per esempio, il continuo ed incessante degrado delle citt metropolitane e non solo, si accompagna spesso in modo proporzionale con il crescere della popolazione, specie se immigrata da paesi poveri. A questo si aggiunge pesantemente la crisi economica, con spese sociali sempre pi gravose che non trovano copertura venendo meno il lavoro e la capacit produttiva. Entrando pi nei particolari nell'analisi delle possibili cause, ritengo che i paesi cosiddetti sviluppati e civili del mondo occidentale abbiano creato, pur in misura diversa, una spesa pubblica sempre crescente alla quale non corrisposta un'altrettanta capacit produttiva, anzi, si sviluppata la convinzione che il popolo dovesse essere sempre pi assistito, anche nel tenore di vita, lavorando meno o, al limite, facendo credere si possa ottenere tutto indebitandosi. E' aumentata cos la cerchia dei "mantenuti", di coloro che hanno diritto di esistere e spendere senza lavorare. In questo i sindacati, che inizialmente erano partiti per garantire condizioni minime di sicurezza e di salute della classe operaia, hanno contribuito molto, arrivando a demonizzare il padrone e tutto ci che fosse impresa. Ci ha prodotto i danni che attualmente stiamo vivendo. In Italia, in particolar modo, la situazione particolarmente grave con uno Stato onnipresente a vari livelli e con costi per dipendenti pubblici e classe politica nazionale tra i pi alti d'Europa e con il mondo produttivo messo in ginocchio per dover pagare il tutto con tassazioni tra le pi elevate al mondo. Difficilmente si risolvono questi problemi tagliando i viveri alla "truppa", ossia ai Comuni e aggiungendo nuove tasse alla popolazione. I miseri incentivi del governo per l'occupazione, entrando nelle ininfluenti riforme del governo Letta, non tengono conto minimamente del fatto che le imprese devono avere la certezza di poter investire pagando tasse che non siano esorbitanti; poco o nulla servono le misure estemporanee di qualche agevolazione fiscale a termine. La riforma deve essere "strutturale", alleggerendo la pressione fiscale che non deve superare complessivamente il 30% dei ricavi. Oggi, purtroppo, ci stiamo incanalando in un disastro senza precedenti e annunciato da tempo. I nostri politici che siedono al Parlamento e al Governo sono presi da temi che appaiono ridicoli e fuorvianti nei confronti dei gravissimi problemi che ci attanagliano, anzi, si fa di tutto per aumentarli. Lo scenario che ci aspetta, riprendendo gli esempi "scolastici" dell'America, quello del recente fallimento della citt di Detroit, un tempo una delle citt pi prosperose e sviluppate con una industria dei motori tra le pi importanti al mondo. La decadenza inizi con una forte politica sindacale negli anni dello sviluppo che port progressivamente ad una crescente difficolt a gestire il lavoro, con costi burocratici sempre pi importanti tanto da rendere sempre meno competitiva ed efficace la produzione. Ci ha incrementato la disoccupazione e la criminalit. I servizi sociali hanno iniziato a "scoppiare" nel cercare di garantire i servizi e ad assistere i pi poveri con costi aggiuntivi per la pubblica amministrazione comunale. Il colpo di grazia per Detroit lo si avuto quando la popolazione bianca dovuta andar via sul finire degli anni 70, portandosi via anche la loro capacit "contributiva" nel pagare le tasse. I sindaci di colore che si sono susseguiti si sono distinti per corruzione e malgoverno e razzismo nei confronti dei bianchi. Detroit oggi devastata con case abbandonate e famiglie disgregate in cui pochi giovani possono contare su un padre e una madre. Quello che un tempo rappresentava un orgoglio americano oggi si rivela l'esatto contrario. Che possa accadere anche qui da noi?

Quattro generazioni al servizio della produzione di vini di alta qualit

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cronaca

(M.M.) Parola di Napoleone, che pronunci questa frase ammirando il panorama delle Langhe (in piemontese la parola langa indica proprio la collina) dalla torre campanaria di Mondov. E questa frase di sicuro la sottoscrivono tutti i gitanti della comitiva Auser del Basso Feltrino, che hanno attraversato il territorio piemontese da Cherasco ad Alba, da Barolo a Mondov fino a Vicoforte, ai primi di Settembre, saziandosi gli occhi di un panorama incredibile, ricco di ordinata

Noi qui siamo nel pi bel paese del mondo

vegetazione, colline di noccioleti, vallate ricoperte da vitigni ormai pronti per la vendemmia, in cui non esisteva spazio non coltivato e curato con un ordine al limite della perfezione. E stata davvero unemozione forte attraversare questo territorio e intravedere, attraverso le parole della guida, la ricchezza storica di queste terre, di queste popolazioni. Le visite alle citt sono state una continua scoperta e le soste per pranzare unaltrettanta occasione per conoscere, attraverso i gustosi men, le usanze locali. Le soste al Museo del Vino e alla cantina Cascina Rossa sono state, infine, momento di confronto tra i nostri metodi di produzione del vino e quello dei grandi vini piemontesi, fra la nostra tradizione contadina e quella piemontese. Tre giorni soltanto durata lescursione, ma stata piena di soddisfazioni, agevolati dalla composizione limitata della compagnia, sempre compatta, e dalla solita ottima organizzazione del Circolo Auser Al Caminetto. Gli appassionati di storia, i golosi, i semplici curiosi, tutti hanno trovato soddisfazione in questa gita che si aggiunge alla collana delle buone idee Auser.

LETTERE AL TORNADO

Ri-cercatori di senso cittadini e volontari tutto lanno Dall8 settembre 2013 al 21 dicembre 2014
Per 18 edizioni consecutive, a partire dallanno 1994, presso la Cooperativa Sociale Arcobaleno 86 in Feltre, abbiamo offerto lannuale appuntamento della Festa del Volontariato Sociale. Ora con CITTADINI E VOLONTARI TUTTO LANNO proponiamo 14 appuntamenti tematici. CANTIERE EDUCATIVO Sul tema RI-CERCATORI DI SENSO partir a fine settembre un CANTIERE DEL FARE EDUCATIVO volto alla preparazione di giovani con attitudine ad assumere ruoli di leader e di impegno, abitanti le proprie realt di riferimento e comunit. TESSI LA TENDA DEL DOMANI: il tuo e quello del mondo Chi desiderasse contribuire allarricchimento di questa mostra, nata e cresciuta con filamenti provenienti gi da 52 Paesi del mondo, pu se crede, magari viaggiando durante il periodo estivo, inviare o portare i fili presi, indipendente dallelenco dei Paesi gi presenti. Fili presenti: Brasile, Ecuador, Stati Uniti dAmerica, Trinidad Tobago, Austria, Scozia, Bulgaria, Italia, Messico, Angola, Etiopia, Israele, Ucraina, Olanda, Palestina, Malta, Bolivia, Kenia, India, Norvegia, Croazia, Slovenia, Germania, Inghilterra, Francia, El Salvador, Afghanistan, Nigeria, Giappone, Citta Del Vaticano, Bangladesh, Vietnam, Marocco, Cina, Ungheria, Peru, Giordania, Zambia, Burkina Faso, Egitto, Congo, Romania, Iran, Danimarca, Svizzera, Bosnia, Nepal,Turchia, Albania, Sud Africa, Spagna, Irlanda Del Nord. Informiamo che il TELAIO NOMADE sta arrivando in Trentino Alto Adige. LUCE, LUCI E LAMPADE DEL MONDO Questo il tema della mostra tematica presepiale a dicembre 2013. Sono attese a illuminare gli oltre 2000 presepi in mostra, bugie, piccole candele, lanterne, porta candele ed altro, di misure contenute e di tutti i materiali possibili. Pure qui invitiamo quanti nei loro luoghi di vita o di turismo, gradiranno collaborare alla mostra, inviandoci una luce per loro significativa. Ringraziamo di cuore le persone ed associazioni che hanno sostenuto le iniziative proposte dalla Comunit in questi anni, e quanti vorranno unirsi con la loro sensibilit e generosit. Cordiali saluti, I ragazzi, i volontari e gli educatori della Comunit
32034 FACEN DI PEDAVENA (BL) Tel. 0439.300180 - Fax 0439.304524 info@comunitavsfrancesco.it www.comunitavsfrancesco.it

Orario Invernale dal 12/09/13 al 07/06/14

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attualit

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LETTERE AL TORNADO

Monte Piana 2013


di Angelo Ceccotto
Come ogni anno, in un clima solare, si svolto il pellegrinaggio sul Monte Piana (a quota 2325 metri) presso la chiesetta votiva dedicata a Maria Santissima della Fiducia. Con la S.Messa celebrata da due cappellani militari si dava corso alla commemorazione dei Caduti. Innanzi ad uninconsistente partecipazione si alternavano le allocuzioni delle autorit. Cos si espressa lassessore comunale di Auronzo, ponendo lattenzione sul fatto che unopportunit e un dovere commemorare i Caduti del M. Piana affinch il loro sacrificio non sia dimenticato dalle nuove generazioni. Pur comprendendo il periodo feriale meraviglia la scarsa presenza che mette in evidenza quanto siano poco sentiti i valori della Memoria. Aggiungeva la scrittrice Antonella Fornari il concetto che i Caduti di ieri sono uguali ai Caduti doggi, cos come i soldati di ieri a quelli di oggi che sono, per spirito di servizio e di dovere, impegnati in missione di Pace nel mondo, perci vada loro la nostra solidariet e il ricordo del loro sacrificio. Io sottolineavo che il sentimento pi profondo nel commemorare il sacrificio di quass deve essere rivolto a tutti i Caduti, dogni nazione e bandiera, poich i soldati erano s di patrie diverse ma di comune sacrificio che non ha confini, dimostrazione ne sia che oggi riposano insieme nei sacrari. Nel far memoria storica aggiungevo che sul M. Piana si avvicendarono tre Brigate di Fanteria con oltre 20.000 Fanti, e che pi di altri perirono su questo Sacro Suolo ma che spesso si fa mutismo della loro storia privilegiando oggi troppa partigianeria. Durante la cerimonia, si dimostrato ancora una volta il vizioso distinguo associativo per un certo copricapo, ritenendo insignificanti gli altri. Cos che, vista la poca delicatezza dimostratami, non ho potuto silenziare il ruolo di rappresentanza che mi competeva, rimarcando con dovuta delicatezza dessere nella circostanza rappresentante nazionale e provinciale dellA.N.F. nonch delegato delle Associazioni doltralpe, in modo particolare degli Ungheresi quando questi non possono essere presenti alle commemorazioni. Se tale ruolo insignificante per qualcuno, non lo per chi riveste responsabilit associative provinciali, nazionali ed estere, la cui rappresentanza non deve essere sottoposta ad alcun condizionamento n a discriminazioni, ancor pi quando si invitati ufficialmente. Gli addetti organizzativi, sorpresi dallinaspettata precisazione pubblica, lhanno accettata con fiato ritratto incassando amaramente losservazione, per poi scusarsi del disguido. Spiace la franchezza, ma non si pu coinvolgere le persone nelllusa e getta, privilegiando una sola appartenenza associativa...

libri

Tratto dalla Rivista LALPINO - nr. 6-2013

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musei

Trento: inaugurato il museo delle scienze


Il museo disegnato da Renzo Piano, ospita scheletri dei dinosauri e quello di una balenottera comune, la sfera della Noaa, gli animali tassidermizzati sospesi nel grande vuoto al centro delledificio, il labirinto della biodiversit e il ghiacciaio.
Tra gli allestimenti spiccano gli oltre 450 gli animali, oltre alle tantissime esposizioni dedicate a temi quali: clima, educazione ambientale, futuro sostenibile, societ, natura, green economy, paesaggio e innovazione. La sfera interattiva della Noaa, che mostra immagini animate di tempeste atmosferiche, conseguenze di cambiamenti climatici, movimenti dei continenti aggiornate con uno scarto temporale di pochi giorni. Al piano -1 ci sono gli scheletri che popoleranno la galleria dei dinosauri e quello di una balenottera trascinata al porto di Livorno da una nave. Si popolato anche il Big Void, che attraversa verticalmente e

centralmente i piani espositivi, nel quale grazie a un inusuale concetto espositivo, sono sospesi animali tassidermizzati e scheletri di specie ora estinte. Al 3 piano nel labirinto della biodiversit il visitatore potr provare lesperienza di scendere un sentiero di montagna, attraversando 26 ambienti diversi, per scoprire la fauna e la flora anche attraverso lascolto suoni e dei canti della natura. Al 4 piano vi il ponte attrezzato lungo il quale il visitatore potr toccare con mano un fronte glaciale ricostruito con rocce, vegetazione e ghiaccio veri. La Time Machine al 1 piano e il FabLab, una piccola officinalaboratorio aperta al pubblico che offre strumenti per la personal digital fabrication come stampanti 3D, laser cutter, plotter e processori Arduino. Il FabLab sar in rapporto diretto con alcuni spazi analoghi operanti nellambito della rete mondiale dei fabber, unopportunit per chiunque abbia idee da trasformare in progetti concreti. E poi il Maxi Ooh!, lo spazio per la sperimentazione attraverso i sensi dedicato ai bambini da 0 a 5 anni. Un luogo nel quale genitori e figli potranno fare esperienze insieme e scoprire lambiente in modo creativo e inusuale. Infine la serra tropicale montana con cui il MUSE porta a Trento un frammento di foreste dellEastern Arc, una delle pi importanti catene montuose dellAfrica orientale. La serra permetter di toccare con mano uno dei principali hotspot di biodiversit del nostro pianeta, raccontando gli usi tradizionali e il valore medicinale delle specie pi significative. Al suo interno, il visitatore potr ammirare i fiori profumati della Tabernae montana, simili al gelsomino, toccare i fusti del banano selvatico, passeggiare tra le fronde delle felci arboree e scoprire lhabitat naturale delle violette africane. La serra ospiter anche invertebrati e altri animali tra cui anfibi, rettili ed uccelli.

Costo biglietto Intero: 9,00 Costo biglietto Ridotto: 7,00 - I bambini sotto i 14 anni accompagnati non pagano.

Orari di apertura del museo

Il Muse si trova a Trento in Corso del Lavoro e della Scienza 3, vicinissimo al centro cittadino, a soli 10 minuti a piedi dalla Piazza del Duomo.

Da marted a venerd: 10.00 - 18.00 Sabato e festivi: 10.00 - 19.00 Luned: chiuso

http://www.muse.it

ASTERISCO

(M.M.) Curiosa questa istantanea inviataci da Matteo Bollotto, di Quero, che ritrae un bellesemplare di melone coltivato in una fioriera casalinga. A dispetto della collocazione, o forse proprio per la sua particolarit, la piantina si ben sviluppata ed ha dato vita ad un bel frutto, come si pu vedere in foto. Il melone ha anche raggiunto un giusto grado di maturazione, degno del miglior prosciutto!

Il Melone coltivato in casa

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LETTERE AL TORNADO

Lo abbiamo ricevuto in redazione il 12 maggio e, per ragioni di spazio, non siamo riusciti a inserirlo in pagina. Ora rispondiamo alla richiesta avanzata di pubblicazione, segnalando lannosa questione delle antenne a Pianezze, per la quale ancora, pare, non si intravedano soluzioni.

Comunicato stampa del Pd di Valdobbiadene allacciamento elettrico senza fine lavori e collaudo della struttura
Paola Corrado:Incredibile! LAmministrazione Zambon permette lallacciamento ad una struttura illegale e che porta danno al territorio, PERCHE?
Nelle giornate in cui si sta pubblicizzando la possibilit del recupero energetico dai tralci di vite a favore del territorio, si sta svolgendo nei monti di Valdobbiadene la prosecuzione di uno degli scempi pi impattanti che un territorio, che vorrebbe ambire allUNESCO , abbia mai vissuto nelle nostre zone. Lantenna di Pianezze risulta bloccata da ottobre 2008 e allo stato attuale la struttura non solo sprovvista di collaudo ma addirittura di dichiarazione fine lavori e di agibilit. Nonostante ci. in questi giorni lazienda costruttrice, insieme a ENEL e Comune di Valdobbiadene, sta svolgendo lallacciamento alla rete elettrica. Passando, tra laltro, in propriet private che mai hanno concesso il consenso e che mai, oltretutto, sono state avvisate. Paola Corrado, del Gruppo Consiliare Uniti per Valdobbiadene, ancora una volta molto chiara nella vicenda: Da anni la storia della struttura mostra un esempio di cattiva amministrazione e di mala gestione del territorio, il Sindaco Zambon e il suo Vice Dav non hanno mai tentato di trovare una soluzione... anzi! Hanno deciso di siglare un accordo in cui si impegnano a garantire lultimazione dei lavori, nonostante tutti gli altri Enti li abbiano fermati! Cosa c sotto? Doveva esserci un piano comunale per linstallazione degli impianti di trasmissione e per questo sono stati pagati per anni dei professionisti per risolvere il problema delle antenne nelle nostre montagne con quali risultati? Tutti i vecchi impianti sono ancora l, si dato il via ad una nuova super antenna in Barbaria e per la contestata antenna di Pianezze il Comune fa di tutto per driblare i limiti dati dagli enti sovracomunali e dalla giustizia. La vicenda sta proseguendo da diversi anni, lunica cosa certa che un territorio che vuole puntare veramente sul turismo enogastronomico, vendendo prima di tutto la bellezza dei propri paesaggi, necessiterebbe di una politica del territorio decisamente diversa. In questo caso laccordo siglato tra le parti sembra essere poco chiaro, perch un Comune dovrebbe siglare un documento in cui si impegna a portare a termine una struttura ad uso privato ad ampio danno, oltretutto, del proprio bellissimo territorio e dei propri Cittadini? In attesa della risposta della Commissione Europea e delle varie Interrogazioni presentate al Parlamento Europeo, Paola Corrado aggiunge:Penso che a questo punto sia il caso di interpellare nuovamente La Procura della Repubblica, le evidenze sono molte e chiunque abbia sbagliato mi auguro che paghi. Il nostro territorio troppo importante per essere distrutto in questo modo. Qui a fianco e sotto: articoli pubblicati in Internet e sulla stampa locale relativamente alla vicenda

Antenna Pianezze:

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