Anno XL
10.05.2018
Numero
703
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO
Ricariche telefoniche
( odrabmoL ammoS In
id quel
leuq di
nI Somma Lombardo (Varese)
las eTrasferta
hc inroigde
5 I””Ie5dgiorni
atrefsche
arT salvarono l’Italia”
soP laD oidualC id enoizalanges segnalazione di Claudio Dal Pos
enoizartsinSabato
immA a14
lledaprile
e amsumoinvito
S id indel
iplAgruppo
oppurgAlpini
led odi
tivSomma
ni us elirepadella
41 oAmministrazione
tabaS Comunale in occasione della ricorrenza
,onavaromdel
emcentenario
moc orol eh della
cna grande
ehc ,81‘guerra
-51‘ arr‘15-‘18,
eug ednche
arg anche
alled oiloro
ranecommemoravano,
tnec led una delegazione querese composta da:
aiP allaD onairoD Doriano Dalla Piazza, regista, Germano Susanetto, aiuto
S otreboR ,atsiger regista, Roberto Sudiero, fotografo, Claudio Dal Pos, per il
oigreS ,oiranetnec centenario, Sergio Faccinetto, per il gruppo Alpini, si è re-
oL ammoS a atac cata a Somma Lombardo.
rabmoL ammoS A A Somma Lombardo siamo stati ricevuti con cordialità nel-
lacol led edes al la sede del locale gruppo Alpini e specialmente con la
oc id enoizommoc commozione di concittadini “queresi“ colà residenti.
lanif enoizo
cumentario
mmoc elibaseguito
cnammini’l nassoluto
oc oiznesilenzio
lis otuloscon
sa nl’immancabile
i otiuges oiratcommozione
nemuc finale. Gli interventi del Sindaco, del capo
redevirrA“gruppo
:allitsopalpini,
anu ndiocDoriano
,atares hanno
al osulcconcluso
noc onnala h serata,
onairoDcon id ,iuna oppurg“Arrivederci a Quero“
niplapostilla:
Nelle foto: alcuni momenti dell’incontro,
,ortnocni’lled itnemom inucla :otof elleN
2 ATTUALITÀ
LA CASA NATALE AI FAVERI Nella foto a sinistra, l’abitazione di Fener, ai Faveri, costruita dove, più o meno,
sorgeva la casa natale di Egidio Forcellini, che qui nacque il 26 agosto 1688 e qui morì il 5 aprile 1768. Sulla faccia-
ta è stata apposta una lapide (nella foto a destra) recante la scritta: QUI ERA LA CASA / DOVE NACQUE E MORI’
/ EGIDIO FORCELLINI / CHE COL SUO LESSICO / IMPRESSE / DINANZI AL MONDO / IL PROPRIO NOME /
SIGILLO IMPERITURO DI GLORIA / N. 26.8.1688 M. 6.4.1768 (la data di morte riportata sulla lapide è sbagliata).
L’ORATORIO DI SANTA CECILIA AI FAVERI Adiacente alla casa natale, vi era allora (come vi è ancor oggi)
l’oratorio di Santa Cecilia (nella foto a sinistra), che all’epoca era sotto il giuspatronato della famiglia Forcellini. Ne
fu devota e vigile custode la madre di Egidio ed Egidio stesso durante le ferie estive del ‘53 provvide ad alcuni lavori
di restauro: «Ho riparato i giorni scorsi il tetto affatto rovinoso di questa chiesetta» (come scrisse nella lettera inviata
da Fener al fratello Marco, a Venezia, in data 25 agosto 1753).
LA CHIESA PARROCCHIALE A CAMPO Nella foto a destra, la chiesa di Campo, dove sono custoditi i resti mortali
del “principe dei lessicografi” e alla quale si recavano all’epoca gli abitanti dei Faveri, facendo parte, la borgata, del-
3 ATTUALITÀ
la Parrocchia di Campo (e questo fino al 1920). La piazza dove sorge la chiesa è da tempo intitolata al Forcellini,
così come la via che dai Faveri sale verso Campo.
E proprio a Campo furono ritrovati gli atti di nascita e di morte del Forcellini (e all’interno della chiesa le sue ossa).
Fu Jacopo Bernardi (autore, con Francesco Corradini, di Lettere di Egidio Forcellini al fratello Marco con biografia di
Egidio ed altre aggiunte, Padova, 1876) a raccontare di aver rintracciato gli atti di battesimo e di morte del Forcellini
nell’archivio parrocchiale di Campo S. Ulderico in occasione di una visita fatta il 6 maggio 1850. Tali documenti an-
darono poi distrutti insieme con l’archivio parrocchiale durante l’invasione austriaca degli anni 1917-1918. Nella
stessa circostanza il Bernardi rinvenne anche il sepolcro di Egidio. «Ci recammo - scrive - alla chiesa, e il parroco
ed il cooperatore aiutandoci a smuovere da questo e quel sito alcuni banchi sovrapposti, a sinistra rimpetto l’altar
maggiore apparve la lapide sepolcrale ove l’iscrizione: Sepulchrum Sacerdotum».
Dopo le distruzioni del 1917-1918, il parroco don Angelo Maddalon, riedificata la chiesa, raccolse le poche ossa ri-
maste e le compose piamente in una nuova tomba nel mezzo della navata riproducendo, sopra una lastra a losan-
ga sul pavimento, l’iscrizione fatta precedentemente apporre: HIC REQUIESCIT / AEGIDIUS SACERDOS FOR-
CELLINI / OBIIT ANNO MDCCLXVIII DIE V APRILIS / ANNOS NATUS LXXIX M VIII. Tradotta in italiano: “Qui ripo-
sa Egidio Forcellini, sacerdote. Morì nell’anno 1768, il giorno 5 aprile. Aveva 79 anni e 8 mesi”. L’iscrizione che
possiamo leggere ora, invece, è esattamente quella voluta da Egidio Forcellini (nella foto a sinistra): AEGIDII FOR-
CELLINI BERNARDINI F[ILII] / SEM[INARII] PAT[AVINI] ALUMNI SACERDOTIS ET / λεξιхογράφου / OSSA SUB
HOC LAPIDE EXPECTANT DUM CHRISTUS AB ASTRIS / EXTREMO VENIAT REDDERE IURA DIE / VIXIT AN-
NOS LXXIX / ABIIT AD PLURES / DIES V APRILIS ANNO MDCCLXVIII. Tradotta in italiano: “Sotto questa lapide i
resti mortali di Egidio Forcellini, figlio di Bernardino, sacerdote e lessicografo, aspettano finché Cristo dal cielo non
venga a giudicare nell’ultimo giorno. Visse 79 anni. Passò nel mondo dei più nell’anno 1768, il 5 aprile”.
All’esterno della chiesa, su un lato, campeggia inoltre una lapide con le parole di Niccolò Tommaseo (nella foto a
destra): EGIDIO FORCELLINI / ONORE DEL CLERO E DEL SAPERE ITALIANO / QUI PREGO’ NEGLI ULTIMI
ANNI DELLA PURA SUA VITA / COSPICUO DI SACRA AUTORITA’ / PERCHE’ SENTI’ LA GRANDEZZA / NON
DELLE PROPRIE BENEMERENZE MA DEL DOVERE / FU GRANDE. Cui segue, da parte dei promotori delle ce-
lebrazioni del 1968: Nel 2° centenario dalla morte la patria venerante, che si gloria di conservare in questa chiesa le
sue spoglie mortali. Nella chiesa di Campo, infatti, si celebrò in più occasioni il nostro illustre conterraneo, autore
del Lexicon Totius Latinitatis: il 6 ottobre 1968 (per il secondo centenario della morte), il 28 agosto 1988 (per il terzo
centenario della nascita) e, recentemente, l’8 aprile 2018 (per il 250° dalla morte).
IL MONUMENTO AL TEGORZO E IL BUSTO IN MUNICIPIO All’imbocco del ponte sul Tegorzo fa bella mostra di
sé il monumento a ricordo di Egidio Forcellini (nelle foto nella pagina seguente), inaugurato il 28 settembre 1879 e
della cui costruzione ci siamo occupati diffusamente sul n. 701. E’ una piramide triangolare, realizzata su progetto
dell’ingegner Giovanni Faccinetto e sotto la direzione dell’architetto Sebastiano De Boni. Su una facciata si legge
l’iscrizione in latino redatta dal Corradini: AEGIDIO FORCELLINI / LEXICOGRAPHUM PRINCIPI / MAXIMO PATA-
VINI SEMINARII / ORNAMENTO / HOC MONUMENTUM / QUO LOCI ORTUM SEPULCRUMQUE / HABUIT / AN-
NO AB EJUS MORTE CXI / AD TANTI NOMINIS / GLORIAM INSTAURANDAM / POSITUM EST. Tradotta in italia-
no: “A Egidio Forcellini, principe dei lessicografi, massima gloria del seminario patavino, fu collocato questo monu-
mento nel luogo dove egli ebbe i natali e morì, nell’anno 111° dalla sua morte, per rinnovare la fama di un nome co-
sì grande”. Su un’altra facciata si legge l’iscrizione in italiano redatta dal Bernardi: DOPO UN SECOLO DI SILEN-
ZIO / SU LE OBLIATE CENERI / DI EGIDIO FORCELLINI / PERCHE’ QUI A GLORIA / DE LA SUA TERRA NATA-
LE / E D’ITALIA / FOSSE IL NOME / DEL SOMMO LESSICOGRAFO RIDESTO / UN RICORDO MODESTISSIMO
/ SI ERESSE. Sulla terza facciata, infine, si legge: COL CONCORSO D’ITALIA / PROMOTORI JACOPO BER-
NARDI / FRANCESCO CORRADINI / ANTONIO CARNIELLO / IL XXVIII SETTEMBRE MDCCCLXXIX. Durante la
Grande Guerra, la piramide triangolare eretta in ricordo del Forcellini subì dei danneggiamenti sulle tre facciate; del-
le dodici gradinate originarie, le prime quattro rimasero intatte, ma le restanti otto cedettero. Il monumento fu restau-
rato nel 1921 grazie al contributo dei signori Dalla Favera, Lomboni e Merlo.
4 ATTUALITÀ
Molto più recente, ovviamente, è il busto di Egidio Forcellini che possiamo ammirare all’ingresso del municipio di
Alano (nella foto centrale, tra quelle del monumento). E’ opera dell’artista alanese Elvio Meneghetti, commissionato
dall’Amministrazione Piccolotto in occasione del terzo centenario della nascita del Forcellini. E l’Amministrazione
Piccolotto promosse, dall’11 dicembre 1988 al 1° agosto 1990, anche una serie di interessantissimi appuntamenti -
ad Alano, Padova e Vittorio Veneto - volti a ricordare degnamente il nostro illustre conterraneo. Vi presero parte in-
signi studiosi, scrittori e poeti, italiani e stranieri, secondo un programma formulato da un Comitato scientifico com-
posto dai professori Gerardo Bianco, Francesco Dalla Corte, Massimiliano Pavan ed Emilio Pianezzola., sotto l’Alto
Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio dell’Università di Padova, dell’Accademia Patavina di
Scienze Lettere ed Arti e del Comune di Padova e con l’adesione e la partecipazione del Comitato per la Difesa del-
la Cultura Italiana presieduto da Giuseppe Montalenti, Accademico dei Lincei. I temi trattati durante i vari incontri
furono: “Il latino nella cultura moderna (sec. XVI-XVII)”, “Il latino nella cultura moderna (sec. XVIII-XX)”, “Il latino nel-
la nuova scienza linguistica”, “Il latino nelle scuole e la diffusione delle collane dei classici”, “Evoluzione della lin-
gua”.
Circa un mese fa, infine, l’Amministrazione Bogana ha posto, in prossimità della borgata dei Faveri, il cartello (nella
foto a sinistra) che rimanda alla chiesa di Sant’Ulderico di Campo, dove riposano le spoglie mortali del Forcellini,
come recita anche la lapide che si può ammirare all’interno della chiesa stessa (nella foto a destra) e che è stata
apposta nel 1988 in occasione del terzo centenario della nascita.
Il 25 aprile ad Alano
di Silvio Forcellini
Perché festeggiare oggi il 25 aprile? «Per mille ragioni»,
risponde lo storico Paolo Pezzino, tra i fondatori della
Società italiana per lo studio della storia contemporanea.
«Perché in Italia è nato il primo esperimento di un regime
fascista ed è importante capire come mai. Perché del
fascismo continua a fornirsi spesso, da parte di uomini
politici e dei mass media, un’immagine banalizzante,
edulcorata e falsa. Perché se il fascismo come regime non
potrà ripetersi, alcuni elementi fondamentali della sua
ideologia sono penetrati a fondo nella società italiana, e
continuano ancora oggi ad operare. Perché in realtà il
Paese non ha fatto fino in fondo i conti con il ventennio». E
interpellato sull’interpretazione storiografica più calzante di
questa data, così risponde: «Insieme alla fine della guerra
ricordiamo anche la caduta definitiva del regime - nella
versione della Repubblica Sociale Italiana - e la sconfitta
dell’esercito tedesco in Italia. E celebriamo il sacrificio di
partigiani e militari, resistenti senz’armi, civili inermi trucidati,
perseguitati politici e razziali del regime. Insomma, le tante
Resistenze combattute con o senza armi. E allora è la festa
della svolta decisiva verso la democrazia». Libertà e
democrazia riconquistate per tutti gli italiani, che, in questo
73° anniversario del 25 aprile, sono state festeggiate e
ricordate anche nel Basso Feltrino. Da qualche anno, infatti,
il Comune di Alano di Piave e quello di Quero Vas
organizzano insieme la cerimonia, in collaborazione con le locali associazioni d’arma e di ex combattenti. Questa
volta è toccato ad Alano di Piave l’onore di ospitare la Festa della
Liberazione, iniziata con la Messa nella chiesa parrocchiale del
capoluogo e proseguita con il corteo - con alla testa la Banda Setteville
- diretto in Piazza dei Martiri al Monumento al Partigiano. Qui, sia il
sindaco di Alano Serenella Bogana che l’assessore di Quero Vas
Alberto Coppe hanno “attualizzato” il significato del 25 aprile,
ricordando il sacrificio di chi, in nome del bene comune, ha messo da
parte le diversità di vedute e le differenti ideologie e ha “marciato”
compatto contro il nazi-fascismo. Ben altro - hanno stigmatizzato gli
oratori - lo spettacolo cui assistiamo proprio in queste settimane, con
le attuali forze politiche incapaci di un accordo di governo (e non a
caso si è parlato, nell’occasione, di “teatrino della politica”). Le note
della Banda Setteville, presenza sempre graditissima, hanno allietato
la mattinata, esibizione conclusasi con l’esecuzione di “Bella ciao”. E’ seguito il rinfresco, presso la Casa delle
Associazioni. Nel 2019 il 25 aprile sarà festeggiato nella frazione di Carpen; auguriamoci solo che la partecipazione
sia più nutrita rispetto a quella di quest’anno.
6 LETTERE AL TORNADO
I numeri dell’A.I.R.E.
di Sandro Curto
La rivista “Bellunesi nel Mondo”, mensile edito dall’Associazione Emigranti, nel numero di aprile dedica alcune pa-
gine all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) i cui iscritti in provincia di Belluno, al 31.12.2017, sono
51.301 con un incremento di 1.292 unità rispetto alla stessa data del 2016. Per quanto riguarda la nostra zona,
Alano di Piave, sempre a fine 2017, registra 702 iscritti, con un aumento di 21 unità che porta al 25,19% la percen-
tuale sulla popolazione residente (2.787). Quero Vas, con un incremento di 40 unità, si porta a 598 iscritti pari al
18,94% della popolazione residente (3.158). Numeri importanti ma ben lontani da alcuni Comuni, come Soverzene
(831 iscritti con 381 abitanti) o Arsiè (2.294 iscritti con 2.291 abitanti), dove si supera la popolazione residente. Il
maggior numero di bellunesi iscritti all’A.I.R.E. si trova in Brasile (15.417), seguito dalla Svizzera (11.337) e dalla
Germania (5.210).
SCOPA ALL’ASSO
Partito da Alano con due amici, Denny Pisan voleva vedere l’alba.
Era appeno sceso dall’auto bloccata dalla neve per dare indicazioni.
volante per fare inversione, visto che la strada era bloccata dalla neve. Forse voleva dare una spinta all’auto, forse
è arretrato un passo di troppo, ma resta il fatto che ha perso l’equilibrio e, nonostante quel tratto di strada fosse pro-
tetto da un guard-rail, è precipitato nel canalone, sfracellandosi. Il corpo del 27enne, in attesa del nulla osta della
Procura, è stato portato in cella mortuaria, in attesa di essere riconsegnato ai famigliari che, ieri intorno alle 12,
hanno raggiunto Crespano, dove sono stati informati sulla dinamica della tragedia dai carabinieri.
da “Il Gazzettino” del 26 aprile 2018
costo contenuto; dal lato della sua concretizzazione il progetto sta in ogni caso procedendo bene, a tal punto che
sono già state indicate delle date nelle quali avverrà l’inaugurazione del parco, ovvero nella prima metà di ottobre,
presumibilmente nei giorni 12-13-14 ottobre, nella settimana successiva alla Sagra della Zucca. La cerimonia si svi-
lupperà in due fasi: la prima sul sacrario del Monte Grappa, mentre la seconda al Museo del Piave di Caorera con
benedizione del parco. Saranno inoltre presenti sia autorità italiane che straniere; si parla infatti di due ministri au-
striaci e del nipote di Carlo I d’Asburgo. Diotisalvi Perin commenta così: «Lo spostamento dei reperti che apparte-
nevano al ponte di Fener sono solo il simbolo di un grande progetto che vedrà la nascita di un parco tematico nel
ricordo della Grande Guerra. Per la sua inaugurazione è stata fissata la data di metà ottobre in quella che sarà di
fatto una grande quanto importante cerimonia, alla quale presenzieranno anche autorità austriache, con le quali
siamo in contatto. Vorrei sottolineare che il parco sarà dedicato all’imperatore austro-ungarico Carlo I d’Asburgo,
beatificato in quanto simbolo di pace. All’evento di Caorera sarà presente anche suo nipote».
da “Il Corriere delle Alpi” del 24 aprile 2018
Il sindaco programma la spesa per la videosorveglianza, partendo da scuole, asili e ingressi al paese
La foto di copertina
(M.M.) Scatto del nostro abbonato Tristano Dal Canton, che riprende uno scorcio della frazione Carpen, di Quero Vas.
La fotografia riprende dall’alto alcune case della frazione, con vista sul Piave. Che si tratti di uno scatto estivo lo si ca-
pisce anche dai bagnanti che si vedono quasi al centro della foto, sulla sassosa “spiaggia” in riva al fiume. Un dato
confermato dai metadati: data dell’immagine 13 agosto 2016. Tristano ha usato una Panasonic modello DMC-FZ200,
con tempo otturazione di 1/1300 s. e numero di apertura F=4, Iso = 100.
12 CRONACA
Foto tratte da siti social e fornite dall’estensore dell’articolo
13 CRONACA
cinismo. Ma resta forse una flebile speranza a cui di nuovo ci aggrappiamo per vedere rispettati i diritti fondamentali
di tutti gli individui; resta infatti, come ultima spiaggia, appellarsi ai presidenti di Camera e Senato perché
riconsiderino la decisione della conferenza dei capigruppo di non assegnare il decreto legislativo di riforma del
sistema penitenziario alla Commissione speciale. Presidente Fico, mi rivolgo a lei: si dice che sia di sinistra, che
abbia a cuore gli ultimi. Ebbene, in carcere ci sono gli ultimi tra gli ultimi. Onori, dunque, il Parlamento e la sua
funzione e non consenta che un provvedimento necessario e già approvato non trovi attuazione. Presidente
Casellati, non so come la pensi lei sugli ultimi, ma dimostri che non è vero che per Forza Italia i diritti dei detenuti
sono importanti solo se si tratta di potenti caduti in disgrazia.
E un favore ho da chiederlo anche a voi che leggete: visitate un carcere qualsiasi, cogliete ogni occasione possibile
di contatto con il mondo della detenzione, fatelo per voi stessi, fatelo per i vostri figli, fatelo perché per deliberare
(ma anche più banalmente per scrivere un post) è fondamentale conoscere.
Spett.le Zanolla Bruno Sindaco Comune di Quero Vas
E p.c. Agli organi di informazione
OGGETTO: Lavori a Schievenin
Spett.le Sig. Sindaco, a seguito del sopralluogo eseguito congiuntamente presso il cantiere di realizzazione del
nuovo ponte al Borgo di Schievenin, invio con la presente alcune riflessioni.
Cordialità.
Quero Vas, 28 aprile 2018 Mauro Miuzzi
Lavori a Schievenin
“L’avevamo detto”, e in effetti è così. Quando l’amministrazione ha presentato alla popolazione i lavori oggi in corso a
Schievenin avevamo espresso tutti i nostri dubbi. Il nuovo ponte del borgo”: una posizione infelice che non poteva non
interferire con il monumento da un lato e la fonta-
na dall’altro, i parapetti pieni pericolosi. Questi ul-
timi sono stati modificati, almeno così ci è stato
detto. La posizione del ponte no. I problemi con-
seguenti per monumento e fontana non risolti. Ora
si pensa di spostare entrambi. Il monumento an-
che per ragioni di sicurezza. La fontana perché si
trova direttamente sulla linea di traffico veicolare.
Il monumento verrà spostato di poco, nello spazio
ricavato dalla demolizione della ex sede della pro
loco di Schievenin, possiamo concordare che se
verranno conservate la forma e le citazioni la
memoria sarà conservata e chi ha donato la pro-
pria vita per la nostra libertà sarà ricordato anche
dalle future generazioni. Lo si faccia nel dovuto
modo e con il necessario rispetto. Diversa e più
difficile la soluzione per la fontana. Un manufatto
composto da una vasca con a fianco un lavatoio,
tutto in cemento, risalente agli anni trenta del se-
colo scorso, nello stesso periodo di costruzione
dell’acquedotto dello Schievenin, come ristoro al paese. Potrebbe sembrare anche poca cosa ma invece è una memo-
ria storica altrettanto importante del monumento precedente, questo è anche il suo vero valore. Una fontana a ricordo
della costruzione dell’acquedotto, un lavatoio perché quelli erano i costumi dell’epoca. Non è facile rimuoverla perché
non vi è altro spazio adatto ad ospitarla. Togliere il lavatoio significherebbe snaturarla tipologicamente, altrettanto ad-
dossarla a qualche altro manufatto.
Cosa fare allora?
Da consigliere comunale potrei dire “tenetela dov’è, restauratela perché resti a memoria degli errori progettuali di
un’amministrazione che non ha saputo, peggio sarebbe “voluto”, pensarci prima disinteressandosi completamente del-
la storia della propria comunità. Sarebbe una risposta giustificabile, ma di rabbia. Invece, pensando all’interesse di tutti,
posso solo suggerire di intervenire con un adeguato progetto ora per allora, con due possibili varianti.
La prima, di natura conservativa, ripensando e correggendo in corso d’opera la linea di uscita del ponte verso
la piazza in modo da garantire la permanenza della fontana con un adeguato restauro, coinvolgendo anche il
manufatto che le sta alle spalle.
La seconda, certamente innovativa, ripensando l’intera piazzetta e con essa “la fontana del borgo”, anche con
forme attuali, ma di pregio e valore, interessando inoltre l’attuale struttura dello Schievenin che potrebbe parte-
cipare rinnovando oggi quell’opera di ristoro donata al paese quasi un secolo scorso. Così, come per il monu-
mento, si darebbe valore alla memoria attualizzando la storia di una comunità ed i suoi valori a successivo ri-
cordo per le prossime generazioni.
Entrambe le soluzioni, una volta tradotte in proposte progettuali concrete, andrebbero discusse e valutate con la popo-
lazione di Schievenin ed in particolare del Borgo che poi ne vivrà concretamente le conseguenze. Per quanto riguarda
gli altri lavori, l’ampliamento del prefabbricato dell’area picnic e del cantiere delle ex scuole, questo fermo da ormai
molto tempo, vi sarà ulteriore occasione di analisi.
Mauro Miuzzi
16 LETTERE AL TORNADO
ricoperti di materiale roccioso. In merito, come consigliere nazionale Ass. Naz. del Fante e presidente dell’“Alto
Onore del Grappa”, con delega dei Direttivi, mi attivavo per la loro esumazione, ma da saggia decisione del Gene-
rale C.C. Bruno Scandone, Comandante di “Onor Caduti” di Roma,
da sopralluogo, ci indicava di soprassedere per realistici motivi del
tempo passato, indicando un provvedimento a tutela dell’area di ri-
spetto della zona Forcella V. Da detta iniziativa di chi non sa dimen-
ticare, ne seguiva un finanziamento del Comune di Perugia, Sindaco
Renato Locchi, che avute le concessioni delle istituzioni preposte,
provvedeva alla posa di un cippo alla memoria dei Caduti di quella
galleria e ai Reggimenti. All’inaugurazione abbiamo doverosamente
presenziato testimoniando che il sacrificio dei Fanti fu eroico tra quel-
le impervie creste rocciose, ma giornata mortificante, sulla quale po-
trei scrivere un libro solo per le devianti, assurde e ingiustificate im-
posizioni riservateci dal comando alpino. Era il 2 settembre 2006 a
quota 2.911 m., colti lassù da un cielo azzurro con vista a 360°, gior-
nata splendida e irrepetibile anche per l’eccezionalità di quell’evento, ma annebbiata e irriverente nei nostri confron-
ti, dal momento che ci si voleva emarginare dalla cerimonia relegandoci nelle retrovie della manifestazione perché
17 LETTERE AL TORNADO
Fanti insignificanti o indegni di quel luogo. Ma forti del nostro carattere e della supremazia d’essere pionieri della
storia di lassù, quali degni rappresentanti dell’A.N.F. e dell’A.O.G., al fine dettammo le nostre pressanti condizioni,
accolte con rispettosa riverenza dal Generale della Tridentina presente. Si pensi alla negligenza dei distinti organiz-
zatori in quella memorabile circostanza, presentatisi sprovveduti della corona da porsi nel nuovo monumento. Che
figuraccia il venir meno della corona innanzi alle tante autorità, alla delegazione austriaca e ai rappresentanti delle
Associazioni d’Arma presenti; a coprire tale mancanza, noi con la nostra corona, sempre accorti, il che fa parte del
nostro valore verso i Caduti. Ecco perché non dobbiamo cedere alla sopraffazione o nasconderci dietro alla pre-
sunzione di chi si definisce essere superiore dimostrando da sempre viziata arroganza. Questi sono per me com-
portamenti inaccettabili che combatterò come i nostri Fanti combatterono sulle imperanti rocce dolomitiche. I Fanti
dei Regg.ti 51° Perugia e 52° Spoleto della “Alpi” furono decorati di Medaglia d’Argento al Valor Militare (Fo-
to del Dr. Della Giacoma).
COME ERAVAMO
Cartoline di Fener
a cura di Silvio Forcellini
Anche queste due bellissime foto in bianco e nero fanno parte della col-
lezione privata del nostro abbonato Luciano Mondin (che ringraziamo
nuovamente per avercele prestate per la pubblicazione). Nella cartolina a
sinistra, datata 15 ottobre 1912, la chiesa parrocchiale di Fener; in quella
a destra, più o meno della stessa epoca, uno scorcio della piazza del paese. In fondo alla via si intravvede il capitel-
lo, a quei tempi addossato allo stabile che ora ospita l’ufficio postale. In un secondo momento fu spostato al di là
della strada, dove ora c’è la rotatoria, per poi trovar posto davanti all’ex condominio Sade-Enel, dov’è tuttora.
18 CRONACA
Ciao, Dino!
di Silvio Forcellini
«Dino, quando raggiungi le trenta operazioni, ti dedichiamo
un’intera pagina sul Tornado». Ci scherzavamo, io e Sandro, sui
suoi ormai “leggendari” ricoveri ospedalieri, sui quali Dino era so-
lito ragguagliarci con dovizia di particolari. A trenta, purtroppo,
non ci è arrivato: all’età di 82 anni, un tumore maligno che si era
esteso a polmoni, vertebre e fegato se l’è portato via sabato 14
aprile, a Milano, ricoverato all’hospice dell’Istituto Palazzolo, lon-
tano dalla “sua” Fener (dove però verranno portate le sue cene-
ri). Se ne va, dunque, un altro carissimo amico, un componente
di quell’indimenticabile gruppo di “compagni di merende” che era
solito ritrovarsi in paese all’ora dell’aperitivo e di cui si sente la
mancanza sempre di più: Diego, Piero, Lino, Mario Balzan, Ivo,
Berto, Renato “Busìa”, Aroldo, Aldo, Nino, Toni “Ciano”, Franco
“Tola”, Cesare, e prima ancora Mario Durighello, Angiolino, Re-
nato “Italico”… Dino Taddei - che ereditò dallo zio, grande ap-
passionato di ciclismo, il soprannome di “Binda” - era nato il 9
giugno 1935. Iniziò a lavorare da giovanissimo nella “mitica” offi-
cina di Bepi Franzoia al Tegorzo (e all’epoca non era difficile ve-
derlo sfrecciare - ancora minorenne - a bordo di un’auto per le
strade di Fener). La sua passione per le auto e i motori lo portò
ben presto a Milano, dove trovò lavoro alla Officine Meccaniche
(OM), importante azienda, poi rilevata dalla Fiat, specializzata
nella produzione di veicoli, in particolare di autocarri (tra i quali i famosi OM Leon-
cino e Tigrotto). All’interno della OM, Dino ricoprì per moltissimi anni la mansione di
autista per i dirigenti di primo piano dell’azienda. Risale al periodo milanese anche
il matrimonio con Jole Bellini, celebrato il 25 luglio 1959 e dal quale sono nate due
figlie, Anna e Claudia. Avventuroso il loro viaggio di nozze, in moto attraverso le
Dolomiti, terminato con una rovinosa caduta (a Levada) e con l’immancabile ricove-
ro (a Pederobba): «Che sia iniziata così - scrivevamo nell’articolo dedicato a Dino e
Jole per le loro nozze d’oro - la propensione di Dino per le degenze ospedaliere,
tanto da far dire a qualcuno che il suo reale domicilio non è a Fener, ma…al “San
Raffaele”?» (per tacere di quando, spiritosamente, si presentò in piazza a Fener
con un numero spropositato di sue radiografie per poter assistere in sicurezza a
una eclissi di sole). Raggiunta la meritata pensione, Dino e Jole iniziarono a tra-
scorrere molto più tempo nella loro casa fenerese; la scorsa estate - l’ultima tra-
scorsa dai coniugi Taddei a Fener - eravamo soliti ritrovarci ogni giorno in piazza,
ai tavolini della gelateria, per l’aperitivo di rito. Ci mancherà. Alla moglie Jole, alle
figlie Anna e Claudia e a tutti i familiari le sincere condoglianze della redazione del
Tornado, quindicinale cui teneva molto, dal momento che gli ricordava il suo paese
natìo, e che attendeva con ansia. Ciao Dino, che ti sia lieve la terra… (Nelle foto,
Dino a Sauris, durante la gita del Tornado, e a Calalzo, in visita alla “leggenda” del
basket Dino Meneghin, grande amico della famiglia Taddei).
ASTERISCO
(M.M.) Presenti numerosi alla 37a giornata nazionale del donatore di Sangue, quest’anno ospitata dalla città di Napoli, i
rappresentanti dei Donatori di Sangue Feltrini. Nella foto vediamo una parte del gruppo che si sta preparando a sfilare
lungo le vie della città. Il Basso Feltrino ha partecipato con i capisezione di Alano di Piave, Ornella Carelle, che in foto
regge il cartello “Veneto”, e di Caorera, Marziai, Vas, Annita d’Orazio, che regge lo striscione all’altezza del logo dei
Donatori di Sangue Feltrini. Una bella esperienza quest’anno particolarmente importante per le sfide che attendono i
volontari della donazione di sangue, alle prese con nuove regole che disciplinano il settore del volontariato e con i mu-
tamenti che già sono iniziati nella raccolta, lavorazione e conservazione del sangue. Ai volontari, dunque, si chiede un
ulteriore sforzo per rendere trasparente la loro attività, per riuscire a comunicare il loro impegno e per costruire il terre-
no adatto a formare volontari consapevoli e capaci di trasmettere il proprio entusiasmo per un’attività che deve restare
solidale, gratuita, al passo con gli sviluppi della scienza medica e farmacologica. L’intervento del presidente Fidas si
può consultare sul sito Fidas Feltre (http://www.fidasfeltre.it) e ne consigliamo la lettura per l’ampia analisi svolta dallo
stesso sullo stato della donazione di sangue e, soprattutto, per i scenari futuri che prefigura, imponendo ai volontari
una rimodulazione del proprio impegno. Una sfida che le sezioni dei donatori sapranno di sicuro affrontare e vincere.
Sicurezza in montagna
di Alessandro Bagatella
In considerazione dell’elevato e frequente numero di incidenti che si registrano, mi sento in dovere di suggerire qual-
che consiglio a chi è appassionato della montagna come me, anche se motivi di salute non mi consentono le forze ne-
cessarie per frequentarla ancora. La montagna è bella, ma nasconde tanti pericoli, che qualche volta non sono tenuti
nella debita considerazione.
CRONACA
Pensieri postumi
di Riccardo Zatta
Così sia, se il mondo va avanti storto. Se
qualcuno mi dicesse «ma chi te lo fa fa-
re?», risponderei solamente: «...il fatto che
tu sia così, immagino», perché nella vita ci
deve essere un equilibrio, tra chi vive se-
guendo lo standard comune e chi invece fa
diversamente. Ora, non voglio criticare me
stesso per le mie personalissime scelte.
Anzi, forse sono contento di averle fatte.
Cercare di vivere tra la mia gente, frequen-
tando i posti in cui vivo, credo che sia il
primo passo per tornare a essere “umani” e
non dei surrogati di questa pseudo-società virtuale. Anche online, ho dei principi che seguo e me la sento di critica-
re chi non capisce il contesto, le persone, i rapporti personali, cose che ovviamente non hanno niente a che vedere
con i social network, di cui faccio parte con un gettone di presenza, che va molto di moda attualmente. Guardo
sconsolato, scendendo poco sobrio da una casetta in collina isolata dove la sera prima ho fatto festa con pochi re-
duci del vecchio stile “festa alcolica” e dove ho dormito, fregandomene di dove ho dormito e come. Guardo sconso-
lato un territorio abbandonato, da chi ha cuore per il proprio paese, distratti da un mondo troppo veloce e confusio-
nario, illusi che chiudersi tra quattro muri risolva tutto. Ma siamo animali liberi, dobbiamo toglierci tutte le catene che
ci mettiamo al collo per sembrare consenzienti e assimilati a un mondo fasullo che ci impone dove essere e come.
Ma possiamo anche consolarci, se ci sono due cose eterne, sono il tempo e la terra. Il tempo ci darà ragione o me-
no delle nostre azioni in vita, per cui possiamo anche continuare così, ché tanto saranno i nostri nipoti a giudicare le
nostre azioni. Anche se abbandoniamo tutto per qualcosa che non resterà, facciamolo (ché adesso è di moda). La
terra riconosce la mano di chi la cura, l’uomo vede chi continua a amarla e chi la abbandona. Anche per le case è lo
stesso, chi non ha amore di se stesso lascia abbandonare tutto quello che lo circonda, condizionando chi c’è attor-
no a lui. Insomma, il degrado siamo noi tutti, pure io che perdo tempo a denunciarlo. Ma siamo anche uomini e
donne, liberissimi di fare tutte le scelte che vogliamo, guai se non fosse così. Forse è il messaggio subliminale di
questo tempo, che ci dice che non c’è onore a onorarsi, a festeggiare la vita e a proteggerla, mentre siamo pronti a
tutto per i soldi, ma non sappiamo usarli. Ci stiamo trattando male, dobbiamo imparare a stare meglio, e non è faci-
le. Ma si comincia da poco, cambiare è facile mentre adeguarsi è difficile, per cui dobbiamo pensare a chi ci sarà
dopo di noi, se il tempo ce lo consente.
(nella foto di Riccardo Zatta: Campo, la strada per Mison)
POESIA
(S.C.) Dal nostro abbonato Pino Verri riceviamo e pubblichiamo questa bella poesia dedicata all’amico Angelo
Mora, “anima” del volontariato di Bigolino, organizzatore di eventi, vicesegretario degli alpini, collaboratore della Pro
Loco, cacciatore e presidente del Cenacolo.
Angelo Mora
Co rive in piaza a Bigolin e non so dir da quanti ani
trovo quasi sempre Angelin corre drio ai fagiani
dal prete e dalle suore con maestria con l’agenda ogni dì s’appresta
tante erbacce el tira via di organizzar cene e festa
grafica - stampa
editoria - libreria
gioia.gelato.fener
di Ferdinando Carraro
PITTORE RESTAURATORE
Via F.lli Agrizzi - FENER - ALANO di PIAVE (BL)
Cell. 339.2242637
Via della Vittoria, 15 - FENER
Cell. 392.6391164
seguici anche su facebook
SPADA
CIMITERIALI
TRASPORTI NAZIONALI
ED ESTERI di Mondin Duilio
CREMAZIONI
SERVIZIO 24 H
Realizzazione e Manutenzione Giardini
TEL. 0423 69054 - 348 5435137
Prati - Irrigazione - Potature
SERVIZI FUNEBRI A PARTIRE DA € 1.800
CON POSSIBILITÀ DI RATEIZZAZIONE
ACCORDI CON VISITE A DOMICILIO SU VOSTRA Via Feltrina - 32038 QUERO (BL) - Cell. 338.1689292
RICHIESTA CON GARANZIA DI CONVENIENZA, E-mail: mondingiardini@gmail.com - mondingiardini.blogspot.com
SERIETÀ E PERSONALE QUALIFICATO