Nel Medioevo non si produceva Musica solo nei momenti Liturgici di
preghiera ma in ogni momento sociale, politico o lavorativo della giornata; vicino c'era la Poesia che veniva composta in lingua volgare. Da qui iniziarono le Liriche dei Trovatori o Trovieri.
Questi "poeti/ musicisti" furono attivi nella Francia Meridionale, in
Provenza ed Aquitania, tra la fine del XI° sec. e la fine del XIII° sec.; essi utilizzavano la lingua Occitana detta d'Oc; abbiamo più 800 melodie e 2000 composizioni.
Al Nord si usava il Doille.
Non vanno però confusi con i Giullari e i Menestrelli che erano
considerati "la memoria storica dei popoli" i primi; mentre i secondi erano al servizio fisso di un signore, considerati oltre a musicisti e buffoni, "veri uomini di fiducia".
I Trovatori era spesso dei Nobili, come Guglielmo D'Aquitania 1071-
1127 che era sia Conte che Duca. Operavano in un contesto di Corte, qui ci si doveva saper comportare, parlare e soprattutto conoscere la musica.
Altri personaggi li troviamo in Germania tra il XII° e il XIII° sec. mentre
in Spagna e in Portogallo avevamo i cosidetti Cantigas de Santa Maria. Più avanti invece In Italia la poesia, dopo il Dolce Stil Novo di Dante, si slegherà dalla musica ( con Petrarca, ad esempio, si scriverà solo per essere declamati ).
Lo Schema Metrico dei testi viene ripetuto uguale per
7 STROFE dette Cablas, composte da 8 VERSI di 8 SILLABE, più un ottava, il CONGEDO finale di 4 versi di 8 sillabe.
Il testo NON poteva essere scritto senza avere prima in testa la
musica che si voleva cantare ed associare alle strofe. Quindi viene Prima la musica poi il testo.
Solitamente gli argomenti trattati sono di tipo Amoroso. Di tipo
convenzionale. Amore inevitabile, l'amore giovanile è infelice, paragonato ad un fuoco che causa il "Mal d'Amore" che porta ad un senso di morte, al desiderio dell'esilio e alla pazzia.
AMORE= Incontro tra uomo e donna ( la Dea Venere è cattiva e
vendicativa ). Avvicinandosi i due amanti si influenzano e il maschio perde il calore vitale che acquista la femmina. La donna corrompe l'uomo ( visione morale ). Per il pensiero Classico l'Amore è una MALATTIA.
L'Amore definito come una Guerra che indebolisce l'uomo. La donna
assorbe le virtù dell'uomo attraverso l'Amore, l'Innamoramento.
Ne abbiamo un esempio con "CAN VEI LA LAUZETTA",
testo di "BERNARD DE VENTADORN" 1130 - 1200 circa
Infatti nelle 7 Strofe/cablas abbiamo una descrizione sempre più
pessimistica. Inizia in maniera positiva e gioiosa che gradatamente peggiora; l'uomo pensa che la donna non lo voglia, il suo amore non è corrisposto, lui vuole esiliare, morire; abbiamo un finale pessimistico.
1- LA POESIA INIZIA CON L'IMMAGINE DELL'ALLODOLA CHE
GIOIOSAMENTE VOLA VERSO IL SOLE, MA QUEST'IMMAGINE SVANISCE PERCHE' L'AMANTE, NON E'CORRISPOSTO ED E' INVIDIOSO DELLA GIOIA ALTRUI. L'Amore è quindi infelice, il sentimento amoroso è identificato attraverso il Cuore.
2- QUI L'UOMO NON PUO' TRATTENERE I PROPRI SENTIMENTI,
L'AMORE E IL DESIDERIO SONO INEVITABILI. L'UOMO SI SENTE DEBOLE E MOLLE, LA DONNA E' FORTE, LA VISIONE PESSIMISTICA SI AGGRAVA. L’amore è inevitabile e bruciante. L’uomo è debole, molle, la donna è forte. Visione pessimistica che si aggrava.
3- LA SCONFITTA SI EVIDENZIA QUANDO L'UOMO, SPECCHIANDOSI
NEGLI OCCHI DELL'AMANTE, SI PERDE IN ESSI COME NARCISO CHE SI INNAMORO' DELLA PROPRIA IMMAGINE RIFLESSA NELLA FONTE PERDENDO COSI' SE STESSO. Gli occhi esercitano grande fascino sull’uomo. Mito di Narciso.
4. L'UOMO DOPO IL FALLIMENTO AMOROSO, E' DISPERATO.
CONSCIO DELL'IMPOSSIBILITA' DI AMARE DIVIENE MISOGINO, DESIDERA ALLONTANARSI DALLE DONNE. Uomo timoroso, misoginia, amore= struggimento.
5. E' LA DONNA A DECIDERE IL PROPRIO VOLERE E' LEI CHE
DOMINA. L'UOMO E' PERSO, SI SENTE CADUTO IN DISGRAZIA E SI LAMENTA DELLE SUE PENE D'AMORE. La Donna domina.
6. NESSUNO HA PIETA' PER LUI, SI SENTE PERSO ED INFELICE,
SOPPRAVIENE UN DESIDERIO DI ABBANDONO DI MORTE. Uomo debole che mendica pietà. Amore = infelicità - morte.
7. NIENTE E' SERVITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DONNA CHE
CONTINUA A RIFIUTARE IL SUO AMORE. PER L'UOMO NON RIMANE CHE L'ESILIO. Nemmeno una manifesta debolezza e richiesta di pietà fa cambiare idea alla donna che rifiuta l’amore; l’unica soluzione possibile per lui è l’esilio, lei non lo trattiene. Il senso di infelicità che porta alla morte pervade l’animo dell’uomo.
8. CONGEDO. IL POETA SI ASTIENE DAL CANTARE E FUGGE DALLA