Pasquale Citera
Dipartimento di Musica Elettronica
Lezione VII- (IV on-line)
Conservatorio di Santa Cecilia Lo Spazio Sonoro
via dei Greci 18 - I PARTE -
Roma (IT)
pasqualecitera81[at]gmail[dot]com Principî di localizzazione sonora
Nella Settima Lezione abbiamo trattato lo Spazio Sonoro come componente compositiva; come ha influen-
zato la scrittura e la percezione spaziale del processo musicale. Alla fine abbiamo trattato i principi base
della localizzazione delle fonti sonore.
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MASTER - Esecuzione ed Interpretazione della Musica Elettroacustica - 2020 - LEZIONE VII - IV ON-LINE
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li, in dialogo-contrasto tra diverse tessiture tro ensemble di ottoni che gradualmente
e registri.3 si sviluppa in un drammatico climax di
timpani e voci sovrapposte.4
1.2 Dislocazione Spaziale Evocativa
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sì frequentemente come Mahler. Igor Stra- correndo grandi distanze incontra superfi-
vinsky ad esempio, usa tube dans le couli- ci che lo riflettono: alcune componenti del
ne (nei corridoi - cioè nelle ali - del teatro) suono originario vengono filtrate ed atte-
nella partitura di Uccello di Fuoco e Richard nuate; quindi le successive riflessioni spes-
Strauss, sei tromboni auf dem Theater in Die so vengono parzialmente mascherate da ri-
Frau ohne Schatten.5 flessioni precedenti in modo che si percepi-
scano solo porzioni di esse. Questa deco-
Un altro esempio particolare di dislocazio- struzione della frase può esser vista come
ne per evocazione che vale la pena citare, un caso di liquidazione, un processo forma-
dove l’interesse spaziale non si esaurisce le descritto da Schönberg6 come quella tec-
nello spostare gruppi di musicisti dall’or- nica che, alla seconda riproposizione della
chestra in altri luoghi ma vi è una ricer- frase ne elide delle parti, la terza elide parti
ca di imitazione di un fenomeno natura- della seconda già elisa, la quarta dalla ter-
le tramite strumenti compositivi, ci viene za e così via. È prassi moderna, aggiun-
da Mozart. Nella Serenata n.8 (Notturno) gere delle sordine agli ottoni della terza
in Re maggiore per quattro gruppi orche- e quarta orchestra in modo da render an-
strali K.286, il compositore dispone quat- cora più evidente l’evocazione dell’effetto
tro gruppi orchestrali costituiti da una se- eco.
zione d’archi in quattro parti più due cor-
ni. Mozart non specifica delle disposizio- 1.3 Lo Spazio Sonoro Acusmatico
ni specifiche per i quattro gruppi (come
Berlioz nel suo Requiem); tuttavia utilizza
processi musicali come la frammentazio- La nostra prospettiva dello spazio
ne tematica e la differenziazione dinami- musicale è completamente conge-
ca per evocare con precisione l’effetto eco. lata e ha portato a una musica in
Mozart crea così uno spazio virtuale che cui il movimento e la direzione del
diventa un elemento integrante di questa suono nello spazio non ha alcu-
composizione: lo spazio sonoro è costruito na funzione. Ma nel momento in
dall’attenta coordinazione di qualità me- cui abbiamo i mezzi per spostare
triche, dinamiche e formali derivanti dal- il suono con una data velocità in
l’osservazione empirica del fenomeno fisi- un determinato auditorium, o an-
co spaziale. Ad ogni breve dichiarazione te- che in un determinato spazio al-
matica della prima orchestra si susseguono l’aperto, non c’è più alcun motivo
le altre tre, ognuna delle quali abbrevia la per una prospettiva spaziale fissa
frase fino ad arrivare alla quarta che suona della musica. Il movimento nello
solo un piccolo frammento della stessa, co- spazio della musica diventa impor-
struendo delle dinamiche diverse per dar il tante quanto la composizione del-
senso dell’allontanamento. La frammenta- le linee melodiche e delle caratteri-
zione sistematica e cumulativa della frase stiche ritmiche. Che un suono si
musicale rappresenta qui il processo acu- sposti in senso orario o antiorario,
stico che un suono subisce quando, per- si trovi posteriormente o anterior-
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Bates, E.: ib.
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A. Schoenberg, The Musical Idea and the Logic, Technique, and Art of its Presentation, tradotto e commentato
da Patricia Carpenter e Severine Neff; New York: Columbia University Press, 1995.
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λ = v/f
Ne conviene quindi che le basse e medio- Per risolvere questa ambiguità abbiamo al-
basse frequenze hanno una lunghezza tri due elementi che contribuiscono alla
d’onda maggiore della dimensione della giusta localizzazione.
testa umana, quindi la ”scavalcano” sen-
za problemi con perdita di intensità poco Il primo è il cosiddetto pinna effect, ovvero
rilevante a prescindere dall’angolo di pro- il filtraggio di circa 3-5 dB in alcuni spazi di
venienza del suono originario, mantenen- frequenza (tipicamente al di sopra di 4000
do però la differenza di tempo ( o di fa- Hz) che la conformazione del padiglione
se). Le frequenze medio-alte ed alte inve- auricolare oppone ai suoni provenienti al-
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•Yen-Sheng Chen: Head shadow effect and pin- Brani citati e/o consigliati:
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https://youtu.be/CZ7jpKh_UF0
• Edgard Varese - Poème Electronique -
https://youtu.be/WQKyYmU2tPg
• John Chowning - Turenas - https://
youtu.be/mqIPWGwrbng
• Pierre Boulez - Dialogue de l’ombre double
- https://youtu.be/DNoy7oaw0wY
• Denis Dufour - Face aux ténèbres - https:
//youtu.be/t4ZK_z6qHn8
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