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7. Il canto gregoriano. La sequenza e il tropo. Il dramma liturgico.

La notazione musicale nel Medioevo. Guido D’Arezzo


Canto gregoriano: canto liturgico e monodico, cantato a cappella (quindi senza
accompagnamento strumentale), in latino nel Medioevo
 legato al nome del papa Gregorio Magno che negli anni ‘600 cominciò a raccogliere
e organizzare la liturgia romana (ma i papi successivi continuarono quest’attività)
 ipotizzato di essere la rielaborazione del cosiddetto canto romano antico, anteriore a
Gregorio (repertorio simile anche con il canto ambrosiano)
 le prime fonti dal 9° secolo
 base: il parlare – musicalità naturale della voce umana (prosodia)
 alternanza dello stile sillabico (ogni nota corrisponde una sillaba) e melismatico (un
gruppo di note ad altezze diverse su una sola sillaba testuale)
 consiste elementi popolari
 tradizione trasmessa oralmente – cambiamenti possibili – diversi variazioni
 questione dell’esecuzione: non ci sono istruzioni nei manoscritti
 questione del ritmo:
- ritmo del testo
- croma (8-ad értékű hangjegy)*
 grazie alla codificazione (anni ‘600) - repertorio completo nel 7°-8° secolo

Repertorio gregoriano: 2 parti – la messa e l’officium


 messa:
- canti dell’ordinario: chiamati dal nome delle loro prime parole
 Kyrie (eleison) = “Signore pietà…”
 Gloria (in excelsis Deo) = “Gloria a Dio nell’alto dei cieli…”
 Credo (in unum Deum) = “Credo in un solo Dio…”
 Sanctus (Sanctus, Sanctus…) = “Santo, Santo, Santo…”
 Agnus Dei = “Agnello di Dio…”
- canti del proprio: il testo varia secondo i periodi dell’anno liturgico o della
commemorazione di un santo o di un evento significativo
 Introito: accompagna la processione di ingresso – Schola
 Graduale: cantato sui gradini dell’ambone (emelvény) - cantatore
 Alleluia: cantato soltanto una parola con uno jubilius alla fine (melisma
prolungato sulla A finale della parola – Schola e cantatore
 Tratto: al posto dell’Alleluia durante il periodo del Quaresima (nagyböjt)
 (Sequenza – caso per caso al posto dell’Alleluia)
 Offertorio: offerta dei doni all’altare - Schola
 Communio: accompagna i fedeli durante la distribuzione dell’eucaristia
(úrvacsora) - Schola
 officium – ore canoniche:
- dalle pregherie in comune
- non soltanto nelle diversi parte del giorno
- salmi con antifonia (váltakozó kórusos éneklés), inni, cantici, testi biblici
seguiti da responsori (válaszos énekek)
Le nuove forme della musica vocale:
 Tropo:
- significa aggiunta, interpolazione
- applicazione di un testo letterario autonomo a una melodia preesistente
- 2 modi dell’aggiunta:
 sotto le parti melismatiche, quindi divengono sillabiche
 oltre al testo, vengono aggiunti nuove melodie
- esempio: Tuotilo – Kyrie tropo
 Sequenza:
- nasce dall'Alleluia: per ricordare le melodie dell'Alleluia - sottoporre alla
vocale a, la parole di un altro testo
- nuovi canti in cui i testi seguono una melodia preesistente (sequor - seguo)
- poi lasciano la melodia dell’Alleluia, ma inventata del tutto
- testo poetico in rima
- dopo la fioritura delle sequenze, il Concilio di Trento abolisce l'uso delle
sequenze, ad eccezione di quattro:
 Lauda Sion Salvatorem
 Victimae Paschali laudes
 Veni Sancte Spiritus
 Dies Irae
+ reintegrato poi il Stabat Mater (negli anni ‘1700)
 Il dramma liturgico:
- rimaneggiamento del tropo dell'Ufficio Mattutino della Pasqua
 l'Angelo annuncia alle 3 Marie che Cristo è ormai risorto
- alcuni storie bibliche possono essere narrate in forma di dialogo
pe. Ludus Danielis
- il genere si amplia (istruzioni dal "regista", più personaggi, ecc.)
- spettacoli sulla piazza davanti alla chiesa
(dal mondo ecclesiastico al mondo laico)

Il canto gregoriano nel corso del tempo:


 la polifonia si sviluppa e si diffonde – il canto gregoriano diviene secondario!
 edizioni ufficiali (grazie all'iniziativa dei benedettini di Solesmes):
- Graduale Romanum (messa)
- Antifonale Romanum (officium)
 Concilio Vaticano II: posizione primaria nella liturgia romana

Notazione musicale nel Medioevo:


 tradizione orale, ma è necessaria la notazione per l'unificazione
 9o secolo: note sopra il testo = neuma
- ‘segno, cenno’ - riferisce ai gesti della mano del cantore
 segna le direzioni della linea melodica e le melismi
- MA! equivoci possibili nella relazione delle note - lineette
 11o secolo, Guido d'Arezzo: 4 lineette con un intervallo di terza + colori per segnare
più precisamente la melodia, ma lo sostituiscono con chiavi
- notatio (segni quadrati)
Guido d’Arezzo e l’insegnamento del canto:
 le prime persone che si occupano del tema:
- Sant'Agostino - De Musica
- Martianus Capella - septem artes liberales - quadrivium
- Boezio - De institutione musica
 i centri dell'insegnamento del canto: Scuola Cantorum
 le scuole conventuali (kolostori iskolák)
- 2 tipi:
 giovani che volevano diventare monaci (schola interior)
 quelli che volevano trovarsi nelle corte (schola exterior)
- divisione secondo l'età:
 6-13 anni: puer
 scrivere, leggere, contare + musica: note, intervalli, salmi, inni
 13-17 anni: puber
 membri del coro, melodie più difficili
 17-21 anni: adolescens
 sette arti liberali + teoria musicale + solisti
 Guido d’Arezzo:
- mette le note in una sistema dell'esacordo (un insieme dei sei classi di altezze
che comprende una porzione di sei note consecutive in una scala musicale)
- denominazione delle sillabe della solmisazione (ut, re, mi, fa, sol, la)
 prende le prime sillabe dei versi dell'inno di Paulus Diaconus
(Ut queant laxis)
- la mano guidoniana: per aiutare i cantanti nella lettura a prima vista, usando
le articolazioni della mano (kézizületek)

Szerzői utószó:
Magyar szakirodalom volt megadva, úgyhogy előre is elnézést, de a szakszavak fordításában
nem vagyok 100%-ig biztos, de nagy részüket megtaláltam az internet sötét bugyraiban.
A repertorio gregoriano-nál nem biztos, hogy ennyire kell részletesen a dolog, de inkább
kiírtam, hogy ne legyen meglepetés senkinek, ha ezt húzza, és rákérdeznek.

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