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La magna carta sancisce la nascita del common law, descrive il rapporto tra il sovrano ed i suoi

feudatari. In pieno 200, il regno inglese si caratterizza per il forte coinvolgimento dei sudditi nelle
vicende del regno e nel diritto. Nel 1215, anno della Magna Carta, i baroni, i feudatari del regno,
dato il periodo di crisi, ottengono una serie di riconoscimenti ampi per una serie di diritti e di
poteri che il re riconosce al fine di trovare un equilibrio tra pretese dei baroni e alle pretese della
corona, soprattutto per i problemi di autorità ed effettività che nel pieno 200 il regno inglese
aveva.
La magna carta, una sorta di costituzione, redatta per la 1°volta nel 12758, ma la redazione
definitiva fu nel 1225, data considerata effettiva per Magna carta.
Con questa i baroni ottengono una serie di poteri importanti e viene ribadita la libertà della chiesa
e della città di Londra, poi vengono riconosciuti moltissime prerogative dei baroni nei confronti dei
loro sudditi, viene ampliata la potestà giudiziaria e vengono poste limitazioni alla giustizia regia.
La Magna Carta non può essere considerata solo un privilegio concesso dal sovrano ai possidenti
del regno cosi da mantenere la pace e l’equilibrio del potere, in realtà nasce per questo ma è
molto di più.
Il diritto inglese mantiene in vita la Magna Carta fino ad oggi, poiché è una delle fonti del dritto del
Regno Inglese, è stata costantemente richiamata nel corso dei secoli successivi, perché le libertà
concesse vengono estese a tutti residenti del regno, diventando una sorta di costituzione per i
sudditi inglesi. Nel ‘600 un giurista inglese la definisce fonte delle leggi fondamentali del regno,
tutto il diritto del regno origina dalla Magna Carta, dandogli un valore politico-giuridico, andando
ben oltre i privilegi.
È importante per il rapporto tra corona e possidenti del regno, classe particolare dei sudditi, che
hanno un rapporto particolare con il sovrano. Questa classe inizia ad avere una rappresentanza
giuridica ma anche politica. All’inizio del 1200, esiste nel regno inglese un assemblea che è diversa
dal parlamento, ha carattere feudale, è composta dai baroni e possidenti del regno, nel corso del
‘200 a questi si aggiungono i rappresentanti delle contee, i rappresentanti delle città e dei borghi,
questi entrano a far parte dell’assemblea generale attraverso una procedura elettiva, non vengono
più scelti dallo sceriffo ma su base elettiva, 2 rappresentanti per borgo o contea, essi deliberavano
in parlamento, hanno potere di rappresentanza, queste decisioni approvate in sede parlamentare
prendono il nome di statuto, differente, rispetto agli statuti commerciali.
Gli statuti inglese sono una via di mezzo tra una pronuncia giurisdizionale ed una legge
parlamentare, la natura è giurisprudenziale, gli statuti possono essere paragonati a delle decisioni
giudiziarie, che hanno validità permanente come accade usualmente nel sistema di common law.
Questo ampliamento della rappresentanza e il rilievo delle dimensioni locali hanno un impatto
anche a livello politico nell’assemblea generale .
Il parlamento si origina e struttura grazie alla Magna Carta del 1225, infatti tratta non solo delle
potenze baronali, ma anche della rappresentanza delle dimensioni locali che rappresentano in
parlamento, caratterizzandolo dal XIII secolo ad oggi, per questi altri motivi la Magna carta è
molto più ampia rispetto ad una semplice concessione di privilegio ai ceti.

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