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CANTO CRISTIANO LITURGICO NEL MEDIOEVO

I CANTI GREGORIANI

Le nuove condizioni di tolleranza per i cristiani sancite dall’imperatore Costantino con l’Editto
di Milano (313) portarono all’espansione sempre maggiore dei rituali religiosi, che vennero ad
assumere la forma della cerimonia pubblica.
Tra le più importanti forme autonome di riti liturgici sviluppatesi, abbiamo:
- Rito romano;
- Rito greco-bizantino (nel bacino mediterraneo orientale e particolarmente a Bisanzio);
- Rito gallicano (nella Francia del Regno Franco);
- Rito mozarabico (visigotico) (nella penisola iberica fino all’XI secolo.
Tutto ciò porta all’affermazione degli ordini monastici, che favorisce l’organizzazione della
liturgia.

Il tipo di canto liturgico è noto con il nome di “gregoriano”, risultato della fusione del canto
romani con quello gallicano, fusione avvenuta nell’area franca come conseguenza
dell’unificazione e “romanizzazione” della liturgia volute dai sovrani carolingi in tutti i
territori del Sacro Romano Impero.
La denominazione di “gregoriano” deriva dal nome di Papa Gregorio Magno, che favorì
l’organizzazione e la diffusione del momento liturgico e compilò un Sacramentario (libro
liturgico che raccoglie le preghiere della Messa) e probabilmente riordinò l’Antifonario (libro
che conteneva la prima raccolta organica dei soli testi dei canti).
Abbiamo due momenti liturgici:

L’Ufficio → liturgia delle ore, costituita da letture di testi sacri, preghiere e canti raggruppati in
otto ore canoniche del giorno e della notte secondo il seguente ordine:
1. Mattutino (alle due di notte e composto da un Notturno o da tre Notturni nelle domeniche e
feste principali);
2. Lodi (alle 5);
3. Ora Prima (alle 6 o alle 7);
4. Terza (alle 9); dopo questa ha luogo la Messa;
5. Sesta (alle 11 o alle 12);
6. Nona (alle 15);
7. Vespri (alle 17);
8. Compieta (alle 20, prima del riposo).
Due sono i libri liturgici principali che raccolgono i testi e i canti dell’Ufficio: Breviarium (testi
per i vari tempi dell’anno liturgico) e l’Antifonario (contiene canti e versetti dei solisti). I canti
più semplici sono gli Inni.

La Messa → liturgia dell’Eucarestia. Si articola in due momenti principali:


1. la liturgia della Parola (testi di supplica e di lode che preparano i fedeli all’atto di
comunione con Cristo);
2. la liturgia eucaristica (preparazione dei doni che saranno consacrati e poi amministrati ai
fedeli).
I repertori di preghiere e di canti che costituiscono la struttura portante della Messa vengono
standardizzati intorno al X secolo e si dividono in:
- Ordinario → Kyrie, Gloria. Credo, Sanctus, Angus Dei, che sono FISSI per tutto l’anno
liturgico (Gloria e Credo vengono omessi nei giorni feriali; Gloria inoltre non viene
eseguito nei giorni dell’Avvento e di Quaresima);
- Proprio → Introito, Graduale, Alleluia/Tractus, Offertorio, Communio, che mutuano di
giorno in giorno.

Tra i principali libri liturgici comprendenti i canti della Messa vanno ricordati il Graduale (solo
i canti del Proprio), il Kyriale (colo i canti dell’Ordinario) e il Messale (testi della Messa e i
canti eseguiti dal celebrante). Il Liber Usualis riporta i canti della Messa e dell’Ufficio, ma delle
sole domeniche e feste.
I MODI (O TONI) ECCLESIASTICI
Il sistema dei modi nasce del IX secolo per facilitare l’apprendimento e la memorizzazione.
Costituito da una serie di otto scale diatoniche ascendenti composte di otto suoni.
Ciascuna scala è caratterizzata dalla diversa posizione dei toni e dei semitoni, e gravita intorno
ad un suono fondamentale → FINALIS (la nostra tonica); e ad un secondo centro tonale →
REPERCUSSIO (la nostra dominante).
La repercussio può situarsi:
- Ad una quinta o una sesta sopra la finalis → modi AUTENTICI;
- Ad una terza o quarta sopra → modi PLAGALI.

TROPI E SEQUENZE
I cantori dell’Impero Franco non si limitarono ad accogliere ed assimilare la tradizione
liturgico-musicale romana, ma coltivarono e svilupparono nuove e svariate forme rituali e
poestico-musicali: tropi, sequenze e i primi canti polifonici.

I tropi costituiscono una specie di farcitura e interpolazione ai testi e alle melodie dei canti
liturgici ufficiali. Le inserzioni venivano effettuate mediante il processo di sillabazione dei
melismi preesistenti. La tropatura era una forma polifonica.

Nei primi decenni del IX secolo si cominciò ad aggiungere un testo sul vocalizzo eseguito
sull’ultima sillaba dell’Alleluia; talvolta si sostituiva al vocalizzo di una melodia nuovamente
composta, denominata sequentia, i cui testi aggiunti → prosae. Nacquero così i 40 testi usati
per cantare 33 melodie già esistenti. I testi furono raccoli nel Liber Hymnorum.
IN NATIVITATE DOMINI

Lo
spartito è preso dal “Graduale Triplex”, canto intercalato tra due letture della Santa Messa, che
appartiene al Proprio della Messa.
Nel Graduale Triplex vi è una notazione quadrata, alla quale si aggiunge la notazione metense
e sangallese (infatti “Triplex” perché ha una triplice notazione).
• La notazione metense viene scritta con inschiostro nero al di sopra del tetragramma,
tratta dal codice 239 di Laon e si identifica con L.
• La notazione sangallese viene scritta in rosso sotto il tetragramma, tratta dal codice
San Gallo 359 o Einsiedeln 121 e si identifica con C.
INTROITO → viene utilizzato per la vigilia di natale (nel proprio della messa) e siamo in
chiave di Fa. Al centro c’è una notazione quadrata (diastematica), con stile sillabico (gruppo di
note che deve essere intonato rispetto ad una sillana. I neumi sono rappresentati a capo
aperto al sopra e al di sotto dei segmenti. La finalis in questa prima parte è Re e la repercussio
è il La.
- Il trattino orizzontale posto sopra o sotto il neuma prolunga lievemente la nota.
- Il punto a destra della nota lo prolunga in maniera un po’ più consistente.
- Il trattino verticale sopra o sotto il neuma suggerisce la corretta articolazione tra il
raggruppamento di due o più suoni.
- Il quarto di barra posto sulla quarta linea segnala un breve respiro.
- La semibarra tracciata sulle due linee centrali indica un respiro prolungato.
- La barra intera indica un punto di articolazione.
- La doppia barra suggerisce la fine del brano.

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