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GIORGIO VIALE

TRIENNIO 1 - SESSIONE D’ESAME GIUGNO 2021

SCUOLA POLI-CORALE VENEZIANA


La città di Venezia rimase indipendente dalla Chiesa di Roma ciò comportò che i Maestro i Veneziani
continuassero ad utilizzare ed a ideare delle tecniche che quest’ultima vietava. Il “poli-corale” o la “tecnica dei
cori spezzati” viene utilizzata e perfezionata in questo periodo dai Gabrieli, che, sfruttando la struttura
architettonica della Basilica di San marco che aveva 2 cantorie absidali, riuscirono a creare uno stile musicale
discontinuo e composito dato dal contrasto di colori, di timbri e suoni ma anche dalle voci e dagli strumenti che
si creava nella basilica.
Le due cantorie fecero sì che le posizione dei cori mettesse in evidenza le qualità delle varie tipologie di voce.
Un altro tipo di contrasto era creato dagli strumenti che si potevano alternare o sostituire ad una parte del coro,
purtroppo non è possibile sapere come questi strumenti si andassero a mescolare col coro in quanto non
venivano indicati sulle partiture. Gli strumenti che sostenevano le voci del con un registro più alto erano
solitamente il violino e l’organo, mentre le voci del registro più grave venivano sostenute dai tromboni e i
cornetti. L’andamento delle voci in questi brani è semplice ciò permette di mettere in evidenza il ritmo e le note
per sottolineare il messaggio del testo.
Questa tecnica del poli-corale venne portata a Venezia dal compositore fiammingo Adrian Willaert che in una
sua raccolta “Salmi a uno e a due cori” dove viene introdotta.
I due compositori Veneziani conosciuti per la poli-coralità sono sicuramente Andrea a Giovanni Gabrieli; il
primo arricchì la tecnica dei cori spezzati grazie alla varietà di effetti sonori che venivano creati tramite i
dialoghi dei due cori: le ripetizioni, le brevi interruzioni e gli effetti d’eco riuscirono a creare un dialogo
animato tra le parti. Andrea Gabrieli utilizzò la tecnica della polifonia imitativa che consisteva nell’alternare dei
momenti di carattere omofonico (per sottolineare il contenuto del testo) a momenti dove il diatonismo faceva da
padrone.

Da lui, il nipote Giovanni, apprese i tratti più salienti ed originali della tecnica policorale.
La raccolta più importante è pubblicata a Venezia nel 1587:
CONCERTI PER VOCI E STRUMENTI MUSICALI;
troviamo brani sacri e profani, Mottetti per le festività veneziane per vari organici vocali da 6 a 16 voci e alcuni
strumenti.
E’ la 1^ volta che in un opera a stampa si utilizza il termine CONCERTO,
per denotare l’unione e il confronto di compagini vocali e strumentali diverse.
Nelle due raccolte intitolate SACRE SINFONIE del 1597 e SINFONIE SACRE del 1615, specifica per la
1^ volta gli strumenti musicali impiegati nei vari brani e utilizza le indicazioni di Dinamica;
pensa alle caratteristiche tipiche di ogni strumento, ritroviamo delle sequenze melodiche veloci, ritmi puntati e
molti motivi di fanfara.
Al gruppo strumentale sono assegnate precise funzioni di introduzione, di accompagnamento o di intermezzo
delle parti vocali.

Dall’ascolto della Sonata PIANO E FORTE dalle SACRE SINFONIE si nota l’utilizzo della dinamica che
conferisce colore al brano; è evidente l’impiego della tecnica del contrasto.
Lo è di più nel brano QUEN VIDISTI PASTORES , differenze delle dinamiche e della compagini sonore, nel
basso momenti di contrasto con cambio di ritmo da binario a ternario alternati in stile di danza.

Giovanni Usa cromatismi melodici e armonici e si sentono spesso le False Relazioni che in armonia sono
quando troviamo una successione di due note in due parti diverse con lo stesso nome, una naturale ed un’altra
alterata per es. una parte di soprano che esegue un Si e subito dopo il contralto fa un Sib, un cromatismo tra le
voci.
Trascorre tutta la vita a Venezia con una breve parentesi a Monaco di Baviera, le sue composizioni ebbero
comunque una notevole diffusione pari allo zio Andrea le sue tecniche furono apprese dal tedesco HEIRICH
Schutz considerato il massimo esponente della musica sacra protestante, fu allievo di Giovanni Gabrieli a
Venezia.

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