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Per queste sue convinzioni lombardo radice è stati definito il padre della didattica viva,

intesa come ricerca di soluzioni, di nuovi schemi di lavoro, nel corretto operare educativo e
nella continua riorganizzazione dei contenuti di insegnamento. Nelle sue opere inoltre
ribadisce spesso che il maestro deve cercare di rinnovare continuamente il rapporto
educativo con ogni allievo. Egli lavora per tutti, non solo per i "migliori" anzi è opportuno che
parta proprio dai più deboli, dai peggiori, perché sono loro che hanno bisogno di particolari
cure, trascurarli significherebbe condannarlo in partenza all'insuccesso.
Con tale concezione lombardo radice getta le basi per quello che oggi i pedagogisti
chiamano principio della discriminazione positiva per lombardo radice l'educatore deve
sempre rispettare le caratteristiche psicologiche dell'alunno, valorizzare le capacità
espressive e il suo spirito di ricerca.
Il bambino è intuizione, fantasia, creatività, sentimento. La scuola deve comunicare con lui
nella forma che gli sia propria.
Infine per Lombardo radice particolare attenzione deve essere riservata all'educazione
linguistica ed in particolare al dialetto, attraverso il quale è possibile recuperare le tradizioni
popolari e salvaguardare, soprattutto nella scuola elementare, un clima familiare. Per queste
ragioni sarà anche importante l'insegnamento del canto, bisognerà promuovere anche il
disegno e non sottovalutare l'importanza dello scarabocchio che secondo Lombardo Radice
è l'espressione dell'intuizione infantile.
Infine in assoluta coerenza con la pedagogia attivista di Lombardo radice da grande
importanza al lavoro inteso come attività di vita pratica e costruzione spontaneo.

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