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SENECA

LA VITA:
Seneca visse nel periodo imperiale della dinastia Giulio-Claudia, conosciuto come insegnante
dell’imperatore Nerone. Ci sono moltissime le opere in prosa soprattutto dei dialoghi, poiché
essendo filosofo elabora una sua filosofia di vita. Il concetto che egli elabora è quello
dell'autarchia, cioè l'autosufficienza, in questo caso non materiale ma spirituale, poiché in quel
periodo non era facile avere delle proprie idee, e quindi non si può unire alla vita politico sociale,
si finirà quindi nel ripiegarsi sulle proprie idee. Per alcune cose Seneca è moderno, tratterà ad
esempio l’argomento degli schiavi considerato un oggetto, per Seneca invece è un uomo e per lui
non esistono padroni e schiavi cattivi ma esiste l’uomo.
Predica anche delle cose molto vicine al Cristianesimo.
Per creare un equilibrio, bisogna formare un bilanciamento tra vita pubblica e privata. La filosofia
dalla quale prende spunto Seneca di sicuro è quella Epicurea, per poi elaborare una sua filosofia
di vita.

OPERE:
Scrive un’opera che sono le “naturales quaestiones" dove parla appunto dei problemi della natura.
Scrive inoltre i “dialoghi”, cioè dieci trattati filosofici e complessivamente 12 libri, ogni opera è
composta da un unico libro.
Queste opere risentono della “diatriba Filosofica”, usata dagli antichi filosofi per uno scambio
veloce di opinioni e presenta apostrofi, proverbi, sentenze, paragoni ed exempla
Non sono dei veri dialoghi in quanto l’interlocutore non è reale.
All’interno dei dialoghi, ne troviamo uno in particolare che viene definito “consolationes”, dedicata
ad:
Elvia madre; per consolare Elvia madre di un figlio che è stato condannato all’esilio in Corsica, la
tesi centrale dell’opera, afferma che la morte non è un male e che a maggior ragione l’esilio non
può essere un male, ma solo un cambiamento di luogo
Ad marciam cioè una donna figlia di un politico del tempo, scrisse Seneca per confortarla poiché
aveva perso il figlio giovane, lo stile è convenzionale e viene fuori anche il pensiero di Seneca
riguardo la morte
Ad Polybium: richiesta adulatoria verso il Principe, del desiderio di Seneca (all’ora in esilio) di
ottenere al più presto la liberazione per poi tornare a Roma.
All’interno sempre dei dialoghi, troviamo i “Trattati” che sono:
De Ira: trattato in 3 libri, che afferma come l’ira può essere messa sotto controllo dalla ragione;
De brevitate vitae: dove parla del tempo, definendolo non è limitato, non si deve considerare il
tempo in base alla quantità, ma alla qualità. Fa anche riferimento agli occupati (affaccendati) cioè
quelle persone che non si godono il presente ma sono con la mente o verso il futuro o verso il
passato.
De vita beata: basata sulla felicità, che coincidono con la virtù, poiché quest’ ultima è un
obbiettivo che possono raggiungere in pochi
De Tranquillitate animi: secondo Seneca, gli uomini attraversano la “taedium Vitae” vita noiosa,
De Otio: vita contemplativa, dedicare la propria vita all’attività culturale.
De providentia: la provvidenza, scritta negli ultimi anni di vita.

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