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ASSOLUTISMO

Forma di regime monarchico nella quale il potere esercitato da un sovrano che si ritiene libero da
controlli e condizionamenti da parte di istanze politiche e rappresentative superiori o inferiori.

STRUMENTO DELLO STATO MODERNO. Storicamente i regimi assolutistici si realizzarono


soprattutto nell'Europa occidentale, tra il XVI e il XVIII secolo, in relazione al processo di
costruzione dello "stato moderno". Dal punto di vista del pensiero politico (precedenti teorici si
possono ravvisare in Dante, Marsilio da Padova, Bartolo da Sassoferrato, che rivendicarono
l'autonomia dello stato di fronte ai poteri universalistici della Chiesa e dell'impero), l'assolutismo si
strutturava attorno a un monarca "libero da vincoli legali" (legibus solutus, onde assolutismo), tale
per grazia di Dio e suo rappresentante in terra. La sovranit, indivisibile e inalienabile, veniva
esercitata sull'insieme dei sudditi ai quali non era permesso porre limiti all'autorit del re. La teoria
della monarchia di diritto divino trov il suo pi autorevole rappresentante in Giacomo I Stuart, re
di Scozia e d'Inghilterra, il quale afferm che il sovrano in quantoimago Dei non doveva rispondere
a nessuno dei suoi atti se non a Dio (Basilikon Doron, 1599). Tuttavia, oltre che dalle leggi divine e
naturali, il principe era legato da obblighi ben definiti. Egli doveva in primo luogo operare per il
bene dei suoi sudditi secondo i dettami della giustizia e della religione e mirare alla conservazione
delle loro "libert" (Jean Bodin). Il principe veniva inoltre vincolato da una serie di leggi
fondamentali e non scritte dello stato che non potevano essere da lui modificate in quanto
tutelavano la continuit dello stato. In Francia quelle leggi regolavano la successione dinastica e le
reggenze in caso di minorit del sovrano, imponevano l'inalienabilit del demanio regio e
impegnavano il re a tutelare i privilegi delle popolazioni del paese. Quest'ultimo era per l'obbligo
pi difficile: la pienezza della sovranit si scontrava infatti spesso con una serie di ostacoli che
traevano origine dalla resistenza dei particolarismi espressi dalle istituzioni rappresentative (stati
generali, stati provinciali, parlamenti, cortes, diete, comuni, citt libere ecc.). In ogni caso, il
monarca si muoveva in un quadro di legalit e di certezze che allontanavano l'assolutismo dai
paradigmi del dispotismo e della tirannide. Ulteriore legittimazione teorica all'assolutismo venne da
Thomas Hobbes, che nel XVII secolo teorizz una societ regolata da un'autorit sovrana
depositaria dell'unicit del potere. Ma ormai la monarchia assoluta in Inghilterra era conclusa.

LE SINGOLE NAZIONI EUROPEE. Il processo di sviluppo dell'assolutismo fu diverso da stato


a stato anche per la differenza di impianto sociale ed economico sul quale i monarchi fondarono la
loro azione. In Spagna l'unificazione del paese port alla politica imperiale di Carlo V e di Filippo
II, ma i tentativi di centralizzazione operati dai ministri di Filippo III e di Filippo IV suscitarono
durante la guerra dei Trent'anni la riscossa dei particolarismi regionali. Ne consegu un brusco
arresto, almeno fino all'avvento della dinastia Borbone, dello sviluppo dell'assolutismo in terra
iberica. InInghilterra le dinastie Tudor e Stuart portarono il paese all'assolutismo grazie soprattutto
alla centralizzazione amministrativa e giudiziaria che faceva perno sul Consiglio privato, sulla
Camera stellata e sul consenso sociale ottenuto con la confisca e la distribuzione dei beni della
Chiesa cattolica. Il ruolo del parlamento, a partire da Enrico VIII, venne progressivamente limitato,
ma l'assolutismo di Giacomo I e di Carlo I provoc forti tensioni che sfociarono nella rivoluzione
del 1640-1648, nella caduta della monarchia e, dopo la restaurazione della dinastia Stuart nel 1660,
nella rivoluzione del 1688 che impose rigidi vincoli all'azione dei sovrani, avviando l'Inghilterra
verso ilcostituzionalismo. Le vicende dell'assolutismo assumono, invece, in Francia i caratteri di
paradigmaticit. A partire dal XVI secolo il controllo della minoranza ugonotta, l'istituzione
dell'intendente, il ridimensionamento del potere delle grandi casate aristocratiche in provincia, la
formazione di un apparato burocratico di estrazione borghese che traeva le sue origini dalla venalit
degli uffici, la creazione di una corte regia, definirono subito i caratteri dello stato in cui la
monarchia operava secondo i canoni pi tipici dell'assolutismo. Luigi XIV, il "re sole", rappresent
per la Francia e per il resto dell'Europa la figura del monarca assoluto per antonomasia: soffuso di
un'aura di sacralit, egli governava con la collaborazione di ministri completamente dipendenti dalla
sua volont avendo di mira la gloria e la ricchezza del proprio paese anche mediante una politica di
espansione territoriale. Pi tardo e pi lento fu il processo di sviluppo dell'assolutismo nei piccoli
stati dell'area italiana e di quella germanica. Il Piemonte sabaudo e la Prussia degli Hohenzollern
furono i paesi che pi di ogni altro conobbero la centralizzazione del potere, la riduzione delle
prerogative dei ceti particolaristici, l'accrescimento del ruolo e delle funzioni degli apparati
burocratici e militari. Nella Russia di Pietro il Grande e di Caterina l'assolutismo sconfin nel
dispotismo e come tale venne spesso percepito dall'opinione pubblica del tempo. Parzialmente
diverso fu il caso dei possedimenti degli Asburgo d'Austria, ove la politica di rafforzamento delle
istituzioni perseguita con tenacia a partire da Leopoldo I si scontr con le prerogative degli "stati",
con lo strapotere delle grandi famiglie aristocratiche, in particolar modo di quelle magiare e boeme,
e con la natura composita degli stessi territori sui quali gli Asburgo esercitavano la loro sovranit. Il
disciplinamento delle aristocrazie, alle quali furono concessi importanti incarichi negli eserciti e
nelle istituzioni ecclesiastiche, lo spazio dato alla borghesia delle professioni attraverso la venalit
degli uffici e la creazione di una rete burocratica, che tendeva ad avvolgere tutto il paese, furono il
successo pi notevole conseguito dalle monarchie assolute. La bufera suscitata dalla rivoluzione
francese mise in discussione il carattere divino dell'assolutismo ma rese autonomi dalla figura del
monarca quei principi di centralizzazione del potere che rimasero alla base degli stati nazionali
contemporanei.

A. Spagnoletti

E. Molnar, Les fondaments conomiques et sociaux de l'absolutisme, in "XII Congrs International


des Sciences Historiques. Actes", Vienna 1965; S. Mastellone, Storia ideologica d'Europa da
Savonarola a Adam Smith, Sansoni, Firenze 1979; P. Anderson, Lo stato assoluto, Mondadori,
Milano 1980.

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