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QUESTIONE PRINCEPS LEGIBUS SOLUTUS

Distinzione tra rex e imperator : ci si chiede se si possa considerare il re come equivalente al


l’imperatore. Alla fine del 200 si diffonde un brocardo ( massima giuridica) : “ Rex superiorem non
ricognoscens est imperator in regno suo” —-> se il re è vassallo di nessuno allora può considerarsi
come l’imperatore nell’ambito del suo regno. Se il re è vassallo di imperatore o di papa, non può
esercitare tutte le funzioni nel suo regno. Es : il re di Francia è il primo sovrano ad imperializzarsi,
cioè ad assumere tutte le funzioni dell’imperatore.
Rapporto sovrano/ legge: Ulpiano afferma ,” ciò che piace al principe ha forza di legge”. Ciò
potrebbe significare l’assolutismo più integrale; ma i giuristi medievali non la pensano così
Lex e ius sono due cose diverse: ius è il diritto nel suo complesso, lex è una fonte del diritto . Il
sovrano può emanare nuove leggi che abrogano una precedente , ma non significa che il Rex sia
“solutus” anche dal diritto ( ius). Deve anzi rispettarlo.
San Tommaso: il concetto di legibus solutus implica l’obbligo MORALE del sovrano di assicurare
continuità all’ordinamento rispettano lo ius. San Tommaso dice che all’interno della legge si
riconoscono due forze principali : vis coattiva ( coazione formale)— obbligo formale imposto dalla
legge. Il sovrano se ne ritiene svincolato perché può sempre elaborare una nuova legge.
Esiste anche una vis directiva ( ratio legis), forza che guida e vincola il rex.

CONSUETUDINE : IMPORTANTE COSTANTE DEL MEDIOEVO; SECONDO NORBERTO


BOBBIO LA CONSUETUDINE E’ SPONTANEA, NATURALE, INCOSCIENTE E
INFORMALE. Per converso, la legge e’ riflessa, artificiale, cosciente e formale.
La consuetudiine scaturisce dalla tradizione, la legge dal legislatore;

PROCESSO ROMANO CANONICO E BARBARICO


Nei popoli barbari l’assenza di un’autorità istituzionalmente preposta alla guida della comunità ha
segnato anche le forme di giustizia. Si vengono a creare diverse forme risolutive delle controversie
che animavano la vita all’interno della comunità barbara. In primo luogo vi era la faida ovvero la
vendetta. La famiglia che avevano subito un danno nelle persone che la componevano o nelle cose
che le appartenevano potevano restituire alla famiglia del colpevole un danno di eguale portata. In
questo modo l’alterazione dell’equilibrio sociale veniva sanato immediatamente. Successivamente
la faida verrà sostituita dalla compositio, ovvero il versamento di una somma o la cessione dei beni,
la composito aveva il medesimo obbiettivo della faida, ovvero andare ad aggiustare lo squilibro
sociale causato dalla controversia. Faida e composito erano quindi strumenti di una giustizia rapida.
Nel caso invece in cui il colpevole non fosse certo oppure il colpevole si professasse innocente, la
soluzione del giudizio era affidato alla giustizia di dio, la cosìdetta ordalia: l’accusato presso
l’assemblea popolare veniva sottoposto A prove fisiche e dichiaratoinnocente se le superava,
colpevole in caso contrario. Nel caso di due contendenti, era solito verificarsi un duello, il vincitore
del duello era vincitore del diritto conteso. Il giudice del duello era Dio cosìcche il giudizio fosse
inappellabile poiché non esiste giudice superiore a Dio.Il ruolo del giudice era quindi meramente
dichiarativo e non costitutivo. Questo risultava essere il processo barbarico che caratterizzava il
l’alto medioevo. Nel basso medioevo invece si diffonde un metodo di giustizia più razionale
consistente nel processo romano-canonico. Questo processo era fondato sull’idea romanistica del
processo che diviene pubblico e viene integrato dal diritto canonico. Il processo era articolato in
quattro fasi:
– Libellum dell’attore un breve scritto che spiega l’oggetto del processo Petitum e la Causa petendi.
– Litis contestatio . Le parti prestavano il “giuramento dicalunnia“ (Iuramentum calumniae).
– Scambio di domande tra le parti dette Positiones (erano le
allegationes).
– Decisione del giudice (oppure richiesta di un Consilium sapientis
iudiciale).
In questa fase il ruolo del giudice da dichiarativo diviene costitutivo. Infatti obbiettivo della chiesa
era quello di combattere gli eretici e pertanto si va ad enfatizzare il ruolo del giudice che assume il
ruolo dell’accusatore, e smette di essere terzo ed imparziale. • Dapprima il processo è accusatorio.
La vittima o un parente presentavano l’accusa al giudice e dovevano provarla (se non eraprovata
l’accusatore era sanzionato). Si affermò (per influenza del dir. Canonico) la Denuntiatio da parte
della vittima che dava avvio alla procedura che svolgeva il giudice. Alla fine del Duecento si
affermail PROCESSO inquisitorio di derivazione canonistica, sulla base di qualsiasi notizia di reato
(Notitia criminis) l’iniziativa appartiene al giudice che inizia a raccogliere le prove. Il giudice
quindi prendeva in mano le redini del processo con l’unico fine di arrivare alla scoperta della verità,
questo gli permetteva di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, compresi quelli coercitivi quali
la tortura. Essi infatti diffondevano il terrore e facilitavano la scoperta della verità.Normalmente per
il processo penale era escluso l’appello. Il processo inquisitorio durerà fino al XVIII secolo con la
rivoluzione francese.

IL FEUDO
Carlo magno affronta il problema di governare un impero vastissimo: uno strumento a cio’ preposto
fu il SISTEMA FEUDALE, che inizia in età carolingia. Si basa sull’individuazione di un fedele,
persona di fiducia. Il rapporto feudale lega il dominus (imperatore) al vassus (vassallo). Ci sono
elementi in questo rapporto tra dominus e vassus:
1) BENEFICIUM si conferisce al vassus un territorio da governare, che è appunto il
beneficium. Il vassus non diventa il proprietario, ma il beneficiario del fondo. Esiste un
elemento reale (da res) che è appunto il beneficio.
2) FIDELITAS elemento personale: tramite l’investitura, si chiede al vassus la FEDELTA’:
il vassus dovrà giurare fedeltà al dominus che in cambio gli conferisce il beneficio. Ecco
perche’ si dice che e’ un rapporto di tipo sinallagmatico;
3) IMMUNITAS il vassus ha il diritto di essere IMMUNE, cioe’ esente da qualsiasi altra
autorita’.
Il meccanismo feudale nasce appunto nel nono secolo e perdura fino alla rivoluzione francese.
Come si realizza l’investitura? Attraverso una cerimonia che ha una propria solennità. Vi è un
immixtio manum tra vassus e dominus in segno di fedeltà. Esiste una piramide feudale: i
vassalli possono a loro volta investire altri vassalli.
OBBLIGHI FEUDALI (oneri spettanti al vassus): 1) AUXILIUM: aiuto militare oppure
finanziario ; vi erano casi gia’ stabiliti da tutti i testi feudali che si riassumeva in 3 occasioni IN
CUI L’AUXILIUM ERA AUTOMATICO: RAPIMENTO DEL DOMINUS, NEL CUI CASO
IL RISCATTO DOVEVA ESSERE PAGATO DAL VASSUS; CAVALIERATO DEL FIGLIO
MAGGIORE , nel cui caso spettava al vassus garantire l’apparato per far si’ che il figlio
maggiore divenisse cavaliere; MATRIMONIO DELLA FIGLIA MAGGIORE, nel cui caso
spettava al vassus pagare la dote. L’auxilium è sostituibile, nel caso in cui il vassus sia
impossibilitato ad aiutare MILITARMENTE il dominus: viene in essere lo SCUTAGIUM, con
cui il vassus paga dei mercenari prendano il suo posto.
2) CONSILIUM accanto a un ausilio di tipo materiale, vi è il consilium , aiuto di tipo
spirituale e morale: consiste nella partecipazione alla corte (curia regis)e nel dispensare pareri
nel momento in cui sorgano controversie, .
NON VI PUO’ ESSERE EREDITA’ DEL TITOLO DI VASSUS. Nella pratica pero’, data la
vasitita’ dell’impero, il figlio primogenito maschio diventa nei fatti anche erede della carica di
vassallo. L’ereditarieta’, prima negata, si afferma dopo l’anno 1000.
Se il dominus non vuole che la carica si trasmetta, puo’ impedirlo nominando vassus UN
ECCLESIASTICO, CHE IN QUANTO TALE NON PUO’ RICONOSCERE I FIGLI, PUR
AVENDOLI.
FENOMENO DELLA FEUDALITA’ LIGIA istituto secondo cui, nel caso in cui un vassus
riceva piu’ investiture, questi si dichiara HOMO LIGIUS: è il vassus a decidere se essere ligio al
primo o al secondo dominus. Vi sono tanti criteri per stabilire a quali del 2 (o piu ) dominus giurare
la propria fidelitas: criterio cronologico (a seconda di quale sia stata la prima investitura), o a
seconda della estensione del beneficio.

RINASCITA CITTADINA
LA prima novita’ del basso medioevo è la nascita delle universita’; l’altra è la rinascita delle città.
Le citta’ ci sono sempre state, ma dopo l’anno 1000 , soprattutto in italia e nel sud della francia si ha
uno sviluppo di molte citta’ nuove. La citta’ risponde ad una esigenza di LIBERTA’: stare in citta’
vuol dire essere liberi: è una novità perche’ rompe la struttura feudale. A renderci liberi in citta’ è
l’esenzione dalla struttura feudale. Le citta’ stabilivano che diventasse citaddino chi avesse
trascorso un anno all’interno della città: il soggetto diveniva cosi’ libero dai gravami feudali.
Andare in citta’ corrisponde ad un fenomeno di EMANCIPAZIONE.
Le citta’ hanno un po’ tutte quante le medesime caratteristiche: 1) la citta’ viene posta su di una
altura, per ragioni difensive ma anche per ragioni SANITARIE (evitare il flagello della malaria,
portata dalla vicinanza a torrenti, laghi, stagni…).
Si viene in citta’ a creare una struttura DUMVIRALE, in cui convivono il potere del signore e
dell’autorita’ cittadina .
Come nascono le citta’? vi è una teoria abbastanza interessante, quella della conjuratio: secondo
tale teoria le citta’ nascono in quanto un gruppo di mercanti si siano riuniti creando le condizioni
per dare vita al mercato. La conjuratio sarebbe un accordo tra mercanti e famiglie di mercanti che
fuggono dal sistema feudale. Il fenomeno sarebbe dunque oroginato dall’insofferenza nei confronti
della signoria.
Queste citta’ fioriscono un po’ ovunque. Qual e’ il governo delle citta? Vi è una struttura diarchica
perche’ il signore deve confrontarsi con le autorità cittadine: I CONSOLI.
I consoli sono espressione delle citta’ di carattere ELETTIVO; i consoli avevano un potere politico
e giurisdizionale. Provenivano da gruppi di potere chiamate CONSORTERIE (famiglie potenti). La
vita cittadina era caratterizzata da lotta tra consorterie.
ELEMENTI CITTA’ O COMUNE
1) PACE: chi vive nelle citta’ vuole la pace.
2) LIBERTA’ esenzione dai gravami del feudo; chi viveva nelle citta’ ds almeno un anno
acquisiva lo status di libero.
3) DIRITTO PARTICOLARE è IL DIRITTO CHE SI APPLICA NELLE SINGOLE
CITTA’ . è lo ius proprium , specifico di quella citta’.
4) ORGANIZZAZIONE ogni citta’ ha esigenze differenti ; tali esigenze pratiche
costruiscono un certo diritto.
LE REGOLE CITTADINE NASCONO SULLA BASE DELLA CONSUETUDINE
(RIPETIZIONE DI COMPORTAMENTI SULLA BASE DI UNA CONVINZIONE). Col
passare del tempo si preferisce realizzare la REDAZIONE delle consuetudini in un documento,
lo STATUTO COMUNALE. Ci sono migliaia di statuti , che vengono aggiornati da autorita’
cittadine specifiche , i CORRECTORES (O REFORMATORES) che riformano lo statuto.
Gli statuti sono scritti in latino, che fino al xviii secolo è la lingua UFFICIALE DEL DIRITTO.
Gli statuti comunali pero’ sono tra i primi documenti ad essere scritti anche in volgere, a partire
soprattutto dal 500. Gli statuti hanno una struttura standard:
una prima parte che contiene i GIURAMENTI delle autorità cittadine appena entrate in carica;
esse giuravano sullo statuto , che infatti riportava nella prima parte il giuramento.
Parte centrale CONSUETUDINI (REGOLE CONSUETUDINARIE DELLA CITTA’) .
L’ULTIMA PARTE ERA COSTITUITA DALLE MODIFICHE DEI REFORMATORES.
Si rinveniva anche l’influenza delle autorita’ che cercavano di cambiare le consuetudini e
correggere quelle reputate “sbagliate”.
(La consuetudine è sempre buona? Il diritto deve fotografare la realta’ o proporsi di
modificarla? Tra legislatore e società vi è una dialettica continua. Il legislatore deve individuare
dei principi e portarli avanti. )
La citta’ prevede organi che amministrano la giustizia, che all’inizio sono i consoli. Spesso sono
espressione di una consorteria (famiglia potente) ma cio’ crea instabilità.
Si decide di passare alla figura del PODESTA’: il podestà è un forestiero che in quanto tale non
ha legami coi poteri locali . anche tale fase verra’ superata con l’affermazione stabile i una
famiglia e la nascita delle SIGNORIE.
DIRITTO DEI COMUNI (STATUTI COMUNALI) E STATUTI CORPORATIVI
1183: lotta fra comuni lombardi (lega lombarda) e federico barbarossa. La lega vince e a
Costanza si firma una pace tra l’imperatore e i rappresentanti della lega lombarda. L’imperatore
riconosce l’autonomia dei comuni lombardi e la possibilita’ di emanare statuti.
Sulla base della pace di costanza si fonda una prima teoria che giustifica la validità degli statuti
delle città: la teoria della PERMISSIO . I GIURISTI si chiedevano se gli statuti comunali
fossero legittimi, visto che non erano annoverati nel corpus di giustiniano. È vero che nel corpus
mancava menzione agli statuti, ma secondo la teoria della permissio, era stato l’imperatore
stesso a giustificare l’autonomia dei COMUNI.
CRITICHE: la prima critica è che l’imperatore ha dato autonomia non a tutti i comuni, ma a
quelli della lega lombarda. Si puo’ estendere sic et simpliciter l’autonomia a tutti i comuni?
Secondo alcuni no.
Seconda obiezione: REVOCABILITA’ PERMISSIO: se l’imperatore ha concesso autonomia
normativa, la puo’ anche revocare. Se esiste un qualcosa che puo’ essere revocato, non puo’
essere costruita una teoria .
Nel 300 Bartolo da sassoferrato dà un’interpretazione completamente diversa: secondo lui lo ius
statuendi (diritto di emanare norme giuridiche chiamate statuti) non necessita di una
PERMISSIO DELL’IMPERATORE: è un diritto di tipo ORIGINARIO . Bartolo afferma
quindi che nel mondo esistono varie iurisditiones (da quella dell’imperatore a quella piu’
semplice della famiglia) che hanno il diritto di darsi regole giuridiche. Tale teoria si basa sulla
concezione di PLURALISMO GIURIDICO. È molto vicina alla teoria di Santi Romano , che
teorizza proprio la pluralità di ordinamenti giuridici.
A fronte del problema di legittimità dello statuto, si pongono 2 teorie: quella della PERMISSIO
(la legittimita’ deriva dalla pace di costanza) e quella della IURISDICTIO di Sassoferrato
secondo cui i comuni hanno di per sé un’autonomia normativa.
All’interno delle citta’ vi erano le cosi dette CORPORAZIONI: erano associazioni di cittadini
che svolgevano la stessa attività economica o mestiere (falegnami, fabbri, medici..). cosa faceva
la corporazione? Regolava, ad esempio, gli accessi alla corporazione stessa. La corporazione
creava uno statuto proprio che regolava le modalità d’accesso (es. era previsto per alcuni
mestieri un periodo di “praticantato”). Vi erano altresì norme di tipo DISCIPLINARE (la cd
CASTIGATIO DOMESTICA, OSSIA il modo di fare giustizia all’interno della
corporazione).
LA GRANDE DIFFERENZA TRA STATUTO CITTADINO E CORPORATIVO è che il
secondo regola la “vita” di una stretta cerchia di persone che appartengono ad una determinata
associazione.
Si comincia a definire uno dei grandi problemi di tale periodo storico: confusione normativa e
giurisdizionale.
Esistevano strumenti per esercitare controllo su ambo gli statuti: es.  ADPROBATIO si
diffonde una prassi di approvare lo statuto , conferendo un controllo “costituzionale” allo statuto
.
Considerazioni conclusive sul diritto dei comun: la pluralità di fonti viene definita
PARTICOLARISMO GIURIDICO , IN QUANTO vi sono una gamma di ordinamenti
sterminato. Le fonti sono estremamente frammentate ; vi sono problemi di coordinamento e le
norme sono contraddittorie. Le lacune nel medioevo erano all’ordine del giorno. Esisteva una
gerarchia delle fonti? NO .
La gerarchia delle fonti è un problema di tipo CODICISTICO, quindi si afferma dal 800 in poi.
Normalmente cosa avveniva? Secondo il criterio di specialità , la legge speciale deroga a quella
principale (diritto romano canonico). Logica voleva che si applicasse innazi tutto lo statuto e poi il
diritto romano canonico . quest ultimo era sussidiario rispetto allo statuto. Non sempre era cosi,
poerchè secondo altri statuti bisognava applicare immediatamente la legge romanica canonica.
Con particolarismo giuridico si indica quella situazione di lacunosità e frammentazione delle fonti
del periodo medievale e della prima età moderna. Principale vittima di tale sistema e’ la
CERTEZZA DEL DIRITTO . TALE CERTEZZA RIMANE UN PRINCIPIO TENDENZIALE. Si
riduce gradualmente il ruolo del diritto romano a favore degli iura propria. Da un lato si
attualizzera’ il diritto romano.

MOS ITALICUS E MOS GALLICUS


UMANESIMO GIURIDICO nel 1406 i fiorentini conquistano pisa ed entrano in possesso di un
testo del digesto che risulta essere un caso clamoroso: si scopre che tale testo è del vi sec. Dopo
cristo, cioe’ risalente agli anni in cui giustiniano pubblica il corpus. Si ritiene che venga dalla
cancelleria di giustiniano e arrivato a pisa attraverso una serie di acquisti e vendite. I fiorentini
trasferiscono il testo a firenze , che passa alla storia come littera pisana o florentina. Littera è un
modo di dire edizione. Il testo viene esaminato e confrontato con il testo di bologna, la littera
BOLOGNENSIS (anche detta vulgata). Confrontando le 2 edizioni si scoprono tante differenze.
Tale fatto storico ha conseguenze culturali molto forti, perche’ si inizia a riesaminare il testo del
digesto alla luce della littera pisana: si inizia a mettere in dubbio la dottrina MEDIEVALE. SI
GETTA un ombra negativa sulla scienza giuridica medievale.
Si sviluppa una polemica che va a combattere il metodo dei commentatori e glossatori: si parla di
polemica anti bartolista: si rimprovera al medioevo l’uso ed abuso della dialettica ; l’ignoranza del
latino classico; l’insensibilita’ alle esigenze del sapere enciclopedico (il diritto è stato troppo
separato dagli altri saperi); ignoranza della storia (si accusano i giuristi medievali di non sapere
addirittura quando nasce giustiniano).
ESPONENTI UMANESIMO GIURIDICO (SCUOLA CULTA o della giurisprudenza elegante )
ANDREA ALCIATO , LUDOVICO BOLOGNINI, LORENZO VALLA. In particolar modo
poliziano intraprende un’opera di confronto tra il testo pisano/fiorentino rispetto a quello bolognese.
Lorenzo Valla definisce “famose oche” Accursio e Bartolo.
Il metodo umanistico passa alla storia come MOS GALLICUS IURA DOCENDI (MODO
FRANCESE DI INSEGNARE IL DIRITTO). Il metodo italiano (MOS ITALICUS IURA
DOCENDI) rimane invece il bartolismo (metodo medievale).
PERCHE’ IL METODO UMANISTICO NON SI DIFFONDE IN ITALIA? Nel 1517 la riforma
protestante rappresentò uno shock forte ovunque ma soprattutto in Italia. Con la riforma protestante
si metteva infatti in discussione l’autorita’ del papa: si preferisce in Italia tornare al metodo del
medioevo, metodo acritico nei confronti del diritto romano. Il metodo umanistico infatti aveva
secondo molti portato alla degenerazione della riforma protestante.
In italia il diritto romano rimase diritto vigente; l’atteggiamento degli umanisti non funziona e
non viene accettato in italia. È molto piu’ utile avere un atteggiamento alla bartolo. In francia invece
la romanizzazione era stata qualcosa di molto limitato.
In italia si risponde alla riforma protestante col concilio di trento, che rappresenta una cappa che
impedisce lo sviluppo della critica : il diritto ne subisce le conseguenze. Insomma, nel corso del 500
il metodo umanistico,nato in italia, viene abbandonato per svilupparsi in francia. I giuristi italiani di
questo periodo sono prevalentemente PRATICI.

DIRITTO CANONICO E DECRETO DI GRAZIANO


Altro protagonista accanto al diritto romano giustinianeo è il diritto canonico, prodotto dalla chiesa.
Intorno al 1140, il monaco Graziano per iniziativa privata raccoglie il materiale giuridico allora
vigente , intitolando la raccolta DECRETUM.
Questa è la prima codificazione di diritto canonico; l’idea di fondo è quella di separare la
teologia dal diritto, ossia gli aspetti puramente TEOLOGICI vengono rimossi : rimangono nella
raccolta solo le norme propriamente giuridiche. È impossibile espungere del tutto l’elemento
teologico, in quanto le disposizioni della chiesa hanno sempre una componente teologica. Dopo la
pubblicazione del decreto , l’attivita’ legislativa dei pontefici prosegue e vi sono altre raccolte
successive che non compaiono nella raccolta, che prendono il nome di raccolte
EXTRAVAGANTES. (FUORI DAL DECRETO). I materiali riuniti nel decreto afferiscono sia al
vecchio che al nuovo testamento, alla normativa delle assemblee conciliari dei vescovi e dei romani
pontefici. IL DECRETUM NON EBBE MAI CARATTERE UFFICIALE E NON VENNE MAI
RICONOSCIUTO COME LEGGE . rimanendo opera privata . l’opera si divide in 3 grandi sezioni
disciplinanti le gerarchie della chiesa, il processo canonico e le modalità di somministrazione della
chiesa.
1500 si ha il corpus iuris canonici, raccolto dal canonista francese GIOVANNI DI CHAPPUIS.
La successiva e vera e propria raccolta in un codex si realizza solo molti secoli dopo, nel 1917: il
codice viene poi emendato nel 1983 (codice vigente).
Dunque accanto al cjc esiste la vicenda del diritto canonico: due fonti che spesso si sovrappongono
perche’ i limiti della materia civilistica e canonica sono difficili da identificare. Si trovano molto
spesso materie disciplinate sia dal diritto canonico che dal diritto civile.
IUS COMMUNE E IURA PRORPIA
Si forma il cd UTRUMQUE IUS l’uomo medievale considerava l’esistenza di due autorita’
universali: PAPA E IMPERATORE. Accanto a queste autorita’ universali esistevano delle fonti del
diritto prodotte da tali autorita’: il diritto civile derivava dall’imperatore, quello CANONICO dal
papa. L’ordinamento era BIFRONTE. Tale caratterizzazione dura fino a tutto il 1700 in europa.
Tale complesso di fonti è stato studiato come SISTEMA DEL DIRITTO COMUNE: LO IUS
COMMUNE E’ UN DIRITTO GENERALE, UNIVERSALE CHE SI APPLICA SEMPRE E A
TUTTI: TALE DIRITTO CORRISPONDEVA A QUELLO ROMANO-CANONICO.
Il quadro delle fonti non si esaurisce al diritto comune, in quanto esistono innumerevoli IURA
PROPRIA (diritti particolari)
Tali diritti sono particolari per luogo, materia o persona. Luogo: miriade di citta’ , stati..; materia:
riguardano diritto penale , diritto civile..
Persona: gli status giuridici erano infiniti (servi, liberi, nobili, ecclesiastici..).
Tutta questa gamma di diritti convivono col diritto romano canonico. Nel dettaglio, si hanno
1) CONSUETUDINI: comportamenti ripetuti nel tempo nella convinzione che siano necessari;
2) STATUTI COMUNALI E CORPORATIVI: collezioni normative che si basano sulla
redazione delle consuetudini;
3) ORDINAMENTI MONARCHICI: produzione normativa dei sovrani.

ESISTEVA UNA GERARCHIA DELLE FONTI? Non era propria della mentalita’
medievale. Si ricordi pero’ il principio LEX SPECIALIS DEROGAT GENERALI lo
statuto comunale , ad esempio, è una legge speciale che deroga allo ius commune. . si puo
dire che lo ius commune interviene in caso di lacuna e ha carattere SUSSIDIARIO.

Secondo Francesco Calasso , vi sono 3 fasi di vigenza del diritto comune:


1) DIRITTO COMUNE ASSOLUTO epoca nella quale tende a prevalere il diritto
romano canonico . (xii e xiii secolo). Gli statuti non sono ancora sufficientemente
diffusi.
2) DIRITTO COMUNE SUSSIDIARIO si applica in primis il diritto particolare (ius
proprium) e in caso di lacuna lo ius commune.
3) DIRITTO COMUNE PARTICOLARE in quest’epoca si applica la legislazione
dello ius proprium. Talvolta, tali statuti/leggi del re/consuetudini RINVIANO
ESPRESSAMENTE al diritto romanocanonico. Si applica tale diritto solo quando lo ius
proprium lo dichiara espressamente.

Ma perche’ lo ius commune rimane comunque importante? Fino a quando non viene
emanato nel 1804 il codice civile francese, in tutta europa è in vigore il sistema dello ius
commune con le sue fasi.

PROFESSIO IURIS E PERSONALITA’ DEL DIRITTO


Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente, si affermano i cd regni romano-
barbarici (vandali, visigoti, burgundi..): caratterizzati dalla fusione di due elementi,
quello romano e quello barbarico. Un primo elemento di differenziazione è la presenza
di un diritto scritto da un lato e diritto prettamente consuetudinario dall’altro; la strttura
del popolo barbarico era quella del popolo-esercito (la guerra era normalità); le
popolazioni barbariche erano prevalentemente nomadi; CAPACITA’ DI ASTRAZIONE
DEL DIRITTO ROMANO VS DIRITTO PURAMENTE CASISTICO (DIRITTO
GERMANICO).
PERSONALITA’ DEL DIRITTO principio secondo cui ogni soggetto conserva il
diritto della NATIO dalla quale proviene. Personalità del diritto che viene
contrapposto al pr. Della territorialità (un territorio, una legge). Si assiste a un
fenomeno di contaminatio tra i 2 diritti e i negotia cominciano a complicarsi. È da qui
che si diffonde il fenonemo della PROFESSIO IURIS si fa una dichiarazione di
appartenenza a un certo ordinamento giuridico (es. ego cives romanus sum). Si trovano
professiones negli atti dei notai . la soluzione sarà la libera scelta della legge da applicare
(secondo un accordo) o in sede giudiziale si troveranno una serie di soluzioni.

Giustiniano aveva l’ambizione di ricostruire l’impero; riresce in realta’ a conquistare


solo l’italia centro meridionale: è importante la PRAGMATICA SANCTIO (554) con
cui stabilisce che tutta la legislazione giustinianea sarebbe stata da allora in vigore nel
territorio italiano.
Quali sono le fonti in questo periodo? La consuetudine rimane dominante ; del codice
circolano alcune versione epitomate (riassunti). Il digesto è praticamente sconosciuto.
VI SECOLO: vi è una nuova invasione nel territorio italiano da parte del
LONGOBARDI. I longobardi vedono l’italia come una terra di conquista; mancava
completamente l’idea di “stato” e prosegue il sistema della faida e della giustizia privata.
I longobardi si convertono al cristianesimo e cio’ segna un primo momento di
assimilazione tra popoli longobardi e popolazioni romaniche. 643 EDITTO DI
ROTARI scopo dell’editto è di redigere le norme consuetudinarie del popolo
longobardo. (fenomeno della redazione della consuetudine).

RENOVATIO IMPERII
Dopo i longobardi arrivano IN ITALIA i franchi , il cui arrivo corrisponde al
fenomeno della RENOVATIO IMPERII (DI CARLO MAGNO).
800 cos’è la renovatio imperii? Nella cultura medievale era molto forte l’esigenza
della cosi detta REDUCTIO AD UNUM (semplificazione); il mondo medievale era
molto confuso e frammentato. L’idea che si vuole portare avanti è quella di un impero
CRISTIANO.
Quello dell’imperatore è un potere che condivide col papa: sarà proprio il papa a
incoronare carlo magno , a testimoniare la derivazione divina dell’autorità.
Si afferma l’autorità della chiesa come fonte del diritto; il diritto romano è rivalutato
come diritto universale.
Quanto di reale e concreto c’è in questa operazione? C’è moltissima ideologia , in
quanto il diritto romano poggia su un'altra colonna, quella della chiesa.
L’imperatore emana leggi che vengono chiamate CAPITOLARI . la renovatio
imperii , pur coincidendo con un evento molto importante, era piu’ che altro il frutto di
un’interpretazione della chiesa che voleva assumere il ruolo di continuatrice e
rappresentare in terra la volontà di dio. Il regno di carlo magno non si libero’ mai dei
tratti tipici dei regni militari germanici come l’uso della forza.

MAGNA GLOSSA
Nell’università di bologna si inizia ad utilizzare il metodo della glossa: non è una novità
assoluta, perché glossare (spiegare letteralmente i testi) era una tecnica che si utilzizava
già per i testi sacri, Bibbia e Vangelo. I glossatori cominciano a scrivere tra una riga e
l’altra (g interlineare) o accanto al testo (g marginale), spiegando le parole del CORPUS
IURIS. La spiegazione che viene data con le glosse è ESEGETICA e non
FILOLOGICA, IN QUANTO si limita a spiegare la parola nell’ambito di un dato
contesto. La grande acquisizione dei glossatori è dare autonomia al diritto, staccandolo
dalla retorica. La glossa procede con il richiamo ai SIMILIA ET CONTRARIA
(riporta l’indicazione di passi del corpus iuris dove si utilizzano le stesse
argomentazioni, oppure riportando passi di un testo discordante con quello della glossa).
Irnerio riesce a mettere insieme il cjc suddividendole in 5 volumi e rendendo il diritto
DISCIPLINA AUTONOMA. Il metodo della glossa consente una conoscenza
approfondita della compilazione giustinianea.
Dopo irnerio abbiamo una seconda generazione di allievi (Bulgaro, martino gosia, ugo,
jacobo  1 4 dottori). Tali allievi continuano l’insegnamento del maestro . le glosse si
sovrappongono : talvolta si spiegava non piu’ il testo del cjc ma una glossa precedente.
Per mettere ordine a cio’ ACCURSIO pubblicherà una glossa generale (magna glossa).
Essa raccoglie 96 mila glosse; da allora tutte le edizioni del cjc sono accompagnate
dall’ausilio della magna glossa. La magna glossa viene anche definita APPARATUS.
COMMENTATORI
Nel corso del 200 il metodo dialettico inaugurato da Aristotele e san tommaso viene
utilizzato anche nel diritto: si arriva alla fase dei COMMENTATORI. In alcuni paesi
essi vengono definiti giuristi post-glossatori. Essi abbandonano la spiegazione esegetica
della glossa in favore del genus del commento. Il commento è uno studio di carattere
MONOGRAFICO ed e’ un approccio piu’ sistematico in quanto non si segue piu’
pedissequamente il cjc. Si procede, ad esempio, con le distinctiones . i commentatori
utilizzano il metodo dialettico derivante dalla tradizione aristotelica-tomista nello
studio del diritto. Prima manifestazione del metodo si rinviene in francia nella scuola
d’orleans (revigny e de belleperche). È in italia pero’ che il metodo prende piede, grazie
a Cino da Pistoia. Altri esponenti saranno bartolo da sassoferrato e baldo degli ubaldi.
Tale metodo verrà definito MOS ITALICUS IURA DOCENDI, e verrà definito anche
Bartolismo (da bartolo da sassoferrato).
L’interesse dei commentatori non verte piu’ solo sul diritto giustinianeo, ma anche su
fonti come il diritto feudale, degli statuti e della consuetudine.
Tra i commentatori non vi è piu’ la distinzione tra civilisti e canonisti, in quanto possono
occuparsi di una cosa e dell’altra . calasso afferma che se scopo della glossa era la
chiarificazione della littera, quello del commento era la penetrazione del SENSUS. Il
genere letterario prevalente era il commentum o commentarium.
Metodo secondo Cino da pistoia:
1) DIVISIO LEGIS  divisione delle varie parti del testo
2) EXPOSITIO spiegazione del passo nel suo insieme
3) POSITIO CASUUM illustrazione delle fattispecie concrete
4) COLLECTIO NOTABILIUM individuazione degli aspetti salienti
5) OPPOSITIONES confronto con i passi contrari
6) QUAESTIONES problemi interpretativi piu’ rilevanti.
BARTOLO DA SASSOFERRATO giurista piu’ famoso dell’età medievale, tanto importante da
dare nome al metodo dei commentatori (BARTOLISMO). Di bartolo vi è una quantità di opere
enorme e la opinio bartoli è un auctoritas nel processo. Bartolo scrive anche un’opera di carattere
giuridico politico, il DE TYRANNO: si pone il problema di un potere non legittimo. Parte
dall’osservazione della realtà italiana, in cui vi erano tanti staterelli e signorie con fisionomia
tirannica. Arriva a distinguere due tipi di tirannide: 1) EX DEFECTO TITULI (chi detiene il potere
non ha titolo per l’esercizio di tale potere); 2) QUOAD EXERCITIUM (si esercita un potere
legittimo in modo tirannico).

BALDO DEGLI UBALDI insieme a bartolo uno dei giuristi piu’ famosi dell’epoca. insegna a
perugia . anche lui studia testi non giustinianei (es. libri feudorum) : tutto cio’ testimonia
l’allargamento degli interessi della scienza giuridica romana.

COMPILAZIONE GIUSTINIANEA
Nel 527 giustiniano ordina la raccolta della tradizione del diritto romano classico, patrimonio che si
stava perdendo dato che l’impero si stava spostando ad oriente e la lingua che si parlava era oramai
il greco. L’opera è affidata al ministro di Triboniano, artefice principale. La compilazione è
composta di 4 volumi:
1) Codex raccolto in 12 libri , pervenutoci nella versione aggiornata; raccoglie le
costituzioni imperiali (leges degli imperatori)
2) DIGESTO raccoglie gli iura, la dottrina giuridica romana. È l’opera piu’ imponente, 50
libri.
3) ISTITUTIONES riprendono in gran parte quelle di gaio; sono un’opera di carattere
didattico. Sono 4 libri ed è l’opera piu’ semplice e con maggiore diffusione.
4) NOVELLE COSTITUTIONES  costituzioni emanate successivamente alle costituzioni
del codex . non hanno mai avuto una raccolta ufficiale, ma raccolte in un testo di carattere
privato chiamato AUTENTICUM, suddiviso in 9 collationes. Nel medioevo si aggiungera’
poi una decima collatio che raccoglie testi medievali.
Giustiniano aveva l’ambizione di ricostruire l’impero; riresce in realta’ a conquistare
solo l’italia centro meridionale: è importante la PRAGMATICA SANCTIO (554) con
cui stabilisce che tutta la legislazione giustinianea sarebbe stata da allora in vigore nel
territorio italiano.

BOLOGNA E LIBRI LEGALES


Nascita scuola di bologna: fine xi- inizio xii secolo. C’è un data che è stata indicata che è
quella del 1088, ma non si puo’ essere certi. L’università nasce privatamente dall’accordo
tra maestro e l’allievo. L’esigenza è quella dello sviluppo dell’economia che stimola un
maggiore interesse per il diritto e per la formazione. Lo strumento comunque utilizzato per
facilitare la comprensione del diritto era il ricorso al diritto romano, utile a dare risposte alla
realtà dell’epoca. si diceva che il diritto fosse scientia bustalis , cioe’ in grado di produrre
denaro.
Non è un’autorità ad organizzare l’università; sono gli studenti a mettersi d’accordo,
pagando il loro maestro. In particolar modo, in quegli anni venivano raccolti tutti i
frammenti sparsi del cjc, riorganizzandoli e mettendoli insieme. I frammenti vanno a
costituire i cd LIBRI LEGALES. Il cjc è suddiviso in 5 volumi; i primi 3 sono il digesto
(vetus, novum e infortiatum, cioè vecchio nuovo e rafforzato). Poi vi è il codex , che
raccoglie il codex di giustiniano ma soltanto i primi 9 libri. L’ultimo volume è chiamato
VOLUMEN PARVUUM , che contiene ISTITUTIONES, NOVELLAE con l’inserzione di
una decima collatio e dei libri feudorum . si inseriscono quindi testi medievali accanto al
corpus iuris. Questa struttura permane fino all’800, in cui verranno redatte le grandi edizioni
scientifiche.

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