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C)
INTRODUZIONE:I toni della denuncia si fanno più intensi passando dalla favola di Fedro alla satira . La
pacata riflessione di Fedro si converte nel disgusto di Persio e nell’indignazione di Giovenale. Persio è un
giovane 30enne dedito solamente alla sua formazione spirituale, quindi sorgeva spontanea la domanda “
come faceva ad andare oltre la denuncia letteraria di una realtà della quale era partecipe solo
parzialmente?” Persio osservava la realtà da giovane aristocratico. Le mode letterarie, il sentimento
religioso , la necessità di conoscere se stessi e fare buon uso delle ricchezze erano solo alcuni aspetti della
complessità del mondo romano, una realtà di cui a Persio sfuggono le motivazioni socio-politiche e
antropologiche. Il poeta avverte il disagio di vivere in una società corrotta, dominata da falsi valori e proprio
per questo grida il suo sarcasmo, uno sfogo fisiologico.
Persio nacque a Volterra, in Etruria, da una ricca famiglia equestre nel 34 d.C. Visse tra la fine del principato
di Tiberio fino agli anni centrali dell'Impero di Nerone. Presto rimase orfano di padre. Venne inviato a Roma
a educarsi presso le migliori scuole di grammatica e retorica, ma il maestro che segnò un'impronta decisiva
sulla sua vita fu lo stoico Anneo Cornuto(compagno di scuola di Lucano) il quale lo mise in contatto con gli
ambienti dell'opposizione senatoria al regime. La conversione alla filosofia lo portò a condurre una vita
austera e appartata, nel culto degli studi e degli affetti familiari: una vita breve perchè egli morì a 28 anni,
nel 62. Fu apprezzato dai contemporanei nonostante l'oscurità dei testi, apprezzato da autori cristiani per
la sua intransigenza morale, ridimensionato dalla critica moderna.
Persio è un autore la cui satira si alimenta del vero e si nutre del disgusto per la triste situazione morale del
proprio tempo; la società era infatti molto corrotta. La denuncia di Persio però, è solamente parziale,
appartenendo ad una famiglia aristocratica, come testimoniano i temi di fondo delle sue satire: mode
letteraria, la natura del sentimento religioso, alternative tra una vita dedita ai vizi una regolata dalla
sapienza, la necessità di conoscere se stessi, di tendere alla libertà morale, fare buon uso delle ricchezze. A
Persio sfuggono soprattutto le motivazioni socio-politiche e antropologiche che condizionano i
comportamenti individuali. Avverte di vivere in una società corrotta, tenuta in ostaggio da falsi valori e
contro questo grida il suo sarcasmo, che è uno sfogo filosofico. A questa penosa realtà, l'autore non seppe
opporre che il rimedio della filosofia cinico-stoica come unica guida verso la salvezza.
Sei satire, pubblicate postume, per un totale di 650 esametri.
I.Rivolta contro i poeti del tempo, che mirano solo ad ottenere facili consensi (come Eumolpo nel Satyricon)
II. Sentimento religioso
III. Cattiva educazione, che alleva giovani schiavi delle passioni. Probabilmente questa satira ha ispirato
Parini nello scrivere il Giorno, che presenta un giovane aristocratico ignorante
IV. Presenta il precetto delfico «conosci te stesso», mettendo in scena un dialogo tra Alcibiade e Socrate
V. Ringraziamento al maestro, il filosofo Cornuto, per poi illustrare il tema della libertà, stoicamente intesa
come controllo delle passioni
VI.Uso delle ricchezze, nelle quali bisogna mantenere il giusto mezzo, come dice Orazio
La ristrezza di orizzonti della satira di Persio è dimostrata dal fatto che la sua denuncia investe soprattutto i
membri della stessa nobiltà a cui egli apparteneva. E’ il caso del giovane vizioso contenuto all’interno della
(satira III, vv 1-31) che descrive il risveglio faticoso dopo una notte di bagordi, in un’atmosfera simile a
quella con cui il Parini presenta un giovane aristocratico ignorante.
Lo stile di Persio è farcito da illusioni con costrutti sintatticamente disarticolati.