articolo
N.18 MARZO 2005
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N° 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCA LANCI 418 – 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273
L’analisi del 4-3-1-2, un sistema di gioco che ben si presta ad un calcio offensivo,
esteticamente positivo ed ovviamente produttivo.
Introduzione: il 4-3-1-2.
I l 4-3-1-2 è uno dei sistemi di gioco più utilizzati nel calcio contemporaneo, ed è
particolarmente legato ai successi internazionali delle compagini che l’hanno proposto con
convinzione (negli ultimi anni, Milan e Porto).
Storicamente, il 4-3-1-2 è poi il sistema di gioco che può essere maggiormente
identificabile con il calcio brasiliano, specialmente in riferimento alla relativa
rappresentativa nazionale.
Il 4-3-1-2 può essere visto facilmente come una derivazione del 4-4-2 classico, dove la
differenza fra i due moduli sta nella disposizione del reparto mediano: a rombo il primo, in
linea il secondo.
Nonostante ciò, il 4-3-1-2 può essere più facilmente accostato al 4-3-3, per via della
medesima composizione e dislocazione della prima e seconda linea; la loro diversità è
invece relativa alla differente collocazione tattica del trio avanzato (triangolo con vertice
alto nel 4-3-3, triangolo con vertice basso nel 4-3-1-2).
C’è da evidenziare che il 4-3-1-2 è un modulo che ben si presta ad una sua interpretazione
offensiva, per via della pluralità di soluzioni tattiche che esso mette teoricamente a
disposizione del tecnico.
Inoltre, il 4-3-1-2 consente di esaltare le caratteristiche offensive individuali (specialmente
del metodista e del trequartista, i due punti cardine del sistema) all’interno di un’accurata
e dettagliata organizzazione tattica collettiva.
In fase difensiva invece, l’interpretazione di questo sistema di gioco non è semplice ed
intuitiva come quella del 4-4-2, e il tecnico si trova di fronte ad un bivio: applicazione e
adattamento dei principi della zona al 4-3-1-2 rimasto invariato, trasformazione del
sistema nel 4-4-2 classico (è sufficiente che i quattro componenti del rombo di
centrocampo si dispongano in linea).
Solitamente, chi opta per il 4-3-1-2 lo fa in seguito all’analisi delle caratteristiche del
materiale umano a sua disposizione: avendo rilevato la presenza di un giocatore dotato
delle peculiarità necessarie a giocare sulla trequarti in una posizione strategica per tutta la
squadra, il tecnico individua il 4-3-1-2 fra i diversi moduli che prevedono il trequartista (3-
4-1-2, 4-2-3-1 ecc…) in quanto è quello più conforme ai suoi ideali calcistici e tattici
(solitamente preferisce il 4-4-2 o il 4-3-3), o comunque quello che più si confà alle
caratteristiche della propria intera rosa.
In ogni caso, chi sceglie il 4-3-1-2 dà un forte indizio di amare un calcio propositivo e
spettacolare.
Come detto, il 4-3-1-2 è senz’altro tra i moduli che più si prestano alla proposizione di una
fase di possesso palla varia e politematica.
Se il tecnico riesce ad inserire il trequartista nel progetto tattico di squadra, ottenendo che
ogni suo movimento sia coordinato e funzionale a quello dei compagni, allora il modulo
aumenterà la sua potenziale efficacia e spettacolarità.
Infatti, disporre di un giocatore posto fra le due linee del blocco difensivo avversario, è un
vantaggio tattico non trascurabile, il punto di forza maggiore di tutto il sistema.
Allo stesso modo, il centromediano, posto davanti alla difesa, garantirà ordine e fluidità
relativamente alla costruzione del gioco, per via della sua posizione “in cabina di regia”.
La figura 1 mostra la
disposizione standard della
squadra sul terreno di gioco, con
i relativi movimenti principal-
11 9
mente attuati dai vari
10
componenti: si nota la difesa a
quattro composta da due centrali
8 7 e due laterali, il centrocampo
4 formato dal centromediano
3 2 metodista e le due mezzali ai
6 5 suoi fianchi, e il trequartista a far
da tramite alle spalle della coppia
di punte avanzate.
Fig. 1
Le caratteristiche offensive e i
vantaggi salienti del 4-3-1-2
possono essere individuati nei se-
guenti punti:
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q In generale, il modulo presenta uno scaglionamento perfetto sul terreno di gioco:
com’è evidenziato in figura 2, triangoli e rombi di gioco (fondamentali per una precisa
circolazione di palla inter-reparti) si creano naturalmente per via della dislocazione di
base dei giocatori.
q Il trequartista garantisce
un facile progredire del gioco in
senso verticale verso la porta
altrui, fornendo appoggio ai
C1 mediani e sostegno alle punte,
dialogando con entrambi i
11 9
reparti, che mette appunto in
10 comunicazione.
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q In particolare, le mezzali devono caratterizzarsi per un’enorme dinamicità, con
movimenti indirizzati sia verso l’area di rigore (inserimenti in zona tiro sopra o sotto la
retroguardia rivale) sia verso le fasce, in stretta collaborazione coi difensori laterali.
q Il triangolo offensivo trequartista-punte consente un’ottimale sincronizzazione dei
movimenti dei suoi componenti, creando i presupposti per attacchi a sfondamento
centrale
q In generale, il modulo si presta ad un orientamento verticale del gioco, più che ad
attacchi a sviluppo esterno basati su un eccessivo possesso di palla orizzontale.
Questo per via dell’assenza di due ali alte e larghe, e della presenza di un numero
elevato di giocatori in posizione centrale (primo fra tutti il trequartista, che catalizza su
di sé la manovra costruita dalla retrovie).
q La tecnica di rifinitura per eccellenza in un 4-3-1-2 sarà dunque il filtrante del
trequartista per i tagli ad entrare delle punte.
q Per supplire alla succitata difficoltà a portare attacchi finalizzati al cross dalle
fasce, è richiesto un comportamento altamente propulsivo dei terzini, un dinamismo
delle mezzali che deve comprendere anche tagli ad uscire in deviazione verso le linee
laterali, ed alternativi movimenti ad allargare anche da parte dei componenti del
terzetto avanzato.
www.allenatore.net 4
Comunque, ogni tecnico fornirà la propria personale interpretazione del 4-3-1-2, in base al
proprio credo ed agli uomini di cui usufruisce: si può avere un 4-3-1-2 dove la ricerca della
verticalizzazione e della profondità è più o meno esasperata, così come un 4-3-1-2 dove si
programmano con maggior o minor cura le soluzioni per lo sfondamento laterale, ed infine
si può concedere più o meno libertà di movimento e di scelta al trequartista.
Allo stesso modo, starà alle caratteristiche dei singoli interpreti sancire l’effettiva
conformazione del modulo sul terreno di gioco, che perseguirà specifici sviluppi offensivi.
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razionalizzare l’azione negli ultimi 30 metri, in zone ad alta densità difensiva; dinamicità e
senso del movimento lungo tutto il fronte d’attacco; alta velocità d’esecuzione e di corsa,
buona resistenza allo sforzo (è sempre nel vivo del gioco); creatività, fantasia nel “vedere”
anche le giocate più originali e determinanti nella sotto-fase di rifinitura, carisma.
PUNTE: eccellente capacità di concludere proficuamente l’azione nel più ampio ventaglio
di modi e situazioni possibili; abilità nell’eseguire assist per i compagni (soprattutto tramite
sponda) e propensione alla partecipazione alla manovra; elevato senso dello smarcamento
senza palla, abilità nel creare spazi di ricezione per sé stessi e per i compagni; resistenza
allo scatto, velocità (soprattutto al momento dell’accelerazione iniziale) e discrete doti
acrobatiche (l’ideale è che entrambe le punte abbiano caratteristiche universali); capacità
di vedere la porta, di seguire sino al punto giusto il proprio istinto (razionalizzandolo se
possibile), “senso del goal”, astuzia, opportunismo e caparbietà.
COSTRUZIONE ELABORATA
La costruzione elaborata palla a terra tramite passaggi corti e medio -corti è da attuarsi
qualora la squadra rivale si presenti disposta in maniera da coprire al meglio i propri spazi
difensivi, imponendoci quindi di sviluppare con razionalità il gioco.
Nell’ambito della costruzione elaborata, possiamo distinguere un “possesso di palla
semplice” da uno “complesso”.
Nel primo caso, l’obiettivo è quello di far avanzare la squadra nella metà campo altrui
attraverso una circolazione prevalentemente orizzontale (cambi di gioco) fra i tre reparti
che la compongono: di conseguenza, i giocatori non effettuano movimenti tali da variare
in maniera significativa la disposizione di base in campo.
Nel secondo caso, l’obiettivo è quello di perseguire una precisa tematica di gioco (attacco
centrale, laterale, alla profondità o al lato debole della difesa rivale) attraverso l’attuazione
di schemi complessi fra sottogruppi di giocatori divisi in senso verticale.
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Nella figura 3 si nota la suddivisione dei vari elementi in “catene” o “blocchi”, che si
compongono a loro volta di coppie e terne di giocatori: di conseguenza, i giocatori
effettuano movimenti rilevanti tali da variare lo schieramento standard del modulo; l’ideale
è far interamente salire la squadra nella metà campo altrui attraverso il possesso di palla
semplice, per poi tentare lo sfondamento (che culmina ovviamente nella rifinitura
dell’azione) attraverso schemi di gioco facenti capo al “possesso di palla complesso”.
Vediamo ora come si espleta la
circolazione di palla, finalizzata al
cambio gioco e all’avanzamento
della manovra verso la porta da
C1 attaccare, superando il filtro
centrale del rivale e il suo
11 9 eventuale tentativo di portare un
10 pressing alto ai danni dei nostri
Catena laterale sinistra Catena laterale destra
difensori, o comunque ad
7
8 Catena centrale “installarci” nella metà campo
3 4 2 rivale, da dove eseguire schemi
complessi che ci portino sino alla
6 5 rifinitura e quindi alla finalizza-
zione del gioco.
Fig. 3 Per quanto concerne il semplice
scivolamento di palla da una
corsia all’altra del campo,
importante è la disposizione a
semicerchio (o a mezzaluna) del
reparto difensivo, coi terzini che
danno possibilità di avanzamento
C1
(ciò è importante, dato che non ci
11 9 sono altri giocatori in profondità
sulle fasce) tramite il loro
10
7
appoggio diagonale ai centrali,
8
che si devono altresì coprire a
4
2 vicenda.
3
6 5
In figura 4 è invece
rappresentata la circolazione di
palla fra i difensori e i tre mediani
Fig. 4 in loro appoggio, i quali possono
in qualsiasi momento ricevere
ruotando verso la porta rivale (invece che scaricare nuovamente palla al difensore a
sostegno seguente a quello da cui si è ricevuta la sfera), sancendo così il definitivo
passaggio della gestione della sfera al reparto di centrocampo stesso (l’ideale è che ciò
avvenga poco oltre la linea di metà campo); l’apporto ai difensori protagonisti del
possesso palla può essere allargato anche ai tre giocatori avanzati, soprattutto in
riferimento ai terzini; vediamo, nell’esempio in figura 5 a pagina successiva, che è la
punta corrispondente ad allargarsi per dare profondità in fascia al possessore di palla
arretrato, creando triangoli e rombi di gioco che possono consentire l’immediato passaggio
della sfera in zona rifinitura o comunque il successivo scarico ai mediani, il che provoca
comunque il progredire verticale della manovra;nel caso si verificassero i presupposti, i
www.allenatore.net 7
difensori possono mettere palla direttamente alle spalle dei difensori rivali, azionando
l’attaccante che si propone in profondità.
Una volta che viene sancito il
definitivo passaggio della sfera al
reparto mediano, questo deve
proporsi l’obiettivo di spostarla in
C1 zona rifinitura, ovviamente negli
11 spazi e nei tempi corretti.
9
10 La gestione di palla a centrocampo
deve avvalersi di nuovo della
8
7 partecipazione diretta dei laterali
difensivi, che a turno si sganciano ai
4 2
3
lati della propria mezzala (in figura
6
6, si noti che i terzini si alzano sin
5
oltre la linea della palla, in modo da
Fig. 5 dare anche profondità al gioco, oltre
che ampiezza).
Le mezzali devono sempre rimanere
più avanzate rispetto al regista (mai
eseguire passaggi laterali paralleli
alla linea di metà campo, ma sempre
C1 in diagonale), mentre quest’ultimo
deve avere la possibilità di aprire
11 9
direttamente a favore dei due
10 terzini, che per l’occasione devono
3
8 2 collocarsi a lui allineati.
7
4 Ovviamente, lo scorrimento di palla
a centrocampo deve avvalersi
5
6 dell’appoggio costante dei tre
giocatori avanzati, in particolar modo
Fig. 6 il trequartista (non ci si dimentichi
mai che egli è, almeno teoricamente,
il vertice avanzato del rombo
mediano).
Anche punte e mezzapunta devono
quindi preoccuparsi di proporsi a
C1 terzini, mezzali e regista in modo da
11 9 consentire loro di avere più soluzioni
per la trasmissione della sfera: il 4-
10
3 3-1-2 agevola ciò, dato che mediani
2
8
4 7 e attaccanti sono posti in modo da
formare tra loro importanti rombi e
5 triangoli di gioco, che consentano al
6
gioco stesso di progredire
fluidamente.
Fig. 7 In figura 7 è mostrato appunto il
tiipico apporto che il trio d’attacco
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fornisce agevolmente al reparto mediano (composto alternativamente dai difensori
esterni): anche in questo caso, in qualsiasi momento una punta o il trequartista può rice-
vere ruotando di 90° verso la porta
rivale, sancendo il transito della
sfera in zona rifinitura.
L’ideale è mettere il trequartista
nelle condizioni di giocare l’assist
DC1
B
11 D
9 fronte alla porta rivale al di sotto
10 C B della loro retroguardia: ciò può
8 C 7 A avvenire tramite verticalizzazione
4 A 2 diretta da parte di un compagno
3 arretrato, oppure tramite scarico di
5 un punta primariamente venuta
6
incontro (figura 8).
Comunque, se vi sono i presupposti,
Fig. 8 uno o più attaccanti possono
chiamare immediatamente la
profondità, invitando i mediani in
possesso palla a servirli alle spalle
della difesa altrui.
E Nonostante si stia manovrando
3
C1 E mantenendo le posizioni di base del
C
D 11
9 modulo di gioco, il passaggio della
A
D C 10 sfera in zona rifinitura può avvenire
8 B A 7 anche attraverso il semplice
B sganciamento laterale di terzino o
4 2
mezzala, che ricevono quindi palla
6 5 sotto o addirittura sopra il difensore
esterno altrui (figura 9).
Quando la palla si trova in zona
Fig. 9 rifinitura (col trequartista o una
punta in possesso di palla fronte alla
difesa rivale, oppure col terzino o la
mezzala che si trovano a tu per tu
col difensore esterno avversario o
direttamente in zona cross), occorre
C1 imprimere una svolta decisiva
11 9 all’azione, attraverso movimenti
coordinati e decisivi da parte degli
8 10 7 appoggi senza palla, che consentano
di superare l’opposizione della
3 4 2 retroguardia altrui.
6 5 La situazione tipica di rifinitura del
4-3-1-2 è ovviamente il filtrante del
trequartista per i tagli combinati
Fig.10 delle punte (figura 10).
In generale, i flussi di gioco del
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4-3-1-2 sono strettamente incentrati su regista e trequartista, verso i quali transita gran
parte della manovra.
L’attuazione di schemi complessi che prevedono la stretta collaborazione fra coppie (ad es.
terzino e mezzala corrispondente), terne (ad es. trequartista-punte) e catene di giocatori,
deve realizzarsi in linea di massima qualora si abbia avuto successo nell’uscita
dall’eventuale pressing alto rivale, riuscendo a guadagnare spazio sino a portare l’intera
squadra, in maniera compatta ed insieme alla sfera, nella metà campo d’attacco.
Gli schemi complessi che perseguono una ben definita tematica prioritaria di gioco (attacco
laterale, centrale o alla profondità o al lato debole della difesa rivale) permettono di aprire
e quindi aggredire con estrema facilità spazi utili per la rifinitura all’interno del dispositivo
difensivo avversario, soprattutto attraverso la creazione di situazioni di superiorità
numerica in ristrette porzioni di campo.
In particolare, gli appoggi del portatore di palla devono coordinare le loro scelte di
movimento seconda una “reazione a catena”.
Il criterio che regola la consequenzialità degli spostamenti senza palla è quella della
vicinanza al portatore stesso: il più vicino sceglie come muoversi per primo (rispettando la
tematica di gioco da portare avanti e soprattutto le caratteristiche del contesto tattico), gli
altri adeguano i loro movimenti di conseguenza sino all’ultimo giocatore posto sul lato
debole del campo.
Chiaramente, così operando si vengono a creare delle collaborazioni privilegiate fra coppie
e terne di giocatori: ad esempio, per il terzino in possesso di palla il punto di riferimento
primario sarà la mezzala corrispondente, e con loro dovrà interagire strettamente il
centromediano (terna esterno difensivo-mediano-metodista).
Con palla laterale, l’opportuno è che i giocatori propongono soluzioni collettive per il
raggiungimento di una zona adatta per il cross, mentre con palla centrale occorre
muoversi in modo da perseguire attacchi per vie interne che portino poi alla rifinitura
tramite sponda, combinazione o taglio.
Allo stesso modo, si può sempre dare il via ad un nuovo cambio di gioco per poi tentare un
nuovo tentativo deciso d’attacco sul lato debole del campo, o comunque in zone a minore
densità difensiva rivale.
Per ognuno dei sei ruoli componenti il modulo che possono trovarsi in possesso di palla
(difensore centrale, difensore laterale, centromediano, mezzala, trequartista, punta) è
bene dotare la squadra del più alto numero di giocate collettive possibili, incentivando
addirittura alla creazione ex novo di schemi che si caratterizzano sempre per il rispetto dei
dettami e dei principi di gioco richiesti.
www.allenatore.net 10
In un 4-3-1-2 però, i due punti di riferimento principali per la costruzione del gioco, ai
quali proporre soluzioni complesse per giungere allo sfondamento centrale o laterale, sono
il regista e il terzino (figura 11).
C1 C1 D
11 C 9
11 9
A
10
10 B
8 C A 7 A
8 7
B
B
4 2
4 3
3 2
6 5
6 5
Fig.11 Fig.12
C1 C1
B C
7 A
11 9 A 11 A 9
A 10 B
10 A
8 8 B 7
A A
A A
4 2 4
3 3 2
6 5 6 5
Fig.13 Fig.14
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16 (movimento di allargamento del trequartista).
Di particolare importanza è la cura
delle soluzioni tattiche da mettere a
disposizione del giocatore che si
trova in posizione laterale alta nei
C1
10
pressi dell’area di rigore rivale
A
11 9 C (tipicamente sarà il terzino o la
A
A B A
mezzala).
8 A 7
B
Egli deve avere: un sicuro appoggio
3 2 cui verticalizzare palla ed
4 eventualmente combinare;
6 5 un’ulteriore possibilità di spostare
palla in zona cross nei pressi della
linea di fondo campo; l’event uale
Fig.16 possibilità di giocare direttamente
palla in area per il taglio di uno o più
attaccanti; una soluzione di scarico.
Inoltre, i giocatori oltre la linea della
palla devono garantirsi la possibilità
di spostare l’azione sul lato debole,
C1
11 9 attaccando alle spalle l’ultimo uomo
2 della diagonale difensiva rivale.
10
8 7 In figura 17 è rappresentata una
3
4 situazione riassuntiva di quanto
5 detto: il terzino in possesso di palla
6
ha la possibilità di appoggiarla alla
punta corta venuto incontro, di
servire in profondità lungo la fascia
Fig.17 la mezzala in sovrapposizione, di
crossare immediatamente per la
punta lunga, di cambiare gioco a
favore del trequartista (che poi
azionerà la mezzala opposta in
8 9 11 7 attacco del lato debole), oppure di
C1 10 scaricare con sicurezza a favore del
3 4 metodista.
2
Chiaramente, la disposizione in area
di rigore in occasione di traversone
5 dal fondo sarà caratterizzata
6
dall’intuitivo triangolo di ricezione
punte-trequartista, oltre al metodista
che si propone per la conclusione dal
limite e dalla mezzala opposta che si
Fig.18 inserisce sul lato lungo dell’area
stessa (figura 18).
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COSTRUZIONE IMMEDIATA
La costruzione immediata, tipicamente basata sul lancio lungo a favore delle punte a
saltare il centrocampo, è da attuarsi qualora il possessore di palla sia messo sotto
pressione in maniera tale da essere costretto ad “alleggerire”, oppure qualora la
retroguardia rivale sia mal posizionata e i nostri attaccanti siano palesemente smarcati e in
posizione favorevole a ricevere subito palla.
In quelle situazioni in cui si è obbligati o incentivati a giocar palla lunga, il 4-3-1-2 mette a
disposizione un’alta possibilità di soluzioni per la ricezione del lancio, basate sul
movimento combinato dei tre giocatori avanzati.
L’esecutore tipico del lancio sarà il regista oppure il difensore centrale con maggiori abilità
tecniche nella trasmissione sul lungo.
Il ricettore prestabilito del lancio dovrà invece essere la prima punta, ossia il giocatore
avanzato più dotato nella realizzazione di sponde aeree.
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Infatti è tipico che al momento della riconquista ci si trovi obbligati ad alleggerirsi
dall’immediato tentativo di pressing rivale, per poi conquistare attivamente il rimbalzo
conseguente al lancio nella metà campo rivale, nella quale proporre le giocate corali
prestabilite.
CONTROPIEDE MANOVRATO
Al momento della post-conquista, orientare la transizione positiva all’immediato
ribaltamento palla a terra del gioco, è opportuno nel caso l’avversario si faccia trovare mal
dislocato nelle sue posizioni difensive, con la nostra squadra nelle condizioni invece di
colpirlo immediatamente in verticale.
La ripartenza collettiva rasoterra è in generale preferibile al ribaltamento del gioco in
questo contesto tattico, per via della maggior razionalità, continuità e produttività che
questa opzione garantisce.
Si può affermare che uno dei punti di forza principali del 4-3-1-2 (se non addirittura il
maggiore) risiede proprio nell’estrema agevolezza nello sviluppare contrattacchi lineari e
ben strutturati in tutti gli aspetti esecutivi.
Infatti, la presenza del trequartista alle spalle delle punte, permette di avere un costante e
preciso punto di riferimento su cui indirizzare la palla appena recuperata: egli rifinirà poi
l’azione per i tagli in profondità delle punte finalizzati ad attaccare gli ampi spazi alle spalle
della retroguardia altrui (figura 21).
Inoltre, regista e mezzali sono
dislocati in maniera tale da
convogliare celermente e con
sicurezza la sfera al trequartista, per
via appunto del loro perfetto
scaglionamento in campo.
In particolare, la facile
verticalizzazione del regista a favore
11 9 del trequartista esemplifica la stretta
7
collaborazione offensiva fra questi
8 10
4 elementi cardine del modulo.
5
3 6 2 E’ soprattutto importante che il
Fig.21
regista si proponga in zona luce ai
difensori che recuperano palla,
orientando il controllo in maniera da
servire poi il rifinitore tra le linee rivali.
Il 4-3-1-2 si presta per la proposizione di contrattacchi ad orientamento prettamente
verticale (proprio per via dell’asse privilegiato regista-trequartista-punte), ma è possibile
altresì sviluppare ripartenze caratterizzate anche da spostamenti orizzontali dell’azione
(soprattutto inizialmente, al fine di consolidare l’avvenuto possesso, e in sede di rifinitura,
in funzione di attacco al lato cieco della difesa rivale).
Chiaramente, nel caso di ripartenze corte occorrerà verticalizzare immediatamente a
favore di trequartista e punte, mentre in caso di contropiedi lunghi è spesso opportuno
provvedere inizialmente al consolidamento della palla conquistata, facendola scorrere
verso il lato debole del campo prima di colpire in verticale.
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Rifinitura e finalizzazione del gioco.
Dopo aver trattato le varie modalità di costruzione del gioco attraverso il 4-3-1-2, è il
momento di riassumere brevemente quali saranno le conseguenti possibilità di rifinitura e
quindi di finalizzazione.
In un 4-3-1-2, le modalità tipiche di rifinitura della manovra saranno le seguenti:
q Filtrante del trequartista per il taglio di una o entrambe le punte.
q Filtrante del trequartista per il taglio della mezzala sul lato debole.
q Filtrante di una punta a favore dell’altra in taglio.
q Sponda di una punta a favore dell’altra o del trequartista (a sostegno o in
inserimento).
q Sponda di una punta per l’inserimento di una mezzala.
q Sponda chiusa di una punta o del trequartista a favore del regista che si inserisce “a
rimorchio” .
q Combinazione fra le due punte.
q Combinazione fra il trequartista e una punta.
q Combinazione fra la mezzala e la punta corrispondente.
q Sovrapposizione centrale del trequartista ad una punta.
q Sovrapposizione centrale di una mezzala alla punta corrispondente.
q Cross in area da parte di un terzino o di una mezzala.
q Cross in area da parte del trequartista o di una punta in seguito a taglio ad uscire (si
ricorda che i movimenti in allargamento di punte e trequartista sono incentivati nel
4-3-1-2, data l’assenza di elementi fissi che diano costante ampiezza e profondità sugli
out).
q Dribbling negli ultimi 20 metri da parte di trequartista o punte.
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Gli sviluppi offensivi in relazione al sistema di gioco da affrontare.
5 6
4-4-2 > 4-3-1-2
2 3
3 11
B 10
9 2 E’ il sistema destinato a soffrire
C
4
A
8
C maggiormente contro il 4-3-1-2, per via
7
8
A
7 10 dell’assenza di elementi naturalmente a
4 presidio delle zone dove operano le
9 6
5
11 nostre principali fonti di gioco
(centromediano e trequartista); di
conseguenza dovremo proporre con
Fig.22 insistenza attacchi per vie interne
finalizzati a servire il trequartista nella
zona neutra fra le linee rivali, il quale poi si giocherà assieme alle punte il favorevolissimo
3 contro 2 nei confronti dei difensori centrali altrui (in figura 22, si noti che i due terzini
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salgono al fine di tenere impegnati ai fianchi i laterali difensivi avversari, impedendo loro di
supportare in copertura i centrali).
Gli attacchi laterali sono invece disincentivati (2 contro 1 su ciascuna fascia a favore dei
rivali).
Ancora una volta, la scarsa attitudine delle loro ali a prestare sussidio laterale ai mediani,
ci impone di perseguire con determinazione manovre ad aggiramento sulle fasce
finalizzate alla rifinitura tramite cross, sempre applicando schemi che puntino a mettere in
inferiorità numerica il terzino avversario (se però così facendo si liberano spazi
internamente alla difesa rivale, non bisogna indugiare a spostarvi l’azione).
Quindi, occorre puntare sempre con decisione sullo spostare la sfera in zona rifinitura a
favore del trequartista, attraverso schemi che prevedono la sua ricezione fronte alla porta
e il susseguente sfruttamento del 3 contro 2 nei confronti dei difensori centrali altrui.
Rispetto al 4-4-2 però, contro un 4-2-3-1 bisogna essere più propensi ad allargare l’azione
sugli out e a proporre soluzioni per lo sfondamento laterale, per via della probabile
chiusura degli spazi interni e del non continuativo apporto difensivo che le due ali rivali
garantiscono agli interni di centrocampo.
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3-4-3 > 4-3-1-2
Questo è un altro modulo contro il quale potremo sviluppare con una certa agevolezza le
nostre molteplici soluzioni offensive.
Infatti, sia metodista che
trequartista appaiano privi di
opposizione diretta, e le lacune
insite nella difesa a tre ci permetterà
B
2 6 5
11 B A
9 di sviluppare sia attacchi centrali che
7
10 A laterali a seconda di come si
4 8
8 7 3 comporta in risposta il rivale.
4
11 2 Infatti, l’impossibilità dei tre
difensori di coprire l’intera ampiezza
3 10
6 9 5
del nostro fronte offensivo, ci
suggerisce di impostare schemi in
cui le punte e il trequartista
Fig.24
divergano inizialmente verso le
fasce: se i tre difensori rimangono
stretti, arriveremo alla rifinitura late-
rale, se invece ne otteniamo la dilatazione, sposteremo con prontezza l’azione verso
l’interno del campo (figura 24).
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A prescindere dalle caratteristiche tattiche del rivale da affrontare e delle peculiarità degli
interpreti, l’importante è sviluppare una fase offensiva estremamente veloce, dinamica e
varia, che sfrutti alternativamente tutto il ventaglio di soluzioni d’attacco disponibili,
soprattutto in relazione alle tematiche di gioco e alle tecniche di rifinitura (compatibilmente
alle caratteristiche del contesto tattico che si deve affrontare di volta in volta).
Il 4-3-1-2 deve allora diventare la base di partenza su cui costruire azioni caratterizzate
dal movimento armonico e coordinato di tutti gli elementi in campo, dove l’organizzazione
tecnico-tattica del gioco sia massimale e tale da esaltare le qualità di ogni singolo
individuo.
Il 4-3-1-2 è infatti un sistema di gioco che ben si presta ad un calcio offensivo,
esteticamente positivo ed ovviamente produttivo, dato che gli schemi attuabili non sono
mai fini a sé stessi ma finalizzati sempre alla violazione della porta avversaria.♦
LUCA PRESTIGIACOMO
Autore del libro “Strategia e tattica di gara”
Coautore del libro “Modulo 4-4-2”
Coautore del libro “Analisi tattica Champions League 2002/2003”
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