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MORTE DI CHE GUEVARA

Il 9 ottobre 1967 muore il Comandante Ernesto Che Guevara. Le precedenti settimane alla
sua cattura e uccisione furono segnate dall'angoscia e dalla sconsolatezza del Che il quale,
secondo il sopravvissuto e compagno dell'epoca Benigno, poteva già aver intuito quelle che
sarebbero state le sue ultime settimane di vita. La caccia e la cattura di Guevara furono
guidate da Félix Rodríguez, un agente della CIA che era stato infiltrato a Cuba.
Nel 67 Guevara venne mandato in Bolivia per liberare la terra dal totalitarismo. In realtà
l'ipotesi che il Che stesse preparando la rivoluzione in Bolivia sembra non essere corretta. È
più probabile, come confermano anche le ricerche del giornalista boliviano José Luis
Alcázar, che il Che stesse preparando una scuola d'addestramento per guerriglieri, al fine di
portare queste forze a sud ed entrare nel suo Paese d'origine, l'Argentina.
Secondo le dichiarazioni degli ex guerriglieri e dei rapporti pare che l'8 ottobre 1967,
Guevara, circondato dalle forze boliviane si arrese, dopo essere stato ferito alla gamba.
Il capo dell'esecutivo boliviano René Barrientos, appena informato della cattura, ordinò
l'uccisione e diffuse un comunicato in cui affermava che Che Guevara era morto in
combattimento ma Rodríguez volle chiedere istruzioni ai suoi superiore.
Guevara fu portato in una piccola scuola locale dove passò la notte. Avrebbe chiesto:
«Posso avere qualcosa da mangiare? Mi piacerebbe morire a stomaco pieno».
Che Guevara verrà poi ucciso nel primo pomeriggio successivo, il 9 ottobre 1967 da Mario
Terán, un sergente dell'esercito. Su quanto accadde dopo, esistono molteplici versioni.
Qualcuno dice che Terán era troppo nervoso, al punto di uscire dal locale e dover essere
ricondotto dentro a forza. Secondo altre fonti, non volle guardare Guevara in faccia, così da
sparargli alla gola per poi morire poco dopo. Per altri ancora, il sergente si sarebbe ubriacato
al fine di portare a termine il compito. Purtroppo le precise meccaniche di come morirà Che
Guevara rimarranno avolte in un alone di mistero anche se nel 2017 lo stesso Félix
Rodríguez ammetterà in un'intervista che Guevara ricevette diversi colpi d'arma da fuoco
alle gambe, sia per evitare di deturpargli il volto e ostacolarne l'identificazione, sia per
simulare ferite in combattimento, così da nascondere l'esecuzione sommaria del
rivoluzionario, così Rodríguez dopo aver parlato col Che, uscirà dall'edifico, si apparterrà un
centinaio di metri più in là e aspetterà fino a poco dopo le 13, quando sentirà la scarica del
mitra di Terán mettere fine alla vita del Che. Su quali siano state le ultime parole di Guevara,
ci si può appellare soltanto alla testimonianza di Terán che in una dichiarazione ci dirà che le
ultime parole furono: "Addio figli miei, Aleida, Fidel fratello mio». Avrebbe accolto così il suo
uccisore: «Lei è venuto a uccidermi. Stia tranquillo, lei sta per uccidere un uomo». Il suo
corpo fu legato alle paratie di un elicottero e portato a Vallegrande, dove verrà messo su un
lettino d'ospedale, e dopo che gli verranno amputate le mani (anche se alcune testimonianze
dicono che le mani gli fossero state amputate quando era ancora in vita) verrà mostrato alla
stampa.
Dopo l'esecuzione del Conandante, Rodríguez prese gli oggetti che Guevara aveva su di sé
e negli anni seguenti avrebbe spesso mostrato con orgoglio ai giornalisti questi cimeli. Dopo
l'amputazione delle mani e l'esposizione del corpo del Che alla stampa, quest'ultimo venne
sotterrato in gran segreto dall'esercito boliviano.
Il 15 ottobre Fidel Castro riconobbe pubblicamente la morte del Che che fu presa come una
grande sconfitta per i movimenti rivoluzionari socialisti dell'epoca.
Dall' 11 al 13 ottobre del 97' venne proclamato a Cuba lutto nazionale. Il 17 ottobre invece le
ossa di Che Guevara e quelle degli altri 6 rivoluzionari che morirono con lui vennero
tumulate in un mausoleo a Santa Clara, la città simbolo della rivoluzione Cubana.
monumento è corredato da una grande statua con la scritta "Hasta la victoria siempre".
Guevara lascerà in tutta l'America Latina un vuoto, causato dall'imponenza della sua figura e
dal sua carisma che raccoglieva le folle. Hasta siempre Comandante.

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