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MASTER - Esecuzione ed Interpretazione della Musica Elettroacustica - 2020 - LEZIONE VII - IV ON-LINE

Pasquale Citera
Dipartimento di Musica Elettronica
Lezione VII- (IV on-line)
Conservatorio di Santa Cecilia Lo Spazio Sonoro
via dei Greci 18 - I PARTE -
Roma (IT)
pasqualecitera81[at]gmail[dot]com Principî di localizzazione sonora

Nella Settima Lezione abbiamo trattato lo Spazio Sonoro come componente compositiva; come ha influen-
zato la scrittura e la percezione spaziale del processo musicale. Alla fine abbiamo trattato i principi base
della localizzazione delle fonti sonore.

1. Lo Spazio Sonoro tate. Tra le altre cose, la musica ha avuto


una funzione molto forte nel sottolineare le
parti rituali più importanti e significative.
Poche definizioni sono più ambigue quan- Dal Carrozzo-Cimagalli :
to Spazio Sonoro. Forse paragonabile solo
all’ambiguità della parola forma applicata Così come il sacerdote si rivestiva
alla musica. Spazio Sonoro è sicuramen- dei paramenti sacri per evidenzia-
te diverse cose: il luogo fisico della perfor- re il superamento della sua perso-
mance, il prodotto del fenomeno acustico na concreta e poter agire in nome
e la sua propagazione, il luogo che coinci- di Cristo, così avvolgendosi nella
de con la composizione stessa, la costruzio- dimensione del canto, la proclama-
ne elettronica di uno spazio virtuale den- zione del testo liturgico si innalza-
tro lo spazio reale, il luogo interno ad ogni va dal semplice livello del linguag-
strumento musicale. E sicuramente tante gio umano a quello della parola di
altre cose ancora. Noi abbiamo trattato al- Dio.
cuni di questi aspetti, senza nessuna pre- Oltre a questa funzione di ampli-
tesa di completezza, ma cercando di dare ficazione rituale la musica svolge-
degli sguardi d’insieme e dei punti di vi- va una non trascurabile funzione
sta su come lo spazio ha influito e continua di amplificazione fonica, in una sa-
ad influire, in modo molto articolato, sul- la o una basilica affollata di fede-
la percezione del fenomeno musicale e sul li la parola cantata era molto più
processo di composizione. percepibile di quella parlata senza
1.1 Dislocazione Spaziale Rituale implicare uno sforzo eccessivo da
parte di chi la emetteva.
Una terza e fondamentale fun-
Il rito religioso, di qualsiasi epoca e riguar- zione della musica sacra è quel-
do qualsiasi culto religioso, ha avuto sem- la che possiamo definire Amplifi-
pre una parte fondamentale nell’accostare cazione Melodica. La monodia li-
parti declamate, parti recitate e parti can- turgica cristiana non faceva altro
1
M. Carrozzo, C. Cimagalli: Storia della Musica Occidentale. Vol.1, Armando Editore. (1998)

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che rendere esplicita l’intrinseca nizio del diciassettesimo secolo, la musica


musicalità della lingua latina.1 della scuola veneziana si sviluppa da que-
sta stretta alternanza rituale tra due cori ad
La pratica cristiana dell’antifona viene un dialogo rapido e sofisticato tra più cori
mantenuta ed ampliata nel Rinascimento e gruppi strumentali. Andrea e Giovanni
spesso usando un coro di dimensioni mi- Gabrieli, allievi di Willaert, hanno compo-
nori unito al coro principale. La divulga- sto opere su larga scala per più gruppi e
zione di questa tecnica è generalmente at- cori ed sono stati anche i primi composi-
tribuita alla scuola veneziana fondata dal tori ad includere indicazioni dinamiche e
compositore fiammingo Adrian Willaert, strumentazione specifica nella partitura. I
maestro di cappella della Cattedrale di San gruppi strumentali che non avevano alcun
Marco a Venezia nel 1527. L’uso di cori al- ruolo attivo nella cerimonia, sarebbero sta-
ternati è stato facilitato dall’interno della ti collocati in posizioni più nascoste, molto
Cattedrale di San Marco che contiene due probabilmente in spazi adiacenti agli orga-
organi spazialmente separati e due spazi ni, mentre il coro più piccolo sarebbe stato
per il coro. I compositori hanno iniziato a posto in qualche altro punto, lontano dal
sfruttare la maggiore distanza tra i grup- coro principale. Questa teoria è supporta-
pi e ad usare la separazione spaziale co- ta da resoconti storici dell’epoca, uno dei
me effetto per riempire lo spazio sonoro e quali descrive in dettaglio il metodo di sin-
distanziare anche le frasi musicali. Alcu- cronizzazione dei vari gruppi spazialmen-
ni studiosi sottolineano tuttavia che non si te distribuiti. Sembra che ci fossero anche
può esser certi che la separazione spazia- dei direttori aggiuntivi per sincronizzare i
le dei cori, o cori spezzati, fosse per forza gruppi lontani al ritmo del direttore prin-
parte integrante della musica antica della cipale al piano terra, con il coro grande.
scuola veneziana. Alcuni documenti sug- La famosa opera di Giovanni Gabrieli In
gerirebbero che potrebbero trattarsi inve- Ecclesiis, può essere un eccellente esempio
ce di arrangiamenti alternativi che veniva- di questa forma di musica policorale spa-
no occasionalmente usati come effetti spe- zializzata, che utilizza quattro gruppi co-
ciali a discrezione del direttore musicale in rali e strumentali separati, accompagnati
occasione di un ospite o un evento specia- da organo e basso continuo; la partitura è
le.2 In ogni modo, anche tenendo presenti i un continuo dialogo spaziale fitto di effetti
dubbi musicologici, la struttura compositi- d’eco. Questa pratica, anche se spesso vie-
va teneva comunque presente una disloca- ne evocata come veneziana, non resta confi-
zione, se non spaziale in senso fisico, sicu- nata a quella scuola, si diffonde in realtà in
ramente in termini formali, creando bloc- tutta Europa; Praetorius nel suo Syntagma
chi contrapposti di frasi o strutture tema- Musicum del 1619 discute di policoralità in
tiche date a diversi gruppi corali; i vespri termini di divisioni in registri e di disloca-
in otto parti di Willaert, composti nel 1550, zioni spaziali degli stessi. Nel primo Ba-
sono uno dei primi esempi di questa prassi rocco, a Roma, i maestri di cappella vatica-
e presentano infatti, gli effetti di eco e dia- ni usavano sovente scrivere per parecchie
logo tra i due gruppi spazialmente separa- parti (fino a 48) ed usare diverse gallerie
ti che sono tipici di questa estetica. All’i- per posizionare gruppi corali e strumenta-
2
Bryant, D.: The ‘cori spezzati’ of St Mark’s: myth and reality, Early Music History, Vol. 1, pp. 165-186, 1981.

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li, in dialogo-contrasto tra diverse tessiture tro ensemble di ottoni che gradualmente
e registri.3 si sviluppa in un drammatico climax di
timpani e voci sovrapposte.4
1.2 Dislocazione Spaziale Evocativa

L’orchestra è uno spazio sonoro, anzi, è


stata per tantissimo tempo Lo Spazio So-
noro per eccellenza, seppur in continua
evoluzione; è stata, ed è, la realizzazio-
ne prospettica dell’immagine musicale bi-
dimensionale, la partitura. Seppur sempre
più estesa, sia timbricamente che fisica-
mente, e capace di evocare diverse ambien-
tazioni, o comunque dar delle direzioni di
ascolto con la distribuzione di frasi, trame
ritmiche o timbriche, sovente i compositori
hanno sentito l’esigenza di ricreare veri e
Tuba Mirum di Berlioz
propri spazi a sé stanti in aggiunta a quello
orchestrale, per superare la sola trasfigura- Sebbene Berlioz stesse chiaramente pen-
zione musicale di un fenomeno - o di una sando all’uso dello spazio nella musica
situazione para-teatrale - e quindi per sot- (si riferiva ad esso come musica architetto-
tolinearne ancor più l’importanza. nica), la distribuzione spaziale degli arti-
Di casi ce ne sarebbero a centinaia, ci limi- sti in questo caso è atta ad evocare effet-
tiamo a citarne alcuni, a mo’ di esempio. ti drammatici. Situazione simile per Giu-
seppe Verdi che, pur esso nel Tuba Mi-
rum dal Requiem, dispone delle trombe a
Citiamo Le Grande Messe des Morts di Ber-
coppie in luoghi ai lati, fuori dallo spazio
lioz (1837) che, alla prima rappresentazio-
orchestrale.
ne, prevedeva quattro ensemble di ottoni
posizionati nei quattro punti cardinali, in- Nella prima parte del ventesimo secolo, lo
sieme a una massiccia orchestra di cantan- spazio veniva talvolta usato per creare un
ti, fiati, corni, archi e percussioni. Berlioz senso di prospettiva aggiunta, contrastan-
sapendo in anticipo che questo lavoro sa- do l’orchestra sul palco con più strumenti
rebbe stato presentato in anteprima a Les posti a distanza. Il compositore austriaco
Invalides - la gigantesca cattedrale a cupo- Gustav Mahler usava spesso musicisti fuo-
la dell’ospedale militare di Parigi - ha quin- ri scena oltre all’orchestra principale, co-
di pensato di sfruttare diversi punti del- me, ad esempio, gli ottoni e le percussioni
lo spazio della performance. Nella famo- nel quinto movimento della Sinfonia n.2 o
sa sezione Tuba Mirum, l’invocazione della il rullante fuori scena in Sinfonia n.3. An-
furia di Dio contro i dannati viene invocata che altri importanti compositori dell’epo-
attraverso l’ingresso consecutivo dei quat- ca usarono effetti simili, sebbene non co-
3
James Smith Pierce: Visual and Auditory Space in Baroque Rome, The Journal of Aesthetics and Art Criticism
18.1 (1959): 56–57.
4
Bates, E.: op. cit.

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sì frequentemente come Mahler. Igor Stra- correndo grandi distanze incontra superfi-
vinsky ad esempio, usa tube dans le couli- ci che lo riflettono: alcune componenti del
ne (nei corridoi - cioè nelle ali - del teatro) suono originario vengono filtrate ed atte-
nella partitura di Uccello di Fuoco e Richard nuate; quindi le successive riflessioni spes-
Strauss, sei tromboni auf dem Theater in Die so vengono parzialmente mascherate da ri-
Frau ohne Schatten.5 flessioni precedenti in modo che si percepi-
scano solo porzioni di esse. Questa deco-
Un altro esempio particolare di dislocazio- struzione della frase può esser vista come
ne per evocazione che vale la pena citare, un caso di liquidazione, un processo forma-
dove l’interesse spaziale non si esaurisce le descritto da Schönberg6 come quella tec-
nello spostare gruppi di musicisti dall’or- nica che, alla seconda riproposizione della
chestra in altri luoghi ma vi è una ricer- frase ne elide delle parti, la terza elide parti
ca di imitazione di un fenomeno natura- della seconda già elisa, la quarta dalla ter-
le tramite strumenti compositivi, ci viene za e così via. È prassi moderna, aggiun-
da Mozart. Nella Serenata n.8 (Notturno) gere delle sordine agli ottoni della terza
in Re maggiore per quattro gruppi orche- e quarta orchestra in modo da render an-
strali K.286, il compositore dispone quat- cora più evidente l’evocazione dell’effetto
tro gruppi orchestrali costituiti da una se- eco.
zione d’archi in quattro parti più due cor-
ni. Mozart non specifica delle disposizio- 1.3 Lo Spazio Sonoro Acusmatico
ni specifiche per i quattro gruppi (come
Berlioz nel suo Requiem); tuttavia utilizza
processi musicali come la frammentazio- La nostra prospettiva dello spazio
ne tematica e la differenziazione dinami- musicale è completamente conge-
ca per evocare con precisione l’effetto eco. lata e ha portato a una musica in
Mozart crea così uno spazio virtuale che cui il movimento e la direzione del
diventa un elemento integrante di questa suono nello spazio non ha alcu-
composizione: lo spazio sonoro è costruito na funzione. Ma nel momento in
dall’attenta coordinazione di qualità me- cui abbiamo i mezzi per spostare
triche, dinamiche e formali derivanti dal- il suono con una data velocità in
l’osservazione empirica del fenomeno fisi- un determinato auditorium, o an-
co spaziale. Ad ogni breve dichiarazione te- che in un determinato spazio al-
matica della prima orchestra si susseguono l’aperto, non c’è più alcun motivo
le altre tre, ognuna delle quali abbrevia la per una prospettiva spaziale fissa
frase fino ad arrivare alla quarta che suona della musica. Il movimento nello
solo un piccolo frammento della stessa, co- spazio della musica diventa impor-
struendo delle dinamiche diverse per dar il tante quanto la composizione del-
senso dell’allontanamento. La frammenta- le linee melodiche e delle caratteri-
zione sistematica e cumulativa della frase stiche ritmiche. Che un suono si
musicale rappresenta qui il processo acu- sposti in senso orario o antiorario,
stico che un suono subisce quando, per- si trovi posteriormente o anterior-
5
Bates, E.: ib.
6
A. Schoenberg, The Musical Idea and the Logic, Technique, and Art of its Presentation, tradotto e commentato
da Patricia Carpenter e Severine Neff; New York: Columbia University Press, 1995.

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mente, a sinistra o a destra, o in dimensione in elevazione. In questo ca-


qualsiasi altra combinazione, so- so, l’atteggiamento può essere assimilabile
no tutte configurazioni nello spa- alla spazializzazione per esigenza rituale,
zio significative quanto gli inter- già incontrata nella pratica religiosa post
valli nella melodia o nell’armonia. Rinascimentale e Barocca.
K.Stockhausen7
Quando il periodo seriale di Stockhausen
La premessa di Stockhausen spiega benis- evolve nell’attenzione alle relazioni dei ca-
simo l’importanza di una analisi e di una ratteri generali di grandi gruppi di mate-
successiva re-sintesi dello spazio sonoro riali formati da eventi sonori minimi piut-
ad uso compositivo, riguardo la musica tosto che sulle relazioni dei singoli pas-
elettroacustica. Con la grande differenza si, definisce la pratica di composizione per
che, mentre in passato le attenzioni allo gruppi e la mette in pratica in Gruppen per
spazio sonoro sono state - ne abbiamo vi- tre orchestre posizionate a sinistra, davan-
ste alcune - di natura imitativa, evocativa o ti e a destra del pubblico. La separazio-
funzionale a sottolineare aspetti dramma- ne delle tre orchestre è stata inizialmen-
turgici o rituali, nella composizione elet- te concepita per chiarire le relazioni atten-
troacustica si chiede di più. Lo spazio è un tamente costruite tra tre strati di materia-
parametro sonoro, compositivo, esecutivo, le. Tuttavia, in parecchi passaggi, il ma-
come le altezze, le durate, i ritmi, i tim- teriale musicale subisce degli spostamen-
bri. Quindi, se l’approccio elettronico di ti spaziali tra un gruppo all’altro tramite
analisi del comportamento fisico del suo- crescendo-decrescendo incrociati (che un
no porta a ricreare altezze-durate-ritmi o po’ ricorda la gestione del pan stereofonico
a creare ex novo timbri, lo stesso procedi- sui mixer.
mento può essere (e deve essere, dice Stoc-
khausen) applicato anche alle parametri-
che spaziali. Ancor più nella musica acu-
smatica, dove il suono riprodotto essendo
slegato dalla fonte originaria, quindi frutto
di una elaborazione successiva, può dise-
gnarne percorsi spaziali anche molto com-
plessi, impossibili o impensabili con fonti
puramente acustiche tradizionali.

Già con Gesang der Jünglinge im Feuero-


fen, Stockhausen prevede una distribuzio-
ne spaziale complessa dei suoni. La com-
posizione, pensata per essere eseguita nel-
la Cattedrale di Colonia, era stata pensa-
ta per esser spazializzata secondo quat-
tro gruppi di altoparlanti posti agli ango-
li della chiesa, più l’aggiunta di un quin-
to al centro in alto, per dare anche una Estratto da Gruppen
7
R. Maconie: Stockhausen on Music: Lectures and Interviews Compiled, Marion Boyars inc, 2000

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Prova quindi che lo studio della musica


elettronica appena iniziata aveva già delle
influenze estetiche molto profonde anche
sulla musica puramente acustica.

Citiamo poi l’avanguardistico Poème Elec-


tronique di Edgard Varèse, composto per
l’Esposizione Universale di Bruxelles nel
1958 e commissionato dalla Philips per il
proprio padiglione richiedendo espressa-
mente un lavoro a carattere multimedia-
le. Il padiglione era una struttura iperbo-
lica inusuale progettata da Le Corbusier
e dal suo assistente Iannis Xenakis - ar-
chitetto e compositore che, per l’occasio- Percorsi del suono nel padiglione
ne compone Concrète PH eseguito come in-
terludio tra le esecuzioni del Poème. Nel Pur se importantissimi passi avanti, que-
padiglione era installata una lunga super- ste esperienze di gestione dello spazio ve-
ficie di proiezione con elaborate apparec- nivano portate avanti tramite l’osservazio-
chiature di illuminazione ed un sistema di ne empirica del carattere naturale della dif-
riproduzione musicale con venti amplifi- fusione sonora nello spazio, senza anco-
catori che poteva indirizzare i suoni ver- ra uno studio sistematico e puntuale di
so 425 altoparlanti sparsi lungo la super- come le sorgenti in movimento potesse-
ficie del padiglione stesso secondo dei per- ro esser simulate con le possibilità nuovi
corsi di suono. La composizione di Varè- strumenti.
se consisteva in una elaborazione di suoni
John Chowning dà un particolare impul-
elettronici e concreti fissati su nastro ma-
so a questo aspetto con i suoi studi sul-
gnetico a tre canali, spazializzabili in modo
la percezione del movimento del suono e
indipendente.8
con delle strategie informatiche per simu-
larli. All’inizio delle sue ricerche Chow-
ning osserva che, nella nostra esperienza
naturale, le fonti sonore si trovano in un
continuo spazio che include tanto i segna-
li diretti come quelli indiretti o riverberati,
determinati da numerosi fattori ambienta-
li. Questa molteplicità di segnali prevede
una serie di indizi, molto sottili ma precisi,
sia per la localizzazione delle fonti, sia per
la determinazione dello spazio circostan-
te. Quando la musica è sintetizzata e tra-
smessa tramite altoparlanti, il numero di
Padiglione Philips punti di localizzazione delle fonti è limita-
8
Bates, E.: op. cit.

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to al numero di altoparlanti utilizzati per tro. Chowning scrive quindi un program-


la diffusione, e quindi la nostra percezio- ma che, data una traiettoria, calcola i para-
ne di uno spazio sonoro integrato risulta metri necessari per l’algoritmo della spa-
a questo limitato.9 Una registrazione rea- zializzazione: la modulazione data dall’ef-
lizzata in un particolare ambiente acustico, fetto Doppler, la moltiplicazione d’intensi-
riesce a conservare una certa spazialità, se tà di ogni canale data dalla localizzazione
riprodotta con altoparlanti; i suoni prodot- angolare, l’intensità del segnale diretto in
ti sinteticamente, al contrario, devono es- relazione alla distanza, del segnale river-
sere costruiti in un proprio spazio, quindi berato etc. Questo modello già utilizzato
questa componente deve essere parte inte- in Sabelithe è stato ampliato e perfeziona-
grante del processo di sintesi. Il problema to (con l’inserimento del Doppler) in Ture-
è stato poi affrontato in primo luogo cer- nas. In un primo momento Chowning di-
cando di capire il modo in cui i suoni so- segna a mano tramite un proto-joystick, le
no captati e trattati dalle orecchie e succes- traiettorie che il suono deve compiere; suc-
sivamente cercando di implementare de- cessivamente scopre che alcune proprietà
gli algoritmi digitali che simulassero que- possedute dalle figure di Lissajous erano
sto comportamento. Chowning inizia con simili a quelle che stava cercando. L’uso
lo studio della letteratura di questo aspet- di queste figure permise di disegnare tra-
to e giunge a formulare delle soluzioni ri- iettorie più ricche e complesse che difficil-
guardo i tre aspetti più rilevanti per que- mente sarebbero state realizzabili con dei
sto problema: posizione, spazio e movi- calcoli manuali.
mento. A questi, aggiunge l’importanza
dell’effetto Doppler nella ricostruzione dei
movimenti virtuali delle fonti nello spa-
zio. L’effetto Doppler è, in sintesi, la va-
riazione di frequenza che si verifica quan-
do una fonte cambia dinamicamente la sua
distanza dal punto d’ascolto. Evidenzia
che non è sufficiente modificare le coor-
dinate virtuali di ubicazione di una fon-
te per trasmettere l’effetto del movimen-
to ma si deve tenere conto anche delle va-
riazioni di frequenza calcolate in base al- Curve di Lissajous
la velocità di spostamento. Sulla base di
Di altre esperienze elettroacustiche, par-
questi presupposti, Chowning lavora alla
leremo nella seconda parte dedicata allo
realizzazione di un modello che riuscisse
Spazio Sonoro.
a creare uno spazio sonoro continuo tra-
mite un sistema di riproduzione a quattro ****
canali con i diffusori locati agli angoli di
un ipotetico quadrato in cui si trovano gli
ascoltatori - il più possibile vicino al cen-
9
Chowning. J. M.: The Simulation of Moving Sound Sources; CCRMA, Stanford University, J. Audio Eng.
Soc.19, 2-6, 1971.

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2. La Percezione dello Spazio ascoltatore. Le ITD rilevano la posizione dei


suono di bassa frequenza che vanno dalla
minima frequenza udibile fino a circa 1300-
2.1 Localizzazione della direzione del suono 1500 Hz, con precisione di localizzazione
al diminuire della frequenza stessa. Le IID
invece funzionano meglio per le frequenze
Il modo più accurato per determinare la di- che vanno da circa 1000 Hz al limite acuto
rezionalità di un suono è attraverso il con- di udibilità essendo sensibilmente più de-
fronto dei segnali sonori ricevuti simulta- finite su frequenze che vanno da 5000 Hz
neamente da entrambe le orecchie. Nel in su.12 L’accuratezza della localizzazione
processo chiamato fusione binaurale, i se- è più scadente nel range che va da 1500 a
gnali simili ma non identici che raggiun- 4500 Hz circa che, ironia della sorte, è pro-
gono le due orecchie vengono fusi in un’u- prio lo spazio nel quale gli esseri umani
nica immagine sonora coerente10 , analoga- sono più sensibili al riconoscimento delle
mente a come succede anche per l’elabora- frequenze. 1314
zione visiva di un oggetto. Se quindi un
suono non è perfettamente al centro del no-
stro panorama uditivo frontale, ma è spo-
stato più a destra o a sinistra, avremo tem-
pi di arrivo diversi ed intensità diverse per
ciascun orecchio.11 Lord Rayleigh propo-
se la teoria della localizzazione duplex nel
1907; questa teoria afferma essenzialmente
che i suoni con bassa frequenza sono loca-
lizzati dalle differenze di tempo (o di fase) IID a frequenze diverse
tra le due orecchie [ITD - Interaural Time Differen-
ces], mentre i suoni ad alta frequenza sono La ragione della diversa precisione a fre-
localizzati dalle differenti intensità di arri- quenze diverse per ITD ed IID è legata alla
vo [IID - Interaural Intensity Differences] Entrambe lunghezza d’onda del suono e all’ostaco-
le differenze si ottengono quando si pro- lo che la testa umana oppone ai suoni di
duce un suono alla destra o alla sinistra lunghezza inferiori alla dimensione della
del piano mediano (o mediosagittale) di un testa stessa (convenzionalmente 17 cm di
10
Gelfand, Stanley A. Hearing: An Introduction to Psychological and Physiological Acoustics, 3rd ed. New York:
Marcel Dekker, 1998.
11
Solomon, J. W.: Spatialization In Music: The analysis and interpretation of spatial gestures. Phd dissertation,
Music Composition and Music Performance Dep. University of Georgia, 2007.
12
Solomon, J. W.: ib.
13
Questo probabilmente ha delle ragioni di natura evoluzionistica abbastanza semplici; dal punto di vi-
sta naturale, i suoni del range medio 400-4000 Hz sono quelli più importanti per il riconoscimento vocale,
mentre i suoni al di sotto e al di sopra probabilmente sono si sono specializzati maggiormente al ricono-
scimento di suoni di provenienza non umana (animale o naturale). Naturalmente, avremmo bisogno di
decodificare il messaggio di un essere della nostra specie prima della sua posizione nello spazio; mentre
al contrario, avremmo bisogno di capire accuratamente la posizione di un ”pericolo” naturale o animale e
non cosa comunichi.
14
Heffner R.S., Heffner H.E. Evolution of Sound Localization in Mammals. In: Webster D.B., Popper A.N., Fay
R.R. (eds) The Evolutionary Biology of Hearing. Springer, New York, NY (1992)

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diametro). ce, hanno differenza di intensità molto evi-


denti tra le due orecchie dato che, a fre-
In fisica, la lunghezza d’onda di un’onda pe- quenze minori di 17 cm la testa fa da om-
riodica è la distanza tra due creste o fra bra per l’orecchio opposto alla direzione
due ventri della sua forma d’onda; viene del suono, quindi ne attutisce l’intensità
indicata dalla lettera greca λ. notevolmente.

C’è da dire che queste correlazioni val-


gono per il posizionamento sull’asse me-
diano (spazio piano da destra a sinistra),
ma non dicono nulla riguardo l’altezza
e la posizione davanti-dietro di un suo-
no. Lungo un asse che sta tra la sor-
gente sonora e l’ascoltatore, si possono
tracciare delle sezioni circolari coniche
che possono avere identiche ITD ed IID,
a dispetto di posizioni diverse riguardo
le coordinate inferiori-superiori, anteriori-
posteriori. È quello che viene chiamato
cono di confusione.

La formula per calcolare la lunghezza


d’onda è

λ = v/f

dove v è la velocità del suono (343,8 m/s a


20°C) e f è la frequenza del nostro suono. ITD ed IID identiche
Ma differenti posizioni
Quindi, ad esempio, una frequenza di 20 anteriore-posteriore e
superiore-inferiore
Hz (λ = 344/20) avrà una lunghezza d’on-
da di 17,2 metri; una frequenza di 15000 Hz
(344/15000) avrà una lunghezza d’onda di Cono di Confusione
0,02 metri ossia 2 cm.

Ne conviene quindi che le basse e medio- Per risolvere questa ambiguità abbiamo al-
basse frequenze hanno una lunghezza tri due elementi che contribuiscono alla
d’onda maggiore della dimensione della giusta localizzazione.
testa umana, quindi la ”scavalcano” sen-
za problemi con perdita di intensità poco Il primo è il cosiddetto pinna effect, ovvero
rilevante a prescindere dall’angolo di pro- il filtraggio di circa 3-5 dB in alcuni spazi di
venienza del suono originario, mantenen- frequenza (tipicamente al di sopra di 4000
do però la differenza di tempo ( o di fa- Hz) che la conformazione del padiglione
se). Le frequenze medio-alte ed alte inve- auricolare oppone ai suoni provenienti al-

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le spalle dell’ascoltatore151617 trasforman-


do le lievi differenze di timbro date dal fil-
traggio in differenze di localizzazione per
un suono che, nel suo movimento, risulta
avere un timbro immutabile.18

Il secondo (da alcuni considerato sempre


facente parte del pinna effect) è la decodifica
dell’altezza della sorgente sonora tramite
il filtraggio fatto dai canali sul padiglione
auricolare. Ognuno dei canali applica una Questi dati, (ITD, IID, Pinna Effect, filtraggio
attenuazione in una specifica banda di fre- dei canali del padiglione) assieme ad altre
quenza e la somma delle attenuazioni for- alterazioni di frequenza date dal busto e
nisce i dati per individuare la posizione in dalla testa (Body and Head Shadows) creano
altezza del fenomeno sonoro.19 delle immagini di spettro sonoro che pos-
sono essere raccolti in un database chia-
mato HRTF ovvero Heart-Related Transfer
Function (funzione di trasferimento corre-
lato alla testa) che serve alla virtualizzazio-
ne della localizzazione sonora. La tecnica
di registrazione che impiega questo data-
base è chiamata registrazione binaurale ed il
più delle volte viene fatta tramite una testa
artificiale con padiglioni e condotti uditivi
perfettamente modellati e, al posto dei tim-
Filtraggi dei canali auricolari pani, due microfoni omnidirezionali; con-
15
Wightman F.L., Kistler D.J.: Sound Localization. In: Yost W.A., Popper A.N., Fay R.R. (eds) Human Psychophysics;
Springer Handbook of Auditory Research, vol 3. Springer, New York, NY, 1993.
16
Yen-Sheng Chen: Head shadow effect and pinna effect by sound intensity; Taiouan IOL, Chang Gung University,
The Journal of the Acoustical Society of America
17
Solomon, J. W. ibidem
18
Da Warren, R. M.: Auditory Perception: A New Analysis and Synthesis. Cambridge and New York: Cam-
bridge University Press, 1999.
Front-back confusion may also result from multiple sound positions at one side of the listener that create the same
ITD or ILD. For example, a low frequency sound occurring 45 degrees to the listener’s right side will create the same
ITD as it would if it were 135 degrees to the right (with 0 degrees being directly in front of and 180 degrees being
directly behind the subject). However, head movements and pinnae function assist the perceiver in properly discrimi-
nating the location of the sound. A spectral difference between the same sound at 0 degrees and at 180 degrees is only
detectable to listeners who cannot determine if either sound is coming from the front or the back, which is possible
when head movements are inhibited. If the directionality of the sounds is perceived, then timbre differences [can] not
be heard and the spectral differences [are] transformed into localization differences for a sound that seem[s] to have
an unchanging timbre.
19
Wightman F.L., Kistler D.J.: Sound Localization. In: Yost W.A., Popper A.N., Fay R.R. (eds) Human Psychophysics;
Springer Handbook of Auditory Research, vol 3. Springer, New York, NY, 1993.
20
L’approssimazione è data soprattutto dal fatto che la conformazione del padiglione, dei canali esterni,
del canale uditivo, del busto e della testa, sono comunque molto variabili da persona a persona; quindi di
fatto è impossibile tracciare dei valori oggettivi.

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dizioni che ricreano - con una certa ap- Bibliografia


prossimazione20 - le decodifiche naturali
dell’apparato uditivo.
•M. Carrozzo, C. Cimagalli: Storia della Musi-
Di seguito, per concludere, un esempio di ca Occidentale. Vol.1, Armando Editore,
registrazione binaurale di un suono ritmi- 1998
co con spettro molto ricco localizzato fron-
talmente, all’altezza delle orecchie: •Bryant, D.: The ‘cori spezzati’ of St Mark’s:
myth and reality, Early Music History, Vol.
1, pp. 165-186, 1981.

•Pierce J. S. : Visual and Auditory Space in Ba-


roque Rome, The Journal of Aesthetics and
Art Criticism 18.1 (1959): 56–57.

•Bates, E.: The Composition and Performance


of Spatial Music. Phd dissertation, Electro-
nic and Electrical Engineering Dep, Music
Dep. Trinity College Dublin, 2009

•Solomon, J. W.: Spatialization In Music: The


Ed ora lo stesso suono che gradualmente analysis and interpretation of spatial gestu-
cambia elevazione. Il movimento parte da res. Phd dissertation, Music Composition
una altezza superiore alla testa ed arriva and Music Performance Dep. University
molto sotto la stessa, per poi risalire: of Georgia, 2007.

•Chowning. J. M.: The Simulation of Mo-


ving Sound Sources; CCRMA, Stanford
University, J. Audio Eng. Soc.19, 2-6,
1971.

•Moore B.C.J. : An introduction to the psycho-


logy of hearing. Academic Press, London,
1997.

•Blauert J. Spatial Hearing. Cambridge, MA:


MIT Press, 1983.
Si notano delle bande di filtraggio (spazi in •Blauert J. Sound Localization in the Median
blu) che cambiano centro-frequenza a se- Plane. Acta Acustica united with Acustica,
conda della posizione di elevazione, per V.23, No. 4, 1969, pp.205-213, Ed. S. Hirzel
arrivare ad un punto di filtraggio più este- Verlag
so quando interviene anche l’ostacolo del
busto (parte centrale dell’immagine), per •Warren, R. M.: Auditory Perception: A New
poi rifare il percorso inverso. Analysis and Synthesis. Cambridge and
New York: Cambridge University Press,
1999.

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MASTER - Esecuzione ed Interpretazione della Musica Elettroacustica - 2020 - LEZIONE VII - IV ON-LINE

•Yen-Sheng Chen: Head shadow effect and pin- Brani citati e/o consigliati:
na effect by sound intensity; Taiouan IOL,
Chang Gung University, The Journal of
• Adrian Willaert - Vespro della Beata Vergi-
the Acoustical Society of America 125:4,
ne - https://youtu.be/Wvh0s59ehS0
2527-2527
• Giovanni Gabrieli - In Ecclesiis - https:
•Heffner R.S., Heffner H.E. Evolution of Sound Lo- //youtu.be/v5VoKAoj8AE
calization in Mammals. In: Webster D.B., • Wolfgang Mozart - Notturno in Re Mag-
Popper A.N., Fay R.R. (eds) The Evolutiona- giore - https://youtu.be/RZPQjXiu8xQ
ry Biology of Hearing. Springer, New York, • Hector Berlioz - Tuba Mirum - https:
NY (1992) //youtu.be/xVpHTe5covk
• Gustav Mahler - Sinfonia n.2 - Quin-
•Wightman F.L., Kistler D.J.: Sound Localization.
to Movimento - https://youtu.be/
In: Yost W.A., Popper A.N., Fay R.R. (eds)
v1nKQrc1FbQ
Human Psychophysics; Springer Handbook
• Karlheinz Stockhausen - Gesang der Jün-
of Auditory Research, vol 3. Springer,
glinge - https://youtu.be/RpSO3UHKy_g
New York, NY, 1993.
• Karlheinz Stockhausen - Gruppen -
https://youtu.be/CZ7jpKh_UF0
• Edgard Varese - Poème Electronique -
https://youtu.be/WQKyYmU2tPg
• John Chowning - Turenas - https://
youtu.be/mqIPWGwrbng
• Pierre Boulez - Dialogue de l’ombre double
- https://youtu.be/DNoy7oaw0wY
• Denis Dufour - Face aux ténèbres - https:
//youtu.be/t4ZK_z6qHn8

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