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Elio Marciano.

Elio Marciano visse tra la fine del II e la prima metà del III secolo d.C. e svolse la propria attività
sotto i Severi (quasi sicuramente fu un funzionario della cancelleria imperiale). Fu autore di 16 libri
di ISTITUZIONI, che si occupavano:
 Fonti del diritto;
 Diritto di proprietà;
 Diritto delle persone;
 Diritto di eredità;
 Leges publicae.
Esse non trattavano delle obbligazioni. Pernice ritiene le Institutiones marcianee un manuale per gli
impiegati dell’amministrazione; Kruger qualcosa di mezzo tra un compendio per principianti e un
commentario; Schulz invece diceva che lo scritto di Marciano era stato pubblicato postumo e
comprendeva due opere: studi preparatori incompleti per un’opera di Istituzioni e studi preparatori
per un Digesto sistematico. La loro datazione è incerta, ma la maggior parte degli studiosi ritiene
che siano state scritte dopo il 217 d.C., anno della morte di Caracalla. Sicuramente la loro datazione
è da collocare dopo la Constitutio Antoniniana che estese la cittadinanza romana a tutti i cives
dell’impero. L’editto comportò la cessazione dei diritti locali e i provinciali avrebbero dovuto
vivere secondo le leggi del diritto romano. Dunque i giuristi severiani dovevano preoccuparsi di
divulgare il diritto romano tra i provinciali. Le Institutiones di Marciano sicuramente tengono conto
delle modifiche apportate dalla Constitutio Antoniniana. Non a caso, sembrano rivolgersi ad un
gruppo di lettori diverso da quello precedente.
1.
Per quanto concerne le cause di schiavitù, Marciano è l’unico che ha dato come origine della servitù
iure civile il caso della vendita ad pretium partecipandum (libero maggiore di 20 anni che si fingeva
schiavo). Marciano provvide a tirare le somme di quanto precedentemente detto: in epoca
tardoclassica il caso della vendita come servo ad pretium partecipandum era discusso in tutto
l’impero e perciò si dovevano far conoscere anche alle province le norme che lo disciplinavano.
Secondo due rescritti, al venduto ad pretium partecipandum veniva negata la difesa della libertà,
anche se cittadino romano. Marciano, in seguito, provvide a dare una definizione degli ingenui:
ingenua sunt, qui ex matre libera nati sunt. Egli tende quindi a semplificare i princìpi del diritto
classico, per i quali, in caso di iustae nuptiae, il figlio assume la condizione del padre, mentre, in
caso di inosservanza del connubium trattato dal ius gentium, quella della madre. La definizione di
Marciano individua nella nascita da madre libera l’origine della condizione di ingenuus.
2.
Il giurista compie inoltre una classificazione delle res communes omnium: aer, aqua profluens,
mare e litora maris. La maggior parte della dottrina ritiene che il giurista severiano abbia costruito
questo schema spinto da suggestioni filosofiche, anche se, in realtà, le considerazioni di Marciano
sono tratte in relazione a bisogni pratici (l’aqua profluens è un’entità suscettibile di uso
economico).
3.
Marciano si occupa degli obblighi e delle funzioni del praeses, del proconsul o dei loro subalterni
(coloro che li sostituiscono). Egli fa cenno al potere del praeses di vietare le manomissioni a:
 Chi esercitava un ufficio in provincia non può consentire al figlio di prendere moglie in
quel luogo.
 I mandata dei principi proibiscono a colui che eserciti un ufficio in provincia di prendere in
moglie una donna di quel luogo. Nel caso in cui un tale matrimonio sia celebrato, l’eredità
che eventualmente la moglie trasmette al marito per testamento non solo non gli sarà
riconosciuta, ma sarà anche confiscata, così come avviene per il tutore che abbia preso in
moglie la pupilla (la ragazza che ha in affidamento). La ratio sta nel fatto che sia la donna

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della provincia sia la pupilla hanno bisogno di essere protette. In entrambe le situazioni si
possono verificare illeciti sul piano patrimoniale che la legge vuole prevenire e impedire.
 Nel libro III delle Institutiones, Marciano afferma che i praeses devono vietare sia i collegia
sodalicia sia le associazioni di soldati negli accampamenti.
 Un rescritto di Severo e Caracalla vieta ai procuratores Caesaris di alienare i servi che
amministrano i beni di proprietà del fisco. Il rescritto vuole impedire che siano sottratti al
patrimonio dell’imperatore quei servi la cui esperienza è fondamentale nella cura dei beni
che nelle province ad fiscum devoluta sunt.
 Ai soldati stanziati nelle province è vietato acquistare campi nella provincia in cui prestano
servizio, pena la confisca. Lo scopo è quello di rendere più efficace il loro servizio in tempi
nei quali la difesa dell’impero costituiva una preoccupazione primaria per le classi dirigenti
(potevano distrarsi coltivando i campi e non prestare servizio adeguato).
4.
Notiamo dunque l’interesse di Marciano a fornire indicazioni precise non tanto sugli elementi
fondamentali del diritto, ma sul modo concreto con il quale disciplinare le controversie giuridiche.
Egli è infatti molto attento al processo.
 Pone il principio generale secondo il quale gli schiavi non possono stare in giudizio contro
il loro padrone.
 Afferma che occorre utilizzare la procedura extra ordinem per punire chi abbia
saccheggiato l’eredità altrui.
Marciano presta poi particolare attenzione al commento delle Leges Publicae (Lex Iulia et Papia
relative al matrimonio e ai vantaggi attribuiti a coloro che avessero molti figli; Lex Falcidia
regolò la materia dei legati; Lex Aelia Sentiavieta le manomissioni allo scopo di rendersi
insolvente e pregiudicare dolosamente i diritti dei creditori| Stabilì che agli schiavi manomessi fosse
attribuito lo stato di Latini| Quelli che, in stato di schiavitù, si fossero macchiati di gravi delitti,
acquisirono lo stato di dediticii.). Mentre però Paolo e Ulpiano compiono un’analisi del testo
confrontando opinioni di diversi giuristi, Marciano non trascrive mai le parole originali delle leggi e
neppure cita la giurisprudenza, tranne per un cenno fatto a Marcello. Egli fa molti riferimenti alla
legislazione degli imperatori. Questo a dimostrazione che le Institutiones non sono indirizzate a
studenti che volevano imparare gli elementi del diritto, bensì a operatori del diritto interessati ad
avere una raccolta di materiali giuridici, dopo che Caracalla aveva esteso la cittadinanza romana a
tutti i sudditi. Le Institutiones dunque sono uno scritto atipico, diverso per struttura e contenuto
dalle Institutiones di Gaio, di cui proprio la peculiarità costituisce il motivo del suo interesse. Esse
mirano a rendere chiara e aggiornata l’esposizione del diritto romano, in quei settori in cui è più
difficile applicarlo ai provinciali.

5.
Marciano scrive il <<De appellationibus>>, uno scritto diviso in due libri, di cui ci sono pervenuti
solo quattro testi. Con ogni probabilità, egli scrisse il <<De appellationibus>> dopo la morte di
Settimio Severo (perché appare l’espressione “divus Severus” e, come è noto, l’aggettivo “divus”
suole indicare, presso i giuristi, l’imperatore defunto.), quasi sicuramente durante il regno di
Antonino Caracalla.
In età severiana, i tempi non erano ancora maturi per una puntuale elaborazione del concetto di
appello. Un frammento di Marciano riporta che:
 Era legittimato a proporre l’appello solo chi era stato parte in causa nel precedente giudizio.
 Ci sono casi in cui può proporre l’appello anche il terzo che abbia da difendere un interesse
proprio, colpito dalla sentenza del precedente giudizio.
 Coerede condebitore era legittimato ad appellare nell’ipotesi che l’altro coerede,
convenuto del creditore ereditario, non avesse impugnato la sentenza di condanna.
Se il creditore avesse voluto costringerlo a pagare la sua parte di debito, doveva

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citarlo in un nuovo e indipendente giudizio nel quale, prendendo in considerazione
lo stesso caso, la difesa del coerede è integra;
 Fideiussore di un venditore riporta una sentenza sfavorevole in giudizio. Egli poteva
appellare poiché, in caso contrario, avrebbe dovuto rispondere al compratore della
garanzia prestata;
 Legatari e servi manomessi per testamento potevano appellare, nell’ipotesi in cui
l’erede istituito nel testamento, convenuto in giudizio, fosse rimasto soccombente.
Condizione indispensabile affinché fosse consentito tale appello era la collusione tra
erede testamentario ed erede ab intestato, rivolta ad ottenere la rescissione del
testamento e quindi a defraudare legatari e schiavi manomessi dei legati e delle
manomissioni disposti nel testamento stesso;
 Forme dell’atto d’appello e termini per appellare.

Un altro frammento di Marciano tratta di una forma speciale di appello, l’appello proposto publice,
nel caso in cui l’ostruzionismo del giudice di partenza abbia impedito il regolare esercizio del diritto
di appello. Nel caso in cui tale giudice non abbia voluto ricevere i libelli appellatori, l’appellante li
può publice proponere (affiggere in luogo pubblico.).
In un altro frammento ancora, Marciano tratta del procedimento di appello dinanzi al giudice di
partenza, che doveva procedere alla redazione di litterae, con lo scopo di informare il giudice di
grado superiore.
A differenza di Marciano, Ulpiano si caratterizza per una elaborazione dogmatica dell’istituto e per
un maggiore approfondimento delle singole questioni. Ulpiano non dava solo il diritto più recente
su questo o quel punto, accenna anche alle discussioni e ai dubbi che in singole questioni ha
provocato (simile schema viene usato anche nei due libri “de appellationibus” di Macro.).

6.
Prima di passare ad analizzare l’opera successiva, è importante ricordare che, nell’età in cui scrive
Marciano (l’età dei Severi), il processo per formulas era ancora vivo, mentre il processo extra
ordinem era ancora in evoluzione.

Infine, Marciano è autore di un “Regularum Libri”, ma cosa sono le regulae iuris? Sono delle
massime giuridiche in lingua latina, in cui era racchiusa una verità fondamentale del diritto. Mentre
la regula è una norma di condotta desunta per esperienza e ricavata per via di sintesi, la definitio
rende più sicuro e preciso il linguaggio giuridico nell’interesse della casistica, adempiendo a una
funzione descrittiva e ordinatrice.
I “Libri Regularum” contengono regole di differenti generi e natura (casistiche, definizioni tratte da
rescritti.). Studiare le regulae di Marciano serve a darci un quadro più preciso di come la
giurisprudenza avesse maturato l’esigenza di una concettualizzazione più articolata degli istituti
giuridici. L’opera di Marciano va collocata dopo la morte di Caracalla, avvenuta nel 217 d.C.

MODO IN CUI SONO COSTRUITE LE SUE REGULAE:


 Materiali relativi a quaestiones e responsa;
 Si introduttivo (sono introdotte tutte dalla parola se)
 Congiunzioni come ubi e cum.

CONTENUTO. (Pagina 130.).


Un terzo di ciò che ci è pervenuto è attinente al diritto successorio:
 Istituzione di un servo come erede (Substitutio vulgaris di un servo);
 Legato di peculi;
 Istituto dei codicilli (piccoli codici.);
 Argomenti vari;
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 Donna che abortisce spontaneamente è condannata all’esilio temporaneo;

REQUISITI FONDAMENTALI per l’esercizio dell’actio rerum amatorum (libro III).


 Vengono definite le servitù, e vengono divise in personarum e rerum.
 Definizione di sanctum, utilizzata dalla dottrina per il problema dell’inquadramento delle res
sanctae. Marciano fa un parallelo con il mondo greco, sempre in relazione al fatto che il
giurista si rivolge ai lettori non necessariamente romani.
 Definizione di mora Marciano ne individua il fondamento, ovvero il comportamento
colpevole del debitore che, interpellato dal creditore, non abbia sciolto l’obbligazione mora
ex persona, requisito dell’interpellatio del debitore mora ex re.
Distinzione di tre forme di esilio:
 Espulsione da luoghi determinati;
 Interdizione da ogni luogo, eccetto la residenza;
 Relegamento su un’isola.

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