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LE TRADIZIONI DEL CANTO LITURGICO

NELL’EUROPA OCCIDENTALE
CANTO LITURGICO

Canto ‘monodico’ liturgico

Testimonianze:

- un inno in notazione alfabetica greca, ricavato dal papiro di Ossirinco (1876), e


attribuito alla seconda metà del sec. III;

- cantici Magnificat, Benedictus e Nunc Dimittis citati nei primi capitoli del Vangelo di Luca

Origine del rito cristiano

Liturgia di Gerusalemme: caratteri del culto giudaico si ritrovano amplificati nella


liturgia cristiana; Vangelo: elemento di novità rispetto al culto giudaico, annuncio del
regno di Dio e proclamazione della morte e resurrezione di Gesù.
CANTO LITURGICO

Matrice giudaica del culto cristiano

1) riti battesimali

2) prima parte della celebrazione eucaristica

3) liturgia eucaristica sacrificale

4) adozione del calendario ebraico (ritmo settimanale con slittamento del sabato alla domenica dies
dominica)

5) pratica del digiuno in connessione al culto

6) funzione complementare della preghiera comunitaria e di quella personale (preghiere del mattino
Lodi e preghiere della sera Vespri; preghiera nell’ora terza, sesta e nona)

7) analogia tra i primitivi ambienti di culto Sinagoga = Domus Ecclesiae


CANTO LITURGICO

Influssi ellenistici

- greco = prima lingua liturgica in Occidente; transizione al latino prima nelle province africane
e verso la metà del sec III a Roma; III-IV periodo di bilinguismo

Elementi musicali

- ‘trasfusione' di abitudini e melodie della tradizione giudaica a quella cristiana (ebrei e cristiani
non praticano alcuna grafia musicale); musica = veicolo privilegiato e solenne per la parola e
per i testi sacri; parola = messaggio, valenza semantica della parola: Logos, Verbum => nel rituale
giudaico la parola è CANTILLATA; nel rito cristiano è PROCLAMATA

- Cantillazione (amplificazione della parola su un ristretto numero di suoni, regolata dal ritmo
verbale in frasi libere da qualsiasi struttura metrica e basata su formule recitative Ta ‘amîn
costruite su scale arcaiche con intervalli inferiori al semitono https://www.youtube.com/watch?
time_continue=22&v=vxS5J89-Ubc&feature=emb_title) e Salmodia
CANTO LITURGICO

Esempi di cantillatio utilizzati nel rito cristiano:

- recitativi del celebrante

- letture di altri ministri (Epistola,Vangelo, Lamentazioni)

Modalità esecutive della salmodia:

1) singoli versetti eseguiti dal cantore e ripetuti identici dalla comunità;

2) salmo intonato dal solista e cantato interamente dalla comunità;

3) salmo eseguito dal solista mentre l’assemblea risponde con un versetto come ritornello;

4) salmo eseguito dal solista mentre l’assemblea canta Alleluja dopo ogni versetto => Salmo Allelujatico (Tertulliano, Ippolito)

5) solista canta il primo emistichio di ogni versetto e l’assemblea il secondo;

6) canto del salmo da parte del solista = > salmo eseguito dal cantore senza aggiunte o versetti ritornellati

7) testo del salmo con interpolazioni di nuovo testo o nuova musica

(es. Solista A = ritornello - Assemblea A; Solista B - Assemblea A; Solista C Assemblea A)


CANTO LITURGICO

- Salmodia Antifona o antifonata (Antiphona) = alternare i


versetti di un salmo tra due semicori, con o senza una forma di
ritornello

- Jubilus = melisma vocalico (S. Agostino)


CANTO LITURGICO

Sec. IV Europa => diffusione del Cristianesimo e conseguente sviluppo in alcune regioni di riti con proprie tradizioni di canto
liturgico [Rito ambrosiano, beneventano, gregoriano, romano, ispanico (mozarabico), celtico e anglosassone];

passaggio nella liturgia dalla lingua greca al latino (Africa Settentrionale, Roma, Patriarcato romano)

Sec.VIII notizie di sezioni musicate del Proprium Missae

- Canti corali : Introitus, Praelegendum (Antifona senza versetti né dossologia)

- Canti responsoriali: Graduale, Psalmellus, Psalmo e Responsorium, Alleluja e Laudes (Canti responsoriali, melodicamente elaborati,
consistenti in un ritornello corale - risposta- e in un versetto cantato da un solista)

- Canti solistici: Tractus e Cantus (senza ritornello corale) sostituiscono l’Alleluja durante la Quaresima

- Offertorium - Offerenda o Sacrificium (ritornello corale seguito da uno o più versetti cantati dal solista)

- Preces litanie

- Communio (simile all’Introito, nel sec. X ridotto ad una semplice antifona)

Sec.VIII-IX notizie di sezioni musicate dell’Ordinarium Missae = > canti affidati al coro (Credo adottato dai Carolingi)
CANTO LITURGICO

canto ‘monodico’ liturgico o canto ‘piano’ (canto cristiano) = musica delle chiese cristiane d’Oriente e d’Occidente [Plain chant o
Plainsong]

- cantus planus o musica plana termini utilizzati nel sec. XII in contrapposizione alla musica mensurata

- caratteristiche musicali: ristretto numero di gradi della scala musicale e unità di tempo indivisibile

ORIENTE OCCIDENTE

greco-bizantino romano (antico - gregoriano)

armeno ambrosiano

assiro-caldaico gallicano

celtico e anglosassone

ispanico mozarabico
CANTO LITURGICO

Ipotesi sulle origini di due tradizioni di canto liturgico: Romano e Gregoriano

1) B. Stäblein- P. Van Dijk (1961): Canto Romano rappresenta il canto liturgico


sviluppatosi nell’Urbe fin dall’epoca di Gregorio I (540-604)

durante il pontificato di Vitaliano (657-672) => creazione di nuove melodie


per l’intera liturgia ad uso dei riti pontificali e origine del canto gregoriano

coesistenza di due tipi di canto liturgico nella città di Roma:

- canto pontificio

- canto urbano (romano)


CANTO LITURGICO

2) H. Hucke (1955, 1980): unico canto liturgico in uso a Roma nel


sec. VII e VIII, trasmesso e rimodellato dai Franchi (Schola
Cantorum di Metz);

- manoscritti romani contengono la tradizione romana del canto


monodico liturgico;

- manoscritti franchi contengono la tradizione locale

=> entrambe versioni del canto gregoriano


CANTO LITURGICO

2) ipotesi di H. Hucke ha subito due contrastanti modifiche ad opera di J. McKinnon (2000) e di K. Levy (2000, 2001)

McKinnon:

- prima della fondazione della Schola Cantorum a Roma la musica per la Messa era intonata dal Lector e le parti
responsoriali cantate da solisti che improvvisavano o seguivano alcuni fondamentali schemi melodici;

- nei Monasteri si costituì un corpus di semplici ma caratteristiche melodie per le antifone dell’Ufficio e melodie più
elaborate (esprimibili in formule) per i responsori

- la fondazione della Schola alla fine del sec. VII contribuì alla creazione del repertorio fondamentale di canti per la
Messa (ispirati al repertorio monastico) con stili diversi per ciascun genere e con un gran numero di melodie
specifiche = > repertorio che venne trasmesso ai Franchi e poi rivisto, codificato e accresciuto

- a Roma il repertorio rimase affidato alla tradizione orale e continuò ad evolversi fino al sec XI quando assunse
forma scritta

- Canto gregoriano è più vicino alla musica della Schola Cantorum di Roma della fine del sec. VII che non al canto
liturgico in uso nell’Urbe
CANTO LITURGICO

Levy:

- indagine sul repertorio della Schola Romana tra la fine del sec. VII (trasmesso ai Franchi
nel sec. VIII); stesse caratteristiche del canto liturgico romano sopravvissuto fino al sec. XI
(insistenza su formule melodiche e ornamentazione e ripetizione di schemi melodici)

- Canto gregoriano = prodotto franco (es. i cantori Franchi si discostarono dalle melodie
romane e adattarono i testi ricevuti da Roma a melodie gallicane)

- Repertorio romano della seconda metà del sec. XI non esente da contaminazioni con il
canto gregoriano (es. i manoscritti romani contengono un certo numero di brani - in
gran parte Alleluja - con melodie gregoriane anziché romane e presentano anche nuovi
generi di musica proveniente dalle regioni del Nord Europa)
CANTO LITURGICO

Canto liturgico Celtico e Anglosassone

- Rito celtico diffuso in Gallia nord-orientale, Inghilterra e in Irlanda


prima del sec. VII (poche testimonianze in alcuni manoscritti: Libro di
Durrow VII sec; Antifonario di Bangor; Stowe Missal VII sec.)

- Rito anglosassone diffuso in Britannia dopo la missione di


S.Agostino (596); caratterizzato da una commistione di tradizioni
romane e dell’Italia Meridionale; non sopravvisse alle invasioni danesi
del sec. IX; sec. X restaurazione e introduzione in Inghilterra della
liturgia romana insieme al canto gregoriano presente in Francia
CANTO LITURGICO

Canto liturgico Gallicano

- Diffuso nel territorio del regno franco e nelle regioni della Borgogna e
della Aquitania, subì l’imposizione carolingia del rito romano-gregoriano
nei sec.VIII e IX (prima dell’avvento della notazione musicale);

Libri rituali gallicani: Sacramentari o messali; lezionario; lettere attribuite


a S. Germano (vescovo di Parigi), commenti contenuti nella Historia
Francorum di Gregorio di Tours (fonti contenenti incipit testuali di alcuni
brani musicali)
CANTO LITURGICO

Canto liturgico Ispanico o Mozarabico

- Codificato nel sec. VII; alcune indicazioni presenti nei successivi libri di canto liturgico compaiono già negli scritti di Isidoro di
Siviglia

- Concilio di Toledo 633 decretò l’adozione di un unico ordinamento di preghiere e di canti per tutta la Spagna e la Gallia

- Intensa attività liturgica sotto i vescovi di Toledo: Eugenio, Ildefonso, Giuliano

- 711 Conquista della Spagna da parte degli Arabi = > motivo per cui la chiesa spagnola sfuggì all’imposizione del Rito Romano e
del canto gregoriano nei sec VIII e IX (due fonti sopravvissute del periodo antecedente la conquista araba: Liber Ordinum
contenente l’ordinamento del servizio religioso; Orazionale di Verona libro di preghiere copiato nel sec. VIII e contenente circa
800 esempi musicali tratti dalla liturgia)

- 1073 Gregorio VII costrinse la Chiesa Spagnola ad adottare il canto gregoriano (Castiglia e León lo adottarono nel 1077,
Toledo nel 1086)

- sec. X-XII 20 fonti con l’intera liturgia spagnola e relativa notazione musicale (Indice analitico di tutte le fonti curato da
Randel, 1973) Libri combinano insieme formulari con notazione musicale della Messa e dell’Ufficio [due diverse tradizioni
grafiche: 1) Castiglia / León verticale 2) Toledo neumi inclinati, quasi orizzontali (ramo a: neumi di forma tondeggiante; ramo b:
neumi appuntiti)
CANTO LITURGICO

Canto liturgico Ambrosiano

- Rito milanese o ambrosiano episcopato di S. Ambrogio 374-397

- Le fonti più antiche risalgono al sec XI (Manuale contenente il testo della liturgia completa
e l’Ordinale di Beroldo 1125 ca); le prime fonti con la musica risalgono al sec XII

- distinzione tra funzioni religiose invernali quelle estive: dall’Avvento alla vigilia di Pasqua;
dalla Pasqua all’Avvento

I canti più elaborati della Messa e dell’ufficio utilizzano melodie-tipo, di versetti e formulati,
moto per grado congiunto e ripetizioni brevi motivi (canto affine al beneventano e con il
gallicano)
CANTO LITURGICO

Canto liturgico Beneventano

- Simile al canto liturgico romano, sopravvisse all’adozione del


canto gregoriano da parte di molte regioni dell’Italia meridionale
nel sec IX; liturgia copiata in fonti provviste di notazione
diastematica

XI-XII rito e canto furono soppressi (due fonti di canto per la


Messa: Benevento, Biblioteca Capitolare 38 e 40)
CANTO LITURGICO

Oriente: canto liturgico Greco-bizantino

- sede dell’Impero romano d’Oriente (Costantinopoli)

- 2 formulari per l’Eucarestia 1) S. Giovanni Crisostomo 2 ) S. Basilio ; Ufficio divino costituito da canti di inni e canone

- utilizzo della notazione ecfonetica (sistema di segni derivati dagli accenti dei grammatici) dal sec. X; nel sec. XIII introduzione di
segni per l’interpretazione ritmica

1453 Caduta di Costantinopoli = > arresto evoluzione della musica bizantina

Repertorio si divide in 3 specie: stile Hirmologico (Ode dei canoni, ogni oda cantata si una strofa modello detta Hirmós); stile
Sticherarico (Stichi= versetti di poemi monostrofici); stile Asmatico (caratterizzato da canti ornati per il solista e di difficile
esecuzione)

Melodie basate su otto tipi di scala, chiamati Echoi (modi) di provenienza siriana

Riti quotidiani: Orthros (ufficio del mattino) e l’Hesperinós (ufficio della sera); la Messa era celebrata regolarmente di domenica e
durante le altre feste

Importanza della tradizione Innodica (Romano il Mèlode attivo sotto l’Impero di Anastasio I e ideatore dei Kontákia,omelia poetica)
CANTO LITURGICO

Notazione > aiuto alla memoria dei cantori = > proiettare e fissare sulla pergamena il gesto chironomico

Chironomia = movimento della mano che indica nello spazio la melodia nelle sue linee essenziali di ascesa e di caduta

- utilizzo di accenti delle parole e segni di interpunzione che, assunto un significato musicale, furono chiamati Neumi

- sec IX in area franca annotazione dei brani la cui esecuzione era piuttosto rara e rischiavano di non essere ricordati

- notazione paleofranca maggiore importanza alla diastemazia (distanza tra 2 suoni di altezza diversa)

- notazioni più antiche (quella di Laon o dei monasteri di Costanza e Zurigo) importanza per le sfumature del movimento ritmico e dell’espressione

- sec IX Hucbald di Saint-Amand propose di aggiungere ai neumi la notazione alfabetica usata nelle scuole dove si insegnava l’ars musica

- sec. X introduzione del custos, linee tracciate a secco sul foglio per i neumi (linee pari per il testo)

- sec. XI indicazione dei semitoni con linee colorate (rosso per il Fa e giallo per il Do) e delle lettere-chiave C (do) e F (Fa)

- fine sec. XI introduzione del tetragrammi

- sec. XII diatonizzazione del canto gregoriano


CANTO LITURGICO

Notazione

- Guido D’Arezzo (992 ca-1050) sistema di notazione nel Prologus in Antiphonarium e nella Epistola ad
Michele de ignoto canto inserimento di un espediente mnemo-tecnico per ricordare l’esatta
intonazione delle note e fondato su alcune sillabe della prima strofa di ninno liturgico in onore di S.
Giovanni Battista i cui emistichi incominciano in modo da formare una successione ordinata di Toni e
Semitoni

=> le prime sillabe di ogni emistichio costituiscono lo schema di un esacordo (serie di 6 note) in
senso ascendente

=> le note derivate da Ut Queant Laxis fissavano in modo preciso la posizione del semitono mi-fa
https://www.youtube.com/watch?v=veJNu1fi8p4

- individuazione di tre esacordi: naturale, molle, duro

- sistema delle mutazioni = passaggio da un esacordo all’altro


CANTO LITURGICO

Notazione

- notazione per punti = > Aquitana

- notazione per accenti => Germania,Francia, Inghilterra, Italia, Castiglia

- notazione mista per punti legati = > Bretagna, Lorenza, Milano, Catalogna

- neuma = nota o note cantate su una stessa sillaba;ritmo libero in quanto


organizzato in cellule indivisibili della melodia o delle sue frasi, in un ordine
che non ha scadenze obbligate e simmetriche => ritmo verbale (prosodia
metrica) S. Agostino nel De Musica libri sex illustra la metrica del linguaggio
CANTO LITURGICO

Sistema modale

- Gli otto modi usati dalla musica ecclesiastica derivano dall’oktoechós bizantino

- nel sec IX sistema degli otto toni salmodici; la modalità primitiva era fissata su tre gradi congiunti distanti un tono: fa-sol-la ; do-re-mi

- il Medioevo ereditò la scala di due ottave in minore (la1-la3), cui si assegnarono 15 lettere alfabetiche latine (A-P); i seguito la
nomenclatura alfabetica fu limitata alle prime sette lettere (A-G), fatte coincidere con la scala diatonica

- sec. X notazione Odoniana applicazione della serie alfabetico di due ottave A-G ottava grave; a-g ottava acuta (Odo di Cluny introdusse
la lettera greca gamma per indicare il suono inferiore al primo la; in seguito la lettera gamma fu utilizzata per indicare l’intera scala); da
Guido D’Arezzo in poi gli ulteriori suoni all’acuto furono contrassegnati con Doppie lettere minuscole aa; mano guidoniana = guida
mnemonica alla solmisazione

- Tonario (Tonale o Libellus tonarius) libro didattico che contiene le formule d’intonazione

https://www.youtube.com/watch?v=fUZaaAOcvks
CANTO LITURGICO

Degradazione e Restaurazione

Tradizione del canto gregoriano (canto ufficiale della liturgia cattolica) RICOSTITUITA

sec. IX-X: - melodie liturgiche trasmesse con cura - codificazione del repertorio dell’Ufficio - attenzione alla
diastemazia (trascuratezza nelle indicazioni ritmiche in favore di quelle diastematiche) - diffusione di tropi e sequenze
(interpolazioni) => recessione per le melodie ornate e per il ritmo libero - introduzione del canto gregoriano fractus
(martellato a battuta)

1134-1140 Riforma del canto ad opera dei Cistercensi e contaminazione con la musica figurata (utilizzo nel canto
gregoriano di valori proporzionali della musica figurata)

1322 Giovanni XXII Bolla Docta Sanctorum tentativo di rivendicazione del canto tradizionale

1577 Gregorio XIII promuove una nuova emendatio dei canti tradizionali coinvolgendo G. P. da Palestrina e Annibale
Zoilo (tentativo non riuscito)

1611 Paolo V istituzione di una nuova commissione (Felice Anerio e Francesco Soriano) per emendare il canto

1614 Editio Medicea (primo volume) resa ufficiale a fine Ottocento dall’autorità ecclesiastica
CANTO LITURGICO

Degradazione e Restaurazione

Seconda metà dell’Ottocento diffusione del movimento per la riforma del canto liturgico, promotore Dom Prosper
Gueranger (1805-1877) presso il monastero di Saint Pierre di Solesmes

1859 Joseph Pothier comparazione delle fonti; 1880 Les mélodies grégoriannes; 1883 trascrizione del Graduale o
Antiphonale Missarum

1889 pubblicato il primo fascicolo di Paléographie Musicale (Dom Mocquerau)

1894 edizione di Ratisbona resa ufficiale

1903 (22 novembre) Magna Charta della Restaurazione (problema degli ictus ritmici)

1912 Edizione vaticana pubblicata sotto la responsabilità di Dom Pothier

1963 Concilio Vaticano II

1974 Graduale Romanum adattato alla nuova struttura del Missale secondo la Riforma del Vaticano II
CANTO LITURGICO

Link

https://www.youtube.com/watch?v=giQto3yF4q0

https://www.youtube.com/watch?v=fFvI2-ROZQ4

http://divinicultussanctitatem.blogspot.com/2011/05/

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