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Sbobina 17 ottobre

2019 (1 ora)

Il mondo feudale rappresenta un’epoca piuttosto lunga con alcuni elementi che
ritroviamo addirittura nel XVII- XVII secolo. Rispetto a questo diritto feudale, abbiamo
detto che elemento caratterizzante questo mondo, questo rapporto di fedeltà tra due o
più persone è il contratto di feudo.
Sul contratto di feudo abbiamo detto che a parte i 3 elementi, quello reale, quello
personale e elemento dell’immunità, esistono delle formalità, delle procedure formali
che devono essere espletate affinché possa perfezionarsi il contratto di feudo.
Giuramento dell’omaggio alla fedeltà, investitura.
Abbiamo detto che di fatto le consuetudini feudali che noi chiamiamo usus feudorum
permettono di far evolvere queste tradizioni, questi costumi relativi alla consuetudine
dei feudi e norme e regolamenti che vanno perfezionandosi sempre di più.
Rispetto a questo usus feudorum che vanno a perfezionare il rapporto tra il signore e il
vassallo, abbiamo visto quali sono gli obblighi che gravano in capo al vassallo.
Il primo dovere che grava in capo al vassallo è il dovere di mantenere la propria fedeltà
nei confronti del signore, e soprattutto un dovere che si esplicitava nel non arrecare
danno al signore in alcun modo sotto una qualsiasi sua azione, e soprattutto un secondo
dovere che era quello di prestare consilium e auxilium.

Dovere di consilium ! consiste in un dovere del vassallo di assistere il signore durante


l’amministrazione della giustizia. Cioè il vassallo esercitando il consilium aveva il dovere
di aiutare il signore, prestare consiglio al signore, da qui la parola consilium, quando
presiedeva la corte giudicante. E la corte giudicante presieduta dal signore era una
corte giudicante che trattava di questioni che dovevano essere risolte mediante il diritto
feudale, mediante l’usus feudorum.

Dovere di auxilium ! è il dovere del vassallo di prestare in favore del signore il servizio
militare. Servizio militare e ulteriori forme di aiuto materiale al signore.
Servizio militare cosa significava?
Prestare servizio militare poteva consistere nell’inviare al signore un contingente di
militari o di cavalli, per aumentare l’esercito, oppure nell’invio di una somma di denaro
che prende il nome di scutagium. Lo scutagium è la somma di denaro che il vassallo
aveva l’obbligo di inviare al signore , nello svolgimento del servizio militare.

È anche vero che le consuetudini feudali col tempo previdero alcuni momenti in cui
l’invio della somma di denaro era previsto in modo tassativo. Cioè alcuni casi nei quali il
vassallo non era obbligato a inviare una somma di denaro, per esempio quando il signore
fosse stato rapito. In caso di rapimento il vassallo doveva corrispondere una somma di
denaro pari al riscatto chiesto.
Questa era un’occasione ben prestabilita.
Una seconda occasione quando il figlio primogenito maschio del signore compiva la
maggior età, in quel caso il vassallo aveva l’obbligo di inviare una somma di denaro per
la fattura.
Allo stesso modo quando la figlia primogenita femmina del signore si sposava, il vassallo
aveva l’obbligo di conferire una somma di denaro per la costituzione della dote.
Queste erano occasioni ordinarie, tre occasioni ordinarie nelle quali il vassallo aveva
l’obbligo di inviare una somma di denaro, più erano previste delle occasioni
straordinarie.
Se questi sono i doveri del vassallo, ai doveri del vassallo corrispondono anche dei doveri
del signore. Doveri che si sostanziavano in determinate azioni volte al non nuocere il
vassallo nell’espletamento delle funzioni inerenti al contratto di feudo.
Quindi anche il signore doveva svolgere delle attività volte a non creare danno al
vassallo nel momento in cui espletava determinate azioni inerenti al contratto di feudo.
Il primo dovere proprio come quello del vassallo nei confronti del signore era il dovere di
fedeltà, anche il signore doveva essere fedele al vassallo. La fedeltà è sinallagmatica, è
reciproca per cui anche il signore aveva un dovere di manifestare e mantenere la propria
fedeltà nei confronti del vassallo. Per esempio non privando in modo arbitrario il
beneficio al vassallo, perché è vero che il beneficio è revocabile, ma è anche vero che la
situazione arbitraria era considerata un gesto infamante anche per il signore e rientrava
in quelle fattispecie di privazione arbitraria del beneficio e del non mantenimento del
dovere di fedeltà del signore nei confronti del vassallo.

Altro dovere che aveva il signore nei confronti del vassallo, dovere di protezione e
mantenimento. Il signore doveva proteggere il vassallo e mantenere il vassallo. Ma
mantenerlo in che senso? dargli un beneficio, che realmente potesse produrre frutti,
scegliere un beneficio che potesse potenzialmente essere produttivo di reddito, di frutti
economici.

Un terzo dovere del signore nei confronti del vassallo, era il dovere di assistenza
dell’espletamento dell’attività giudiziaria svolta dal vassallo. Quindi non solo del
vassallo nei confronti del signore, ma anche il signore aveva il dovere di consigliare il
vassallo quando il vassallo esercitava il potere di attività giudiziaria presiedendo la corte
giudicante all’interno del suo territorio.
Tra tutti questi usus feudorum comunque quello più rilevante era il dovere del signore di
mettere il vassallo nelle condizioni di poter espletare gli obblighi derivanti dal contratto
di feudo.
Qual è la forma immediata di tutto questo?
La concessione del beneficio. Mediante la conduzione del beneficio, il signore poteva
garantire che il vassallo dovesse espletare quegli obblighi derivanti dal contratto di
feudo. Qui attribuzione del beneficio doveva essere reale, non poteva essere qualcosa di
ideale. Reale poiché il beneficio è qualcosa di reale.
Il beneficio non sempre era apprezzamento di terra, poiché il signore poteva anche
concedere il beneficio al vassallo un qualche ufficio, un qualche incarico, qualche
funzione amministrativa all’interno della sua domus. Per cui il rapporto vassallatico non
è legato esclusivamente all’apprezzamento di terra.
Si fa una differenza tra coloro che avevano apprezzamenti di terra, e coloro che pur
permanendo all’interno di un rapporto feudale di tipo vassallatico beneficiario, non
avevano un apprezzamento di terra ma un qualche ufficio, una qualche funzione
all’interno della domus del signore.
Il diritto feudale per fare in modo che diventi un sistema organizzativo capillare come ci
dice Marc, prende tutti gli ambiti della società è necessario che le regole si possano
evolvere e che questo feudalesimo diventi una struttura portante che basta a sè stesso.
Paolo Grossi definisce il diritto feudale come un ordinamento giuridico autonomo. Per
essere autonomo deve avere delle regole che a un certo punto possono in un qualche
momento, in una determinata circostanza fare a meno anche del re, perché sennò non
sta in piedi questo sistema feudale se per forza deve essere collegato sempre e
comunque alla figura del re. In questo caso sia dei carolingi che del primo tempo
feudale parliamo nella stragrande maggioranza di casi di una gestioni di benefici che il
re fa al signore. Ma il sistema vassallatico beneficiario è molto più esteso rispetto al
singolo rapporto re signori, perché i signori sono diversi tipi, i vassalli i valvassori e i
valvassini. A seconda del condizionamento nella classe sociale hanno apprezzamento di
terra più o meno grande e dipendono più o meno direttamente dalla figura del monarca,
figura centrale. Per cui il sistema feudale per avere una organizzazione così capillare ed
essere qualificato un ordinamento giuridico autonomo deve evolversi in regole che sono
bastanti a se stesso, cioè sono regole che fanno si che l’ordinamento feudale viva e
sopravviva sulla base delle sue regole.
Questione della eredità dei feudi, il sistema dell’eredità dei feudi.

Il sistema carolingio originario, e il mondo carolingio erede di quello merovingio


prevedeva la concessione di un beneficio revocabile in qualsiasi momento, per cui di
fatto il beneficio non è entrata mai nella piena ed esclusiva disponibilità del
concessionario perché il concedente in qualsiasi momento poteva revocare questo
beneficio.
Questa consuetudine, questo uso cambia dalla prima metà del IX secolo, inizia a
svilupparsi una consuetudine che prenderà sempre più campo che prende il nome di
l’eredità dei feudi maggiori.
Quali erano i feudi maggiori?
I feudi concessi direttamente dal sovrano.
Come avveniva l’ereditarietà?
Una volta che moriva il vassallo, il de cuius, il feudo non tornava nella piena
disponibilità del re, ma veniva trasmesso all’erede del de cuius. Questa è l’ereditarietà
del feudo maggiore.
Questa regola viene stabilita in modo chiaro irrevocabile da un capitolare, capitolare di
Quierzy (877 d.C) Carlo II, detto il calvo. Con questo capitolare si stabilisce nell’877 d.c
la possibilità di ereditare i feudi direttamente concessi dal sovrano.
La regola però non è un passaggio automatico, il capitolare stabilisce un elemento
abbastanza tecnico nel passaggio del feudo. Non c’è una ereditarietà automatica ,
funzionava così. Una colta che il vassallo moriva , il feudo tornava nella temporanea
disponibilità del sovrano che aveva l’obbligo di trasferirlo all’erede del de cuius.
Come mai c’è questo passaggio formale, non diretto, il feudo deve prima tornare nella
disponibilità ancorché temporanea del sovrano che però ha l’obbligo di trasferirli
all’erede?
Il re doveva valutare la dignità di successione, doveva comprendere se il de cuius era
degno o indegno a succedere. Soltanto dopo questa valutazione, il monarca con questo
passaggio formale aveva il compito di verificare la degnità o indegnità a succedere del
de cuius, dell’erede del vassallo. Qualora avesse verificato una degnità alla successione
allora si scaturiva l’obbligo dal trasferimento del feudo da lui al vassallo. Nel caso in cui
avesse verificato l’indegnità alla successione, il feudo tornava alla sua piena
disponibilità e poteva decidere o di tenerlo per se o concederlo in beneficio ad un altro
vassallo.
Questo è dall’877 in poi per quando riguarda solo i feudi maggiori, cioè quelli concessi
direttamente dal re al signore . Successivamente dal X secolo in poi, inizia lentamente a
maturarsi un’altra consuetudine relativa alla possibilità di ereditare anche i feudi non
concessi direttamente dal sovrano, i cosiddetti feudi minori, quelli che concedeva il
vassallo al valvassore e il valvassore al valvassino, la piramide così detta vassallatica
beneficiaria tipica dello schema feudale.
Questa possibilità di ereditare i feudi minori ovvero quelli non concessi direttamente dal
sovrano, lo stabilisce un altro capitolare, capitolare del 1037 d.c, la costitutio de Feudis
ad opera di Corrado II il salico, salico perché faceva parte della dinastia dei Sali.
Con questo secondo documento è possibile ereditare i feudi minori non concessi
direttamente dal sovrano, quelli che concedeva il vassallo al valvassore e il valvassore al
valvassino.
Una volta che viene stabilita la possibilità di ereditare i feudi, tanto quelli maggiori
quanto quelli minori , in che modo si evolverà l’usus feudorum? Una volta stabilito
questo elemento centrale importante, cioè da un certo punto in poi tutti i feudi possono
essere ereditati, quali problemi giuridici il giurista potrebbe rilevare all’interno di
questo sistema ?
In un problema pratico, se l’erede non avesse raggiunto la maggiore età. Era un
problema perché nel momento in cui si prevede la possibilità di ereditare i feudi,
bisogna anche prevedere degli stratagemmi giuridici , delle regole giuridiche nel caso in
cui l’erede non avesse raggiunto la maggiore età.
Come si ci comportava? Quali possibilità c’erano nel caso in cui l’erede non avesse
raggiunto la maggiore età?
Funzionava in questo modo. Il signore assumeva la tutela del minore , diventava tutore ,
custos , custode del minore e si appropriava dell’intero reddito che sarebbe spettato al
minore e nell’attesa che il minore raggiungesse la maggiore età , aveva l’obbligo di
mantenerlo ed educarlo.
Questa era la regola generale. Una particolare regola , inizia a svilupparsi prima nella
zona di Parigi e poi in tutta la Francia, una consuetudine che non rimane irrilevante ma
ha una certa rilevanza ovvero il parente più prossimo del minore, diventava lui vassallo
del signore e al contempo provvedeva all’educazione e al mantenimento del congiunto
fino al raggiungimento della maggiore età. Quando il minore avesse raggiunto la
maggiore età , poteva lui stesso prestare giuramento nei confronti del signore. La
parentesi del prossimo congiunto finiva come titolare del beneficio perché una volta
diventato maggiore poteva assumere perfettamente su di sé tutti gli obblighi feudali
derivanti dal contratto di feudo.
C’è un ulteriore problema oltre a quello della maggiore età , poiché la disgrazia
massima all’epoca di avere il vassallo solo figlie femmine . Molto spesso infatti la donna
veniva ripudiata se dopo un po’ c’era solo prole femminile e non maschile.
Un problema pratico poteva essere quando il de cuius , il vassallo aveva soltanto figlie
femmine. Qual era la regola generale? la regola generale è che la donna non poteva
assumere su di sé gli obblighi derivanti dal contratto di feudo. Non perché fosse meno
intelligente ma per gli oneri militari.
Allora cosa succedeva? Succedeva che la donna, la figlia primogenita femmina sceglieva
un uomo non da sposare per far si che potesse assumere quegli oneri militari legati al
contratto di feudo che lei oggettivamente non era in grado di assumere .
Il problema non si poneva quando la donna si sposava , perché era il marito che
assumeva su di sé tutti gli oneri relativi al contratto di feudo. Ecco perché molto spesso
era il signore che sceglieva il marito alla figlia femmina unica erede del grande vassallo ,
soprattutto quando si trattava di benefici molto grandi , così in questo caso il signore
poteva controllare perfettamente il maniera piuttosto diretta il beneficio attraverso il
marito della figlia femmina.

Il sistema feudale è un ordinamento giuridico che va a ripugnarsi in tutti i meambri della


società , non solo quella civile ma anche in quella ecclesiastica. Anche la Chiesa non è
estranea all’inserimento delle sue organizzazioni istituzionali all’interno del sistema
feudale.
In che modo ?
Attraverso la nomina , attraverso sistemi dove i signori avranno voci in capitolo. Cioè
nella scelta dei titolari delle cariche maggiori ecclesiastiche . Quali sono le cariche
maggiori? Le cariche maggiori sono i vescovi e gli abati . i vescovi che sono i titolari della
diocesi intesa come una porzione del popolo di dio e gli abati titolari di grandi abazie e
monasteri.
In che modo il signore si intrometteva ?
Attraverso 2 modalità.
- O il signore concedeva al capitolo cattedrale che era l’insieme delle persone
che dovevano nominare il vescovo la così detta licentia eligenti , la licenzia di
eleggere . O Consegnava ai monaci la licentia eliganti quando doveva essere
nominato l’abate . Successivamente il signore doveva provvedere alla
conferma dell’elenco

- o il signore che nominava direttamente il vescovo e l’abate


Due modi attraverso i quali il signore poteva controllare la nomina di vescovi e abati.

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