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L'AMBIENTE SCIPIONICO

Con la battaglia di pidna nel 168 la grecia diventa provincia romana sconfiggendo definitivamente il re
Perseo.. Dopo la conquista vengono portati a roma 1000 ostaggi greci. Questi sono uomini dotti, di
cultura che favoriranno la fusione tra cultura greca e quella romana. Si darà vita a un nuovo modo di
pensare e di vivere: I vincitori di Pidna (lucio emilio paolo) fanno portare a Roma la bliblioteca di Perseo.
Così facendo darà la possibilità a molta gente di conoscere la cultura greca. Tuttavia non tutti erano
daccordo (catone per dirne uno) all'ellenizzazione che potevano andare a compromettere il mos
maiorus. La filosofia era molto odiate e respita. Questa viene respinta perchè è troppo astratta, troppo
teorica e poi erano arrivati a roma i sofisti, che parlavano molto, e questi venivano considerati un
pericolo. La mentalità chiusa e tradizionalista romana. I più importanti dei mille ostaggi sono: Polibbio e
Panezio. il primo è uno storico greco che porta a roma la sua esperienza di storico, e poi analizzera la
storia di Roma, andra ad indagare le cause che hanno permesso a roma di diventare grande, analizza gli
sviluppi e cercherà di giustificare le conquiste di Roma dicendo che roma va a a "civilizzare", una
missione vera e propria (ahahaha). Panezio invece era un filosofo, entrerà in stretti rapporti con scipione
l'emiliano figlio di Lucio Emilio Paolo. Lui darà vita al circolo Scipionico, questo è l'insieme di letterati,
scrittori che avevano in comune la passione greca e vogliono fonderla a quella romana. Attorno a lui
quindi si riuniranno tutti storici filo ellenici che hanno come tema, come modo di pensare, in comune
l'humanitas. La fratellanza, la solidarietà, la filatropia, la collaborazione, rispetto. Questi ideali di
humanitas li troveremo nella commedia di Terenzio. tuttavia Terenzio inizia la sua carriera prima del
circolo scipionico, ha possiamo dire preannununciato l'arrivo di quella idea di Humanitas. La critica dice
che però questo circolo non sia proprio come ci viene descritto da Cicerone, quindi un gruppo unito pro
Ellenizzazione, ma una situazione un pò diversa, una situazione meno organizzata. In Greco Corrisponde
alla filantropia

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TERENZIO

Terenzio è il primo auture di cui abbiamo una biografia pervenuta per intero grazie al grammatico Elio
Donato. Naque a Cartaggine nel 185. Venne portato a Roma come schiavo e prenderà il nome da colui
che lo aveva portato a Roma Terenzio Lucano. Lui entra a contatto con la famiglia degli scipioni, e come
plauto si dedicherà solo alla scrittura di commedia, in tutto saranno 6, tutte palliate, tutte di soggetto
greco. terenzio non ebbe successo, il pubblico addirittura si alzava e se ne andava. Forse anche per
rifuggiarsi dalle critiche e per motivi di studio farà un viaggio in Greci e durante questo viaggio, perde
tutte le opere che aveva scritto in grecia e le opere di menandro portate dalla grecia. E per questa
perdita o perchè già malato morirà in Arcadia a Stinfalo.

La differenza rispetto a quella di Plauto. Terenziò sara criticato per essere aiutato dagli scipioni, si
pensava persino che le commedie non fossero sue ma fossero scritte dal circolo scipionico. Tutte le
commedie sono precedute da un prologo recitato da un personaggio, divinità o altri. Il prologo di
Terenzio serve, a differenza di quello di plauto che serviva per dare un anticipazione per via degli intrecci
ingarbugliati della commedia, a difendersi dalle accuse che gli venivano rivolte essendo comunque uno
schiavo di umili origini. Veniva accusato di essere un prestanome, di plagio e contaminazio accusa tra
l'altro stupida perchè, come lui stesso diceva, non era il primo ad usarla e mancanza di vis comica. Inoltre
tornando alla contaminazio Terenzio la usa meno, per avere più fedeltà e linearità con la realtà.

Quelle di Terenzio sono commedie verosimili, e hanno un insegnamento di tipo morale basati sugli ideali
dell'humanitas.

Terenzio vuole che lo spettatore rifletta, quindi compone commedie verosimili lineari, e non utilizza il
meteatro, perchè vuole che lo spettatore si immedesimi nella situazione. Il messagio che vuole dare
terenzio è un messagio di tipo morale sull'humanitas. L'altro messaggio che terenzio vuole dare è quello
che non giudacare le persone secondo delle etichette ma dopo averle conosciute. Non lasciarsi
ingannare dalle apparenze cioè il relativisimo etico ovvero giudicare relativamente ai comportamenti e
non dar conto ai pregiudizzi.

Infatti al centro delle commedie di Terenzio è posto l'uomo vittima di equivoci, errori ed incomprensioni.
infatti Così come per Plauto la figura di spicco era quella del servo, in Terenzio sono sempre personaggi
mal visti ad esempio la cortigina vista non più vista come avida ma generosa e disinteressata e la suocera
non più portatrice di sciagure. Quindi la commedia Terenziana cerca di mettere in buona luce tutte le
figure creando un atmosfera di cortesia e gentilezza. Un celebre verso della commedia Terenziana
autontimorumenos dice: homo sum: humani nihil a me alienum puto (sono uomo, nulla di umano
ritengo estraneo a me). Questa breve frase racchiude in se tutto il concetto di Humanitas, il quale
potremmo dire il fondatore è stato prima degli scipioni proprio terenzio poichè le sue commedie che
contengono questo ideale sono state composte prima della fondazione del circolo scipionico.

Terenzio inoltre è all'avanguardia, per il rapporto familiare padre figlio come abbiamo visto negli adelfe,
che deve essere un rapporto basato sul rispetto sul confronto e sulla disponibilità. (parla degli adelfe se
vuoi) Demea------ Eschino

Potremmo dire che quella di Terenzio è una commedia motoria sotto un punto di vista della psicologia,
stataria per quando riguarda l'intreccio, cioè la trama è lineare, e non ci sono colpi di scena.

Per questo suo stile di comeposizione Terenzio viene definito da Cesare: "dimidiasus menander",
Menandro a metà, non gli riconosce il pieno merito di Terenzio, non gli riconosce la vis comica come
quella che si trova in Menandro.

Appare ormai chiaro che lo stile di terenzio è diverso da quello di Plauto: neologismi, parole parlanti,
allusioni. Inoltre quello di terenzio è un linguaggio medio possiamo dire, destinato ad un pubblico più
dotto, in cerca di un insegnamento.

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LUCILIO

Quando si parla di Lucilio la prima cosa che salta in mente, ed è anche quella che caraterizza di più
Lucilio, è che è l’inventore della Satira. La sua satira sono dei componimenti di vario argomento e tipo.
Scritti in metro esametro. Ciò che caraterrizza la sua satira è il carattere soggettivo, autobiografico e
l’aggressività. La Satira era un genere originale latino, cioè nel mondo greco non c’era avevano il Jambo,
l’elegia ma nulla come la Satira. Quintiliano se ne vantava dicendo: "satura tota nostra est". Notizie della
sua vita ne abbiamo poche e probabilmente anche inattendibili, comunque, Lucilio era campano da una
ricca famiglia equestre. La data di nascita è incerta probabilmente nel 148 o molto prima nel 180.
Combatte contro Numanzia in spagna con Scipione l’emiliano. Non intraprese mai una carriera politica
ma preferì dedicarsi alla letteratura. Tanto che compose 30 libri di Satire, purtroppo a noi sono solo
arrivati dei frammenti. morirà a Napoli nel 102. I libri dall’ 1 al 21 sono in esametri; dal 22 al 25 in distici;
26 al 30 sono misti. In realtà i primi libri sono stati scritti per ultimi e gli ultimi sono stati i primi, questo
ordine è dovuto probabilmente al poeta neoterico Valerio Catone che lì ordino così. Alcune Satire
parlano di amore, di tradimenti, di amori, di maghe, di rapimenti, di dediche ad una donna, alla vita
coniugale. Quindi tutti argomenti tratti dalla vita quotidiana, dalla realtà. Tratta il Tema conviviale, le
caratteristiche di banchetti. E poi abbiamo delle Satire che riguardano la sua vita, come un viaggio che
farà partendo da Roma alla Sicilia contenuto nel 3 libro delle satire Iter Siculum, questo sarà poi ripreso
da Orazio. Altro Filone è quello morale, dove Lucilio attacca il moribus romano ed esalta il passato, le
virtù. Cos'è per Lucilio la virtù? per lui consiste nel giusto mezzo, nella moderazione e non abbandonarsi
agli eccessi. Corrisponde all’ideale greco del prepon, misura, armonia equilibrio. L’armonia anche nel
saper agire in modo corretto. In questi componimenti Lucilio prende in giro, ironizza, fa una sorta di
parodia delle situazioni dello stato ricorrendo anche a battute e doppi sensi. La caratteristica
fondamentale rimane l’aggressività ad personam quindi (dando anche il nome), soprattutto contro
Cornelio Lentulo Lupo, il suo avversario Politico. E per attaccarlo inventa un mito. che si trova nel testo
concilium deorum nel primo libro delle saturae: Un concilio di Dei si riunisce per prendere provvedimenti
contro Roma ormai corrotta. Alcuni la voglio sommergere. Ma alla fine si identifica come causa della
corruzione proprio Cornelio. La soluzione e farlo morire per indigestione. Ricordiamo che per parlare
della sua morte vuol dire che Lentulo è morto prima della composizione. Se ci ragioniamo anche il
Concilio è parodiato, gli dei si riuniscono per un non nulla. Il concilio nasconde anche un significato
allegorico rappresentando una chiara allusione alle riunioni del senato romano che prendeva decisioni
stupide. Quindi un attacco alla politica e al senato Romano.

Lucilio si rivolge ad un pubblico medio, quindi usa un linguaggio comune, ricco di espressioni del sermo
quotidiano, arricchito da alcuni grecismi, per questo verrà criticato da Orazio che lo definirà Lutulentus,
cioè uno stile lento, che non funziona. Nelle sue satire lui affronta anche alcune questioni Poetiche. Uno
dei suoi obiettivi è dare una morale alle sue opere. E quindi critica l’epica e la tragedia, essendo non reali,
invenzioni. L’unica epica che salva è l’epica storica. Invece accetta la commedia e la loda essendo realtà e
non finzione.

Come può Lucilio attaccare la politica uscendone illeso? In primis ormai c’era la repubblica, poi il contatto
con la Grecia aveva civilizzato Roma, ed inoltre era amico degli Scipioni.

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78-44 età ciceroniana o cesariana.


Dopo le grandi conquiste di roma cambiò tutto, Roma va in crisi, la crisi della repubblica. Le istituzioni
repubblicane servivano per gestire un piccolo territorio e non uno vasto e pieno di culture diverse come
quello che si era creato. Le istituzioni Repubblicane non bastano più e quindi arrivano nuove figure forti,
autoritarie. Infatti questo periodo viene chiamato anche età dell'individualismo. Avendo Roma
conquistato vari territori, questi vanno nelle mani degli aristocratici, e quindi si determina una squilibrio
sociale, perchè ci sono persone che hanno latifondi e sono più ricche, altre non hanno nulla. A causa
delle guerre anche chi aveva un piccolo campo doveva cederlo perchè non riusciva più a mantenerlo.
Allora per risolvere la situazione arivano I gracchi, Tiberio e Gaio. Questi con la loro riforma dicevano che
nessuno poteva avere più di 500 iugeri di terra, quelli in più dovevano essere ceduti ai bisognosi, ma
essendo una riforma scomoda ai ricchi vennero uccisi.

Aveva preso molta importanza anche il ceto equestre, questi erano mercanti che nei territori conquistati
riuscivano a guadagnare molto, tramite scambi e commerci, molti di questi cavalieri erano mandati a
riscuotere le tasse, ma a volte mettevano più tasse, altre volte le riscuotevano ma se le tenevano,
insomma non erano molto onesti.

Ad aggravare la situazione si mise anche una crisi Sociale a causa della cirisi delle istituzioni, si crearono
due fazioni: i populares e gli optimates. I primi erano a favore del popolo, erano favorevoli a un
cambiamento a favore del popolo, dei meno ambietti. Tra i sostenitori del popolo c'erano anche gli
aristocratici, come Cesare. Gli optimates saranno gli aristocratici, che sono conservatori e vogliono
mantenere i loro privilegi. Due grandi figure furono mario, esponente dell'esercito, e silla. Mario era un
homo novus, si distinse nella guerra in africa contro giucurta, Nessuno riusciva a sconfiggerlo perchè
questo corrompeva l'esercito. Mario fece la riforma dell'esercito, un esercito volontario permanente,
quindi chi vuole può arruoralsi, venendo anche pagati. Ci sarà un forte legame tra soldati e comandanti.
Mario si scontrerò con Silla, perchè bisognava combattere contro mitridate re del ponto, e la missione
venne affidata a silla, ma mario arbitrariamente prese lui le redini della guerra, per questo silla offeso,
inizierà una guerra civile. Silla vinse e divenne dittatore. A differenza di Mario che era un populares, era
un optimates quindi era a favore della classe ricca. Fece le liste di proscrizione dove scriveva nomi dei
suoi nemici per poi ucciderli o privarli dei beni. nel 68 silla muore ma le cose non cambiarono, questo è
un periodo di forti disordini, e a cercare di risolvere la situazione furono Cesare e Pompeo. Cesare
populares, Pompeo optimates. Pompeo si distinse nella guerra contro i pirati, fece diverse conquieste in
oriente e stava da tempo acquisendo prestigio a Roma. Frattanto anche Cesare stava facendo carriera.
Inizialmente i due strinsero un rapporto con crasso, il triumvirato, Perchè cesare voleva essere eletto
console, e in cambio dell'aiuto pompeo avrebbe avuto la ratifica sul suo assetto in oriente e dare ai
veterani di guerra delle terre. E quando Cesare l'anno dopo sarà eletto console, avrà ciò che era stato
promesso. Questo era un accordo segreto, Crasso appogiava pechè era un cavaliere, che voleva
aggevolazioni per la sua attività. Crasso fu ucciso a Carre, e Cesare e Pompeo che poi di scontreranno,
perchè Cesare ebbe il Pre-consolato della gallia, partì per la gallia e ci stette per 7 anni 58-52. E
conqueisterà tutti i territori. A Roma Pompeo si fa strada nel senato e al ritorno di Cesare gli venne
imposto di entrare a Roma senza armi, per paura che cesare avesse troppo potere militare. Ma cesare
poco se ne frega attraversa il Rubicone esclamando le celebre frase:"Alea iacta est" ed entra a Roma con
l'esercito venendo quindi dichiarato nemico pubblico. Ci furono diverse guerre, quelle finale ci fu a
fassalo, in grecia e Pompeo fu sconfitto, si rifuggiò in egitto dal re Tolomeo che lo uccise. Ma cesare ci
rimase male perchè voleva avere lui l'onore, quindi depose tolomeo e mise cleopatra come regina. Tornò
poi a Roma e continuò il suo incarico, facendosi nominare dittatore, ma a differenza di silla fu più
clemente. eliminò le liste di proscrizione etc.. ma comunque verrà assasinato da bruto e cassio, i
Cesaricidi, esclamando la celebre frase:" Tu quoque, Brute, fili mi!" Degli uccisori di Cesare Dante ne
parlerà nel 33 canto dell'inferno, quindi posti nella Caina, dove sono collocati i Tradotori e dirà: "De li altri
due c’ hanno il capo di sotto, quel che pende dal nero ceffo è Bruto: vedi come si storce, e non fa motto!
e l’altro è Cassio, che par sì membruto." Con la morte di cesare cesserà la Repubblica ed entrerà in vigore
la monarchia.

Con queste conquieste di roma e la crisi scaturita da esse un elemento importante che si impose fu La
cultura greca, e soprattutto avenne l'introduzione della filosofia a Roma. La Filosofia veniva vista come
sostituta della religione. E si perde la credibilità negli dei tradizionale e si cerca risposta nella filosofia. I
Romani essendo Tradizionalisti, e pratici non comprendevano la filosofia e la ripudiavano perchè troppo
astratta. In particolare l'aspetto morale ed etico attirerà i romani, proprio perchè più concreto. Quindi
come raggiungere la felicità. Le filosofie che si introducono a Roma sono: epicureismo, stoicismo e
probabilismo. Quella più ostacolata fu epicureismo, predicava l'allontanamento dalla vita politica, vivi da
nascosto, pensa a te. Proprio il contrario dei Romani, che avevano un forte senso civico.

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POETI NEOTERICI

In questa situazione di crisi, tra il 2 ed il 1 secolo si diffonde un nuvo modo di fare poesia, la lirica, non
più perchè accompagnata dalla lira ma elegiaca, un poesia soggettiva, cioè l'autore parla di se, della
propria vita, esperieze, sentimenti. I latino si inspirano ai greci. ed ai modelli Alessandrini, Gli autori del 3
secolo, durante le conquieste di Alessandro magno, fusa con la macedonia. La vera lirica, quella elegiaca
si troverà nell'èta augustea, ma già con catullo c'è un anticipazione di questo genere. Ciò avviene perchè
ormai la realtà non piace, è una realtà bellica, corrotta e quindi si crea un nuovo mondo ideale dove c'è
un momento di otium, di studio e letteratura. la lirica è caratterizzata dalla brevitas, labor lime
perfezionare la forma, erudizione molti riferimenti alla conoscenza, soprattutto il mito. Diceva Callimaco:
mega biblion, mega cacon, i libri grandi erano mal visti, mentre quelli brevi potevano essere meglio
curati della forma e nel contenuto.

La prosa in questo periodo continua ad essere legata alla vita politica e sociale: Cesare, Sallustio e
Cicerone.

I preneoterici si dedicano ad un poesia personale, soggettiva, breve, e sono i primi a farlo, questi sono
Nevio e Lucazio Catullo.

I Neoterici sono Cinna, Calvo, Bibaculo, questi sono poetae novi. Che portano al livello massimo quello
che hanno detti i Preneoterici. La poesia vista come Ludus, gioco, vengono trattati argomenti leggeri.
Catullo è il maggior esponente, anche se risulta un pò al dì fuori di questi schemi.
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CATULLO

Se di Lucilio sapevamo qualcosa di Catullo ancor meno, ciò che sappiammo ci è giunto indirettamente
dalle sue opere, per quanto possano essere attendibili essendo quello che scrive il Catullo poeta e non
quello uomo. Comunque Catullo naque a verona da una famiglia benestante, si trasferì presto a Roma
dove entra a contatto con l'ambiente mondano, e con i poeti del tempo. Vive circa 30 anni è nato nell'84
ed è morto nel 54. L'avvenimento più importante della vita di catullo è l'amore per Lesbia, Lesbia è uno
pseudonimo che indica Clodia, una donna sposata di 10 anni più di Catullo, Libera e ricca. Catullo avrà
con lei una relazione fatta di alti e bassi, la conosce a Roma. Era inoltre sorella di Clodio un ex tribuno
della plebe dalla parte dei populares, lui sarà l'artefice dell'esilio di Cicerone. Infatti quando Cicerone
parla di Clodia la presenta in modo negativo essendo la sorella del suo nemico. Tuttavia sono in molti a
parlare male di lei, una donna sfrenata, dai facili costumi, non fedele. Sicuramente Clodia è stata molto
libera, però probabilmente viene mal giudicata perchè non rientra nel canone Romano, troppo moderna
per l'epoca. Quando Catullo la conosce aveva 30 anni, rimasta vedova avrà una serie di amanti. In Bitinia,
asia minore, fa un viaggio a seguito di menmio, e durante questo viaggio visita la tomba del fratello
seppellito nella troade.

l'opera di Catullo viene disignata con il titolo di liber catognamus, tutta la raccolta delle opere di catullo,
questa opera si divide in 3 parti, nuge, carmina docta, epigrammi. Le nuge vanno dall'1 al 60 e sono
scritte in vario metro. I docta dall'61 da 68 scritti in esametri, epigrammi 69 al 106 distici elegiaci.

Le nuge sono così chiamate perchè sono poesia di poco conto, la sua non è una poesia impegnata ,
affronta argomenti leggeri ma a livello della forma è molto curata, come la poesia neoterica, non conta il
contenuto ma la forma.

i carmina docta sono poesie dotte, più alti, impegnati e fanno riferimento al mito. la funzione del mito in
catullo diventa specchio dell'anima per esprimere le sue sensazioni, le sue vicende, vede negli eroi del
mito se stesso e la propria storia. Quindi troveremo miti riguardanti l'amore. Questi sono componimenti
eruditi

Gli epigrammi nella tradizione greca erano componimenti di carattere funebre, poi hanno contradistinto
anche componimenti di altro argomento. Come per esempio il 101 del fratello, il 76 dedicato alla
preghiera agli dei.

Il contenuto dell'opera in tutte le parti, parla dell'amore per lesbia, il suo soprannome è preso della
poetessa greca saffo, infatti la sua isola dove era nata era Lesbia

la loro storia d'amore è travagliata a causa della libertà della donna, ha vari amanti, non è legata
veramente a Catullo, e questo provoca sofferenza nel poeta. catullo voleva una storia d'amore basata
sulla fides e sul fedus, fedeltà patto. Catullo voleva che la donna fosse unita a lui da un patto morale,
poichè lei era sposata e non poteva sposarla. Lesbia non rispetta il patto e tradisce la fiducia di Catullo.
per porre fine alla storia d'amore si rivolge persiono agli dei, carmen 76, chiede aiuto agli dei perchè
ritiene di non essere colpevole ed è sempre stato rispettoso verso gli di loro, la religiosità in Catullo non
viene affrontato ma secondo lui la religione è un sentimento intimo, fatto tra uomo-divinità basato sul
rispetto e sull'osservana delle regole senza bisogono di grossi sacrifici, che non richiede manifestazioni
plateari. per Catone l'amore è un sentimento unico che riempie l'intera esistenza.

Oltre all'amore, che occupa la maggior parte dei componimenti, ci sono anche altri temi, l'amicizia,
Catullo con gli amici vuole avere un rapporto di fiducia, lealtà che a volte viene tradito, alcuni
componimenti raccontano aneddoti legati ai suoi amici, altre volte critica gli amici perchè hanno tradito
la sua fiducia. La famiglia, l'afetto verso il fratello morto, nel carmen 101 viene ricordato, ugo foscolo ne
trarà spunto per scrivere in morte del fratello giovanni. Inoltre ci sono anche di componimenti dedicati a
Cesare e Cicerone, in questi componmenti lui attacca cesare, i suoi amici e cicerone. Gli amici di cesare
sono secondo lui uomini disonesti e ricchi arbitrariamente, e corrotti. é un attacco morale e non politico
perchè Catullo non parla di Politica. Attacca con fredezza Cesare. Cicerone perchè fa un tipo di prosa
politica e perchè hanno un modo di vedere la poesia diverso. Ci sono dei Componimeti legati anche ad
un amore omosessuale, ad un giovane amato da Catullo.

Il liber si apre con la Dedica a Cornelio nepote, definisce la raccola delle sue opere libellus referendosi
solla alla prima parte. Lo dedica a Cornelio essendo un uomo dotto e che può comprendere il contenuto.

Catullo come tutti i poeti novi prende distanza dalla politica, ma racconta esperienze della sua vita
distaccandosi dalla realtà.

Carmina docta: i primi due componimenti sono epitalami, canti di nozze, il primo componimento è
scritto per le nozze di un amico mallio , e nel testo vengono raccontati alcuni avvenimenti della
cerimonia, ci sono anche battute tipiche dei fescenini. Il secondo non è scritto per alcuna occasione in
particolare, si tratta di un contrasto tra un coro di ragazzi e un coro di ragazze, i giovani esaltano il
matrimonio, le fanciulle mettono iin evidenza i lati negativi, si scambiano battute sul tema delle nozze. Il
Carmen 63 è scritto in Galliambi, molto rari, dedicato ad Attis, un giovane della frigia che segue il culto
della dea cibelle, un culto con dei riti particolare, per diventare seguace Attis si priva della sua virilità, in
preda alla follia, quando ritorna in se e del gesto folle compiuto si dispera ed enuncia un doloroso
lamento. Alcuni vedono nel lamento di Attis la disperazione di Catullo abbandonato da lesbia. Il canto 64
è un epillio un piccolo poemetto in esemetri, racconta le nozze di Teti e Peleo i genitori di achille. Mentre
descrive i regali stati dati in dono, si sofferma sul dono della coperta, dove era raffigurata la storia di
Arianna e Teseo, un racconto nel racconto, la tecnica ad incastro. Questi due racconti mettono a
cotrapposizione un amore felice, teti e peleo, e uno infelice, quello di teseo e arianna. I Primi rispettano
il patto, i secondi no. Allegoricamente questo canto rispecchia il tradimento di Lesbia che viene meno al
patto di fedeltà con Catullo. E' un racconto in cui anche il lettore può immedesimarsi.

Carmen 65 è legato al carmen 66. 65 è una dedica ad un amico che gli aveva chiesto di consolarlo con la
sua poesia, ma poichè la morte del fratello lo aveva scoinvolto, gli traduce la chioma di benerice di
callimaco cioè il carmen 66. La Chioma di Berenice: La regina benerice fa un patto con gli dei che se fosse
tornato dalla guerra suo marito tolomeo avrebbe tagliato la chioma. Il marito torna e fa il gesto.
seppelisce i suoi capelli, ma l'astronomo di corte riconosce in una costellazione la chioma della regina
negli astri. Anche qui viene esaltato l'amore coniugale, la donna che si sacrifica per il pripio sposo, e
attende il marito fino all'ultimo, questa è la storia di amore tipo che Catullo avrebbe voluto, un unione
stabile che invece lui non ha.

Il carmen 67 è Paraclausituron, il Carmen dinanzi alla porta chiusa, La porta viene personificata e
racconta ciò che succede al suo interno, il tradimento, relazioni clandestine e scadali di vario tipo.

Il carmen 68 viene visto come il componimento che anticipa l'elegia, qui sono intrecciate vicende
personali con la storia del mito, della famiglia, dell'amore quindi tutti gli elementi tipici della poesia
Catulliana riuniti. Questo componimento alcuni lo hanno diviso in 68 A e 68 B perchè presentano 2
situazione diverse, altri li dididono in due componimenti distinti.

La prima parte è dedicata ad un amico Mallio o Allio, che chiede a Catullo se gli poteva inviare un
componimento per sollevarlo da un momento di sofferenza, utilizza la stessa scusa di prima e aggiunge
che non è a Roma e non può far nulla senza i suoi libri, ma poi, quando sembra aver rifiutato di
recusatio, nella seconda parte inizia a raccontare. Ringrazia l'amico per aver favorito l'amore con Lesbia,
poichè all'inizio dell'amore è stato lui a favorire l'incotro con Lesbia, nella sua casa. Laudamia e
Promesilao, La passione di questa storia d'amore ricorda a Catullo questo mito. I due si amavano
trasgredendo le regole perchè non erano uniti legalmente senza matrimonio, contraddicendo gli dei, e
quando Promesilao parte per la guerra di Troia e muore per la sua insolenza. E raccontando della guerra
di Troia ricorda il fratello morto a Troia, per poi tornare al racconto del mito, e racconta la disperazione di
Laudamia per la perdita del suo futuro sposo. Alla fine del mito ringrazia nuovamente l'amico e si dice
disposto a perdonare l'infedeltà di lesbia. Quindi troviamo amicizia, amore, affetto familiare proiettati in
uno sfondo mitico, e proprio per questo il carmen è considerato un precursore di quella elegiaca latina.
La sofferenza di laudamia che perde il suo sposo è quasi un presaggio della disperazione di catullo,
poichè anche loro, Catullo e Lesbia, sono uniti illeggitimamente.

Nei carmina docta quindi c'è una maggiore erudizione ed il mito diventa personalizzato.

Lo stile di Catullo: abbiamo due stile uno altro elegante accurato nei carmina docta, e uno più quotidiano
familiare negli atri componimenti. Una contrapposzione tra latino letteralio e latino parlato, in quello
parlato sono presenti molti diminutivi, e vengono utilizzati con una valenza affettiva, cioè servono a
caratterizzate una commozione, un affetto nella donna amata e negli amici. Anche però quando Catullo
sembra scrivere in modo semplice in realtà dietro a questa apparente semplicità c'è un lavoro dietro, di
ricercatezza, un attenzione allo stile per dare sono un impressione di semplicità.

Catullo fa una distizione tra amare e voler bene. Quando parla di amore parla di passione, l'heros, il
voler bene è la lealtà, la fedeltà, il voler bene. Quindi dice a Lesbia io ti amo ma non ti voglio bene, non ti
stimo, no sei degna di fiducia. Catullo riassume questo rapporto con l'ossimoro Odi et amo, una storia
d'amore fatta di passione e di momenti di odio

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