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IL CANTO GREGORIANO

1- Il CANTO GREGORIANO si può definire MONODIA LITURGICA CRISTIANA, in


quanto canto ad una sola voce utilizzato durante le Liturgie Cristiane come le
MESSE, le CELEBRAZIONI LITURGICHE e l'UFFICIO DELLE ORE.
Prende il nome dal Papa Gregorio Magno VI° sec dc, che non ebbe NESSUN ruolo
nella nascita di quel repertorio formatosi in epoca CAROLINGIA dall'unione di
elementi GALLICO-ROMANI.

2- Il Canto Gregoriano ha una FUNZIONE di AMPLIFICAZIONE RITUALE, in


quanto il testo liturgico viene ELEVATO dal livello del Linguaggio Umano a quello
di Parola di Dio, dando SOLLENITA' al rito.
Ha anche una FUNZIONE DI AMPLIFICAZIONE FONICA, perchè in ampi spazi
quali CHIESE, BASILICHE o CATTEDRALI affollate e piene di fedeli, la parola
cantata risulta più SONORA e Maggiormente PERCETTIBILE da tutti.

3.LA MESSA è il Rito Cristiano più importante; Esprime la memoria di Cristo, del
suo Sacrificio; si declama il Vangelo e vi si replica l'Ultima Cena. Viene realizzata
collettivamente sotto la guida di un Celebrante, un Sacerdote; interamente
cantillata divisa in 10 episodi cantati:
ci sono dei momenti "VARIABILI" e altri "FISSI"
detti PROPRIO detti ORDINARIO
1 INTROITO - Ingresso del celebrante
2 KYRIE - Invocazioni in greco
3 GLORIA - NO Quaresima Avvento
4 GRADUALE - Parte solista
5 ALLELUIA - Avv.-Quar. sost. Tractus
6 CREDO - Verità doi fede
7 OFFERTORIO
8 SANCTUS
9 AGNUS DEI - Frazione del pane
10 COMMUNIO - Eucarestia

L'UFFICIO DELLE ORE; è invece il rito che avviene, durante l'intera giornata dei
MONACI, nei Monasteri ed ha una successione di OTTO ORE CANONICHE:

-MATTUTINO: 2^ parte della notte -LAUDI: Aurora -ORA PRIMA: alle 6/7 -ORA
TERZA: alle 9
-ORA SESTA: alle 12 -ORA NONA: alle 15 -VESPRI: alle 19 -COMPIETA: al
tramonto

In tutti il verbo intonato dal celebrante viene ripetuto in maniera corale dagli altri
monaci. Il rito è sempre legato alla musica.

4. L'oralità ha un ruolo fondamentale nel canto gregoriano, per essere replicata


deve essere memorizzata utilizzando delle tecniche appropriate e di seguito
trascritta. I primi esempi di notazione musicale sono del IX sec; i più antichi
codici con Neumi sono databili al X sec quindi, prima, la tradizione orale pervase
quasi completamente. L'ampiezza dei repertori richiese la nascita di scuole
cantorum. Si pensa fosse neccessario più di 10 anni di apprendistato per poter
memorizzare i canti, con tecniche che combinavano la memoria
all'improvvisazione. Questa tecnica consisteva nell'intonare i versi di un canto
sulla CORDA DI RECITA FA e di avere RE come nota di riposo della melodia detta
FINALIS.
La melodia di ciascun versetto ha quattro tappe fondamentali che possiamo
definire note cardini
( RE DO FA RE ): questa struttura evidenzia all'ascolto la suddivisione in quattro
parti ciascun versetto del salmo. Poichè il canto insiste sulla corda di recita FA, il
percorso melodico fondamentale conduce di volta in volta dalla corda di recita a
una delle quattro note cardine quindi le intonazioni relative a ciascun verso sono
l'una diversa dall'altra e tendono a seguire un profilo melodico simile ed è
denominato scheletro melodico fondamentale:

5- Formule melodiche: INTONAZIONE uguale all'ultima nota RE, CADENZA (Flexa)


DO e poi la CORDA DI RECITA FA per terminare sulla FINALIS RE.
I poemi omerici sono stati per secoli tramandati attraverso la tradizione orale
come l'Illiade e l'Odissea.

6- Rapporto tra oralità e scrittura nel repertorio gregoriano; Prima dei cantori
furono i sacerdoti a utilizzare dei segni detti NEUMI sui libri liturgici perchè i loro
testi venivano intonati in stile di salmodia su una corda di recita fissa e solo in
alcuni punti si piegavano in inflessioni o in cadenze alla finalis. Quindi i
celebranti evidenziavano tali punti con annotazioni ( neumi ) che fungevano da
punteggiatura . I primi segni di interpunzione si trovano già alla corte di Carlo
Magno. C'è quindi un rapporto tra la parola scritta, che rifiorisce nel VIII° sec, e la
nascita della scrittura musicale di poco successiva (IX sec.). Il Rito è sempre
legato al Canto.

7- Nascita della scrittura per un motivo di tipo politico; Il cristianesimo era stato
bandito dal regno romano poi, con l' editto di Milano dell'Imperatore Costantino
del 313 dc, abbiamo la libertà di culto. In Europa abbiamo una frammentazione
politica in stati dei regni barbarici e ogni stato ha il proprio rito liturgico, con
Carlo Magno, nel VI ° sec., c'è il tentativo di far pregare tutti nella stessa maniera
creando un rito liturgico unico unendo elementi Gallico-Romano, Nascita della
scrittura come Obbiettivo Politico. Per assicurare la soppravvivenza del Canto
Gregoriano dal X° sec. cominciarono ad essere compilati manoscritti musicali
non più ad uso dei soli celebranti, ma degli stessi cantori professionisti
costituenti la scuola cantorum. Utilizzo di Codici Notati.

8- Testo della composizione. = DEUS AURIBUS,


Anche il ritmo si modellava fedelmente sulla dizione parlata del testo,. Il legame
tra la linea melodica del canto e l'accentuazione del testo liturgico caratterizza
quasi tutto il repertorio gregoriano; Un eccezione si ha con i salmi ( testi che
appartenevano all'antico testamento ), la cui intonazione avveniva in modo simile
a quello ebraico: la voce doveva rimanere fissa su un unica nota ( corda di recita )
FA.

9- Analisi testuale; Nel TESTO si parla dell'opera che è stata fatta da Dio nella
antichità e che questa informazione è giunta a noi grazie ai racconti dei nostri
padri.

10- Analisi musicale;


Il DEUS, AURIBUS inizia con tre note; Re Do Fa: Finalis - Cadenza - Corda di
Recita
INTONAZIONE- ( la prima nota è sempre più bassa della corda di recita ), abbiamo
poi la -CORDA DI RECITA- ( note che si ripetono sempre alla stessa altezza ) in
questo caso Fa , segue la -FLEXA- ( si scende di tono per poi risalire subito alla
corda di recita ) abbiamo quindi Fa Re Re ( come flexa ) e Fa ( come corda di
recita ) a questo punto si sale un istante creando una -CADENZA MINIMA- con Sol
Fa e si ritorna nuovamente alla corda di recita con Fa fino al -FINALIS- Mi Do Re,
le ultime due note riprendono l'intonazione iniziale.

11- Finalis. nota su cui si concludevano le melodie, appartenenti a ciascuno degli


OTTO MODI ECLESIASTICI. L'ultima nota , il Re ( la Finalis ) mi da il Modo.

12- Modalità o Modo Mezzo di Classificazione- È il sistema musicale elaborato


dai teorici dell'antichità per razionalizzare il percorso musicale: la "SCALA".
Mentre la musica colta occidentale prevede due soli Sistemi-Modi: la scala
Maggiore e quella Minore, i teorici medioevali – in base alla diversa posizione dei
SemiToni e TONI e dell'ambito melodico dei brani musicali – hanno riconosciuto
otto modi ecclesiastici ; quando la melodia si muove in ambito acuto sarà
AUTENTICO e quando tende al grave PLAGALE. Tutte le scale sono fatte nella
stessa maniera, le Scale Modali sono tutte diverse.

13- Cadenze: flexa ( Momento di distensione - passaggio da tensione a


distensione )
Formula musicale di riposo, composta da una successione di accordi, situata al
termine di un segmento musicale: ha la funzione di stabilire un momento di
arresto nel decorso musicale chiamata cadenza mediana o di concludere una
composizione cadenza finale.
Le cadenze sono paragonabili ai segni di interpunzione della lingua scritta.

14- Corda di recita o Repercussio:


Nota sulla quale si canta una serie piu o meno lunga di sillabe o di parole sempre
alla stessa altezza melodica; era la nota su la quale si imperniava la recita dei
salmi nel canto liturgico

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